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1 ANNO XXXIV LICEO GINNASIO STATALE G. B. BROCCHI Numero 2 2019-2020 Gennaio HER ES SULLE ALI DELLA NOTIZIA

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1 ANNO XXXIVLICEO GINNASIO STATALE G. B. BROCCHI

Numero 22019-2020

Gennaio

H E R E SSULLE ALI DELLA NOTIZIA

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La Pagina Editoriale di Francesco GironiThe Unqualified Hostess di Stefania Micheletto Il movimento delle sardine di Marcello Pagliantini & Anna VernilloPuoi diventare chiunque in una settimana di Matilde ZilioCaso Segre : quando l’ignoranza genera odio di Giada ToniettoHong Kong di Laura Zanon Fingere la pazzia di Sara LovisettoIntanto... nel Mondo di Beatrice BonomoOverload- First lego League del team Overload The New Black Vanguard di Tina GattiLa fotografia: ieri e oggi di Eleonora dal SantoEssere o Avere? di Anita Incastori E-Sports di Nicolò dalla RizzaIl business del Natale di Marcello PagliantiniRecensione libri di Riccardo Giacobbo & Giacomo BonatoRecensioni album di S. Lovisetto & N. Pellizzari Ipse dixit & GiochiOroscopo

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I N D I C E

Direzione Francesco Gironi 3 AC

VicedirezioneSara Lovisetto 3 AC

Sofia Soldà 4 BL

Impaginazione Annamaria Tessarin 5DL

RevisioneIlaria Tundo 4 AC

Grafica Matteo Boglioni

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L A PA G I N A editoriale

Francesco Gironi 3 AC

iniziano proprio con lo stabilire - con criteri che sono, necessariamente, arbitrari - chi è uomo e chi non lo è, quali sono le vite “degne” e dun-que dotate di diritti e quali invece sono senza valore. Questo tema si fa più attuale se inqua-drato nell’odierno scenario politico, interno ma anche internazionale, tristemente segnato da una generale retromarcia riguardo ai diritti soprattutto nell’Occidente. Ciò che preoccupa maggiormente è l’infiltrazione di una cultura della ritrattabilità del diritto. Nel decreto sicu-rezza è presente una norma che prevede la re-voca della cittadinanza italiana per coloro che sono reputati pericolosi per lo stato. Questo ha (ovviamente e per fortuna, verrebbe da dire) sollevato le perplessità della Corte Costituzio-nale, che considera la cittadinanza come uno dei diritti inviolabili. Come sia possibile che in uno stato democratico un diritto fondamen-tale, costituzionale, come quello della citta-dinanza sia piegato ai malumori della pancia dell’elettorato (e del loro rappresentante) è un mistero. Un’azione tale dovrebbe suscita-re un’ondata di indignazione da parte dell’o-pinione pubblica, e invece è passata quasi in sordina. L’abitudine alla privazione del diritto, questo è il rischio maggiore che può correre la democrazia. Non dimentichiamoci che, se-condo la Costituzione, si nasce con dei diritti, e i doveri vengono in un secondo momento. E non c’è diritto più grande di quello di avere dei diritti. Non lasciamo che ci venga sottratto.

“Si parla sempre di diritti, mai dei dove-ri”. Ho ascoltato con attenzione qualche tempo fa l’intervento di un esponente della Lega, Angelo Ciocca, il quale so-steneva proprio questa posizione. A noi ragazzi giovani, ormai, viene ripe-

tuto come un mantra, come una verità assolu-ta e in qualche modo un’accusa rivoltaci dalle generazioni che ci hanno preceduto, che sono purtroppo troppo restie ad una sincera autocri-tica. So che non è popolare dirlo, ma non sono d’accordo. I diritti sono qualcosa da proteggere e tutelare a prescindere. Non importa chi tu sia, non serve che tu abbia i documenti nè che sia in regola. Certamente così è più difficile: que-sta è e rimane, tuttavia, l’unica via possibile per spezzare un circolo vizioso che porta alla pro-gressiva perdita dei diritti stessi. Si tratta, in pri-mo luogo, di realismo. C’è una ragione pratica per pensarla così: senza lavoro, servizi e dignità è molto difficile sviluppare un senso di attac-camento e di rispetto (anche dei doveri) nei confronti della propria comunità. Faccio mie le parole di Viola Carofalo (PaP): “Chi è trattato da bestia si comporterà da bestia”. La repressione non basta, non serve a impedire di pensare che devo prendermi quello che posso, come pos-so. Ma c’è anche una ragione più alta, che non possiamo dimenticare, ovvero che esistono dei diritti, primo tra tutti quello di essere considera-ti come esseri umani e trattati di conseguenza, che dovrebbero riguardare il nostro stesso sta-re al mondo, non le nostre qualità, nè i nostri comportamenti. La dittatura, il totalitarismo,

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I N C O N T R I

con leggerezza l’arte di apparecchiare la tavola e preparare la propria casa per eventi e festività con gusto e creatività. Nonostante l’evento pre-vedesse solo la firma dei libri, Whoopi si è resa disponibile per selfie e foto, pronta a mettersi in posa, a conversare con tutti, firmando le copie di tutte le 250 persone accorse anche da lontano per vedere e conoscere la celebre suora di Sister Act. Io stessa ho avuto l’occasione di scambia-re due parole con lei e si è rivelata una persona davvero squisita e socievole. Dopo aver acqui-stato il libro al bancone, mi sono addentrata nell’orda di gente ammassata fuori e dentro la li-breria. Durante l’evento non ha parlato del libro ma, in realtà, quest’ultimo parla per sé: dedicato a chi ha sempre posto se stesso come seconda scelta, ci accompagna nella preparazione di una

“ Ciao sono Whoopi e ho scritto que-sto libro che, francamente, è l’ultimo libro che qualcuno si aspettereb-be da me. Ma io so e voglio che an-che voi sappiate che avete già tutto quello che vi serve per essere fanta-

stici nelle vostre case, appartamenti o rou-lotte e per preparare una tavola grandiosa.”

Queste brevi righe aprono il nuovo libro “The Unqualified Hostess” di Whoopi Goldberg, pseudonimo di Caryn Elaine Johnson, attrice, doppiatrice, scrittrice, produttrice televisiva, comica e attivista statunitense. La libreria Pa-lazzo Roberti di Bassano del Grappa ha ospi-tato, sabato 30 novembre , l’unico firmacopie italiano del suo inaspettato libro che tratta

THE UNQUALIFIED HOSTESS

Whoopi Goldberg e l'importanza di avere tempo per se

stessi

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tavola per svariati eventi, quali una semplice cena per una o più persone, un pranzo, hal-loween, thanksgiving, Natale e capodanno con tanto di istruzioni sulla preparazione di una tavola seguendo le regole del galateo. Whoopi aggiunge anche un tocco personale comunicandoci le decorazioni che predilige per la sua tavola, le sue ricette preferite e anche una serie di ornamenti presenti nel libro con tanto di punto d’acquisto, per chiunqua voles-se averle. Il suo punto forte sta, a mio parere, nel modo spensierato e ironico con cui parla di argomenti che potrebbero non interessare a tutti. Ma questo “manuale” è capace di avvol-gere in un’atmosfera di festa e fa venire voglia di chiamare qualche amico e organizzare una cena come si deve. Grande importanza è data anche al singolo individuo, specialmente nel capitolo cena per uno in cui ricorda “anche se sei solo, prenditi del tempo per preparare una

STEFANIA MICHELETTO, 3ACSU

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bella tavola”. Quante volte, infatti, a malape-na apparecchiamo quando siamo soli? Que-sto accade perché spesso non diamo troppa importanza a questi attimi di “solitudine” che diamo per scontati. È importante, secondo me, dedicarsi del tempo e ritagliare dei mo-menti tutti per se stessi da occupare facendo ciò che più ci piace; una maschera per il viso, un massaggio, leggere un libro, guardare una serie tv e perchè no... da oggi, anche provare a prepararsi una cena coi fiocchi tutta per sé!

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sicuramente più ristretta di persone, lasciando spazio a un dibattito più ampio. E’ forse proprio questo uno dei motivi che ha favorito la cresci-ta dei consensi per il movimento, mettendo in difficoltà dapprima la destra e in particolare la Lega, ma anche la sinistra, facendo capire che c’è bisogno di nuove idee e di più concretezza. Il movimento nasce inoltre come pacifi-co e dunque non fa uso di violenza, ben-sì di canti, inni e tanti disegni di sardine.

RISCHIIl fatto che le Sardine non si schierino con nessun partito può indubbiamente portare a pensare che il movimento non si appoggi su idee poli-tiche chiare, ma vaghe. Questo fatto costituisce più che altro il rischio che se questo fenomeno continuerà ad espandersi prima o poi bisognerà prendere la decisione su quale partito appog-giare o addirittura se farne nascere uno di nuovo.Un altro elemento che può causare problemi è l’incoerenza, che è stata segnalata dagli opposi-tori delle Sardine, cioè che il flash-mob denuncia l’odio ma si basa sul disprezzo delle idee politi-che di una persona. Questo porta a chiedersi se abbiano delle vere soluzioni “curative” per il no-stro paese o se si tratti solo ed esclusivamente di critiche. La risposta del “fondatore” delle Sardine è: “Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur sbaglian-do ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri. Sono rimasti in pochi, ma ci sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie”.

Il movimento delle Sardine nasce da un’idea di quattro amici trentenni: Andrea, Giulia, Matteo e Andrea. Prima Bologna, poi Mode-na, il movimento di protesta anti-Salvini in pochi giorni ha riempito dapprima le princi-pali piazze emiliano romagnole e successiva-

mente quelle di tutta Italia, suscitando un gran-de interesse da parte dell’opinione pubblica e un ampio dibattito. Ma perchè chiamarsi proprio “Sardine”? Il nome nasce dall’idea di stare stret-ti stretti proprio come sardine in scatola e quindi numerosi e uniti contro la Lega. Inoltre il simbo-lo: pesce silenzioso, contrapposto agli urlatori.Il nostro articolo non si propone come stru-mento di critica ma come mezzo per informare.Perciò di seguito elencheremo i pro e i contro per delineare il profi-lo delle sardine in modo più approfondito.

PROUno dei punti focali del movimento delle sardine è che si tratta di un movimento che pur comprenden-do persone di tutte le età, nasce come movimento di protesta giovanile, con qualche riferimento ai movimenti del 68’. Un movimento dunque costi-tuito dagli elettori italiani del futuro, anche se è importante ricordare che in quanto movimento è libero da bandiere di partito e quindi libero dal vin-colo di dover rappresentare gli ideali di una fetta

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Il movimento delle sardine

D I B A T T I T O

MARCELLO PAGLIANTINI E ANNA VERNILLO, 1BC

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ventare in fretta cantanti, giornalisti e make up artist. Perché tutto fili liscio è fondamen-tale però saper procedere con destrezza tra i mezzi e le potenzialità. È tanto facile e imme-diato emergere quanto il lasciarsi schiacciare dalla competizione e i tentativi di emulazione che la gara alla scalata sociale origina. Proprio a questo proposito il vincitore della scorsa edizione di X Factor Anastasio nel suo ultimo singolo dice: “In quarta elementare m’han-no detto di sognare / perché il mondo stava pronto per risorgere / e sarebbe stato mio, dovevo solo correre / e gli altri si mangias-sero la polvere”. Il “momento pazzesco” in cui viviamo induce effettivamente all’egoismo e all’opportunismo: spesso svaluta l’impegno e la fatica, fa credere che se non si ottengono la fama e il successo appena ci si mette in gioco questi diventino irraggiungibili, e fa odiare chi invece viene premiato dalla sorte. La foga di arrivare, di tagliare il traguardo, rischia di far perdere di vista il reale scopo del nostro dar-ci da fare. La visibilità che concedono i social e i programmi televisivi permette di arrivare alla notorietà, ma ottenere i quindici minuti di celebrità di cui parlava Andy Warhol non ha senso se non si ha chiaro il motivo per cui li si brama. Noi viviamo in un momento pazzesco, ma l’invidia e la veemenza con cui ci voglia-mo affermare non ce ne fanno rendere conto.

“Viviamo in un momento pazzesco” diceva il ventenne Giacomo Mazza-riol due anni fa al TEDx Talks di Tre-viso. Come dargli torto? La globa-lizzazione, internet e l’informazione gratuita, i voli low cost e i talent ci

permettono di raggiungere i nostri obiettivi senza necessariamente essere ricchi o racco-mandati. Viviamo in un mondo in continuo cambiamento: oggi esistono professioni che ieri non esistevano e non esistono professio-ni che fra qualche ora verranno inventate. Viviamo nel momento della personificazio-ne del lavoro, per cui non solo continuano a nascere nuovi mestieri, ma è possibile anche ideare modi di guadagnarsi da vivere dina-mici e non classificabili o definibili e che di conseguenza prendono il nome di chi li com-pie. Viviamo in una società dove tutto è ac-cessibile a tutti, dove, per merito di internet, si può imparare a cucinare, dipingere, par-lare il russo, scolpire, cucire, programmare nuove applicazioni e suonare l’ukulele senza uscire dalla propria cameretta. Esistono app che permettono di scambiare messaggi con ragazzi da qualsiasi parte del mondo e che traducono in tempo reale lingue straniere in italiano e viceversa; app che permettono di monitorare i nostri movimenti intestinali, mungere mucche virtualmente, scrivere ro-manzi con l’aiuto degli stessi lettori e chi più ne ha più ne metta. Possiamo materializzare quasi ogni nostro desiderio e modellare la nostra immagine arbitrariamente, possiamo ambire a qualcosa e ottenerlo nel giro di una settimana. Possiamo caricare online inediti musicali, articoli e tutorial di make up e di- MATILDE ZILIO, 3CSU

PUOI DIVENTARE CHIUNQUE IN UNA SETTIMANA

I D E E

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Lo scorso 15 novembre si è te-nuta come ogni anno all’uni-versità Bocconi la Science for peace, la conferenza mondia-le organizzata dalla Fonda-zione Umberto Veronesi ha

avuto come tema “il fascino pericoloso dell’ignoranza”, oggetto che trova sfortu-natamente molti riscontri nell’attualità.Tra i tanti ospiti la più attesa è stata sicu-ramente Liliana Segre, senatrice a vita nonché testimone della Shoah. Durante lo spazio che le è stato concesso ha rac-contato la sua preziosa testimonianza, parole che è riuscita a pronunciare so-lamente 45 anni dopo la sua liberazio-ne dal campo di sterminio: Liliana Segre si trova per la prima volta faccia a fac-cia con l’odio all’età di 8 anni, quando è

espulsa da scuola perché ebrea, e succes-sivamente viene deportata ad Auschwitz a causa dello stesso odio organizzato al qua-le non riesce ancora a trovare una risposta.In quanto senatrice la Segre si impegna non solo a preservare la memoria della Shoah, ma anche a tutelare qualsiasi minoranza: si trova infatti in prima fila nella lotta contro l’odio di qualsiasi forma e contenuto. In particolare, lo scorso ottobre il Parlamento ha approvato una mozione proposta dalla stessa Segre per istituire una commissione contro l’odio e l’ha-te speech, riguardo al quale non esiste anco-ra una definizione normativa che possa aiu-tare a sconfiggerlo attraverso il piano penale.Inizialmente sembrava una proposta che avrebbe potuto (e forse anche dovuto) tro-vare una risposta unanime nella sede par-lamentare, ma non è stato così: sono stati

S C I E N C E F O R F U T U R E

Caso Segre: quando l’ignoranza genera odio

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GIADA TONIETTO, 5 BS

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98 gli astenuti al voto, che invece di cogliere il buon senso dietro all’intero progetto della Segre si sono fermati a qualche parola pro-nunciata dalla donna a loro evidentemente sgradita. Ma non è tutto: la Segre recente-mente ha dovuto acquisire una scorta perso-nale a causa delle centinaia di minacce che le arrivano quotidianamente, soprattutto onli-ne, dove se ne contano circa 200 al giorno.Ecco che il tema di Science for peace calza a pennello: è sorprendente come, ormai, in questi anni in cui si pensava di aver raggiunto una sensibilità tale da rendere impossibili av-venimenti simili, possa accadere ancora tutto questo. Ciò spaventa parecchio: l’ignoranza, che come afferma la Segre c’è tuttora come un tempo, è una componente di cui si ha abbon-dantemente riscontro nel nostro mondo e che viene di fatto supportata in gran parte dal na-zionalismo radicale - denominato “aggressivo” dalla Segre - e dai populismi, e che in questo caso particolare si presenta quando la memo-ria della storia viene affossata a favore di quel-la nazionalista che è divisiva e reinterpretativa.

L’ignoranza è positiva solo in un caso, ov-viamente diverso dagli eventi di cui si è parlato: come ribadì già Socrate, biso-gna semplicemente avere la consapevo-lezza di essere ignoranti, in modo tale da uscire da quella che è una dimensione il-lusoria della conoscenza e iniziare a co-noscere realmente: se questo compor-tamento fosse seguito da tutti, ecco che forse fatti così indegni non avverrebbero più.Per concludere cito Primo Levi, così come Li-liana Segre durante la conferenza: “Compren-dere è impossibile, conoscere è necessario”.

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A T T U A L I T À

could be tried for their crimes. But the same bill would also allow extradition to mainland China. That’s what sparked these protests, but there are lots of other reasons why this feud between China and Hong Kong have been growing up lately (such as the 55 km bridge that connects Hong Kong to the mainland, the advertisements in Mandarin (when HK’s language is canto-nese), all the political spots and campaigns and pro-communism national education).China and Hong Kong are two very diffe-rent places with a very complex political relationship and the extradition bill threa-tens to give China more power over Hong Kong . It is technically a part of China but it operates as a semi-autonomous region. It all began in the late 1800s, when China lost a series of wars to Britain and ended up ce-ding Hong Kong for a period of 99 years. It remained a British colony until 1997, when Britain gave it back to China, under a spe-cial agreement that was called “One coun-try, two systems”. It made Hong Kong a part of China, but it also said that Hong Kong would retain a high degree of autonomy as well as democratic freedoms like the right to vote, freedom of speech, freedom of the

HONG KONG

Would you be able to make your life on risk to defend your freedom?The people of Hong Kong have been out on the streets for 24

weeks now. Hundred of thousands are fi-ghting against a deeply unpopular bill. But this is about a whole lot more than a bill. It’s about the status of Hong Kong and the power China has over it. It’s a fi-ght to preserve the freedoms people have here and it all started with a murder.On February 8th 2018 a young couple went from their home in Hong Kong to Taiwan (China) for vacation. They stayed in Taipei for 9 days but on February 17th only one of them retuned to Hong Kong . One mon-th later, the boy confessed to have murde-red his girlfriend, who was pregnant at that time. But there was a problem: HK authori-ty couldn’t charge him for murder because he did it in Taiwan and they couldn’t send him back to Taiwan to be charged because Hong Kong and China don’t have an extra-dition agreement, so in 2019 Hong Kong’s government proposed one: it would let them transfer suspects to Taiwan, so they

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press, of assembly. That made Hong Kong very different from China, which is authoritarian: Ci-tizen there don’t have the same freedoms, its le-gal system is often used to arrest, punish, and silence people who speak out against the state. In 2047 Hong Kong is expected to fully become a part of China. The problem is that China isn’t waiting for the deal to expire. Under the rule of Chinese leader Xi Jinping, pro-democracy lea-ders have already been arrested in Hong Kong and mysterious abductions of booksellers have created a threat to free speech, but Hong Kong has been pushing back. In 2003 half a million Hongkongers successfully fought legislation that would have punished speaking out against China, and in 2014 tens of thousands of pro-testers occupied the city for weeks to protest China’s influence over Hong Kong’s elections.Now, hongkongers are fighting the extradition bill, because the bill is widely seen as the next step in China’s encroachment on Hong Kong’s autonomy. If the bill passes, that mean that Hong Kong has fallen. The sheer size of these protests shows you just how much opposition there is to this bill, but if Hong Kong’s legislature votes on the bill, it’ll probably pass because of

the unique nature of HK’s democracy: for star-ters, Hongkongers don’t vote for their leader, the Chief Executive (lead by Carrie Lam) is selected by a small committee and approved by China. Even though they’re the head of the govern-ment, they don’t make the laws. That happens in the Legislative Council Complex. Like many democracies, Hong Kong has a legislature with democratically elected representatives, the Le-gislative Council or LegCo, with 70 seats. Within this system, Hong Kong has many political par-ties, but they are mostly either pro-democracy or pro-China. In every election Hong Kong’s pro democracy and anti-establishment parties have won the popular vote (on 24th November 2019 election they reached the 73%) , but they oc-cupy less than half of the seats in the LegCo. This is because when HKers vote, they’re only voting for 40 of the 70 seats. The other 30 are chosen by the various business communities of HK (ex finance industry, medical industry…), voted on by corporations. However big business has an incentive to be friendly with China, those sea-ts are dominated by pro-china political parties. Within this unique structure, the extradition bill

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LAURA ZANON 5 CS

has created new tensions and fuelled anger among pro-democracy politicians and it’s dri-ven hundreds of thousands of HKers into the streets. This isn’t HK’s first protest against Chi-na’s influence, but it’s the biggest, many say that this time is different because of the people involved. Professionals like lawyers and politi-cians are participating, but the young people are at the forefront, since they have the most to lose (I recommend you to watch “Joshua: teena-ger vs superpower” on Netflix). They are the first generation born under “One country, two sy-stems” and in 28 years, when that arrangement ends, they’ll be Hong Kong’s professional class.The protests have convinced HK’s government

to suspend the bill on October 24th, but that’s not enough. Many wants the bill withdrawn completely. That’s because these protests are also part of a larger fight to push back against China’s encroachment now, not just when ti-me’s up. 2047 is on its way, but it’s not here yet. And until then, HKers still have a voice.

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Poco tempo fa, mentre scorrevo anno-iata la schermata home di youtube, mi sono imbattuta in un video che attirò subito la mia attenzione. Era la registrazione di un intervento, parte del TED 2012* tenuto da un certo Jon

Ronson, un giornalista, scrittore e documentarista britannico. In questo intervento, Ronson si con-centrava sulla psichiatria, in particolare sul caso di un certo Tony, del quale non specifica il cognome, un uomo rinchiuso nell’ospedale psichiatrico di alta sicurezza di Broadmoor (Berkshire, Inghilter-ra) che afferma di non essere pazzo, ma di aver finto troppo bene di esserlo e di non riuscire a convincere della sua sanità mentale gli psichiatri del carcere. Ronson racconta di essere stato por-tato a Broadmoor e di aver incontrato l’uomo. De-scrive Tony come un uomo in forma (al contrario degli altri pazienti del luogo, tutti sovrappeso) e vestito di tutto punto al momento dell’incontro, come una persona che vuole apparire il più nor-male possibile agli occhi di un osservatore ester-no. Il detenuto, racconta il giornalista, era stato processato per aver picchiato qualcuno, ma du-rante il processo, non volendo finire in prigione per cinque anni e seguendo il consiglio del suo compagno di cella, aveva richiesto di parlare con lo psichiatra del carcere. Trovatosi faccia a faccia con questo psichiatra, aveva dichiarato di provare piacere nello schiantare le auto contro i muri e di voler vedere delle donne morire per sentirsi più normale. Tony spiega infatti che aveva preso “ispi-razione” dal film “Crash” (del regista David Cronen-berg) in cui il protagonista diveniva ossessionato dagli incidenti stradali e da una biografia di Ted Bundy, a cui si “ispirò” per la seconda affermazio-ne. Convinto di essere spedito ad un accogliente ospedale psichiatrico e di essere rilasciato dopo poco tempo, Tony era stato invece rinchiuso a Broadmoor, dove si trovava da dodici anni. Una volta arrivato lì, Tony aveva subito parlato con lo psichiatra dell’ospedale cercando di spiegare il

grande malinteso. Ma è molto più difficile prova-re di essere sano che di essere psicopatico. Come cammina una persona sana, come parla una per-sona sana, come mangia una persona sana? Do-mande che non mi sarei mai posta. Come puoi provare di essere mentalmente stabile, normale? Tony racconta come fosse considerato asociale e superbo in quanto preferiva stare in camera sua e non in mezzo ai killer e agli stupratori dell’o-spedale. Ma gli psichiatri di Broadmoor lo defini-scono uno psicopatico, sostenendo che sì, Tony aveva finto di essere pazzo al tempo dell’ammis-sione, ma che proprio il fingere pazzia sia uno dei comportamenti manipolatori che contraddistin-guono uno psicopatico. Appare assurdo pensare che un’ingenua bugia di un ragazzo possa essere classificata come indice di un disturbo psicologi-co. Lo psichiatra che segue Tony, racconta Ron-son, aveva confermato che ogni comportamento "più normale" secondo il giornalista, come il ve-stirsi distintamente, il non voler socializzare con gli altri pazienti o il ritenersi mentalmente sano, erano tutti indizi della sua psicopatia. La storia di Tony, in ogni caso, presenta un lieto fine: è stato infatti liberato dopo quattordici anni a Broadmo-or. Ma spostiamoci più vicini alla nostra realtà: le statistiche dicono che una persona su cento è psicopatica. Frequentano il Brocchi 2100 studen-ti circa, quindi teoricamente 21 di questi sono psicopatici. 21 è un numero che sebbene risulti piccolo paragonato a 2100, associato al termine “psicopatici” può turbare. Ma cosa definisce uno psicopatico? Quali atteggiamenti, quali parole, quali abitudini lo caratterizzano? A questo pun-to, la domanda sorge inevitabilmente: riusci-remmo noi a provare di non far parte di quei 21

*una conferenza annuale che tratta svariati temi attraverso le testimonianze di persone che tengo-no brevi discorsi presentando le loro esperienze

FINGERE LA PAZZIA

I D E E

SARA LOVISETTO 3 AC

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(PHOTO)

6“Barcellona: Nudi, un corpo sopra

l’altro, macchiati di sangue finto, immobili come morti. Un gruppo di animalisti ha inscenato questa performance il primo Dicembre in piazza Catalogna, nella capitale spagnola, per protestare contro la vendita e l’uso di pelle e pelo di animali nell’industria dell’abbigliamento.”

5“Parigi: Sciopero contro

la riforma delle pensioni, lavoratori in piazza contro uno dei capisaldi del programma di Macron. La capitale è blindata e la Tour Eiffel chiusa. Fermi il 90% dei treni.”4

“Australia: gli incendi che la stanno devastando da settimane potrebbero aver ucciso 8 mila koala. Per un totale di quasi 1 miliardo di animali colpiti”

3“India: scoperto un finto pilota Lufthansa che per viaggiare gratuitamente in prima classe aveva scelto di cammuffarsi”

2“Austria: rubato un tir di 20

tonnellate di cioccolata per un valore di 50mila euro ”

Intanto... nel MONDO

1“Hong Kong: studenti trasformano campus universitario in un forte barricato. Trump: “Senza di me Hong Kong KO in 14 minuti”

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7“Ain Draham, Tunisia: Il primo

Dicembre è stato coinvolto in un incidente stradale un bus turistico a Nord-Ovest del paese. Lo riferisce un bollettino del Ministero della Salute tunisino. I feriti sono 16 e i morti 26. I passeggeri erano giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni, secondo quanto ha reso noto la Protezione Civile locale.”

Intanto... nel MONDO

9“Santiago, Cile: Continuano le proteste, iniziate il 14 ottobre 2019 contro l’aumento del costo del biglietto della metropolitana e, in generale, contro il carovita e la corruzione. Viene uccisa “El Mimo”, nome d’arte di Daniela Carrasco, artista di strada e attivista 36enne.”

“Luzon, Filippine: Devastazione dopo il passaggio del tifone Kammuri durante la notte tra il 2 e il 3 Dicembre, che ha causato un morto e ingenti danni. L’isola è stata inoltre devastata da piogge torrenziali e venti fino a 235 chilometri orari. Più di 100mila persone hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni e le scuole sono diventate centri di evacuazione.”

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“Londra, Inghilterra: il 12 dicembre il partito conservatore inglese si è imposto alle elezioni con il 43,6% di voti (365 seggi su 650, maggioranza assoluta) sul Labour, che ha ottenuto il 32,1%, pari a 202 seggi.”11

8“Hantoukoura, Burkina Faso:

Almeno 14 persone sono morte e altre sono rimaste ferite nell’attacco a una chiesa protestante, durante una funzione religiosa. Tra le vittime vi sarebbero anche diversi bambini. L’attacco è avvenuto in un’area già teatro di aggressioni da parte di gruppi terroristi legati ad Al Qaeda e all’ISIS. ”

BEATRICE BONOMO 2 AL

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Siamo 10 ragazzi provenienti da-gli indirizzi scientifico, classico, scienze applicate e quadrienna-le e facciamo parte della squadra di robotica del Liceo Brocchi che si sta preparando per la First Lego

League, una competizione di robotica a cui la nostra scuola partecipa da quattro anni. Nella FLL, oltre che costruire e programmare un

robot interamente realizzato con pezzi Lego, bisogna elaborare un progetto scientifico ine-rente a un preciso tema che cambia ogni anno e che per il 2019-2020 è “City shaper”. Si richie-de quindi di pensare a proposte e idee che possano migliorare le città del futuro in modo originale per un mondo più forte e sostenibile.Il nostro progetto scientifico consiste nel-la realizzazione di una tegola dipinta con

OVERLOAD - VERSO LA FIRST LEGO LEAGUE

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una particolare vernice fotocatalitica a base di biossido di titanio (TiO2), già usa-ta per verniciare pareti esterne e interne. Il biossido di titanio è un composto chimico metallico che consente il processo della foto-catalisi, che, come la fotosintesi, è attivato dalla luce solare. In presenza di aria e luce questo de-compone le sostanze inquinanti che entrano in contatto con la superficie, tra cui benzene, ani-dride solforosa e monossido di carbonio, tra-sformandole in calcare, sodio e nitrato di sodio. Il biossido di titanio, anche chiamato “bianco di titanio”, viene utilizzato molto, principal-mente per il costo poco elevato e la sua faci-le reperibilità. La sua versatilità è dimostrata da svariati studi ed è attualmente utilizzato in diversi ambiti, come nel vetro, nella carta, nei materiali tessili, nelle plastiche, negli in-chiostri, in detergenti, creme e ceramiche.Tra gli effetti della vernice con biossido di ti-tanio sull’ambiente abbiamo l’abbassamento della temperatura, l’annullamento di agenti in-quinanti (come ossido e biossido di azoto), l’e-liminazione degli odori e dei batteri, la preven-

zione della muffa. È inoltre autopulente e ha l’unica limitazione di dover essere di colori tenui (per avere la massima efficacia). I fo-tocatalizzatori non si legano agli inquinan-ti e mantengono quindi le loro proprietà, garantendo così diversi cicli di fotocatalisi. Ogni metro quadrato verniciato ha gli effetti corrispondenti a un metro quadrato di verde.Stiamo ipotizzando anche la possibilità di fissare ai muri esterni pannelli verniciati con questo prodotto fotocatalitico ottenendo così un triplice effetto: la termoregolazione (si tratterebbe di una sorta di isolamento a cappotto), la purificazione dell’aria (per il processo fotocatalitico) e la funzione esteti-ca (sui pannelli potrebbero essere realizzati anche dipinti artistici, migliorando così l'a-spetto di edifici datati o di istituti scolastici).Abbiamo deciso di lavorare ad un proget-to che possa essere allo stesso tempo in-novativo, accessibile e con una particolare attenzione per l’ambiente che ci circonda.

M O N D O B R O C C H I

TEAM OVERLOAD

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Se ascoltassi Antwaun Sargent parlare di cosa rap-presenti per lui "The New Black Vanguard", libro di cui è stato autore, critico e curatore, dal suo sguardo potresti riconoscere subito i suoi segni di-stintivi che lo hanno portato prima a scrivere per New Yorker, The New York Times, Vogue, lavorare

per diversi musei e infine elaborare il suo primo libro: crea-tività e determinazione. Antwaun Sargent incontra diversi fotografi, ascolta le loro storie, li osserva lavorare e ne sce-glie quindici che spaziano in diversi e meravigliosi contesti in tutto il mondo, ma tutti che interpretano la fotografia come mezzo per collegare arte e moda: << quello che emerge da questo libro a proposito dei fotografi è il modo in cui tutti loro pensano alla bellezza come alla moda in modo comple-tamente diverso e ognuno di loro dice qualcosa di unico>> . Il messaggio rivoluzionario di cui si fa portavoce, come tut-ti gli artisti con cui collabora, è quello che la bellezza non è una e soprattutto non è solamente bianca e per farlo ha bisogno di luci, colori eccentrici, contrasti, atmo-sfere e ambienti diversi che rifletto-no lo stile proprio di ogni fotografo. << Quello che viene messo in di-scussione è la visione del “nero” che è stata costruita principalmente dall’immaginazione bianca e prin-cipalmente costruita su stereotipi. Quello che stanno cercando di fare questi artisti è di combattere la foto-grafia usando la fotografia >>. An-twaun Sargent si riferisce a tutti gli artisti a cui non era permesso esse-re esposti in alcun museo e a cui di fatto non era permesso esprimere la visione della loro cultura sull’ar-

The New Black Vanguard

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F O T O G R A F I A

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te e sulla moda. Prospettiva che è stata per anni ostacolata, ma che ora insorge attraverso un lavoro “total black” che col-pisce non solo per gli sguardi e corpi fotografati, ma per la loro grinta: questi fotografi e le loro immagini non cercano attenzioni, ma chi le osserva non può che rimanerne attratto. Dana Scruggs, una delle fotografe che hanno contribuito alla cre-azione del libro e della mostra da esso ispirata, dice di essere di-ventata una fotografa perché era persa: attraversando un perio-do di forte depressione che le impediva di uscire di casa cominciò a vendere articoli online e per farlo aveva bisogno prima di fo-tografarli. Con il passare degli anni la sua attenzione si sposta su protagonisti neri e ciò che constata dal suo lavoro e dal confron-to con altri artisti è l’ampiezza della fotografia “nera” che si con-trappone alla visione miope della fotografia bianca. Finalmente sono “black photographers” a fotografare soggetti neri con cui instaurano un rapporto di complicità e intesa: << sanno entram-bi cosa significa essere neri e affacciarsi al mondo moderno>>. Quil Lemons attraverso la fotografia vuole testimoniare la sua vita e le sue tradizioni, come quelle di molti altri uomini e donne come lui, che non sono mai state propriamente do-cumentate. << E’ stato davvero bello fotografare le donne della mia famiglia e poi mostrar loro i risultati e notare come si concedessero di vedere quanto sono belle>>. Dana Scrug-gs e Quil Lemons come gli altri artisti che hanno partecipato alla creazione del libro sono fieri del lavoro compiuto che si contrappone all’immaginario comune e che sperano rap-presenti solamente l’introduzione di uno scenario che si spa-lanca alla diversità e al suo stretto legame con la bellezza.

TINA GATTI 3AC

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F O T O G R A F I A

ELEONORA DAL SANTO1 BC

La fotografia è da sempre uno strumen-to predisposto per focalizzare l’atten-zione sui piccoli dettagli della vita.Una ventina di anni fa, leggere un quotidiano se non si era comodamen-te seduti in poltrona, ma ci si trovava

all'aperto con un forte vento, era un problema; te-lefonare, quando non ci si trovava in casa, signifi-cava, riempirsi la tasca di gettoni telefonici; scat-tare una fotografia significava dover comprare il rullino, caricare la pellicola, chiudere e scattare.Con il digitale tutto è cambiato, sta cambian-do e cambierà. Lo sanno bene il mondo del giornalismo, quello delle comunicazioni e quello della fotografia: attualmente il quoti-diano si sfoglia, virtualmente, nel tablet; gi-riamo la pagina quando vogliamo noi, e non quando lo decide il vento. Dei gettoni tele-fonici non è neanche il caso di parlarne: oggi non solo chiamiamo, ma videochiamiamo.E fotografare? Niente rulli e niente svilup-pi: con una compatta macchina digitale ba-sta inquadrare e scattare con la certezza matematica che la foto sarà perfetta. Ora la fotografia permette a chiunque di immor-talare attimi e riviverli immediatamente.La fotografia è nata oltre centocinquanta anni fa, quella digitale però esiste solo da vent’anni: è una tecnologia quindi relativa-mente giovane, in pieno sviluppo e in piena rivoluzione Ultimamente le macchine fotogra-fiche sono completamente automatiche. L'u-

tente ha la possibilità di concentrarsi sull’in-quadratura per catturare il momento ideale.Oggi la fotografia si è trasformata in una ri-petitività di fermi di immagine. Ogni minuto vengono caricati su intenet miliardi di foto-grafie (ogni giorno 380 milioni di fotografie su Facebook e 4 miliardi di foto su Instagram). Di conseguenza, ciascuno di noi diven-ta un soggetto, tanto ci troveremo ad aggiungere le pose spontanee alla li-sta delle specie a rischio di estinzione.Dopotutto oggi basta avere un telefono per essere dei fotografi.La fotografia non è più un modo di conservare un ricordo prezioso, ma piuttosto una merce di scambio.Ma che differenza c'è tra fotografare con uno smartphone di ultima generazione o farlo con una macchina digitale? Il grande van-taggio dello smartphone sta nel fatto che la foto appena scattata può essere posta-ta sulla Rete e che grazie a diverse app di ri-tocco è anche possibile trasformare le foto in veri capolavori. L'unica cosa che manca alla foto scattata con lo smartphone è la quali-tà in caso si voglia ingrandire l'immagine.Gli attimi fuggenti e i ricordi vanno fissati nel mi-glior modo possibile. In modo da poterli rivivere nel futuro come se si fosse ancora nel presente.

LA FOTOGRAFIA: IERI E OGGI

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ANITA INCASTORI 2 AC

R I F L E S S I O N I

ESSERE O AVERE?

Secondo te è più importante l'essere o l'avere? Sicuramente starai pensando all'es-sere. Che risposta scontata, non sei così superficiale da scegliere “l'avere”. Ma sei sicuro che nella vita di tutti i giorni tu ponga davvero al primo posto l'essere piut-tosto che l'avere? Ogni giorno vedo ragazze e ragazzi che studiano qualsiasi par-ticolare per poter rendere la propria immagine perfetta: lo chiamano “avere stile”, proprio così, "avere" stile e non "essere" stile perchè nell'avere stile si prende spun-

to da altri (modelli, artisti...) mentre essere stile significa crearselo da sè, prendere ago e filo e usare la propria immaginazione. Proviamo ora a basarci sulle relazioni d'amicizia o sull'amo-re: accetti una persona per quello che è o per quello che ha? Quando ti leghi a qualcuno lo accetti per com'è? Con i suoi pregi e difetti? Per il suo trascorso? Cercheresti di migliorarlo? Entreresti nella sua testa pur di capirlo? È facile rispondere con un “si”, ma sei sicuro che sia al-trettanto facile farlo concretamente? Certo però è molto più semplice avere l'amico perfetto, con una vita impeccabile, una famiglia simpatica, la casa al mare, i soldi a portata di mano, un sorriso costantemente stampato sulle labbra: ne vale la pena, però? Adesso non riesco più ad immaginare le tue risposte, ma sarei molto curiosa di sentirle. Credo che le persone siano pre-ziose, un dono da custodire. Preferirei mille e mille volte combattere al fianco di un amico per aiutarlo anziché trascorrere una giornata in cui i problemi fanno finta di non esistere. Negare le fatiche, i problemi, le difficoltà, non può certo farle sparire. Concludo aggiungendo un paio di righe: ci sono tanti modi di essere ed altrettanti modi di avere. Un consiglio da amica: pri-ma di tutto pensa ad essere te stesso, e dopo ad avere accanto a te persone altrettanto vere.

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Al giorno d’oggi è impossibile affer-mare che la tecnologia non sia en-trata prepotentemente nella vita di tutti i giorni. Grazie anche alla diffu-sione degli smartphone, tutti abbia-mo imparato a servircene per vari

scopi. Uno di questi è senza ombra di dubbio quel-lo ludico. I videogiochi , con un rapido processo di diffusione, sono entrati nelle nostre case, con-quistando nel corso degli ultimi decenni milioni di adolescenti e non solo. Quello dei videogiochi è un vero e proprio business: per fare un esempio Nin-tendo, colosso giapponese delle console, l’anno scorso ha fatturato 9.7 miliardi di dollari, una cifra esorbitante. Ultimamente si stanno diffondendo i tornei di esports, letteralmente “ sport digitali”. Quest’ultimi sono gare disputate a livello nazio-nale o mondiale tra videogiocatori collegati online in tempo reale. I premi, molto ambiti, talvolta sono pari a centinaia di migliaia di euro. Ci sono varie tipologie di esports; si passa da tornei di compe-tizioni motoristiche, tra le quali il torneo mondiale di F1, con un montepremi di 500mila dollari a quel-li di giochi sparatutto, come Fornite, con trenta mi-lioni di euro in palio in totale, per arrivare a tornei

di videogiochi sportivi, come il torneo mondiale di FIFA, che mette in palio addirittura 3 milio-ni di dollari. Sono dei veri e propri eventi social: molti di questi tornei, specialmente quelli legati a sport del mondo reale, sono trasmessi online tramite piattaforme come Twitch o Youtube, che ne permettono la condivisione con perso-ne in tutto il mondo, offrendo battaglie spetta-colari tra sfidanti. Il bello di questi tornei è che chiunque può partecipare alle qualificazioni, ed eventualmente alle gare vere e proprie, azzeran-do le difficoltà dovute alla distanza. Competere negli esports è piuttosto complicato: serve infat-ti un’élite di giocatori dotati di concentrazione, autocontrollo e resistenza mentale per affron-tare tali partite, motivo per il quale in passato è stato proposto di considerare gli esports come uno sport olimpionico. Un’idea considerata da molti esagerata: entrerebbero infatti a far parte degli sport olimpionici, pur privi di un coinvol-gimento fisico. Bisogna tuttavia ricordare che serve un grande allenamento mentale per poter eccellere in questa disciplina. Non ci resta che attendere la decisione finale al riguardo, che sarà presa in seguito alle Olimpiadi del 2020 a Tokyo.

E-SPORTS

S P O R T

NICOLÒ DALLA RIZZA 2BC

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MARCELLO PAGLIANTINI 1BC

Il Natale nasce oltre che come festa religiosa anche come momento in cui ci si riunisce con i propri cari. La tradizione del Natale però negli ultimi anni ha lasciato sempre più spazio alla strumentalizzazione di que-sta festività al solo fine commerciale. Non

è infatti una novità vedere già ai primi di No-vembre vetrine addobbate e lucine colorate nei centri commerciali, per non parlare del-la vendita di decorazioni natalizie che viene sempre più anticipata. Quest’anno addirittura una nota azienda di divani ha iniziato già ai primi di settembre a pubblicizzare la propria collezione natalizia. Viene dunque spontaneo chiedersi se il Natale abbia ancora lo scopo che aveva un tempo o se sia diventato solo un

Sen Ayushmann è il brillante pro-fessore della UPenn (università della Pennsylvania) che ha reso possibile uno degli obiettivi più ambiziosi della biologia: la costru-zione delle prime cellule sintetiche.

Questo progetto, realizzato in collaborazione con un gruppo di ricercatori, viene descritto in modo particolare nella rivista Nature Nanote-chnology, la quale nelle ultime settimane con il suo articolo ha sconvolto la medicina, aprendo nuove frontiere e possibilità di miglioramento.Le cellule realizzate dal professore utilizza-no lo stesso fenomeno presente nel corpo umano: la chemiotassi, ossia il processo di di-rezionamento di organismi in base alla pre-senza o meno di certe sostanze chimiche.I “motori” di queste cellule sintetiche sono gli enzimi sparsi su tutta la loro superficie.

ennesimo modo di fare business. Il mercato guarda ormai solamente a uno sporco busi-ness, privo di valori, e ha cambiato la vita del nostro popolo riuscendo a rovinare persino una delle feste più importanti che abbiamo.Credo sia l’ora dunque di fermarsi e pensare alle feste come a un momento in cui stare insie-me e in cui volersi bene, per fare in modo che il vero significato del Natale non venga smarrito. Penso sia il momento di pensare un po’ meno ai soli aspetti commerciali e di tornare a viverlo così come lo si viveva un tempo, un tempo in cui l’inizio periodo Natalizio coincideva con l’arri-vo dell’Avvento e non con l’inizio delle scuole.

Essi permettono alle cellule di muoversi rispon-dendo a segnali chimici presenti nell’ambiente.A seconda dell’operazione che si deside-ra fare gli enzimi identificheranno come buona o cattiva una certa sostanza, portan-do a un avvicinamento o una deviazione.Lo scopo principale di questo progetto sarà quello di intervenire con maggiore precisione su una definita area del corpo. Difatti i farmaci sono spesso inefficaci poiché applicati su una grande area in modo indiscriminato, impeden-do il pieno raggiungimento della zona malata.Nonostante questa nuova nanotecnolo-gia possa impiegare del tempo prima di prendere piede in tutto il globo, è certo che aumenterà non solo l’efficacia ma an-che la velocità di molti trattamenti medici.

POLYANA COUTINHO VIZOTO 2AS

Ayushmann e le cellule intelligenti

Il business del Natale

S O C I E T À

S C I E N Z A

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AUTORE: Dmitry GlukhovskyTITOLO: Metro 2033ANNO: 2005

RECENSIONE LIBRI

GIACOMO BONATO 1AQSA

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TRAMA: Ken Follett ci catapulta in un mondo ormai dimenticato, ricco di storia e mito. Fra foreste, città e castelli dell’Inghilterra medievale si snodano le vicende di un gruppo di protagonisti, ognuno con una storia diversa: il priore Philip, Tom il costruttore, Aliena, nobildonna d’incantevole bellezza, e molti altri ancora, in un connubio di suspense, intrecci amorosi e terribili complotti che ne segneranno i destini nel bene o nel male, legati indissolu-bilmente l’uno a quello dell’altro dalla costruzione di una grande cattedrale gotica. L’autore tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima riga, e, maestro nella sua arte, rende questo capolavoro con una scrittura scorrevole ma intrinseca di significato e poten-zialità descrittiva. Il pathos si percepisce a ogni pagina sempre più, senza mai dare soluzioni ai problemi e facendone compa-rire sempre di nuovi mettendo i protagonisti e il lettore in una condizione di armoniosa precarietà. Da leggere assolutamente.

TITOLO: I pilastri della terra AUTORE: Ken FollettGENERE: Romanzo storico

RICCARDO GIACOBBO 2BC

TRAMA: Il libro, prima opera dell’autore, è diventa-to un caso letterario mondiale, con più di 3 milioni di copie vendute nel mondo ed è stato tradotto in 35 lingue. La storia è ambientata a Mosca nel 2033, ma non nella città, bensì sotto terra, nella metropo-litana, diventata il centro della vita cittadina dopo l’olocausto atomico che ha distrutto la superficie. Gli abitanti vivono nelle stazioni, trasformate in veri e propri stati indipendenti l’uno dall’altro, dove in-combono pericoli di ogni tipo e la vita è a rischio ogni singolo secondo. Il protagonista, Artyom, è un ragazzo di circa vent’anni che vive nella VDN-Kh, una stazione realmente esistente e che nel li-bro è una delle più a rischio dopo che un gruppo di mutanti antropomorfi, i Tetri, hanno iniziato ad attaccarla. Per questo, Artyom decide di andare a cercare aiuto e parte, in un viaggio sempre sul filo del rasoio, dove il ragazzo dovrà combattere per riuscire a garantirsi la sopravvivenza, all'interno di una metro che ricorda l’animo umano, diviso, tormentato e sempre pronto a crollare, come il protagonista, che tra i mille pericoli che compor-

ta il suo viaggio e con compagni misteriosi e pericolosi, dovrà dare fondo a tutte le risorse di cui è dotato per restare umano mentre tutti intorno a lui cadono nella violenza. Una trama entusiasmante e un finale che vi mozzerà il fia-to. Tra ratti giganti, uomini misteriosi, religioni sorte dal nulla e pericoli senza nome, Artyom vi porterà in un mondo nuovo e pieno di perico-li, che vi lascerà incollati fino all’ultima pagina.Metro 2033 non è solo un'opera post-apoca-littica, è anche un thriller, dove ogni istante può essere l’ultimo e il pericolo è onnipresen-te: Glukhovsky ha mescolato tutto questo, creando un’opera del tutto nuova, senza pas-saggi visti e rivisti, che vi coinvolgerà, senza lasciare previsioni su ciò che sta per accadere. Glukhovsky, dopo il successo del pri-mo libro, ha annunciato che, oltre a lui, chiunque volesse può scrivere un libro ambientato nell’universo di Metro 2033, tra-sformandolo di fatto in un universo letterario.

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LA RECENSIONE

gli albumGREY AREA

Little Simz, 2019

Sara Lovisetto 3 AC

IS THIS ITThe Strokes, 2001

Noemi Pellizzari 3AC

Nel suo terzo album la ventenne Simbiatu ‘Simbi’ Abisola Abiola Ajikawo, che si presenta nel panora-ma musicale come Little Simz, esplora la cosiddet-ta grey area, metafora per i suoi caotici e frenetici vent’anni, e riflette sulla lucidità conseguita al su-peramento di questo periodo. La giovane londine-se dona alla scena rap britannica un capolavoro di freschezza, che fonde in sé elementi tradizionali e d’avanguardia grazie alla sua potente voce, diret-ta e pungente, come le parole che scrive e articola senza peli sulla lingua, caratteristica che risulta par-ticolarmente evidente in tracce come Offence, dove scrive “You idolize the rappers that are on gun talk, But their lifestyle, never lived that, never did that” o in Pressure “Same motherfuckers that be killin’ off the planet, Are the same fuckers advising you”. Con l’aiuto del produttore Inflo crea un paradigma stilistico diverso da quello del tipico grime britan-nico, preferendo basi realmente suonate ai campio-namenti ripetitivi e privi di originalità che ricorrono spesso nell’odierna scena musicale. Le basi semplici e non troppo invadenti accentuano la voce di Litt-le Simz, che si alterna occasionalmente ad artisti come Cleo Sol, Chronixx, Little Dragon e Michael Kiwanuka. Particolarmente degno di nota è il flow dell’artista, uno tra i più incendiari, precisi e taglienti in circolazione, che raggiunge l’apoteosi nella quin-ta traccia dell’album Venom. Con la realizzazione di un album così equilibrato ma alo stesso tempo stilisticamente sfaccettato, Little Simz dà prova di saper dominare la scena rap con innata naturalez-za, trasparenza e la giusta quantità di sfrontatezza.

“Is this it” é l’album di debutto della storica band indie rock capitanata da Julian Casablancas, for-matasi nel 1998 a New York. Nonostante sia il loro primo album, contiene mol-te di quelle inconfondibili caratteristiche degli Strokes, che storpiano il classico e spesso ripetitivo indie rock in un modo unico e originale, unendolo a post punk, punk e a una vera e propria ossessio-ne per il ritmo. Le basi sono scandite ed energi-che e creano un curioso contrasto con la voce di Julian, che sembra distante, a tratti quasi distrat-ta e assonnata, e improvvisamente si alza in urla strozzate. Così riesce perfettamente nel suo sco-po di ottenere un suond futuristico ma allo stesso tempo solido, ispirato ai grandi del passato. I testi sono impregnati di tutta l’arroganza e l’emotivi-tà di un Julian ventenne, ancora giovane, ma an-che di una sensibilità unica, che contiene tutti i suoi dubbi, le sue paure, le sue passioni e le sue esperienze. Queste riguardano soprattutto, ba-nalmente, le ragazze e l’amore, con quello strato di ribellione di fondo che non può mai manca-re in un giovane musicista rock. In questo album troviamo alcuni dei maggiori successi della band, come “Last Nite”, “Hard to Explain” e “Someday”, che nonostante appartengano al loro esordio, la-sciano intuire quella che sarà la loro evoluzione,unica e inconfondibile. Quei brani sono però sol-tanto il punto di partenza, il Big Bang da cui è nata una delle band più importanti e caratteristiche della scena indie rock e alternative, che evolven-dosi e maturando nei suoni, nelle scelte di stile e nel carattere ha scalato le classifche guadagnan-dosi un posto di rilievo nella storia della musica.

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IPSE DIXITNascinguerra: Io amo essere anche inquietante!

Nascinguerra: Facciamo un Esopino?

Nascinguerra: (dopo aver tradotto la morale di una versione nella quale si dice: Il racconto insegna che il dio è intoccabile) Un po’ come l’insegnante!

Nascinguerra: (illustrando i possibili errori di traduzione) Dopo prendete una cantonata paz-zesca e finite ad Asiago!”

Seganfreddo: Ho preso 5 nei radicali, ma perché non avevo un professore bravo come il sotto-scritto *sorrisetto compiaciuto*

Seganfreddo: (vedendo che il pennarello della lavagna non funziona) Ora mi faccio una ferita e scrivo con il sangue

Seganfreddo: I miei gatti li conosco bene, i miei polli pure

Liberatore: Che succede se veniamo a scuola spogliati?”A: Veniamo puniti!Liberatore: Eh no! Veniamo arrestati

Busato: Ma dico, perchè tutti cercano di far pas-sare Talete come uno sciocchino che si divertiva a fare giochi d’acqua?

Busato: Io non posso bere questo caffe (riferen-dosi, con aria schifata, a quello delle macchinet-te)

Busato: Nel caffè del Golosone ci deve essere qualche sostanza dopante

Busnardo: È importante per la vostra pelle che usiate la protezione solareA: ma prof se invece della crema solare uso l’olio solare va bene?Busnardo: Peggio! Come le patate fritte, capite?

Busnardo (dopo che le era stato fatto notare che aveva tolto mezzo punto perchè mancava una lettera di una parola): Una volta un mio alunno mi ha fatto la stessa domanda. Vedete, si chiamava Alberto, e io gli ho detto: “Vedi tu che se ti tolgo una lettera diventi un albero!” E niente, queste sono cose importanti

Zanellato: O ti decapiti o ti sposti

( guardando un documentario) Liberatore: Figo Alberto Angela!M: e ha visto suo figlio?Liberatore: Pure! Si va avanti con le generazioni. Per fortuna state dietro a questi ragazzi e non a Sfera Ebbasta

Dal Molin: If you want a Gucci Borsa

M: Li porta bene i suoi anni profLiberatore: Eh, conosco i segreti della genetica

Nascinguerra: (durante le prove anti-incendio): Se crolla l’edificio dovete arrangiarvi

Nascinguerra: Valore gnomico, qualcuno sa che cosa sia? Non azzardate proposte che implichino i piccoli abitanti del bosco!”

( interrogando) Liberatore: Come si chiamano gli animali feroci? Quelli che te vojono magnà

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CIBUS MENTIS

VERTICALI

ORIZZONTALI

1.Eravamo al corrente 2.University of California 3.Centro Cristia-no Democratico 4.Un piatto da cani 5.Opera della mitologia nor-rena 6.Siglo de Oro per gli spagnoli 7.Senza numero civico 8.Pre-vede tappe, ora e luogo di partenza 9.Ondata di calore 10.Una volta giocavano col sette 11.Canto elogiativo 12.L'esploratore della tenda rossa(iniziali) 13. Modello della Ford 14.La posta più veloce, dopo l'e-mail 16. Miliardi in breve 20. Tolstoj vi ambientò alcuni racconti 24. Senza numero civico 26. Il primo a cui si acce-se una lampadina in testa (iniziali) 28. Dispari in nadir 30. Obbliga 33.Senza che se ne venga a conoscenza 34.Impasse 38.Lo si fa in barca quando il mare è agitato 39.Un tedesco 40.Altro nome del leccio 42. La West attrice 44. Organizzazione internazionale del lavoro 47. I più famosi animali spazzini 49.Eddopo 50.Ente fran-cese per le radiocomunicazioni 51.Lo era Fritz, protagonista del primo cartone vm I8 52.Cantante israeliana 56. Quello dei poeti è limae 58. Emana un certo afrore 60.57 romani 61.La mozzarella che fila 62.Transmission Control Protocol 63.Giuste 66.Società Aeroporto Catania S.p.A. 67.Essere umano troncato 68.Attore de Lo Squalo (iniziali) 69.Autore di O Fortuna (iniziali)

1.Seguente 2.Così la mala chiama la polizia 15. Per fatalità 17.Sei-mila per due 18.Artista legato sentimentalmente a Frida Khalo (iniziali) 19.Padre della tigre di Mompracem (iniziali) 21.Il ritorno del pendolo 22.Il partito dell'apar-theid 23. Consonanti dionisiache 25. Proibizione 27. Ente nazionale per le nuove tecnologie e fonti di energia 29. Fianco 31.Il Balbo che giocò nella Roma 32. Radiotele-visione tedesca 33. Autore della Coscienza di Zeno (iniziali)35. Autore dei Carmina Burana (inizia-li) 36.Il pilota italiano più famoso in USA (iniziali) 37.Lo è Scarlett Johansson 41. Soggetto maschile 43. Mi faccio ardito e audace 45.In-sieme o in alternativa 46.Comin-cia dopo il momento più difficile 48. Un nome cinese 50.Tornare al mondo 51.Battendo 53.I voli senza posti disponibili 54. Eccelso ar-chitetto veneto (iniziali)55.Così gli studenti chiamano l'in-segnante 56.Il Lutezio 57.Il Brian di By this river 59. Capitale della regione storica dell'Occitania 61. E finite 64.Il compositore di Una fur-tiva lacrima (iniziali) 65.57 romani 66.Mondo senza aria68.Canali veneziani 69.Anagram-ma di caos 70.È in grado71.Richiedere 72.Il nome di Mme Bovary

Page 28: Numero 2 2019-2020 HER ESgere in un’atmosfera di festa e fa venire voglia di chiamare qualche amico e organizzare una cena come si deve. Grande importanza è data anche al singolo

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Gemelli: Dicembre è un mese in cui siete particolarmente riflessivi, emotivi e meno comunicativi. Un ottimo periodo per comprendere meglio i vostri obbiettivi e affrontare i problemi in modo meno superficiale e più profondo.

Bilancia: È un buon momento per aprirvi agli altri, e dedicarvi anche alle vostre passio-ni. Infatti avete molti interessi che vi porteranno a imparare qualcosa di nuovo.

Pesci: Questo periodo è particolarmente stimolante per voi, cercate di riappropriarvi dei vostri spazi e di ascoltare quelle che sono le vostre priorità.

LORENA ROSTIROLLA 3EL

Toro: Siete molto concentrati ma anche un po’ inquieti. Cercate di vivere questo perio-do con calma, riflettendo e osservando ciò che succede attorno a voi.

Leone: Questo mese, ma in generale questo periodo, è molto positivo per voi. Molte volte potreste avere la sensazione di mancanza di chiarezza e fraintendimenti: queste situazioni si verificano perché qualcosa va rivisto.

Ariete: Molti di voi saranno tendenti a polemica, nervosismo e insofferenza. Presta-te molta attenzione a quello che fate, molte volte potreste essere manipolati in modo molto tanto sottile da non accorgervene del tutto.

L’OROSCOPO

Sagittario: Dicembre è un mese in cui dovrete privilegiare l’ascolto del vostro intuito e delle vostre emozioni. Sarà l’intuito a dirvi qual è la strada da seguire. Se c’è qualcosa che vi trattiene, fermatevi e riflettete.

Acquario: La maggior parte di voi sta attraversando un periodo di smarrimento e affaticamento, soprattutto dal punto di vista mentale, in cui manca la concentra-zione e la prontezza del pensiero.

Capricorno: Dopo un periodo di fatiche riuscirete finalmente a raggiungere alcuni ob-biettivi che vi eravate prefissati. Cercate di evitare situazioni di conflitto che possano des-tabilizzarvi.

Vergine: Vi sono molte novità in arrivo che vanno colte senza esitazione. Per questo mo-tivo cercate di vivere la vita con un po’ più di leggerezza, senza la pretesa di avere sempre tutto sotto controllo.

Cancro: Cercate di non lasciarvi trasportare dal desiderio di sopraffare. Provate a dire-zionare la vostra energia in qualcosa di utile e costruttivo, come un hobby o dell’attività fisica.

Scorpione: : Per chi lo desidera questo è il mese per iniziare nuove attività, cimen-tarsi e indirizzare le vostre energie in qualcosa di nuovo vi darà molta soddisfazione