Natale

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Numero speciale di natale del journal

Transcript of Natale

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The jOURnalVariousNakiirikoGaldo81El_Maxo

Nihil MorariYoru

Kazekage-SamaBoy Knaves

AldosanfKado92PalmeseHalfheart

Mr. TDioneo

Profeta Hyena [Bot]Essemc

Manuelina888

GunLegend

Special ThanksJosephine~

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"TuttoSommario"

EditorialePriorità di vita di various

Letteratura Testamento di un suicida natalizio di Dioneo

Un giorno qualunque di Halfheart

Cinema Vaccanze di Natale a Cortina di Kado92

La rivincita di Natale, un lento pugno in faccia di El_Maxo

Anime, Manga e GiapponeVash The Stampede non gioca a dadi di El_Maxo

In altre paroleAn ADBScan Christmas Carol di Yoru

L'utopia del Natale. Ma anche no. O sì. di Boy Knaves

Intervista al co-caporedattore various (slap!) di Galdo81

Babbo Natale di Profeta Hyena [Bot]

La redazioneA

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Priorità della vitaA cura di Various

Editoriale

Care lettrici e cari lettori, non conosco una persona che sia indifferente al Natale. Credente o non credente, ognuno di noi si avvicina a questo giorno con uno stato d’animo speciale, con il cuore invaso da qualche cosa di misterioso eppure reale. Natale è una festa soprattutto per i bambini, si dice. Ma non è vero, è una festa per tutti. In questo editoriale vorrei condividere con voi una riflessione fatta dal vicario della mia parrocchia in un ritiro per giovani universitari e lavoratori. Non è un sermone del tipo il mio Dio è più bello o più bravo, è una riflessione sulle priorità della vita e sul fatto che il tempo dell'avvento e la possibilità di fare qualche giorni di ferie ci può aiutare a riorganizzarle e a renderci più consapevoli di esse. Vi riporto i miei appunti del suo discorso:<Allora il professore tirò fuori una scatola piena di sassettini, li versò dentro il contenitore e lo scosse delicatamente: ovviamente i sassi più piccoli si infilarono negli interstizi vuoti rimasti tra i vari sassi. Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, risposero di sì. Quindi il professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro la teca. La sabbia riempì ogni spazio vuoto rimasto: per l'ennesima volta il professore

chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero che lo era senza ombra di dubbio. Infine il professore tirò fuori da sotto la scrivania due lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia. Gli studenti risero a crepapelle. Il professore aveva usato questa metafora per indicare come funziona un'azienda. Se usiamo la stessa metafora per la vita, i sassi sono le cose importanti, la vostra famiglia, la fede, la vostra salute, le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I sassi più piccoli sono le altre cose per voi importanti: il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto. La sabbia è tutto il resto... le piccole cose, insomma.Se metteste dentro il vasetto per prima la sabbia non ci sarebbe spazio per i sassetti e per i sassi. Lo stesso vale per la vostra vita: se dedicherete tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti. In questo momento di attesa del natale bisogna svuotare la nostra teca personale dalla sabbia, controllare se i sassetti piccoli sono ancora validi o se forse sono da sostuire, prendere quelli grandi e riflettere se davvero sono priorità che dobbiamo mettere al centro della nostra vita o se tutto è da rifare.[il vicario qui continua dicendo di usare un sasso grande per la fede ma ve lo risparmio]. Tutto questo deve poi essere annaffiato dalla birra che indica la possibilità di staccare la spina ogni tanto e goderci una birra con gli amici. >>

Ed ora arrivano le vacanze di Natale e con questo editoriale jOURnalist,direttori e grafici augurano Buone Feste e Felice Anno Nuovo agli internauti tutti (.... sono molti e li ringraziamo!) che hanno preso l'abitudine di leggere queste pagine. Il periodo di riposo è occasione per esprimere grande soddisfazione per quello che siamo sttai in grado di fare in questi mesi e quindi nel primo anno di nuova vita del jOURnal, sono certo che con l'anno due vi renderemo ancora più orgogliosi di essere nostri lettori. Ci rivedremo a fine gennaio.

Editoriale di fine annodi Various

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Testamento di un suicida natalizio di Dioneo

Testamento di un suicida natalizioA cura di Dioneo

Stufo di trovare un mondo rosso,Lascio questo scritto in bella vista,

Affinché chi lo trova non sia scosso,L’ho fatto controllare al mio analista.

Il mio immobile consegno emozionato,Al fine di ottenerne benefici,

Alla grande organizzazione che è il papato,A patto che ne pagheranno l’ICI.

Agli amanti delle grandi mangiateElargisco la mia intera fantasia,

Per far sì che non vi dispiacciateNel fare i conti con l’aerofagia.

La mia pensione non si è manifestata,Presa in consegna per salvar la faccia,

Perciò regalo all’economia malata,Del mio sangue, fino all’ultima goccia.

Mi resta giusto il tempo di un saluto,Prima di subire un’inflazione,

Quindi auguro con sorriso compiaciutoBuone feste dalla redazione.

Letteratura

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Il giorno qualunqueIl giorno di Natale.Un figlio piangeva e il padre, abbracciandolo, gli insegnò che l'amore è il dono più bello.Un ricco rideva, come aveva sempre fatto.Un povero era triste, un altro odiava, un altro ancora passeggiava solo.Due innamorati erano felici, lo erano sempre stati, insieme, e lo furono per sempre.Il giorno di Natale.Un poeta fissava il foglio bianco.Qualcuno scriveva del Natale, altri lo vivevano.Tre persone erano sole: una guardava fuori dalla finestra, l'altra piangeva, la terza dormiva.Un viaggiatore ricordava, uno sperava, ma tanti altri semplicemente viaggiavano.Il giorno di Natale.Un albero sfavillante era ammirato da tutti e tutti lo guardavano meravigliati, e a nulla servivano i suoi lamenti.Qualcuno scartava con gioia il regalo, altrove qualcuno aveva fame.Dei bambini aspettavano Babbo Natale, dei bambini aspettavano il Babbo, anche a Natale.Il giorno di Natale.Il critico criticava, l'ingenuo viveva, e tutti erano più ipocriti.Il giorno di Natale.Era il giorno qualunque.Uno come molti, tutti come uno soltanto.

Un giorno qualunquedi Halfheart

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La rivincita di NataleCinema

un lento pugno in facciaA cura di El_Maxo

Visto che non sono un tipo "eccessivamente" natalizio, ero preso dal panico nel tentativo di impreziosire questo particolare numero. E dal nulla, con voce straordinariamente suadente, la rinomata J. mi ha consigliato di regalarvi un titolo papabile, un film di alto profilo, come strenna natalizia. Superata la conseguente turbolenza cardiaca, riac-quistata la lucidità, vi propongo la visione di un'italianissima perla del cinema italiano, firmata Pupi Avati: La rivincita di Natale.Personalmente sono scettico sui sequel, quasi mai all'altezza del primo, ma in questo caso particolare La rivincita di Natale (2004) è di gran lunga più bello del suo antesignano, dello stesso regista, titolato Regalo di Natale del 1986. Per comprendere il secondo però, è necessario citare brevemente il primo.Franco Mattioli (Diego Abatantuono), incastrato in una partita truccata dai suoi amici e compari, trascorre un memorabile Natale all'insegna della più grossa batosta economica e morale della sua esistenza. Diciotto anni dopo però, e con questo inizia il film in questione, il pubblico lo ritrova economicamente in sesto come ricco imprenditore proprietario di quasi tutti i cinema della Lombardia.Casualmente incontra il dottor Renato Delai (impersonato da Osvaldo Ruggieri, già in Il mostro dagli occhi verdi, prima produzione fantascientifica italiana datata '62), stimato oncologo, che attira l'attenzione del nostro protagonista annunciandogli il grave stato di salute in cui verte il suo amico Lele Bagnoli (Alessandro Haber), e si rivela interessato alla famosa partita che stroncò le finanze del suo interlocutore.Il Bagnoli, raggiunto da Mattioli, si dichiara pentito di aver preso parte alla truffa ai suoi danni, asserendo che, per liberare la sua coscienza in vista della morte prossima, vorrebbe ricostruire lo stesso tavolo di diciotto anni fa, con l'intenzione di fargli da palo (per chi non avesse dimestichezza col linguaggio del poker, il palo è il giocatore che ne spalleggia un altro per falsare una mano o un'intera partita). I compari storici(Ugo Cavarra alias Gianni Cavina e Stefano Bertoni interpretato da George Eastman) acconsentono a partecipare, unico problema è tirar dentro l'avvocato Santelia, rivale storico di Abatantuono e rinomato squalo del tavolo verde,

sullo schermo attraverso la splendida interpretazione di Carlo delle Piane, rinomato del cinema italiano. Malgrado una prima reticenza di questo, un dialogo a quattr'occhi col protagonista lo convince a partecipare.Alla trama principale si intrecciano piani narrativi paralleli convergenti col prioritario ossia le storie personali dei singoli protagonisti, tra le quali risalta proprio quella di Mattioli, che, tradendo la moglie, instaura una relazione con la giovanissima compagna del dottor Delai. Giunti al tavolo verde, e distribuite le carte, inizia la partita. Primo colpo di scena: dopo un sospettoso inizio, Mattioli riceve una telefonata dal vero dottor Delai scoprendoche, l'uomo che a lui si è presentato con quel nome, altri non è che un losco figuro, che serpeggia nel mondo clandestino del gioco d'azzardo, finanziando partite truccate ai danni del malcapitato di turno. E, tornato al tavolo, scopre con rammarico che il malcapitato, anche stavolta, come diciotto anni prima, è lui. Un crescendo, lento ma costante come una valanga, accompagna Mattioli sino al finale, e di sicuro non sarà quello che vi aspettate. Avati sarà capace di colpirvi in pieno volto, come se una piuma trasportata dal vento, toccandovi, riuscisse a schiacciarvi sotto il peso delle rivelazioni che nasconde.Pupi Avati è un maestro nell'indagare i sentimenti. Riesce a mostrarli, nudi e concreti, allo spettatore, costruendo pellicole lente ma gravi, gravide di significato, quiete e riflessive ma al contempo estremamente coinvolgen-ti.E, una volta predisposto lo spettatore ad un particolare stato d'animo, basta un nul-la, un evento inaspettato e fugace, a stravolgere il cor-so degli eventi. Lo spettatore però non muta d'animo alla stessa velocità del film, e si ritrova, spaesato e stupito, ad assistere all'inaspettato. Insomma, l'effetto sorpresa è tanto assicurato quanto ben formulato: non è un film di zombie di zombie di serie Z, dove, per creare suspense sono necessarie

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ambientazioni sepolcrali e lugubreggianti, colonne sonore vagamente apocalittiche, bruschi rumori e grida improvvise accompagnate da inquadrature sanguinolente o primi piani di facce stravolte.Dimenticate tutto questo, in questo film l'effetto sorpresa lo gusterete, pacatamente, all'interno di voi stessi.Si dice che se arrivaste ad un tavolo da poker e, già dalla prima mano, non siete in grado di identificare il pollo, vuol dire che siete voi. E attorniati da cast straordinario e regista impeccabile, indovinate un po’ chi è il vero pollo della situazione??!

La rivincita di Natale, un lento pugno in facciadi El_Maxo

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Vaccanze di Natale a cortinadi Kado92

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Vash the Stampede non gioca a dadiGasback è salvo, i suoi complici altrettanto, e questi soggetti vengono lasciati liberi nel mondo.Vent'anni dopo, anni di rapine, furti e omicidi, Gasback decide di regolare i conti con Malak e i suoi due complici, cerca la vendetta; non un semplice omicidio in stile cowboy (un duello da un solo colpo) ma con un piano lungo ed armoniosamente architettato. Non per ucciderli fisicamente ma teso ad ucciderli moralmente: distruggere tutto ciò che questi hanno costruito, privandoli del loro potere, della loro ricchezza: insomma uccidendo la vita che essi conducono. L'obiettivo è cogliere, nel loro sguardo, la disperazione; quel senso di vuoto lacerante e spaventoso… insomma, vi avevo detto già che Gasback è un tipo particolare, giusto?Bhè, se particolare lo è lui, figurarsi l'uomo dai capelli a punta che gli ha regalato anni di vita?

Sulle tracce di Gasback, Vash incontra un personaggio molto particolare, una pistolera abile dai capelli rossi, chiamasi Amelia, che… vabbè, meglio non anticipare troppo, no?Questa produzione contiene un sottotraccia riflessivo molto particolare. Come in tutti gli anime nipponici, si nota una progressiva, ma molto funzionale, assimilazione di concetti propri della più alta filosofia occidentale. In questo caso, Vash incarna lo spirito dell'eterno ritorno (e per rispetto di Nietzsche non l'eterno riposo!), che consta di due elementi; il primo è semplice: compiere un'azione in conformità ai propri principi (ossia il salvataggio di Gasback), il secondo è più complicato: assumersi la responsabilità delle conseguenze dell'azione senza ridiscutere l'azione stessa. Se vi domandate come potrà il protagonista fare tutto ciò, e porvi rimedio senza essere esso stesso causa di quella morte che, malgrado tutto, ha voluto evitare, non vi resta che premere play, il film contiene tutte le risposte. Secondo punto fondamentale: questo film, come commistione di comico e riflessivo non è umoristico.

Può un film d'animazione far ridere e riflettere al contempo? Se volete una risposta a questa domanda vi consiglio di rivolgere la vostra attenzione su Trigun: Badlands Rumble, l'ultimogenito appartenente alla saga del pistolero dai capelli a punta.Per chi non ne fosse già a conoscenza, Trigun è un manga firmato Yasuhiro Nightow, del 1995 ma nel nostro Paese dal 2001. Nel 1998 in Giappone, In Italia dal 2000 (trasmessa su Mtv) è arrivata la versione animata di questo divertente capolavoro nipponico.Protagonista principale è Vash de Stampede, uno strampalato umanoide, molto abile con la pistola, costretto suo malgrado ad affrontare pericolose vicissitudini (comprensive di sparatorie, fughe rocambolesche e situazioni al limite del demenzial-comico) di cui, stranamente, risulta esserne sempre il colpevole, la causa scatenante. Proprio per questo è conosciuto al mondo col soprannome del Il Tifone Umanoide, a cui è stata assegnata una taglia da capogiro, mai però proporzionata ai danni materiali che il suo passaggio è capace di causare. Esuliamo dal trattare le vicende contenute nel manga, divagheremmo troppo, anche se, per comprendere il film, e il suo relativo protagonista, è consigliato accostarsi primariamente alla visione almeno dell'anime a puntate. Il film si apre con un flashback dal passato. Il nostro protagonista è spettatore di una rapina in banca, attuata da un noto e corpulento criminale chiamato Gasback accompagnato dai suoi scagnozzi. Come tutti i personaggi della serie, anche Gasback è un tipo particolare: le rapine, il semplice atto di sottrarre denaro, non sono, da lui, interpretate come manifestazioni esterne di furto in se stesse, ma assumono una ritualità ed una valenza quantomeno singolare.

A cura di El_Maxo

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L'umorismo per definizione vede il momento ilare e quello della sua intellettiva assimilazione, come due step conseguenti a livello temporale, ed è la riflessione che genera il riso (amaro) finale. In questo caso il comico e il serio sono due momenti sinottici, come due corde distinte su uno stesso manico, suonate singolarmente non presentano difetti di sorta, ma pizzicate assieme generano un accordo che amplifica la loro armoniosità, in una armonia singolare e sorprendente.Tutto questo nella tipica ambientazione che i fan di Vash conoscono, con i soliti personaggi (le assicuratrici preoccupate Meryl Stryfe e Milly Thompson e il reverendo non canonico Nicholas D. Wolfwood), insomma, gli ingredienti di base ci sono tutti, e la miscela è esplosiva.Ricordate solo: se questo scritto vi incuriosisce e vi verrà voglia di guardare il film, la decisione è vostra, siete stati voi a tirare i vostri dadi! Doveste reclamare indebite mie personali responsabilità, se non dovesse piacervi, direi che state sbagliando: del film non avete capito nulla! Rivedetevelo.

Vash the Stampede non gioca a dadidi El_Maxo

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An ADBScan Christmas Caroldi Yoru

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L'utopia del Natale. Ma anche no. O sì.A cura di Boy Knaves

Oggi nessuno crede più a Babbo Natale. Che poi, come dice una nota DJ di ADB "quello era verde prima e poi l'ha inventato la Coca Cola vojo dì checcavolo eh". Personalmente penso che sia un bene che nessuno creda più a Babbo Natale, perché se esistesse, oggi, sarebbe un cocainomane probabilmente pedofilo. Il nostro modo di sentire la realtà cambia con i tempi. Quindi anche la realtà cambia con i tempi. Io non so cosa sia il Natale oggi per voi. So cos'è per me.

Naturalmente è, per molti popoli, la principale festa religiosa. Ma per me il Natale va oltre la religione. Si tratta di una tregua dagli schizzi di vita che ci cadono addosso tutti i giorni, in ogni momento. Allora, non per fare il Savonarola di turno – ce ne sono già troppi -, pensate a vivere bene questo momento. Viverlo bene vuol dire viverlo con qualcuno, condividerlo.

Il senso del Natale esisteva già prima del Natale. La necessità di unirsi, la koinonia invocata da Platone prima e Aristotele poi. Koinonia di fatto inapplicabile nella polis moderna, sì, certo. Ma per qualche giorno può essere messa in atto, eccome. Questo è il Nostro Natale. Così lo vedo io. Il momento nel quale l'homophonia si muta magicamente in symphonia. Questo non vuol dire Natale di sacrificio, quaresima e penitenza. Il primo a star bene dev'essere l'individuo e di conseguenza il suo prossimo.

Basta volerlo. La polis ideale sognata dai filosofi Greci può essere messa in vitro e sorgere per qualche secondo. Babbo Natale può tornare a essere un vecchio muschioso che dispensa regali e si può vivere un lampo di armistizio estatico in comunione con il prossimo.

Bene. Se avete creduto a tutto quello che ho scritto fino a ora leggendo e scuotendo il capo in segno di approvazione, siete degli idealisti persi. Natale è morto, insieme a Dio, Nietzsche e tutti gli altri farabutti ciarlatani teorizzatori di morti eccellenti (escludo me stesso dalla categoria, ovviamente, mi faccio questo regalo). Li ha seppelliti un rumeno con una cuffia rossa a pompon e la barba posticcia grigiastra. Posata la pala si è fumato una bella MS e ha vuotato la vescica sui lavori, in segno di rispetto e koinonia.

Se proprio volete far qualcosa di buono a Natale, non regalate cuccioli. Almeno così evitate che ai primi di luglio vengano scaricati sulle autostrade.

Un Felice Natale a Voi e ai Vostri Cari,

X-mas Knaves

L'utopia del Natale. Ma anche no. O sì.di Boy Knaves

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Intervista al co-caporedattore Various (slap!)A cura di Galdo81

Mauro, nato 24 anni fa in quel di Tirano(SO). Perito informatico, lavora in un negozio di riparazione pc.Lunatico, scazzone e molto introverso. Dopo alcune batoste prende la vita un po' come viene.Passioni: ama gli animali, cucinare e fa molto volontariato. Colore: verde. Numero: 13. Animale: gatto.

1. Perché quelle ali?

Quelle Ali sono legate agli angeli, creature che da sempre mi affascinano. Sono credente e praticante ma come tutti finita la cresima ho salutato Dio e mi sono fatto i cavoli miei, poi c’è stata una serie di situazioni che mi hanno portato a pensare e tentare di togliermi la vita, in quell’occasione mi ha fermato qualcosa. Forse un angelo? Forse il vento? Non saprei dirlo con certezza. Quel fatto però ha segnato la mia ricerca di una fede, finché non ho riscoperto quella che avevo fin dalla nascita.

2. Al jOURnal manca qualcosa o ce la facciamo così?Credo che il jOURnal sia un progetto di altissimo livello e di enormi potenzialità. Quello che manca è la pratica e la quotidianità del nostro lavoro.

3. Come mai Only Italy?Personalmente sono negato nelle lingue straniere. Molte canzoni che ascoltiamo sono in inglese, ma in realtà potrebbero dire “Hei lo sai che sei proprio uno sfigato che spendi soldi per ascoltarmi” che molti di noi continuerebbero a cantare queste canzoni. La canzone italiana di oggi è abbastanza “schifosa” ma almeno sai cosa ti stanno dicendo. Quindi la mia trasmissione propone musica italiana e cerca di far scoprire a tutti voi questa parte di Italia. Il titolo Only Italy invece è volutamente inglesato perché vuol far capire che quelle rare canzoni da me trasmesse in inglese sono comunque di autori/cantanti italiani.

4. Da credente, qual è il tuo rapporto col sesso?Da sempre e non solo da credente, trovo che il sesso fine a se stesso non faccia per me, tant’è che sono rimasto vergine fino alla veneranda età di 22 anni e l’ho fatto con un unica persona. Credo che il sesso debba essere l’espressione più pura dell’amore, perché è il fondersi e concretizzarsi del legame che c’è tra due persone. Amo fare sesso come chiunque, ma so stare senza. Non sento l’impulso irrefrenabile di saltar addosso ad ogni donzella con minigonna inguinale... L’essere credente in questo c’entra poco, anche se non lo fossi credo che mi limiterei a farlo con la persona che amo. O come al momento semplicemente non farlo.

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5. Cosa pensi della fila chilometrica assembratasi di recente a Roma davanti a un noto negozio di elettrodomestici?Credo che ci sia troppa gente che non ha nulla da fare...

6. Dove si trova il tuo pensatoio?Il luogo dove mi rifugio a pensare... non esiste un luogo fisico. Quando ne sento la necessità mi estraneo dal mondo con carta e penna e ci butto i miei pensieri, di solito sono proprio dei ragionamenti scritti che hanno senso logico.

7. Il tuo rapporto con alcol/fumo/droghe?Non mi drogo perché voglio avere il controllo consapevole delle mie azioni, quindi non ho mai fumato manco una canna. Allo stesso modo cerco di limitare l’uso di bacco e tabacco. Sul tabacco sono fortunato non ho mai preso il vizio, di norma fumo per limitare il nervoso...(in questo momento sto fumando) ma se va bene fumo un pacchetto all’anno.

8. La tua “droga” quotidiana?Attualmente è il forum....XD

9. Di cosa hai paura?Se intendi fobie, ho il terrore dei volatili, galline per prime... invece come paure in generale, ho paura del futuro perché non lo vedo particolarmente promettente e vedo molte difficoltà davanti...forse troppe.

10. Un tuo compagno di uscite ti si dichiara. Come la prendi? Un mio compagno, quindi uomo...sarebbe strano, molto strano, perché le persone con cui esco di solito sono amici che conosco da una vita e non aver capito questo aspetto di lui, mi farebbe sentire molto misero come amico.

L'intervista al co-caporedattore Various (slap!)di Galdo81

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Babbo NataleA cura di Profeta Hyena [Bot]

Babbo Natale, chiamato altrove anche Santa Claus, è un personaggio realmente esistito alla quale però nessuno crede.

Santa Claus (nato Santino Claus) nasce il 15 Gennaio 1492, pochi mesi prima della morte di Lorenzo de' Medici, in Lapponia, da padre tedesco (da cui prende il cognome) e madre del regno delle due Sicilie (da cui prende il nome).Chiamato nell'infanzia con l'amorevole nomignolo 'ciccione', Santino ottiene la sua rivincita a 29 anni, età in cui ha scoperto il processo per ottenere artificialmente l'acqua tiepida; la notizia venne tuttavia oscurata da Martin Lutero che, in quel periodo, si fece scomunicare.

Il mito di 'Santa Claus/Babbo Natale' è invece una serie di eventi tragicicomici, affiancata da una buona dose di sfortuna, amalgamata con una glassa di scherzo del destino:Santino la notte di Natale per "regalo" voleva tagliarsi la lunga barba ma non essendo ancora stata inventata la lametta nè tantomeno le forbici, dovette usare un'ascia da guerra; per cause non del tutto chiarite si tagliò la gola e dalla carotide cominciò a fluire il sangue che colorò tutti i suoi vestiti.La stupida morte, il giorno di Natale, indusse i parenti a chiamare il loro familiare babbo-Natale.Per poter assistere alla nascita di Babbo Natale è stata necessaria la morte di Santino ma la famiglia stessa, anni dopo, ha esternato orgoglio perchè che tra i tanti possibili sacrificabili, il fato ha scelto proprio il loro Santino.

Note di Profeta Hyena [Bot]:

BABBO NATALE NEL MONDO*Bosnia Erzegovina: Djed Mraz (Died Mraz = morto a Natale)Non viene specificato mai un nome ma la leggenda di Santino ha ispirato il 'Djed Mraz'.Danimarca: JulemandenFinlandia: JoulupukkiNorvegia: JulenissenSvezia: JultomtenTermini nordici che letteralmente significano 'niubbo', ovvero inetto nell'uso dell'ascia. Germania: WeihnachtsmannNome filologicamente ignoto, causa terrore nei bambini tedeschi, che preferiscono di gran lunga l'Uomo Nero o altri personaggi del genere.Portogallo: Pai Natal ("ha pagato a Natale")Riferito al prezzo che ha pagato Santino per avere la fama mondiale.Turchia: Noel Baba ("Babà di Natale")E' tradizione turca farcire i 'babà' con della crema rossa come tributo al sangue di Santino.Cile: Viejito Pascuero (Vegeth di Pasqua)A causa della differenza d emisferi, il Cile festeggia il Natale a Pasqua e viceversa.

Preso da qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Babbo_natale#Babbo_Natale_nel_mondoBabbo Natale

di Profeta Hyena [Bot]

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Tutto lo staff dell' AnimeDB jOURnal vi augura

un caloroso buon Natale e un buon inizio anno

La redazione

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Tutte le immagini sono state inserite in ottemperanza all'articolo 2 della legge

numero 2/08 quindi al comma 1-bis dell'Art. 70 della L.

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