Probabilità, osservata o calcolata, di un evento cardiovascolare, fatale o non fatale, in un...

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Probabilità, osservata o calcolata, di un evento cardiovascolare, fatale o non fatale, in un soggetto o in una popolazione in studio

Last JM.- "A Dictionary of Epidemiology" Third Edition – Oxford University Press 1995

Rischio Assoluto

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Il rapporto fra il rischio di un evento cardiovascolare, fatale o non fatale, negli esposti rispetto ai non esposti

incidenza negli esposti RR = -----------------------------------

incidenza nei non esposti

Rischio Relativo

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Number Needed to teat (NNT):pazienti da trattare per prevenire un evento

Shepherd J et al. Cardiology 1996;87:1-5

L’intera coorte WOSCOPS

400 20 8060

Ipercolesterolemia isolata

Ipertensione

Storia familiare di CHD

Fumo o C-HDL <42 mg/dL

Malattia vascolare preesistente

Anomalie minori all’ECG

Numero di soggetti da trattare per evitare un evento

14

16

21

23

24

56

40

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Algoritmo di rischio

• Equazioni, sviluppate sulla base dell’osservazione prolungata di popolazioni che permettono di stimare, in base al livello di alcuni fattori di rischio, la probabilità di

incorrere in un evento nel tempo

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Carta italiana del rischio cardiovascolare - 1Donne non diabetiche (rischio cardiovascolare a 10 anni)

ISS, 2004

<5%

5-10%

10-15%

20-30%

>30%

Livello di rischioa 10 anni

Non fumatrici Fumatrici

Pres

sion

e ar

terio

sa s

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lica

(mm

Hg)

60anni

50anni

40anni

154 193 232 270 309

180

160

140

120

180

160

140

120

180

160

140

120

(mg/dl) 154 193 232 270 309

4 5 6 7 8(mmol/l) 4 5 6 7 8

15-20%

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Donne diabetiche (rischio cardiovascolare a 10 anni)

Carta italiana del rischio cardiovascolare - 2

Non fumatrici Fumatrici

Pres

sion

e ar

terio

sa s

isto

lica

(mm

Hg)

60anni

50anni

40anni

154 193 232 270 309

180

160

140

120

180

160

140

120

180

160

140

120

(mg/dl) 154 193 232 270 309

4 5 6 7 8(mmol/l) 4 5 6 7 8

<5%

5-10%

10-15%

20-30%

>30%

Livello di rischioa 10 anni

15-20%

ISS, 2004

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Uomini non diabetici (rischio cardiovascolare a 10 anni)Non fumatori Fumatori

Pres

sion

e ar

terio

sa s

isto

lica

(mm

Hg)

60anni

50anni

40anni

154 193 232 270 309

180

160

140

120

180

160

140

120

180

160

140

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(mg/dl) 154 193 232 270 309

4 5 6 7 8(mmol/l) 4 5 6 7 8

<5%

5-10%

10-15%

20-30%

>30%

Livello di rischioa 10 anni

15-20%

Carta italiana del rischio cardiovascolare - 3

ISS, 2004

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Carta italiana del rischio cardiovascolare - 4

Uomini diabetici (rischio cardiovascolare a 10 anni)Non fumatori Fumatori

Pres

sion

e ar

terio

sa s

isto

lica

(mm

Hg)

60anni

50anni

40anni

154 193 232 270 309

180

160

140

120

180

160

140

120

180

160

140

120

(mg/dl) 154 193 232 270 309

4 5 6 7 8(mmol/l) 4 5 6 7 8

<5%

5-10%

10-15%

20-30%

>30%

Livello di rischioa 10 anni

15-20%

ISS, 2004

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• utilizzano il sistema SCORE (Systematic Coronary Risk Evaluation)

• il rischio è ora definito come probabilità assoluta di sviluppare un evento cardiovascolare fatale a 10 anni

• la soglia di definizione del rischio elevato è stata spostata a 5% invece che 20% il gruppo ad elevato rischio è pertanto

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Algoritmo di Rischio SCORE

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Algoritmo di Rischio SCORE

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Fattori di rischio cardiovascolare tradizionali

Lipidi

Ipertensione

Età

Fumo

Obesità

Diabete

DietaFamiliarità

Inattività fisica

AM

BIE

NTA

LI

GE

NE

TIC

I

Sesso

Fattori trombotici

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Fattori di rischio cardiovascolare tradizionali

I cosiddetti fattori di rischio tradizionali si caratterizzano per:

•elevata prevalenza nella popolazione, soprattutto nei soggetti con malattie cardiovascolari

•relazione fisiopatologica (plausibilità biologica) con le malattie cardiovascolari

•superiorità nel predire il rischio cardiovascolare

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0

10

20

30

40

50

60

70

Col >240 Col BorderLine

LDL > 115 Tg > 150

%

0

5

10

15

20

25

30

35

PA >160/95 PA Border Line

%0

5

10

15

20

25

Diabetici IntollerantiGlucosio

SindromeMetabolica

%

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

Obesi Sedentari Fumatori

%

Prevalenza dei principali Fattori di Rischio cardiovascolari in Italia

ISS Giugno 2006

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Ipertensione arteriosa e mortalità per cardiopatia ischemica

Rischio per decennio di età in funzione dell’incremento dei valori pressori

Prospective Studies Collaboration, Lancet 2002; 360: 1903-13

Mor

talit

à pe

r car

diop

atia

isch

emic

a(r

isch

io a

ssol

uto)

80-89 anni256

128

64

32

16

8

4

2

1

70 80 90 100 110120 140 160 180

256

128

64

32

16

8

4

2

1

70-79 anni

60-69 anni

50-59 anni

Pressione sistolica usuale (mm Hg) Pressione diastolica usuale (mm Hg)

40-49 anni

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Effetti del trattamento antiipertensivo sulle complicanze cardiovascolari

Risultati combinati di 17 trial randomizzati, contro placebo Durata 3-5 anni. PA ridotta di 10-12/5-6 mmHg nel braccio trattamento attivo vs. placebo

Moser M et al. J Am Coll Cardiol 1996; 27: 1214-1218

-60

-50

-40

-30

-20

-10

0

-52%

-38%-35%

-21%-16%

Scompensocardiaco Ictus

IpertrofiaVS

MorteCV IMA

Rid

uzio

ne e

vent

o (%

)

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Implicazioni di una moderata riduzione della pressione diastolica in prevenzione primaria

Cook NR et al. Arch Intern Med 1995;155:701-709.

Riduzione pressione arteriosa diastolica

-50

-40

-30

-20

-10

07,5 mm Hg 5-6 mm Hg 2 mm Hg

Rid

uzio

nede

l ris

chio

rel

ativ

o (%

) -21-16

-6

-46

-38

-15

Coronaropatia Ictus

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Vasan RS et al. N Engl J Med 2001;345:1291-1297.

PA ottimale :<120/80 mmHg; PA normale:120-129/80-84 mmHg; PA normale-alta:130-139/85-89 mmHg

Impatto della pressione normale-alta sul rischio cardiovascolare

Incidenza cumulativa di eventi CV (%)

16

1210

86420

14

PA ottimale

PA normale

1210

86420

0 2 4 6 8 10 12Anni

PA ottimale

PA normale

PA normale-altaDonne

Uomini

Incidenza cumulativa di eventi CV (%)

PA normale-alta

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Valutare la pressione arteriosa ad ogni visita

Consigliare sempre il cambiamento dello stile di vita

Obiettivo del trattamento: portare i pazienti a target: <140/90 mmHg; <130/80 mmHg in pazienti diabetici e a rischio cardiovascolare elevato o molto elevato o in presenza di condizioni cliniche associate (ictus, infarto miocardico, danno renale e proteinuria)

La combinazione di più farmaci è in genere necessariaper ottenere risultati ottimali sui valori tensivi

Tenere conto della necessità di favorire l’aderenzadel paziente alla terapia

European Society of Hypertension - European Society of Cardiology 2007 guidelines for the management of AH – EHJ 2007; 28: 1462-1536

Elementi chiave per la gestione della ipertensione arteriosa

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Garber AJ. Clin Cornerstone. 2003;5:22-37.Garber AJ. Med Clin North Am. 1998;82:931-948.National Diabetes Data Group. Diabetes in America. 2nd ed. NIH;1995.

Diabete mellito ed aterosclerosi

L’aterosclerosi accelerata che caratterizza il diabete mellito inizia anni prima del riscontro di una iperglicemia

Più del 50% dei soggetti con nuova diagnosi di diabete mellito hanno già una cardiopatia ischemica

Il rischio di eventi cardiaci avversi è da 2 a 4 volte superiore nei diabetici rispetto ai non-diabetici

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Geiss LS et al. In: Diabetes in America. 2nd ed. 1995; chap 11.

Mortalità per diabete mellito

Per

cent

uale

di d

eces

si

0

10

20

30

40

50

Cardiopatiaischemica

Altre cardiopatie

Diabete Cancro Ictus Infezioni Altri

L’aterosclerosi spiega almeno il 70% dei decessi nel diabete mellito

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Criteri diagnostici: diabete, alterata glicemiaa digiuno (IFG) ed alterata tolleranza ai carboidrati (IGT)

IFG = alterata glicemia a digiuno; IGT = alterata tolleranza ai carboidrati

Diabete

Glicemia Normale IGT

IFG + IGTIFG

Glicemia dopo 2 ore da un carico orale (75 gr di glucosio a digiuno)

Glicemia a digiuno

140 mg/dL 200 mg/dL

126 mg/dL

100 mg/dL

American Diabetes Association. Diabetes Care 2004;27(suppl 1):S15-S35.

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Diabete Mellito

• Tutti i pazienti con malattia vascolare aterosclerotica dovrebbero essere sottoposti a screening per la eventuale presenza di diabete mellito

• In caso di dubbio diagnostico procedere alla prova da carico orale con glucosio.

• Il controllo dell’emoglobina glicosilata non è utile ai fini diagnostici, ma è necessario per valutare lo stato di compenso metabolico nel paziente con diabete mellito: il target è mantenerla al di sotto del 7%

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Anomalie “minori” del metabolismo glucidico ed eventi cardiovascolari

Tominaga M et al. Diabetes Care 1999;226:920-924.

NormaleIGT (2 ore PG 140-200)DM (2 ore PG > 200)

1.00

0.98

0.96

0.94

00 1 2 3 4 5 6 7

Anni

tass

o di

sop

ravv

iven

za

1.00

0.98

0.96

0.94

0.92

0

NormaleIFG (FPG 110-126)DM (FPG >126)

0 1 2 3 4 5 6 7Anni

tass

o di

sop

ravv

iven

za

IGT=impaired glucose tolerance; IFG=impaired fasting glucose

The Funagata Diabetes Study: sopravvivenza cardiovascolare cumulativa

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Ipercolesterolemia: livelli di colesterolo e rischio coronarico

Stamler J et al. JAMA 1986;256:2823-2828 Castelli WP et al. JAMA 1986;256:2835-2838

140 260180 220 300 ≤204 265-294206-234 235-264 ≥295

Multiple Risk FactorIntervention Trial(MRFIT) (n=356.222)

Studiodi Framingham

(n=5.209)

Colesterolemia (mg/dL) Colesterolemia (mg/dL)

0

8

16

4

12

Mor

ti pe

r cor

onar

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ain

10

anni

per

1.0

00 p

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0

50

150

25

100

Even

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.000

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125

75

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Colesterolo HDL, colesterolo LDL e rischio di malattia coronarica: lo studio di Framingham

25 35 45 55

0

1,0

2,0

3,0

Risc

hio

rela

tivo

Colesterolemia HDL (mg/dL)65 75 85

Colesterolemia LDL (mg/dL)

220

160

100

Castelli WP et al. Can J Cardiol 1988;4(Suppl.A):5A-10A

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Cockerill GW et al. Arterioscler Thromb Vasc Biol 1995;15:1987-1994

LDL

LDL

Endotelio

Lume Vasale

Monociti

LDL Ossidate

Macrofagi

MCP-1Molecoled’Adesione

Citochine

Intima

HDL Inibiscono Espressione di Molecole Adesione

Foam Cell

HDL InibisconoOssidazionedelle LDL

HDL Promuove Efflusso di Colesterolo

Effetti antiaterogeni delle HDL

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Livelli di LDL ed HDL e rischio coronarico

Assmann G. Eur Heart J 2006;8(Suppl):F40-F46

0

10

20

30

40

50

Incid

en

za d

i IM

A a

10 a

nn

i (%

)

<100 100-129 130-159 160-189 ≥190

Colesterolo LDL (mg/dL)

≥60

46-69

31-45

<31

ColesteroloHDL (mg/dL)

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Raccomandazioni generali per la gestione dell’ipercolesterolemia in prevenzione secondaria

Valutare il profilo lipidico a digiuno in tutti i pazienti

Se il colesterolo LDL è ≥100 mg/dL, iniziare la terapia farmacologica

Se in corso di terapia il colesterolo LDL è ≥100 mg/dL, intensificare il trattamento aumentando i dosaggi.

Se il colesterolo LDL è da 70 a 100 mg/dL, ridurre i valori al di sotto di 70 mg/dl.

Si deve procedere ad una riduzione minima della colesterolemia LDL del 30-40%

AHA/ACC Guidelines for Secondary Prevention for Patients With Coronary and Other Atherosclerotic Vascular Disease: 2006 Update Circulation 2006;113:2363-2372.

I IIa IIIb III

I IIa IIIb III

I IIa IIIb III

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Parish, S et al. BMJ 1995;311:471-477

I fumatori più facilmente diventano cardiopatici

Parish, S et al. BMJ 1995;311:471-477

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Studio INTERHEART: rischio di infarto miocardico con l’associazione di più fattori di rischio

Yusuf S et al Lancet 2004;364:937-952.

Fumo Diabete Ipert. APoB/A 1+2+3 1+2+3+4

+Obes. +PS Tutti1

2

4

8

16

32

64

128

256

512

Odd

ratio

(99%

CI)

2,92,4

1,9

3,3

13,0

42,3

68,5

182,9

333,7

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Impatto della variazione dei fattori di rischiosugli eventi cardiovascolari

Fattore Variazione Riduzione eventi

PA 1 mm 2-4%

Colesterolo 2,5 mg/dL 2%

Fumo Prevalenza 1% 0,5%

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Marcatori “emergenti” di rischio cardiovascolare

Caratteristiche ideali

• Indipendenti dai fattori tradizionali nel predire il rischio cardiovascolare

•Correlabili a specifici endpoint

•Misurabili in modo standardizzato e in sottogruppi eterogenei di individui

•Misurabili in modo ragionevolmente economico

•Potenziali target terapeutici

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Nuovi fattori di rischio

• Lipoproteina (a) o Lp (a)

• Omocisteina

• PCR

• Infezioni

• Inquinamento ambientale

• Sindrome Metabolica

• Microalbuminuria

• Fibrinogeno

• Polimorfismi genetici