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ALLEGATO VII Procedure di sicurezza e norme comportamentali Settembre 2017 ERSU di Camerino – Loc. Colle Paradiso, 1 – 62032 Camerino (MC) 1 ALLEGATO VII Procedure di sicurezza e norme comportamentali SEDE E.R.S.U. Località Colle Paradiso, 1 – 62032 Camerino (MC)

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ALLEGATO VII

Procedure di sicurezza e norme comportamentali Settembre 2017

ERSU di Camerino – Loc. Colle Paradiso, 1 – 62032 Camerino (MC) 1

ALLEGATO VII

Procedure di sicurezza e norme

comportamentali

SEDE

E.R.S.U.

Località Colle Paradiso, 1 – 62032 Camerino (MC)

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Uso della cassetta di sicurezza

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EMERGENZA SVERSAMENTO PRODOTTI

MISURE DI EMERGENZA IN CASO DI SPARGIMENTI DI PRODOTTI

Organizzazione:

Collocare in luogo facilmente accessibile un kit di emergenza formato almeno dal seguente materiale:

� flaconi lavaocchi con soluzione tampone per acidi e basi; � maschere antigas a pieno facciale con filtro universale; � panni e salsicciotti assorbenti specifici in caso di spargimenti accidentali di liquidi

aggressivi e pericolosi; � assorbenti specifici in grado di limitare la fuoriuscita di vapori in caso di spargimento di

sostanze fortemente reattive e ossidanti (acido nitrico, acido solforico fumante, acido fluoridrico, bromo,perossido d'idrogeno) o liquidi particolarmente tossici;

� bidoni per la raccolta degli spargimenti accidentali di prodotti chimici muniti di coperchio con chiusura a sigillo e maniglie per il trasporto;

� guanti alla moschettiera con la massima resistenza ad agenti chimici aggressivi (acidi, basi,solventi, ecc.) ed al maggior numero di detti agenti corredati della scheda tecnica;

� stivali con la massima resistenza ad agenti chimici aggressivi (acidi, basi, solventi, ecc.) ed al maggior numero di detti agenti corredati della scheda tecnica;

� indumenti di protezione con la massima resistenza ad agenti chimici aggressivi (acidi, basi,solventi, ecc.) ed al maggior numero di detti agenti corredati della scheda tecnica.

Modalità operative

Adottare la seguente procedura in corrispondenza di modesti spargimenti:

� indossare i D.P.I. (guanti, occhiali, maschere, camici) necessari ad evitare ogni esposizione;

� allontanare le persone non indispensabili; � attivare il sistema di aspirazione se presente; � consultare la scheda di sicurezza e in base alla natura, all’entità del versamento

utilizzare la pompa (disponibile presso il SPP) o i presidi di emergenza adeguati sopra descritti;

� recuperare completamente il materiale versato; � eliminare il rifiuto secondo le norme vigenti e la procedura in precedenza descritta.

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Richiedere l’intervento dei vigili del fuoco nel caso di spargimento di elevate quantità.

In caso di infortunio:

� prodigare le prime cure alle persone infortunate, se si è in grado di farlo; � sostituire i mezzi di protezione o gli abiti contaminati; � decontaminare la cute eventualmente esposta con acqua corrente, docce, lavaggi

oculari,antidoti, neutralizzanti, ecc..., a seconda della sostanza. E' importante, comunque, affidarsi a un esperto;

� procedere ad un esame dell'infortunato mediante controllo delle funzioni vitali e un'ispezione accurata del soggetto;

� valutare la dinamica dell'incidente; � rassicurare l'infortunato se è cosciente (soccorso psicologico); � evitare commenti sul suo stato anche se pare incosciente; � chiamare il pronto intervento (0118) qualora si ritenga necessario, specificando

chiaramente l'indirizzo e le modalità di accesso alla struttura; � praticare le manovre previste per l'urgenza e/o per la gravità; � se la situazione non è urgente fare il minimo indispensabile; � porre comunque l'infortunato nella posizione di attesa più idonea; � non lasciare l'infortunato da solo fino a che non verrà affidato a persone competenti; � in caso di incidente provocato da contatto con sostanze chimiche, consegnare al medico

l'imballaggio con l'etichetta della sostanza.

Misure di emergenza incendio

Adottare la seguente procedura in presenza di un piccolo focolaio:

� allertare i presenti e provare ad estinguere l’incendio o richiedere l’intervento delle squadre di emergenza;

� utilizzare l’estintore più vicino verificando prima la compatibilità con le sostanze; � togliere il fermo di sicurezza; � impugnare con la mano sinistra l’estintore con la destra l’erogatore; � azionare la leva di erogazione; � dirigere il getto alla base delle fiamme con direzione quasi parallela al pavimento,

sventagliando da sinistra a destra; � evitare di colpire la fiamma dall’alto in basso; � avvicinarsi progressivamente tenendosi a debita distanza;

Se la situazione è incontrollabile:

� dare l’allarme; � chiamare i vigili del fuoco;

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Pittogramma di

pericolo

(regolamento

CE 1272/2008)

Significato (definizione e precauzioni)

Esempi

GHS01

Classificazione: sostanze o preparazioni che possono esplodere a causa di una scintilla o che sono molto sensibili agli urti o allo sfregamento.

Precauzioni: evitare colpi, scuotimenti, sfregamenti, fiamme o fonti di calore.

Tricloruro di azoto Nitroglicerina

GHS02

Classificazione: Sostanze o preparazioni che possono surriscaldarsi e successivamente infiammarsi al contatto con l'aria a una temperatura normale senza impiego di energia; solidi che possono infiammarsi facilmente per una breve azione di una fonte di fiamma e che continuano ad ardere; sostanze o preparazioni liquide che possiedono un punto di combustione compreso tra i 21 e i 55 °C. ; gas infiammabili al contatto con l'aria a pressione ambiente ; gas che a contatto con l'acqua o l'aria umida creano gas facilmente infiammabili in quantità pericolosa. Precauzioni: evitare il contatto con materiali ignitivi (come aria e acqua).

Benzene Etanolo Acetone

Idrogeno Acetilene Etere etilico

GHS03

Classificazione: sostanze che si comportano da ossidanti rispetto alla maggior parte delle altre sostanze o che liberano facilmente ossigeno atomico o molecolare, e che quindi facilitano l'incendiarsi di sostanze combustibili. Precauzioni: evitare il contatto con materiali combustibili.

Ossigeno Nitrato di potassio Perossido di idrogeno

GHS04

Classificazione: bombole o altri contenitori di gas sotto pressione, compressi, liquefatti, refrigerati, disciolti. Precauzioni: trasportare, manipolare e utilizzare con la necessaria cautela.

Ossigeno Acetilene

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GHS05

Classificazione: questi prodotti chimici causano la distruzione di tessuti viventi e/o materiali inerti. Precauzioni: non inalare ed evitare il contatto con la pelle, gli occhi e gli abiti.

Acido cloridrico Acido fluoridrico

GHS06 per prodotti

tossici acuti

Classificazione: sostanze o preparazioni che, per inalazione,

ingestione o penetrazione nella pelle, possono implicare

rischi gravi, acuti o cronici, e anche la morte.

Precauzioni: deve essere evitato il contatto con il corpo.

Cloruro di bario Monossido di carbonio Metanolo Trifluoruro di boro

GHS08 per prodotti

tossici a lungo termine

Classificazione: sostanze o preparazioni che, per inalazione, ingestione o assorbimento attraverso la pelle, provocano rischi estremamente gravi, acuti o cronici, e facilmente la morte. Precauzioni: deve essere evitato il contatto con il corpo, l'inalazione e l'ingestione, nonché un'esposizione continua o ripetitiva anche a basse concentrazioni della sostanza o preparato.

Cianuro Nicotina Acido fluoridrico

GHS07

Classificazione: sostanze o preparazioni che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono implicare rischi per la salute non mortali; oppure sostanze che per inalazione o contatto possono causare reazioni allergiche o asmatiche; oppure sostanze dagli effetti mutageni sospetti o certi[3]. Precauzioni: i vapori non devono essere inalati e il contatto con la pelle deve essere evitato.

Laudano Diclorometano Cisteina

GHS09

Classificazione: il contatto dell'ambiente con queste sostanze o preparazioni può provocare danni all'ecosistema a corto o a lungo periodo. Precauzioni: le sostanze non devono essere disperse nell'ambiente.

Fosforo Cianuro di potassio Nicotina

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GESTIONE RIFIUTI

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INDICE

GENERALITA'........................................ ............................................................... 11

DISTRIBUZIONE................................................................................................... 11

APPLICAZIONE ....................................... ............................................................. 11

ACRONIMI E ABBREVIAZIONI ........................... ................................................. 11

DESCRIZIONE ...................................................................................................... 12 Definizioni ..................................................................................................... 12 Finalità e principi nella gestione dei rifiuti ...................................................... 13 Compiti del produttore................................................................................... 13 Classificazione dei rifiuti................................................................................ 14 Raccolta dei rifiuti.......................................................................................... 15

DIAGRAMMA DI FLUSSO ................................ .................................................... 17

NORMATIVA.......................................... ............................................................... 18

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GENERALITÀ

Questa procedura ha lo scopo di definire come l’azienda intende gestire il processo di trattamento dei

rifiuti nel rispetto della normativa vigente.

DISTRIBUZIONE

Questo è un documento interno ed è di libero accesso a tutto il personale.

APPLICAZIONE

Questa procedura è applicabile a tutto il processo. È applicabile quindi trasversalmente a tutte le entità

e persone suscettibili di generare, manipolare, selezionare, imballare, stoccare, trasportare rifiuti, sia

pericolosi che generici nell’ambito delle varie attività aziendali.

ACRONIMI E ABBREVIAZIONI

Di seguito un elenco di acronimi e abbreviazioni

RA Responsabile Ambientale

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DESCRIZIONE

Definizioni

Rifiuto:

La Comunità europea, con la Direttiva n.2008/98/Ce del 19 novembre 2008 (Gazzetta Ufficiale Europea

L312 del 22 novembre 2008) definisce rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o

abbia l'intenzione o l'obbligo di disfarsi. Definisce quindi come Rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto che

rientra nelle categorie riportate nell’Allegato A alla parte quarta del Decreto Legislativo 152 del 3 aprile

2006 e di cui il detentore si disfi oppure abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi (art. 183 a) del D.Lgs.

152 del 03/04/2006)

Produttore:

Il “produttore” si intende “produttore/detentore di rifiuti speciali. Il produttore è quindi la persona la cui

attività ha prodotto rifiuti. È altresì la persona che ha effettuato operazioni di pretrattamento, miscuglio

o altre operazioni che hanno mutato la natura o la composizione di detti rifiuti. Nell’ambito di un

contesto lavorativo ogni operatore è un produttore dal punto di vista materiale, a cui compete la

corretta gestione del rifiuto.

Insediamento Produttivo:

Tutte le strutture sono individuate come insediamenti produttivi e pertanto sono soggette agli obblighi

di cui al D.Lgs. 152 del 03/04/06. Il luogo in cui i rifiuti vengono materialmente prodotti è in via Le

Mosse, 1 – 62032 CAMERINO.

Detentore:

All’art. 183 c.1 lett. c) si definisce il detentore come il produttore o il soggetto che detiene i rifiuti. a

avente potere di spesa.

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Deposito temporaneo:

La definizione è “Il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della raccolta, nel luogo in cui gli stessi

sono prodotti. Quindi il deposito deve essere fatto per categorie omogenee di rifiuti nel rispetto delle

norme tecniche per il deposito, l’imballaggio e l’etichettatura”.

Finalità e principi nella gestione dei rifiuti

La gestione dei rifiuti è un’attività cruciale, di pubblico interesse, che è appositamente normata per

assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e controlli efficaci. L’azienda si impegna che tutte le

operazioni di recupero o smaltimento devono avvenire senza pericolo per la salute dell’uomo e senza

usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio per l’ambiente. Il processo generale di

gestione dei rifiuti è diviso in quattro macro fasi riassunte nella successiva sezione “diagramma di

flusso”.

L’Ente intende gestire il processo di trattamento dei rifiuti attraverso i seguenti principi di base:

Precauzione, Prevenzione, Proporzionalità, Responsabilizzazione, Cooperazione.

che sarà effettuati secondo i principi di:

Efficacia, Efficienza, Economicità e Trasparenza.

Nell’ambito di questa attività ha inoltre individuato le seguenti priorità:

1. prevenzione e riduzione (produzione e pericolosità)

2. riciclo, reimpiego e riutilizzo

3. smaltimento (effettuato in condizioni di sicurezza)

Compiti del produttore

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Al Produttore/Detentore spettano tutte le competenze in materia di gestione dei rifiuti speciali

pericolosi e non pericolosi.. Sono qui riassunti i punti particolari:

� Organizza e sovrintende tutte le attività relative alla gestione dei rifiuti speciali nel rispetto della normativa vigente;

� Predispone il MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale); � Provvede alla tenuta e compilazione del Registro di Carico e Scarico dei Rifiuti attraverso

la nuova gestione Sistri 1002 FNC PRIF SIS; � Provvede al corretto smaltimento dei rifiuti speciali controllando la compilazione dei

formulari dei rifiuti; � Cura e sovrintende la tenuta del deposito temporaneo; � Provvede alla corretta identificazione e gestione dei rifiuti speciali prodotti; � Informa i propri collaboratori interessati sulle corrette procedure da adottare; � Vigila sulla corretta gestione dei rifiuti speciali da parte dei propri collaboratori.

Oltre a questi compiti l’Entestabilisce che:

� gestisce i rifiuti attraverso il metodo denominato “Sistri” � i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di smaltimento

secondo una delle seguenti modalità alternative: o con cadenza trimestrale, indipendentemente dalle quantità in deposito, o quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga complessivamente i 2 metri cubi di cui al massimo 1 metro cubo di rifiuti pericolosi. In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limite all’anno, il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno;

� si assicura del rilascio della copia delle autorizzazioni dei trasportatori e smaltitori che ritirano e gestiscono in modo da verificare che, nella lista dei codici CER autorizzati, compaia il codice di cui l’azienda intende disfarsi;

� ha individuato nel “Responsabile Ambientale” o suo preposto, il referente aziendale che ha l’obbligo di applicare e verificare il rispetto del presente documento, osservando i principi e le priorità stabilite.

Classificazione dei rifiuti

L’azienda adotta lo schema generale di classificazione dei rifiuti (ai sensi dell'art.189 comma 2 lett. g del

D. Lgs 152/06) e distingue i rifiuti per origine e pericolosità:

• Per origine si intende che un rifiuto può essere di tipo urbano o speciale

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• Per pericolosità si intende che un rifiuti può essere pericoloso o non pericoloso.

Secondo questa definizione l’azienda produce rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi secondo le

schema della tabella di seguito.

Origine del

rifiuto

Pericolosità del

rifiuto

Esempio di rifiuto

Speciale

Non pericoloso

Carta, plastica, imballaggi, vetro, macchinari, ferro, rifiuti da lavorazioni

artigianali, rifiuti da lavorazione industriale, macchinari e apparecchiature

deteriorate e obsolete

Speciale

Pericoloso

Rifiuti chimici, Toner etc

La classificazione dei Rifiuti Speciali viene demandata al responsabile della Gestione Ambientale.

Raccolta dei rifiuti

Per tutti i rifiuti, speciali, pericolosi e non pericolosi, l’Ente si impegna a:

� Stipulare un contratto di pulizie nel quale la ditta ha il compito di raccogliere ed eliminare la spazzatura generica differenziata (rifiuti speciali non pericolosi) prodotta all’interno dell’azienda;

� Individuare tutti i contenitori idonei per ogni tipologia di rifiuto; � Stabilire le regole per lo smaltimento;

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� Individuare le zone idonee per il deposito temporaneo; � Formare e informare tutto il personale; � Individuare una ditta per lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi.

Il personale è tenuto a:

� rispettare le disposizioni aziendali; � rispettare i principi citati; � leggere e rispettare la documentazione relativa; � smaltire e movimentare correttamente tutti i rifiuti pericolosi; � attenersi alle disposizioni del RA.

E’ demandato al R.A. lo smaltimento di eventuali ingombranti tramite ditte incaricate.

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DIAGRAMMA DI FLUSSO

Diagramma di flusso che descrive le marco attività relative alla gestione dei rifiuti

ATTIVITA’

DESCRIZIONE

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NORMATIVA

D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale” - Parte IV Rifiuti e bonifica siti contaminati (come

modificato dal D.Lgs. n.4/2008).

D.P.R. n. 254/2003 “Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari a norma dell'art.

24 della legge 31 luglio 2002, n. 179”.

D.Lgs. n.151/2005 “Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla

riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo

smaltimento dei rifiuti.

* Contengono disposizioni particolari per la gestione di determinate categorie di rifiuti

D.M. 161/02, D.M. Ambiente 12 giugno 2002, n. 161Regolamento attuativo degli articoli 31e 33 del

decreto legislativo 5 febbraio1997, n. 22, relativo all'individuazione dei rifiuti pericolosi che è possibile

ammettere alle procedure semplificate

D.M. 17 dicembre 2010, Modifiche ed integrazioni al decreto 17 dicembre 2009, recante l’istituzione del

sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti.

D.M. 15 febbraio 2010, D.M. 9 luglio 2010 Modifiche ed integrazioni al decreto 17 dicembre 2009,

recante: «Istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell'articolo 189 del

decreto legislativo n. 152 del 2006 e dell'articolo 14-bis del decreto-legge n. 78 del 2009 convertito, con

modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009».

D.Lgs 3 dicembre 2010, n. 205 Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento

europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive.

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IDENTIFICAZIONE RIFIUTI

INDICE

GENERALITA'........................................ ............................................................... 20

DISTRIBUZIONE................................................................................................... 20

APPLICAZIONE ....................................... ............................................................. 20

DESCRIZIONE ...................................................................................................... 20 Rifiuti Pericolosi ............................................................................................ 20 Codici Smaltimento Rifiuti Pericolosi E Non Pericolosi .................................. 21

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GENERALITA' Questo documento indica tutti i rifiuti pericolosi individuati dall’azienda e descrive la metodologia da

utilizzare per la loro individuazione.

DISTRIBUZIONE

Questo è documento un documento interno ed è di libero accesso a tutto il personale.

APPLICAZIONE

Questa procedura operativa è applicabile a tutto il processo. È applicabile quindi trasversalmente a tutte

le entità e persone suscettibili di generare, manipolare, selezionare, imballare, stoccare, trasportare

rifiuti, sia pericolosi che generici nell’ambito delle varie attività aziendali.

DESCRIZIONE

Rifiuti Pericolosi

L’Ente, nell’ambito delle sue attività, ha individuato, secondo la classificazione art. 184 D.Lgs 152/2006,

la seguente tipologia di rifiuti:

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Non pericolosi

(da dichiarare

per aziende >

10 dipendenti)

Rifiuti da lavorazioni, non entrando nella categoria dei pericolosi.

Rifiuti

Speciali

Pericolosi

Esplosivo, comburente, infiammabile, irritante, nocivo, tossico,

cancerogeno,corrosivo, infettivo, tossico per il ciclo riproduttivo,

mutageno, sviluppo gas tossico al contatto con aria/acidi, residui

pericolosi dopo eliminazione, ecotossico

Codici Smaltimento Rifiuti Pericolosi e Non Pericolosi

Il CER Codice Europeo dei Rifiuti, è un codice identificativo, posto in sostituzione al codice italiano, che

viene assegnato ad ogni tipologia di rifiuto in base alla composizione e al processo di provenienza. Il CER

(in vigore dal 1 gennaio 2002) è composto da sei cifre e viene assegnato ad ogni tipologia di rifiuto in

base alla composizione e al processo di provenienza. Le cifre sono così ripartite:

1. per categoria o attività che genera il rifiuto (prima coppia di numeri);

2. per processo produttivo che ne ha causato la produzione (seconda coppia di numeri);

3. per le caratteristiche specifiche del rifiuto stesso (ultima coppia di numeri).

E’ il codice a 6 cifre che identifica i rifiuti, ed è del tipo: XX. YY. ZZ.

XX Attività che genera rifiuto

YY Processo che genera rifiuto

ZZ Singolo rifiuto

Esempio Codice CER 15.01.02

15 rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi (non specificati altrimenti) 01 imballaggi (compresi i rifiuti urbani di imballaggio oggetto di raccolta differenziata) 02 imballaggi in plastica

Altri parametri importanti da tenere in considerazione nell’individuazione del codice di smaltimento

opportuno sono le Identificazione Delle Proprietà Pericolose Delle Sostanze che possono essere

acquisite tramite:

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• Scheda di sicurezza

• Frasi di Rischio

• Consigli di prudenza

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STOCCAGGIO SOSTANZE

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GENERALITÀ

Questa istruzione operativa descrive la metodologia da utilizzare per lo stoccaggio, la manipolazione e la

movimentazione dei rifiuti relativa all’attività con una particolare attenzione ai rifiuti pericolosi.

DISTRIBUZIONE

Questo è documento un documento interno ed è di libero accesso a tutto il personale.

APPLICAZIONE

Questa procedura di gestione è applicabile a tutto il processo. È applicabile quindi trasversalmente a

tutte le entità e persone suscettibili di generare, manipolare, selezionare, imballare, stoccare,

trasportare rifiuti, sia pericolosi che generici nell’ambito delle varie attività aziendali.

DESCRIZIO NE

Regole generali per il confezionamento ed etichettatura per i rifiuti speciali

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I Rifiuti Speciali, alla cui composizione partecipano sostanze o preparati pericolosi (sono trattati come

“rifiuto” non solo i reagenti ed i prodotti di scarto, ma tutte quelle sostanze che in qualche modo

entrano in gioco nel processo, come le acque di lavaggio o altre accessorie), devono essere contenuti in

imballaggi che, ai fini della solidità e tenuta ermetica, devono presentare le seguenti caratteristiche:

• Se applicabile (ad es. liquidi), larga imboccature che faciliti le operazioni di travaso

• Confezionati e chiusi per impedire la fuoriuscita del contenuto

• Costituiti da materiali inattaccabili dal contenuto e non suscettibili a formare combinazioni

nocive

• Solidi e resistenti

• Riportato sull’imballaggio il nome del rifiuto e il codice C.E.R., la Classe di

pericolosità (H1 – H14) e i simboli ed indicazioni di pericolo

• Sul contenitore va applicata la R in base alle disposizioni contenute nella nota n.

1912 del 2ottobre 2007 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Allegati al presente documento ci sono le informative da applicare sui contenitori divise per codici CER.

Regole generali di stoccaggio, manipolazione e conservazione

I Rifiuti Speciali, alla cui composizione partecipano sostanze o preparati pericolosi, devono essere

contenuti in imballaggi che, ai fini della solidità e tenuta ermetica, devono presentare le seguenti

caratteristiche:

1. Confezionati e chiusi per impedire la fuoriuscita del contenuto 2. Essere costituiti da materiali inattaccabili dal contenuto e non suscettibili a formare

combinazioni nocive, solidi e resistenti 3. Riportare sull’imballaggio il nome del rifiuto, il codice C.E.R. classe di pericolosità,

simboli ed indicazioni di pericolo 4. Predisposizione di una procedura con istruzioni specifiche per la raccolta e l’eventuale

trattamento dei “prodotti” che possono avere origine da diverse fasi operative. 5. Sempre disponibili contenitori di materiale idoneo, etichettati con la denominazione

della tipologia dei rifiuti, con i simboli di rischio corrispondenti.

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6. I contenitori devono essere collocati in zone dedicate, separati da prodotti non compatibili e, protetti contro perdite ed esalazioni.

7. Allontanare gli scarti con frequenza periodica che dipende dalla sostanza, e dalla sua quantità.

8. Fissare criteri di miscibilità (secondo i disposti di legge) per ridurre le tipologie di rifiuti prodotti.

9. I rifiuti particolarmente pericolosi ( alcuni reattivi, o instabili, o cancerogeni..) devono seguire procedure particolari sia per la raccolta che per la conservazione.

10. Trattare come “rifiuto” non solo i reagenti e i prodotti di scarto, ma tutte quelle sostanze che in qualche modo entrano in gioco nel processo, come le acque di lavaggio o altre “accessorie”.

11. I “rifiuti” sono anche i recipienti e gli imballaggi che li contengono. 12. In tutti i contenitori devono essere presenti dei cartelli informativi che riepilogano le

caratteristiche del rifiuto da poter inserire come da schede allegate.

CARATTERISTICHE DEI CONTENITORI O TANICHE PER I RIFIUTI A RISCHIO CHIMICO

1. Larga imboccature che faciliti le operazioni di travaso. 2. Chiusura ermetica ed accessori per il riempimento. 3. Caratteristiche di tenuta, resistenza chimica e meccanica adeguate ai prodotti che

devono contenere.

In generale si ricorda che per un corretto smaltimento di contenitori utilizzati in laboratorio i recipienti

che hanno contenuto liquidi pericolosi non possono essere inviati al riciclo (raccolta differenziata del

vetro e della plastica) se non previo compimento di adeguate operazioni di pulizia. Infatti, affinché tali

materiali possano essere considerati rifiuti non pericolosi devono essere accuratamente lavati e/o

sterilizzati in modo tale da non costituire rischio alcuno per gli operatori e per l’ambiente.