QUANDO LE ATTENZIONI E I TENTATIVI DI “RICONQUISTA” DELL’EX PARTNER DIVENTANO STALKING?

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 STUDIO LEGALE CECATIELLO Via Carducci, 12 -20123 Milano T +39 02 72022862 F +39 02 89016054 E-mail [email protected] C.F. CCTRND70S12F205P P .IV A 06067090966 www.cecatiello.it [email protected] QUANDO LE A TTENZIONI E I TENT A TIVI DI “RICONQUISTA” DELL’EX PARTNER DIVENTANO STALKING? Molto spesso accade che un partner respinto non si rassegni e cerchi in ogni modo di riavvici- nare il suo/la sua ex, con lo scopo di riprendere una relazione che non si convince essere nita. Ma quali sono i limiti tra il comprensibile tentativo di riprendere una reazione nita, di ricon- quistare il partner e lo stalking? Quali sono i conni che non devono essere varcati? Quando le attenzioni diventano intollerabili? La Cassazione Penale con la sentenza n. 48690 del 2014 cerca di porre luce su quelli che sono è perfettamente in linea con l’orientamento “vivente”. Il caso in esame della Cassazione era il seguente. Una donna decide, in modo estremamente repentino, di troncare una relazione senti- mentale. L’ex partner, nell’arco di una settimana, invia alla donna numerosi messaggi e compie ripetute telefonate, si reca di persona nei luoghi da lei frequentati, le impone la propria presenza e cerca di convincerla a non interrompere il rapporto. Non solo: attua tre tentativi di suicidio (  presunto ) dinan zi alla p ersona of fesa, per poi accu sarla di es sere la resp onsabile d ella sua stessa condotta e, non contento, preannuncia altre iniziative analoghe. Il Tribunale, in seguito alla denuncia della vittima, condanna l’uomo per atti persecutori di cui all’art. 612-bis c.p. La Corte di appello conferma la condanna dell’uomo. In secondo grado confermata la decisione che reputa irrilevante la circostanza che il comportamento assillante

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Quali sono i limiti tra il comprensibile tentativo di riprendere una reazione finita, di riconquistare il partner e lo stalking? Quali sono i confini che non devono essere varcati? Quando leattenzioni diventano intollerabili?

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  • STUDIO LEGALE CECATIELLOVia Carducci, 12 -20123 Milano

    T +39 02 72022862 F +39 02 89016054 E-mail [email protected] C.F. CCTRND70S12F205P P.IVA 06067090966www.cecatiello.it [email protected]

    QUANDO LE ATTENZIONI E I TENTATIVI DI RICONQUISTADELLEX PARTNER DIVENTANO STALKING?

    Molto spesso accade che un partner respinto non si rassegni e cerchi in ogni modo di riavvici-nare il suo/la sua ex, con lo scopo di riprendere una relazione che non si convince essere finita.Ma quali sono i limiti tra il comprensibile tentativo di riprendere una reazione finita, di ricon-quistare il partner e lo stalking? Quali sono i confini che non devono essere varcati? Quando le attenzioni diventano intollerabili?

    La Cassazione Penale con la sentenza n. 48690 del 2014 cerca di porre luce su quelli che sono perfettamente in linea con lorientamento vivente. Il caso in esame della Cassazione era il seguente. Una donna decide, in modo estremamente repentino, di troncare una relazione senti-mentale. Lex partner, nellarco di una settimana, invia alla donna numerosi messaggi e compie ripetute telefonate, si reca di persona nei luoghi da lei frequentati, le impone la propria presenza e cerca di convincerla a non interrompere il rapporto. Non solo: attua tre tentativi di suicidio ( presunto ) dinanzi alla persona offesa, per poi accusarla di essere la responsabile della sua stessa condotta e, non contento, preannuncia altre iniziative analoghe.

    Il Tribunale, in seguito alla denuncia della vittima, condanna luomo per atti persecutori di cui allart. 612-bis c.p. La Corte di appello conferma la condanna delluomo. In secondo grado confermata la decisione che reputa irrilevante la circostanza che il comportamento assillante

  • STUDIO LEGALE CECATIELLOVia Carducci, 12 -20123 Milano

    T +39 02 72022862 F +39 02 89016054 E-mail [email protected] C.F. CCTRND70S12F205P P.IVA 06067090966www.cecatiello.it [email protected]

    dellimputato fosse durato soltanto una settimana, viene osservato che la prova dello stato di ansia o di paura cagionato nel soggetto passivo ben poteva essere dedotta dalla idoneit del comportamento assunto determinare conseguenze destabilizzanti in una persona comune (ido-neit certamente ravvisabile in una minaccia di suicidio).

    La difesa delluomo proponeva pertanto ricorso per Cassazione sostenendo linsussistenza del delitto di reati persecutori. Il legale delluomo, a sostegno del ricorso, affermava che non sa-rebbe possibile ravvisare una reiterazione di condotte tale da ingenerare nella persona offesa un perdurante stato di ansia o di paura, in virt della estrema brevit dellarco temporale interes-sato dalle condotte moleste. Ritiene poi insussistente il dolo, perch latteggiamento delluo-mo era connesso soltanto dalla mancata comprensione della repentina e drastica scelta della persona offesa di interrompere la relazione, volendo egli soltanto ottenere una spiegazione, un chiarimento in ordine alla scelta unilaterale dellex partner.

    La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso alla luce di tre presupposti. La Suprema Corte ha riaffermato il principio secondo il quale per Anzitutto per la reiterazione della condotta sono sufficienti anche due sole condotte di minaccia o di molestia: se vero che la modificazione di uno standard consolidato di comportamenti difficilmente avviene nel giro di pochi giorni, altrettanto innegabile che la produzione di uno stato di forte ansia o paura ben pu essere il ri-sultato di minacce e molestie assai ravvicinate. La Cassazione ha poi precisato che in relazione allevento del perdurante e grave stato di ansia o di paura la norma non richiede che sia accer-tato una patologia a carico della vittima, essendo sufficiente la produzione di un effetto destabi-lizzante della serenit e dellequilibrio psicologico, considerato che la fattispecie incriminatrice non costituisce una duplicazione del reato di lesioni; senza considerare poi che i comportamenti realizzati furono obiettivamente idonei a porre la vittima in una condizione di elevata pres-sione psicologica, avendo portata destabilizzante nei confronti della generalit delle persona la minaccia di un suicidio. In ultimo, sul piano psicologico, la Cassazione ha ritenuto il dolo sus-sistente, perch il soggetto avrebbe agito nella consapevolezza della idoneit delle medesime alla produzione di uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice.Secondo questo orientamento perch si possa configurate il reato di stalking sufficiente che la condotta persecutoria venga posta in essere anche per un breve periodo e che i comportamenti tenuti dallautore del reato generino un effetto destabilizzante della serenit e dellequilibrio psicologico della vittima anche se non sono tali da cagionargli una patologia.(Cass. Pen., Sez. V, 24 novembre 2014, n. 48690).

    Armando Cecatiello Avvocato, Milanowww.cecatiello.it