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ROTAR Y Organo ufficiale in lingua italiana del Rotary International House organ of Rotary International in italian language settembre 2009 Poste Italiane Spa - spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB Milano - rivista mensile - anno LXXXIII - Euro 2,50 NUMERO 9 OVUNQUE, L’ACQUA Il futuro nelle mani dei giovani | Fellowship e Servizio | A Montreal la Convention 2010

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ROTARYOrgano ufficiale in lingua italiana del Rotary InternationalHouse organ of Rotary International in italian language

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Il futuro nelle mani dei giovani | Fellowship e Servizio | A Montreal la Convention 2010

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Il gioiello del Rinascimento lombardo

PRESENTANO L’EDIZIONE IN FACSIMILE

FA B I O FA Z I OF L AV I O C A RO L I

P I E R LU I G I M U L A SMercoledì 30 settembre 2009

Ore 18.00

Circolo della Stampa - Corso Venezia, 16M I L A N O

L’emozionedi sfogliare un gioiello

Franco Cosimo Panini Editore presenta il suo nuovo capolavoro: Il Libro d’Ore Torriani.L’opera è il decimo titolo della “Biblioteca Impossibile” la prestigiosa collana di facsimili dedicata ai codici miniati più preziosi di ogni tempo.

Il Libro d O’

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Per ricevere l’invito alla presentazioneo per avere maggiori informazioni sull’opera

Numero Verde 800 [email protected]

www.oretorriani.itpo.

d Ore Torriani’Edizione in facsimile del Codice Ms.83della Bibliothèque du Château de Chantilly

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ROTARY WORLD

MAGAZINE PRESS

Edizioni del Rotary International

Network delle 31 testate regionalicertificate dal Rotary International

Distribuzione: oltre 1.200.000 copiein più di 130 paesi - lingue: 25

Rotary InternationalHouse Organ:The Rotarian

Editor-in-ChiefRI CommunicationsDivision Manager:Vince Aversano

TESTATE ED EDITOR ROTARIANI:

Rotary Africa Sharon Rober-tson (Sudafrica) - Vida Rotaria(Argentina) Diego F. Esmoriz -Rotary Down Under (SamoaAmericana, Australia, Isole Cook,Repubblica Democratica di TimorEst, Repubblica Democratica diTonga, Figi, Polinesia Francese,Nuova Caledonia, Nuova Zelanda,Isola Norfolk, Papua Nuova Gui-nea, Samoa, Isole Salomone e Va-nuatu) Robert J. Aitken - RotaryContact (Belgio e Lussemburgo)Guido Vangansewinkel - BrasilRotário (Brasile) Carlos Henri-que Froes - Rotary in Bulgaria(Bulgaria, Macedonia e Serbia)Nasko Nachev - El Rotario deChile (Cile) Francisco SociasThe Rotarian Monthly (HongKong District 3450, Macau, Mon-golia, Taiwan) Robert T. Yin - Co-lombia Rotaria (Colombia) Enri-que Jordan-Sarria - Rotary Go-

settembre2009

NUMERO

9

Rotary è distribuita gratuitamenteai Soci RotarianiReg. Trib. Milano nr. 89dell’8 marzo 1986Abbonamento annuale Euro 20

EdizioneUlysse - Coordinamento EditorialeA.D.I.R.I. Associazione dei Distret tiItaliani del Rotary International, sucomodato concesso dalla proprietàdella testata ICR - Istituto CulturaleRotariano

Editorial BoardFrancesco Arezzo D. 2110Luciano Pierini D. 2090Gianni Montalenti D. 2030Alviero Rampioni D. 2070Carlo Vailati Riboni D. 2050Luciano Kullovitz D. 2060in rappresentanza di ADIRI

Direttore ResponsabileGiuseppe Squarcia

Direttore EditorialeAndrea [email protected]

Ufficio di RedazioneStudio PerniceVia A. Locatelli, 4024121 BergamoTel e fax +39.035.0603010 r.a.

Adetti stampa distrettualiD. 2030 Silvano [email protected]. 2040 Andrea [email protected]. 2050 Patrizia [email protected]. 2060 Laura [email protected]. 2070 Giancarlo [email protected]

Rotary è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana

D. 2080 Alberto Aime [email protected]. 2090 Alessandro [email protected]. 2100 Giuseppe Blasi [email protected]. 2110 Giorgio de [email protected]. 2120 Alfonso [email protected]

Coordinamentografica e stampaGierre srl Via Corti, 5124121 Bergamo Tel. +39.035.4243057www.gierre.biz

Photo EditorIvan Rodeschini

Progetto graficoe impaginazioneEmanuela Seregni

StampaLitostampa Istituto GraficoGruppo Sesaab

PubblicitàConcessionaria non esclusivaEdizioni & Comunicazione srlViale Bianca Maria, 1920122 MilanoTel. 02.76000916 Cecilia Bernardini de [email protected]

SERVIZIO ARRETRATIE FORNITURE STRAORDINARIEContattare il servizio abbonamentiTel e fax +39.035.0603010 r.a.

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERODiana Schoberg, Angelo Spezia,Giuseppe Calogero, Eliana Centrone,Marino Casella, Doretta BardiniBeduschi, Alessandro Gaoso,Luigi Falanga, Patrizio Angelini,Gianni Jandolo, Emanuela Masini,Luigi Galantucci, Barbara Guidi,Fernando Caione,Giambattista De Tommasi

IN COPERTINAOvunque, l’acqua - India 2008

CREDITI FOTOGRAFICIPer il servizioSenza acqua non c’è vitaRotary International - Alyce Henson

A PROPOSITO DI ROTARYSono in corso gli adempimenti dilegge presso il Tribunale di Milanoper la variazione di titolarità diedizione della testata

od News (Repubblica Ceca e Slo-vacchia) Svatopluk K. Jedlicka -Rotary Magazine (Armenia, Ba-hrain, Cipro, Egitto, Georgia, Gior-dania, Libano, Sudan e EmiratiArabi Uniti) Hussein Hashad -Le Rotarien (Algeria, Andorra,Benin, Burkina Faso, Burundi, Ca-merun, Repubblica Centrale Afri-cana, Ciad, Comore, RepubblicaDemocratica del Congo, Gibuti,Guinea Equatoriale, Francia,Guiana Francese, Gabon, Guadalu-pe, Guinea, Costa d’Avorio, Liba-no, Madagascar, Mali, Martinica,Mauritania, Mauritius, Mayotte,Monaco, Marocco, Nuova Caledo-nia, Niger, Réunion, Romania,Ruanda, Saint Pierre e Miquelon,Senegal, Tahiti, Togo, Tunisia e Va-nuatu) Christophe Courjon - Ro-tary Magazine (Austria e Germa-nia) Matthias Schütt - Rotary(Gran Bretagna e Irlanda) JohnPike - Rotary News/Rotary Sa-machar (Bangladesh, India, Nepale Sri Lanka) T. K. Balakrishnan- Rotary Israel (Israele) DavidNeumann - Rotary (Albania, Ita-lia, Malta e San Marino) AndreaPernice - The Rotary-No-Tomo(Giappone) Noriko Futagami -The Rotary Korea (Corea) Jae-Yoon Lee - Rotarismo en Méxi-co (Messico) C. P. Jorge Villa-nueva - De Rotarian (Olanda)Marcel Harlaar - El RotarioPéruano (Perù) Juan Scander -Philippine Rotary (Filippine)Mar Un Ocampo III - Glos Ro-tary/Rotarianin (Bielorussia, Po-lonia, Ucraina) Dr. Maciej K.Mazur - Portugal Rotãrio (An-gola, Capo Verde, Repubblica De-mocratica di Timor Est, Macau,Mozambico, Portogallo, Repubbli-ca di Guinea-Bissau e Sào Tome ePrìncipe) Artur Lopes Cardoso -Rotary Norden (Danimarca, Iso-le Faroe, Finlandia, Groenlandia,Islanda, Norvegia e Svezia) Öy-stein Oystaa, Per O. Dantof,Håkan Nordqvist, Hinrik Bjar-nson, Börje Alström - EspañaRotaria (Spagna) Elisa Loncán -Rotary Suisse Liechtenstein(Liechtenstein e Svizzera) OliverP. Schaffner - Rotary Thailand(Tailandia) Manit Wongsureerat -Rotary Dergisi (Turchia) AhmetS. Tukel - Revista Rotaria (Boli-via, Costa Rica, Repubblica’Domi-nicana, Ecuador, El Salvador, Gua-temala, Honduras, Nicaragua, Pa-nama, Paraguay, Uruguay e Vene-zuela) Maria Souki

NETWORK DELLE TESTATE EUROPEE

Advisore coordinamento pubblicità:Andrea Pernice,“Global Outlook” Panel Member

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3 Editoriale5 Lettera del Presidente Internazionale6 One Rotary Center news8 Ritratti dalla Fondazione

IL FUTURO,ADESSO

SENZA ACQUANON C’E’ VITA

38 Acqua nella savanaDistretto 2030

40 Acqua per l’igiene e la saluteDistretto 2040

44 Non solo acquaDistretto 2120

48 Una foto, un progetto...sull’acqua

FELLOWSHIP

50 Buon ventoper la fellowship del mare

53 Auto d’epocae da collezione

54 Rotariani verso Montreal

NOTIZIE ITALIA

55 A Roma riuniti i CIP57 Fondazione, un vero team58 Premio Leonardo da Vinci59 Enfasi 2009,

un grande progetto64 Due volumi

per raccontare il Rotary

SOMMARIO | ROTARY

Editoriale

“La formula è vincente, il messaggio è chiaro, la struttura è solida ed

esiste da più di un secolo: una volta sbaragliati i pregiudizi e spiegato

il senso del tutto, molti giovani non avrebbero difficoltà ad avvicinarsi

al Rotary”. Lo si afferma nell’ambito della sezione di questo numero

dedicata al Rotaract, e fa riflettere. Sulla capacità di sintesi con cui un

giovane riesce a parlare di Rotary; sulla necessità di essere chiari, og-

gi, per poterci dedicare al futuro, compresi da quei molti giovani che

ancora non abbiamo conquistato, ma che si avvicinerebbero senza dif-

ficoltà per garantirci le forze di cui abbiamo bisogno; sulle risposte

concrete necessarie che dobbiamo continuare a dare, perché l’immagi-

ne del Rotary sia sempre più limpida, come l’acqua che i nostri proget-

ti portano ovunque più pulita e sana.

Due priorità, i giovani e l’acqua, con cui il Rotary guarda al futuro, al

proprio, a quello dell’umanità.

C’è un fil-rouge che lega gli articoli delle prossime pagine, l’ottimismo.

Dirompente nelle prospettive del Rotaract; propulsore nella progettualità

rotariana; concreto e vero nelle tante realizzazioni locali. Il Rotary si po-

ne molti interrogativi e obiettivi, cercando nella concretezza delle proprie

azioni le risposte migliori. E lo fa consapevole di non potersi esimere da

un moderato cambiamento che il mondo di oggi richiede.

Andrea Pernice

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DICHIARAZIONE FIRMATA.

dai il tuo 5 x mille al san raffaele di milano.Esistono tanti istituti che si chiamano San Raffaele, ma solo uno è il primo nella ricerca sanitaria. È l’Istituto San Raffaele di Milano. Quando compili la dichiarazione dei redditi, devolvi il 5 per mille all’Istituto San Raffaele di Milano: scrivi il nostro codice fiscale e ricordati di firmare. Non confonderci con altri. Solo noi abbiamo il più importante centro di ricerca in Italia, apprezzato nel mondo per i risultati ottenuti nella ricerca contro le malattie genetiche, il diabete, i tumori, le malattie cardiovascolari e quelle neurologiche. Il futuro della ricerca è anche nelle tue mani. Per conoscere tutti i progetti realizzati dall’Istituto San Raffaele: www.5xmille.org - www.sanraffaele.org

1794GM9 210x285RotMag@1 indd 1 21-05-2009 12:04:26

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IL PRESIDENTE INTERNAZIONALE | ROTARY

Lord Byron ha scritto, “I giorni della nostra gioventù sono i giornidella nostra gloria”. Questa è la frase che mi balza in mente quandosento parlare dei programmi giovanili del Rotary. Settembre è il me-se delle Nuove generazioni - il momento per concentrare la nostraattenzione sui programmi per i giovani e sul ruolo che svolgono performare i Rotariani di domani.I nostri programmi per i giovani - Interact, Rotaract, RYLA, e ScambioGiovani del Rotary - sono tra i più importanti programmi del Rotary,a causa del potenziale imparagonabile che hanno per influenzare lementi e le anime dei giovani con sentimenti di pace, buona volontà earmonia. Tale potenziale è enorme nei giovani perché le esperienzedei nostri primi anni di vita non ci abbandonano mai e sono quelleche formano la nostra personalità di adulti. San Francesco Saverio di-ceva: “Datemi un ragazzo di sette anni, ed io vi darò l’uomo che di-venterà”. Secondo me, ci vorrebbe un po’ più di tempo - ma non c’èdubbio che le esperienze della nostra gioventù sono quelle con ilmaggior potere formativo, forse più di tutte le altre che viviamo daadulti.

Quando un teenager dagli Stati Uniti ha l’occasione di viaggiare inIndia per partecipare alla Giornata d’Immunizzazione Nazionale, oquando uno studente del Brasile trascorre un anno di studio in Giap-pone, quella persona cambierà per sempre. Questi giovani avrannorealizzato dei contatti e degli affetti che dureranno una vita. Non ve-dranno più il loro Paese, o mondo, nello stesso modo. La loro pro-spettiva, le loro priorità, e i loro valori saranno formati per sempredalle esperienze vissute. Il vostro impegno continuerà a garantirel’esistenza di questi programmi, gestiti con grande attenzione e ingrado di suscitare la fiducia dei partecipanti e delle loro famiglie.I giovani sono facilmente impressionabili, ma le loro impressioni so-no anche forti e durature. Raggiunta l’età adulta, sarà difficile im-pressionarli nello stesso modo.I giorni della nostra gioventù sono davvero i giorni della nostra glo-ria - e attraverso i programmi giovanili del Rotary, i giorni di gloriasono anche di tutto il Rotary.

Lettera di settembre

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RotarySoci: 1.227.369 - Club:33.446

RotaractSoci: 174.271 - Club: 7.577

InteractSoci: 274.160 - Club: 11.920

Rotary Community CorpsSoci: 152.214 - Corps: 6.618

PROSPETTIVASUL MONDOROTARIANO

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ROTARY | ONE ROTARY CENTER

SETTEMBRE

Qualcuno chiese a Madre Teresa, grande amica del Rotary, perché faceva quello che faceva,visto che ci sarebbero sempre state tante persone irraggiungibili. Perché buttarsi a capofittoin questo duro lavoro, anche se sapeva di non poter esaudire i bisogni di tutti?Madre Teresa rispose semplicemente: “Faccio quello che posso, dovunque mi trovo e conquello che ho”. Noi del Rotary cerchiamo di fare la stessa cosa. Sappiamo bene che i bisogni del mondo sono infiniti,e sappiamo di non potere risolvere i problemi di tutti. Due miliardi di persone sono povere, un miliardo di personenon hanno acqua potabile, mentre 2,6 miliardi di persone non hanno strutture igieniche adeguate. Ogni giorno,26.000 bambini muoiono inutilmente. Cosa può fare il Rotary davanti a questi bisogni incolmabili?Secondo me, dobbiamo fare quello che possiamo, dovunque possiamo, con quello che abbiamo. Dobbiamo fare delnostro meglio nell’usare le risorse disponibili per ottenere i migliori risultati possibili. Dobbiamo identificare quali sonoi bisogni cui possiamo realisticamente rispondere, e pianificare con attenzione per ottenere il successo dei nostri pro-getti d'azione. E dobbiamo prenderci cura della nostra Fondazione, per riuscire ad aiutare il numero più elevato dipersone possibile, nei modi che fanno la più grande differenza.Noi del Rotary sappiamo che lavorando insieme riusciamo ad ottenere molto di più. Attraverso la nostra Fondazione,siamo in grado di mettere insieme le nostre risorse e fare ancora di più. Più rafforziamo la Fondazione, più grandesarà la portata dei progetti che potremo realizzare con successo. Saremo in grado di fare di più e più a lungo.Nel Rotary, sono tante le azioni che intraprendiamo solo grazie al supporto della nostra Fondazione. Oggi chiedo adognuno di voi di continuare a dare il vostro supporto, quest'anno ed ogni anno, per continuare nella nostra missione,fare del bene nel mondo.

ROTARY FOUNDATION - LETTERA DEL CHAIRMAN

Facciamo ciò che possiamocon quanto abbiamo

Glenn Estess, Chairmandella Rotary Foundation

per l’Anno Rotariano2009/2010

Kalyan Banerjee, So-cio del Rotary Club

di Vapi, Gujarat, Indiadal 1972, è stato sele-zionato dalla Commis-sione di nomina comePresidente del RotaryInternational per il2011-12. Banerjee di-venterà ufficialmenteil Presidente designato il 1º otto-bre a meno che non vi siano altri

Selezionato il Presidente 2011/2012Banerjee selezionato come Presidente del RI

candidati. Banerjee hadichiarato di volere ve-dere il Rotary "fiorire,passando dall'organiz-zazione di servizio piùriconosciuta del mondoalla ONG (organizza-zione non governativa)più importante delmondo.

"Rotary, si dice, ha la forza di ungoverno e la tenerezza di un geni-

tore", ha poi aggiunto Banerjee.Il Presidente designato è uno deiconsiglieri della United Phospho-rus Limited, la più grande aziendamanifatturiera di chimica agrariaed è anche il Presidente di ammi-nistrazione della United Phospho-rus (Bangladesh) Limited. È mem-bro dell'Istituto Indiano di Inge-gneri Chimici e dell'AmericanChemical Society, past Presidentedella Vapi Industries Association,

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Con un lascitotestamentario

puoi decidere tuil futuro di

migliaia di persone.

“Da tanti anni sono impegnato nella lotta contro la sclerosi

multipla, questa grave malattia del sistema nervoso centrale

che colpisce tanti giovani e donne. Un lascito è un gesto

semplice ma di grande valore, ci aiuta a garantire nel tempo

le nostre attività di assistenza e a dare sempre più forza alla

ricerca scientifica. Per arrivare finalmente a un mondo libero

dalla sclerosi multipla: Io l’ho fatto”.

Prof. Mario A. BattagliaPresidente FISM

Fondazione Italiana Sclerosi Multipla

Lascia ineredità unfuturo senzasclerosimultipla.

NOME COGNOME

INDIRIZZO N°

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Le informazioni da lei rilasciate saranno inserite in una banca dati e potranno essere utilizzate da FISM, Fondazione Italiana Sclerosi Multipla - Via Operai, 40 - 16149 Genova -esclusivamente al fine di informarla sulle attività, iniziative e necessità della Fondazione stessa, nel rispetto di quanto disposto dall’articolo 7 del Decreto Legilastivo 196/03 in materiadi “tutela dei dati personali”. In qualsiasi momento potrà consultare, modificare, opporsi al trattamento dei suoi dati rivolgendosi a: FISM - Via Operai, 40 - 16149 Genova.

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ROTARY | ONE ROTARY CENTER

ed ex Presidente della sede di Gu-jarat per la Confederazione di in-dustriali indiani. Ha preso la lau-rea in Ingegneria chimica pressol'Indian Institute of Technology, aKharagpur, nel 1964.

Banerjee ha servito il Rotary nelruolo di consigliere, come ammini-stratore della Fondazione Rotary,membro e Presidente di commis-sioni di task force, leader di grup-pi di discussione presso l'Assem-blea Internazionale, delegato delPresidente e governatore distret-tuale. Presidente della commissio-ne PolioPlus regionale dell'Asiasud orientale, è anche stato mem-bro della commissione internazio-nale PolioPlus per molti anni, perla quale ha partecipato alle riunio-ni internazionali con l'Organizza-zione Mondiale della Sanità e conl'UNICEF. Banerjee è un Grandedonatore, benefattore, membrodella Bequest Society ed ha rice-vuto l'encomio per i servizi merite-voli della Fondazione, oltre al Pre-mio per l'eccellenza del servizio.Banerjee ha rivestito anche le ve-sti di amministratore per una fon-dazione sponsorizzata da un Rota-ry Club che sostiene molti pro-grammi educativi e comunitari inIndia, incluso un ospedale con 250posti letto.Secondo Banerjee, uno dei punti

forti del Rotary è la sua abilità diattrarre leader da settori diversi datutto il mondo, oltre al suo ruolo dipromotore di pace. "Rotary devediventare l'organizzazione preferi-ta per le nuove generazioni chevorranno farne parte e partecipar-vi, e rendere il mondo un postomigliore e più pacifico", ha di-chiarato il Presidente designato.La signora Banerjee, Binota, èun'assistente sociale e socia delClub Inner Wheel.I signori Banerjee hanno due figlie quattro nipotini. ■

Più vicinial traguardoARCH C. KLUMPH SOCIETY

Durante un ri-c e v i m e n t opresso la Hou-se of Lords diLondra, la Fon-

dazione Rotary ha omaggiato UshaMittal per la sua donazione di 1 mi-lione di USD per l'impegno sull’era-dicazione della polio del Rotary. Jo-nathan Majiyagbe, Presidente 2008-09 degli Amministratori della Fon-dazione, era presente alla cerimoniaper l’ingresso di Usha e LakshmiMittal nella Arch C. Klumph Socie-ty, che riconosce tutti coloro donanoalmeno 250.000 USD alla Fondazio-ne. Mittal e suo marito, Lakshmi,Presidente di amministrazione dellaArcelorMittal, la più grande aziendaproduttrice di acciaio, vivono a Lon-dra.Tra i partecipanti c’era anche Raja-shree Birla, anche lei grande soste-nitrice della causa di eradicazionedella polio del Rotary. A maggio2008, Birla organizzò un incontrocon Mittal per discutere l’eradica-zione della polio, portando la Mittala donare un milione di dollari allaSfida da 200 milioni del Rotary perrispondere alla sovvenzione di 355milioni da parte della FondazioneBill e Melinda Gates per l’eradica-zione della polio.

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manchettes_corporate.ai 29/06/2009 17.45.49

I membri della commissione2009-10 di nomina del Presi-dente Internazionale

John F. Germ (Presidente), USA;Lennart Arfwidsson, Svezia; KeithBarnard-Jones, Inghilterra; RonaldL. Beaubien, USA; Jacques Berthet,Francia; Robert O. Brickman, USA;Peter Bundgaard, Danimarca; RonD. Burton, USA; Gerson Gonçalves,Brasile; Jerry L. Hall, USA; HorstHeiner Hellge, Germania; GaryC.K. Huang, Taiwan; Toshio Itaba-shi, Giappone; Kwang Tae Kim, Co-rea; Peter Krön, Austria; Donald L.Mebus, USA; Gerald A. Meigs,USA; Carlo Monticelli, Italia; Da-niel W. Mooers, USA; David D.Morgan, Galles; G. Kenneth Mor-gan, USA; Samuel A. Okudzeto,Ghana; Luiz Coelho de Oliveira,Brasile; Kazuhiko Ozawa, Giappo-ne; Noraseth Pathmanand, Tailan-dia; Barry Rassin, Bahamas; IanH.S. Riseley, Australia; Robert S.Scott, Canada; Robert A. Stuart Jr.,USA; Stan Tempelaars, Paesi Bassi;P.C. Thomas, India; O.P. Vaish, In-dia; and Yoshimasa Watanabe,Giappone.

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Il Rotary International ha annuncia-to ufficialmente i nomi dei 100 Di-

stretti selezionati per la fase pilotadel Piano di Visione futura che pro-veranno la nuova e snellita strutturadelle sovvenzioni della FondazioneRotary. L’elenco è consultabile sulsito www.rotary.org. Le richieste dei Distretti sono statesottoposte ad un procedimento di ve-rifica attento e rigoroso. Il Presidente2008/2009 degli Amministratori del-la Fondazione, Jonathan Majiyagbe,e il Segretario generale, Ed Futa,hanno avuto l'incarico di selezionarei Distretti pilota a nome del Consi-glio di Amministrazione della FR.La partecipazione alla fase pilota ri-chiede un forte impegno triennale daparte del Distretto. Una volta am-messo alla fase pilota, il Distrettonon può ritirare la sua candidatura.La selezione dei Distretti si è basatasu diversi fattori, tra cui:> Distribuzione geografica> Dimensione, sia per numero di

Club che per numero di Rotariani> Partecipazione all'attuale struttura

dei programmi della Fondazione> Solidità della leadership distrettua-

le e della struttura della commis-sione

> Potenziale ospite dei programmiumanitari, dei borsisti e delle squa-dre per la formazione professionale(in base alle esigenze di sviluppo ealle istituzioni per l'istruzione su-periore o la formazione professio-nale)

> Livelli di contributi del Fondo pro-grammi

> Gestione delle questioni ammini-strative

> Numero di Paesi a basso redditoSi è fatto attenzione a rispecchiare,

Annunciati i Distretti pilotadel Piano di Visione futuraCento i selezionati, gli altri si adegueranno entro il 2012-2013

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manchettes_corporate.ai 29/06/2009 17.45.49

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statisticamente parlando, il mondodel Rotary in generale. Ad esempio,il 31 percento di tutti i Distretti delRotary sono negli Stati Uniti, se con-frontati al 28 percento dei Distrettipresenti per la fase pilota. L'AmericaLatina ha il 15 percento dei Distrettiglobali e il 18 percento dei Distrettipilota. Percentuali similari possonoriscontrarsi anche in ciascuno deglialtri criteri di selezione. Un talecampione rappresentativo garantiràche una diversa gamma di questioniverrà affrontata durante la fase pilotae che i risultati positivi possano es-sere replicati quando alla fine tutti iDistretti entreranno a far parte delnuovo modello.Fasi successive per i Distretti pilota:> Costituzione di una squadra diri-

gente Entro il 1º agosto scorso, i Distrettipartecipanti hanno nominato il Pre-sidente di commissione distrettualedella Fondazione Rotary che esple-terà il mandato triennale della fasepilota (2010-13). I governatori elettie i presidenti distrettuali della Fon-dazione daranno inizio al processoper la costituzione di sottocommis-

sioni della Fondazione. Inoltre, i Di-stretti pilota seguiranno un corso dipreparazione nel 2009-10 per esserepronti ad operare nell'ambito dellanuova struttura delle sovvenzioni ead assumersi una maggiore respon-sabilità per la gestione dei fondi del-la Fondazione.> Partneriati dei Distretti in fase pi-

lota e non in fase pilota I Distretti in fase pilota e non in fasepilota possono continuare a collabo-rare a vicenda come partner per unoqualsiasi dei programmi della FResistenti nel 2009-10. Per i nuoviprogrammi durante il periodo trien-nale 2010-13, i Distretti pilota devo-no usare le sovvenzioni distrettualiper intraprendere attività di partena-riato con i Distretti non pilota. Sul si-to rotary.org sono riporati esempi sucome i Distretti pilota e non pilotapossono collaborare. Più di 170 Di-stretti che hanno fatto domanda perla fase pilota sono stati esclusi dallaselezione. In molti casi, sono statefatte delle scelte difficili per realizza-re un campione bilanciato di Distret-ti che riflettesse con precisione la di-versità del mondo del Rotary. I Di-stretti non in fase pilota continueran-no ad operare in base all'attualestruttura dei programmi fino all'at-tuazione del nuovo modello a livellomondiale nel 2013-14. Intanto, siesortano questi Distretti ad iniziare asviluppare programmi sovvenzionatidi più grande portata nelle aree d'in-tervento per facilitare una transizionescorrevole al nuovo modello che en-trerà in vigore nel luglio 2013. Tutti iDistretti riceveranno aggiornamentisul progresso della fase pilota. Quellinon in fase pilota applicheranno ilmodello nel 2012-13. ■

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Page 12: rotary settembre:Layout 1 4-09-2009 13:30 Pagina 1 OTAR settembre... · 2017-03-22 · FABIO FAZIO FLAVIO CAROLI PIER LUIGI MULAS Mercoledì 30 settembre 2009 Ore 18.00 Circolo della

Lasciatevi portare... 16 VILLE IN UNO SCENARIO UNICO

Incastonata nelle acque turchesi dell’Oceano Indiano, al confine fra cielo e silenzio, Frégate Island Private è una delle isole private più belle e uniche al mondo, un paradiso naturale a 20 minuti di volo da Mahé, l’isola principale delle Seychelles.Gli ingredienti del “sogno” sono unici: 16 splendide ville, immerse tra palme e fiori tropicali, sette spiagge strepitose dove si può godere mare, spiaggia e sole nella massima privacy e una natura intatta e protetta. Le ville, di 300 a 500 metri quadri secondo la tipologia, hanno grandi padiglioni con vetrate che si affacciano sullo straordinario scenario oceanico e una grande piscina privata con Jacuzzi e gazebo. Il tutto all’insegna della massima eco-sostenibilità e di una grande attenzione all’ambiente.

L’IMPEGNO AMBIENTALE

Abbastanza distanti dai fondamentali sviluppi dell’evoluzione, le isole granitiche delle Seychelles rimasero al riparo per millenni, preservando una natura incontaminata. Da allora, a causa dell’intervento dell’uomo, molte creature e piante sono andate perdute per sempre, altre sono o erano a rischio di estinzione. Anche qui, su Frégate Island. Grazie alla lungimiranza del proprietario dell’isola è stato creato il Programma Ecologico di Frégate Island, un piano di conservazione ambientale ricco e dettagliato che si è rivelato assai efficace nel riportare a numeri capaci di ulteriore sviluppo le varie specie in passato avversate dalle attività dell’uomo. Tutte le specie oggetto di intervento hanno registrato un recupero considerevole in tempi relativamente brevi. Tra queste, uccelli rarissimi come il Magpie Robin, il Whiteye, le Tartarughe Giganti di Aldabra, le Tartarughe d’Acqua Dolce delle Seychelles.

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...nell ’isola dei sogniUN FUTURO ECOLOGICO

Nonostante la presenza di una struttura alberghiera, Frégate Island è divenuta un esempio emblematico di come si possa dar vita a una coesistenza equilibrata tra uomo e natura. Dopo i programmi di conservazione, oggi sull’isola ferve un grande impegno per giungere al più presto alla eliminazione delle emissioni di CO2 e di inquinanti da combustibili fossili. Tutte le abitazioni del personale a Frégate già utilizzano sistemi per la produzione di acqua calda a energia solare. Tra le numerose iniziative, la prossima installazione di pannelli fotovoltaici e l’eliminazione delle vetture oggi a benzina o diesel. Dove il diesel non può essere sostituito è allo studio il rifornimento con olio di cocco. Un lavoro che continua con l’obiettivo di un’”impronta carbonica negativa”.

Per informazioni:

Tel. 02 93909290mail: [email protected]

www.fregate.com

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Giovanni Vagnonedi Trofarello e di Celle

Come hai conosciuto il Rotaract?Con un nonno Rotariano, un padreRotariano, una madre Inner Wheelnon potevo rimanere molto lontanodal Rotaract. A diciotto anni ho su-bito pressioni da mio padre perchéentrassi in un Club, e devo dire cheda subito l’avventura che è iniziatami ha appassionato: eravamo pochisoci, ed ero l’unico di una decinad’anni più giovane degli altri…quindi ho avuto la “fortuna” e la re-sponsabilità di diventare Presidentevelocemente, e di dovermi applica-re al 100% a far conoscere la miarealtà rotaractiana nel piccolo dellemie cerchie di amici. E’ stato un ca-so, ma all’operatività solita di Club

ho dovuto affiancare moltissima co-municazione ed investire ogni risor-sa sull’ampliamento dell’effettivo.Creare un gruppo da estranei o co-noscenti e farlo diventare un team èdavvero difficile, ma ammetto che èuna delle cose più gratificanti chemi siano successe: quando dopo an-ni ormai il Club per cui si è fattotanto va “avanti da solo” e ci sonopresidenti nuovi che presentano So-ci nuovi e per le prime volte incon-tri persone sconosciute alle cene,allora sai che hai fatto bene. Di co-municazione ed “espansione” mioccuperò molto anche come RD,perché proprio per il modo in cuimi sono avvicinato al Rotaract èstata la priorità che ho intravisto trale tante importanti sfide che il Ro-taract rappresenta per chi lo prendesul serio.

Cosa ti ha spinto a candidarti per ilruolo di RD e quali aspettative haiper questo mandato?Dopo l’esperienza di Presidente,Alessandro Guido Actis mi ha coin-volto nel suo anno come segretariodistrettuale. E’ stata un’altra espe-rienza unica che mi ha fatto cono-scere il “livello” del Distretto ap-pieno. Lì ho trovato una nuova di-

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ROTARY | IL FUTURO NELLE MANI DEI GIOVANI

Il futuro,adessoRitratto del Rotaract nelle parole e nei voltidei dieci protagonisti del nuovo anno.Diamo spazio ai giovaniper l’espressione delle loro idee personali,compiaciuti di potervele trasmetteree lasciando a ciascuno spazio per una lettura critica

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mensione dell’essere rotaractor e misono convinto che qualsiasi Socio diun Club, operativo nel suo Club,possa trovare negli eventi distret-tuali una convivialità che gli dia an-cora più senso di appartenenza edentusiasmo che nelle solite attivitàlocali. E’ difficile da spiegare, masono due livelli che si compenetra-no e giustificano a vicenda: solo Di-stretto non ha senso, così come solo

Club è riduttivo. Il Rotaract ha unaforza grandiosa, che è essere un’as-sociazione mondiale e votata alloscambio di opinioni, progetti, espe-rienze. Una volta che mi sono inna-morato del Distretto ho passato un

anno quasi sabbatico per vagliare leresponsabilità che essere RD avreb-be comportato; poi, come si dice, holanciato il cuore oltre l’ostacolo edho passato alcuni mesi d’attesa pervedere se i presidenti avrebbero

Il Rotaract èil modo più anticonformista di essere rivoluzionari,con l’impegno a migliorare il mondoinvece che contestarlo e di affrontare, consapevolidella propria condizione, ogni dialogoe qualsiasi situazione difficiledal mondo arrivi ai nostri occhi

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scelto me o qualcun altro. L’unicaaspettativa che avevo allora e cheho ancora oggi è quella di condivi-dere con più Soci possibili quelloche provo per il Rotaract: la passio-ne per un “gioco” serio, che è unostrumento incredibile di divertimen-to e dà l’opportunità a ragazzi chealtrimenti sarebbero solo degli stu-denti “in preparazione” per il lorofuturo di cambiare già il mondo conla forza dei propri sogni e dei propriprogetti. L’unico limite che abbiamoè che è difficile portare a più di 700Soci la stessa carica e la stessa vo-glia di partecipare che alcuni hannogià. L’unico modo è testimoniare di-rettamente quanto ci si diverta equanto senso abbia, e dia ad ogniazione, il vivere “rotaractiano”.

Hai la possibilità di orientare e diottimizzare l’attività di centinaia di

Margherita Verga

Come hai conosciuto il Rotaract?Nel metodo più semplice: papà è Rotariano. Ricordoche il mio Rotary padrino voleva inserire nuovi gio-vani nel Club e aveva chiesto ai rotariani chi avessefigli o nipoti in età da Rotaract... ed eccomi qui!

Cosa ti ha spinto a candidarti per il ruolo di RD equali aspettative hai per questo mandato?Dopo aver fatto il Presidente ho avuto l’opportunitàdi dare una mano al mio Distretto nella Commissio-ne Internazionale per l’organizzazione dell’Euco ecome assistente del Prefetto. Mi è piaciuto così tanto

lavorare a livello distrettuale e internazionale che ho pensato che fare l’RD sarebbestato l’apice di tutte queste esperienze ed un modo per poter dare una mano in ma-niera ancora più decisiva. Credo di aver davanti un anno particolarmente impegnati-vo ma ricchissimo di esperienze e soprattutto istruttivo; un anno di condivisione diideali con tutti i miei 500 Soci e con gli altri miei 9 colleghi italiani.

Hai la possibilità di orientare e di ottimizzare l’attività di centinaia di giovani? Dachi e da cosa trai ispirazione, per questa responsabilità?Ho ripensato a come hanno agito i predecessori che ricordo del nostro Distretto: Mor-gantini, Campa, Cecchetti, Pernice, Sammartano, Locatelli, Tiberi, Vasoli e Menafo-glio, per trarre spunto per il mio anno. Cerco di capire cosa si aspettano i Soci da unRD e come poter indirizzare i Club verso un obiettivo condiviso e comune.

Qual è a tuo parere, oggi, il ruolo di una associazione giovanile? E quello del Rota-ract?Credo che un’associazione debba dare l’opportunità ai ragazzi di conoscere perso-ne con la stessa passione e dare la possibilità di crescere, fare esperienze utili per lavita. Poter condividere una passione o fare attività che coinvolgono ognuno di noi,aiuta a creare e solidificare la propria identità. Il Rotaract associa il service al-la leadership, all’internazionalità, alla formazione ed alla professiona-lità, dando l’opportunità di affrontare molteplici tematiche. Il difficile,quando si ha 20 anni, è capire la bellezza di un’associazione del ge-nere, ma ammetto che dopo 10 anni di attività, vedo con molta chiarezza, quantosia stato istruttivo ed interessante conoscere il Rotaract a 360°.

Che opinione hai del Rotary e del suo rapporto con le nuove generazioni?Il Rotaract è un programma del Rotary, ma soprattutto è un’opportunità e il bello stanell’avere programmi comuni, condivisione di ideali, spirito di servizio e supporto re-ciproco. Tanti sono i Rotary che sanno coinvolgere i propri Rotaractiani purtroppo,però, mi è capitato di vedere anche Rotary interessati all’apertura di un Rotaract piùper assolvere un compito senza poi seguirlo e lasciandolo spegnere anno dopo an-no. Per avvicinare i giovani al Rotary bisogna fare qualcosa di più che 4 incontri almese, seduti attorno a dei tavoli, ma c’è tempo... la mia generazione, i miei amicicon qualche anno in più, stanno incominciando ad entrare nel Rotary. Ora ci vuoletanta pazienza e la voglia di lanciare nuove sfide ai rotariani da una vita. Non sipuò non pensare però anche a tutti i programmi giovanili che il Rotary porta avanticon successo, dando l’opportunità di conoscere ragazzi di tutto il mondo e di far cre-scere civicamente e personalmente ognuno di loro.

Il Congresso Internazionale del Rotary del giugno 2009 si è aperto, come ogni edi-zione, con il pre-congresso dedicato ai programmi per i giovani. Quest’anno, temacentrale la pace. C’è un ruolo per il Rotaract nel favorirla? Di sicuro la pace è uno dei capi saldi del Rotary e del Rotaract: le azioni internazio-nali potrebbero sviluppare progetti centrati su questo tema ma contemporaneamentenon si dovrebbero neanche perdere di vista i rapporti di “buon vicinato” all’intero diClub e di Distretto, puntando l’attenzione sui veri problemi di questo mondo e non sudelle questioni di poco conto che possono scombussolare i Club per nulla.

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46 Club attivi e 716 soci, con una concentra-zione particolare nella zona torinese (18Club) e alcune zone scoperte come la Valled’Aosta. Il Distretto 2030 si trova in una si-tuazione stabile da alcuni anni, senza cresci-ta ma con un ottimo ricambio generazionale.Anche i profili dei Soci sono piuttosto deter-minati dall’appartenenza alle varie zone,che come i singoli Club assumono ognunauna identità peculiare: nel torinese è assolu-tamente predominante la presenza di Sociuniversitari (giurisprudenza ed economia inprimis, ma anche architettura, medicina, in-gegneria); in altre zone come il Sud Piemon-

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Il profilo del Distretto 2030

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giovani? Dachi e da cosatrai ispirazio-ne, per questaresponsabilità?I Club sono centrimanageriali perfetta-mente efficienti e parto da questaconvinzione nell’idea di “dirigerli”in una direzione. Coordinare deiteam tendenzialmente affiatati eognuno con una sua storia, alcuneproblematiche e molti punti di forzasignifica prima di tutto fare da col-lettori alle loro iniziative ed alla lo-ro propositività. Mi sono stupito, nelprimo mese in carica, nel vederequanti ragazzi avessero idee e vo-glia di fare e mettersi al servizio delnostro sodalizio. Per quanto riguar-da i progetti prettamente distrettualiho provato a riflettere il più possibi-le sul significato di Service… rac-

Quanto conta la dimensione internazionale nel Rotaract? Cosa si può fare a tuo pa-rere per migliorare il contatto con Club e iniziative stranieri?Personalmente ho sempre apprezzato moltissimo l’internazionalità del Rotaract edho potuto usufruire del suo aiuto in terra straniera. Pensare di far parte di una gran-

de Famiglia è di grande supporto, anche se sono pochi i Club che vivono ap-pieno questa sinergia. A partire dai Soci che si recano all’estero per

studio, a delle semplici vacanze, non dovremmo mai scordarci chein ogni punto del mondo ci sono amici lieti di conoscerci ed aiu-

tarci.

Al di là della distinzione in Distretti, esiste una dimensionenazionale italiana del Rotaract?A mio parere è poco sentita in questo momento; ogni anno i10 RD cercano di dare un’unità italiana sotto il segno delservice nazionale ma non è un’impresa facile.

Quali sono a tuo parere le emergenze alle quali i giovani do-vrebbero guardare con attenzione e che auspichi uniscano l’at-

tività interdistrettuale in futuro?I problemi che affliggono i giovani italiani sono senza dubbio la sicu-

rezza sulle strade, tema già sviluppato a livello nazionale alcuni anni fa,ma sempre di grande attualità, assieme alle droghe che ormai rappresentano unemergenza giovanile dichiarata; potrebbe essere interessante focalizzarsi anche sul-la medicina.

Quali sono i problemi più rilevanti, oggi, a livello associativo? Abbattere le ipocrisie di molti giovani nei confronti delle associazioni; spesso mi so-no sentita dire: “no grazie, mi diverto in altro modo”; credo abbiano timore di sen-tirsi affiliati ad un gruppo di estranei..soltanto tramite amici di amici si può riusciread aver un feedback positivo su chi si avvicina la prima volta ad un’associazione.

Cos’è per te la leadership? E la leadership in una libera associazione, come cam-bia e come si manifesta tra giovani? La leadership è la capacità di un individuo di saper influenzare l’operato di altri edi essere visto come coordinatore di un gruppo, motivante e d’esempio per altre per-sone. In un gruppo di giovani credo che un leader sia una persona con una partico-lare esperienza in grado di saper coinvolgere, motivare, consigliare e mettere lasua esperienza a disposizione di chi ne ha bisogno.

Il profilo del Distretto 204031 Club attivi (14 Zona Mediolanum, 10 Zona Lariana, 7 Zona Olona Brianza) edue in ristrutturazione; 511 soci. Il Distretto 2040 ha un’età media abbastanza al-ta, superiore ai 26 ed in virtù di questo abbiamo iniziato un progetto di inserimen-to graduale nelle università, per poter contattare nuovi giovani e poterci renderevisibili con conferenze e forum universitari.

Luca Metelli

Ho scelto quale motto “nihil difficile volentibus”. Hovoluto in questo modo ricordare che il gruppo checompatto si propone di raggiungere una meta puòraggiungerla, se sul proprio cammino affronta condeterminazione le difficoltà.Ormai sono molti i problemi che possono porsi, inprimis di natura interna tra Soci per visioni diverse,ma anche burocratiche, contrasto delle realtà loca-li, indifferenza e quantaltro. Nostro compito e no-stro impegno deve essere quello di non scoraggiar-

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llesi-ci-e.

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te i Soci già lavoratori sono più numerosi. Iltutto con una percentuale maschile di circa il10% più alta della componente rosa, e conun’età media attorno ai 25 anni. Per entrarepiù nello specifico, sarà importante per il Di-stretto intensificare l’azione di comunicazio-ne e di promozione per quanto riguarda i 9Club con meno di 10 soci, così come perconsolidare i 13 Club con meno di 15 Socied evitare il rischio ristrutturazione. Dei 24Club virtuosi con più di 15 soci, a vincere ilpremio come Club più numeroso è il GenovaNord Ovest. Sono 10 i Club già esistenti main ristrutturazione.

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cogliendo impressioni e consigli daimiei Soci ed amici. Per questo pen-so che la direzione che suggerirò sa-rà principalmente quella del rap-presentare in prima persona il Rota-ract, incarnandone i valori: i servicesaranno firmati esclusivamente danoi, non da altre associazioni cuimandare fondi raccolti; le testimo-nianze dovranno essere il più diret-te possibili e i service prima di tuttoun’occasione di crescita per i Sociche più vorranno e potranno impe-gnarsi: un esempio sarà il campusin Abruzzo organizzato dal Distretto2090, e a seguire un altro impegnodiretto contestuale al bellissimoprogetto del PDG Sebastiano Cocuz-za in Kenya (che seguirò diretta-mente in loco a novembre per darela possibilità ad un follow-up orga-nizzato per la primavera).Se devo parlare di maestri, non dalpunto di vista progettuale ma dellostile, della forza ed integrità morale,tengo fermi in mente esempi rota-riani come Dossi, Bordiga e Trucco:grandissimi personaggi con cui hoavuto modo di confrontarmi in pas-sato e dai cui discorsi ho trattogrande giovamento. Sulle prioritàdell’anno la stella polare sarà Pasto-rini, il mio governor, ed a livello ro-taractiano è molto difficile deciderechi più di altri, dei past RD che ho“vissuto”, possa dare una vera epropria ispirazione: faccio sempre inomi di Accornero, Furno, Coggio-la, Perinetto, Actis, Thea e Malvici-ni indistintamente, perché ognunoha conseguito un risultato unico amodo suo. Vorrei rubare un po’ da

ci quando sopraggiungono i problemi, ma affrontarli avendo sempre ben presentedove si vuole arrivare. Ecco il mio programma:

Azione interna: rinsaldare la partecipazione dei Soci, favorendo, nel corso di in-contri informali, le relazioni tra Soci sia dello stesso Club, per discutere le varie atti-vità ecc, sia di diversi Club, attraverso eventi sia Interclub che di zona. Visiterò i di-versi Club preferibilmente singolarmente, potendo così ricevere anche l'opinione diciascun Socio circa l'andamento delle attività, cercando di recepire idee, critiche equantaltro possa aiutarmi nello svolgimento il più possibile corretto del ruolo. Esecu-zione del “progetto formazione” attraverso il quale proporre sia ad amici, aspirantie nuovi Soci ma anche a chi è già Socio dei momenti di formazione necessari pernon perdere di vista i veri principi del sodalizio rotaractiano.

Azione Internazionale: contatti e un possibile gemellaggio con i Rotaract Club delMontana, negli USA. Brescia ha di recente avviato una partnership commerciale euniversitaria con il Montana e la propria università, aprendo un interessante canalea mezzo del quale il Distretto 2050 può non solo proporre a propri Soci interessan-ti esperienze all'estero, ma anche favorire e dialogare con chi dall'America viene aBrescia per motivi di studio.

Azione sul territorio: promozione di un congresso distrettuale aperto al pubblico con te-matica inerente al rapporto tra Rotaract e territorio. Ciò in vista di una più capillare emirata azione nostra che vada a cogliere le effettive necessità del territorio, viste e spie-gate non solo da Rotaractiani o Rotariani, ma anche da esponenti del mondo politicoed economico. Colpire nel segno deve essere una priorità per noi rotarac-tiani: tantissime ormai sono le associazioni o realtà che a vario titoloagiscono, propongo e soprattutto elargiscono denaro. Noi dobbiamoessere in grado di distinguerci.

Service: secondo il nostro regolamento il Service Distrettuale dovrà essere votato nelcorso dell'anno dall'Assemblea dei presidenti. Non potendo prevedere specifiche attivi-tà inerenti al service, ad oggi in programma un concerto presso uno dei teatri cittadinidi Brescia, attraverso il quale dare il giusto risalto al progetto dell'anno. Si avvierannosempre e comunque relazioni con il mondo istituzionale. L'intento dell'anno, sarà privi-legiare quel progetto che prevede un’azione prevalente: scopo del service non è “daresoldi a...” ma “fare qualcosa per...” coinvolgendo i Soci di tutto il Distretto. Sarà lacommissione Regolamento e Risoluzione delle Controversie a verificare la fattibilità diun progetto proposto prima che questo venga sottoposto all'assemblea.

Il profilo del Distretto 2050Conta un totale di 396 Soci in 26 Club. Circa il 60% dei Soci è lavoratore, so-prattutto liberi professionisti, mentre il restante 40% è composto da studenti.L'età media dei Soci è di 25-26 anni. Le prospettive evolutive del Distretto sonoper un aumento dell'età media dei Soci oltre quella già prospettata: infatti èsempre più complesso reperire giovani Soci.

Serena Tonel

Come hai conosciuto il Rotaract?Sono entrata nell’Interact, grazie ad un caro amicoche era già Socio. Il passaggio al Rotaract è statopraticamente automatico, anche se non scontato: ri-cordo l’emozione il giorno in cui mi è stata conse-gnata la spilla dai “grandi”!

Cosa ti ha spinto a candidarti per il ruolo di RD equali aspettative hai per questo mandato?Il desiderio di restituire qualcosa al Rotaract, dopo

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uno ed un po’ dall’altro, per fonderetutto assieme col mio stile e lasciarela mia eredità a chi si troverà dopodi me, negli anni futuri, a dirigere ilDistretto… ma penso sia semplice-mente il modo di “lasciare il segno”che anno dopo anno ogni RD ha emette in essere.

Quale è a tuo parere, oggi, il ruolodi una associazione giovanile? Equello del Rotaract?Le associazioni in generale, e quellegiovanili in particolare, hanno unruolo chiave nella società. Dal libe-ralismo classico siamo arrivati aduna forma di welfare state in cui lagestione delle problematiche nonpuò più essere tutta in mano pubbli-ca, così come non si può relegare il“cittadino” ad un ruolo meramentepassivo di osservatore. Purtroppo, aquesta chiamata di responsabilità,non corrisponde assolutamente unapresa di coscienza della nuova im-portanza del proprio ruolo di prota-gonista nel mondo. Ci sono 6 miliar-di di persone, ed una tendenza al-l’alienazione che colpisce un po’tutti i popoli, presi nell’individuo.Manca il senso di appartenenza,uno scopo, valori in cui credere,manca una sorta di bussola che in-dichi una direzione a tante vite chesi disperdono in problemi quotidia-ni ed ambizioni consumistiche.Questo come discorso generale, main particolar modo rivolto ai giovani:sono fierissimo a questo propositodi aver con successo interfacciato ilDistretto 2030 al Ministero dellaGioventù, che della promozione del-

aver ricevuto tanto in crescita umana, probabilmente. Ma anche la voglia di realizza-re a livello distrettuale alcune idee troppo impegnative per essere sostenute da un soloClub: direi quindi che la possibilità di lasciare un’impronta nel Distretto è stata un po’il motore della mia candidatura. Da quest’esperienza mi aspetto di riuscire a coinvol-gere maggiormente i Soci, vecchi e nuovi: motivare ed entusiasmare anche solo unapersona in più, sarebbe già motivo di grande soddisfazione!

Hai la possibilità di orientare e di ottimizzare l’attività di centinaia di giovani? Dachi e da cosa trai ispirazione, per questa responsabilità?L’esempio deriva sicuramente dai Rappresentanti Distrettuali che mi hanno precedu-to: il Distretto 2060 ha avuto la fortuna di avere come guide grandi personaggi.Per fare il meglio, poi, penso ad ogni singolo Socio del Distretto: è a lui che tutte leattività vengono indirizzate, perché se il Distretto trae un vantaggio, in termini diimmagine, successo e risultati nel servire, questo viene proiettato su ciascuno di noiche ne facciamo parte.

Quale è a tuo parere, oggi, il ruolo di una associazione giovanile? E quello delRotaract?Per rispondere, credo sia necessario ricordarsi i motivi che hanno portato all’istitu-zione del Rotaract nel 1968: lo scopo della nostra associazione è creare una piat-taforma di scambio e condivisione di esperienze, nello specifico relative a valoriduraturi, come ad esempio l’etica umana e professionale, il rispetto per le diversitàe la capacità di comprensione e di dialogo. Tutto ciò, seppur dopo 42 anni, è an-cora estremamente attuale. Il Rotaract ha il compito di formare giovani cittadini,consapevoli costruttori del loro futuro e della società in cui vivranno, fiduciosi in sestessi e nei loro progetti.

Che opinione hai del Rotary e del suo rapporto con le nuove generazioni?Il Rotary dovrebbe essere per il Rotaract come un padre con i figli: dare appoggioal Rotaract non deve necessariamente tradursi solo in un esborso finanziario, bensìin un sostegno molto più importante e significativo. E per sostegno intendo dare aigiovani le opportunità per esprimere i propri potenziali, riconoscere i risultati positi-vi ottenuti, affinché abbiano più fiducia in se stessi e nei loro progetti. In altre paro-le responsabilizzarli e creare delle situazioni in cui acquisiscano la capacità di da-re un senso alla loro esistenza.

Il Congresso Internazionale del Rotary del giugno 2009 si è aperto, come ogniedizione, con il pre-congresso dedicato ai programmi per i giovani. Quest’anno,tema centrale la pace. C’è un ruolo per il Rotaract nel favorirla? Certamente sì: il Rotaract dà la possibilità a chi ne fa parte di conoscere, vivere evalorizzare le differenze tra i popoli, attraverso numerose iniziative come i gemel-laggi, gli scambi, i viaggi di studio, le conventions internazionali. Un Rotaractianosa che ciascuno ha sempre qualcosa da imparare da chiunque: e quando c’è il de-siderio di conoscere l’”altro”, difficilmente ci può essere odio e violenza.

Quanto conta la dimensione internazionale nel Rotaract? Cosa si può fare a tuoparere per migliorare il contatto con Club e iniziative stranieri?In parte ho già risposto precedentemente, ma posso aggiungere che la dimensioneinternazionale è un aspetto essenziale del Rotaract e che forse in Italia si potrebbefare qualcosa di più per inserirsi in questo contesto. Servirebbero forse più iniziati-ve di service in collaborazione con Club e Distretti stranieri o anche gemellaggi si-glati e portati avanti, non abbandonati dopo un paio d’anni, come purtroppo acca-de. Anche superare la tradizionale difficoltà degli italiani con le lingue straniere,non guasterebbe.

Al di là della distinzione in Distretti, esiste una dimensione nazionale italiana delRotaract?Indubbiamente! Da anni vengono portati avanti importanti progetti di service nazio-nali ma, a parte questo aspetto, molto spesso accade che le attività sociali dei Di-stretti si integrino in svariate iniziative.

Quali sono a tuo parere le emergenze alle quali i giovani dovrebbero guardare con

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la partecipazione attiva ha fatto ilsuo obiettivo principale, ottenendoun patrocinio generico alle nostreattività. Il Rotaract in tutto questosi pone con una maggiore carica diresponsabilità in un universo asso-ciativo che tende alla sclerotizzazio-ne e alla dispersione quanto quellodegli individui. Ci sono milioni diassociazioni, ma il Rotaract trova ilsuo senso nella propria origine,troppo spesso trascurata e oggi piùattuale che mai. Non per un mes-saggio politico, ma la consapevolez-za del fatto che il Rotary abbia av-viato in una maniera così organicaun progetto giovanile proprio nel1968 è la dimostrazione del fattoche in qualche modo siamo la rispo-sta al relativismo ed alla derespon-sabilizzazione che è anche causaoggi di tanto nichilismo e rassegna-zione. Senza cadere nell’esistenzia-lismo, “siamo liberi, e tutto quelloche succede vicino o lontano da noiè nostra responsabilità”: Sartre loteorizzava nel secolo scorso, noipossiamo continuare a renderceneconto in questo.

Che opinione hai del Rotary e delsuo rapporto con le nuove generazio-ni?La forza del Rotary sta nell’idea chel’ha creato. Unire delle professiona-lità, coordinandole sull’etica e suivalori che il sodalizio predica è unachiave di volta perfetta per renderemigliaia di persone un’unica forzaal servizio della società. Le nuovegenerazioni sono in realtà un insie-me di singoli ragazzi e ragazze,

attenzione e che auspichi uniscano l’attività interdistrettuale in futuro?L’alcolismo, in primo luogo. Ho l’impressione che il fenomeno stia aumentando in mo-do preoccupante: i giovani devono capire che ci si può divertire anche senza questo“aiuto”. Altri progetti potrebbero riguardare una corretta educazione ambientale.

Quali sono i problemi più rilevanti, oggi, a livello associativo? La scarsa voglia di mettersi in gioco in prima persona, di collaborare attivamentealla costruzione di un progetto comune. E temo anche la poca disposizione a pren-dere in considerazione l’opinione altrui. In una parola: l’individualismo esasperato,che ci porta ad essere meno propensi a progetti collettivi.

Cos’è per te la leadership? E la leadership in una libera associazione, come cam-bia e come si manifesta tra giovani? Credo che la leadership possa essere definita come la capacità di trascinare l’entu-siasmo degli altri e indirizzare le loro iniziative e idee. E’ una cosa che si acquistasul campo, che viene riconosciuta, non una cosa che si prende o, ancor peggio,che si pretende! E questo vale in qualsiasi ambito, a maggior ragione in un’asso-ciazione dove non esistono veri e propri rapporti gerarchici e alla quale si aderiscecome volontari nel segno dell’amicizia.

Il profilo del Distretto 2060Il Distretto 2060 (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige/Südtirol, Veneto)conta attualmente 34 Club attivi, 3 in ristrutturazione. L’età media è tendente ai30 anni e per questo motivo si delinea l’annoso problema della sopravvivenzadi molti Club che prossimamente vedranno uscire i loro Soci “anziani”. Da unaprima analisi, sembra di notare le ripercussioni sulla frequenza ai Club del vi-gente sistema universitario: oggi più di ieri gli studenti si spostano per periodi distudio all’estero o per cambiare città tra la laurea triennale e la specializzazionebiennale. C’è molta più mobilità, insomma, che crea poca fidelizzazione aiClub. Si dovrebbe portare a vantaggio questa situazione, dando al Rotaract ilruolo di accoglienza di studenti di città diverse nella propria comunità. Il territo-rio del Distretto è ampio, ma i Club sono omogeneamente distribuiti, forse unpo’ più concentrati nelle città universitarie, con alcune criticità in zone morfologi-camente difficili in prossimità dei monti, nella parte settentrionale. Sarebbe au-spicabile la riapertura di Club storici dell’Alto Adige, come Merano o Bolzano:è mia ferma volontà verificare la disponibilità in tal senso dei Rotary locali.

Alessandro Canovi

Come hai conosciuto il Rotaract?Una sera un’amico mi disse: “Sai, secondo me seiproprio adatto per far parte di un gruppo di amiciche sto frequentando da un po’ di tempo, ti va di an-dare a cena una sera tutti insieme?!”Da quel primo caminetto è nato l’amore per il Rota-ract.

Cosa ti ha spinto a candidarti per il ruolo di RD equali aspettative hai per questo mandato?La motivazione di base è stato certamente lo spiritodi servizio che ho sempre avuto, ma la scintilla è sta-to il voler provare a rendere al Rotarct un minimo diciò che ho ricevuto a livello di crescita personale, rapporti con altre persone, ge-stione di gruppi di lavoro e sviluppo di leadership.

Hai la possibilità di orientare e di ottimizzare l’attività di centinaia di giovani? Dachi e da cosa trai ispirazione, per questa responsabilità?Sicuramente alcuni miei Past RR.DD. sono stati, e sono tuttora dei punti di riferimen-

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ognuno con il suo modo di interpre-tare il mondo. Un discorso genericoè quindi molto difficile, e potrebbebasarsi solo sul fatto che il Rotarydovrebbe investire molto sulfarsi conoscere dai giovani. Laformula è vincente, il messag-gio è chiaro, la struttura è soli-da ed esiste da più di un secolo:una volta sbaragliati i pregiudizie spiegato il senso del tutto,molti giovani non avrebberodifficoltà ad avvicinarsi al Rota-ry. Un caso un po’ particolare èl’Italia (ma un po’ tutta l’Europa nonanglosassone o nordica): qui le nuo-ve generazioni hanno un ulteriore“problema” che è la gerontocrazia.E’ diffuso a livello di società ed èben permeato nella mentalità di tut-ti, giovani compresi; porta alla spia-cevole conseguenza del fatto che iruoli di responsabilità non venganoquasi mai attribuiti a persone chenon abbiano già un’esperienza plu-riennale in qualsiasi ambito, ma an-che che i giovani stessi non “osino”ambire a tali ruoli di leadership. C’èmolta paura di mettersi in prima li-nea e rischiare: su tutto questo ilRotary avrebbe la forza di agire, inquanto è una forza che ha letteral-mente la possibilità di modificare lasocietà in modo capillare, diffon-dendo messaggi e dando esempi po-sitivi al suo esterno. Questo modoindiretto di aiutare i giovani, oltre aquelli diretti come borse di studio,Rotaract, Interact e vari progetti an-nessi, è un potenziale che nessunaaltra associazione può vantare. L’ac-cesso al Rotary poi deve continuare

to importanti perchè le tradizioni vengano mantenute pur considerando le necessitàche la società odierna richiede, in modo da proporre progetti importanti che rispet-tino le nostre radici e rispecchino la nostra identità Rotaractiana.

Quale è a tuo parere, oggi, il ruolo di una associazione giovanile? E quello delRotaract?Oggi le associazioni dovrebbero avere la capacità di rinnovarsi senza dimenticarele proprie radici, di proporre un'alternativa ai giovani per coinvolgerli in attivitàche serviranno loro per affrontare preparati le sfide che la vita gli proporrà.

Che opinione hai del Rotary e del suo rapporto con le nuove generazioni?Il Rotary è sinonimo di eccellenza. Negli ultimi anni le nostre due realtà si sono av-vicinate molto, vedo un Rotary molto più attento alle nuove generazionie questo è un’ottima opportunità di confronto e di collaborazione,spero proprio che questa sinergia si rafforzi sempre di più.

Il Congresso Internazionale del Rotary del giugno 2009 si è aperto, come ogniedizione, con il pre-congresso dedicato ai programmi per i giovani. Quest’anno,tema centrale la pace. C’è un ruolo per il Rotaract nel favorirla?Nel Rotaract promuoviamo quotidianamente la pace a 360 gradi, partendo dal se-dare i piccoli conflitti interni fino ad arrivare al promuovere azioni informative diben più ampio raggio sfruttando l’internazionalità del nostro sodalizio confrontan-doci, anche, con realtà lontane dalla nostra.

Quanto conta la dimensione internazionale nel Rotaract? Cosa si può fare a tuoparere per migliorare il contatto con Club e iniziative stranieri?L’internazionalità è la vera forza del Rotaract, quella che fa sentire i soci, parte diqualcosa di grande che può davvero portare avanti azioni importanti nella società.A mio avviso però, nel Rotaract, manca ancora un organismo che promuove tuttequeste attività ed informazioni come il Rotary International.

Al di là della distinzione in Distretti, esiste una dimensione nazionale italiana delRotaract?Non esiste ancora, stiamo lavorando anche in tal senso, quest’anno, per creareuna dimensione nazionale che però non faccia perdere di identità ai Distretti.

Quali sono a tuo parere le emergenze alle quali i giovani dovrebbero guardarecon attenzione e che auspichi uniscano l’attività interdistrettuale in futuro?L’emergenza più imminente è certamente rivolta alla disgrazia che ha colpitol'Abruzzo nello scorso aprile, infatti tutti i Distretti Italiani sono uniti nel voler dareun importante supporto per la ricostruzione dell’università, tramite la Rotary onlus.

Quali sono i problemi più rilevanti, oggi, a livello associativo?Sicuramente il ricambio generazionale, la difficoltà a coinvolgere nuovi giovani, in-fatti molte attività del nostro Distretto saranno rivolte al reclutamento, all’aumentodell’entusiasmo ed all’organizzazione di diversi e numerosi momenti di aggrega-zione tra i Soci ed aspiranti.

Cos’è per te la leadership? E la leadership in una libera associazione, come cam-bia e come si manifesta tra giovani?Leadership vuol dire essere di esempio, con concretezza e competenza, motivarela squadra a fare sempre meglio ed elevare gli standard. Tra i giovani la difficoltàmaggiore è rapportarsi con una fascia di età in cui i punti di riferimento cambianocostantemente e di conseguenza anche il Leader dev’essere duttile per comprende-re meglio le esigenze altrui.

Il profilo del Distretto 2070Il 2070 è certamente un Distretto abbastanza giovane, con una predominanzadi studenti ed è proprio su di loro e sul loro orientamento professionale che stia-mo organizzando un intero congresso che si svolgerà a Novembre.

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ad essere selettivo e basato sullacompetenza professionale: da quan-to ho potuto vedere fino ad oggi, neimiei 26 anni di vita, nessun ragazzoambisce a qualcosa di semplice.Anche se ci si lamenta sempre delledifficoltà, maglie troppo larghe (co-me un ingresso diretto di un rota-ractor nel Rotary, a prescindere dalsuo curriculum) non stimolano almiglioramento… La forza di essererotaractor sta nel conoscere già glischemi, capire le dinamiche, impa-rare a parlare in pubblico e ad orga-nizzare team gestionali (per lo piùnon avendo dipendenti ma volontariche in qualsiasi momento possonocontraddire o contestare un compitoloro assegnato), insomma, essere ro-taractor vuol dire essere degli ottimirotariani, salvo il requisito profes-sionale che deve essere maturatoparallelamente alla propria espe-rienza associativa. In tutto questo ilRotary sta facendo bene, può faresempre un po’ più di ieri ed un po’meno di domani seguendo il percor-so che si è scelto.

Il Congresso Internazionale del Ro-tary del giugno 2009 si è aperto, co-me ogni edizione, con il pre-congres-so dedicato ai programmi per i gio-vani. Quest’anno, tema centrale lapace. C’è un ruolo per il Rotaract nelfavorirla? La Pace è un concetto ampio e chepuò essere interpretato in tanti modi:è un’impostazione mentale della so-cietà (e su questo il Rotary può farecome sempre la differenza) ed è unseme che deve essere prima di tutto

Claudia Musu

Come hai conosciuto il Rotaract?Tramite un amico Rotariano che mi ha parlato del Ro-taract ed incuriosita mi sono detta perché non prova-re?!

Cosa ti ha spinto a candidarti per il ruolo di RD equali aspettative hai per questo mandato?Il mio Club, i miei compagni sardi di questa bellissi-ma avventura, le mie amiche con le quali ho semprecondiviso quest’esperienza mi hanno invitata a farlo,per la passione e l’entusiasmo che ho sempre manife-stato ed ho trasmesso loro. L’aspettativa è di crescere

e far crescere insieme il Rotaract rendendo unica questa esperienza, trasmettendo aglialtri “La nostra forza, il nostro entusiasmo”.

Hai la possibilità di orientare e di ottimizzare l’attività di centinaia di giovani? Da chie da cosa trai ispirazione, per questa responsabilità?Dagli insegnamenti e da quanto chi mi ha preceduto ha trasmesso a me.

Quale è a tuo parere, oggi, il ruolo di un’associazione giovanile? E quello del Rota-ract?Ogni Associazione ha un suo ruolo, un suo obiettivo da perseguire, una sua finalità,credo siano importantissimi i valori ed i principi etici cui trarre ispirazione. Il Rotaract ècomprensione delle problematiche sociali, locali ed internazionali attraverso azioni diservice. Il nostro contributo, il contributo di tutti i Rotaract Club d’Italia potrà rappresen-tare anche solo una goccia nel mare, ma sarà comunque utile ad aiutare chi ha biso-gno con tutto il cuore e la passione che abbiamo.

Che opinione hai del Rotary e del suo rapporto con le nuove generazioni?Ottima, il Rotaract è un bellissimo progetto del Rotary.

Il Congresso Internazionale del Rotary del giugno 2009 si è aperto, come ogni edizio-ne, con il pre-congresso dedicato ai programmi per i giovani. Quest’anno, tema cen-trale la pace. C’è un ruolo per il Rotaract nel favorirla?Sicuramente si, anche credere e trasmettere i valori della nostra associazione può esse-re importante.

Quanto conta la dimensione internazionale nel Rotaract? Cosa si può fare a tuo pare-re per migliorare il contatto con Club e iniziative stranieri?Sia a livello di Club che a livello distrettuale, la Commissione per l’Azione per la com-prensione internazionale si attiva al fine di diffondere le principali news rotaractiane erotariane internazionali, informa i Soci sugli eventi internazionali (EUCO, Preconven-tion), aggiorna i Soci su attività (PolioPlus) e opportunità (borse di studio) della RotaryFoundation, organizza conferenze o altri progetti di Service internazionalistici, cerca difacilitare l’istituzione di gemellaggi con Club esteri.

Al di là della distinzione in Distretti, esiste una dimensione nazionale italiana del Rota-ract?Ci siamo prefissati di costituire il MultiDistretto Italia.

Quali sono a tuo parere le emergenze alle quali i giovani dovrebbero guardare conattenzione e che auspichi uniscano l’attività interdistrettuale in futuro?Il nostro contributo è una goccia nel mare, ma utile ad aiutare le popolazioni colpitedal terremoto a tornare alla normalità.

Quali sono i problemi più rilevanti, oggi, a livello associativo? Oggi, nell’epoca di Internet, dei social network e della comunicazione virtuale, mettersiin contatto all’interno di un’associazione è diventato davvero l’ultimo dei problemi. Cisi può raggiungere ovunque e comunque. Però, come ogni cosa ci sono pro e contro:si sta un po’ perdendo il piacere di parlarsi face to face, di vedersi spesso, di confron-tarsi a voce. La nuova comunicazione è più veloce, più economica, più immediata, maforse meno sentita, meno personale, meno emozionale.

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sepolto nei cuori degli individui perpoter poi germogliare. Qualsiasi ideasi abbia di pace, comunque, alla suabase sta il dialogo: il Rotaract dà unapossibilità non indifferente ai suoiSoci di mettersi in contatto e relazio-narsi con altri Soci di praticamentetutti i Paesi del mondo. Si dice spes-so che in situazioni di conflitto in-cancrenite (come è stato per la exJugoslavia, come è per il MedioOriente) l’unica soluzione per “guar-dare oltre” sia investire sulle nuovegenerazioni ed educarle alla convi-venza. Chi vive la guerra sulle suespalle psicologicamente ne viene co-sì cambiato da non poter annullarerancori, odi, sofferenze, se non conun grande sforzo di oggettiva razio-nalità. In questo le nuove generazio-ni, su cui il Rotaract può agire, han-no un pesante handicap in meno.Dialogo e comunicazione sono im-portanti, ma lo sono anche i valoriche il Rotaract mutua dal Rotary: lafratellanza, l’impegno, l’amicizia, ilservizio, il miglioramento persona-le… sono messaggi universali chefanno crescere e tolgono quel po’ dimiopia che spesso è a causa dei con-flitti. La storia europea insegna chesui diritti umani e sull’educazione eformazione si può basare una paceche va al di là dell’assenza di guerra.Per questo non vedo il Rotaract co-me associazione pacifista (che quin-di si limiterebbe a negare lo scontro)ma che promuove la pace (e quindine struttura le basi). E possiamo faretutti, nel nostro piccolo, molto a li-vello di sensibilizzazione e di serviceinternazionale diretto.

Cos’è per te la leadership? E la leadership in una libera associazione, come cambiae come si manifesta tra giovani? La leadership è un dono. È una capacità innata che uno ha o non ha. Dipende spes-so dal carattere personale anche se tutto ciò non è valido in assoluto. Associazionicome il Rotaract, infatti, sono utilissime per sviluppare capacità di leadership preesi-stenti, ma anche per far emergere da personalità chiuse e introverse qualità che ma-gari non pensavano di avere. La leadership è proprio questo: essere in grado di af-fermare le proprie idee in maniera forte ma intelligente, facendosi seguire, sosteneree supportare da altre persone, soci, aspiranti, amici. Una personalità forte da sola,però, non serve a nulla, porta al bullismo. Va unito ad essa un programma di idee eproposte importanti e in cui si crede fermamente. La passione e l’entusiasmonel sostenere i progetti messi in campo sono le armi indispensabili perun buon leader. Saper ascoltare tutti senza farsi condizionare, essere convinto delproprio percorso ma saper riconoscere un buon consiglio.

Il profilo del Distretto 2080Il Distretto 2080 cambia e si evolve parimenti alla società contemporanea. Menostudenti e più lavoratori, o meglio più studenti-lavoratori; molti ragazzi cosiddetti“fuori sede”, ovvero che pur essendo nati e cresciuti in un’altra città, si trovanoper studio o lavoro “ospitati” in nuovi lidi; un’età media più alta, dovuta probabil-mente all’età media dei Club con più storia, abbassata però dall’età media bassis-sima dei Club neo nati; più professionalità definite o in buona via di definizione;un’alta percentuale di avvocati, ingegneri, medici, cioè sempre le stesse grandi fa-coltà. Si iniziano a intravedere nuove professionalità creative, provenienti soprat-tutto da Scienze della Comunicazione, ma ancora in minima parte. A mio pareresi arriverà ad un avvicinamento sempre maggiore fra Rotaract e Rotary, sia perchéquest’ultimo ha come mission l’abbassamento dell’età media e sia perché il Rota-ract è sempre più formato da professionisti o aspiranti tali, perfettamente in gradodi gestirsi nel mondo Rotariano.

Stefano Pala

Come hai conosciuto il Rotaract?Da mio padre, ex rotaractiano, e da un amico cheora è il Delegato Rotary del mio Club padrino.

Cosa ti ha spinto a candidarti per il ruolo di RD equali aspettative hai per questo mandato?La certezza di sapere di poter contare su tanti amiciche, coordinandoli, riusciremo a raggiungere impor-tanti traguardi e ad imparare tanto.

Hai la possibilità di orientare e di ottimizzare l’attivi-tà di centinaia di giovani? Da chi e da cosa traiispirazione, per questa responsabilità?Si, tante persone quest’anno contano su di me e la loro fiducia è certamente fonteinesauribile di motivazioni a impegnarmi a dare sempre di più.

Quale è a tuo parere, oggi, il ruolo di una associazione giovanile? E quello del Ro-taract?Sicuramente quello di accrescere valori importanti come l’amicizia e darci la possibi-lità di venire a conoscenza di importanti problematiche sociali e darci così l’opportu-nità di fare qualcosa per rimediarvi.

Che opinione hai del Rotary e del suo rapporto con le nuove generazioni?Il Rotary è una sfida il cui successo si riconferma ogni anno. Senza dubbio il Rotaractè uno dei maggior traguardi conseguiti dal Rotary, nonché importantissimo vivaio egrandissimo mezzo di comunicazione tra i giovani, appunto.

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Quanto conta la dimensione interna-zionale nel Rotaract? Cosa si può fa-re a tuo parere per migliorare il con-tatto con Club e iniziative stranieri?Una prassi che nel Distretto 2030non è molto in voga e che sarebbel’unica “arma in più” a nostra di-sposizione per ampliare la dimen-sione internazionale del Rotaract èquella dei singoli Soci che si inter-facciano con realtà rotaractianestraniere quando viaggiano. L’usan-za di telefonare (o ancora più sem-plicemente, oggi, inviare una mail)al Club della città in cui si va in va-canza o per lavoro non è molto dif-fusa ed è una potenziale enorme ri-sorsa del Rotaract così come delRotary. In realtà è una potenzialitàche molti Soci non sanno neppuredi avere a disposizione, o che nonsfruttano per pigrizia: su questo ildiscorso vira al coinvolgimento atti-vo di tutti gli effettivi e ad una mag-giore consapevolezza del proprioruolo di rotaractors. Vivere la di-mensione internazionale dell’asso-ciazione, frequentando i meetingERIC che abbiamo a disposizionecome occasioni di svago e festa, oprendendo contatti per service interzi paesi, è sicuramente un plusvalore che poche associazioni pos-sono vantare: ed è proprio quell’oc-casione di crescita e scambio cherende possibile un ruolo attivo delRotaract nella promozione della pa-ce di cui si parlava prima. La circo-lazione dei soci, la loro voglia dimettersi in gioco, è un potenzialeche deve essere sfruttato e spronatoal massimo dal Distretto, perché è

Il Congresso Internazionale del Rotary del giugno 2009 si è aperto, come ogni edizio-ne, con il pre-congresso dedicato ai programmi per i giovani. Quest’anno, tema cen-trale la pace. C’è un ruolo per il Rotaract nel favorirla? Mi è dispiaciuto molto non essere stato presente al congresso mondiale a Birmingham,ma credo che sia stata una buona idea dedicare ai giovani il pre-congresso. Il temadella pace, all’interno del Rotaract, credo conseguirà ottimi risultati: lacomunicazione tra i giovani è molto più semplice, diretta e “suggestio-nante”, l’importante è iniziare a dare il buon esempio.

Quanto conta la dimensione internazionale nel Rotaract? Cosa si può fare a tuo pare-re per migliorare il contatto con Club e iniziative stranieri?L’internazionalità del Rotaract rientra tra i miei primi obiettivi dell’anno! Popolazioni di-verse appartenenti alla stessa organizzazione mondiale non parlano che la stessa lin-gua. Proprio per questo grazie ad iniziative non solo di service reciproco, ma anche discambio grazie alla “home ospitality” devono assolutamente essere intraprese al piùpresto.

Al di là della distinzione in Distretti, esiste una dimensione nazionale italiana del Rota-ract?Credo che compito dei Distretti sia quello di coordinare delle zone, ma senza dover ca-dere nell’errore di circoscrivere l’attività del Rotaract a queste zone, bensì incitando agirare anche altri Club e Distretti perché credo ci sia appunto una dimensione naziona-le del Rotaract, ed io stesso ho avuto modo di verificarla grazie alla “commissioneemergenza sisma a L’Aquila” che tutt’ora coordino e presiedo.

Quali sono a tuo parere le emergenze alle quali i giovani dovrebbero guardare conattenzione e che auspichi uniscano l’attività interdistrettuale in futuro?Credo che la fascia di età per appartenere ad un Club Rotaract ci agevoli nella sceltadei service e che parte di questi sia il caso di viverli in prima persona e sul posto, percomprendere meglio i valori nel service e accrescere così le proprie capacità e compe-tenze. Questa credo sia “un’emergenza”, perché solo adesso abbiamo l’età giusta perfare questo genere di esperienze, a mio parere, di inestimabile crescita personale:l’obiettivo è l’esempio tra i giovani e la chiavi di successo è l’amicizia.

Quali sono i problemi più rilevanti, oggi, a livello associativo? Credo che l’amicizia ormai per alcuni sia diventata una scusa grazie alla quale spessosi viene meno a seguire regole di condotta, a partecipare a riunioni e service. Sto ri-scontrando un impigrimento nella scelta e nei mezzi di realizzazione di progetti. Ed inultimo, ma non meno importante è la motivazione che si da nel diventare Soci e la con-siderazione manifestata verso gli aspiranti: le cariche all’interno del Club non servonoper avere un predominio gerarchico, ma per gestire il tutto dato che ogni Socio dev’es-sere motivato ed in egual modo coinvolto, partecipe e responsabile.

Cos’è per te la leadership? E la leadership in una libera associazione, come cambia ecome si manifesta tra giovani? La leadership nella nostra associazione io la vivo come la capacità di qualcuno nel ge-stire e coordinare in maniera efficiente il Club o il Distretto nell’anno in cui lo guida.Proprio per questo la reputo un’esperienza unica dal punto di vista di crescita persona-le e di formazione, anche caratteriale. Riuscire ad avere l’attenzione, la stima e l’ap-poggio di tutti gli altri amici e Soci, credo che sia il miglior traguardo che un rotaractia-no possa raggiungere nel suo percorso all’interno del Rotaract.

Il profilo del Distretto 2090Per il ricambio generazionale urge l’integrazione di nuovi Soci. Tantissimi sono stu-denti, per la maggior parte iscritti a corsi medico scientifici o giuridici. Di conse-guenza il budget destinato alle attività del Rotaract non è lo stesso di quei ragazziche già lavorano e questo è per molti un forte vincolo alla partecipazione delle atti-vità. Voglio vivere un anno di cambiamenti: dobbiamo diversificare gli Aspirantigrazie anche alle loro attitudini professionali, così da poter anche spaziare le vedu-te su come intraprendere nuove progetti e aprirci a nuovi ambiti di service.

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l’unico modo di rendere efficace e“concreto” il lavoro della “Commis-sione Azione Internazionale”: in-somma di dare un corpo a tuttequelle notizie che ormai via interneto tramite le pubblicazioni rotarianee rotaractiane ci giungono.

Al di là della distinzione in Distret-ti, esiste una dimensione nazionaleitaliana del Rotaract?Il multi Distretto Rotaract Italianon è mai nato per vari motivi. InGermania c’è, nei Paesi Bassi c’è,in Gran Bretagna c’è. Da noi… ècome se ci fosse. Nell’anno da in-coming RD ho avuto diverse occa-sioni di riunirmi coi miei colleghi,per decidere le date e le locationdegli incontri nazionali e del servi-ce nazionale. Questi incontri conti-nuano anche nell’anno da Rappre-sentante Distrettuale, e sono solodei meeting organizzativi per farincontrare i vari Soci dei vari Di-stretti. Effettivamente è come seesistesse anche la dimensione “Ita-lia”, al di là dei gemellaggi comequello tra il nostro Distretto 2030ed il 2120, al di là delle formalitàe dei singoli “Club contatto” cheesistono. Una dimostrazione dram-matica, per quanto nel drammaemblematica, è stato il sisma inAbruzzo: il Rotary si è mobilitato epenso di poter dire “centinaia” diClub Rotaract si sono all’unisonomessi al servizio della onlus rota-riana per il dopo terremoto. Nel no-stro Distretto si sono organizzateattività dirette per raccogliere fon-

Francesco De Francesco

Un anno si appresta ad iniziare. Una nuova sfida èstata lanciata. Riprendiamo la nostra corsa verso tra-guardi più ambiziosi.Quarant’anni di esperienza, di lavoro, di Service, diattività sociale, ma soprattutto di organizzazione.Quell’organizzazione che ha permesso al Program-ma Rotaract di nascere, crescere e diventare in pochianni uno strumento prezioso al servizio della comu-nità nella quale viviamo e per la quale ci adoperia-mo affinché sia sempre migliore. Essere chiamati aservire come Rappresentante Distrettuale è un’impre-

sa esaltante, che si potrà realizzare con l’impegno fattivo di tutti i Soci del proprio Di-stretto ma anche di quelli vicini: un’impresa che sarà certamente ricca di continue ini-ziative e di impegni concreti. Ritengo utile dover ricordare che noi rotaractiani siamo sempre chiamati ad agire su duefronti. Il primo è quello della solidarietà, su cui non occorre che io spenda molte parole, inquanto è un sentimento largamente condiviso da tutti noi. L’altro punto è la qualità e l’ec-cellenza del nostro agire sociale attraverso l’amicizia che diventa il motore principale cheaccende la scintilla, ma è soprattutto il senso del Service, del mettere al servizio del prossi-mo le proprie capacità, a muovere noi rotaractiani, sempre attenti ad ascoltare le convin-zioni e le idee diverse dalle nostre in un clima di comprensione e dialogo. Un unicosimbolo, identici principi, differenti realtà; questa è la nostra forza, lafellowship through service. L’amicizia che genera fiducia, la fiducia chegenera collaborazione, la collaborazione che genera service!!! La costruzione di una vera coscienza civile e sociale è una sfida nuova e diversa. Nel-la coscienza vanno coltivate quelle virtù con cui ci si pone nei confronti degli altri co-me protagonisti di un continuo perfezionamento, non dal punto di vista delle utilità re-ciproche ma dal punto di vista del giusto e del bene. Quindi, le virtù rotaractianecoincidono con tre fondamentali: l’altruismo, la tolleranza, l’eguaglianza. Altruismo èvivere ed agire per il bene altrui. La tolleranza è ciò che tiene unita l’amicizia rotaria-na così come affermò il nostro fondatore Paul Harris: “L’amicizia è stata la roccia sul-la quale è stato costruito il Rotary e la tolleranza è ciò che lo tiene unito”. L’egua-glianza è il riconoscimento e la promozione della dignità delle persone ed è proprioattraverso l’eguaglianza che il Rotary ha mosso i primi passi. Il Rotary come anche ilRotaract non significa solo opere buone: queste ultime infatti sono espressione di qual-cosa di invisibile che sta alla base.Diceva Paul Harris: “Nessun uomo mortale ha mai visto l’elettricità, eppure questa fagirare la ruota dell’industria. Persino l’aria che respiriamo è invisibile, eppure fa mi-racoli… Al di sotto delle opere buone del Rotary c’è un potere invisibile: il potere del-la buona volontà, ed è proprio in virtù di questa buona volontà che il Rotary esi-ste…”. La nostra parola d’ordine, il nostro motto, il nostro agire è “insieme con tolleranza ecordialità” per sincronizzare i cuori al battito del service.

Il profilo del Distretto 2100Il numero Club è 33 di cui 3 in ristrutturazione, suddivisi in:Zona 1 Campania (9 Club);Zona 2 Campania (5 Club + 1 Club in ristrutturazione);Zona 3 Campania (6 Club + 1 Club in ristrutturazione);Zona 1 Calabria (5 Club);Zona 2 Calabria (3 Club + 1 Club in ristrutturazione);Zona 3 Calabria (5 Club).I Soci sono 597 con un’età media: di 26 anni e 8 mesi.

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di da inviare a L’Aquila, ed in ognialtro Distretto si è fatto lo stesso.Nel 2090, il Distretto colpito, rota-ractors da tutt’Italia arriveranno perlavorare con la Croce Rossa in uncampus organizzato dall’RD localeStefano Pala.Ma anche al di fuori della straordi-narietà dell’evento, tutti i Soci ditutt’Italia saranno invitati a parteci-pare al Capodanno Nazionale di Ca-pri, al Congresso Nazionale di Ostu-ni ed alla Giornata Mondiale delRotaract di Montecarlo (in cui po-tremo ricambiare l’ospitalità comeDistretto 2030).

Quali sono a tuo parere le emergenzealle quali i giovani dovrebbero guar-dare con attenzione e che auspichiuniscano l’attività interdistrettualein futuro?Il Rotaract deve essere uno stru-mento anche utile per i suoi soci.Oltre al discorso divertimento, cheè assolutamente centrale per avvi-cinare consistenti quantitativi dipersone e poter realizzare gli obiet-tivi ambiziosi che ci siamo sempreposti, ogni associazione deve poterdare qualcosa in cambio. Il Rota-ract, essendo un progetto del Rota-ry, ha due punti rilevantissimi diforza che vanno sempre tenuti pre-sente e sviluppati, anno dopo anno:uno è la portata esistenziale dei va-lori che trasmette, ovvero il sensodell’etica professionale e dell’im-pegno sociale attivo, l’altro è lacrescita e formazione professiona-le. Il RYLA è incarnazione di en-

Velania La Mendola

Come hai conosciuto il Rotaract?Grazie ad un caro amico che mi presentò il Club diEnna: mi disse che il Rotaract era una bella opportu-nità, che ti dava la possibilità di fare del bene alprossimo e di realizzare tanti eventi di diverso generecon degli amici... cominciai a frequentare varie attivi-tà nella mia città, ma non capivo esattamente le po-tenzialità del Rotaract. Poi ho potuto partecipare alRYLA e lì ho conosciuto la realtà distrettuale grazie adelle persone che sono tuttora dei cari amici: con loroho imparato veramente quale fosse l’azione e la forza del Rotaract.

Cosa ti ha spinto a candidarti per il ruolo di RD e quali aspettative hai per questo man-dato?L’amore per la mia terra, la Sicilia, l’appoggio degli amici che mi hanno chiesto dirappresentare il Distretto e di tante splendide persone che ho conosciuto lungo il per-corso: mi aspetto che il mio Distretto mostri tutto il suo potenziale e faccia la differenzain una regione bellissima ma spesso fraintesa e che ha bisogno di mostrare il suo latomigliore. Il nostro filo conduttore sarà la cultura e il nostro è un patrimonio ricchissimo:senza presunzione ma con i fatti possiamo valorizzare tutto questo e unirvi un’azionedi service che porti un sorriso lì dove non ce n’è in abbondanza: ospedali, case fami-glia, ospizi... e anche un po’ più in là, grazie all’azione internazionale.

Hai la possibilità di orientare e di ottimizzare l’attività di centinaia di giovani? Da chie da cosa trai ispirazione, per questa responsabilità?Ci sono i valori guida del Rotaract che sono la nostra base e la nostra forza: “serviceabove self” recita il motto del nostro fondatore Paul Harris, e questo deve essere incisonella mente di tutti i rotaractiani di ogni parte del mondo. Personalmente credo che pos-siamo trarre esempio da quello che ci hanno lasciato i nostri scrittori, Sciascia, Vittorini,Brancati, Borgese, Tomasi di Lampedusa, solo per citarne alcuni; parlano di noi, chi conironia, chi con disillusione, chi con forte senso critico, ma tutti ci aiutano a comprendercimeglio e a fare di meglio. Non posso poi non pensare ai nostri eroi moderni: Falcone,Borsellino, chi si è battuto per la legalità e la giustizia, contro i soprusi e i disvalori, chiè morto per la libertà di tutti e rimarrà per sempre monito ed esempio per noi giovani.Ci sono poi i maestri contemporanei che se sei fortunato incontri nella tua vita e che tiguidano con il loro esempio e i loro insegnamenti quotidiani: in questa sede ne cito solouno che interessa la nostra associazione: il prof. Francesco Paolo Di Benedetto, che si èsempre speso per i rotaractiani senza mai risparmiare tempo ed energia.

Quale è a tuo parere, oggi, il ruolo di una associazione giovanile? E quello del Rotaract?Ci sono vari tipi di associazioni, di volontariato, di assistenza, culturali, di incontro,anche semplicemente goliardiche: tutte quelle che hanno alla base dei seri principiconcorrono a rendere migliore il nostro futuro e quindi non possono che far bene. IlRotaract è speciale perché unisce al service serio e impegnato, momenti di spensiera-tezza e aggregazione ed educa all’amicizia disinteressata e sincera. Io credo che i“giovani” del Rotaract saranno domani dei seri professionisti con allespalle un bagaglio di esperienze che avrà donato loro forza, onestàdi pensiero e correttezza verso il prossimo, cose che possono renderesolo migliore il nostro mondo ed è per questo che è importante oggi valorizza-re la nostra azione: aiutiamo chi ha bisogno e impariamo da loro, impariamo dalconfronto tra noi come migliorare quello che ci sta attorno e miglioriamo noi comepersone.

Che opinione hai del Rotary e del suo rapporto con le nuove generazioni?Noi siamo un programma del Rotary e già questo la dice lunga su quanto il Rotary fae può fare collaborando con le nuove generazioni: personalmente ho sempre avuto

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trambi ed è un buon esempio di at-tività interdistrettuale che può es-sere validamente proposta, anchese va a toccare un gruppo ristrettodi soci. L’azione professionale èl’emergenza cardine dei giovanid’oggi, in un mondo senza più “po-sto fisso” ed in cui ogni professio-nalità necessita di networking, diuna visione globale e sistemicadella realtà e soprattutto in cuil’aggiornamento costante è essen-ziale quasi ad ogni attività. Con laforza dei rotariani noi abbiamo la

splendidi rapporti con i rotariani e credo che oggi più che mai ci sia la voglia di valo-rizzare l’azione del Rotaract e dei giovani. Lo stesso motto internazionale del Rotary diquest’anno sociale, come ha più volte sottolineato anche il Governatore del nostro Di-stretto, Francesco Arezzo, sembra essere rivolto a noi: il futuro del Rotary è nelle vostremani. Chiaro che ci faremo trovare pronti.

Il Congresso Internazionale del Rotary del giugno 2009 si è aperto, come ogni edizio-ne, con il pre-congresso dedicato ai programmi per i giovani. Quest’anno, tema cen-trale la pace. C’è un ruolo per il Rotaract nel favorirla? Il Rotaract insegna ad abbattere le barriere territoriali ed ad aprirsi al prossimo per lacollaborazione e l’aiuto reciproco, ne sono un esempio i progetti internazionali che ab-biamo scelto di portare avanti e i gemellaggi distrettuali che faremo quest’anno: la co-noscenza abbatte ogni confine e distanza, i conflitti che spesso nascono dai pregiudizi.I rotaractiani sono sempre pronti ad accogliere nuovi amici e ad aiutare chi ha più bi-sogno anche se geograficamente lontano, questo non può che favorire la pace crean-do una rete dell’amicizia che possa sostenere qualsiasi difficoltà.

Quanto conta la dimensione internazionale nel Rotaract? Cosa si può fare a tuo pare-re per migliorare il contatto con Club e iniziative stranieri?Il fatto che il Rotaract sia un associazione mondialmente riconosciuta è uno dei suoipunti di forza, è garanzia di affidabilità e di crescita continua. Non posso non consi-derare una ricchezza per il mio Distretto il fatto che possiamo contare anche sul Clubdi Malta, che già da solo dà una dimensione internazionale al 2110 grazie alla suaazione di service: quest’anno poi, in particolare, abbiamo in cantiere dei progetti peruno scambio culturale fecondo tra la Sicilia e Malta, due isole vicine ma che ancoranon hanno svelato l’una all’altra tutti i loro segreti... Uscendo dalla dimensione distret-tuale ci sono molte occasioni nelle quali si possono conoscere rotaractiani di ogni parte

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ROTARY | IL FUTURO NELLE MANI DEI GIOVANI

Va in scena il vostro successo

Baa, l’atollo più incontaminato delle Maldive, una “magia tropicale” da condividere: è questa la migliore descrizione del Coco Palm Dhuni Kolhu, un resort a cinque stelle situato sull’isola omonima. 98 ville immerse in un contesto naturale straordinario, con acque cristalline, spiagge candide e una lussureggiante vegetazione tropicale.

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Oltre il sogno, oltre la meraviglia

Resort a cinque stelle su Bodu Hithi, isola dell’atollo di Malè Nord, il Coco Palm Bodu Hithi è un paradiso naturale unico, costituito da 100 ville allestite con tutti i comfort e immerse in un ambiente protetto dal punto di vista ecologico e ambientale che offre l’incanto di una natura incontaminata, un mare da sogno e spiagge candide.

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possibilità di dare ai Soci Rotaractun grandissimo impulso professio-nale, una crescita vera e propria invarie carriere con l’impostazioneetica di cui il Rotary è paladino.Formando una classe dirigente diquesto tipo, il Rotary si assicure-rebbe un futuro prestigioso come ilpresente ed il passato, ma soprat-tutto farebbe il più grande servicepossibile a livello nazionale per ri-solvere le principali ed annosequestioni italiane: formare rotarac-tor come leader non è solo un inve-stimento interno, è un vero e pro-prio modo di fare lobbying e di aiu-tare la società a progredire nelladirezione giusta.

Quali sono i problemi più rilevanti,oggi, a livello associativo? Le associazioni giovanili sono par-zialmente in crisi per il vuoto valo-riale che colpisce i giovani. Questonon significa assecondare il luogocomune per cui i “ragazzi di oggi”non credono a niente, ma prendereatto che c’è tanta disillusione ed unmondo che spinge da ogni direzioneverso l’opportunismo e la convinzio-ne che “per sopravvivere” si debbaessere solo interessati al proprio or-ticello. Ho avuto modo di vederenegli ultimi anni quante difficoltà cisiano a coinvolgere persone appenauscite dal mondo scolastico in im-pegni che non diano un diretto tor-naconto economico e come anchenel Rotaract tanti Club incontrinodifficoltà ad aumentare gli effettivie soprattutto a fare in modo che cisia una rappresentanza di tutte le

del mondo, penso all’EUCO, al RYLA Internazionale e a alle varie manifestazioni conospiti provenienti da varie nazioni: sono eventi a cui bisogna partecipare almeno unavolta lungo il proprio percorso Rotaract per capire la vera dimensione del nostro Club.Oggi forse dovremmo sperimentare di più nuovi tipi di gemellaggi basati sulle nuovetecnologie e favorire azioni di service a distanza, non solo distrettuali ma anche deisingoli Club e sfruttare meglio le risorse virtuali (siti, facebook, ecc.) per uno scambiodi informazioni più veloce ed efficiente.

Al di là della distinzione in Distretti, esiste una dimensione nazionale italiana del Rota-ract?Ho la fortuna di avere degli splendidi amici come colleghi, ognuno di loro rappresentaun diverso Distretto italiano con passione, energia e genuino spirito di amicizia. Ab-biamo lavorato insieme nell’anno precedente l’entrata in carica per trovare un temanazionale che ci unisse in un’azione di service: abbiamo scelto come tema principalela valorizzazione e la difesa del patrimonio artistico nazionale e abbiamo deciso diavviare una raccolta fondi destinata ai terremotati dell’Abruzzo. Siamo stati tutto coltiall’improvviso da una tragedia enorme dove molti ragazzi della nostra età, anche rota-ractiani, hanno perso amici, parenti, hanno perso anche un po’ di speranza per il futu-ro: è stato naturale pensare di aiutare queste persone. Questo progetto che ha il motto“uno per tutti, tutti per uno”, appunto, ci vede uniti senza distinzione in Distretti. Mi faanche molto piacere poi, che un’iniziativa nata spontaneamente dal Distretto 2110 edenominata “Un sorriso per l’Abruzzo” sia stata sposata da altri Soci italiani che pas-seranno il mese di agosto con chi è costretto a vivere ancora nelle tendopoli anche inun periodo che molti dedicano alle vacanze e al relax: è un segno che l’azione del Ro-taract non si ferma mai.

Quali sono a tuo parere le emergenze alle quali i giovani dovrebbero guardare conattenzione e che auspichi uniscano l’attività interdistrettuale in futuro?Leggendo i giornali si avverte l’ombra di un terribile nemico che è la xenofobia, il raz-zismo. Tutti conosciamo la storia italiana e sappiamo quanto poco propensi siano gliitaliani a tali pratiche ma se alcune cose sono successe nel passato bisogna vigilare af-finché non si ripetano nel futuro, educando naturalmente le nuove generazioni alla tol-leranza, alla cooperazione: viviamo ormai in città multi-etniche, questo dev’essere unarricchimento non un difetto, e il Rotaract grazie alla sua dimensione internazionalepuò fare molto in questo senso.

Quali sono i problemi più rilevanti, oggi, a livello associativo? Quello su cui dobbiamo ancora lavorare molto per affermare definitivamente l’impor-tanza del Rotaract nella società è la capacità comunicativa verso l’esterno e per que-sto ci vuole tempo e continuità. Se da un lato abbiamo una struttura capillare che cipermette di essere radicati notevolmente nel territorio, per cui ogni Club è capace difarsi conoscere collaborando molto spesso anche con le amministrazioni locali e aiu-tando persone e strutture della propria città, dall’altro manca una forte immagine uni-ca nazionale. Questo favorirebbe anche un aumento dell’affiliazione, aspetto non tra-scurabile.

Cos’è per te la leadership? E la leadership in una libera associazione, come cambia ecome si manifesta tra giovani? La leadership è la capacità di guidare un gruppo verso un obiettivo condiviso da tutti,è la capacità di risolvere i problemi prima che si verifichino, di ascoltare tutti e sapernon ascoltare chi semina zizzania, di valorizzare i meritevoli e stimolare tutti alla rea-lizzazione di un progetto. Oggi è difficile trovare buoni esempi di leadership in uncampo che dovrebbe invece essere il più ricco, ovvero la politica, dove molti ragazzinon si riconoscono e dove invece dovrebbero essere i protagonisti. Il Rotaract è un otti-mo banco di prova per sviluppare capacità di leadership tra coetanei e per imparare agestire in modo positivo molte risorse umane: un rotaractiano vero si riconoscesoprattutto fuori dall’associazione per le sue azioni, mi auguro quindid’incontrarne molti in futuro in posizioni di leadership.

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Il profilo del Distretto 2110Il 2110 è un Distretto che conta 51 Club Rotaract e vanta più di 800 soci, è formatoda giovani professionisti e per la maggior parte da studenti universitari. Negli ultimianni si è avviato un cambio generazionale tipico della nostra associazione, quindisono aumentati i “giovanissimi” rotaractiani, il che fa ben sperare per il futuro. C’èda dire che è aumentata la varietà di professionalità grazie forse alla varie riformeuniversitarie e alla mobilità degli studenti di oggi che non è paragonabile a quella diqualche anno fa. Quest’anno ci impegneremo comunque per l’aumento dell’effettivoe per la pura formazione rotaractiana, proprio per informare tutti i nuovi Soci sullepratiche e i valori del nostro Club. Quello che mi auguro infatti è che il Distretto2110 cresca sempre di più senza mai dimenticare la propria storia e i progetti che lohanno reso attivo e famoso: anche per questo abbiamo pensato a creare una BancaDati (denominata “Progetto Eccellenza”) che raccolga per argomento tutti i serviceportati avanti negli anni dai Club e realizzati dal Distretto. Bufalino diceva che l’uo-mo è nessuno senza memoria, quindi è un bene ricordare, sempre.

Elio Franco

Come hai conosciuto il Rotaract?Ho conosciuto il Rotaract più di sei anni fa: poco piùche ventenne, il mio migliore amico, allora segretario,mi portò ad un Interclub Rotary - Rotaract sulle malattiedella terza età. Nonostante in quella occasione non fuimolto colpito dalle attività del Club, qualche giorno do-po partecipai ad una Assemblea Distrettuale Rotaract:da lì la decisione di iscrivermi e lavorare alacrementeper la realizzazione degli obiettivi Rotaractiani.

Cosa ti ha spinto a candidarti per il ruolo di RD equali aspettative hai per questo mandato?Credo fermamente che per realizzare i progetti che ogni anno il Rotaract programma nonsia necessario essere alla guida di un Distretto: ognuno può dare il suo apporto comemembro della famiglia rotariana, ma nel momento in cui c’è bisogno di un raccordo fraSoci di una leadership voluta dagli amici rotaractiani pronti a sostenerti davanti a qualsia-si difficoltà, si affronta con piacere e determinazione il percorso da RRD. Grazie al sup-porto dell’Esecutivo Distrettuale e di tutti i soci, il Distretto potrà realizzare tutti i service cheabbiamo programmato durante il Congresso Distrettuale. Ci divertiremo aiutando chi habisogno di noi.

Hai la po ssibilità di orientare e di ottimizzare l’attività di centinaia di giovani? Da chie da cosa trai ispirazione, per questa responsabilità?Coordinare, orientare e ottimizzare l’attività distrettuale non è certo una impresa semplice,ma ho avuto la fortuna di crescere rotaractianamente avendo come riferimento dei grandileader fra past RD, past Governor e alcuni rotariani che non mi hanno mai abbandonatodurante il mio percorso. Ispirandomi al loro operato, spero di riuscire a condurre il Distret-to verso i nostri obiettivi nel miglior modo possibile.

Qual è il ruolo di un’associazione giovanile? E quello del Rotaract?Oggi esistono numerose associazioni giovanili: alcune nascono su base universitaria, altresu base politica, altre ancora solo come momento di aggregazione. Il Rotaract è di-verso: crea aggregazione, confronto, divertimento, progettualità: formai suoi iscritti, educa loro alla leadership etica, realizza progetti, diverte.A differenza delle altre associazioni, migliora i Soci e la comunità locale, nazio-nale ed internazionale.

Che opinione hai del Rotary e del suo rapporto con le nuove generazioni?Il Rotary Club come sempre precursore dei tempi, proprio mentre nel 1968 si toccava

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ROTARY | IL FUTURO NELLE MANI DEI GIOVANI

“micro” fasce d’età (unica garanziadi sopravvivenza dei Club nel me-dio e lungo periodo). C’è un bellis-simo video di un Club sud ameri-cano che mette in contrasto unostormo di gabbiani, in cui ogni sin-golo si conforma alla tendenze del-lo stormo, e lo contrappone ad unospirito solitario di albatros, che vo-la molto più in alto. Il rotaractor,nella metafora del video, è comel’albatros e sta ai Club trovare glispiriti liberi, anticonformisti, chesono pronti a non seguire le modedel momento ma a svettare nellacoerenza con i propri valori al di làdi tutto. Questa è una difficoltàdelle associazioni, così come delmercato: far incontrare l’offerta conla giusta domanda o, vedendo lacosa da un’altra prospettiva, identi-ficare il target giusto per far cono-scere la nostra mission.

Cos’è per te la leadership? E la lea-dership in una libera associazione,come cambia e come si manifestatra giovani? La leadership è la capacità di ge-stire non solo le proprie capacità,ma anche quelle delle persone concui si collabora, coinvolgendole,valorizzandole, responsabilizzan-dole e strutturandole in un teamche risolva le problematiche inter-ne e raggiunga gli obiettivi che siprefigge in modo efficiente. In unalibera associazione la leadership simanifesta come una sfida ancorapiù appassionante ed impegnativaperché manca il fattore “retribuzio-ne”, ottimo strumento per far rico-

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l’apice dello scontro generazionale, creava il Rotaract, il programma giovanile per eccel-lenza grazie al quale due generazioni, anziché scontrarsi, si parlavano. Oggi il Rotary fatanto per i giovani: Rotaract, RYLA, Programma Scambio Giovani con i quali formare nel-le proprie fila i leader del futuro, divulgando tra noi giovani i principi rotariani. Gettaquindi le fondamenta per una società basata sulla leadership etica.

Il Congresso Internazionale del Rotary del giugno 2009 si è aperto, come ogni edizio-ne, con il pre-congresso dedicato ai programmi per i giovani. Quest’anno, tema cen-trale la pace. C’è un ruolo per il Rotaract nel favorirla?Ovviamente sì. In quanto giovani siamo ancora lontani dai meccanismi creati dalla nostrasocietà che portano allo scontro fra uomini e in quanto rotaractiani sappiamo di apparte-nere tutti alla stessa famiglia, di essere tutti uguali e che le diversità fra i popoli del mondosono una ricchezza da cui attingere per la nostra crescita. Il Rotaract educa quindi al ri-spetto reciproco, a perseguire la comprensione internazionale e alla cooperazione fra lenazioni. Se fra qualche anno i leader mondiali saranno cresciuti come ve-ri rotaractiani, la pace potrà non essere più solo un’utopia.

Quanto conta la dimensione internazionale nel Rotaract? Cosa si può fare a tuo pare-re per migliorare il contatto con Club e iniziative stranieri?La dimensione internazionale è uno dei pilastri su cui si regge il Rotaract. Oggi, con lenuove tecnologie, è possibile mettere in contatto tutti i rotaractiani del mondo per realizza-re assieme progetti umanitari grazie all’intervento dei rotaractiani in loco. In quest’ottica ilDistretto 2120 sta lavorando ad un progetto del quale, per ora, i dettagli sono top secret.

Esiste una dimensione nazionale italiana del Rotaract?La dimensione nazionale italiana del Rotaract esiste da ventinove anni, da quando gliRRDD decisero di iniziare a collaborare insieme per la realizzazione di obiettivi comuni:l’Annuario dei Rotaract Club d’Italia, Malta, Albania e San Marino, un service nazionale,e il Congresso Nazionale Rotaract che proprio quest’anno sociale verrà ospitato dal no-stro Distretto. Per rafforzare la collaborazione fra Distretti, come RRDD d’Italia abbiamodeciso di intraprendere la strada per la formazione del MDIO Italiano.

Quali sono a tuo parere le emergenze alle quali i giovani dovrebbero guardare conattenzione e che auspichi uniscano l’attività interdistrettuale in futuro?Tutela dell’ambiente, integrazione fra diversi popoli e le diverse etnie, AIDS e droga: sonoproblemi che interessano la nostra società e che, se non saranno affrontati nel miglior mo-do possibile, potrebbero portare la nostra società al collasso. Partendo da un’attività inter-distrettuale coordinata, collaborando con le istituzioni preposte, la sfida potrà essere vintanel giro di pochi anni.

Quali sono i problemi più rilevanti, oggi, a livello associativo?La commistione fra interessi privati e interessi collettivi, la politica dei partiti, l’egocentri-smo. Problemi che spesso è facile arginare, ma che quando si presentano, minano seria-mente le basi dell’associazionismo.

Cos’è per te la leadership? E la leadership in una libera associazione, come cambia ecome si manifesta tra giovani?La leadership è il porsi alla guida di un gruppo di persone senza dimenticarsi di essere unmodello per loro, ma soprattutto di essere come loro. L’umiltà è la prima dote di un leaderche deve sapere porsi un gradino sotto i propri associati, per capire come intervenire eagire in ogni situazione. Non bisogna mai porsi come leader autoritario fra ragazzi poi-ché si rischia di essere avvertiti come persone lontane e distaccate dall’associazione.

Il profilo del Distretto 2120Il Distretto 2120 è costituito in larga parte da studenti di giurisprudenza e operatoridel diritto, ma non mancano di certo rappresentanti di ogni categoria professionale.L’età media è di 25/26 anni, sintomo di un ricambio generazionale tuttora in corso.Di certo in futuro l’età media è destinata a scendere, visto il potenziamento e la cre-scita dei poli universitari pugliesi e lucani.

noscere intuitivamente la gerar-chia. In un certo senso si viene acreare un team più orizzontale, incui la gestione dell’associazione sibasa su amicizia e comunione diinteressi più che su rapporti di for-za. Tra i giovani questo ha un’ulte-riore conseguenza: passa necessa-riamente dalla diplomazia e dallacapacità di porsi nel modo migliorenei confronti degli altri. Insomma èuna sorta di training che richiedelo stesso impegno ma ha meno“forme di controllo” e che può pre-parare perfettamente alla leader-ship vera e propria, per esempio inambito professionale e lavorativo.In più, nello specifico del Rotaract,la leadership diventa una vera epropria forma di rappresentanza: lepersone fanno quello che dici findove riesci a far loro sentire di es-sere un loro rappresentante. Siamotutti volontari e basiamo sulla fidu-cia e sul senso della responsabilitàil nostro impegno, oltre che sullacondivisione di valori e messaggideontologici; per questo chiunqueabbia un incarico “dirigenziale”nel Rotaract non dovrebbe mai por-si come “leader” nel senso di “ca-po” con cui si interpreta di fre-quente la parola, ma con il signifi-cato originale di “colui che indicala strada”. Come in un gruppo diamici, quando uno degli amiciprende la decisione su dove andarea cena e gli altri lo seguono: nondeve essere un’imposizione, mauna proposta che incontri i gusti ditutti e sia, semplicemente, prende-re in pugno la situazione. ■

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Via Nuova Cartaromana, 68 - 80077 Ischia (NA) Italiatel. +39 081 981341 / 981842 - fax +39 081 993508

IncantomediterraneoL’HOTEL

Uno dei luoghi più esclusivi dell’intera isola di Ischia vi aspetta per una vacanza nelle meraviglie della natura che ci circonda, senza rinunciare alla comodità di una zona centrale.L’Hotel Delfini è incastonato tra il verde ed il mare, affacciato sulla baia di Cartaromana, con le sue famose pozze termali, sugli scogli di Sant’Anna, sulla cinquecentesca Torre di Guevara e sull’antico maniero del Castello Aragonese. Hotel Delfini, un rilassante sog-giorno al mare a due passi dal centro storico di Ischia ponte.Ambienti lussuosi ed eleganti, atmosfere avvolgenti e rilassanti, tra mobili preziosi, stoffe pregiate e ceramiche artistiche per soggiorni in piena armonia e relax.Le camere, di tipologia Standard e Deluxe, tutte con balcone o ter-razzo, si affacciano sul Castello Aragonese, sugli Scogli di Sant’An-na e sul mare cristallino. Le camere Standard hanno tutti i comfort per un soggiorno di estremo relax: climatizzazione regolabile, tv, telefono diretto, frigo-bar, cassetta di sicurezza. Bagni con vasca o doccia; asciugacapelli.Le dimore Deluxe offrono poi comfort eccellenti. Riscaldamento e condizionamento a regolazione autonoma, tv a plasma satellita-re, personal computer con accesso adsl, videotelefono,cassetta di sicurezza. Nella stanza da bagno un universo di benessere: vasca o doccia multifunzionale per praticare cromoterapia, musicotera-pica, aromoterapia, doccia cervicale, massaggio plantare, bagno turco, idromassaggio.

LA CUCINA

Le delizie della natura che circondano l’Hotel fanno a gara con le delizie della sua tavola. La freschezza e la genuinità dei prodot-ti sono il comun denominatore di tutti i piatti. Sono pietanze dell’antica tradizione isolana che mescola sapientemente alimenti di terra e di mare, perchè Ischia in cucina ha due anime, contadina e marina. All’Hotel Delfini lo chef cucina con passione e attenzio-ne alla cultura di questa terra, per regalare anche a tavola il sorriso dell’isola di Ischia.

RELAX E BENESSERE

Una delle falde termali più antiche dell’isola, conosciuta già dai romani, alimenta le piscine dell’hotel Delfini. L’acqua di Car-taromana non fa soltanto bene al corpo, ma anche alla mente. Immergersi in essa è un piacere paradisiaco, per quanto riesce a far sentire leggere le membra e rilassare l’animo. All’Hotel Delfini le piscine termali all’aperto sono due: una più grande e una più piccina con idromassaggio per momenti di intenso benessere. C’è poi una piscina coperta, alimentata con acqua termale a 36° con doccia cervicale e idromassaggio.Per godere appieno dello splendido mare, una zona riservata nell’in-cantevole baia di Cartaromana con la sua celebre acqua limpida è a disposizione degli ospiti per indimenticabili bagni di sole e di mare, nella privacy di una esclusiva spiaggia privata totalmente attrezzata con lettini, ombrelloni e sedie, solarium e piattaforme galleggianti.

LE TERME

Il luogo dove sorge l’albergo era una antica stazione termale roma-na. Il sito si chiama infatti Cartaromana ed è notissimo in tutto il mondo per la ricchezza delle acque calde che sgorgano dal sot-tosuolo e che emergono anche in riva al mare. Sono acque del-la salute, della bellezza e del vigore fisico e sono particolarmente indicate per lo splendore della pelle. I minerali contenuti sono alleati preziosi per ristabilire l’equilibrio del derma e aiutano a cu-rare le imperfezioni e le malattie della pelle. Ogni anno, da secoli, vengono a bagnarsi in queste acque persone da tutto il mondo attratte dallo straordinario potere curativo. Infatti anche patologie dermatologiche di difficile soluzione trovano grande giovamento con l’applicazione dell’acqua sorgiva di Cartaromana.Da scoprire poi i trattamenti speciali del centro Beauty dove si pra-ticano massaggi e cure estetiche per ogni esigenza. In più, per una remise en forme completa, per i clienti è a disposizione una tessera club omaggio per fare fitness, bagno turco, percorso Kneipp e tan-to altro ancora in una diversa struttura con collegamento navetta gratuito. Inoltre, possibilità di cure termali convenzionate con il SSN presso una struttura vicina.

Offerta Speciale Ischia ad ottobreda domenica 27 settembre 2009 a sabato 31 ottobre 2009

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la pensione completa ovvero colazione a grand buffet, pranzo sulla terraz-za panoramica, cena a lume di candela, (menu con specialità partenopee, nazionali ed internazionali). Uso di tre piscine a temperature varie, di cui una interna a 36° con doccia cervicale e idromassaggio; spiaggia privata attrezzata con lettini, sdraio e ombrelloni; grande solarium panoramico tra gli Scogli di Sant’Anna con accesso diretto al mare. Sconto del 30% sui

con 2 massaggi antistress e due maschere al viso.

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Senza acqua non c’è vitaI Rotariani contribuiscono alla salute di una vasta area dominicanagrazie all’introduzione di filtri biologici di sabbia fine

Testo - Diana Schoberg | Foto - Alyce Henson

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All’avvicinarsi dell’ora di cena, Maria Magdalena Gonzalez, unadonna di 28 anni, versa l’acqua in una pentola sul fuoco, per cuo-cere il riso; nel frattempo sua madre prepara l’acqua del bagno per

la piccola nipote Hilary, di otto mesi. Scene di vita familiare della Repub-blica Dominicana centrale, altrove scontate, ma che in questa casa posso-no svolgersi in tranquillità solo da quando i Rotariani hanno fornito allafamiglia, come ad altre centomila persone di oltre trecento comunità, untotale di 19.000 filtri biologici di sabbia fine. “Senza acqua non c’è vita” afferma Maria Magdalena. La sua salute neltempo provata da forti disidratazioni a causa delle amebe, e quella dei fi-gli, sin da piccoli colpiti da virus intestinali, ora sono ottime, proprio gra-zie ai filtri. E’ sufficiente trascorrere anche solo un breve periodo in que-ste zone, per imbattersi in moltissime situazioni simili, storie di disagio edi ritrovata serenità. Per sette anni, oltre 200 Club di 18 Distretti, tra Canada, Repubblica Do-minicana, Stati Uniti e altri paesi dell’area caraibica hanno sostenuto ilprogetto, grazie alla partecipazione della Fondazione, che ha approvato 30Matching Grant dedicati a questo fine. Cosa che ha pure comportato lascelta della Repubblica Dominicana come uno dei tre territori pilota perla nuova International H2O Collaboration, alleanza mondiale che vede ilRotary International impegnato sull’emergenza idrica con Rotary Founda-tion e USAID. Oltre 3,5 milioni di persone muoiono ogni anno per proble-mi relativi all’acqua inquinata, e oltre il 40% degli stessi decessi è ricon-ducibile a forme di diarrea, indicata dall’Unicef come la seconda causa dimorte al mondo.

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La sezione del filtro biologicoa strati di sabbia fine

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Nelle aree disagiate, i bambini sono colpiti dai virus intestinali più di trevolte l’anno, per oltre quattro miliardi di casi nello stesso arco di tempo.Pertanto, nei casi in cui la mancanza di acqua non uccide, è la diarreapuò condurre a stadi irrecuperabili di denutrizione, crescita e sviluppocompromessi, abbassando notevolmente le difese immunitarie dei bambi-ni. L’acqua sporca, spesso contaminata da rifiuti di ogni genere, è causaanche di altre malattie gravissime, come l’epatite e il colera. I filtri biolo-gici di sabbia fine, al costo di soli 60 US$ riducono le patologie causatedall’acqua di oltre il 90%. Senza parti mobili, o necessità di manutenzio-ne, tutto ciò che gli utilizzatori devono fare per utilizzarli è riempirli d’ac-qua, i cui microorganismi dannnosi vengono soffocati dagli elementi biolo-gici che si formano nella sabbia. Questi filtri sono stati inventati nel 1990da un ingegnere canadese, David Manz, e il primo utilizzo che il Rotary neabbia fatto è stato monitorato dai CDC, per testarne funzionalità ed effica-cia. Nello stesso momento i Rotariani hanno potuto constatare che i filtrinon comparivano nella lista dei prodotti omologati dall’OrganizzazioneMondiale della Sanità e si sono mossi per dimostrarne con supporto con-sulenziale tecnico l’effettivo rendimento. Dopo oltre 8 anni dai primi espe-rimenti d’uso, infatti, i filtri distribuiti nella fase iniziale del progetto era-no ancora perfettamente funzionanti, e la relazione di Mark Sobsey, do-cente esperto dell’Università del North Carolina, aveva nel frattempo uffi-cializzato la loro esistenza e applicazione.La promozione dell’iniziativa è avvenuta grazie all’entusiasmo e all’attivitàdi due Rotariani del RC di Rockford, Susan e Jim Bodenner che intrigati

Susan e Jim Bodennertra i più attivi promotoridella diffusione del filtro

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dalla semplicità delle istruzioni per l’uso e successivamente da quellodell’effettivo utilizzo, hanno condotto in ben 14 viaggi, oltre 200 Rotariania constatare con i propri occhi l’applicaazione dei filtri. Ciò ha generatonuovi ordini connessi ai progetti di Club e ha attivato l’azione personale dimolti Soci che si sono prodigati per distribuire fisicamente i filtri e affian-care le famiglie nel momento del primo utilizzo del filtro. La gratitudinedella gente è stata sempre molto evidente, tanto che spesso ai Rotariani èstato chiesto di siglare i filtri con il proprio nome o di apporvi un adesivocon il loro del Rotary, a testimonianza del bene collettivo generato.La distribuzione dei filtri non si è rivelata, però, sempre di immediato gra-dimento da parte delle popolazioni locali.Talvolta la loro accettazione è stata soggetta all’approvazione dei leaderdelle singole comunità; altre volte il loro costante utilizzo per una reale ef-ficacia non è stato di immediata comprensione, dal momento che avendol’acqua sporca sempre a portata di mano, non sempre la sua disponibilitàmediata veniva apprezzata. In ogni caso la disponibilità di acqua pulita esana ha provocato un diffuso miglioramento delle condizioni di vita di uo-mini e donne, i primi più in salute al lavoro; le donne più presenti nella ge-stione della vita familiare e dello stesso approvvigionamento da fonte certa.L’acqua ha portato la dignità laddove mancavano le conoscenze di baseper distinguere acqua pulita e acqua inquinata; dove non era percepito ilpericolo della contaminazione da ingestione, come da contatto prolungatocon l’epidermide. In tutti quei luoghi, l’acqua è salute e igiene anche gra-zie al Rotary. ■

Una volontariaapplica il logo adesivo del Rotaryal filtro posizionato in una abitazione

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Acqua nella savanaAngelo Spezia

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Il Rotary Club Valsesia ha portato atermine, con la partecipazione delRotary Club Valle Mosso, la realiz-

zazione di un pozzo nella savana delKenia. Per quest’opera era stato ri-chiesto un contributo della Fondazio-ne Rotary attraverso la formula del

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ROTARY

Matching Grant ed è stato assegnatoil contributo di 25 mila euro.Il progetto prevedeva la realizzazionedi un pozzo di acqua potabile per lapopolazione di un villaggio sperdutonella savana del Kenia, a nord diNairobi, verso il confine con la Soma-lia e con l’Etiopia. Il villaggio si chia-ma Akadeli, ed è raggiungibile daNairobi, attraverso una strada asfalta-ta, ma in cattivo stato e diretta versonord. Dopo oltre cinque ore di mac-china, la strada termina a Isiolo, dadove proseguono le piste che attra-verso la savana raggiungono la Soma-lia e l’Etiopia. Isiolo, a 1100 metrisul livello del mare, è un paese pove-ro, abitato da un’umanità povera,multirazziale e multireligiosa; è l’ulti-mo paese presidiato dalla polizia,l’ultimo paese dove esiste un ospeda-le e dove è presente l’ultimo sportellobancario. Da Isiolo parte la pista cheporta ad Akadeli e la distanza è per-corribile con fuoristrada in un’ora emezza. Akadeli è un villaggio di ca-panne di paglia sparse nella savana,abitato da settecento persone per lamaggior parte cattolici di etnia Turka-na, e in minima parte musulmani dietnia somala. Il capo del villaggio ap-partiene alla etnia cattolica e tutta lacomunità lo riconosce come capo,compresa la minoranza musulmana.La vita nella savana è molto dura perla mancanza di acqua e per la man-canza di scuole: nel villaggio di Aka-deli l’associazione valsesiana “Unvillaggio per amico” ha costruito unascuola per circa trecento bambini egarantisce la presenza giornaliera de-gli insegnanti. La pioggia è concen-trata in tre mesi all’anno. Nel periododelle piogge la natura rifiorisce e cre-sce perfino l’erba, però gli altri novemesi sono di vento e siccità, durante i

quali la terra inaridisce rendendo im-possibile qualsiasi tipo di coltivazio-ne, La popolazione, quindi, è semino-made per necessità, soprattutto gliuomini i quali, durante questi novemesi di siccità, sono costretti a la-sciare il villaggio, ciascuno con i pro-pri pochi animali, alla ricerca diqualche pascolo. L’unica acqua di cuidisponevano gli abitanti, prima dellarealizzazione del pozzo, era quellache le donne e i bambini tutti i giorniriuscivano a portare al villaggio dopoaverla prelevata da un piccolo torren-te distante a piedi tre quarti d’ora dicammino in entrambi i sensi di mar-cia. L’allora Presidente del Club Ce-sare Gritti, con la fondamentale col-laborazione del Rotary Club di Nairo-bi, ha individuato un’impresa keniotaspecializzata nella realizzazione dipozzi, e a questa, sempre con la col-laborazione del Club di Nairobi, haaffidato l’incarico. I lavori sono terminati alla fine del-l’anno scorso. Ora l’acqua potabile èuna realtà. Il pozzo scende fino allaprofondità di 90 metri, ed eroga ac-qua sufficiente per la vita del villag-gio. Il suo funzionamento è affidato aun impianto fotovoltaico e a uno eoli-co che entrano automaticamente inazione, l’uno o l’altro, in funzione del-le condizioni atmosferiche. L’impian-to è dotato di due serbatoi di 10 milalitri ciascuno, per l’accumulo di ac-qua nei momenti di non prelievo. Grazie al contributo del RC Valsesia,della RF (Matching Grant), e a quellodel RC Vallemosso che ha partecipa-to al progetto con un suo contributo,gli abitanti del villaggio si sono libe-rati da una schiavitù, e potranno vi-vere il loro futuro in modo diverso, unfuturo civile, dignitoso, soprattutto unfuturo più giusto. ■

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Acquaper l’igiene e la saluteGiuseppe Calogero

Il Rotary Club Milano e il Distretto indiano 3190,partner in un progetto finanziato con la partecipazionedella Fondazione Rotary.Con il Matching Grant 36394 che è molto più di una sigla:scopo, fornire acqua per l’igiene e la salute

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Il Partner internazionale di questoProgetto è il Rotary Club Milano, ilPartner locale è il Distretto Rota-

riano 3190, che copre una larga par-te dello Stato del Karnataka ed unaparte dell’Andra Pradesh contandocirca 75 Club. Il Progetto ha ottenutoil finanziamento della Rotary Foun-dation con il MG 63394.Il costo complessivo è di $ 37.272 dicui $ 850 dati dal Distretto indiano3190, $ 8.000 dal Distretto italiano2040, $ 200 dai RC indiani Banga-lore West e Bangalore Indira Nagar,$ 12.848 dai RC Milano, Milano Set-timo e Milano Visconteo, mentre laRF contribuirà per $ 15.374.Lo scopo di questo progetto è di spe-rimentare tre sistemi di forniturad’acqua per mezzo di pozzi fotovol-taici connessi ad impianti di irriga-zione a gocce per irrigare piccolicampi sperimentali per coltivazionidi piante da frutto tropicali e cerealida raccolto, situati in tre siti nelloStato indiano del Karnataka.Lo scopo è di fornire l’acqua sia per ibisogni personali individuali sia perla produzione agricola necessaria asfamare una piccola comunità isolatae priva di energia, situata in zonatropicale. Le pompe fotovoltaiche so-no di produzione italiana (Fluxinossrl di Grosseto) e sono alimentate di-rettamente dalla corrente prodottadai pannelli solari. In questo modo siè affrancati dalle reti elettriche di di-stribuzione dell’energia e le necessi-tà di sorveglianza e di manutenzionedell’impianto sono minime. Il sistema di irrigazione a gocce che,a pari produzione agricola, consumalimitatissime quantità di acqua, è diproduzione indiana, mentre la perfo-razione dei pozzi è fatta da un’azien-

Immagini dall’India: in alto, lo striscioneriporta il nome del Rotary Milano e l’iniziativa in corso;qui sopra, un bambino beneficia dell’acqua potabilee nelle pagine seguenti alcune fasi di attuazione del progetto

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da locale. In base ad uno studio fattodall’Università di Viterbo sulle pom-pe Fluxinos, ogni pozzo darà unaquantità di acqua media probabile di3.000 litri al giorno che sarà accu-mulata in un serbatoio da cui verràspillata quella per gli usi giornalieri. La sperimentazione durerà due annie servirà a mettere a punto il sistemacompleto di pompa fotovoltaica concoltivazione a gocce, a valutare l’affi-dabilità del primo e la producibilitàdi alimenti agricoli ottenibili da uncampo campione di 2.000 mq circa. I risultati saranno raccolti in unaspecifica tecnica che servirà a

chiunque voglia installare il suddettosistema in zone tropicali per disseta-re e sfamare piccole comunità agri-cole isolate.Al oggi, maggio 2009, le tre installa-zioni sono state completate e sonooperative in tre scuole site in postiisolati e privi di acqua. In un sitomanca anche il collegamento al-l’energia elettrica, ma questo non èrilevante ai fini della sperimentazio-ne. Infatti, il MG ha come scopo pri-mario la sperimentazione del sistemanel suo insieme e quello della forni-tura di energia elettrica per sollevarel’acqua dai pozzi nei luoghi dove

manca l’alimentazione di rete. Come siti si sono scelti quelli di trescuole, di cui una privata in Magadi,un villaggio a 50 km ad Est di Ban-galore, tenuta da una Fondazione be-nefica locale che va dalle primariealle superiori con circa 300 allievi;una seconda in Pavagada, una citta-dina a 170 km a Nord di Bangalore,è pubblica e si prende cura di circa230 allievi; e la terza è una scuolaorfanatrofio con 250 interni, sostenu-ta da associazioni benefiche e sitanella periferia Sud di Bangalore. Intotale quindi sono serviti 780 fan-ciulli dai 6 ai 18 anni, più gli addettidello staff delle tre scuole per oltre800 individui. Si sono scelte le scuo-le perché gli impianti sono affidati apersone note e tracciabili, mentre gliallievi delle superiori possono prov-vedere alla coltivazione dei campi afavore delle comunità scolastiche e,una volta istruiti, rilevare i parametrinecessari alla sperimentazione(quantità di acqua usata, volume deiraccolti, eccetera). In particolare ilDirettore della scuola di Magadi ildottor Rama Murti, è uno scienziatoappena andato in pensione dal cen-tro spaziale di Bangalore che ha ap-pena messo in orbita un satellite at-torno alla luna. Il suo curriculumscientifico sarà utilissimo nella spe-rimentazione che è appena iniziata eche durerà due anni. Nel sito di Ma-gadi il dottor Murti ha inserito duevarianti al nostro progetto. Una prima prevede l’uso di batterieda caricare con l’energia solarequando l’uso di acqua è limitato, inmodo che quando serve si possapompare anche di notte e nelle gior-nate nuvolose. Negli altri siti questavariante non è stata attuata perché

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Nelle immaginigli impianti installati in India

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si vuole lasciare l’impianto nellasua originale semplicità. Una se-conda variante ha aggiunto fontanecon filtro a sabbia di costruzione in-diana grazie ad un altro MG fattocon un Club americano. In tutti etre i siti le analisi hanno dichiaratol’acqua perfettamente potabile. Intutti i siti sono già installati anche itubi per l’irrigazione a gocce, sonostate fatte le semine di prodotti daraccolto (cereali, legumi) e piantatipiccoli alberi da frutto. In questigiorni, ormai verificata la piena fun-zionalità degli impianti, comincia la

coltivazione sperimentale con irri-gazione a gocce.Per avere a regime la produzionedegli alberi da frutto bisogneràaspettare almeno un anno, per que-sto è necessario da subito il pareredi esperti di alimentazione e di col-tivazioni a gocce che, a fronte di unmix di prodotti agricoli contenentigrassi, proteine e carboidrati, indi-chi i tipi di coltivazioni più adattiper un’alimentazione vegetale equi-librata della comunità studentesca,tenendo conto delle condizioni cli-matiche locali che consentono più

di un raccolto l’anno. È utile segna-lare che la progettazione e l’imple-mentazione di questo servizio è statafatta ad esclusiva cura dei Rotarianidei Rotary Club Milano e BangaloreWest, quindi senza alcun interventodi Organizzazioni Non Governativeesterne, così risparmiando i relativicosti. In questo modo si è potuto de-terminare con buona precisione ilcosto effettivo più probabile per unsingolo impianto, che è risultato deltutto accessibile per chi volesseadottarlo per un analogo servizio ro-tariano. ■

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Il progetto pluriennale di 31 Club del Distretto 2120“Acqua Sana per l’Africa” porta in Africa risanamento ambientale,formazione imprenditoriale,alfabetizzazione, salute

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Da anni il problema-acqua èal centro di dibattiti politici,economici, ambientalisti ed

anche il Rotary ha posto “l’oroblu” fra i propri campi di interes-se e di azione.Il problema acqua può e deve es-sere affrontato secondo due moda-lità di intervento, una di tipoemergenziale che è quella cheprevede la fornitura diretta in cor-so di alluvioni, siccità, ecc. eduna di tipo progettuale che preve-de interventi strutturali tesi a mi-gliorare la qualità di vita delle po-polazioni beneficiarie e il loro svi-luppo umano. Ed è a questa se-conda modalità di intervento cheil Rotary, forte del suo patrimoniodi professionalità qualificate, deveispirarsi.Il progetto “Acqua Sana per l’Afri-ca” è un esempio di interventocomplesso e articolato; avviato nel2004 con uno studio di fattibilitànel villaggio di Lokpo in Benin,sarà concluso nel prossimo mesedi febbraio 2010.L’intervento di risanamento am-bientale è particolarmente com-plesso e difficile in zone umide elacunari della fascia tropicale edequatoriale, come nel caso del vil-laggio di Lokpò in Benin, che du-rante la stagione delle grandipiogge viene sommerso da circa 2metri di acqua. Le palafitte sonocostruite sopraelevate rispetto alpiano campagna e gli spostamentisono consentiti solo a bordo di ca-noe ricavate da un tronco di albe-ro; inoltre non c’è energia elettri-ca. A Lokpo la qualità dell’acqua che

la comunità era costretta ad usareper bere e per alimentarsi era pes-sima, acqua con contenuti di ferrodi 20 milligrammi per litro (100volte superiore al limite della po-tabilità) e con i parametri micro-biologici dell’ordine di migliaia dicolibatteri per 100 millilitri. I ri-sultati erano e sono noti: malfor-mazioni, malattie infettive legateall’acqua, elevata mortalità infan-tile. Il progetto ha operato in varie di-rezioni 1) creare conoscenza ededucazione nella popolazione at-traverso azioni presso le scuole lo-cali, 2) rendere potabile l’acquaper bere e per cucinare con un im-pianto centralizzato di potabilizza-zione, 3) rendere l’acqua potabilefacilmente fruibile mediante la co-struzione di un acquedotto e settefontane pubbliche lungo i due kmdi estensione del villaggio, 4) co-struire latrine pubbliche, la cuimancanza produce il fortissimo in-quinamento microbiologico, 5) co-struire semplici, ma funzionali im-pianti di depurazione, collettare leacque depurate e scaricarle a val-

le del villaggio e utilizzarle insub-irrigazione, 6) coinvolgere ilvicino Ospedale “La Croix” e di-spensari del territorio nella pre-venzione e cura delle malattie le-gate all’uso di acqua non potabile,mediante la fornitura di strumentie corsi di formazione per gli ope-ratori, 7) coinvolgere le impreselocali per la realizzazione degliimpianti previsti, anche al fine distimolare attività imprenditorialinel settore della tutela dell’am-biente e del trattamento delle ac-que, 8) coinvolgere le autorità lo-cali che hanno fornito gratuita-mente i suoli su cui sono stati in-stallati gli impianti di potabilizza-zione, di depurazione delle acquereflue e le latrine; inoltre esse sisono impegnate a sostenere i costidi esercizio degli impianti per glianni a venire. A tale scopo è statafirmata una convenzione tra: Co-mune di So-Ava, RC Cotonou Ma-rina e Ospedale La Croix di Zin-viè.Siamo partiti inizialmente con larete di distribuzione dell’acqua dipozzo, con l’acquedotto che forni-

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Nelle immagini,l’inaugurazione dell’acquedotto

di acqua potabile,cui hanno partecipato

i Rotariani del Distretto

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sce acqua a 7 fontane pubblichedislocate lungo l’intero villaggioper circa 1,7 Km. (Matching Grant60610) nel 2007.Nel 2008 abbiamo terminato larealizzazione dell’impianto di po-tabilizzazione (Matching Grant61069 e contributo della ditta SE-RECO di Noci). Lo schema diprincipio dell’impianto realizzatoè il seguente: occorre eliminaredall’acqua il ferro e i componenti

biologici patogeni. Si utilizzano:un reattore di ossidazione conaria, seguito da una disinfezioneprimaria con cloro, un filtro a sab-bia per rimuovere il ferro ed i bat-teri, un successivo filtro a Carbo-ne attivo per rimuovere il cloro ineccesso ed i composti organici re-sidui. L’ultimo stadio è compostoda un’unità di disinfezione finale,per mantenere un’azione batterio-statica nella rete di distribuzione

dell’acqua. Tramite questo trenodi trattamenti l’acqua acquista tut-ti i requisiti di potabilità secondole normative dell’Unione Europea.L’acqua potabile così trattata èquindi inviata a 3 serbatoi di stoc-caggio, per un totale di 33 metricubi.La potenzialità massima del pota-bilizzatore è di 240.000 litri di ac-qua potabile al giorno, sufficientea soddisfare il fabbisogno idropo-tabile del villaggio di Lokpo per iprossimi 20 anni di sviluppo. Tre giovani tecnici locali, cui è af-fidata la conduzione dell’impianto,sono stati formati in loco e me-diante stage effettuati in Italiapresso imprese del settore di pro-prietà di rotariani. All’Ospedale “La Croix” e ai di-spensari di zona sono stati donatiapparecchi e i medici rotarianihanno realizzato corsi di formazio-ne per medici e infermieri.In questo anno sono state avviatele attività previste dalla sovven-zione 3H: innanzitutto installare 7latrine sanitarie pubbliche, per untotale di 28 servizi igienici (14 pergli uomini e 14 per le donne). Le latrine sono fornite di acquacorrente. Le acque reflue delle la-trine saranno inviate per gravità atrattamenti anaerobici. Le acquepurificate, per gravità, sarannoscaricate nel fiume.I fanghi stabilizzati dei depuratori,una volta all’anno e durante la sta-gione secca, saranno stabilizzati eriutilizzati direttamente sul postocome concime naturale in agricol-tura. Grazie alla disponibilità diacqua potabile e delle infrastrut-

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ture sanitarie, i risultati stimatisaranno un netto miglioramentodelle condizioni sanitarie della co-munità locale. Sarà realizzataun’azione di informazione sullanecessità di utilizzarle queste in-frastrutture, mediante la distribu-zione ai bambini nelle scuole dimateriale informativo igienico sa-nitario adeguato. Allo scopo di va-lutare i benefici sulla salute dellapopolazione, è già in corsoun’azione di monitoraggio sullamortalità e sulle malattie degliabitanti di Lokpo, prima ed al ter-mine del progetto, con la preziosacollaborazione dell’ospedale “LaCroix” di Zinvié e del Centro Me-dico di So-Ava. Quanto realizzato, inoltre, andràad incidere positivamente sullosviluppo delle imprese locali nelleinfrastrutture e nei servizi del set-tore dell’acqua sanitaria. Noi delRotary infatti non solo forniamo leinfrastrutture alla comunità, maformiamo i tecnici per la loro co-struzione, manutenzione e condu-zione.Verrà infatti organizzato un corsodi formazione avanzata sugliaspetti dei trattamenti delle ac-que, dell’ingegneria dell’ambientenaturale e delle scienze umane, acura di professori delle Universitàitaliane e di professionisti espertinel settore.L’ultimo obiettivo del progetto saràil miglioramento della qualitàdell’ambiente naturale in prossi-mità del villaggio di Lokpo, me-diante uno studio chimico e biolo-gico dell’acqua e dei sedimenti edelle comunità acquatiche del fiu-

me SO prima e dopo la fine delprogetto, con la cooperazione delGoverno beninese, delle autorità edelle Università locali. Il progettosi è avvalso del prezioso contribu-to di decine di professionisti rota-riani e di numerosi volontari delRotary (dall’agosto del 2004 adoggi sono state effettuate 10 mis-sioni in Benin di cui 6 sponsoriz-zate da VSG). Determinante è stato il contributoeconomico fornito da ben 31 Clubdel Distretto 2120 e il contributologistico prestato dal RC CotonouMarina del Distretto 9100. Il costodi tutte le infrastrutture igienico-sanitarie installate nel villaggio èdell’ordine di circa 450.000 euro.Il contributo della Fondazione Ro-tary è stato di circa il 60% del co-sto totale. Il restante 40% è statofornito dai Rotary Club del Di-stretto 2120 Italia e di CotonouMarina, oltre, naturalmente, cheda contributi volontari. Questa realizzazione ha avviato unprocesso virtuoso che, partendodalla fornitura di acqua potabile,incide non solo sulla sanità e lasalute, ma anche sull’educazione esulla cultura e, quindi, sulla cre-scita socio-economica della interacomunità. La Municipalità di So-Ava si è as-sunta la responsabilità finanziariaed amministrativa del progetto,garantirà la gestione, la manuten-zione ed i costi di esercizio delleinstallazioni, in accordo con laConvenzione firmata nel Settem-bre 2006.Infine, durante la missione effet-tuata nello scorso mese di marzo,

la municipalità di So-Ava, nellacui amministrazione ricade il vil-laggio i Lokpo, ha presentato airotariani del Distretto 2120 seiprogetti preparati dalla popolazio-ne di concerto con i tecnici delComune.Sono progetti completi: studio delterritorio, analisi dei bisogni, tem-pistica dell’intervento, misuratoridei risultati attesi, budget, contri-buto economico e operativo dellapopolazione. Il vero scopo delleazioni di servizio rotariano è quel-lo di creare nelle popolazioni be-neficiarie la consapevolezza deipropri bisogni e la capacità di rea-lizzare proposte di soluzioni alleloro necessità. Dopo cinque annidi lavoro, oggi possiamo dire conorgoglio di esserci riusciti, abbia-mo creato quel background dicompetenze che sarà il motore disviluppo del territorio.Con questi sei progetti gli abitantidei villaggi lacunari del Benin cihanno dimostrato che oggi sono ingrado di identificare i loro bisogni,di sedersi attorno a un tavolo perprogettare il loro futuro, di chiede-re con una dignità sempre più si-cura la nostra collaborazione.Questo è molto più di un grazieper il lavoro che abbiamo svolto inquesti anni.E’ il riscontro di una azione intra-presa e condotta secondo gli idealidel servizio rotariano: mettere adisposizione del Rotary e delle po-polazioni bisognose le proprie pro-fessionalità al fine di creare com-petenze, conoscenze, sviluppoumano. ■

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1Una foto, un progetto... sull’acquaViaggio tra i progetti dei Rotary Club in Italia

RC della LomellinaIl Rotary Club della Lomellina (Distretto 2050) ha programmato un’iniziativa informativa/formativaper richiamare l’attenzione dei ragazzi sulle problematiche ambientali con particolare riferimento altema dell’acqua. Si tratta di un vero e proprio “calendario dell’acqua” illustrato e ben argomentatocon tutti i motivi per i quali l’acqua ricopre un ruolo cardine per la sopravvivenza: si parte con Gen-naio che parla di come “assicurare l’acqua significhi garantire la vita”, poi si passa a Febbraio che laconsidera una “risorsa non infinita”, mentre Marzo affronta il tema dell’ “energia idroelettrica”, adAprile ci si chiede se sia meglio “l’acqua di rubinetto o l’acqua minerale?”, Maggio illustra “l’acquae l’arte”, Giugno spiega “i fontanili della Lomellina” e Luglio “i corsi d’acqua e l’agricoltura”, Ago-sto tratta di “acqua termale e medicina” e Settembre di “vie dell’acqua”, a Ottobre si parla di “depu-razione delle acque” e a Novembre di “acqua nelle religioni”, per finire con Dicembre che mostra“l’acqua in parole e immagini”. A ogni mese del calendario corrisponde un approfondimento su in-ternet del tema trattato nel mese; i contatti sul sito sono stati circa 10.000. L‘iniziativa “Acqua eAmbiente” è stata presentata ai presidi delle scuole medie inferiori e superiori e ai giornali locali,dopodiché si è provveduto alla distribuzione nelle scuole del territorio dei calendari. Partner dell’ini-ziativa, insieme al RC della Lomellina, sono stati il Rotaract Club Vigevano Lomellina e l’AERA.

Marino Casella tel. 339.3611210 - [email protected]

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Il progetto “Un pozzo per la vita”promosso dai Rotary Club Crema,Cremasco San Marco e Soncino(Distretto 2050), con la collabora-zione del RC Central Mella diAdis Abeba, ha portato alla realiz-zazione di un pozzo non artesianonel villaggio etiope di Darghe nel-la regione del Guraghe. Con unapopolazione stimata intorno a1.770.110 di persone questa re-gione è situata a 155 km a Sud Estdi Addis Abeba. I mezzi di sussi-stenza della comunità nell’area so-no basati sulla tradizionale agri-coltura di sostentamento. Enset(falsa banana) è il principale ciboraccolto. I maggiori servizi di in-frastruttura come rifornimento diacqua potabile, servizi per la salu-te, elettricità e sviluppo della co-municazione sono insufficienti se

paragonati alla popolazione cre-scente. Il progetto ha visto la par-tecipazione attiva del RotaractTerre Cremasche e dell’InnerWheel di Crema e grazie alla col-laborazione tra i Club italiani equello di Adis Abeba è stato pos-sibile avviare un matching grant eaccedere ai contributi del Distret-to 2050 e a quelli della RotaryFoundation. Il pozzo va a benefi-cio di una comunità costituita nel1984 da gruppi etnici sradicati dalGoverno dalla loro terra natìa. Es-so serve circa 4mila persone e ali-menta due condotte: una che portaacqua alla locale scuola, e l’altraall’ospedale (se così si può defini-re una struttura che dipende, perl’acqua, dalle taniche…). L’inter-vento del Rotary si è svolto in col-laborazione con il Centro Aiuti

all’Etiopia (CAE) onlus. Tra i suoiobiettivi, questa associazione ha laprogettazione e la costruzione dipozzi: ne ha già realizzati dodici inaltrettanti villaggi.

Alberto Marchesi tel. [email protected]

RC Crema,Cremasco San Marcoe Soncino

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RC Salòe Desenzanodel Garda

4Il rapporto tra il territorio mantovano e l’acqua è inscindibile vista laforte simbiosi del passato tra la popolazione e lo sfruttamento dellerisorse idriche del luogo. A questo proposito, sensibile e attento co-noscitore e sostenitore delle tematiche ambientali del proprio territo-rio, il Rotary Club Andes di Virgilio - Curtatone (Distretto 2050), hafinanziato borse di studio volte alla ricerca sul “rapporto tra mestierie luoghi di lavoro sviluppatisi sui fiumi e corsi d´acqua mantovani”.L’iniziativa, portata avanti dal Rotary locale e destinata agli studentidella Facoltà di Architettura del Politecnico della sede di Mantova,ha sensibilizzato l’opinione pubblica su come il fiume Mincio e i la-ghi siano stati nei secoli profondamente legati allo sviluppo indu-striale ed economico della provincia, ai mulini, alle fornaci che uti-

lizzavano il fango proveniente dal fiume perla costruzione di laterizi, alle imprese di rac-colta e trattamento del riso e ai folli, ossia lecartiere. Da questo interesse né è nato un vo-lume, “Architettura e Acqua”, realizzato daGiulio Girondi, uno degli studenti universita-ri beneficiari della borsa di studio, con la col-laborazione di Daniele Spazzini.

Doretta Bardini Beduschi tel. [email protected]

3 RC Andes di VirgilioCurtatone

Il Garda sarà il primo lago italiano a esseredotato di una rete di sicurezza di 22 fari,grazie a un progetto studiato dal Rotary Clubdi Salò e Desenzano del Garda (Distretto2050). I Comuni interessati dall'installazio-ne delle luci di sicurezza sono Torbole, Li-mone, Malcesine, Tremosine, Tignale, Gar-gnano, Brenzone, Toscolano, Torri del Bena-co, San Felice, Garda, Bardolino, Moniga,Lazise, Sirmione, Desenzano, Peschiera eManerba. Il sistema, già utilizzato in alcunilaghi stranieri, è semplicissimo: luci direzio-nali, attivate da un sistema informatico col-legato a una stazione meteo che le aziona,annunciano la burrasca e in caso di avversi-tà le rotazioni dei fari aumentano dando cosìl’allarme anche ai gruppi di salvataggio a ri-va e alle forze dell'ordine. Il primo dei 22segnali luminosi è stato posizionato a Ma-nerba, in cima alla Rocca. Il progetto perl'intero lago prevede una spesa di circa 500mila euro, con i contributi delle tre Provincecoinvolte e delle Regioni Lombardia e Vene-to; le spese saranno poi da suddividere tra iventidue comuni interessati.

Alessandro Gaoso - tel. [email protected]

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FELLOWSHIP

Buon ventoper la fellowshipdel mareDalla Scozia alla Sicilia eventi diversi per gli amanti della navigazione

Luigi Falanga

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ROTARY | REPORT

POST CONVENTION CRUISE

La Crociera è stata organizzata dal-la Fellowship del mare all’indoma-ni della cerimonia di chiusura del-la Convention annuale del Rotary L’appuntamento per tutti gli Iforia-ni giunti a Birmingham da tutto ilmondo per la Convention 2009 eraalle 9 del mattino del 25 giugnoscorso, proprio all’indomani dellafine dei lavori congressuali alNEC. Due autobus ci hanno per-messo di raggiungere comodamentela costa occidentale della Scozia, alKip Marina, sul fiume Clyde, a cir-ca 30 miglia ad ovest di Glasgow,dove ad attenderci c’erano una cin-quantina di marinai rotariani delluogo animati da una grande vogliadi fare accoglienza che ci hannoospitato in una dozzina di barche avela dai 35 ai 50 piedi. L’acco-glienza è stata da favola, l’organiz-zazione perfetta! Nulla è stato la-sciato al caso. Ognuno di noi ha ri-cevuto una borsa con dentro dei

prodotti tipici, un sacco a pelo edun cartellino che ci consentiva difarci riconoscere dagli altri crocie-risti. Un brindisi naturalmente condel whisky scozzese ed una riccacena presso il ristorante del portocome per magia ci hanno permessodi familiarizzare subito con tutti gliequipaggi provenienti da ogni an-golo della terra: Nova Zelanda, Au-stralia, USA, Canada, Argentina,Svizzera, Turchia, solo per citarnealcuni. Il guidone della fellowshippiù antica del mondo sventolava sututte le barche ormeggiate nel ma-rina insieme a quello della Scozia edell’Internazional Board dell’IYFR.La particolarità dell’evento facevacrescere in tutti noi l’orgoglio di farparte di questa grande famiglia dimarinai rotariani. La crociera è du-rata quattro giorni e si è conclusaal meglio delle più ottimisticheprevisioni grazie al bel tempo e so-prattutto all’entusiasmo di tutti ipartecipanti.

SOLO A VELA

Si è conclusa con la vittoria di unequipaggio di giovani catanesi ca-pitanata da Diego Falanga la I edi-zione della regata velica organizza-ta dall’IYFR la fellowship rotaria-na del mare.L’organizzazione che ha voluto de-nominarsi Insieme per la Solidarie-tà, ha messo a disposizione diretta-mente a Trapani n. 6 barche (ZIP25) che hanno ospitato 5 regatantiper ognuna.E’ stata un'occasione per stare in-sieme senza esasperare l'aspettoagonistico ed un’opportunità permanifestare la nostra solidarietàattraverso la Rotary Fountation.Sono proprio queste le ragioni chehanno spinto il Trapani Squadrondella Sicly Fleet dell’InternationalYachting Fellowship of Rotarians(IYFR), il Rotary Club di Trapani,l’Associazione Match Race, il Tra-pani Yacting Club e la Lega NavaleItaliana di Trapani ad organizzare

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L’International Yachting Fellowship of RotariansNel 1947 Jon Barrett, un Rotariano del Club di Birixton, Londra, pensò di riunire un gruppo di rotariani del suo Club e di quelli con-finanti appassionati di mare e di barche, e di formare una sorta di Yachting Club, con un gagliardetto che recasse l’emblema del Rota-ry. Con Stanley Leverton, allora governatore del Distretto londinese prepararò lo Statuto dello “Yachting Fellowship of Rotarian”, loYFR il cui spirito si adegua perfettamente a quello di un qualunque rispettabile Yachting Club inglese, con Commodori, blazer con lostemma sul taschino, gagliardetti sulle barche, passeggiate in barca … e lunghi brindisi. Lo Yachting Fellowship ebbe gran successo,diffondendosi in breve in tutta la Gran Bretagna e nei paesi di lingua inglese, al punto che nel 1953 il Rotary International accettò esaggiamente codificò l’idea di Fellowship, in altre parole di un gruppo di rotariani con una passione in comune, che si riunissero libe-ramente al di fuori dei propri Club. Nel 1956 fu eletto il primo Commodoro Internazionale non britannico, Bob Stuart, di Chicago, edil nome dell’associazione, fu mutato in “The Intenational Yachting Fellowship of Rotarian”, l’attuale IYFR. All’IYFR aderiscono oggioltre 3.500 rotariani, che con un neologismo si autodefiniscono iyforians, reso in italiano con iyforiani. Tutti gli iyforiani dipendonol’International Bridge, composto da un Commodoro Internazionale, da un Vice-Commodoro Internazionale e quattro Contro-Commodo-ri Internazionali. A livello diatamente inferiore vengono i Contro-Commodori Internazionali Regionali, che hanno la giurisdizione del-le singole Regioni, normalmente coincidenti con Stati o altre unità geografiche. Si arriva infine alle Flotte, attualmente nel numero di85. Nelle Flotte si riuniscono i rotariani di una regione o di un’intera nazione, a seconda dei casi e del numero. La Flotta è “capitana-ta” dagli Ufficiali della Flotta, comprendenti un Commodoro, un Vice Commodoro, un Contro Commodoro, un Onorevole Segretario,un Onorevole Tesoriere ed eventuali altri Ufficiali con cariche particolari che si stimassero necessarie. Ogni Flotta deve riunirsi uffi-cialmente almeno due volte l’anno ed in queste occasioni il Regolamento specificatamente incoraggia i Soci ad indossare un abbiglia-mento nautico (blazer, maglioni con l’emblema della flotta, etc.). Ogni flotta è poi libera di concentrare il suo impegno ed il suo inte-resse per la nautica nella forma che più ritiene opportuna (regate,crociere, convegni, riunioni informali, manifestazioni di propaganda,azioni di protezione ecologica, etc.). Info: www.iyfr.it

questa regata inserita nel calenda-rio FIV di giugno.Senza ricorrere ai gradi numeriche hanno caratterizzato i TrapaniLouis Vuitton Cup ci appare legit-timo affermare che il mare di que-

sto angolo della Sicilia ha pochieguali e deve essere tenuto in al-tissima considerazione per ospitareeventi di altissimo spessore. Tra-pani è stata infatti apprezzata daimportanti figure istituzionali del

mondo della Vela e da noti giorna-listi. Nulla nasce per caso ed in-tanto, proprio per cavalcare l'ondalunga delle emozioni, della estre-ma positività con la quale il capo-luogo siciliano ha partecipato al

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ROTARY | REPORT

grande evento velico internaziona-le che ha regalato regate indimen-ticabili, è stata organizzato l’eventorotariano che ha premiato i giovanivincitori (Diego Falanga, Cesaredell'Aria, Stefano Greco, LucaPennisi, Riccardo Caponera - in-sieme nella foto a lato) con unacoppa Challenger. La sfida infatticontinua, anzi gli appetiti sonocresciuti anche e soprattutto inambito internazionale.L’appuntamento è dunque per ilprossimo anno: l’equipaggio cata-nese dovrà difendere con grandetenacia il titolo se vuole continuarea conservare la Coppa! ■

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Ferrari 330 Gtc del 1968, oltre aduna splendida Willys del 1945 contanto di armamento riprodotto inogni minimo particolare ed una RollsRoyce Silver Spirit. Non è mancatauna folta rappresentanza di Porscheclassiche, insieme ad una stupefa-cente Gt3 Rs di 415 cavalli più re-cente. Il lungo serpentone ha attra-versato nella giornata di sabato ilcentro storico di Montepulcianoscortato da una staffetta della poliziamunicipale, mentre la domenica si èinoltrato tralesinuose e selvagge col-line toscane dell'estremo lembo del-la provincia di Siena. La sera del sa-bato ha, inoltre, avuto luogo la serataconviviale Interclub allietata da mu-sica anni '60 e nella quale sono statepremiate le auto più interessanti; lasperanza di tutti è quella di replicarel'anno prossimo, magari coinvolgen-do ancora più Club. ■

Palazzo Dal Savio a Fabro

Auto d’epoca e da collezioneReseconto del raduno di Rotariani con auto d’epoca e da collezione

Patrizio Angelini

La Antique, Classic and Historic Automobile World FellowshipLa Fellowship fu fondata nel 1988 da Brian Henry del Rotary Club of Wagga Wagga in Australia sotto il nome di "Rotary Retro AutomobileFellowship" (RRAF). In seguito a ottimi riscontri nel mondo e dopo aver ricevuto una buona risposta da parte di Nuova Zelanda e Stati Uni-ti, qualche anni più tardi Brian Henry incontrò Roger Guinet del Rotary Club di Cap d'Agde, Francia, alla International Rotary Convention.ll contributo di Roger portò a una diffusione della Fellowship in Europa. Dopo circa 10 anni istituì la RRAF in Europa nella funzione di or-gano coordinatore della Fellowship internazionale. A causa di problemi di salute dei due leader iniziali (Henry e Guinet) e della sempremaggiore popolarità di Club di auto d’epoca esterni al Rotary, l’entusiasmo originario per la RRAF diminuì e gradualmente anche il numerodi paesi sostenitori. Entro il 2000 molte organizzazioni locali della RRAF hanno cessato la maggior parte delle attività, tranne in Gran Breta-gna, Irlanda, Svizzera e Paesi Bassi. Nel 2001 Brian Henry, nonostante i suoi problemi di salute, si diede da fare per riportare in auge la Fel-lowship. In quel periodo, in accordo con il Rotary International, il nome della Fellowship era cambiato affinché rispecchiasse meglio la suanatura in Antique, Classic & Historic Automobile Fellowship of Rotarians. Nel 2003 il nuovo Presidente Maurice Elzas assume l’incarico diPresidente internazionale, ottenendo interesse da quasi tutto il mondo. Per celebrare la “rinascita” e commemorare il primissimo raduno (nel1894), si organizzò un evento in Francia nel 2004 a cui hanno partecipato 25 equipaggi di 4 nazioni diverse. In quell’occasione si tenne unaAssemblea Generale e la struttura e il nome cambiarono in: Antique, Classic & Historic Automobile World Fellowship of Rotarians. Oggi laAntique, Classic and Historic Automobile World Fellowship of Rotarians (ACHAFR) è un’associazione internazionale di Rotariani che si de-dicano a promuovere la conservazione e l’utilizzo delle auto antiche, classiche e d’epoca come opportunità di Fellowship e servizio.Info: www.achafr.eu

Si è svolto il 9 e 10 maggio 2009il raduno di rotariani in autod'epoca organizzato dal RC

Chianciano-Chiusi-Montepul-ciano,attraverso la Val d'Orcia e lungo lestrade della Mille Miglia e che ha vi-sto la partecipazione di circa 37equipaggi provenienti da 22 diffe-

renti Club di 5 Distretti diversi: intal senso lo si può definire il 1° Ra-duno Nazionale. Molto significativaanche la partecipazione di auto dinotevole interesse storico, come unaLanciaAstura Cabriolet Pinifarinadel 1938, una Lancia Aurelia B20del 1954, una Mga del 1961 ed una

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ROTARY | REPORT

Rotariani verso MontrealDisponibili on-line i moduli di registrazione alla Convention 101 del RI, a condizioni particolari

Straordinariamente eclettica emulticulturale, Montreal è lacittà selezionata per ospitare la

Convention 101 del Rotary Interna-tional. Ricca di spunti , centro ne-vralgico del Canada cui convergonole nuove tendenze di tutto il mondo,proprio per la sua spiccata natura in-ternazionale, la città si prepara a ri-cevere circa 17.000 Rotariani, acco-gliendoli in strutture all’avanguardia,come negli angoli dal fascino retròche la caratterizzano. Come è ormaitradizione da alcuni anni, le preiscri-zioni alla Convention sono aperte sindai giorni di Birmingham, dove allostand di promozione sono state regi-strate centinaia di sottoscrizioni edove il Comitato Organizzatore hafornito ottimi stimoli nelle presenta-zione ufficiale. La modulistica per laregistrazione, così come molti detta-gli relativi all’ospitalità alberghierasono dunque già disponibili on-linesul sito www.rotary.org/convention eriportano anche i termini per iscri-versi usufruendo di agevolazioni se-condo la logica delle prenotazionianticipate a minor costo, e - un ca-lendario indicativo di eventi e mani-festazioni collaterali rispetto al pro-gramma dei lavori congressuali, co-me sempre momenti di grande arric-chimento e di convivialità rotariana.La partecipazione alla Conventiondel Rotary è un’esperienza di grandevalore, a ogni occasione diverso eunico. Montreal è uina città dove iRotariani potranno sentirsi a casa,per lo spirito aperto e solare dei suoicittadini, per la vivibilità e la tran-quillità di ogni luogo, per i preparati-vi già in corso, seguiti con orgoglioanche dal sindaco Gerald Tremlay,Socio Onorario del RC di Montreal. ■

La Fellowship dei Convention GoersC’è anche la Fellowship internazionale dei Rotariani che vanno alla Convention - inuna traduzione forse poco elegante, ma che rende perfettamente l’idea - un gruppo or-ganizzato di Rotariani che si dedicano alla promozione della Convention in tutto ilmondo e che poi, naturalmente, non mancano all’appuntamento annuale. Sono sosteni-tori dell’idea che nulla come la Convention Internazionale costituisca l’opportunità perfavorire l’amicizia e la comprensione internazionale. I membri della Fellowship riten-gono che ogni Rotariano dovrebbe fare quanto possibile per partecipare al grandemeeting annuale, anche per comprendere meglio le dinamiche che muovono l’azionerotariana, nella sua dimensione internazionale, favorendo alleanze e possibilità di svi-luppo progettuale. E’ alla Convention che trovano risposta molte curiosità, che la pro-pria professionalità può essere messa al servizio di altri Rotariani in cerca di collabo-razione, che si possono apprezzare gli comportamenti etici condivisi da rappresentantidi popoli talvolta molto lontani per tradizioni e cultura. Ed è sempre in questa circo-stanza che, negli stand della House of Friendship dove si susseguono presentazioni diprogetti e idee, possono svilupparsi nuove intenzioni, un senso condiviso di pace e fra-tellanza, l’ideale del servire rotariano. La Fellowship incoraggia l’iscrizione di tutti iRotariani che abbiano partecipato ad almeno una Convention, senza farne però condi-zione essenziale, purchè si manifesti l’intenzione di partecipare. Quest’anno la Fellow-ship sta lavorando a Montreal 2010 con il Comitato Promotore Rotariano e con il Co-mitato per l’Ospitalità. Info: www.conventiongoers.org

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40 anni di Cura del Corpo e del Relax

L’Hotel President, progettato, costruito, e gestito dalla famiglia Sabbion dal 1968, sorge nel cuore di Abano Ter-me. Angoli ricchi di stile, eleganti ma soprattutto confor-tevoli, che invitano al relax e promettono quella privacy necessaria per godersi la vacanza attimo dopo attimo.La cura dei particolari, tanto nel servizio quanto nella cura degli ambienti, è finalizzato a far sì che l’Ospite si trovi sempre al centro delle attenzioni di persone e spa-zi: ed è proprio quest’attenzione che diventa il fattore che accomuna, in straordinaria armonia, il lusso classico

della hall, della sala ristorante e delle camere, con quello delle scelte più innovative del Centro Benessere.L’esperienza decennale nelle cure termali, estetiche e riabilitative ha permesso la formazione di un team altamente specializzato in tutte le discipline tradizionali ed all’avanguardia per programmare, già prima dell’arrivo in Hotel, il Vostro soggiorno in ogni dettaglio. Piscine termali coperta e scoperte comunicanti, idromassaggi e giochi d’ac-qua, palestra attrezzata Technogym, grotta ai vapori termali con aromaterapia ed ampie zone relax, dotate di ogni comfort.

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Nuovi ingressi nella compaginedei Presidenti dei CIP riunitia Roma per il consueto in-

contro annuale: occasione per cono-scersi e fare “rete”; per informare,aggiornare; per guardare in “casa” e“fuori”; per pianificare il lavoro, persapere su quali risorse contare. Maanche occasione per condividere leesperienze appena concluse valutan-done sia gli aspetti positivi che quellimigliorabili.Si è discusso dell’inquadramento isti-tuzionale dei Comitati InterPaese, de-gli orientamenti del Rotary Interna-tional in materia di organizzazione,funzionamento, progresso dei CIP,non esclusa, naturalmente, la realtàoperativa, italiana e non. I Presidentihanno inoltre lavorato sulle prospetti-ve e sulle opportunità non tralascian-do di soffermarsi sul tema della co-municazione. Sarà importante tuttociò che sarà sviluppato nel team per

ROTARY | NOTIZIE ITALIA

DISTRETTO I PRESIDENTI PAESE E-MAIL2090 Gabriele Franciosi Algeria [email protected] Alberto Cristanelli Austria-Germania [email protected] Giorgio Bruno Rossi Benelux [email protected] Claudio Marcello Rossi Brasile [email protected] Claudio Spalvieri Grecia [email protected] Arturo Giorgio Partisani Israele [email protected] Franco Ferrazzano Marocco [email protected] Carmelo Covuccia Portogallo [email protected] Alvise Farina Romania [email protected] Leonardo De Angelis Russia [email protected] Vito Scarola Spagna [email protected] Luigi Apuzzo Svizzera [email protected] Domenico Leonardo Cacioppo Tunisia [email protected]

Maccagnone di Granatelli2050 Alberto Camuri Turchia [email protected]

A Roma riuniti i CIPL’incontro annuale dei Presidenti si è tenuto nel luglio scorso

Gianni Jandolo

L’appuntamento di ottobre

I CIP e la PaceUn grande incontro inter-nazionale è previsto a Tu-nisi - Distretto 9010 - il 23

e 24 Ottobre prossimi: “I Comitati Inter-Paese e la Cultura della Pace” un’ulterio-re occasione di confronto sui temi ogget-to della missione del movimento: la pacee le strategie per promuoverla, assicu-rarla, mantenerla, specie in un continen-te come quello africano. Sarà testimo-nianza importante parteciparvi e porta-re il contributo della propria esperienzae sensibilità; occasione di confronto maanche di espressione dell’interesse permaturare legami con società diverse dal-la nostra. Segreteria CIP: Marco [email protected] opp. Lassaad [email protected]

I Rotariani Luigi Apuzzo e Alberto Camuri; Claudio Spalvieri; Luigi Apuzzo; Vito Scarola

creare le condizioni per lo sviluppo eil mantenimento di legami stabili,produttivi e profondi con società di-verse e distanti, contribuendo allacreazione di una potente rete di si-nergie e di rapporti internazionali,forti e solidali, che promuovano co-stantemente la pace.Nell’incontro è stato inoltre sottoli-neato come la maturazione dei rap-porti all’interno dell’Europa Occiden-tale spinge ad una maggiore attenzio-ne anzi ad un maggiore impegno ver-so i Paesi dell’Est e del Sud piuttostoche a quelli del Nord e dell’Ovest.Semmai questi ultimi potranno tra diloro collaborare per stringere legamipiù qualificati, stimolando i Club ge-mellati, all’adozione di progetti diservizio che migliorino efficacementela qualità intrinseca dei rapporti equella della qualità della vita dellesocietà più lontane e dai profili com-plessi. Queste osservazioni hanno

portato a revisioni strutturali non soloall’estero. Da noi, tra l’altro, alcunenovità organizzative come la con-fluenza del CIP Italia Austria inquello Italia-Germania, ora presiedu-to da Alberto Cristanelli (Distretto2060) e l’affidamento a tre DelegatiInterPaese della responsabilità per lanormale amministrazione dei rapporticon la Francia e per lo studio dellepiù opportune iniziative che possanofacilitare l’eventuale riapertura a pie-no titolo del relativo Comitato. Listedi Componenti e Delegati InterPaese,su www.cipitalia.org opp. Marco Savi-ni [email protected].

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| ROTARY

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CIP Italia Russia

3° Multi-ClubWorkshop

Riga, 3-7 settembre 2009

A poco più di tre mesidall’Assemblea del CIPItalia-Russia a Grosse-

to, i Rotariani italiani e russi si in-contrano nuovamente a Riga, inLettonia. L’occasione di questo nuo-vo appuntamento è il 3° Multi-ClubWorkshop, un evento che riunisceuna volta all’anno i Rotariani di va-ri paesi per promuovere la realiz-zazione di progetti umanitari e pertrascorrere allegramente qualchegiorno in amicizia.I precedenti seminari di Stoccolmanel 2007 e di Bari nel 2008 hannopermesso la realizzazione di 3 pro-getti a favore di bambini in Ucrai-na, Russia e Colombia. Al semina-rio di Riga, fra gli oltre 50 parteci-panti provenienti da 8 paesi euro-pei (24 Club), ci saranno 17 Rota-riani e famigliari in rappresentanzadi sette Club italiani (Bari, Franca-villa Fontana-Alto Salento, Manfre-donia, Ostuni Valle d’Itria-RosaMarina, Ravenna, S. Giovanni Ro-tondo, Vesuvio Sud-Costa del Sole)e 9 Rotariani e famigliari rappre-sentanti di 4 Club russi (Moscow In-ternational, Moscow Rossica, Ro-stov-sul-Don, San Pietroburgo). ARiga alcuni Club presenteranno di-versi progetti umanitari che inten-dono realizzare assieme agli altriClub presenti al seminario.I Club russi presenteranno tre pro-getti. Info: Leonardo de Angelis,[email protected]

“Particolarmente stimolante, utile, interessante”, così Antonio Goncalves-Afon-so, portoghese, Assistente del Coordinatore Regionale della Fondazione per i Di-stretti 1960 e 1970 (Portogallo), ha sinteticamente definito l’incontro di Zurigoorganizzato per la formazione del team, per l’esame dei risultati dello scorso annorotariano, per la fissazione degli obiettivi e delle generali strategie di lavoro. Alsaluto di Jurg Kobler responsabile dell’Ufficio Europa Africa, è seguita la pre-sentazione dei servizi assicurati ai Club ed ai Distretti (Ulpia Phillips) e del sup-porto sui temi della Fondazione (Marco Nicosia). La giornata si è articolata sullacomprensione dei ruoli di ciascuno nell’ambito del Team, a sostegno delle attivi-tà dei Club e dei Distretti e delle Commissioni Distrettuali della Fondazione, perpoi focalizzarsi sulle esigenze dei Distretti Pilota e sulla necessità di provvedererapidamente alla creazione, per tutti, di un “palinsesto”, di una struttura “tipo”dei seminari distrettuali sulla Fondazione, perché la sintonia e la sinergia tra Di-stretti, salva la loro piena autonomia, aiuti concretamente a massimizzare i risul-tati. Non è possibile affrontare qui, ora, in questo spazio, i temi della visione fu-tura, dell’esperienza dei Distretti Pilota, delle indicazioni per ben predisporsi eprepararsi ai grandi cambiamenti richiesti, delle inevitabili difficoltà che posso-no sorgere nell’apportare modifiche al motore mentre la macchina è in corsa,dell’impegno necessario per conseguire gli obiettivi che ci siamo ripromessi; saràcompito di questo Teame del suoi Coordinatoreda queste pagine ed an-che ovviamente nellesessioni di formazionedelle forze distrettuali,di contribuire al miglio-ramento delle capacitàcomplessive del Rotarydi espletare la sua mis-sione. Gianni [email protected]

Un vero teamA Zurigo l’incontro di formazione sulla Fondazione

Gianni Jandolo

Il Team Regionale1 Area Regionale: Zone 12, 13B e 19 (parte)15 Distretti: Italia (10) , Spagna (3) e Portogallo (2) 1 Coordinatore Regionale: Gianni Jandolo1 Team, 6 componenti:Guido Parlato, PDG 2100 (ARRFC)Carlo Vailati Riboni, PDG 2050 (ARRFC)Arturo Estebanez-Garcia, PDG XXXX (ARRFC - Deputy RRFC in Spain)Antonio Goncalves-Afonso PDG XXXX (ARRFC - Deputy RRFC in Portugal)Giorgio Rossi, PDG 2090 (RFAC - Alumni)Alberto Cecchini PDG 2080 (ZCC - Polio Challenge)

Fondo Annual Restricted Fondo Totale TotalDist. Soci Programmi Giving Giving Permanente Contribuzioni Contribuzioni

Pro capite Pro Capite2090 3.468 $ 42,11 146.039,34 70.201,99 1.000,00 217.241,33 62,62030 4.908 $ 56,46 277.119,07 71.154,46 500,00 348.773,53 71,12060 4.599 $ 64,30 295.718,67 125.353,98 1.195,64 422.268,29 91,82110 4.763 $ 64,36 306.525,49 130.296,82 3.315,78 440.138,09 92,42100 3.754 $ 55,06 206.704,74 187.883,65 1.541,09 396.129,48 105,52050 3.078 $ 85,33 262.633,26 124.312,81 8.200,00 395.146,07 128,42080 4.089 $ 71,76 293.434,80 268.702,84 7.101,32 569.238,96 139,22070 6.319 $108,83 687.678,04 220.722,31 15.603,59 924.003,94 146,22040 4.957 $105,48 522.887,10 234.146,34 2.250,00 759.283,44 153,22120 2.614 $108,92 284.729,02 181.141,52 38.086,52 503.957,06 192,8Totale 42.549 $ 77,17 $ 3.283.469,53 $ 1.613.916,72 $ 78.793,94 $ 4.976.180,19 Media 118,32

Risultati al 30/06/09 - Nota: la tabella non tiene conto di eventuali altri contributi alla Fondazione versati entro il 30/6 ma di origine FODD

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Dal 29 al 31 Maggio, nellasplendida cornice dell’AnticoParlamento di Atene, si è svol-

ta la 35° Edizione del Premio Inter-nazionale “Leonardo da Vinci”. Sonostati il Sindaco di Atene Nikitas Ka-klamanis ed il Presidente del RotaryClub di Atene Vassilios Varsos adaprire le celebrazioni per la consegnadel Premio al giovane artista Dioni-sios Grammenos, un eccellente clari-nettista. Il Premio, attualmente di €11.000, è assegnato annualmente dauna Commissione nominata dal Pre-sidente del Rotary Club ospitante epresieduta da una importante perso-nalità del settore prescelto, ed è riser-vato a giovani artisti o studiosi, di etànon superiore ai 35 anni, che, nono-stante la giovane età, abbiano datoconsistenti prove di successo nel-l’ambito delle attività coltivate dalGenio Universale Leonardo da Vincied intendano, anche con l’aiuto delpremio, proseguire i propri studi e lapropria opera nel campo della rispet-tiva disciplina. Ogni anno, il Premioviene consegnato al vincitore da unaimportante personalità delle istituzio-ni o della cultura, durante una ceri-monia solenne in una sede prestigio-sa. L’intuizione del Past PresidenteIng. Pier Francesco Scarselli che, nel1973 per solennizzare il 50° anniver-sario di fondazione del “Rotary ClubFirenze”, volle istituire il premio, tro-va conferma anno dopo anno, con laentusiastica adesione di nuovi Clubse l’ampia partecipazione internazio-nale, sin dal principio emersa con lapartecipazione dei Rotary Club diTours, Atene e Vienna Ring aderiro-no immediatamente.Così il premio, che si ispirava aimaggiori intenti culturali, trovò nelle

città prescelte la propria culla idealeche univa la cultura classica delmondo greco alla civiltà del rinasci-mento Fiorentino e Francese e allacultura Mittel-Europea che riconoscein Vienna la propria capitale.Assegnato per la prima volta nel1975 a Firenze, nel 1976 a Tours, nel1977 ad Atene e nel 1978 a Vienna,in un ciclo che pareva concluso, ilPremio varcò altre frontiere: la sua ri-levanza culturale, la possibilità direalizzare una comune iniziativa utileed efficace, il valore simbolico di ungradito ed atteso incontro annuale frai rotariani provenienti da diversi Pae-si dell’Europa, indussero altri RotaryEuropei a chiedere l’adesione. Cosìai quattro Rotary fondatori, si aggiun-sero nell’ordine: Madrid nel ‘79, Bru-xelles nel ‘83, Londra e Wuerzburgnel ‘84 ed Amsterdam nel ‘87 giun-gendo così ad una serie di cicli no-vennali di riunioni in ogni città che siconcluderà nel 2010 a Vienna. Firen-ze ha ospitato il premio per la primavolta nel 1975, successivamente nel1979, nel 1984, nel 1994 e nel 2003. Nel 1975 fu premiato il pittore statu-nitense Ben Long, presentato dalmaestro Pietro Annigoni. Nel Salonedei Duecento, in Palazzo Vecchio,consegnò solennemente il Premio, il

Presidente Internazionale GianpaoloLang. Nel 1979, il critico musicaleLeonardo Pinzauti propose il violini-sta quindicenne Alberto Bologni, al-lievo del Maestro Sandro Materassi,nome illustre tra i violinisti di tutto ilmondo. Nel 1984, sempre in PalazzoVecchio, il Sindaco di Firenze, LandoConti, premiò il fisico nucleare Gio-vanni Buonvicini, presentato dalProf. Antonino Zichichi. Nel 1994, nel Salone de’ Cinquecen-to, il Rettore dell’Università di Firen-ze, Prof. Paolo Blasi consegnò il Pre-mio al giovane architetto FabrizioRossi Prodi, presentato dal Prof. Lui-gi Spadolini. Infine, nel 2003, inomaggio a tanti esploratori del cosmo,il Prof. Mario Calamia introdusse Ro-berto Vittori, che aveva partecipatoad una missione spaziale.In occasione dell’allargamento del-l’Unione Europea e per portare nuovalinfa al Premio, è stata recentementedecisa la possibilità di considerare ri-chieste di adesione di Clubs di altripaesi dell’Unione Europea. Nel 2007a Madrid, durante la riunione deiPresidenti è stato formalmente am-messo il Rotary Club di Dublino, ilpiù antico Club europeo, che ospiteràil Premio Leonardo nel 2011. Que-st’anno, in Atene il Premio ha cele-brato il 35° compleanno. In tutti que-sti anni, il Premio Leonardo da Vinciha voluto e saputo documentare con-cretamente la legittimità e la validitàdell’azione rotariana culturale ed in-ternazionale, favorendo l’avvenire deigiovani, nonchè la comprensione, ildialogo e la fraterna amicizia fra i Po-poli Europei, in perfetta osservanzacon la profezia leonardesca del Codi-ce Atlantico “Parleransi li ominil’uno all’altro di remotissimi paese erisponderansi” . ■

ROTARY | NOTIZIE ITALIA

Il Presidente del Rotary Club Firenze,Claudio Bini, insieme al vincitore delPremio e a John Costantinidis Segretariodel Premio del Rotary Club Atene

Premio Leonardo da VinciPremiato il giovane artista Dionisos Grammenos

Emanuela Masini

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Appuntamento a Pisacon la cultura e la scienza

Premio internazionaleGalileo GalileiIl 3 ottobre la 48a edizione

Sabato 3 ottobre a Pisa si svol-gerà la cerimonia per la con-segna dei riconoscimenti con-

feriti dalla 48esima edizione delPremio internazionale Galileo Gali-lei, promosso da tutti i RC italiani.Istituito nel 1962, il premio è di-ventato un patrimonio consolidatodel Rotary italiano che si distingue,nel mondo intero, per la sua forteconnotazione culturale. Il premio,che ha l’alto patrocinio del Presi-dente della Repubblica, viene as-segnato ogni anno da una giuriaitaliana, a uno studioso stranieroche abbia dedicato tempo, intelli-genza e passione all’Italia e allasua cultura.Dal 2006, in aggiunta al premiooriginario, è stato istituito un “Pre-mio per la scienza”, che viene con-ferito, da una giuria internazionale,a uno scienziato italiano. Quest’an-no il premio Galilei è stato asse-gnato al professor Pio Caroni, perla storia del diritto italiano, mentreil premio per la Scienza è stato as-segnato al professor Alberto Isidori,per scienze dell’ingegneria. Tutti iRotary Club italiani sono chiamatia continuare a sostenere il presti-gioso evento, manifestazione cultu-rale tra le più importanti d’Europa.

Premio GalileiProf. Pio Caroni

(Storia del Diritto Italiano)

Premio Galilei per la ScienzaProf. Alberto Isidori(Scienza dell’Ingegneria)

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| ROTARY

Il 9 giugno 2009 si è tenuta nellasala “Giulio Cesare” del Campi-doglio a Roma la cerimonia na-

zionale per la proclamazione deivincitori del concorso nazionaleRotary Enfasi 2009.È stato un pomeriggio splendido,di grande intensità scientifica, allapresenza del P.I. D. K. Lee, delP.P.I. Carlo Ravizza, dei P. BoardDirector Umberto Laffi e RaffaelePallotta d’Acquapendente, di nu-merosi P.D.G., di ben quattro Go-vernatori, Alberto Cecchini, che haorganizzato la manifestazione,Giorgio Splendiani, Guido Parlatoe Titta De Tommasi. C’erano tutti iragazzi dei team premiati e i se-gnalati, sorridenti e commossi. La realizzazione dei progetti uma-nitari nel terzo mondo è semprecondizionata negativamente dallascarsa disponibilità di energia, unaenergia che, per questi particolariluoghi nei quali si realizzano moltidei nostri progetti rotariani, richie-de facilità di produzione, di gestio-ne e minima manutenzione delleapparecchiature.Il Rotary ha da sempre privilegiatoil mondo dei giovani: in questo ca-so specifico il mondo dei giovaniricercatori di cui spesso si parla,ma a cui raramente viene data unaeffettiva possibilità di operare al difuori dei normali e consolidati ca-nali di accesso all’università e aicentri di ricerca.Sono stati direttamente coinvolti igiovani ricercatori, mettendo loro adisposizione risorse significative(€ 100.000) con un concorso chepremia il futuro, le idee, le propo-ste, i progetti, scommettendo diret-tamente sulla loro intelligenza e le

loro stesse proposte di ricerca.Rotary Enfasi 2009 ha avuto suc-cesso: un numero elevato di iscritti(circa 60 giovani nei diversi team),17 progetti presentati e 12 Univer-sità Italiane coinvolte attivamente,una distribuzione geografica diprovenienza abbastanza uniforme. La valutazione è stata effettuata dauna Commissione di Esperti nomi-nata dai Governatori, in base agliobiettivi qualificanti, riportati nelbando: Efficacia energetica, Impat-to ambientale, Utilizzazione e faci-lità di industrializzazione, Livellodell’innovazione, Uso integrato ditecnologie avanzate e tradizionaliper avere semplicità, facile manu-tenibilità, Scelte tecnico-economi-che per ottenere bassi costi di im-pianto e di esercizio. Quattro sono stati i progetti valuta-ti idonei per un finanziamento utilea consentire la conclusione dellaricerca con la costruzione di unprototipo, ed altri due lavori sonostati ritenuti meritevoli di menzio-ne, con l’invito ai team di procede-re nella ricerca.Il concorso non termina qui. Tut-t’altro! Comincia ora la fase opera-tiva delle ricerche finanziate, lavo-ro che si svolgerà nel rispetto diuna convenzione che ciascun grup-po stipulerà. Il prossimo appunta-mento sarà da qui ad un anno, perla conclusione definitiva con lapresentazione di ciò che, insieme,giovani e Rotary, abbiamo prodot-to. Titta De Tommasi (2120), anche anome di tutti gli altri Governatori2008/9 che hanno dato origine aquesto concorso, Ermanno Bassi(2030), Alessandro Clerici (2040),

Uniti per un grande progettoENFASI 2009 l’iniziativa congiunta di Nove Distretti italiani

Luigi Galantucci

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Incastonato in uno dei tratti più belli della costa sarda,proprio di fronte all’arcipelago della Maddalena,

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Carlo Vailati Riboni (2050), PietroTerrosi Vagnoli (2070), AlbertoCecchini (2080), Giorgio Splendia-ni (2090), Guido Parlato (2100),Nicola Carlisi (2110), ha rivolto uncaloroso saluto ed un ringrazia-mento a tutti coloro i quali hannopartecipato alla riuscita di questoprogetto, ai tanti giovani che hannopartecipato.A loro il rinnovato grazie e l’augu-rio che questo concorso sia un via-tico importante verso mete semprepiù significative nel campo dellaricerca, mirando a quella eccellen-za che, con la partecipazione aquesto concorso hanno mostrato dipossedere.Al termine dell’incontro, tutti i gio-vani ricercatori hanno espresso laloro gratitudine al Rotary per averdato loro la “carica”, per aver lorodimostrato che a “sconosciuti” siastata offerta una possibilità, sullabase solo delle loro capacità diprodurre proposte e idee. ■

In mostra Boldini, ritrattistadel bel mondo internazionaleAnche i Rotary Club del Ferrarese coinvoltinell’organizzazione dell’evento

Boldini è celebre per essere statoil ritrattista del bel mondo inter-nazionale. Tuttavia, prima di vo-tarsi interamente al ritratto, du-rante i suoi primi quindici annidi carriera a Parigi, dal 1871 al1886, fu un artista poliedricoche, per dirla con le sue parole,faceva «quadri di ogni genereche sparivano facilmente, perchéavevo molto successo». Questa stagione di ricerca e spe-rimentazione - che coincide conil periodo aureo della rivoluzioneimpressionista - è per la prima

volta protagonista di un’importante mostra organizzata da Fer-rara Arte e dal Clark Art Institute di Williamstown (Massa-

chusetts). Un centinaio di capolavori provenienti dalle più im-portanti collezioni pubbliche e private d’Italia e del mondo,molti dei quali mai esposti prima nel nostro paese, mettono inluce tutta la complessità e il fascino della personalità boldi-niana in quel quindicennio cruciale che condusse l’artistadall’esperienza macchiaiola, evocata nella prima sala dellamostra, alla piena maturazione, negli anni Novanta, di quelledoti di ritrattista che da allora in avanti lo resero celebre e icui primi, eccezionali esiti concludono il percorso espositivo.

Barbara Guidi

BOLDINI NELLA PARIGI DEGLI IMPRESSIONISTI, Fer-rara, Palazzo dei Diamanti, dal 20 settembre 2009 al 10 gen-naio 2010. Orario: aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lune-dì incluso, dalle 9.00 alle 19.00; aperto anche: 1 novembre;8, 25 e 26 dicembre; 1 e 6 gennaio. Facilitazioni per i SociRotary Club: ingresso a prezzo ridotto alla mostra (€ 8.00anziché € 10.00) e sconto del 10% sul prezzo di vendita delcatalogo, previa presentazione alla biglietteria e al bookshopdella tessera associativa del Rotary Club o di questo numerodella rivista. Informazioni e prenotazioni: Call Center FerraraMostre e Musei: tel. 0532.244949, fax 0532.203064,[email protected], www.palazzodiamanti.it

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Ancona Macchina frigorifera solare per la conservazione dei vaccini o dellederrate alimentari

Brescia Motore Ringbom-Stirling alimentato a biomasse per la generazionedistribuita di energia elettrica

Ferrara Sviluppo di un prototipo di concentratore solare ad inseguimento perla produzione combinata di energia elettrica e termica

Matera Tecnologie per la generazione di energia elettrica e calore da bio-massa: l’elettrocamino

I PDG Giorgio Splendiani,Titta De Tommasi e Guido Parlato

con i giovani ricercatori

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La Perdonanza di Celestino VUn forum per l’ccasione del Distretto 2090 e dei RC L’Aquila e L’Aquila Gran Sasso

Fernando Caione

Gli eventi drammatici e deva-stanti del sisma del 6 aprileinducono tutti a una più am-

pia riflessione sul senso della vita edei suoi più profondi valori, ancherotariani. Anche quest’anno, seppurein maniera più sobria, il 28 agosto siè svolta a L’Aquila la 715a Perdonan-za Celestiniana che ebbe inizio nellostesso giorno e mese del lontano1294 quando il frate Pietro Angeleridel Morrone venne incoronato papaprendendo il nome di Celestino V.Il 5 luglio 1294 quando gli undicicardinali avevano, dopo circa dueanni di infruttuosi conclavi, elettopapa Pietro del Morrone, il fratescrisse la bolla papale con l’intenzio-ne di concedere al popolo dei cre-denti una grande indulgenza.La consacrazione e l’incoronazione,avvenne il 28 Agosto 1294: CelestinoV concesse la Perdonanda cioè l’in-dulgenza plenaria stabilendo che es-sa potesse essere lucrata in ogni annoa venire nel giorno anniversario della

tura della basilica, anche quest’annosarà garantita l’apertura e l’accessoalla porta santa. I Rotariani anche-quest’anno hanno organizzato un fo-rum presso la sala San Pio X per rie-vocare la figura di papa Celestino Ved il suo messaggio, ancora attuale,nel contesto storico in cui visse ilSANTO: “Anno giubilare celestinia-no: la figura di un Santo sempre at-tuale”. Nel pomeriggio si è svolta lasfilata che ha portato la bolla di PapaCelestino V aprendo la porta santadella basilica. ■

sua incoronazione da coloro i quali,pentiti dei propri peccati con la con-fessione, visitassero la chiesa di San-ta Maria di Collemaggio.La Bolla Papale venne custodita inun contenitore cilindrico costruitonel 1700. Ogni anno nel pomeriggiodel 28 agosto, con un corteo suggesti-vo, la bolla papale custodita nellatorre del municipio viene trasferitanella basilica di Collemaggio ed at-traverso la porta santa, aperta apposi-tamente, viene posta sotto l’altare. Ifedeli che entrano attraverso questaporta con il sacramento dell’eucare-stia ricevono una indulgenza plena-ria. La basilica di stile romanico goti-co, è affrescata di grandi tele del1600 che illustrano la vita del papaed ospita il suo mausoleo. A causadei terremoti nei secoli, ha subitomolti rifacimenti. Purtroppo, anche ilsisma del 6 aprile ha causato alla ba-silica notevoli danni, lasciando inte-gra la facciata e il rosone centrale.Con la messa in sicurezza della strut-

Corteo della Bolla

Ryla Junior per i più giovani“E’ compito particolare di ciascun Rotariano preparare le nuove generazioni…” così recita il Manuale di Procedura del Rotary. Ed è pro-prio dall’osservanza di questa raccomandazione e in sintonia con il Programma Distrettuale RYLA che, nel Distretto 2050, nell’anno2007, è nato il RYLA Junior, seminario residenziale intensivo per ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni. L’idea, partita da RenzoCavicchiolo del Rotary Club Mantova Castelli, è stata accettata da tutti i Club della provincia di Mantova e il progetto è rapidamente par-tito; nell’ultima edizione i ragazzi partecipanti erano ben 39. L’istituzione di una Commissione distrettuale ad hoc in quest’anno Rotarianonasce dall’auspicio che l’esperienza maturata dai Club mantovani, e la loro collaborazione sia stimolo e volano perché molti altri Club in-seriscano nei loro programmi questa iniziativa destinata ai giovanissimi. La necessità di un RYLA Junior è spiegata da Roberto Bondavalli,psicologo e Rotariano. “Il RYLA Junior si rivolge alla fascia d’età che va dai 14 ai 17/18 anni, sono legati allo sviluppo della persona, incui si formano le idee, le opinioni, le abilità, le capacità, grazie all’apporto della scuola, della famiglia, delle amicizie. I ragazzi impara-no (o dovrebbero imparare) a comportarsi adeguatamente nei diversi ambienti, sia come lettura dell’ambiente, che come azioni sull’am-biente. Sinteticamente, lo “stile” della persona, costituito da due elementi: gli atteggiamenti e le competenze. I primi sono ciò che in ge-nere si descrive come “disposizione d’animo”, “indole”. Le seconde sono, invece, quelle abilità, cognizioni, capacità che, grazie all’eser-cizio, sono diventate parte integrante della persona. Indicano uno stato abituale dell’intelletto (facoltà cognitive) e della volontà (facoltàvolitive). Indicano quella serie di abitudini conquistate e consolidate, strumentali allo svolgimento dei compiti della vita (camminare, par-lare, leggere, relazionare, nuotare, far di conto, ecc.). Il RYLA spiega tutto questo… e molto di più”.

Patrizia Zanotti

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Ea

Mo

Il Rotary ci ha da sempre abituatia pubblicazioni di qualità, siaquando rivolte ad uso “interno”

sia quando destinate ad un pubbli-co vasto, alla società in genere,chiamata attraverso gli scritti acondividere azioni e pensieri, a en-trare in rapporto dialettico con unodegli aspetti più significativi -quello culturale - dell’azione rota-riana.In questo quadro di eccellenza, sicolloca, con particolare evidenza,il volume doppio “Rotary Interna-tional e Distretto 2090” e “Restau-ri”, edito dal Distretto 2090, a curadi Luciano Pierini,Vico Montebel-li, Mario Giannola e Tullio Tonelli(il primo) e di Luciano Pierini, An-tonio Guarino, Francesco Milesi eStefano Papetti (il secondo), perEdizioni Chiaruccia - Fano.Il primo volume ripercorre la na-scita, lo sviluppo tumultuoso, ladiffusione del Rotary International,per passare poi alla storia del2090, con un ampio corredo docu-mentario e fotografico, dalla letturaagevole e sempre coinvolgente, an-che per chi non direttamente ani-mato da specifiche curiosità.Il quadro che presenta è di imme-diata presa, in cui fonte scritta efonte fotografica interagiscono con-tinuamente, contribuendo a forni-re, in maniera ampia e approfondi-ta, il quadro complessivo.Altrettanto coinvolgente il secondovolume, non fosse altro che per gliampi interessi sociali, storici e cul-turali che alimenta; esso illustra,con ricco corredo iconografico econ brevi, quanto esaurienti, sche-

de sugli aspetti storico-artistici, lagrande stagione dei restauri diopere d’arte mobili, realizzate, ne-gli anni appena trascorsi, dal Di-stretto 2090, testimonianza di in-terventi che, al di là di specificiaspetti storico-artistici, costituiscela base per il recupero e la valoriz-zazione dell’identità culturale delterritorio servito, premessa perogni sviluppo futuro.Come definirequesto notevole sforzo editoriale?La parola che, per prima, viene inmente è “prezioso”. Preziosa è l’idea base: far conosce-re ai rotariani (ma anche ai non ro-tariani), i fondamenti della lorostoria, senza trionfalismi, ma conl’orgoglio di chi sa cosa il Rotaryha dato al Mondo e cosa può darenel futuro. Prezioso è l’accosta-mento della storia del R.I. del pri-mo volume, con quella dei restauripiù interessanti condotti in questianni dal Distretto 2090, scelta noncasuale, ma significativa a sottoli-neare il peso e il significato del-l’impegno culturale rotariano. Im-pegno che assume ancor più rilie-vo, ove si pensi che esso si è mani-festato, in alcuni casi, in momentiin cui l’opinione pubblica apparivapiuttosto distratta nel dare a questetestimonianze il giusto valore.Preziosa è la presentazione dei vo-lumi, sia nell’eleganza dell’impagi-nazione, sia nella scelta dei mate-riali utilizzati: sfogliare queste pa-gine, guardare queste foto, conferi-sce alla lettura quel piacere, anticoe sempre nuovo, che un “bel libro”riesce a trasmettere, quella emo-zione che supera la staticità della

pagina, per divenire racconto dina-mico fisicamente percepibile.Prezioso, per l’amore con il qualequesta opera è stata concepita, rea-lizzata e diffusa. Ogni sua paginane è la più evidente testimonianza.Prezioso, infine, per il piacevolesenso di orgoglio dell’appartenenzache il semplice sfogliare delle suepagine produce in chi ad esse siavvicina...A cominciare dall’estensore diquesta breve nota... ■

Due volumi per raccontare il RotaryIl Distretto 2090 promuove il rapporto dialettico con la societàeditando i due volumi “Rotary International e Distretto 2090” e “Restauri”

Giambattista De Tommasi

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