Riflessioni sul rinnovo contrattuale Poste Italiane S.p.A...

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NUMERO 10 - NOVEMBRE 2017 - ANNO LXX Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art. 1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano - euro 1,03 (abbonamento annuo euro 15,00). Riflessioni sul rinnovo contrattuale

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NUMERO 10 - NOVEMBRE 2017 - ANNO LXX

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Riflessioni sul rinnovo contrattuale

DI 1DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

Romano AmbrogiPresidente ALDAI-Federmanager

DITORIALEe

Rafforzare la fiducia: presupposto per un confronto win win

Le elezioni, così come le trattative per i rinnovi contrattuali, sono tradizionalmente vissute con una certa tensione perché si ritiene che per ottenere il miglior risultato sia necessario mostrare i muscoli e talvolta, purtroppo, si usa delegittimare la controparte. Ma vincere a scapito di coloro con cui si dovrà collaborare non costituisce quasi mai un buon risultato sul lun-go termine.La mia esperienza a capo della Delegazione Federmanager nel rinnovo contrattuale nel 2009 e le successive vicende vissute come componente di Giunta mi fanno pensare invece che va-dano privilegiati altri aspetti: la fiducia reciproca, la ricerca di obiettivi comuni, l’ascolto delle esigenze altrui e la ricerca di collaborazione.Il rinnovo del contratto di lavoro rappresenta l’impegno reci-proco fra la rappresentanza delle imprese e dei dirigenti per conseguire risultati che possano essere condivisi da entram-bi. La negoziazione è quindi un confronto responsabile per soddisfare le legittime aspettative dei dirigenti, contribuendo al tempo stesso a superare le difficoltà delle imprese e con-seguirne gli obiettivi, in stretta collaborazione, e non può che essere basato sulla stima e fiducia reciproca.La fiducia non si limita al rapporto fra le parti durante la nego-ziazione, ma deve essere coltivata per tempo anche fra i diri-genti associati e i loro rappresentanti, per assicurare una com-prensione reale dei fabbisogni e delle aspettative, così come è anche fondamentale una corretta e responsabile valutazione corale del contesto economico e industriale.Iniziamo con questo numero di Dirigenti Industria un sereno e responsabile dialogo con gli associati per un doveroso ascolto delle realtà presenti nelle grandi, medie e piccole imprese, per capire come possiamo, insieme, meglio contribuire a questa nuova stagione contrattuale e valorizzare il nostro impegno manageriale. Pubblichiamo questo dialogo sulla nostra rivista

per allargare il dibattito al maggior numero possibile di asso-ciati, affinché ci sia reale consapevolezza delle esigenze e delle proposte.L’ascolto del sentiment, delle posizioni e delle proposte dei colleghi, potrà maturare attraverso molteplici strumenti, che saranno proposti all’attenzione di tutti. Il risultato di questa partecipazione e del dibattito, ci auguriamo costruttivo, che si svilupperà nei prossimi mesi, sarà vagliato ed elaborato dalla Commissione Sindacale e proposto al Consiglio ALDAI per un determinante apporto della nostra Associazione agli organi federali.Fin d’ora il contributo di ALDAI a livello nazionale si esprime nell’ambito della Commissione Lavoro e della Delegazione Federmanager che gestirà il rinnovo con Confindustria. La Federazione ha avviato un iter articolato ed impegnativo per assicurare che siano ben chiare le aspettative dei dirigenti in questo momento. ALDAI farà la sua parte per assicurare la rap-presentanza dei propri iscritti, che costituiscono oltre il 27% del totale Federmanager nazionale.Quel che veramente conta in questo percorso è ricordarci quanto sia importante rinnovare il contratto con la consapevo-lezza di un soddisfacente risultato per la categoria e al tempo stesso per le imprese, perché solo vincendo entrambi, cioè con il win win, è possibile costruire un futuro migliore. ■

Nel momento in cui si accende il dibattito elettorale per le elezioni politiche e si iniziano a valutare le aspettative del nostro rinnovo contrattuale, riflettiamo sul valore della fiducia per conseguire risultati migliori per tutti.

DI 3DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

ommarioSNUMERO 10 - NOVEMBRE 2017 - ANNO LXX

EDITORIALE 1 Rafforzare la fiducia: presupposto per un confronto win win Romano Ambrogi

FOCUS 4 Riflessioni sul rinnovo del contratto dirigenti industria Manuela Biti

6 Il contratto dirigenti Agostino D'Arco

8 Ricordare il passato per costruire il futuro Giuseppe Colombi

10 C.C.N.L. Dirigenti Versione inglese Servizio Sindacale ALDAI

MANAGEMENT12 Opportunità di sviluppo business estero con il contributo MISE Franco Del Vecchio

14 Anche nella comunicazione, 3 è il numero perfetto Alessandra Colonna

16 Intervista a Lorenzo Milani, Ceo di Electrolux Medio Oriente Anna Frese

ECONOMIA20 Costruire la casa cominciando dal tetto Luca Luchesini Giuseppe Colombi

NOTIZIE DA FEDERMANAGER22 Quel legaccio tra industria, formazione e lavoro Stefano Cuzzilla

SERVIZI AGLI ASSOCIATI28 Regolamento ALDAI Michela Bitetti

PREVIDENZA31 Pensioni, allarme immotivato Antonio Lucaroni

34 La corsa non è finita... traguardo in salita? Mario Giambone

ASSISTENZA SANITARIA36 Il telefonino, il tuo salvavita Carlo Geri

FOCUS

Riflessioni sul rinnovo contrattualeVITA ASSOCIATIVA40 L’industria digitale? Un volano per la ripresa Silvana Menapace

42 Un nuovo impegno a favore dei giovani Bruno Perra

CULTURA E TEMPO LIBERO43 L’Europa possibile negli anni 2000 Giovanni Sansò

44 Un nuovo Quaderno ALDAI

45 Acqua e gravità: eventi estremi Giulio Gentili

46 Il libro del mese • Attilio e Gino Rota Recensione di Gianni Fossati

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ALLE PAGINE 23/26

INSERTO ASSIDAI WELFARE 24

DI4 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

OCUS - RIFLESSIONI SUL RINNOVO CONTRATTUALE

Manuela Biti Presidente Commissione Sindacale ALDAI

Riflessioni sul rinnovo del contratto dirigenti industria

l primo articolo del Contratto Nazionale di Lavoro Dirigenti In-

dustria, firmato con tensione nel 2015, indica: “Art. 1.1 CCNL Sono dirigenti i prestatori di lavoro per i quali sussista-no le condizioni di subordinazione di cui all’art. 2094 del codice civile e che ricopro-no nell’azienda un ruolo caratterizzato da un elevato grado di professionali-tà, autonomia e potere decisionale ed esplicano le loro funzioni al fine di pro-muovere, coordinare e gestire la rea-lizzazione degli obiettivi dell’impresa”.

Il riconoscimento del ruoloIl primo articolo esprime un principio assolutamente condivisibile, al quale sarebbe doveroso aggiungere “Il ruolo implica l’assunzione di responsabilità e conseguenti rischi, civili e anche penali, nei confronti dell’impresa e della società”. Sono infatti le responsabilità che carat-terizzano e valorizzano sempre più il ruolo dirigenziale, e lo rendono diverso da altri ruoli, pur significativi. Da questo scaturisce l’esigenza di un contratto specifico che vincoli le parti nella costruzione di un rapporto di fidu-

cia, rispettoso dei reciproci ruoli e impe-gni, per conseguire congiuntamente gli obiettivi dell’impresa.Ma non si tratta solo di assumersi cre-scenti responsabilità. In un contesto tec-nologico, economico e sociale in evolu-zione continua, i dirigenti sono portatori responsabili di competenze e valori, rap-presentando il motore del cambiamento e dello sviluppo delle imprese, esempio di etica e sana meritocrazia per il Paese.Confindustria e Federmanager non pos-sono che condividere la necessità di aumentare il valore aggiunto delle pro-duzioni con un maggiore contributo del

iA un anno dalla scadenza del contratto Confindustria-Federmanager provo a sintetizzare le aspettative dei colleghi che attendono da tempo un riconoscimento tangibile dell’impegno nel superare la crisi e un segnale di fiducia per dedicarsi generosamente e responsabilmente al proprio ruolo.

DI 5DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

OCUS

ruolo manageriale favorendo le nomine e le assunzioni di dirigenti per allineare, in prospettiva, il tasso di managerialità del Paese (al 3,8% nel 2016 rispetto al to-tale dipendenti) rispetto alle medie eu-ropee (al 5,9%). E il trend non si dimostra positivo. Le aziende italiane tendono a non crescere di dimensione, soffrono di una crescente “multinazionalizzazione” che spesso le trasforma in secondarie estensioni di strutture attestate all’este-ro. Una tendenza da contrastare valoriz-zando il ruolo dei manager italiani, tanto apprezzati nel mondo.

Il recupero del potere d’acquistoSebbene si pensi che il dirigente sia in grado di negoziare la propria revisione retributiva, ci sono molti colleghi, so-prattutto durante questi lunghi anni di crisi decennale, che non hanno ottenuto alcun adeguamento e bisogna prende-re atto che l’inflazione, seppur modesta nei tempi recenti, in 18 anni ha eroso del 40% circa il potere d’acquisto. Chi ha dovuto fare sacrifici, pur di non per-

dere il lavoro, dovrà essere nei pensieri di chi ha la responsabilità di un rinnovo contrattuale, che non può dimenticare il sostegno e la solidarietà ai colleghi più penalizzati.Occorre tenere conto che chi si è guada-gnata sul campo la qualifica dirigenziale, non può essere sottoposto alle demoti-vazioni della inadeguata condizione economica. Ne va della sua capacità ed efficienza operativa. Non ultimo, voci sempre più numerose, anche in Confin-dustria/Assolombarda, riconoscono l’e-sigenza di un’evoluzione nelle politiche salariali, che al contempo favorirebbe anche una ripresa dei consumi. Peraltro, i rinnovi contrattuali del terziario han-no recentemente riconosciuto dignitosi adeguamenti economici e sarebbe ne-gativo e demotivante per la dirigenza industriale italiana, seconda manifattu-ra europea, non affrontare l’argomento con la necessaria responsabilità.

Il rafforzamento del welfareLa previdenza, l’assistenza sanitaria e i servizi alla famiglia hanno sempre rap-presentato un aspetto distintivo del contratto dei dirigenti e si rende ne-cessario assicurarne la sostenibilità e la solidarietà generazionale con adegua-menti contributivi per bilanciare i co-sti crescenti. Il welfare aziendale si sta gradualmente affermando per tutte le categorie di dipendenti per rafforzare il rapporto con l’impresa ed è necessario consolidare il welfare Confidustria-Fe-dermanager rappresentato dagli enti Fasi e Previndai. Per i dirigenti, Fasi e Previndai, realtà di eccellenza ed esem-pio agli altri, sono istituti da rafforzare e consolidare. Da non dimenticare che molti costi sono spesso deducibili!

L’aggiornamento delle tuteleIl Jobs Act ha introdotto un regime di “tutele crescenti” per i lavoratori e l’ul-timo rinnovo contrattuale dei dirigenti industria non ha recepito in modo ar-monico i cambiamenti, per cui in talune situazioni le tutele per la dirigenza sono addirittura inferiori alle altre categorie, nonostante il maggiore rischio di per-dita del lavoro insito nel ruolo. È quindi

doveroso rimodulare le tutele al fine di ripristinare e riconoscere un’adeguata specifica tutela aggiuntiva del ruolo di-rigenziale.

Le politiche attiveLa crisi decennale ha provocato la perdi-ta di lavoro per migliaia di dirigenti ed è interesse del Paese evitare lo sperpero di questo patrimonio di competenze, di cui invece occorre favorire il reinserimento nel ciclo produttivo. Nonostante le ini-ziative di orientamento, aggiornamen-to manageriale e placement, le aziende non assumono. Si rende quindi necessario un impegno di solidarietà per sbloccare la situazione e dare un segnale di fiducia con iniziati-ve di incentivazione per favorire l’assun-zione di dirigenti da parte delle imprese che hanno bisogno di aumentare il tasso di innovazione e managerialità. La costi-tuzione dell’Ente per le politiche attive è l’occasione per collaborare ad un effica-ce e innovativo progetto che riesca a ge-nerare vantaggi concreti per le imprese e per i dirigenti.

Consulta telematicaI quattro punti sopra citati rappresenta-no in estrema sintesi le prime aspettati-ve da noi recepite dai colleghi milanesi e lombardi di grandi, medie e anche pic-cole aziende: abbiamo il dovere di ascol-tarle con attenzione per rappresentarne degnamente le aspettative. Con l’ausilio delle tecnologie digitali, pensiamo di or-ganizzare una consultazione telematica che permetta di assicurare una maggio-re consapevolezza dei fabbisogni della categoria. Sarebbe utile capire in particolare quali sono le priorità, perché abbiamo biso-gno di indirizzare le sempre limitate ri-sorse sui temi di maggior rilevanza ed impatto. Sarebbe utile raccogliere l’opi-nione dei colleghi riguardo a quanto in-vestire in ciascuno dei quattro punti pre-cedenti e quanto su un quinto punto a loro scelta. Il primo passo per un onore-vole rinnovo contrattuale parte proprio dalla conoscenza delle aspettative dei colleghi e dalla capacità di Federmana-ger di rappresentarne professionalmen-te e responsabilmente le istanze. A presto quindi, per un ascolto attivo. ■

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OCUS - RIFLESSIONI SUL RINNOVO CONTRATTUALE

Agostino D’Arco Direttore ALDAI dal 1982 al 2005 - Consigliere ALDAI

Il contratto dirigentiI riferimenti al CCNL Dirigentitratti dal libro dell’Associazione

l libro “I dirigenti d’industria a Mi-lano” realizzato nel maggio 2009 per la serie "I Quaderni ALDAI"

contiene molteplici informazioni e ri-ferimenti sul contributo dei dirigenti lombardi che iniziarono subito dopo la guerra ad organizzarsi nella prima As-semblea Generale, il 2 febbraio 1946, per discutere la ricostruzione industriale ed economica del Paese, stabilendo le basi del contratto di lavoro e gli accordi economici, poi aggiornati nel 1961 e nei successivi rinnovi.L'ALDAI organizzò il 9 febbraio 1963 una giornata di studio sulla figura del diri-gente nella cui relazione si delinea: “la figura del dirigente potrà essere prota-gonista della futura vita economica se saprà inserirsi nella vita dell'impresa, in modo che agli organi tradizionali del capitale e a quelli del lavoro, si possa aggiungere la rappresentanza organica della direzione aziendale”.Oltre agli accordi retributivi che miglio-rarono sia le misure degli aumenti, sia le modalità di applicazione, va ricordato l'accordo del 29 luglio 1970 che portò ad una radicale revisione del contratto normativo del 1961 e all'inserimento di alcuni istituti precedentemente non previsti, come il diritto al trattamento di licenziamento in caso di trasferimento di proprietà o di trasformazione di azienda, la disciplina dei licenziamenti individua-li, compresa l'istituzione dei collegi arbi-trali e l'indennità supplementare e infine il pieno riconoscimento delle rappresen-tanze sindacali aziendali.Per quanto riguarda l'assistenza di ma-lattia, oltre all’aumento di contributi e alla difesa delle istituzioni aziendali, va

sottolineata l'importanza del contratto del 21 dicembre 1968 che approvò il re-golamento del primo Fondo di Assisten-za Sanitaria e l'accordo del 22 gennaio 1970, che diede finanziamento e gestio-ne autonoma all'assistenza di malattia. Nel settore previdenziale spicca la costi-tuzione di quello che sarebbe diventato nel 1980 il Fipdai, prima manifestazione di uno strumento di previdenza integra-tiva bilaterale. Il rinnovo contrattuale del 1974 avven-ne dopo ben nove mesi di trattative, durante i quali l'ALDAI offrì il suo con-sueto contributo di idee e impegno at-traverso l'azione dei suoi esponenti più rappresentativi: al di là dei concreti mi-glioramenti economico-normativi che la categoria conquistò con questo rinnovo, emerse soprattutto la caratteristica di "contratto di status", che intendeva tute-lare non tanto i singoli, bensì la funzione dirigenziale.

La nascita di Previndai nel 1990 dimo-stra il palese interessamento della Fe-derazione dei dirigenti industria per i problemi di natura previdenziale, che ha portato dunque al ricorso a nuove forme di assicurazione.Nell’editoriale "Dirigenti Industria" del 2006 il Presidente Garbarini indicava le direttrici da seguire: una "istituziona-le" avente come obiettivi dare concre-ta attuazione al Contratto Nazionale del 2004, con particolare riferimento a quanto previsto in relazione alla previ-denza integrativa, assistenza sanitaria integrativa, Agenzia per il Lavoro e For-mazione... seguendo nell'ambito delle tutele l'evolversi dell'attività relativa alla responsabilità civile e/o penale.Il contributo della nostra Associazione è stato determinante nella stesura del testo del rinnovo contrattuale del 25 novembre 2009 soprattutto nell'ambito delle tutele verso i colleghi più esposti. Più esattamente tre esponenti ALDAI sono stati coinvolti, come rappresentan-ti elettivi nella negoziazione condotta da Federmanager per quasi un anno, Romano Ambrogi con il ruolo di Capo Delegazione Negoziale, Annalisa Sala nella sua qualità di Dirigente Responsa-bile del Servizio Sindacale ed Eros An-dronaco Presidente della Commissione Sindacale ALDAI.La storia conferma che il contratto diri-genti industria è un cantiere aperto per favorire e sostenere l’evoluzione del-la figura del dirigente il cui contributo all’impresa in termini di Capitale Umano, managerialità e competenze è aumen-tato progressivamente e notevolmente negli ultimi anni, dovendo aggiungere alle capacità di gestione la crescente ne-cessità di agire come principale motore d’innovazione per le imprese. ■

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DI8 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

Ricordare il passato per costruire il futuro

i solito, introducendo qual-che novità, si incorre in af-fermazioni quali: “Un tempo tutto questo non si faceva, solo di recente abbiamo

cambiato ed esteso… la tal cosa o la tal’altra”.Tutte favole promozionali. Pensiamo all’internazionalizzazione: sembra qua-si che sia la scoperta degli ultimi anni. Dimentichiamo che esistono grandi gruppi italiani (alcuni anche spariti), che la praticano da quasi un secolo, abituati già da allora a lavorare dappertutto in collaborazione con i popoli locali.Approfondendo, forse scopriremmo che negli ultimi anni persino la conoscenza media dell’inglese nel nostro Paese si è magari allargata ma non certo appro-fondita.Ecco quindi che tutte le volte che si sen-te parlare di “un contratto nazionale in-novativo per i dirigenti”, il pensiero corre al passato, quando già esistevano, e non erano certo in discussione, molte delle tutele che oggi con fatica cerchiamo di difendere. Già nella prima Assemblea Generale dei soci del Sindacato Lombardo, il 2 febbraio 1946, si discussero gli argo-menti del contratto nazionale di lavoro “postbellico” dei dirigenti, che fu poi ag-giornato nel 1961.Il primo regolamento di un Fondo di As-sistenza Sanitaria è del 1968 e nel 1970 si introdussero il diritto al trattamento di licenziamento in caso di trasferimento di proprietà, la disciplina dei licenzia-menti individuali, compresa l'istituzione

dei collegi arbitrali e l'indennità supple-mentare e infine il pieno riconoscimento delle rappresentanze sindacali aziendali.Raccogliere l’opinione di qualche prota-gonista di passati rinnovi del CCNL Diri-genti ha il senso dunque di una neces-saria operazione di memoria, che oggi ci eviti il rischio di “scoprire l’acqua calda”.

Bruno Losito, Presidente ALDAI dal 1987 al 1990 e Presidente federale dal 1991 al 1998 esordisce così:“La responsabilità di un rinnovo con-trattuale è ascrivibile prima di tutto al Presidente: ricordo che una volta la de-legazione trattante venne da me a con-sultarsi quando, dopo aver ottenuto un certo miglioramento salariale, la contro-parte negoziale ne richiedeva la parzia-le assorbibilità negli aumenti di merito. Dissi di no, che non si poteva accettare perché incremento contrattuale e meri-to non devono essere mescolati".E prosegue: “Eppure mi pare che siamo stati sempre lontani da una logica riven-dicativa; conta molto anche la delega-zione negoziale. In quegli anni parteci-pavano in veste tecnica anche cinque direttori territoriali di Federmanager e la delegazione, realmente rappresentativa della dirigenza, discuteva, prima, duran-te e dopo. Le alzate di mano avvenivano per ragioni forti".

Agostino D’Arco, Direttore ALDAI dal 1982 al 2005, ricorda come qualcuno nella delegazione confindustriale, allora, così si esprimeva: “Occupatevi di conver-gere sulle regole e sulle tutele, del salario sapremo farci carico noi…“. Altri tempi: “Oggi – dice D’Arco – spesso i dirigenti nemmeno sanno dell’esistenza di un

contratto nazionale che li tutela e non si rendono conto che il Fasi è un ente di rilevanza contrattuale da difendere. In compenso alcuni colleghi sono stati messi nella condizione di non percepire un euro di aggiornamento salariale dal 2004: è una situazione da risolvere”.

Bruno Losito torna sui numeri: “Siamo tutti d’accordo che determinate mano-vre sul livello d’ingresso del TMCG pe-sano in modo irrisorio sul costo globale del lavoro dirigenziale: purtroppo il fat-to è che alcuni vorrebbero proprio eli-minarlo, il contratto dei dirigenti. Fino a quando sono stato coinvolto, sono sem-pre riuscito a firmare contratti, non in perdita, che portavano vantaggi alla ca-tegoria. Quando si è ceduto sulla difesa della retribuzione, lo si è fatto in nome dello sviluppo di un salario variabile. Ma la cogenza contrattuale del variabile non è mai stata raggiunta; così da quin-dici anni siamo in questa condizione di involuzione, assai poco gratificante; spacciata per modernità”.

Sulle tutele contrattuali, quelle che possono creare più stress e sofferenza per colleghi in età o situazioni critiche, D’Arco ricorda che c’è una situazione in evoluzione. L’arbitrato, nato nel 1970, ha ben difeso la categoria in questi decen-ni. Oggi, con il Jobs Act, è stato superato da una situazione che espone la dirigen-za a condizioni di uscita in qualche caso addirittura peggiorative rispetto a tutti gli altri lavoratori."La suddetta Legge prevede che in caso di licenziamento ingiustificato di un dipendente, per i primi due anni di an-zianità, si applichi una penale di quattro

dTra poco più di un anno il rinnovo del contratto nazionale: l’esperienza dei negoziatori del passato viene a sostegno della futura trattativa.

Giuseppe Colombi Consigliere ALDAI

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OCUS - RIFLESSIONI SUL RINNOVO CONTRATTUALE

mesi oltre al preavviso dovuto dalla ca-tegoria di appartenenza.Per i dirigenti, sino a due anni di an-zianità, il Contratto Collettivo vigente prevede invece soltanto due mensilità, vale a dire la metà di quanto stabilito dalla Legge per gli impiegati, questi colleghi sono passati da 18 mesi ad 8. A tale proposito è d'uopo ricordare che il contratto dei dirigenti è stato firmato a dicembre 2014 mentre la disciplina pre-vista dal Jobs Act è entrata in vigore il 7 marzo 2015.Globalmente, la differenza tra il Contrat-to 2009 ed il 2014 è notevole: si passa da un minimo di 18 mesi/massimo 28 ad un minimo/massimo di 8 mesi (6 di preavvi-so +2 di indennità supplementare)”.Dice ancora D’Arco: “Ci fu riferito che du-rante le tumultuose fasi della trattativa per il rinnovo del 2014 la delegazione datoriale aveva lasciato intendere che il rinnovo, nelle condizioni di crisi in cui si trovavano le aziende, sarebbe stato possibile solo a costo zero. In più, le mi-nori tutele in uscita avrebbero favorito

nuove assunzioni. Il costo zero c’è stato, le tutele in uscita sono state rimodulate, ma sulle nuove assunzioni è preferibile stendere un velo pietoso...”.

Losito e D’Arco sono d’accordo nell’e-sprimere un’opinione favorevole alla co-stituzione di un nuovo ente bilaterale, si chiamerà 4.Manager, annunciato in ot-tobre. Entrambi sottolineano l’esigenza che l’ente sappia svolgere una funzione sostanziale nella difesa della categoria, evitando di concentrarsi su tematiche interne ed autoreferenziali.“Ora come allora, concludono, si tratta di difendere dignità e ruolo della cate-goria: l’Italia ha più che mai bisogno di una classe dirigente motivata, serena,

disponibile a mettersi al servizio dello sviluppo nazionale”.

Senza facili ottimismi, evitando che ri-formatori un po’ improvvisati si lancino in ipotesi che, per voler essere innovati-ve e modernizzanti, risulterebbero alla fine solo strampalate, occorre intrapren-dere con pazienza il cammino che porta al rinnovo del contratto, coinvolgendo un numero significativo di colleghi, le RSA esistenti, i tecnici in grado di darci un supporto sostanziale. Si continua dunque, nel cammino in cui per decenni si sono sforzati di inoltrarsi i dirigenti che ci hanno preceduto, che Losito e D’Arco hanno rappresentato così degnamente. ■

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OCUS - RIFLESSIONI SUL RINNOVO CONTRATTUALE

Ora come allora si tratta di difendere dignità e ruolo della categoria: l’Italia ha più che mai bisogno

di una classe dirigente motivata

DI10 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

OCUS - RIFLESSIONI SUL RINNOVO CONTRATTUALE

Accordo 30 dicembre 2014 tra Federmanager e Confindustria

C.C.N.L. DIRIGENTI DI AZIENDEPRODUTTRICI DI BENI E SERVIZI

In un contesto di economia globale e di internazionalizzazione, sempre più frequentemente ci viene richiesta una versione inglese del Contratto Collettivo. Abbiamo pertanto effettuato la traduzione degli articoli relativi ai principali istituti dell'attuale C.C.N.L. Dirigenti, che di seguito pubblichiamo. Si è preferito mantenere la definizione "dirigente" in quanto executive è misleading per certe realtà che hanno i dirigenti sia executive sia non executive.

Servizio Sindacale ALDAI

COMPENSATIONArt. 3

T.M.C.G. (Trattamento Minino Complessivo di Garanzia) € 66,000 per year to Dirigenti hired or appointed since 1st january 2015 in 13 monthly payments.

Transitional provisions: to Dirigenti with a seniority in the company with the status of Dirigente longer then twelve months on the date of 1st january 2015, the element of TMCG, starting from the year 2015, is determined by increasing TMCG of € 63,000.00 by 1/72 of € 17,000.00 (rounded to € 236.00) per each month of seniority of service, in the company and with the status of Dirigente, achieved at the date of 1st january 2015.

The TMCG includes all the elements that make up the compensation with exclusion of: MBO, una tantum bonus, additional amounts as reimbursement of not documented expenses

SENIORITY SALARY INCREASES

Art. 6 Abolished in 2004 - Transitional norm for executives on duty at the date of 24 november 2004.

COMPENSATION VARIABLE ELEMENT

Art. 6 BisMandatory in cases of Dirigenti at minimum level of TMCG.

HOLIDAYSArt. 7 35 days excluding sundays and midweek bank holidays.

TRAININGArt. 9

Involved Entity: Fondirigenti.Company Contribution: 0,30% of salaries.

TRAVELLING ALLOWANCE

Art. 10

Reimbursement of documented travel expenses, accommodation and food within normal limits.For each transfer period, not less than 12 hours, over a period of 24 hours from departure, an additional amount is paid as a fixed amount for reimbursement of expensesunverifiable, equal to € 85.00.

ILLNESSArt. 11 12 months + 6 months of unpaid leave keeping seniority effect.

INSURANCE COVERAGEArt. 12

Obligation on the employers for injury insurance also not at work and occupational diseases.For death or permanent disability such as to reduce to an extent of more than 2/3 of the working capacity for various causes from the accident, however, determined and occupational disease:a) a sum, in addition to the settlement processing, amounting to € 150,000.00 for the Dirigente without children

or a dependent spouse, or € 220,000.00 if with children or a dependent spouse.The executive contributes to the premium cost with the amount of € 150.00 per year.

VALIDITY 1° JANUARY 2015 - 31 DECEMBER 2018

DI 11DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

OCUS - RIFLESSIONI SUL RINNOVO CONTRATTUALE

CHANGE OF OWNERSHIP OF EMPLOYER

Art. 13

In case the transfer of ownership results in an injury to the rights acquired by the Dirigente, the same may, within 180 days after the transfer, resolve the working contract with the right to an equal treatment of 1/3 of notice of compensation due in case of dismissal; the notice from the Dirigente is 15 days.

TRANSFER OF THE EXECUTIVE

Art. 14

Non-transferable: women 50 years, men 55 years.If the Dirigente within 60 days from the transfer notice, resolves the contract due to non-acceptance, she/he is entitled to severance payment in addition, to a treatment equal to the allowance in lieu of notice payable in case of dismissal and an additional allowance equal to 1/3 of the notice matured; the notice had to by the executiveIt is 15 days: women 50 years, men 55 years.If the ruling within 60 days from the Transfer Notice, resolves the relationship for non-acceptance, you are entitled to severance pay in addition, to a treatment equal to the allowance in lieu of notice payable in case of dismissal and an additional allowance equal to 1/3 of the notice matured; the notice from the Dirigente is 15 days.

SUPPLEMENTARYSOCIAL SECURITY

AND HEALTH CAREArt. 18

PREVINDAICompany contribution: 4%Manger contribution: 4% with a ceiling of € 150,000.Minimum annual contribution by the company: € 4,800.00 (reference salary € 120,000.00) in 2013 for Dirigenti with seniority exceeding six years.

FASIThe contribution of the employer amounts to € 1,872.00 for managers on duty.The fees to be paid by the manager on duty amounts to € 960.00.The contribution of the employer to the retired executives amounts to € 1,272.00.

TERMINATION OF WORK CONTRACT

Art. 19

ARBITRATIONAdditional compensation established in relation to the years of service:• up to two years: 2 months• up to six years: from 4 to 8 months• up to ten years: from 8 to 12 months• up to fifteen years: from 12 to 18 months• more than fifteen years: from 18 to 24 months.

Abolition of the “age table”.Inapplicable in case of collective redundancy.

INFORMATION / CONSULTATION OF MANAGERS

Art. 20

RSA (Work Council Representative) – Company meetings at least every six months.

NOTICEArt. 23

DISMISSALAmount established in relation to the years of service:• up to 6 years of seniority: 6 months• up to 10 years of seniority: 8 months• up to 15 years of seniority: 10 months• over 15 years: 12 months

RESIGNATIONA third of notice:• up to 6 years of seniority: two months• up to 10 years of seniority: 2 months and 20 days• up to 15 years of seniority: 3 months and 10 days• over 15 years of seniority: 4 months

VALIDITY 1° JANUARY 2015 - 31 DECEMBER 2018

DI12 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

ANAGEMENTm

Franco Del Vecchio Segretario CIDA Lombardia e consigliere ALDAI-Federmanager - [email protected]

Opportunità di sviluppobusiness esterocon il contributo MISE

e vendite estero non sono una no-vità per le grandi e medie imprese ed in particolare per i settori della moda, dei gioielli, dei mobili, ma anche dell’impiantistica e delle

grandi opere, con brand famosi che dan-no lustro al “Made in Italy”.Ma se in passato le vendite estero era-no riservate alle imprese che potevano permettersi significativi investimenti in organizzazioni e comunicazione in Paesi lontani, le tecnologie della comu-nicazione digitale e la globalizzazione hanno modificato profondamente il contesto del mercato mondiale, renden-do possibile anche alle piccole imprese affacciarsi e sviluppare i mercati esteri.Per il WTO l’Italia è decima nella classifi-ca dei Paesi esportatori con 417 miliardi di euro nel 2016 e una crescita dell'1,2% rispetto l’anno precedente. La Lombar-dia, con 112 miliardi di export all’anno, oltre ¼ dell’export nazionale (27%), è la quarta area esportatrice su 77 regioni europee. Un primato italiano prestigioso, conside-rando che i territori europei nelle prime tre posizioni generano fra i 180 e i 195 miliardi di euro di export e sono tutti e tre tedeschi: Baden-Württemberg, Ba-viera e Renania settentrionale-Vestfalia. Interessante osservare che la Lombar-dia è considerata nel gruppo dei super esportatori, insieme all’Emilia Romagna

e al Veneto nella classifica europea delle esportazioni pro-capite.

Il voucher MISE a favore delle PmiIl contributo, simile a quello reso dispo-nibile nella prima edizione 2015, con-siste in un voucher a fondo perduto, in favore delle Pmi che intendono guar-dare ai mercati oltreconfine attraverso un Temporary Export Manager (TEM) capace di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati este-ri. Le imprese devono rivolgersi ad una Società fornitrice dei servizi scegliendo-

la tra quelle inserite nell’elenco che sarà pubblicato sul sito del Ministero entro mercoledì 20 dicembre 2017. Fra le so-cietà della precedente edizione ricordo CDI Manager, Società di scopo di Feder-manager, fra i leader del Temporary Ma-nagement e della Ricerca & Selezione di figure direzionali, specializzata nell’av-viare processi di internazionalizzazione.Beneficiari del contributo sono le mi-cro, piccole e medie imprese (Pmi) che abbiano conseguito un fatturato mini-mo di 500mila euro nell’ultimo eserci-zio, vincolo che non sussiste nel caso di start-up iscritte nella sezione speciale

lIl Ministero per lo Sviluppo Economico MISE offrirà alle imprese, che ne faranno richiesta il 28 novembre 2017, un contributo di 10 mila euro per l’acquisto di servizi per l’internazionalizzazione dalle società autorizzate. L’iniziativa ha la finalità di promuovere il “Made in Italy”, il terzo brand mondiale per percezione di valore.

DI 13DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

ANAGEMENTmdel Registro delle Imprese, di cui all’arti-colo 25 comma 8 della Legge 179/2012.Il voucher “early stage” del valore di 10mila euro sarà riconosciuto alle Pmi che avranno ricevuto conferma di accet-tazione della domanda inoltrata dal 28 novembre 2017 ed avranno stipulato, con uno dei soggetti iscritti nell’elenco società di TEM del Ministero, e ricevuto quindi servizi per una durata minima di 6 mesi a fronte di un contratto pari al-meno a 13mila euro al netto d’Iva. Il vou-cher è ridotto da 10 a 8mila euro per le Pmi che hanno già beneficiato del pre-cedente bando (DM 15 maggio 2015).È disponibile anche un voucher “ad-vanced stage” di importo pari a 15mila euro a fronte di un contratto di servi-zio pari almeno a 25mila euro al netto d’Iva della durata di almeno 12 mesi a fronte del raggiungimento dei seguenti obiettivi in termini di volumi di vendita all’estero: incremento di almeno il 15% del volume d’affari verso Paesi esteri ri-spetto l’anno precedente e incidenza minima del 6% del volume d’affari de-rivante da operazioni verso Paesi esteri sul totale del volume d’affari entro il 31 marzo 2019.Le Pmi potranno presentare la domanda per l’ottenimento del voucher in via tele-matica a partire dalle ore 10.00 del gior-no 28 novembre 2017, ma, già a partire dal 21 novembre 2017 potranno compi-lare la domanda on line.Il Ministero procederà all’assegnazione dei voucher secondo l’ordine cronolo-gico di ricezione delle domande e nei limiti delle risorse disponibili, tenuto conto delle riserve e della sussistenza dei requisiti di ammissibilità dei soggetti richiedenti.Per ottenere il contributo il soggetto che ha ottenuto il voucher dovrà presenta-re – tramite la procedura informatica – il

contratto stipulato con la società scelta tra quelle presenti nell’elenco pubblica-to nella sezione “Elenco Società di TEM” del sito del Ministero. Ai fini della eroga-zione del contributo, che avverrà a saldo e in una unica soluzione, l’impresa bene-ficiaria dovrà presentare la documenta-zione di rendicontazione della spesa.Per maggiori informazioni consultare il Decreto Direttoriale del 18 settembre 2017 nella sezione informativa voucher Internazionalizzazione/Normativa e mo-duli del sito del Ministero dello Sviluppo Economico:www.sviluppoeconomico.gov.it rivolgendo eventuali domande a: [email protected]

Le opportunità delle vendite esteroCi sono imprese che per la natura dei servizi e per i prodotti offerti si rivolgono ad un mercato di prossimità, ad esem-pio: pizzerie, parrucchieri, dentisti, bar, etc; anche se aumentano le catene di franchising in grado di garantire in tutto il mondo lo stesso prodotto e servizio, come ben sappiamo.Le altre imprese hanno sempre più l’op-portunità di rivolgersi al mercato globa-le traendo vantaggio dai nuovi mezzi di comunicazione e dai canali innovativi di vendita. Basta pensare che il mercato domestico rappresenta meno del 3% di quello mondiale, essendo il Pil italiano circa il 2,7% del Pil mondiale, per capire il potenziale inespresso dell’impresa.I fattori di successo sono rappresentati dalla componente distintiva ed unica dei propri prodotti e servizi rispetto alla

concorrenza, dalla capacità di generare valore percepito per un target specifico di clienti, una percentuale anche picco-lissima di un mercato globale enorme per essere apprezzati e generare un in-teressante business aggiuntivo.Per capire meglio le opportunità merita citare il caso di una società di servizi in-diana che offre il servizio d’informazio-ne sui bandi e gare d’appalto in tutto il mondo www.tendersinfo.com Geniale l’idea di raccogliere informazioni sulle gare d’appalto e metterle a disposi-zione di milioni di imprese interessate a partecipare ai bandi pubblici. Pensate ai produttori di strumentazione medica-le per gli ospedali, per i servizi pubblici etc. Peccato che l’idea non sia venuta ad una impresa italiana. Ecco, conoscere l’esistenza delle nuove opportunità per-mette di generare business aggiuntivo e anche di aumentare il patrimonio di conoscenze dell’impresa per sviluppare nuove strategie. La conoscenza del nuo-vo modo di sviluppare il business a livel-lo internazionale è la chiave di successo che può essere determinante per il futu-ro dell’impresa per la quale lavorate.L’avviso del MISE offre opportunità sia ai dirigenti in attività presso le Pmi, per realizzare progetti a costi contenuti, sia ai colleghi con competenze nello svilup-po di progetti di internazionalizzazione che possono offrire i propri servizi attra-verso le società indicate nell’elenco del Ministero. ■

Sarò lieto rispondere alle domande dei colleghi che vorranno approfondire l’ar-gomento.

DI14 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

ANAGEMENTm

Alessandra Colonna Bridge Partners®

ullulano libri, bigini e manuali su come veicolare al meglio i

nostri messaggi.  In realtà è suffi-ciente seguire 3 regole d’oro: seleziona-re, ripetere e strutturare.Già nel primo secolo avanti Cristo, la Scuola Pitagorica aveva suggerito che il numero perfetto fosse il 3. Non è quin-di un caso che il 3 sia il numero perfetto anche per comunicare in modo effica-ce. Sono 3 le regole base che dobbiamo seguire per essere sicuri che il nostro messaggio venga recepito, compreso e ricordato dal nostro interlocutore. E questo sia in un contesto formale, ossia quando usiamo una presentazione o un supporto visivo preparati per tempo, sia nella situazione opposta, ossia informa-le. Che cosa dire e come dirlo diventa fondamentale. Ecco quindi che ritorniamo al punto di partenza, ovvero alle 3 regole d’oro che possono fare davvero la differenza nel comunicare:1. selezionare;2. ripetere;3. strutturare.Partiamo ovviamente dalla prima, se-lezionare. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. Se non facciamo noi una cer-nita delle cose che abbiamo in mente, lo faranno comunque i nostri ascoltatori. “Bisogna eliminare non solo le azioni ma anche i pensieri non necessari, perché così non terranno loro dietro, come inevitabile conseguenza, neppure azioni inutili”, era il pensiero di Marco Aurelio. E se il paragone vi sembra troppo desue-to, sappiate che anche Steve Jobs, uno che di comunicazione ne sapeva, quan-do presentava i suoi prodotti, era solito selezionare pochi concetti, al massimo 3. Guarda caso. “Il cervello di un uomo si presenta inizialmente come una soffitta:

occorre scegliere i mobili con cui riem-pirla. È sciocco colui che ci mette dentro qualsiasi oggetto”, sentenziò a suo tem-po anche Sir Arthur Conan Doyle, con Edgar Allan Poe il padre di due generi letterari, il giallo e il fantastico. Bisogna quindi operare una cernita e 3 è il numero massimo dei concetti che possiamo sperare in maniera ragione-vole di riuscire a comunicare in un’u-nica occasione. E difatti di 3 elementi sono composti moltissimi esempi e casi che usiamo quotidianamente. Qualche esempio? L’ABC di una lingua, “Tizio Caio e Sempronio”, “Pronti, partenza... via!”, “Non c’è 2 senza 3”, “Qui Quo Qua”... ma, siamo sicuri, potremmo andare avanti ancora a lungo.Vi abbiamo convinto? Quantomeno possiamo ragionevolmente credere che vi ricorderete questa buona prassi. Da cosa questa sicumera, vi chiederete voi? Semplice, l’abbiamo ripetuta più volte. E qui entra in gioco la seconda regola della comunicazione: ripetere. Sì, avete capito bene, ripetere! Il che non con-traddice per nulla il primo punto, quel-lo della cernita, ma anzi lo rinforza. Per questo, quando è importante che l’altro interiorizzi con precisione ciò che avete in mente, assicuratevi di dirlo... ma an-che di ripeterlo. Più volte se necessario e persino con modi e strumenti diversi in contemporanea. Del resto, senza sco-modare Platone, il quale sosteneva che “non vi è nulla di male nel ripetere una

buona cosa”, o addirittura lo stesso Jobs, che anche nella ripetizione dei concetti ha fatto scuola, pensiamo ai bambini: qual è la loro strategia, tanto semplice quanto vincente, quando vogliono qual-cosa? Dirlo, ridirlo e ridirlo ancora. Alzi la mano chi non è solito cedere, non fosse altro che per esasperazione!La terza e ultima regola consiste nel-lo strutturare ciò che abbiamo in testa, dando “un’impalcatura solida” alle no-stre idee. Così mettiamo in comunica-zione i due emisferi del cervello, quello sinistro più razionale e quello destro più emotivo, il che permetterà al nostro messaggio di essere efficace.Pensare con chiarezza rende più chiara la nostra comunicazione. Ed è per que-sto che dobbiamo imparare a organizza-re mentalmente una sequenza logica in cui ogni idea si collega in maniera coe-rente alla successiva. I latini parlavano a proposito di “momentum”, gli inglesi di “link”. Poco cambia: l’importante è pas-sare da un concetto all’altro senza solu-zione di continuità, facendo in modo che il nostro interlocutore non se ne accorga neppure, quasi fosse una partita di ten-nis. E, giusto per rimanere in tema, Tracy Austin disse sul collega Federer: “Non ho mai apprezzato qualcuno che giocasse a tennis tanto quanto apprezzo Federer... è così aggraziato, elegante e fluido... una sinfonia in completo da tennis. Roger può eseguire colpi che dovrebbero es-sere dichiarati illegali”. Geniale. ■

pAnche nella comunicazione,3 è il numero perfetto

Segnala le donnedi merito e talento

Pensaci un attimo, chi ti viene in mente fra le tue conoscenze?Bastano cinque minuti per regalare un’opportunità ad una collega meritevole!

Paola PoliCoordinatrice Gruppo Minerva ALDAI

MINERVA

Vogliamo promuovere una realtà sempre più popolata

di modelli positivi, donne di merito e talento.

Vogliamo far emergere 18 donne di merito e talento in sei settori del management:1. innovazione2. gestione economica3. gestione collaboratori4. lancio di nuovi business5. giovani potenziali (non ancora dirigenti)6. diversity best practice

Segnalaci la donna dirigente o quadro di alto potenziale di azienda industriale della Lombardia che ritieni meritevole, inviando una e-mail entro il 31 dicembre 2017 a:[email protected] il nome, cognome, e-mail, azienda, motivazione e settore.La giuria prenderà in esame le donne segnalate da uomini e donne dirigenti Federmanager Lombardia.

Seguici su Twitter:#MeritoeTalento

Invia subito una e-mail

DI16 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

ANAGEMENTm

Anna Frese  Responsabile Sede Territoriale Federmanager Varese

Intervista a Lorenzo Milani, Ceo di Electrolux Medio Oriente

Dopo una quindicina d’anni in Ita-lia cosa l’ha spinta ad occuparsi del mercato estero? Mi sono occupato del mercato estero praticamente dagli inizi della mia car-riera lavorativa. Inizialmente, lavoran-do dall’Italia con alcuni mercati esteri. Me ne occupo ormai da oltre vent’an-ni. Sono sempre stato molto attratto dal mondo fuori dall'Italia, con le sue dinamiche differenti dalle nostre e ho sempre pensato che i mercati all’estero fossero una parte del mondo assoluta-mente da capire e con cui valeva la pena operare. 

In quali Paesi e aziende ha lavora-to? Mi considero un manager fedele. Ho lavorato principalmente in due azien-de: una è Whirlpool e l'altra, l’attuale, è Electrolux. I Paesi in cui ho vissuto sono stati gli Stati Uniti, l'Ungheria, ed ora gli Emirati Arabi. Ho lavorato comunque con molti Paesi anche senza vivere in loco: tutti i Paesi del mercato europeo, compresi quelli dell'Est Europa e attual-mente mi occupo dei mercati dell’Africa e del Medio Oriente.

Quali sono state le motivazioni per trasferirsi all’estero? Per fare esperienza in Paesi differenti e per comprendere il punto di vista del luogo dove operi. Nel mondo, le regole guida dell’economia sono le stesse, ma il modo in cui fare business è, e deve esse-re, locale. Ritengo pressoché impossibi-le poter gestire un'attività eccellente di business all'estero senza vivere le realtà locali. 

Quale ruolo svolge attualmente in Medio Oriente? Sono CEO di Electrolux, Middle East and Africa.

Perché i manager italiani sono ap-prezzati dalle multinazionali? Soprattutto perché sono flessibili. Ca-piscono molto rapidamente la realtà in cui devono operare, hanno un livello di cultura adeguato e possiedono una for-te capacità di adattarsi alle tematiche lo-cali. Probabilmente questa caratteristica deriva dal fatto che il manager italiano è abituato ad operare anche quando, in assenza di validi strumenti, è costretto a mettere in campo la propria inventiva,

riuscendo abilmente a trovare soluzioni alternative. I manager italiani di fronte ad una problematica non impongono mai la propria cultura economica, ma ca-piscono e si adeguano alle regole sociali del Paese in cui operano. Per questi mo-tivi sono sempre ben accettati e apprez-zati nei vari Paesi. L'italiano non è mai un conquistatore, è una persona che porta valore aggiunto.

Cosa le piace di più del suo lavoro? Mi piace il fatto che nel mio lavoro oc-corre essere manager ma anche un po' imprenditori. Mentre in certi Paesi, or-mai completamente evoluti, l’esperien-za lavorativa è spesso legata a un siste-ma preordinato, fatta di vari passaggi.

Il punto di vista di un manager con esperienza internazionale. Emergono dalle risposte i valori del management umanistico e i fattori di successo nel mondo globale: leadership, meritocrazia, dinamicità, innovazione e ruolo della politica nel creare un contesto motivante per le persone di buona volontà, per favorire sviluppo economico e sociale.

Lorenzo Milani.

DI 17DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

ANAGEMENTmNell'area in cui opero, Middle East & Africa, se hai managerialità e intrapren-denza, si possono creare nuovi modelli di business e i risultati si possono vedere in tempi brevi. Differentemente rispet-to l’Italia, grande Paese ma con enormi difficoltà a muoversi in maniera veloce, qui tutto succede a mille all'ora.  Da un punto di vista molto personale, lavoran-do in questa realtà, ho anche l'opportu-nità di vedere i più ricchi e i più poveri al mondo ed è per me un grande stimolo: è necessario guardare entrambi per riflet-tere sulla nostra condizione e sui bene-fici che abbiamo avuto nella vita, capire i nostri talenti ricevuti che, come dice la Bibbia, dobbiamo mettere a frutto.

Quali sono le caratteristiche del leader internazionale? In assoluto, dinamicità insieme ad una capacità di comunicazione quasi cama-leontica. È fondamentale sapersi ade-guare e comunicare in modo “locale” nei diversi Paesi, secondo le regole del business: significa comprendere la sto-ria delle popolazioni con cui si lavora, il perché del loro essere presente. In un business internazionale, quando si deve lavorare con più Paesi nello stesso mo-mento, non si vive fisicamente a contatto con i propri partner tutti i giorni, quindi la capacità di "trust", ovvero di fiducia, è fondamentale. È necessario lavorare non tanto sugli obiettivi comuni, ma soprat-tutto sul processo mentale da utilizzare per ottenere i risultati. È necessario anda-re più in profondità con i propri collabo-ratori, comprendere i loro bisogni le loro motivazioni. Penso che non ci si alzi la mattina per raggiungere un budget, ma per diventare il meglio di se stessi, e per far crescere le persone con cui si lavora. Solo quando i valori personali e aziendali sono condivisi e riconosciuti, è possibile ottenere il meglio dalle persone.

Tornerebbe a lavorare in Italia a parità di posizione e retribuzione lorda? E se le offrissero la stessa retribu-zione netta e gli stessi benefits? Adoro l’Italia, è il mio Paese e gli devo tanto. Dell'Italia non mi piace l'immobi-lità. Se tornare in Italia significasse poter applicare le proprie capacità imprendi-toriali, sarei onorato di poter contribuire al sistema-Paese. Se, al contrario, rien-trando in Italia significasse doversi rein-serire all’interno di uno schema dettato da dinamiche predeterminate, allora no, non lo farei. E non è un fatto retributivo. Semplicemente non sono disponibile ad entrare in un'azienda in cui io non possa efficacemente contribuire alla sua cre-scita.La retribuzione sicuramente è impor-tante, ma ritengo che sia ancora più importante, anzi fondamentale, potere esprimere se stessi nel lavoro, potere se-guire il proprio sogno e confrontarsi con molteplici nazionalità.

Quali sono dal suo punto di vista i temi prioritari che l’Italia dovrebbe affrontare? Penso che la mancanza di un approccio strategico sia un tema prioritario per l’Italia.Che cosa vuole essere l’Italia? Un Paese industrializzato? Tecnologico? Un Paese di turismo? Di design? Penso che il pro-blema di fondo stia proprio qui, nella mancanza di una scelta strategica su cui puntare, sulla quale concentrare risor-se e investimenti. Oggi nel mondo c’è un'esasperata specializzazione: non si può essere cento cose insieme, bisogna scegliere cosa si vuole essere secondo le proprie competenze specifiche e, una volta effettuata la scelta, dare il massimo e realizzarla al meglio.Non è compito del mondo economico

dare l’indirizzo del Paese. Le linee giuda devono essere politiche, con un gover-no stabile e ispirato per il bene dei cit-tadini. Le scelte economiche dovranno quindi essere coerenti con quel disegno, senza nessun compromesso. Il Saudi Arabia ad esempio ha deciso di essere un Paese di turismo religioso in-sieme naturalmente ad essere un pro-duttore di petrolio. Il Paese si è organiz-zato per ottenere il massimo da questa scelta, costruendo strade, aeroporti, infrastrutture per favorire l’accesso alla Mecca. Vivendo all'estero sono testimo-ne di quanto gli italiani siano bravi in al-cuni campi e come questo sia assoluta-mente riconosciuto, l’Italia è vista molto bene qui a Dubai a partire da marchi di automobili (Ferrari, Lamborghini, Bugat-ti...), al suo cibo (i ristoranti italiani sono i più ambiti), al design nella moda e nella casa e potrei continuare a lungo. Tutta-via ciò avviene più per iniziative legate alle singole aziende piuttosto che da un progetto politico strutturato di promo-zione del nostro Paese e delle nostre ec-cellenze. Alcune aziende internazionali hanno, infatti, acquisito i nostri marchi e non li hanno ristrutturati, anzi gli hanno praticamente rilanciati all'estero, questo ci da un'idea delle nostre potenzialità.

Cosa consiglierebbe ad un collega italiano che vuole fare carriera? Come prima cosa, non avere paura di viaggiare e di mettersi in discussione. Poi, guardare sempre alla propria pro-fessionalità. La professionalità è l’unica cosa che ripaga, sempre.Consiglierei di essere curioso in tutto. Di andare a fondo nelle cose. Di com-portarsi secondo una logica di giustizia, seguendo un’etica che permetta di cre-scere nella carriera senza danneggiare gli altri, cercando di dare sempre valore alle persone con cui si lavora. ■

“IL PASSAGGIO DALLA MULTINAZIONALE ALLA PMI. NUOVI SCENARI PER I MANAGER IN TRANSIZIONE PROFESSIONALE”

Articolo a cura di Marilù Anaclerio, Consulente di carriera/Hr Senior Consultant

È noto come le Pmi, per necessità di consolidamento e di crescita, rappresentino un’opportunità di mercato per la collocazione di manager in transizione o che vogliono diversificare la propria esperienza professionale. Ciò che è di per se stessa una potenzialità, ad oggi si scontra, però, con una situazione di parziale stallo produttivo che ha visto - e vede - coinvolte numerose piccole e medie imprese in Italia, vittime di un alto sistema di tassazione, di farraginosità burocratiche, di carenza di infrastrutture, di lentezza nei pagamenti della PA rispetto ai crediti maturati. Tutti fattori, questi, amplificati dalla crisi economica degli ultimi anni che, causando una riduzione dei ricavi e dei margini, ha costretto alla chiusura una buona percentuale di imprese. Detto questo, le Pmi che hanno resistito all’impatto della crisi - sebbene ridimensionate nella loro presenza sul territorio (da 150.000 prima del 2014 a circa 136.000 secondo l’ultimo rapporto Cerved) - godono di buona salute, registrando anche un progressivo (anche se non velocissimo) miglioramento della propria condizione economica, con aumento dei ricavi e del valore aggiunto, nonché del margine operativo lordo. Le ragioni che spiegano la tendenza alla crescita di queste realtà risiedono anche nel fatto che esse continuano stabilmente a lanciare segnali positivi in termini di innovazione, esportazione e crescita. Sicuramente, per continuare in questo processo di crescita e per coinvolgervi anche le imprese che ad oggi non sono ancora riuscite a fare “il salto di qualità”, diventa fondamentale il tema della formazione, ponendo attenzione a che essa sia adattata ai contesti di Pmi e che non venga semplicemente mutuata dalla formazione manageriale adottata nelle grandi imprese. Diventa, inoltre, prioritaria la definizione di un percorso formativo ad hoc per i manager in transizione e che si trovano a vivere, in particolare, il passaggio da una multinazionale ad un contesto di piccola e media impresa. In quest’ottica si pone sempre più come strategica sia per le Pmi che per i manager in transizione o cambiamento l’identificazione di partner altamente specializzati - come le società di supporto alla ricollocazione professionale - che sanno accompagnare le aziende nella definizione nel coinvolgimento attivo di manager provenienti da realtà di dimensioni maggiori e le persone nella gestione, complessa, di questo cambiamento.Percorsi di career coaching in questa fase di passaggio diventano fondamentali per supportare i manager nell’identificazione delle proprie aree di forza e nel modo in cui adattarle al nuovo contesto, andando ad evidenziare gli eventuali gap che potrebbero, di contro, incidere negativamente nel passaggio armonico nella nuova realtà.Ma quali sono gli aspetti che bisogna tenere in particolare considerazione nel momento in cui si forma e si supporta il manager di grande azienda nel vivere questo passaggio in modo consapevole ed efficace? In primis sicuramente la necessità per il manager di dover lavorare “in trincea”, con uno standard manageriale, quello dell’imprenditore o dell’AD di Pmi, estremamente operativo e concreto. Ne consegue lo sviluppo di modelli di management maggiormente aggiornati sui moderni sistemi di leadership, che si orientino con la stessa attenzione, sia allo sviluppo di competenze tecnico-funzionali sia di quelle soft, più legate alla personalità

manageriale con la quale si debbono approcciare le diverse situazioni professionali. Le classiche competenze tecnico-manageriali - quali ad esempio il marketing, il controllo di gestione, la finanza - e le conoscenze tecnico-specialistiche di settore, mercato e prodotto continueranno certamente a ricoprire una grande importanza per il management, ma parallelamente diventerà di sempre maggiore rilevanza lo sviluppo anche di una serie di caratteristiche personali che aiutino i manager a gestire situazioni di forte complessità e con una molteplicità di variabili legate, ad esempio, al rispetto dei tempi, alla soddisfazione di richieste impreviste e contingenti, ai cambiamenti repentini. Il manager della Pmi dovrà, poi, essere in grado di sviluppare un proprio stile di leadership, mettendosi però in sintonia con il modus operandi dell’azienda, apportando cambiamenti partendo da un atteggiamento di umiltà e rispetto della storia dell’azienda, costruendo fiducia e man mano proponendo le proprie idee. Dovrà saper lavorare in squadra, sviluppare team building (responsabilizzando, motivando e rendendo la squadra parte attiva dei processi), assertività ed abilità di tipo comunicativo, incentrate sulla relazione con gli altri (capi, colleghi, collaboratori, clienti, consulenti esterni - che nelle Pmi sono in genere molto presenti), il tutto gestito con una particolare attenzione agli aspetti colloquiali ed assertivi della comunicazione, dimostrando capacità di ascolto e di espressione su più livelli di interlocuzione. Serve ovviamente una grande capacità di interfacciare una famiglia allargata che spesso è presente accanto all’imprenditore nelle Pmi, capendone i meccanismi e le regole non scritte.Insomma: nel passaggio dalla grande impresa alla Pmi le sfide sono molte. Il manager deve essere in grado, prima di tutto, di proporre un progetto interessante in termini di business che crei per la Pmi una opportunità di crescita. Questo può essere nella direzione della internazionalizzazione, della innovazione o della espansione di portafoglio, ma con la condizione, ormai imprescindibile, di essere un progetto attrattivo. Occorre, inoltre, tenere sempre presente che l’imprenditore di una Pmi ha sempre una grande capacità di leggere il proprio mercato in modo intuitivo: mettersi in sintonia con l’intuizione è chiave e questo, per manager abituati alla pianificazione puntuale, può essere sfidante. Altra sfida è quella contrattuale: la Pmi facilmente offre un contratto di collaborazione, e, rispetto a questo aspetto, il manager avverte incertezza, ravvisando una minore tutela e perché abituato a misurare il suo valore in termini di ruolo. Conta invece più la versatilità, l’abilità di coprire uno spettro non di funzione ma aziendale, e dunque avere una conoscenza dei meccanismi chiave sia finance, che HR, che operations, dimostrando una grande trasversalità. La fase di passaggio dalla grande impresa alla Pmi deve, dunque essere condotta lucidamente e all’insegna della adattabilità. Veicolare in modo diverso il racconto di sé, verificare la propria capacità di agire a tutto tondo nell’azienda, di costruire la fiducia dell’ambiente verso di sé e dotarsi di grande umiltà sono passaggi chiave imprescindibili.

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DI20 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

CONOMIAeCostruire la casa cominciando dal tettoJoseph Stiglitz sostiene che l’euro, così com’è, minaccia il futuro dell’Europa

ecnicamente, se qualcuno vo-lesse, non sarebbe impossibile

costruire una casa partendo dal tetto. Certo, non è razionale, è più costoso, e il risultato, se non proprio sbilenco, ha for-ti possibilità di essere insoddisfacente. E poi, fare i muri cominciando dai mattoni dell’ultima fila in alto è un grattacapo. Per analogia, nell’ultimo ventennio que-sto sembra essere stato l’approccio con cui i molti responsabili e decisori di va-rio grado coinvolti hanno gestito l’ope-razione dell’euro.Il libro di Joseph Stiglitz “L’euro”, apparso nel 2016 ed edito in italiano pochi mesi fa, in sostanza afferma questa sempli-ce verità. Il suo autore ha vinto il Nobel dell’economia del 2001 con i suoi studi sui fallimenti dei mercati in presenza di asimmetrie di informazione tra gli attori che ne fanno parte, e su questo basa il suo convinto approccio neokeynesia-no sulla necessità di regolatori e azioni esterne per prevenire o almeno correg-gere i periodici fallimenti e crisi dei mer-cati. Insomma, un chiaro assertore non solo della liceità ma anche della necessi-tà di interventi dello Stato (e quindi della politica) nell’economia. L’analisi è serrata e senza sconti per nes-suno: ne risulta un libro di oltre quat-trocento pagine fitte, che però si legge come un romanzo. Tentiamo di riassu-merne i principali temi: la costruzione dell’euro è avvenuta

senza prima dotarsi di un solido qua-dro di riferimento macroeconomico di compensazione tra economie deboli e più forti: giunta inaspettata una crisi di cui nessuno aveva considerato la pos-sibilità, il sistema, combattuto tra la

necessaria solidarietà tra aree diverse ed il rispetto delle sovranità statali più forti, sta andando “in tilt”;

se una crescita rapida che generi be-nefici condivisi è il segnale di un’eco-nomia sana, come almeno in parte è avvenuto in Usa e Cina, in Europa è accaduto il contrario: si diffondono stagnazione, disoccupazione e cresci-ta delle disuguaglianze;

da trent’anni le grandi istituzioni in-ternazionali, FMI, Banca Mondiale, e settori importanti dell’UE, si affidano acriticamente ad un pensiero neolibe-rista che vorrebbe mostrarsi autorevo-le perché “tecnico”, mentre in realtà, fondandosi su teorie non dimostrabili e fallaci nella pratica, non ha fatto che generare disastri a livello globale. È in nome di questa vera e propria ideo-logia fideistica, il fondamentalismo di mercato, che, imponendo austerità di fronte ad una prolungata crisi finan-ziaria mondiale, in Europa se ne sono perpetuati gli effetti;

le istituzioni europee, e in particolare la BCE, sono state pesantemente se-gnate dall’ossessione germanica del controllo dell’inflazione e dei deficit/debiti statali: esse non hanno mini-mamente considerato l’occupazione come un valore da perseguire in sé, né tantomeno hanno sviluppato la soli-darietà tra i Paesi comunitari;

l’eurozona è dunque malata sin dalla nascita: nei fatti, nella convinzione che con l’euro venivano meno il rischio di cambio e di tasso d’interesse, si è resa rigida l’economia costruendo, invece della convergenza tra i Paesi dell’euro-zona, la loro divaricazione crescente;

in questo modo, essenzialmente per salvaguardare gli interessi delle banche francesi e tedesche, si è inu-

tilmente imposta ai Paesi più deboli (Grecia ma non solo) una situazione socialmente intollerabile, perdendo almeno un decennio senza costrutto. È evidente che, in queste condizioni, si va verso il fallimento dell’euro;

le principali istituzioni politiche e fi-nanziarie globali escono assai male dal libro di Stiglitz:• il Fondo Monetario Internazionale ap-

pare come una banda di incapaci che da decenni applicano in modo auto-ritario ricette manifestamente contro-producenti, sempre giustificandone a posteriori il fallimento con “il mancato rispetto di regole e prescrizioni”;

• la BCE sarebbe stata gestita dap-prima da personaggi palesemente inadeguati ed avrebbe trovato un minimo di autonoma capacità d’in-tervento solo dopo l’avvento dell’at-tuale governatore;

• la Commissione di Bruxelles, com-posta da politici meno che medio-cri, vittima della già citata ideologia neo-liberista, per impreparazione, arroganza e spirito vendicativo ha imposto ai singoli Paesi misure poli-tiche controproducenti, senza nem-meno rendersi conto dei danni che stava facendo. Esemplare, da questo punto di vista, il trattamento riserva-to dagli altri ministri finanziari (buro-crati) all’unico economista con cui si sono trovati a discutere (il greco Va-roufakis, cui Stiglitz riconosce gran-de preparazione).

Come verificato nel corso di tutto il ventesimo secolo, nella visione di Sti-glitz la Germania si conferma come gigante economico ma nano politico, incapace di esercitare una leadership autorevole sull’area che pure domina.

tGiuseppe Colombi Consigliere ALDAI

Luca Luchesini Consigliere ALDAI e componente della sotto-Commissione Federmanager Industry 4.0

DI 21DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

CONOMIAe

Costituiscono un vero e proprio falli-mento le cosiddette “riforme struttura-li”, imposte dalla Troika (FMI, BCE, Com-missione) ad una eurozona che manca degli strumenti di compensazione tra Stati come un’assicurazione di disoc-cupazione comune, uno standard sani-tario minimo condiviso ed una garan-zia comune dei depositi, che risultano invece fondamentali nell’economia statunitense, già favorita dal fatto di avere una lingua comune e totale mo-bilità interna. Si tratta di misure spesso irrilevanti, vessatorie, a volte banali, che interferiscono pesantemente sul-la conduzione degli Stati membri, ac-canendosi in particolare con i governi meno allineati al pensiero mercatistico dominante. Valgono da esempio certe offensive quanto inutili misure impo-ste al governo greco, financo sulla de-finizione di latte fresco.

Persino sulle politiche industriali, su cui di recente ci era capitato di interve-nire a commento delle posizioni smac-catamente parziali ascrivibili ad un certo istituto italiano ed al suo presi-dente(1), Stiglitz sostiene che averne li-mitato per legge comunitaria l’ambito di intervento ha costituito un evidente vantaggio solo per la Germania, il cui surplus della bilancia commerciale è comunque inaccettabile in un’area in cui si voglia perseguire la convergenza economica.

Fin qui la “pars destruens” del libro, bril-lante ed incisiva nell’analisi. Stiglitz non è certo tenero con il mondo da cui egli stesso proviene, ma non si può dire che parli senza cognizione di causa. Più faticoso appare invece seguire e con-dividere la ricerca dei possibili rimedi, che, non dimentichiamolo, dovrebbero essere calati nel complicato contesto eu-ropeo attuale; Stiglitz individua tre alter-native:

1. continuare a barcamenarsi come fat-to finora, generando ulteriori malcon-tento e sfiducia verso euro e UE, mai

così impopolari, con la prospettiva di pregiudicare definitivamente l’intero processo di integrazione,

grazie anche all’affermarsi di forze populiste centrifughe,

o peggio;2. considerare come un parziale succes-

so l’avvio dell’Unione bancaria, accelerando con

un robusto programma neokey-nesiano a livello continentale, con mutualizzazione dei debiti e di larghe porzioni del welfare (ad esempio as-sicurazione di disoccupazione euro-pea), adottando anche politiche in-dustriali mirate per aree depresse. Per fare questo sarebbe necessario vin-cere la rigida ideologia renano-wal-lstreetiana dominante (la storia si ri-pete…) ma occorrerebbe una classe politica capace di sfidare la Germania. E non la si vede proprio;

3. divorzio consensuale, con reintrodu-zione di valute nazionali (euro-greco, euro-spagnolo, etc.) per ristabilire i meccanismi di riequilibrio legati alla flessibilità dei tassi di cambio e di in-teresse.

Vale la pena di soffermarsi su quest’ulti-ma ipotesi che, di questi tempi, trova i più inattesi fautori, ma che sembra affetta un certo “strabismo”, in particolare da parte dell’economista americano. Per Stiglitz, questa strada sarebbe relativamente poco costosa, in quanto ciascuno Stato nazionale tornerebbe a battere moneta creandola dal nulla in maniera esclusiva-mente elettronica e conferendole valore in quanto unico mezzo accettato (e mi-nuziosamente controllato, data la natura digitale) per il pagamento delle imposte. Riguardo al tasso di cambio, esso sareb-be automaticamente valutato dai…mer-cati finanziari, che sono molto efficienti nel gestire questi rischi (sic!). Si assiste dunque ad una improvvisa “riabilitazio-ne” proprio di quegli stessi mercati di cui si sottolineava l’imperfezione e la malvagità quasi intrinseche nei capitoli “distruttivi”.Viene da pensare che un simile ampio ricorso al torchio monetario e al debito se lo possano permettere gli Stati che hanno modo e mezzi per esercitare un

potere coercitivo (hard o soft poco importa) per farsi pa-gare le tasse (a casa propria) e farsi comprare i titoli di de-bito a interesse vantaggioso (fuori). Sicuramente è il caso degli Stati Uniti, ma certo non della Grecia, e neppure di Spagna e Italia: magari non risulterebbe facile nemmeno per la stessa Germania. Questo forse spiega l’osses-sione tedesca per i deficit di bilancio altrui e la propensio-ne al perseguimento di avan-zo commerciale: se un Paese può contare solo sulle plusva-lenze che ottiene vendendo anno dopo anno i suoi pro-dotti sui mercati esteri, come si fa a chiedergli di rinunciare a metter via fieno per possi-bili tempi duri finanziando, senza vere contropartite, le cicale pubbliche e private dei vicini meridionali? In questo, nel terzo scenario, consiste lo strabismo di Stiglitz, che perdona i mercati finanziari e dimentica la sua proposizio-ne d’esordio che la moneta (e l’euro non fa eccezione, anzi) non è solo un fattore econo-mico ma forse anche un vin-colo politico e ideale. Viene da dire che questo vincolo ideale è forse la sola ragione

per cui l’edificio ancora regge, dopo tutti gli shock cui è stato sottoposto.Ma anche se si dissente con le ricet-te di Stiglitz o con quelle opposte dei neoliberisti, il problema resta: l’Europa è ancora una promessa non mantenu-ta, anzi miseramente tradita per larghi strati della sua popolazione, e qualsiasi classe dirigente degna di questo nome dovrebbe dapprima definire chiaramen-te il problema, per poi tentare abbozzi di soluzione, evitando in primis le hybris ideologiche spesso alimentate da di-sonestà intellettuale, che Stiglitz tanto bene denuncia sul versante neo-libe-rista, ma nelle quali poi qualche volta inciampa nel perseguire il suo disegno neokeynesiano. ■

(1) Colombi-Luchesini: “Scegliere i vincitori, salvare i perdenti”. Dirigenti Industria - marzo 2017

OTIZIE DAn

DI22 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

ccorre rafforzare la connessio-ne tra politiche attive, forma-

zione e politiche industriali. I primi due asset devono essere ripensati in modo da poter intervenire lungo l’intero corso della carriera professionale in una pro-spettiva consonante con le evoluzioni dei modelli produttivi, direttamente in-teressati dall’impatto delle nuove tecno-logie. È rivelatore il dato sulle competenze qualificate in ambito digitale presenti nel nostro Paese: rispetto alla media Ue (37%), trainata verso l’alto dalla Gran Bretagna (50%) e dalla Germania (39%), l’Italia può vantare solo un 29% di com-petenze digitali elevate diffuse tra i sog-getti in età lavorativa. Il resto della no-stra forza lavoro possiede competenze digitali definite medie (nel 36% dei casi) o basse (35%). Non è positivo nemmeno il quadro degli investimenti in formazione. La parteci-pazione di lavoratori tra 24-65 anni a corsi formativi si ferma a ben 2,5 punti percentuali sotto la media europea.Questa situazione è stata presentata a Montecitorio lo scorso 19 settembre in un incontro ristretto a cui ho partecipato insieme a una delegazione Federmana-ger. Il focus riguardava l’attuazione del Piano Industria 4.0, ora rinominato “Im-presa 4.0”. Rispetto agli effetti positivi che le misu-re di agevolazione fiscale hanno pro-dotto su molte imprese, che hanno in-vestito in infrastrutture abilitanti e nuove tecnologie, considero ancora lontano l’obiettivo di sviluppo che dob-biamo perseguire.L’impressione è che, nonostante tutti noi vogliamo riconoscere l’impegno di un Governo che è tornato a occu-

parsi di politiche industriali, il gap in competenze di alto livello sia un tema su cui l’Italia latita da troppo tempo.Come Federmanager abbiamo detto e continuiamo a ripetere che le compe-tenze manageriali sono linfa vitale per alimentare un circuito virtuoso che consenta di traghettarci con suc-cesso nella dimensione 4.0. Ripetiamo che senza managerialità e ricerca l’inno-vazione non si realizza nei fatti. Che se non ci preoccupiamo di favorire l’inseri-mento di manager nella Pmi, queste re-steranno fuori dai processi di trasforma-zione produttiva che sono già una realtà e, quindi, presto escluse dalla competi-zione globale. Pertanto, a partire dalla promozione del-la figura dell’innovation manager e di altre forme di management ad alta spe-cializzazione, noi stiamo facendo la no-stra parte. Il progetto di certificazione delle competenze manageriali che stiamo finanziando direttamente è una testimonianza di questo nostro impe-gno, economico e di principio. Stiamo portando sui territori uno short master dedicato al tema 4.0 promosso da Fe-dermanager Academy, la nostra mana-gement school.Allo stesso tempo, stiamo lavorando per definire la creazione di un nuovo ente di welfare che sia in grado di intervenire con progettualità e concretezza anche in favore dei colleghi che si trovano ad affrontare un periodo di stop lavorativo. E poiché oggi il lavoro è sempre più di-scontinuo per tutte le categorie di im-piego, non solo per la dirigenza, la man-canza di strumenti adeguati per l’aggiornamento professionale e forma-tivo rischia di rivelarsi altamente pena-lizzante. Molte misure le stiamo perfezionando in casa, all’interno della nostra Organizza-zione o nell’ambito dei rapporti con le

Parti sociali, ma certo ci piacerebbe ac-cogliere una spinta più forte da parte del decisore pubblico. Sul Piano “Lavoro 4.0” noi siamo pronti a collaborare e ne sollecitiamo la nascita, perché a dire il vero questo Piano finora è stato solo annunciato. Ed è indispensabile che esso si muova su una direttrice di investimento pubblico che guardi in-sieme la formazione continua e le po-litiche attive del lavoro.Ne ho condiviso l’urgenza in un recente dibattito con il ministro del Lavoro, Giu-liano Poletti, al quale ho espresso il do-vuto apprezzamento per aver ritagliato alle politiche attive uno spazio all’inter-no del meeting ministeriale del G7 che si è svolto a Torino a fine settembre, nel tentativo di nobilitare questo tema a li-vello multilaterale.Quando parliamo di politiche attive del lavoro dobbiamo infatti pensare a misure che superano l’idea del soste-gno al reddito di stampo assistenziale e che, piuttosto, legittimano il diritto di ciascun professionista di avere ac-cesso a strumenti utili a intercettare l’attuale domanda espressa dal mon-do del lavoro.Nei passaggi parlamentari della prossi-ma Legge di Bilancio ci aspettiamo che sia confermato il credito di imposta per la formazione 4.0 che, chiaramente, è una buona misura per le risorse già pre-senti in azienda. Per tutti gli altri però, compresi coloro che sono momenta- neamente fuori dal mercato del lavoro, bisogna liberare una qualche forma di investimento pubblico. Vigileremo pertanto sull’iter della ma-novra e in attesa di più robusti inter-venti continueremo, per nostra parte, a far leva sulla bilateralità per consolidare la dotazione di competenze manage-riali necessaria al rilancio delle nostre imprese. ■

Quel legaccio tra industria, formazione e lavoroStefano Cuzzilla Presidente Federmanager

o

ANNO 4 NUMERO 4

Pantone Orange 021 C Pantone 418 C

C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75

Welfare24I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i

Pantone Orange 021 C Pantone 418 C

C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75

Una nuova certificazione per migliorare processi di gestione e servizi agli iscritti Con la UNI EN ISO 9001:2015 il Fondo si conferma all’avanguardia per efficienza

lA pAROlA Al pREsidENtE

P untare a un continuo mi-glioramento dell’efficien-

za e dell’efficacia dei propri processi interni (anche attraverso un piano di formazione e crescita professionale del proprio personale) e dare agli iscritti una ulteriore garanzia sul valore dei servizi offerti dal Fondo. è principalmente per questi motivi che As-sidai persegue, ormai dal 2011, una politica di certificazione e organiz-zazione del proprio si-stema di gestione, che di recente è stato validato da DNV-GL (ente di pri-maria importanza nel pa-norama internazionale) se-condo la nuova norma UNI EN ISO 9001:2015. Che cos’è quest’ultima? Al di là del-la dicitura apparentemente complicata, il significato è molto semplice: le normati-ve della famiglia ISO 9000, messe a punto dall’Organiz-zazione internazionale per

la normazione, definisco-no i requisiti per realizzare un sistema di gestione in grado di migliorare conti-nuamente l’efficienza nella realizzazione di un prodot-to o nell’erogazione di un servizio e, al tempo stesso, di incrementare la soddisfa-zione di un cliente.

In questo numero di Welfare 24 parliamo di una importante novità per Assidai: la certifica-zione del nostro sistema di gestione in base allo standard più elevato in circolazione, UNI EN ISO 9001:2015. Perché questa scelta? Avere un sistema di gestione certificato è alla base della strategia di sviluppo sostenibile iniziata dal Fondo da diversi anni con un dupli-ce obiettivo: mantenere sotto controllo i processi e rafforzare il rapporto con gli stakeholder. Sullo sfondo c’è poi il no-stro obiettivo primario: costruire a livello nazionale un sistema sanitario integrato pubblico-privato che operi nell’interesse del cittadino e offra un corretto bilan-ciamento tra qualità del servizio e so-stenibilità economica. In questo quadro la prevenzione gioca un ruolo rilevante: a questo proposito riportiamo un inte-ressante studio dell’Istituto Superiore di Sanità che rivela come l’attività fisica diminuisca la probabilità dell’insorgere di malattie cronico-degenerative. Sempre in tema di prevenzione, segnalo con piace-re l’imminente evento Tennis &Friends a Roma, che vedrà per la prima volta la par-tecipazione di Assidai. Infine, il consueto contributo di Federmanager che sostiene la candidatura dell’Italia per l’assegnazio-ne dell’Agenzia del Farmaco: posizione che non possiamo che condividere.

www.assidai.it

di Tiziano neviani - PresidenTe assidai

salute

qualitàassistenza

welfare

benefit

Un passo in avanti sulla certificazione ISO 9001Assidai, nel 2011, si era dotata della certificazione UNI EN ISO 9001:2008. Col tempo, tuttavia, la ISO 9001 è molto cambiata e l’edizio-ne 2015 dello standard, che in sostanza rappresenta la “versione” più recente di questa certificazione, è nata proprio dall’esi-genza di riflettere i cam-biamenti avvenuti nelle pratiche e tecnologie per il Quality Management negli ultimi anni e si adatta completamente a qualsiasi organizzazio-ne per requisiti, bilan-cio e struttura. Di qui la decisione del Fondo

di stare al passo con l’evolu-zione delle certificazioni e la scelta di conformare la pro-pria attività non soltanto alle normative cogenti di riferi-mento, ma anche a normati-ve volontarie come la UNI EN ISO 9001:2015, adottando un sistema di gestione che agi-sce principalmente su due direttive.

>>> Continua a pagina 2

Luogo e Data/Place and date:

Vimercate (MB), 04 settembre 2017

Per l'Organismo di Certificazione/

For the Certification Body

Nicola Privato

Management Representative

La validità del presente Certificato è subordinata al rispetto delle condizioni contenute nel Contratto di Certificazione/

Lack of fulfilment of conditions as set out in the Certification Agreement may render this Certificate invalid.

DNV GL Business Assurance Italia S.r.l., Via Energy Park, 14 - 20871 Vimercate (MB) - Italy. TEL:039 68 99 905. www.dnvgl.it/assurance

MANAGEMENT SYSTEM

CERTIFICATE

Certificato no./Certificate No.:

101315-2011-AQ-ITA-ACCREDIA

Data prima emissione/Initial date:

22 agosto 2011

Validità:/Valid:

22 agosto 2017 - 22 agosto 2020

Si certifica che il sistema di gestione di/This is to certify that the management system of

Fondo di Assistenza per i Dirigenti

di Aziende Industriali - ASSIDAI

Via Ravenna, 14 - 00162 Roma (RM) - Italy

È conforme ai requisiti della norma per il Sistema di Gestione Qualità/

has been found to conform to the Quality Management System standard:

UNI EN ISO 9001:2015 (ISO 9001:2015)

Questa certificazione è valida

per il seguente campo applicativo:

Erogazione del servizio di rimborsi spese

mediche ed assistenziali per dirigenti,

quadri e consulenti

(Settore EA: 32)

This certificate is valid

for the following scope:

Provision of medical expenses

and assistance refunds for executives,

managers and consultants

(EA Sector: 32)

ANNO 4 NUMERO 4

Pantone Orange 021 C Pantone 418 C

C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75

Welfare24I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i

Pantone Orange 021 C Pantone 418 C

C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75

Una nuova certificazione per migliorare processi di gestione e servizi agli iscritti Con la UNI EN ISO 9001:2015 il Fondo si conferma all’avanguardia per efficienza

lA pAROlA Al pREsidENtE

P untare a un continuo mi-glioramento dell’efficien-

za e dell’efficacia dei propri processi interni (anche attraverso un piano di formazione e crescita professionale del proprio personale) e dare agli iscritti una ulteriore garanzia sul valore dei servizi offerti dal Fondo. è principalmente per questi motivi che As-sidai persegue, ormai dal 2011, una politica di certificazione e organiz-zazione del proprio si-stema di gestione, che di recente è stato validato da DNV-GL (ente di pri-maria importanza nel pa-norama internazionale) se-condo la nuova norma UNI EN ISO 9001:2015. Che cos’è quest’ultima? Al di là del-la dicitura apparentemente complicata, il significato è molto semplice: le normati-ve della famiglia ISO 9000, messe a punto dall’Organiz-zazione internazionale per

la normazione, definisco-no i requisiti per realizzare un sistema di gestione in grado di migliorare conti-nuamente l’efficienza nella realizzazione di un prodot-to o nell’erogazione di un servizio e, al tempo stesso, di incrementare la soddisfa-zione di un cliente.

In questo numero di Welfare 24 parliamo di una importante novità per Assidai: la certifica-zione del nostro sistema di gestione in base allo standard più elevato in circolazione, UNI EN ISO 9001:2015. Perché questa scelta? Avere un sistema di gestione certificato è alla base della strategia di sviluppo sostenibile iniziata dal Fondo da diversi anni con un dupli-ce obiettivo: mantenere sotto controllo i processi e rafforzare il rapporto con gli stakeholder. Sullo sfondo c’è poi il no-stro obiettivo primario: costruire a livello nazionale un sistema sanitario integrato pubblico-privato che operi nell’interesse del cittadino e offra un corretto bilan-ciamento tra qualità del servizio e so-stenibilità economica. In questo quadro la prevenzione gioca un ruolo rilevante: a questo proposito riportiamo un inte-ressante studio dell’Istituto Superiore di Sanità che rivela come l’attività fisica diminuisca la probabilità dell’insorgere di malattie cronico-degenerative. Sempre in tema di prevenzione, segnalo con piace-re l’imminente evento Tennis &Friends a Roma, che vedrà per la prima volta la par-tecipazione di Assidai. Infine, il consueto contributo di Federmanager che sostiene la candidatura dell’Italia per l’assegnazio-ne dell’Agenzia del Farmaco: posizione che non possiamo che condividere.

www.assidai.it

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qualitàassistenza

welfare

benefit

Un passo in avanti sulla certificazione ISO 9001Assidai, nel 2011, si era dotata della certificazione UNI EN ISO 9001:2008. Col tempo, tuttavia, la ISO 9001 è molto cambiata e l’edizio-ne 2015 dello standard, che in sostanza rappresenta la “versione” più recente di questa certificazione, è nata proprio dall’esi-genza di riflettere i cam-biamenti avvenuti nelle pratiche e tecnologie per il Quality Management negli ultimi anni e si adatta completamente a qualsiasi organizzazio-ne per requisiti, bilan-cio e struttura. Di qui la decisione del Fondo

di stare al passo con l’evolu-zione delle certificazioni e la scelta di conformare la pro-pria attività non soltanto alle normative cogenti di riferi-mento, ma anche a normati-ve volontarie come la UNI EN ISO 9001:2015, adottando un sistema di gestione che agi-sce principalmente su due direttive.

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Luogo e Data/Place and date:

Vimercate (MB), 04 settembre 2017

Per l'Organismo di Certificazione/

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Nicola Privato

Management Representative

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Lack of fulfilment of conditions as set out in the Certification Agreement may render this Certificate invalid.

DNV GL Business Assurance Italia S.r.l., Via Energy Park, 14 - 20871 Vimercate (MB) - Italy. TEL:039 68 99 905. www.dnvgl.it/assurance

MANAGEMENT SYSTEM

CERTIFICATE

Certificato no./Certificate No.:

101315-2011-AQ-ITA-ACCREDIA

Data prima emissione/Initial date:

22 agosto 2011

Validità:/Valid:

22 agosto 2017 - 22 agosto 2020

Si certifica che il sistema di gestione di/This is to certify that the management system of

Fondo di Assistenza per i Dirigenti

di Aziende Industriali - ASSIDAI

Via Ravenna, 14 - 00162 Roma (RM) - Italy

È conforme ai requisiti della norma per il Sistema di Gestione Qualità/

has been found to conform to the Quality Management System standard:

UNI EN ISO 9001:2015 (ISO 9001:2015)

Questa certificazione è valida

per il seguente campo applicativo:

Erogazione del servizio di rimborsi spese

mediche ed assistenziali per dirigenti,

quadri e consulenti

(Settore EA: 32)

This certificate is valid

for the following scope:

Provision of medical expenses

and assistance refunds for executives,

managers and consultants

(EA Sector: 32)

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>>> continua dalla prima pagina - Una nuova certificazione per migliorare processi di gestione e servizi agli iscritti

Un lUngo Percorso di sostenibilitàDa una parte permette di mantenere sotto controllo i propri processi e la conformi-tà ai requisiti degli standard e delle altre normative di ri-ferimento. Dall’altra parte rafforza il rapporto con i pro-pri stakeholder, dimostrando attenzione verso la soddisfa-zione delle loro aspettative ed esigenze specifiche.

Assidai e una lunga tradizione di sostenibilitàLa certificazione UNI EN ISO 9001:2015 per l’erogazione del servizio di rimborsi spese mediche e assistenziali per dirigenti, quadri e consulenti è il coronamento di un lungo percorso guidato dai princi-pi ispiratori di Assidai (vedi box). Percorso che ha come filo conduttore una strategia di sviluppo sostenibile vo-luta dal Fondo e iniziata da diversi anni con l’iscrizione all’Anagrafe dei Fondi Sani-tari e il rinnovo annuale della stessa, con la certificazione volontaria del bilancio e con la realizzazione, tre anni fa,

del Codice Etico e di Com-portamento. Del resto, rag-giungere eccellenti standard di conformità ed efficienza è condizione necessaria per centrare l’obiettivo princi-pale del Fondo: costruire a livello nazionale un sistema sanitario integrato e com-plementare pubblico-privato che veda il giusto bilancia-mento tra la qualità dei ser-vizi offerti e la sostenibilità economica.

I processi di gestionee le loro categorieIn quest’ottica Assidai ha in-dividuato specifici processi di gestione che si possono classificare in tre aree (vedi infografica). Innanzitutto ci sono i proces-si di gestione, che disciplina-no e coordinano le relazioni dell’Organizzazione con i propri stakeholder. In secon-do luogo i processi operativi, cioè l’insieme delle attività volte all’erogazione del servi-zio. Infine, ecco i processi di supporto, che gestiscono le

risorse interne e forniscono supporto ai processi princi-pali. è proprio attraverso il sistema di gestione che l’Or-ganizzazione definisce per ciascuno di questi processi

responsabilità e regole di comportamento condivise, documentandole e detta-gliandole all’interno di po-liciy, procedure e istruzioni operative.

Fonte:

PROCESSI OPERATIVI

PROCESSI DI GESTIONE

APPROVVIGIONAMENTO • Acquisto di beni e servizi • Qualifica e valutazione

fornitori • Monitoraggio outsourcers

GESTIONE RISORSE UMANE • Selezione • Formazione

GESTIONE ICT • Gestione del sistema

informatico

PIANIFICAZIONE • Controllo dei rischi e

definizione degli obiettivi • Riesame della Direzione

COMUNICAZIONE • Comunicazione

interna • Comunicazione

esterna

GESTIONE DOCUMENTI • Controllo dei

documenti • Controllo delle

registrazioni

MISURAZIONE • Indicatori • Soddisfazione degli

iscritti

MIGLIORAMENTO • Audit interni • Gestione delle

azioni correttive

GESTIONE SINISTRI AFFILIAZIONE

GESTIONE PIANI SANITARI

PROCESSI DI SUPPORTO

ISCR

ITTI

ISCR

ITTI

MARKETING • Attività di marketing

strategico e operativo • Public Affairs

DEFINIZIONE RAPPORTI CON LE COMPAGNIE

PROPOSIZIONE DEL SERVIZIO

SERVIZIO DI CALL CENTER

il sistema di gestione del fondo

Attività fisicA bAtte mAlAttie cronicheuna ricerca dell’istituto superiore di sanità evidenzia come fare movimento previene patologie cardiovascolari, diabete e cancro. a tutte le età

l’ attività fisica come prevenzione per determinate ma-lattie cronico-de-

generative. è questa, in estre-ma sintesi, la conclusione di un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità. Le ma-lattie cronico-degenerative, come noto, sono caratterizza-te da un lungo periodo di svi-luppo e colpiscono prevalen-temente donne e uomini più anziani. Stiamo parlando di un ampio gruppo di patologie che vanno dall’osteoporosi alle malattie cardiovascolari, dal diabete alle dislipidemie per arrivare a sovrappeso/obesità, malattie respiratorie croniche, ictus e cancro. Sono tra le malattie più invalidan-ti e mortali che interessano molti Paesi e che sono carat-terizzate da fattori di rischio endogeni non modificabili ed esogeni modificabili: proprio tra quest’ultimi l’inattività fi-

i principi di assidaiLa volontà di dotarsi di un sistema di gestione certi-ficato è la base della strategia di sviluppo sostenibile voluta da Assidai che vuole raggiungere nuovi obiet-tivi di business tenendo fermi i propri valori e i propri principi. Tra questi spiccano la tutela degli iscritti e della loro salute durante l’intero arco della vita con spirito di mutualità e solidarietà. Per l’iscritto Assidai vuole essere innanzitutto un consulente, che agisce con integrità e professionalità offrendo la propria assistenza con un’ampia gamma di Piani Sanitari in-novativi a copertura del nucleo familiare, anche all’e-stero. Altri valori del Fondo sono quelli del welfare, della qualità e dell’innovazione, indispensabili per ri-uscire a stare al passo con i bisogni dei manager, delle loro famiglie e anche delle aziende. Senza trascurare la riservatezza e la trasparenza: Assidai rinnova an-nualmente l’iscrizione all’Anagrafe dei Fondi Sanitari istituita dal Ministero della Salute, certifica - su base volontaria - il proprio bilancio e si è dotato di un Co-dice Etico e di Comportamento; inoltre garantisce la più completa tutela delle informazioni in proprio pos-sesso e che riguardano, tra l’altro, anche gli iscritti.

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Un lUngo Percorso di sostenibilità

responsabilità e regole di comportamento condivise, documentandole e detta-gliandole all’interno di po-liciy, procedure e istruzioni operative.

il sistema di gestione del fondo

Attività fisicA bAtte mAlAttie cronicheuna ricerca dell’istituto superiore di sanità evidenzia come fare movimento previene patologie cardiovascolari, diabete e cancro. a tutte le età

l’ attività fisica come prevenzione per determinate ma-lattie cronico-de-

generative. è questa, in estre-ma sintesi, la conclusione di un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità. Le ma-lattie cronico-degenerative, come noto, sono caratterizza-te da un lungo periodo di svi-luppo e colpiscono prevalen-temente donne e uomini più anziani. Stiamo parlando di un ampio gruppo di patologie che vanno dall’osteoporosi alle malattie cardiovascolari, dal diabete alle dislipidemie per arrivare a sovrappeso/obesità, malattie respiratorie croniche, ictus e cancro. Sono tra le malattie più invalidan-ti e mortali che interessano molti Paesi e che sono carat-terizzate da fattori di rischio endogeni non modificabili ed esogeni modificabili: proprio tra quest’ultimi l’inattività fi-

fisica è una semplice misura che può aiutare ad affrontare le malattie degenerative. Non solo: se è ben riconosciuto il ruolo importante dell’eserci-zio fisico come prevenzione e cura dell’osteoporosi per i suoi effetti positivi diretti sul tessuto osseo, ci sono eviden-ze positive anche legate alla minor insorgenza di altre pa-tologie come diabete, malattie cardiovascolari e dislipidemie. I benefici ottenuti, peraltro, anche se sono relazionati all’e-tà, comprendono tutte le fasce, che vanno dai giovani tra i 20 e i 30 anni agli adulti tra i 40 e i 50 anni fino agli anziani di età superiore ai 60 anni.

Contro l’osteoporosi sì al movimento no al nuotoOvviamente, l’intensità dell’at-tività fisica consigliata dipen-de dall’età e dalle abitudini di vita delle persone, ma anche e soprattutto dal loro stato di salute, in quanto alcune ma-lattie possono portare a una situazione debilitante soprat-tutto tra gli anziani. Ma c’è di più: secondo la ri-cerca dell’Istituto Superiore di Sanità, “un’attività fisica come camminare, pedalare, salire le scale a piedi e ballare può costituire un buona preven-zione, non solo per le malattie croniche ma anche per il rias-sorbimento del tessuto osseo: alcuni studi hanno evidenzia-to che per tutti i pazienti è im-portante camminare per 30-60 minuti”. Ecco dunque una valenza non solo preventiva, ma anche di “cura” per chi è affetto da alcune malattie de-generative, nel caso specifico l’osteoporosi. Una nota a parte merita in-vece il nuoto: uno sport rite-nuto “molto utile per alcune malattie croniche, ma non per l’osteoporosi poiché i suoi movimenti, pur facendo bene a muscoli, cuore, articolazio-ni, non sono particolarmente utili per l’ossatura: in acqua, infatti, non viene sostenuto il peso corporeo per mancanza dello stimolo della forza gra-vitazionale”.

sica gioca un ruolo cruciale. Viceversa l’attività fisica, so-stiene la ricerca, fornisce van-taggi sia al singolo individuo, sia al Servizio Sanitario Na-zionale riducendo l’ospeda-lizzazione e l’uso di farmaci.

Incidere sui fattori di rischio esogeni: l’attività fisicaIncidere sui fattori di rischio esogeni è dunque l’unico modo per abbassare l’incidenza delle malattie cronico-degenera-tive. Quelli associati agli stili di vita sono quattro: il consu-mo di alcol, l’alimentazione scorretta, il fumo di sigarette e l’inattività fisica. Evitarli e svolgere una regolare attività

anche l’agenzia dell’onu punta sulla prevenzione “attiva”L’importanza della attività fisica è stata evidenziata recentemente anche dalla World Health Organiza-tion, l’agenzia dell’Onu specializzata sulla salute, che ha stimato in circa 1,9 milioni i decessi avve-nuti ogni anno nel mondo attribuibili alla inattività fisica; sarebbero inoltre 2,6 milioni i morti legati al sovrappeso o all’obesità e in cui si sono spesso ri-scontrati danni anche al tessuto osseo.C’è un altro aspetto, evidenziato dalla World He-alth Organization, da non sottovalutare. La man-canza di inattività fisica incide per il 10-16% nel cancro del seno, del colon e del retto e nel diabete di tipo 2 (la forma più diffusa che si manifesta in età adulta per un difetto nella produzione di insu-lina), e per il 22% nelle patologie cardiovascolari. Inoltre, il peso di queste e di altre malattie croni-che, inclusa l’osteoporosi, è rapidamente aumen-tato negli ultimi decenni.

Insomma, anche secondo l’agenzia delle Nazioni Unite un’importante strategia di prevenzione con-tro le malattie di tipo degenerativo è rappresen-tata dall’adozione, fin dall’adolescenza, di giusti e sani stili di vita e dall’esecuzione quotidiana di attività fisica.

Fino a 64 anniAlmeno 150 minuti

alla settimana di attività moderata o

75 di attività vigorosa (o combinazioni

equivalenti delle due) in sessioni di almeno 10 minuti per volta, con rafforzamento

dei maggiori gruppi muscolari da svolgere

almeno 2 volte alla settimana.

Dai 65 anni in poiIntegrare le indicazioni

a fianco con attività orientate all’equilibrio

per prevenire le cadute. Chi non potesse

seguire in pieno le raccomandazioni deve

fare attività fisica almeno 3 volte alla

settimana e adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie

condizioni.

• • • IN SINTESI • • •

Welfare24I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i

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il punto di vista

Milano è in corsa per l’assegnazione dell’A-genzia europea del Far-maco che, dopo Brexit, deve lasciare Londra per uno degli Stati mem-

bri. Vale la pena sottolineare il valore di questa partita. Un valore certamente economico, dati gli oltre 300 milioni di budget annuale e i circa 900 dipendenti dell’Agenzia, ma soprattutto strategico per i temi della salute pubblica, della

produttività dell’industria farmaceu-tica europea e della ricerca scientifica. Ritengo che il nostro Paese, che pos-siede una forte tradizione industriale in campo farmaceutico e biomedica-le, meriti di ottenere, insieme a questa Agenzia, il riconoscimento europeo del proprio ruolo di leadership: la nostra fi-liera della salute vale circa l’11% del Pil e assorbe il 6% degli occupati. Ci sono distretti industriali che sono primi al mondo per ricerca e innovazione, non

solo in Lombardia. Questo è un settore in inarrestabile crescita che, quindi, è in grado di offrire numerose opportunità di sviluppo alla nostra rete di piccole e medie imprese. Come Federmanager non possiamo che esprimere l’impegno del management industriale a condividere gli intenti po-litici, economici e sociali che la candi-datura meneghina porta con sé e a dare tutto il supporto, operativo e di visione, di cui siamo capaci.

l’itAliA meritA emA di stefAno cUzzillA, Presidente federmAnAger

AssidAi debUttA AllA Prevenzione di “tennis & friends”

il fondo è presente all’evento cHe si tiene il 7-8 ottobre al foro italico di roma. l’obiettivo della manifestazione è salvaguardare la salute del cittadino incentivando la prevenzione e contribuendo cosÌ alla riduzione delle spese del servizio sanitario nazionale

Assidai partecipa alla settima edizione di “Tennis & Friends” che si svolge sabato 7 e dome-nica 8 ottobre al Foro Italico di Roma, dalle ore 10.00 alle 18.00, con oltre 18mila metri quadri di Villaggio della Salute. L’evento, nato nel 2011 su ini-ziativa di Friends for Health On-lus, unisce quattro “S”: Salute, Solidarietà, Sport e Spettacolo

ed è diventato un appuntamen-to molto atteso - al quale Assi-dai sarà presente per la prima volta - poiché permette a un vasto pubblico di approfittare di due giornate di prevenzione gratuita in collaborazione con lo staff sanitario della Fonda-zione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Inoltre, nel corso della manifestazione,

personaggi dello spettacolo e dello sport si sfidano nel torneo di Tennis Celebrity.L’obiettivo primario di Tennis & Friends - che si tiene anche a maggio durante gli Interna-zionali di tennis di Roma - è la diffusione della cultura del-la prevenzione: nelle ultime sei edizioni e cinque special events sono stati effettuati ol-

tre 28.000 check-up gratuiti. Soltanto l’anno scorso hanno partecipato all’evento più di 20mila persone, accolte da 44 postazioni mediche (di cui 15 del Ministero della Salute), 24 postazioni ecografiche e 150 figure professionali tra medici e operatori sanitari.Tra le aree di prevenzione poli-specialistica è previsto un per-corso clinico diagnostico a 360 gradi contro malattie tiroidee, patologie correlate al fumo, metabolismo, cuore e sport, malattie del fegato, iperten-sione arteriosa, medicina dello sport, tumori della pelle, odon-toiatria, pediatria.Gli esperti sono a disposizione di tutti per aumentare la con-sapevolezza su queste malattie e rispondere a domande su come gestirle al meglio.

ISSN 2532-7739

Cortesia Tennis&Friends

Cortesia Tennis&Friends

DI28 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

Pubblichiamo integralmente nelle pagine seguenti il testo aggiornato del Regolamento – allegato allo Statuto ALDAI – approvato inizialmente dall’Assemblea straordinaria del 18 giugno 2013 e modificato dal Consiglio Direttivo ALDAI nelle riunioni del 13 gennaio 2015 e del 21 settembre 2017. La nuova formulazione riguarda gli articoli 3 e 9.

Nell’Editoriale del numero di ottobre 2017, Vi abbiamo anticipato l’importante novità che riguarda la nostra Associazione.Il Consiglio ALDAI, nella riunione del 21 settembre 2017, ha approvato le modifiche al Regolamento che introducono la possibilità di votare anche telematicamente per il rinnovo delle cariche sociali ALDAI, come previsto dall’art. 19 lettera h) dello Statuto.Ovviamente i soci che non sceglieranno di votare telematicamente o che non dispongono di un indirizzo mail potranno continuare ad utilizzare la scheda cartacea con le consuete modalità.

Il Gruppo di Lavoro interno appositamente costituito, avvalendosi anche del supporto del Comitato Elettorale e di consulenti informatici, ha lavorato con i seguenti obiettivi:

favorire la partecipazione al voto e il contatto con gli associati utilizzando un sistema moderno e semplice che garantisca la trasparenza delle procedure elettorali;

semplificare le procedure attraverso i sistemi informatici che forniscano adeguate garanzie di facilità d’uso;

assicurare in ogni caso il diritto di voto ai soci che non intendono avvalersi del sistema telematico.

Dopo approfondite analisi e con la consultazione preliminare del Notaio, ALDAI ha aderito alla piattaforma implementata da Federmanager attraverso Selda, società a cui è affidata la gestione della banca dati degli iscritti di Federmanager e di altri Enti collaterali. Tale procedura è già attiva dal 2015 ed è stata utilizzata da altre Associazioni territoriali e risponde ai requisiti di:

segretezza del voto univocità del votante non duplicabilità del voto non individuabilità del votante non modificabilità dei risultati

Nei prossimi numeri di Dirigenti Industria e attraverso tutti i nostri canali di informazioni daremo approfondite informazioni sulla procedura e sulla tempistica di rinnovo delle cariche elettive del prossimo triennio.

Rinnoviamo l’invito a tutti gli iscritti ad aggiornare l’indirizzo e-mail e i propri dati di contatto attraverso l’area riservata MyFeder

del sito www.aldai.it o scrivendo ad [email protected]

Introduzione del voto telematico per il rinnovo

delle Cariche Sociali ALDAIAggiornamento del Regolamento ALDAI

Michela Bitetti Responsabile Servizio Amministrazione-Organizzazione ALDAI

DI 29DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

REGOLAMENTO ALDAITesto approvato dall’assemblea straordinaria del 18 giugno 2013

e modificato dal Consiglio Direttivo ALDAI nelle riunioni del 13 gennaio 2015 e del 21 settembre 2017

Articolo 1COMITATO ELETTORALE

Il Comitato Elettorale, composto da 3 o 5 membri, è nominato dal Consiglio Direttivo.Il Comitato Elettorale elegge nel suo ambito il Presidente e provvede a tutte le operazioni elettorali in osservanza delle norme statutarie e del presente Regolamento.Contro le decisioni del Comitato Elettorale è ammesso ricorso al Col-legio dei Probiviri da presentarsi entro 3 giorni dalla comunicazione della decisione medesima.Il Collegio dei Probiviri dovrà decidere entro 8 giorni dal ricevimento del ricorso.

Articolo 2CANDIDATURE

a) Le candidature, con almeno cinque firme di soci presentatori, de-vono essere inviate entro il termine stabilito in busta chiusa indi-rizzata al Comitato Elettorale presso l'ALDAI, Via Larga 31, 20122 Milano, con lettera raccomandata, oppure recapitata a mano. Non saranno ammesse candidature inviate via fax o via e-mail.

Il candidato deve indicare nella scheda di candidatura il Gruppo Aziendale di appartenenza.

È ammessa la candidatura ad una sola carica (Consigliere o Revi-sore o Proboviro).

Ciascun associato potrà presentare unicamente un candidato al Consiglio Direttivo, uno al Collegio dei Revisori dei Conti ed uno al Collegio dei Probiviri.

b) I candidati possono essere dirigenti in servizio, in pensione o qua-dri.

I candidati non in servizio attivo devono essere in regola (a pena di inammissibilità) con il pagamento della quota associativa pre-vista per il loro status.

Per dirigenti in pensione si intendono coloro che all'inizio delle ope-razioni elettorali siano già pensionati o che abbiano maturato i re-quisiti pensionistici per l'accesso alla prestazione previdenziale, non avendo più in atto un rapporto di lavoro subordinato.

RAPPRESENTANZA DEI QUADRI APICALI NEGLI ORGANI SOCIALI La rappresentanza dei quadri superato lo sbarramento minimo del

10% sarà così composta: CONSIGLIO DIRETTIVO: 2 POSTI (in aggiunta ai componenti previsti dall'art. 18 primo com-

ma dello Statuto). GIUNTA ESECUTIVA: 1 POSTO (in aggiunta ai componenti previsti dall'art. 23 primo

comma dello Statuto).

Al raggiungimento del limite massimo del 30%: CONSIGLIO DIRETTIVO: 4 POSTI (in aggiunta ai componenti previsti dall'art. 18 primo com-

ma dello Statuto). GIUNTA ESECUTIVA: 2 POSTI (in aggiunta ai componenti previsti dall'art. 23 primo com-

ma dello Statuto).

Articolo 3SCHEDE ELETTORALI

a) La scheda elettorale, in formato cartaceo e/o elettronico, è divi-sa in sezioni distinte per ciascun Organo Statutario e l'eventuale irregolarità in una sezione della scheda stessa non inficia il voto delle altre sezioni.

b) Il recapito delle schede di votazione, per coloro che non optano per la procedura telematica definita dall’articolo 9 del presente Regolamento, deve avvenire a mezzo posta o con altro mezzo consentito dalla Legge. Il recapito a mano, sempre in busta chiu-sa, è consentito all'associato unicamente per la propria scheda di votazione.

c) Entrambe le schede di votazione, cartacea ed elettronica, devono contenere l'elenco completo delle candidature in ordine alfabeti-co partendo da una lettera estratta a sorte dal Comitato Elettora-le.

d) Lo scrutinio delle schede cartacee viene eseguito dagli scrutatori, utilizzando eventuali strumenti informatici validati dal Comitato Elettorale e dal notaio, sotto il controllo del notaio verbalizzante e con la supervisione del Comitato Elettorale, nel giorno e nel luogo indicati nell'avviso.

Ai risultati di votazione tramite scheda cartacea saranno somma-ti i risultati delle votazioni telematiche. I verbali con il risultato complessivo delle votazioni saranno firmati congiuntamente dal comitato elettorale, dal notaio e dall’amministratore di sistema, per quanto di sua competenza, indicato dalla ditta esterna re-sponsabile della procedura di votazione elettronica.

Alle sedute di scrutinio delle schede possono presenziare come osservatori al massimo due associati a seduta. Gli associati inte-ressati dovranno comunicare, prima dell'inizio delle operazioni di scrutinio, il nominativo al Comitato Elettorale che insieme al notaio provvederà a regolamentare le presenze.

Le schede saranno a disposizione presso il notaio per 30 giorni dopo la fine degli scrutini dalla pubblicazione dei risultati. Pertan-to chi volesse effettuare un eventuale controllo potrà contattare unicamente il Comitato Elettorale che provvederà a fissare un in-contro con il notaio, il socio e il Comitato stesso.

e) A parità di voti è eletto il socio con maggior anzianità continua-tiva di iscrizione ad ALDAI o a Federmanager. In caso di ulteriore parità vale la maggiore età anagrafica.

Articolo 4COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

E COLLEGIO DEI PROBIVIRINella seduta di insediamento prevista dagli artt. 28 (quinto comma) e 29 (quarto comma) dello Statuto i membri del Collegio dei Reviso-ri dei Conti e del Collegio dei Probiviri eleggono nel proprio ambito il Presidente. In caso di mancato raggiungimento dell'accordo sarà nominato Presidente il socio che è stato eletto con il maggior nu-mero di voti.

DI30 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

Articolo 5ELEZIONI DEI DELEGATI AL CONGRESSO NAZIONALE

ORDINARIO E STRAORDINARIOSi applicano le medesime disposizioni previste per le candidature e le elezioni dei componenti del Consiglio Direttivo, fermo restando quanto previsto dallo Statuto Federale.

Articolo 6CAMPAGNA ELETTORALE

Principi generali relativi alla campagna elettorale 6.1 I candidati devono attenersi ai criteri fissati dal presente Rego-

lamento. Non è consentito l’uso di denominazioni, loghi, riferimenti

che possano ingenerare confusione nell’elettore in quanto non riconducibili ad ALDAI quale unica Associazione sindacale rappresentativa. La violazione del principio sopra enunciato va segnalata tempestivamente al Comitato Elettorale, il quale informerà il Collegio dei Probiviri che assumerà le opportu-ne decisioni entro otto giorni dalla segnalazione. Il Consiglio Direttivo, con approvazione a maggioranza semplice, prima delle elezioni per il rinnovo delle cariche sociali, potrà fissare Modalità Operative per lo svolgimento della propaganda elet-torale, nel rispetto del presente Regolamento.

6.2 Ogni candidato è tenuto a svolgere la campagna elettorale con lealtà e correttezza nei confronti degli altri candidati e degli Organi dell’Associazione e del sistema federale, evitando azioni e dichiarazioni che possano ledere la dignità, il ruolo e l’immagine dei predetti, oltre che il prestigio della categoria. Anche in riferimento all’art. 10 dello Statuto, ogni candidato dovrà dichiarare nel suo profilo l’esistenza di eventuali conflitti di interesse con le attività di ALDAI, pena la non eleggibilità.

6.3 La propaganda elettorale deve svolgersi nel rispetto della li-bertà di manifestazione, di opinione e di pensiero garantita dalla Costituzione.

6.4 Saranno assicurate a tutti i candidati, compatibilmente con il regolare svolgimento delle attività istituzionali, pari condizioni di accesso ai mezzi di propaganda messi a disposizione da AL-DAI secondo i principi fissati dal presente Regolamento.

Nelle attività e nella sede di ALDAI è fatto espresso divieto di effettuare campagna e propaganda elettorale durante incontri e riunioni.

La violazione delle norme e dei principi relativi alla campagna elettorale deve essere immediatamente segnalata al Collegio dei Probiviri che deciderà ai sensi dell’art. 29 lettera e) dello Statuto.

L’Associazione, in conformità alle disposizioni vigenti in mate-ria di privacy, non può divulgare gli elenchi dei Soci.

Modalità di svolgimento della Campagna Elettorale 6.5 Le candidature sono individuali e vengono presentate al Co-

mitato Elettorale come previsto dal precedente art. 2 lettera a) entro la data stabilita dal Consiglio in tempo utile per la pub-blicazione.

Le candidature possono essere presentate con profilo e foto-grafia con modalità compatibili con lo spazio a disposizione sulla rivista e sugli altri mezzi di comunicazione di ALDAI e che vengono precisate nelle allegate Modalità Operative.

6.6 Il Comitato Elettorale deve confermare al candidato la ricezio-ne e la validità della candidatura entro i tre giorni successivi alla scadenza del termine fissato per la presentazione delle candidature stesse.

6.7 Il voto è espresso nei confronti del singolo candidato.

6.8 Due o più candidati possono aggregarsi dando origine a un “gruppo” che condivide intendimenti e linee guida per la nuo-va Consiliatura.

La comunicazione di programmi condivisi da un gruppo di candidati, sottoscritta dagli aderenti, deve essere depositata presso l’Organizzazione di ALDAI entro il termine fissato nelle Modalità Operative dai promotori del gruppo (massimo due) che saranno gli unici interlocutori con la struttura ALDAI.

6.9 Sulla rivista Dirigenti Industria sono pubblicati i profili indivi-duali dei candidati come indicato al precedente punto 6.5.

Ugualmente trovano spazio la descrizione degli intendimenti e le linee guida dei gruppi e i nomi dei candidati sottoscrittori degli stessi, nel rispetto di uniformi criteri di spazio, precisati nelle Modalità Operative. Analogamente sul sito ALDAI viene creata una apposita sezione dedicata alle elezioni contenente le medesime informazioni pubblicate sulla rivista ed eventuali ulteriori informazioni nel rispetto delle regole di uniformità fis-sate nelle Modalità Operative.

I candidati possono inserire nel proprio profilo il riferimento agli intendimenti e linee guida del gruppo a cui eventualmen-te aderiscono.

I candidati sono gli unici responsabili dei contenuti da loro in-viati per la pubblicazione sulla rivista e sul web, come già indi-cato al punto 6.2.

6.10 Al fine di favorire la comunicazione durante il periodo delle votazioni, secondo un calendario definito, ALDAI invierà a tutti gli iscritti più e-mail (non più di tre) contenenti i riferimenti e le indicazioni per accedere ai profili dei candidati.

Articolo 7COMMISSIONI CONSULTIVE

Le Commissioni Consultive sono di norma tre.Il Presidente può delegare un membro di Giunta al coordinamento delle Commissioni.

Articolo 8USO DEL NOME E DEL MARCHIO ALDAI

L'utilizzo del nome e del marchio ALDAI con rilevanza esterna deve essere preventivamente autorizzato dal Presidente con apposita pro-cedura approvata dalla Giunta Esecutiva.

Articolo 9VOTO TELEMATICO

Viene introdotta anche la votazione telematica per l’elezione del Con-siglio Direttivo, del Collegio dei Revisori dei Conti e del Collegio dei Probiviri, come previsto dall’art. 19 lettera h) dello Statuto.L'individuazione della Ditta esterna incaricata della procedura di vo-tazione telematica è approvata dal Consiglio Direttivo a maggioranza semplice.Gli associati che lo desiderano possono votare in modalità telematica, in alternativa al sistema cartaceo. La scelta del socio per la votazione telematica è irrevocabile ed esclu-de la possibilità di ricevere la scheda cartacea. Il periodo per la vota-zione telematica è analogo a quello definito per la votazione cartacea. L’esito del voto telematico è formalizzato alla presenza congiunta dell’amministratore del sistema, del Comitato Elettorale e del notaio.

Disposizione transitoriaPer le elezioni 2018 vengono individuate la società Selda e le modali-tà tecniche dalla stessa adottate.

DI 31DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

REVIDENZAp

Antonio Lucaroni Ufficio Stampa CIDA

Pensioni, allarme immotivato

Banca d’Italia e Corte dei Conti hanno lanciato "l’allarme pensio-ni" in occasione delle audizioni sul-la nota di aggiornamento del Def. Il peggioramento della spesa previ-denziale sarebbe dovuto a un an-damento demografico peggiore di quello previsto e a stime troppo ot-timistiche di ingresso – e regolariz-zazione – degli immigrati. Sembre-rebbero errori macroscopici: come si sono verificati? Come evitare che si ripetano? Condivide questi dati?Non riesco a capire i motivi di questo allarme; dai dati che stiamo elaborando per il Rapporto sul bilancio del siste-ma previdenziale che presenteremo al Governo e alle Commissioni Parlamen-tari il prossimo 21 febbraio alla Camera dei Deputati, ricaviamo quanto segue: a fine 2016 (ultimo anno disponibile) il numero degli occupati è aumentato ri-

spetto al 2015 di 294mila unità, passan-do da 22.464.753 a 22.757.838, il dato migliore dal 2009 e simile a quello del 2007. L’occupazione femminile è passata dal 47,1% del 2007 al 49,1% del secon-do trimestre del 2017, il dato migliore di sempre. Per contro il numero dei pensio-nati si è ridotto di 114.869 unità, toccan-do nel 2016 quota 16.064.508, il dato più basso dal 1997 (primo anno del nostro DB). Pertanto il rapporto tra attivi e pen-sionati è arrivato a 1,417, non un dato eclatante ma il migliore dal 1997. Con un rapporto di 1,5 attivi per pensionato non siamo sulla luna ma cominciamo ad avere un sistema più sostenibile. Infine la spesa pensionistica pura è aumen-tata del solo 0,20% tra il 2015 e il 2016, segnando nel triennio un incremento annuale dello 0,57%, tra i più bassi di sempre, a differenza della spesa per assi-stenza che cresce ad un ritmo spavento-

so e non sostenibile del 5,9% l’anno. Sul dato assistenza non si è sentito nessun lamento.

Parallelamente alla enunciazione di cifre riviste in netto peggiora-mento, Corte dei Conti e Bankitalia hanno esortato le forze politiche a non indietreggiare, né a fare con-cessioni, sulle riforme previdenziali in atto. Un tema, tuttavia, sul quale è in corso un confronto fra Gover-no e sindacati che hanno presen-tato un articolato documento, in 11 punti, per "superare" la legge Fornero ed hanno proclamato una prima manifestazione di protesta. A suo parere vi sono margini di ma-novra fra "sentieri stretti" e "risorse scarse"?La legge Fornero ha ingessato il sistema indicizzando all’aspettativa di vita sia

Alberto Brambilla.

In vista della legge di bilancio 2018 e, soprattutto, della prossima campagna elettorale in cui le forze politiche presenteranno le proprie proposte per la nuova legislatura, Cida ha deciso di elaborare un documento programmatico imperniato sul ruolo, sulle funzioni e sulle aspettative del management. Ispirato dai principi della meritocrazia, della responsabilità e della competenza, il documento sarà il "manifesto" dei dirigenti pubblici e privati e delle alte professionalità nel confronto con le istituzioni, le forze politiche e sociali. Fra i temi centrali del nostro documento c’è il fisco, con proposte ambiziose e documentate, la scuola, la formazione, gli interventi sul nuovo welfare e sulla sanità. Né poteva mancare una riflessione attenta su politiche sociali e previdenza. Su quest’ultimo punto, tuttavia, Cida ha voluto intervenire subito – con il contributo qualificato del prof. Alberto Brambilla, Presidente del centro studi Itinerari Previdenziali – perché c’è bisogno di fare chiarezza su questioni quali l’improvviso moltiplicarsi di "allarmi" sulla spesa pensionistica, velleità di riforme costituzionali potenzialmente devastanti, una sotterranea voglia di rispolverare la vecchia "bufala" delle pensioni d’oro da utilizzare come un tesoretto da saccheggiare all’insegna di una presunta equità sociale. È bene, allora, dire le cose come stanno e mettere i necessari paletti ad un dibattito che, se mal gestito, potrebbe sfociare in provvedimenti penalizzanti per la nostra categoria. Nell’intervista che pubblichiamo, il prof. Brambilla disinnesca tutti gli allarmismi e spiega chiaramente come stanno le cose. Mettendo in evidenza il percorso che Cida intende percorrere per far valere ragione e diritto. A cominciare dal giorno dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla perequazione delle pensioni.

DI32 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

REVIDENZApl’età di pensionamento (prevista peral-tro dal precedente Governo Berlusconi) sia l’anzianità contributiva; la prima indi-cizzazione va nel senso giusto, anche se a mio avviso occorre rivedere il mecca-nismo di calcolo adottato da Istat, cosa fattibilissima avendo a disposizione tut-to l’anno 2018, visto che il prossimo scat-to decorrerà dal 2019. L’indicizzazione dell’anzianità contributiva è un errore e va riportata ad un massimo di 41 anni e mezzo con non più di 3 anni di contribu-zione figurativa. Va anche reintrodotta la norma che considera una maggiorazio-ne di un quarto di anno per tutti coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 21 anni e ampliata l’agevolazione che abbiamo scritto nella legge Dini per le donne madri. Le risorse per queste manovre e per la rein-troduzione di un minimo di flessibilità ci sono: basta regolare il pozzo senza fondo dell’assistenza.

Un tema che sta par-ticolarmente a cuo-re alle forze sociali è quello del collega-mento automatico dell’età pensionabi-le alle aspettative di vita: un meccanismo che viene giudicato penalizzante per alcu-ne categorie di lavora-tori e sperequato perché non funziona "al contrario" cioè se le aspettative di vita peggiorano. Anche questo concet-to sembra non poter essere messo in discussione. Ritiene che ci siano margini per intervenire subito o, come sembra, si finirà con rinviare la decisione al prossimo Governo?Come dicevo si può intervenire sull’an-zianità contributiva e su un minimo di flessibilità in uscita che prevedemmo nella Dini e che la Monti-Fornero ha cancellato. Anche la regola che in caso di riduzione dell’aspettativa di vita non riduce l’età pensionabile è sbagliata; certo non può essere un meccanismo automatico ma dopo aver verificato un periodo congruo, se permane il peg-gioramento, anche l’età si deve ridurre, se no facciamo il calcolo attuariale solo quando conviene allo Stato.

Lo stato di sofferenza in cui versa il sistema previdenziale è parte di una più generale crisi del "welfare state" così come lo conosciamo. Le capacità redistributive degli Sta-ti sembrano essere inadeguate di fronte alla lunga recessione eco-nomica ed alla crescita delle dise-guaglianze sociali. A che punto è il dibattito oggi? Vi sono indicazioni da dare alla politica?Penso che il livello delle cosiddette di-suguaglianze (almeno quelle struttura-li) non sia mai stato così basso in que-

la Svezia. Tutto ciò al prezzo di tasse salatissime per la classe dirigente del Paese.

In generale, fra la necessità di ap-provare la manovra di bilancio e le avvisaglie di una lunga campagna elettorale, il dibattito sulle pensioni non rischia di finire strumentalizza-to a tutto svantaggio della "catego-ria" dei pensionati?Questo rischio esiste, tanto più che il dato comunicato da Istat a Eurostat è in-comprensibile: indica la spesa pensioni-stica ben 4 punti in più della media a 28 UE, quando invece siamo perfettamente in media. Non vorrei (non amo il com-plottismo) che su pensioni e crediti delle

banche si stia giocando una seconda partita pesante contro l’Italia come

avvenuto con l’ultimo Governo Berlusconi. Non vorrei si creas-

sero problemi alle banche, così qualche Istituto straniero se le comprerebbero per pochi euro; una storia già vista in Italia con BNL, Unicredit e non solo. Il gioco sulle pen-sioni è ancora più duro; at-tenzione, oggi abbiamo l’età legale di pensionamento più alta tra i Paesi Ocse (anche se

ancora l’età media di pensio-namento è più bassa).

All’esame della Commissione Affari costituzionali della Ca-

mera è in discussione una modi-fica dell’art. 38 della Costituzione, che vuole ispirarsi ai principi della solidarietà e dell’equità per risol-vere il problema generazionale. C’è chi considera tale proposta una sorta di "grimaldello" in grado di scardinare il sistema fondato su contribuzioni-pensioni e di livellare le prestazioni verso il basso. Qual è la sua opinione?Penso sia pura follia; il nostro sistema prevede che per le pensioni ci sia un contributo specifico: la contribuzione sociale, peraltro la più elevata d’Euro-pa. Vedo molti tentativi di scardinare il sistema che determina le pensioni sulla base dei contributi versati; procedendo così si mina per sempre il sistema con il risultato che nessuno si fiderà più di uno Stato che cambia le leggi in corsa senza

sti ultimi 100 anni in Italia, come pure negli altri Paesi industrializzati. Non dobbiamo mai dimenticarci, se no sia-mo degli sprovveduti provinciali, che su 7,2 miliardi di abitanti del pianeta, solo l’8%, inclusi noi italiani, ha un wel-fare come il nostro. Inoltre invito chi si lamenta dell’incapacità dello Stato di superare le disuguaglianze e di non re-distribuire la ricchezza, a guardare alle nude cifre del Bilancio statale. In Italia spediamo il 54% dell’intera spesa pub-blica compresi gli interessi sul debito in pensioni, sanità, assistenza e ammor-tizzatori sociali; più di così è difficile e in questa classifica abbiamo raggiunto

DI 33DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

REVIDENZApapplicare la regola aurea del “pro rata”. La stessa proposta sull’eliminazione dei vitalizi è palesemente anticostituzionale e può diventare un grimaldello per rive-dere anche le pensioni private.

Com’è possibile che il sistema pre-videnziale, che dovrebbe essere gestito con regole certe e program-mate a lunga scadenza, finisca in-vece, periodicamente, per essere oggetto di improvvisi scossoni me-diatici, di minacciose prospettive economiche? È responsabilità della politica? Dei partiti? Che ruolo ha in tutto questo l’Inps che per alcuni commentatori ha smarrito la sua funzione istituzionale?L’Inps è l’agenzia del Governo per la ge-stione delle pensioni. La responsabilità è dei troppi, “troppo giovani” e privi di me-moria storica ed esperienza che i partiti politici hanno mandato in Parlamento.

Sentire proposte di legge che vogliono ridurre o eliminare le pensioni sopra i 3mila euro è esattamente come imma-ginare che siccome una famiglia ha due case, una la si sequestra per darla a chi non ce l’ha senza fare un minimo di ra-gionamento. Ma il problema vero è che questa gente, spesso rissosa in aula, non ha un minimo di conoscenza né dei nu-meri, né del bilancio pubblico.

In definitiva chi, oggi, tutela i di-ritti dei pensionati? Da chi sono rappresentati in Parlamento, nelle istituzioni? Da una parte si metto-no in discussione i diritti acquisiti, dall’altra c’è la tentazione di usarli come un "bancomat" sempre di-sponibile; basti pensare alla sterile diatriba sulle cosiddette "pensioni d’oro".I pensionati cosiddetti d’oro a cui i vari Governi hanno applicato il contributo

L'Europa nei Gruppi di Lavoro ALDAI

CANADA = CETA = EUROPA Si inizierà con la presentazione del Paese e delle relative opportunità. Si continuerà con l’esposizione del CETA (trattato di libero scambio tra Canada e Unione Europea). L’evento avrà luogo mercoledì 29 novembre 2017 alle ore 17.30 – sala Viscontea Sergio Zeme relatore il dott. Ezio Maria Simonelli – Console Onorario del Canada a Milano.

I Gruppi di Lavoro Geopolitica/Internazionalizzazione e Dirigenti per l’Europa hanno programmato per i mesi di novembre e dicembre 2017 due eventi di elevata attualità, pubblichiamo le rispettive anticipazione e le modalità di prenotazione.

INDAGINE DIRIGENTI SULL’EUROPA Consisterà nella presentazione dei risultati dell’indagine condotta da ALDAI sulla dirigenza lombarda e, grazie alla parteci-

pazione di ISPI, il confronto con l’analoga indagine da loro condotta con IPSOS sulla popolazione nazionale. Saranno messe in evidenza le analogie / differenze e, nel loro rispettivo contesto, le variate percentuali di assensi/dissensi. L’evento avrà luogo martedì 5 dicembre 2017 alle ore 17.30 – sala Viscontea Sergio Zeme relatore dott. Antonio Villafranca - Coordinatore della Ricerca - ISPI.

Per entrambi gli eventi è inoltre prevista (compatibilmente ai loro impegni istituzionali) la partecipazione di nostre Europarlamentari e della Direzione dell’Ufficio di Milano del Parlamento Europeo.

COME PRENOTARSI• Prenotazioni online attraverso il sito www.aldai.it, sezione "Eventi". Selezionare dal calendario la data interessata

e compilare gli appositi spazi alla voce "iscriviti all'evento". • Prenotazioni a mezzo fax al numero 02/5830.7557 indicando nell'oggetto il titolo dell'evento prescelto o entrambi.Le date pubblicate, nella rivista cartacea, potrebbero variare successivamente alla stampa. Invitiamo pertanto i lettori all'aggiornamento tramite le periodiche newsletter, il sito e la rivista digitale.

Raffaele Tasserini Coordinatore GdL Geopolitica

ed Internazionalizzazione e GdL Dirigenti per l'Europa

ALDAI

di solidarietà erano 46.000 su 16,2 mi-lioni di pensionati. Basta questo dato per ritenere che quei provvedimenti erano e sono manifestamente antico-stituzionali. Se si guarda alle dichiara-zioni Irpef, coloro che dichiarano oltre 100.000 euro da attivi, sono lo stesso numero di quelli che percepiscono pensioni di importo correlato. A pro-posito di Irpef occorrerà far sapere ai giovani politici (c’è anche qualcuno di più vecchio che per voti e poltrona fa le stesse proposte) che in Italia la metà della popolazione dichiara redditi pari a zero; questo è un dato tipico dei Pa-esi in via di sviluppo, non del 7° o otta-vo Paese industrializzato. Occorre dire anche che meno del 15% della popo-lazione (guarda caso tutti quelli a cui vorrebbero tagliare la pensione) paga oltre l’80% dell’Irpef e senza di loro gran parte del welfare, semplicemente, non esisterebbe. ■

DI34 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

REVIDENZApLa corsa non è finita... traguardo in salita?

el tentativo di affrontare gli argomenti che ci riguar-

dano e ci assillano, con un minimo di attrattiva… riferiamoci al ciclismo ed alle corse a tappa! La nostra, quella che stiamo percorrendo da quando è inizia-to il nostro “tour” ormai datato, mira al traguardo che si conferma ancora lungi dall’apparire. Ci avviciniamo alla fine del 2017... e quindi momento di consuntivi su quanto svolto in questo triennio di attività. Doveroso compito verso tutti i colleghi rappresentati dal nostro Comi-tato che, ricostituitosi nell'ottobre 2015, ha mantenuto un’assidua attenzione alle vicende che hanno e continuano ad agitare il comparto di noi “senior”. Non sono mancate le occasioni per mettere al corrente di quanto si è fatto in tutto il periodo, e non è qui il caso di ripercorrerne le varie “tappe”. Quello che realisticamente deve essere percepito è che la situazione che pervade tutta la previdenza, dal punto di vista politico, osserva un momento di tregua soporife-ra, nell’attesa degli esiti che scaturiranno dalla prossima tornata elettorale. Chiaro sintomo comunque è che il Governo, dal punto di vista tattico, nonostante il ten-tativo di rappresentare una realtà a tinte meno fosche, chiede al Parlamento una deroga rispetto al progetto per il pareg-gio di bilancio, cosa che contrasterebbe con quanto previsto dalla Costituzione! Proprio qui si rizzano le antenne... riferirsi alla Carta Costituzionale che si propone essere “promessa di democrazia per le generazioni future“ sollecita forte la tentazione di rinverdirne alcuni pro-

positi, tra tutti quello dell’articolo 38. Tocchiamo un tasto molto delicato per il quale sarà necessario mantenere alta l’attenzione e non demordere dal consi-derare, quanto mai necessaria, la consi-stenza dell’aggregazione rappresentata dal nostro associazionismo. Dai nostri vertici viene sostenuto e ri-badito che il compito di tutta la classe dirigente, intesa nel suo complesso, sia quello di avere una visione lungimirante ed un comportamento fattivo per essere guida responsabile verso il futuro. Que-sto è quanto si è sempre cercato di riba-dire anche all’interno del Comitato Pen-sionati, i cui obiettivi non si sono limitati alle singole specificità, ma la competen-za dei suoi componenti ha consentito di avere sempre una visione globale anche delle problematiche del Paese.A maggior ragione, da noi “senior”, vie-ne rivendicato un corretto rispetto per quanto fatto da chi ha vissuto anni di impegno e competenza, nello svolgere il proprio ruolo, confidando anche nel-la coerenza dei principi di reciprocità. Pacta sunt servanda, viene affermato dal diritto, ma per vedere i patti rispettati si rende indispensabile mantenere alta la guardia anche per fugare propositi, non tanto latenti, per mettere mano a criteri estemporanei di modifiche. Queste in-fatti si presentano come ulteriori ostaco-li nel “tracciato del nostro tour”. Al riguardo è già stato rilevato come dal maggio 2017 sia iniziato un esame di tali progetti, innanzi alla Commissione Affari Costituzionali della Camera, quindi pos-sibili ripercussioni sui temi che, sin qui, sono già all’attenzione generale. Questo evidenza come sia necessario mantene-re viva e costante la massima attenzione.

Molteplici sono state, in questi mesi, le occasioni per sostenere e dibattere tali temi, come del resto puntualmente si è data contezza attraverso queste pagine.Una volta di più si ritiene opportuno rendere note, a tutti i lettori, le linee es-senziali da mantenere, emerse nel Comi-tato Pensionati e a tal fine pubblichiamo la parte saliente del Verbale dell’ultima riunione.

“….si procede poi ad una rapida conside-razione su quanto riportato a valle dei due importanti eventi svoltosi rispettivamente il 22 giugno 2017 a Bologna, dove il nostro Comitato è stato presente con Giambone, Carugi e Romano ed ha quindi avuto oc-casione di esporre le nostre osservazioni e le considerazioni più volte discusse. Quello successivo, promosso da CIDA e coordi-nato da Del Vecchio, attuale segretario regionale, svoltosi il successivo giorno 27 giugno 2017, presso la sede dell’Acquario civico di Milano, riportando le risultanze rilevate dal prof. Brambilla nelle analisi svolte dal Centro Studi e Ricerche “Itinera-ri Previdenziali” riguardanti le distorsioni economiche fiscali, che si osservano nel nostro Paese. Giambone tiene ad evidenziare come, in queste due importanti occasioni, la no-stra categoria di “senior” ha avuto oppor-tunità, ancora una volta, per evidenziare le molteplici implicanze che provocano la convulsa situazione che stiamo vivendo. Punti fondamentali restano quelli legati alle disuguaglianze tra gli effetti che de-rivano tra le entità dei contributi versati ed i valori delle pensioni, il profondo diva-rio che resta tra i prelievi fiscali dei “soliti noti” e le ampie sacche dell’evasione fi-scale. L’insidia che potrebbe derivare an-

nMario Giambone Presidente Comitato Pensionati ALDAI-Federmanager

Dal 2003 ci dedichiamo al tuo sorriso e alla tua salute

REVIDENZApche da una impropria invocata modifica dell’articolo 38 della nostra Costituzione che, se interpretata in maniera distorta potrebbe indurre a stravolgere il principio di “equità tra le generazioni”. Inoltre an-che il recente accordo siglato e riportato dal sole 24 ore, in merito al meccanismo delle rivalutazioni previste per il 2019, va osservato per quali effetti potrà attenere ai nostri livelli. Dopo alcune osservazioni poste dai pre-senti, Schianchi ribadisce che la politica non riesce a stabilizzare e sensibilizzare il sistema sociale: nei bilanci pubblici non trovano equilibrio le diverse esigenze, non vengono alimentatati a sufficienza pro-getti tesi al benessere collettivo, le pensio-ni restano nel mirino quali risorse da cui attingere linfa per il sostegno delle fasce più deboli. Ritiene inoltre, che sarebbe opportuno promuovere a Milano entro la fine del corrente anno, una massiccia ma-nifestazione per dare voce e sostegno alle nostre istanze.Del Vecchio si unisce a tali considerazioni

essendo a sua volta consigliere nazionale e desidera precisare che il citato documento CIDA tiene conto di una ampia disamina di ordine generale, data la vasta compo-nente della Confederazione e degli equi-libri che talune Federazioni mantengono con Ministeri e differenti strati sociali. Romano ricorda il suo documento che riassume le principali tematiche pensio-nistiche discusse nel Comitato Pensionati e sostanzialmente condivise dagli orga-ni sociali ALDAI, che ha poi esposto con energia anche a Bologna. Condivide che si assuma un atteggiamento propositivo e definitivo, visto tutto il tempo dedicato a richiedere segnali concreti e, soprattutto, prima della attesa pronuncia della Corte Costituzionale prevista per il 24 ottobre. Al termine dell’ampio giro di opinioni il Presidente Giambone, vista la comune condivisione, invita quindi a concludere la presente assise, formulando l’unanime proposito di puntualizzare gli aspetti es-senziali da porre in evidenza da parte dei nostri vertici:

1. rivalutare la figura del dirigente, attra-verso una opportuna comunicazione rivolta alla politica ed alla pubblica opinione;

2. smettere di definire “pensioni d’oro” quanto la nostra categoria percepisce mensilmente;

3. far valere nel panorama politico, il no-stro “peso” sociale nei giudizi da espri-mere;

4. rendere il fisco “equo” recuperando l’evasione fiscale attraverso l’uso siste-matico dei dati coordinati economici, patrimoniali e sociali, esistenti;

5. rivedere il paniere Istat, per categorie dei pensionati, con focus sui bisogni dei disabili, invalidi ed anziani non auto-sufficienti;

6. rivalutare le pensioni mensili, attraver-so il recupero della mancata perequa-zione 2012-2013;

7. salvaguardare gli attuali istituti di assi-stenza sanitaria, attraverso opportune garanzie contrattuali con Confindu-stria. ■

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DI36 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

SSISTENZA SANITARIAa

Carlo Geri Medici Volontari Italiani - Onlus

Il telefonino, il tuo salvavitaLe nuove tecnologie per le emergenze medico-sanitarie:la SAPP, una APP sociale

a Web APP “Il telefonino, il tuo salvavita”, in rete da ormai cinque anni, è stata definita SAPP, Social APPlication, proprio per le finalità sociali ed in un certo senso “social”,

che si ripromette. Ovvero di permettere il superamento dell’anonimato medico sanitario, soprattutto quando chi viene soccorso non è in grado di collaborare con i soccorritori. Deriva dall’esperien-za sul campo dell’Associazione “Medici Volontari Italiani”, MVI, Associazione la cui attività consiste in medicina di stra-da a Milano, e nel contempo la SAPP è divenuta parte integrante del Servizio del Comune: “Cittadini più coinvolti & più sicuri”.In questa nota si vuole descrivere come un’iniziativa proveniente dal basso ed inizialmente con finalità limitate, per non parlare delle risorse, con progres-sioni successive, sia tecnologiche e sia di contenuto, possa divenire un proget-to rientrante nella filosofia smart city/smart people ed anche di digital tran-sformation. Infatti, come esiste il “citizen journalist” ed il “citizen scientist”, grazie al digitale in tasca, si può pensare non solo al “cittadino soccorritore”, ma anche allo sviluppo di una gestione ad per-sonam delle chiamate al NUE, Numero Unico d’Emergenza, 112/118. Vedremo come.Da quanto detto, si evince che il conte-sto riguarda gli interventi medico-sani-tari sia di “primo” sia di “pronto” soccorso, in quelle situazioni internazionalmente definite con l’acronimo ICE, In Case of Emergency.

Un po’ di storiaNel 2005, un infermiere inglese, a segui-to degli attentati nella metropolitana di Londra, registrò l’acronimo ICE, acroni-mo che ognuno di noi può memorizzare nella propria rubrica telefonica, cartacea o digitale che sia, abbinandovi un nu-mero telefonico, permettendo così ai soccorritori, una volta arrivati sul luogo dell’intervento, di ottenere informazio-ni su chi viene soccorso. Specialmente quando quest’ultimo, come già detto, non è in grado di collaborare con i soc-corritori stessi.Nel caso critico come quello appena descritto, ci si trova in una situazione di “anonimato clinico” per un lasso di tempo non prevedibile e conseguente-mente in una situazione di grave rischio potenziale.

Impostazione di una soluzione… digitale Visto che in un intervento d’emergenza/urgenza il fattore tempo è fondamenta-le, sia per quanto concerne la velocità dell’intervento e sia per quanto riguarda la fruibilità delle informazioni cliniche di chi viene soccorso, le cosiddette “in-formazioni salvavita”, ci si chiede: come queste informazioni possano essere a disposizione del Sistema di Soccorso sin dalla chiamata al NUE, Numero Unico d’Emergenza: 112/118?Alcuni anni or sono, MVI concepì l’idea di aggiungere al numero telefonico pre-visto da ICE le informazioni non solo anagrafiche, ma soprattutto quelle sal-vavita. Fare questo in formato cartaceo era alquanto semplice, un po’ meno farlo digitalmente ed allora si varò il progetto: “Il telefonino, il tuo salvavita”.La tecnologia di base era già disponibile, diffusa ed a costo quasi zero per questa iniziativa, si parla infatti di smartphone e Codice QR. Mancava l’anello di congiun-zione, o meglio il link, tra la tecnologia esistente ed il profilo clinico salvavita per una gestione digitale e remota di tale pro-filo. Questo link è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione IBM e della società G 7 Soluzioni Informatiche.In particolare, la Fondazione IBM, all’in-terno del Progetto “Celebration of Ser-vice” nell’ambito delle celebrazioni del suo primo centenario, ha sviluppato l’applicazione che permette di digitaliz-zare, tramite QR Code, il profilo sanitario, permettendo così l’uso dello smartpho-ne sia come repository del profilo stesso e sia come mezzo trasmissivo. E questo a seconda se si è soccorritore o si viene soccorso. La società “G 7 Soluzioni Infor-

l

Fig. 1

DI 37DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

SSISTENZA SANITARIAa

matiche” ha messo in rete come Web APP quanto prodotto dalla Fondazione IBM, sviluppando il sito iltelefoninoiltuosal-vavita.org e poi, nel tempo, ne ha curato la manutenzione e lo sviluppo di nuove feature derivanti dall’uso della Web APP sul territorio. In definitiva quanto sopra permette di produrre un badge (fig.1) contenente il numero ICE da chiamare, la foto del possessore dello smartphone e le informazioni salvavita in formato QR Code, quindi un set di informazioni ge-stibile digitalmente e quindi facilmente trasmissibile via smartphone.

Il futuro digitale... prossimo La SAPP ha dimostrato che, utilizzando le nuove tecnologie “standard” presenti nella tasca di noi cittadini, è possibile non solo risolvere il problema dell’ano-nimato clinico in una situazione d’emer-genza medico-sanitaria, ma anche di divenire soccorritori efficienti di “primo soccorso”. Con questa finalità è in rete oltre alla SAPP, anche l’APP “Where ARE

U?” da parte AREU-Lombardia, Azienda Regionale Emergenza ed Urgenza, che permette di inviare al Sistema di Soccor-so la geolocalizzazione del luogo ove è richiesto l’intervento di soccorso, assie-me ad altre feature specifiche.Considerando poi che le informazioni contenute nel badge, soprattutto quelle medico-sanitarie necessitano di sistema-tici aggiornamenti, pensare di mettere in cantiere un progetto come quello che si evince dallo schema allegato (fig. 2) per lo sviluppo di un’interoperabilità sinergica e finalizzata a quanto sin qui esposto, potrebbe essere un progetto da prende-re in considerazione, in quanto si ritiene che i tempi siano oltremodo maturi. E sa-rebbe anche un chiaro esempio di digital transformation grazie alla disruption di tutti quei lacci e lacciuoli “analogici” che al momento non permettono uno svi-luppo digitale più spedito. ■

Per gentile concessione della società "The Innovation Group" - Newsletter "Il Caffè Digitale"

Alcuni anni or sono, MVI concepì l’idea di aggiungere al numero telefonico previsto da ICE le informazioni

non solo anagrafiche, ma soprattutto quelle salvavita. Fare questo in formato cartaceo

era alquanto semplice, un po’ meno farlo

digitalmente ed allora si varò il progetto:

“Il telefonino, il tuo salvavita”

Fig. 2

"Cambia il tuo modo di pensare agli investimenti sostenibili"Bruno Bertocci, Responsabile team Sustainable Investors di UBS Asset Management.

Qual è l’universo d’investimento del fondo UBS Long Term The-mes?Il nostro universo d’investimento è anzitutto determinato dai titoli con-tenuti nell’indice MSCI All Country World. Affiniamo questo universo concentrando i nostri sforzi sui titoli che, a nostro avviso, saranno in grado di costruire un vantaggio competiti-vo rispetto a tre mega-trend: crescita demografica, urbanizzazione e invec-chiamento demografico.

Come funziona il processo d’inve-stimento?Il processo d’investimento del fondo combina la capacità di ricerca del CIO di UBS Wealth Management e l’expertise nell’ambito del-la costruzione dei portafogli di UBS Asset Management. Il CIO di UBS WM ha individuato sedici temi d’investi-mento di lungo periodo destinati a perdurare nel tempo e associati a tre tendenze costanti e inevitabili: crescita demografica, invecchiamento e urbanizzazione. Il team di analisti del CIO ricerca i driver sociali ed economici di que-sti temi e individua le aziende con una forte esposizione agli stessi. Ogni tema è dunque associato a un “paniere” di aziende i cui proventi derivano per almeno il 20% da soluzioni e prodotti correlati a questi temi. Ciò costituisce l’universo tematico del Fondo Long-Term Themes.

Più in dettaglio, come funziona il processo di stock picking?Il team Sustainable Equity di UBS AM si concentra sulla selezione delle aziende e la costruzione del portafoglio. Il nostro processo d’investimento combina la ricerca bot-tom-up sui fondamentali delle aziende con un’analisi rigo-rosa sulla sostenibilità per arrivare a ottenere un portafo-glio costituito da 40-80 tra i titoli migliori che riteniamo propongano valorizzazioni interessanti e caratteristiche

di forte sostenibilità, utilizzando come parametro il nostro database proprietario. Grazie a questa meto-dologia, il team vanta un track-record decennale positivo nella gestione di portafogli.

Il fondo UBS Long Term Themes è stato lanciato quasi due anni fa e ha registrato una performance positiva (+41,8% contro il +38,4% dell’MSCI World). Qual è stato il tema d’investimento che ha for-nito il contributo maggiore? Gli investimenti che fanno capo al tema dell’efficienza energetica sono quelli che, dal lancio del fondo, han-no performato meglio. Questo tema

è uno dei più rilevanti nel portafoglio con una quota del 15% a fine settembre. Investire nell’efficienza energe-tica non implica solo investire nei pannelli solari o nelle centrali eoliche: analizziamo nel dettaglio ogni settore, pertinente con questo tema di investimento, alla ricerca di aziende innovative che offrano soluzioni di risparmio energetico alle imprese e ai consumatori. Ad esempio, Micron Technology è un’azienda che opera nel settore dei semiconduttori le cui tecnologie per sviluppare la dispo-nibilità e l’immagazzinamento dei dati, tramite soluzioni di memoria per l’auto e i dispositivi mobili, sbaragliano la concorrenza in termini di efficienza e proporzioni.

Rimango come sempre a disposizione per chiarimenti ai miei recapiti:

Grazia Mallus cell: 335.6749622e-mail: [email protected]

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BANCA GENERALI: SAPER SCEGLIERE

Bruno Bertocci

ITA ASSOCIATIVAv

DI40 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

L’industria digitale? Un volano per la ripresa

ccorre creare dei canali che possano coinvolgere figu-

re apicali da settori economici diversi e diano l’opportunità di confrontarsi su una stessa tematica portando dei contri-buti a cui, da soli, non si poteva pensare, figuriamoci accedere. ALDAI mette a fat-tor comune le problematiche così come le opportunità e questo le conferisce un valore aggiunto elevato.” Così parla Francesca Boccia, giovane dirigente socia ALDAI, molto attiva tra le fila del Gruppo Giovani ALDAI-Feder-manager insieme al Coordinatore Sergio Quattrocchi e al suo vice Marco Albini. Market Development Manager Conti-nental Europe in Thomson Reuters, ha vissuto all’estero diversi anni prima di decidere di far ritorno in Italia. Perché? “Perché credo che, a discapito di quanto si pensi, posso dare il mio contributo al mio Paese ed essere in prima linea per portare quel cambiamento che voglia-mo vedere quando parliamo di un Paese che sia innovativo e all’avanguardia”. Ho voluto intervistarla per capire me-glio con lei il suo punto di vista di gio-vane manager in servizio sui temi oggi attuali con cui è in prima linea con la sua azienda come l’innovazione, l’industria digitale e approfondire al tempo stesso il suo impegno proattivo nei confronti dell’Associazione.

Francesca, parliamo di ALDAI e del tuo impegno con il Gruppo Giova-ni. Che cosa ti ha portato ad impe-gnarti in Associazione?

La possibilità di poter avvicinare altri giovani al mondo ALDAI. Credo forte-mente nel networking – che è un con-cetto diverso del fare lobby – e nella di-gitalizzazione, ovvero l’opportunità per le aziende di accrescere il loro business su mercati che prima erano inaccessi-bili. Grazie alla tecnologia le imprese possono accedere ad opportunità che fino a poco tempo fa erano precluse. Nonostante questo fare networking e associazionismo rimangono canali pri-vilegiati, perché si necessita comunque di un confronto diretto per superare le divergenze. Ed è nel confronto diretto che si rafforza la relazione che, nei casi più positivi, diventa continuativa anche a medio termine. Ci sono cluster qui a Milano come ALDAI che permettono di rafforzare relazioni preesistenti.

Hai un esempio? L’esempio più immediato è quello dell’industria digitale. Molti dirigenti ve-dono con difficoltà il passaggio in azien-de di settori economici diversi: la tecno-logia dà un impulso a superare proprio queste barriere. Quando abbiamo fatto un incontro con il Gruppo Giovani tutti hanno rilevato la volontà di conoscere di più, di capire come il mondo digitale si potesse associare con loro. Da qui pos-sibilità di confrontarsi con altri manager: capire se ci sono delle opportunità per reinventarsi è la curiosità più elevata.

Qual è la tua opinione su chi ha sol-levato degli allarmi sull’accelera-zione tecnologica? Se guardiamo alla velocità con cui si sta svilup-pando la tecnologia, le conseguen-ze potrebbero essere negative in termini di posti di lavoro.Io non sono d’accordo. La tecnologia trasformerà molti ruoli professionali. Se da una parte tante figure nel middle ma-nagement non avranno più ragione di esserci, dall’altra la tecnologia darà loro e non solo a loro nuove opportunità. Oggi come oggi c’è la possibilità di es-sere creativi ai massimi livelli, di lanciarsi in iniziative che prima erano precluse, si pensi ad esempio al crowdfunding. Il tessuto imprenditoriale e dei manager si è trasformato e continuerà a trasformar-si di conseguenza: dalla tecnologia pos-sono nascere solo che opportunità. Lo stesso vale per la Pubblica Amministra-zione: penso ad esempio all’Estonia che è uno Stato digitale al cento per cento, disponibile a rilasciare identità digitali e a gestire attività commerciali da remoto. Da questo ci rendiamo conto che Paesi

“oSilvana Menapace Vice Presidente ALDAI

Francesca Boccia.

ITA ASSOCIATIVAvpiù classici dell’Europa Occidentale han-no ancora molto da fare.

Come si coniuga questa visione po-sitiva della tecnologia all’interno di tessuti industriali costituiti da PMI, che per formazione o approccio tendono a essere sempre così non in prima linea?Io credo che più che la dimensione delle aziende, sia più la nostra forma mentis a fare la differenza. Le aziende italiane, per lo più quelle a conduzione familiare, fanno fatica a fare il salto perché non af-fidano l’attività per crescere a manager esperti. In Italia abbiamo iniziato e fac-ciamo più fatica.Per quanto mi riguarda, la tecnologia può aiutare e aprire dei canali che prima erano preclusi anche a loro.

Per i giovani più istruiti i confini na-zionali sono sempre meno rilevati. Si parla sempre più spesso della “fuga dei cervelli”, tuttavia l’Italia

risulta un Paese dove i giovani van-no all’estero per formarsi, per poi rivendicare e portare la loro nuo-va professionalità altrove. Cosa ne pensi?Rappresento una di quei giovani che è andata all’estero ed è tornata perché penso che questa criticità del sistema Italia rappresenti in realtà un forte im-pulso per lo sviluppo dell’imprenditoria. Se come dipendente, manager o top manager non ho opportunità, se non tramite alcuni canali, di emergere e por-tare innovazione, come imprenditore invece lo posso fare; sono io che detto le regole. Credo fortemente che se una persona inizia ad adeguare le proprie esperienze vissute all’estero al gusto ita-liano, piano piano altri possono seguire i tuoi passi: i nostri dirigenti in servizio ci portano tantissimi esempi, ognuno di loro vive in un contesto diverso. In Italia per questo non hanno l’opportunità di continuare la crescita che invece hanno iniziato all’estero.

Ultima domanda. Le ambizioni del Gruppo Giovani di ALDAI e a livello nazionale?Diventare sempre di più un punto di ri-ferimento per i dirigenti in servizio sia per le tematiche sia per le opportunità, vorremmo sviluppare non solo i temi degli incontri ma anche dei progetti. Stiamo per lanciare una survey a livello nazionale e poi speriamo internaziona-le per consolidare scenari che abbiamo analizzato a livello locale. A livello na-zionale ci piacerebbe creare un circuito virtuoso a livello di associazionismo: replicare il concetto di rete di impresa alla rete di associazioni. Notiamo una grande separazione tra Confindustria e Federmanager, ci piacerebbe sviluppa-re dei progetti insieme, quindi in questo senso siamo in contatto con il Presiden-te di Confindustria Giovani per creare un progetto che speriamo veda la luce a inizio 2018. ■

3º CONCORSO LETTERARIO ALDAI - EDIZIONE 2018È ormai diventata una piacevole tradizione per il Gruppo Cultura ALDAI, nell’ambito del suo salotto letterario, organizzare un concorso letterario che ponga in luce le caratteristiche di creatività, capacità di sintesi e di organizzazione dei soci ALDAI; elementi fondamentali della professionalità di un dirigente che si rivolge al mondo del lavoro con una qualità più, ormai indispensabile: la capacità di vedere, prevedere e interpretare la società al di là dell’arida sintesi dei numeri. È con piacere che vi annunciamo quindi la terza edizione del concorso letterario.

Il concorso si rivolge ai soci e/o ai compo-nenti più stretti delle loro famiglie (coniuge e discendenti o ascendenti diretti). Il tema sarà libero ma improntato alla creatività e i rac-conti saranno valutati sulla base di tre criteri fondamentali: stile di scrittura (agile, chiaro e conciso); contenuto; creatività.Il racconto dovrà essere breve, al massimo sette cartelle. Tutti i dettagli verranno preci-sati nel bando che sarà pubblicato sulla rivi-sta “Dirigenti Industria" del mese di dicembre.I primi tre classificati verranno premiati in un incontro organizzato appositamente e i loro racconti saranno inoltre pubblicati sulla rivista ALDAI. A tutti i concorrenti sarà con-segnato un attestato di partecipazione. Tutti i racconti presentati verranno raccolti in un volume apposito.Vi invitiamo quindi a partecipare numerosi e siamo ansiosi di leggervi.

Un Racconto

ITA ASSOCIATIVAv

DI42 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

VISES Gruppo Milano

Un nuovo impegno a favore dei giovani

ISES – Gruppo Milano, sezione milanese della Onlus di riferi-

mento di Federmanager, incrementa il proprio impegno nella formazione dei giovani, nell’ambito del programma Al-ternanza Scuola Lavoro, impegnando-si in un nuovo progetto che si affianca ai già avviati ABCDigital ed Impresa in Azione, illustrati nei precedenti articoli su questa rivista.Nel settembre scorso è stato firmato un accordo di convenzione tra la nostra Onlus e Fondazione Sodalitas per l’ero-gazione del corso Giovani&Impresa in partnership con Assolombarda, col Mi-nistero di Istruzione, Università e Ricerca e con gli Uffici Scolastici di 15 Regioni. Il corso, destinato agli Istituti Superiori, si è evoluto nel corso di oltre 15 anni fino alla sua forma attuale e si pone l’obiet-tivo di preparare gli studenti dell’ultimo anno ad affrontare il mondo del lavoro e ad inserirvisi con successo.Il programma si propone di fornire quelle conoscenze di base ed indica-

zioni comportamentali, spesso assenti nei programmi scolastici, che aiutano gli studenti a gestire il passaggio dalla scuola al lavoro in modo più consapevo-le e preparato. Durante le 20 ore in aula i relatori di VISES Gruppo Milano, tutti manager in transizione o quiescenza, si calano per l’occasione nella parte di in-segnanti, ciascuno nella materia di pro-pria competenza, illustrando con lezioni multimediali e interattive le caratteristi-che e le attitudini che le imprese cerca-no nei candidati oltre ai principali mec-canismi che regolano la vita in azienda.Dopo aver fatto riflettere i ragazzi sulle energie che devono, attraverso la motiva-zione, trovare dentro di sè per affermarsi, vengono introdotti concetti importan-ti per l’impresa come l’orientamento al cliente e i meccanismi di creazione del valore. Particolare enfasi viene data alla capacità di comunicare ed interagire, di lavorare in squadra e di saper risolvere i problemi, facendo lavorare gli studenti attraverso casi e simulazioni di ruolo.La seconda parte del corso tratta le di-verse tipologie di lavoro, da quello auto-nomo/imprenditoriale a quello subordi-

nato e, per ciascuno di essi, si analizzano gli aspetti contrattuali ed economici, sottolineando l’importanza di una scelta coerente, per quanto possibile, con le at-titudini e le aspettative individuali.L’ultima giornata del corso, densa di consigli concreti, utili nella prima fase di ricerca del lavoro, tratta ampiamente il tema del curriculum vitae e si conclu-de con un colloquio di lavoro che ogni ragazzo sostiene con i nostri relatori, trasformatisi da docenti in selezionato-ri, da cui riceve un feedback immediato volto a correggere i punti critici emersi durante l’intervista. Per tutta la durata del corso i ragazzi sono costantemente invitati ad analizzare e prendere consa-pevolezza dei propri punti di forza e di debolezza e a considerare che la ricerca del lavoro, oggi, è già di per se stessa un lavoro e, in quanto tale, deve essere svolta professionalmente. Al termine, oltre alla consegna dell’at-testato di frequenza, viene offerta loro l’opportunità di rimanere in contatto con i relatori per avere supporto in questo momento cruciale della loro crescita. ■

La dirigenza lombarda incontra il candidato alla Presidenza della Regione Lombardia Giorgio Gori, mercoledì 22 novembre 2017 – dalle ore 17 alle ore 19.30 a Milano.

L’incontro ha l’obiettivo di conoscere le linee programmatiche del candidato, nonché le risposte alle domande ed alle proposte della dirigenza lombarda dell’industria, terziario, servizi e della dirigenza pubblica scolastica, sanitaria, etc.Seguirà nelle settimane successive l’incontro con il candidato Roberto Maroni e gli altri candidati, per “par condicio”.

Per maggiori informazioni sull’incontro consultare la rivista digitale www.dirigentindustria.it e il sito www.aldai.it

vBruno PerraSocio ALDAI e VISES

DI 43DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

ULTURA E TEMPO LIBEROcL’Europa possibile negli anni 2000

a crisi economica che ha impegnato la UE a partire dal 2007 è superata, meglio da alcuni Stati, amaramen-te non ancora in modo sufficiente da altri. Si fanno i programmi per

l’immediato futuro, visto che ancora una volta “il vento è di nuovo nelle nostre vele”. Questo è quanto annunciato dal Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato dell'Unione al Parlamento Europeo riunito a Strasburgo il 13 set-tembre 2017. La crisi tuttavia ha messo in evidenza i punti deboli dell’Unione, non ancora unione tra nazioni, tra po-poli, punti che dovranno essere risolti in modo che vengano preventivamente eliminate le cause che portano alle cri-si. Il vero senso di una unione è questo. L’impegno categorico dell’immediato futuro è questo. La solidarietà deve fare da cemento tra i popoli e non solo il mero calcolo mercantile. L’unione dei Paesi fondatori si è allarga-ta fino a 28 Paesi, ora 27 per la Brexit. È sempre stata un'unione commercia-le con regole generali non sempre se-guite da tutti. Il parziale allargamento all’utilizzo di una moneta europea ne è il più chiaro esempio. Parlare solo ora in modo ristretto di forze armate europee, chiudersi da parte purtroppo di molti ai

l

Giovanni Sansò Componente dei GdL Cultura e Dirigenti per l'Europa - Socio ALDAI-Federmanager

Il Gruppo Cultura ed il Gruppo Dirigenti per l’Europa, dopo gli incontri sull’inizio dell’idea di Europa e passando attraverso il pensiero di Spinelli e Rossi, hanno festeggiato i 60 anni dell’Unione Europea e discusso della Sua Costituzione. Ora in seguito alle elezioni olandesi, francesi e tedesche, ed in previsione delle prossime elezioni italiane, senza dimenticare la richiesta di indipendenza della Catalogna, sembra il caso di riparlare dell’Europa che si vuole e di come fare a trasformarla tale. In particolare verranno presentati i risultati di un questionario che ALDAI ha fatto presso i soci e che forniranno proposte per il futuro.

Mario Garassino

L'Europa Unita dalle stelle, con le stelle, quale ora la vedono Altiero Spinelli e Luigi Sansò.

problemi delle migrazioni, ne sono altri esempi. E sono soprattutto l’esempio che non si è ancora giunti ad una vera politica europea nella quale tutti debba-no essere coinvolti. E coinvolti nel modo ancora mancante: della presenza di una vera Europa Federale.Oggi l’Unione Europea si estende da Vigo a Varna, dalla Spagna alla Bulgaria. È stato realizzato solo in piccola parte il programma del Movimento Federale Europeo (MFE) tenacemente e con fede indomita, sostenuto da Altiero Spinelli, con il suo Manifesto di Ventotene e poi con la sua azione nel Parlamento Euro-peo. Oggi Jean-Claude Juncker affer-ma e Macron ribadisce (discorso del 27 settembre 2017 alla Sorbona): “Per me l’Europa è ben più di un semplice mercato unico. È ben più del denaro, più dell’euro. È da sempre una questione di valori”. Parole in armonia con quelle scritte dal Sansò e da Spinelli e tante volte udite dai loro epigoni nei loro discorsi. Ora è necessa-ria l’azione concreta. Sono passati 70 anni e quei valori sono ancora oggi il punto fondamentale di quanto prima detto. È necessario uno spirito di solidarietà tra i popoli, perché è compito dei più forti aiutare i più deboli ad eliminare le cause del loro mancato sviluppo economico e così renderlo loro possibile, come è doveroso chiedere ai più deboli di non minacciare lo sviluppo globale con programmi restrittivi. Nel ri-

spetto delle peculiarità e della dignità di ciascun popolo, secondo i diritti fonda-mentali degli uomini e dei popoli. Gli obiettivi, le azioni concrete, le pietre miliari da consolidare, sono: una politi-ca comune economica e bancaria che superi l’assurdo di una moneta comune senza tale politica; una politica fiscale, salariale ed una autorità del lavoro uni-taria. Un’azione concreta contro il ter-rorismo ed una che gestisca o, al limite, riduca fortemente la fuga disperata, im-posta per ben diversi scopi, di milioni di diseredati: azione possibile se l’Europa si presenta come unione di stati com-patta politicamente. Sono necessari in-terventi economici non “a pioggia”, ma programmati su investimenti e politiche industriali in modo che diano risultati reali. Non sono più procrastinabili inter-venti massicci per creare posti di lavoro e combattere la disoccupazione e si pro-duca ricchezza per colmare il disavanzo pubblico, che affanna gli Stati mediter-ranei in particolare. È necessario amal-gamare ed armonizzare lo sviluppo eco-nomico tra le nazioni dell’unione, e per

ULTURA E TEMPO LIBEROc

DI44 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

questo motivo bisogna dare uno stop alle nuove adesioni per non creare ulte-riori tensioni tra le nazioni. Non può più essere ignorata una difesa comune, che agisca da deterrente alle minacce, anche terroristiche, che incombono sulla UE. A questo punto evidentemente è ne-cessaria una politica estera comune per difendere anche il livello economico raggiunto e dare sicurezza alle frontiere europee. Tutto questo sarà possibile se si saprà derogare dal principio “uno Sta-to, un voto” che rende uguale lo Stato di maggior popolazione allo Stato che ne ha meno. Principio legato all’origi-ne della Comunità, ma che si è spesso rivelato un freno nelle proposizioni più innovative. Tutto questo può essere costruito at-traverso votazioni in tutte le nazioni dell’Unione che portino a maggioranze qualificate nel Parlamento europeo. In particolare, come già detto sia da Enrico Letta sia da Emmanuel Macron (e già au-spicato dal Governo italiano nel 2016), si dovrà affermare la necessità che alle

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milanomartedì 21 novembre 2017 alle ore 17.00

savethe date

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milanomercoledì 20 dicembre 2017 alle ore 10.00

savethe date

COME PRENOTARSI A ENTRAMBI GLI EVENTI• Prenotazioni online attraverso il sito www.aldai.it, sezione "Eventi". Selezionare dal calendario la data interessata e compilare gli appositi spazi alla voce

"iscriviti all'evento". • Prenotazioni a mezzo fax al numero 02/5830.7557 indicando nell'oggetto "1. Europa anni 2000" - "2. Nuovo Quaderno ALDAI". Le date pubblicate, nella rivista cartacea, potrebbero variare successivamente alla stampa. Invitiamo pertanto i lettori all'aggiornamento tramite le periodiche newsletter, il sito e la rivista digitale.

prossime elezioni europee vengano pre-sentate liste transazionali sulla base dei 73 seggi, che verranno lasciati liberi dal-la Gran Bretagna. La realizzazione di quanto detto in cosa differisce da una federazione europea, non è forse già una forma di governo federale? Molte nazioni dell’Africa e del Medio Oriente guardano all’Europa come luogo dove vivere e lavorare in pace. Questo nostro modello mondiale di ci-viltà è dovuto alle sue profonde radici umanistiche, che garantiscono il pro-gresso civile dell’Europa e le hanno per-messo sempre di risollevarsi dalle ceneri delle infinite guerre, che finora ne hanno segnato la storia. A quei popoli l’Euro-pa, veramente unita in uno Stato unico e solido, finalmente libera dai fantasmi

colonialistici del passato, si deve volge-re in modo che il Mediterraneo torni ad essere mare di civiltà e culla del genio umano. ■

PROGRAMMADELLA SERATA

1Introduzione e presentazione

(Mario Garassino)2

Prospettive attuali(Giovanni Sansò)

3 Analisi del futuro

(Paolo Lorenzetti, MFE)4

Tavola rotonda

Un nuovo Quaderno ALDAICommissione Studi - Gruppo Energia ed EcologiaComitato ITL Infrastrutture, Trasporti e Logistica

uesto Quaderno – che nella fase di realizzazione ha ne-cessitato, per la mole di con-tributi, di una scomposizione in più parti distinte – nasce da un'idea dell'ing. Giusep-

pe Frego, un collega che per anni ha coordinato il Comitato ITL, ed ha lo sco-po di dare continuità di lettura ad argo-menti quali: le fonti prime di energia, la trasformazione, il trasporto e la di-stribuzione dell'energia elettrica per la trazione ferroviaria e non solo; ar-gomenti trattati separatamente in tanti

libri e riviste tecniche da illustri cattedra-tici e da tecnici altamente qualificati.La prematura scomparsa di Giusep-pe Frego ha rallentato il concretizzarsi dell'idea in un Quaderno ALDAI, anche se uno schema degli argomenti era già impostato: era stata raccolta una buona parte del materiale occorrente e defini-to anche – in linea di massima – come presentarlo.

In suo ricordo numerosi amici si sono impegnati a concretizzare la sua idea. Le sei parti in cui è risultata strutturata l'opera sono: I) Energia; II) Centrali idroelettriche; III) Centrali termoelettriche; IV) Altri tipi di centrali elettriche; V) Alimentazione degli impianti per la TEVI) Sistemi di unità di misura. ■

q

DI 45DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

ULTURA E TEMPO LIBEROcAcqua e gravità: eventi estremi Giulio Gentili

el recente passato abbiamo trattato di tsunami e di ura-

gani. Fenomeni naturali che possono avere ed hanno effetti devastanti per l'uomo, le sue opere, l'ambiente e gli animali.L'argomento di questa conversazione è un terzo fenomeno naturale che coin-volge l'acqua e la superficie terrestre: il Lahar (colata di fango di materiale piroclastico) e le colate di fango in ge-nere.  Un fenomeno naturale che pren-de origine da eventi diversi, ma in cui l'acqua precipitata è sì l'agente causale primario, ma nella colata di fango espli-ca la funzione sostanziale di agente lu-brificante.  La colata di fango è, in effetti, composta da materiali siltosi, sabbiosi, pietrisco, pietre di varia dimensione (fino a 1 m) e acqua. La consistenza e la viscosità, mentre la colata è in movimen-to, sono quelle del calcestruzzo fluido. Al momento dell'arresto la solidificazione è rapida. Il peso specifico è elevato, fino a diversi Kg/dmc, la velocità di scorrimen-to sulle pendici del vulcano – o montuo-se – è dell'ordine di 30-40 m/s, per scen-dere a 3-15 m/s nel penepiano. I Lahar possono arrivare a distanze di 60-100 Km dalla sommità del vulcano e la forza distruttiva è enorme.I Lahar rappresentano la summa di "Fuoco, Aria, Acqua, Terra" della filosofia greca. Hanno diverse possibili cause: coltre di neve/ghiaccio repentinamen-

te fusa da un'eruzione piroclastica del vulcano;

un'esplosione vulcanica che proiet-ta all'esterno del cratere le acque o i ghiacci di un lago presente nel cratere stesso;

eruzione vulcanica esplosiva che pro-duce grandi quantità di vapore, da cui

nnascono intensi temporali di origine vulcanica;

nubifragi in presenza di zero termico particolarmente elevato cosicché le intense precipitazioni piovose abbia-no la possibilità di sciogliere il manto nevoso presente nella zona pericrate-rica e sui fianchi dell'edificio vulcanico. 

Esempi storici e recentiL'eruzione piroclastica del Nevado del Ruiz (Colombia, 1985) produsse un in-sieme di Lahar sulle pendici del vulca-no, che, incanalandosi nei solchi vallivi esistenti accrebbero la loro velocità di discesa. Le colate di fango raggiunse-ro la città di Amero e i villaggi limitrofi, uccidendo 20.000 abitanti della città e 3.000 dei villaggi. Il Monte Ruiz o Neva-do del Ruiz è uno stratovulcano andino, dell'altezza di 5.311 metri, perennemen-te innevato.

L'eruzione del Monte Sant'Elena, di cui abbiamo già parlato (18 maggio 1980, Stato di Washington, USA). Il Mount St. Helens  era uno strato-vulcano di 2.950 m di altezza prima dell'eruzione, ridot-to a 2.549  m di altezza dall'esplosione sommitale. Un terremoto fece collassare la parete nord del vulcano e diede inizio

all'eruzione. L'esplosione produsse un fungo di ceneri che raggiunse un'altezza di 24 Km. La parte sommitale dell'edifi-cio vulcanico fu spazzata via dall'esplo-sione e i detriti ricaddero sui fianchi in-nevati della montagna causando colate di fango. Parte delle colate (Debris Flow) raggiunsero il fiume Columbia e la cola-ta di fango risultante scese a valle con grande velocità e distruttività. 57 morti, migliaia e migliaia di animali uccisi, mi-gliaia di chilometri quadrati di foresta devastati. Un miliardo di dollari di danni.

L'eruzione del  Monte Galunggung, uno strato-vulcano dell'Indonesia, 1982.

Un esempio italiano è quello delle colate di fango di Sarno, Quindici, Siano e Bra-cigliano del 5 maggio 1998. Le vittime di questo disastro idrogeologico furono ben 160. All'origine un intenso evento meteorologico (240-300 mm di pioggia in 72 ore) che produsse lo scollamento e lo scivolamento dei depositi piroclastici vesuviani dal substrato calcareo sotto-stante delle alture (Monte Pizzo) nei cui pressi sorgono le cittadine in questione. In pratica: eventi franosi cui hanno fat-to immediatamente seguito le colate di fango. La mancata manutenzione dei

Lahar.

ULTURA E TEMPO LIBEROc

DI46 DIRIGENTI INDUSTRIA NOVEMBRE 2017

canali di scolo, i "regi lagni", di epoca borbonica, e l'incauta urbanizzazione di siti del tutto inadatti, contribuirono alla gravità della catastrofe.

Colate di fango si sono verificate nell'e-state 2017 in località alpine (Val Brega-glia). Da notare che l'acqua è elemento comune ai tre fenomeni naturali: tsu-nami, uragani, Lahar. Diversa è l'origine dell'energia nei tre eventi. Nel caso dello tsunami l'energia proviene dalla crosta terrestre, da un sisma sottomarino; nel caso degli uragani l'energia proviene dal calore delle acque della superficie oceanica e dell'atmosfera, e dalla con-densazione del vapore acqueo; nel caso dei Lahar è la forza di gravità, precedu-ta dall'eruzione vulcanica.    A prescindere da eventi assolutamente fuori dal controllo umano (sismi ed eru-

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milanomercoledì 22 novembre 2017 alle ore 17.30

COME PRENOTARSI• Prenotazioni online attraverso il sito www.aldai.it, sezione "Eventi". Selezionare dal calendario la data

interessata e compilare gli appositi spazi alla voce "iscriviti all'evento". • Prenotazioni a mezzo fax al numero 02/5830.7557 indicando nell'oggetto "Eventi estremi". Le date pubblicate, nella rivista cartacea, potrebbero variare successivamente alla stampa. Invitiamo pertanto i lettori all'aggiornamento tramite le periodiche newsletter, il sito e la rivista digitale.

savethe date

zioni vulcaniche), è palese che la preven-zione debba giocare una parte impor-tante nei nostri comportamenti. Occorre un sensibile miglioramento dell'educa-zione in materia a partire dagli scolari per giungere ai membri della PA. Questi fenomeni sono spesso prevedi-bili e la popolazione potenzialmente interessata dovrebbe essere informata correttamente e con un minimo di pre-

avviso. È vero che l'aumento della po-polazione ha portato a stanziamenti in località con più alto potenziale di rischio rispetto a quello delle edificazioni  esi-stenti da secoli, ma è anche doveroso che siano presi tutti i provvedimenti del caso per un eccellente smaltimento del-le acque. Così come è necessaria un'ac-curata e costante sorveglianza e gestio-ne del territorio. ■

Ivano Sonzogni ATTILIO E GINO ROTA Una storia non soltanto bergamasca Bolis Edizioni - pagine 288Collana di studi Fondazione per la Storia Economica e Sociale di Bergamo

La scorsa estate mi è accaduto di parlare con alcuni esponenti della Famiglia Rota. Mi sono persuaso che non si può leggere il bel libro “Attilio e Gino Rota” del prof. Ivano Sonzogni, storico e docente senza considerare quanto fossero difficili ma coin-volgenti la politica, l’economia e le istituzioni negli anni dello sviluppo che vanno dal 1856 al 1963 a cavallo tra due secoli. La lettura dei suoi capitoli potrebbe appassionare coloro che amano la storia guardando al futuro ma anche al passato.Nei cento anni che seguirono l’Unità d’Italia, la provincia di Bergamo conobbe infatti una trasformazione economica e so-ciale senza precedenti. La sua popolazione raddoppiò, mentre gli addetti all’industria crebbero senza sosta arrivando a supe-rare del 50% quelli dell’agricoltura. La struttura del settore se-condario, organizzata intorno alla seta e al cotone, si sviluppò con una diversificazione virtuosa in grado di sostituire i rami obsoleti con quelli emergenti. Nello stesso periodo il settore idroelettrico aumentò tanto da consentirne l’esportazione così come le infrastrutture modernizzarono e resero sempre più ef-ficiente la fruizione del territorio.Anni quindi di vitalità straordinaria che il volume racconta an-che attraverso una iconografia fotografica e documentale di grande interesse storico culturale che mette al centro il ruolo dei protagonisti, Attilio (1856-1931) e il figlio Gino (1890-1963)

accanto alle rispettive famiglie la cui memoria è tenuta viva anche nei nomi dagli attuali discendenti.Un viaggio tra storia e memoria ma anche un modo per rende-re omaggio all’immagine di un politico sensibile d’altri tempi che da giovane si avvicinò alla cosiddetta sinistra liberale. Il libro affronta anche la figura del figlio Gino, avvocato che fu Vice Presidente della Popolare e Presidente dell’Italcementi. Frutto di tante accurate ricerche che hanno spinto l’autore sino a Roma per mettere a fuoco le grandi personalità dei Rota che hanno interpretato la politica come servizio alla comunità. Un tempo lontano ma ancora ricco di richiami storici e ideali.In un’epoca come la nostra, segnata spesso da altri modelli di comportamento, può risultare molto complesso guardare in-dietro per fare i conti con il passato. Illuminante sotto questo profilo una lettera che il Senatore Attilio Rota indirizza all’ami-co Paolo Gaffuri il 13 aprile del 1913: “Ho sempre pensato che qualsiasi carica si debba riguardare non come un vantaggio od una decorazione, ma come un dovere, che fa d’uopo sentirsi in grado di disimpegnare in modo degno ed adeguato alla sua im-portanza”.Il libro, che si presenta gradevole sin dalle prime battute, susci-ta una viva impressione nel lettore ed è all’altezza della miglio-re tradizione storiografica. Si chiude con la parabola familiare iniziata con l’unità d’Italia e la visita ai Palazzi Apostolici il 14 marzo 1960 in udienza privata dal Papa Giovanni XXIII, il Pon-tefice bergamasco, appunto.

Gianni Fossati

Il volume può essere richiesto alla Fondazione per la Storia Economica e Sociale di BergamoIstituto di Studi e Ricerche - tel. 035/464438

Il libro del mese

Chi siamo e che cosa facciamoL’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 16.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali che fanno capo alla Federa-zione Nazionale (FEDERMANAGER). Al fine di perseguire i propri scopi istituzio-nali di tutela e promozione dell’immagine e del ruolo dei dirigenti industriali, l’As-sociazione si occupa delle problematiche collettive e individuali della categoria, nelle situazioni più diverse, offrendo servizi nei vari settori agli iscritti quale che sia la loro condizione: dirigenti in servizio, inoccupati, in pensione o che svolgono attività di tipo professionale. Tra i vari servizi, prestati gratuitamente, ricordiamo: il Servizio Sindacale rivolto a fornire ai dirigenti iscritti supporto

ed assistenza nell’ambito di tutte le problematiche relative all’instaurazione, svolgimento e cessazione del rapporto di lavoro nonché ad aspetti di carattere fiscale e previdenziale; il Servizio FASI/ASSIDAI fornisce consulenze relative alla gestione dei

rapporti con i Fondi. Tramite delega e accesso prioritario ai Fondi, provvede alla gestione ed all’invio online delle richieste di prestazioni con notevole

riduzione dei tempi di liquidazione. Fornisce informazioni sulle norme statutarie e regolamentari di Fasi ed Assidai e sulle posizioni anagrafiche e contributive dell’iscritto; Servizio Orientamento e Formazione a supporto dei dirigenti interessati

alla valorizzazione del cv ed al potenziamento del networking (Multibrand), ai percorsi formativi di riqualificazione (Fondirigenti) ed alla partecipazione ad iniziative per favorire la propria employabiliy. Servizio Tutoring: a disposizione degli iscritti ed erogato volontaristicamente

da colleghi Senior certificati per il supporto e l’analisi delle criticità manageriali.

Ricordiamo infine le convenzioni sanitarie, commerciali e formative, le ini- ziative di carattere culturale (organizzazione di conferenze, convegni, corsi, concerti, visite guidate) e ricreativo tendenti a favorire l’aggregazione tra i soci (viaggi). Di tutti i servizi riportiamo le necessarie indicazioni per poter stabilire gli opportuni contatti.

SEDE E UFFICIVia Larga, 31 - 20122 MilanoM1 Duomo - M3 MissoriMezzi di superficie: 12 - 15 - 27 - 54

CENTRALINO 02.58376.1FAX 02.5830.7557

APERTURALunedì / VenerdìDalle ore 8.30 alle ore 12.30e dalle 13.30 alle 17.30

SITO WEB www.aldai.itPEC [email protected]

ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

Servizi e contattiALDAI - ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALIPresidenzaPresidente: Romano Ambrogi - [email protected]: Silvana Menapace - [email protected]: Bruno Villani - [email protected]: Elisabetta Borrini

Direzione - [email protected]: Annalisa Sala - [email protected] sindacali su appuntamentoSegreteria Presidenza e Direzione - [email protected] Romagnoli 02.58376.204 Comunicazione e Marketing - [email protected] Tiraboschi 02.58376.208

Servizio Sindacale - [email protected] BertolottiPREVIO APPUNTAMENTO PER TUTTE LE CONSULENZEConsulenze sindacaliCristiana Bertolotti - [email protected] Peretto - [email protected] previdenziali - Salvatore Martorelli1°, 2°, ultimo lunedì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.303° mercoledì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30Consulenze previdenza complementare / INPS - Rosanna Versiglia martedì e giovedì dalle 9.00 alle 14.00Consulenze convenzione ENASCO / INPS - Silvia BarbieriTutti i venerdì dalle 9.00 alle 12.003° lunedì di ogni mese dalle 14.00 alle 17.00 solo domande di pensione con telematica Inps

Consulenze fiscali - Nicola Fasano - martedì pomeriggio

Segreteria sindacaleFrancesca Sarcinelli 02.58376.222 - 02.58376.221Maria Caputo 02.58376.225

Servizio FASI/ASSIDAICristiana Scarpa 02.58376.224 - [email protected]

Salvatore Frazzetto 02.58376.206 - [email protected] DEGLI ISCRITTI SU APPUNTAMENTOTelefonate solo martedì, giovedì e venerdì dalle ore 14.00 alle ore 17.00

Servizio Orientamento e FormazioneSilvia Romagnoli 02.58376.204 - [email protected]

Servizio Amministrazione - Organizzazione - [email protected] Bitetti - [email protected]

Giordano Bergomi 02.58376.235 Stefano Corna 02.58376.234 Viviana Cernuschi 02.58376.227Laura De Bella 02.58376.231

Servizio Tutoring - per appuntamento: [email protected]

Gruppo Giovani Dirigenti - [email protected] Coordinatore: Sergio Quattrocchi

ARUM S.R.L. - SOCIETÀ EDITRICE E SERVIZI ALDAIPresidente: Fabio Pansa CedronioRedazione “DIRIGENTI INDUSTRIA” - [email protected] Canuti 02.58376.237

COMITATO NAZIONALE DI COORDINAMENTO DEI GRUPPI PENSIONATIPresidente: Mino Schianchi - [email protected]

FONDIRIGENTIAgenzia Lavoro - [email protected]

UNIONE REGIONALE FEDERMANAGER LOMBARDIAPresidente: Francesco Castelletti - [email protected]

SEGRETERIA CIDA LOMBARDIAFranco Del Vecchio - [email protected]

QUESTO NUMERO È STATO CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 18 OTTOBRE 2017

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati in possesso - DLGS 196/2003 (Tutela Dati Personali) che sono utilizzati al solo scopo di inviare il mensile “DIRIGENTI INDUSTRIA”, nonché la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo direttamente a:Arum – Via Larga, 31 – 20122 Milano

Per esercitare i diritti di cui all’art. 7 del DLGS 196/2003 inviare un fax al numero02.5830.7557 o inviare una e-mail a: [email protected] indicando un recapito presso cui essere contattati.

Dichiarazione di tiratura resa al Garante per l’editoria, ai sensi del comma 28 della Legge 23 dicembre 96 n. 650:n. 20.000 copie.

Costo abbonamento 11 numeri: euro 15,00.

Il pagamento della quota associativa ALDAIcomporta automaticamente la sottoscrizionedell’abbonamento a “DIRIGENTI INDUSTRIA”.

DIRETTORE RESPONSABILE Romano Ambrogi

COORDINATORE DELLA RIVISTA E DEGLI ALTRI MEZZI DI COMUNICAZIONE ALDAI Franco Del Vecchio

SEGRETERIA DI REDAZIONE Gabriella Canuti

COMITATO DI REDAZIONE Romano Ambrogi, Michela Bitetti, Manuela Biti, Gabriella Canuti, Giuseppe Colombi, Franco Del Vecchio, Mario Giambone, Silvana Menapace, Fabio Pansa Cedronio, Annalisa Sala, Chiara Tiraboschi, Bruno Villani

SOCIETÀ EDITRICE ARUM Srl, Via Larga 31, 20122 Milano Partita IVA 03284810151Tel. 02.5837.6237 - Fax 02.5830.7557PEC: [email protected] al Registro Nazionale della Stampa con il numero 5447, vol. 55, pag. 369, del 20.11.1996.Società soggetta alla direzione e coordinamento dell’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali).

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art.1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano euro 1,03.Autorizzazione del Tribunale di Milano, 20 novembre 1948, numero 891.

STAMPARotolito Lombarda SpA - Pioltello - Milano www.rotolitolombarda.it

ART DIRECTIONCamillo Sassi - [email protected]

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FORMATO DELLE INSERZIONIPagina intera 210x297 mmMezza pagina verticale 100x297 mmMezza pagina orizzontale 210x145 mmPiedino interno 60x190 mmAllegato - formato da definireInserto Pubblicitario IP - formato da definire

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERORomano Ambrogi, Manuela Biti, Agostino D'Arco, Giuseppe Colombi, Franco Del Vecchio, Annalisa Sala,Alessandra Colonna, Anna Frese, Luca Luchesini, Stefano Cuzzilla, Michela Bitetti, Antonio Lucaroni, Raffaele Tasserini, Mario Giambone, Carlo Geri, Silvana Menapace, Bruno Perra, Giovanni Sansò, Fabio Pansa Cedronio, Giulio Gentili, Gianni Fossati

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