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AUGUST 2012 - AGOSTO 2012 think ITALIAN YOUR DOORWAY TO A NEW LANGUAGE AND A NEW CULTURE VIAGGI CULTURA DI BOLOGNA

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AUGUST 2012 - AGOSTO 2012

thinkITALIAN

your doorway to a new language and a new culture

VIAGGI CULTURA DI BOLOGNA

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Bologna, capoluogo della

regione Emilia Romagna, è

una fiorente città ricca di

storia, importante centro

urbano sia per gli Etruschi,

che l’avevano ribattezzata

Felsina, che per i Celti per i

quali era nota come Bona.

Chiamata Bononia dai

Romani, che avevano scacciato i Celti, nel Medioevo, dopo essere

stata assoggettata ai Longobardi, venne consegnata poi nel 774

a Papa Adriano I da Carlo Magno e successivamente diventa libero

comune, grazie ad una serie di privilegi giurisdizionali ed economici

dall’imperatore Enrico IV.

Bologna si affermò presto anche come importante centro culturale e

artistico, perché ospitava infatti una prestigiosa università che esiste

tuttora. Le sue origini risalgono al 1088, anno in cui venne creata la

prima fondazione universitaria del mondo occidentale, detta studium.

Presso l’università della città si distinsero i maestri Pepone e Irnerio,

che resero famosa la scuola di legge. Dopo aver partecipato alla lotta

contro l’imperatore Federico Barbarossa , conclusasi poi con la pace

di Costanza nel 1183, la città conobbe una grande crescita e divenne

un importante centro commerciale noto anche per la produzione della

seta.

Partecipò alle lotte fra guelfi e ghibellini e divenne signoria nel XIII

secolo. Mentre nel XVI passò sotto lo stato pontificio, dove rimase

fino al 1796, anno in cui Napoleone arrivò con e sue truppe. Dopo

essere stata occupata dagli austriaci fu annessa nel marzo 1860 al regno

di Sardegna, che diventerà regno d’Italia dopo dodici mesi.

Bologna capoluogo: regional capital una fiorente città: a flourishing citystoria: historyche l’avevano ribattezzata (ribattezzare): who renamed it (to rename)chiamata (chiamare): called (to call)che avevano scacciato (scacciare): who chased away (to chase away)Medioevo: Middle Angesstata assoggettata (assoggettare): been enslaved, subjugated (to subject to)venne consegnata (consegnare): was handed over (to hand over)diventa (diventare): becomes (to become)libero comune: free Communegrazie ad: thanks to

si affermò: established itself presto: soonanche: also ospitava (ospitare): hosted (to host)infatti: in fact, indeed che esiste tuttora: that still exists risalgono (risalire): trace back (to trace)anno: year mondo occidentale: western worldsi distinsero (distinguersi): stood out (to stand out)maestri: teachers che resero (rendere): who made (to make)la scuola di legge: the law school lotta: fight, war contro: against conclusasi (concludere): that ended (to end)la pace: the peace conobbe (conoscere): knew (to know)crescita: growth seta: silk

partecipò (partecipare): took part inGuelfi e Ghibellini: Guelphs and Ghibellines were factions supporting the Pope and the Holy Roman Emperor, respectively, in central and northern Italy.divenne signoria (diventare): became a seignory (to become)secolo: centurylo stato pontificio: the Papal staterimase (rimanere): stayed (to stay)fino al: until the truppe: troops fu annessa (annettere): was annexed (to annex)dodici mesi: twelve months

VIAGGI

August 2012 / agosto 2012

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VIAGGI

durante: during avvenimenti: happenings guerra: war bombardata pesantemente:

heavily bombarded dai tedeschi: from the Germans si distinse (distinguere/distinguersi):

stood out (to stand out, distinquish)per aver avuto (avere): for having had (to have) sindaci di sinistra: left party mayorsil capoluogo: the regional capitaltristemente: sadly strage: bloodshed esplose (esplodere): exploded (to explode)uccidendo (uccidere): killing (to kill)colpevoli: the guilty ones rimane (rimanere): continues to be (to stay, to remain)una pagina oscura: an obscure page per via: due to depistaggi: throwing off track

pur non avendo (avere): inspite not having capolavori: masterpieces che la rendano (rendere): that makes it (to make)tesori d’arte: art treasuresle sue torri: its towers le chiese: the churches portici: arcades, porchesaltrettanto: equally cucina: cuisine osterie: tavernsche offrivano (offrire): that offered (to offer)piatti: dishesincrocio: mix giunte (giungere): arrived (to arrive)che provenivano (provenire): who came, who arrived (to come, to arrive)dall’estero: from abroad narra (narrare): tells (to tell)ombelico: navel ricordiamo (ricordare): we remember (to remember)il regista: the directormusicisti: musicians

Durante i tragici avvenimenti della seconda guerra mondiale, periodo

in cui fu bombardata pesantemente e fu anch’essa occupata dai

tedeschi, si distinse per i suoi partigiani e la resistenza. La città è anche

famosa per aver avuto, dal 1945 al 1999, solo sindaci di sinistra. Il

capoluogo emiliano è anche tristemente noto per la terribile strage

di Bologna: il 2 agosto 1980 una bomba esplose alla stazione centrale

uccidendo 85 persone. Dell’attentato sono stati riconosciuti colpevoli

due neofascisti, Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, ma la strage

rimane una pagina oscura e controversa della storia contemporanea

italiana per via dei numerosi depistaggi.

Pur non avendo

capolavori arti-

stici iconici che la

rendano imme-

diatamente distin-

guibile alla massa

dei turisti come

può ad esempio

essere il Colos-

seo per la città di

Roma, Bologna è tuttavia ricca di tesori d’arte, con le sue torri di

origine medievale, le chiese (come quella di San Francesco, risalente

al XIII secolo) e i palazzi nobiliari. Famosa per i suoi numerosissimi

portici, è altrettanto nota per la sua cucina e le sue specialità gastro-

nomiche. Già nel Medioevo la città era ricca di osterie, che offrivano

piatti nati dall’incrocio fra la cultura emiliana e altre culture, giunte

a Bologna attraverso gli studenti universitari che provenivano anche

dall’estero. Menzioniamo i tortellini (la cui leggenda narra che siano

stati modellati sulla forma dall’ombelico di Venere), le tagliatelle, le

celebri lasagne con ragù e la mortadella. Tra i bolognesi illustri ricor-

diamo il regista Pupi Avati ed i musicisti Lucio Dalla e Francesco

Guccini.

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Santa Caterina

(Caterina dé Vigri),

di famiglia patrizia,

nacque nella cittadina

emiliana di Bologna

l´8 settembre 1413.

Venne educata presso la

corte Estense, in questo

periodo piú sfarzosa e

potente che mai, perché

il padre era un dottore

in legge al servizio del

marchese Niccolò III

d´Este. Sará proprio nella corte della famiglia degli Estensi che la

giovane Caterina, oggi co-patrona di Bologna, scoprí la vocazione

religiosa, anche se prima la fanciulla ricevette la tipica educazione

delle giovani donne altolocate della sua epoca: studiò musica, pittura

e danza, imparó la poesia e divenne esperta nell’arte della miniatura

e della copiatura.

Caterina decise infatti di entrare,

ancora giovanissima, nelle Clarisse

(l’ordine fondato da San Francesco e

Santa Chiara), nel monastero del Corpus

Domini di Ferrara. Nel monastero

ferrarese la giovane donna lava e cuce,

insegna preghiere e canti e scrive versi,

ma soprattutto lavora e prega, secondo

la regola delle Clarisse. Con lei il monastero diventa un luogo di

fatica, preghiera ma anche grande gioia.

Santa Caterina di Bologna famiglia patrizia: patrician familynacque (nascere): was born (to be born)nella cittadina emiliana: in the town in Emilia Romagna regionvenne educata (educare): was educated

(to educate)la corte: the court piú sfarzosa: the most opulent il padre: the father un dottore in legge: a man with a law degreemarchese: marquis sará (essere): it will be (to be)proprio: just la giovane: the young oggi: today scoprí (scoprire): found out, discovered (to discover)prima: before, earlier ricevette (ricevere): received (to receive)epoca: epoch, timepittura e danza: painting and danceimparó (imparare): learned (to learn)la poesia: poetry divenne esperta: became an expert copiatura: the art of copying, trascribing

decise (decidere): decided (to decide)infatti: in factdi entrare: to enterordine: religious order fondato: founded lava (lavare): washes (to wash)cuce (cucire): sews (to sew)insegna (insegnare): teaches (to teach)preghiere: prayers canti: chants scrive (scrivere): writes (to write)versi: verses ma soprattutto: but above all lavora (lavorare): works (to work)prega (pregare): prays (to pray_la regola: the rule diventa (diventare): becomes (to become)un luogo di fatica: a place of laborpreghiera: pray gioia: joy

CULTURA

August 2012 / agosto 2012

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CULTURAle sue virtú: her virtues chiamata: called per fondare: to start intitolato: dedicatedbadessa: abessper ben: for anni: yearsmorte: death

la madre: the motherrimasta vedova: became a widowercontinua (continuare): continues, keeps on (to continue)a prestare opera: to serve, servingcomponendo (comporre): composing (to compose)testi di devozione: devotion booksun breviario: book of hours un racconto: a short story che cominció (cominciare): that started (to start)a circolare la voce: a rumor started to spread cominciare a venerarla: (many people) started to worship her in vita: alive

morí (morire): died (to die)dopo aver pronunciato: started to pronouncevolte: the times il nome: the name seppellita (seppellire): buried (to bury)lo stesso giorno: the same dayfu dissotterrata: was disinteredvicissitudini: happenings, vicissitudescorpo: body fu posto (porre): was located (to put, place)un sedile: a seat dorato: golden esposto: exposed, displayedfedeli: believers vestito: dressedprotetto da: protected from un vetro: a glass

ospita (ospitare): hosts (to host)il dipinto: the painting il trattato: the treatise una immagine: an image Bambino Gesù: Jesus as a child malati: ill persons giorni nostri: our daysogni anno: every year tributa onori solenni (tributare): renders big honors, tributes

Divenne presto molto famosa per le sue virtú e la sua profonda

religiositá e nel 1456 venne perció chiamata a Bologna dalle autoritá

civili e religiose per fondare anche lí un Monastero intitolato al

Corpus Domini. di cui sará badessa per ben sette anni, fino alla sua

morte, sopraggiunta nel 1463.

A Bologna la donna portó anche la madre, rimasta vedova e nel

monastero continua a prestare la sua opera, componendo testi

di devozione, un breviario bilingue e un racconto in latino della

Passione di Cristo. Fu in quel periodo che cominció a circolare la

voce che Caterina avesse apparizioni continue e furono in molti a

cominciare a venerarla e a chiamarla santa quando era ancora in

vita.

Il 9 marzo 1463 morí dopo aver pronunciato tre volte il nome di

Gesú. Venne seppellita lo stesso giorno, ma dopo diciotto giorni

fu dissotterrata, ancora intatta. Dopo diverse vicissitudini, il suo

corpo fu posto nella sua cappella del monastero: oggi è visibile a

tutti e il suo corpo, posto in un sedile di legno dorato è esposto ai

fedeli vestito del suo saio francescano, protetto da un vetro.

Il monastero ospita anche un museo dove sono conservate diversi

oggetti preziosi: il dipinto della “Madonna del Pomo” attribuito

alla Santa e alcuni suoi manoscritti come il trattato delle “Sette armi

necessarie alla battaglia spirituale” e “l’Ufficio Divino”, oltre ad una

immagine ad acquerello di un Bambino Gesù che veniva portata per

devozione ai malati. Ai giorni nostri ogni anno dall’8 al 16 marzo,

la città di Bologna tributa onori solenni alla propria santa, patrona

del Monastero.

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CULTURA

Ancora oggi, quando si parla degli italiani, c’è qualcuno che recita il solito ritornello: “Mafia, pizza, mandolino”. Altri fanno riferimento a gli spaghetti, al romanticismo o alla moda; talvolta citano l’eccessiva

gestualità, l’essere rumorosi, il talento musicale, la classe e la creatività.

Io sono nato in Italia, conosco pregi e difetti dei miei compaesani, non ho nessun problema a criticarli e riconosco che in alcuni stereotipi c’è del vero. In altre parole, credo di essere la persona giusta per approfondire gli stereotipi che riguardano gli italiani.

Partiamo dal classico ritornello (“Mafia, pizza, mandolino”) utilizzato soprattutto da chi non ama i nativi d’Italia, come i francesi e i tedeschi

per esempio.

La mafia c’è, in Sicilia e non solo. Forse è meno forte rispetto al

passato ma senza dubbio c’è ancora, anche se degli eroici magistrati la combattono da anni. Peraltro, grazie allo scrittore Roberto Saviano e al suo libro Gomorra, tutto il mondo sa che in Campania esiste un’altra potentissima organizzazione criminale, la camorra. Aggiungo che la Calabria è infestata dalla ’ndrangheta e la Puglia dalla Sacra Corona Unita. Detto questo, le mafie ci sono ovunque e gli Italiani onesti sono molti di più degli Italiani mafiosi.

Ma passiamo alla pizza. In questo caso, non posso certo negare che la pizza ci rappresenta appieno, sia per la sua varietà che per i suoi ingredienti base, tipici della dieta mediterranea. Per di più, i colori della pizza margherita sono gli stessi della bandiera dell’Italia: la mozzarella è bianca, il pomodoro rosso e il basilico verde. Bisogna però ammettere che il maggior venditore di pizza al mondo non è italiano.

ancora oggi: still todayparla (parlare): talks about (to talk about)recita (recitare): recites (to recite)il solito ritornello: the same old storyaltri fanno riferimento a: others refer tomoda: fashiontalvolta: sometimes gestualità: gesturesl’essere rumorosi: being noisy

io sono nato (nascere): I was born (to be born)conosco (conoscere): I know (to know)pregi (pregio): merits difetti (difetto): faults compaesani (compaesano): countrymen non ho nessun problema: I don’t have a problemriconosco (riconoscere): I recognize (to recognize)c’è del vero: there’s some truthin altre parole: in other wordscredo di essere (credere): I believe I am (to believe)giusta: rightapprofondire: to explainriguardano (riguardare): concern (to concern)

non ama (amare): doesn’t love (to love) tedeschi (tedesco): Germansper esempio: for example

non solo: not onlyforse: maybemeno forte: less strongrispetto al: compared topassato: pastma senza dubbio: but no doubtancora: stilldegli: someanni (anno): years scrittore: writerlibro: bookmondo: the worldovunque: everywhereonesti: honest

passiamo alla pizza: let’s talk about pizzanegare: to deny appieno: fullygli stessi: the samebandiera: flagbianca: whitepomodoro rosso: red tomatobasilico verde: green basilmaggior venditore: greatest seller

Stereotipi: veri o falsi?

August 2012 / agosto 2012

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Stereotipi: veri o falsi?

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CULTURAIn quanto al mandolino, strumento musicale utilizzato nel Meridione

tanti anni fa, è assurdo considerarlo ancora un simbolo tricolore. Se

vogliamo parlare di stereotipi più seri, ci conviene dare un’occhiata

alla seconda lista: spaghetti, romanticismo e moda.

Gli spaghetti ci rappresentano, eccome! Sulla tavola italiana un piatto

di spaghetti, o di pasta in genere, non manca mai e quando manca, vuol dire che qualcuno si è messo a dieta. Se vogliamo essere precisi però, dobbiamo dire che in alcune città del Nord la pasta è sostituita spesso dal risotto.

Dalla pasta che non passa mai di moda, passiamo alla moda, che ormai ci rappresenta quanto gli spaghetti, grazie alla classe e al genio di stilisti storici come Valentino e Armani, ma anche alle provocazioni creative di Dolce e Gabbana.

Ma gli Italiani sono ancora romantici e galanti? Prima di tutto consideriamo che le donne italiane sono molto più autonome di un tempo e spesso

preferiscono condurre il gioco. In secondo luogo, possiamo sicuramente osservare che ancora oggi molti uomini italiani passano a prendere la ragazza a casa e la riaccompagnano, aprono e chiudono lo sportello della macchina per farla salire e scendere, e le

offrono la cena.

Confermo che siamo caotici, parliamo molto e a voce alta e ci esprimiamo con gesti. Se poi mi chiedete di confermare che gli Italiani hanno un innato talento musicale, vi rispondo che mia madre è stonatissima.

In ogni stereotipo, di solito, c’è un pizzico di verità. Quel che è certo è che gli italiani cambiano così tanto da una regione all’altra che è veramente difficile rappresentare un popolo così attraverso pochi

stereotipi.

tanti anni fa (anno): many years agose vogliamo (volere): if we want (to want)ci conviene: we’d better dare un’occhiata: to have a look eccome: certainly tavola: dining tablepiatto: dishnon manca: it will be for sure, it never failsdire: to saysi è messo a dieta (mettersi): went on a diet (to go)dobbiamo (dovere): we must (must, to have to)

non passa mai di moda (passare): never goes out of fashion (to go)genio: geniusstilisti storici: storied designers

donne (donna): women un tempo: oncespesso: oftencondurre il gioco: to take the lead osservare: to observeprendere: to take la riaccompagnano (riaccompagnare): they take her back home (to take back home) aprono (aprire): they open (to open) chiudono (chiudere): they close (to close)lo sportello: the (car) door farla salire: to let her get inscendere: to get down, to get outle offrono (offrire): they offer her (to offer)cena: dinner caotici: chaotic voce alta: loud voicecon gesti: with gesturesse ... mi chiedete (chiedere): if . . . you ask me (to ask)confermare: to confirmstonatissima (stonato): completely tone-deaf

un pizzico di verità: a bit of truth cambiano (cambiare): they change (to change)popolo: people, certain group of peopleattraverso: throughpochi (poco): few

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VIAGGI

Non molti sanno che in

realtà in Italia si parlano

numerose lingue oltre l’italiano.

La situazione linguistica è

piuttosto complessa per via

della particolarità della storia

d’Italia. Il paese è infatti diviso

in venti piccole regioni ed

ha subìto molte influenze,

dovute ai numerosi fenomeni

d’immigrazione.

La lingua ufficiale è diventata l’italiano solo al momento dell’unificazione

politica nel 1861 e si è diffusa nel territorio lentamente fino ai nostri

giorni. Questa lingua discende dal “toscano letterario”, la lingua dei

grandi scrittori come Dante e Boccaccio.

I più grandi nemici dello

sviluppo della lingua

italiana sono certamente i

dialetti regionali, elementi

predominanti prima dell’unità,

ma ancora molto usati dalle

popolazioni, in particolar modo dagli abitanti dei centri minori e

delle campagne. Molti sostengono che in Italia basta spostarsi di

un centinaio di chilometri per non essere capiti dagli altri italiani.

Naturalmente ogni regione ha un suo dialetto ed in alcuni casi ci sono

anche grandi differenze dialettali all’interno di una stessa regione.

Tuttavia non tutti i dialetti sono riconosciuti come lingue distinte.

non molti sanno (sapere): not many people

know (to know)

si parlano (parlare): are spoken

(to talk, to speak)

lingue: languages

piuttosto complessa: quite complicated

per via della: due to

storia: history

diviso: divided

venti piccole regioni: twenty small regions

subìto (subire): was subjected to

(to be subjected to)

dovute: due

diventata (diventare): became (to become)

si è diffusa (diffondere): spread (to spread)

lentamente: slowly

fino ai nostri giorni: up until today

discende (discendere): descends

(to descend)

scrittori: writers

nemici: enemies

sviluppo: developments

elementi: elements

predominanti: predominant

ma ancora: but still

in particolar modo: especially

dagli abitanti: from the inhabitants

campagne: country

molti: many

sostengono (sostenere): claim, affirm

(to claim)

basta spostarsi: it enough to move

un centinaio: a hundred

per non essere capiti : to not be understood

un suo dialetto: its own dialect

all’interno: within

una stessa regione: the same region

riconosciuti (riconoscere); recognized

(to recognize)

Minoranze linguistiche

Il

August 2012 / agosto 2012

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VIAGGICi sono anche casi di dialetti che sono in effetti considerati lingue

distinte, anche se non legalmente riconosciute dallo stato italiano.

Nonostante questo status incerto, i dialetti ligure, lombardo,

napoletano, piemontese, sassarese, siciliano e veneto sarebbero a tutti

gli effetti lingue distinte e non comprensibili a coloro che parlano la

lingua italiana

Al contrario di questi ultimi dialetti sovracitati, ci sono una dozzina

di lingue minoritarie che esistono sul territorio della penisola e che sono

riconosciute dalla stato italiano Naturalmente la distribuzione di queste

lingue è estremamente complessa ed in continuo cambiamento.

Una delle lingue minoritarie più diffuse è certamente l’albanese, parlato

da oltre cinquanta diverse comunità sparse nell’Italia meridionale e nelle

isole principali. In Sardegna c’è da segnalare la presenza della lingua

catalana soprattutto nella zona di Alghero, lingua che ha influenzato

molto anche il dialetto sardo. La lingua slovena si può ascoltare nella

regione del Friuli-Venezia-Giulia, in particolar modo nella zona di

confine. Mentre il croato si parla principalmente in tre località nella

regione centrale del Molise. Il francese si usa comunemente in Valle

d’Aosta: con più precisione il dialetto valdostano, una lingua franco-

provenzale parlata sia in Valle d’Aosta che in alcune zone del Piemonte

e, inaspettatamente, anche ad ottocento chilometri di distanza

in alcune zone della Puglia. Nelle montagne delle Dolomiti si può

sentire parlare la lingua ladina, in particolar modo nelle province di

Trento, Bolzano e Belluno. La lingua friulana è usata nella maggior

parte dei comuni del Friuli mentre il sardo, naturalmente, è usato

solamente dagli abitanti della Sardegna. Infine ci sono una serie di

lingue germaniche che si differenziano tra loro e sono comuni in Alto

Adige e nel Trentino ed in alcune zone del Friuli-Venezia-Giulia e del

Veneto, oltre alla Valle d’Aosta ed il Piemonte.

anche: alsocasi: cases che sono in effetti: that are indeed anche se: even if

non legalmente: not legallyriconosciute (riconoscere): recognizedstatus incerto: unsure statussarebbero (essere): would be (to be)a tutti gli effetti : to all intents and purposes coloro che parlano (parlare): those who speak (to speak, to talk)

al contrario: on the contrary questi ultimi: these last sovracitati: mentioned aboveuna dozzina: a dozen che esistono (esistere): that exist (to exist, to be)estremamente complessa: extremely complex in continuo cambiamento: continuously changing

più diffuse: most popular parlato: spoken

sparse (spargere): scattered (to scatter)meridionali: southern isole principali: main islands che ha influenzato (influenzare): that has influenced (to influence)si può ascoltare: you can hear it zona di confine: border landmentre: meanwhile si usa comunemente (usare): is commonly used (to use)parlata: spoken inaspettatamente: unexpectedlyanche: also montagne: mountains si può sentire parlare: you can hear talking ladina: the ladin language maggior parte: the majority comuni: towns infine: lastly

si differenziano tra loro: are different from

each other

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CULTURA

Molti stranieri che vi-

sitano Roma si meravi-

gliano del fatto che, pur

mangiando tanto, i roma-

ni non hanno grossi pro-

blemi di linea.

Osservando i loro com-

portamenti possiamo ca-

pirne il perché.

È vero che mangiano grandi porzioni e molta frittura, ma è anche vero

che si muovono molto quindi hanno molte possibilità di bruciare le

calorie.

Le strade della città, infatti, sono così strette ed affollate che è difficile

girare in macchina ed inoltre c’è sempre il problema del parcheggio,

a volte impossibile da trovare.

A questo si aggiunge

l’abitudine, condivisa da quasi

tutti gli italiani, del caffè: di

mattina, dopo pranzo, nel

tardo pomeriggio, di sera, ogni

momento della giornata è buono

per prendersi un caffè. Quindi

la gente si sposta più volte nell’arco della giornata per raggiungere il

bar preferito, il bar di moda, il bar vicino all’ufficio.

Nella maggior parte dei palazzi del centro, inoltre, non c’è l’ascensore

per cui i romani fanno le scale più volte al giorno.

Oltre al movimento dobbiamo anche considerare le abitudini

alimentari dei romani e degli italiani in generale. Di solito ci sono 3

pasti principali : colazione, pranzo, cena.

abitudini: habitsalimentari: dietary, foodstuff

molti stranieri: many foreigners che visitano (visitare): who visit (to visit)si meravigliano (meravigliarsi): are amazed (to marvel, to amaze)del fatto: by the fact pur mangiando (mangiare): inspite eating (to eat)non hanno (avere): do not have (to have)grossi: big problemi di linea: weight problemosservando (osservare): taking a look at, observing (to observe)comportamenti:behaviours possiamo capirne: we can understand

è vero: it’s trueche mangiano (mangiare): that they eat (to eat)frittura: fried foodssi muovono (muovere): they move (to move)quindi: so, thereforehanno (avere): they have (to have)bruciare: to burn

le strade: the streets città: town, citycosì strette: so narrow affollate: packed, crammed girare in macchina: to go around by car parcheggio: parking spacea volte: sometimes trovare: to find

si aggiunge (aggiungere): add (to add)l’abitudine: the habitcondivisa: common, shared mattina: morningdopo pranzo: after lunch timenel tardo pomeriggio: in the late afternoon di sera: in the eveningogni momento: every moment giornata: day per prendersi (prendere): to take la gente: the peoplesi sposta (spostarsi): move around (to move)più volte: several times nell’arco: during per raggiungere: to reachdi moda: trendyil bar: the cafè vicinoall’ufficio: near the office

non c’è l’ascensore: there is no elevatorfanno le scale (fare): take the stairs (to take)

dobbiamo (dovere): we must (must, to have to)anche: also considerare: to consider di solito: usually colazione: breakfastpranzo: lunchcena: dinner

Le abitudini alimentari degli Italiani

Il

August 2012 / agosto 2012

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CULTURALa colazione non è così sostanziosa come negli altri paesi dove,

per esempio, si mangiano uova, pancetta, pane e così via. In Italia,

generalmente, la colazione è molto veloce, con caffè, latte e qualcosa

di dolce. Spesso a casa si beve solo un caffè, poi, prima di arrivare in

ufficio, si fa una sosta in un bar per prendere cappuccino e cornetto.

Il pranzo viene consumato fuori da chi lavora oppure in casa dove

però generalmente si mangia il primo piatto, di solito pasta, oppure il

secondo, un piatto di carne o pesce.

Gli italiani preferiscono seguire una dieta differenziata, per cui se

a pranzo mangiano un promo piatto, la sera mangiano il secondo e

viceversa.

In questo modo evitano di appesantire l’organismo con carboidrati,

proteine e grassi tutti nello stesso momento.

Poiché nei bar si possono gustare pizzette calde o buonissimi gelati

artigianali, gli italiani non frequentano moltissimo i fast food, molto

più popolari tra i ragazzi. Gli adulti preferiscono sicuramente le

patate al forno alle patatine fritte con ketchup e maionese o una

bella bistecca alla griglia all’hamburger accompagnato da varie salse.

Gli italiani sono, dunque, molto attenti a cosa mangiano, a quando

possono mangiare e agli abbinamenti.

Tuttavia queste buone abitudini alimentari vengono un po’ dimenticate

la domenica e nei giorni di festa. In queste occasioni viene servito un

menù completo composto da antipasti, primo, secondo, dolci e frutta e

il tempo passato a tavola va dalle 3 alle 5 ore. Del resto, come ricorda

un famoso detto popolare, a tavola non si invecchia mai.

Il segreto per una buona alimentazione è però non esagerare con le

porzioni, preferire i cibi freschi e i condimenti non troppo pesanti,

muoversi molto e, soprattutto, mangiare con amore, godendo di ogni

boccone.

non è: it is not così: sosostanziosa: susbtantial, fillingpaesi: countries uova: eggspane: breadmolto veloce: very fast dolce: sweet spesso: often a casa: at home si beve (bere): (they) drink (to drink)prima di arrivare: before arriving si fa una sosta (fare): (they) stop (to stop)cornetto: croissant

viene consumato fuori (consumare): is consumed outside (to consume)chi lavora (lavorare): those who work (to work) di solito: usually oppure: or carne: meat pesce: fish

preferiscono seguire (preferire): prefer to follow (to prefer) a pranzo: for lunch, at lunchtime

evitano di appesantire (evitare): (they) avoid to weigh down (to avoid)grassi: fats

si possono gustare: you can enjoy calde: warm artigianali: handmadepiù: moretra i ragazzi: with the kids, the youngstersle patate al forno: oven potatoes una bella bistecca: a nice steak a cosa: to what

un po’: a bitdimenticate: forgotten la domenica: the sunday, on sunday giorni di festa: festive daysviene servito (servire): is served (to serve_il tempo: the time passato: spenta tavola: at the tabledalle: from (female, plural)ore: hoursnon si invecchia mai (invecchiare): you never get old (to age, to grow old)

il segreto: the secret non esagerare: to not overdo it cibi: food pesanti: heavy muoversi: to move amore: lovegodendo di ogni boccone (godere): enjoying every bit (to enjoy)

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TRADIZIONE

In Italia l’estate è il

mese per eccellenza delle

vacanze, il periodo in cui,

chiuse ormai le scuole,

si parte per il mare, la

montagna o altre destinazioni per ricaricare le batterie dopo un anno

di studio e di lavoro. Il mese delle ferie, almeno nei decenni passati,

è sempre stato agosto, mese in cui chiudevano fabbriche ed uffici.

Oggi molte abitudini sono cambiate, perché sono cambiati il mondo

del lavoro e la società. Infatti non tutti gli uffici chiudono nello

stesso periodo e si è presa l’abitudine di andare in vacanza in periodi

scaglionati, il che ha posto quasi fine all’esodo che caratterizzava

le estati negli anni precedenti e ha permesso di raggiungere più

agevolmente le località di villeggiatura senza necessariamente rimanere

incolonnati nel traffico per ore ed ore.

Negli anni Sessanta e

Settanta era molto popolare

il Ferragosto, festa religiosa

che ancora oggi cade

il 15 agosto e celebra

l’Assunzione di Maria e

in cui si partiva di solito

per una gita fuori porta

e si organizzavano grandi

pranzi. Ancora oggi resiste

l’abitudine di recarsi al mare, in montagna o in un parco cittadino e

festeggiare con un abbondante pic nic o una grigliata.

il mese: the monthchiuse: closed ormai: by then le scuole: the schoolsil mare: the seaper ricaricare: to recharge un anno: a year lavoro: workferie: vacationalmeno: at least decenni passati: past decadesè sempre stato: has always been chiudevano fabbriche (chiudere): factories would close (to close)uffici: offices

oggi: todaymolte:many abitudini: habits cambiate (cambiare): have changed (to change)il mondo: the world chiudono (chiudere): close, shut (to close)si è presa (prendere): took up (to take)andare: to go scaglionati (scaglionare): staggered (to stagger)ha posto…fine a (porre: stopped, ended (to stop)all’esodo: to the holiday exodus ha permesso (permettere): made it possible (to make, to permit)di raggiungere: to reach più agevolmente: more easily senza: without rimanere: staying, to stay ore ed ore: for hours and hours

cade (cadere): (in this context) takes place celebra (celebrare): celebrates (to celebrate)si partiva (partire): (they) were off, left (to leave)una gita: a trip fuori porta: out of the city grandi pranzi: big mealsdi recarsi: to go cittadino: city (adj) festeggiare: to celebrate, to party una grigliata: a barbecue

L’estate e le sue tradizioni

Il

August 2012 / agosto 2012

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TRADIZIONELa festa di Ferragosto ha le sue origini che risalgono all’antica Roma: il

termine deriva da Feriae Augusti (il riposo di Augusto) e indicava una

festività istituita dall’imperatore Augusto nel 18 AC.

D’estate , chi non può permettersi di partire per una vacanza per

motivi di lavoro, soldi o altre ragioni, di solito lascia la città almeno

il fine settimana e si reca per la giornata o per qualche ora al mare, ai

laghi o in montagna. A Roma, ad esempio, il fine settimana la città si

svuota e rimane in possesso dei turisti, mentre i romani si trasferiscono

ad Ostia, a Fregene, a Sabaudia ed in altre località della costa laziale.

Sempre a Roma esiste

l’abitudine, quando l’afa

si fa sentire e anche la

sera il caldo non allenta

la morsa, di mangiare

una rinfrescante fetta di

anguria in uno dei tanti

chioschi sparsi per la città

o bere una grattachecca, una sorta di granita fatta con ghiaccio su cui

vengono versati sciroppi di frutta. Alcuni di questi chioschi aprirono

nei primi decenni del 1900 e ancora oggi mantengono viva questa

tradizione.

In molte grandi città italiane come Roma, Torino e Milano

l’amministrazione cittadina organizza in estate molte manifestazioni

culturali e musicali, che di solito si tengono in parchi o splendide

residenze, per permettere ai cittadini rimasti in città di passare

piacevoli serate. Di solito in cartellone ce n’è per tutti i gusti: fiere e

mercati, concerti jazz, opera, discoteche all’aperto.

che risalgono (risalire): that trace back (to trace back)deriva da (derivare): comes from (to come from)indicava (indicare): indicated (to indicate)

chi non può permettersi: those who cannot affordpartire: to leavesoldi: money altre ragioni: other reasons lascia (lasciare): leaves (to leave)la città: the townalmeno: at least il fine settimana: the weekendsi reca (recarsi): goes (go)la giornata: the day laghi: lakes si svuota (svuotare): empties (empty)mentre: while si trasferiscono: move tocosta laziale: the Latium coast

l’afa: the muggy weather, the heat si fa sentire: sets inla sera: the evening il caldo: the heat non allenta la morsa (allentare): does not loosen the grip (to loosen)mangiare: to eat una rinfrescante: a refreshing fetta di anguria: slice of watermelon chioschi: kiosksghiaccio: ice vengono versati (versare): are poured on (to pour)sciroppi: syrupsaprirono (aprire): opened (to open)mantengono viva (mantenere): keep alive (to maintain, to keep)

si tengono (tenere): are held (to hold)in parchi: in parks cittadini: town people, city dwellersrimasti: leftpassare: to spend piacevoli serate: pleasant eveningsin cartellone: in the playbill fiere e mercati: fairs and marketsall’aperto: outdoor

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CELEBRAZIONE

Il Palio di Siena dura diversi

giorni: inizia la mattina

del 29 giugno e prosegue il

giorno dopo e nei primi giorni

di luglio e ricomincia poi dal

13 agosto fino alla corsa finale del 16 agosto. Viene assegnato un cavallo

a ciascuna delle contrade partecipanti a quel Palio. Questa è la Tratta.

Vengono effettuate sei prove, tre la mattina alle 9 e tre la sera alle 19.45

(19.30 in agosto).

L’ultima delle prove serali è chiamata Prova Generale mentre l’ultima

prova in assoluto—corsa la mattina del Palio—è detta Provaccia. La

corsa del Palio consiste in tre giri della Piazza del Campo, su una pista

di tufo. Si parte dalla Mossa, formata da due canapi, dentro ai quali si

dispongono nove contrade in un ordine stabilito per sorteggio. Quando

entra l’ultima, la rincorsa, viene abbassato il canape anteriore e data la

partenza. Vince la contrada il cui cavallo, con o senza fantino, compie

per primo i tre giri.

La contrada vincitrice

riceve il Pali, che resterà

per sempre conservato

nel suo museo. Quattro

giorni per una festa: sono

questi gli appuntamenti

da seguire per conoscere

le fasi salienti del Palio. E’

importante sapere che corrono solo dieci delle diciassette contrade, la

cui partecipazione è regolata da un sorteggio, che avviene almeno venti

giorni prima di ogni Palio.

dura (durare): lasts (to last)

inizia (iniziare): begins (to begin)

mattina: morning

prosegue (prosegue): continues (to continue)

viene assegnato: is assigned

cavallo: horse

ciascuna: each one, each

contrade (contrada): neighbourhoods

la Tratta: the assignment of the horses to

the contrade

effettuate (effettuare): performed

(to perform)

prove: trial races

in assoluto: undeniable

detta (dire): called (to call)

corsa: race

giri (giro): laps (literally: turns)

pista: track

tufo: tuff

canapi (canapo): ropes

si dispongono (disporre): are disposed

(to dispose)

per sorteggio: by lot

rincorsa: chase

viene abbassato (abbassare): is lowered

(to lower)

data la partenza: given the sign to start

fantino: rider

compie (compire): makes (to make)

per primo: the first one

vincitrice: winner

resterà ... conservato (conservare): will be kept (to keep, to preserve)appuntamenti (appuntamento): appointments seguire: followsalienti: importantsapere: to knowcorrono (correre): they run (to run)regolata da (regolare): regulated by (to regulate) sorteggio: draw, lotavviene (avvenire): takes place (to take place)almeno: at least

Il Palio

Il

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CELEBRAZIONECorrono di “diritto” le sette contrade che non hanno corso il Palio

dell’anno precedente nella stessa data; le altre tre vengono sorteggiate

tra le dieci che invece vi avevano partecipato.Verso le ore 8 viene

celebrata dall’arcivescovo la “messa del fantino”. Subito dopo si corre

l’ultima prova, detta “provaccia”.

Alle ore 10.30, nel Palazzo Comunale, alla presenza del sindaco,

si procede alla “segnatura dei fantini” che da questo momento non

potranno essere più sostituiti. Intorno alle 15, presso gli oratori delle

contrade, si svolge la benedizione del cavallo, dopodiché le comparse

delle contrade e i figuranti del comune attraversano il centro storico

soffermandosi in Piazza Salimbeni per eseguire la sbandierata.

Successivamente si riuniscono in Piazza del Duomo da dove si

muovono in ordine per raggiungere Piazza del Campo.

I giudizi di valutazione

tengono conto sia

dell’aspetto estetico che

del comportamento e

dell’abilità dei figuranti.

Il Masgalano consiste di

regola in un bacile d’argento del peso di circa 1.000 grammi o, in

casi eccezionali, in altra opera d’arte con raffigur-azione di allegorie

riferite alla città, al Palio o a particolari avvenimenti cittadini. In

esso devono obbligatoriamente figurare gli stemmi del comune, del

magistrato delle contrade e del Comitato Amici del Palio.

Il Masgalano viene “messo in palio” dall’Amministrazione Comunale.

Ogni forma di pubblicità e propaganda è esclusa. Il Masgalano,

secondo l’antica consuetudine, viene presentato in occasione della

presentazione del drappellone.

di diritto: by right, by lawinvece: howeverarcivescovo: archbishopmessa: mass subito dopo: right aftersi corre (correre): is run (to run)

Palazzo Comunale: town hallsindaco: mayorsegnatura: marksostituiti (sostituire): changed (to change)intorno alle: around, about presso: at, byoratori (oratorio): oratories si svolge (svolgersi): it takes place (to take place)dopodiché: after whichcomparse: walkers-on figuranti: bit players centro storico: town center, historic center soffermandosi (soffermare): stopping (to stop)sbandierata: flag waving si riuniscono (riunirsi): they meet, they assemble (to meet, to assemble)raggiungere: to reach

giudizi di valutazione: judgestengono conto (tenere): take into account (to take)aspetto estetico: appearancecomportamento: behaviorabilità: skillsbacile: bowlargento: silverpeso: weightopera d’arte: work of artraffigurazione: representationriferite (riferire): referred to (to refer to)avvenimenti (avvenimento): eventsstemmi (stemma): coat of armsmagistrato: magistrate secondo: according toconsuetudine: custom, habitpresentato (presentare): presented (to present)drappelone: The painted silk banner that is handed to the winning contrada as a trophy at the close of the race.

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August 2012 Grammar Corner

Modal VerbsModal verbs are words used to give additional information about the main verb in a sentence, a verb being a word that expresses existence, action, or occurrence. In Italian the following words are modal verbs:

• Volere (to want to) - iovoglio• Potere (to be able to) - ioposso• Dovere (to have to) -iodevo

Modal Verbs - Present Tense

Volere• iovoglio• tuvuoi• lui/leivuole• noivogliamo• voivolete• lorovogliono

Potere• ioposso• tupuoi• lui/leipuò• noipossiamo• voipotete• loropossono

Dovere• iodevo• tudevi• lui/leideve• noidobbiamo• voidovete• lorodevono

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In Italian as in English these modals verbs (verbi servili) are easy to identify. Modal verbs in Italian indicate a “must,” “capability” or a “wish.”

POTEREIn the present indicative tense, potere means “to be able to” or “can.” • Possouscire?(May I go out?)• Possosuonareiltrombone. I can (am able to) play the trombone.

In the present perfect tense, potere means “to be able to, to succeed”• Hopotutospedireilpacco.(I was able to mail the package.)• Nonsonopotutivenirepiùpresto.(They could not come earlier, but they tried.)

In the conditional tenses (condizionale presente and condizionale passato), this verb may be translated as “could,” “would be able to,” “could have,” or “could have been able to”• Potreiarrivarealletre. (I was able to arrive at three o’clock; I would be able to arrive

at three o’clock.)• Avreipotutofarlofacilmente. (I could have done it easily; I would have been able to

do it easily.)

VOLERE In the present indicative, volere means “want”• Voglioquell’automobile. (I want that car.)

In the present perfect (conversational past), volere is used in the sense of “decided, refused to”• Hovolutofarlo.(I wanted to do it; I decided to do it.)• Marcononhavolutofinirlo.(Mark didn’t want to do it; Mark refused to do it.)

In the conditional, volere means “would like”• Vorreiunbicchieredilatte.(I would like a glass of milk.)• Vorreivisitareinonni. (I would like to visit my grandparents.)

DOVEREThe present indicative forms of dovere translate as “owe”• Glidevolamiagratitudine. (I owe him my gratitude.)• Tidevoventidollari. (I owe you twenty dollars.)

In the conditional tenses, however, dovere carries the meaning “should” or “ought to.”• Dovreifinireicompitidiscuolaatempo. (I should/ought to finish my homework on

time.)• Avreidovutotelefonarleimmediatamente. (I should have/ought to have telephoned

her immediately.)

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Reinforce what you have learned in this month’s grammar lesson with these practice phrases. Listen and Repeat!

•Vorreiunapizza. I’d like a pizza.

•Vorreicamminareunpòdipiù. I’d like to walk a little bit more.

•Devomangiareora. I have to eat now.

•Nonvuoilasciarmivero? Do you not want to leave it?

•Nondevipartire. You must not leave.

•Claudiohadovutolasciareilsuolavoro. Claudio had to leave his job.

•Mariaèdovutauscire. Mary had to go out.

•Lisahapotutoparlareconlui. Lisa was able to speak with him.

•Mariahavolutomangiare. Maria wanted to eat.

•Lisaèvolutavenirealcinemaconme. Lisa wanted to come to the cinema with me.

Ripetete dopo di me! Repeat after me!

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TRADIZIONE

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trascorre (trascorrere): spends (to spend)verrà ... invitato (invitare): will be . . . invited (to invite)invito: invitation si intende (intendere): they mean, they intend (to mean, to intend)ritrovarsi: to get togethervini (vino): winesstuzzichini (stuzzichino): appetizersprima di cena: before dinnerin voga: in voguenegli ultimi tempi: recentlybicchiere: glassal posto: instead oftendenza: trendsoprattutto: especiallyultimi anni: recent years

conosciuto come (conoscere): known as (to know)per via: because ofsomiglianza: resemblancebevanda: drinkapprezzato (apprezzare): appreciated (to appreciate)si preparano (prepararsi): that are prepared (to prepare)

cambiano (cambiare): change (to change) mode (moda): trendsandavano (andare): they would go (to go)per la maggiore: for the most partalla fine di questo decennio: at the end of this decadedivennero (divenire): became (to become)presero piede (prendere): took off (to take off)

storicamente: historicallynato (nascere): born (to be born)duecento: 200anni (anno): yearsvita cittadina: town lifesi diffuse (diffondersi): (it) spreads (to spread)velocemente: rapidlya macchia d’olio: like wildfirefu inventato (inventare): was invented (to invent)diventata (diventare): become (to become)consuetudine: customben radicata: deep-seatedsta diffondendo (diffondere): is spreading (to spread)vicine (vicino): neighboring, close

L’aperitivoChi trascorre un periodo in Italia verrà inevitabilmente invitato ad un aperitivo. Con questo invito si intende

ritrovarsi in un locale per consumare vini e cocktail insieme a degli stuzzichini

prima di cena. I cocktail più in voga negli ultimi tempi sono certamente lo Spritz, il Bellini, il Negroni e il Rossini. Una gran parte di persone preferisce un bicchiere di prosecco, come anche di altri vini, al posto dei cocktail, ma questa è una tendenza soprattutto degli ultimi anni.

Il prosecco è anche conosciuto come lo Champagne italiano, per

via della sua somiglianza con la bevanda francese. Il prosecco più

apprezzato è il prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, prodotto

unicamente nel territorio trevigiano, in Veneto. Le tipologie di prosecco

sono infatti il tranquillo, il frizzante e lo spumante e i cocktail che si

preparano con il prosecco sono principalmente lo Spritz, il Bellini, il

Rossini e il Tintoretto.

Naturalmente con gli anni cambiano le mode. Negli anni ’80 andavano

per la maggiore il Long Island Ice Tea, il Whisky e il Campari e solo

alla fine di questo decennio divennero popolari i cocktail di origine

sud americana come il Daiquiri o il Margarita. Negli anni ’90 invece,

presero piede i cocktail a basa di vodka.

Storicamente l’aperitivo è nato a Torino più di duecento anni fa. Al

giorno d’oggi, infatti, l’aperitivo è al centro della vita cittadina di questa

elegante città piemontese. Nel resto d’Italia si diffuse velocemente e

a macchia d’olio, prima a Genova e poi a Firenze, città nella quale

fu inventato il famoso Negroni. Ma oramai in tutta Italia l’aperitivo

prima della cena è diventata una consuetudine. Questa moda cosi ben

radicata in Italia si sta diffondendo anche nelle vicine nazioni come

l’Austria, la Francia, la Svizzera, la Serbia e la Germania.

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