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Riassunto - L'essenziale di economia - Elementi di Economia

Elementi di Economia (Università degli Studi di Milano-Bicocca)

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Ha come oggetto lo studio della società-

Applica un metodo scientifico → si sottopongono a verifica empirica (osservazione, ipotesi, teoria, verifica) le teorie economiche

-

L'economia (o scienza economica) è una scienza sociale perché:

L'essenziale dell'economia → i desideri sono illimitati ma le risorse per soddisfarli sono scarse.Ciò vale sia per gli individui sia per la società.ECONOMIA ( dal greco oikos - casa - e nomos - legge- fa riferimento all'amministrazione della casa e della famiglia ) POLITICA si occupa infatti di come gli individui o le società effettuano delle scelte in presenza di scarsità e dei risultati di tali scelte per la società:• PROBLEMI: questioni di organizzazione (es. far comunicare persone lontane, parcheggi a pagamento, fame nel mondo)• SCELTE: possibilità concrete, non sogni e speranze, come utilizzare risorse SCARSE ( può essere anche non far nulla) = trade-off quando faccio una scelta automaticamente rinuncio a tutte le altre possibilità quindi devo valutare i benefici di ogni singola alternativa e scegliere quella che ne possiede di più con meno rischi• SOLUZIONI: fornire strumenti per risolvere problemi più o meno angoscianti

Individuo = agente economico: colui che fa la scelta e prende la decisione ( governo, impresa, singolo uomo)

-

PRIMO PRINCIPIO DELL'ECONOMIA: GLI INDIVIDUI DEVONO SCEGLIERE TRA ALTERNATIVE

Il trade-off Le scelte effettuate in presenza di scarsità generano dei trade-off Per trade-off si intende un compromesso fra interessi alternativi, uno scambio di concessioni ovvero significa che per avere una maggiore quantità di qualcosa dobbiamo necessariamente rinunciare a qualcosa Esempio: Ho soldi solo per comprare o la mountain-bike o lo snowboard. Cosa scegliete? La bici? Allora lo snowboard è il costo opportunità della vostra scelta. Uno dei trade-off più famosi: Efficienza v. Equità • Efficienza: significa che la società cerca di ottenere il massimo risultato possibile, date le risorse scarse di cui dispone. E’ un CRITERIO IMPORTANTE per stabilire cosa è meglio→ Efficienza in senso di Pareto, nel senso di massima efficienza: impossibile far star meglio qualcuno senza far

star peggio qualcun altro • Equità: qualcosa di uguale per tutti, ciò che permette di ripartire tra i propri membri secondo giustizia i benefici che derivano dall’uso di tali risorse I due obiettivi sono in conflitto in quasi tutti gli interventi di politica economica

SECONDO PRINCIPIO ECONOMIA: IL COSTO DI QUALCOSA E' CIO' A CUI SI DEVE RINUNCIARE PER OTTENERLOOgni scelta comporta una rinuncia, il suo COSTO OPPORTUNITA’ pari al valore della migliore alternativa disponibile

TERZO PRINCIPIO DELL'ECONOMIA: GLI INDIVIDI RAZIONALI PENSANO AL MARGINE Come si sceglie → RAZIONALMENTE

Si confrontano COSTI e BENEFICI (monetari o non) • TOTALI :Serve per decidere se fare una cosa o no• MARGINALI: fino a quando portare avanti un’attività

QUARTO PRINCIPIO DELL'ECONOMIA: GLI INDIVIDUI RISPONDONO AGLI INCENTIVI Le variazioni nei costi e benefici di una scelta spingono gli individui a reagire e a volte anche cambiano la sceltaLa decisione di scegliere un’alternativa di solito viene presa quando questa alternative ha costi marginali inferiori ai suoi benefici marginali

QUINTO PRINCIPIO DELL'ECONOMIA: LO SCAMBIO PUO' ESSERE VANTAGGIOSO PER TUTTIGli individui traggono benefici dallo scambio → La concorrenza genera benefici elevatiLo scambio permette agli individui/società di specializzarsi in ciò che fanno meglio. • SCAMBIO VOLONTARIO: non furto, non dono; diritti di proprietà, organizzazioneL'unica società che manifesta lo scambio è quella umana

CAPITOLO 1martedì 31 gennaio 2017

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SESTO PRINCIPIO DELL'ECONOMIA: I MERCATI SONO DI SOLITO UNO STRUMENTO EFFICACE PER ORGANIZZARE L'ATTIVITA' ECONOMICA.Un economia di mercato è un’economia che alloca le risorse attraverso decisioni decentralizzate di imprese e famiglie e attraverso la loro interazione nei mercati dei beni e dei servizi:-Le famiglie decidono cosa comprare e che lavoro fare -Le imprese decidono chi assumere e cosa produrreOgnuno valuta i propri costi e benefici in modo egoistico (ciò che è meglio per se) ma ciò genera il maggior benessere generale/collettivo = mano invisibile di Smith→ Adam Smith aveva osservato che le famiglie e le imprese interagiscono nei mercati come guidate da “una mano invisibile”; Siccome le famiglie basano le loro scelte sui prezzi, senza esserne consapevoli stanno tenendo in considerazione anche i costi sociali delle loro scelte e di conseguenza, I prezzi guidano i decision makers al raggiungimento del massimo benessere sociale possibile.Scelte economiche: Chi decide il mercato?IL MERCATOEconomia di libero scambio --> il coordinamento tramite regole •Non elimina il problema della scarsità, ma offre una soluzione:–prezzo più alto per quel che è più scarso e desiderabile–meno domanda, più offerta, fino a un EQUILIBRIO•se tutto va bene (concorrenza perfetta in tutti i mercati), si sta MEGLIO POSSIBILEbenessere massimo→ efficienza STATOEconomia pianificata → coordinamento tramite controllo, dove le decisioni economiche vengono prese da un unico agente economico che centralizzano tutte le decisioni •autorità centrale decide tutto, nessuna scelta•problemi: –se il controllo dei comportamenti è imperfetto, manca incentivo a darsi da fare per avere reddito–se decisioni prese da lontano, imprecisione degli obiettiviMERCATO E STATOEconomia mista → parte delle decisioni ai singoli agenti e parte allo stato•in varie combinazioni (economie moderne)•leggi, regole, tasse, produzione beni pubblici (e non), redistribuzione

SETTIMO PRINCIPIO DELL'ECONOMIA: A VOLTE L'INTERVENTO DELLO STATO PUO' MIGLIORARE IL RISULTATO PRODOTTO DAL MERCATO•Market failure o fallimento del mercato Accade quanto il mercato fallisce nell’allocare le risorse in modo efficiente. Quando il mercato fallisce, lo stato può intervenire per promuovere efficienza ed equità. I fallimenti del mercato sono causati da:– Esternalità, l’impatto dell’azione di una persona o di una impresa sul benessere di qualcun’altro non direttamente coinvolto.– Potere di mercato, la capacità di una singola persona o impresa di influenzare i prezzi di mercato.– Asimmetrie informative: azioni volte in assenza di perfetta informazione DUE LIVELLI DI ANALISIMICROECONOMIA•Scelte di singoli consumatori e imprese, funzionamento dei mercati•Molti dettagli, scelte società: che cosa, quanto, come e per chi produrre?MACROECONOMIA•Grandezze economiche aggregate: andamento/crescita produzione, prezzi, disoccupazione, commercio estero•Per affrontare grandi temi, pochi dettagli, ma si fonda su scelte individuali (microeconomiche)

OTTAVO PRINCIPIO DELL'ECONOMIA: IL TENORE DI VITA DI UN PAESE DIPENDE DALLA SUA CAPACITA' DI PRODURRE BENI E SERVIZI•economic growth – crescita economica ovvero l’aumento percentuale della quantità di beni e servizi prodotta in un dato periodo di tempo•PIL pro capite – il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un dato periodo di tempo diviso per la popolazione

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Quasi tutta la variazione del tenore di vita è spiegata dalle differenze dei paesi nella Produttività.→ è la quantità di beni e servizi prodotta in ogni ora di lavoro di un lavoratore

NONO PRINCIPIO DELL'ECONOMIA: I PREZZI AUMENTANO QUANDO LO STATO STAMPA TROPPA MONETAInflazione = un aumento nel livello generale dei prezzi nell’economia.Una possibile causa dell’inflazione è l’aumento della quantità di moneta circolante: quando i governi aumentano la quantità di moneta, il valore della moneta diminuisce

DECIMO PRINCIPIO DELL'ECONOMIA: NEL BREVE PERIODO LA SOCIETA' SI CONFRONTA CON UN TRADE-OFF TRA INFLAZIONE E DISOCCUPAZIONELa Curva di Phillips illustra il trade-off tra inflazione e disoccupazione:Diminuzione Inflazione → Aumento disoccupazioneAumento inflazione → diminuzione disoccupazioneE’ un trade-off di breve periodo!Aumento moneta circolante porta all'aumento della domanda di bene, per produrre più beni le imprese hanno bisogno di assumere creando quindi più posti di lavoro e aumentano i prezzi

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Ogni campo del sapere ha linguaggio e modalità di pensiero diversi; Il pensiero economico implica un pensiero analitico e oggettivo → Utilizza il Metodo scientifico.

Si usano modelli astratti per riuscire a spiegare come un mondo complesso funziona•Si sviluppano teorie, si raccolgono dati e li si analizzano per valutare le teorie•Ma difficile condurre sperimentazione in campo economico•

Osservazione, teorizzazione e ancora osservazione

Gli economisti fanno ipotesi per rendere il mondo più semplice da comprendere.-

L’arte del pensiero scientifico consiste nel decidere quali ipotesi fare.-

Gli economisti usano ipotesi diverse per rispondere a domande diverse.-

Il ruolo delle ipotesi

Sono modelli stilizzati e omettono molti dettagli-

Gli economisti usano i modelli per semplificare la realtà e migliorare la nostra comprensione del mondo-

I modelli economici

Due dei modelli di base:

Il diagramma di flusso circolare: è una rappresentazione grafica del sistema economico che descrive il flusso di moneta e quello corrispondente di beni e servizi che intercorre tra individui e imprese e attraverso i mercati.

ESEMPIO Rappresentale i modelli di passaggio della banconota da 10€

1.I soldi vengono dal Lavoro Gli individui non possiedono però solo lavoro: Reddito da capitale (soldi in Banca)

L'ECONOMIA HA DUE INDIVIDUI PRINCIPALI

Es. cartoleria = mercato specificoIl mercato può essere un luogo fisico o virtuale

Flusso circolare della banconota da 10€

Fattori di produzione:

Servizi → fattori di produzione entrano nell'impresa e all'uscita corrispondono a beni e servizi venduti (beni finali), che corrispondono ai beni e servizi acquistati dagli individui

CAPITOLO 2mercoledì 1 febbraio 2017

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La frontiera delle possibilità di produzione: è un grafico che mostra le combinazioni di produzione che un sistema può raggiungere, dati i fattori di produzione disponibili e la tecnologia produttiva utilizzabile

Esempio: La quantità massima che io riesco a produrre di automobili è 1000 ma se io inizio a produrre PC diminuisce la produzione di auto per far crescere la produzione dell'altro prodotto e quindi ho una relazione negativa a parità di risorse

Il punto C rappresenta la scarsità di risorse perché io non ho abbastanza risorse per raggiungerlo

Il punto D è un punto inefficiente: minimo spreco di risorse perché non le sfrutto, ho risorse inutilizzate

Avviene nei mercati controllati e nelle economie pianificate

Il trade off è sulla frontiera (Punti B e A) perché io facendo delle scelte: se aumento la produzione di un prodotto di conseguenza devo diminuire quella dell'altro e viceversa.

Il costo opportunità è più elevato dove la frontiera è meno ripida Punto F •Il costo opportunità è minore dove la frontiera è più ripida Punto E•

→ ne deriva un Costo opportunità espresso nel numero di unità dell'altro bene a cui rinuncio. Esso è dato dalla pendenza della frontiera.

La crescita economica è dovuta all'innovazione tecnologica →spostamento della curva verso dx

A parità di automobili posso produrre più computer grazie all'innovazione tecnologica

l'economia si specializza quando non si rimane al punto A e ci si sposta al punto G

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Il modello economico → rappresentazione semplificata della realtàPuò essere letto in chiave:•POSITIVA (o DESCRITTIVA): come funziona il sistema, che cosa accade, perché•NORMATIVA (o PRESCRITTIVA): come sarebbe meglio fare del punto di vista di politica economica per raggiungere un determinato obiettivo

ECONOMISTA COME CONSIGLIERE POLITICOObiettivi e politiche•Come organizzare lo scambio?•Come si definisce ciò che è “meglio”?•Che cosa si può fare per raggiungere determinati OBIETTIVI?

Economia Positiva vs normativaPositiva: Un aumento del salario minimo causa un aumento della disoccupazione dei lavoratori meno qualificati. Il mercato del lavoro dovrebbe remunerare meno dato che la qualificazione è bassaNormativa: I governi dovrebbero far pagare alle imprese che producono tabacco il costo sanitario legato ai danni provocato dal fumo tra i poveri.

Gli economisti possono essere in disaccordo sulla validità delle diverse teorie positive che spiegano il funzionamento del Sistema economico.

Economisti diversi possono avere valori diversi e, perciò, assumere posizioni normative diverse su ciò che i governanti dovrebbero fare.

CRITERIO IMPORTANTE per stabilire cosa è meglio: EFFICIENZAimpossibile far star meglio qualcuno senza far star peggio qualcun altro

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INTERDIPENDENZA E BENEFICIO DELLO SCABIO L’economia studia come le società producono e distribuiscono i beni per soddisfare i desideri e i bisogni dei loro membri

Possiamo essere economicamente autosufficienti1)Possiamo specializzarci e scambiare con gli altri, creando interdipendenza economica2)

Come facciamo a soddisfare i nostri bisogni e desideri in una economia globale?

Mondo autosufficiente ▪

Ignorando l’esistenza dell’altro:➢Ognuno consuma ciò che produce➢La frontiera delle possibilità di produzione è anche la frontiera delle possibilità di consumo➢Senza scambio, non ci sono guadagni

Le due frontiere coincidono in quanto ciò che produco è ciò che posso consumare

ESEMPIO.Immaginando due beni CARENE E PATATE e due agenti economici ALLEVATORE E COLTIVATORE

Specializzazione e scambio▪

Se l’agricoltore e l’allevatore si specializzano, senza però smettere di produrre entrambi i beni, e scambiano ognuno migliora la sua condizione. Infatti producendo ciò che gli riesce meglio sono più produttivi e possono, scambiando tra di loro, migliorare la condizione di entrambi.

I consumi aumentano per tutti e vengono a crearsi benefici

CAPITOLO 3

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↓Dopo lo scambio la produzione si sposta e il consumo corrisponde ai punti rispettivi A* e B*

Il concetto di efficienza ha un costo più basso

Il numero di ore necessarie per produrre una unità di prodotto - costo di produzione•

Il costo opportunità di sacrificare una unità di bene per l’altro•

Attenzione, esistono in questo conteso due concetti di costo:

IL VANTAGGIO ASSOLUTOSe io confronto i produttori in termini delle loro produttività uno dei due è più bravo, ovvero produce in meno tempo più unità = vantaggio assolutoIl produttore che utilizza una quantità di input (fattori) più bassa degli altri ha un vantaggio assoluto nella produzione di quel beneNell' esempio l’allevatore gode di un vantaggio assoluto nella produzione sia di carne che di patate allora perché lo scambio?

IL VANTAGGIO COMPARATO (RELATIVO) Si possono anche confrontare i produttori in termini del loro costo opportunità = ciò a cui dobbiamo rinunciare per produrre una unità in più di beneIl produttore che ha il minor costo opportunità nel produrre un bene ha un vantaggio comparato nel produrre quel beneNell'esempio, l’agricoltore ha un vantaggio comparato nel produrre patate e l’allevatore ha un vantaggio comparato nel produrre carne; Quando io rinuncio a meno per produrre in più qualcos'altro ad esempio l'agricoltore producendo 1kg in meno di carne riesce a produrre 4kg in più di patate, l'allevatore invece per produrre carne in più rinuncia ad una quantità inferiore di patate.→ è nell'esistenza dei vantaggi comparati che c'è il vantaggio dello scambio non in quello assoluto

Quando esistono vantaggi comparati compatibili, si può trarre beneficio dallo scambio specializzandosi nella produzione → I benefici dello scambio, la convenienza, si vedono nel consumo Alla base dei vantaggi comparti ci sono differenze nel costo opportunità ed inoltre, affinché entrambe le parti possano trarre benefici dallo scambio il prezzo deve collocarsi tra i loro due costi-opportunità

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I MERCATIUn mercato è l’insieme dei compratori e dei venditori di un determinato bene o servizio•I compratori determinano la domanda•I venditori determinano l’offerta

MERCATO CONCORRENZIALEUn mercato è concorrenziale o in concorrenza perfetta se partecipano al mercato molti compratori e molti venditori, così che ciascuno di loro ha un impatto irrilevante sul prezzo del bene

Bene omogeneoMolti compratoriMolti venditori

Price-takers

Devono prendere il prezzo per quello che è, non lo possono influenzare ne modificare

LA DOMANDALa quantità domandata di un bene è la quantità di quel bene che i compratori vogliono e possono acquistare→Determinante principale: prezzoLegge della domanda: a parità di altre condizioni, la quantità domandata di un bene diminuisce all’aumentare del prezzo

ESEMPIO: Scheda di domanda di Caterina: descrive la quantità di gelato domandata da Caterina in corrispondenza di ogni prezzo

CURVA DI DOMANDA INDIVIDUALE

CURVA DI DOMANDA DI MERCATO: SOMMA ORIZZONTALE DELLE CURVE DI DOMANDE INDIVIDUALI

CURVA AGGREGATAFaccio la somma delle quantità individuali e mantengo lo stesso prezzo

Meno inclinata

CAPITOLO 4

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Quando il prezzo diminuisce c'è un meccanismo di selezione del bene e la quantità del bene domandata aumenta

Una variazione del prezzo causa uno spostamento lungo la curva di domanda

La curva non cambia ma variano i punti del grafico

Se aumenta la curva di sposta a destra-

Se diminuisce la curva si sposta a sinistra-

La quantità domanda in corrispondenza di ogni prezzo aumenta o diminuisce

Le variazioni sono dovute a fattori esogeni (non le variabili rappresentate sugli assi):•Reddito → influenza il possono•Prezzo dei beni correlati•Gusti o preferenze•Numero di compratori•Aspettative

In corrispondenza di ogni prezzo varia la quantità di beni che le persone sono disposte ad acquistare

La stagionalità di un mercato in alcuni casi è determinata dalla quantità di clienti disposti ad acquistare.

Una riduzione della quantità domandata sposta la curva verso sinistra

-

Un aumento della quantità domandata sposta la curva verso destra

-

Quando varia uno dei fattori esogeni la curva si sposta

Variazione della curva in riferimento al Reddito dell’individuoNon per tutti i beni la quantità domandata aumenta quando aumenta il reddito dell’individuo (o diminuisce quando diminuisce il reddito)In generale quando il reddito aumenta la curva si sposta verso destra in quanto la domanda aumenta per i beni normali ma ci sono dei beni che si è costretti a consumare perché ho un reddito basso, e quindi all'aumentare del reddito non ne ho più bisogno Le variazioni del reddito influenzano la capacità di spesa di un individuo•Se la quantità domandata di un bene diminuisce ↓ al diminuire del reddito ↓ il bene si dice normale•Se la quantità domandata di un bene aumenta ↑ al diminuire del reddito ↓ il bene si dice inferiore

Prezzo dei beni correlatiEsistono due tipi di beni correlati:1) Quando la diminuzione del prezzo di un bene (gelato) provoca la riduzione della quantità domandata dell’altro bene (ghiaccioli) i due beni si dicono sostituti2) Quando la diminuzione del prezzo di un bene (gelato) provoca l’aumento della quantità domandata dell’altro bene (fragole) i due beni si dicono complementari.

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L'OFFERTAQuantità offerta → quantità di un bene che i venditori desiderano e possono vendereDeterminante principale → prezzoLegge dell’offerta: a parità di altre condizioni, la quantità offerta aumenta all’aumentare del prezzo

Descrizione della quantità offerta in corrispondenza ad ogni prezzo

CURVA DI OFFERTA INDIVIDUALE

CURVA DI OFFERTA DI MERCATO: SOMMA ORIZZONTALE DELLE CURVE DI OFFERTE INDIVIDUALI DI TUTTI I VENDITORI

Tratto verticale più lungo = efficienza

Curva comportamentale dei venditori che da un idea dell'efficienza

SPOSTAMENTO DELLA CURVA DELL'OFFERTAQuando variano fattori diversi da prezzo e quantità offerta, la curva di offerta si sposta•Variazioni che aumentano la quantità offerta in corrispondenza di ogni prezzo spostano la curva di offerta verso destra•Variazioni che diminuiscono la quantità offerta in corrispondenza di ogni prezzo spostano la curva di offerta verso sinistraLa curva può variare per :1.Il prezzo degli input (fattori di produzione)2.La tecnologia3.Le aspettative4.Il numero di venditori

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L'EQUILIBRIO

Al prezzo di equilibrio la quantità che i consumatori vogliono e possono acquistare è esattamente uguale alla quantità che i venditori vogliono e possono vendere.

Rappresentando nello stesso grafico la curva di domanda e la curva di offerta possiamo definire l’equilibrio

E’ una condizione di stabilità in equilibrio non ci sono forze che agiscono a favore di un cambiamentoL’interazione tra compratori e venditori spinge il mercato verso l’equilibrio

Stabilire se l’evento provoca uno spostamento della curva di domanda o di quella di offerta

1.

Stabilire in quale direzione si sposta la curva2.Utilizzare il grafico di domanda e offerta per verificare come lo spostamento influenza il prezzo e la quantità di equilibrio

3.

Tre fasi per analizzare le variazioni dell’equilibrio

Supponiamo che il prezzo di mercato sia più alto di quello di equilibrio per es a 2.5 euro:La quantità offerta (10 gelati) eccede la quantità domandata (4) gelatiLa quantità offerta è maggiore della quantità domandata: sul mercato c’è eccedenza o eccesso di offerta ovvero i venditori non riescono a vendere quanto vorrebbero e le loro scorte di gelato aumentano→ Reagiscono riducendo il prezzo del gelatoE al diminuire del prezzo la quantità domandata aumentaIl prezzo continua a diminuire finché non raggiunge il punto di equilibrio

Ipotizziamo ora un prezzo inferiore a quello di equilibrio (1,5)La quantità domanda di gelato è pari a 10 e la quantità offerta pari a 4La quantità domandata è superiore a quella offerta: sul mercato c’è penuria o eccesso di domandaI compratori fanno la coda per riuscire a comprare il poco gelato disponibileI venditori aumentano i prezzo di un bene così richiestoAll’aumentare del prezzo la quantità domandata diminuisce e la quantità offerta aumenta→Finchè il prezzo raggiunge l'equilibrio

LEGGE DELLA DOMANDA E DELL'OFFERTA (o mano invisibile di Smith)L’interazione tra compratori e venditori spinge automaticamente il prezzo di mercato verso il livello di equilibrio

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Stabilire se l’evento provoca uno spostamento della curva di domanda o di quella di offerta1.Stabilire in quale direzione si sposta la curva2.Utilizzare il grafico di domanda e offerta per verificare come lo spostamento influenza il prezzo e la quantità di equilibrio

3.

Tre fasi per analizzare le variazioni dell’equilibrio

Primo esempio: se il clima è più caldo Spostamento della curva di domandaClima caldo → aumento della domanda

PENURIA

Allo stesso prezzo hai maggiore quantità di domanda

Secondo esempio: costo dello zuccheroAumenta il costo dello zucchero e diminuisce l'offerta, la curva di offerta si sposta verso sinistra → si determina un nuovo equilibrio

PENURIA

Terzo esempio: spostamenti contemporaneiSe si muovono contemporaneamente domanda e offerta

Prezzo più alto con quantità maggiore-

Prezzo più alto con quantità minore-

Prezzo minore con quantità maggiore-

Prezzo minore con quantità minore-

Ne deriva:

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permette di analizzare il mercato con grande precisione-

una misura di come domanda e offerta reagiscono a variazioni delle condizioni del mercato-

ELASTICITA'

L’elasticità della domanda al prezzo è una misura di quanto la quantità domandata di un bene risponde a variazioni nel prezzo di quel bene.Definizione: l’elasticità della domanda al prezzo è la variazione percentuale della quantità domandata a fronte di una variazione del prezzo dell’uno percento.Determinanti dell’elasticità della domanda al prezzo•La domanda tende ad essere più elastica•All’aumentare del numero di beni sostituti•Se il bene è di lusso(vs beni necessari)•Quando i mercati sono delimitati in modo molto preciso.•Nel lungo periodo rispetto al breve periodo

Poiché le variazioni hanno segno opposto in quanto la domanda sia inclinata negativamente, l’elasticità dovrebbe essere negativa, ma per prassi tralasciamo il segno negativo e ragioniamo sull’intensità =consideriamo il valore assoluto

ESEMPIO: Se il prezzo del cono gelato aumenta da 2€a 2.20 €e la quantità domandata diminuisce da 10 a 8 coni allora l’elasticità risulta essere paria: 2Se consideriamo variazioni da A a B o da B ad A, con la formula sopra abbiamo problemi, perché l’elasticità risente del punto di partenza (è il denominatore del rapporto al numeratore e di quello al denominatore). Considerate i due punti A (120, 4) e B(80, 6) e calcolate le elasticità passando da A a B (=.33%) e da B a A(1,5%). Possiamo ovviare a questo problema utilizzando la formula del punto medio

FORMULA DEL PUNTO MEDIO

LA DIVERSE CURVE DI DOMANDA

Elasticità della domanda al prezzo

della à

d

=

Si utilizza perché il risultato non dipenda dai punti di partenza

Curva di domanda anelasticaLa quantità domandata non risponde molto al prezzo. La variazione della quantità domandata è meno che proporzionale a quella del prezzo → L’elasticità della domanda al prezzo è inferiore a 1Non ce nessuna relazione tra quantità domandata e prezzo

Indipendentemente dal prezzo quel bene lo devo consumare perciò la variazione del prezzo non modifica il comportamentoEs. Pane, cibo…

CAPITOLO 5

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Curva di domanda con elasticità unitariaPoiché l’elasticità misura come varia la quantità domanda a fronte di variazioni di prezzo ha una stretta relazione con la pendenza della curvaVariazione del prezzo identica a alla variazione della quantità domandata.Quindi l'elasticità è = 1

Curva di domanda elasticaLa variazione della quantità domandata è più che proporzionale a quella del prezzo→L’elasticità della domanda al prezzo è superiore a 1

La quantità può essere una qualsiasi in corrispondenza di un prezzo. Quando il prezzo aumenta = quantità domandata è 0Quando il prezzo scende= aumento infinito della quantità domandata

Es. Cellulari: bene non essenziale ma desiderato

Curva di domanda perfettamente anelasticaLa quantità domanda non varia al variare del prezzoConsiderando l'aumento del prezzo del 22% diminuisce la quantità domandata dell' 11%. Quando siamo in questa situazione l'elasticità è < 1 (11:22)

Curva di domanda perfettamente elasticaLa quantità domandata ha variazioni incommensurabili a fronte di piccole variazioni di prezzo.Quando ho una variazione in aumento del prezzo del 22% ho una diminuzione del 66% Quindi l'elasticità è > 1 ( 66:11)Aumento proprzionale

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Il ricavo totale → l’ammontare complessivamente pagato dai consumatori e incassato dai venditori del bene.

In qualunque mercato il ricavo totale è uguale a:Ricavo totale=prezzo x quantità (venduta)

→geometricamente ho calcoltao l'area del rettangolo che ha per vertici punto di equilibrio e origine degli assi

RICAVO TOTALE ED ELASTICITA' DELLA DOMANDA DEL PREZZO

Con una curva di domanda anelastica, un aumento del prezzo porta ad una diminuzione della quantità che è proporzionalmente inferiore.

Quindi il ricavo totale aumentaPrima: Ricavo totale= 100x4=400Dopo: Ricavo totale=90x5= 450

Con questo tipo di curva, la variazione della quantità domandata è meno che proporzionale alla variazione del prezzo quindi il ricavo aumenta

Con una curva di domanda elastica, un aumento del prezzo porta a una diminuzione della quantità domandata che è proporzionalmente maggiore Quindi il profitto totale diminuisce

Prima: Ricavo totale= 100x4=400Dopo: Ricavo totale=70x5= 350

A fronte di una variazione percentuale del prezzo ho una variazione più che proporzionale rispetto alla quantità

PERDITA-derivata dalla

diminuzione delle vendite

EXTRA PROFITTO-inferiore all'area B

Se la curva di domanda è anelastica (l’elasticità della domanda al prezzo è minore di 1), il prezzo e il ricavo totale variano nella stessa direzione

1)

Se la curva di domanda è elastica(l’elasticità della domanda al prezzo è maggiore di 1), il prezzo e il ricavo totale variano nella direzione opposta

2)

Se la curva di domanda ha elasticità unitaria (l’elasticità della domanda al prezzo è uguale di 1), qualsiasi variazione del prezzo lascia invariato il ricavo totale

3)

IN GENERALE:

HO PIU' EXTRAPROFITTO CHE RICAVO

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Non sempre l’elasticità è costante in tutti i punti della curva. Una curva di domanda lineare ha un’elasticità variabile a seconda del punto in cui viene rilevata, anche se la pendenza (rapporto tra variazioni delle variabili sugli assi) è costante. L’elasticità infatti è il rapporto tra le variazioni percentuali di due variabili.

ELASTICITA' DI UNA CURVA DI DOMANDA LINEARE

La pendenza della curva è costante ma l'elasticità varia nella curva di domandaParte altra elasticità > 1Punto in cui elasticità = 1Parte basta elasticità < 1

Nel passaggio del prezzo da 4 a 3 il rapporto è pari a uno e la curva di domanda è di elasticità unitaria

ELASTICITA' DELLA DOMANDA AL REDDITOL’elasticità della domanda al reddito misura la variazione della quantità domandata al variare del reddito del consumatore. Si calcola come il rapporto tra la variazione percentuale nelle quantità domandata e la variazione percentuale del reddito

Variazione positiva del reddito Beni normali - elasticità superiore a 0Variazione negativa del reddito Beni inferiori - elasticità inferiore a 0

La domanda di beni che I consumatori ritengono beni necessari tende ad essere inelastica al reddito→Examples include food, fuel, clothing, utilities, and medical services.La domanda di beni che I consumatori ritengono di lusso tende ad essere elastica al reddito.→Examples include sports cars, furs, and expensive foods

ELASTICITA' INCROCIATA DELLA DOMANDA AL PREZZOL’elasticità incrociata della domanda al prezzo misura la variazione della quantità domandata al variare del prezzo di un altro bene. Si calcola il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata del bene 1 ( es. mouse) e la variazione percentuale del prezzo del bene 2 (es. Pc)

Se la variazione è negativa beni complementari - elasticità < 1 (aumento bene 2 diminuzione bene 1)Se la variazione è positiva beni sostituti - elasticità > 1 (aumento bene 2, sostituisco quantità dom. con bene 1)

ELASITCITA' DELL'OFFERTA AL PREZZOL’elasticità dell’offerta al prezzo è una misura di quanto la quantità offerta risponde a una variazione del prezzo di quel bene. L’elasticità dell’offerta al prezzo è la variazione percentuale che si osserva nella quantità offerta a fronte di una variazione dell’uno per cento nel prezzo

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Abilità dei venditori di cambiare la quantità dei beni che producono:1)L’offerta di terreni “fronte mare” al prezzo è anelastica-

L’offerta di libri, automobili, o beni manifatturieri è elastica.-

Orizzonte temporale:2)L’offerta è più elastica al prezzo nel lungo periodo.-

Determinanti dell’elasticità dell’offerta

Unitaria

LE CURVE DI DOMANDA

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VARIAZIONE DELL'ELASTICITA' LUNGO LA CURVA DI OFFERTAImpianti con capacità produttiva limitata

A livelli alti della quantità offerta l’elasticità è bassa: le imprese sono vicine al pieno impego della capacità produttiva e fanno fatica a variare la quantità offerta.

A livelli bassi della quantità offerta l’elasticità è elevata: le imprese hanno capacità produttiva residua che possono sfruttare per variare la quantità offerta.

Innovazione tecnologica in agricoltura1)

Nella situazione in cui questo mercato è in equilibrio: io produco 100 e vendo a 3€. Aumentando la quantità offerta ho uno spostamento verso destra della curva di offerta.Spostandosi si crea uno squilibrio che attiva le forze di mercato e si crea un nuovo equilibrio→Il prezzo si abbassa e vendo un ampia quantitàMa la situazione è peggiore per gli agricoltori in quanto il ricavo è minorel'innovazione tecnologica ha aumentato la quantità scambiata ma ha peggiorato il ricavo

OPEC e petrolio2)

OPEC= organizzazione paesi produttori di petrolio La domanda di petrolio è molto inclinata quindi è una domanda anelastica. Se io aumento il prezzo il ricavo aumentaNel lungo periodo l'offerta di petrolio diventa più elastica → con l'aumetno del costo la domanda cambia e per esempio uso mezzi alternativi o mezzi pubbliciSe io nel lungo periodo insisto ad aumentare l'offerta tenendo fissa la quantità prodotta, con una quantità elastica io sperimento una variazione dei ricavi negativa

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Applicazione 3)

Il paese investe molto nella soppressione dell'offerta ▪

Mercato illegale ma comunque guidato con legge di domanda e offerta. La curva è anelastica perché crea dipendenza e ci sono poche variazioni della quantità acquistata anche con la variazione del prezzo.

Una strategia alternativa è che invece di spendere soldi pubblici per sopprimere l'offerta lavoro sul lato della domanda. Partendo dalle generazioni più giovani faccio campagne di prevenzione.

Nel nostro mercato con lo sforzo di repressione di attività di vendita si ha un impatto sulla curva di offerta riducendola, la curva di offerta si sposta verso sinistra → con il nuovo equilibrio il prezzo è salito e la quantità scambiata è diminuita ma i ricavi sono aumetati per le attività che si voglio reprimere

ESERCIZIO 1Un periodo di siccità nel mondo aumenta il ricavo totale della vendita di frumento per la categoria degli agricoltori, ma se la siccità è limitata al Kansas, gli agricoltori del Kansas vedono decurtato il proprio ricavo totaleLa siccità provoca una riduzione dell’offerta (spostamento verso sx curva offerta) quindi un aumento dei prezzi. Per aumenti di prezzo il ricavo aumenta solo se la domanda del bene considerato è anelastica e possiamo sostenere che la domanda di frumento considerata a livello mondiale è anelastica, mentre quella del frumento di un’area di dimensioni inferiori è più elastica, in quanto si possono trovare sostituti più facilmente (ad esempio il frumento proveniente da un’altra regione).Pertanto, possiamo sostenere che l’affermazione può essere vera.

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ESERCIZIO 2Taiwan è uno dei principali produttori di chip semiconduttori. Un recente terremoto ha danneggiato gravemente gli impianti produttivi, riducendo la quantità di chips che può essere prodotta a Taiwan.

A. Assumiamo che il ricavo totale di una impresa non di Taiwan aumenti in conseguenza a questi eventi. Cosa deve essere vero in termini di elasticità perché questo avvenga? Illustrate graficamente

B. Assumiamo ora che il ricavo totale di una impresa tipica non di Taiwan diminuisca in conseguenza a questi eventi. Cosa deve essere vero in termini di elasticità perché questo avvenga? Illustrate graficamente.

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L'EQUILIBRIO DI MERCATO

Il surplus del consumatoreIl surplus del consumatore misura il benessere dal punto di vista del consumatore (somma percepita)→ Il prezzo massimo che ogni consumatore è disposto a pagare per un bene è detto disponibilità a pagare Misura il valore che il consumatore attribuisce al bene - l'asta è il miglior modo per comprendere questa disponibilitàPossiamo definire il surplus del consumatore come la differenza tra il prezzo che un compratore è disposto a pagare e il prezzo effettivamente pagato.

ESEMPIO

CURVA DI DOMANDA

Se il disco viene venduto a 80€

L’area sottostante la curva di domanda e sopra il prezzo pagato misura il surplus del consumatoreGeometricamente: un segmentoSommando il surplus di ogni consumatore ottengo il SURPLUS TOTALE DEL CONSUMTORE

Se il disco è venduto a 70€

Quando il prezzo diminuisce il surplus aumenta in quanto chi già aveva surplus ne ha uno maggiore e si aggiungono inoltre surplus di altri consumatori

CAPITOLO 7

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Il surplus del consumatore misura il beneficio che il consumatore riceve dall’acquisto di un bene come i compratori stessi lo percepiscono.

Il surplus del produttoreIl surplus del produttore misura il benessere economico dal punto di vista del venditore/produttore= differenza tra il prezzo pagato al venditore e il costo da lui sostenuto

ESEMPIO

il surplus del produttore è legato alla CURVA DI OFFERTA

L’area compresa tra prezzo e curva di offerta misura il surplus del produttore

Surplus del consumatore = valore per i compratori - prezzo pagato dai compratori•Surplus del produttore = prezzo ricevuto dal compratore - costo per i venditori•Surplus totale (per partecipanti allo scambio)= Surplus dei consumatori + surplus dei venditori•Surplus totale =•

EFFICIENZA DEL MERCATO

Surplus totale = valore per i compratori-costo per i venditori•valore per Compratori - prezzo pagato da compratori + prezzo ricevuto da compratore - costo per venditori

Efficienza → proprietà di un meccanismo allocativo delle risorse di massimizzare il surplus totale ricevuto dai membri di una società

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Oltre all’efficienza del mercato, (massimizzazione del surplus totale) un pianificatore sociale deve tenere in considerazione anche l’equità, ovvero la giusta distribuzione del benessere economico tra compratori e venditori.

← Surplus dei consumatori e dei venditori in un mercato in equilibrioUn libero mercato alloca l’offerta di un bene ai compratori che gli attribuiscono il valore più elevato, misurato in termini di disponibilità a pagare

Un libero mercato alloca la domanda di bene ai venditori che possono produrlo al costo più contenuto

Un libero mercato produce la quantità di bene che massimizza la somma dei surplus del consumatore e del produttore

Chi non lo desidera a sufficienza non lo compra

Chi non è bravo a produrre a un costo basso non riesce a vendere

Siccome l’equilibrio di mercato è un’allocazione efficiente delle risorse, il pianificatore sociale può lasciare fare al mercato

c’è potere di mercato1.

ci sono esternalità2.

c’è asimmetria informativa3.

non c’è abbastanza equità4.

→ Questa semplice soluzione si chiama laissaiz faire: cerca di lasciare che i mercati agiscono da soli ma in alcuni casi infatti il mercato non riesce a massimizzare il benessere ad esempio quando:

VALUTAZIONE EQUILIBRIO DI MERCATO

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Offerta, domanda e intervento pubblicoIn un mercato libero, non regolamentato, le forze di mercato stabiliscono pezzi e quantità scambiata in equilibrio. L’allocazione di equilibrio potrebbe essere efficiente, ma non è detto che tutti siano soddisfatti. Uno dei ruoli dell’economia è di formulare teorie per sviluppare politiche che permettano di far star meglio chi sta peggio

CONTROLLO SUI PREZZIQuando i policy makers pensano che il prezzo di equilibrio non sia «giusto» e i compratori /venditori, possono imporre alcuni prezzi o meglio fissare livelli minimi o massimi di prezzi.

Prezzo massimo inferiore al prezzo di equilibrio: non si possono vendere beni ad un prezzo superiore1)Prezzo minimo superiore al prezzo di equilibrio: non si possono vendere beni ad un prezzo inferiore2)

Il controllo sul prezzo ha effetti quando imponiamo:

Impostazione di un prezzo massimo

Quando il vincolo è stringente, il prezzo massimo crea penuriaperché c’è eccesso d domanda es: equo canone

Code ai distributori di Benzina1)ESEMPI

Equo canone nel breve e lungo periodo2)

I vincoli imposti ai canoni di locazione sono frequenti soprattutto nelle grandi città. L’obiettivo è di permettere ai poveri di avere case in affitto e gli effetti sono visibili nel lungo periodo più che nel breve

CAPITOLO 6

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Es. AFFITTO

Curva di offerta + elastica Riesco a produrre più o meno case e decido se affittarle o noLa penuria diventa enorme → meno case vengono messe in affitto per enorme domanda

Nel lungo periodo: curva di domanda + elastica

Offerta e domanda anelasticaNel Breve Periodo: controllo dei canoni nel breve periodo

Impostazione di un prezzo minimo

Quando viene imposto un prezzo minimo, e questo è stringente, si genera eccedenza, perché l’offerta è superiore alla domanda. Fisso un prezzo al di sotto del quale non si può scendereSe è minore → no eccessi ma disequilibri

Salario minimo, tutela lavoratori1)(remunerazione del lavoro)

ESEMPI

Si noti che sia l’imposizione di un prezzo massimo sia quella di un prezzo minimo riducono la quantità scambiata rispetto a quella di equilibrio. Vale la regola del “lato corto”→ dato il prezzo, il valore minimo tra domanda e offerta determina la quantità scambiata. (E’ questa la principale inefficienza creata dai vincoli sui prezzi)

LE IMPOSTEGli stati impongono il pagamento delle imposte per finanziare la loro attività (spesa pubblica) e non per profitto pubblicoeffetto tasse = riducono l’attività e modificano l’equilibrio → la quantità scambiata sul mercato diminuisce I compratori pagano un prezzo più alto e i venditori ricevono un prezzo più basso: compratori e venditori si dividono il peso delle imposte. L’incidenza di una tassa è proprio la misura di chi sopporta maggiormente il peso di una tassa tra i due partecipanti al mercato (diverso da chi la paga).Es. CISE= imposta a somma fissa (su benzina e su sigarette anche per disincentivarne il consumo)

Lavoratori che cercano lavoro e lo trovano in un mercato di concorrenza perfetta; il salario minimo crea disoccupazione ma nel mercato non succede perché non è di concorrenza perfetta.

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Imposte sul venditore-

PROBELMA→ tasse creano distorsioni sul mercato

Imposta a 0,50 €

→ Se fosse 3,50 non vende quindi da 20 centesimi dei 3€ come impostaConsumatore paga 30 centesimi quindi non paga completamente in quanto 20 centesimi li aveva già pagati il venditore

Imposte sul compratore-

0,20 V + 0,30 C = Imposta 0,50

INCIDENZA DELL'IMPOSTALa divisione dell’onere d'imposta su compratore e venditore dipende dalle elasticità delle curve dom/offSi dimostra invece che, in termini di prezzi pagati e ricevuti, e di quantità scambiate, il risultato di un’imposta sui consumi di valore t è uguale a quello di un’imposta sulla produzione di medesimo ammontare.L’onere fiscale incide soprattutto sulla componente del mercato meno elastica

•Se la curva di domanda è anelastica e quella curva di offerta è elastica: imposta incide + sul consumatore

•Se la curva di domanda è elastica e la curva di offerta è anelastica: l’imposta incide + sul produttore

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EFFETTO DELLA TASSAZIONE SUL BENESSERE

Gettito dell’impostat → ammontare della tassa per ogni unità scambiata Q → quantità scambiata dopo l’introduzione della tassaDefiniamo gettito dell’imposta G= t x Q

Surplus= differenza a cui ero disposto a vendere il bene e prezzo a cui effettivamente lo vendo → con effetto imposte si riduce

GETTITO

PERDITA SECCA →

L’imposta crea una perdita secca di benessere perché impedisce alcuni scambi che sarebbero stati vantaggiosi

INCIDENZA IN TERNIMINI DI SURPLUS

surplus produttori (erodendolo) se O meno elastica di D

a)

surplus consumatori (erodendolo) se D meno elastica di O

b)

L’imposta incide maggiormente su

CAPITOLO 8

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Quando la curva è più anelastica vi è una perdita secca inferiore

-

Quando la curva è più elastica la perdita secca e maggiore

-

In a e b la curva di domanda è la stessa ma varia la curva di offerta:

DIMENSIONE DELLA PERDITA SECCA

Nel primo curva di domanda anelastica e quindi la perdita secca è minore

-

Nel secondo curva di domanda elastica e quindi la perdita secca è maggiore

-

In c e d la curva di offerta è uguale

RELAZIONE TRA DIMENSIONE DELL'IMPOSTA E GETTITO

In un mercato, introducendo un imposta vi è una certa quantità di gettito1)Introducendo nello stesso mercato di una maggiore imposta fa sì che il gettito aumenta2)Introduzione di imposta altrettanto maggiore gettito diminuisce3)

→ causano un aumento di gettito fino al suo massimo per poi diminuire (curva di Laffer)Imposte molte elevate → causano perdite secche che aumentano in modo proporzionale

Se ci si trova nella fase di diminuzione un ulteriore aumento dell'imposta ridurrebbe il gettito

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Commercio internazionale in un paese importatoreSe p globale < p interno, “aperte le frontiere”, il paese diventa un importatore di tessuti

per basse quantità domandate, sono i produttori interni più efficienti a soddisfare la domanda-

Per quantità più elevate, i produttori interni risultano troppo inefficienti rispetto ai concorrenti stranieri → importazioni

-

I consumatori interni vogliono comprare tessuti al prezzo più basso possibile

Importazioni = quantità domandata interna -quantità offerta interna, al prezzo globale•Il prezzo interno → fino a che: p interno = p globale•Il consumo interno aumenta e la produzione interna diminuisce il paese diventa importatore di tessuti

Quando un paese liberalizza lo scambio e diventa importatore di un bene, i consumatori ci guadagnano→Pagano un prezzo più basso e comprano di più (aumenta il loro surplus)I produttori nazionali del bene sono invece danneggiati→Ricevono un prezzo più basso e vendono di meno (diminuisce il loro surplus)

Surplus totale aggiuntivo a frontiere aperte

In generale il commercio internazionale fa però il benessere totale della nazione in quanto la variazione netta del surplus totale (benessere collettivo) è positivaI guadagni dei compratori sono superiori alle perdite dei venditori (almeno teoricamente, i primi potrebbero “compensare” i secondi, generando in tal caso un effettivo “miglioramento paretiano”).Molti però tendono a chiudere il libero scambio con l'estero per le tariffe doganali.

GLI EFFETTI DI UN DAZIO DOGANALEun dazio doganale è un’imposta applicata su un bene prodotto all’estero e importato e fa aumentare il prezzo globale di un ammontare corrispondente → I venditori nazionali sono avvantaggiati dall’applicazione del dazio mentre i compratori nazionali sono danneggiati.

La quantità prodotta internamente aumenta e la quantità di importazioni si è ridotta perché al prezzo di esportazione si aggiunge la quota del dazio

E = gettito

Le argomentazioni a favore delle restrizioni al commercio•Occupazione•Sicurezza nazionale•Tutela delle industrie nascenti•Concorrenza sleale•Protezionismo come arma di trattativa

Come ogni imposta che grava sulla vendita di un bene, un dazio distorce gli incentivi e allontana l’allocazione delle risorse da quella efficiente.In particolare, poiché il surplus del consumatore diminuisce più di quanto si incrementi quello del produttore e le entrate fiscali, il benessere collettivo diminuisce

D e F = perdita secca causata dal dazio

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IN ASSENZA DI COMMERCIO INTERNAZIONALE

IL COMMERCIO INTERNAZIONALE

In un’economia senza commercio internazionale (“chiusa”, o autarchica): il prezzo si aggiusta così da uguagliare domanda e offerta internaA volte succede che un paese decida di non praticare scambi con l'estero I produttori vendono tutti i beni all'interno del paese e quindi l'offerta si dice interna e allo stesso modo i consumatori sono esclusivamente del paese e la domanda sarà interna. Il bene viene scambiato ed emerge un prezzo di mercato che porta all'equilibrio .

→APERTURA AL COMMERCIO INTERNAZIONALE

il paese è PICCOLO rispetto al mercato mondiale1)prende il prezzo mondiale per dato2)decide se comprare o vendere tessuti all’interno o all’estero3)

Nell' esempio:

Se un paese ha un “vantaggio comparato” nella produzione di un bene allora prezzo interno < prezzo globale▪

In quanto Prezzi = costi (marginali) opportunità→il paese diventa esportatore del beneSe il paese non ha un vantaggio comparato allora prezzo interno >prezzo globale▪

→Il paese diventa importatore del bene

Commercio internazionale in un paese esportatoreSe p globale > p interno, “aperte le frontiere”, il paese diventa un esportatore

I consumatori dei tessuti peggiorano il loro benessere come conseguenza della scambio-

Il commercio aumenta il surplus complessivo del paese ESPORTAZIONE GENERA SURPLUS-

I produttori dei tessuti migliorano il loro benessere in conseguenza allo scambio

Dopo l'apertura degli scambi internazionali il surplus dei consumatori è solamente A

Il punto di incontro tra prezzo a livello mondiale e la mia curva di offerta ci dice quanto possiamo produrre e quindi quanto possiamo tenere internamente e quanto esportare.Si crea un nuovo surplus dei produttori ( area D )generato dall'apertura degli scambi.

CAPITOLO 9

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Commercio internazionale in un paese importatoreSe p globale < p interno, “aperte le frontiere”, il paese diventa un importatore di tessuti

per basse quantità domandate, sono i produttori interni più efficienti a soddisfare la domanda-

Per quantità più elevate, i produttori interni risultano troppo inefficienti rispetto ai concorrenti stranieri → importazioni

-

I consumatori interni vogliono comprare tessuti al prezzo più basso possibile

Importazioni = quantità domandata interna -quantità offerta interna, al prezzo globale•Il prezzo interno → fino a che: p interno = p globale•Il consumo interno aumenta e la produzione interna diminuisce il paese diventa importatore di tessuti

Quando un paese liberalizza lo scambio e diventa importatore di un bene, i consumatori ci guadagnano→Pagano un prezzo più basso e comprano di più (aumenta il loro surplus)I produttori nazionali del bene sono invece danneggiati→Ricevono un prezzo più basso e vendono di meno (diminuisce il loro surplus)

Surplus totale aggiuntivo a frontiere aperte

In generale il commercio internazionale fa però il benessere totale della nazione in quanto la variazione netta del surplus totale (benessere collettivo) è positivaI guadagni dei compratori sono superiori alle perdite dei venditori (almeno teoricamente, i primi potrebbero “compensare” i secondi, generando in tal caso un effettivo “miglioramento paretiano”).Molti però tendono a chiudere il libero scambio con l'estero per le tariffe doganali.

GLI EFFETTI DI UN DAZIO DOGANALEun dazio doganale è un’imposta applicata su un bene prodotto all’estero e importato e fa aumentare il prezzo globale di un ammontare corrispondente → I venditori nazionali sono avvantaggiati dall’applicazione del dazio mentre i compratori nazionali sono danneggiati.

La quantità prodotta internamente aumenta e la quantità di importazioni si è ridotta perché al prezzo di esportazione si aggiunge la quota del dazio

E = gettito

D e F = perdita secca causata dal dazio

Come ogni imposta che grava sulla vendita di un bene, un dazio distorce gli incentivi e allontana l’allocazione delle risorse da quella efficiente. In particolare, poiché il surplus del consumatore diminuisce più di quanto si incrementi quello del produttore e le entrate fiscali, il benessere collettivo diminuisce

Le argomentazioni a favore delle restrizioni al commercio• Occupazione• Sicurezza nazionale• Tutela delle industrie nascenti• Concorrenza sleale• Protezionismo come arma di trattativa

In Italia dazi con paesi fuori EU

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ESTERNALITA'→ effetto dell’azione di un soggetto economico sul benessere di altri soggetti non direttamente coinvolti nell’azione, positive se effetto è benefico, o negative, se l’effetto è dannoso.• Di consumo - positive: benefici sociali derivanti dal consumo di un bene sono maggiori di quelli privati, (es. ristrutturare la facciata; negative: fumare in pubblico• Di produzione - negative: costi di produzione privati inferiori a quelli sociali (es. inquinamento) ; positive: costruzione di un faroNon esiste un mercato per questi effetti esterni singoli agenti economici non sempre considerano effetto sociale delle loro azioni

Le esternalità negative portano i mercati a produrre quantità di un bene maggiori di quanto non sia socialmente accettabile

-

Le esternalità positive portano i mercati a produrre quantità che sono inferiori a quanto sarebbe socialmente accettabile

-

Esternalità negativa nel mercato di alluminioLa quantità prodotta e consumata all’equilibrio è efficiente nel senso che massimizza il benessere (somma dei surplus di consumatori e produttori)Se producendo alluminio inquino, creo un costo sociale, che comprende quello privato e quello creato dall’inquinamento sulle persone che vivono nelle vicinanze dell’impianto produttivo (costo esterno)

La quantità socialmente ottima è inferiore a quella di equilibrio del mercato privato

INTERNALIZZARE LE ESTERNALITA' NEGATIVEInternalizzare le esternalità significa alterare gli incentivi per indurre i soggetti economici a tener conto degli effetti esterni delle loro azioni. In questo caso, si potrebbe imporre una imposta su ogni unità di alluminio venduta per spostare curva di offerta verso l’altoSe imposta è accuratamente calcolata, (riflette cioè il costo sociale) la nuova curva di offerta coinciderebbe con la curva di costo sociale

INTERNALIZZARE LE ESTERNALITA' POSITIVEInternalizzare le esternalità significa alterare gli incentivi per indurre i soggetti economici a tener conto degli effetti esterni delle loro azioni. In questo caso, si potrebbe imporre un sussidio su ogni unità di istruzione acquistata Se il sussidio è accuratamente calcolato, (riflette cioè il beneficio sociale) la nuova curva di domanda coinciderebbe con la curva di beneficio sociale

Esternalità positive nel mercato dell’istruzioneQuantità socialmente ottima > quantità raggiunta dal mercato

CAPITOLO 10

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INTERVENTO PUBBLICO ED ESTERNALITA'•Provvedimenti di disposizione e controllo•La regolamentazione (es leggi a tutela dell’ambiente)•Politica di mercato•Imposte e sussidi Pigouviane (inducono i privati a tener conto di costi e benefici sociali di una esternalità)•Permessi negoziabili: dare la possibilità di scambiare diritto ad inquinare in quote

TEOREMA DI COASE→E’ l’idea secondo la quale le parti in causa possono risolvere da sole il problema delle esternalità, a condizione che riescano a negoziare senza costi l’allocazione delle risorse e l’efficienza è raggiunta indipendentemente da come vengono assegnati i diritti di proprietàNon devono esserci costi di transazione, altrimenti non si raggiunge accordo efficiente

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BENI GRATIS= Beni distribuiti gratuitamente rappresentano una vera sfida per l’economiaChiaramente in questi casi non si può parlare di forze di mercato, allocazione efficiente semplicemente perché un prezzo non esiste, ma preoccupa che la quantità ottimale non possa essere distribuita → fallimento del mercato → Soluzione intervento pubblico

TIPI DI BENII beni di un’economia possono essere classificati secondo due caratteristiche:• ESCLUDIBILITA’: proprietà di un bene per la quale si può impedire a un individuo di goderne .• RIVALITA’: proprietà di un bene in forza della quale l’uso da parte di un individuo ne limita la possibilità di godimento da parte di un altro. (oppure: più soggetti possono consumare la stessa unità del bene)

Beni Pubblici►

Caso estremo di esternalità positivaPossibile usufruirne senza pagare (free-riding) [Free rider: un individuo che, pur godendo del beneficio di un bene, non ne paga il prezzo ]. I privati non li produconoEs.: la difesa nazionale, l’ordine pubblico, il sistema giuridico, a ricerca di base, la lotta alla povertà. Tutti i cittadini consumano la stessa unità del bene. E’ impossibile escludere chi non ha pagato le tasse dal consumo

Per risolvere il problema del free rider lo Stato può• Finanziarne la produzione con gettito tassazione• lo stato per decidere se fornire il bene pubblico o no, confronta benefici totali e costi totaliL’analisi costi-benefici consiste nel confrontare i costi e i benefici totali per la società che il fornire un bene pubblico produce. I benefici in particolare sono difficili da calcolare: bisogna conoscere i benefici per tutti gli agenti che consumano il bene pubblico.Difficile poi misurare i surplus, perché non c’è un prezzo per i beni pubblici ma anche i costi sono difficili a volte da quantificare

ESEMPIO: Quanto vale una vita umana?Decisione: installare un semaforo ad un incrocio: SI o NO?• Costo: 10.000 euro• Impatto: riduzione incidenti mortali da 1,6% a 1,1%Conviene → Per saperlo dobbiamo quantificare il beneficio generato dalla riduzione degli incidenti mortali ma la vita umana è senza prezzo

dai giudici nei rimborsi assicurativi1)dagli individui che accettano di svolgere lavori pericolosi a volte mortali e vengono pagati (ogni vita

secondo questi approcci vale 10 milioni di euro)2)

Nessuno sarebbe disposto a dare la sua vita per nessuna somma di denaro quindi si può ricorrere a casi in cui il valore della vita viene quantificato:

Benefici: 0,05% di 10.000.000 = 50.000 euro quindi CONVIENE INSTALLARE IL SEMAFORO

CAPITOLO 11

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Risorse Comuni►

Sono beni rivali, perché l’uso delle risorse comuni da parte di una persona riduce la disponibilità per le altre.The tragedy of commons è una parabola nota da moltissimo tempo, e allude allo sfruttamento eccessivo delle risorse comuni (terreni, laghi etc.).Per evitare la tragedia → Assegnare diritti di proprietà, accordi, licenze e quote

RISCHIO, INCERTEZZA E INFORMAZIONENella vita non tutto è certo, le decisioni degli agenti economici vengono prese confrontando i costi e i benefici che sono incerti

RISCHIO: possibile attribuire a evento probabilità che si realizzi ( riusciamo a gestirlo )1)Distinzione tra condizione di:

– Distribuzione probabilità– Possibile quantificare il rischio

INCERTEZZA: impossibile attribuire a evento probabilità che si realizzi2)→ Quindi, possibile scambiare rischio sul mercato

– Non è possibile quantificare incertezza→ Quindi, non ce ne si può liberare sul mercato

Esempio. lancio una moneta: se viene testa vinco 100 $, se viene croce non vinco nulla. (scommessa)Probabilità testa ½; probabilità croce ½VALORE ATTESO= ½* 100+ ½ *0= 50$

Gestire il RischioPossiamo quantificare il rischio, calcolando il VALORE ATTESO di un evento futuro→ media ponderata di tutti i possibili esiti di una situazione rischiosa, ovvero somma del valore di tutti i possibili esiti, ciascuno moltiplicato per la probabilità a esso associata.

Possiamo utilizzare il VALORE ATTESO per compiere una scelta di questo tipo:Un neolaureato deve scegliere tra:

Un lavoro in proprio che se va bene (in2 casi su 3 è cosi) gli fa guadagnare18.000 euro, se va male (in un caso su3) gli fa guadagnare 3000 euro.

un lavoro alledipendenze che glioffre un salario pari a13.000 euro

L’attività di consulente è rischiosa(aleatoria), ma se ne può valutare il valore atteso come 13000

Avversione al RischioValore atteso permette confrontare valore di un evento certo con valore di un evento aleatorio→ si sceglie tra intraprendere un’attività dall’esito certo e un’attività rischiosa a seconda di preferenze/gustiTre tipi di persone (e di preferenze):• AVVERSO al RISCHIO: preferisce sempre una somma certa a una somma aleatoria di pari valore atteso• NEUTRALE al RISCHIO: indifferente tra scommettere e ricevere una somma certa pari al valore atteso• PROPENSO al RISCHIO: preferisce risultato (aleatorio) di una scommessa con un dato valore atteso a una cifra certa di pari ammontare

Se la somma certa è uguale al valore atteso della scommessa, la scommessa è detta “attuarialmente equa”

Tornando all’esempio:–se lo studente sceglie il lavoro alle dipendenze è avverso al rischio–Se sceglie il lavoro di consulenza è propenso al rischioPer convincere persona avversa al rischio a scommettere, necessario compensarla del disagio con la differenza tra valore atteso e esito certo = PREMIO per il RISCHIO deve essere sufficientemente altoNel caso dello studente per convincerlo a scegliere il lavoro di consulente basterebbe che il guadagno in caso di esito negativo fosse pari a 6000

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Mercato del RischioSul mercato, possibile scambiare il rischio• DIVERSIFICAZIONE: ripartire il rischio tra molti soggetti (gruppi di persone o imprese)• TRASFERIMENTO: da chi non vuole sopportare rischio a chi è disposto a farsene carico, in cambio di un “premio” (come assicurazioni)

→ si genera un mercato potenziale, delle assicurazioni, basato sul frazionamento e sulla ripartizione del rischio stesso.Esempio: se abbiamo paura che la nostra casa bruci, possiamo pagare un premio di assicurazione che sarà convogliato in un fondo cui potrà attingere la famiglia nella cui casa si è sviluppato un incendio.I premi che le imprese chiedono servono anche a ricoprire i costi di gestione e della verifica degli eventi assicurati

Allora le assicurazioni stipulano contratti calcolando il rischio medio (probabilità di avere un incidente) valutando statisticamente la rischiosità di gruppi di individui= Il premio diventa quindi proporzionale alla rischiosità media della categoria cui apparteniamo

INFORMAZIONE ASSIMMETRICAQuando si sa che non tutto è noto a tutti = Informazione è ASIMMETRICAIl mercato non funziona bene e si ha asimmetria informativa quando una delle due controparti dello scambio ha informazioni che l’altra non osserva.

SELEZIONE AVVERSA: informazione asimmetrica riguarda caratteristiche di ciò che si scambia1)AZZARDO MORALE: rischiosità di chi è assicurato dipende dal suo comportamento2)

Problemi

ESEMPIO SELEZIONE AVVERSA: Perché le automobili si svalutano molto rapidamente subito dopo l’acquisto?L’economista americano G. Akerlof in un celebre lavoro (The Market for Lemons: Quality Uncertainty and the Market Mechanism Quarterly Journal of Economics, 1970) ha fornito una semplice spiegazione basata sull’informazione posseduta dalle 2 parti (venditore e acquirente)Due tipi di automobili usate di buona e di cattiva qualità. Un consumatore è disposto a pagare:–5.000 €per l’automobile di buona qualità–2.000 €per l’automobile di cattiva qualitàIl problema è che non sa distinguere prima dell’acquisto i 2 tipi di automobiliSe nel mercato le automobili di buona qualità sono il 50%, il prezzo che sarà disposto a pagare il consumatore sarà: P = 0,50 x (5000) + 0,50 x (2000) = 3500 Tuttavia, al prezzo P = 3500 saranno offerte solo automobili di cattiva qualità (c’è stata una selezione avversa)Nel lungo periodo, non ci sarà quindi alcun consumatore disposto ad acquistare auto usate: è un tipico “malfunzionamento” del mercato dovuto alle differenze nell’informazione a disposizione delle parti prima della stipula del contratto

Le garanzie servono proprio a questo: la legislazione italiana prevede due anni di garanzia per le vendite da imprese a privati

1)

La garanzia obbligatoria responsabilizza il venditore.2)

SOLUZIONE → Quando venditori cattivi i buoni è necessario diffondere informazioni credibili sulla qualità dei beni

ESEMPIO DI AZZARDO MORALE: Consideriamo un’assicurazione contro il rischio di furto (es. bicicletta)Come cambia il comportamento dell’assicurato prima e dopo aver stipulato la polizza?CASO (A): l’assicuratore può osservare come si comporta il soggetto e conoscere quindi il suo grado di attenzione– grado di attenzione alto => premio basso– grado di attenzione basso => premio altose non ci sono problemi di asimmetria informativa, I contratti sono contingenti al grado di attenzione

CASO (B): l’assicuratore non può osservare (senza incorrere in costi eccessivi) come si comporta il soggetto e conoscere quindi il suo grado di attenzione → il premio non può essere contingente al grado di attenzioneSe assumiamo che il prestare attenzione è costoso, i soggetti modificheranno il proprio comportamento una volta assicurati, ciò significa che la probabilità ( p) che il furto avvenga è determinata endogenamente (dipende cioè dal comportamento dell’assicurato). Se la stipula di una polizza riduce il grado di attenzione dell’assicurato, p ↑, il rischio in cui incorre l’assicuratore ↑ e i suoi profitti attesi ↓L’assicuratore potrebbe decidere di non offrire contratti assicurativi: osserviamo quindi un “malfunzionamento” del mercato imputabile a differenze nell’informazione a disposizione delle parti dopo la stipula del contratto

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I mercati assicurativi privati non riescono a gestire bene molti dei rischi più importanti della nostra vita (la salute per esempio).

Il mercato fallisce con alcuni rischi fondamentali:

Per esempio è praticamente impossibile assicurarsi contro il rischio di perdere il lavoro perché è difficilissimo capire quanto dipendano da sforzi ed errori di ciascuno piuttosto che da fortuna e sfortuna.Per chi ha stipulato l’assicurazione viene meno ogni incentivo a comportarsi bene (azzardo morale)

Contratti, rischio e informazioniMercato cerca soluzioni a problema asimmetria informativa:• Contratti che preservano giusti incentivi (franchigia assicurazioni, banche dati su clienti…)• Intermediari tra chi vende e chi compra si basa sull’idea di fiducia →devono essere affidabili perché per loro la reputazione è importante• Certificazioni di qualità (prodotti, servizi) che mirano a segnalare la qualità di beni e servizi, pratica nota come signalling

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IL COMPORTAMENTO DELL'IMPRESAFinora sappiamo che esse stanno nel mercato dal lato dell’offerta e decidono quale quantità è ottimale per loro offrire in corrispondenza di ogni prezzol’obiettivo di un’impresa sia: massimizzare il profitto

Profitto d’impresa: Ricavi - costiRicavi: Somma che un’impresa incassa per la vendita del prodottoCosti: Spese che un’impresa sostiene per i fattori di produzione→VARI TIPI DI COSTI

Costo come costo-opportunità➢

I costi di produzione comprendono:•Costi espliciti: costi monetari sostenuti per procurarsi i fattori della produzione•Costi impliciti :costi che non comportano esborsi monetariIn entrambi i casi di tratta di costi opportunità (degli esborsi sostenuti e dei mancati guadagni)

Profitto variabile: Ricavi - costi variabiliSi può dimostrare che il Profitto variabile è dato dalla rendita del produttore, ovvero dal prezzo pagato al venditore – il costo (marginale) da lui sostenuto, per ciascuna unità venduta.Il termine “variabile” si riferisce al fatto che si contano i soli costi variabili, ovvero quelli che dipendono dalla quantità prodotta (essi si ottengono come somma dei costi “marginali”).Gli altri costi sono detti fissi in quanto non dipendono dalla quantità prodotta.

Costi fissi e costi variabili➢

La divisione tra costi fissi e variabili dipende dall’orizzonte temporale preso in considerazione:•nel breve periodo alcuni costi sono fissi•nel lungo periodo molti costi fissi diventano variabili → Nel lungo periodo vi è infatti maggiore capacità di rispondere ai cambiamenti (↑ sostituibilità)

LA FUNZIONE DI PRODUZIONEMostra relazione tra quantità fattori produttivi “impiegati efficientemente” e la quantità prodotta.[Con l’espressione “impiegati efficientemente” intendiamo che siano impiegati al meglio delle possibilità di produzione].Essa illustra i meriti di ragionare “al margine” e conduce ai costi (variabili) di produzione.

Un’importante differenza tra punto di vista economico e punto di vista contabileEconomisti: guardano ai costi opportunitàContabili: misurano i costi espliciti, ma spesso non i costi impliciti

Quando il ricavo totale è superiore ai costi espliciti e ai costi impliciti l’impresa ottiene un profitto economico (sempre minore di quello contabile)

CAPITOLO 12

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ESEMPIO 1: il biscottificio Il Forno di zia Chiara

IL PRODOTTO MARGINALEIl prodotto marginale di un fattore di produzione è l’aumento della quantità prodotta che si ottiene aumentando di una unità il fattore stesso:•Se il numero di lavoratori passa da 1 a 2, la quantità prodotta aumenta da 50 a 90 il prodotto marginale è 40=90-50 biscotti•Se il numero di lavoratori passa da 2 a 3, la quantità prodotta aumenta da 90 a 120 il prodotto marginale è 30=120-90 biscotti (sempre positivo, ma leggermente più basso di quello precedente)•Se il numero di lavoratori passa da 3 a 4, la quantità prodotta aumenta da 120 a 140 il prodotto marginale è 20=140-120 biscotti (sempre positivo, ma leggermente più basso di quello precedente)

Prodotto marginale decrescente

Il prodotto marginale decrescente è una proprietà secondo la quale il prodotto marginale di un fattore diminuisce man mano che la quantità impiegata del fattore aumentaGraficamente: la pendenza della funzione di produzione misura il prodotto marginaleMan mano che il prodotto marginale diminuisce (all’aumentare del numero di lavoratori) la funzione di produzione diventa più piatta

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Due facce della stessa medaglia: all’aumentare del numero di lavoratori aumenta il prodotto e aumentano i costi.Quando la funzione di produzione si appiattisce, quella dei costi diventa più ripida

Le ultime tre colonne della tabella rappresentano tre diversi concetti di costo che Chiara deve affrontare:•Il costo dell’impianto (costante) è di 30 euro all’ora•Il costo di un lavoratore all’ora è di 10 euro: se ne assume due il costo degli addetti diventa 20 e così via…•Il costo totale dei fattori (impianti+ addetti) è pari alla somma degli altri due costi

ESEMPIO 2: Diverse misure di costo: Il Chiosco di Limonate da Irene•I costi totali (CT) si possono dividere in Costi fissi e costi variabili.•I Costi fissi (CF) sono quelli che non variano con la quantità prodotta•I costi variabili (CV) invece sono quei costi che variano con la quantità di bene prodotta. Costi totali=Costi fissi + Costi variabili

I costi possono poi essere medi o marginali.CMT=costo medio totale=costo totale/quantità prodottaCMV=costo medio variabile=costo variabile/quantità prodottaCMF= costo medio fisso=costo fisso/quantità prodottaIl costo marginale dice di quanto aumentano i costi all’aumentare di una unità della quantità prodotta C’=∆CT/ ∆Q

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Notiamo che :•La curva di costo marginale è crescente•man mano che la produzione aumenta il CMF diminuisce;•man mano che la produzione aumenta il CMV aumenta in modo più che proporzionale•Costo medio totale ha un forma a U: è l’effetto combinato di andamento CMV e CMF•quando C’ è minore di CMT, quest’ultimo è decrescente, quando C’ è maggiore di CMT, quest’ultimo diventa crescente.•La curva di costo medio totale interseca quella del costo marginale nel suo punto minimo

RELAZIONE TRA C' E CMT

LE CURVE IN GENERALE

COSTI NEL BREVE E NEL LUNGO PERIODOLa distinzione CF e CV dipende dall’orizzonte temporale.Esempio: nel breve periodo la Fiat non può variare il numero dei suoi “impianti” (catene di montaggio) →il costo degli impianti è fisso nel breve.→nel lungo periodo: nuovi impianti posso infatti essere aperti, oppure possono essere chiusi i vecchi impianti.Variare il numero degli impianti fa cambiare la curva rilevante di CMT di breve periodo

Tre proprietà:1)Il costo marginale a partire da un certo punto cresce all’aumentare della quantità prodotta2)La curva di costo medio totale ha forma ad U3)La curva di costo marginale interseca la curva di costo medio totale nel suo punto minimo

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ECONOMIE DI SCALACi sono Economie (o rendimenti crescenti) di scala se l’impresa produce lungo il tratto decrescente della curva di CMT di lungo (i costi aumentano meno che proporzionalmente all’aumentare delle quantità).•Economie di scala: sono presenti se i CF sono la parte principale dei costi•Diseconomie (o rendimenti decrescenti) di scala: se l’impresa produce lungo il tratto crescente della curva di CMT(i costi aumentano più che proporzionalmente all’aumentare delle quantità).Diseconomie di scala: si generano di solito quando alcuni fattori produttivi non sostituibili sono disponibili in quantità limitata

Se i CMT non variano al variare di Q, si dice che esistono RENDIMENTI COSTANTI DI SCALA (i costi aumentano proporzionalmente all’aumentare delle quantità).→in questo caso i CMT hanno un tratto piatto

Andando a costruire un nuovo impianto ho una nuova curva totale di riferimento con la quale con costi simili ho una produzione maggiore e così anche in seguito all'introduzione di un terzo impianto il costo medio inizia ad aumentare per l'ampliamento.Le CMT di breve periodo formano CMT lungo periodo

Sfruttano il fatto che nell'aprire un nuovo impianto di produzione avrò una diminuzione del costo per unità

Se aumento la mia capacità produttiva troppo però inizio ad avere un aumento di costo

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IL SIGNIFICATO DELLA CONCORRENZA

Molti venditori e compratori;•Beni scambiati perfettamente sostituibili tra loro;•[Le imprese entrano e escono liberamente dal mercato].•

Caratteristiche del mercato (perfettamente) concorrenziale:

Ogni impresa produce una piccola parte del mercato totale e non ha alcuna influenza sul prezzo•l’impresa prende il prezzo (comportamento price-taking) per dato e decide quanto produrre•

→ Conseguenze:

Il ricavo di un’impresa in un mercato concorrenziale► Il prezzo non varia mai al variare della quantità e l'unica decisione è quella sul quanto produrre

Ricavo totale= prezzo x quantitàRicavo medio= ricavo totale/quantitàRicavo marginale= ∆RT/∆Q con ∆Q=1

Se vendo una mia unità di bene al prezzo di 6 il ricavo sarà 6 se vendo 5 unità 6x5=30 Quanto passo da una quantità all'altra (∆Q quindi 1) la variazione del ricavo totale ( 6) darà un ricavo marginale di 6NEL MERCATO CONCORRENZIALE RMa= prezzo = Rme

La massimizzazione del profitto in un mercato concorrenziale►

Obiettivo impresa = Max profitto (Profitto=Ricavo totale-costi totali)→ produrre Q che rende massima la differenza tra RT e CTL’impresa deve produrre quella quantità che rende: RMarginale= Cmarginale. Infatti (ragionando “al margine”):-se RMa> CMa, un incremento di Q fa aumentare il profitto;-se RMa< CMa, una riduzione di Q fa aumentare il profitto;perciò se RMa= Cma il profitto è massimizzato.

ESEMPIO NUMERICO

Fino alla quinta unità mi aumenta il profitto e mi conviene quindi produrre→ mi fermo prima di quell'unità che mi causa una perdita variazione profitto = 0

Quando i ricavi marginali sono uguali al costo marginale so che oltre non posso andare oltre in quanto avrei una perdita

Dato P, l’impresa sceglie Q tale che Cmarginale= Rmarginale (= Pin concorrenza)•La curva di Cmarginale determina dunque la Q offerta, dato il prezzo di mercato (se l’impresa trova conveniente produrre).= la curva di Cmarginale non è altro che la curva di offerta dell’impresa infatti sto praticamente tracciando la quantità che il produttore può offrire in corrispondenza di ogni prezzo

CAPITOLO 13

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Per l'impresa non è sempre conveniente produrre (Q> 0)

A volte, può convenire una sospensione temporanea della produzione (breve periodo)1.Altre volte, sospensione temporanea o meno, può convenire una chiusura definitiva (uscita dal mercato, nel lungo periodo)

2.

Ci sono almeno due possibilità:

Sospensione temporanea1.

All’impresa conviene fermare temporaneamente la produzione se RT< CV, cioè se: P < Costo Medio VariabileI CF l’impresa li deve pagare in ogni caso, e quindi “non contano” (sono costi “sommersi”)Quello che conta è il profitto variabile (RT-CV): Produrre permette di ottenere un profitto variabile positivo (al limite, se il prezzo è basso, ciò almeno riduce le perdite complessive) se P > CMedioV. → Se no, è meglio sospendere l’attività (si evitano i profitti variabili negativi).

Chiusura definitiva2.Nel “lungo periodo” non si distingue tra fattori fissi e variabili (tutti i fattori sono in linea di principio variabili, e non ci sono costi sommersi)

P < CMedioTotale

Dunque un’impresa chiude definitivamente se RT < CT (profitto = ricavi –costi < 0), cioè se:

P > CMedioTotale

La precedente è una condizione di uscita dal mercato.

È invece una condizione di entrata.

La curva di offerta di lungo periodo dell’impresa concorrenziale è dunque la parte della curva del Cmarginale al di sopra del CMedioTotale (di lungo periodo)

Mettiamo insieme le condizioni sul se e quanto produrre da parte di un’impresa.•Curva di offerta di breve periodoSi tratta della porzione della curva del costo marginale al di sopra del CMedioVariabile•Curva di offerta di lungo periodoSi tratta della porzione della curva del costo marginale al di sopra del CMedioTotale (di lungo periodo)

MISURARE GRAFICAMENTE IL PROFITTO

Profitto = Ricavi totali-costi totali ma RT=PxQSostituendo quindi Profitto= (PxQ-CT)divido e moltiplico per QProfitto=(PxQ/Q-CT/Q)x QProfitto=(P-Costo Medio totale)x Q

CONVENIENZA PER L'IMPRESA DI PRODURRE

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MISURARE GRAFICAMENTE LA PERDITA

Perdita =(P-CMT) xQLa formula è la stessa ma la differenza dal profitto è che il risultato sarà negativo

OFFERTA IN UN MERCATOL’offerta di mercato è la somma delle quantità offerte dalle singole imprese in un mercato concorrenziale

Numero fisso di imprese (breve periodo)1.Due casi:

Per ogni prezzo, ogni impresa produce Q tale che P= CMarginaleL’offerta di mercato riflette le curve di CMarginale delle singole imprese (come abbiamo sostenuto nella prima parte del corso). Valgono i risultati visti nei capitoli precedenti circa le curve di offerta di mercato.

Libertà di entrata e uscita2.Le imprese entrano o escono dal mercato finchè il profitto è spinto a zero.Nel lungo periodo, il prezzo eguaglia il Costo medio totale minimoLa curva di offerta di lungo periodo è orizzontale in corrispondenza di questo prezzo

Garantisce che l'ultima unità di bene costa a chi la sta comprando quanto è costata a chi l'ha prodotta

Nel lungo periodo i profitti sono nulli e il prezzo a cui scambio è esattamente uguale al costo medio totale e la curva di offerta di mercato è orizzontale.

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Effetti di aumenti della domanda nel breve e nel lungoNel breve(no fisso di imprese)• ↑prezzo di mercato• ↑profitti• ↑Q di impresa e ↑Q di mercatoNel lungo( entrata nuove imprese identiche)•P mercato = P iniziale = Min CMeT•Q di impresa = Q iniziale•↑Q di mercato perché ci sono più imprese che producono ognuna la stessa quantità di prima•Profitti come prima (nulli)

Profitti = 0 nel lungo periodo?L’impresa vuole max profitto ma nell’equilibrio di l.p. in concorrenza si trova con profitti = 0Il CT include anche il “costo opportunità” dell’imprenditore.Sono i cosiddetti extra-profitti ( o profitti economici ) a essere uguali a zero.

L’offerta di mercato di lungo essere inclinata positivamente in due casi:a) alcuni fattori rimangono fissi anche nel lungo periodo (risorse esauribili);b) le imprese hanno costi differentiI concorrenti potenzialmente entranti nel mercato potrebbero avere uno “svantaggio tecnologico”; senza un aumento del prezzo non riuscirebbero ad entrare sul mercatoIn questi casi, profitti di (qualche) impresa rimangono positivi anche nel lungo periodo, e la curva di offerta di lungo periodo non risulta perfettamente elastica.

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MONOPOLIO

È l'unico venditore di un prodotto1.Il suo prodotto non ha buoni sostituti2.Può influenzare significativamente il prezzi di mercato del proprio bene3.

Un'impresa è un monopolio se:

→massimo potere di mercato che un'impresa possa avere

La causa dell'esistenza di un monopolio è la presenza nel mercato di una barriera all'entrata di altre imprese

Possesso di una risorsa chiave (non duplicabile)•

Diritto esclusivo concesso per legge•

Elevate economie di scala•

Le barriere all'entrata vengono generate da almeno tre cause:

Nel mio mercato nella quale io sono l'unico produttore ho delle protezioni da ogni concorrenza

Monopolio delle risorseLa proprietà esclusiva di una risorsa chiave che non può essere prontamente duplicata è una causa potenziale di monopolio. Possesso di una risorsa naturale “unica”.

Monopoli legaliLe leggi sui brevetti e sui diritti d’autore sono le maggiori cause dei monopoli legali. Il monopolio si crea perché l’amministrazione pubblica offre a un singolo operatore il diritto esclusivo di vendere un particolare bene in un determinato mercato - acquisto di una licenza, è sue ed è tutelato dalla legge

Monopolio naturaleUn settore è un monopolio naturale se una singola impresa può fornire il bene o il servizio all’intero mercato a costi (medi) inferiori rispetto a quelli di due o più imprese. A causa delle economie di scala, la dimensione minima efficiente dell’impianto è così grande che un‘impresa da sola può fornire il bene più efficientemente che se le imprese fossero due o in numero maggiore. Es: servizi “di rete” (elettricità, ferrovie, gas)

Monopolio e concorrenza

Impresa concorrenziale E’ una dei tanti produttoriHa una curva di domanda orizzontaleE’ un price taker, cioè prende il prezzo come dato Vende perciò il quantitativo che desidera allo

stesso prezzo (quello di equilibrio).

Monopolista E’ l’unico produttore Ha una curva di domanda decrescente E’ un price maker, cioè determina il prezzo Riduce il prezzo per aumentare le vendite, se

questo gli conviene.

Non può modificare il prezzo può solo scegliere la quantità che gli conviene produrre, il prezzo lo prendo per dato dal mercato

Tutti i consumatori se voglio consumare il bene devono andare dal monopolista quindi lui inferisce una curva di domanda.Relazione prezzo quantità è l'unico vincolo con cui si deve confrontare

La curva di domanda è un vincolo per il “potere di mercato” (la capacità di scegliere il prezzo) del monopolistaIl monopolista ha un intero menu (P,Q) a sua disposizione (ovvero tutte le copie indicate dalla curva di domanda del bene) e sceglie quella che gli dà il massimo profitto

CAPITOLO 14

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IL RICAVO DEL MONOPOLISTA• Ricavo totale P x Q = RT • Ricavo medio RT/Q = RMe = P • Ricavo marginale ∆RT/∆Q = RMa < P

ESEMPIO CON DATI

Determinano la curva di domanda

Quando inizio a produrre il Rma è uguale a P ma dopo diminuisce sempre

Il ricavo marginale di un monopolista è inferiore al prezzo del bene che produce (se Q > 1).

La curva di domanda è decrescente. Per vendere una quantità superiore, l’impresa

deve offrire un prezzo più basso.

Il ricavo totale

Quando il monopolista diminuisce il proprio prezzo e aumenta la quantità venduta, sortisce due effetti sul ricavo totale (P x Q).

L’effetto produzione—aumenta la quantità venduta, quindi Q è maggiore.

L’effetto prezzo—il prezzo diminuisce, quindi P è minore (per tutte le unità vendute).

La curva del ricavo marginale giace sempre al di sotto della curva di domanda per via dell’effetto prezzo (non presente nel caso di un mercato concorrenziale). Del resto deve essere così poiché il ricavo medio risulta decrescente

Massimizzazione del profitto in regime di monopolio Un monopolista massimizza il profitto producendo la quantità per il quale il ricavo marginale è uguale al costo marginale (come nel caso di concorrenza perfetta, ma stavolta il ricavo marginale è decrescente). Il monopolista usa la curva di domanda per individuare il prezzo che i consumatori sono disposti a spendere per ogni data quantità di bene (ricavo medio).

Il ricavo marginale inizia a diventare negativo quando l'effetto prezzo inizia a diventare inferiore al ricavo quantità

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Per un’impresa concorrenziale, il prezzo è uguale al costo marginale▪

DIFFERENZA TRA MONOPOLIO E CONCORRENZA

Per un’impresa monopolistica, il prezzo è maggiore del ricavo marginale▪

P = RMe = RMa = CondizioneMassimizzazioneprofitto

P = RMe > RMa = Cma

Il profitto del monopolistaIl profitto è uguale al ricavo totale meno il costo totale (come in concorrenza ).

Profitto = RT -CT= (RT/Q -CT/Q) x Q= (P -CMeT) x Q

Differenza con il profitto di concorrenza perfetta è che questo è sostanzialmente maggiore e il profitto a lungo termine tenderà a zero

Ovviamente, il monopolista riceverà un profitto positivo se il prezzo è maggiore del costo medio totale (come nel caso della concorrenza). Infatti (P–CMeT)Q> 0 se P > CMeT

Il costo del monopolio in termini di benessere collettivoIl monopolio porta ad un’allocazione inefficiente delle risorse e non massimizza il benessere economico totale.Infatti, il monopolista produce meno della quantità socialmente efficiente.Dal momento che il monopolista pratica un prezzo superiore al costo marginale, alcuni potenziali consumatori che si trovano nella condizione di valutare il bene più del suo costo marginale, ma meno del prezzo di monopolio, decidono di non acquistarlo.Il prezzo di monopolio impedisce dunque che si realizzino degli scambi socialmente vantaggiosi. Questo però è nell’interesse del monopolista, perché per far avvenire tali scambi dovrebbe accettare di diminuire il prezzo su tutte le quantità scambiate, diminuendo il suo profitto (conflitto di interessi tra il monopolista e i compratori).

La perdita seccaPoiché il monopolista applica un prezzo superiore al costo marginale, si crea un differenziale tra la disponibilità a pagare dei consumatori e il costo del produttore.→Questo differenziale provoca una caduta della quantità prodotta al di sotto del livello socialmente ottimale.

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DISCRIMINAZIONE DEI PREZZILa discriminazione dei prezzi è la pratica di applicare un prezzo diverso a diversi compratori del medesimo bene.→Non è possibile in un mercato concorrenziale.

Fa aumentare i profitti del monopolista.1.Può far ridurre la perdita secca di benessere dovuta al monopolio.2.

Due effetti importanti della discriminazione dei prezzi:

Benessere senza discriminazione Benessere con perfetta discriminazione

prezzi “personalizzati” pari alla disponibilità a pagare, niente perdita secca ma anche rendita dei consumatori nulla

In questo modo il monopolista si appropria di tutto il surplus. Ma non esista la discriminazione perfetta perché io non conosco perfettamente la disponibilità a pagare dei consumatori. Esempi: •Biglietti per il cinema•Biglietti aerei•Buoni sconto (supermarket)•Aiuti finanziari a speciali categorie•Sconti sulla quantitàMECCANISMI PER CREARE DEGLI SCAMBI CHE IN ASSENZA DELLO SCONTO NON SAREBBEREO AVVENUTI

MONOPOLIO E POLITICA ECONOMICA (INDUSTRIALE)

Cercando di stimolare la concorrenza nei settori monopolistici (abbattendo le barriere all’entrata).•

L’autorità di politica economica risponde al problema del monopolio in uno di questi quattro modi:

Regolamentando il comportamento delle imprese monopolistiche.•

Trasformando alcuni monopoli privati in imprese pubbliche.•

Restando inattiva.•

I monopoli sono da un certo punto di vista abbastanza comuni; Le imprese hanno infatti un certo controllo sul prezzo poiché i beni che producono sono diversi da quelli delle concorrenti. Le imprese con un reale potere monopolistico sono però rare e pochi beni sono veramente difficili da sostituire.

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Concorrenza imperfettaLe strutture di mercato che ricadono tra la concorrenza perfetta e il monopolio puro hanno due caratteristiche: • le imprese hanno concorrenti, ma in numero limitato;• non sono costrette a prendere il prezzo di mercato come dato (sono price makers).

Concorrenza monopolistica (sostituisce capitolo 15)

→ Mercato nel quale molte imprese vendono prodotti simili, ma non completamente identici Molte imprese, prodotti differenziati • Imprese sostengono costi (fissi) per differenziare prodotto e venire incontro esigenze clienti • Breve periodo, possibili extraprofitti • Lungo periodo, entrata nuove imprese (costosa ma possibile) fino a erodere extraprofitto

OLIGOPOLIO→Mercato nel quale pochi venditori offrono prodotti molto simili o identici tra loro Le azioni di un venditore nel mercato hanno tendenzialmente un forte effetto sui profitti degli altri venditoriCaratteristica principale = In oligopolio, c’è contraddizione tra la convenienza alla “cooperazione” tra imprese e l’interesse individuale di queste ultime.• Gli oligopolisti nel loro complesso traggono vantaggio dalla “cooperazione”: tramite un accordo “di cartello” potrebbero produrre una quantità bassa e venderla a un prezzo elevato (superiore al costo marginale), facendo profitti simili a quelli di un monopolio.Se due imprese riescono a trovare accordi riescono a comportarsi da monopolista e trarre massimo profittoPerò il singolo oligopolista ha un forte incentivo a non rispettare l’accordo, cercando di vendere più di quanto stabilito.

DUOPOLIO → il caso più semplice di oligopolio (due sole imprese)

Spettro delle strutture di mercato

Esempio: acqua potabileGiacomo e Giuliana sono gli unici venditori d’acqua in una piccola città (con CT = 0 per semplicità).

Possono mettersi d'accordo e scegliere un prezzo conveniente per entrambi -in questo caso produrre 30 litri ciascuno - ma il problema è che i due monopolisti spesso non rispettano l'accordo.Se uno sceglie di produrre 40 invece di trenta (in tutto 70) il profitto totale si abbassa ma il profitto individuale aumenta. Se anche l'altro aumenta anch'esso la produzione riduce il profitto individuale dell'altro.Bisogna decodificare gli incentivi che uno ha in relazione alle scelte degli altri

CAPITOLO 16

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Collusione: Le due imprese possono accordarsi sulla quantità da produrre e il prezzo da applicare, agendo in modo coordinato (costituendo un cartello)

P monopolio (cartello)> P duopolio> P concorrenza

Q monopolio (cartello)< Q duopolio< Q concorrenza

Profitto monopolio (cartello)> Profitto duopolio > Profitto concorrenza

CONFRONTO TRA EQUILIBRI

W monopolio (cartello)< W duopolio< W concorrenza

dove W = Benessere sociale (o collettivo) /surplus

Si può inoltre dimostrare che (di solito):

OLIGOPOLIO E NUMERO DI IMPRESESe un duopolio diventa un triopolio diventa ancora più difficile fare un cartello stabile.

effetto quantità (“effetto Q”) 1.effetto prezzo (“effetto P”)2.

Sappiamo che l’aumento della Q ha due effetti sul profitto:

Fino a che l’effetto Q è maggiore dell’effetto P, al singolo produttore conviene aumentare la quantitàMa se le imprese sono tante:→l’effetto prezzo diventa molto piccolo, e l’incentivo a aumentare la quantità particolarmente forte.→Un oligopolio non collusivo con molte imprese produce un esito vicino a quello della concorrenza perfetta (P = CMa, Q oligopolio = Q efficiente)

EQUILIBRIO DI NASH= situazione in cui nessun decisore ha un incentivo a cambiare le proprie decisioni, date le decisioni altrui.John Nash: matematico premio Nobel dell’Economia nel 1994

Teoria dei giochi ed economia della cooperazioneL’equilibrio di Nash si applica a situazioni di interazione strategica, cioè quando un individuo, per prendere la migliore decisione, deve considerare i possibili comportamenti degli altri utilizzando la Teoria dei giochi → lo studio del comportamento individuale in situazioni strategiche che è essenziale in oligopolio, poiché il profitto di un’impresa dipende anche dalle quantità/prezzi delle altre imprese;Irrilevante in concorrenza perfetta o monopolio.

ESEMPIO: "dilemma del prigioniero"

Senza una confessione, la polizia può dare loro solo 1 anno per porto abusivo di armi.•Proposta (in celle separate): “Se confessi, ottieni l’immunità e l’altro prende 20 anni. Se tutte e due confessate, vi diamo 8 anni”

Bonnie e Clyde, rapinatori di banche, sono stati catturati dalla polizia.

La Teoria dei giochi dimostra facilmente che confessare per entrambi è una strategia dominante → scelta che conviene sempre fare indipendentemente da quello che sceglie l’altro

L'interesse individuale mina un accordo che renderebbe il massimo profitto collettivo

EQUILIBRIO DI NASH

OTTIMO SOCIALE

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Cooperazione = AltruismoRisolvere il dilemma del prigioniero massimizzando l’utilità dell’avversario invece che la nostra

POLITICA ECONOMICA E OLIGOPOLIOLa collusione tra oligopolisti è indesiderabile in quanto provoca un livello di produzione troppo basso e un prezzo troppo elevato (una perdita secca di benessere)Lo Stato cerca quindi di evitare che le imprese si mettano d'accordo e abbiano comportamenti oligopolisti, e tramite leggi tentano di incentivare la concorrenza - evitano le collusioni esplicite ma sono possibili ancora quelle implicite che sono però difficili da rilevare. ↓

Sherman Antitrust Act del 1890 [Legge Rossi 1990]-

Clayton Act del 1914 [Trattato di Roma 1957]-

Vietate le attività “collusive”

Leggi antitrust che rendono illegali le restrizioni dello scambio o i tentativi di monopolizzare il mercato:

Il prezzo di vendita “imposto"

→ beni che anche quando ci sono sconti che riguardano altri beni, quelli non li hanno (es. tecnologia..) è difficile trovare un prezzo differente tra i vari venditori oppure quando il produttore vende a 100 e impone al dettagliante di vendere a 120 perché il prezzo (elevato) imposto obbliga il dettagliante a mantenere elevata la qualità del servizio (di assistenza) da lui offerto.Prezzi predatori

Non è percepita come collusione pura ma come barriera all'ingresso. Vendere per esempio sul territorio di produzione con prezzi inferiori al resto del mondo. La vendita sottocosto può vantaggiare i consumatoriVendite a pacchetto

Offerta parallela di due beni per aumentare domanda (es. Windows e Internet Explorer, casi Microsoft)

Sono emersi tre comportamenti di reazione alle leggi antitrust

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MACROECONOMIA → studia la dinamica di un intero sistema economico (non di un unico agente)andamento di consumo, investimento, prezzi, occupazione e disoccupazioneIl sistema economico è composto da:• Mercato dei beni e servizi–Famiglie domandano–Imprese offrono• Mercati dei fattori produttivi (lavoro e capitale)–Famiglie offrono–Imprese domandano

PREZZI E PRODUZIONI AGGREGATI

prodotto interno lordo (PIL) = somma di tutti i redditi pagati e percepiti in una economia in un certo periodo di tempo (oppure dal lato della produzione è il totale del valore aggiunto di tutte le imprese che operano nell’economia in un dato periodo di tempo)

prodotto nazionale lordo (PNL) : uguale al PIL, ma considera solo i redditi prodotti dai cittadini italiani

Misure del reddito aggregato:

Prezzi correnti: utilizzando nel calcolo del valore aggiunto i prezzi di ogni anno1.Prezzi costanti: tenendo conto dell’andamento dei prezzi, utilizzando2.Deflatore del PIL → coglie l’andamento temporale di tutti i prezzi dei beni prodotti in un paese-

Indice dei prezzi al consumo → coglie l’andamento temporale dei prezzi dei beni di consumo consumati in un paese

-

PIL si misura a

Andamento produzione nel tempo• Cresce attorno a trend di lungo periodo• Fluttua attorno a trend, alternando fasi di–Espansione–Rallentamento–Recessione–Ripresa

Prezzi variano nel tempoAumento dei prezzi nel tempo detto “inflazione”.Tasso di inflazione (è una misura della variazione dell’inflazione)• positivo e in aumento = prezzi crescono• Positivo e in diminuzione = disinflazione• Negativo, prezzi diminuiscono = deflazione

Situazione in Italia

MACROECONOMIA

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DISOCCUPATI = persone che cercano attivamente lavoro ma non lo trovanoFORZA LAVORO = occupati + disoccupatiTASSO di DISOCCUPAZIONE = disoccupati/ forza lavoro

PROBLEMI MACROECONOMICI: DISOCCUPAZIONE

Persone che non partecipano al mercato del lavoro (es. studenti a tempo pieno) non sono disoccupate

Disoccupazione: eccesso di offerta di lavoro N°di disoccupati/ Forza lavoroLa Forza lavoro

DI DISEQUILIBRIO: legata a andamento economia-

e dipende dal tempo necessario per trovarelavoro.DI EQUILIBRIO: naturale (o strutturale) avviene-

quando non c'è proprio lavoro

• può essere

• andamento “anticiclico”La disoccupazione aumenta quando il Pil diminuisceLa disoccupazione diminuisce quando il Pil aumentaIn Italia sta calando la disoccupazione ma resta alta.

LE ORIGINI DELLA CRISI ATTUALE: CRISI FINANZIARIA 2007-2008La crisi attuale è la conseguenza diretta dei provvedimenti di politica economica presi per affrontare la crisi dei mutui sub-prime del 2007-2008.Come è noto, bolla immobiliare, bassi tassi di interesse iniziali, cartolarizzazioni spregiudicate, diffusione di un sistema bancario ombra con crescita abnorme della leva finanziaria, assenza di regolamentazioneIn seguito al dissesto dei mutui sub-prime, il valore dei titoli cartolarizzati si è pressoché annullato, le banche sono entrate in crisi di liquidità, il mercato interbancario si è vaporizzato, le Borse sono crollate, alcune banche o istituzioni finanziarie sono fallite (LB) o sono state nazionalizzate o salvate con interventi ad hoc delle autorità di Governo.La crisi dagli Stati Uniti si è diffusa nel mondo attraverso il sistema delle interdipendenze finanziarie e reali.In particolari la crisi, inizialmente solo finanziaria, è diventata reale in seguito all’operare dei classici meccanismi di trasmissione: credit crunch, effetti ricchezza, effetti sulle aspettative di famiglie e imprese, maggiore avversione al rischio e preferenza per la liquidità, moltiplicatore del reddito, commercio internazionale. In questa difficilissima situazione, tendenzialmente peggiore di quella del 1929, le autorità di governo sono intervenute anzitutto per evitare che la crisi di liquidità portasse al fallimento delle banche e delle istituzioni finanziarie. L’intervento dei Governi è stato di dimensioni senza precedenti per l’ammontare dei fondi stanziati. Di conseguenza i deficit e i debiti pubblici si sono fortemente ampliati, per l’operare sia (soprattutto) degli stabilizzatori automatici, sia anche (laddove la situazione iniziale delle finanze pubbliche lo permetteva) di interventi discrezionali

CRISI DEI DEBITI SOVRANI

Autunno 2009: governo greco rivela le reali dimensioni del deficit greco (al 14% del Pil)-

Cresce la preoccupazione degli investitori in titoli di Stato greci-

Scoppia la crisi del debito sovrano.-

Maggio 2010: viene varato un primo piano di salvataggio della Grecia, a condizioni, tuttavia, molto dure per un Paese già fortemente indebolito.

-

I salvataggi toccano all’Irlanda e poi nel 2011 al Portogallo, poi tocca alla Spagna e alla fine all’Italia.-

Critica appare soprattutto la situazione dei cosiddetti PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) dove la situazione dei conti pubblici è problematica.

I premi per il rischio di insolvenza salivano ovunque nei cosiddetti PIIGS e tutti i paesi erano costretti ad adottare misure di risanamento fiscale per rassicurare i mercati. La BCE, vincolata dal mandato che le vieta di farsi carico del debito di singoli Stati, è sempre più preoccupata per la stabilità dell’euro.

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Secondo problema: La produttività del lavoro è bassa ma è in via di ripresa

Primo problema: Il debito pubblico si è stabilizzato ma resta alto

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