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Comune di Ostiglia Documento di Scoping ____________________________________________________________________________________________________ 1 VARIANTE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO L.R. 12/2005 e s.m.i. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PGT-VAS Percorso metologico-procedurale Art. 4 L.R. 12/2005 s.m.i. – D.C.R. 351 13.03.2007 – D.G.R. 6420 27.12.2007 Documento di Scoping Prima conferenza di valutazione – Avvio del confronto Febbraio 2015 Consulenza e progettazione: Studio di architettura e urbanistica Arch. Rossano Genta Autorità Competente per la Vas: Ing. Lorenzo Grecchi (Responsabile Area Tecnica Comunale)

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VARIANTE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

L.R. 12/2005 e s.m.i. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PGT-VAS Percorso metologico-procedurale Art. 4 L.R. 12/2005 s.m.i. – D.C.R. 351 13.03.2007 – D.G.R. 6420 27.12.2007

Documento di Scoping Prima conferenza di valutazione – Avvio del confronto

Febbraio 2015 Consulenza e progettazione: Studio di architettura e urbanistica Arch. Rossano Genta Autorità Competente per la Vas: Ing. Lorenzo Grecchi (Responsabile Area Tecnica Comunale)

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DOCUMENTO DI SCOPING PREMESSA pag. 3 a. Il quadro normativo b. Struttura metodologia e fasi della VAS c. Documento di Scoping CAPITOLO 1: Variante al P.G.T. pag. 6 a. Il Piano di Governo del Territorio e la L.R. 12/2005 e sue modifiche ed integrazioni. b. Motivazioni in merito alla necessità di introdurre modifiche al P.G.T. c. Contenuti della Variante al Piano di Governo del Territorio d. Gli obiettivi e le azioni CAPITOLO 2: LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA pag. 12 a. Introduzione b. I contenuti sintetici della direttiva 2001/42/CE c. Normativa nazionale e regionale d. La metodologia ed il processo di VAS applicato alla variante al PGT CAPITOLO 3: LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA pag. 19 Verifica delle interferenze con siti rete natura 2000 CAPITOLO 4: IL PROCESSO METODOLOGICO DI ELABORAZIONE DEL PPGR E LA VAS pag. 21 a. Percorso di VAS e PGT e mappatura dei soggetti interessati b. Le fasi intraprese : Preparazione ed Orientamento c. la partecipazione e la fase di consultazione CAPITOLO 5: LE FONTI INFORMATIVE pag. 45 CAPITOLO 6: QUADRO AMBIENTALE pag. 46 CAPITOLO 7: SISTEMA DI MONITORAGGIO - PRIME INDICAZIONI pag. 47 a. Struttura del sistema di monitoraggio b. Sistema degli indicatori

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PREMESSA a. Il quadro normativo In Italia, la VAS è disciplinata dalla parte II del Decreto Legislativo del 3/4/06 n.152 recante “Norme in materia ambientale” (noto come Testo Unico Ambientale), di attuazione della legge delega conferita al Governo per il "riordino, il coordinamento e l'integrazione della legislazione in materia ambientale" (L 308/04). Il Testo unico ambientale, con particolare riferimento alla parte II, ha poi subito due importanti modifiche, introdotte dai Dlgs 4/08 e 128/2010. A livello regionale, il riferimento normativo per la VAS è il “Testo coordinato delle Dgr” n. 761/2010, 10971/2009 e 6420/2007: esso non stabilisce un “modello standard” di svolgimento della valutazione dei piani pertanto si è partiti dal “modello metodologico generale”, allegato 1 alla citata Dgr 761/2010, opportunamente adattato per la variante al Piano di Governo del Territorio, al fine di stabilire la struttura metodologica e le fasi del procedimento di VAS del PGT. b. Struttura metodologia e fasi della VAS E’ importante sottolineare che la VAS, per essere efficace ed influire positivamente sulla decisione deve intervenire “a monte” e durante tutto il processo, al fine di orientare le scelte verso la posizione più sostenibile. La VAS può essere intesa come un sub‐procedimento del procedimento di formazione e approvazione del piano, senza il quale lo stesso non può essere approvato. Nelle Linee Guida per la valutazione ambientale di piani e programmi, pubblicate nell’ottobre 2004 nell’ambito del progetto europeo ENPLAN, sono definite le seguenti fasi principali nel percorso programma / VAS: - FASE 0 PREPARAZIONE - FASE 1 ORIENTAMENTO ED IMPOSTAZIONE (1° CONFERENZA DI VALUTAZIONE) - FASE 2 ELABORAZIONE E REDAZIONE (2° CONFERENZA DI VALUTAZIONE) - FASE 3 CONSULTAZIONE/ADOZIONE/APPROVAZIONE - FASE 4 ATTUAZIONE/GESTIONE/MONITORAGGIO Queste fasi sono comuni sia al processo di pianificazione che a quello di valutazione, per una piena integrazione della dimensione ambientale nella pianificazione e programmazione; ciò implica un evidente cambiamento rispetto all’impostazione derivante dalla applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti. Le Linee Guida sottolineano come questo cambiamento consista soprattutto nell’integrazione della dimensione ambientale nei piani/programmi fin dalla fase di impostazione degli stessi fino alla loro attuazione e revisione; ciò comporta che l’integrazione si sviluppi durante tutte le quattro fasi del percorso di redazione/valutazione del programma sopra elencate. L’elaborazione dei contenuti di ciascuna fase coerentemente valutata sotto il profilo ambientale.

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La figura riportata soprariportata, esplica la concatenazione delle fasi che costituisce la struttura logica del percorso valutativo proposto dalle Linee Guida ENPLAN. Il “filo rosso” rappresenta la correlazione e continuità tra i due processi, di elaborazione del programma e di Valutazione Ambientale dello stesso e la stretta integrazione necessaria

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per indirizzare le scelte verso la sostenibilità ambientale. Da ciò ne deriva che le attività del processo di valutazione non possono essere separate e distinte da quelle inerenti il processo di programma (fonte: Direzione Generale Territorio e Urbanistica, Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, 2007) c. Documento di Scoping

Il documento di Scoping illustra le elaborazioni e i contenuti sviluppati nel processo omonimo, che viene identificato come fase di Scoping, essa costituisce un momento preliminare all’effettiva attuazione del processo di valutazione degli impatti ambientali potenzialmente generati dal piano considerato. Nello sviluppo organico del processo di Valutazione Ambientale Strategica si colloca immediatamente a valle del processo di screening, in cui si valuta se, sulla base di un esame delle caratteristiche e dell’ambito di interesse del piano in oggetto, ricorra la necessità di effettuare una accurata valutazione degli effetti ambientali generati dal piano stesso. Queste due fasi, soprattutto per i piani per cui, come nel nostro caso, la necessità di VAS non sia in discussione presentano contenuti affini, tali per cui è possibile accorparli in un unico momento procedurale. Nel documento di scoping si individua un primo quadro metodologico procedurale dell’iter di elaborazione della variante al PGT, contestualmente al processo di VAS. Vengono inoltre formulate le proposte per l’ambito di influenza e la portata delle informazioni che compariranno nel Piano. Queste ipotesi di lavoro vengono esplicitate al fine di consentire da subito la partecipazione attiva da parte del pubblico e dei soggetti competenti in materia ambientale. Il contributo atteso è rappresentato dalle osservazioni, dai suggerimenti o dalle proposte di integrazione alla fase preliminare di elaborazione, con particolare riguardo ai dati ed agli indicatori utilizzati per descrivere lo stato del sistema ambiente, dei piani e programmi considerati nella procedura di analisi di coerenza, degli orientamenti e degli obiettivi generali indicati, delle metodologie di valutazione proposte. Il presente documento è strutturato in modo tale da fornire un quadro sintetico del Piano di Governo del Territorio (PGT), inteso come strumento pianificatorio, e del processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Nello specifico la struttura del Documento di Scoping si articola nei seguenti capitoli: - Capitolo 1 - definisce sinteticamente oggetto, contenuti ed effetti della variante al Piano di Governo del Territorio vigente del Comune di Ostiglia ; - Capitolo 2 - introduce gli elementi fondamentali della procedura di Valutazione Ambientale Strategica, contestualizzandola nei riferimenti normativi di carattere comunitario , nazionale e regionale; - Capitolo 3 - introduce i principi dello studio della valutazione d’incidenza, - Capitolo 4 - descrive la procedura metodologica mediante la quale verrà elaborata la variante al PGT, correlandola ai relativi passaggi previsti dalla VAS e specificandone i momenti di condivisione e partecipazione; - Capitolo 5 - illustra sinteticamente le principali fonti informative alla base del processo di analisi e valutazione del PGT e della VAS; - Capitolo 6 - riporta una descrizione sintetica del quadro ambientale di riferimento, che sarà oggetto di approfondimento nel Rapporto Ambientale; - Capitolo 7 - introduce le prime integrazioni sul sistema di monitoraggio del PGT;

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CAPITOLO 1: a. Il Piano di Governo del Territorio e la L.R. 12/2005 e sue modifiche ed integrazioni. La Legge Regionale n. 12 dell’11 marzo 2005 ha introdotto, all’articolo 7, l’obbligo per tutti i comuni lombardi di dotarsi di proprio strumento di pianificazione, denominato PGT, che definisce l’assetto dell’intero territorio comunale ed è articolato nei seguenti atti: a) il documento di piano; b) il piano dei servizi; c) il piano delle regole. Il Comune di Ostiglia ha approvato il proprio P.G.T. di livello comunale con Delibera di Consiglio Comunale n. del b. Motivazioni in merito alla necessità di apportare modifiche al vigente P.G.T. Successivamente alla sua approvazione e nel corso del periodo di vigenza del P.G.T. sono pervenute al Comune di Ostiglia una serie di istanze da parte dei cittadini che richiedevano di apportare delle variazioni, incidenti anche sul documento di piano oltre che sul piano dei servizi e sul piano delle regole, mentre a causa della profonda crisi economica buona parte delle previsioni del P.G.T. risultano inattuate. Inoltre, ci si trova ora alla scadenza del periodo quinquennale della validità del Documento di Piano, per la quale la citata L.R. 12/2005 impone che venga approvato un nuovo Documento di Piano. Sono emerse anche difficoltà interpretative della normativa del P.G.T. e si sono riscontrati errori materiali all’interno del piano; si rende pertanto necessario apportare gli opportuni aggiustamenti al corpo normativo per difficoltà di lettura o incongruenze dello strumento urbanistico rilevate dall’ufficio tecnico e per errori materiali riscontrati nella cartografia sia del piano delle regole che del piano dei servizi. c. Contenuti della Variante al Piano di Governo del Territorio 1. Istanze dei cittadini. Come sopra richiamato sono pervenute istanze da parte dei cittadini prima dell’avvio del procedimento per la Variante al Piano di Governo del Territorio coordinato alla Valutazione Ambientale (VAS) e alla Valutazione di Incidenza (VIC). Successivamente è stata aperta la fase di recepimento degli apporti da parte dei cittadini, enti e parti sociali, preventiva alla fase di elaborazione della variante; quindi si è proceduto all’esame di tali contributi ed alla loro valutazione. Il resoconto della prima valutazione delle istanze è stato comunicato all’ufficio tecnico comunale nel corso di alcuni incontri, il quale nel contempo ha esposto e congiuntamente valutato alcuni casi specifici; l’ufficio tecnico ha formulato ulteriori richieste di modifiche sia di forma che di contenuto dei documenti del PGT ritenute necessarie per una corretta lettura del piano. Detti contributi sono principalmente riconducibili alle seguenti problematiche: - richieste di soppressione di ambiti di trasformazione residenziale ; un gruppo consistente

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di richieste, per motivazioni perlopiù analoghe, riguarda le nuove aree di trasformazione residenziali introdotte con l’art. 15 del Documento di Piano, per le quali viene richiesto che le stesse vengano a perdere la possibilità edificatoria ritornando in zona agricola E, prendendo atto dell’utilizzo attuale agricolo. Particolarmente rilevante appare questa tipologia di richieste in quanto si riconnette ai concetti di consumo di suolo ed alla rigenerazione urbana , introdotti dalla Legge Regionale n. 31 del 28/11/2014 “norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente ed altre disposizioni in materia urbanistico-edilizia” che modifica ed integra la L.R. n. 12/2005. - richieste di attuazioni di aree di trasformazione o di aree edificabili con modalità diverse da quelle previste dal PGT. - richieste di varianti al PGT relative a progetti in variante SUAP. - proposte di cambio di destinazione urbanistica di zone edificabili con diverse destinazioni urbanistiche. - richieste di trasformazioni di aree agricole a fini edificatori non agricoli. - richieste relative a previsioni urbanistiche su viabilità di piano. - richieste relative a modifiche delle norme del Piano delle Regole. 2. Previsioni strategiche per il futuro sviluppo del territorio e valorizzazione dell’ambiente per la definizione di un nuovo documento di piano - ambiti di trasformazione: proprio alla luce delle richieste di soppressione di alcuni nuovi ambiti di trasformazione residenziali ed alle previsioni introdotte dalla L.R. n. 31/2014, diventa prioritario un ripensamento delle previsioni del PGT sulle aree residenziali. In cinque anni di vigenza del P.G.T. non è stato presentato alcun piano attuativo relativo ai nuovi ambiti di espansione residenziale, inoltre un piano attuativo approvato prima della formazione del P.G.T. non è mai giunto alla stipula della relativa Convenzione urbanistica e pertanto non ha avuto corso, mentre altri piani precedentemente approvati e convenzionati sono solo parzialmente attuati e presentano una rilevante quantità di lotti inedificati. E’ stato approvato un piano di recupero di iniziativa pubblica denominato Piano Guida Naviglio (D.C.C. n. 11 del 29/04/2013). Dalla lettura della L.R. 31/2014 emerge che l’obiettivo del consumo zero di suolo fissato per il 2050 è raggiunto, nelle intenzioni del legislatore, attraverso strumenti fra loro coordinati, tra questi le misure transitorie per le amministrazioni locali, consistenti da una parte nel regime moratorio per le varianti al PGT (art. 5 comma 4), in quanto fino all’adeguamento di cui al comma 3, possibile dopo l’integrazione del PTR e l’adeguamento del PTCP (che dovrebbe avvenire entro il 30 novembre 2016), i comuni possono approvare unicamente varianti del PGT che non comportino nuovo consumo del suolo e che siano diretti alla riorganizzazione planivolumetrica, morfologica, tipologica o progettuale delle previsioni di trasformazione già vigenti, per la finalità di incentivarne ed accelerarne l’attuazione e fino a detto adeguamento sono comunque mantenute le previsioni ed i programmi edificatori del documento di piano vigente, dall’altra nella accelerazione dell’approvazione dei piani attuativi connessi alle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti (art. 5 commi 6/9). Andrebbero quindi promossi, parallelamente altri interventi di rigenerazione urbana, i nuovo piani attuativi, in particolare quelli che risultano prioritari e strategici, fra i quali in primis l’area di trasformazione f – ex parco ferroviario, oggi dismesso, previsto nel pgt con

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destinazione residenziale riconvertendolo verso una destinazione pubblica di rilevanza sovra-comunale. - verifica dello stato di attuazione delle opere portuali sul Canal Bianco e del comparto produttivo “Canal Bianco” P.I.I. di insediamento Eusider e prospettive di sviluppo e riutilizzo delle aree esclusivamente o prevalentemente produttive, nonché delle aree dismesse, nelle quali può trovare localizzazione quota parte della capacità insediativa. - rigenerazione urbana: come poter valorizzare il patrimonio edilizio esistente nel regime transitorio dettato dalla L.R. n. 31/2014? Si ritiene che già questa variante possa individuare con maggiore precisione il patrimonio edilizio dismesso o sottoutilizzato, a partire da quello riportato nella Tavola 9 del Documento di Piano, denominata sintesi delle opportunità e criticità e dalle valutazioni espresse nella relazione, da riutilizzare prioritariamente garantendone il miglioramento delle prestazioni ambientali, ecologiche, energetiche e funzionali, individuando gli ambiti nei quali avviare processi di rigenerazione urbana e territoriale prevedendo specifiche modalità di intervento ed adeguate misure di incentivazione anche allo scopo di garantire la reintegrazione funzionale entro il sistema urbano ed incrementarne le prestazioni ambientali, ecologiche, paesaggistiche ed energetiche, secondo le indicazioni della citata L.R. 31/2014

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- redazione di specifico elaborato, anche in assenza di consumo di nuovo suolo, denominato “carta del consumo di suolo” atto ad individuare e quantificare la superficie agricola, il grado di utilizzo agricolo dei suoli e le loro peculiarità pedologiche, naturalistiche e paesaggistiche, le aree dismesse, da bonificare, degradate, inutilizzate e sottoutilizzate, i lotti liberi, le aree di risulta a seguito dei recenti interventi infrastrutturali viari e ferroviari che hanno investito il territorio comunale, le superfici oggetto di progetti di recupero o di rigenerazione urbana, le opere edilizie incongrue presenti nel territorio agricolo e negli ambiti di valore paesaggistico per le quali prevedere interventi di demolizione e contestuale permeabilizzazione dei suoli. - rideterminazione della sensibilità paesaggistica del territorio (tavola C7 del piano delle regole) in cinque classi anziché in sole tre classi, definite all’art. 32 del piano delle regole, al fine di rendere più accurato e preciso l’esame dell’incidenza paesistica dei progetti. - adeguamento del PGT agli obiettivi programmatici derivanti dai piani sovraordinati al PGT, quali PTR e PTCP. - PTR Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato in via definitiva il Piano Territoriale Regionale con deliberazione del 19/10/2010 n°951, il PTR è stato aggiornato nel 2014 con

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DCR n. 557 del 9/12/2014. Il PTR individua tre macro-obiettivi (rafforzare la competitività dei territori di Lombardia, riequilibrare il territorio della Regione e proteggere e valorizzare le risorse della Lombardia) e 24 obiettivi di Piano, le linee orientative dell'assetto del territorio e gli effetti diretti e indiretti con i quali la variante dovrà confrontarsi; Il documento di piano del PTR individua inoltre obiettivi specifici per i sistemi territoriali, il comune di Ostiglia è ricompresso in due sistemi territoriali: il sistema delle pianure irrigue e quello del Po e dei grandi fiumi. Gli obiettivi indicati dal PTR per i sistemi territoriali di nostro interesse sono: Sistema territoriale della pianura irrigua: ST 5.1 Garantire un equilibrio tra le attività agricole zootecniche e la salvaguardia delle risorse ambientali e paesaggistiche, promuovendo la produzione agricola e le etcniche di allevamento a maggior compatibilità ambientale e territoriale; ST 5.2 Garantire la tutela delle acque ed il sostenibile utilizzo delle risorse per l’agricoltura, in accordo con le determinazioni assunte nell’ambito del patto per l’acqua, perseguire la prevenzione del rischio idraulico; ST 5.3 Tutelare le aree agricole come elemento caratteristico della pianura e come presidio del paesaggio lombardo; ST 5.4 Promuovere la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale dl sistema e preservarne e trasmettere i valori, a beneficio della qualità della vita dei cittadini e come opportunità per l’imprenditoria turistica e locale; ST 5.5 Migliorare l’accessibilità e ridurre l’impatto ambientale del sistema della mobilità, agendo sulle infrastrutture e sul sistema dei trasporti. Sistema territoriale del Po e dei grandi fiumi; ST 6.1 Tutelare il territorio degli ambiti fluviali, oggetto nel tempo di continui interventi da parte dell’uomo; ST 6.2 Prevenire il rischio idraulico attraverso un attenta pianificazione del territorio; ST 6.3 Tutelare l’ambiente degli ambiti fluviali; ST 6.4 Garantire la tutela delle acque, migliorandone la qualità e incentivando i risparmio idrico; ST 6.5 Garantire uno sviluppo del territorio compatibile con la tutela e la salvaguardia ambientale; ST 6.6 Promuovere la valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico e storico culturale del sistema del Po attorno alla presenza del fiume come elemento unificante per le comunità locali e come opportunità per lo sviluppo del turismo fluviale; ST 6.7 Perseguire una pianificazione integrata e di sistema sugli ambiti fluviali, agendo con strumenti e relazioni di carattere sovralocale e intersettoriale. - PTCP La provincia di Mantova in data 08/02/2010 con delibera n°3 del consiglio Provinciale, ha approvato il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale., nel quale sono contenuti gli indirizzi programmatici provinciali. Gli obiettivi strategici definiti dalla variante del PTCP sono di seguito elencati: - Promuovere e rafforzare il sistema territoriale come sistema reticolare e di relazioni - Garantire la qualità dell’abitare e governare il processo di diffusione - Promuovere una mobilità efficiente e sostenibile e garantire un sistema infrastrutturale intermodale, sicuro ed adeguato

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- Promuovere la difesa e la valorizzazione degli spazi rurali e delle attività agricole - Attivare politiche per un territorio più vivibile e sicuro e per il contenimento dei rischi di inquinamento ambientale - Perseguire la valorizzazione del paesaggio e la costruzione delle reti ecologiche - Valorizzare il sistema turistico e interare i valori plurali del territorio - Promuovere il sistema economico, valorizzando il legame tra territori e produzioni - Incrementare le occasioni e le capacità di cooperazione, programmazione e progettazione tra gli enti locali e i cittadini nella attuazione della politica territoriale - Garantire l’uso razionale e l’efficienza distributiva delle risorse energetiche e non rinnovabili. In particolare si ritiene che il PGT affronti e definisca i seguenti aspetti: - individuazione del sistema della mobilità di matrice storica (viabilità storica, ferrovie storiche e stazioni ferroviarie, ponti di interesse storico) e sua valorizzazione e salvaguardia, individuazione di piste ciclabili in sede propria o su viabilità minore, con realizzazione di opere di piantumazione, arredo urbano ecosostenibile e produttore di energia. - individuazione e salvaguardia del sistema irriguo di matrice storica e dei manufatti idraulici di interesse storico, - individuazione dei luoghi della percezione e della memoria (es. visuali sensibili quali il ponte sul fiume Po) per i quali prevedere coni ottici di valorizzazione e norme di tutela per le visuali sensibili - previsione di norme e disposizioni per lo sviluppo delle aree verdi e degli ambiti rurali di pregio, finalizzate alla tutela ed alla salvaguardia di alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale - Itinerari culturali europei: la via Claudia Augusta, è necessaria una verifica a scala di maggior dettaglio del percorso della Via Claudia Augusta indicando le parti del territorio ed i beni che presentano significative relazioni con l’itinerario e dettando disposizioni volte ad indirizzare e controllare le eventuali trasformazioni ed a prescrivere il corretto inserimento degli interventi edilizi ammessi. Infine si ritiene opportuno prevedere indicazioni normative in merito a: - impianti da FER (fonti energetiche rinnovabili), aree per trattamento e recupero rifiuti, normativa per loro localizzazione (fattori escludenti). 3. aggiustamenti al corpo normativo per difficoltà di lettura o incongruenze dello strumento urbanistico rilevate dall’ufficio tecnico e per errori materiali riscontrati nella cartografia, aggiornamento in recepimento di nuove norme sovraordinate. A seguito delle segnalazioni effettuate dall’ufficio tecnico comunale e da ricognizioni sulla cartografia verranno apportate quelle modifiche puramente finalizzate alla correzione di errori materiali, a volte dovute dalla base cartografica aerofogrammetrica non interfacciata a quella catastale o da imprecisioni nella perimetrazione di ambiti, anche già interessati da strumenti attuativi approvati, a destinazioni di zona non conformi riportate nel piano dei servizi o nel piano delle regole, mentre si rendono necessari chiarimenti in merito ad indici e parametri urbanistici. Per quanto riguarda i beni storico-architettonici e ambientali esterni al centro storico si ritiene di dover intraprendere una rilettura delle corti rurali, spesso non più legate alla originaria destinazione e non più strumentali all’attività agricola, finalizzata alla loro

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salvaguardia e conservazione ma nel contempo ad un loro effettivo riutilizzo e valorizzazione, operando un distinguo fra tipologie insediative e livelli di vincolo. Verranno inoltre apportate integrazioni normative in recepimento di norme di settore di recente introduzione, integrazioni cartografiche per presenza di nuova rete di metanodotti, aggiornamento siti di interesse archeologico, previsioni per insegne o strutture temporanee su suolo pubblico, piano del colore, ecc. d. Gli obiettivi e le azioni Gli obiettivi che la pianificazione comunale si pone sono sostanzialmente di tre tipi: - la sostenibilità e minimizzazione del consumo di suolo agricolo orientando gli interventi edilizi verso le aree già urbanizzate, degradate o dismesse, sottoutilizzate da riqualificare o rigenerare al fine di promuovere e non compromettere l’ambiente, il paesaggio nonché l’attività agricola, in perfetta sintonia con la recente normativa regionale; - il riconoscimento e la salvaguardia dei valori storici, culturali e paesaggistici che caratterizzano la comunità ed il territorio; - la valorizzazione degli aspetti ambientali come fine di ogni trasformazione urbanistico-edilizia. E’ possibile osservare che il vero e proprio blocco intervenuto in questo quinquennio nella crescita delle attività economiche in generale, se da una parte non ha comportato nuovi insediamenti impattanti con l’ambiente dall’altra ne ha determinato il degrado e l’impoverimento. Le azioni si concretano quindi nella rivisitazione del piano urbanistico di recente approvazione, con lo scopo di integrare il livello conoscitivo del territorio e dell’ambiente per la sua riqualificazione e valorizzazione, nella consapevolezza che lo sviluppo dovrà necessariamente attuarsi attraverso percorsi di crescita diversi dai modelli passati, con un uso delle risorse attento e sostenibile. CAPITOLO 2: LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA a. Introduzione L’attenzione verso lo sviluppo sostenibile dell’ambiente ha assunto, negli ultimi anni, un ruolo sempre più importante nel panorama europeo, imponendo un’evoluzione in questa direzione della normativa comunitaria, nazionale e locale. L’introduzione di valutazioni ambientali obbligatorie, nei diversi livelli di pianificazione e programmazione, rappresenta una svolta significativa in tal senso: non solo sono valutati gli effetti a seguito di interventi antropici, ma vengono studiati i potenziali effetti anche prima che gli stessi vengano realizzati, a livello pianificatorio e programmatico, generando una più organica ed ordinata disciplina del governo dell’ambiente, per la promozione di uno sviluppo sostenibile. Nei paragrafi seguenti verrà presentata la Valutazione Ambientale Strategica, strumento concreto per la realizzazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale nella pianificazione di livello comunale oggetto del presente documento.

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b. I contenuti sintetici della direttiva 2001/42/CE Di seguito si illustrano i contenti della Direttiva 2001/42/CE, per chiarire quali siano gli elementi a cui dover dare risposta per applicare la VAS alla variante al PGT di Ostiglia. Il suo principale obiettivo è quello di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente; contribuendo sia all’integrazione delle considerazioni ambientali sia alla promozione dello sviluppo sostenibile all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi. Inoltre, essa definisce gli ambiti d’applicazione a piani e programmi previsti da disposizioni legislative, regolamentari, amministrative quali quelli: – elaborati e/o adottati da un’autorità a livello nazionale, regionale o locale; – predisposti da un’autorità per essere approvati mediante una procedura legislativa dal parlamento o dal governo. Dagli articoli si evince che è obbligatoria l’applicazione della valutazione ai piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente e che definiscono il quadro di riferimento per i progetti sottoposti a VIA (allegati I e II) o a valutazione di incidenza (direttiva Habitat), elaborati per i settori: – agricolo – forestale – della pesca – energetico – industriale – dei trasporti – della gestione dei rifiuti e delle acque – delle telecomunicazioni – turistico – della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli. L’integrazione della VAS nel piano o programma deve essere eseguita durante la fase di preparazione del piano stesso e prima della sua adozione o dell’avvio della relativa procedura legislativa. La Direttiva obbliga l’Amministrazione competente della procedura legislativa di considerare in fase di adozione: – il rapporto ambientale – i pareri espressi dalle autorità consultate – i pareri espressi dai vari settori del pubblico. Il Rapporto ambientale individua, descrive e valuta gli effetti significativi che il piano o programma potrebbe generare sull’ambiente, nonchè le ragionevoli alternative costruite alla luce degli obiettivi e dalle caratteristiche peculiari dell’ambito territoriale oggetto di pianificazione o programmazione. I contenuti riportati di seguito sono da ritenersi gli elementi minimi da includere e a cui dover dare risposta nella predisposizione del Rapporto ambientale, secondo quanto stabilito nell’Allegato I della Direttiva: – illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con gli altri pertinenti piani o programmi vigenti nell’ambito territoriale considerato; – aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; – caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate dagli effetti del piano o programma;

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– qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE; – obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale; – possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori; – misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente derivanti dall’attuazione del piano o del programma; – sintesi delle ragioni della scelta tra le alternative individuate e descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste; – descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio; – sintesi non tecnica delle informazioni dei punti precedenti. La proposta di piano o programma ed il relativo Rapporto ambientale, con modalità atte a garantire una effettiva opportunità di esprimere il proprio parere nel processo di consultazione devono essere messi a disposizione: – delle autorità che ciascuno Stato membro individua come autorità che devono essere consultate e che, in ragione delle loro specifiche competenze ambientali, possono essere interessate agli effetti del piano o del programma; – dei settori del pubblico interessati all’iter decisionale e dagli effetti ambientali generati, includendo in questi settori le organizzazioni non governative e quelle che promuovono la protezione dell’ambiente. In merito all’informazione al pubblico ed al monitoraggio, la Direttiva 2001/42/CE prevede che ciascuno Stato membro assicuri, con modalità definite, l’informazione presso le autorità consultate e il pubblico circa: a) il piano o programma adottato; b) una dichiarazione di sintesi su: – come è stato integrato nel piano o programma il rapporto ambientale – come si è tenuto conto dei pareri espressi durante la consultazione – le ragioni per cui sono state scelte le alternative tra quelle possibili; c) le misure di monitoraggio degli effetti ambientali al fine di individuare gli effetti negativi imprevisti e di adottare opportune misure correttive. c. Normativa nazionale e regionale La normativa italiana ha recepito la Direttiva Europea 2001/42/CE con il Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i., recante “Norme in materia ambientale”, che illustra le procedure da adottarsi per la valutazione ambientale strategica. Già la Legge n.308 del 15 dicembre 2004 delegava al governo la legiferazione in materia ambientale, prevedendo l’adozione di misure di diretta applicazione per promuovere l'utilizzo della VAS nella stesura dei piani e dei programmi statali, regionali e sovracomunali, in ottemperanza alla direttiva 2001/42/CE in materia di Vas.

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Nel D. Lgs n. 152/2006, attuazione della suddetta legge n. 308/04, alla parte II si legge che la VAS costituisce parte integrante del procedimento di adozione dei piani e dei programmi per cui prevista, in quanto preordinata a garantire che gli effetti, derivanti dall’attuazione dei piani stessi, siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione (art. 4 commi 2,3). La Regione Lombardia ha dato attuazione alla direttiva 2001/42/CE con la legge regionale 11 marzo 2005 n. 12, “Legge per il governo del territorio”. Il Consiglio regionale con atto n. VIII/0351 del 13 marzo 2007 ha approvato gli Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi in attuazione del comma 1 dell’articolo 4 della legge regionale n. 12/2005 e successivamente la Giunta regionale ha proceduto all’approvazione di ulteriori adempimenti di disciplina con D.G.R. 6420/2007, 10971/2009 e 761/2010. d. La metodologia ed il processo di VAS applicato alla variante al P.G.T. Il processo di Valutazione ambientale strategica alla variante al P.G.T. è stato svolto seguendo le indicazioni in merito fornite dalla VAS del P.G.T. vigente e anche secondo le modalità metodologiche indicate da norme e criteri emanati da Regione Lombardia. Il percorso è stato predisposto in modo tale da facilitare l’integrazione della valutazione ambientale strategica nel processo di pianificazione comunale ordinario volgendo verso un unico processo decisionale. Il principale obiettivo che intende perseguire il profilo metodologico definito è quello organizzare e strutturare i passi del processo decisionale di VAS in modo tale da riuscire sia a compilare il Rapporto Ambientale ai sensi dell’art. 5 della Direttiva sia a rispondere ai requisiti e a tutte le informazioni contenute nell’Allegato I della Direttiva stessa. Lo schema che segue riporta nel dettaglio il processo decisionale metodologico della VAS che verrà seguito. SCHEMA DEL PROCESSO DECISIONALE DI VAS Inquadramento del problema Vincoli Obiettivi Analisi della coerenza esterna Scenari di riferimento Alternative di soluzione Attivazione del processo Criteri di valutazione Predizione degli effetti Valutazione comparativa delle alternative Analisi della coerenza interna Presentazione Rapporto Ambientale Negoziazione e scelta Approvazione della scelta Redazione di dettaglio dellʼalternativa negoziata Stesura Piano di monitoraggio Implementazione monitoraggio

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Relativamente alla fase di “Organizzazione del processo” si sono riepilogate le attività già svolte ed avviate dalla Provincia per quanto riguarda la fase di “Attivazione del processo” che comprende anche tutta l’organizzazione della partecipazione ed informazione del pubblico”. Tali attività riguardano: – l’Individuazione del contesto di piano, che consiste nel mettere in evidenza l’iter attuativo e le relative tempistiche nonché le competenze ed i soggetti coinvolti nella redazione del piano in oggetto; – la Mappatura degli stakeholders, è una attività che si svolge in parallelo rispetto alla precedente e che consiste nel sistematizzare i contatti degli interlocutori istituzionali e non istituzionali al fine di migliorare la gestione del coinvolgimento e della partecipazione del pubblico; – la definizione del Quadro operativo o diagramma operativo del processo, che consente di articolare il processo decisionale in fasi ed attività che saranno attivate nel tempo e svolte dagli stakeholders coinvolti e di competenza; – la Definizione di uno schema di partecipazione, che consiste nel definire le modalità di partecipazione individuate per ciascun settore del pubblico, le risorse economiche a disposizione per attivare la partecipazione, il numero indicativo degli incontri e una prima indicazione relativa alle sedi degli incontri. – la Definizione delle modalità di diffusione e pubblicazione delle informazioni, che consiste nello stabilire le forme di divulgazione delle informazioni previste nelle diverse fasi del processo di Valutazione ambientale strategica. La fase di “Raccolta ed analisi dei dati pertinenti” prevede attività già realizzate nella predisposizione dell’Analisi del sistema ambientale della provincia e della regione e che interessano: – l’Inquadramento del problema con: a) l’Analisi degli strumenti vigenti, che consiste nel raccogliere ed elaborare informazioni riguardanti l’attuale contesto territoriale b) La raccolta delle informazioni ambientali e delle analisi di carattere ambientale inerenti l’area comunale al fine di strutturare l’Analisi ambientale per il P.G.T. nonché per riuscire a dare comunicazione ed informazione ambientale al pubblico ed agli stakeholders coinvolti; – l’individuazione dei Vincoli, che consiste nel determinare gli indirizzi generali, i vincoli di tipo normativo derivanti dalle disposizioni contenute nelle direttive comunitarie, nelle normative nazionali e locali, dagli strumenti di pianificazione sovraordinati e vincoli di tipo fisico derivanti dalle caratteristiche geomorfologiche del territorio, cioè le invarianti. Le invarianti da raccogliere sono suddivise in: a) invarianti normative derivanti dalle disposizioni normative vigenti e contenenti anche finalità ed obiettivi discendenti dalle norme; b) invarianti programmatiche derivanti da delibere o documenti di programmazione ed indirizzo da coordinare con quanto individuato dalle invarianti normative; – lo Scenario di valutazione, che consiste nell’integrare le conoscenze specifiche, possedute dai diversi gruppi, necessarie per definire i possibili scenari di valutazione analizzando problemi legati all’uso delle risorse, alle criticità ambientali, allo sviluppo sociale ed all’andamento demografico. Predisporre uno scenario di valutazione significa individuare l’andamento delle variabili non controllabili che hanno un’influenza sul sistema in oggetto a prescindere dai contenuti

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di qualsivoglia piano o programma di trasformazione territoriale. Tale attività va ad integrare la fase analitica di Piano ed è utile al fine di individuare strategie più consapevoli; – la Definizione degli obiettivi di sostenibilità e di piano consiste, considerando i vincoli e gli indirizzi generali di piano/programma, nel delineare un insieme di obiettivi di piano che, mantenendo la gerarchia, da generali si precisano in specifici per poi divenire azioni di trasformazione territoriale. Gli obiettivi di piano saranno integrati da specifici obiettivi di sostenibilità. – L’Analisi della coerenza esterna è di tipo verticale ed orizzontale. La coerenza esterna orizzontale permette di verificare la congruenza tra gli obiettivi e le strategie generali del Piano e gli obiettivi derivanti dagli strumenti di livello superiore al Piano in oggetto (es. obiettivi di sostenibilità). La coerenza esterna di tipo orizzontale permette di individuare la compatibilità tra gli obiettivi e le strategie del Piano e gli obiettivi derivanti da documenti o altri strumenti vigenti allo stesso livello di governo del territorio. La fase di “Elaborazione delle alternative” ha come obiettivo la formulazione e proposta di piani alternativi rispondenti a diverse strategie di sviluppo, tutti validi ed effettivamente applicabili. Per lo svolgimento di questa fase è necessario intraprendere due attività che riguardano: – la Definizione delle strategie preliminari che consiste nel selezionare ed individuare le possibili tipologie d’intervento e le relative categorie di azioni per agevolare la formulazione di proposte strategiche ed attuative. Vengono così delineate le possibili tipologie d’intervento plausibili e le categorie d’azione ragionevoli; – la Definizione di alternative di soluzione permette di definire le alternative di piano che verranno sottoposte a valutazione comparata ed integrata sulla base delle strategie preliminari e delle tipologie d’intervento individuate. Ogni alternativa è un “pacchetto completo” costituito da tante singole azioni diverse, ma armonizzate tra loro, volte a rispondere ad uno o più obiettivi in particolare. La fase di “Valutazione” il cui fine è lo svolgimento della valutazione comparata dei piani alternativi, esito della fase precedente, si articola nelle attività che seguono: – individuazione dei Criteri di valutazione delle alternative e degli indicatori che li misurano e condivisione degli stessi con gli stakeholder coinvolti nel processo. L’insieme dei criteri degli indicatori prescelti devono rappresentare adeguatamente gli obiettivi e gli interessi di ciascuno stakeholders coinvolto nel processo decisionale che dovrà condividerli; – Predizione degli effetti che consiste nella quantificazione degli indicatori. Questa attività può essere svolta avvalendosi anche di esperti, modelli e metodi di simulazione. Anche in questo caso occorre individuare i risultati che gli stakeholder condividono e gli spazi di non condivisione, che aprono fronti di incertezza o richiedono ulteriori approfondimenti e confronti; – Messa a punto della Valutazione comparativa delle alternative che consiste nel valutare comparando le alternative di piano definite nella fase precedente. Quest’approccio nella valutazione consente di individuare quali sarebbero le prospettive generabili da ciascuna alternativa elaborata. – L’Analisi della coerenza interna è sia di tipo verticale che orizzontale. La coerenza interna verticale verificala congruenza fra indirizzi generali ed obiettivi specifici del Piano e gli obiettivi specifici e le azioni/interventi proposti. La coerenza interna di tipo orizzontale verifica la congruenza fra i diversi obiettivi specifici presenti nel programma.

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La fase di “Consultazione e scelta” è una fase in cui le attività riguardano quasi integralmente il processo di partecipazione, coinvolgimento ed informazione al pubblico al fine di volgere ad una scelta che sia la più condivisa da tutti gli stakeholder coinvolti dal processo di VAS. Tra le attività figurano: – Presentazione del Rapporto ambientale. Una volta conclusa la valutazione si procede alla compilazione del Rapporto ambientale provvedendo ad includere tutte le informazioni contenute nell’Allegato I della Direttiva. Tale elaborato costituisce elemento di Piano. Infatti, si apre la fase di consultazione in cui sono presentati il progetto di Piano ed il Rapporto ambientale; essi sono messi a disposizione delle autorità ambientali e dei settori del pubblico individuati per l’espressione di un parere da emettere prima della fase di adozione del piano. Un ruolo importante in merito è svolto dalla Regione Lombardia. – Nell’attività di Negoziazione e scelta è possibile considerare nuove alternative derivanti dalle informazioni provenienti dalla valutazione e si possono ricercare soprattutto introducendo elementi di mitigazione e compensazione. L’alternativa scelta deve essere almeno accettata, cioè migliore dell’alternativa senza progetto e possibilmente deve rivelarsi la migliore tra quelle disponibili ed accettabili. – Approvazione e scelta. La formalizzazione della decisione è preceduta da una valutazione della qualità e dell’efficienza del processo decisionale cioè una valutazione dell’intero processo decisionale con la quale si verifica che tutti i punti chiave del processo siano stati svolti in modo soddisfacente. Si formalizza così la scelta tra le alternative negoziate scegliendone una condivisa e dando conclusione all’iter formale di definizione del Piano. L’ultima fase è quella denominata “Attuazione” che è costituita dalle attività che seguono: – Redazione di dettaglio dell’alternativa negoziata. Sulla base della scelta condivisa si procede alla redazione di dettaglio dell’alternativa negoziata; – Stesura Piano di Monitoraggio che stabilisce come si osserverà e misurerà il rispetto di quanto stabilito nell’alternativa scelta, il grado di raggiungimento degli obiettivi e l’eventuale insorgenza di problemi di carattere ambientale, sociale ecc; si stabilisce anche cosa si farà, e chi lo farà, nel caso di deviazione da quanto stabilito e atteso. Al Piano, quindi, viene allegato un “Piano di Monitoraggio” ai sensi dell’art. 10 della Direttiva, capace di associare indicativamente un indicatore ad ogni obiettivo specifico al fine di poter controllare tempestivamente gli effetti negativi innescati dalle previsioni di Piano ed in grado di individuare le misure correttive che si ritiene più opportuno adottare secondo i criteri predisposti nella Revisione di VAS. – Implementazione e monitoraggio in cui si realizzano gli interventi pianificati e si attua il monitoraggio come stabilito dal piano e dai suoi elaborati. In tutte le fasi del processo di VAS, l’autorità procedente si avvale dell’autorità competente per la VAS, quest’ultima quale autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale collabora con l’autorità procedente nonché con i soggetti competenti in materia, al fine di curare l’applicazione della direttiva e degli indirizzi regionali, si è ritenuto di individuare in un team composto da Funzionari della Provincia. L’autorità competente per la Vas, accompagna il processo di adozione /approvazione e collabora a valutare le ricadute ambientali delle osservazioni formulate in fase di adozione/approvazione. Riguardo lo “Studio della valutazione di incidenza del Piano, questo costituisce allegato al Rapporto Ambientale di VAS.

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In sintesi LE MODIFICHE CHE VENGONO PROPOSTE CON LA VARIANTE AL PGT DEVONO ESSERE VALUTATE IN TERMINI DI: • coerenza con gli indirizzi di livello sovracomunale (es. piano territoriale regionale, piano paesistico regionale, piano territoriale di coordinamento provinciale) • compatibilità con il piano territoriale di coordinamento provinciale relativamente alle scelte localizzative degli ambiti di trasformazione ed alle disposizioni sul dimensionamento generale in funzione delle percentuali ammissibili di consumo di suolo • compatibilità con le disposizioni e gli indirizzi degli enti aventi specifica competenza in materia ambientale ed igienico-sanitaria (ARPA, ASL, AIPO, Corpo Forestale dello Stato, Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, Soprintendenza per i beni archeologici...) • Compatibilità con le disposizioni e gli indirizzi degli enti territorialmente interessati (enti gestori, Consorzio bonifica, Demanio...) • fattibilità e compatibilità con lo studio geologico idrogeologico e sismico che fa parte dell’attuale PGT e del quale se ne dovrà valutare l’eventuale aggiornamento. • fattibilità e compatibilità con il piano di classificazione acustica comunale del quale se ne dovrà valutare pure l’eventuale aggiornamento CAPITOLO 3: LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA Verifica delle interferenze con siti rete natura 2000 Il presente capitolo delinea gli elementi che lo Studio per la Valutazione di Incidenza (VINCA) dovrà trattare; lo studio individuerà i potenziali ambiti di interferenza ambientale legati alle scelte della variante al Documento di Piano del PGT che possono implicare ricadute sugli obiettivi di conservazione dei Siti Natura 2000 (SIC e ZPS) ; il PGT di Ostiglia è già dotato di Valutazione di Incidenza, dovranno essere valutati possibili effetti della variante sui Siti Natura 2000 . La Valutazione d'Incidenza è un procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi programma o progetto che possa avere incidenze significative su un sito di interesse regionale e/o comunitario, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. Quadro normativo L’Unione Europea nel 1992 “considerando che la salvaguardia, la protezione e il miglioramento della qualità dell’ambiente, compresa la conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche costituiscono un obiettivo essenziale di interesse generale perseguito dalla Comunità , ha adottato la Direttiva 92/43/CEE, definita “Direttiva Habitat” allo scopo principale di promuovere e mantenere la biodiversità di habitat e specie vegetali e animali all’interno dei Paesi Membri. Con lo stesso scopo l’Unione Europea aveva già adottato la direttiva 79/409/CEE, definita “Direttiva Uccelli” e recentemente sostituita dalla 2009/147/CE concernente la conservazione degli uccelli selvatici. L’obiettivo della salvaguardia della biodiversità, è stato operativamente perseguito tramite la costituzione di una Rete Ecologica Europea di siti, denominata Rete Natura 2000 individuante grandi aree che, per la presenza di habitat o specie vegetali e/o animali

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riconosciuti “di interesse comunitario” meritano di essere salvaguardate e protette. All’art. 6 comma 3 la stessa Direttiva Habitat ha introdotto la procedura di valutazione d’incidenza per salvaguardare l’integrità dei siti o proposti siti di rete Natura 2000, attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti, interni o esterni ai siti, e non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie, per i quali si ritenga che si possano avere effetti significativi che condizionino l’equilibrio ambientale. A livello nazionale il regolamento di attuazione della Direttiva Habitat è stato recepito con DPR 8 settembre 1997, n.357. In seguito all’adeguamento tecnico e scientifico è stata modificata la direttiva 92/43/CEE con la Direttiva 97/62/CEE, conseguentemente recepita con Decreto ministeriale 20 gennaio 1999; successivamente è stato approvato il DPR 12 marzo 2003, n.120 di modificazione ed integrazione al DPR 357/97. In attuazione dell’art.3 comma 1 del D.P.R. 357/97 le Regioni individuano con proprio procedimento i siti in cui si trovano tipi di habitat e specie inseriti negli allegati delle normative comunitarie; la Regione Lombardia ha individuato, i proposti Siti d’Importanza Comunitaria (SIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS). La norma regionale di riferimento è la Dgr n. 14106/03, in particolare gli allegati C e D aggiornati ed adattati ai piani di livello regionale e provinciale i quali individuano i contenuti minimi dello studio per la valutazione d’incidenza sui siti di rete natura 2000. L'istanza per la Valutazione d'Incidenza del PPGR, ai sensi dell'art. 25bis della l.r. 86/83 e del D.P.R. 357/97 e sm.i., deve essere presentata alla DG Sistemi Verdi e Paesaggio unitamente alla proposta/programma e relativo Studio di incidenza. Struttura metodologica e fasi di lavoro Per l’elaborazione dello studio viene adottato l’approccio metodologico indicato dalla Direzione Generale Ambiente (DG Environment) della Commissione Europea (CE), che si articola in quattro fasi: - Valutazione di screening: in questa fase si esaminano i probabili impatti del PGT sul sito Natura 2000 e se ne valuta la significatività. Qualora si identifichi una possibile incidenza significativa si passa alla realizzazione di una valutazione d’incidenza completa. - Valutazione appropriata: gli impatti del programma sono considerati in relazione agli obiettivi di conservazione del sito ed alla sua struttura e funzionalità ecologica. Comprende l’individuazione delle misure di compensazione eventualmente necessarie. - Valutazione delle soluzioni alternative: questa fase consiste nell’esaminare le possibilità alternative di raggiungere gli obiettivi del programma progetto evitando impatti negativi sull’integrità del sito. - Valutazione in mancanza di soluzioni alternative: in assenza di soluzioni alternative e qualora esistano motivi imperativi di rilevante interesse pubblico (salute umana, sicurezza pubblica, ambiente) che impongano la realizzazione delle previsioni di programma, vengono esaminate le misure necessarie per compensare il danno arrecato all’integrità del sito e quindi per tutelare la coerenza globale della rete Natura 2000. Per quanto riguarda i termini utilizzati per la valutazione si riporta di seguito quanto indicato nella Dgr 14106/2003 sopra citata. Incidenza: si intende la presenza di azioni e/o progetti del PPGR che ricadono nel SIC o nelle aree limitrofe. Incidenza nulla: si intende la presenza di azioni e/o progetti del PPGR che non ricadono nella ZPS o nelle aree limitrofe o che ricadono nelle aree limitrofe ma non hanno effetti significativi. Incidenza significativa: si intende la probabilità che il PPGR ha di produrre effetti

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sull’integrità della ZPS; la determinazione della significatività dipende dalle particolarità e dalle condizioni ambientali della ZPS stessa. Incidenza negativa: si intende la possibilità del PPGR di incidere significativamente sulla ZPS, arrecando effetti negativi sull’integrità del sito, rispetto agli obiettivi di tutela e salvaguardia. Incidenza positiva: si intende la possibilità del PPGR di incidere significativamente sulla ZPS, non arrecando effetti negativi sull’integrità del Sito, rispetto agli obiettivi di tutela e salvaguardia. Misure di conservazione: si intendono, secondo quanto riportato dall’articolo 4 del DPR 357/97 e successive modifiche, le misure che la Regione garantisce per i siti di importanza comunitaria al fine di evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie, nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate, nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi della Direttiva comunitaria. È, quindi, necessario valutare l’evoluzione della situazione del Sito dalla data in cui è stato individuato e valutare gli effetti degli interventi. Lo studio che accompagnerà il Rapporto Ambientale assume gli indirizzi contenutistici regionali della Dgr, che indica i contenuti dello studio: 1. contenere elaborati cartografici in scala minima 1:25.000 dell'area interessata dal o dai SIC o ZPS, con evidenziata la sovrapposizione degli interventi previsti dal piano/programma, o riportare sugli elaborati la perimetrazione di tale area. 2. descrivere qualitativamente gli habitat e le specie faunistiche e floristiche per le quali i siti sono stati designati, evidenziando, anche tramite una analisi critica della situazione ambientale del sito, se le previsioni di piano/programma possano determinare effetti diretti ed indiretti anche in aree limitrofe. 3. esplicitare gli interventi di trasformazione previsti e le relative ricadute in riferimento agli specifici aspetti naturalistici. 4. illustrare le misure mitigative, in relazione agli impatti stimati, che si intendono applicare e le modalità di attuazione (es. tipo di strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di efficienza ecc.) 5. indicare le eventuali compensazioni, ove applicabili a fronte di impatti previsti, anche di tipo temporaneo. Le compensazioni, perché possano essere valutate efficaci, devono di norma essere in atto al momento in cui il danno dovuto al piano/programma è effettivo sul sito di cui si tratta, tranne se si possa dimostrare che questa simultaneità non è necessaria per garantire il contributo del sito alla Rete Natura 2000. Inoltre dovranno essere funzionalmente ed ecologicamente equivalenti alla situazione impattata, nello stato antecedente all'impatto.” CAPITOLO 4: IL PROCESSO METODOLOGICO DI ELABORAZIONE DEL PGT E LA VAS a. Introduzione Il processo di elaborazione della variante è stato organizzato conformemente a quanto previsto dalla normativa comunitaria e nazionale, ed in osservanza delle linee guida introdotte dalla Regione Lombardia attraverso anche l’utilizzo di un modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di Piani e programmi (VAS). Il filo logico che unisce le scelte relative all’organizzazione delle fasi di sviluppo del Piano e della VASˇ costituito dalla volontà di conseguire un percorso connotato dalle caratteristiche

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di trasparenza, partecipazione, confronto e valutazione. I primi tre elementi sono propri di un approccio che tende a favorire ed incentivare la partecipazione dei soggetti con competenze ambientali e, per estensione, del pubblico, attraverso la creazione di un percorso partecipato. A tal fine si è scelto di sottoporre a consultazione tutti i vari momenti di sviluppo degli elaborati del Piano e della VAS, a partire dagli elementi preliminari che costituiscono l’oggetto del Documento di Scoping. L’elemento di valutazione degli impatti è stato introdotto, in ossequio alle disposizioni comunitarie, mediante una stretta concatenazione e commistione dei passaggi singolarmente ascrivibili al PGT e alla VAS. La struttura globale che ne deriva consente lo svilupparsi di un processo, di analisi e valutazione, senza soluzione di continuità . Nel corso di questo capitolo le diverse fasi verranno esplicitate sinteticamente sulla base dello schema di riferimento predisposto dalla Regione Lombardia, dettagliando successivamente i momenti principali. b. Percorso di VAS e PGT e mappatura dei soggetti interessati Con Deliberazione della Giunta Comunale n. 33 del 04/03/2014 è stato avviato il procedimento per l’approvazione del Piano di Governo del Territorio e della relativa Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e valutazione di incidenza (V.I.C.) in conformità all’art. 4 della L.R. 12/2005. Con il medesimo atto sono stati individuati: - autorità proponente nonché autorità procedente della Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) il comune di Ostiglia nella figura del Segretario Comunale dott. Renato Magalini; - autorità competente, responsabile della Valutazione Ambientale Strategica, il Responsabile del Settore Tecnico Ing. Lorenzo Grecchi. - enti territorialmente interessati, autorità con specifiche competenze in materia ambientale, pubblico e pubblico interessato gli enti/soggetti sotto elencati: Autorità con specifiche competenze in materia ambientale:

Regione Lombardia; Provincia di Mantova; ASL di Mantova; ARPA di Mantova; Corpo Forestale dello stato; Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Consorzio di Bonifica Fossa di Pozzolo; Tea AIPO; Autorità di Bacino del Po, di Parma STER di Mantova A.R.N.I. E.R.S.A.F. – Riserva Naturale Boschina di Ostiglia

Enti Territorialmente interessati: Comuni di: Serravalle a Po (MN), Revere (MN), Gazzo Veronese (VR), Casaleone (VR), Cerea (VR), Melara (RO), Borgofranco sul Po (MN)

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Pubblico e pubblico interessato Api – Assoc. piccole e medie industrie di Mantova e provincia Apima Mantova – Assoc. Prov. imprese di meccanizzazione agricola Associazione degli Industriali della provincia di Mantova CIA - Confederazione Italiana Agricoltori CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola media impresa Confagricoltura Mantova Confcooperative unione provinciale di Mantova Confesercenti Federazione Provinciale Coltivatori Diretti – MN Lega Regionale Cooperative e Mutue della Lombardia – Comitato Territoriale di Mantova Unione del Commercio del Turismo e dei Servizi della Provincia di Mantova Unione Provinciale Artigiani di Mantova Corale "G.Verdi" Ass. "Il Dialogo" Gruppo Archeologico Ostigliese Gruppo Cinofilo Ostigliese Gruppo Filatelico Numismatico A.V.I.S. - Intercomunale di Ostiglia Gruppo "Salvo D'Acquisto" Comitato Ostigliese di Solidarietà Centro Culturale Ricreativo “Luciana Leoni” Croce Rossa Italiana - Delegazione di Ostiglia A.N.F.F.A.S. Gruppo di Ostiglia Centro Sociale Autogestito "G. Borsatti" L'Argine PRO LOCO Cineclub 35 mm. Ostiglia Namaste Lions Club Ostiglia Circolo A.R.C.I. Italia Nostra W W F ITALIA - Basso Mantovano A.G.E.S.C.I. Lega Ambiente

Nell’avvio del procedimento viene dato atto che il Comune di Ostiglia elaborerà un Rapporto Ambientale, preceduto dal documento di scoping e dall’acquisizione dei contributi, pareri ed osservazioni preliminari, così come stabilito dalla D.C.R. n.VIII/351 del 13/03/2007 “ indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi” e che tale documento, unitamente alla Sintesi Non Tecnica verrà messo a disposizione e pubblicato con le modalità di alla D.C.R. medesima, prima della Conferenza di Valutazione finale. Il modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005) è quello di cui allo schema di seguito riportato:

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b. Le fasi intraprese : Preparazione ed Orientamento

Fase 0 _ Preparazione La fase di preparazione prevede l’organizzazione delle procedure volte all’affidamento degli incarichi funzionali allo sviluppo del Piano e del Rapporto Ambientale. Nel corso di successivi momenti di confronto sono state raccolte e analizzate le diverse proposte, che hanno consentito di elaborare una bozza metodologica per la conseguente fase di orientamento. Con Deliberazione della Giunta Comunale n. 33 del 4 marzo 2014 è stato avviato il procedimento per l’approvazione della variante al PGT e della relativa Valutazione Ambientale Strategica (VAS) congiuntamente alla Valutazione di Incidenza (V.I.C.), individuando i soggetti coinvolti come sopra richiamato. In questa prima fase si è presa in consegna la documentazione fornita dal Comune, ivi comprese le istanze dei cittadini precedentemente raccolte e l’elenco delle segnalazioni di incongruenze e problemi interpretativi del vigente PGT da parte dell’Ufficio Tecnico. A seguito di avviso pubblico, pubblicato in data 19/03/2014 e con termine di presentazione in data 17/05/2014, si è successivamente dato corso alla raccolta dei contributi e delle proposte pervenute da parte del pubblico e pubblico interessato; detti contributi sono stati poi oggetto di una prima valutazione, che ha dato vita il 15/11/2014, ad un documento denominato prima lettura e valutazione dei contributi pervenuti in merito alla variante del PGT, che di seguito si riporta:

“ Oggetto: prima lettura e valutazione dei contributi pervenuti in merito alla variante del PGT

Finalità della variante al PGT L’incarico affidato è finalizzato ad apportare varianti al Piano di Governo del Territorio per: - dare una risposta alle numerose istanze dei cittadini che da tempo risultavano depositate presso gli uffici comunali; - apportare i necessari aggiustamenti al corpo normativo per difficoltà di lettura o incongruenze dello strumento urbanistico rilevate dall’ufficio tecnico e per errori materiali riscontrati nella cartografia sia del piano delle regole che del piano dei servizi. Si è provveduto innanzitutto a dare avvio del procedimento per la redazione della variante al PGT e contestualmente, preso atto che la variante incide anche sul documento di piano, per la procedura di valutazione ambientale strategica (VAS) e valutazione di incidenza ambientale (VINCA) sui siti Natura 200 (SIC e ZPS), della variante stessa. Successivamente è stata aperta la fase di recepimento degli apporti da parte dei cittadini, enti e parti sociali, preventiva alla fase di elaborazione della variante; quindi si è proceduto all’esame di tali contributi ed alla loro valutazione. Il resoconto della prima valutazione delle istanze è stato comunicato all’ufficio tecnico comunale nel corso di alcuni incontri, il quale nel contempo ha esposto e congiuntamente valutato alcuni casi specifici; l’ufficio tecnico ha formulato ulteriori richieste di modifiche sia di forma che di contenuto dei documenti del PGT ritenute necessarie per una corretta lettura del piano. Va evidenziato che, come sottolineato dall’ufficio urbanistica della Provincia in occasione della valutazione del rapporto di una procedura di sportello unico attività produttive con la

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variante avviata per l’ampliamento della media struttura di vendita Lidl, vista la prossima scadenza quinquennale del documento di piano del PGT , la variante avviata assume valenza di variante generale del piano e non di varianti puntuali e richiede una valutazione generale del PGT vigente. Mi permetto pertanto di sottolineare che l’Amministrazione Comunale ha , con questa variante, l’opportunità di introdurre nel PGT tutte le previsioni strategiche che ritiene possano implementare la propria visione del futuro sviluppo del territorio e valorizzazione dell’ambiente, in modo che tale strumento diventi il piano del Sindaco in quanto strumento operativo dell’Amministrazione nell’ambito del proprio mandato. Alla luce di queste brevi premesse, prima di procedere alla redazione della bozza di variante e del documento di scooping , erroneamente considerati nella prassi corrente come documenti preliminari di orientamento e di scarsa rilevanza per la formazione del PGT, ritengo particolarmente importante una valutazione congiunta fra Amministrazione Comunale, ufficio tecnico e tecnico redattore delle linee e degli obiettivi che si sostanzieranno poi nei contenuti del nuovo PGT. Anche il percorso di partecipazione e gli approfondimenti tematici , al di là delle conferenze di valutazione previste obbligatoriamente dalla vigente normativa costituita dalla Legge regionale 12/2005 e s.m.i. e dalle D.G.R. che regolamentano la materia, possono o meglio devono essere condivisi proprio in fase preliminare. Contenuti del presente documento In quest ’ ottica si è convenuto nell ’ ultimo incontro che il sottoscritto fornisse all ’Amministrazione un elenco delle istanze pervenute, raggruppato per tipologia ed accompagnato dalle proprie considerazioni , mentre particolari tematismi saranno oggetto di approfondimento e discussione nel prossimo incontro di lavoro che precederà la prima conferenza di valutazione aperta al pubblico, ai soggetti funzionalmente interessati, agli enti territorialmente coinvolti ed ai soggetti con competenza in materia ambientale, come previsto dalle norme. Le istanze pervenute e loro prima valutazione tecnica Come sopra richiamato, al fine di facilitarne la lettura e fornire una loro prima interpretazione, si è ritenuto opportuno raggruppare le richieste/contributi a seconda della loro tipologia, piuttosto che per soggetto richiedente. A tal fine si è potuto osservare che le istanze risultano raggruppabili come segue: 1) un gruppo consistente di richieste, per motivazioni perlopiù analoghe, riguarda le nuove aree di trasformazione residenziali introdotte con l’art. 15 del Documento di Piano, per le quali viene richiesto che le stesse vengano a perdere la possibilità edificatoria ritornando in zona agricola E, prendendo atto dell’utilizzo attuale agricolo. Tali istanze riguardano più specificatamente le Aree di Trasformazione residenziali previste nel capoluogo nella zona nord con accesso dalla via San Romano Casetto, in particolare quelle individuate dal PGT alle lettere: - ATR b – superficie mq. 83.367 (richiedenti Sigg. Lucia Pavesi – Dott. Carlo Cremaschi – Zambonini Gina – Cremaschi Paola), le motivazioni, dove espresse, sono quelle che il proprietario dell’area non è interessato a modificare l’attività economica agricola in essere (Lucia Pavesi-Dott. Carlo Cremaschi), oppure evidenziano l’aggravio fiscale che grava sul terreno, che in questo ambito risulta amplificato dagli oneri di attuazione che risultano

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particolarmente gravosi data la previsione di insediare un nuovo impianto sportivo o in subordine di monetizzarne i costi (Zambonini Gina), e da ultimo la distanza e non idoneità delle reti dei sottoservizi principali, la suddivisione dei comparti, ecc. (Cremaschi Paola); - ATR c – superficie mq. 32.054 (richiedente Sig.ra Cremaschi Paola), le motivazioni, sono quelle già espresse nel comparto b, in quanto la stessa risulta proprietaria di area posta a cavallo dei due distinti comparti; - ATR d – superficie mq. 24.380 (richiedenti Sig. Felice Boldrini), le motivazioni sono legate all’onerosità dovuta alla necessità di potenziamento del sistema dei servizi e della mobilità, della rilevanza ambientale del sito ed all’utilizzo agricolo dei terreni.

Le criticità evidenziate dalle richieste nel loro insieme in merito alla reale attuazione degli ambiti di trasformazione residenziale e quelle rilevabili da una lettura ex post delle previsioni di piano anche in funzione dell’attuale crisi economica che sta impoverendo gradualmente il nostro territorio già sofferente da effetti di perifericità e di scarsa competitività con un sistema di mercato comunque difficile ed incerto, risultano così riassumibili: - attesa di inserimento nel mercato edilizio delle aree residenziali molto bassa; - costi di attuazione rilevanti; - rischio autorizzativo rilevante per la necessità di predisporre piani attuativi in variante visto il coinvolgimento all’interno dello stesso ambito attuativo di proprietà avulse dalla logica trasformativa e per la mancata verifica a monte della possibilità di ottenere pareri favorevoli da parte degli enti erogatori dei pubblici servizi dati i limiti strutturali facilmente rilevabili nei sottoservizi esistenti, che richiedono investimenti sulle reti principali extra-comparto che vanno oltre a quelli compatibili con l’attuazione dell’area di trasformazione;

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- costi fiscali periodici (IMU o imposte assimilabili) per il mantenimento della destinazione prevista dal PGT, troppo rilevanti e incompatibili con l’attuale periodo di recessione economica e non correlati con la reale valorizzazione delle aree (vedi costo unico al mq. senza distinguo fra aree aventi differenti peculiarità e fra aree urbanizzate e non); - scelta molto probabilmente non condivisa ab originem, ma imposta dall’alto da una pianificazione scarsamente partecipata. Va detto che il documento di piano del PGT ha ottenuto il parere di conformità con il PTCP (Piano di Coordinamento Provinciale), prima che lo stesso venisse adeguato, mediante apposita variante definitivamente approvata con la pubblicazione sul burl di aprile 2010, e che ora il consumo di suolo risulta un parametro particolarmente stringente per autorizzare la trasformazione di suolo agricolo produttivo in nuove aree edificabili, di conseguenza l’accoglimento delle istanze in assenza di una visione alternativa della possibile crescita urbana equivale ad una rinuncia tout court per il futuro. Sicuramente la strada del recupero e del riuso del patrimonio edilizio ed urbanistico rimane centrale fra le priorità del futuro sviluppo, ma questo non deve precludere la possibilità di creare nuove aree urbane per i fabbisogni quantitativi e qualitativi in uno scenario che andrebbe rivisto in funzione ad un ruolo sovracomunale di Ostiglia. D’altra parte rimane centrale il tema della verifica preliminare delle reti e delle infrastrutture sulle quali si attestano le nuove aree di trasformazione residenziale facenti riferimento a via San Romano Casetto; tenuto conto che la dimensione di dette aree è rilevante , con una superficie territoriale di circa 18 ettari, risultano assolutamente inadeguate le infrastrutture viabilistiche di supporto e le reti tecnologiche. Viene da pensare che da una parte appare necessario un approfondimento al riguardo e un ripensamento delle nuove aree in funzione dei presupposti di crescita concretamente attuabili mediante un insieme di strategie territoriali e di programmazione oggi inesistenti, mentre dall’altra non sembra opportuno accogliere semplicemente le istanze di riportare ad una destinazione agricola le aree di trasformazione oggetto di richiesta, interessanti una superficie territoriale ben 14 ettari. Si potrebbe pensare ad una politica fiscale tendente al calmieramento della pressione a carico dei proprietari delle aree, facendo un opportuno distinguo fra aree urbanizzate e non e quindi mantenendo molto contenuto il valore delle aree prima della loro trasformazione, per riconoscere un adeguato valore al momento della messa a disposizione dei lotti edificabili sul mercato immobiliare; dato che la norma fiscale prevale su quella urbanistica e che i suoli fin dalla loro individuazione negli strumenti urbanistici adottati devono essere classificati in base ad un presunto valore di mercato, si tratterebbe di contenere il più possibile il valore dei comparti non urbanizzati, coinvolgendo in tale valutazione gli uffici tributi e patrimonio del comune. Non si tratta di mettere in atto una strategia generica per procrastinare le decisioni sul territorio, che da sola non sortirebbe alcun effetto nel medio periodo, in quanto tale decisione, che dà atto delle effettive limitazioni delle aree individuate dal pgt vigente, va verificata con la fattibilità di una politica di investimenti nella riqualificazione della periferia nord-occidentale del capoluogo e con la rivisitazione delle dimensioni e previsioni specifiche delle aree stesse. In prima battuta parrebbe opportuno escludere l ’ ambito d (proprietà Boldrini) e ricomprenderlo fra le aree agricole, mentre si suggerisce di togliere la previsione di insediamento di impianti sportivi all’interno dell’ambito b, che l’attuale pgt propone come

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alternativa fra detto ambito e l’ex parco ferroviario (ambito f – St mq. 210.000), in quanto la stessa appare inopportuna alla luce di una sua realistica attuazione.

Lo scioglimento della riserva sulla localizzazione degli impianti sportivi riguardante l’ambito b, unitamente al riconoscimento dei corretti confini dell’ambito in funzione dell’assetto catastale e delle proprietà coinvolte, nonché la possibilità di ipotizzare più ambiti funzionali attribuirebbero al comparto diverse possibilità di attuazione che, unitamente ad una programmazione di opere di potenziamento delle infrastrutture e ad una pressione fiscale più contenuta renderebbero sicuramente più attuabile la destinazione residenziale dell’ambito. Analogamente si ritiene che, fatto salvo il caso specifico dell’ambito b per il maggior gravame dovuto alla previsione di standard aggiuntivi, possano valere le medesime considerazioni/azioni anche per l’ambito c. Ritengo opportuno invece sottolineare il nuovo ruolo che potrebbe assumere l’area di trasformazione f – ex parco ferroviario, oggi dismesso, previsto nel pgt con destinazione residenziale. Visti i vincoli fisici dettati dalla particolare ubicazione dell’area, avente forma allungata posta tra il tessuto urbano consolidato, risalente al secondo dopoguerra ed il nuovo tracciato ferroviario, e dalle strutture dismesse dalla originaria destinazione , non appare opportuna la previsione di insediamenti abitativi, se non per limitate porzioni di ricucitura dell ’edificato sorto a margine del tracciato ferroviario pre-esistente, anche mediante interventi sulla viabilità minore.

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Visto che la proprietà del comparto risulta in maggioranza delle RFI (rete ferroviaria italiana – ferrovie dello stato) sarebbe pensabile una destinazione dell’area come servizio di interesse sovralocale quale parco pubblico attrezzato con presenza di impianti sportivi e ricreativi di eccellenza, oggetto di specifica progettazione mediante concorso di idee o altre forme da condividere con la collettività. Detta area andrebbe ripensata con ruolo strategico per il territorio e per la valorizzazione dello stesso mediante l ’ inserimento nel piano dei servizi con la finalità di una sua connessione con SIC e ZPS presenti con la valorizzazione di percorsi natura, salute e per il tempo libero , collocandosi quindi all’interno di un sistema più vasto di parchi locali sovracomunali di connessione ed integrazione fra il sistema del verde urbano, periurbano agricolo e quello delle aree protette di interesse comunitario e regionale (SIC e ZPS) capace di generare nuovi eventi anche di carattere culturale e didattico; non va trascurata l’opportunità offerta dalla nuova viabilità ciclo-turistica in fase di realizzazione sul vecchio tracciato ferroviario militare Ostiglia-Treviso che potrebbe trovare una importante sinergia con le nuove destinazioni collettive. Inoltre si andrebbe a riqualificare nel contempo l’edificato di margine esistente ed a creare una zona filtro fra questo e la nuova linea ferroviaria. Si suggerisce al riguardo un coinvolgimento eventuale, già dalle prime fasi di formazione della variante, della popolazione e dei soggetti ambientali coinvolti anche a mezzo delle cosidette “ passeggiate di quartiere ” al fine di raccogliere impressioni, pareri e suggerimenti in merito a questa nuova previsione, prefigurando un percorso condiviso verso un progetto sicuramente rilevante e significativo. - anche l’area di trasformazione ATR h, della superficie di mq. 9.135 (richiedente Sig. Bruno Mantovani), posto nella frazione di Correggioli, è oggetto di richiesta affinché la destinazione possa essere ricondotta a quella agricola.

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Detta area, inserita dal pgt come elemento di ricucitura dei margini fra l’edificato delle zone urbane e rurali della frazione, non appare strettamente strategica in quanto oggi la stessa non si presenta come elemento di degrado ma piuttosto di caratterizzazione; nell’ottica comunque di quanto sopra detto si potrebbe prevederne il mantenimento unitamente ad azioni che tendano a contenere la pressione fiscale sul privato prima della fase di attuazione e previo incontro diretto con il soggetto interessato. Nel complesso, se dette prime ipotesi (accoglimento istanza area d e variazione area f) dovessero essere confermate si avrebbe comunque una riduzione di mq. 234.380 di nuove aree residenziali, con contenimento del consumo di suolo ed eventuale re-distribuzione del carico urbanistico sulle altre aree, che non deve corrispondere necessariamente ad un puro incremento quantitativo in quanto risulta doveroso richiedere ai soggetti attuatori una diversa qualità dei nuovi insediamenti sotto il profilo ambientale e risparmio energetico, in linea con i principi e finalità che il Comune si è dato nel Paes e con l’approvazione dell’allegato energetico al regolamento edilizio comunale, con il quale il nuovo PGT dovrà confrontarsi (nota: come evidenziato dal Responsabile del Settore Tecnico il Regolamento edilizio vigente risale al 1971 e risulta di fatto uno strumento inapplicabile, che andrebbe sicuramente sostituito con nuovo R.E.). 2. Richieste di attuazioni di aree di trasformazione o di aree edificabili con modalità diverse da quelle previste dal PGT: - attuazione di area di trasformazione residenziale “a” , posta in fregio alla strada provinciale per Mantova, mediante creazione di due sub-comparti autonomi – rich. Sig. Corradi Luigi e Soc. Corradi Giovanni snc.

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L’area risulta oggetto di recente divisione di proprietà originariamente indivisa (costituita da due quote al 50%), ed è richiesta da parte di entrambi i proprietari. La suddivisione risulta effettuata in modo che i due comparti risultino autonomi e possano essere dotati di proprio accesso viabilistico dalla strada provinciale, possibilità non preclusa, trovandosi gli accessi in tratto urbano. In un’ottica di facilitare nuovi insediamenti si potrebbe in linea di massima accogliere a condizione che si riesca a verificare nello specifico la possibilità di realizzare comparti edificatori autonomi e funzionali alla destinazione residenziale. - attuazione di area posta in località Correggioli attualmente inserita nel PGT come zona Conformata (art. 23 del PGT) di tipo C1 – residenziale di espansione soggette a convenzione in zona B di completamento - rich. F.lli Biancardi snc.

Trattasi di area posta sul retro dell’edificato della frazione di Correggioli, già oggetto di permesso di costruire convenzionato limitato ad una porzione della stessa. Date la marginalità dell’area e la carenza di opere di urbanizzazione primaria, nonché la presenza di alcune criticità derivanti dalla particolare ubicazione si ritiene che il lotto non ancora edificato della superficie di mq. 2600 circa debba attuarsi sempre mediante titolo abilitativo convenzionato in quanto non vi sono i presupposti per poterlo considerare di completamento residenziale.

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Dovrà essere introdotta una modifica all’art. 23.1 della normativa del Piano delle Regole in quanto il PGT non definisce gli indici per le zone C1 , si ritiene congruo attribuire gli stessi già previsti per le zone C2. - attuazione di area posta in località Correggioli attualmente inserita nel PGT come zona Conformata (art. 23 del PGT) di tipo C2 – residenziale di espansione soggette a piano attuativo in zona B di completamento , mediante realizzazione di sub-comparto - rich. Geom. Paolo Sestini.

La richiesta di un piano attuativo che non comprenda l’intero comparto appare accoglibile a condizione che venga dimostrata la separata attuazione della zona esclusa e l’autonoma accessibilità di quest’ultima e che venga espressa la volontà di presentare un piano in variante da parte dei proprietari delle aree ricadenti nel comparto. Il piano in variante potrà comprendere anche la realizzazione di opere fuori comparto e il PGT ne prenderà atto al momento della sua adozione o viceversa dovranno essere fornite tutte le indicazioni per adeguare il PGT prima della presentazione del piano attuativo, che potrà avvenire solo dopo la definitiva approvazione dello strumento generale.

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3. Richieste di varianti al PGT relative a progetti in variante SUAP: - cambio di destinazione da agricolo a ricreativo/sportivo di terreno sito in località Bastione San Michele – rich. Soc. Team Investment s.r.l. di Verona.

La variante propone l’inserimento su area adiacente alla locanda-ristorante esistente, sottoposta a vincolo paesaggistico, di una piscina scoperta e relativi servizi e da un campo training da golf. Detta richiesta è stata presentata sotto forma di richiesta di Permesso di Costruire in variante al PGT, in base all’art. 97 della L.R. 12/2005, mediante procedura di sportello unico attività produttive in variante mediante procedura di cui all’art. 8 del DPR 160/2010 , nel mese di giugno 2013 e sembra non aver avuto seguito. Data la particolare ubicazione dell ’ area in zona a vincolo ambientale e di pregio testimoniale sarebbe opportuno, prima di valutare la possibilità di inserire tale previsione nell’ambito della variante al PGT , che il richiedente presentasse specifica richiesta per comprendere il permanere dell’interesse.

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- ampliamento della media struttura LIDL sita in via Colombo, su area erroneamente indicata dal PGT come parcheggio pubblico – rich. Lidl Italia.

A seguito di incontri e valutazioni preliminari con il l’ufficio tecnico comunale ed il tecnico incaricato e ad un incontro congiunto presso gli uffici della Provincia – settore Urbanistica si è convenuto che il richiedente proponesse variante al PGT mediante procedura di cui all’art. 97 della L.R. 12/2005. Nella variante verrà comunque apportata la correzione relativa all’errore materiale riportato nella cartografia del PGT vigente. 4. Proposte di cambio di destinazione urbanistica di zone edificabili con diverse destinazioni urbanistiche: - da zona C – conformata , residenziale di espansione con piano attuativo approvato (art. 23 NTA) a zona D1 per uso prevalentemente produttivo di cui all’art. 24 con incremento dell’indice di zona– area sita in via Viazzuolo – rich. Nuova California s.r.l.

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Si tratta di un’area ricadente all’interno del perimetro di piano attuativo approvato da oltre 5 anni, denominato PL Parterre, ma per il quale non è mai stata stipulata la relativa convenzione urbanistica; visto il tempo trascorso dalla sua approvazione si ritiene che attualmente l’area non possa essere oggetto altro che di interventi manutentivi e non di trasformazione e che comunque debba essere oggetto di variazione in quanto non più riconducibile ad area conformata in quanto priva di normativa attuativa previgente. La richiesta viene supportata dalla manifestazione di interesse, dichiarata dal richiedente, da parte della ditta che attualmente ha insediato la propria attività produttiva nell’area adiacente, con accesso da via S. Romano Casetto, di ampliare lo stabilimento esistente appunto su area ora residenziale. La nuova destinazione comporta alcune criticità già evidenziate dall ’ insediamento produttivo esistente in rapporto al contesto residenziale circostante costituito da aree residenziali di completamento e di espansione con piano approvato e convenzionato e deve essere valutato attentamente in termini di idoneità della viabilità esistente e di progetto con il traffico pesante, in termini di rumore e di compatibilità con la zonizzazione acustica comunale, in termini di compatibilità ambientale per le lavorazioni e non da ultimo di corretto rapporto fra i volumi tipici dei fabbricati produttivi con il tessuto residenziale costituito da tipologie abitative residenziali prevalentemente a due piani fuori terra. Si esclude comunque, anche alla luce delle suesposte considerazioni, un incremento del rapporto di copertura massimo ammesso dal PGT, con un indice richiesto che supererebbe l’indice previsto nel piano per qualsiasi area produttiva, ivi comprese quelle per uso esclusivamente produttivo.

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In ogni caso si ritiene prioritaria la realizzazione a carico del soggetto attuatore del tratto viario di collegamento, a partire dalla rotatoria sulla strada provinciale per Mantova, con la viabilità interna esistente e di progetto (PL Agazzani, PL Le Serre, via Arrivabene). - richiesta di cambio di destinazione da zona per uso esclusivamente produttivo D2 (art. 25 P.d.R.) a residenziale di area posta in Ostiglia via Chiarine – rich. Bisi Alberto e Borghi Silvana.

L’area in oggetto, della superficie catastale di mq. 2055, si trova all’interno di un contesto di margine costituito prevalentemente da attività artigianali, oggi in parte dismesse, sorto attorno agli anni 60/70 del novecento in modo non pianificato che dovrebbe essere oggetto di attenta valutazione. Sicuramente andrebbero premiati interventi di riqualificazione estesi per quanto possibile al comparto. Pur non ritenendo accoglibile la richiesta così come viene formulata si ritiene di dover attribuire una destinazione diversa da quella esclusivamente produttiva anche per l’inadeguatezza della viabilità e la promiscuità delle destinazioni presenti in prossimità del comparto. Pertanto si ritiene opportuno inserire un articolo di nuova formulazione che, prendendo atto dell’esistente promuova interventi convenzionati di recupero edilizio ed urbanistico. - richiesta di cambio di destinazione da Area P0 – parcheggio pubblico (Piano dei Servizi) a zona B2 di area posta ad Ostiglia in via San Giuseppe – rich. Bacchi Patrizia e Bacchi Giuseppe.

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L’area in oggetto, della superficie di circa mq. 1.000, si trova in area centrale in prossimità del polo scolastico costituito da scuola per l’infanzia, scuola primaria e secondaria di primo grado, RSA, Chiesa, ambito che risulta sicuramente carente di aree di parcheggio. Prima di reiterare il vincolo posto dal PGT di area preordinata all’esproprio per pubblica utilità, andrebbe verificata la reale fattibilità del parcheggio e se esistono possibilità alternative . - richiesta di cambio di destinazione carente di elementi identificativi Ad oggi non appare chiaro il contenuto delle richieste formulate nell’anno 2010 dai sigg. Merizzi Luciano e Bocchi Lido , dovrà essere pertanto oggetto di chiarimenti e di successiva verifica.

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5. Richieste trasformazioni di aree agricole a fini edificatori non agricoli: - richiesta circa la possibilità di realizzare nuove strutture a servizio di attività produttiva in zona agricola, in strada Comuna Santuario – rich. Bianchi Sabrina.

L’attività risulta regolarmente insediata, mediante contratto di locazione commerciale, in locali esistenti posti all’interno della vicina corte rurale di proprietà della richiedente, compatibilmente con le destinazione ammesse al punto 3 dell’art. 31. Il nuovo fabbricato viene proposto su area urbanisticamente destinata parte in zona agricola E (art. 29 delle NTA) e parte in zona E1 (art. 31 – corti rurali) e risulta incompatibile con la destinazione di zona. La richiesta non appare accoglibile.

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- richiesta di riportare la destinazione artigianale del prg previgente di area edificata individuata dal PGT all’art. 31 – Corti Rurali (scheda n. 140) in prossimità del cimitero– rich. Ufficio Tecnico Comunale.

La previsione del pgt viene letta, alla luce delle considerazioni che l’attività artigianale è in essere da tempo e che per tale motivo il prg l’aveva inserita come area produttiva e che non vi sono osservazioni o richieste in fase di formazione del pgt da parte della proprietà, come errore materiale del pgt. Ma in ogni caso se non vi sono richieste di ampliamento, comunque sconsigliabili nel contesto in cui è inserita l’attività, la destinazione di artigianato di servizio risulta ammessa all’interno delle corti rurali. Si propone un approfondimento per tutti gli edifici produttivi non strumentali all’agricoltura in ambito agricolo al fine di introdurre nel piano delle regole un articolo specifico che riconosca modeste possibilità di trasformazione compatibilmente con la salvaguardia degli aspetti ambientali e con la riqualificazione dell’edificato.

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- richiesta di cambio di destinazione di area agricola in zona di completamento B3 (art. 22 P.d.R.) di area posta a Correggioli – rich. Tosarello Maria, Bellini Fabio – Mauro e Vittorina

L’area in oggetto, risulta ubicata sul retro dell’edificato e pur confinando a sud e ad ovest con area B3 non è servita da propria viabilità ed è carente di opere di urbanizzazione primaria non assumendo pertanto le caratteristiche di area di completamento. La richiesta non appare accoglibile. - richiesta di cambio di destinazione di area agricola in zona di completamento B3 (art. 22 P.d.R.) di area posta a Correggioli – rich. Pilotti Mauro L’area in oggetto, risulta ubicata sul margine nord dell’edificato e confina su 3 lati con area B3 e risulta prossima alla viabilità esterna; la porzione con destinazione agricola riguarda parte di uno stesso mappale già classificato B3. La richiesta appare accoglibile . 6. Richieste relative a previsioni urbanistiche su viabilità di piano: - richiesta di affrancamento da servitù di passaggio pedonale in via Pascoli ad Ostiglia – rich. Bellini Daniele e Jacobellis Alda Dagli elementi a disposizione lo stradello ciclo-pedonale va mantenuto in quanto di collegamento fra aree residenziali, ipotesi da verificare congiuntamente all’U.T.

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- richiesta di eliminazione vincolo di previsione di strada di piano attraversante area ad uso prevalentemente produttivo – rich. Coltro Pietro.

Il tracciato di una nuova strada a servizio delle nuove aree di trasformazione residenziali e del possibile centro sportivo all’interno dell’ATr b, va valutato sia alla luce di una sua realistica realizzazione in relazione ai vincoli fisici presenti sul tracciato e sulla possibilità di inserire una ulteriore rotatoria o accesso canalizzato sul tratto urbano della strada provinciale per Mantova sia alle valutazioni circa l’accoglimento delle osservazioni di cui alle aree di trasformazione residenziale. Prima di reiterare il vincolo posto dal PGT di area preordinata all’esproprio per pubblica utilità, che limita le possibilità di ampliamento dell’azienda, vanno effettuate le valutazioni in premessa.

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- richiesta di trasformazione da strada ad area produttiva da adibire a parcheggio dei dipendenti strada di piano di collegamento fra la s.s. 12 e via dell’artigianato – rich. Tecnofer srl.

Trattasi di accesso viario già predisposto a servizio della zona industriale di Ostiglia, prima di reiterare il vincolo si deve verificare se esistono ragioni ostative per ottenere l ’autorizzazione di ANAS e l’opportunità di creare di fatto un nuovo accesso che potrebbe avere un proprio ruolo solo in funzione della ridefinizione-chiusura dei passi carrai sulla s.s. ; l’accoglimento della richiesta dipende da tali valutazioni. 7. Richieste relative a modifica delle norme: Oltre a quelle segnalate dall’Ufficio Tecnico Comunale, di cui si sta tenendo conto nella rivisitazione del corpo normativo del nuovo PGT è stata presentata una richiesta da parte dell’Ing. Marco Soncini, che appare di carattere generale, anche se riporta ad esempio un caso specifico (edificio di via Argine S. Lorenzo di proprietà di Danny Galassini – corte rurale n. 54) , sicuramente dovrà essere rivista la modalità di vincolo del patrimonio esistente in ambito agricolo, limitando la tutela al rispetto dei piani paesistici sovraordinati e dell’aspetto ambientale per gli edifici per i quali non esistano caratteri specifici da preservare e riconoscendo rilevanza di corte rurale a quei complessi che ne contengono gli elementi riconoscibili, inserendo eventuali incentivazioni per il loro recupero e valorizzazione. Infine è stata inoltrata richiesta da parte del proprietario del distributore di carburante Esso posto in via Abetone Brennero Nord di poter realizzare un ampliamento del bar esistente. Si ritiene che la richiesta possa essere soddisfatta solo modificando l’art. 28 (norme

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speciali per i distributori di carburante), che esclude qualsiasi attività commerciale, mentre è noto che un bar come quello in questione, legato ad una stazione di carburante ne costituisce la normale integrazione di servizio .” Fase 1 _ Orientamento La fase di orientamento coincide con una serie di attività preliminari alla elaborazione dei documenti di Piano e del Rapporto Ambientale di VAS. La sintesi di tali attività si riassume nel Documento di Scoping, attraverso il quale si concretizza il momento di confronto con i soggetti competenti in materia ambientale ed il pubblico. E’ utile a questo riguardo evidenziare che il confronto pubblico attuato investe, da questo momento in poi, tutto il percorso di elaborazione del PGT, così come tutti i passaggi della procedura di VAS. L’opportunità della fase di orientamento evidenziata anche dalla necessità di creare un substrato conoscitivo minimo affinché il confronto possa essere efficiente sin da subito, (da qui il concetto di scoping, ovvero di focalizzazione sugli elementi pregnanti del processo), pur riservandosi, nella successiva fase di concertazione, di assumere i contributi esterni che dovessero rivelarsi meritevoli. Analizzando le diverse attività che sono associate a questa fase, è possibile evidenziare i processi paralleli di PGT e VAS, precisando comunque che una suddivisione netta dei passaggi risulterebbe limitativa della effettiva omogeneità del processo. In questa fase si è verificata la presenza di Siti Rete Natura 2000 (SIC/ZPS) e l’interferenza del piano con gli stessi, allo scopo il processo di VAS sarà affiancato dallo studio necessario al fine di acquisire la valutazione di incidenza. La fase di orientamento si conclude con un avvio concreto del confronto tra tutti i soggetti coinvolti in modo più o meno esplicito nel procedimento di VAS: nella Conferenza di Valutazione viene presentato il presente documento di scoping al fine sia di condividere lo schema operativo dell’elaborazione del PGT che di interagire in modo diretto e funzionale con i soggetti competenti in materia ambientale ed il pubblico.

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c) la partecipazione e la fase di consultazione Parte essenziale nell’elaborazione del PGT e del percorso di VAS, la partecipazione attiva dei soggetti, che si articola con la Conferenza di Valutazione, tavoli istituzionali, forum tematici ecc. La Direttiva Europea 2001/42/CE22 prevede che la consultazione delle Autorità con competenze ambientali siano consultate almeno due volte: - in fase di scoping, al fine di contribuire all’individuazione dell’ambito di influenza del Piano e della portata delle informazioni da inserire nel Rapporto Ambientale, - prima dell’adozione del Piano, sulla proposta dei Documenti di Piano e del Rapporto Ambientale. Oltre a queste consultazioni formali, possono essere istituiti incontri tematici con diverse categorie di soggetti interessati, per approfondire aspetti prioritari o criticità attinenti ai diversi sistemi territoriali: a questi incontri sono di volta in volta invitati i soggetti definiti in funzione dell’interesse al tema in discussione. Tutti i documenti predisposi saranno inoltre messi a disposizione per il pubblico oltre che sul sito ufficiale del Comune di Ostiglia anche sul portale VAS della Regione Lombardia (SIVAS).

CAPITOLO 5: LE FONTI INFORMATIVE Sono qui richiamate le principali fonti di dati ed informazioni funzionali alle attività di pertinenza della variante al PGT e della VAS. Le fonti considerate sono costituite da cartografie, basi informative e banche dati, di seguito descritte in funzione della tipologia di vincolo sovraordinato ed in riferimento alle componenti ambientali alle quali ci si deve riferire nell’affrontare la variante al PGT.

a. fonti riferite ai vincoli sovraordinati - Beni paesaggistici e storico architettonici: Beni storico-architettonici e archeologici - fonte dati PTCP Provincia di Mantova Tutela paesistica dei fiumi - fonte banca dati SIBA Regione Lombardia Nuclei sorici - fonte dati PTCP Provincia di Mantova - Sistema naturale ed ambientale e risorse idriche: Ambienti di elevata naturalità - fonte dati PTR : Piano Paesistico R.L. Rete ecologica e rete verde provinciale - fonte SIT Provincia di Mantova Tutela corsi d’acqa - fonte reticolo idrico minore comunale, componenti geo-idrogeologica comunale - Rischi territoriali e salute della popolazione: Vincolo idrogeologico PAI - Autorità di Bacino del fiume Po Componente geo-idrogeologica,sismica - PGT comunale Zonizzazione acustica - Piano Acustico comunale

b. fonti riferite alle componenti ambientali Le fonti informative in riferimento alle componenti ambientali , già in questa fase individuate sono:

- Aria/Atmosfera fonti: Rapporto qualità dell’aria della provincia – ARPA

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Rapporto sullo stato dell’ambiente in Lombardia – ARPA Inventario emissioni INEMAR – Regione Lombardia e ARPA Zonizzazione acustica comunale

- Acqua fonti: Rapporto sullo stato dell’ambiente in Lombardia – ARPA Gestione rete e servizi

- Suolo, agricoltura sistema insediativo fonti: Rapporto sullo stato dell’ambiente in Lombardia – ARPA Sistema informativo dei suoli _MISURC,DUSAF,SIARL PAI – Autorità di Bacino del Fiume Po Componente Geo-idrogeologica del PGT Piano agricolo triennale Provincia di Mantova Piano cave provincia di Mantova PCP - Paesaggio,sistemi urbani e ris.culturali fonti: Sistema Informativo Regionale beni culturali SIBERC Sistema informativo beni ambientali SIBA Piano Paesistico Regionale PTPR Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale PTCP - Rifiuti fonti: Rapporto sulla produzione rifiuti e raccolta diff. Prov. di MN Piano Prov. gestione rifiuti provincia di Mantova PPGR - Energia fonti: Piano energetico provincia di Mantova

CAPITOLO 6: QUADRO AMBIENTALE In questo capitolo si riporta il quadro ambientale di riferimento, che sarà oggetto di approfondimento nel Rapporto Ambientale. Per la costruzione del quadro si fa riferimento alle componenti ambientali così come individuate dalla direttiva europea in materia, declinandole in base al territorio comunale; dette componenti sono articolate in temi principali e sotto-temi:

- Aria/Atmosfera sotto-temi : Qualità , Emissioni/Inquinanti, Ambiente acustico/Rumore

- Acqua sotto-temi : Acque superficiali, Acque sotterranee, Rete fognaria

- Suolo, agricoltura sistema insediativo sotto-temi : Uso del suolo, Geologia e dissesti idrogeologici, agricoltura e inquinamento da reflui zootecnici

- Paesaggio,sistemi urbani e ris.culturali sotto-temi: Componenti di int. paesistico, vincoli e beni di tutela paes.

- Rifiuti sotto-temi: Produzione Rifiuti Urbani

- Energia sotto-temi: Consumi e politiche energetiche

L’analisi ambientale e le criticità rilevate riguarderanno anche popolazione, attività

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produttive, energia, mobilità e trasporti

CAPITOLO 7: SISTEMA DI MONITORAGGIO -PRIME INDICAZIONI Il monitoraggio sarà contenuto sia nel PGT che nel Rapporto Ambientale e costituirà attività di controllo degli effetti prodotti dal Piano conseguenti l’attuazione e dell’evoluzione del contesto territoriale/ambientale in cui si colloca. L’obiettivo è quello di intercettare gli eventuali effetti negativi e adottare le opportune misure di ri-orientamento. Il monitoraggio non si riduce quindi al semplice aggiornamento di dati ed informazioni, ma comprende anche un’attività di carattere interpretativo volta a supportare le decisioni durante l’attuazione del piano stesso.

a. Struttura del sistema di monitoraggio Il sistema di monitoraggio che verrà definito all’interno del RA, prevede una fase di analisi fondata sull’acquisizione di dati ed informazioni provenienti da fonti diverse, il calcolo e la rappresentazione degli indicatori, la verifica dell’andamento rispetto alle previsioni di piano e ai valori di riferimento. In relazione ai risultati si procede ad una diagnosi, volta a individuare le cause degli eventuali scostamenti dai valori previsti, e quindi all’individuazione delle modifiche necessarie al ri-orientamento delle scelte del Piano eventualmente tramite azioni correttive. La progettazione del sistema comprende: - l’identificazione delle competenze relative alle attività di monitoraggio; - la definizione della periodicità e dei contenuti della relazione di monitoraggio; - l’individuazione degli indicatori e delle fonti dei dati, inclusa la definizione delle loro modalità di aggiornamento. Il monitoraggio è fortemente finalizzato in modo tale da assumere fattibilità ed efficacia, e non diventare ridondante; stabilisce infatti ambiti di indagine e tematiche precise e sono individuati come format di lavoro dei fogli di excel.

b. Sistema degli indicatori Il sistema di monitoraggio deve consentire il controllo dell’attuazione del programma dal punto di vista procedurale, finanziario e territoriale, nonché la verifica degli elementi di qualità ambientale. In particolare, il sistema di monitoraggio deve consentire di raccogliere ed elaborare informazioni relative: - agli effetti ambientali significativi indotti dagli interventi (indicatori di monitoraggio degli effetti ambientali); - allo stato di avanzamento e alle modalità di attuazione delle azioni previste dal programma (indicatori di processo); - all’andamento del contesto ambientale (indicatori di contesto). In generale, gli indicatori devono godere di proprietà quali: - possibilità di calcolare l’indicatore , devono cioè essere disponibili i dati per la misura dell’indicatore, con adeguata frequenza di aggiornamento, al fine di rendere conto dell’evoluzione del fenomeno; in assenza di tali dati, occorre ricorrere ad un indicatore proxy, cioè un indicatore meno adatto a descrivere il problema, ma più semplice da calcolare, o da rappresentare, e in relazione logica con l’indicatore di partenza; - sensibilità alle azioni di programma: l’indicatore deve essere in grado di riflettere le

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variazioni significative indotte dall’attuazione delle azioni di programma; - tempo di risposta adeguato: l’indicatore deve riflettere in un intervallo temporale sufficientemente breve i cambiamenti generati dalle azioni di programma; Il modello da adottare è quello che prevede: obiettivo - azione - indicatore – monitoraggio Ostiglia li 19 febbraio 2015 Il Tecnico Incaricato Arch. Rossano Genta