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Levi’s Store di Milano: struttura metallica e facciate Stahlbau Pichler

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09/05/2013Stahlbau Pichler realizza le facciate ed il rivestimento del nuovo sto...

12/04/2013Stahlbau Pichler realizza le facciate del progetto firmato dallo studi...

05/02/2013Stahlbau Pichler per le nuove sedi delle Facoltà di Giurisprudenza e d...

13/12/2012

Notizie correlate:

11/07/2013 - Posizionato in una zona in forte sviluppo, quella del business center Maciachini, lo store di casa Levi’s si propone come un box di trasparenze evoluto in forma di open space, dove l’aria che porta fermento ad idee e proposte è libera di girare e la luce entra ad illuminare un ambiente dove tutti i reparti vivono quotidianamente fianco a fianco. Il nuovo building Levi's, progettato da Italo Rota, è un edificio architettonicamente seducente e al contempo funzionale. Tre piani con terrazzi e giardini, capaci di raffigurare appieno la filosofia Levi's: niente barriere, pareti trasparenti, uno spazio aperto appunto dove sviluppare una collaborazione a 360°. La nuova sede Levi Strauss Italia di Milano ha strutture e facciate costruite da Stahlbau Pichler.

La realizzazione della struttura, su progetto dello studio Planning di Bologna, è stata seguita con estrema precisione, com’è nello spirito dell’azienda di Bolzano. Oltre alle strutture, sempre a Stahlbau Pichler sono stati commissionati il progetto esecutivo e la realizzazione delle facciate. Su progetto architettonico di Italo Rota, il sistema costruttivo delle facciate si articola attraverso montanti e traversi in acciaio e superfici vetrate, che si sviluppano a loro volta su di un totale di 2700 mq. Per la realizzazione dei profili Stahlbau Pichler ha utilizzato un acciaio fabbricato ad hoc tagliato per mezzo di taglio termico RAICO SG2-56 - Uf=0,9. La struttura in acciaio è stata poi verniciata in opera e le fughe dei vetri sigillate strutturalmente con sigillante SIKA.

Un edificio reso unico dall’attenzione dedicata all’impatto estetico, assicurato dall’utilizzo, per la giuntura della struttura intera, di nodi con fissaggio nascosto e di saldature in opera. L’andamento armonico e decisamente particolare della facciata è stato raggiunto grazie all’utilizzo di profili tubolari in acciaio dalle differenti misure, essenziali per creare le complesse geometrie tridimensionali della struttura. Un disegno

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11.07.2013http://www.archiproducts.com/it/notizie/34542/levi-s-store-di-milano-struttura-metalli...

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27/03/2012Stahlbau Pichler si affaccia sulla terra dello Zar

18/10/2011Stahlbau Pichler per Forst

che, nella sua asperità esecutiva, risulta equilibrato e gradevolmente pulito nelle linee, simbolizzando un’antitesi progettuale perfettamente riuscita, un contrasto insito solo nell’essenza esecutiva dell’opera che invece appare assolutamente scevra da difficoltà costruttive nella sua fisicità finale.

Alti livelli di ingegnerizzazione e di finitura estetica distinguono l’impegno esecutivo richiesto da quest’opera la cui progettazione esecutiva è avvenuta in tempi assai ristretti. L’eccezionalità del montaggio della facciata esterna, giustificata dalla dimensione delle luci di portata (sono oltre 24 i metri di luce libera), si accompagna alla varietà tipologica dei vetri, oltre 300 sagome diverse. La luce e la trasparenza dunque riaffermano la loro centralità in piena armonia con il masterplan dell’area in cui la sede si inserisce.

Levi’s store è quindi uno straordinario punto di incontro tra l’essenza del business park, indipendente e completo, e l’interattività di un centro metropolitano. Straordinaria è infatti la posizione di questo progetto che

mantiene una eccezionale capacità connettiva con il quartiere e le zone limitrofe. Il Levi’s store può difatti usufruire a pieno delle vie di passaggio che s’innervano nell’intero parco. Nuove strade interne al Business Park, un percorso pedonale che taglia in diagonale il sito, percorsi ciclopedonali assicurano un flusso di persone continuo, condizione ideale per lo store.

STAHLBAU PICHLER su Edilportale.com

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Facciata in acciaio

Struttura antisismica

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Montanti e traversi in acciaio e superfici vetrate per il Levi’s Store Milano

A realizzare la struttura metallica e le facciate il gruppo Stahlbau Pichler

Posizionato in una zona in forte sviluppo, quella del business center Maciachini di Milano, in via Imbonati, lo store di casa Levi’s si propone come un box di trasparenze evoluto in forma di open space, dove la luce entra ad illuminare un ambiente dove tutti i reparti vivono quotidianamente fianco a fianco.

IN

FORMA DI OPEN SPACE. Progettato da Italo Rota, il nuovo building Levi's è un edificio su tre piani con terrazzi e giardini, pensato per raffigurare appieno la filosofia Levi's: niente barriere, pareti trasparenti, uno spazio aperto appunto dove sviluppare una collaborazione a 360°. A realizzare le strutture e facciate della nuova sede di Milano il

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gruppo Stahlbau Pichler.

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M² DI SUPERFICIE VETRATA. Oltre alle strutture, sempre a Stahlbau Pichler sono stati commissionati il progetto esecutivo e la realizzazione delle facciate. Su progetto architettonico di Italo Rota, il sistema costruttivo delle facciate si articola attraverso montanti e traversi in acciaio e superfici vetrate, che si sviluppano a loro volta su di un totale di 2.700 mq. Per la realizzazione dei profili Stahlbau Pichler ha utilizzato un acciaio fabbricato ad hoc tagliato per mezzo di taglio termico RAICO SG2­56 ­ Uf=0,9. La struttura in acciaio è stata poi verniciata in opera e le fughe dei vetri sigillate strutturalmente con sigillante Sika.

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DIVERSE SAGOME DI VETRI. L’andamento armonico e particolare della facciata è stato raggiunto grazie all’utilizzo di profili tubolari in acciaio dalle differenti misure, essenziali per creare le complesse geometrie tridimensionali della struttura. L’eccezionalità del montaggio della facciata esterna, giustificata dalla dimensione delle luci di portata (sono oltre 24 i metri di luce libera), si accompagna alla varietà tipologica dei vetri, con oltre 300 sagome diverse.

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Localizzazione: via Imbonati 22, Milano

Superficie costruita: ca. 4000m²

Development and Project Management: Europa Risorse srl

Committente: Maciachini Properties s.r.l.

Progetto Architettonico: arch. Italo Rota, Milano

Progetto Strutturale: studio Planning, Bologna

Realizzazione struttura: Stahlbau Pichler SRL

Progetto esecutivo facciate: Stahlbau Pichler SRL

Realizzazione facciate: Stahlbau Pichler SRL

Sistema costruttivo facciate: montanti e traversi in acciaio e vetro

Vetri (tipologia di vetri utilizzati): vetri selettivi Interpane

Superfici vetrate: 2700m²

Profili di facciata (materiali, tipo di taglio, trattamenti in superficie):

Profili in acciaio ad­hoc Stahlbau Pichler SRL

Sistema facciata a taglio termico RAICO SG2­56 – Uf=0,9

Sistema facciata fredda ad­hoc Stahlbau Pichler SRL

Acciaio utilizzato (quantità): 180ton ­ S275JR

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In occasione di Made in Steel, con l’ing. Raffaele Solustri (Consiglio nazionale degli ingegneri) e l’arch. Alessandro Marata (Consiglio nazionale degli architetti) si è aperto un dialogo con architetti e ingegneri, progettisti e costruttori, sull’uso dell’acciaio strutturale in Italia. Ne proponiamo una sintesi.

Forma espressiva del nuovo a Berlino. E in Italia?

di Rebecca AlbertiPROGETTARE E COSTRUIRE | ARCHITETTURA-INGEGNERIA

L’acciaio con le sue prestazioni è ormai un materiale di riferimento anche per il settore delle costruzio-

ni. In occasione di Made in Steel, tenutosi recentemente a Milano, ne abbiamo parlato con due rappresentanti degli architetti e degli ingegneri italiani: l’ing. Raffaele Solustri, consigliere del Consiglio nazionale degli inge-gneri l’arch. Alessandro Marata, consigliere del Con-siglio nazionale degli architetti.Ing. Raffaele Solustri: «Quando si parla del materiale acciaio ogni ingegnere non può che rivolgere il suo pen-siero alle strutture in acciaio; per la sua formazione ogni strutturista è stato istruito in modo da poter leggere il fl usso delle tensioni all’interno di un edifi cio, in manie-ra da realizzare uno scheletro portante la cui ossatura trova il suo più naturale sviluppo nel materiale acciaio soprattutto per le sue proprietà simmetriche (analoga resistenza a compressione e trazione) e isotrope. Mi sembra quindi naturale che quando si parli di Steel si parli anche di Building, pertanto, credo che il progetto building inserito all’interno di Made in Steel sia estre-mamente positivo».Arch. Alessandro Marata: «Come architetto, trovo im-mediato l’accostamento tra strutture metalliche e ar-chitettura. Che un edifi cio sia costruito in acciaio mi sembra un fatto naturale e scontato. Ben venga una comunicazione che renda evidente questo fatto anche agli architetti più legati alla tradizione costruttiva arti-gianale e muratoriale».

Che visione hanno gli ingegneri italiani dell’ac-ciaio come materiale da costruzione?Ing. Raffaele Solustri: «Purtroppo in Italia non c’è una diffusa cultura delle strutture in acciaio; questo non è do-vuto esclusivamente al fatto della mancata conoscenza da parte della committenza delle possibilità offerte dalle strutture in acciaio, ma anche dal fatto che una struttu-

ra in acciaio è molto più impegnativa sia dal punto di vista della progettazione puramente strutturale che dal punto di vista della rappresentazione grafi ca; uno sfor-zo che spesso allo strutturista non viene riconosciuto. Altrettanto carente, in generale, risulta la preparazione dei progettisti in tema di strutture in acciaio: infatti, i corsi di Costruzioni in acciaio nelle università sono spes-so trascurati dagli studenti e le stesse facoltà (complice le ultime riforme) hanno sintetizzato in alcuni casi i corsi in sole 60 ore. Nel corso degli anni le università italiane sono passate, nelle didattiche strutturali, da un insegnamento sistematico della disciplina acciaio a un uso quasi facoltativo, privilegiando altre discipline co-struttive, prima su tutte il cemento armato e dedicando a quest’ultima la quasi totalità dei contenuti. Pertanto la conoscenza delle costruzioni metalliche è rimasta in mano a pochi cultori, che per lo più, a eccezione di alcuni appassionati della materia, sono progettisti che operano nell’ambito delle industrie del settore, con scar-so attecchimento nel settore libero professionale. Anche la scarsità di testi ricchi di spunti applicativi fa emergere una sempre maggiore diffi coltà nell’adozione dell’accia-io strutturale quale materiale nobile per le costruzioni, da parte in particolare di giovani ingegneri, che sovente sono costretti a impiegare materiali molto meno impe-gnativi ma altrettanto meno creativi. Quindi, nel nostro paese, si fa un’enorme diffi coltà nell’adottare l’acciaio come soluzione primaria e competitiva; il suo impiego è molto spesso legato a soluzioni estreme per le quali è quasi del tutto inevitabile il suo utilizzo».

Qual è la visione degli architetti italiani dell’acciaio come materiale da costruzione?Arch. Alessandro Marata: «Il settore dei progettisti più preparati dal punto di vista tecnologico non può che averne una opinione positiva. Io penso che, al contrario

© CAVIOLA

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zato. Infatti, in Germania è sufficiente visitare Berlino per rendersi conto di come l’acciaio sia stato scelto come forma espressiva del nuovo e/o del moderno e come non si abbia timore nell’accostarlo all’antico (vedi la cupola di vetro sopra il Palazzo del Reichstag); pensando alla Francia, analogamente, mi viene subito in mente il Centro Culturale Pompidou «Beaubourg» progettato dall’italiano Renzo Piano, edificio realizzato in acciaio a Parigi in pieno «centro storico» a dimostra-zione della diversa impostazione culturale rispetto al nostro paese dove, la sua realizzazione avrebbe sicu-ramente trovato delle difficoltà».Arch. Alessandro Marata: «In Inghilterra, Francia e Ger-mania l’innovazione tecnologica è strettamente conna-

di Rebecca Alberti

turata con l’innovazione costruttiva. In Italia continua a prevalere la cultura della costruzione tradizionale: di conseguenza l’innovazione tecnologica stenta a farsi strada e rimane in un ambito di nicchia. In Italia un esempio su tutti: per la storia, l’edificio della Rinascente, di Franco Albini e Franca Helg, costruito più di mezzo secolo fa. Per i nostri giorni, la nuova sede del Sole 24 Ore di Renzo Piano».

Progetto in acciaio: il pensiero corre a ….? Ing. Raffaele Solustri: «Quando penso a un progetto in acciaio il pensiero va a una piacevole esperienza che riguarda il «restauro e il recupero» di una ex Fornace Hoffman del 1870 in Maiolati Spontini, Provincia di Ancona, la mia provincia, dove si sono realizzati tutti gli impalcati di piano e la copertura con struttura in acciaio e orizzontamenti in legno. L’acciaio in questo caso disegna una trama leggera che interagisce con l’e-dificio storico nel pieno rispetto delle sue preesistenze. Le travi, disposte a raggiera nella parte absidale e pa-rallele lungo le pareti, convergono verso il fulcro della composizione raffigurato dalla ciminiera della fornace che fuoriesce dall’edificio e ne rappresenta simbolica-mente il passato. Progetto che peraltro è stato premiato con la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2009 alla Triennale di Milano».Arch. Alessandro Marata: «Libertà, affidabilità, sicu-rezza, innovazione tecnologica».

Terremoti: l’acciaio è una buona soluzione?Ing. Raffaele Solustri: «L’acciaio è senz’altro una buo-na soluzione. Infatti, dal un punto di vista della rispo-sta sismica, il materiale acciaio risulta essere dotato di vantaggi non trascurabili, quali l’elevata resistenza e la notevole leggerezza dei suoi elementi strutturali con una conseguente riduzione dei carichi gravitazionali e sismici. Credo che il buon comportamento delle strutture in acciaio in occasione di eventi sismici sia ormai com-provato dall’esperienza e dalla diffusione che tali costru-zioni hanno avuto soprattutto in paesi come Giappone e America dove i terremoti sono molto frequenti. L’acciaio permette di realizzare strutture che, attraverso la defor-mazione plastica controllata e affidabile di alcune zone specifiche, riescono a dissipare parte dell’energia sismica in ingresso. Tale possibilità consente di considerare for-ze di progetto ridotte anche per le fondazioni, rispetto all’uso di strutture non dissipative con una conseguen-te riduzione dei costi di costruzione. La realizzazione di strutture dissipative in acciaio rappresenta dunque il modo migliore per resistere all’evento sismico».Arch. Alessandro Marata: «Penso che l’acciaio rap-presenti un’ottima soluzione per costruire in zona si-smica, soprattutto in virtù delle sue eccellenti caratte-ristiche di resistenza meccanica ed elasticità e della rapidità di montaggio in cantiere, anche con avverse condizioni meteorologiche».

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di molti colleghi, non esistano materiali buoni e cattivi. Il progettista deve saper scegliere la tecnologia giusta caso per caso. È indubbio che le caratteristiche tipiche delle strutture metalliche rendano l’acciaio un materiale versatile e competitivo».

Quali sono i vantaggi in termini di progettazione derivanti dalla scelta dell’acciaio?Ing. Raffaele Solustri: «L’acciaio costituisce il materiale strutturale con il più vasto spettro di applicazione nel campo delle costruzioni grazie alle sue proprietà mec-caniche di rigidezza, resistenza e duttilità. Da un punto di vista meccanico presenta valori di sollecitazione a rottura e snervamento elevati sia a trazione che com-pressione; ha inoltre caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche note e ben definite, catalogate e riproduci-bili. È un materiale omogeneo e isotropo che permette una migliore e più affidabile modellazione delle strutture e allo stesso tempo una più fedele rappresentazione del comportamento reale della struttura stessa. Analoga-mente, da un punto di vista statistico le caratteristiche meccaniche del materiale acciaio evidenziano incertezze ridotte che hanno permesso di riportare nella normativa una minore riduzione della resistenza di calcolo. A tali aspetti si aggiunge l’adattabilità al ciclo industriale che permette di disporre di prodotti in serie congeniali alle esigenze dell’ingegnere, atti a essere consegnati in cantiere per le fasi di assemblaggio finale. Ciò permette agli operatori del settore il pieno controllo della qualità del materiale e la sua tracciabilità nei diversi passag-gi della catena di produzione, una facilità di gestione nel cantiere, una maggiore sicurezza delle condizioni di lavoro e una maggiore velocità di avanzamento dei lavori indiscutibilmente superiore alle altre tipologie co-struttive. Per la committenza questi aspetti si traducono molto spesso in una riduzione dei tempi di consegna dei manufatti finali. Grazie alla sua completa riciclabilità, in caso di dismissione dell’edificio, l’acciaio risulta essere uno dei materiali più idonei al riutilizzo, sia per essere riqualificato come struttura esistente oppure per essere riedificato in altro sito. Arch. Alessandro Marata: «L’acciaio è tra i materiali tradizionali per costruzioni certamente quello tra i più efficiente dal punto di vista delle caratteristiche fisico-meccaniche. Questa peculiarità consente all’architetto molta libertà espressiva, unita a una notevole flessibi-lità. Le costruzioni a secco consentono, poi, un ottimo controllo a monte del cantiere, a favore della qualità del risultato finale».

Com’è la situazione italiana circa l’utilizzo dell’ac-ciaio in edilizia rispetto a quella di altri paesi eu-ropei come la Germania o la Francia?Ing. Raffaele Solustri: «Credo che in Italia l’utilizzo dell’acciaio per uso strutturale vada sicuramente incre-mentato in quanto, a oggi, per una serie di motivi, non ultimo anche per quello culturale, viene poco utiliz-

Ing. Raffaele Solustri, consigliere del Consiglio nazionale degli ingegneri.

«Credo che in Italia l’utilizzo dell’acciaio per uso strutturale vada sicuramente incrementato in

quanto, a oggi, per una serie di motivi, non ultimo anche per quello culturale, viene poco utilizzato. Infatti, in Germania è sufficiente visitare Berlino per rendersi conto di come l’acciaio sia stato scelto come forma espressiva del nuovo e/o del moderno e come non si abbia timore nell’accostarlo all’antico».

Arch. Alessandro Marata, consigliere del Consiglio nazionale degli architetti.

«L’acciaio è tra i materiali tradizionali per costruzioni certamente quello tra i più efficiente

dal punto di vista delle caratteristiche fisico-meccaniche. Questa peculiarità consente all’architetto molta libertà espressiva, unita a una notevole flessibilità. Le costruzioni a secco consentono, poi, un ottimo controllo a monte del cantiere, a favore della qualità del risultato finale».

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RomaToday

H&M sbarca a via Tomacelli: il low cost svedese al posto di Benetton Il Corriere della Sera annuncia l'avvenuta transazione tra Benetton e H&M. Il colosso svedese avrebbe ufficialmente acquistato lo storico palazzo bianco di via Tomacelli. E' crisi per il Made in Italy

Il marchio italiano cede il passo al trendy straniero a basso costo. Benetton abbandona la nave e consegna le chiavi dello storico palazzo bianco di via Tomacelli al colosso svedese H&M. L'operazione, costata 180 milioni di euro, porterà all'apertura nel prossimo autunno/inverno 2013 di un megastore nel pieno centro della Capitale.

H&M RUBA LO SCETTRO A BENETTON E ABBATTE LA CONCORRENZA ­ E' il Corriere della Sera a rendere pubblica l'avvenuta (o quantomeno non smentita) transazione. L'azienda avrebbe spodestato Benetton e battuto le proposte di acquisto dei concorrenti spagnoli del gruppo Inditex (di cui fanno parte Zara e Bershka), fermi ad un'offerta di 160 milioni.

UN PALAZZO STORICO IN PIENO CENTRO ­ In una zona centralissima, accanto a via del Corso, nella storica ex sede dell'Unione Militare. H&M aprirà il suo ultimo punto vendita nel cuore di Roma, circondato da molte altre griffe e a pochi metri da un altro negozio H&M.

L'ESPANSIONISMO DI H&M ­ Sono centosette gli H&M aperti in Italia dal settembre 2003, anno in cui il marchio svedese ha fatto il suo ingresso nel Bel Paese. Una moda varia e sempre nuova, ma soprattutto fashion e a buon prezzo.

MADE IN ITALY AL COLLASSO ­ Il Made in Italy ne esce pesantemente sconfitto. Benetton, un tempo etichetta low cost per eccellenza, cede il passo al gigante svedese. Qualche anno fa, sempre su via del Corso a due passi da Montecitorio, la stessa amara sorte era toccata a La Rinascente. Sulle sue ceneri oggi sorge il grande palazzo Zara.

L'EDIFICIO CON LA CUPOLA DI VETRO ­ Costruito nel 1901, l'imponente edificio acquistato dal Gruppo Benetton attraverso Ramsbury, società che fa capo a Stefan Persson, patron H&M, conta 6mila metri quadri. Il Palazzo sormontato da un'aquila era stato recentemente ristrutturato e rivisitato in chiave moderna da Massimiliano Fuksas, con l'ideazione di una discussa cupola di vetro sulla terrazza. Realizzata dalla Stahlbau Pichler, la copertura, al cui interno sorgerà un ristorante, serve a dare luce all'intero complesso, illuminandone tutti i quattro piani.

Redazione 3 luglio 2013

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N. 6 - Giugno 2013www.giornaleingegnere.itDal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti

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FOCUS/ EDILIZIA NON ABITATIVA E SOCIAL HOUSING

MATERIALI/ fotovoltaico

EXPO 2015: IL CLUSTER DEL BIO MEDITERRANEO pag. 2 • L’APPUNTAMENTO: A MILANO IL CONVEGNO MONDIALE SULL’INGEGNERIA ECONOMICA pag. 9 • SALA DI LETTURA pag. 9

Il dato emerge da una ricerca del Centro Studi del CNI sul riconoscimento dei titoli professionali

La crisi allontana gli stranieriE cresce l’allarme per la loro preparazione

Allarme per la crescitadi CO2 nel mondo

Roberto Di Sanzo

L a crisi economica ed oc-cupazionale che sta col-

pendo l’Italia non coinvolgesoltanto i professionisti no-strani ma anche tutti coloroche dall’estero vorrebbero ve-nire nel Bel Paese per trovarenuove opportunità di impiego.È questo il dato più signifi-cativo che emerge da un mo-nitoraggio realizzato dal Cen-tro Studi del Consiglio nazio-nale degli Ingegneri dal titolo

A colloquio con i due vicepresidenti del CNIRilanciare il Sistema Italia individuando misure adeguate per creare nuove op­portunità di lavoro. E’ questa una delle tematiche principali delle quali si discuterànel corso del congresso annuale degli Ingegneri, che si terrà dal 24 al 26 luglio aBrescia. Analisi ripresa nelle due interviste che il Giornale dedica ai vice presidentidel Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Gianni Massa e Fabio Bonfà, per i qualinon si può esulare dal seguente concetto: istituzioni e società civile devono ri­conoscere il ruolo centrale dell’ingegneria per la ripresa economica e sociale delPaese. La competenza e la professionalità della categoria sono il valore aggiuntodal quale ripartire per un’Italia più moderna ed al passo con i tempi.

EXPO 2015

L’ingegner Antonio Acerbodelegato al controllo delle opere

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da pag. 3

Secondo le misurazioni del centro meteo del Noaaalle Hawaii, la CO2 in atmosfera ha superato neiprimi giorni di maggio la concentrazione di 400ppm, un valore mai raggiunto da oltre tre milionidi anni. Lo afferma il sito dell’osservatorio di Mau­na Loa, considerato molto attendibile e assuntocome riferimento nell Mondo, che indica un va­lore medio misurato per la giornata del 9 maggio

di 400,03 ppm di CO2. Si tratta di una cifra, fortunatamente ancora lontanadalla soglia di allarme delle 450 ppm, la quale ultima, secondo gli studi dellaconvenzione Onu sui cambiamenti climatici, costituisce il limite oltre cui perfine secolo la temperatura supererebbe i 2 gradi centigradi di innalzamentomedio. Tuttavia, per l’osservatorio Mauna Loa, il valore registrato è comunqueallarmante, non solo per la cifra tonda ora raggiunta, ma perché segna lacontinua crescita della concentrazione che testimonia come i gas serra sianotuttora in aumento vertiginoso, molto maggiore rispetto alle previsioni. PerGreenpeace, se le emissioni di gas serra continuassero a crescere con questoritmo il pianeta raggiungerebbe una concentrazione di 1.000 ppm nel giro di100 anni, da confrontare con il fatto che aumenti di concentrazione di sole 10ppm hanno richiesto, nelle passate ere di più intensi cambiamenti climatici,mille o più anni. Un livello altissimo, quindi, che rappresenta l’ennesimo cam­panello d’allarme rispetto ai cambiamenti climatici in corso nel Pianeta. Diquesto passo, infatti, la soglia delle 450 ppm sarebbe raggiunta già nel 2037.

Verso il CongressoOLIO E GAS

a pag. 7

COLLEGIO INGEGNERI E ARCHITETTI DI MILANO

PENSIERI IN LIBERTÀ

Rilanciare il manifatturierodott. ing. Franco Ligonzo

“The ability to make things isfundamental to the ability toinnovate things over the longterm” (by Willy Shih, Har-vard Business School pro-fessor), in altre parole: il set-tore manifatturiero è irri-nunciabile per l’innovazioneche a sua volta lo è percompetere globalmente.

Dualismi da non dimenticareSpesso leggiamo della ne-cessità di rilanciare il “mani-fatturiero”; meno spesso leg-giamo dei rimedi da appli-care concretamente per evi-tare il declino. Poi, in genere,molti di questi rimedi inte-ressano solamente le impresemedie e grandi. Tipica l’in-novazione organizzativa, chepuò essere certamente im-portantissima per le aziendedi una certa complessità e/odimensione, ma non lo è perle microimprese dove c’è untitolare e, quando va bene,una decina di dipendenti.

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Lo studio del Noaa alle Hawaii

FOCUS

Il Campus universitario Luigi Einaudi a Torino

Nel Focus “Edilizia non abitativa e Social housing” a pag. 12

UN PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANAIl presidente Finzi punta sul network tra Ordini

Roberto Di Sanzo

Dar vita ad un network tra Ordini per vei­colare comunicazioni e informazioni utiliai colleghi. E’ questa l’idea innovativa chelancerà Bruno Finzi, presidente del CollegioIngegneri e Architetti di Milano, nel corsodel prossimo congresso di categoria a Bre­scia. “L’obiettivo – spiega l’ingegner Finzi– è l’istituzione di un canale multimedialedi comunicazione tra sistema ordinistico eConsiglio Nazionale degli Ingegneri, dalquale attingere notizie, informazioni, ap­

puntamenti ed eventi, naturalmente gestita da noi, a disposizione degliutenti”. Uno strumento concreto e che si rivelerebbe certamente utile. “Pen­siamo all’allestimento di un corso di formazione sul restauro degli edificistorici, organizzato da un Ordine provinciale – spiega a titolo esemplificativoBruno Finzi ­; ebbene tale evento, in formato power point con appositeschede di presentazione, potrebbe essere messo a disposizione degli altriOrdini in una specie di biblioteca virtuale”.

La rivoluzionedegli scistiprof. ing. Pierangelo Andreini

La crescente rilevanza dellaproduzione di olio e gas dascisti (shale oil e shale gas)pone la necessità di com-prendere e misurare nei loroeffetti le conseguenze deitanti aspetti connessi a questarivoluzione tecnologica, nonsolo energetici, ma ancheeconomici, ambientali, poli-tici e sociali. Ed è facile pre-vedere che non interesseran-no solo l’economia, la poli-tica e l’industria nord ameri-cana, ma che in prospettivacondizioneranno in tal sensoanche le altre aree geografi-che alle quali si sta progres-sivamente estendendo la pra-tica del fracking.

ATTUALITÀ ITALIA

Entrano in vigore i dottorati industriali

a pag. 3

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12 il GIORNALE dell’INGEGNERE N. 6 - Giugno 2013

dott. ing. Elisa Trolese*

I l progetto del NuovoCampus UniversitarioLuigi Einaudi, dove tro-

vano sede le facoltà di Giuri-sprudenza e Scienze Politiche,si inserisce all’interno del re-cupero dell’area Nord Orien-tale di Torino, tra Corso Re-gina Margherita e Lungo Do-ra Siena, nota anche comezona ex Italgas. Prima del re-cupero tale area si trovava instato di abbandono essendole lavorazioni industriali ormaicessate dagli anni ‘70 del se-colo scorso. L’elemento ca-ratterizzante dell’edificio, lacui architettura è firmata daFoster & Partners, è dettatodalla copertura tenso-struttu-rale, in acciaio e membrana,che costituisce un particolarericonoscibile dai vari punti pa-noramici della città. Tale pro-getto enfatizza i pregi dell’ac-ciaio, con il quale è stato pos-sibile riprodurre una formaarchitettonica singolare, geo-metricamente eterogenea e dielevata estensione.

INTRODUZIONE Il nuovo complesso universi-tario, sviluppato su un lottotriangolare di circa 45.000 m2,si eleva per quattro piani fuoriterra e si compone di settegrandi edifici distinti tra loro,dove trovano spazio una bi-blioteca interdipartimentalecon oltre 500 mila volumi, la-boratori linguistici ed infor-matici, 27 aule ed oltre 600posti auto interrati ed in su-perficie; è inoltre presente unampio cortile interno, in parteadibito a verde, a disposizionedegli studenti (figura 02). Le forme architettoniche ton-deggianti del polo universita-rio richiamano quelle dei vi-cini gasometri, in particolarele facciate esterne in vetro emetallo, si caratterizzano perun andamento rettilineo e spi-goli smussati, le superfici in-terne del campus si caratte-rizzano invece per andamenticurvilinei, in particolare l’am-pio cortile circolare interno,avente diametro di 80 metri,ricorda il vicino largo Mon-tebello, piazza contempora-nea di Torino.

DESCRIZIONEDELL’OPERAll complesso strutturale ècomposto da sette corpi in c.a.strutturalmente indipendentitra loro dal punto di vista si-

smico e termico ma intercon-nessi dalla copertura tenso-strutturale il cui andamentosinuoso è incentrato attornoal cortile centrale. La coper-tura si caratterizza per una su-perficie di circa 16.700 m2 edè rivestita con una membranastrutturale, di color bianco,opportunamente tesata sullastruttura metallica sottostantecostituita da 54 telai tubolarimetallici di forma arcuata checonferiscono alla copertura

un andamento ondulato ap-parentemente regolare (figura03). La superficie membranaleè caratterizzata, infatti, da unageometria a doppia curvatura,costantemente variabile inogni parte dell’intero sviluppo;si identificano in particolareun andamento concavo incorrispondenza della dorsaledi ciascuna reticolare arcuata,orientata sempre trasversal-mente all’edificio (con una co-da rivolta verso il cortile in-

terno ed una verso l’esterno),ed un andamento convesso,tra un telaio reticolare ed ilsuccessivo. Tale variabilità hafortemente caratterizzato lestrutture metalliche sottostan-ti, da cui ciascun telaio di so-stegno è stato realizzato concaratteristiche geometrichedifferenti.

LA STRUTTURAMETALLICAIl sistema metallico di sup-

porto membranale è costitui-to da 54 telai reticolari di for-ma arcuata aventi una lucevariabile compresa tra i 20 med i 52 m, per un peso com-plessivo delle carpenterie me-talliche di circa 1.200 tonnel-late. Le caratteristiche di nonregolarità della copertura, as-sociate alla doppia curvaturadella stessa, hanno inevitabil-mente portato ad un sistemaeterogeneo di telai reticolariportanti che si caratterizzanoper luci di lavoro, altezze edinterassi sempre diversi. Di

conseguenza lalunghezza delle aste e la

geometria dei nodi di appar-tenenza delle stesse sono ri-sultate sempre diverse. Tuttele membrature reticolari sicompongono di profili tubo-lari, serie CHS, e profili an-golari in lega S355J0, fannoeccezione le strutture acces-sorie di controsoffittatura rea-lizzate con profili aperti IPEclasse S275JR. Per quantoconcerne il design strutturale,può risultare inoltre interes-sante segnalare come l’inte-razione esecutiva-costruttivadelle carpenterie metallichedi copertura abbia visto l’at-tuazione di un’approfonditacampagna di indagini nume-riche volta ad investigare eparametrizzare le resistenzedi design delle connessioni in

L’ACCIAIO E LA FORMA: IL NUOVO CAMPUS UNIVERSITARIO LUIGI EINAUDI A TORINO

Fig. 1

Fig. 2 Fig. 3

Fig. 4 Fig. 5 Fig. 6

EDILIZIA NON ABITATIVA

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N. 6 - Giugno 2013 il GIORNALE dell’INGEGNERE 13

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ci rinnovabili. Fin dall’inizio i nostri artigiani di CCS hanno avuto un ruolo importante in questo sviluppo. Hanno contribuito a questo successo dedicando molto tempo alla forma-zione e maturando un’esperienza negli anni di incalcolabile valore.Il marchio Costruttori CasaClima Südtirol ri-unisce un gruppo selezionato di artigiani che opera in conformità con i massimi standard

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cazione degli elementi di car-penteria metallica che com-pongono la copertura da par-te della Cimolai. Tali elementi infatti, al fine digarantire valori alti di preten-sione ai sistemi di funi, è statorichiesto che venissero fab-bricati con tolleranze costrut-tive molto ristrette, se con-

frontate con quelle usualmen-te adottate per le strutture inacciaio di questa tipologia.L’intera struttura del com-pression ring è stata soggettaa un premontaggio fisico inofficina, a gruppi di cinqueconci e nel contempo anchead un premontaggio di tipovirtuale, realizzando un mo-dello 3D dell’intera strutturasulla base dei dati geometricirilevati.

IL MONTAGGIODELL’OPERA:Il montaggio della strutturapuò essere suddiviso in tre fasiprincipali: montaggio dellastruttura metallica esterna, as-siemaggio e posizionamentoa terra della parte centrale

della struttura e successivosollevamento finale (Big Lift),montaggio in quota dellestrutture accessorie e del si-stema di movimentazione deltetto retrattile. Nell’aprile 2010il sollevamento della primacolonna ha dato il via al mon-taggio della parte principaledella struttura metallica. Unavolta completato il montaggiodella struttura esterna princi-pale, l’attenzione si è spostataverso l’interno dello stadio.Posizionate le strutture nellaconfigurazione di partenza, i92 strand jacks sono stati at-tivati per le operazioni di te-satura dei cavi radiali supe-riori. Raggiunti i corretti valoridi tensione nelle funi, l’interastruttura di copertura ha ini-

ziato a sollevarsi, nel rispettodelle fasi definite dal proget-tista per assicurare la stabilitàstrutturale, fino alla realizza-zione delle connessione fracavi radiali superiori e strut-tura metallica principale. La successiva tesatura dei caviradiali inferiori, attraverso 72coppie di strand jacks, e la lo-ro connessione con il com-pression ring ha consentito dicompletare la fase di solleva-mento della struttura, deno-minata big lift. Al termine delbig lift il montaggio dellastruttura è proseguito con l’in-stallazione di tutte le struttureaccessorie.

dott. ing. Andrea GarbuioDirezione Tecnica CIMOLAI spa

materia di chord faillure (re-sistenza meccanica delle pa-reti di nodi tubolari), per ef-fetto dell’alto numero di con-nessioni convergenti sui cor-renti tubolari a spessore va-riabile dai 5 ai 40 mm. L’in-terazione tecnica, con succes-sivo aggiornamento esecutivodelle sezioni nominali dei cor-renti, si è basata su analisi nu-meriche ad elementi finiti ditipo non-lineare, estese alpost-critico e volte dunque aricercare le resistenze ultimedi collasso delle pareti tubolari(ultimate resistance) per ef-fetto delle azioni di spinta de-gli elementi afferenti. Sulla ba-se di tali analisi sono stati re-datti abachi di resistenza e ri-gidezza utilizzati in sede diprogettazione costruttiva perl’adeguamento degli spessoridei profili, ove necessario.

LA MEMBRANA DI COPERTURALa membrana impiegata nellacopertura, denominata She-erfill (tipo I-HT e tipo II-HT),è costituita da anima tessilein fibra di vetro (fiberglass)con rivestimento esterno inPTFE (politetrafluoroetilene,gergo: teflon). Il design ese-cutivo ha previsto la tesaturadel prodotto secondo le duedirezioni warp (giacitura ar-co-arco) e weft (giacitura bul-lnose-bullnose) con valori ri-spettivamente di 2.00 kN/me 3.00 kN/m. La realizzazio-ne degli stati di prestress suc-citati è stata attentamenteanalizzata in fase di design co-struttivo per assecondare leproblematiche legate alla po-sizione in quota e spesso asbalzo dei bordi tensostruttu-rali. La tesatura della mem-brana è stata realizzata me-diante inserimento di sistemidi contrasto, in particolarelungo la trave di perimetro

esterno, denominata travebull-nose è stato inserito unelemento corrente a sezionecircolare CHS 38*8, denomi-nato railing, saldato alla se-zione corrente maestra (CHS406.4) mediante fazzoletti apasso massimo di 500 mm.La tesatura della membranain corrispondenza dei 54 telaireticolari arcuati è invece statarealizzata impiegando undoppio tubo di contrastoCHS 38, connesso alla sezio-ne maestra dell’arco CHS219.1, mediante fazzoletti po-sizionati a passo regolare (fi-gura 04).

IL MONTAGGIOL’assemblaggio ed il montag-gio dei 54 telai reticolari ar-cuati è avvenuto mediantepre-montaggio, a piè d’opera,delle 108 semi-strutture chesono state poi sollevate (figura05) e posizionate sulla coper-tura e quindi giuntate nel no-do di sommità, nella mezze-ria, di ciascun telaio. Al posi-zionamento dei telai è succe-duta la posa della trave dibordo, denominata bull-nose,di congiunzione di tutte le co-de reticolari a definire un pe-rimetro di chiusura della lun-ghezza approssimativamentedi 1000 m. Per quanto concerne la posadella membrana il sistemaconcepito, così come descrittoal paragrafo precedente, haconsentito il montaggio dellemembrane per moduli indi-pendenti (figura 06) permet-tendo l’ultimazione dell’instal-lazione in un tempo netto in-dicativo di circa sei mesi, conuna presenza media comples-siva di 12÷15 unità in cantiere.

*Mastropasqua­Zanchin & Associates Structural

Engineering srl

LO STADIONAZIONALE DI VARSAVIA,UN’ARENA PERUNA CITTÀ EDUNA NAZIONE

segue da pag. 11

Committente: Università degli Studi di Torino

Impresa generale: Sinergie scarl (Codelfa spa, Gozzo Impianti spa, Arsis Costruzioni spa)

Rappresentate ATI con delega: Ing. Paolo Baranzini

Impresa realizzatrice strutture metalliche:Stahlbau Pichler gmbh

Impresa realizzatrice membrane di copertura: Canobbio spa

Impresa realizzatrice facciate strutturali: Focchi spa

Progettazione architettonica: Foster & Partners, Benedetto Camerana, Giugiaro Design

Progettazione esecutiva copertura metallica: Simete srl

Validazione statica sistema tensostrutturale integrato acciaio­membrana ai sensi DM 14.01.2008: Mastropasqua­Zanchin & Associates Structural Engineering srl

Direzione Operativa Strutture ai sensi di Legge 1086: Prof. Ing. Francesco Ossola

Presidenza commissione collaudo e collaudatore statico: Ing. Giambattista Quirico

Progettazione costruttiva carpenterie metalliche di copertura (Lotti C1, D2, D4­3):Stahlbau Pichler gmbh

Progettazione costruttiva carpenterie metalliche di copertura(Lotti C2, C3, D1, D3, D4­1, D4­2): Mastropasqua­Zanchin & Associates Structural Engineering srl

Responsabile di commessa carpenterie strutturali: Geom. Alberto Brignach (Stahlbau Pichler gmbh)

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GUIDAFINESTRA.IT NEWS COPERTURA TESSILE PER IL CAMPUS EINAUDI DELL’UNIVERSITÀ DI TORINO

PROGETTI & DESIGN Copertura tessile per il Campus Einaudi dell’Università di Torino

PAROLE CHIAVE CAMPUS // CANOBBIO // COPERTURA // FOCCHI // FORMTL // FOSTER + PARTNERS // SAINT GOBAIN SHEERFILL I // SAINT GOBAIN SHEERFILL II //

STAHLBAU PICHLER // TESSUTO CON FIBRA DI VETRO RIVESTITO IN PTFE // UNIVERSITÀ DI TORINO

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28.08.2013

A partire dagli anni Novanta, l’Università di Torino ha gradualmente modernizzato le proprie strutture architettoniche. L’ultimo esempio è il nuovo campus situato in una ex zona industriale lungo le rive del fiume Dora. Il progetto è dello studio di architettura Foster + Partners di Londra per conto delle Facoltà di giurisprudenza e scienze politiche dell’Università (rimandiamo ad una specifica news per le caratteristiche delle facciate di questi edifici realizzate dalla Focchi). Si tratta di un complesso di edifici allineati lungo i lati di un triangolo. All’interno un’ampia area scoperta. Le facciate degli edifici sono dotate di angoli arrotondati e forme curve, offrendo una striscia continua di finestre e superfici metalliche con una piacevole sensazione di continuità. Un’altra caratteristica di tutto l'insieme ­ e allo stesso tempo il suo elemento unificante ­ è l'imponente copertura che dà l'apparenza di galleggiare sopra la struttura. La sottostruttura è in acciaio tridimensionale che inarca dolcemente sopra degli edifici come mostra la foto di apertura di Michele D'Ottavio.

E serve, anche, per consentire la tensione delle membrane. A causa della particolare forma del tetto e delle diverse curve che comporta è stato

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necessario un sofisticato studio ingegneristico per la membrana che funge da copertura. E’ stato utilizzato un tessuto con fibra di vetro rivestito in PTFE ­ politetrafluoroetilene – (prodotti Saint Gobain Sheerfill I per circa 4.400 m² e Saint Gobain Sheerfill II per circa 12.310 m²) per compensare deformazioni conseguenti in caso di un eventuale sisma. formTL società di ingegneria tedesca specializzata nella progettazione di membrane leggere e coperture per strutture particolari è stata responsabile per l'intera progettazione del rivestimento di membrana, il design, la complessa interazione con la sottostruttura in acciaio e le necessarie approvazioni, l’esecuzione e i disegni preparatori. La copertura misura complessivamente 16710 m² ed è stata realizzata con archi di circa 12,60 m (dimensioni: 270 x 140 m). La fabbricazione della copertura è stata eseguita da Canobbio SpA di Castelnuovo Scrivia, mentre la struttura in acciaio è di Stahlbau Pichler, Bolzano.

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