RIVISTA CULINARY ACADEMY DELL'ART N2

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CULINARY ACADEMY DELL’ART N2

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IL SECONDO NUMERO DELLA RIVISTA CULINARY ACADEMY DELL'ART APRILE MAGGIO

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CULINARY ACADEMY DELL’ART N2

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Publicazione:

di cucina professionale e cultura enogastronomica

contemporanea.

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per esigenze di spazio la redazione si riserva di apportare i tagli e le modifiche necessarie.

Grazie per la collaborazione

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Diretta di Rai Uno da piazza Gae Aulenti

In piazza a Milano per il conto alla rovescia dell'Expo

2015

Ad un anno dall’inaugurazione dell'Expo 2015, Rai Uno ha

trasmesso in diretta da Milano l’evento "A un anno da Expo

– Conto alla rovescia". Ha condotto Antonella Clerici dalle

20:30, con una performance di Andrea Bocelli e della

grande Orchestra della Rai con in anteprima mondiale

l’inno di Expo2015. La piazza è stata gremita da milanesi

che hanno assistito al concerto. Sulla scena si sono alternati

volti noti dello spettacolo, della musica e grandi

chef. Davide Oldani, don Gino Rigoldi ed Enrico Bertolino,

in qualità di Ambassador di Expo Milano 2015. Partecipano

il Ministro delle politiche agricole alimentari e

forestali Maurizio Martina, il Commissario Unico per Expo

Milano 2015, Giuseppe Sala, il Commissario Generale del

Padiglione Italia Diana Bracco, il Sindaco di

Milano Giuliano Pisapia ed il Presidente della Regione

Lombardia Roberto Maroni. Per tutte le informazioni sugli

eventi in programma è online un sito web dedicato all'Expo.

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Cos'è Expo Milano 2015

Expo Milano 2015 è un’Esposizione Universale con caratteristiche

assolutamente inedite e innovative. Non solo una rassegna espositiva, ma

anche un processo partecipativo che intende coinvolgere attivamente numerosi

soggetti attorno a un tema decisivo: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Un

evento unico che incarna un nuovo concept di Expo: tematico, sostenibile,

tecnologico e incentrato sul visitatore. Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, 184

giorni di evento, oltre 130 Partecipanti, un Sito Espositivo sviluppato su una

superficie di un milione di metri quadri per ospitare gli oltre 20 milioni di

visitatori previsti.

Un viaggio attraverso i sapori

I visitatori, coinvolti in prima persona in percorsi tematici e approfondimenti sul

complesso mondo dell’alimentazione, hanno l’opportunità di compiere un vero e

proprio viaggio intorno al mondo attraverso i sapori e le tradizioni dei popoli della

Terra. Expo Milano 2015 sarà la prima Esposizione della storia a essere

ricordata non solo per i manufatti realizzati ma soprattutto per il contributo al

dibattito e all’educazione sull’alimentazione, sul cibo, sulle risorse a livello

planetario.

Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita

L’Italia, candidando Milano per ospitare l’Esposizione Universale, ha scelto

il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Expo Milano 2015 si

confronta con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra e si pone

come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale

sulle principali sfide dell’umanità.

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La storia delle Esposizioni Universali

Expo Milano 2015 coglie l’urgenza di descrivere e confrontarsi sulla storia dell’uomo e sulla produzione di cibo, nella sua doppia accezione di valorizzazione delle tradizioni culturali e di ricerca di nuove applicazioni tecnologiche. E lo fa attraverso una forma aperta e collaborativa perfettamente in linea con il nuovo significato che l’Esposizione Universale ha assunto nel corso del tempo.

Perché Milano?

Il 28 aprile 1906 si inaugurava a Milano l’Esposizione Internazionale

dedicata ai trasporti. Per l’occasione l’area alle spalle del Castello

Sforzesco, l’attuale Parco Sempione, ospitava oltre 200 padiglioni.

L’interesse verso i progressi ottenuti nel campo dei trasporti terrestri e

marittimi era alto. Tutto il mondo aspettava la fine dei lavori del Traforo del

Sempione. La manifestazione permise a Milano di guadagnarsi un ruolo da

protagonista sulla scena internazionale.

Expo Gate: la soglia tra Milano e l'Esposizione Universale

Situato nel cuore di Milano, davanti al Castello Sforzesco, Expo Gate

introduce il pubblico all’Esposizione Universale per accompagnarlo lungo

tutto il percorso della manifestazione. Aperto da maggio 2014, Expo Gate

è il palco su cui l’identità della città viene messa in scena interpretando il

tema di Expo Milano 2015: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.

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CULINARY ACADEMY DELL’ART

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CONCORSO L’ARTE DI CUCINARE IN CUCINA

La prima edizione del concorso ‘’ la cucina

creativa nella ristorazione’’ conferma l’iniziativa di

far conoscere aziende, professionisti e utenti,

promuovere e diffondere la cultura alimentare,

enogastronomica e culinaria italiana, valorizzare

le professionalità del settore creando un confronto

sul tema della ‘’ RISTORAZIONE COME ARTE’’.Il

concorso unico in genere si conferma una vetrina

di prestigio, sia per i cuochi professionisti, e i

cuochi emergenti , e per le imprese all’estero.

Gli chef in concorso elaboreranno le loro ricette in

propria sede , invieranno all’indirizzo email le

ricette con ,nome cognome email , nome della

ricetta, numero di telefono in formato word la

ricetta sarà realizzata con foto ad alta risoluzione,

con la foto dello chef , tutte le ricette saranno

sottoposti al giudizio di una giuria qualificata che

assegnerà , secondo il punteggio raggiunto, al

classificato la targa o attestato, valutando la

ricetta dal punto di vista fotografico e

composizione della ricetta, nutrizionale ed

estetico. Il vincitore , e i partecipanti saranno

informati alla sede prestabilita , un modo per

incontrarsi e confrontarsi a ritirare il premio, e a

tutti i partecipanti l’attestato di partecipazione e

sarà comunicata per via email ad ogni

partecipante , e per via fb.

La quota di partecipazione e di 25,oo, euro

comprensiva di cooffe brik

BONIFICO BANCARIO IBAN IBAN IT 7700200878443000102827404

P.IVA 03922820711

30 aprile 2014 [Ora evento] via cesare battisti n 42 Lucera, Foggia

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Coltello da cucina Con coltello da cucina si intende qualunque coltello che viene utilizzato per la preparazione di cibi.

Anche se la maggior parte di questo lavoro può essere svolta con una quantità esigua di questi attrezzi,

molti chef preferiscono circondarsi di una notevole quantità di coltelli, specializzati per le più svariate

operazioni. I vari coltelli da cucina possono essere realizzati con materiali diversi, per adattarsi al

meglio al proprio scopo.

Materiale[

Acciaio al Carbonio è una lega di ferro e carbonio, spesso legata anche con vanadio e manganese. Solitamente la quantità di carbonio è dell'1.0%, in quanto rende il prodotto poco costoso ma con ottime rese. Questo tipo di metallo, inoltre, è molto più semplice da riaffilare rispetto molti altri acciai INOX, ma è molto più vulnerabile al problema della ruggine. Questi coltelli vanno puliti, asciugati e lubrificati accuratamente dopo ogni uso. I primi utilizzi di un coltello in Acciaio al Carbonio imprimono al cibo (specialmente se di consistenza acida) un sapore ferroso/metallico, comunque nel tempo, il coltello acquisirà una patina ossidativa che, a lungo andare, previene dalla corrosione.

Acciaio inox è una lega di ferro, cromo (10-15%), nichel e molibdeno, con una minima quantità di

carbonio. I tipici coltelli in acciaio inossidabile sono quelli usati come posate (Acciaio inox 420 con

un'alta concentrazione di cromo).

Acciaio inox ad alte concentrazioni di carbonio è una combinazione dei due acciai sopra

riportati. Le lame caratterizzate da questo tipo di metallo non si scolorano e tendono a mantenere

una lama affilata per un discreto periodo di tempo. I coltelli di questa tipologia sono realizzati con

leghe di maggiore qualità rispetto ai classici ad acciaio INOX a scapito del prezzo che,

naturalmente, è superiore. Spesso questa lega viene addizionata con notevoli quantità di

molibdeno, vanadio, cobalto e altri metalli che ne migliorino la durezza, la resistenza e la capacità

di taglio.

Titanio più leggero e flessibile degli altri, ma meno resistente rispetto agli acciai. Il titanio non

rilascia sapore metallico sul cibo, ma è molto costoso e sconveniente da usare per la produzione di

posate.

Porcellana è un materiale robusto ma leggero per farne dei coltelli. Mantiene la sua lama affilata

per molto tempo e non conferisce sapore al cibo. Inoltre, non essendo metallica, la lama non si

corrode. La ceramica però è facilmente scheggiabile, quindi coltelli di questo genere sono

considerati estremamente fragili se utilizzati in modo improprio. L'affilatura delle lame di ceramica

deve essere eseguita con particolari utensili.

Plastica è il materiale dei coltelli esclusivamente da verdure, in quanto non abbastanza affilati per il

taglio della carne. Tuttavia alcuni coltelli di plastica autoaffilanti possono essere molto taglienti,

tanto che vengono venduti con rivestimenti di protezione.

Fabbricazione della lama[]

Le lame d'acciaio possono essere modellate mediante forgiatura o stampaggio a caldo.

Forgiatura i coltelli vengono prodotti mediante un intricato processo a più fasi, spesso

caratterizzato da lavorazione manuale. Una discreta quantità di acciaio polverizzato o solido viene

riscaldata ad alte temperature e poi colpita ripetutamente, finché è rovente, con un maglio per

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dargli la forma. La lama viene poi riscaldata ulteriormente a temperature estreme (che variano a

seconda della lega utilizzata) e immediatamente raffreddata in appropriate macchine per fornirgli

una tempra adeguata alla resistenza che deve garantire. Dopo la forgiatura e la tempra, la lama

viene lucidata e affilata. I coltelli con lama forgiata sono tipicamente più spessi e pesanti rispetto a

quelli con lama a stampo.

Stampaggio a caldo i coltelli vengono tagliati direttamente da grandi pezzi di acciaio incrudito, poi

tali ritagli vengono trattati col calore per migliorarne la resistenza, poi smerigliati, lucidati e affilati.

Questi coltelli non sono apprezzati da molti chef professionisti, anche se molte aziende di coltelli da

cucina (come GLOBAL[1], Chroma e Shun) producono i loro coltelli di punta mediante lo

stampaggio delle lame.

Profilo

Punta arrotondata, punta squadrata e punta alla francese.

I coltelli da cucina tipicamente tendono ad avere una forma curva che si assottiglia in punta, o possono

essere dritti nella intera lunghezza. La lama può essere liscia (anche detta "pulita") o seghettata.

Inoltre, molti coltelli si differenziano dalla forma della punta, che può essere triangolare, oppure in stile

francese (detto anche "a zampa di pecora") o con punta arrotondata per coltelli a lungo taglio.

I coltelli con lama seghettata hanno un profilo ondulato, come le seghe. Le dentellature rendono

più semplice il taglio di alimenti duri all'esterno, ma morbidi all'interno (pane, pomodori, ecc.).

Questi coltelli, naturalmente, tagliano molto meglio di quelli a lama pulita e, a differenza di questi,

richiedono un'affilatura meno frequente (alcuni modelli non richiedono proprio affilatura).

Comunque il profilo dentellato richiede un'attrezzatura professionale, quindi tale operazione non

può essere svolta dall'utilizzatore stesso. I coltelli a lama seghettata sono più costosi rispetto agli

altri, ma ciò a favore di un miglior potere di taglio del coltello stesso.

Affilatura

La lama di un coltello da cucina tende a perdere la sua affilatura nel tempo, ma può venire ripristinata

mediante un accurato processo di riaffilatura. Per molti tipi di coltello (come i coltelli da burro),

l'affilatura o meno della lama non fa molta differenza. I coltelli a lama liscia possono essere riaffilati

dallo stesso utente, mentre quelli a lama dentellata devono essere sottoposti ad un'affilatura

professionale con strumentazione specifica.

Manico]

Il manico dei coltelli da cucina può essere modellato con un discreto numero di materiali differenti,

ognuno dei quali ha pro e contro.

Legno questi manici consentono una buona presa del coltello, e molti utilizzatori li trovano belli da

vedere. Sono però più difficili da curare e, occasionalmente, vanno trattati con olio minerale. Inoltre

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molti manici in legno, soprattutto quelli verniciati, tendono a creparsi e deformarsi dopo una lunga

esposizione all'acqua. Per questo motivo vanno lavati a mano. I manici in legno verniciato, inoltre,

tendono ad ospitare un gran numero di microrganismi quando lo strato di vernice si rimuove, quindi

molti utenti prevengono questo problema procedendo ad una riverniciatura del manico.

Plastica sono più facili da mantenere rispetto ai manici in legno e non assorbono microrganismi.

Comunque i manici in plastica risultano meno resistenti e diventano sempre più fragili nel tempo,

con conseguente rottura. Inoltre la plastica è più leggera rispetto agli altri materiali e più rendere

meno accurato l'equilibrio del coltello, rendendo il taglio meno preciso. Molti cuochi, inoltre, trovano

i manici in plastica estremamente scivolosi alla mano.

Compositi sono i manici formati da legno laminato e resina plastica. Molti chef preferiscono questi

coltelli agli altri in quanto sono facili da conservare e igienici, come quelli con manico in plastica,

ma allo stesso tempo hanno l'aspetto, il peso e l'aderenza di quelli di legno e sono più resistenti

degli altri. Spesso hanno aspetto lucido e liscio, con una colorazione variegata.

Acciaio inossidabile sono manici metallici e quindi sono in assoluto i più resistenti e igienici. Molti

utilizzatori sostengono però che questo tipo di manico è molto scivoloso, soprattutto se bagnato.

Come risposta a queste critiche, i produttori di coltelli tendono a migliorarne il grip, creando manici

in acciaio con creste, rientranze e dossi che migliorano l'aderenza alla mano. Questi coltelli,

essendo fatti interamente di metallo, sono naturalmente molto pesanti a scapito di un peggior

equilibrio durante il taglio e una più facile stanchezza del polso di chi li utilizza. Per risolvere questo

problema si creano maniglie in acciaio con cavità interna, a scopo di diminuire il peso dell'utensile.

A Cuspide: L'estremo della lama del coltello, è la parte utilizzata per perforare

B Punta: Il primo terzo (circa) della lama, usato per lavori delicati e di precisione. Anche

conosciuta come pancia quando è ricurva.

C Lama: L'intera superficie tagliente del coltello, che si estende dalla punta al tallone. Può

essere smussata o simmetrica.

D Tallone: La parte posteriore della lama, sfruttata per tagli che richiedono una maggiore forza.

E Dorso: La parte superiore della lama il cui spessore conferisce peso e robustezza.

F Supporto: La porzione metallica che unisce il manico alla lama, conferendo peso e equilibrio al

coltello.

G Salvadita: La porzione del supporto che evita lo scivolamento della mano sotto la lama, durante il

taglio.

H Risvolto: Il punto di unione tra la lama e il supporto.

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J Codolo: La porzione della lama metallica che penetra nel manico, fornendo stabilità e peso extra

al coltello.

K Scaglie: Le due porzioni del manico fatte del materiale prefissato (legno, plastica, composito),

che sono attaccate ai due lati del codolo.

L Fissaggi: I chiodini metallici (solitamente 3) che uniscono le scaglie con il codolo.

M Grip: La sporgenza sotto il fondo del manico, che fornisce una miglior presa del coltello ed

evita slittamenti.

N Fondo: L'estremità del manico.

Coltello da Chef[

Conosciuto anche come "Coltello del Cuoco" o "Coltello Francese", lo stile di questo coltello deriva da

quello usato dai cuochi tedeschi. È un coltello con una curvatura specifica che consente di ottenere un

taglio più preciso. La sua lama larga e pesante, inoltre, permette di triturare le ossa, senza dover

servirsi della mannaia. Quindi si tratta di un coltello multiuso, che viene sfruttato per la preparazione di

molti piatti. Solitamente questi coltelli hanno dimensioni comprese tra i 15 e i 30 cm, anche se la taglia

più comune è quella di 20 cm.

Sbucciatore[

Si tratta di un piccolo coltello con una lama piana dotata della forma ideale per sbucciare o svolgere

altri lavori di precisione (come togliere i semi dal peperoncino, pelare i funghi o tagliare piccole

decorazioni). Progettato per essere sfruttato in più occasioni, come un Coltello da Chef, ma su scala

ridotta. Le sue dimensioni si mantengono tra i 6 e i 10 cm di lunghezza.

Taglierino[

Da non confondere con il termine "Taglierino", usato per un coltello da cancelleria.

Il Taglierino è una via di mezzo tra il Coltello da Chef e lo Sbucciatore, con una lunghezza media

compresa tra i 10 e i 18 cm. Nel tempo ha perso popolarità e viene considerato un "riempitivo" dei set

da coltelli. Questo declino può essere attribuito al fatto che oramai il suo posto è stato preso

interamente dai Coltelli da Chef che, con la loro maggior lunghezza, sono più comodi per la

preparazione di un numero maggiore di cibi.

Nonostante questo è anche inutilizzabile come sbucciatore a causa della sua ingombranza, rendendo i

lavori minuziosi meno precisi. Inoltre questo è un coltello molto fragile.

Coltello da pane

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Questi coltelli sono caratterizzati da lama non seghettata adatta a tagliare la mollica soffice senza

schiacciare il pane. Il primo venne esposto alla Esposizione Universale di Chicago nel 1893, dalla

Friederich Dick Company (Esslingen, Germania). La sua forma venne brevettata nell'Agosto del 1921

dallo statunitense Joseph E. Burns diSyracuse (New York). Questo coltello era caratterizzato da

scanalature e dentellature, inclinate rispetto all'asse della lama, permettendo un taglio senza bisogno di

applicare eccessiva pressione sul pane, ma permettendo comunque di tagliarlo con la precisione di una

sega sul legno. Le dentellature sono inclinate in entrambe le direzioni, per permettere un taglio continuo

avanti-indietro. La lunghezza di questi coltelli è solitamente compresa tra i 15 e i 25 cm.

Coltello da burro[]

I coltelli da burro hanno una lama poco tagliente e sono spesso utilizzati anche per spalmare. Vengono

considerati posate e usati nella composizione della tavola, anche se spesso servono per la

preparazione dei pasti.

Coltelli da carne[ Intagliatore[]

Si tratta di un coltello con lama larga, di lunghezza compresa tra i 20 e i 38 cm, utilizzato per tagliare

sottili fettine di carne, compreso pollame, arrosti e prosciutti e altre carni cotte di grandi dimensioni.

Questo coltello è molto più sottile rispetto al Coltello da Chef (specialmente nel dorso) consentendo un

taglio sottile, per ottenere fettine più precise. Sono generalmente più corti e larghi dei Coltelli per

Affettare.

Affettatore]

Questi coltelli hanno la stessa funzione di un Coltello da Taglio, anche se sono più lunghi e stretti. La

loro lama può essere liscia o seghettata, e spesso vengono incorporati punte smussate o arrotondate

chiamate "kullenschliff" (che in tedesco/svedese significa colle appuntito) per permettere la separazione

dei pezzi di carne. Questi coltelli sono progettati per un taglio preciso di sottili fettine di carne, sono

inoltre molto sottili proprio per assolvere al meglio tale compito. Molti cuochi li preferiscono per il taglio

della carne, del pollame, del pesce o del manzo.

Affettatore per prosciutto[]

È una tipologia particolare di coltello affettatore, con una lunga lama e una punta arrotondata. Sono

progettati per il taglio del prosciutto, in quanto sono sottili e flessibili.

Mannarino[]

Coltello da Chef cinese (sopra) e Mannarino nordamericano (sotto)

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Il Mannarino è un coltello con lama larga e rettangolare, sfruttato per fendere e spaccare carne e ossa.

Il Mannarino si distingue da un coltello da cucina dalla forma particolare e dal fatto di possedere una

lama pesante, spessa in tutta la sua interezza. Il bordo è tipicamente smussato in forma convessa,

permettendo il taglio con colpi secchi senza intaccare né screpolare la lama. Spesso la lama presenta

un buco nella parte superiore, che consente di appendere il coltello ad un gancio. Questi coltelli sono

indispensabili nelle macellerie o nei ristoranti in cui la carne viene preparata autonomamente. Nei set di

coltelli, si trovano Mannarini più leggeri con lama di 15 cm, ma la versione professionale di questo

coltello è facilmente reperibile in commercio. Non bisogna confondere il Mannarino con il Coltello da

Chef Cinese a causa della forma omologa (infatti spesso quest'ultimo è chiamato "Mannarino cinese"),

in quanto assolvono a compiti totalmente diversi. Infatti, in Cina, per affettare la carne si sfruttano

Mannarini a lama spessa, simili a quelli occidentali.

Il Coltello da aragoste è una versione extra del Mannarino, utilizzato soprattutto per molluschi e

pollame, seppur possiede il profilo di un Coltello da Chef.

Disossatore[]

Il Disossatore è utilizzato per rimuovere ossa dalla carne affettata. Si tratta di un coltello fino, con lama

flessibile lunga circa 12–15 cm, permettendo di conservarlo in piccoli spazi. Un Disossatore più rigido è

preferibile per carne di manzo o suina, mentre la versione più flessibile è meglio per pollame e pesce.

Sfilettatore[]

Sono coltelli disossatori molto flessibili, usati per sfilettare e preparare il pesce. La lama ha lunghezza

compresa tra i 15 e i 28 cm, permettendo di muoverli facilmente attraverso laspina dorsale e sotto le

squame.

Coltelli da Formaggio

È difficile creare un coltello specifico per il taglio del formaggio, a causa delle numerose varietà. Sono

quindi stati progettati vari stili di Coltelli da Formaggio ed utensili annessi.

Formaggio soffice[]

I coltelli progettati per tagliare formaggio soffice presentano generalmente dei fori nella lama, per

evitare che il formaggio si attacchi ad essa.

Un coltello per Parmigiano.

Formaggio duro]

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I coltelli per formaggio duro hanno una lama molto affilata e garantiscono un taglio preciso. Sono inoltre

dotati di una forchettina nella punta, che permettono di utilizzarli anche come utensile per servire.

Tagliagrana[]

Sono coltelli progettati per partizionare formaggi estremamente duri, come il Parmigiano. Hanno lame

estremamente corte ma robuste, che vanno inserite a forza nel formaggio ed usate come leva per

ottenere piccole porzioni (anche se questa procedura è considerata inadeguata dagli intenditori, in

quanto i piccoli pezzi di formaggio hanno una superficie esposta all'aria maggiore, e ciò rovina il sapore

e gusto del formaggio).

Piccoli Coltelli[] Decorativo[]

Sono considerati coltelli Decorativi, quelli che hanno una lama specifica per tagli ornamentali, ad

esempio con modello zig-zag. Vengono utilizzati per tagli fantasiosi su alimenti d'esposizione.

Coltello da Guarnizione]

Misurano abitualmente tra i 5 e gli 8 cm di lunghezza, possiedono una lama corta e curvata, che in

alcuni casi può essere affilata come quella del Disossatore. Sono i coltelli ideali per piccoli attività come

decorazione e sbucciatura.

Scanalatore[]

La loro lunghezza è compresa tra i 5 e i 10 cm di lunghezza, con una lama rigorosamente dritta. Anche

essi assolvono lavori di tipo ornamentale.

Coltelli Specializzati[

Alcuni coltelli sono specializzati per particolari tipi lavori (come i coltelli che servono ad aprire le

ostriche, ma che non vengono utilizzati per lavorare sul mollusco interno).

Pomodoro

È un coltello a lama seghettata, ideale per il taglio attraverso la robusta pelle e soffice polpa

dei pomodori.

Ostrica[]

Coltello per Ostrica

Il coltello per ostrica (ma sfruttato anche per vongole e cozze) con una corta e robusta lama utilizzabile

per forzare il guscio delle ostriche e separare la polpa dalla conchiglia. Alcuni modelli possiedono un

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manico particolare che previene lo scivolamento dell'utensile ed evita che si infili troppo in profondità

nel mitile.

Svenatore[]

È un piccolo coltello per rimuovere il colon dal retro dei gamberetti.

Coltello per pompelmo[

Ha una lama lunga, spessa e poco affilata che serve a separare la polpa del pompelmo dalla buccia e

dalle membrane interne. Solitamente è seghettato, con una punta smussata. Alcuni coltelli possiedono

un doppia lama specifica (una per la buccia e una per le membrane interne) alle estremità del manico.

Coltello da castagne

È un coltello sfruttato per segnare con una "X" castagna prima di arrostirla, cosicché il calore non causi

l'esplosione della noce. Hanno lame molto corte per tagliare solamente la buccia, senza intaccarne

l'interno.

Altri coltelli[] Mezzaluna]

Chiamata in questo modo a causa della forma semicircolare fortemente circolare della lama. I due

manici alle estremità permettono un taglio rapido efficace e veloce, seguendo l'andamento avanti-

indietro. Questo movimento "a dondolo" è l'ideale per tritare e sminuzzare. Alcuni coltelli a Mezzaluna

sono forniti con un tagliere di legno specifico che segue l'andamento della lama. Modelli più

professionali hanno una seconda lama parallela, per una macinazione più rapida ed efficiente.

Esistono anche particolari coltelli a Mezzaluna che vengono utilizzati per il taglio della pizza, anche se

sono più usati i coltelli a lama circolare rotante per questo scopo.

Accessori[] Tagliere[

Il Tagliere è un utensile da cucina usato in abbinamento con un coltello. Praticamente è una superficie

piatta in legno o plastica dove poter tagliare il cibo, evitando il danneggiamento del piano di lavoro e del

coltello.

Un coltello Levigatore appoggiato su un Tagliere

Forchettone[

Si tratta di una lunga forchetta a due punte, utilizzata per tenere ferma la carne mentre viene tagliata.

Solitamente viene venduta insieme ai coltelli da carne.

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Levigatore]

Differentemente da quanto si può pensare, questo coltello non serve ad affilare. Questo coltello serve

infatti a raddrizzare la lama, mentre l'affilatura viene fatta con altri strumenti. Praticamente si tratta di un

cilindro d'acciaio o di ceramica la cui lunghezza può arrivare a 30 cm e lo spessore varia tra 6 e 12 mm.

Si usa dopo i tagli per ripristinare la lama e mantenere la capacità di taglio sempre intatta.

Forbici da Cucina[]

Sono forbici che possono essere utilizzate per lavori analoghi a quelli del coltello, come sminuzzare le

erbette.

Porta Coltelli[]

È uno strumento utile per conservare i coltelli. Si tratta di un blocco angolare di legno, acciaio o altro

materiale, con intagli profondi in cui inserire le lame dei coltelli e alcuni accessori (come le forbici). La

nuova generazione di questi strumenti comprende una barra magnetica per mantenere i coltelli, infatti

molti Porta Coltelli tradizionali non possono venir puliti all'interno e ciò li rende poco igienici.

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LUCERA UN PO’ DI STORIA

Territorio

Il nord del Tavoliere delle Puglie visto da viale Castello a Lucera

Lucera sorge su un'altura formata da tre colli (Monte Albano, Monte Belvedere e Monte Sacro) a

ridosso del Subappennino Dauno, che dominano l'ampia pianura del Tavoliere delle Puglie. Ai piedi dei

colli scorrono i torrenti Salsola e Vulgano, entrambi affluenti delCandelaro.

Il territorio del comune confina a nord con San Severo e Torremaggiore, a est con Foggia, a sud

con Troia e Biccari e a ovest conAlberona, Volturino, Pietramontecorvino e Castelnuovo della Daunia. I

suoi 338,64 km², ne fanno il trentesimo d'Italia e il settimo della Puglia per estensione territoriale.

L’agro, ricco di masserie, è prevalentemente caratterizzato da vigneti, oliveti, vaste distese digrano e

campi di ortaggi (prevalentemente pomodori nella stagione calda); rari sono i frutteti.

Clima[]

La città è caratterizzata da un clima clima mediterraneo, con lunghe estati calde e caratterizzate da

forti escursioni termiche diurne ed inverni miti, anche se per la sua vicinanza ai monti dauni la

temperatura scende anche a valori inferiori a 0 °C, temperatura esterna minima di progetto della città.

I venti sono abbastanza frequenti e, seppure talvolta piuttosto forti, sono mediamente moderati.

La temperatura media annua si aggira attorno ai 15 °C e le precipitazioni si attestano ad un valore

medio di 497 mm/anno. Sono rare, ma non mancano, le precipitazioni nevose.

Dal punto di vista legislativo il comune di Lucera ricade nella fascia climatica D[4] in quanto i gradi

giorno della città sono 1473, dunque il limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di

12 ore giornaliere dal 1º novembre al 15 aprile.

Storia[]

Le origini del nome

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Diverse sono le ipotesi sull'origine del nome Lucera. Le colline su cui poggia la città erano coperte di un bosco, sacro agli dei; nel primitivo linguaggio etrusco “bosco sacro” era detto luk-eri (luk in latino è lucus, eri significa "sacer, sacro"). Dall'etrusco Lukeri si arriva così a Luceria. Tuttavia, non è da escludere che il nome Lucera derivi dal greco leuka eria che significa “lana bianca”, perché anche i poeti latini Orazio e Marziale lodarono Lucera per la rinomata lana delle sue greggi e per i suoi pascoli, così come non si può escludere che Lucera derivi dal praenomen Lucius di Dauno, re eponimo dei Dauni, o più genericamente dalla parola latina lucem (da lux che significa luce), alla quale anche le precedenti ipotesi sono comunque etimologicamente connesse.

Le origini e i primi secoli[]

Lucera, fin dalla sua origine, fu denominata "chiave delle Puglie", per la sua posizione strategica, quale

porta del Tavoliere.[6]

Le prime testimonianze di vita nell'area della città sono state individuate sul Monte Albano, dove sono

state rinvenute tracce di alcuni villaggi neolitici del III millennio a.C.

È considerata un'antica città dei Dauni, come la definì il geografo greco Strabone (58 a.C.-24 d.C.)

narrando la leggenda secondo la quale Diomede, re d'Etolia, dopo la distruzione di Troia, fuggì verso

l'Apulia e si stabilì presso Lucera, dove depose le armi e il Palladio nel tempio di Athena Iliàs e costituì

una colonia greca.

Periodo romano[

Arena dell'Anfiteatro romano di Lucera

L'esercito romano, nel tentativo di prestare soccorso a Luceria, assediata dai Sanniti, subì una grave

sconfitta nellabattaglia delle Forche Caudine.

In seguito Luceria diventa Colonia iuris latini nel 312 a.C. e per la sua grande lealtà fu sempre tenuta in

grande considerazione dai Consoli e dal Senato (Lucerinis bonis et fidelibus sociis – Livio:IX, X),

ricevendone ampia autonomia e indipendenza d’azione: diritto di conio, proprie leggi, proprio fisco,

propri magistrati.

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Nel 295 a.C. i Sanniti tentarono un ultimo attacco verso Luceria, ma il console Marco Atilio

Regolo riuscì a sconfiggere le truppe nemiche, sancendo in modo definitivo la vittoria romana (294

a.C.).[7]

Nel 217 a.C.: «Presso Geronio, a cinque leghe a nord di Lucera... Annibale si teneva pronto a difendere

il campo e i distaccamenti sparsi nelle campagne.».[8]

Nel 90 a.C., in rispetto della Lex Iulia de civitate, Roma concedeva alla sempre fedele Lucera la propria

cittadinanza. La città adottò la sigla S.P.Q.L. (Senatus Populusque Lucerinus) simile a quella usata a

Roma.

Durante la guerra civile, prima che Cesare presidiasse la città con una propria guarnigione, Lucera fu

quartier generale delle truppe di Pompeo.

Nel I secolo a.C., il magistrato Marco Vecilio Campo, fece costruire in onore di Ottaviano Augusto, il

grande anfiteatro. Lo stesso imperatore spesso si recava a Lucera per assistere a combattimenti fra

gladiatori o addirittura tra feroci bestie. In epoca imperiale Lucera registra la fondazione di una delle

prime comunità cristiane: prima dell’anno 60 l'apostolo Pietro, di passaggio per la città romana,

battezzando nelle acque del fiume Vulgano, pose a capo della nascente diocesi il vescovo Basso,

martire cristiano sotto l'imperatore Traiano (118). [9] A lui succedette Pardo, anch'egli venerato come

santo e che venne sepolto nella vecchia Chiesa Madre della città di Lucera, accanto a Basso.

Seguirono il Giovanni I, beato, e Marco I, santo. [10]

L'Alto Medioevo[]

Nel 663 d.C., Lucera longobarda fu distrutta dal bizantino Costante II e i lucerini furono costretti alla

fuga, formando vari centri del subappenino e della costa adriatica. La vecchia chiesa fu saccheggiata e

i corpi dei santi vescovi furono trafugati o portati nelle nuove frazioni costituite. San Basso giunse

a Termoli mentre San Pardo trovò sacra dimora inLarino.

Nel 743 d.C., sulle rovine della città, nuovamente longobarda, arrivo il vescovo Marco II, che portò con

sé una statua della Vergine Maria, collocandola in una nicchia nella cattedrale ricostruita.

Periodo federiciano]

Fortezza svevo-angioina, Torre della Regina

All'interno della cittadella che sovrasta imponente Lucera e, precisamente nell'angolo nord-

est, Federico II fece costruire il suo palatiumanche se oggi, tra la ricchezza dei reperti di origine

angioina e aragonese, si nota ben poco del federiciano castrum seu palatium.

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È tuttavia ancora osservabile lo zoccolo perimetrale e, per quel poco che ne resta, anche le mura a

scarpate la presenza di feritoie ad uso degli arcieri. La parte inferiore dell'edificio (quella più

propriamente difensiva) doveva avere funzioni di rifugio estremo in caso di pericolo. Anche la residua

pavimentazione del cortile interno, con la particolare cura delle rifiniture, è attribuita all'epoca di

Federico II.

Federico II deportò inoltre a Lucera numerosi musulmani di Sicilia: nel 1239, sembra non si contassero

più di dodici abitanti di religione cristiana.[11] Il borgo si era sviluppato verso il castello, in conseguenza

degli arrivi e vennero fatte costruire numerose moschee al posto delle chiese. Lugêrah conobbe in quel

periodo una notevole fioritura, tanto che ben presto venne paragonata, dai viaggiatori e dagli storici

musulmani di allora, alla Cordova degli emiri e dei califfi omayyadi.

La Lucera musulmana restò fedele alla casa sveva e dopo la morte di Federico II nel 1250 parteggiò

per Manfredi nel 1254 e perCorradino nel 1267, rifiutando l'obbedienza a Carlo I d'Angiò.

Periodo angioino]

Costretta alla resa la città, gli Angioini stanziarono numerose famiglie di origine provenzale nella

ricostruita fortezza sul monte Albano. In seguito ad un ulteriore ribellione nell'anno1300 Carlo II

d'Angiò organizzò la "crociata angioina": la città, dopo un lungo assedio condotto da Giovanni Pipino da

Barletta, venne distrutta e gli abitanti musulmani massacrati o venduti come schiavi.[12] La città fu

rinominata "Civita Sancte Marie" (città di Santa Maria) e al posto della Moschea principale, demolita,

venne costruita la Cattedrale dell'Assunta e posta in essa una statua della vergine, che da quel giorno è

la patrona principale della città.

Per riportare la cristianità nella città, Roberto d'Angiò fece giungere da Avignone (il papato in quegli

anni non era a Roma) a Lucera il vescovo croato Agostino Kažotić che in un solo anno riuscì a

convertire il popolo lucerino. Nel 1323 fu ferito a morte da un saraceno.

Dal Quattrocento al Settecento[

Nel quattrocento, Santa Maria ebbe importanza soprattutto per la transumanza, con l'istituzione

della Regia Dogana della Mena delle Pecore di Puglia. Nel 1418, il beato Giovanni Vici da Stroncone

fece realizzare sul Monte Belvedere il convento francescano del SS. Salvatore. Il frate, sui resti di

Castel Fiorentino, trovò due lastre di pietra, che formavano la mensa di Federico II e le portò in città,

utilizzandole come altari maggiori nella Cattedrale e nella chiesa del SS. Salvatore. Dopo il periodo

aragonese, con l'inizio del cinquecento il titolo Civitas Sanctae Mariae fu sempre meno usato, sostituito

dall’attuale nome di Lucera.

Tra il cinquecento e il seicento, Lucera continuò ad essere residenza di famiglie nobili del regno. La

città, ben presto si riempì di nobili palazzi e di bellissime piazze. Un forte terremoto colpì Lucera nel

luglio del 1627, con alcuni danni alle abitazioni; la città vicina di San Severo fu rasa al suolo e anche

Foggia ebbe numerosi danni. I lucerini videro l'evento come un accadimento miracoloso, attribuito alla

protezione di Santa Maria Patrona.

A cavallo fra il seicento e il settecento, Lucera fu al centro della vita di san Francesco Antonio Fasani,

canonizzato il 13 aprile 1986 da papa Giovanni Paolo II. Amante dei poveri e dei sofferenti,

familiarmente dai lucerini veniva e ancora tuttora viene chiamato Padre Maestro.

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Dall'Ottocento a oggi[

Lucera, in quegli anni, godeva dello status di capitale culturale della regione, ma con l'avvento di

Napoleone perse il titolo di capoluogo della Capitanata e del Contado del Molise. Nel 1806 difatti il

capoluogo passò a Foggia.

Nell'estate del 1837 su Lucera si abbatté il colera e numerose furono le vittime. Secondo la tradizione

cattolica, un evento miracoloso sarebbe accaduto il 12 e il 13 luglio di quello stesso anno: l'Icona

trecentesca di Santa Maria Patrona di Lucera, mosse gli occhi e cambiò il colore della pelle. A seguito

di un Processo Canonico, fu proclamato il 13 luglio quale festa della Madonna del Colera.[13]

La povertà invase la città agli inizi del Novecento, con l'arrivo della Grande Guerra, che portò via a

Lucera 157 uomini. Con l'avvento della seconda guerra mondiale, Lucera temeva i bombardamenti, ma

non fu mai attaccata e quindi mai distrutta.

Nella seconda metà del novecento la città iniziò a espandersi. Allargandosi intorno al vecchio perimetro

angioino, si formarono i nuovi quartieri di Pezza del Lago, 167 e Lucera due. Il terremoto del 31

ottobre 2002 ha lesionato diversi edifici, causando la chiusura di alcune chiese del centro storico.

Nel 2012 resta ancora chiusa la chiesa di San Leonardo.

Simboli]

Lo stemma della città di Lucera, concesso con D.C.G. del 6 settembre 1935,[14] ha la

seguente blasonatura:[15]

« d'azzurro al leone passante al naturale su una campagna di verde tenente nella branca anteriore destra una banderuola con l'effige della Vergine Assunta avente nelle braccia Gesù Bambino, sormontato da una fascia di argento con la sigla S.P.Q.L. »

mentre il gonfalone civico, anche questo concesso con il decreto del 1935, ha la seguente

descrizione:[15]

« drappo di colore azzurro, riccamente ornato di ricami d’oro e caricato dello stemma sopra descritto con l’iscrizione centrata in oro CITTÀ DI LUCERA »

Monumenti e luoghi d'interesse[]

Arco di Porta Troia, Lucera

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La sua antica storia si snoda in tutte le sue vie e grazie ai suoi monumenti di svariate epoche può

fregiarsi del titolo di "città d'arte": l'Anfiteatro romano, la fortezza Svevo-Angioina, la Basilica cattedrale

di Santa Maria Assunta del 1300, la chiesa di S. Francesco d'Assisi (oggi Basilica santuario di San

Francesco Antonio Fasani) coeva della Cattedrale, la barocca Chiesa del Carmine e i due musei, uno

di Archeologia Urbana e l'altroDiocesano.

Corso Manfredi e l'assetto urbanistico saraceno di Rione alle Mura e Rione Cassitto sono caratterizzati

da piccole viuzze e scalinate. Anche via Carpentieri conserva l’assetto urbanistico saraceno e si fa

spazio fra le piazzette, in una delle quali sorge la casa natale del servo di Dio Don Alessandro De

Troia.

Chiesa di San Giovanni Battista, Lucera

Corso Garibaldi è una delle arterie centrali del vecchio borgo. Ricca di maestosi palazzi (Palazzo

Lombardo,Palazzo Gifuni), fra i quali spicca Palazzo Mozzagrugno, spettacolare esempio di stile

neoclassico, restaurato nel 1831, sede del Municipio, della Biblioteca Comunale "Ruggero Bonghi" e

del Teatro Garibaldi, affiancato da una piccola piazzetta, dove sorge la casa della serva di Dio Rosa

Lamparelli. In fondo a corso Garibaldi si erge l'arco di Porta Foggia, con la chiesa di San Giovanni

Battista e la casa natale della venerabile Genoveffa De Troia.

Il borgo di Santa Caterina è impreziosito dall'antico pozzo e dall'antico convento angioino di clausura

delle suore celestine di Santa Caterina. Lungo via Amendola è situata la zona dove è più visibile

l'assetto romano della città; da una parte via Quaranta e il suo palazzo, dall’altra via De Nicastri dove,

nell'omonimo palazzo, ha sede il Museo di Archeologia Urbana "Giuseppe Fiorelli".

In Piazza San Leonardo sorge la chiesa omonima e nei pressi alcuni palazzi di varie epoche, fra cui

Palazzo Scassa, dell’omonima famiglia di nobili lucerini. In Piazza San Giacomo sorge palazzo Curato

e il più antico Palazzo Ramamondi e la sua torretta saracena. Al centro della Piazza sorgeva la vecchia

chiesa Madre, ora sostituita dalla chiesa di San Giacomo maggiore; nei pressi la casetta Merlata. Vico

Zunica conserva intatto l'assetto saraceno, nei suoi palazzi e nelle sue piazzette.

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Chiesa del Carmine di Lucera

Piazza del Carmine è contornata di settecenteschi palazzi (D'Auria-Secondo, Valletta, Scoppa,

Prignano), con al centro l'imponente complesso barocco del Carmine. Nei pressi della piazza sorge il

borgo di san Matteo, che conserva le antiche Terme Romane. Alle spalle del vecchio convento

carmelitano, si snoda l'antico quartiere della Torretta, dove sorge la Casa Natale di san Francesco

Antonio Fasani. Proseguendo per la via a lui dedicata si giunge in Piazza Tribunali, più conosciuta

come Piazza San Francesco dove, oltre al Palazzo di Giustizia (costruito, come il complesso del

Carmine, con i ruderi del Palazzo di Federico II) e alla Casa Circondariale, sorge la trecentesca chiesa

di san Francesco (oggi Basilica santuario di San Francesco Antonio Fasani), all'interno del quale sono

conservati i resti del santo di Lucera. Adiacente alla chiesa vi è la cappella dell'Addolorata.

Chiesa di San Domenico di Lucera

Il complesso di San Domenico, originariamente medioevale è ora visibile in forma barocca. Alla chiesa

è annessa la cappella di san Giuseppe e la cappella del Santo Rosario (Pantheum). In via Cairoli,

sorge l'antico convento dei sacramentini e la chiesa dedicata alla Vergine di Lourdes. In via IV

Novembre, c'è il Convitto Nazionale; nato come convento dei Celestini, ha ospitato fino al 2009 il corso

universitario di Beni Culturali. All'interno è visibile il settecentesco chiostro e la chiesa di San

Bartolomeo Apostolo.

Piazza della Repubblica, con i suoi palazzi e il suo tessuto urbanistico, ricorda la Lucera dell'Ottocento.

Ancora oggi in tale rione si svolge il mercato giornaliero. Suggestivo è Vico Ciacianella che, largo solo

45 cm, detiene il secondo posto nella graduatoria dei vicoli più stretti d'Italia e d'Europa.[16]

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Campanile del Duomo di Lucera

Piazza Duomo è il centro e il fulcro dell'intera città. La Basilica cattedrale di Santa Maria

Assuntatrecentesca, ristrutturata e arricchita con elementi barocchi dal vescovo Domenico Maria

Liguori della diocesi di Lucera-Troia, svetta al centro della piazza Duomo e al suo interno conserva

l'icona trecentesca di Santa Maria Patrona di Lucera, donata da Carlo II d'Angiò. La piazza è ricca di

palazzi; i più imponenti sono Palazzo Cavalli e il settecentesco Palazzo Vescovile nella cui maestosa

corte vi è l'accesso al Museo Diocesano e agli uffici di Curia, dove ha sede anche il Seminario

Vescovile. Via Federico II è una delle vie più care ai lucerini. Notevole è la cupola dell'antica moschea,

oggi chiesa di sant'Antonio Abate. La villa comunale è impreziosita dal vecchio convento del santissimo

Salvatore, con annessa chiesa di San Pasquale.

I più importanti monumenti fuori dalla cinta muraria angioina sono:

la Fortezza Svevo-Angioina, situata in viale Castello, sul Monte Albano, nella zona nord ovest della

città, è cinta di mura e di torri;

l'Anfiteatro Romano, situato in viale Augusteo, al confine est della città, ancora oggi visibile in tutto

il suo antico splendore.

Nell’agro di Lucera sorgono numerosi reperti storici e naturalisti:

Quercia di Santa Justa, nella contrada Fontanelle, al nord della città, verso il distrutto borgo di

Castel Fiorentino, che fu l'ultima dimora di Federico II;

Ponte Gallucci, antico ponte romano, ormai del tutto abbandonato.

Architetture religiose]

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La Basilica Cattedrale

Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta[

La Basilica Minore di Santa Maria Assunta, nel cuore della città di Lucera è un esempio di architettura

gotico-angioina. Il Duomo, eretto per volere di Carlo II d'Angiò e consacrato nel 1302, è la principale

chiesa della città e anche la cattedrale della diocesi di Lucera-Troia, dichiarata Basilica

minore nel 1834 da papa Gregorio XVI e Monumento Nazionale nel 1874. Al suo interno conserva la

miracolosa icona diSanta Maria Patrona di Lucera, le reliquie del Beato Agostino Casotti e un crocifisso

ligneo del 1300.

Santuario di San Francesco Antonio Fasani[]

Santuario di San Francesco Antonio Fasani

La trecentesca "chiesa di san Francesco d'Assisi" sorge in Piazza Tribunali a Lucera ed è stata fatta

edificare dalla casata dei d'Angiò. Nel2001 è divenuta Santuario di San Francesco Antonio Fasani,

all'interno del quale sono conservati i resti del santo di Lucera. Nel 2008 è stata dichiarata "Monumento

di una cultura di pace" e il 29 novembre 2012 è stata elevata al rango di Basilica minore. Adiacente alla

chiesa vi è la cappella dell'Addolorata.

Altre chiese[

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Chiesa di Santa Maria del Carmine

Chiesa di San Domenico

Chiesa di Sant'Antonio Abate

Chiesa di San Giacomo Maggiore

Chiesa di San Giovanni Battista

Chiesa del SS. Sacramento (Sacramentini)

Chiesa di San Leonardo

Chiesa di Santa Caterina

Chiesa di San Gaetano

Chiesa di Santa Lucia

Chiesa di Santa Maria della Spiga

Chiesa della Pietà

Chiesa del Santissimo Salvatore, o San Pasquale

Chiesa di San Pio X

Chiesa di Cristo Re

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Chiesa di San Francesco Antonio Fasani

Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, o Sant'Anna (annessa alla Casa di Riposo "Maria De

Peppo Serena")

Chiesa di San Bartolomeo (annessa al convitto Nazionale)

Chiesa di Santa Maria della Libera (annessa a Palazzo Uva, sconsacrata)

Chiesa di San Matteo Apostolo (oggi scuola elementare)

Antica chiesa di Santa Maria delle Grazie (chiusa a seguito del terremoto del 1980)

Palazzo Cavalli, Piazza Duomo, Lucera

Architetture civili

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Palazzo di Giustizia, Piazza Tribunali, Lucera

Palazzo Cavalli

Palazzo De Troia

Palazzo Vescovile

Palazzo di Giustizia

Palazzo Mozzagruno

Palazzo Petrilli

Palazzo Scassa

Palazzo Lombardi

Palazzo Uva

Palazzo Curato

Palazzo Zunica

Palazzo D'Auria-Secondo

Architetture militari[]

Fortezza Svevo-Angioina[]

Altra veduta della Torre della Regina della Fortezza Svevo-Angioina di Lucera

La Fortezza Svevo-Angioina di Lucera è un castello risalente al XIII secolo, di età federiciana e

angioina. Posto sulla sommità piana del colle Albano sul quale sorgeva l'acropoli della Lucera romana,

difeso per tre lati da ripide pareti a strapiombo, la Fortezza domina il Tavoliere di Capitanata. Federico

II fece edificare il suo Palatium nel 1233, mentre la muraglia della Fortezza è stata edificata da Carlo I

d'Angiò (1289). La cinta muraria irregolare che cinge l'intera collina è lunga 900 m e si compone anche

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di 13 torri quadrate, 2 bastioni pentagonali, 7 contrafforti e 2 torri cilindriche angolari. L'ingresso

principale è collegato a viale Castello tramite un caratteristico ponte che attraversa un grande fossato.

Altro]

Monumento ai Caduti in Piazza Duomo

Monumento a Ruggero Bonghi

Monumento a San Francesco Antonio Fasani

Teatri[modifica | modifica sorgente]

Anfiteatro Romano Augusteo[

L'aerena dell'Anfiteatro romano di Lucera

L’Anfiteatro romano di Lucera è un monumento di epoca romana situato nella periferia est della città.

Risale all'età augustea; fu costruito tra il 27 a.C. e il 14 d.C. dal magistrato lucerino Marco Vecilio

Campo, su una depressione naturale del terreno di sua proprietà, in onore di Ottaviano Augusto. È fra i

più antichi dell’Italia meridionale e, per le sue notevoli dimensioni, risulta essere la più importante

testimonianza romana di tutta la Puglia. Con l’avvento del Terzo Millennio, è stata realizzata una

piccola gradinata per il pubblico, al fine di poter permettere all’Anfiteatro Romano di tornare attivo per

manifestazioni musicali, teatrali e culturale. Purtroppo però le gradinate sono davvero misere,

considerando la grandezza dell’Anfiteatro e meriterebbero di essere ampliate su tutta la struttura in

modo da ridarle un assetto uniforme, tornando a riaccogliere i 16 000-18 000 spettatori, che al tempo

dei Romani, riuscivano ad assistere agli spettacoli.[17]

Teatro Garibaldi[

In pieno centro cittadino sorge il Teatro “Garibaldi”. In principio intitolato a Maria Teresa Isabella di

Borbone (“Real Teatro Maria Teresa Isabella”), è sorto nel 1837 su progetto dell’architetto Oberty ed è

stato inaugurazione la sera del 7 giugno 1838. Situato all’interno del Palazzo Mozzagrugno, sede

centrale del Comune, in Corso Garibaldi, nel 1903, a seguito di lavori di ampliamento, venne

ribattezzato quale gemello in miniatura del “Petruzzelli” di Bari.[18] Dopo anni di splendore, durante le

guerre venne abbandonato e solo nel1977 venne approvato il progetto di recupero dell'edificio, ma i

lavori furono completati solo nel 2005. Il Teatro è stato nuovamente inaugurato nel marzo 2005 e nel

2006 è stata organizzata la prima stagione di prosa. La sala di forma semicircolare è caratterizzata da

una platea di un centinaio di posti, da due ordini di palchi divise in stanzine ed una galleria. L’interno,

decorato da vari artisti, è ritenuto un vero gioiello dell’architettura e della decorazione.[19]

Cinema Teatro dell'Opera[

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Il Teatro dell’Opera nasce all’interno dell' “Opera San Giuseppe”, nel quartiere di Porta Croce, nelle

vicinanze della fortezza Svevo-Angioina. Affidata ai Padri Giuseppini del Murialdo nel 1922 e in

particolare al servo di Dio Padre Angelo Ferracina, l’Opera venne inaugurata il 19 marzo 1959 e al

nascente teatro, con una capienza di oltre 600 posti, fu dato il nome di “Sala Ricreativa

Cinematografica San Giuseppe”.[20] A causa dell'identificazione di sala della parrocchia di "Cristo Re" e

data la presenza delle altre sale cinematografiche della città (il Politeama, il cinema Lepore e il cinema

Roma), numerose furono le difficoltà alla sua gestione. Alla fine degli anni ottanta, però, con la chiusura

di tutte le sale cittadine, la “Sala Ricreativa Cinematografica San Giuseppe” si ritrova ad essere l'unico

teatro/sala cinematografica di Lucera. Nel 1991 la sala viene ristrutturata completamente e viene

ribattezzata come Cinema Teatro dell’Opera, con capienza di 428 posti, divisi fra platea e galleria.

Nel 2007 la gestione della struttura viene affidata ad un'associazione culturale mentre nel 2008 vi è

un'innovativa ristrutturazione alle strutture del palcoscenico, che riesce a rendere il Teatro dell'Opera

una realtà accessibile anche a compagnie professioniste a livello nazionale. Da allora periodicamente

vengono organizzare delle "Stagioni Teatrali".

Teatro Il Piccolo. Teatro della parrocchia Santa Maria delle Grazie nel quartiere 167.

Sala Giovanni Paisiello. Sala concerti con 100 posti a sedere in via Bozzini, nei pressi di Piazza

Duomo.

Società[] Evoluzione demografica[modifica | modifica sorgente]

Abitanti censiti[21]

Etnie e minoranze straniere[]

Al 1º gennaio 2013 gli stranieri residenti a Lucera sono 914, pari al 3,45% della popolazione

comunale.[22] Le comunità nazionali più numerose sono:

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Romania 409

Albania 239

Polonia 75

Marocco 59

Ucraina 45

Religione[]

La confessione più diffusa a Lucera è il cattolicesimo. La città è sede della diocesi di Lucera-Troia, che

comprende 19 comuni per una popolazione complessiva di circa 76 000 abitanti. La diocesi, oggi

suffraganea dell'arcidiocesi di Foggia-Bovino, nacque nel 1986 dall'unificazione delle diocesi di Troia e

Lucera, entrambe di antica origine. Secondo la tradizione, la fondazione della diocesi di Lucera risale

all'età paleocristiana e avvenne per opera dall'apostolo Pietro.[23] La serie dei vescovi è interamente

nota dal XIII secolo.[24]

La città venera come santi patroni santa Maria Patrona e san Francesco Antonio Fasani. La figura della

Vergine è legata alla città fin dall’origine della Diocesi, il cui culto venne confermato e osannato da

Carlo II d'Angiò nel 1304, con l’umile e significativo gesto di consegna delle chiavi della città all’Icona

della Vergine, affidandole definitivamente le sorti della città di Lucera, che da allora sentì la sua

protezione durante ogni tipo di calamita. La città venne dichiarata "Civitas Sancta Mariae". Invece la

devozione per San Francesco Antonio Fasani è più recente. Il Santo, comunemente chiamato Padre

Maestro e vissuto tra il 1681 e il 1742, è stato canonizzato nel 1986 da Giovanni Paolo II.

Nel quartiere dell'Anfiteatro Romano è anche presente una chiesa cristiana evangelica, appartenente

all'Assemblee di Dio in Italia.[25]

La città di Lucera, fin dai tempi dei saraceni di Federico II, è inoltre legata alla cultura religiosa

orientale, anche se oggi mancano edifici di culto musulmano, nonostante nel 1200la città fosse piena di

moschee, distrutte con l’arrivo dei d’Angiò e mai più ricostruite.

Un ulteriore movimento religioso a Lucera è quello dei Testimoni di Geova. La comunità è presente in

città con una propria sala riunioni e raccoglie un buon numero di aderenti. Tutte le altre etnie presenti

sul territorio di Lucera praticano in forma privata il culto della propria religione, non essendovi strutture

adibite al culto delle loro divinità.

Festa patronale[]

La festa patronale di Lucera si svolge nella tre giorni del ferragosto (14-15-16 agosto) ed è in onore di

Santa Maria Patrona. I festeggiamenti hanno origini antichissime, che si collegano soprattutto al

periodo angioino. Con l'istituzione del Corteo storico del 1983, iniziò a Lucera la tradizione di rievocare

ogni 14 agosto il memorabile momento della consegna delle chiavi della città da parte di Carlo II

d'Angiò all’icona della Vergine Maria, con trionfante processione in piazza Duomo della stessa. La festa

poi proseguiva presso l'Anfiteatro Romano, dove all'arrivo del corteo, si svolgeva il Torneo delle Chiavi

o Palio della città. La tradizione è stata purtroppo modificata negli ultimi anni con grande rammarico

della popolazione di Lucera. Ora difatti è il vescovo della città che, in Basilica Cattedrale, dona le chiavi

alla Vergine, che in seguito viene portata in processione in piazza Duomo. Il Corteo Storico è stato

spostato nei giorni precedenti le feste patronali mentre i giochi medioevali sono stati del tutto eliminati.

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Il 15 agosto, giorno dell'Assunta, si svolgono le vari celebrazioni religiose, mentre la serata di riempie di

musica grazie ai concerti del centro storico. Il 16 agosto è il giorno della grande festa. Nel pomeriggio

dalla basilica cattedrale ha inizio la grande processione cittadine, che percorre il centro storico della

città. Imponente era fino ai primi anni del ‘900 con la presenza delle statue dei santi più venerati in città,

mentre oggi la Vergine percorre “sola” le vie della città, preceduta dalle parrocchie, dalle confraternite e

da clero. Al passaggio dell'Icona per Porta Foggia ha luogo una lunga e chiassosa batteria, che blocca

la Vergine per quasi un'ora nell'attesa di riprendere il breve percorso verso piazza Duomo. Nel 2001 la

statua di san Francesco Antonio Fasani ha accompagnato la Vergine. Tale evento fu accolto in modo

festoso dalla popolazione lucerina, che da allora spera di poter vedere ogni anno il Santo di Lucera in

processione con Santa Maria Patrona.[26] Nel 2011, in occasione del 25º anniversario della sua

canonizzazione, la statua di san Francesco Antonio Fasani è tornata a precedere quella della Vergine

Patrona della città. In serata, in Piazza Matteotti, vi è l'esibizione di uno o più cantanti, mentre in

Piazzale Ferrovia fa sosta un Luna Park. Le feste si chiudono con tre fuochi pirotecnici nei pressi

dell'Anfiteatro Romano.

Festa di san Francesco Antonio Fasani[]

Processione delPadre Maestro del 29 novembre 2003

I festeggiamenti per il Santo di Lucera avvengono tre volte l'anno:

il 6 agosto, anniversario della nascita, presso la sua casa natale, con triduo dal 2 al 5 del mese; in

principio veniva portata la statua del santo in processione, ma dal 2000, con la realizzazione di una

nuova statua posta nella piazza antistanza la casetta, tale usanza è stata abbandonata;

il 21 settembre, anniversario dell'ordinazione sacerdotale, presso la parrocchia a lui dedicata nel

quartiere di Lucera 2; è una festa recente, che si spera assuma sempre più vigore col passare degli

anni;

il 29 novembre, anniversario della morte, presso il suo santuario. Dal 20 al 28 del mese le varie

parrocchie della Diocesi si alternano all’animazione della solenne novena; la sera del 28 novembre

ha luogo la lettura del Transito del Padre Maestro.

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Il 29 novembre è la memoria liturgica del santo e conseguente festa patronale. In mattina varie sono le

celebrazioni liturgiche all’interno del Santuario, animate anche dai giovani delle scuole di Lucera. Nel

pomeriggio, invece, ha luogo la processione per le vie della città. Fino a qualche anno fa veniva portata

la salma del santo su un carro trainato da cavalli ma, oggi, a causa delle avversità atmosferiche, si

preferisce portare la statua realizzata nel1951. Suggestivo il passaggio della stessa in Via Torretta,

dinnanzi la casa natale del santo. Chiude la festa un fuoco pirotecnico in Piazza Tribunali.

Riti pasquali[]

Con l’inizio della Quaresima, la città di Lucera viene riempita di numerose bambole di pezza,

le Quarantane. Le cosiddette “Vedove del Carnevale” sono vestite di stracci neri con la faccia bianca

funerea e l’arancia con le sette penne, di cui sei nere che simboleggiano le domeniche di penitenza e

una sola bianca che simboleggia la Santa Pasqua.

Nella settimana santa, numerose sono le funzioni religiose, come la Via Crucis cittadina e la Messa

Crismale del Mercoledì Santo.

Giovedì Santo

La sera del Giovedì Santo si svolgono i “Sepolcri”, ovvero la visita agli altari della deposizione, nelle

varie chiese della città. L’adorazione del Santissimo Sacramento segue laMessa in Coena Domini e

viene praticata da tanti fedeli che affollano le vie di collegamento delle tre chiese centrali del borgo

antico: la Chiesa del Carmine, il Santuario di san Francesco Antonio Fasani e la Basilica Cattedrale

dell'Assunta.

Venerdì Santo

La sera del Venerdì Santo, dal Santuario di san Francesco Antonio Fasani ha inizio il rito penitenziale

dal titolo emblematico “Il Calvario, la Pietà e la Desolata”. Le parrocchie, le confraternite e il clero

prendono parte alla suggestiva processione che si snoda nel centro storico della città. Chiudono il

corteo le tre venerate statue del Crocifisso, del Cristo morto e dell’Addolorata. Al rientro della stessa,

nella piazza antistante il Santuario, la lettura della Passione di Cristo fa da cornice al tradizionale

movimento delle statue. Conclude la serata i canti della Desolata, all’interno della chiesa.

Domenica di Pasqua

La tradizionale Messa della notte apre le funzioni religiose delle varie chiese della città. In tarda

mattinata, dalla chiesa di Sant’Antonio Abate ha luogo la silenziosa processione diGesù Risorto, nel

centro storico della città, che si chiude con una scoppiettante batteria in Piazza Matteotti.

Il lunedì di Pasquetta vengono accese le Quarantane, rimaste per tutta la quaresima a vegliare sulla

città.[27]

Altre feste religiose[]

Varie sono le feste religiose di Lucera legate alle nove parrocchie della città e alle chiese confraternali.

Molto sentite dalla popolazione locale sono le feste di:

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San Ciro Eremita, 31 gennaio, presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Spiga. Nel

pomeriggio ha luogo la processione con l'incendio di batterie e in serata fuochi pirotecnici;

Beata Vergine di Lourdes, 11 febbraio, presso la chiesa dei Sacramentini. Suggestiva la

processione oux flambus con la partecipazione numerosa del popolo e la presenza delle

confraternite della città. Suggestivo il passaggio dinnanzi l’ospedale e la sosta per la santa Messa

nella Basilica Cattedrale. Non mancano l'incendio di batterie e fuochi pirotecnici;

Santa Maria della Misericordia, ultima domenica di maggio, presso la chiesa parrocchiale di San

Giovanni Battista. Nei 6 giorni precedenti la festa, l’icona trecentesca della Vergine Maria viene

portata in pellegrinaggio nei 6 quartieri della parrocchia di porta Foggia per la celebrazione della

Santa Messa. Il giorno della festa ha luogo la processione e i fuochi pirotecnici;

Corpus Domini, in giugno, presso la Cattedrale dell'Assunta. Nel pomeriggio processione per le vie

del borgo antico con la partecipazione delle parrocchie e delle confraternite della città;

Santa Maria delle Grazie, 2 luglio, presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie. Nel

pomeriggio processione per le vie della parrocchia e in serata fuochi pirotecnici. In tempi passati la

festa si svolgeva presso la chiesa delle Grazie nel centro storico della città;

Santa Maria del Carmine, 16 luglio, presso la chiesa di Santa Maria del Carmine e parrocchia di

San Matteo Apostolo. Nel pomeriggio processione per le vie della parrocchia con passaggio

dinnanzi l'ospedale cittadino, dove ha luogo l'incendo di batterie. La serata si svolge in Piazza del

Carmine, fra musica, bancarelle e fuochi pirotecnici;

Santa Maria della Vittoria, seconda domenica di settembre, presso la chiesa parrocchiale di san

Giacomo Apostolo. Nel pomeriggio il trecentesco simulacro della Vergine viene portato in

processione per le vie della parrocchia; la serata è in musica e termina con i fuochi pirotecnici nei

pressi dell'Anfiteatro Augusteo;

Beata Vergine del Santo Rosario, prima domenica di ottobre, presso la chiesa di san Domenico.

Nel pomeriggio ha luogo la suggestiva processione con il gruppo statuario della Vergine fra san

Domenico di Guzman e santa Caterina da Siena;

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Chiesa di Santa Maria della Spiga, Lucera

Numerose sono le feste minori, fra le quali ricordiamo Sant'Antonio Abate (17 gennaio con la

tradizionale benedizione degli animali) presso l'omonima chiesa, San Giuseppe (21 marzo) e Santa

Rita da Cascia (22 maggio con Benedizione delle Rose) presso la chiesa di San Leonardo, Vergine

Incoronata (ultimo sabato di aprile con processione) presso la chiesa della Pietà, Sant'Antonio di

Padova (13 giugno) presso le tre chiese francescane (Santuario di san Francesco Antonio Fasani,

Pietà e San Pasquale), Cristo Re (in giugno o in novembre con processione della statua di Gesù)

presso l'omonima chiesa parrocchiale, Sant'Anna (26 luglio con serata musicale) presso l'omonima

chiesa, Santa Maria della Spiga (29 agosto con processione del quadro devozionale) presso l'omonima

chiesa parrocchiale, San Pio X (in settembre con processione della statua del santo) presso l'omonima

chiesa parrocchiale, Beata Vergine Addolorata (15 settembre con antica processione in Piazza

Tribunali) presso il Santuario di san Francesco Antonio Fasani, e Santa Lucia (13 dicembre) presso

l'omonima chiesa. Significativa è anche la festa di Santa Maria della Purità (seconda domenica di

ottobre), presso la chiesa di San Gaetano da Thiene; nel pomeriggio ha luogo la piccola

processione oux flambus nel quartiere di Santa Caterina, durante la quale la statua della Vergine viene

sorretta unicamente da giovani ragazze.

Cultura[] Biblioteche[]

Biblioteca Comunale “Ruggero Bonghi” con sede presso Palazzo Mozzagrugno in Corso Garibaldi.

Biblioteca Diocesana con sede presso il Seminario Vescovile in via Blanch.

Archivio di Stato di Lucera con sede in Via dei Saraceni.

Archivio Notarile Distrettuale con sede in Via San Domenico.

Biblioteca del Centro regionale servizi educativi e culturali (CRSEC) con sede in Viale Raffaello.

Università[

Già sede universitaria di chirurgia, diritto e procedure penali, Lucera col passare del secoli perse tutte

le cattedre. Dal 2001 al 2008 è stata sede distaccata dell'Università degli Studi di Foggia, grazie

l'attivazione della Facoltà di Beni Culturali, presso il Convitto Nazionale. Perdendo anche questa

cattedra, ora a Lucera resta solo la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, presso gli

Orfanotrofi Riuniti.

Musei[]

Museo di Archeologia Urbana "Giuseppe Fiorelli"[]

Il Museo Civico "Giuseppe Fiorelli" la cui sede è il Palazzo De Nicastri, in via De Nicastri, si costituì

nel 1905 ed è considerato il primo museo civico a nord di Bari.[28] Al suo interno, oltre all'arredo

permanente della famiglia De Nicastri, comprende preziosi manufatti che vanno dall'età preistorica

all'età romana (di particolare rilievo è il Mosaico di Piazza Nocelli), fino al Medioevo. Ricca anche la

pinacoteca con i quadri del pittore lucerino Giuseppe Ar.

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Palazzo Vescovile (XVIII secolo), sede del Museo Diocesano

Museo Diocesano di Lucera[]

Il Museo Diocesano, la cui sede è il Palazzo Vescovile, in piazza Duomo, è stato inaugurato nel 1999.

All'interno delle sale, oltre alla Pinacoteca dei Vescovi, sono conservati manufatti di diverse epoche. Di

rilevante importanza sono: una pisside in diaspro sanguigno rosso del secolo XIII, un dittico di scuola

sulmonese in lamine d'argento dorato del secolo XIV, il camice di lino con ricami, la stola e il cappello

delBeato Agostino Casotti (secolo XIV), il mantello di lana del francescano san Francesco Antonio

Fasani (secolo XVII-XVIII), l'artistico armadio-cappella contenente l'altare in legno dorato appartenuto

alla famiglia di mons. Freda (secolo XVIII-XIX).

Gallerie d'arte[]

Galleria Gagliardi

Galleria Valeno

Media[]

Hanno sede a Lucera SundayRadio e RadioEuropa, oltre all'emittente televisiva Telecattolica. Vi si

stampano i periodici Il Centro, Il Meridiano e Il Sentiero. L'informazione online è affidata ai

portali Luceraweb, Lucerabynight, Newsetv, AdessoIlSud e Il Frizzo.

Cinema[]

Maria ...vieni a Marcello

Il soldato di ventura

Le vie del Signore sono finite

Il procuratore

Il diario di un prete

Come il vento

Ti voglio bene Eugenio

Cucina[]

Il piatto tipico è la pasta fresca chiamata cicatelli (mizz apirt e mizz ch'use - orecchiette piccole non

capovolte) accompagnate da verdure spontanee, in particolare la rucola che cresce spontanea

all'interno delle mura della fortezza svevo-angioina, particolarmente elogiata dalla popolazione lucerina.

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A Lucera vi è anche la produzione di vino. Il più conosciuto è il Cacc'e Mmitte di Lucera.

I dolci tipici sono:

u pizz palumm (ciambellone ricoperto di glassa al limone), periodo feste pasquali;

i cicce cutte (chicchi di melograno con mosto cotto, cioccolato fondente e noci), periodo inizio

novembre, in concomitanza della commemorazione dei defunti;

i crustele, dolce tipico di origine romana proveniente dalla "crustula", biscotto che il maestro donava

ai fanciulli meritevoli (pastafrolla fritta con miele bianco o mosto cotto a forma di corona), periodo

feste natalizie;

i menele atterrate (mandorle tostate e poi passate nel cioccolato fondente), periodo feste natalizie.

Persone legate a Lucera[]

Basso di Lucera, primo vescovo della città, santo martire.

Pardo, secondo vescovo della città, santo.

Giovanni Moro, servo saraceno di Federico II, capitano del castello di Lucera sotto Corrado IV

Agostino Kažotić (circa 1260 – 1323), vescovo che rifondò la comunità cristiana di Lucera dopo il

periodo saraceno. Fu beatificato nel 1702.

Francesco Antonio Fasani (1681 – 1742), frate francescano minore conventuale, venerato come

santo dalla Chiesa cattolica dal 1986.

Carlo Candida (1762 – 1845), luogotenente generale del Sovrano Militare Ordine di Malta.

Luigi Blanch (1784 – 1872), militare, politico e storico.

Raffaele Cassitto (1803 – 1873), senatore.

Giuseppe Fiorelli (1823 – 1896), archeologo, direttore degli Scavi archeologici di Pompei e

numismatico.

Ruggiero Bonghi (1826 – 1895), politico. Ministro della Pubblica Istruzione dal 1874 al 1876,

dal 1860 al 1895 fu deputato del collegio di Lucera, città della quale era originario. A lui sono

intitolati la Biblioteca comunale, il Convitto nazionale e il Liceo classico.

Gaetano Pitta (1857 – 1950), scrittore e giornalista.

Umberto Bozzini (1876 – 1921), avvocato, poeta e drammaturgo.

Raffaele Montagna (1884 – 1955), magistrato e consigliere di Stato.

Raffaele Gorjux (1885 – 1943), giornalista italiano, fondatore dei quotidiani La Gazzetta di

Puglia e La Gazzetta del Mezzogiorno.

Giuseppe Ar (1898 – 1956), pittore.

Riccardo Del Giudice (1900 – 1985), filosofo.

Mario Sansone (1900 – 1996), critico letterario e storico.

Giuseppe Cavalli (1904 – 1961), fotografo e fondatore del circolo la Bussola di Milano.

Raffaele Calabria (1906 - 1982), arcivescovo.

Pasquale Soccio (1907 – 2001), scrittore.

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Raffaele Castielli (1927), vescovo cattolico.

Francesco Zerrillo (1931), vescovo cattolico.

Luigi Origene Soffrano, meglio conosciuto come Jimmy il Fenomeno (1932), attore caratterista.

Gaetano Gifuni (1932), segretario generale del Senato dal 1975 al 1992 e della Presidenza della

Repubblica fino al 2006.

Michele Di Ruberto (1934), arcivescovo cattolico.

Michele Gramazio, in arte Michelino (1937 – 2010), cantante e batterista.

Lucio Stanca (1941), manager e politico.

Costantino Dell'Osso (1942), politico.

Raffaele Calabrò (1947), medico e politico.

Domenico Cornacchia (1950), vescovo cattolico.

Barbara Matera (1981), annunciatrice televisiva, attrice ed europarlamentare.

Eventi

Mercati e fiere[]

Mercato Giornaliero, tutti i giorni, Piazza della Repubblica-Via Blanch-Via Lombardi e Borgo san

Matteo.

Mercato Settimanale, ogni mercoledì, zona 167.

Mercatino dell'Antiquariato, ogni prima domenica del mese, Piazza Duomo.

Fiera del Bestiame, dell'Allevatore e dell'Agricoltura, in ottobre, Piazzale Polifunzionale di Viale

Ferrovia.

Corteo storico

Il Corteo storico di Lucera è stato istituito nel 1983 per rievocare il periodo storico medievale. Tema

centrale è la cacciata dei saraceni e l’avvento dei d’Angiò, in modo particolare la figura di Carlo II

d’Angiò. Fino a pochi anni fa, nel pomeriggio del 14 agosto, con partenza dalla Fortezza svevo-

angioina, iniziava la suggestiva rievocazione storica che trovava il suo culmine in Piazza Duomo, dove

aveva inizio una rappresentazione che univa fede e tradizione. All’arrivo del “Re” l’icona trecentesca di

Santa Maria Patrona veniva collocata sul sagrato della basilica, dove il Re inginocchiatosi le affidava la

città e le cingeva al braccio le chiavi di Lucera, rievocando così il memoriale momento avvenuto

nel 1304, mentre la folla festante applaudiva. Un momento particolarmente suggestivo che univa la città

fra un miscugli di sacro e profano. Il Re quindi salutava la Vergine e proseguiva in corteo verso

l'Anfiteatro Romano, mentre l’icona della Vergine, veniva portata in processione in Piazza Duomo,

rievocando così l’accadimento del 1300, a seguito della liberazione della città dai saraceni. Arrivo del

corteo all'Anfiteatro, aveva luogo il Torneo delle Chiavi o Palio della città, con la sfida delle cinque Porte

(Porta Albana, Porta Troia, Porta Foggia, Porta San Severo e Porta San Giacomo). Vari i giochi

medioevali dal tiro alla fune al tiro con la balestra. La squadra vincitrice vinceva il Palio della Città,

partecipando così alla grande processione del 16 agosto, dinnanzi l’icona di Santa Maria.

Col passare degli anni l'evento è stato ridimensionato. Il Palio è stato eliminato e sostituito da un torneo

di calcetto, chiamato sempre "Torneo delle Chiavi". Il suggestivo momento della consegna delle chiavi

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della città all'icona della Vergine da parte del figurante Re Angioino è stato eliminato; oggi infatti, le

Chiavi di affidamento alla città vengono consegnate all’interno della basilica cattedrale dal vescovo

della diocesi. Per tal motivo il corteo del 14 agosto è stato spostato nei giorni precedenti le feste

patronali, perdendo così la sua importanza e il suo tradizionale valore simbolico.

Altre manifestazioni

Carnevale per le strade, in febbraio. Maschere, luci e colori riempiono le vie del centro storico in una

sfilata che si conclude in Piazza Matteotti con premiazioni e batterie pirotecniche.

Calici di Stelle, prima o seconda settimana di agosto. Percorso di degustazione vini doc della

Capitanata nel borgo antico.

Festival della Letteratura Mediterranea, organizzato dall’Associazione Culturale “Mediterraneo è

Cultura” sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, si svolge nel mese di settembre. La

manifestazione è ambientata nelle piazze del centro storico e nei cortili dei palazzi nobiliari della

città. L’evento consiste in incontri con scrittori molto noti del panorama letterario del bacino

mediterraneo. Agli incontri si aggiungono concerti, matiné musicali, buffet ed altri spettacoli.

Sagra del mosto cotto, prima settimana di novembre. Degustazione di vari dolci tipici lucerini, tra

cui cui "i ciccekutte", “i krustule” e “i Kavezungille” in Piazza Duomo e Piazza Nocelli.

Corteo di Santo Stefano, il 26 dicembre. Sfilata medioevale per le vie del centro storico in ricordo

della nascita di Federico II.

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