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THE OCCUPATIONAL HEALTH & SAFETY + ENVIRONMENTAL QUARTERLY MAGAZINE VOL.13 - N.4 Oct-Dec 2015 PERCHÉ COSTRUIRE UN BUSINESS CASE SULL’ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI? Dalla analisi degli impatti alla pianificazione degli interventi

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THE OCCUPATIONAL HEALTH & SAFETY + ENVIRONMENTAL QUARTERLY MAGAZINE

VOL.13 - N.4Oct-Dec 2015

PERCHÉ COSTRUIRE UN BUSINESS CASE SULL’ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI?Dalla analisi degli impatti alla pianificazione degli interventi

DURATION87 hours + private study

PERIOD02-06 November 2015 / 16-20 November 2015 / Exam 30 November 2015

AIMTo provide the basis for a sound, broad introduction to the fundamentals of occupational health and safety.

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CONTENTSIGC1: Management of international health & safety

• Foundations in Health & safety• Health & safety management systems

IGC2: Control of international workplace risks

• Workplace hazards & risk control• Transport hazards & risk control• Musculoskeletal hazards & risk control• Work equipment hazards & risk control• Electrical safety• Fire safety• Chemical & biological health hazards & risk control• Physical & psychological health hazards & risk control

IGC3: International Health & Safety practical application

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26 MICROCLIMA E STRESS TERMICO tropico e artico sono molto piu’ vicini di quanto possa sembrare

47 PRESS REVIEW Wise guys

21 TOP GEAR U-Ice Rigger Boot

16 ESTATE CALDA IN OGNI SENSO CSEPlanner

22 IL LABORATORIO DI INGEGNERIA CIVILE E LA SUMMER SCHOOL DEDICATA ALLA GIURISPRUDENZA Fondazione Flaminia

43 BOOKSHOP Occupational Physiology

49 EVENTS CALENDAR I prossimi eventi del settore

50 TECHNO NEWS Le ultime notizie del mondo HSE

04 PERCHÉ COSTRUIRE UN BUSINESS CASE SULL’ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI? Dalla analisi degli impatti alla pianificazione degli interventi

45 SITEMAP Dipartimento di Chimica e Biochimica dell’University of California

INTHISISSUEHS+E MAGAZINE

Oct-Dec 2015 / VOL. XIII - N. 4

Registrazione Tribunale di Ravenna n. 1200 del 25/02/2003

OWNER Techno Srl

Via Pirano, 7 - 48122 Ravenna (I) ph. +39 0544 591393

www.hse-mag.com [email protected]

EDITOR IN CHIEF Roberto Nicolucci

EDITING AND GRAPHIC DESIGN Graziela Duarte

[email protected]

CONTRIBUTORS Michela Casadei, Andrea Contin,

Diego Marazza, Roberto Nicolucci, Marta Quaranta, Giuseppe Semeraro

HS+E MAGAZINE è pubblicato trimestralmente. Tutti i diritti sono

riservati. Nessuna parte della pubblicazione può essere riprodotta

o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, elettronico o meccanico,

inclusa la fotocopia, senza il preventivo consenso scritto dell’Editore. I punti di vista e le opinioni espresse dagli Autori all’interno della rivista non necessariamente coincidono con

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PERCHÉ COSTRUIRE UN BUSINESS CASE

SULL’ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI

CLIMATICI?Dalla analisi degli impatti alla pianificazione degli interventi

Responses to climate change impacts extend beyond greenhouse gas

emissions mitigation and go towards the integration of adaptation into risk

management strategies.

Terms like adaptation, risk, uncertainty, resilience and corporate dependency should be included into companies’

policies and addressed within strategic management planning.

This article aims at stimulating private sectors engagement in undertaking

these actions. A roadmap, based on the ISO family standards, is proposed and

needs to be reviewed and tackled by companies’ top management. There is

no need to reinvent the wheel, companies already own management tools

(such as corporate risk management, environmental and quality management

systems, etc.) whose framework can be used to address climate risks as well.

Marta Quaranta, Diego Marazza, Andrea Contin

4 HS+E Magazine oct-dec 2015

MESSAGGI CHIAVE

» I rischi indotti dal cambiamento climatico sono inevitabili, non prevedibili e possono avere un effetto devastante.

» Il settore privato investe in infrastrutture ed impianti, offre beni e servizi, che possono essere vulnerabili agli eventi estremi.

» Spesso vi è scarsa consapevolezza del fatto che, nonostante la pericolosità sia un parametro invariabile, la vulnerabilità può essere ridotta attuando politiche e sistemi di gestione per l’adattamento.

» Lo sviluppo di un piano di adattamento è parte del processo di gestione del rischio climatico.

INTRODUZIONE E BACKGROUND

Il quinto rapporto sui cambiamenti climatici dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) analizza la tendenza inequivocabile all’aumento della concentrazione dei gas serra, stima l’incremento delle temperature tra 1.4 e 6.4 °C al 2100 e ne attribuisce le cause con il 95% di confidenza alle attività antropiche [1].È quindi urgente intervenire sulle cause, ma anche sulle conseguenze del climate change: sviluppare una strategia di adattamento è ugualmente rilevante rispetto all’adozione di misure di mitigazione (vedi Figura 1).

Sul tema dell’adattamento l’Europa ha promosso lo sviluppo di una strategia condivisa e omogenea [2]. Ciò ha dato

l’input agli stati membri, che ancora non avevano provveduto, di adottare una strategia nazionale: l’Italia lo ha fatto nel 2014, approvando la Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNACC) [3].

Notevole attenzione è rivolta al settore pubblico, quello responsabile della pianificazione urbana e territoriale e della gestione della cosa pubblica, attraverso programmi come il Patto dei Sindaci [4]. Obiettivo è l’impegno ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili nei loro territori per raggiungere e superare l’obiettivo europeo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020.

Gli impatti dei cambiamenti climatici non incidono solo sulle comunità ma anche nell’ambito privato, settore fondamentale per la crescita economica, per l’aumento dell’occupazione e per la riduzione della povertà.

In questo contesto è rilevante riportare le attività di Carbon Disclosure Project (CDP), un’organizzazione internazionale no-profit indipendente che offre ad aziende e paesi, un sistema per misurare, rilevare, gestire e condividere a livello globale informazioni riguardanti il cambiamento climatico e la disponibilità delle risorse idriche [5].

Le aziende che aderiscono a questo programma rilevano le proprie emissioni di gas ad effetto serra e analizzano i rischi e le opportunità legate al climate change, attraverso il CDP, con l’obiettivo di stabilire i traguardi di riduzione e migliorare le proprie performance.

oct-dec 2015 HS+E Magazine 5

Gli ambienti confinati sono particolarmente pericolosi e infatti gli incidenti che vi acca-dono sono spesso mortali. Il motivo che trasforma un incidente all'interno di un am-biente confinato in un infortunio mortale è spesso riconducibile alla scarsa percezione della rischiosità di questi luoghi. Il volume unisce la teoria e la pratica delle attività lavorative svolte negli ambienti confinati e affronta i principali aspetti delle operazioni condotte in ambiente confinati, fornendo una serie di informazioni al tecnico per avvicinarsi alla materia per affrontare con maggiore consapevolezza una delle problematiche riconosciute per essere tra le più subdole e complesse all'interno della sicurezza occupazionale.

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Da uno studio dell’OCSE [6] è emerso che molte aziende sono consapevoli dei possibili impatti del cambiamento climatico, ma non hanno mai condotto un’analisi ed una valutazione attenta dei rischi. Nello stesso studio si rileva come diverse aziende stiano già valutando le opportunità derivanti dal climate change, ad esempio i servizi di consulenza, quelli assicurativi e quelli relativi alla progettazione di infrastrutture che resistano ad eventi estremi.

Obiettivo delle prossime sezioni è quindi quello di fornire una base di partenza per lo sviluppo di un progetto o business case che prenda in considerazione l’adattamento ai cambiamenti climatici.

IMPATTO DEL CLIMATE CHANGE SU BUSINESS AZIENDALI

I cambiamenti climatici comportano rischi per la società, le infrastrutture e gli ecosistemi che variano nelle diverse regioni geografiche e che dipendono dalle diverse combinazioni dei fattori climatici.

In generale, gli effetti dei cambiamenti climatici sono identificati come aumento delle temperature medie e

massime (con ondate di calore estive), aumento della frequenza di eventi estremi (siccità, piogge e altri fenomeni meteorici intensi), riduzione delle precipitazioni annuali medie e conseguente riduzione dei flussi fluviali [3].

Per comprendere gli impatti del clima su business aziendali è utile definire una “corporate dependency”, cioè la dipendenza delle attività economiche dal clima e dai servizi ecosistemici [7, 8].

Gli impatti del climate change riguardano in maniera trasversale tutti i settori economici, dal settore primario a quello industriale e dei servizi.I rischi possono essere di natura fisica e quindi comportare, ad esempio, l’interruzione delle attività aziendali dovuta a eventi meteorici estremi o a loro conseguenze (frane, alluvioni), danni alle infrastrutture, restrizione della produzione legata alle temperature elevate, variazione della qualità e della disponibilità di acqua e delle materie prime.

Questi sono rischi diretti, ma è importante considerare anche rischi indiretti come quello della domanda, che può derivare dalla variazione della qualità e quantità dei prodotti offerti.

Perché costruire un business case sull’adattamento ai cambiamenti climatici

Un’analisi più dettagliata è proposta in figura (figura 2), in cui si riportano alcuni esempi di come eventi estremi possano avere impatti negativi nei diversi settori economico-produttivi.

Si deve ricordare che adattamento può significare anche opportunità: in ambito assicurativo, ad esempio, esistono nuove opportunità legate alla proposta di pacchetti per la protezione da eventi estremi [3].

SVILUPPARE UN BUSINESS CASE

Da uno studio dei report e delle pubblicazioni disponibili [8, 9, 10] è possibile affermare che non è necessario “reinventare la ruota”. Un’organizzazione aziendale possiede già diversi strumenti gestionali, attraverso i quali opera e prende decisioni:

» approcci aziendali alla gestione del rischio;

» sistema per la gestione della qualità e della business continuity;

» sistemi di gestione ambientale;

» sistemi di gestione dell’energia;

» sistemi di gestione integrati.

Si tratta quindi di integrare questi processi con conoscenze e metodologie che offrano gli strumenti per valutare gli impatti dei cambiamenti climatici.

Lo sviluppo di una strategia di adattamento, e poi la messa a punto di un piano, possono partire dall’applicazione integrata delle norme internazionali, quelle che si riferiscono a Qualità, Ambiente, Business Continuity e Gestione del rischio. Le revisioni 2015 delle prime due (ISO9001 e ISO14001) adottano l’approccio del risk-based thinking che definisce il rischio come l’incertezza nel perseguimento degli obiettivi. In figura 3 è riportato il ciclo di Deming, ovvero plan-do-check-act, cioè il pilastro sul quale sono fondati i sistemi di gestione health-safety-environment and quality (HSE-Q). In particolare, la norma sul sistema di gestione ambientale e la norma ISO31000 sul rischio possono essere integrate per valutare e gestire i rischi posti dal cambiamento climatico.

Lo sviluppo di una strategia e quindi di un piano di adattamento si basano sullo stesso approccio – ovvero

pianificazione, implementazione, monitoraggio e riesame.

Di seguito è proposta una metodologia, una breve guida a come implementare un piano di adattamento (Figura 4).

FASE 1 – Creazione di una base di conoscenza e di un gruppo di lavoro interdisciplinare sui temi di climate change, mitigazione e adattamento.

Gli obiettivi sono:

i. creare un gruppo di lavoro, che includa il top management, individuando e selezionando i profili aziendali che possono dare un contributo chiave all’analisi dei rischi e coinvolgendo esperti esterni e stakeholders;

ii. comprendere il contesto interno ed esterno in cui l’azienda opera, delineando uno scenario climatico attuale e futuro;

iii. analizzare gli eventi occorsi in passato, gli impatti da questi provocati a fronte degli interventi eseguiti, i costi che ne sono derivati e le perdite economiche date dai mancati ricavi;

iv. valutare, in termini qualitativi, i possibili impatti degli scenari ipotizzati sulle attività aziendali, in termini di: qualità e business continuity, ambiente, sicurezza ed aspetti sociali.

FASE 2 – Valutazione dei rischi aziendali che gli impatti dei cambiamenti climatici comportano, attraverso un processo di risk assessment.

Le fasi sono:

» Identificazione dei rischi. È la prima fase del processo e si articola nell’identificazione accurata dei possibili fattori di rischio che possano compromettere le attività e le infrastrutture aziendali o comportare una incertezza nel raggiungimento degli obiettivi. A proposito del cambiamento climatico, i fattori di pericolosità sono quelli che derivano dall’impatto di eventi estremi, ondate di calore e disponibilità delle risorse (es. acqua);

oct-dec 2015 HS+E Magazine 7

» Analisi del rischio. È la parte più complessa del risk assessment e comporta l’impiego di una matrice “probabilità per conseguenze” in cui deve essere stimata la probabilità di occorrenza dell’evento e valutata la vulnerabilità del sistema oggetto di analisi;

» Valutazione del rischio. Questa fase dev’essere integrata e multidisciplinare: aspetti e impatti relativi alle infrastrutture e agli impianti, al contesto esterno nel quale l’azienda si trova, alla qualità, alla sicurezza e all’ambiente devono essere presi in considerazione. La determinazione del livello di “accettabilità del rischio”, ossia se esso è critico o trascurabile, con riferimento alle politiche aziendali applicabili, è una fase che supporta il processo decisionale e che aiuta a stabilire quali rischi devono essere trattati e quali no. La fase di valutazione del rischio può includere una fase di analisi rischi-

benefici per stimare i costi che derivano dagli interventi di adattamento ed i vantaggi che ne possono derivare.

FASE 3 – Pianificazione dell’adattamento.

Nella fase finale, quando i rischi sono stati identificati e valutati, occorre prendere decisioni sugli orientamenti aziendali rivolti all’adeguamento delle infrastrutture e delle attività, cioè è possibile la redazione di una strategia di adattamento o di trattamento del rischio (figura 5). Alla strategia farà seguito la stesura di un piano di adattamento che includa azioni e programmi specifici coerenti con le politiche aziendali. Seguendo il ciclo di Deming, il piano deve essere monitorato e riesaminato periodicamente in modo da valutare l’efficacia delle azioni proposte e l’adeguatezza dei risultati ottenuti a fronti degli obiettivi e delle politiche aziendali.Il processo di gestione del rischio può essere supportato dall’applicazione della norma internazionale ISO31000.

Questo lavoro è un invito, rivolto alle organizzazioni, a utilizzare le informazioni raccolte per discutere e approfondire questi temi presso gli organi direzionali e verificare se le proprie attività possano essere compromesse a causa degli impatti di eventi climatici estremi. Vuole essere uno stimolo a guardare verso il futuro con uno sguardo curioso e responsabile.

La gestione del rischio ambientale è una disciplina che richiede nuove competenze e risorse: queste possono essere attivate in azienda oppure cercate all’esterno, nei professionisti che offrono servizi di consulenza specifica.

Occorre dedicare un investimento in termini di risorse, anche economiche, ma è giusto considerare come sia sempre una buona pratica giocare di anticipo e valutare il notevole vantaggio competitivo (e d’immagine) che deriva dall’aver considerato rischi e opportunità, e quindi adottato misure che aiutino a costruire una resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici.

Al fine di creare una società resiliente, è infine auspicabile promuovere una partnership pubblico-privato per la creazione di sistemi virtuosi di promozione dell’adattamento.

CONCLUSIONI

8 HS+E Magazine oct-dec 2015

Perché costruire un business case sull’adattamento ai cambiamenti climatici

MITIGAZIONE E ADATTAMENTO

Figura 1

POTENZIALI RISCHI DI SETTORE LEGATI AL CLIMATE CHANGE [MODIFICATO DA SEGEWALA ET AL. 2011]

Figura 2

FIGURE

oct-dec 2015 HS+E Magazine 9

METODOLOGIA PROPOSTA PER LA REDAZIONE DI UN PIANO DI ADATTAMENTO, BASATA SUL CICLO DI DEMING.

Figura 4

IL CICLO DI DEMING È IL PILASTRO SU CUI SONO FONDATE LE NORME ISO

Figura 3

oct-dec 2015 HS+E Magazine 11

Perché costruire un business case sull’adattamento ai cambiamenti climatici

LINEE GUIDA PER LO SVILUPPO DI UNA STRATEGIA DI ADATTAMENTO[MODIFICATO DA AGRAWALA ET AL. 2011]

Figura 5

1. https://www.ipcc.ch/report/ar5/

2. COM (2013) 216 - An EU Strategy on adaptation to climate change

3. http://www.minambiente.it/pagina/adattamento-ai-cambiamenti-climatici-0

4. http://mayors-adapt.eu/

5. https://www.cdp.net/en-US/Pages/HomePage.aspx

6. Agrawala, S. et al. (2011), “Private Sector Engagement in Adaptation to Climate Change: Approaches to Managing Climate Risks”, OECD

Environment Working Papers, No. 39, OECD Publishing

7. Millennium Ecosystem Assessment (MA), 2005

8. www.iema.net

9. Guidelines for Environmental Risk Assessment and Management Green Leaves III

10. Adapting to Climate Change using your Business Continuity Management System and Climate change adaptation. Adapting to climate risks using ISO 9001, ISO 14001, BS 25999 and BS 31100 – BSI –British Standard Institution.

RIFERIMENTI

12 HS+E Magazine oct-dec 2015

Perché costruire un business case sull’adattamento ai cambiamenti climatici

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» CLIMA insieme delle condizioni medie atmosferiche (temperatura, umidità, vento, pressione, precipitazioni) calcolate in una certa area geografica su un periodo di alcuni decenni.

» CAMBIAMENTI CLIMATICI [UNFCCC] “un cambiamento del clima che sia attribuibile direttamente o indirettamente ad attività umane, che alterino la composizione dell’atmosfera planetaria e che si sommino alla naturale variabilità climatica osservata su intervalli di tempo analoghi”.

» CAPACITÀ D’ADATTAMENTO (agli impatti dei cambiamenti climatici) [IPCC, 2007] La capacità di un sistema di adattarsi alla variabilità climatica e agli eventi estremi per ridurre i potenziali danni, per sfruttare le opportunità, o per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici.

» CONTESTO ESTERNO [ISO14001] si intendono le condizioni ambientali (clima, qualità dell’aria, qualità dell’acqua, uso del suolo, contaminazione, disponibilità delle risorse

naturali, biodiversità..), quelle sociali, politiche, culturali, tecnologiche, economiche in un contesto locale, regionale, nazionale o internazionale.

» CONTESTO INTERNO [ISO14001] condizioni o caratteristiche interne di una organizzazione, attività, prodotti e servizi, direzione strategica, cultura e capacità (persone, conoscenza, processi, sistemi).

» CORPORATE DEPENDENCY [IEMA] dipendenza ambientale è un termine che può essere applicato a operatività e attività aziendali che dipendono in modo significativo dallo stato dell’ambiente e dai servizi ecosistemici (tra cui ambiente e clima).

» INCERTEZZA [DEFRA, 2011] limitazioni della conoscenza circa gli impatti ambientali e i fattori che li influenzano. L’incertezza ha origine dalla casualità (incertezza aleatoria) e dalla conoscenza parziale (incertezza epistemica).

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In uno scenario di cambiamenti climatici, di crescente uso di fonti energetiche e di modifiche nell’uso del suolo, il Gruppo di ricerca in Gestione Ambientale:

» Sviluppa sistemi di gestione dedicati al miglioramento delle prestazioni ambientali di organizzazioni pubbliche e private;

» Sviluppa prodotti di consulenza che forniscano a organizzazioni pubbliche e private la capacità di sviluppare strategie e piani di adattamento;

» Sviluppa metodi per valutare la disponibilità di biomasse per l’energia e l’estrazione di nuovo materiale;

» Realizza studi e analisi di ciclo di vita (life cycle thinking);

» Sviluppa e promuove metodi e tecniche per l’analisi territoriale;

» Sviluppa strumenti di gestione ambientale e comunicazione.

Linee guida per lo sviluppo di una strategia di adattamento [modificato da Agrawala et al. 2011]

» RESILIENZA [IPCC, 2014] la capacità di un sistema socio-ecologico di far fronte ad un evento pericoloso o ad anomalie, reagendo riorganizzandosi in modi che ne preservano le sue funzioni essenziali, l’identità e la struttura, mantenendo tuttavia anche le capacità di adattamento, apprendimento, trasformazione.

» VULNERABILITÀ [IPCC, 2014] la propensione o la predisposizione a essere influenzati sfavorevolmente. Il termine abbraccia una molteplicità di concetti, tra cui sensitività o suscettibilità al danno e la mancanza di capacità a resistere e adattarsi.

Marta Quaranta è laureata in chimica e da diversi anni si occupa di temi ambientali svolgendo consulenze su sistemi di gestione ambientale presso enti pubblici e privati. Recentemente partecipa ad un progetto europeo, Climate KIC - Pioneer into Pratice, nell’ambito del quale si occupa di adattamento al climate change. | [email protected]

Diego Marazza è post-doc presso il Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale Energia e Ambiente (CIRI-EA), ha esperienza decennale con enti locali, società di gestione, imprese e altri enti di ricerca. Si occupa di innovazione e sostenibilità di impianti a biomassa e bioraffinerie ed è parte del gruppo di lavoro della bio-economia della Comunità d’Innovazione e della Conoscenza Climate-KIC. | [email protected]

Andrea Contin è professore ordinario di fisica dell’Università di Bologna. Dal 2001 è direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali e dirige il gruppo di ricerca in gestione ambientale. | [email protected]

oct-dec 2015 HS+E Magazine 15

Perché costruire un business case sull’adattamento ai cambiamenti climatici

Giuseppe Semeraro

ESTATE CALDA IN OGNI SENSO

Estate calda in ogni senso, anche per il legislatore in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Circoscrivendo la nostra attenzione solo ai cantieri

temporanei o mobili, l’estate 2015 sarà ricordata come una stagione di intensa attività legislativa. Dopo l’estate 2014 che ci aveva proposto i decreti “palchi e fiere ” e “modelli semplificati per la redazione dei piani di sicurezza” , l’estate 2015 è stata altrettanto, se non di più, foriera di novità prevenzionistiche.

In particolare, le novità sono dovute a due filoni: da un lato la legge europea e dall’altra i decreti attuativi della riforma del lavoro (il c.d. “Jobs Act”). A questi, aggiungiamo i provvedimenti ante estate per la semplificazione in materia di documento unico per la regolarità contributiva delle imprese e il cosiddetto “decreto bombe” , che rende efficaci le modifiche apportate al D.Lgs. 81/2008 dalla legge 177/2012.

Ma procediamo con ordine temporale.

Il primo provvedimento che annotiamo è quello sulla “de materializzazione” del DURC o “DURC on-line”. Con il decreto 30 gennaio 2015, poi pubblicato in G.U. solo il 1° giugno 2015, sono state disposte svariate novità riguardo alla regolarità contributiva, assicurativa e, se dovuta, alle Casse edili. Tra queste citiamo in questa sede quella che consente ai soggetti a ciò autorizzati di acquisire il DURC in tempi reali, mediante interrogazione degli archivi INAIL, INPS e, eventualmente, Casse Edili, utilizzando la procedura cosiddetta “DURC on-line” presente nei vari siti istituzionali. Mediante il semplice inserimento in procedura del codice fiscale dell’impresa o del

lavoratore autonomo la procedura genera un documento nel quale sono riportati i seguenti dati:

` la denominazione o ragione sociale, la sede legale e il codice fiscale del soggetto nei cui confronti è effettuata la verifica;

` l’iscrizione all’INPS, all’INAIL e, ove previsto, alle Casse Edili;

` la dichiarazione di regolarità;

` il numero identificativo, la data di effettuazione della verifica e quella di scadenza di validità del Documento.

Indubbiamente il meccanismo, salvo i casi in cui il documento non è rilasciato per qualche motivo, consentirà di snellire la procedura di verifica dell’idoneità tecnico professionale delle imprese e dei lavoratori autonomi, che sino ad oggi era ritardata proprio dalle lungaggini dovute all’acquisizione della certificazione di regolarità.

Riguardo il cosiddetto “decreto bombe”, si ricorderà che già nel 2012 fu emanata una legge che aveva disposto in sintesi le seguenti modifiche al D.Lgs. 81/2008:

` inserimento del rischio derivante da ordigni bellici inesplosi tra i rischi particolari di cui all’allegato XI;

16 HS+E Magazine oct-dec 2015

` obbligo della valutazione all’interno del PSC del rischio di ordigni bellici inesplosi;

` obbligo di qualificazione specifica delle imprese specializzate nella bonifica degli ordigni bellici, con iscrizione ad un apposito albo istituito presso il Ministero della Difesa.

La legge, tuttavia, condiziona la sua entrata in vigore alla decorrenza di sei mesi dalla data della pubblicazione del decreto del Ministro della Difesa per l’istituzione dell’albo delle imprese autorizzate alla bonifica degli ordigni bellici. Pertanto, la piena applicazione della legge 177/2012 avverrà il 26 dicembre 2015.

Con la legge europea 2014 , pubblicata nella G.U. Serie Generale n.178 del 3 agosto 2015, il Governo ha voluto rimediare ad una limitazione del campo di applicazione della direttiva cantieri in Italia (il titolo IV, Capo I, del D.Lgs. 81/2008) introdotta l’anno prima con il “decreto del fare”. Il decreto modifica l’articolo 88 comma 2 del D.Lgs. 81/2008, che stabilisce i settori o le attività in deroga alla direttiva cantieri. In particolare, la lett. g-bis) del comma in questione stabiliva la deroga ai piccoli lavori riguardanti le infrastrutture per servizi che non presentavano rischi particolari. Per non incorrere in un procedimento d’infrazione con l’Unione Europea, è stato deciso di rimuovere tale deroga e di ritorna allo stato ex-ante “decreto del fare” .

Nel prossimo numero parleremo in maniera diffusa delle importanti novità introdotte dai decreti attuativi del Jobs Act, mentre preme, in questa sede segnalare due contributi interessanti da parte della Commissione interpelli oltre ad uno controverso ad opera del Consiglio di Stato.

Gli interpelli emanati con risvolti nei cantieri temporanei e mobili sono i seguenti:

` Interpello 1/2015, riguardante i cantieri stradali e ruolo di coordinatore;

` Interpello 3/2015, riguardante l’impresa familiare e obbligo di redazione del POS;

` Interpello 4/2015, riguardante la formazione dei lavoratori e la valutazione dei rischi.

La sentenza del Consiglio di stato cui si faceva riferimento è quella del 20 marzo 2015, n. 1. Il Consiglio si è riunito in seduta plenaria, dopo che nel passato le varie sezioni hanno emesso sentenze non perfettamente allineate, per stabile se un’impresa che non provvede ad indicare specificatamente nell’offerta i costi della sicurezza “interni” debba essere obbligatoriamente esclusa dalla gara.

ART.88“2. Le disposizioni del presente capo non si applicano:

g-bis) ai lavori relativi a impianti elettrici, reti informatiche, gas, acqua, condizionamento e riscaldamento, che non comportino lavori edili o di ingegneria civile di cui all’allegato X;”

oct-dec 2015 HS+E Magazine 17

PROGETTO SICUREZZA CANTIERI Oggi conforme ai NUOVI MODELLI

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Con l’emanazione del D.I. 9 /09/2014 sono stati individuati i modelli semplificati per la redazione del piano operativo di sicurezza (POS), del piano di sicurezza e di coordinamento (PSC) e del fascicolo dell’opera (FO) nonché del piano di sicurezza sostitutivo (PSS).

La suite Progetto Sicurezza Cantieri nasce per implementare i modelli semplificati nella maniera più fedele possibile, senza sottovalutare l’obiettivo di qualità dei piani.

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I commenti a questo e successivi interpelli li faremo in un articolo specificatamente dedicato alla questione.

Le conclusioni cui giunge il Consiglio di stato sono le seguenti:

“le stazioni appaltanti, nella predisposizione degli atti di gara per

lavori e al fine della valutazione dell’anomalia delle offerte, devono

determinare il valore economico degli appalti includendovi l’idonea

stima di tutti i costi per la sicurezza con l’indicazione specifica di

quelli da interferenze; i concorrenti, a loro volta, devono indicare

nell’offerta economica sia i costi di sicurezza per le interferenze (quali

predeterminati dalla stazione appaltante) che i costi di sicurezza

interni che essi determinano in relazione alla propria organizzazione

produttiva e al tipo di offerta formulata;

la ratio del puntuale richiamo, nell’art. 87, comma 4, secondo

periodo del Codice, della specifica indicazione dei costi per la

sicurezza per le offerte negli appalti di servizi e forniture appare

individuabile, in questo quadro, in relazione alla particolare

tipologia delle prestazioni richieste per questi appalti rispetto a

quelli per lavori e alla rilevanza di ciò nella fase della valutazione

dell’anomalia (cui la norma è espressamente riferita); il contenuto

delle prestazioni di servizi e forniture può infatti essere tale da

non comportare necessariamente livelli di rischio pari a quelli

dei lavori, rilevando l’esigenza sottesa alla norma in esame, pur

ferma la tutela della sicurezza del lavoro, di particolarmente

correlare alla entità e caratteristiche di tali prestazioni la

giustificazione dei relativi, specifici costi in sede di offerta e di

verifica dell’anomalia.”

CONCLUSIONI

CSE Planner

E.QU.A. is a society that provides services and which has obtained the certifications UNI EN ISO:9001:2008, ethical certification SA8000, Accreditation UNI CEI EN ISO/IEC 17020, IFIA (International Federation of Inspection Agencies) membership.

MAIN ACTIVITIES

Welder qualifications and welding procedures

Management of 97/23 EC “PED” Directives – DM 329/04

Inspection, Expediting and Testing services: Accreditation through ACCREDIA as Type A Inspection Body according to UNI CEI EN ISO/IEC 17020 standard for: a) Industrial products: - Manufacturing, control and witness test of products industrial part and welded structures; - Heat exchangers, boilers and pressure vessels new and functioning; - Fusion streams; - Rotating equipment new and functioning; - Valves; - Metallic and non metallic materials.

b) Industrial processes: - Welding processes; - Non destructive tests.

E.QU.A. Srl

Via Pirano, 5 – 48122 Ravenna, Italy Tel. +39 (0)544 591981- Fax +39 (0)544 591374

Web: WWW.EQUASRLRA.IT - E-mail: [email protected]

We help workers to protectthemselves50+ HSE training courses available now

Techno

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E Acade my

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TOPGEARL’italiana U-Power

ha recentemente presentato sul mercato

internazionale le calzature di sicurezza ‘U-Ice Rigger Boot’; si tratta di uno stivale che, secondo quanto dichiarato dal produttore, garantisce eccezionali prestazioni per quanto riguarda la protezione in condizioni climatiche particolarmente ostili inclusi freddo, pioggia, neve e superfici ad alta temperatura. Si tratta quindi di un DPI particolarmente indicato per la cantieristica pesante, il settore dell’oil&gas offshore e lo shipping.

Lo stivale è realizzato con tomaia in cuoio di alta

qualità, è dotato di suola in nitrile resistente agli idrocarburi, antiscivolo, antiperforante e dielettrica, resistente al calore fino a 300 °C per un minuto; il plantare interno è realizzato in un particolare materiale poliuretanico traspirante denominato ‘Airtoe’, antimicotico ed estremamente confortevole; l’assenza di parti metalliche (la protezione antiforatura e anti schiacciamento è realizzata in materiale composito) rende il DPI adatto ad essere impiegato in presenza di campi elettromagnetici o in aree dove sono presenti security gate.

www.u-power.it

oct-dec 2015 HS+E Magazine 21

Si chiama CT Lab ed è una struttura di ricerca pubblico-privato orientata a fornire un’interfaccia tra mondo produttivo e università nel campo dell’innovazione

edilizia, riqualificazione dell’esistente, pianificazione e costruzione della città contemporanea in un’ottica di sostenibilità ambientale e di rispetto delle specificità territoriali. Il laboratorio, attivo a Ravenna nella sede del

corso di laurea in Ingegneria Edile, è una realtà costituita dalla Scuola Superiore Città Studi e Territorio in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale dell’Università di Bologna.

“Grazie all’integrazione tra didattica e ricerca e alla collaborazione con il mondo del lavoro – spiega il prof. Luca Cipriani, docente di Ingegneria Edile - il Laboratorio sulla Città e il Territorio ha dato vita a molti progetti importanti nell’ambito della riabilitazione di edifici storici, tema su cui è molto concentrata la laurea magistrale in Ingegneria dei processi e dei sistemi edilizi”.

In particolare, il CT Lab ha compiuto studi e portato avanti ricerche su numerosi spazi, aree e monumenti ravennati quali il palazzo di Teodorico, la Tomba di Dante, Galla Placidia, palazzo Guiccioli, San Vitale.

Nel laboratorio operano, accanto a soggetti privati, docenti, ricercatori, dottorandi, tirocinanti e neo-laureati di Ingegneria, Architettura e Conservazione dei Beni Culturali. “All’interno di questa struttura, didattica e ricerca si fondono insieme e vengono messi a servizio del mondo produttivo. Il rapporto con la città e il suo sistema economico è d’altra parte una priorità per l’intero insediamento di Ingegneria a Ravenna che nel tempo ha caratterizzato i propri corsi proprio sulla base delle specificità del territorio e oggi è pronto a porsi come interlocutore delle imprese locali”.

Il laboratorio, oltre che dare supporto alle attività della Scuola e a quelle delle aziende e degli enti pubblici che richiederanno servizi specifici, si propone di sviluppare anche filoni di ricerca autonomi.

INGEGNERIA EDILE, la ricerca a sostegno del mondo produttivo

Michela Casadei

IL LABORATORIO SULLA CITTÀ E IL TERRITORIO

22 HS+E Magazine oct-dec 2015

GIURISPRUDENZA, la summer school

Si svolgerà a ottobre la prima summer school dedicata al fenomeno dell’Open Data organizzata dalla Scuola di Giurisprudenza a Ravenna e

tenuta dalla prof.ssa Monica Palmirani. La summer vuole investigare gli aspetti tecnologici, giuridici, organizzativi del fenomeno dell’Open Data. In particolare, intende valorizzare i dati aperti legati al territorio, punta di eccellenza del nostro Paese, quali turismo, beni culturali, dati geografici e ambientali. La scuola è prevalentemente rivolta a funzionari giuridici e tecnici di enti pubblici che si trovano a dover affrontare la gestione dei dati e dei documenti in formato aperto alla luce delle nuove normative (Agenda Digitale Europea, Decreto Trasparenza, Codice dell’Amministrazione Digitale, Direttiva PSI) o indotte

dalle innovazioni tecnologiche introdotte dal Web 2.0 (trasparenza, comunicazione, partecipazione). La figura professionale legata a questi studi è un responsabile dell’innovazione che intende comprendere a fondo le potenzialità delle tecnologie del Semantic Web (Linked open data), oppure un responsabile ICT che intende impadronirsi delle modalità operative per poi creare progetti rivolti alla smaterializzazione dei documenti e alla creazione di portali open data. Accanto a queste figure professionali, l’obiettivo è fornire competenze e capacità operativa a ricercatori, sviluppatori, imprese, enti che supportano le pubbliche amministrazioni nel difficile compito di trasformarsi in accordo con le esigenze dell’era della conoscenza.

OPEN DATA PER IL TERRITORIO TRA CULTURA, TURISMO, AMBIENTE

oct-dec 2015 HS+E Magazine 23

Defibrillatore progettato per funzionare in conformità con la versione 2010 delle linee guida stabilite da AHA/ERC in merito alla Rianimazione Cardiopolmonare (CPR) e Trattamento dell’Emergenza Cardiovascolare

• Voce guida: per un utilizzo semplice ed assistito• Scheda SD: archiviazione attività per tutela giuridica• Custodia morbida: protezione da urti e graffi• Batteria limno2 lunga durata: 5 anni, 200 scariche• Indicatore batteria: consente di capire sempre il livello dellabatteria• Autotest componenti critiche: consentono il mantenimento efficiente delle funzionalità dell'apparecchiatura

• Shock bifasico: scarica elettrica che percorre il cuore prima in unsenso e poi nell'altro • Software heart on: si usa per archi-viare in modo organico i dati diutilizzo dei dae oltre che consentire l’aggiornamento del firmware• Elettrodi preconnessi: riducono le tempistiche di intervento• Batteria: 200 scariche elettriche• Porta comunicazione irda: consente la comunicazione pc-defibrillatore• Energia variabile: adulto (>25 kg) da 185 a 200j; bambino (<25 kg)

da 45 a 50j

Coperchio: serve a proteggere le icone di azione, il pulsante della modalità paziente, pulsante di scarica.

Indicatore di stato: indica lo stato dell’unità, la temperatura e il livello della batteria.

Connettore degli elettrodi: serve a collegare gli elettrodi.

Icone di azione: l’indicatore LED lampeggia di colore rosso sotto la rispettiva icona di azione.

Interruttore della modalità paziente: una volta che l’utente abbia identificato il paziente in base al tipo, selezionare la modalità paziente tra adulto e pediatrico utilizzando l’inter-ruttore della modalità paziente.

Pulsante di scarica: una volta completata la preparazione per la scarica elettrica, il pulsante di scarica lampeggerà. Premere il pulsante di scarica per erogare la scarica elettrica.

Pulsante scorrevole: serve per aprire il cope rchio, per l’accensione spingere il pulsantescorrevole verso destra.

Slot per scheda SD: serve per salvare i dati e aggiornare il firmware del DAE.

Porta di comunicazione a infrarossi: serve a comunicare con il PC

• Calcolo impedenza: verifica della integrità del contatto del DAE con il paziente

• Schermo display: consente di leggere le istruzioni nel caso ci sitrovi impossibilitati ad udire la voce guida

Defibrillatore progettato per funzionare in conformità con la versione 2010 delle linee guida stabilite da AHA/ERC in merito alla Rianimazione Cardiopolmonare (CPR) e Trattamento dell’Emergenza Cardiovascolare

• Voce guida: per un utilizzo semplice ed assistito• Scheda SD: archiviazione attività per tutela giuridica• Custodia morbida: protezione da urti e graffi• Batteria limno2 lunga durata: 5 anni, 200 scariche• Indicatore batteria: consente di capire sempre il livello dellabatteria• Autotest componenti critiche: consentono il mantenimento efficiente delle funzionalità dell'apparecchiatura

• Shock bifasico: scarica elettrica che percorre il cuore prima in unsenso e poi nell'altro • Software heart on: si usa per archi-viare in modo organico i dati diutilizzo dei dae oltre che consentire l’aggiornamento del firmware• Elettrodi preconnessi: riducono le tempistiche di intervento• Batteria: 200 scariche elettriche• Porta comunicazione irda: consente la comunicazione pc-defibrillatore• Energia variabile: adulto (>25 kg) da 185 a 200j; bambino (<25 kg)

da 45 a 50j

Coperchio: serve a proteggere le icone di azione, il pulsante della modalità paziente, pulsante di scarica.

Indicatore di stato: indica lo stato dell’unità, la temperatura e il livello della batteria.

Connettore degli elettrodi: serve a collegare gli elettrodi.

Icone di azione: l’indicatore LED lampeggia di colore rosso sotto la rispettiva icona di azione.

Interruttore della modalità paziente: una volta che l’utente abbia identificato il paziente in base al tipo, selezionare la modalità paziente tra adulto e pediatrico utilizzando l’inter-ruttore della modalità paziente.

Pulsante di scarica: una volta completata la preparazione per la scarica elettrica, il pulsante di scarica lampeggerà. Premere il pulsante di scarica per erogare la scarica elettrica.

Pulsante scorrevole: serve per aprire il cope rchio, per l’accensione spingere il pulsantescorrevole verso destra.

Slot per scheda SD: serve per salvare i dati e aggiornare il firmware del DAE.

Porta di comunicazione a infrarossi: serve a comunicare con il PC

• Calcolo impedenza: verifica della integrità del contatto del DAE con il paziente

• Schermo display: consente di leggere le istruzioni nel caso ci sitrovi impossibilitati ad udire la voce guida

TecnoHeart PlusArt. AE001Z12

Lunghezza 240mm

Altezza 294mm

Profondità 95mm

Peso 2,65 kg ca.

Lunghezza elettrodi circa 1,8m

Batteria LiMnO2 (15V, 4200m/Ah)

Durata batteria 10 ore monitoraggio/200 scariche

Energia scarica elettrica Adulto: da 185 a 200J (± 5%)

Pediatrico: da 45 a 50J (± 5%)

Scheda SD

La scheda SD deve essere inserita nello slot per la scheda SD sul pannello destro del DAE come descritto di seguito. La scheda SD serve a salvare lo storico prestazioni del DAE e per aggiornare il firmware del dispositivo.Lo storico prestazioni nella scheda SD può essere consultato attraverso il software Hear tOn AED Event Review. Se si vuole utilizzare la scheda SD per usare il software Hear tOn AED Review o per aggiornare il firmware del DAE, contattare il per-sonale qualificato o il proprio fornitore locale.

Porta di comunicazione a infrarossi

La por ta di comunicazione a infrarossi è dotata di comunicazione wireless DAE - PC attraverso il cavo per download dati e infrarossi e un adattatore DC collegato al pc.Usare la comunicazione a infrarossi per aggior-nare il firmware, per traferire informazioni e per connetteri alla modalità di servizio. Se si vuole utilizzare la porta di comunicazione a infrarossi, contattare il personale qualificato o il proprio for-nitore locale.

Contatti:Informare i Medici Commercial Srl - Via Nazario Sauro, 4 - 00195 Roma

Tel.-Fax + 39 06 39722940 - Mobile: +39 335 5248635E-mail: [email protected] - www.iimcommercial.it

INFORMARE I MEDICIC O M M E R C I A L s.r.l.

MICROCLIMA E STRESS TERMICOtropico e artico sono molto piu’ vicini di quanto possa sembrare

Parte II

Roberto Nicolucci

Tra i vari indici proposti per la valutazione del microclima caldo estremo, oggi in uso si citano i vari WBGT, HSI, ITS, P4SR, ecc., generalmente basati sul medesimo concetto di “temperatura apparente”, cioè di una temperatura fittizia che oltre a considerare la reale temperatura dell’aria riassuma in un unico valore di riferimento anche gli altri parametri che condizionano sensibilmente la sensazione ed il reale scambio termico dell’organismo con l’esterno, ovvero l’umidità relativa, la velocità dell’aria e il calore radiante.

L’indice WBGT (Wet Bulb Globe Thermometer) è uno dei più diffusi anche in relazione alla relativa semplicità di effettuazione delle misurazioni (quanto meno in confronto ad altri metodi di valutazione) poiché per la determinazione dell’indice è sufficiente un unico strumento di misura: questo strumento è il globotermometro a bulbo umido ( fig.2), che è in grado di fornire direttamente il risultato termico combinato del calore radiante, del vento e dell’umidità dell’aria.

26 HS+E Magazine oct-dec 2015

fig.1 saldatura di una pipeline in condizioni climatiche di caldo estremo

Fonte: Svetsaren – ESAB

fig.2 stazione di misura microclimatica dotata di globotermometro

Fonte: Svetsaren – ESAB

Il WBGT fu sviluppato attorno al 1956 da David Minard e Constantine Yaglou per consentirne un facile utilizzo da parte degli addestratori dell’US Marine Corps al fine di garantire la sicurezza dei militari durante gli addestramenti in ambienti caldi e umidi in assetto da combattimento. L’impiego di questo indice, perfezionato nel tempo, è andato diffondendosi in tutto il mondo ed è oggi, tra i tanti, il più noto ed utilizzato, essendo preso in considerazione dallo standard ISO 7243, essendo adottato dalla ACGIH per il calcolo dei relativi TLV, nonché recepito dalla legislazioni di diversi Paesi: si tratta dell’indice maggiormente impiegato per valutazioni, non solo in ambito militare e lavorativo, ma anche sportivo

e, non da ultimo, per la valutazione dello stress termico degli animali impiegati nelle gare equestri.

La Tab. 1 riporta i valori di temperatura apparente misurati secondo l’indice WBGT; la Tab. 2 riporta, a titolo di paragone, per gli stessi intervalli di temperatura e umidità relativa, le temperature apparenti secondo il modello di calcolo della “Apparent Temperature” (AT) di Steadman, che utilizza un sistema di equazioni più complesso: è possibile notare come spostandosi verso temperature dell’aria progressivamente più elevate le temperature apparenti calcolate con i due differenti indici si discostino sensibilmente.

oct-dec 2015 HS+E Magazine 27

Note: This table is compiled from an approximate formula wich only depends on temperature and humidity. The formula is valid for full sunshine and a light wind.

Fonte: CDC – USA

Temperature (C°)

Rela

tive

Hum

idit

y (%

)

Fonte: BOM – Australia

Temperature (C°)

Rela

tive

Hum

idit

y (%

)

VALORI DI TEMPERATURA APPARENTE MISURATI SECONDO L’INDICE WBGT

VALORI DI TEMPERATURA APPARENTE MISURATI SECONDO IL MODELLO DI CALCOLO AT DI STEADMAN

oct-dec 2015 HS+E Magazine 29

Microclima e stress termico

Per informazioni: [email protected]

SOLUZIONI IN AMBITO DI TELERILEVAMENTO, SICUREZZA E AMBIENTE

Techno ha costituito un gruppo di ricerca e sviluppo coinvolgendo i propri specialisti di HSE, tecnici abilitati ENAC, docenti dell’Università di Ferrara del Dipartimento di Geomatica e un’azienda produttrice di APR con l’obiettivo di sviluppare soluzioni e applicazioni in ambito di telerilevamento, sicurezza e ambiente.

I principali vantaggi dell’utilizzo dei droni:

• Estrema flessibilità di utilizzo: grazie alle dimensioni ridotte e alla possibilità di integrare l’APR con strumenti specifici alle necessità, è possibile utilizzarli nelle più diverse situazioni;

• Rapidità dell'intervento: essendo attrezzature manovrate in remoto non è necessario mettere in sicurezza il sito per l'accesso degli operatori ne qualsiasi altra attività preparatoria, vantaggio spesso non indifferente nella riduzione di tempi e costi.

• Raggiungibilità di punti inaccessibili: è possibile raggiungere siti inaccessibili o accessibili solo previa preparazione, che spesso risulta essere lunga e onerosa per la committenza.

In ambito militare (negli USA), viene talvolta utilizzato un codice di bandiere (Tab. 3) per evidenziare il livello di rischio derivante dallo stress termico; a seconda del livello, sono prescritte specifiche misure di reidratazione e tempi di recupero diversi per individui acclimatati e non acclimatati. Questo tipo di classificazione, e l’esposizione della relativa segnaletica di avvertimento ad opera dei supervisori HSE, potrebbe trovare applicazione anche in particolari ambiti industriali, soprattutto nell’ambito della cantieristica.

Microclima e stress termico

CATEGORIE DI RISCHIO DERIVANTI DA STRESS TERMICO E LORO RELATIVI COLORI

CATEGORIA WGBT (C°) COLORE

1 <26.6 nessuno2 26.7÷29.3 verde3 29.4÷31.0 giallo4 31.1÷32.1 rosso5 >32.2 nero

Il medesimo concetto di temperatura apparente è anche utilizzato per la valutazione dei climi freddi severi attraverso indici quali WCI (adottato anche dall’ACGIH), IREQ, WCET, TCH, ecc.; in questo caso, i metodi di determinazione si basano su modellizzazioni più o meno complesse che non hanno ancora trovato un univoco riconoscimento normativo.

Tutti i modelli di determinazione si basano sull’ipotesi che un uomo sia dotato di abbigliamento asciutto, caratterizzato da un isolamento ideale, al fine di bilanciare la perdita di calore del corpo ad una data temperatura in aria ferma; è evidente

che se l’abbigliamento indossato è sottodimensionato, umido o addirittura inzuppato, la condizione di ipotermia verrà raggiunta in modo molto più repentino.

Nel caso del freddo, il fattore maggiormente critico per lo scostamento della temperatura effettiva da quella reale è ovviamente dato dall’intensità del vento.

La Tab. 4 riporta i valori di temperatura apparente in relazione alla temperatura reale (espressa in °C) e alla velocità del vento (espressa in km/h) secondo l’indice WCI valido per temperature dell’aria inferiori a 0 °C.

VALORI DI TEMPERATURA APPARENTE SULLA BASE DELLA TEMPERATURA REALE E DELLA VELOCITÀ DEL VENTO, SECONDO L’INDICE WCI

Per temperature ambientali più elevate (tra -5 °C e +20 °C) può essere utilizzata la tabulazione (Tab. 5) che riporta i risultati dell’indice AT messo a punto da Steadman attorno

alla metà degli anni Novanta per i climi temperati australiani, considerando in questo caso assenza di calore radiante e un’umidità relativa standard pari al 70%.

oct-dec 2015 HS+E Magazine 31

Apparent temperature with no radiational heating and relative humidity fixed at 70%. Formula from Norms of apparent temperature in Australia, Aust. Met. Mag, Vol 43, 1994, 1-16

Temperature (C°)

Win

d Sp

eed

Km/h

INDICE AT PER I CLIMI TEMPERATI AUSTRALIANI. TALE INDICE È STATO CALCOLATO IPOTIZZANDO L’ASSENZA DI CALORE RADIANTE E UN TENORE DI UMIDITÀ RELATIVA DEL 70%.

La Tab. 6 mostra, invece, in relazione ai valori di temperatura apparente (qui espressi in °F), il tempo di esposizione possibile prima dell’insorgenza di fenomeni di congelamento. Per l’utilizzo della tabella si consideri che 1 mph = 1,609 km/h e che 1°F = (9/5) °C + 32.

La ACGIH propone una tabella concettualmente simile.

Anche in questo caso, la trattazione teorica che sta alla base dei vari indici non è delle più immediate, motivo per il quale ci limiteremo nel prosieguo a fornire solamente alcune fondamentali indicazioni di carattere operativo rimandando,

chi lo desiderasse, ai testi specializzati per l’approfondimento del tema.

È certamente doveroso segnalare che i modelli e le tabulazioni esposte, nonostante i numerosi “aggiustamenti” compiuti negli ultimi decenni, trovano ancora oggi un pari numero di sostenitori e detrattori in relazione a diversi aspetti.

Tra i tanti ricordiamo la considerazione che l’effettivo isolamento termico del vestiario potrebbe risultare inferiore a quello teoricamente calcolato anche del 20%, ciò semplicemente a causa dei movimenti effettuati dall’individuo

32 HS+E Magazine oct-dec 2015

Microclima e stress termico

Wind Chill (°F)=35.74 + 0.6215T - 35.75(V0.16) + 0.4275T(V0.16) Where, T=Air Temperature (°F) W=Wind Speed (mph)Effective 11/01/01

Fonte: NOAA

Temperature (F°)

Win

d (m

ph)

TEMPO DI ESPOSIZIONE POSSIBILE PRIMA DELL’INSORGENZA DI FENOMENI DI CONGELAMENTO

che li indossa e che portano a scambi termici superiori a quelli prevedibili in caso di postura statica. Viceversa, potrebbero anche riscontrarsi effetti positivi rispetto a quanto teoricamente previsto: ad esempio, proprio Steadman sostiene che nei climi freddi severi l’irraggiamento del sole può apportare un beneficio in termini di temperatura apparente variabile tra i 4 e gli 8 °C a seconda della velocità del vento, un aspetto ignorato da molti modelli di calcolo e dai relativi indici.

Un altro aspetto - prevalentemente discusso in relazione alle conseguenze che ha sul confort piuttosto che sul mantenimento delle funzioni vitali dell’organismo - è il fattore della “memoria” climatica: non viene cioè presa in considerazione la diversa sensazione soggettiva provata da un individuo

oct-dec 2015 HS+E Magazine 33

DISPENDIO METABOLICO CHE SI VERIFICA DURANTE

SPECIFICHE ATTIVITÀ

esposto ad una data temperatura nei casi in cui egli sia stato esposto precedentemente - per periodi relativamente lunghi - a temperature sensibilmente più alte o più basse: nei due diversi casi la sensazione risulta, rispettivamente, di maggior freddo o di maggior caldo percepito.

Da un punto di vista operativo, nella valutazione dell’esposizione in ambienti freddi estremi è necessario procedere preliminarmente alla valutazione - almeno approssimativa - del valore del dispendio metabolico correlato all’attività che si sta svolgendo e del valore dell’isolamento termico garantito dall’abbigliamento che si indossa.

Come già accennato, il dispendio metabolico può essere determinato facilmente, e in modo sufficientemente corretto, utilizzando direttamente, o per similitudine, i dati reperibili in letteratura e riportati nella Tab. 7.

34 HS+E Magazine oct-dec 2015

Microclima e stress termico

ATTIVITÀ METABOLISMO(met)

RENDIMENTO MECCANICO η

(%)RIPOSO

dormire 0.7 0stare distesi 0.8 0stare seduti tranquilli 1.0 0stare in piedi rilassati 1.2 0

CAMMINARE

in piano

km/h

3.2 2.0 04.0 2.4 04.8 2.6 05.6 3.2 06.4 3.8 08.0 5.8 0

in salita

inclinazione km/h5% 1.6 2.4 7

5% 3.2 3.5 105% 4.8 4.6 11

5% 6.4 7.0 1010% 1.6 3.3 1515% 3.2 5.4 1915% 4.8 8.0 1925% 1.6 4.2 2025% 3.2 7.8 21

oct-dec 2015 HS+E Magazine 35

ATTIVITÀ METABOLISMO(met)

RENDIMENTO MECCANICO η

(%)

CARPENTERIA MECCANICA

segare profilati metallici a macchina 1.8 – 2.2 0

segare profilati metallici a mano 4.0 – 4.8 10 – 20spianare lamiere con martello 5.6 – 6.4 10 – 20

INDUSTRIA MECCANICA

montaggi leggeri 2.4 0 – 10apprestamento macchina 2.8 0 – 10

meccanica pesante 4.0 – 7.0 0 – 10

CONDUZIONE VEICOLI

auto in traffico leggero 1.2 0auto in traffico intenso 2.0 0autocarro pesante 3.2 0 – 10aereo 1.2 0

LAVORI PESANTI

spingere carrelli (57 kg a 4,5 km/h) 2.5 20movimentare bagagli di 50 kg 4.0 20scavare picconare 4.0 – 4.8 10 – 20

LAVORI DOMESTICI

pulire la casa 2.0 – 3.4 0 – 10cucinare 1.6 – 2.0 0lavare i piatti 1.8 0stirare 2.0 – 3.6 0 – 10fare la spesa 1.4 – 1.8 0

36 HS+E Magazine oct-dec 2015• High Pure Helium • Diving Gases • MRI Helium • Calibration Gases

IN PURSUIT OF EXCELLENCE

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KUALA LUMPUR

ZHONGSHAN

SHANGHAINANJING

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The Global Gases Group is a rapidly expanding industrial/specialty gases company with operations in 23 countries spread over 5 continents. Global Gases Group is the leading independent supplier of gases to the offshore diving & healthcare (MRI) market. The company operates an expanding network of helium transfils, specialty gas production and equipment manufacturing operations with existing facilities in Dubai, Singapore, Cape Town, Kuala Lumpur, Melbourne, Nanjing, Perth, Malta, Chennai, Nigeria, Kabul, Kandahar, Port Moresby, Zhongshan, Lagos & Bethlehem (Pennsylvania) in USA. The owns & operates 16 helium tankers each of 11000 gallons to support its ever growing helium business.

Anche il valore della resistenza termica del vestiario può essere determinato in modo preciso per via diretta (standard ISO 9920), ma si tratta di un’operazione che richiede attrezzature specifiche ed una procedura complessa; più comodamente è possibile utilizzare dati di letteratura riferiti all’isolamento offerto da un campionario di capi standard (Tab. 8).

L’isolamento è espresso anche in questo caso da una unità di misura incoerente, il “clo” (dove 1 clo = 0,155 m2 °C/W = 0,180

m2 °C/kcal), anch’essa proposta per la prima volta da Gagge, Burton e Bazett.

Esistono anche dati tabulati riferiti a combinazioni preordinate di capi, ma nel caso dell’abbigliamento da lavoro si rivelano di scarsa utilità; è quindi conveniente sommare i singoli valori per ottenere l’isolamento complessivo avendo l’accortezza, per ottenere il valore complessivo, di moltiplicare il risultato ottenuto per il coefficiente 0,82.

oct-dec 2015 HS+E Magazine 37

Microclima e stress termico

ATTIVITÀ METABOLISMO(met)

RENDIMENTO MECCANICO η

(%)

LAVORI IN UFFICIO

lavoro al VDT 1.2 0

archiviare 1.4 0disegnare 1.1 – 1.3 0

OCCUPAZIONI VARIE

lavoro in laboratorio 1.4 – 2.2 0

fabbro 2.2 0 – 10calzolaio 2.0 0 – 10negoziante 2.0 0 – 10insegnante 1.6 0

ATTIVITÀ SPORTIVE

ginnastica 3.0 – 4.0 0 – 10danza 2.4 – 4.4 0tennis 3.6 – 4.6 0 – 10scherma 7.0 0basket 5.0 – 7.6 0 – 10lotta libera 7.0 – 8.7 0 – 10

Si consideri che i cataloghi e le schede tecniche di molti produttori di abbigliamento termico da lavoro riportano il valore di isolamento dei capi prodotti che, combinati con

i dati di letteratura disponibili per l’abbigliamento intimo ed intermedio, consentono di calcolare con ottima approssimazione l’isolamento complessivo (Tab. 8).

Un abbigliamento estivo tipico ha una resistenza termica nell’ordine di 0,5 clo, mentre un abbigliamento invernale di tipo ordinario ha una resistenza termica nell’ordine di 1 clo.

RESISTENZA TERMICA PER CIASCUNA TIPOLOGIA DI ABBIGLIAMENTO UOMO/DONNA

38 HS+E Magazine oct-dec 2015

Microclima e stress termico

UOMO clo DONNA clo

BIANCHERIA INTIMA

canottiera 0.06 reggiseno e mutandine 0.05

maglietta a maniche corte 0.09 sottogonna 0.13

mutande 0.05 sottoveste 0.19

maglia di lana a maniche lunghe 0.20 maglia di lana a maniche lunghe 0.20

mutande di lana 0.15 mutande di lana lunghe 0.15

CAMICIE BLUSE

leggere 0.14 blusa leggera 0.20

leggera maniche lunghe 0.22 blusa pesante 0.29

pesante maniche lunghe 0.29 --- ---

+ 5% per cravatta, collo a dolce vita --- --- ---

oct-dec 2015 HS+E Magazine 39

UOMO clo DONNA clo

ABITI

panciotto leggero 0.15 gonna leggera 0.10

panciotto pesante 0.29 gonna pesante 0.22

pantaloni leggeri 0.26 pantaloni leggeri 0.26

pantaloni pesanti 0.32 pantaloni pesanti 0.44

golf leggero 0.20 golf leggero 0.17

golf pesante 0.37 golf pesante 0.37

giacca leggera 0.22 giacca leggera 0.17

giacca pesante 0.49 giacca pesante 0.37

--- --- intero leggero 0.20

--- --- intero pesante 0.70

ACCESSORI

calze corte 0.04 collant 0.01

calze lunghe 0.12 calze lunghe 0.01

SCARPE

sandali 0.02 sandali 0.02

tipo tradizionale chiuse 0.04 tipo tradizionale chiuse 0.04

stivali 0.08 stivali 0.08

Esecuzione di saldature sulla coperta di un mezzo navale

Fonte: Svetsaren – ESAB

t. +39 0544 426259 f. +39 0544 591402 [email protected] www.novaengineering.eu

La problematica che alle nostre latitudini riveste maggiore importanza tra quelle fin qui descritte, è certamente relativa allo stress da alte temperature.

Si tenga presente che anche nelle zone geografiche cosiddette temperate, durante i mesi estivi e in presenza di irraggiamento solare diretto, le superfici metalliche esposte (coperte di mezzi navali, grandi carpenterie metalliche, impianti petrolchimici, piattaforme offshore, ecc.) possono facilmente raggiungere temperature nell’ordine dei 55 °C causando così un irraggiamento aggiuntivo (indiretto) nei confronti dell’operatore (Fig. 5).

ROBERTO NICOLUCCI, Ingegnere esperto di sicurezza industriale, è presidente di Techno srl.

Continua nel prossimo numero.

Microclima e stress termico

October 4 IWWG Training Courses

October 5 OPENING SESSION

MondayOctober 5afternoon

A1. WM strategies and

approches

B1. Landfill processes

C1. Special WM

D1. Decision support models

in waste collection

E1. Generation of WEEE

F1. Workshop: Food waste

G1. Workshop: WM and impacts

on health

H1. La sicurezza nella gestione

dei rifiuti

A2. Role of public sector

in WM

B2. Landfilling: policies and strategies

C2. Industrial WM

D2. Emissions in waste collection

E2. WEEE characterization

F2. Workshop: GHG emissions from biological

waste treatment

G2. Workshop: EU Proposals and projects

H2. Emissioni dalle discariche

TuesdayOctober 6morning

A3. WM guidelines and

regulations

B3. Bioreactor landfills

C3. Waste characterization

biotests

D3. Methodo-logies in LFG

emission measu-rement

E3. Perspectives in WEEE

management

F3. Workshop: Economic asses-sment of separate

collection

G3. IWWG Workshop: Indu-

strial WM

H3. Aspetti geotecnici nelle

discariche

A4. WM and circular economy

B4. Landfill design &

engineering

C4. Home composting:

design and emis-sions

D4. Perspectives in LFG emission

monitoring

E4. WEEE: technologies for metal recovery

F4. IWWG Wor-kshop: Biological

H2 production

G4. Workshop: Leaching tests in decision making

H4. Workshop:CTD-Linee guida e nuova normati-

va lombarda

TuesdayOctober 6afternoon

A5. Waste re-use

B5. Mechanical aspects and stability in landfilling

C5. WM policies in developing

countries

D5. LFG generation: me-asurements and

modelling

E5. Contaminated soils

F5. IWWG Workshop:

Waste and Art

G5. IWWG Workshop: Aftercare

completion

H5. Compostag-gio e digestione

anaerobica

A6. Recycling strategies and

efficiency

B6. Mineral liners

C6. Waste collection

in developing countries

D6. LFG modelling

E6. Bottom ash: characterization and environmen-

tal impact

F6. IWWG Workshop:

Nanomaterials

G6. Workshop: Longterm

waste data management

H6. Recupero di risorse da

biomasse

WednesdayOctober 7morning

A7. Mechanical biological treatment

B7. Synthetic liners

C7. Organic WM in

developing countries

D7. Alternatives in LFG

management

E7. Plastic recycling

F7. IWWG Workshop: Education in WM (I)

G7. Workshop: Landfill siting

H7. Workshop:Problematiche delle discariche

precedenti al D.L.36/2003

A8. Co-compo-sting and

quality control

B8. Top cover structure

C8. WM in different countries

D8. Emission of odor from landfills

E8. LCA of resource recovery

from waste

F8. IWWG Workshop: Education in WM (II)

G8. IWWG Workshop:

Landfill in situ aeration

H8. Recupero e valorizzazione di

rifiuti speciali

WednesdayOctober 7afternoon

A9. AD-Anaero-bic digestion:

processes

B9. LFG extraction and

utilization

C9. WM: case studies

D9. LCA in resource recovery

E9. Construction & demolition

waste (I)

F9. Workshop: Recycling

strategies for sustainable raw materials supply

G9. Workshop: Urban mining and landfill mining (I)

H9. Rifiuti inerti e materiali conte-nenti amianto

A10. AD: design and operation

B10. LFG mitigation: metha-

ne oxidation systems

C10. WM in deve-loping countries’

cities

D10. LCA in resource

recovery (cases)

E10. Construction & demolition

waste (II)

F10. Workshop: The EU LIFE

Programme: good practice and technology

G10. Workshop: Urban mining and landfill mining (II)

H10. Caratte-rizzazione dei

rifiuti e raccolta differenziata

ThursdayOctober 8morning

A11. Waste combustion

B11. Landfill leachate

characterization

C11. Landfilling in developing

countries

D11. Waste characteriza-

tion: analytical methods

E11. Mechanical properties of re-cycled products

F11. Workshop: LCA (I)

G11. Workshop:Hybrid landfillbioreactors

H11. Rifiuti da C&D

A12. Pyrolysis/Gasification

B12. Landfill leachate treatment

C12. AD: pre-treatment of substrates

D12. Landfilling of special waste

E12. Waste recycling: econo-mic and financial

aspects

F12. Workshop: LCA (II)

G12. IWWGWorkshop: Long-term efficiency of methane oxida-

tion systems

H12. Sedimenti e fanghi di dra-

gaggio

ThursdayOctober 8afternoon

A13. Bottom ash: characterization

and resource recovery

B13. Landfill aftercare

C13. AD: co-digestion

D13. Landfill leachate treat-ment: biological

methods

E13. WEEE: Batteries, CRT,

lamps

F13. Workshop: LCA (III)

G13. Workshop: Heat utilization from landfills

H13. Gestione sostenibile dei

rifiuti

A14. Fly ash: treatment and

utilization

B14. Landfill in situ

aeration

C14. AD: special

substrates

D14. Landfill leachate treat-ment: chemical

methods

E14. Potential im-pacts of recycling

F14. Workshop: LCA (IV)

G14. Workshop: Experiences

in China

H14. Esempi di progetti EU Life

FridayOctober 9morning

A15. LCA: Greenhouse gas emissions from waste sectors

B15. Landfill mining (I)

C15. AD: biomass

characterization

D15. Landfill leachate treat-

ment: constructed wetlands

E15. COMPANIES

FORUM (I)

F15. Workshop: ELV - End of Life

Vehicles

G15. Workshop: Disaster WM

H15. Residui di combustione

A16. LCA: New developments

B16. Landfill mining (II)

C16. AD: bio-H2 production

D16. Incinera-tion: different

substrates

E16. COMPANIES FORUM (II)

F16. Workshop: Challanges in

material recovery from WEEE

G16. Workshop:Resilient WM

against flood in Asia

H16. Animal waste

15th INTErNaTIONal WaSTE MaNaGEMENT aNd laNdFIll SyMPOSIuMsardinia_2015 Forte Village _ S. Margherita di Pula, Cagliari (IT) 5 _ 9 october 2015

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Il libro analizza diversi processi produttivi identificando per ognuno di essi i livelli di rischio e gli organi target nell’insorgenza di patologie e traumi occupazionali. In particolare vengono individuati e valutati, in relazione a otto diverse tipologie di

attività, i carichi di lavoro a livello psico-fisico e le reazioni fisiologiche associate; anziché analizzare le conseguenze sui singoli “organi bersaglio”, approccio comune in altri pur validi testi sulla materia, gli autori si concentrano sull’analisi delle conseguenze fisiologiche complessive subite dal corpo umano, proponendo di conseguenza azioni mirate a ridurre il carico di stress che, oltre a comportare un notevole miglioramento della qualità della vita del lavoratore porta con sé, in ambito lavorativo, immediati vantaggi competitivi in termini di maggiore produttività.

OCCUPATIONAL PHYSIOLOGY di Allan Toomingas, Svend Erik Mathiassen e Eva Wigaeus Tornqvist

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Questo sito web fa parte di quella sterminata serie di portali universitari americani che, al contrario degli omologhi europei, non si limitano alle informative di carattere

accademico (programmi didattici, orari delle lezioni, informazioni sui docenti, ecc.), ma forniscono informazioni e documentazioni di vario genere utili a studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico. Il sito del Dipartimento di Chimica e Biochimica della celebre University of California - Los Angeles consente di accedere, attraverso il menù a tendina nella homepage, alla pagina “health and safety” da dove è poi possibile scaricare interessanti video, informazioni su sostanze tossiche e cancerogene (incluse numerosissime SDS) e il completo e interessante “Laboratory Safety Manual” in formato .pdf; in questo documento è possibile trovare procedure standard per fronteggiare non solamente rischi di natura chimica, ma anche rischi di altra natura in tutto e per tutto identici a quelli tipici di molte altre attività lavorative.

SITEMAP

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INSPECTA è una società con esperienza pluriennale nel campo dell’Oil&Gas, maturata nell’ambito delle costruzioni multidisciplinari in differenti settori industriali.

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I n t e r n a t i o n a l I n s p e c t i o n A g e n c y

PRESSREVIEW

Non è infrequente negli ambienti di lavoro che siano proprio i lavoratori in prima linea ad evidenziare deficienze nelle misure preventive o protettive implementate dall’azienda; molto più spesso di quanto si sia portati a pensare, anziché incrociare le braccia e attendere passivamente che qualcuno risolva il problema, sono proprio loro a suggerire soluzioni, altrettanto spesso, semplici e innovative.

Non c’è nulla di strano in tutto ciò, semplicemente nella mente di tutti noi frequentemente albergano, sopite, idee geniali: a volte si tratta di una modifica ad una macchina o a una

attrezzatura, a volte di una piccola, ma significativa, variante al ciclo produttivo standard. La risposta fornita da alcuni studiosi canadesi che hanno analizzato a fondo il fenomeno è molto semplice: nessuno meglio dei lavoratori conosce i rischi (non tutti purtroppo - molti sono ignorati semplicemente per carenza di una adeguata cultura tecnica) a cui sono esposti quotidianamente. Le “invenzioni” dei lavoratori - da chi è impiegato nella

cantieristica a chi opera nel settore forestale passando per chi opera nel’industria manifatturiera – sono le più varie: quasi sempre efficaci, di basso costo e con un notevole impatto positivo sui costi di produzione.

WISE GUYS

Articolo di Helena Bryanpubblicato per

Le date indicate potrebbero subire variazioni o alcune manifestazioni potrebbero venire annullate.

Prima di recarsi alle manifestazioni si consiglia di verificare con gli organizzatori dei singoli eventi la correttezza delle date indicate.

EVENTSCALENDAR5-9

OTTSARDINIA 2015 Simposio internazionale sulla gestione dei rifiuti e sullo scarico controllato S. Margherita di Pula (CA) - Italia

14-16 OTT

AMBIENTE LAVORO 2015 16° Salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Bologna - Italia

3-6NOV

ECOMONDO 2015 19° Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile Rimini - Italia

25 NOV

IFSEC’S SECURITY AND FIRE EXCELLENCE AWARDS Fiera per la sicurezza e l’antincendio Londra - Regno Unito

INAIL - IL NUOVO MODELLO OT24

È stato pubblicato da Inail il nuovo modello OT 24 per la presentazione delle domande per la riduzione del tasso medio di tariffa in relazione a interventi effettuati per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro dopo il primo biennio di attività.

Il nuovo modello potrà essere utilizzato nella sessione del 2016, relativo agli interventi adottati dalle aziende nel 2015.

CLP MISCELE, ENTRATO IN VIGORE IL 1° GIUGNO 2015

A partire dal 1° giugno 2015 il regolamento CLP è diventato obbligatorio in ogni sua parte e sono abrogate le Direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE.

Dal 1° giugno 2015 le miscele dovranno essere classificate ed etichettate conformemente ai nuovi criteri, con una deroga di due anni per le miscele immesse sul mercato prima del 1 giugno 2015 (fino al 1 giugno 2017). Tale disposizione era già in vigore per le sostanze a partire dal 1 dicembre 2010, con la medesima deroga.

Le Aziende devono aggiornare la propria valutazione del Rischio Chimico in quanto possono esserci variazioni nella classificazione sia di sostanze e/o miscele utilizzate, sia dei propri prodotti commercializzati.

DEFIBRILLATORI SEMIAUTOMATICI ESTERNI: FUTURI OBBLIGHI PER LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE

Il Decreto del Ministero della Salute del 24 aprile 2013 impone per tutte le società sportive dilettantistiche e professionistiche l’adozione di defibrillatori semiautomatici esterni (definiti anche DAE), apparecchiature fondamentali per la salvaguardia della salute dei cittadini che praticano attività sportive.

Per le associazioni dilettantistiche, il termine ultimo per adeguarsi a quanto previsto nel suddetto DM è il 19/01/2016.

Le disposizioni del DM si applicano nel rispetto delle modalità indicate dalle Linee Guida in allegato allo stesso decreto; ne sono escluse quelle società che svolgono attività sportive con ridotto impegno cardiocircolatorio, quali

TECHNONEWS

50 HS+E Magazine oct-dec 2015

SICUREZZA E IGIENE INDUSTRIALE

bocce (escluse bocce in volo), biliardo, golf, pesca sportiva in superficie, caccia sportiva, sport di tiro, giochi da tavolo e sport assimilabili.

L’onere economico per la dotazione di tali apparecchiature salvavita è a carico delle società.

Oltre a quanto previsto da DM, ricordiamo che dal 2014 le aziende possono ottenere la riduzione dei premi INAIL se dimostrano di aver acquistato un defibrillatore automatico e formato il personale per la gestione delle emergenze con specifici corsi BLSD.

Techno ha stretto una importante partnership con una società, leader del settore, che opera nell’ambito della sicurezza e della prevenzione nel settore sanitario, per la promozione e commercializzazione di apparati defibrillatori all’avanguardia, per un’assistenza alla manutenzione e per l’addestramento del personale coinvolto.

Per maggiori dettagli e informazioni: Ing. Maria Chiara Padovani [[email protected]]

FORMAZIONE GENTE DI MARE, GOVERNO APPROVA SCHEMA DECRETO ATTUAZIONE DIRETTIVA UE

Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo per la formazione della gente di mare, in attuazione della direttiva europea 2012/35/UE e adeguare la formazione del personale di bordo alle disposizioni internazionali in materia di sicurezza della navigazione.

Scopo del decreto è assicurare la presenza a bordo delle navi mercantili che effettuano scalo di lavoratori marittimi in possesso di idonei certificati di formazione. Il provvedimento interviene, anche in materia di enti e di istituti incaricati della formazione degli equipaggi marittimi, individuando responsabilità e doveri delle compagnie di navigazione che gestiscono le navi e dei comandanti delle navi che impiegano gli equipaggi a bordo e contiene inoltre indicazioni per il coordinamento in caso di emergenza, per la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento marino.

INCIDENTI RILEVANTI: LE NOVITÀ DELLA DIRETTIVA SEVESO III

Dal 1 giugno 2015 la direttiva 2012/18/UE del 4 luglio 2012 (Direttiva Seveso III) sostituisce la direttiva Seveso II. Tale modifica si è resa necessaria per adeguare la direttiva al nuovo sistema internazionale di classificazione delle sostanze chimiche, recepito con il regolamento CLP, ma anche alle esperienze acquisite con la direttiva Seveso II.

Per quanto concerne l’Italia è stato pubblicato nella GU del 14 luglio 2015 il D.Lgs. 26 giugno 2015, n. 105 recante “Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose”. Il provvedimento è entrato in vigore il 29 luglio 2015.

Per maggiori dettagli e informazioni: Ing. Michelangelo Costa [[email protected]] o Ing. Claudio Mattalia [[email protected]]

oct-dec 2015 HS+E Magazine 51

NUOVE REGOLE DI CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI

ÈSecondo quanto disposto dalla Decisione 2014/955/Ue e dal Regolamento 1357/2014/Ue, il 1° giugno 2015 è entrato in vigore il nuovo elenco dei codici di identificazione dei rifiuti (Elenco Europeo dei Rifiuti) e la nuova codifica per le caratteristiche di pericolo.

Al fine di garantire la corretta gestione dei rifiuti da movimentare, e quindi delle relative giacenze, il Ministero dell’Ambiente ha rilasciato online, in via sperimentale e di pre-esercizio (simulatore), due applicazioni: la nuova release dell’applicazione di movimentazione e la nuova procedura riguardante le modalità operative per adeguarsi alla nuova classificazione. Le informazioni e i documenti riguardanti le nuove applicazioni sono consultabili nell’area Sistri del sito del Ministero.

D.M. 272/2014: RELAZIONE DI RIFERIMENTO E VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ PER GLI IMPIANTI IN A.I.A.

Con la presente vogliamo ricordare quanto previsto dal decreto n. 272 del 13 novembre 2014, recante le linee guida per la redazione della Relazione di riferimento (di cui all’art. 5, c. 1, lett. v-bis, D. Lgs n. 152/2006 modificato dal D. Lgs n. 46/2014) per la raccolta delle informazioni sullo stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, con riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti, necessarie al fine di effettuare un raffronto in termini quantitativi tra lo stato di fatto al momento dell’indagine e quello riscontrato alla cessazione definitiva delle attività.

Il decreto si compone di 5 articoli che individuano i soggetti coinvolti e le tempistiche da rispettare per

l’invio della relazione e di 3 allegati che ne definiscono modalità e contenuti.

I soggetti obbligati alla presentazione della Relazione di riferimento sono sostanzialmente:

» tutti i gestori di installazioni soggette ad A.I.A. statale, “con esclusione – peraltro – di quelli costituiti esclusivamente da centrali termiche ed altri impianti di combustione con potenza termica di almeno 300 MW alimentate esclusivamente a gas naturale”

» i gestori di installazioni soggette ad A.I.A. regionale/provinciale, qualora la procedura di cui all’Allegato I del nuovo decreto riveli, al termine, una effettiva possibilità di contaminazione del suolo o delle acque sotterranee connessa a uso, produzione o rilascio di una o più sostanze pericolose da parte dell’installazione

52 HS+E Magazine oct-dec 2015

Techno News

AMBIENTE

tali da poter essere considerate “pertinenti” in tal senso (articolo 3, commi 1 e 2, nuovo decreto).

Il termine per la presentazione:

» per i gestori che rientrano in AIA statale, il decreto fissa ad un anno dall’entrata in vigore dello stesso, cioè entro il 22 gennaio 2016, il termine per la presentazione all’autorità competente della Relazione di riferimento e tre mesi (sempre dall’entrata in vigore del decreto), cioè entro il 22 aprile 2015 per presentare gli esiti della procedura di assoggettabilità alla Relazione di riferimento (condotta seconda l’allegato I del nuovo decreto).

» per i gestori degli impianti soggetti ad AIA regionale/provinciale la definizione dei tempi e modi è stata lasciata alle Regioni. Per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna è stata approvata una delibera regionale (DGR 245/15 del 16/03/15) che prevede le seguenti scadenze:

` presentazione della verifica di assoggettabilità alla Relazione di riferimento entro il 30/04/2015, contestualmente alla

presentazione del Report periodico AIA

` in caso di verifica positiva, presentazione della Relazione di Riferimento entro il 30/04/2016;

` presentazione della verifica di assoggettabilità alla Relazione di riferimento all’atto della domanda di AIA in caso di nuovi impianti.

Nell’allegato 2 al Decreto Ministeriale 272/2014 sono riportati i contenuti minimi della relazione di riferimento necessari al fine di effettuare un raffronto, in termini quantitativi dello stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, al momento della cessazione definitiva delle attività.

Per gli stabilimenti non ricadenti nell’Allegato XII della Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. vige l’obbligo di applicare la procedura contenuta all’Allegato 1 per verificare l’obbligo o meno di predisporre la relazione di riferimento.

L’esito di tale verifica va comunicato all’Autorità Competente e, nel caso vi sia la necessità, deve essere predisposta la relazione di riferimento.

CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 agosto 2015 (S.O. n. 192) il decreto del Ministero dell’interno 3/8/15 “Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139”, il cosiddetto Codice di Prevenzione Incendi.Il decreto entra in vigore il 18/11/15, ma è

facoltativo. Esso costituisce un’alternativa alle vigenti disposizioni di prevenzione incendi.

Si può applicare a 34 delle 80 attività soggette ai controlli di prevenzione incendi (DPR 151/11). Non è applicabile alle restanti 46 attività, tra cui i locali di pubblico spettacolo, le strutture alberghiere, le scuole, le strutture sanitarie, le attività commerciali, gli uffici, le centrali termiche ed elettriche.

oct-dec 2015 HS+E Magazine 53

PREVENZIONE INCENDI

NUOVE REGOLE TECNICHE PER DISTRIBUTORI E DEPOSITI DI GAS NATURALE

Con la Circolare 18/5/2015 i Vigili del Fuoco hanno pubblicato 2 nuove regole tecniche relative a distributori e depositi di gas naturale:

1. guida tecnica ed atti di indirizzo per la redazione dei progetti di prevenzione incendi relativi ad impianti di distribuzione di tipo L-GNL, L-GNC e L-GNC/GNL per autotrazione;

2. guida tecnica ed atti di indirizzo per la redazione dei progetti di prevenzione incendi relativi ad impianti di alimentazione di gas naturale liquefatto (GNL) con serbatoio criogenico fisso a servizio di impianti di utilizzazione diversi dall’autotrazione

Le regole si applicano agli impianti di nuova realizzazione e a quelli oggetto di modifiche che comportino un aggravio delle preesistenti condizioni di sicurezza antincendio.

LINEE VITA - DGR 699 DEL 15/06/2015

La Regione Emilia Romagna ha deliberato un aggiornamento della norma sulle linee vita con il DGR 699 del 15/06/2015.

Tale Delibera (in sostituzione alla precedente DAL 149/2013) aggiorna la normativa in materia di prevenzione delle cadute dall’alto nei lavori in quota nei cantieri edili e di ingegneria civile.

La novità sostanziale riguarda il campo di applicazione, in particolare l’obbligo di

installazione dei dispositivi si applica agli edifici nei casi di:

» interventi di nuova costruzione subordinati a permesso di costruire;

» interventi sulla copertura degli edifici esistenti subordinati a segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) o rientranti nell’attività di edilizia libera;

» interventi sulle facciate vetrate continue che richiedono manutenzione e sulle facciate di edifici esistenti subordinati a SCIA o rientranti nell’edilizia libera.

54 HS+E Magazine oct-dec 2015

Techno News

EDILIZIA E TERRITORIO

FONDI PER LE PMI PER DIAGNOSI ENERGETICHE E SISTEMI DI GESTIONE DELL’ENERGIA

È stato pubblicato l’avviso del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare che consente alle Regioni e Province autonome di presentare programmi finalizzati a sostenere la realizzazione di diagnosi energetiche nelle piccole e medie aziende (PMI che non ricadono negli obblighi di diagnosi energetica previsti dall’art. 8 comma 3 del D.Lgs n.102/2014).

L’iniziativa, prevista dalle norme di recepimento della Direttiva sull’efficienza energetica, mette a disposizione 15 milioni di euro nel 2015 per il cofinanziamento di programmi regionali volti ad incentivare gli audit energetici nelle PMI o l’adozione di sistemi di gestione dell’energia conformi alle norme ISO 50001.

Considerando anche le risorse che saranno allocate dalle Regioni, per le PMI saranno disponibili 30 milioni di euro a copertura del 50% dei costi che sosterranno per la realizzazione delle diagnosi energetiche. Si stima che non meno di 15.000 PMI all’anno potranno essere coinvolte in questa iniziativa e che altrettanti progetti di efficienza energetica scaturiranno dalle diagnosi energetiche.

L’iniziativa verrà replicata annualmente con analoghe risorse sino al 2020.

Il provvedimento, anch’esso previsto dalle norme di recepimento della Direttiva sull’efficienza energetica, rappresenta un passo in avanti per la qualificazione dei soggetti che operano in campo energetico.

ATTIVE DAL 18 AGOSTO LE MODIFICHE DELLA LEGGE EUROPEA 2014 AL D.LGS. 81/2008

È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 03/08/2015 la Legge Europea 2014 n. 115 del 29/7/2015, la quale adegua il nostro ordinamento agli obblighi europei in seguito all’infrazione rilevata dalla Commissione europea - Caso EU Pilot 6155/14/EMPL.

In particolare viene cancellata una modifica introdotta dal cosiddetto “Decreto del Fare” (Decreto-legge 21/06/2013, n. 69 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia” convertito con modificazioni dalla Legge 9/08/2013, n. 98) in relazione al campo di applicazione (art. 88) del Titolo IV del D. Lgs. n. 81/2008, in quanto violava la Direttiva 92/57/CEE (Direttiva Cantieri del 24 giugno 1992).

Con la cancellazione della modifica del Decreto del Fare, cambia la lettera g-bis) del comma 2 dell’articolo 88 del Testo Unico:

» versione posteriore al Decreto del Fare: g-bis) ai lavori relativi a impianti elettrici, reti informatiche, gas, acqua, condizionamento e riscaldamento, nonché ai piccoli lavori la cui durata presunta non è superiore a dieci uomini-giorno, finalizzati alla realizzazione o alla manutenzione delle infrastrutture per servizi, che non espongano i lavoratori ai rischi di cui all’Allegato XI

» versione attuale secondo la L. 115/2015: g-bis) ai lavori relativi a impianti elettrici, reti informatiche, gas, acqua, condizionamento e riscaldamento che non comportino lavori edili o di ingegneria civile di cui all’allegato X

Tale modifica risulta attiva dal 18 agosto 2015.

oct-dec 2015 HS+E Magazine 55

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