Movimento Ecumenico terza parte

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Il Movimento Ecumenico V lezione Prof. Antonino PILERI BRUNO A.A 2012-2013 F ACOLTÀ TEOLOGICA DI SICILIA

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Il Movimento EcumenicoV lezione

Prof. Antonino PILERI BRUNO

A.A 2012-2013

FACOLTÀ TEOLOGICA DI SICILIA

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Lezione quinta

Apertura del Concilio Vaticano II al Movimento Ecumenico;

Figure che preparano il clima ecumenico del Vaticano II;

Ecclesiologia del Vaticano II: Lumen gentium-UnitatisRedintegratio;

Ermeneutica della riforma come superamentodell’ermeneutica della continuità/discontinuità;

Presentazione dell’Unitatis Redintegratio: nota storica;criteri di lettura, parti essenziali

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Il Concilio Vaticano II apre le porte al Movimento ecumenico

Fu il Concilio Vaticano II (1962-1965) a segnare l’aperturadefinitiva della Chiesa cattolicaverso l’ecumenismo.

Il concilio disegnò il ruolo deivescovi senza far dipendere inmodo diretto e subordinato il loroministero dalla funzioneprimaziale del Romano Pontefice.Questa scelta aprì ad una visionedi Chiesa fondata sulla communiosul concetto biblicamente fondatodi “popolo di Dio”.

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Si venne a creare il clima favorevole per affrontare il temadell’Unità al quale il Concilio Vaticano II dedicò un decretoche già nel titolo annuncia l’aspirazione ad il fine che lomuove “Unitatis Redintegratio” (Il ristabilimento dell’unità).

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Il recupero dell’unità è proclamata come principale intentodel Concilio Vaticano II: «Il ristabilimento dell’unità dapromuoversi fra tutti i cristiani è uno dei principali intentidel sacro concilio ecumenico Vaticano II» (U.R n. 1) .

La ricerca per fondare il dialogo con le altre chiese devediventare parte della formazione teologica, perché la ricercacomune aiuta il dialogo reciproco.

Quanto era stato coraggiosamente e silenziosamentepreparato nel corso dei decenni precedenti, trovò modo diesprimersi pienamente nella nuova stagione aperta dallaconvocazione del Concilio Vaticano II.

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Trent’anni prima delConcilio Vaticano II

Lo spirito ecumenico aveva cominciato a farsi

sentire in alcuni ambienti contemplativi eteologici cattolici, prima ancora che venisserecepito a livello ufficialeBasti ricordare L’Abbé Paul Couturier, ideatoredella “Settimana di preghiera per l’unità deicristiani” ed iniziatore del gruppo ecumenicoche si riunirà prima in Svizzera dal 1936, poialternativamente a Taizé e nella Trappa diDombes.

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Ecumenismo preparato dalla scuola dei Padri

Il domenicano Yves Congar fu membro dellaConferenza cattolica per le questioni ecumeniche edella commissione teologica preparatoria delConcilio Vaticano II.

Dell’Unitatis Redintegratio, Congar scrissenel 1965: “nessuno di noi, soltanto tre annifa, avrebbe potuto immaginare che essasarebbe diventata tale ed avrebbe raccoltoconsensi unanimi”.

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L’ecclesiologia del Concilio Vaticano II è un’ecclesiologiache coniuga l’unità e la pluralità delle Chiesa. Dimensioneprimaziale del primato papale e dimensione concliare delcollegio apostolico. Questa dialettica è palese in due

documenti: il decreto Unitatis Redintegratio e la

Costituzione dogmatica Lumen gentium.

In sintesi questi due documenti sviluppano due principiteologici fondamentali.

Ecclesiologia del Vaticano II

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L’ecclesiologia su cui si pone in relazione la Lumen gentium e

l’ Unitatis Redintegratio

L’enciclica Mystici Corporis (1943) aveva sottolineatol’identità tra la Chiesa fondata da Cristo e la Chiesacattolica.

L’enciclica di Pio XII richiama, sin dall’inizio, un legame dinaturale sviluppo fra la dottrina esposta e quanto è contenutonelle fonti della divina Rivelazione e della Tradizione dellaChiesa. L’espressione “Corpo mistico di Cristo”, scrive,“scaturisce e quasi germoglia da ciò che vienefrequentemente esposto nella sacra Scrittura e nei santiPadri” (M.C n. 13).

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Visione ecclesiologica della Lumen Gentium

Nella Lumen gentium la riflessione teologica si porta suposizioni inclusiviste.

«L’unica vera Chiesa fondata da Cristo sussiste (subsistit)nella Chiesa cattolica» (LG 8).

I padri conciliari affermano che Cristo si può servire dellecomunità separate come «strumenti di salvezza» (LG 8), inquesta luce va letto Unitatis Redintegratio n. 3. «Quelliinfatti che credono in Cristo e hanno ricevuto validamente ilbattesimo, sono costituiti in una certa comunione, sebbeneimperfetta, con la Chiesa cattolica».

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Ai teologi cattolici viene riconosciuto il compito di porre inevidenza il principio della «gerarchia della verità» cioè«un’ordine o gerarchia nella verità della dottrina cattolica,in ragione del loro rapporto differente col fondamento dellafede cristiana» (Unitatis Redintegratio n. 11).

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Nell’ecclesiologia che esce dal Concilio Vaticano II ognisingola comunità cristiana è come un punto che si pone incerchi concentrici più o meno vicini alla Chiesa cattolica, cioèa dire in base a quanti elementi di santificazione e verità esseabbiano conservato.

Al cerchio più stretto appartengono le Chiese ortodosseperché «quantunque separate, hanno veri sacramenti esoprattutto, in forza della successione apostolica, il sacerdozio el’eucaristia, per mezzo dei quali restano ancora uniti con noi dastrettissimi vincoli» (UR 15).

Nel seguente cerchio appartengono le Chiese della Riformache vengono definite «comunità ecclesiali» (UR 22) unite allaChiesa cattolica per il battesimo e la fede in Cristo.

Ermeneutica della Riforma

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Schema grafico riassuntivo

Chiese della Riforma

Chiesa Ortodossa

Chiesa Cattolica

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Scheda Unitatis Redintegratio

Nota storica: Il Decreto Conciliare Unitatis Redintegratio era

stato preparato dal Segretariato per l’Unione dei Cristiani. Fuvotato il 21 novembre 1964, con 2.137 voti favorevoli e solo 11contrari.

Criteri di lettura: 1) Non si parla mai di ecumenismo sottoforma di concetto o definizione dottrinale. Esso è tenutopresente sotto la forma detta «movimento ecumenico»; 2) ilDecreto sottolinea la dimensione storica del problemaecumenico, qui intesa come questione da sempre presente nellavita della Chiesa: fin dall’età apostolica; 3) la terza osservazioneriguarda il linguaggio che è proprio del Decreto. Si abbandonal’uso dei concetti di scisma ed eresia La diversità che separaviene presentata come «comunione non piena, non perfetta» ei cristiani fra di loro divisi si affermano come «fratelli separati».

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Proemio

1. Da Cristo Signore la Chiesa è stata fondata una e unica,eppure molte comunioni cristiane propongono se stesse agliuomini come la vera eredità di Gesù Cristo. Tutti inveroasseriscono di essere discepoli del Signore, ma hanno opinionidiverse e camminano per vie diverse, come se Cristo stessofosse diviso.

Tale divisione non solo si oppone apertamente alla volontàdi Cristo, ma è anche di scandalo al mondo e danneggia lapiù santa delle cause: la predicazione del Vangelo ad ognicreatura. Il Signore dei secoli (...) in questi ultimi tempi haincominciato a effondere con maggiore abbondanza neicristiani tra loro separati l'interiore ravvedimento e ildesiderio dell'unione.

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Anche tra i nostri fratelli separati è sorto anche per grazia

dello Spirito Santo un movimento che si allarga di giorno ingiorno per il ristabilimento dell'unità di tutti i cristiani.Questo sacro Concilio, (...) intende ora proporre a tutti icattolici gli aiuti, gli orientamenti, e i modi, con i qualipossano essi stessi rispondere a questa vocazione e a questagrazia divina.

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Cap. I

Principi cattolici dell’Ecumenismo

2. Per stabilire dovunque fino alla fine dei secoli questa suaChiesa santa, Cristo affidò al collegio dei dodici l'ufficio diinsegnare, governare e santificare. Tra di loro scelse Pietro,sopra il quale, dopo la sua confessione di fede, decise diedificare la sua Chiesa; a lui promise le chiavi del regno deicieli e, dopo la sua professione di amore, affidò tutte le suepecore perché le confermasse nella fede e le pascesse inperfetta unità, mentre egli rimaneva la pietra angolare e ilpastore delle anime nostre in eterno.

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3. Coloro infatti che credono in Cristo ed hanno ricevutovalidamente il battesimo, sono costituiti in una certacomunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa cattolica.

Giustificati nel battesimo dalla fede, sono incorporati a Cristoe perciò sono a ragione insigniti del nome di cristiani, e daifigli della Chiesa cattolica sono giustamente riconosciuti qualifratelli nel Signore.

Solo per mezzo della cattolica Chiesa di Cristo, che è ilmezzo generale della salvezza, si può ottenere tutta lapienezza dei mezzi di salvezza.

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4. Per «movimento ecumenico» si intendono le attività e leiniziative suscitate e ordinate a promuovere l'unità deicristiani, secondo le varie necessità della Chiesa e secondole circostanze. Così, in primo luogo, ogni sforzo pereliminare parole, giudizi e opere che non rispecchiano congiustizia e verità la condizione dei fratelli separati e perciòrendono più difficili le mutue relazioni con essi.

I fedeli cattolici nell'azione ecumenica si mostreranno senzaesitazione pieni di sollecitudine per i loro fratelli separati,pregando per loro, parlando con loro delle cose della Chiesa,facendo i primi passi verso di loro. E innanzi tutto devonoessi stessi con sincerità e diligenza considerare ciò che deveessere rinnovato e realizzato nella stessa famiglia cattolica,affinché la sua vita renda una testimonianza più fedele e piùchiara della dottrina e delle istituzioni tramandate da Cristoper mezzo degli apostoli.

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Cap. II

Esercizio dell’Ecumenismo

7. Non esiste un vero ecumenismo senza interioreconversione. Infatti il desiderio dell'unità nasce e matura dalrinnovamento dell'animo, dall'abnegazione di se stessi e dalpieno esercizio della carità.

«Vi scongiuro dunque - dice l'Apostolo delle genti - io, chesono incatenato nel Signore, di camminare in modo degnodella vocazione a cui siete stati chiamati, con ogni umiltà edolcezza, con longanimità, sopportandovi l'un l'altro conamore, attenti a conservare l'unità dello spirito mediante il vincolodella pace» (Ef 4,1-3).

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8. Questa conversione del cuore e questa santità di vita,insieme con le preghiere private e pubbliche per l'unità deicristiani, devono essere considerate come l'anima di tutto ilmovimento ecumenico e si possono giustamente chiamareecumenismo spirituale.

In alcune speciali circostanze, come sono le preghiere chevengono indette «per l'unità» e nelle riunioni ecumeniche, èlecito, anzi desiderabile, che i cattolici si associno nellapreghiera con i fratelli separati. Queste preghiere in comunesono senza dubbio un mezzo molto efficace per impetrare lagrazia dell'unità e costituiscono una manifestazione autenticadei vincoli con i quali i cattolici rimangono uniti con i fratelliseparati: «Poiché dove sono due o tre adunati nel nome mio,ci sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20).

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Tuttavia, non è permesso considerare la «communicatio insacris» come un mezzo da usarsi indiscriminatamente per ilristabilimento dell'unità dei cristiani.

Circa il modo concreto di agire, avuto riguardo a tutte lecircostanze di tempo, di luogo, di persone, decidaprudentemente l'autorità episcopale del luogo.

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Cap. III

Chiese e comunità ecclesiali separate da Roma

13. Rivolgiamo ora il nostro pensiero alle due principalicategorie di scissioni che hanno intaccato l'inconsutile tunicadi Cristo.

Le prime di esse avvennero in Oriente, sia per lacontestazione delle forme dogmatiche dei Concili di Efeso e diCalcedonia, sia, più tardi, per la rottura della comunioneecclesiastica tra i patriarchi orientali e la sede

romana.

Le altre sono sorte, dopo più di quattro secoli, in Occidente, acausa di quegli eventi che comunemente sono conosciute conil nome di Riforma.

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Disciplina con gli orientali

16. (…) fin dai primi tempi le Chiese d'Oriente seguivanodiscipline proprie, sancite dai santi Padri e dai Concili, ancheecumenici. Una certa diversità di usi e consuetudini, (…) nonsi oppone minimamente all'unità della Chiesa, anzi neaccresce la bellezza e costituisce un aiuto prezioso alcompimento della sua missione perciò il sacro Concilio, ondetogliere ogni dubbio dichiara che le Chiese d'Oriente,memori della necessaria unità di tutta la Chiesa, hannopotestà di regolarsi secondo le proprie discipline, come piùconsone al carattere dei loro fedeli e più adatte a promuovere il bene delle anime.

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Chiese e Comunità ecclesiali separate in Occidente

19. Bisogna (…) riconoscere che tra queste Chiese eComunità e la Chiesa Cattolica vi sono importantidivergenze, non solo di carattere storico, sociologico,psicologico e culturale, ma soprattutto nell'interpretazionedella verità rivelata.

22. Col sacramento del battesimo, (...) l'uomo è veramenteincorporato a Cristo crocifisso e glorificato e viene rigeneratoper partecipare alla vita divina. Il battesimo quindicostituisce il vincolo sacramentale dell'unità che vige tratutti quelli che per mezzo di esso sono stati rigenerati.Tuttavia il battesimo, di per sé, è soltanto l'inizio e l'esordio,che tende interamente all'acquisto della pienezza della vita inCristo.

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Pertanto esso è ordinato all'integra professione della fede,all'integrale incorporazione nell'istituzione della salvezza,quale Cristo l'ha voluta, e infine alla piena inserzione nellacomunità eucaristica.

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Grazie!

Prossima lezione 22 marzo 2013

Prof. Antonino Pileri Brunowww.luxecclesiaeorientalis.org