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Old Flies in New Dresses (Ovvero: nuovi dressing per vecchie mosche) PREFAZIONE Nella prima parte di questo piccolo lavoro non voglio che il mio lettore pensi che io pretenda di essere il primo che ha affrontato qualsiasi imitazione particolare nel modo che troverà trattato. Nel caso di particolari insetti altri hanno spesso osservato che le imitazioni generalmente utilizzate erano imprecise. L'imitazione dell’Alder è forse stata la più criticata, ma non è la sola. Comunque è stato un caso in cui è stata osservata una inesattezza nell’imitazione del naturale, ed io spero di non abusare troppo della pazienza del lettore. Blaine, nella sua Encyclopedia of Rural Sports pubblicata nel 1840, dice in merito alla Cow Dung fly : "Per qualche errore straordinario Bowlker descrive questo insetto (n.d.t.: nel libro The art of angling, del 1747) come se avesse le ali verticali, e così molti fabbricanti di Londra fanno le mosche in base alle sue indicazioni, e non dobbiamo poi meravigliarci se i prodotti acquistati da loro hanno le ali innaturalmente volte all'in su." Quello che ho cercato di fare è stato quello di fissare le regole secondo cui debbono essere collocate le ali, in base alle diverse tipologie. Il lettore quindi non deve sperare in questa prima parte di incontrare molte imitazioni di creature che non sono mai state imitate prima, ma se lui riterrà che il modo in cui le mosche trattate siano state presentate correttamente ciò costituirà un passo in avanti, sia pur piccolo, che mi darà la soddisfazione di aver raggiunto il mio intento. Il lettore potrà essere sorpreso riguardo l'ordine in cui ho sistemato le varie mosche. E’ stato necessario, o comunque molto più conveniente, disporle in cotal guisa piuttosto che in quella che rispetta l’ordine entomologico, essendo la finalità di questo lavoro la pesca e non l’entomologia. Dato che le ali delle Alder e quelle delle Caddis hanno praticamente la stessa posizione nei confronti dei rispettivi corpi, ho voluto collocare le descrizioni di queste mosche una accanto all’altra. Questo esempio è sufficiente a suggerire a quella parte dei miei lettori che sono entomologi le ragioni che mi hanno mosso. Debbo anche correttamente fare una premessa alla II Parte del mio lavoro: so benissimo che non sono il primo a pensare che le Wet Fly non sono scambiata dal pesce per quell’insetto naturale che dovrebbero rappresentare. Ecco, la mia speranza è che il lettore trovi in merito una teoria definita, sufficientemente plausibile, che spieghi, almeno per il momento, l’interesse mostrato dal pesce. Devo riconoscere la gentile assistenza del dott. GA Buckmaster , Docente di Fisiologia presso l'Ospedale di San Giorgio, del signor Ernest E. Austen , del British Museum (Natural History), e di molti altri signori. Devo anche ringraziare il direttore di Land and Water per avermi permesso di ripubblicare un articolo nella prima parte del libro, e l'editore di The Field per un permesso simile nei confronti di alcuni articoli che compaiono nella seconda parte. La signora JR Richardson, di Kingston-on-Thames, mi ha anche dato alcuni suggerimenti per il miglioramento della preparazione di alcune delle mosche descritte. Charles Walker

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Old Flies in New Dresses (Ovvero: nuovi dressing per vecchie mosche) PREFAZIONE Nella prima parte di questo piccolo lavoro non voglio che il mio lettore pensi che io pretenda di essere il primo che ha affrontato qualsiasi imitazione particolare nel modo che troverà trattato. Nel caso di particolari insetti altri hanno spesso osservato che le imitazioni generalmente utilizzate erano imprecise. L'imitazione dell’Alder è forse stata la più criticata, ma non è la sola. Comunque è stato un caso in cui è stata osservata una inesattezza nell’imitazione del naturale, ed io spero di non abusare troppo della pazienza del lettore.

Blaine, nella sua Encyclopedia of Rural Sports pubblicata nel 1840, dice in merito alla Cow Dung fly : "Per qualche errore straordinario Bowlker descrive questo insetto (n.d.t.: nel libro The art of angling, del 1747) come se avesse le ali verticali, e così molti fabbricanti di Londra fanno le mosche in base alle sue indicazioni, e non dobbiamo poi meravigliarci se i prodotti acquistati da loro hanno le ali innaturalmente volte all'in su."

Quello che ho cercato di fare è stato quello di fissare le regole secondo cui debbono essere collocate le ali, in base alle diverse tipologie.

Il lettore quindi non deve sperare in questa prima parte di incontrare molte imitazioni di creature che non sono mai state imitate prima, ma se lui riterrà che il modo in cui le mosche trattate siano state presentate correttamente ciò costituirà un passo in avanti, sia pur piccolo, che mi darà la soddisfazione di aver raggiunto il mio intento.

Il lettore potrà essere sorpreso riguardo l'ordine in cui ho sistemato le varie mosche. E’ stato necessario, o comunque molto più conveniente, disporle in cotal guisa piuttosto che in quella che rispetta l’ordine entomologico, essendo la finalità di questo lavoro la pesca e non l’entomologia. Dato che le ali delle Alder e quelle delle Caddis hanno praticamente la stessa posizione nei confronti dei rispettivi corpi, ho voluto collocare le descrizioni di queste mosche una accanto all’altra. Questo esempio è sufficiente a suggerire a quella parte dei miei lettori che sono entomologi le ragioni che mi hanno mosso. Debbo anche correttamente fare una premessa alla II Parte del mio lavoro: so benissimo che non sono il primo a pensare che le Wet Fly non sono scambiata dal pesce per quell’insetto naturale che dovrebbero rappresentare.

Ecco, la mia speranza è che il lettore trovi in merito una teoria definita, sufficientemente plausibile, che spieghi, almeno per il momento, l’interesse mostrato dal pesce. Devo riconoscere la gentile assistenza del dott. GA Buckmaster , Docente di Fisiologia presso l'Ospedale di San Giorgio, del signor Ernest E. Austen , del British Museum (Natural History), e di molti altri signori. Devo anche ringraziare il direttore di Land and Water per avermi permesso di ripubblicare un articolo nella prima parte del libro, e l'editore di The Field per un permesso simile nei confronti di alcuni articoli che compaiono nella seconda parte. La signora JR Richardson, di Kingston-on-Thames, mi ha anche dato alcuni suggerimenti per il miglioramento della preparazione di alcune delle mosche descritte. Charles Walker

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PARTE I – DRY FLIES

CAPITOLO 1 – INTRODUZIONE Anche se non sarebbe corretto dire che gli scrittori sinora sul fly -dressing hanno mostrato una mancanza di spirito di osservazione, ancora è purtroppo vero che la loro capacità sembra, stranamente, assai debole nell’osservare gli insetti naturali e quindi insufficiente per indurli a proporre delle imitazioni passabili, ad eccezione degli Efemerotteri. Tranne questa famiglia di mosche, nessuno può risalire all’artificiale partendo dalla mosca naturale che esso dovrebbe rappresentare. Eppure il pescatore, malgrado conosca bene dal vero la mosca naturale, continuerà con queste imitazioni anno dopo anno senza discutere e così, malgrado il fatto che egli stesso non sia in grado di individuare quale insetto l’artificiale voglia rappresentare, egli si aspetta che la trota, invece, sia capace di farlo.

Si è molto discusso di recente sul fatto che le trote hanno il potere di discriminare tra diversi colori, invece nessuno ha mai posto in dubbio il loro potere di distinguere tra le diverse forme, ebbene: nella maggior parte di queste imitazioni non è il colore che è sbagliato, ma la forma! Le ali di una mosca svolgono indubbiamente un ruolo più importante nel formare il contorno, e di conseguenza l'aspetto generale della mosca. Pertanto, se non sono messe in posizione naturale, l'intero contorno dell’imitazione risulta completamente diversa da quella della mosca naturale.

Sembra tuttavia, a giudicare dalle opere canoniche in materia, che esistano varie correnti di pensiero riguardo le ali della mosca artificiale, come ad esempio fra gli estimatori delle ali divise e quelli di quelle accoppiate di piatto, che comunque, dopo tutto, é lieve. Più grave è che nessuno sembra ancora aver realizzato il fatto che le ali di una May Fly non si trovano nella stessa posizione rispetto al corpo come fanno quelle della Blue Bottle, mentre nel caso della Alder c'è un'ulteriore marcata differenziazione da ambo i casi.

Le ali, nelle diverse famiglie di mosche che trote e temoli mangiano, stanno a riposo, in relazione ai loro corpi, in tre posizioni diverse. - Nelle Effimere giacciono su piani verticali, leggermente divergenti tra loro verso le loro estremità. La Fig. 1 mostra il caso di una Effimera e la fig. 2 presenta una sezione trasversale attraverso la linea β α di Fig. 1. Questi disegni mostrano la relazione fra le ali e il corpo. Tutte le mosche sono state finora trattate da scrittori di fly -dressing, come se le loro ali fossero in questa posizione. - Nelle Caddis (Tricotteri) e nell’Alder (Sialis lutaria) le ali si trovano su ciascun lato del corpo, riunite frontalmente ai loro bordi superiori e quindi a poco a poco divergenti verso i loro bordi inferiori e gli arti posteriori. La Fig. 3 raffigura un Alder e la fig. 4 una sezione trasversale attraverso la mosca, che mostra la posizione delle ali. - Nei Ditteri (Blue Bottle, Cow Dung, ecc.) e Perlidi (Stone Fly, Yellow Sally, ecc.), le ali si trovano su un piano orizzontale. In alcuni Ditteri le ali divergono tra loro verso le proprie estremità, come nel caso della Blue Bottle, mostrato nelle Figg. 5 e 6. In alcuni altri Ditteri e nei Perlidi le ali si trovano l’una sopra l’altra, come mostrato nelle Figg. 7 e 8, ove si vede come le ali in entrambi i casi giacciono su un piano orizzontale. Le Figg. 2, 4, 6 e 8 β rappresentano la sezione del corpo, α e γ la sezione delle ali.

Desidero essere accuratamente inteso sul fatto che queste posizioni sono quelle assunte dalle ali degli insetti a riposo.

Molte mosche quando cadono in acqua si agitano ronzando in cerchio, alternando pause e attività frenetica, nell’apparente scopo di disimpegnarsi dalla superficie. Nel compiere questi sforzi, tuttavia, le loro ali in genere assumono la posizione di riposo. L'unico modo per imitare una mosca quando si agita ronzando freneticamente è quello di proporla senza ali e con una hackle extra, anche se, dopo tutto, si ottiene una povera imitazione.

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Riassumendo: nella maggior parte dei casi è meglio imitare le ali a riposo, e se ciò è fatto con precisione, esso rappresenterà per la trota un'imitazione accurata della mosca naturale, come le appare nei momenti di pausa, quando non cerca di sollevarsi dall’acqua. Ho più volte osservato il comportamento di un Alder caduto in acqua. Dapprima muove le ali rapidamente, ma presto si ferma per poi ricominciare, tuttavia, appena si é riposato. Il fenomeno si ripete più volte, ma dopo ogni lotta il successivo intervallo di riposo diventa più lungo. In molti casi, però, la mosca lotta quasi per niente.

Osservando molti altri insetti caduti in acqua, ho visto verificarsi la stessa sequenza di eventi anche se alcune mosche lottano per elevarsi dalla superficie molto più di altre, come nel caso della Blue Bottle.

La prima prova che ho fatto di una mosca costruita con le ali in posizione naturale riguardava un Alder. Per fare questa prova in modo completo, ho acquistato alcuni Alder, confezionati secondo i modelli più noti, da tre noti produttori. Quando sono arrivato al fiume le trote stavano bollando allegramente e le rive erano letteralmente gremite di Alder. Ho visto una trota prenderne uno che era caduto in acqua, quindi era evidente che l'Alder era la mosca da usare. Ho iniziato con gli artificiali che avevo acquistato e ho lanciato su una trota che stava bollando sotto un albero. Ha ignorato la mia offerta e lo stesso è successo con gli altri due modelli acquistati quando ho lanciato su altre due trote. Allora ho provato una delle mie costruzioni e subito ho preso un pesce. Non aveva abboccato in modo timido, come dimostra il fatto che fosse agganciato a destra, nella parte posteriore della lingua. Allora ho provato di nuovo le precedenti mosche, senza successo. Quando però sono tornato alla mosca fatta da me ho ferrato il primo pesce che ho tentato.

Imitazioni di altre mosche realizzate con le ali nella posizione naturale mi hanno servito così come ha fatto la mia imitazione di Alder, anche se non sempre sono stato propenso a provare dapprima i relativi modelli standard. Più volte però ho catturato con una delle mie imitazioni un pesce che aveva rifiutato l'imitazione classica appena due minuti prima.

Il lettore è libero di pensare che questi esperimenti, in quanto svolti da me, non sono affatto una prova conclusiva della mia teoria e che io stesso potrei non essere – anche in modo inconsapevole – imparziale. Ma per fortuna altri, oltre a me, hanno provato le mie mosche.

Il signor Herbert Ash ha fatto un test ancora più impegnativo del mio e quindi mi ha gentilmente permesso di pubblicare tale esperimento. Fornisco pertanto un estratto da una lettera scritta da lui e pubblicato nel “Land and Water” il 23 ottobre 1897, in quanto penso che sia una testimonianza molto pertinente al successo pratico della mia teoria. "Ho montato una tripletta di Alder di cui 2 prodotti commercialmente e l’altro, fatto secondo le indicazioni di Walker, fissato in testa. Ho salpato 8 trote in circa un'ora e mezza, e ciascuno di quei pesci fu preso con il modello del sig. Walker . Malgrado abbia usato 3 mosche stavo pescando a monte e secco, essendo il mio scopo quello di testare il nuovo modo di confezionare l’Alder, e ho così scoperto che, mentre il pesce è salito coraggiosamente al primo bracciolo, non uno ha fatto alcun tentativo sulle rimanenti.”

Il colonnello Walker (n.d.t.: un omonimo dell’autore) ha avuto molto più successo con le mosche confezionate con le ali in posizione naturale rispetto a tutti gli altri montaggi. Infatti, per più giorni consecutivi, in diverse occasioni ha catturato nessun pesce se non con le mie mosche, ed ora non usa più mosche fatte alla vecchia maniera.

Molti altri pescatori mi hanno detto che i loro esperimenti con le mie imitazioni hanno prodotto risultati simili.

Il sig. HH Brown, della Piscatorial Society, dopo aver letto un articolo della sua associazione circa la mia teoria sul modo giusto di costruire mosche da trota, ha descritto un'esperienza molto interessante che aveva avuto durante una giornata di pesca, collegata alla mia teoria. Qualche tempo fa, mentre stava pescando, si fermò su un ponte ad osservare. C’era un sacco di Alder in giro e così, catturatone alcuni, li gettò in acqua dopo aver loro schiacciato leggermente la testa per ucciderli in modo definitivo ed anche impedire che potessero poi muoversi. Poteva vedere comodamente se ogni singolo insetto passava indenne o se invece era carpito da uno dei pesci sottostanti. Dovette constatare che quando l’Alder morto aveva le ali in posizione naturale

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esso veniva regolarmente predato, se erano scomposte e innaturali al più causava un rifiuto: il pesce dopo essersi avvicinato si allontanava.

Questo è, credo, il più forte argomento a favore della mia teoria. Questo lavoro non riguarda le Effimere, che già vengono assemblate con le ali in posizione

naturale, bensì Sialidi , Tricotteri , Ditteri e Perlidi, di cui nessuno ha ancora, per quanto ne so, descritto la posizione corretta in cui le ali dovrebbero essere montate. CAPITOLO II – LA PERCEZIONE DEL COLORE NEI PESCI [ Ripreso da "Land and Water", del 6 novembre 1897] <<Molti quesiti interessanti vengono costantemente posti davanti al pescatore, ma certamente uno dei più intriganti che ha recentemente attirato la sua attenzione è la teoria di Sir Herbert Maxwell sulla capacità del pesce di discriminare tra i vari colori. La sua teoria è che, sebbene i pesci possono indubbiamente discernere tra diverse tonalità di chiaro e di scuro, non possono distinguere un colore da un altro. L'unica conclusione che si può trarre da questa teoria è quella cui Sir H. Maxwell é apparentemente arrivato. Ovvero che in un artificiale occorre mantenere gli stessi rapporti fra chiaro e scuro esistenti nel corrispondente naturale, invece quanto all’imitazione del colore essa è ininfluente. I fatti su cui si basa questa teoria erano: (1) che durante la stagione delle Mosche di Maggio ha usato diversi May Fly artificiali, alcuni di colore scarlatto, altri di blu brillante e altri ancora colorati in modo da imitare la mosca naturale, ma tutti similmente graduati in termini di ombreggiatura, (2) che ha catturato trote con ciascuna di queste mosche e che nessuna di esse in particolare si è mostrata decisamente più efficace rispetto alle altre. Questa esperienza senza dubbio ha un forte impatto in favore della sua teoria, ma andando a fondo nella questione, la sua attinenza con la capacità visiva del pesce non è così grande come subito pare. Per cominciare dobbiamo ricordare, in base a precedenti esperienze, che le trote sono salite a ispezionare cose non solo diverse per colore da qualsiasi insetto loro conosciuto, ma diverse anche per forma e gradazione di tinte. Sappiamo che a volte lo fanno. Ho più volte visto una trota che ha rifiutato un'imitazione abbastanza precisa delle mosche che erano in schiusa e prendere sotto la superficie una piuma di cigno. Ci sono stati anche molti altri casi ancora più straordinari, ma che rientrano nelle eccezioni. Pertanto, il fatto che queste trote abbiano preso una mosca anormalmente colorata non è una prova conclusiva per dire che la ha scambiata per la mosca naturale, soprattutto per via del fatto che questo esperimento è stato condotto durante la stagione delle May Fly, quando la trote a volte sembrano essere completamente pazze o, comunque, sempre molto meno timide che in qualsiasi altro periodo dell'anno. L'esperimento, inoltre, è stato effettuato su un corso d’acqua privato, e ciò alimenta il dubbio che lo stesso risultato forse non si sarebbe verificato se fosse stato condotto su un tratto d'acqua pescato, dove le trote sono più timide e più istruite. Dobbiamo poi considerare se, in base a ciò che sappiamo dalla storia naturale dei pesci, ci sono delle evidenze che puntano a favore della probabilità che essi siano in grado di discriminare i diversi colori. E’ noto che ci sono casi in cui in alcune specie i maschi hanno colori più brillanti di quelli delle femmine, sia alla stagione riproduttiva che sempre. Questo è probabilmente un processo evolutivo che tende a renderli più attraenti per le femmine. Sappiamo anche che i pesci a volte assumono un colore simile al loro ambiente. La livrea, senza dubbio, si è evoluta per proteggerli dai nemici, e sicuramente una gran parte di questi nemici sono altri e più grossi pesci. Molte delle larve di insetti acquatici e altre creature delle quali il pesce si nutre sono colorate secondo il loro ambiente, al fine di facilitarne l'occultamento. Questi fenomeni naturali ci portano ovviamente a giungere ad una conclusione opposta a quella di Sir H. Maxwell, in quanto le probabilità puntano tutte verso il potere dei pesci di discernere i vari colori.

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Un altro aspetto molto importante è la struttura dell'occhio del pesce in confronto con quella dell'uomo, che sappiamo ha la capacità di discriminare i colori. Questo potere è, nell'occhio umano, probabilmente situato nello strato di coni e bastoncelli della retina. Se la retina del pesce non avesse contenuto questo strato certamente ci sarebbero stati i più eccellenti motivi per supporre che la teoria affermata da Sir H. Maxwell fosse vera, ma questo strato è contenuto nell’occhio del pesce, anche se non è lo stesso che l'uomo possiede. Se l'occhio del pesce non l’avesse contenuto, i pesci sarebbero stati completamente ciechi. Quanto questa differenza nella retina supporti il pesce nel suo senso del colore è, al momento, un punto controverso, anche se credo che ricerche siano state fatte in questa direzione. Allo stato attuale, la nostra conoscenza è troppo limitata per poter fare una dichiarazione precisa. La probabilità è a favore del potere dei pesci di distinguere colore da colore. Una probabilità, tuttavia, non è una certezza, anche se si è più inclini verso di essa che verso un caso improbabile. Pur se la teoria di Sir H. Maxwell dovesse rivelarsi vera, a dispetto delle probabilità contrarie, non credo che avremmo progredito molto di più per quanto riguarda le cose da imitare della mosca naturale. Sappiamo che i valori relativi di chiaro e scuro in vari colori contigui l'uno all'altro presenti nella realtà non trasmettono la stessa impressione ai nostri occhi. Abbiamo un esempio di questo sempre con noi nella fotografia, dove il rosso e blu, in relazione tra loro, di certo non producono gli stessi effetti sul piano come fanno sull'occhio e, così come abbiamo conoscenza accurata dell’effetto dei colori contigui su un occhio normalmente monocromatico, difficilmente potremmo essere certi di produrre una accurata imitazione monocromatica di un oggetto multicolore, che possa ingannare quell'occhio. Il caso di un essere umano daltonico non è certamente un caso normale, pertanto le gradazioni di tonalità di scuro prodotte dai vari colori per questo occhio non potrebbero essere prese con sicurezza come standard. Anche se abbiamo ipotizzato che tutte queste difficoltà fossero state superate, e che i valori esatti di contrasto - relativi a questo occhio monocromatico - di tutti i colori fossero stati stimati, penso che non ci possa essere alcun dubbio che sarebbe stato più facile imitare i colori, e le varie sfumature di questi colori, che calcolare i valori di gradazione relative ai vari colori, in un particolare colore. Il risultato della prima alternativa non solo è più semplice ma sarebbe anche probabilmente molto più accurato rispetto a quest’ultima, peraltro più difficile. Oltre a ciò, così come forse gli occhi di alcune famiglie di pesci sono più sviluppati rispetto a quelli di altre, potrebbe succedere che i valori relativi di contrasto chiaro-scuro nel colore potrebbero essere diversi per le diverse famiglie, di modo che, se eliminiamo i colori dalle nostre esche, dobbiamo avere diverse ombreggiature per pesci diversi. Dopo aver esaminato attentamente tutte queste cose, sono giunto alla conclusione che sarà molto più semplice e sicuro continuare a utilizzare i colori nelle nostre imitazioni, anche se dovessimo scoprire che le presentiamo ad un occhio monocromatico.>>

Dopo aver scritto l' articolo di cui sopra , sono stato in grado di raccogliere alcune

informazioni per quanto riguarda il probabile potere dell'occhio della trota di discernere i colori.. Queste ricerche, anche se non ho ancora avuto il tempo di portarle avanti quanto avevo

sperato, mi hanno indotto a credere, più fermamente che mai, che ho ragione a consigliare l'uso dei colori nelle nostre imitazioni di mosche.

Ho preparato (n.d.t.: per il microscopio) alcune sezioni di retina della trota e le ho attentamente comparate con la retina di diversi altri pesci.

A questo punto una breve esposizione di ciò che è noto al momento sulla visione dei colori è

consigliata a favore di coloro che non hanno sufficiente dimestichezza in questo tema particolare. La sensazione di un singolo colore è prodotta da raggi di luce di una particolare lunghezza d'onda a carico della retina. Una sensazione di "bianco" è prodotta dai raggi contenenti tutte le lunghezze d'onda in grado di incidere su di essa. Quando, guardando un oggetto, non riceviamo alcuna sensazione di colore o di bianco allora percepiamo una sensazione chiamata "nero".

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La sensazione bianco può essere miscelata con la sensazione di qualsiasi colore dello spettro, come anche può esserlo la sensazione di nero, e quando questi due stimoli sono mescolati fra loro producono una sensazione di "grigio". Alcuni colori dello spettro sono probabilmente prodotti da una miscela di varie lunghezze d'onda dei differenti colori primari e molti colori in natura non esistono nello spettro. La parola "tonalità" esprime variazioni di lunghezze d'onda all'interno di un colore, mentre "luminosità " è utilizzata per indicare l'intensità della sensazione prodotta sulla retina. L'enorme difficoltà di elaborare in bianco e nero delle gradazioni di un insieme di colori - con diversi toni e sfumature di luminosità in ciascuna delle parti variamente colorate dell'oggetto che vogliamo imitare - la si può facilmente immaginare solo considerando questi fatti; ma ci sono altri fatti che mi portano a credere che per fare questo non è solo difficile, ma addirittura impossibile. Due teorie sono state proposte per spiegare la sensazione di colore prodotta sulla retina. La teoria di Young- Helmholtz insegna che ci sono tre sensazioni primarie: rosso, verde e viola. Gli altri colori sono una miscela di queste sensazioni, mentre il bianco viene prodotto quando tutti e tre gli stimoli sono eccitati insieme e il nero è l'assenza di qualunque sensazione. La teoria di Hering è che ci sono sei sensazioni primarie disposte in tre coppie: bianco e nero, rosso e verde, e giallo e blu. Egli suppone l'esistenza di tre sostanze visive che subiscono cambiamenti metabolici quando sottoposte all'azione della luce. Queste sono le sostanze bianco-nero, rosso-verde, giallo-blu. La sostanza bianco-nero è influenzata da tutti i raggi dello spettro, mentre le sostanze rosso-verde e giallo-blu sono differentemente influenzate da raggi di diverse lunghezze d'onda. Quando tutti i raggi cadono insieme sulla retina nessun metabolismo avviene nelle sostanze rosso-verde e giallo-blu, ma solo la sostanza bianco-nero è interessata. Pertanto la sostanza bianco-nero è la più attiva. Ogni discussione in merito al valore relativo di queste teorie sarebbe in questo lavoro fuori luogo e inutile. La forma ordinaria di daltonismo negli esseri umani è l'incapacità di discriminare tra rosso e verde. Questo dimostra che il potere visivo di queste persone è dicromatico e non tricromatico, che la loro capacità è limitata a due colori, o coppie di colori, e non si estende a tre. Gli individui che appartengono a questa classe dei daltonici possono essere suddivisi in due sottoclassi: coloro che non possono vedere il rosso e quelli che non percepiscono il verde. Chi non vede il rosso: non vede l'estremità rossa dello spettro e il blu-verde appare grigio, anche se ha una visione di colori distinti su entrambe le parti dello spettro del blu-verde. Accostando un rosso con un verde, vede un brillante rosso con un verde scuro. Chi non vede il verde: vede l'estremità rossa dello spettro mentre il verde appare come grigio. In abbinamento rosso con verde percepisce un rosso scuro con un verde brillante. Mai registrate cecità giallo-blu e solo un caso di assoluta cecità ai colori, ma un caso non è sufficiente per aprire una discussione. Secondo la teoria di Young- Helmholtz il caso in cui solo i toni del bianco e del nero sono visibili sarebbe impossibile da verificarsi, in quanto i toni del bianco e del nero sono la somma, o l’assenza, delle tonalità di rosso, verde e blu. Secondo la teoria di Hering ,ovviamente, l’assoluto daltonismo sarebbe possibile. Nel normale occhio umano solo le parti centrali della retina sono sensibili al colore, le parti periferiche sono praticamente daltoniche. L’anemia della retina, che può essere prodotta dalla pressione sul bulbo oculare, renderebbe la retina daltonica e quindi insensibile alla luce prima. A me sembra che i colori in relazione tra di loro assumono un tono di grigio, e la sensazione di bianco e nero scompaia da ultimo.

Riprendendo ora l’esame della retina della trota, ho notato che la maggior differenza fra essa e quella umana è che mentre quest’ultima contiene uno strato di coni e bastoncelli quella della trota contiene solo coni o, al limite, contiene pochi bastoncelli. Esiste anche nella parte posteriore della retina della trota un "tapetum", che si estende per quasi tutta la sua superficie posteriore. Questo non esiste nell'occhio umano, ma si trova negli occhi di alcuni dei vertebrati. È costituito da uno strato di cristalli di "guanina" e, avendo un aspetto metallico, ha un grande potere di riflettere la luce;

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probabilmente svolge un ruolo importante nel potere visivo della trota, soprattutto, penso, in condizioni di luce fioca.

Il fatto che i bastoncelli sono assenti dalla retina della trota non porta al significato importante che si potrebbe immaginare di primo acchito. La zona centrale della retina umana è la sede della visione più acuta, e nella fovea centrale ci sono bastoncelli. I coni nella retina della trota sono disposti strettamente, in guisa che sono praticamente in contatto tra loro, e le loro membra esterne sono piuttosto lunghe e più fini di quelle dell'uomo. Questo strato di coni si estende alla periferia della retina ove i coni sono ancora disposti strettamente, per tutta la loro estensione. Questi fatti ci devono indurre a ritenere che la visione della trota è probabilmente estremamente acuta, infatti l’esame della retina della trota non rivela alcuna differenza sostanziale dalla fovea centrale della retina umana, e allora non abbiamo ragione di supporre che i poteri visivi di tutta la retina della trota debbano differire in alcun modo rispetto ai poteri visivi posseduti dalla fovea centralis, la sede di visione più acuta, sia per colore che per luce, nella retina umana.

La retina di altri pesci che ho esaminato (nessuno di loro era un salmonide) conteneva solo coni, ma questi coni erano ad una certa distanza gli uni dagli altri.

Lo strato di pigmento epitelio che è presente nell'occhio umano, è presente anche in quello della trota. Occupa la stessa posizione tra lo strato di coni e bastoncelli, o solo coni , e la coroide. Come nell'occhio umano, aderisce a volte alla coroide e talvolta alla retina, quando la retina viene rimossa, anche se forse aderisce spesso alla retina.

Il mio spazio è troppo limitato per entrare in una qualsiasi delle teorie circa la possibilità che le cellule del pigmento hanno nel giocare un ruolo nella visione dei colori. E ' più che sufficiente però affermare che indubbiamente giocano un qualche ruolo nel nostro senso della vista e che sono anche contenute negli occhi della trota.

La retina di una persona daltonica non mostra alcuna differenza biologica dall'occhio normale, quindi non possiamo dire a quale causa è dovuto il daltonismo, ma in base alla nostra conoscenza, non c'è motivo di supporre che la trota sia normalmente daltonica.

Come Michael Foster così sagacemente disse "Nessun uomo può dire quali sono le sensazioni del suo compagno", ancora meno credo che l'uomo possa dire quali sono le sensazioni di una trota. Tutto ciò che possiamo fare per quanto riguarda la questione della visione dei colori è quello di scoprire tutti i fatti che possiamo ad essa relazionare e, lavorando sul confronto, arrivare non a conclusioni ma a probabilità.

L'unica cosa di cui sono certo è che troveremo sicuro, e relativamente facile, imitare le mosche nei colori, mentre fare una imitazione monocromatica di un qualcosa che rappresenterebbe esattamente la visione di un occhio normalmente monocromatica (di cui non sappiamo nulla ), in un mezzo di cui sappiamo molto poco, è praticamente impossibile.

CAPITOLO III - COME CREARE LE MOSCHE CON LE ALI IN POSIZIONE NATURALE Il metodo generalmente accettato per costruire una mosca artificiale è quello di montare le ali per prime. Questo è forse il miglior schema quando si effettua una imitazione di una Effimera, ma non è possibile formare il corpo dopo le ali, se queste sono collocate nella loro posizione naturale nel caso in cui gli insetti da imitare non siano Effimere. L’hackle deve essere fissata prima delle ali, pertanto vedremo che l’apposizione delle ali è l'ultima operazione in queste imitazioni.

Non ho mai usato un morsetto per il dressing e penso che sia un grande vantaggio essere in grado di fare una mosca senza servirsene. Chiunque è in grado di costruire una mosca artificiale senza ricorrere al morsetto può riuscirci ancor meglio utilizzandolo, mentre chi è abituato al morsetto, senza di esso si troverà in difficoltà.

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Alder e Caddis.

Queste mosche, come ho già detto, hanno le ali nella posizione mostrata nelle figg. 3 e 4. Con un paio di giri legate la seta intorno al gambo dell’amo, a partire vicino all'occhiello e

lasciando abbastanza spazio per mettere poi l’hackle e le ali. Scendete con la seta lungo il gambo fermandovi appena oltre la curva nel caso dell’Alder, arrestandovi prima nel caso della Caddis, ottenendo così un corpo perfettamente dritto.

Montate ora il materiale per il corpo e il tinsel. Penso sia meglio montare prima il tinsel fissandolo non dritto e in prosecuzione del gambo, ma obliquo, per agevolare l’avvolgimento della prima spira.

Se il corpo va fatto in lana o peli, la seta di montaggio deve essere cerata nuovamente nella parte più vicina all’amo per circa due o tre pollici, dopodichè vi si avvolge il materiale attorno.

Quando ho cominciato a costruire mosche artificiali ho trovato in questa tecnica denominata “dubbing”, o doppiaggio, uno scoglio da superare. In tutti i libri che ho letto, le istruzioni su questo punto sono semplicemente: "Spin the dubbing on the tying silk” (Ruotate il materiale da doppiaggio sulla seta da costruzione) e non avevo la minima idea di come questo avrebbe dovuto essere fatto. Dato che pure altri che vogliono farsi le mosche possono trovarsi in tale difficoltà, cercherò di spiegare il metodo che ho trovato più facile.

Se si usa lana Berlino, bisogna tagliarne uno spezzone e sfilacciarne i filamenti, separandoli fra loro. I fili devono quindi essere cotonati creando un’unica massa, che va poi stirata fra l’unghia del pollice e quella dell’indice per giungere ad avere una consistenza uniforme. Una piccola porzione di quanto ottenuto serve per fare il corpo di una mosca. Questa dovrebbe essere tesa di nuovo, resa conica e terminante a punta ad una estremità, quindi applicata con la seta da montaggio sull’amo, con la punta fissata presso la curvatura dell’amo, come mostrato in fig. 9. Ogni dubbing dovrebbe essere realizzato così.

La lana deve ora essere presa tra il pollice e l'indice della mano destra e girata intorno alla seta da montaggio strofinando il pollice e l'indice insieme. Il "dubbing " creato dovrebbe ricoprire la seta da montaggio da circa un quarto a tre quarti di pollice, a seconda delle dimensioni dell’amo. Adesso il dubbing va avvolto attorno al gambo verso la testa, lasciando in testa una piccola porzione del gambo nuda per hackle e ali. Il tinsel viene poi avvolto a spirale sino alla testa, quindi legato e l'avanzo tagliato. E’ il momento dell’hackle. Le fibre più lunghe della piuma devono essere della stessa lunghezza dell’amo. Tolte con l’unghia di pollice e indice le fibre lanuginose, tenendo la punta della piuma nella sinistra si traggono verso il basso le sue fibre premendo con pollice e indice della mano destra. L’hackle ora apparirà come mostrato in fig. 10. Prendete la punta della piuma così preparata tra le unghie del pollice e dell'indice della mano sinistra e ponete la base del calamo della penna nella pinza per hackle, in modo che la schiena, ovvero la superficie opaca della piuma, sia rivolta verso di voi. A questo punto, tenendo la pinza con l’hackle nel palmo della mano destra grazie alla presa di dito medio e anulare, ponete pollice e indice dietro la piuma e con un movimento di pollice spingete giù le fibre dell’hackle le cui punte puntavano in l'alto, portandole così nella stessa direzione della fila inferiore. L’hackle ora apparirà come mostrato in fig. 11. Fissata l’hackle (n.d.t.: per la punta) e tagliate le sue eccedenze, la si avvolge, tramite la pinza, in strette spire verso la testa. Tre o quattro giri di regola sono sufficienti. Si lega infine con la seta e si taglia l’eccedenza di hackle. Adesso si pettinano vero il basso le fibre e poi si tagliano quelle che rimangono proiettate verso l'alto. La mosca dovrebbe apparire come mostrato in fig. 13.

Le ali devono essere prese da corrispondenti sezioni di calamo di penna d’ali d’uccello contrapposte. Questi pezzetti di calamo vanno divisi a metà con le forbici quindi si usa quello che a lato contiene le fibre più lunghe. Questa porzione longitudinale di mezzo calamo va tagliata ad intervalli regolari e ogni pezzetto ottenuto servirà per fare un'ala (v. fig. 15). Prendete due di questi pezzi, uno da ogni piuma, e piazzateli insieme, con le loro superfici concave verso l'altro. Vanno messi uno su ciascun lato dell’amo, con i loro margini più bassi in posizione un po' inferiore rispetto al corpo della mosca, e legati presso la testa. Si taglia il residuo di penna e si finisce la testa, che va verniciata, avendo cura di pulire l'occhiello. La mosca apparirà come mostrato nella tavola di illustrazione delle imitazione di Alder e Caddis.

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C'è un modo migliore di preparare ali, in quanto rende le estremità delle ali rotonda, anche se è più difficile, che è stato prima di me dimostrato dalla signora Richardson di Kingston -on- Thames .

Presa la piuma si toglie la parte inferiore delle fibre fino a lasciarne una quantità ritenuta idonea alla realizzazione di un'ala. Una porzione di fibre sufficiente per fare un'ala viene separata dalle fibre in alto e piegata verso il basso con attenzione. Se le fibre sono trattenute molto delicatamente tra il pollice e l'indice, essi si dispongono in modo che la loro estremità presenta un bordo arrotondato invece di un punto. Questa porzione di fibre viene quindi afferrata saldamente tra il pollice e l'indice vicino al calamo e staccata da esso tirandola opportunamente verso il basso . L'altra ala viene preparata in modo simile da una piuma dell'ala opposta dell'uccello. Ditteri e Perlidi. Nelle imitazioni di Ditteri e Perlidi corpo e hackle vanno posizionati nello stesso modo (n.d.t.: dei precedenti), tranne l’hackle che dovrebbe aver modo di proiettarsi a lato e in basso; essendo in queste mosche le ali orizzontali, le fibre che sporgono lateralmente non debbono interferire con la posizione delle ali, come invece accade nei modelli di Alder e Caddis. Corpo e hackle, una volta montati, dovrebbero quindi apparire come mostrato in fig. 14.

Le ali di queste mosche sono forse in assoluto le più difficili da montare. Per montare ali divergenti tra loro, come nella Blue Bottle, si prendono due sezioni di penna prelevate dai fianchi opposti, preparate come descritto per Alder e Tricotteri, e le si sovrappongono una sull'altra, come mostrato in fig. 16. L’amo deve poi essere preso con la mano sinistra, tenendone la curva tra pollice e indice, con la testa rivolta verso destra. Le ali sono quindi posate piatte sul corpo con la mano destra e tenute lì con forza tramite il pollice sinistro. Le ali sono ora legate, poi la porzione di rachide e di fibre eccedenti vanno tagliate a raso ed eliminate, e si completa la testa. L'illustrazione dell'imitazione Blu Bottle, ecc , mostra l’aspetto finito.

I Ditteri - le cui ali si trovano, a riposo, una sull’altra (come nel caso della Cow Dung) - il lettore riscontrerà che si trovano rappresentati, nelle mie imitazioni, con le ali in una certa misura dispiegate. Questo perché ho notato che nella mosca naturale, quando cade in acqua, le ali sono più spesso in questa posizione. I Perlidi - le cui ali si trovano sovrapposte - dovrebbero avere le ali messe nella posizione che assumono nella mosca naturale invece che incrociate fra loro, e la mosca apparirà, una volta terminata, come l' illustrazione della imitazione Yellow Sally.

Gli schemi costruttivi che ho trovato di maggior successo saranno descritti per ogni mosca. Si noterà che ho messo tinsel su molte delle mosche che sinora ne erano prive. La ragione per usarlo così liberamente è perché questo è l'unico modo per riprodurre un effetto peculiare che si osserva in alcune mosche se guardate da sotto la superficie dell'acqua, che è il modo in cui appaiono alla trota. E’ meglio imitare questo effetto il più possibile.

I corpi di molte mosche sono coperte di corti peli. Quando queste mosche cadono in acqua, una bolla d'aria aderisce a tali peluzzi e, guardando dal di sotto della superficie, ciò produce un effetto metallico brillante, con il colore del corpo che appare a tratti. Il rigaggio del corpo dell'imitazione con tinsel riproduce questo effetto con precisione.

L'aspetto della mosca naturale in acqua, visto dal basso, può essere osservato mettendo un piccolo specchio sul fondo di una grande ciotola piena di acqua. Ho usato uno di quei piccoli specchi rotondi che sono stati inviati circa qualche tempo fa come pubblicità per qualcosa, non ricordo cosa. Se si piazza la mosca sulla superficie dell'acqua sopra questo specchio, il suo riflesso mostrerà come essa appare alla trota.

Un altro, e forse migliore, modo per osservare l'aspetto della mosca da sotto la superficie è di metterla in acqua in un grande acquario di vetro. Si può così osservare anche guardando attraverso uno dei lati dell'acquario.

E ' meglio usare tinsel piatto nel fare queste mosche anziché quello tondo, che non riproduce lo stesso effetto metallico della bolla d'aria sul corpo della mosca naturale.

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CAPITOLO IV - ALDER FLY (Sialis lutaria, Linn.) L' Alder Fly (n.d.t.: ovvero Mosca dell’Ontano) è una mosca che finora ha assunto nella stima del pescatore a mosca secca una posizione molto inferiore a quella che si merita. Quasi ogni scrittore sul tema dice che ciò è dovuto al fatto che l’insetto raramente si trova in acqua. E’ naturale che non lo si trovi così spesso come le mosche che schiudono in acqua, ma comunque ve lo si trova in buon numero. La percentuale di Alder che cadono in acqua probabilmente è molto piccola se confrontata con quelli che non lo fanno, ma nei luoghi in cui è molto numeroso, anche tale percentuale fornisce un numero significativo.

Una prova pratica del fatto che essi di frequente cadono in acqua è data dall'avidità con cui la trota si ciba di loro e li ho quasi sempre trovati nello stomaco di trote quando erano numerosi sulle rive. Spesso ho anche buttato un Alder naturale in acqua e l’ho visto predato da una trota.

Molti probabilmente pensano che io abbia scambiato un tricottero per un Alder, ma posso assicurare che ciò non é. Ho sempre, per quanto riguarda l’Alder in particolare, fatto un attento esame delle mosche sulle sponde e, come tutti sanno, anche un esame superficiale della mosca con una lente d'ingrandimento pone fine ad ogni dubbio quanto al suo essere un Alder o una Caddis, anche se la conoscenza di entomologia posseduto da colui che fa l’esame è limitata. La particolare forma gibbosa delle ali a riposo rende l’Alder facilmente riconoscibile.

Credo che il buon motivo per cui l'imitazione di Alder non è così efficace come dovrebbe essere, è perché le ali sono generalmente messe in una posizione assolutamente irreale. Questo non è colpa dei costruttori, quanto di tutti quegli scrittori che in proposito hanno messo le ali in questa posizione, una postura che la mosca naturale non può assumere senza una violenza esterna.

Nell'osservare questa mosca quando è caduta in acqua, ho visto le sue ali in posizione di riposo più spesso che in qualsiasi altro modo. In realtà l'unico altro stato in cui l'ho vista è accaduto quando essa si dibatteva ronzando con forza, apparentemente con lo scopo di sollevarsi dall’acqua. Ovviamente la più facile, ed anche unica possibile, posizione in cui le ali possono essere imitate con precisione è la posizione di riposo.

Un altro errore nelle imitazioni normalmente vendute è nei materiali usati nella costruzione. Il corpo è realizzato molto grasso, con Herle di pavone, mentre nella mosca naturale è decisamente sottile e di colore marrone scuro. Le ali sono fatte con sezioni di piume di gallina marroni e maculate o di otarda, che sono di un marrone molto più intenso rispetto le ali dell’insetto naturale, e infine l’hackle è troppo abbondante e copre tutta la mosca. Il seguente dressing dell’Alder ha trovato più successo, sia nelle mie mani che in quelle di altri pescatori. -Corpo = Filo di seta marrone molto scuro, portato sino alla curvatura dell’amo, e reso un po' spesso. A volte ha avuto molto successo con un ribbing in tinsel dorato sottile (dimensione 00). Se si copre il corpo con sottile “india-rubber” (n.d.t.: caucciù) si darà alla mosca un aspetto più efficace. -Hackle = Tre o quattro giri di hackle di gallo nero, montato come descritto nel capitolo III . -Ali = Sezioni di piume d’ali di beccaccia prese da lati opposti. Le penne di beccaccia hanno un aspetto un po' lucido e inoltre assomigliano maggiormente al colore generale delle ali dell’Alder, penso perciò siano le migliori da usare. Ho descritto la posizione in cui mettere le ali al capitolo III. -Amo = No. 2-4, secondo le nuove misure. (Nelle tav. I e II si vede l’Alder naturale e l'imitazione come dovrebbe apparire una volta terminata) CAPITOLO V - CADDIS FLY ( Tricotteri ) . Ogni pescatore conosce il portasassi, che è la forma larvale delle Friganee. Poiché il numero delle diverse specie di Tricotteri è molto grande, ci sono molti tipi diversi di portasassi. Alcuni di questi fanno involucri che fissano alle rocce, la maggior parte di loro però fanno astucci che si trascinano in giro con loro, ritirandosi in essi quando un pericolo si avvicina. Questi foderi variano molto sia di forma che nei materiali di cui sono composti. Alcune specie tuttavia di norma si trovano in quasi ogni acqua. Sono estremamente interessanti da osservare, però se vengono accidentalmente

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introdotti in un recipiente contenente uova di trota essi le distruggeranno. Le larve di Caddis sono prese senza problemi dalle trote e spesso le ho trovate nello stomaco di trote.

Le Caddis, o Sedge, come ho già sottolineato sono una famiglia molto numerosa e la maggior parte di loro é predata molto comunemente dalla trota. Queste mosche quando sono in acqua generalmente mantengono le ali in posizione di riposo. Nonostante ciò, le ali delle imitazioni di Sedge sono sempre messe in posizione verticale, quando invece la posizione naturale delle ali a riposo è praticamente la stessa vista nel caso dell’Alder, anche se i bordi inferiori delle ali non sono, di regola, altrettanto bassi rispetto ai loro corpi. Grannom (Brachycentrus subnubilus, Curt.). Questa mosca è estremamente numerosa su molti dei corsi d'acqua del Sud (n.d.t.: della GB) ed è così ben nota al pescatore che la descrizione è quasi inutile. Appare circa a metà aprile e dura cinque o sei settimane, anche se Ronalds dice che le ha trovate negli stomaci di trote più tardi, sino ad agosto.

Il gruppo di uova che la femmina porta a fine addome coda è ben rappresentato mediante qualche avvolgimento di filo di seta, o di lana, verde-bluastro a fine corpo, che dovrebbe essere realizzato ben al di sotto della curva dell’amo, come mostrato nella figura dell’imitazione. -Corpo = Peli chiari di muso di lepre, con avvolgimenti di lana o seta in coda. Un rigaggio con tinsel sottile dorato a volte dà più efficacia. -Hackle = Ginger chiaro o, meglio ancora, scuro al centro e ginger chiaro alle estremità. -Ali = Le piume più chiare tratte da ali di pernice. -Amo = No. 1-3 , nuove misure. (Le tavole I e III mostrano la Grannom naturale e artificiale). Sand Fly ( Limnephilus flavus, Steph.). Mr. Halford sottolinea nel suo Dry Fly Entomology che Ronalds si era sbagliato nel chiamare questo insetto Sand –fly essendo la vera mosca della sabbia un Dittero. Dico, per parte mia, a entrambi che questo non è che un nome popolare e che avendo i precedenti scrittori descritto la Sand- fly come una comune Caddis -fly , penso sia opportuno mantenere il vecchio nome per evitare di confondere il pescatore.

Questa mosca è una delle più utili fra tutte le Caddis, schiude in aprile e dura quasi tutta la stagione. Ci sono diverse altre Caddis che arrivano più tardi nel corso dell'anno che le somigliano molto da vicino nel colore, forma e dimensione. Le ali sono di colore giallo ocra, con barre di marrone, il corpo è coperto di peli corti di colore fulvo chiaro, e la mosca ha circa la stessa dimensione, o un po' più grande, della Grannom . Il dressing indicato di seguito se leggermente modificato servirà per molte Caddis che vengono fuori più avanti nella stagione. -Corpo= Peli chiari di muso di lepre, ribbing in seta arancione. A volte è più efficace un rigaggio con tinsel dorato sottile. -Hackle = Ginger chiaro. -Ali = Sezione di penna di fagiana di colore giallo, barrata di marrone, o una, similmente barrata, di beccaccia. -Amo = No. 1-3, nuove misure. ( Le illustrazioni della mosca naturale e artificiale sono riportate nelle tavole I e III ). Red Sedge (Anabolia nervosa, Steph.) C'è una Caddis che appare sull’acqua circa all'inizio di giugno e che ho visto in gran numero il più tardi alla metà di ottobre, che non sembra aver ottenuto un nome popolare tra i pescatori. Le sue ali sono molto simili a quelli dell’Alder per forma e venature ed ha quasi la stessa dimensione, anche se forse è, in media, leggermente più piccola. Qui, tuttavia, la somiglianza

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finisce. Le sue ali anteriori sono di colore bruno-marrone chiaro e sono più trasparenti rispetto a quelle dell’Alder. Il corpo è anche più corto in proporzione alle sue ali ed è fittamente coperto di peli giallo chiaro che, sullo sfondo scuro del corpo, conferiscono un aspetto grigio-giallastro.

Questa mosca è presa senza remore da trote e temoli e pure da cavedani. -Corpo = Pelo giallo chiaro di topo d’acqua avvolto su seta nera. -Hackle = Rosso chiaro. -Ali = La particolare forma e colore delle ali sono rappresentate al meglio dalla punta di una penna copritrice dell'ala del re di quaglie. Queste piume sono di un colore marrone rossiccio e si trovano in prossimità del bordo superiore sulla superficie esterna dell'ala. Le piume più superficiali e rossastre sono le migliori . Queste penne dovrebbero essere prese da ali opposte e preparate togliendo alcune delle fibre in modo che possano apparire come mostrato nella figura della mosca artificiale a tavola III. La tav. I. dà un esempio della mosca naturale. -Amo = No. 9-4, nuove misure. Welshman’s Button (Sericostoma collare, Pict.). Questa mosca è molto numerosa in alcuni luoghi ed è presa facilmente dalla trota. Il corpo dell'imitazione è generalmente fatto con Herle di pavone, ma questo lo rende troppo spessa. La mosca generalmente compare ai primi di giugno. Si dice che questa mosca sia spesso scambiata per l'Alder, ma dovrebbe essere facile distinguerle. Nell’Alder le ali anteriori sono lisce, larghe e forti, nella Welshman’s Button sono coperte di peli e strette. Questa mosca è solitamente più piccola dell’Alder. -Corpo = Lana marrone rossastro, ribbing con tinsel sottile dorato. -Hackle = Centro giallo con estremità nere. -Ali = Sezione di penna rossastra di re di quaglie. -Amo = No. 2-4, nuove misure. Cinnamon Fly (Mystacides longicornis, Linn.). C’é un gran numero di piccole Caddis che sono molto simili fra loro nell'aspetto. Le ali anteriori sono lunghe e strette, e sono marroni barrate di giallo opaco. Si librano in gran numero da cespugli e alberi che sovrastano l'acqua e sono catturate abbastanza facilmente dalle trote. Ho scelto la Mystacides longicornis come una delle più comuni e più tipiche. Un esempio della mosca naturale è dato a tavola I. e dell’artificiale a tavola III. -Corpo = Peli chiari di muso di lepre. -Hackle = Ginger. -Ali = Strette, tratte da una ben maculata penna di fagiana. -Amo = No. 0-2, nuove misure. Caperer (Halesus radiatus, McLach.). Questa mosca, che è ben nota ai pescatori e appare di norma in agosto, è uno dei più grandi tricotteri. Le sue ali sono marrone a chiazze e coperte di peli. Diverse altre Sedge un po' le assomigliano.(Rappresentazioni naturali e artificiali si trovano a tavola I e III, rispettivamente). -Corpo = Peli marroni dal muso di lepre. -Hackle = Una piuma badger con le parti chiare di colore giallo opaco pallido. -Ali = Sezione tratta dalla penna screziata più scura di una fagiana. -Amo = No. 3-5, nuove misure. Ci sono molte altre Caddis , ma i seguenti dressing, forse leggermente modificati per imitare più da vicino alcune di esse, saranno adatti alla maggior parte di loro. Tipo 1 -Corpo = Lana bianca, ribbing con sottile tinsel argentato.

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-Hackle = Ginger chiaro. -Ali = Sezione di penna marrone di re di quaglie. -Amo = No. 0-3. Tipo 2 -Corpo = Peli di muso di lepre, ribbing in sottile tinsel dorato. -Hackle = Ginger marrone. -Ali e Amo = come Tipo 1. Tipo 3 -Corpo = Lana giallo pallido, rigaggio in tinsel dorato sottile. -Hackle = Coch - y- Bondu. -Ali = Sezioni di penna maculata di ali di fagiano. -Amo = come Tipo 1. CAPITOLO VI – PERLIDI Le imitazione di Perlidi , o Stone Fly, vengono più utilizzate al Nord nella pesca wet -fly che dal pescatore a mosca secca del Sud .

La specie più nota è la Stone Fly vera e propria, ma tale insetto non sembra abbondare nel Sud, anche se ho trovato esemplari isolati a Heathfield nel Sussex in due occasioni. Questa mosca è quindi trascurata (n.d.t.: nel presente lavoro) e saranno descritte solo la Willow Fly e la Yellow Sally.

I Perlidi, a differenza dei Ditteri, hanno quattro ali. Tuttavia, poiché le ali anteriori coprono quelle posteriori quando sono a riposo, di norma è sufficiente a rendere l'imitazione con una sola coppia di ali. Da notare però che la coppia di ali posteriori delle patracche spesso cambia notevolmente il colore della coppia anteriore, quando sono a riposo. Così, ad esempio, nella Willow Fly anche se la coppia anteriore di ali é di colore brunastro esse appaiono di colore ardesia scuro quando la mosca è vista mentre cammina. Un esempio di esemplare naturale è fornito nella tavola I. Willow Fly (Leuctra geniculata, Steph.). Questa mosca (n.d.t.: detta Mosca del Salice) schiude tardi in stagione. In settembre e ottobre è presa con franchezza da trote e temoli. E ' simile nella forma alla Stone Fly del Nord. Questo insetto è quasi sempre stato riprodotto mentre si dibatte ronzando. Ronalds cita nella sua Fly Fisher’s Entomology che può essere fatta la versione con le ali, ma nulla dice circa la loro posizione. Non credo che la versione con sole hackle sia davvero una buona imitazione degli insetti naturali e comunque è del tutto possibile mettere le ali nell’imitazione nella stessa posizione di quelle della mosca naturale. A tavola II ci sono tre illustrazioni di imitazione di Willow Fly. Una di queste ha le ali in posizione di riposo, come nel dressing descritto in un capitolo precedente. L'altro, che ha le ali parzialmente aperte, lo devo ad un suggerimento di Mr. GEM Skues. La coppia di ali posteriori sono montate per prime e quelle anteriori in seguito. Poiché la modalità di procedimento è praticamente la stessa come nel Blue Bottle, con l'aggiunta di un'altra coppia di ali, non devo entrare in ulteriori dettagli. La Willow Fly quando cade in acqua ha le ali talvolta racchiuse e talaltra in altro modo. -Corpo = Peli di topo d’acqua marrone chiaro, ribbing con tinsel dorato sottile. -Hackle = Ginger. -Ali = Le più scure sezioni di stornello. Le ali dovrebbero essere strette. -Amo = No. 00-1, nuove misure. (Illustrazioni a Tavola II ).

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Yellow Sally (Chloroperla grammatica, Poda) . Questa mosca appare in maggio e giugno e anche se si dice che sia di tanto in tanto presa dalle trote non sembra riscuotere da loro un gran apprezzamento. Le ali devono essere poste una sull’altra, come nelle illustrazioni dell’imitazione data a tavola II . -Corpo = Peli di topo d’acqua marrone chiaro, ribbing in seta gialla. -Coda =. Due fibre marroni da ali di fagiano. -Hackle = Piuma di pernice tinta oliva. -Ali = Sezione di penna di gallina bianca tinta oliva. -Amo = No. 1-2, nuove misure. CAPITOLO VII - DITTERI I Ditteri, o insetti con due ali, includono svariate specie che a volte servono come alimento per trote e temoli più di qualsiasi altro ordine di insetti comprendente le specie note come mosche. Anche se, naturalmente, molte altre specie di insetti, oltre a quelli le cui imitazioni qui descrivo, si rinvengono in acqua, ho cercato di comprendere quelle che vi si trovano più comunemente, senza appesantire troppo il mio lettore.

I vari modelli di imitazioni di piccoli Ditteri detti “Curse” (n.d.t.: “Maledizioni”) riescono probabilmente a rappresentare la maggior parte delle specie più comuni presenti in acqua e sono in grado di ingannare la trota anche se, a volte, quando i pesci stanno cibandosi su queste piccole mosche, è molto probabile che essi rifiutino tutte le imitazioni, in quanto le specie che li stanno alimentando sono troppo piccole da imitare. Blue Bottle e Green Bottle Il Blu Bottle e il Green Bottle, anche se forse sono alcuni dei più frequenti tipi di mosche comuni, sono poco usati dal pescatore a mosca. Il successo incontrato nell'uso è molto scarso e la ragione di ciò è la posizione in cui le ali dell’imitazione sono poste dal costruttore commerciale. In questo caso, come quello dell’Alder, la colpa non risiede nel fly-dresser, ma negli autori di dressing, che avrebbero dovuto porre le ali nella posizione orizzontale. Chiunque, come già detto, nell'osservazione più casuale deve rendersi conto che le ali di un Blue Bottle e di una May Fly non si trovano nella stessa posizione rispetto al corpo.

Ci sono molti ditteri che rientrano sotto il nome di Blue- o Green- Bottle , ma essendo apparentemente molto simili è solo necessario variarne la dimensione, essendo la trota, probabilmente, non sufficientemente edotta scientificamente per discriminare le diverse specie. Le specie più comuni di Ditteri che sono inclusi fra i Blue- e i Green- Bottle più famose sono la Calliphora erythrocephala, Mg., e la Lucilia caesar, Linn., le cui illustrazioni sono riportate sulla tavola delle mosche naturali. Agosto e settembre sono i mesi migliori per queste mosche, anche se escono molto prima sembrano cadere molto più frequentemente in acqua più avanti nella stagione. Sono anche modelli molto buoni per i temoli nel mese di ottobre. Come già detto, delle molte specie diverse che ho osato includere sotto il nome di Blue Bottle il più comune sulle sponde è la Calliphora erythrocephala, che si trova anche in città. Il Green Bottle, invece, che ho scelto in rappresentanza di tutti gli altri come il più comune sulle rive, è una tipica mosca di campagna: la Lucilia caesar. Però alcune specie di Lucilia, i cui corpi sono generalmente verdi, si trovano in città. Blue Bottle -Corpo = Sottile ciniglia o lana di Berlino blu scuro, ribbing con tinsel argentato. (Ho riscontrato efficace sia il ribbing con seta blu chiara che con il tinsel). -Hackle = Nero -Ali = Piuma d’ala trasparente di storno. -Amo = No. 2-4 , nuove misure. (E’ meglio il No. 3 tutto tondo)

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Green- bottle -Corpo = Herle di pavone verde brillante, rigaggio con tinsel argentato. -Hackle, Ali e Amo = come per la Bue Bottle. (v. Tavola Illustrata II ) House Fly (N.d.t.: ovvero Mosca Casalinga). Ci sono molti piccoli ditteri che frequentano le rive che all'occhio ordinario sono apparentemente delle mosche domestiche. Assomigliano così strettamente, infatti, che molti non possono essere discriminati da loro se non da un entomologo. Ho quindi osato metterli tutti sotto il titolo di “House- fly". Le uniche differenze da fare nella costruzione sono nel corpo, così come di seguito indicato e, molto raramente, nell’hackle, ma queste modifiche devono essere lasciate al pescatore, che deve giudicare secondo le mosche trovate in acqua.

Non ricordo di aver mai incontrato un pescatore che avesse usato una House Fly artificiale per la trota. Che però si nutre di loro, e in questo caso posso portare altre prove oltre la mia.

Ronalds descrive un esperimento condotto al fine di testare il senso del gusto nella trota e, in questo esperimento, ha usato delle House Fly cui ha applicato condimenti vari, tra cui il pepe rosso. Anche se il suo scopo non era quello di dimostrare che le trote si alimentano facilmente di mosche domestiche, penso che riuscì a dimostrare che lo fanno.

Probabilmente il più comune di questi piccoli Ditteri che si può trovare in acqua è la Musca corvina, Fab., che è il cugino di campagna della nostra ben nota mosca casalinga, anche se molte delle mosche che frequentano le nostre case non sono la autentica House Fly ( Musca domestica, Linn.). La Musca corvina maschio, il cui ritratto è dato a tavola I, ha un corpo che sembra consistere di strisce alternate di colore giallo e marrone. La femmina invece ha un corpo uniformemente scuro. Nelle altre mosche, molto simili in apparenza alla House Fly, i corpi variano di colore, ma se fatta di un marrone giallastro o opaco, a volte rigato, sarà generalmente sufficiente per ingannare la trota. -Corpo = Lana Berlino giallo ocra avvolta su seta nera, ribbing con tinsel argento e marrone scuro a seconda delle circostanze. (La tonalità esatta è facile da riscontrare osservando il lato inferiore della mosca naturale, lo stesso che vede la trota.) -Hackle = Coch - y- Bondhu -Ali = Piuma d’ala trasparente di storno. -Amo = No. 00-1, nuove misure. (Illustrazioni di imitazioni, Tavola II ). Cow Dung Fly ( Scatophaga stercoraria, Linn.). Questa mosca (n.d.t.: detta Mosca dello Sterco di Vacca) appare di regola nel mese di febbraio ma l’ho vista abbastanza numerosa nei giorni caldi di gennaio. Dura tutto l'anno fino alle gelate. Quelle che compaiono nei primi mesi dell'anno non sono così grandi come quelle che appaiono più tardi. Il corpo è coperto di peli corti che conferiscono un aspetto vellutato. Il torace è grande e ha anche numerosi peli. Al fine di imitare il grande torace è necessario avere più spazio nell’amo sopra hackle e ali che in altre mosche per poter fare un giro di ciniglia - con cui si realizza il corpo - appena sotto la testa dell’imitazione. Vedasi le illustrazioni della mosca artificiale a Tavola II.

Il corpo del maschio è di colore giallo brillante, quello della femmina è verdastro. Il maschio è alquanto più grande della femmina. Queste mosche, particolarmente nelle giornate ventose, spesso cadono in acqua e altrettanto spesso sono facilmente catturate dalla trota.

Anche se a riposo le ali sono tenute piatte una sull’altra, come mostrato nella figura della mosca naturale in tavola I, spesso quando la mosca cade in acqua sono un po' aperte, pertanto nell'imitarle conviene metterle nella posizione indicata nella raffigurazione della mosca artificiale. -Corpo = Ciniglia giallo o giallo verdastro, ribbing con tinsel dorato. -Hackle = Ginger.

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-Ali = Re di quaglie chiaro o storno brunastro. -Amo = No. 0-2, nuove misure. Black Gnat (Bibio Johannis, Linn.). Il nero insetto si trova su quasi tutte le acque, è estremamente numeroso in alcuni luoghi ed è preso molto prontamente dalla trota.

Queste mosche non sono realmente degli Gnats (Moscerini), ma essendo comunemente chiamati Gnats dai pescatori abbiamo mantenuto il vecchio nome. Bibio Johannis esce nel mese di giugno. Il corpo è nero nel maschio e nella femmina, le ali nel maschio sono quasi incolori, mentre le ali della femmina sono scure . La testa del maschio è più grande rispetto alla testa della femmina. Sia il maschio che la femmina hanno una macchia ovale scura circa a metà del margine anteriore dell’ala.

Entrambe queste forme sono prese avidamente dalla trota quando cadono sull'acqua. Ecco il miglior dressing:

-Corpo = Penna di pavone tinta di nero oppure seta nera. -Hackle = Piuma di storno spelata su un lato. -Ali = (Maschio) Dalla parte più trasparente della sezione di penna di storno. (Femmina) Da una piuma di coda marrone a punta di storno. -Amo = No. 000-0, nuove misure. Un esempio dell’imitazione è dato a tavola II . Hawthorn Fly (Bibio marci, Linn.). La Bibio Marci è comunemente chiamata Hawthorn Fly (Mosca del Biancospino), ed è stata descritta sotto questo nome da Ronalds . E’, parlando in generale, cugina di primo grado con la Black Gnat anche se è molto più grande. Appare alla fine di aprile o all'inizio di maggio. Il corpo è nero e le ali mostrano la stessa macchia ovale presente nella B. Johannis ma, essendo la mosca più grande, nella B. Marci è più evidente. Poiché solo il maschio pare svolazzare ovunque è bene imitare solo esso. -Corpo = Lana Berlino nera, ribbing con tinsel argentato. -Hackle = Nero. -Ali = (Maschio) parte trasparente di sezione di penna di storno. -Amo = No. 1-3, nuove misure. Un esempio della mosca naturale è dato a tavola I, e una delle imitazioni a tavola II. Curse Ci sono molti altri piccoli ditteri che a volte compaiono in acqua in sciami. Questi sono conosciuti per i pescatori come Curse (Maledizioni) o Smuts (Fuligine). Spesso sono così piccoli che non c'è amo fatto abbastanza piccolo su cui realizzare le loro imitazioni. Tuttavia, come ogni pescatore sa, quando trota o temolo si nutrono di queste mosche, è generalmente impossibile riuscire a catturarli con qualsiasi altro insetto e quindi vale la pena provare a imitarli sull’amo piccolo. Questo è un 000, a gambo corto. Poiché è estremamente difficile mettere ali su questi artificiali, si può utilizzare i modelli dotati di solo hackle, ma i modelli alati sono i migliori.

Una volta, durante la pesca, ho avuto un'esperienza molto penalizzante con alcuni piccoli Curse. Avevo pescato tutta la mattina e nulla avevo preso. Verso le 14:00 ho visto vari bei pesci bollare, ma disinteressandosi alla mia mosca. Ho osservato un discreto numero di Pale Olive Dun sull'acqua, ma sia l' imitazione di questa mosca che diversi modelli di fantasia che ho provato si sono dimostrati altrettanto inutili. Alla fine mi sono seduto su una staccionata vicino a una macchia di salici, ho acceso la pipa e cominciato a guardare un pesce che stava bollando pochi metri più a monte, non lontano dalla sponda su cui mi trovavo. L'acqua era perfettamente chiara e quando il pesce è salito potevo

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vederlo distintamente. Era un temolo tra metà e tre quarti di chilo, e bollava quattro o cinque volte al minuto. C'era un sacco di Smuts sull'acqua che, da dove ero, sembravano molto scuri, per non dire neri. Il pesce saliva regolarmente, ma lasciò che varie Olive Duns passassero indisturbate. Gli unici Curse che avevo nella mia fly- box erano neri, pure quelli che stava al momento mangiando sembrava fossero neri, così ne ho montato uno dei miei e l’ho fatto derivare su lui diverse volte. Ma sebbene egli abbia una volta preso uno Smut naturale fluttuante a circa un pollice dal mio artificiale, non volle prendere la mia mosca. Allora sono andato più a valle lungo la riva e ho preso alcuni degli Smuts che erano in acqua . Erano di un colore dun maculato e l' effetto nero era prodotto solo dalla loro ombra o da un riflesso (che non ho potuto determinare) quando erano in acqua. Fra le mosche della mia scatola quella più simile come effetto generale era una mosca verde (hackle dun e corpo in Herle di pavone) motata su un amo n° 000. L'ho messa sul finale e fatta derivare su di lui. Ha iniziato a salire e mentre si alzava ho potuto vederlo chiaramente. Giunto a pochi pollici dal mio artificiale però si è fermato, poi si è girato di lato e ha preso uno Smut naturale che galleggiava accanto. Ho provato poi con una Olive Quill, una Wickham e una Red Tag, ma non ha voluto alcuna di esse. Ho dovuto rinunciare a lui in preda alla disperazione, anche se credo che se avessi avuto uno Smut grigiastro l’avrei preso.

I dressing di Curse qui indicati saranno, credo, sufficienti per includere i Curse più comuni, così numerosi sulla maggior parte delle acque, specie durante la parte più calda dell'estate e in autunno.

Il numero di diversi piccoli ditteri che si trovano in acqua è così grande che ogni tentativo di classificarli in un'opera destinata solo ai pescatori sarebbe fuori luogo. Mi sono quindi limitato a dare queste imitazioni:

Curse No. 1 - Nero -Corpo = Seta nera o quill nero, con un ulteriore giro di tinsel d'argento in coda. -Hackle = Nero. -Ali = Parte più trasparente della sezione di piuma di storno. -Amo = No. 000 gambo corto. (Illustrazione = Tavola II ). Curse No. 2 - Dun -Corpo = La parte più sottile di barbula di struzzo marrone naturale. -Hackle = Dun (di gallina) -Ali e Amo = come No. 1 . (Illustrazione = Tavola II ). Curse No. 3 - Badger -Corpo, ali e amo come No. 2 . -Hackle = Badger. (Illustrazione = Tavola II ). Curse No. 4 - Rosso -Corpo = Penna di pavone tinta di rosso carminio. -Hackle = Nero. -Ali e Amo = come No. 1 . I Numeri 2 e 3 devono essere fatti con piume cui è stata tolta la parte lanuginosa, proprio come si usa fare con l’Herle di pavone (n.d.t.: che dunque va spelato).

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The Oak -fly ( Leptis scolopacea, Linn.) Questa mosca , nonostante il suo nome popolare la riferisca alla Quercia, si trova su molti altri alberi e l’ho pure vista in luoghi dove non c'erano querce vicino. Cattura molto bene e è in stagione da aprile a luglio. Il corpo è lungo e affusolato e i segmenti addominali sono, nel maschio, di colore arancione brillante, con macchie nere su di loro, come mostrato nella figura della mosca naturale a Tavola I. Le ali sono marroni. -Corpo = Lana Berlino arancio rossastro, ribbing con seta nera e tinsel sottile dorato. -Hackle = Coch - y- Bondhu. -Ali = Sezione di 6 o 7 fibre di re di quaglie. -Amo = No. 2-3, nuove misure. ( Imitazione illustrata a tavola II ., Figg. 3 e 4) CAPITOLO VIII – FORMICHE ALATE Le formiche alate, che sono gli insetti appena nati, appaiono circa alla metà di luglio. Il momento in cui compaiono, tuttavia, varia molto. Essi si presentano in sciami e quando una di queste nuvole va vicino o in acqua, i pesci si nutrono avidamente su di loro. Hanno quattro ali, la coppia anteriore é leggermente più lunga del corpo. Dette ali, a riposo, non si piegano ordinatamente una sull’altra, ed essendo l'insetto goffo nel volo, anche una leggera brezza è sufficiente per guidare molti di loro verso l'acqua.

La formica che ho visto più frequentemente in acqua è una grande Red Ant , ma ho visto anche abbastanza spesso formiche alate più piccole, rosse o nere. La posizione delle ali in relazione al corpo è facile da imitare ed è la stessa mostrata nell'illustrazione della imitazione della Willow Fly, che ha quattro ali. La Red Ant è spesso utilizzata ai primi di giugno, anche se l'insetto naturale non si vede così presto. L'imitazione, tuttavia, incontra frequentemente successo, anche se è improbabile che la trota scambi l'imitazione per l'insetto naturale, specie se le ali continuano ad essere proposte in assetto verticale. I corpi di tutte le formiche dovrebbero essere ingrossati verso la curva dell’amo e ben spostati verso essa. Essendo il corpo della formica molto lucido, parti di esso, quando la luce vi cade sopra, hanno un aspetto molto brillante, perciò ho raccomandato l'uso di tinsel. Red Ant -Corpo = Seta rosso-marrone (terra di Siena bruciata), sottile sul gambo e grasso verso e sulla curvatura dell’amo, ribbing con tinsel dorato. -Hackle = Rosso -Ali = Parte trasparente della sezione di piuma di storno. -Amo = No. 0-2 . Black Ant -Corpo =. Seta nera, ribbing con tinsel argento -Hackle = Nero. -Ali = come Red Ant -Amo = No. 0-1 . CAPITOLO IX - BRUCHI <<Dei bruchi, ragni e altre creature che si suppone cadano dagli alberi in acqua, e nella bocca della trota, e dunque del conseguente vantaggio di alberi sporgenti su un ruscello, ed anche del consiglio sapiente, sia verbale che scritto, di coltivare la vegetazione a strapiombo sul fiume perché così aumenta l'offerta di cibo naturale, e della dichiarazione che i pesci sotto gli alberi sono sempre nelle migliori condizioni, i pescatori hanno sentito parlare da tempo immemorabile.

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Il mio consiglio è: coltivate i vostri alberi, perché avvantaggiano l’ospitalità ai pesci. Non un solo caso di queste creature cadute da alberi è stato trovato in centinaia di autopsie che ho fatto, e tutti i bruchi e ragni che cadono dagli alberi in un chilometro e mezzo di acqua non sarebbero sufficienti a sfamare un sol chilo di trota chilo al giorno. Essi possono quindi essere ignorati>> Halford, Dry-fly Entomology, pagina 138.

Ho letto questo brano con estrema sorpresa in quanto contraddice assolutamente la mia esperienza personale. Dopo aver riflettuto sulla faccenda con attenzione, e cercando di capire come mai il signor Halford, nelle centinaia di autopsie che ha fatto, non ha mai incontrato un bruco, ho capito quanto sia pericoloso fare una dichiarazione dogmatica e travolgente basandosi sull’evidenza dell'esperienza personale, che può far fallire.

Recentemente, nel giugno 1897, pescando con il dott. Charles R. Watson e il signor AD Home, ho fatto con loro una serie di sei autopsie di trote catturate consecutivamente in una mattina. Il più piccolo numero di bruchi trovati in una di queste sei autopsie ammontava a cinque anni e il più grande dodici. Le trote sono stati tutte catturate sotto le querce che sovrastano l'acqua che erano a quel tempo brulicanti di piccoli caterpillars e la maggior parte di questi bruchi era di un colore verde smeraldo brillante.

Nel pomeriggio del giorno in cui sto scrivendo queste righe, il colonnello Walker mi ha mostrato una specie particolare di coltello che utilizza nelle battute di pesca per fare l’autopsie sulle trote. Ho, naturalmente, approfittato di questa occasione per aumentare il numero delle mie esperienze e gli ho chiesto se avesse mai trovato bruchi nelle trote catturate. Mi ha risposto che in certi luoghi, a inizio estate, ha quasi sempre trovato bruchi nello stomaco delle trote prese sotto gli alberi che si estendono sull'acqua.

Questa sua esperienza coincide esattamente con la mia, anche se le sei autopsie consecutive sopra descritte - senza contare le mie altre analoghe - è già un elemento di prova abbastanza forte. Sono quindi propenso a credere che ci sia qualcosa di buono da guadagnare nel seguire il sapiente consiglio, verbale e scritto, di coltivare la vegetazione a strapiombo sul fiume, oltre al suo vantaggio di dare rifugio ai pesci. Racconto ora le circostanze che per prime mi hanno indotto ad utilizzare il bruco come mosca secca, poiché, credo, possa interessare il lettore. “Ero sdraiato sulla riva di una grande pool su un flusso e ho visto un piccolo bruco verde appeso al ramo di una quercia, che sembrava cercare invano di tirarsi su per il filo col quale egli si era così scioccamente abbassato, fino a trovarsi scomodamente vicino alla superficie dell'acqua. Lo guardavo, e nel mentre pigramente riflettevo come fossero molto scortesi quelle trote che continuavano a bollare senza prestare attenzione alla mia mosca. Stavano evidentemente nutrendosi su qualcosa, ma non riuscivo a capire su cosa. Il piccolo bruco verde intanto stava diventando gradualmente più vicino all'acqua, e io cominciavo a pensare che il povero tizio avrebbe incontrato una tomba d'acqua, quando, proprio appena toccata l'acqua, una trota si avvicinò e lo ghermì. Piccoli bruchi verdi erano evidentemente quello di cui le trote si stavano nutrendo, e questo era il motivo per cui non ero riuscito a prenderne una con una mia mosca. Ho guardato i rami della quercia sporgenti sull' acqua per un po’ di tempo e ho visto molti bruchi cadere e fare la stessa sorte. La mia mossa successiva è stata di prendere un bruco, raschiare l’amo dall’imitazione che lo rivestiva e innescare il bruco. Ho preso diverse trote in questo modo, ma ho trovato che era quasi impossibile lanciare a una certa distanza senza perdere il bruco. Dopo molti inconvenienti causati da questa difficoltà, che facevano innervosire, grazie ai bruchi, che sembravano sempre venirmi incontro, dopo aver ottenuto un discreto carniere ho scoperto che era il momento di tornare. Quella notte sono riuscito a fare alcune ragionevolmente buone imitazioni del piccolo bruco verde da utilizzare il giorno seguente al posto di quelli naturali. Queste imitazioni hanno avuto successo e da quel momento sono stato in grado di migliorare i dressing poi utilizzati”.

Ho trovato molti tipi diversi di bruchi nello stomaco di trote, ma quelli piccoli e verdi di vario genere sono stati decisamente i più numerosi. La specie che ho trovato più di frequente è, credo, la forma larvale della Viridana tortrix . Non ho mai trovato dei grossi bruchi dentro una trota, anche se ho catturato trote con loro imitazioni utilizzate come mosche secche.

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Do il dressing esatto del bruco verde, gli altri devono essere lasciati alla discrezione del pescatore per le opportune modifiche, in quanto ci sono tanti tipi di piccoli bruchi, alcuni dei quali estremamente rari in un luogo e comuni in un altro.

Qualora il pescatore desideri vedere il tipo di bruco comune dei luoghi in cui pesca, deve cercare lui stesso. Quelli utili si trovano sugli alberi che sovrastano l'acqua. Se ci sono querce i bruchi saranno probabilmente verdi e si troverà molti tipi di bruchi che si sono avvolti nelle foglie dell'albero su cui vivono. Non ho alcun dubbio che questa imitazione di bruco sarà considerata come un ulteriore tipo di bracconaggio, ma è, o dovrebbe essere, usata come mosca secca, e l’usarla con successo richiede più abilità e capacità di osservazione rispetto all’uso di una qualsiasi altra imitazione utilizzata in modo simile. Caterpillar. Prendere un piccolo pezzo di sughero di spessore 1/32 di pollice, o meno, lungo quasi due volte la lunghezza dell’amo, tagliato nella forma mostrata in fig. 17. Poi prendere un pezzo di calamo di penna più lungo, avente lo spessore di un grosso spillone, tratto da un’ala o una coda di storno. Questo calamo sarà la struttura del corpo. Fessurare il pezzo di calamo quanto basta per abbracciare due terzi del gambo dell’amo e poi fissarlo sull’amo come mostrato in fig. 18. Adesso legare la parte più grande della striscia di sughero presso l’occhiello indi avvolgere la striscia sull’amo e poi sul calamo e fissarla, come mostrato nella fig. 19. Questo tipo di struttura serve per qualsiasi caterpillar. Fissate in coda ciò che servirà per il ribbing ed anche il materiale con cui realizzare il corpo, se non è dubbing da applicare sulla seta da montaggio. Avvolgete adesso il materiale del corpo, fissatelo e poi fate il ribbing terminando in testa e tagliando le eccedenze. Il bruco finito dovrebbe apparire come mostrato nelle illustrazioni a tavola III . Caterpillar di colore: 1 . Smeraldo: usare in dubbing sulla seta da montaggio della lana verde smeraldo, ribbing in seta giallo chiaro. 2 . idem, ma ribbing in seta scarlatta. 3 . Verde Giallastro: idem con lana di tale colore e ribbing con tinsel dorato sottile. 4 . Oliva: idem con lana di tale colore, ribbing tinsel dorato sottile. (Ho trovato successo con i tipi 1 e 2 anche in versione col tinsel sottile dorato, e coi tipi 3 e 4 col ribbing in seta giallo chiaro.) Altri Bruchi realizzati con un corpo bruno-rossastro e rigati con giallo o rosso, sono pure a volte di grande successo, come lo sono anche quelli a ribbing rosso o con hackle Coch -y- Bondhu.

Parte II - WET FLIES CAPITOLO I - UNA TEORIA [Tratto da articolo apparso su The Field dal titolo:"Una visione non ortodossa di Wet Fly Fishing"] <<Che una trota o un qualsiasi altro pesce potesse scambiare una wet fly, usata secondo la normale tecnica di pesca “a sommersa”, per la mosca naturale di cui si supponeva fosse l’imitazione, è sempre stata nella mia mente una domanda molto dubbia, che ora ha una risposta. Sono sicuro che il pesce la scambia per qualcos'altro. Se consideriamo che cosa accade ad una mosca naturale che, per un qualsiasi evento, diventa sommersa, non possiamo arrivare ad altra conclusione che essa diverrà trasportata dalla corrente

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senza potere alterare la direzione in cui l’acqua la porta. Ma questo capita alle wet fly? Io credo di no. Sia nella pesca a valle, che di traverso, che persino dritto a monte, pescando a sommersa il pescatore deve mantenere una certa tensione su di essa e, molto probabilmente, disegna nell’acqua lo stesso tipo di movimento che avrebbe ottenuto anche non pescando a monte. Il movimento che viene conferito all’artificiale sott’acqua, deve risultare assolutamente diverso da qualsiasi movimento di un insetto naturale che si trovi sommerso, in quanto un insetto naturale, se non è già annegato, può muovere solo zampe e ali - che, non essendo destinati al moto attraverso l'acqua, sono perciò sono assolutamente inadatti a tale scopo – ed è molto improbabile riuscire a riprodurre tale effetto. A questo punto la domanda che é molto naturale porsi è: se il pesce non la scambia per una mosca naturale, perché la prende? In una comunicazione a The Field, nel giugno 1897, ho descritto, sotto il titolo di "A New Trout Fly ", le imitazioni di due Corixæ. Questo sembra essere una chiave per l'intero dilemma. Il numero di insetti che vivono in acque dolci e possiedono il potere di muoversi entro essa, è enorme. Ci sono tra 220 e 230 diverse specie di Coleotteri acquatici nelle nostre acque. Ci sono anche molti tipi diversi di Heteroptera, compresa la numerosa famiglia Notonectidæ. Quando aggiungiamo a queste larve di insetti e coleotteri acquatici, i Crostacei, Hydrae e Ragni Acquatici, dobbiamo cominciare a renderci conto che ci sono altre cose oltre ad un insetto naturale annegato per il quale il pesce potrebbe confondere la nostra imitazione, con i materiali imbevuti di cui è fatta e trazionata sott’acqua. Il movimento subacqueo di molte di queste creature è abbastanza rappresentato da quello della mosca artificiale in versione wet fly e quando tonalità e colore e dimensione dell’artificiale sono gli stessi di uno di questi animali acquatici, sono certo che il pesce lo prende non per una mosca annegata, ma per uno di loro. Inoltre, considerando l'enorme numero di queste creature acquatiche, è assai probabile che una o l'altra delle mosche artificiali provate dal pescatore su un qualsiasi corso d’acqua finisca per rassomigliare per tonalità, colore e comportamento in acqua, ad una di esse. Se la conclusione cui sono arrivato è corretta, come credo che sia, non sarebbe più saggio cercare di imitare non un insetto naturale (n.d.t.: annegato), ma alcune di queste numerose creature subacquee? Sono abbastanza numerose e un gran numero di loro sono facili da imitare, ma ancora poco è stato fatto in questa direzione, salvo per quanto riguarda gli spider. Sono anche sicuro che il successo dei modelli cosiddetti Spider (n.d.t.: ossia Ragni), utilizzati nella pesca a sommersa sia dovuto a un motivo ben diverso da quello di coloro che per primi li hanno usati o da quello in cui credono coloro che adesso li usano, in quanto tali imitazioni sono fatte con riferimento all'insetto come esso appare quando é fuori dall'acqua. Il ragno va dal nido (n.d.t.: subacqueo) alla superficie dell'acqua, e viceversa, utilizzando un filo teso e quindi difficilmente si muoverebbe attraverso l'acqua così come fa la sua imitazione azionata dal pescatore. Le cosiddette Spider Fly che si suppone rappresentino delle Effimere, per le ragioni che ho esposto prima nel parlare di mosche in generale, è assai improbabile siano scambiate per l'insetto naturale dalla trota. E’ indubbio che una trota a volte prende qualsiasi cosa che si muove nell’acqua con una parvenza di vita, se è di dimensioni adeguate. Ciò è dimostrato dal modo in cui vengono predate le imitazioni di fantasia, anche se in proposito, dovendo nuovamente notare come un particolare modello di fantasia rende meglio di qualsiasi altro su una particolare acqua, penso che molto spesso questa mosca-fantasia sia scambiata dal pesce per una creatura che lì è particolarmente numerosa. In ogni caso, ammesso che il pesce prenda la mosca artificiale solo perché essa appare come qualcosa di vivo e in movimento, sono sicuro che coglierebbe con più avidità un qualcosa che anche rappresentasse uno dei suoi vicini acquatici su cui egli basa l'alimentazione e se il suo aspetto gli ricordasse molti precedenti pasti piacevoli. ( 15 Gennaio 1898 )>> [ * ] [ *] In seguito a questo articolo apparso su The Field, alcune lettere in materia sono state pubblicate nelle riviste The Fishing Gazette e St. James Gazette. Molti degli argomenti portati avanti da alcuni dei corrispondenti mi hanno indotto a credere che potrei non essere stato sufficientemente chiaro nell'articolo precedente, così ho aggiunto alcune ulteriori spiegazioni.

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I lettori non devono pensare che ho intenzione di applicare queste considerazioni a tutte le

circostanze particolari, sto solo parlando di mosche sommerse in generale. Mentre è probabile che le mosche naturali (n.d.t.: aericole) spesso affondino sotto la superficie e pertanto possano essere prese dalla trota, la wet fly del pescatore non si comporta come fa la mosca naturale quando si trova sott'acqua. Che la trota prenda una wet- fly lanciata a monte e fatta derivare giù con la corrente senza alcun dragaggio e vicino alla superficie, scambiandola per la mosca naturale che rappresenta, è anche molto probabile, ma questi fatti non tendono in alcun modo a confutare la mia teoria. Questo modo di pescare sommerso è molto simile alla pesca a mosca secca, e non è certamente il modo in cui la tecnica wet-fly è praticata nei laghi, e nemmeno quello generalmente usato in molti corsi.

Per trattare questo argomento pienamente e portare la mia teoria alla sua necessaria conclusione, ovviamente occorre trovare una probabile spiegazione per cui ogni forma di wet fly, sia essa imitativa o di fantasia, è presa dal pesce. Questo ci porta naturalmente a credere che una tale teoria, se verosimile, dovrebbe includere una spiegazione del perché il salmone prende la mosca.

Sappiamo poco del mondo così come appare all'occhio del pesce, ma da quel poco che si sa si può dedurre qualcosa che porta questa teoria un po' oltre.

In mare molti e molto svariati effetti possono verificarsi su oggetti in movimento attraverso l'acqua quando passano tra l'occhio e la superficie, causati dalla luce, dai poteri riflettenti del fondo dell'acqua e dalla relativa limpidezza dell'acqua, tutti fattori il cui effetto varia in misura quasi incalcolabile.

Dato un sole luminoso, un fondo di sabbia chiara e acqua cristallina, un piccolo crostaceo che nuota tra l'occhio dell'osservatore e la superficie spesso non sembra la stessa creatura che si osserva fuori dall'acqua. Il contorno risulterà indistinto e l'intero corpo spesso sembra essere colorato brillantemente. Non solo il corpo appare così brillante, ma dei raggi altrettanto sgargianti appariranno intorno ad esso, probabilmente dovuti alle zampe in movimento e alla rifrazione.

In questo caso le circostanze sono tutte a favore della produzione di un effetto di colorazione brillante ma, andando all'altro estremo, con una luce opaca, un fondo scuro e acqua torbida, la mosca diventa opaca, sempre a causa delle condizioni ambientali, che ora sono cambiate. Questo spiega anche il fatto che le mosche che posseggono varie gradazioni di colore tra questi estremi sono più adattabili al variare di condizioni quali tempo, acqua e località.

Nel caso delle mosche da salmone, probabilmente il salmone ricorda, quando ha raggiunto l’acqua dolce, molti bocconi appetitosi in forma di crostacei o piccoli pesci, e scambia la mosca per uno di questi.

Nel caso della trota sappiamo che i crostacei sono molto appetiti da essa e, anche se probabilmente l'acqua fresca non produrrà gli stessi effetti brillanti che si producono in acqua salata, prima descritti, tuttavia, poiché le mosche di fantasia da trota non ricorrono a quei colori sgargianti adoprati per il salmone, l'effetto dovrebbe essere sufficiente per mantenere una discreta quantità di colori brillanti in condizioni similari. Senza dubbio alcune mosche di fantasia sono scambiate dalla trota per piccoli pesci.

In molte acque, tuttavia, l'effetto non potrebbe essere brillante, come nel caso di acqua poco profonda, ombra prodotta da erbacce, fondali fangosi o scuri, ecc., tutti fattori che militano contro tale fenomeno, e quindi in queste acque probabilmente solo esche che imitano i reali colori dell’originale sarebbero di una qualche utilità.

In acqua dolce, riferendomi dunque alla trota, come ho sottolineato ci sono molte creature acquatiche che servono come alimento che hanno il potere di nuotare dentro l'acqua.

La mia teoria, appena esposta in modo più breve e più esplicito, mi auguro, di come è avvenuto nel mio articolo su The Field , è che: in circostanze in cui una wet- fly si comporta come una di quelle creature che nuotano sott’acqua, è meglio cercare di imitare una di tali creature piuttosto che sforzarsi di imitare un qualsiasi insetto travolto dall’acqua (che non può in ogni caso comportarsi in tale maniera) e sostengo che bisognerebbe fare e usare le imitazioni di questi animaletti subacquei.

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CAPITOLO II - CORIXÆ [Ripreso da un articolo pubblicato su The Field col titolo di "A New Trout Fly"] <<Mentre pescavo in acque ricche di trote nella primavera del 1897, ho scoperto che non riuscivo a prendere con la mosca una sola trota durante la giornata. Il tempo era freddo e ventoso e non ha mostrato segni di ravvedimento. Finalmente, un giorno, ho sezionato una trota, una delle poche che avevo preso durante la mia visita, e ho trovato lo stomaco pieno di alcuni insetti appartenenti alla famiglia delle Corixæ. Questi insetti sono molto comunemente chiamati Water Beetles (coleotteri acquatici), o Water Boatman (barcaioli). Essi, tuttavia, non sono coleotteri ma insetti (Heteroptera), e non vanno confusi con la vera Water Boatman: la Notonecta glauca, anche se paiono alquanto simili. Dopo aver trovato questi insetti dentro la trota ho portato alcuni di essi a casa e ne ho fatto delle imitazioni. Con questi artificiali il giorno dopo ho preso un certo numero di trote, sebbene il tempo fosse ancora sfavorevole. Da allora ho migliorato un po' le imitazioni che ho usato nelle acque abitate da Corixæ. Queste imitazioni hanno incontrato, sia in mano mia che altrui, un successo maggiore rispetto a qualsiasi altra forma di wet fly. E ' una cosa straordinaria, considerando il numero di autori che hanno scritto sulla pesca alla trota, che apparentemente a nessuno sia mai venuto in mente di descrivere una imitazione di un appartenente a questa grande famiglia di insetti. Mr. Halford, nel suo Dry -fly Entomology, anzi afferma che egli spesso li ha trovati nello stomaco di trote, ma lui non ha mai nemmeno suggerito che si poteva fare una loro imitazione. Ci sono molte specie di Corixæ che popolano le nostre acque, ma i tipi più comuni sono così simili in apparenza che molte delle specie sono molto difficili da distinguere anche da parte di un esperto, ma poco lavoro è stato fatto nei loro confronti. Pertanto sono giunto alla conclusione che una costruzione standard, su ami di diversa misura, sarà più che sufficiente per ingannare l'occhio non scientifico della trota . Questa conclusione è avvalorata dal fatto che più volte mi è capitato che una imitazione di Corixa fosse predata da una trota nel mentre che stava affondando, ancor prima che io iniziassi a manovrarla, una prova abbastanza convincente per quanto riguarda la precisione della imitazione. Il colonnello Walker e il signor Herbert Ash hanno avuto la stessa esperienza nel pescare con la mia imitazione di Corixæ . Le Corixæ variano molto in dimensioni, la più grande e una delle specie più comuni è la Corixa geoffroyi, che è lunga circa un pollice. In tutte le Corixæ la testa è larga e attaccata leggermente al corpo. È’ convessa davanti e concava dietro, in modo da adattarsi alla fine del torace, ed è larga quanto le ali quando ripiegate a riposo. Questi insetti possiedono quattro ali, che usano frequentemente, anche se sono alquanto impacciati quando decollano dalla superficie dell'acqua. Però a volte le ho viste volare a distanze considerevoli. Le ali anteriori assomigliano alle elitre di un coleottero, sono dure e lucide, di colore marrone, coperte da macchie screziate di scuro. La coppia posteriore é trasparente. L'addome è giallo chiaro con frange di peli, e ci sono linee trasversali sulla superficie dorsale del torace. Questi segni su torace e ali, difficilmente visibili a occhio nudo, danno alla Corixa un aspetto generalmente bruno e lucente. Delle sei zampe le due posteriori sono le più utilizzate nel nuoto. Esse sono un po' appiattite alle loro estremità in forma di pagaia e hanno frange di peli. Ho osservato che le zampe posteriori delle Corixæ quando gli insetti erano immobili a mezz’acqua, sporgono ad angolo retto su ciascun lato del corpo e, come nell’imitazione che sto per descrivere, le zampe assumono tale postura quando l’insetto è a riposo o sta inabissandosi e ciò spiega il perché del fatto prima descritto in cui la trota aveva predato in quel modo. La Corixa sahlberg , che è quasi comune come la Corixa geoffroyi, misura circa metà ma è comunque molto simile in apparenza, come lo sono quasi tutte le altre specie più piccole. La Corixa viene frequentemente in superficie per respirare e un certo numero di piccole bolle di aria si attacca al suo corpo. Queste, quando l'insetto sta nuotando sott'acqua, danno al suo corpo un aspetto argenteo brillante, con il giallo che traspare. Tale effetto è accuratamente riprodotto facendo un ribbing sul corpo con un tinsel argento.

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Le dimensioni degli ami utilizzati dipendono dalle dimensioni delle specie di Corixæ che abitano le acque frequentate, e variano dal No. 1 al 3, nuove misure. La Corixa tipica di una data acqua può essere facilmente trovata - per osservarne le dimensioni - infatti si riuniscono in gran numero tra le erbacce, ecc., sul fondo. Sono molto numerose nelle gore, nelle pool, nelle acque di ritorno, nelle acque lente e nei laghetti. Il corpo è realizzato con lana di Berlino giallo chiara, trattata con peli di muso di lepre, e avvolgimento in ribbing di tinsel argentaro. Sopra il corpo deve essere lasciato un buon spazio libero sul gambo. Le uniche zampe da imitare sono quelle posteriori, tuttavia volendo imitare pure le altre si può ricorrere a un giro di hackle ginger. Quando ho descritto la Corixa in The Field ho detto che le zampe posteriori devono essere fatte con una barbula di Herle di pavone, però poi ho trovato una soluzione migliore: la parte terminale del calamo d’una penna d’ala di storno, che mantiene la sua elasticità anche quando imbevuta per un lungo periodo in acqua, mentre invece le zampe in Herle di pavone dopo un po’ che sono state applicate sull’artificiale aderiscono al lato cui sono apposte e non sporgono come dovrebbero fare quando l’insetto è a riposo. La punta della penna deve essere completamente privata di fibre da un lato e quasi altrettanto dall'altro, lasciando tuttavia alcuni monconi corti alla fine, come mostrato nelle illustrazioni di imitazione in Tavola III, al fine di rappresentare la forma a pala di tali zampe. Queste zampe vanno poi legate ad angolo retto rispetto al corpo. Ho riscontrato che a tal fine il modo migliore è quello di legare le zampette parallele ai fianchi con l’estremità puntata verso la coda della mosca, poi le si piega in giù, mettendo abbastanza giri di seta da montaggio intorno al gambo dell’amo per mantenerle nella posizione mostrata nell'illustrazione dell'imitazione. Le ali sono fatte in sezioni di penna di beccaccia, coricate sul corpo una sopra l'altra, come descritto nelle istruzioni per montare i Perlidi, che hanno le ali distese una sull’altra. La testa deve essere fatta di grandi dimensioni e l'intero insetto quando finito appare come mostrato in figura. Quando viene utilizzata, a questa mosca dovrebbe essere consentito di affondare. La profondità cui deve affondare varia a seconda delle circostanze, e poi va manovrata nell’acqua a piccoli strappi. Ciascuno di questi movimenti fa sì che in acqua le zampe, che spiccano su ciascun lato del corpo, si pieghino indietro poi, alla fine dello strappo quando l’insetto è momentaneamente fermo, queste zampe riprendono la loro posizione originale. Così si imita accuratamente il movimento delle zampette dell'insetto naturale durante il nuoto.( 12 giugno 1897 )>>

Questa imitazione di Corixa è stata ritenuta un artificiale che non dovrebbe essere consentito in acque dove è permesso solo l'uso della mosca artificiale. Poiché questo parto della mia fantasia mi è costato molte ore di attente riflessioni e di lavoro, sono propenso - con tutto il dovuto rispetto per questi pareri, espressi da uomini di maggiore esperienza della mia - a dire qualche parola in sua difesa.

Le Corixæ sono insetti che vivono in acqua e sono mangiati dalla trota. Possiedono ali che usano di frequente, a volte coprono in volo una distanza considerevole, e ho visto che la trota li prende mentre stanno cercando di lasciare la superficie dell'acqua. L'efficacia dell’imitazione dipende dunque dall'abilità del pescatore, che deve saper simulare nei suoi movimenti quelli dell'insetto naturale. Il signor GAB Dewar, nel suo Book of the dry fly, parlando di trote in "tailing” (n.d.t.: che mostrano la coda mentre si cibano a testa in giù), afferma che probabilmente stanno nutrendosi di "gamberetti e lumache" e quindi consiglia che dovrebbero essere pescate "con un lungo finale, down stream, e la mosca fatta lavorare con una serie di piccoli scatti, un po' come nella pesca del salmone. La mosca dovrebbe essere lanciato appena sopra dove si pensa sia il capo della trota, e recuperata verso la sponda del pescatore, e non deve mai essere tenuta ferma, altrimenti il pesce percepisce l’inganno e poi la rifiuta". Il signor Dewar poi menziona un pescatore a mosca secca di grande abilità che ha molto successo pescando in questo modo con una grande imitazione di Alder. E 'più che probabile che in questi casi l’Alder sia scambiato per una Corixa , o qualcosa di molto simile, dato che il colore, le dimensioni e movimenti sono in qualche modo analoghi.

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Il marchese di Granby , nella prefazione al libro del signor Dewar, parla anche molto di un Alder sommerso per la trota in "tailing". <<Catturare un pesce in “tailing” in pieno giorno e in acqua bassa è piuttosto un'arte in sé.>> è un'altra citazione dal Book of the dry fly su questa modalità di pesca, e se l'autore ammette che questo non è pescare a mosca secca, allora, se la coscienza del pescatore gli permette di usare un Alder affondato down stream e lavorato in questo modo, penso che dovrebbe anche permettergli di usare una imitazione di Corixa in circostanze analoghe.

Non avrei trascinato gli scritti di altri in una questione di questo genere, se non fosse stato per il fatto che le critiche alle mie mosche erano un attacco indiretto su di me, come pure ciò che è stato detto su di loro significa in pratica che quanto da me proposto non dovrebbe essere utilizzato da uno che si definisce uno sportivo. Ma allora tale apprezzamento non si estende anche su colui che ha inventato tale sistema di pesca? Pertanto utilizzo il mezzo migliore che posso trovare per difendermi, e quale migliore difesa potrebbe esserci rispetto a quella di far ricorso alle pratiche pubblicate da due uomini le cui qualità di autentici sportivi non sono mai state messe in dubbio?

Che cosa è legittimo nella pesca a mosca della trota credo non sia mai stato chiaramente definito; ma non credo di presumere troppo nel dire che se l'esca in questione è l'imitazione di un insetto che può volare, e lo fa, fatta di materiali ordinari utilizzati nella fly-making su un amo, tale esca ha tutto il diritto di essere definita una legittima trout-fly.

Si scoprirà che la mia Corixa soddisfa queste condizioni . C'è una cosa che desidero in particolare ribadire al mio lettore, ed è che se intende utilizzare

le imitazioni di Corixæ e di Gamberetti d'acqua dolce, egli dovrà prima accertarsi se queste creature popolano le acque che lui pesca. Se lui non lo fa e pesca con le imitazioni delle suddette creature dove non esistono, lui probabilmente incontrerà il fallimento e la delusione. CAPITOLO III - GAMBERO D'ACQUA DOLCE ( Gammarus pulex ) [Ripreso da un articolo di The Field , 16/4/1898, dal titolo "The Fresh-water shrimp as Wet Fly"]

Di tutte le forme di cibo che la trota mangia i crostacei sono i migliori. Quando dico migliori voglio dire che la trota alimentata con crostacei sembra prosperare meglio di quella nutrita con qualsiasi altra cosa. In questo caso, comunque, la forma più sana di cibo sembra essere anche la più gradita perché, anche se ho cercato di alimentare la trota con quasi ogni forma di cibo, non ho mai incontrato un'altra forma che essa abbia preso con una voracità simile a quella con cui si avventa sui crostacei. Per fortuna posso produrre un caso per dimostrare come la trota prosperi quando alimentata con crostacei. Nell’aprile 1897, il colonnello Walker ha presentato alcune trote al Brighton Aquarium. Io stesso presi alcune di queste trote, che furono quindi messe in uno stagno di allevamento in attesa di trasferirle in treno per l'Acquario. Avendo assistito al trasferimento dallo stagno e alla loro messa nelle vasche da viaggio, posso garantire circa le loro dimensioni in quel momento. Erano tutte piuttosto in cattive condizioni e pure quelle messe meglio non avrebbe potuto pesare più di tre quarti di libbra. Queste trote sono state alimentate interamente da crostacei da quando sono state introdotte nel serbatoio che ora occupano e, al momento in cui scrivo (gennaio 1898) , la più grande di queste trote deve essere ben due libbre o più in peso, e ce ne sono altre altrettanto grandi. La voracità con cui queste trote attaccano le pulci di mare e i gamberi con cui sono nutrite è stata una perfetta rivelazione. Le ho viste saltare fuori dall'acqua per catturare i gamberi gettati a loro prima che raggiungessero la superficie. Ho scoperto anche che le giovani trote negli stagni di allevamento prendono i gamberetti d’acqua dolce con la stessa voracità e, nel considerare questi fatti, sono sorpreso che non ci siano stati altri tentativi di imitare il gambero d'acqua dolce.

Il Gammarus pulex può essere trovato in quasi tutti i corsi d'acqua, soprattutto se c'è molta vegetazione. Un loro esempio è raffigurato a Tav. I. Talvolta li ho trovati abbondanti in corsi

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d'acqua dove non c'erano erbacce. Si nascondono sotto le pietre del fondale e tra le erbacce, soprattutto tra crescione e gamberaja comune. Anche se prosperano in acqua ferma, li ho trovati più numerosi nei flussi e, nonostante il fatto che generalmente si ritiene che essi abitino solo i flussi un po' lenti, li ho rinvenuti in quelli abbastanza rapidi, con letto sassoso. Il gambero è molto prolifico e, se protetto, aumenta molto rapidamente, quindi è una eccellente risorsa per coloro che allevano trote e un motivo per coltivarli, in quanto sono una delle forme più importanti di cibo. Questi Fresh Water Shrimp sono molto simili nella forma, e altro ancora, al comune Sandhopper, la pulce di mare. Variano molto di colore secondo l'acqua in cui vivono. Li ho visti con un colore giallo paglierino in alcuni corsi d'acqua, mentre in altri sono quasi neri. Il colore più comune è tuttavia un giallo-rossastro. In genere si pensa che questi gamberi viaggino dentro l'acqua con rapidi contorcimenti, piegando i loro corpi e raddrizzandosi all’infuori di nuovo. Non ho però mai visto loro fare questo, anche se li ho tenuti in un acquario e li osservavo con molta attenzione. Quello che ho visto è che usano le loro zampe per nuotare con un movimento fatto come se stessero camminando molto rapidamente. Non possono tuttavia spostarsi quando sono fuori dall'acqua e allora giacciono perfettamente impotenti su un lato. In un ruscello in cui nuotano i gamberetti d'acqua dolce sembrano incapaci di progredire a monte o, in ogni caso, se lo fanno si muovono molto lentamente; quando vogliono andare a monte strisciano lungo il fondo. Possono, tuttavia, di regola mantenere la propria posizione anche contro corrente. Il miglior modo che ho trovato per imitare il gamberetto è il seguente: - Scelta un’hackle ginger chiaro, tagliare la punta e quindi fissarla su un amo (No. 1 o 2, nuove misure), in modo che le fibre si estendano tra 1/8 e 1/4 di pollice in coda. Legare quindi una sottile striscia di gomma e un pezzo di tinsel argenteo. La striscia di gomma elastica deve essere prelevata da un pezzo di gomma naturale e tagliata così sottile che quando è allungata diventi trasparente. Quando tirata dovrebbe essere larga circa un sedicesimo di pollice. Un piccolo pezzo di caucciù rastremato ad ogni estremità, lungo quanto il gambo dell’amo, deve ora essere fissato al gambo vicino alla testa della mosca, posizionando il pezzo di gomma sul gambo e legandolo con la seta da montaggio. Ora occorre riportare la seta in coda alla mosca e poi avvolgere la lana, con cui si realizza il corpo, sulla seta da montaggio, quindi avvolgerla sul gambo. La lana può variare in colore, secondo il colore del gamberi nel flusso da copiare, dal giallo chiaro o giallo-rossastro al marrone molto scuro. Quando il corpo di lana è finito, avvolto sulla striscia di gomma elastica, in modo che il bordo di un giro incontri il bordo dell'altro e coprano così il corpo interamente, si fissa e si tagliano le eccedenze indi si crea il ribbing col tinsel. Nel mettere l’hackle, che è ginger chiaro, è necessario che alcune delle fibre siano fatte proiettare in avanti, così la seta da montaggio dovrebbe terminare dietro esse. Quando la mosca è finita dovrebbe apparire come mostrato nell’illustrazione di imitazioni a tavola III.

A questa mosca in pesca deve essere permesso di sprofondare a metà acqua e quindi di viaggiare attraverso e a valle del flusso con recuperi brevi, ma non dovrebbe essere attratta verso il pescatore in alcun modo marcato, o non rappresenterà i movimenti dei gamberetti naturali.

Se un dato flusso è abitato da questi crostacei lo si può facilmente scoprire. Se il flusso ha un fondo sassoso se ne troveranno sotto quasi ogni grande pietra che si scaravolta. Se, tuttavia, ci sono detriti o fango sul fondo, li si possono facilmente catturare con una reticella in garza robusta, montata su un anello forte e immanicato. Passando tale guadino lungo il fondo, fra erbacce e detriti, tra i contenuti della rete si troveranno i gamberi. Possedendo un corso popolato di trote che non risulta abitato da gamberetti d'acqua dolce, consiglierei di introdurli essendo, come ho già sottolineato, una delle migliori forme di cibo per trota.

Ho avuto molto successo con l’imitazione del gambero nelle acque che lo contenevano. Questa imitazione ha incontrato una generale condanna di carattere ancor più deciso di quella mossa alla Corixa. In nessun caso, comunque, sono stati forniti i motivi per tali condanne.

Senza dubbio alcune delle mosche dotate di hackle se usato sommerse possono risultare molto simili a un gambero, e allora se si condanna l’imitazione del gambero parimenti si dovrebbe condannare l’uso di tali mosche dotate di hackle.

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Larve di insetti acquatici, che hanno il potere di nuotare in acqua, sono imitate al meglio facendo un corpo molto conico, con una grande testa. Esse sono molto piccole e pertanto non devono essere realizzate su ami superiore al No. 1, nuova misura. Vi sono, tuttavia, molte larve che sono più grandi, ma non molte di esse nuotano assai in acqua. Alcune sono giallo-brunastro, altre quasi nero. Alcune dovrebbe avere una coda fatta di due o tre barbe di piuma dello stesso colore del corpo. Alcune hanno appendici sui lati del corpo e nelle loro imitazioni la piuma deve essere legata in coda e poi avvolta verso l’occhiello, dando un paio di giri per spalla. Possono essere replicate in varie tonalità, dal giallo bruno al nero. Non ho ancora avuto il tempo di lavorare a qualsiasi adeguato schema di imitazioni, ma solo di scrivere questo suggerimento. §§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§ ALCUNI SUGGERIMENTI SULLA PESCA A MOSCA SECCA. Sul lancio La mosca non deve essere gettata direttamente in acqua, ma dovrebbe esserle consentito di cadere per gravità . Pertanto la coda di topo deve estendersi in aria secondo una linea retta, almeno un piede al di sopra della superficie dell'acqua, e poi la mosca cadrà naturalmente su di essa. Su come mantenere galleggiante la coda di topo Se la coda di topo non galleggia è quasi impossibile evitare il “dragaggio", che è, di norma, assolutamente fatale. Il modo migliore per far galleggiare la coda di topo è quello di strofinarne le ultime venticinque yarde di vaselina, quindi proseguire con un grumo di cera d'api, e finire strofinandola molto delicatamente con un panno unto con vaselina. Uno straccio con un piccolo pezzo di cera d'api deve essere portato con sé quando si pesca. Bisogna inoltre tenere un piccolo barattolo di vaselina e poi, quando la coda di topo mostra segni di affondamento, va strofinata con il panno che è stato precedentemente immerso nella vaselina. Il piccolo pezzo di cera d'api deve toccare la coda di topo mentre viene strofinata con lo straccio, e così la cera diventerà morbida in superficie quando si mescola con la vaselina. Realizzare l’impermeabilizzazione delle mosche. Molti pescatori usano paraffina inodore, ma richiede del tempo e quando è necessario un rapido cambiamento di mosca, ciò è un grande svantaggio. Se però si immerge solo leggermente il dito nel barattolo di vaselina, in modo che ne rimanga solo una traccia sulla pelle, e quindi si strofina con esso solo la piuma della mosca, la mosca galleggerà così come se fosse stata immersa nella paraffina inodore, e in acqua non ci sarà alcun alone di vaselina. Personalmente preferisco non usare nulla. Ciò comporta una piccola quantità di supplementare lavoro di essiccazione in volo, ma le tinte della mosca non risulteranno alterate, come spesso accade se si utilizza qualsiasi forma di grasso per rendere la mosca galleggiante. Note del traduttore Paolo Canova - La specifica “nuove misure” nelle dimensioni degli ami fatta da Walker è dovuta al fatto che all’epoca era intervenuto un nuovo sistema di misurazione: la scala Kendall - “Herle” = Walker usa tale termine in luogo di quello ora corrente di “Herl” “Quill” = oltre che come barbula private di barbicelle, pare che Walker l’abbia usato anche come sezione di penna, costituita da più fibre o barbule. - L’originale scannerizzato si trova al seguente indirizzo internet: http://www.gutenberg.org/files/39321/39321-h/39321-h.htm - Le immagini dell’originale sono state copiate nel file: Figure di Old Flies.pdf riportato nello stesso archivio ove si trova il presente file.