Momenti di comunicazione n.2

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Momenti di Comunicazione - Bimestrale di informazione e approfondimento su media, opinion leader, tecniche ed eventi di comunicazione – n°2– novembre 2010 Spazio RP editoria e servizi per la comunicazione Bimestrale di informazione e a pp rofondimento su media , o p inion leader , tecniche ed event i di comunicazione Venerdi 19 e sabato 20 novembre il secondo Simposio Inter- Mediterraneo sulle Relazioni Pubbliche riunirà a Catania il gotha dei comunicatori dei Paesi del bacino. Editoriale Ci sono mille momenti in cui siamo felici, stanchi, preoccupati, scontenti, orgogliosi di fare il mestiere di comunicatori. Con questa piccola rivista, in poche pagine, vorremmo condividerne qualcuno con voi. Se il primo numero era dedicato a Milano e al suo ruolo guida nel mercato italiano della comunicazione, il secondo è dedicato al Sud. Alla complessità di farci impresa, alle difficoltà di bilancio che da sempre impediscono alle sue amministrazioni locali di fargli fare il salto di qualità di cui ha bisogno, alle risorse sempre più scarse del suo sistema universitario sempre più affollato, alle mille problematicità che rendono faticoso fare comunicazione seriamente. Ma anche alla sua creatività, al suo essere al centro del Mediterraneo, alle sue spettacolari bellezze, alla sua storia di popoli così diversi. Abbiamo provato anche in questo numero a raccontare qualche storia, a fornire qualche notizia, a dare un piccolo contributo di riflessioni e approfondimenti, convinti che comunicare la comunicazione non sia un esercizio superfluo. Siamo orgogliosi che nuove agenzie abbiano chiesto di essere citate, di avere lo spazio su questo periodico per raccontare la loro esperienza; che molti corsi di formazione abbiano gradito questa rivista e l’abbiano distribuita ai loro alunni e, anzi, abbiano chiesto di contribuire con i loro docenti a migliorarla ed arricchirla; che nomi piccoli e grandi del nostro settore abbiano provato il desiderio di partecipare al nostro progetto. Buona lettura e al prossimo numero. IL SE R RVIZIO CHE SEMPLIFICA LE SCELTE STRATEGICHE DI COMUNICAZIONE interviste in profondità a giornalisti e opinion leader per comprendere cosa pensano di voi, dei vostri prodotti, dei temi al centro delle vostre campagne di RP. un servizio della redazione giornalistica di Spazio RP info su www.spazio-rp.it Sabato 20 e domenica 21 a Potenza il “salone delle imprese per le imprese” del Mezzogiorno BtoBe. Come si comunica la storia Pino Aprile Marketing territoriale e Mezzogiorno Rino Scoppio House organ: istruzioni per l’uso Giancarlo Panico Comunicazione Momenti di

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Secondo numero di Moementi di comunicazione il bimestrale di informazione ed approfondimento sui temi della comunicazione, media, opinion leader ed eventi. Edito da Spazio RP (http://www.spazio-rp.it)

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Bimestrale di informazione e approfondimento su media, opinion leader, tecniche ed eventidi comunicazione

Venerdi 19 e sabato 20 novembre il secondo Simposio Inter-Mediterraneo sulle Relazioni Pubbliche riunirà a Catania il gotha dei comunicatori dei Paesi del bacino.

EEddiittoorriiaallee Ci sono mille momenti in cui siamo felici, stanchi, preoccupati, scontenti, orgogliosi di fare il mestiere di comunicatori. Con questa piccola rivista, in poche pagine, vorremmo condividerne qualcuno con voi.

Se il primo numero era dedicato a Milano e al suo ruolo guida nel mercato italiano della comunicazione, il secondo è dedicato al Sud. Alla complessità di farci impresa, alle difficoltà di bilancio che da sempre impediscono alle sue amministrazioni locali di fargli fare il salto di qualità di cui ha bisogno, alle risorse sempre più scarse del suo sistema universitario sempre più affollato, alle mille problematicità che rendono faticoso fare comunicazione seriamente. Ma anche alla sua creatività, al suo essere al centro del Mediterraneo, alle sue spettacolari bellezze, alla sua storia di popoli così diversi.

Abbiamo provato anche in questo numero a raccontare qualche storia, a fornire qualche notizia, a dare un piccolo contributo di riflessioni e approfondimenti, convinti che comunicare la comunicazione non sia un esercizio superfluo.

Siamo orgogliosi che nuove agenzie abbiano chiesto di essere citate, di avere lo spazio su questo periodico per raccontare la loro esperienza; che molti corsi di formazione abbiano gradito questa rivista e l’abbiano distribuita ai loro alunni e, anzi, abbiano chiesto di contribuire con i loro docenti a migliorarla ed arricchirla; che nomi piccoli e grandi del nostro settore abbiano provato il desiderio di partecipare al nostro progetto.

Buona lettura e al prossimo numero.

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interviste in profondità a giornalisti e opinion leader per comprendere cosa pensano di voi, dei vostri prodotti, dei temi al centro delle vostre campagne di RP. un servizio della redazione giornalistica di Spazio RP

info su www.spazio-rp.it

Sabato 20 e domenica 21 a Potenza il “salone delle imprese per le imprese” del Mezzogiorno BtoBe.

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Il nostro tuttodunfiato di questo numero parte con l'annuncio della scomparsa di un nostro collega perito nel tentativo di dettare i cambi di poltrona che seguono prima telefonicamente poi … a seguire la cronaca di quei momenti disperati. selezione degli aggiornamenti registrati dalla redazione Spazio RP per il database degli opinion leader RP 2.0

Quando ho iniziato a lavorare al Mattino di Napoli il mio capo, Matteo Cosenza, mi diceva sempre “il nostro compito è raccontare la gente”. Un’espressione figurata, diffusa nelle redazioni di cronaca, che racchiude il senso più profondo della comunicazione: raccontare storie. I media raccontano storie, i libri raccontano storie, il teatro racconta storie, il cinema racconta storie, le aziende rappresentano storie che i comunicatori devono imparare – e ritornare – a raccontare. Cambiano i tempi, cambia la società, cambiano i protagonisti, cambia il modo di relazionarsi, cambiano i mezzi ma l’elemento sociologico fondamentale resta la narrazione. D’altra parte, se ci si riflettete su un momento, ogni incontro della nostra vita quotidiana, ogni relazione è caratterizzata da un racconto. Il segreto del successo della comunicazione, di un’organizzazione come di una persona, di un prodotto come di un servizio, è tutto nella capacità di “raccontare” e “raccontarsi”. Un monito che è stato ribadito, di recente, al secondo convengo nazionale sulla narrazione d’impresa che si è tenuto all’Università di Pavia.

“Le organizzazioni raccontano storie, sono storie, sfruttano le storie" come sostiene Andrea Fontana, docente di Narrazione d’Impresa all’Università di Pavia e Presidente dell’Osservatorio sullo Storytelling. Da una recente ricerca dell’Università di San Diego in California è emerso che “ogni statunitense (ma il dato è verosimile anche per l’occidentale medio) consuma 34 gigabyte di informazione all’anno. E ci impiega 11,6 ore al giorno per smaltirla. Di questa, gran parte è di tipo visuale. Tra il 1980 e il 2008 il numero di byte consumati dagli americani è aumentato del 350 per cento, con un tasso annuale di crescita del 5,4 per cento. Il problema è che il tempo a disposizione per processare questa valanga informativa non si è allungato conseguentemente. In questo scenario la differenza la fa la capacità di raccontare storie, di dialogare con i propri stakeholder, di trasformare la comunicazione di un’organizzazione, più o meno grande, più o meno complessa, in una storia. Comunicare, dunque, non significa solo passare informazioni, utilizzare strumenti, tecnologie o costruire progetti e attività, significa – principalmente – “dare un senso” alla storia dell’organizzazione, al suo rapporto con gli stakeholder, ai suoi prodotti o servizi. Non è sufficiente, dunque, “saper fare” ma occorre “far sapere” e “saper rappresentare e argomentare” (storytelling) affinché il valore possa essere trasmesso e incrementare.

MMOOMMEENNTTII CCRRIITTIICCII Il beffardo senso dell'umorismo della Storia. "Il Trota", tra Jacques de La Palice e il Caso Profumo.

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hhhhhhhhhhhh!

Rubrica a cura di Giancarlo Panico* *Responsabile informazione e editoria Ferpi

pag 2 - Momenti di Comunicazione – novembre 2010

Sempre più stretto il giogo dei partiti politici intorno la società civile. Il caso Profumo, a detta di molti, è il segnale che, attraverso le Fondazioni Bancarie, i partiti e la Pubblica Amministrazione stanno entrando nelle stanze dei bottoni del sistema finanziario. L'ultimo monito è quello del nuovo Amministratore Delegato, Federico Ghizzoni: "La politica deve tenersi lontana dalle Banche e anche dalle Fondazioni che ne sono azioniste!". Un monito che sembra un'anatema, date le innumerevoli dichiarazioni di Umberto Bossi, sulla "voglia matta" del Carroccio di inserire propri uomini all'interno delle Fondazioni. I Consiglieri di Amministrazione delle Fondazioni bancarie, infatti, sono nominati direttamente dagli enti locali, in cui si può far pesare la propria forza elettorale. Così, saranno in grado i partiti politici e la Pubblica Amministrazione di assicurare una buona gestione o creeranno rapporti clientelari, che paralizzeranno il Sistema Finanziario italiano? Riusciranno i partiti politici e la Pubblica Amministrazione a ...

……..zzzzzzzzzzzzaacc!!!!!! Gli uomini dei partiti politici italiani entrano trotescamen- te all'interno delle Fondazioni, azioniste delle Banche. Ma- nipolare voti e denaro. Quanto conta, in denaro, il peso elettorale? Se questa fosse una domanda posta dall'arbore- sco Catalano la risposta sarebbe lapalissiana. TROPPO. Il peso politico sarebbe così gravoso, che la società civile collasserebbe, schiacciata dalla corruzione. Così, propongo ai lettori, di immaginare il figlio di un potente uomo politico che siede nel Consiglio d'Amministrazione della più grande banca italiana. (Per carità! È solo un pensiero paradossale!). Il figlio in questione si comporterebbe in modo irreprensibile, salvaguardando il bene degli investitori o baratterebbe, senza pensarci due volte (e su questo sarebbero pochi i dubbi) voti per denaro? Lapallissiano! Peccato che il Maresciallo di Francia, Jacques de La Palice (morto nell'Assedio di Pavia nel 1524), non era un uomo che diceva ovvietà. L'aggettivo lapalissiano deriva sì dal suo nome, ma soprattutto da una canzone, che gli fu dedicata alla sua morte, storpiata per un errore di trascrizione. "Se non fosse morto farebbe ancora invidia", che diventa: "se non fosse morto sarebbe ancora in vita", e da qui il truismo e il beffardo senso dell'umorismo della Storia. Così, seguitiamo ad immaginare, che il beffardo senso dell'umorismo della storia, toccasse il figlio del potente uomo politico, e il suo nome (o meglio soprannome), tra 600 anni, venisse usato come aggettivo per identificare, non un comportamento moralmente deprecabile, ma al contrario, onesto e irreprensibile. "Ha aiutato una vecchietta a portare la spesa? Ma che ragazzino trotesco! Il Preside di una scuola che raccomanda la figlia alla commissione d'esame? Ma dove è finito il senso trotesco della meritocrazia!". Per fortuna è solo un pensiero paradossale, frutto di una turpe immaginazione. Il beffardo senso dell'umorismo della Storia non sarebbe mai così beffardo. E tra 600 anni, chi ha appena finito di leggere questo articolo, a Dio piacendo, sarà impegnato in più gradevoli paradossi. Sicuramente troteschi. © Antonio De Luca

i cambi di poltrona più veloci della Penisola

SINDACATI E ASSOCIAZIONI Cominciamo con Vladimir Nanut che diventa Presidente dell'Asfor Associazione Italiana per la Formazione Manageriale dopo la prematura scomparsa del Professor Luigi Pieraccioni e di Claudio Pagliano che sostituisce Andrea Ugolini come nuovo Presidente di Confindustria Pesaro-Urbino così come è fondamentale per noi citare a questo punto il cinquantaduenne Wolfango Pirelli che prende il posto di Alberto Anghileri alla guida della CGIL di Lecco e di Giovanni Roveda che diventa il nuovo Direttore Generale di Confindustria Reggio Emilia o di Marco Scognamiglio che sale a nuovo Direttore dell'INDPAP di Piacenza tutto questo in modo da onorare il nostro giovane cronista che seguita a fare i nomi di Mario Noera come nuovo Presidente dell’Associazione Italiana degli Analisti Finanziari o di Francesca Marchini nuovo Segretario di Assosolare o Francesco Giribaldi nuovo Presidente della Federconsumatori di Imperia mentre noi dall'altro capo del cellulare prendiamo vorticosamente nota dei cambi di poltrona in seno all'Associazione Private Banking dove Dario Prunotto prende il posto di Paolo Molesini e di quello relativo all'avvicendamento tra Francesco Peduto nuovo Presidente dell'Ordine dei Geologi della Campania al posto di Francesco Russo mentre a Savona Alessandra Orsero diventa la nuova Presidente di ISOMAR Associazione che riunisce gli Agenti Marittimi e Alberto Branda nuovo Presidente di Federconsumatori e ancora non riusciamo a credere allo sforzo del nostro giovane cronista nel dirci che Claudio Varrone è nuovo Commissario dell'UNIRE Unione Incremento Razze Equine o Filippo Mulè che diventa il nuovo Segretario dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia o Antonio Sticco nuovo Presidente del Consorzio Oromare di Marcianise a Caserta ma seguitiamo a registrare “i carpiati” di Piero Montinari che da Presidente di Confindustria Lecce diventa Presidente di Confindustria Puglia e di Sandro Cepollina che da Presidente di Confindustria Imperia diventa Presidente di Confindustria Liguria così capendo l'immenso sacrificio del nostro giovane collega facciamo in modo che tale durissima prova non risulti inutile e dunque

prendiamo freneticamente nota che a livello locale e in particolar modo a Cremona Massimiliano Montani è il nuovo Presidente della CNA e che ad Enna Nicola Tarantino è il nuovo Commissario straordinario del Consorzio ASI e che a L'Aquila Gianni Frattali succede a Filiberto Cicchetti alla guida dell'ANCE e che a Rovigo Fulvio Dal Zio è il nuovo Segretario della CGIL mentre a livello nazionale Giuseppe Ienzi è il nuovo Direttore Generale di Artigiancassa e Antonello Maietta è il nuovo Presidente dell'Associazione Italiana Sommelier così come “dulcis in fundo” alla guida della CGIL Susanna Camusso prende il posto di Guglielmo Epifani ISTITUZIONI finalmente superata la stesura dello spoil system associazionistico ci appropinquiamo a quella non meno impegnativa relativa al mondo istituzionale e così dopo esserci assicurati che il nostro giovane cronista sia in grado di proseguire registriamo la curiosa nomina di Luciano Iacobitti che per soli 9 mesi sarà il nuovo Direttore dell'Agenzia Molise Lavoro mentre in Sicilia Giuseppe Gini è il nuovo

Soprintendente del Mare e Alessandro Ferrara il nuovo Soprintendente dei Beni Culturali e Ambientali a Messina così come nuovo Soprintendente Archeologico a Pompei è Jeanette Papadopulos mentre il Nucleo Industriale di Campobasso-Boiano ha come nuovo Presidente Antonio Romano ma avvertiamo che il nostro giovane collega che è doveroso aggiungere lavorava in nero inizia a dare segni di evidente ansia respiratoria ma ciononostante seguita a spiegarci che a livello regionale è stata tracciata da non si sa bene chi una parabola che partendo dalla nomina di Maurizio Franz come nuovo Presidente del Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia passa per Raffaella Paita nuovo Assessore alle Infrastrutture della Regione Liguria fino a giungere in Sicilia dove la Giunta Regionale è stata strutturata “ex novo” senza dimenticare “i movimenti” nelle Camere di Commercio e in particolare in quella di Milano dove Umberto Bellini è il nuovo Presidente dell'azienda Formaper o in quella di Savona in cui Luciano Pasquale è diventato nuovo Presidente così come riusciamo a malapena a capire i cambi nelle Questure italiane partendo da Alessandro Marangoni nuovo Questore di Milano passando da Nicola Zito di Palermo fino ad arrivare a Giovanni Sarlo di Novara e visto che Giuseppe Brienza diventa il nuovo Presidente dell'Autorità per i Contratti Pubblici il nostro giovane cronista non dimentica di dirci che Franco Perco è il nuovo Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e che Stefano Bigaroni già Sindaco di Narni (TR) diventa anche nuovo Presidente della Comunità Montana di Orvietano Narnese Amerino e Tuderte così come sarebbe un'offesa mortale per il nonstro collega sempre più provato non citare Aldo Cosentino che diventa nuovo Commissario del Parco Nazionale delle Cinque Terre UNIVERSITÀ arrivati a derubricare i cambi di poltrona in seno all'ambiente accademico un imprevisto fa sussultare all'unisono tutti i nostri cuori quando apprendiamo che il nostro collega accortosi che la batteria del cellulare era quasi scarica in un estremo atto eroico ci stava dettando i nomi correndo verso la redazione così capendo l'enorme sacrificio seguitiamo a scrivere tremando che all'Università di Foggia Maurizio Ricci è il nuovo Preside della Facoltà di Giurisprudenza mentre Matteo Di Biase di quella di Medicina così come all'Università di Palermo il nuovo Preside della Facoltà di Giurisprudenza è Antonio Scaglione mentre Mario Giacomarra è il nuovo della Facoltà di Lettere e giusto perché è impossibile non sottolineare la nomina di Marina Brollo come nuovo Preside della Facoltà di Economia a Udine sarebbe ignobile sempre secondo l'etica professionale del nostro giovane collega non sottolineare la nomina di Gerhard Glueher a nuovo Preside della Facoltà di Design e Arti all'Università di Bolzano o la nomina dei due nuovi Presidi di Facoltà all'Università di Ferrara Caterina Colombo ad Economia e Roberto Calabrese a Scienze mm.ff.nn. lì dove la sigla mm.ff.nn. nessuno in redazione sa cosa voglia significare ma ha poca importanza nel momento in cui sentiamo irrompere nell'edificio il nostro giovane cronista trafelato che ansimando ci dice che Massimo Mario Augello è il nuovo Rettore dell'Università di Pisa e che Sergio Pecorelli è ufficialmente il nuovo Rettore dell'Università Statale di Brescia SANITA' e con l'ultimo respiro rimasto il nostro povero cronista riesce in un singulto ad annunciarci che Luciano Flor è il nuovo direttore dell'Azienda provinciale per i Servizi Sanitari di Trento e che Giuseppe De Filippis è il nuovo Direttore Sanitario dell AUSL della Valle d’Aosta mentre Luca Sircana è il nuovo Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera di Parma BANCHE così mentre già ci disperiamo il nostro giovane collega in un atto che definire stoico sarebbe superficiale rantola il nome di Federico Ghizzoni come nuovo amministratore delegato di Unicredit e quello di Otmar Michaeler come nuovo Presidente della Banca Popolare dell'Alto Adige CHIESA è doveroso per noi aggiungere che prima di esalare l'ultimo respiro il nostro cronista riesce a darci la fondamentale notizia della nomina del Monsignor Vito Angiuli come nuovo Vescovo di Ugento, di Torino e di Lanciano. In pace requiescat ... © Antonio De Luca

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Momenti di Comunicazione – novembre 2010 – pag 3

Esiste una categoria di professionisti che più di altri hanno bisogno di “governare” le proprie relazioni con i pubblici influenti. Parliamo di quelle professioni che hanno a che fare direttamente con le scienze umane: biologi, medici, chimici farmaceutici, ecc. Innanzitutto per loro è indispensabile essere consapevoli di come vengono percepite dal pubblico. Non dimentichiamo che la salute di una persona è il suo bene più prezioso, e per la maggior parte di noi non vi è nulla di più importante che scegliere il professionista giusto. Nessuno vuole mettere la propria salute nelle mani di qualcuno di cui non si fida. Ma questo, allargando il discorso, vale anche per gli istituti di benessere e bellezza, per i laboratori di analisi, per gli istituti che studiano l’ambiente e l’impatto che questo ha sulla salute di animali e umani. Molte di queste organizzazioni utilizzano già strumenti di marketing più o meno avanzati: fanno pubblicità, danno vita ad azioni di direct marketing, sfruttano le potenzialità della Rete. Ma questo non basta. Se la pubblicità e le varie forme di promozione possono rivelarsi strumenti utili alla crescita del numero dei loro pazienti e del loro giro d’affari, non è escluso che queste iniziative di successo possono anche ritorcersi contro le stesse strutture. Del resto questo è un settore particolare: un paziente non è un semplice cliente, lui non sceglie un medico o un ospedale nello stesso modo in cui sceglie un libro o un film da vedere. Il grado di coinvolgimento, la posta in gioco, gli effetti di un’eventuale errore di valutazione, sono tutti parametri che qui hanno un valore tutto speciale. Qui non si parla semplicemente di insoddisfazione del cliente. Il rapporto con il paziente va costruito in modo trasparente, perché le persone che affidano la propria salute a un medico non possono sentirsi come mercato da conquistare, ma utenti consapevoli che decidono se e a chi dare la propria fiducia. Ma non solo, un ospedale, un centro di ricerca, un centro benessere poggia il proprio business su professionisti che hanno un grado di responsabilità tale che non possono accettare di essere promossi come la merce vantata dal banconista al mercato. Tutto questo ci dimostra come una buona pratica delle relazioni pubbliche, una organizzata e costante gestione dei propri rapporti con clienti attuali e

LLAA CCOOMMUUNNIICCAAZZIIOONNEE NNEELL SSEETTTTOORREE MMEEDDIICCOO EE DDEELLLLAA RRIICCEERRCCAA SSCCIIEENNTTIIFFIICCAA Come settori tradizionalmente poco aperti alla comunicazione decidono di affrontare la sfida di costruire relazioni di valore con i propri pubblici interni ed esterni. Perché per “vendere” salute e ricerca non basta solo il marketing

potenziali, con i media, le istituzioni, le associazioni e gli ordini professionali del proprio settore oltre che con il pubblico interno è indispensabile in questo settore. Ma bisogna ammettere che il settore sanitario sta imparando a sfruttare le relazioni pubbliche: molto si sta facendo per sfruttare i social media come strumento per connettersi e comunicare all’opinione pubblica. Non sono poche, inoltre, le strutture sanitarie e di ricerca biologica che hanno scoperto e cominciato a sfruttare la forte attenzione che i media riservano a medici e ospedali. Diverse agenzie di comunicazione si stanno specializzando nell’offrire servizi specifici a questo tipo di organizzazioni con l’obiettivo non solo di far conoscere e promuovere le specificità delle strutture loro clienti, ma anche per costruire un legame col territorio, per diffondere una concreta cultura della salute presso l’opinione pubblica o per costruire progetti in collaborazione con l’università al fine di migliorare la formazione e la specializzazione dei futuri medici. E le stesse agenzie stanno imparando dai loro clienti che non serve essere presenti sugli organi d’informazione di settore con una pagina pubblicitaria istituzionale che vuole solo dare informazioni “di facciata”. Quello che serve ai lettori, ai clienti e agli stessi professionisti che lavorano all’interno delle strutture mediche è lo spazio per raccontare storie, ricerche, nuove scoperte … fino alle emozioni di chi viene in contatto per lavoro o per

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“sfortuna” col mondo della sanità. Storie che poi vanno riprese e approfondite anche all’interno delle strutture per costruire un’identità condivisa su valori che devono appartenere non solo ai medici e al management ma anche ai pazienti. Ovviamente il contributo di professionisti della comunicazione rimane insostituibile: per essere sicuri di dire le cose giuste con tempi e modi efficaci occorre una visione strategica che solo un comunicatore può dare; per avere il necessario spazio sui media, anche i new media, è importante saper parlare il linguaggio dei media, saper dialogare con i giornalisti quando questi cercano le parole semplici da offrire ai lettori. E questo difficilmente viene insegnato nelle facoltà di medicina.

Sta nascendo il primo network di professionisti della comunicazione specializzato nel campo della salute e della ricerca scientifica. ufficio stampa siti internet e web marketing relazioni pubbliche pubblicità direct marketing house organ e strumenti di informazione interna … presto maggiori informazioni disponibili su

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Comincia l’era dei Giornalisti-Blogger? I giornalisti e Internet, un rapporto sempre più stretto: dalla raccolta alla diffusione di notizie, fino alla simbiosi, sancita dalla scoperta dei social network e dalla crescita di importanza dei blog. Lo dice una ricerca condotta da Spazio RP, che ha intervistato i giornalisti italiani per capire come evolve la loro relazione con i media on line.

La stragrande maggioranza dei giornalisti italiani è ormai abituata a utilizzare Internet come strumento di lavoro. Lo fa soprattutto per scovare conferme e smentite e informazioni più dettagliate sulle notizie

a cui sta lavorando (20% degli intervistati), ma non manca chi (30%) scandaglia la rete, e soprattutto i

blog, alla ricerca di vere e proprie notizie di prima mano, anche se con risultati

non sempre soddisfacenti. Il ruolo dei blog è comunque

fondamentale quando si tratta di raccogliere pareri e commenti

(lo fa il 50% degli intervistati), a testimonianza del fatto che i

blogger si stanno sempre più trasformando in opinion

leader, e i giornalisti stessi in blogger.

Non è un caso infatti che il 15% dei giornalisti inter-

vistati dichiara di possedere un blog e/o di pubblicare i propri

articoli sui social network (sia sulla propria pagina che su gruppi che si

interessano delle tematiche di cui scrive). Coloro che dichiarano di pubblicare solo sulla propria testata e di non veicolare i propri articoli sul web conservano ancora una risicata maggioranza (55%), ma all’orizzonte si affaccia una nutrita schiera di giornalisti che con il web non solo ci lavorano, ma ci interagiscono e ci si identificano: al di là della riproduzione completa degli articoli, infatti, il 60% degli intervistati veicola contenuti più o meno legati alla propria attività professionale attraverso internet sotto forma di partecipazione a discussioni su forum o gruppi (40%), risposte qualificate in siti dove vengono sollevate domande di aiuto (es. Yahoo answers, 15%), e soprattutto commenti a blog o articoli di siti d’informazione (85% delle citazioni). Il dato di fondo sulla relazione privilegiata tra giornalisti e blogger ritorna anche quando si considerano le statistiche relative agli strumenti utilizzati per effettuare ricerche su internet: subito dopo i motori di ricerca (in particolare Google), utilizzati dalla quasi totalità degli intervistati per completare con informazioni dell’ultima ora le notizie a cui stanno lavorando, al secondo posto troviamo proprio i blog: ben il 40% dei professionisti che lavorano in redazione ha infatti una propria lista di blog di settore, dove attinge informazioni e commenti. Cresce inoltre l’utilizzo per fini lavorativi dei social network: quasi il 35% dei giornalisti ci accede per lavoro almeno una volta alla settimana (sia per trovare delle storie interessanti, sia per richiedere pareri di persone esperte in certe materie). Tra i social network più utilizzati troviamo Facebook (95% delle risposte), Linkedin (45%), Twitter (40%), Viadeo (10%). Siamo dunque entrati già a pieno titolo nell’era del giornalista-blogger? Ancora no: ovviamente non tutti i giornalisti sono esperti di internet. Ci sono professionisti, soprattutto quelli appartenenti alle fasce di età più alte, che ammettono di avere delle lacune che vorrebbero colmare per riuscire a lavorare meglio utilizzando internet. Tra le competenze che dichiarano di dover acquisire ci sono: come utilizzare e organizzare i feed rss (a cui molti giornalisti ricorrono per tenere sotto controllo gli sviluppi su precisi argomenti o su aziende); come costruire un blog e caricare notizie, immagini e video; come effettuare delle ricerche efficaci di storie, pareri, profili di aziende e personalità importanti; come realizzare articoli in linea con le aspettative dei lettori on line. E’ molto sentita infine tra i giornalisti l’esigenza di imparare nozioni base del linguaggio html e di acquisire competenze in area s.e.o., per dare maggiore visibilità ai propri articoli sui motori di ricerca. © Adriano Pizzarelli

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MMOOMMEENNTTII CCRRIITTIICCII

Rassegna stampa … dal futuro. Come Mubarak divenne il figlio di Ruby.

Per la rubrica “la parola ai giornalisti” abbiamo svolto un’inchiesta su come i giornalisti utilizzano i mezzi di informazione (sia quelli tradizionali che i new media) sia per raccogliere informazioni che come strumenti di lavoro. Un interessante spunto per aiutare i comunicatori a conoscere meglio chi sono, come lavorano, che rapporto hanno con i media i principali interlocutori degli uffici stampa. I risultati della ricerca saranno ripresi in tre articoli. Uno verrà pubblicato sul prossimo numero di Momenti di Comunicazione in uscita a gennaio e tratterà del loro rapporto con radio e tv; un altro uscirà col numero di marzo e sarà dedicato alla carta stampata: quotidiani, periodici e testate locali. Il primo, che segue, tratta dell’utilizzo di internet e dei media on-line come strumenti di lavoro. Vediamo cosa hanno risposto al riguardo i giornalisti italiani.

pag 4 - Momenti di Comunicazione – novembre 2010

Vuoi conoscere nomi e recapiti di 40.000 giornalisti italiani? Ti farebbe comodo una mappa precisa di tutti i media italiani: agenzie di stampa, quotidiani, periodici, radio, tv, siti, sia nazionali che locali? Vieni a scoprire RP 2.0 Il database professionale per l’Ufficio Stampa

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Cambio al vertice del Giornale: Vittorio Feltri diventa direttore editoriale mentre Alessandro Sallusti è il responsabile. Nasce il nuovo quotidiano La Voce del Molise, direttore responsabile è Pasquale Di Bello. Carmine Curci è il nuovo direttore dell'Agenzia di Stampa MISNA. Nasce il nuovo settimanale The Week con Mario Adinolfi direttore responsabile. Roberto Delera prende il posto di Valeria Corbetta come nuovo direttore di Traveller. In onda il programma di Maria Luisa Busi “Articolo 3”. Viene chiusa la trasmissione "Articolo 3", condotta da Maria Luisa Busi. È Dino Boffo il nuovo direttore di TV 2000. Chiara Modini da caporedattore diventa direttore responsabile del settimanale “Fashion”. Roberto Pensa è il nuovo direttore de “La vita cattolica” e di Radio Spazio 103 di Udine al posto di Ezio Gosgnach. © Antonello De Luca

LL’’EEDDIICCOOLLAA nuove testate e nuovi timonieri

Il Giornale: Visto Di Pietro demolire la Scuola dei Gladiatori a Pompei. Libero: Veneto. Un contadino dichiara: “Nel mio campo c'era D'Alema che invocava gli Dei durante una strana danza della pioggia”. La Repubblica: Belpietro afferma: “Un uomo ha cercato di uccidermi. Ma è scappato dalla finestra aggrappato ad una ragnatela”. Il Fatto: “Rifiuti a Napoli. Usato Ghedini per tenere i topi lontani dalle case”. Fede: “Sarah Scazzi era la nipote di Mubarak”. TG1: “Lo zio Misseri è Mubarak”. TG5: Una prostituta: “Sono la nipote di Bersani. Me l'ha detto Fede”. Il Fatto: Mubarak: “Sono lo zio Misseri. L'ho sentito al TG1”. La Repubblica: Lo zio Misseri: “Sono Emilio Fede. Me l'ha detto una prostituta”. Ruby ai magistrati: “Berlusconi è come Mubarak per Fede”. Berlusconi: “Se Mubarak avesse le tette sarebbe Ruby”. TG1: Lo zio Misseri: “Fini è mio figlio. E mi ha chiesto i soldi per una casa all'estero”. Il Fatto: “Napoli. Ghedini balla il bunga bunga tra i rifiuti. I topi fanno il tifo”. Il Giornale: Bersani chiamato in correità da Di Pietro per i fatti di Pompei. Libero: Veneto. Il solito contadino: “La strana danza della pioggia di D'Alema era il bunga bunga”. Berlsconi: “Solo io posso far piovere in Veneto!”. TG5: La solita prostituta: “Sono finita sulla strada per non andare con Berlusconi”. TG1: “Vendola visto con Mubarak”. Il Fatto: Mubarak: “Sono il figlio di Ruby”.* © Antonio De Luca

* Il presente articolo è stato scritto i primi di Novembre durante il Caso Ruby. In caso i fatti descritti si verificassero realmente, i giornali citati non potranno comunque utilizzare i

titoli suggeriti a meno del pagamento dei sacrosanti diritti d’autore.

Sempre più difficile il compito de Il Giornale, di Libero e di tutti gli altri quotidiani schierati più o meno apertamente con l'attuale(?) Governo. Il Premier Silvio Berlusconi riesce a rovinare (in cinque secondi) il lavoro (di settimane) del proprio Ufficio Stampa durante l'EICMA 2010 di Milano, con una battuta, che fa sussultare sulle poltrone tutti i giornalisti presenti. Il grande imbarazzo che segue è simboleggiato dal Capo Ufficio Stampa dello staff del Capo del Governo(?), che dopo essere sbiancato, inizia a cercare forsennatamente sui fogli che stringe in mano, la frase che ha appena ascoltato, ovviamente senza trovarla. Imbarazzo nel PDL. Il mondo politico insorge. E anche la stampa “amica” non riesce più a trovare giustificazioni sull'ormai dichiarata omofobia del Premier. Quali strategie mediatiche riusciranno ad elaborare i giornalisti berlusconiani per impedire al loro Capo di abbandonare Palazzo Chigi? Con quali scoop o reportage o dossier riusciranno a distrarre il popolo italiano dalle frasi dissociate del loro Capo? E gli altri giornali staranno a guardare? O anche loro risponderanno per le rime agli attacchi dei ...

……..zzzzzzzzzzzzaacc!!!!!!

Page 5: Momenti di comunicazione n.2

D) Partiamo dalla definizione di Talco … mi sbaglio o le sta stretta la definizione di agenzia? Talco non ama le definizioni. Potrebbe chiamarsi struttura, agenzia, compagnia, ufficio e così via. Ma Talco ama fare. Ecco, Talco fabbrica comunicazione insieme ai suoi clienti e fa fronte con la massima professionalità e qualità anche a qualsiasi problematica di budget. D. Da quando esiste la sua agenzia e in quali tipologie di attività di comunicazione è specializzata? Talco nasce alla fine del 2009 dal desiderio di avere rapporti di vicinanza con i clienti, impossibili nelle grandi strutture. L’approccio di base è strategico, quello che cambia sono le teste pensanti. Infatti, a seconda delle esigenze creiamo dei team di professionisti in grado di dare soluzioni rilevanti. D. Cosa la rende unica (es. l'organizzazione, i valori, la qualità dei contatti, ecc.)? Il profumo. Il profumo del pensare con l’innocenza e l’istintività dell’infanzia come se la comunicazione fosse una pagina bianca ancora tutta da scrivere. Coltiviamo lo stupore e la meraviglia per trovare sensi diversi, per arrivare a soluzioni diverse che costituiscano fatti rilevanti per un brand. Vogliamo aiutare le aziende a proporre cose nuove e il consumatore a capirle.

D. Secondo la sua esperienza, cosa rende efficace una campagna di comunicazione, quali elementi non bisogna mai scordare? Ci fa un esempio di una recente campagna che l'ha colpita positivamente? Nei casi peggiori la massiccia pianificazione. In quelli migliori, più rari, la forza del pensiero strategico che non dimentica mai il linguaggio reale del suo consumatore. Come la comunicazione Tipp bear di Tipp-Ex: funzionale al prodotto e creativa. Crea networking e parla davvero a chi deve. Chiude il cerchio. E' geniale. D. Su quali progetti sta lavorando in questo periodo e quali risultati si attende? Con i progetti che stiamo seguendo abbiamo l'ambizione di creare valore. Abbiamo delle idee e quando non le abbiamo le cerchiamo. Ogni progetto deve contenere un nucleo forte capace di sviluppare la mentalità del brand, l'unica cosa che conta. I prodotti cambiano, i consumatori cambiano. Il linguaggio non può rimanere sempre lo stesso.

PICCOLE GRANDI AGENZIE

D. Quali attività svolge la sua agenzia per conquistare nuovi clienti e quali strategie adotta per conservarne la fiducia e la soddisfazione? L’attività di contatto con nuovi clienti è one-to-one, l’unica che in questo settore possa far germogliare il seme della fiducia su cui si fonda la relazione. Soprattutto cerchiamo "il buon cliente". Il buon cliente si riconosce da due caratteristiche che vanno al di là delle informazioni sul brand, del budget, del prodotto e delle conoscenze di marketing. Il buon cliente ha testa e cuore. Una testa che si muove senza cuore, o viceversa, dimezza l’orizzonte, accorcia inevitabilmente il raggio d’azione. Gli uomini corti producono pensieri corti. E comunicazioni poco interessanti. D. Quello della comunicazione è un settore dove l’innovazione e la creatività sono elementi quasi indispensabili: dal suo punto di vista, qual è la novità vera, quella che ha avuto un impatto davvero tangibile nello sviluppo della professione negli ultimi anni? E la prossima frontiera? Oggi non c'è sviluppo della professione, piuttosto ci si barcamena. Sì, c'è internet i social network i banner il viral e bla e bla ma non c'è padronanza del linguaggio e del mezzo, perché nella maggior parte dei casi non c'è ricerca, non sperimentazione, non libertà. Ci si piega ai voleri e spesso chi dovrebbe tracciare nuove

strade si ritrova a fare l'esecutore di un testamento sterile. Oggi l'ebitda è il grande padrone e suo figlio è lo stallo del nostro mestiere. D. Quali sono le attività di comunicazione su cui le agenzie dovrebbero puntare per il futuro? Quelle tradizionali (ufficio stampa, eventi, ecc.) o ci sarà uno spazio maggiore per le nuove forme di relazione come il word of mouth, il social network marketing, ecc.? Paracelso sosteneva che le idee sono nascoste nel linguaggio, e il linguaggio

non è della lingua, ma del cuore. La lingua è solo lo strumento con il quale parliamo. Le nuove tecnologie, la globalizzazione, i nuovi standard stanno portando alla luce un disequilibrio profondo e complesso che non si può ignorare. Bisogna modificare quell’approccio da scambisti delle figurine ed essere partecipi nella società, conoscere la gente. Oggi non è più il consumatore che deve capire il brand, ma il brand che deve capire il consumatore e la sua vita e fare qualcosa per lui. Solo così potremo interagire. Tutto c'è e molto ci sarà, ma potrebbe non essere utile.

CCAAMMBBII DDII CCAAVVAALLIIEERREE rubrica a cura di Adriano Pizzarelli

Nomi nuovi e giri di poltrone nel grande valzer della comunicazione

AA TTUUTTTTEE LLEE PPIICCCCOOLLEE--GGRRAANNDDII AAGGEENNZZIIEE DDII CCOOMMUUNNIICCAAZZIIOONNEE CCHHEE VVOOGGLLIIOONNOO FFAARR CCOONNOOSSCCEERREE IILL PPRROOPPRRIIOO LLAAVVOORROO EE LLEE CCAARRAATTTTEERRIISSTTIICCHHEE CCHHEE LLEE RREENNDDOONNOO UUNNIICCHHEE Mandateci le vostre storie, i vostri profili, i nomi dei vostri clienti e la nostra redazione sarà felice di riservare sui prossimi numeri uno spazio nella nostra rubrica. Per contattarci: [email protected]

Sergio Bruno nuovo responsabile della comunicazione del Gruppo Toto Dall’11 ottobre Sergio Bruno è il responsabile della comunicazione e delle relazioni esterne del Gruppo Toto, società di Chieti impegnata nel campo delle concessioni autostradali e dei servizi di trasporto ferroviario, oltre a essere uno degli azionisti di riferimento della nuova Alitalia

Microsoft Italia, Dal Pino direttore centrale per le relazioni istituzionali e industriali Pier Luigi Dal Pino è stato nominato direttore centrale per le relazioni istituzionali e industriali di Microsoft Italia. Dal Pino rappresentera in questo ruolo il principale referente italiano dedicato ai rapporti istituzionali in ambito politico e regolamentare. laureato in economia e commercio e master in pubbliche relazioni europee, da oltre 9 anni è stato direttore dei rapporti istituzionali di Microsoft Italia.

De Martino organizzerà gli eventi di Telecom Italia Già responsabile delle relazioni esterne di TIM Brasil, e con precedenti esperienze in Vodafone, Carlo De Martino è stato recentemente nominato Responsabile della divisione eventi di Telecom Italia.

RAI. Marianna Borea nuovo portavoce del Direttore Generale Masi

Dal Pozzo nuovo capo ufficio stampa di Terna. Già addetto stampa, prende ora il posto di Pierluigi Pica.

Momenti di Comunicazione – novembre 2010 – pag 5

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Comune di Roma, Luigi Di Gregorio alla comunicazione Il Comune di Roma ha nominato il nuovo capo della comunicazione. Si tratta di Luigi Di Gregorio, trentacinquenne, professore di politiche pubbliche all'Università della Tuscia, coordinatore dell’area di ricerca “Nuovi diritti e politiche sociali” della Fondazione Fare Futuro. Prende il posto di Mario Schintu.

Rosanna Romano nuovo capo ufficio stampa Regione Sardegna

Giulia Angeli nuovo direttore comunicazione di Cup 2000 Spa 35 anni, genovese, laureata in lingue, Giulia Angeli è il nuovo direttore della comunicazione di Cup2000 SPA, una delle maggiori società italiane di sanità elettronica con sede a Bologna, partecipata dalla Regione Emilia Romagna.

Roberto Marsicano, nuovo marketing communication e pr manager di Posytron Roberto Marsicano ha assunto la carica di marketing, communication e pr manager in Posytron, società di consulenza tecnologica e gestionale fondata nel 1999 da Alberto Muritano con sede a Milano e Reggio Calabria. Marsicano lascia l’incarico ricoperto dal 2007 di responsabile comunicazione in Drake, azienda milanese specializzata nello sviluppo di progetti web per il marketing e la comunicazione.

Louis Vuitton: nuove nomine ufficio stampa & PR per Italia e Sud Europa Giovanna Gregori Ferrer nel ruolo di PR manager Italia e promozione di Giuseppe Sperandio nel ruolo di press relations manager per il Sud Europa: sono queste le novità all'interno dell'ufficio stampa & PR Louis Vuitton Italia e Sud Europa, con decorrenza ottobre 2010. Lo ha annunciato Benoît de Crane d'Heysselaer, general manager di Louis Vuitton Italia.

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Per la Rubrica Piccole Grandi Agenzie parliamo con Cristina Molinari di TALCO

Page 6: Momenti di comunicazione n.2

CCoommuunniiccaazziioonnee ppoolliittiiccaa ee bblloogg Un’analisi ci aiuta a capire come i politici utilizzano una delle opportunità messe a disposizione dalla Rete per costruire relazioni con i propri pubblici.

Ci siamo. Mentre chiudiamo questo numero di Momenti di comunicazione si parla insistentemente di elezioni … anzi si da per scontato che saremo chiamati alle urne per la prossima primavera. Per parlare di comunicazione politica ci sarebbe bisogno di un numero monografico della nostra rivista … e molto probabilmente ci sarà. Qui abbiamo solo questo spazio e vorrei usarlo per approfondire un piccolo aspetto, un particolare del modo in cui i nostri politici comunicano: i loro blog. Alzi la mano chi ricorda il primo politico di spicco ad essere “santificato” dalla stampa (che quando parla di politici si fa prendere sempre da facili entusiasmi) come il “candidato digitale”, come un assoluto innovatore del marketing politico perché portava in un ambito vissuto come immobile da sempre un aspetto nuovo … il suo sito web! Probabilmente lo ricorderanno solo i romani (ma anch’essi stenteranno ancora a crederci): si trattava di Francesco Storace che fece una campagna di affissioni in occasione della sua corsa alla Regione Lazio con manifesti tutti blu su cui campeggiava una sola scritta in bianco: www.storace.it. Pensate si era costruito un blog quando in Italia se ne contavano sulle dita di una mano … ovviamente un milione a dito! Ma si sa i nostri politici sono lungimiranti. Pensate che oggi che non fa più notizia avere un blog o diffondere un video su Youtube, il Premier è stato osannato per aver diffuso una traccia audio su Facebook. Una scelta di rottura, azzardata … l’avranno potuta sentire solo quel 70% di italiani che si affaccia timidamente da qualche anno sul social network più importante del mondo. Del resto Berlusconi è uno che ama rischiare, è il mago della comunicazione … figuriamoci gli altri. Ma torniamo alle cose serie, se è vero che ormai tutti i politici adottano le tecnologie del blog per tenersi in contatto con i propri elettori e con l’opinione pubblica, ci siamo posti una domanda che come si suol dire nasce spontanea: come lo fanno? Abbiamo fatto analizzare un po’ di siti di personaggi politici sia di primo che di secondo piano (altrimenti era un campione poco significativo) da amici giornalisti che li hanno guardati sia come professionisti che come semplici cittadini. I risultati presentano tinte in chiaroscuro … tranquilli, non faremo nomi ma solo una sintesi.

Per la grafica sono tutti molto curati, anzi mediamente si presentano molto meglio di quelli di aziende ed enti. Solo pochi sembrano dei cartelloni pubblicitari incollati sul monitor con tanta colla e poco gusto. Molto forte il ricorso a video o animazioni. Ampio uso del bianco e abuso del tricolore. Dal punto di vista dei contenuti, quelli più curati sono mediamente quelli dei politici che hanno minori possibilità di esprimersi sui media e che quindi sembrano sopperire con consistenti riversamenti delle proprie attività istituzionali o dei propri commenti ai fatti di attualità politica sul loro spazio virtuale. Molto interessante il frequente collegamento alle proprie pagine o gruppi su Facebook. Salvo poche eccezioni non sembrano però dei contenuti fatti apposta per il web, altrimenti dovrebbero avere un approccio più diretto al lettore, che va a vederli perché cerca un contatto diretto con il politico che può solo ascoltare in tv senza dialogarci veramente. Oppure, come ci suggerisce uno dei nostri tester, dovrebbero essere delle “tracce che permettano grazie a link e richiami di costruire un percorso attraverso luoghi dove raccogliere dati, idee e costruirsi una opinione personale completa”. In generale, potremmo sintetizzare dicendo che i contenuti sono mediamente molto “freddi”, c’è come la sensazione di un copia e incolla fatto dal segretario di turno dei passaggi più brillanti dei discorsi del boss. Manca quasi in tutti la passione che ci aspetteremo di trovare se questi ultimi fossero coscienti di parlare direttamente a una platea di elettori … questa è forse l’immagine che dovrebbero suggerirgli i loro consulenti di comunicazione per fargli capire l’importanza del mezzo e il rispetto con cui vanno ad utilizzarlo. Sempre a proposito di interazione, manca quasi sempre la possibilità di lasciare post o commenti. Ma questo posso anche capirlo: se ci fossero spazi di partecipazione immagino quello che potrebbero scrivere gli elettori della parte avversa … o anche della loro. © GDL

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pag 6 - Momenti di Comunicazione – novembre 2010

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Page 7: Momenti di comunicazione n.2

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House organ: istruzioni per l’uussoo

D. Quali sono gli stakeholder di un'associazione professionale come la Ferpi? R. Gli stakeholder primari, innanzitutto sono i soci: l'house organ, ovviamente, è pensato per loro. Immediatamente dopo vengono i colleghi non soci e potenzialmente tali, per cui il magazine potrebbe essere un veicolo di promozione dell'associazione. portatori d'interesse a cui l'associazione si rivolge attraverso i propri media sono i responsabili e i dirigenti di altre associazioni professionali, innanzitutto della comunicazione, poi quelli di associazioni di categoria, i giornalisti, gli accademici e i ricercatori, gli studenti. D. Tra gli strumenti di comunicazione interna di un'associazione ci sono ovviamente gli house organ. Quando è necessario utilizzare uno strumento così impegnativo e quando invece è sufficiente una newsletter, un'area news sul sito o una semplice informativa cartacea' (approfittane per spiegare le finalità di un house organ e cosa lo rende uno strumento migliore per gli obiettivi di immagine dell'associazione)? R. Sono un convinto sostenitore dei nuovi media e dei nuovi supporti attraverso cui accedere all'informazione come i tablet, gli smartphone e i cellulari che consentono di essere sempre connessi, "always on", e di essere informati in tempo reale, mantenersi aggiornati, interagire con le proprie community. Magari, tra qualche anno, leggeremo tutti su supporti elettronici. Siamo però in un periodo di transizione, in cui solo una piccola percentuale di persone, anche nelle comunità professionali fortemente tecnologizzate come la nostra, quella dei comunicatori, utilizzano il pc per informarsi. La gran parte lo fa ancora attraverso i media tradizionali. C'è un'altra ragione che suggerisce l'uso della carta o comunque del formato tradizionale del magazine: mentre il web, una newsletter inviata tramite posta elettronica o un'applicazione per smartphone ci consentono di avere soprattutto informazione in tempo reale un giornale favorisce lo sviluppo di approfondimenti, commenti, dossier. D. Nel suo incarico di direttore del magazine "Relazioni Pubbliche", sente la responsabilità di contribuire alla reputation della sua associazione e alla soddisfazione dei bisogni di informazioni degli associati? R. La direzione di un giornale, qualsiasi giornale, dal foglio parrocchiale al grande quotidiano, anche quelli online, una newsletter o un sito web, è sempre una grande responsabilità. Un giornale, più di ogni altra attività o azione sociale, sostiene in modo determinante la tematizzazione di una comunità o di un tema o di una professione nella comunità di riferimento. Nel caso di Ferpi in anni fondamentali per la comunicazione ed in particolare le Relazioni Pubbliche il nostro magazine ha svolto un ruolo allo stesso tempo delicato e strategico nella promozione, nella tematizzazione e nel dibattito sulla professione. D. Quali sono le maggiori difficoltà organizzative: quali risorse umane ed economiche sono necessarie? quale è il ruolo del direttore e quale quello dei collaboratori (serve l'esperienza del giornalista o basta un professionista del settore ... nel suo caso un relatore pubblico)? R. La maggiore difficoltà organizzativa, nel nostro caso, è data dalle risorse umane impiegate nel confezionamento del giornale: tutti colleghi! La redazione, così come i collaboratori sono tutti autorevoli professionisti, accademici e studiosi e dunque bisogna fare i conti, costantemente, con i loro impegni che rende sempre tutto più difficile. Il ruolo del direttore, del vicedirettore e dei componenti della redazione più operativi è di coordinamento non solo editoriale ma scientifico. I temi trattati, infatti, il più delle volte richiedono competenza professionale ancor prima che editoriale. Nel caso dell’house organ Ferpi, così come di qualsiasi giornale tematico non è

necessario che il direttore sia un giornalista. Se lo è, ha pratica ed esperienza giornalistiche ed è anche esperto della materia, il magazine può trarne vantaggio. D. Sempre dal punto di vista organizzativo, lei come direttore ha autonomia assoluta oppure le scelte editoriali di fondo vanno condivise con la direzione dell'associazione? R. Di fatto ho autonomia assoluta ma, per scelta, condivido sempre le scelte editoriali con il comitato esecutivo dell’Associazione di cui faccio parte, talvolta, su temi particolari mi consulto anche con i nostri colleghi più ferrati sulla materia. D. A chi si rivolge il vostro house organ? solo agli associati o è rivolto anche ad altri target importanti? R. come ho già detto l’house organ si rivolge principalmente ai soci ed è innanzitutto uno strumento di cultura, formazione, dibattito e confronto professionale. Non nascondo che gli abbiamo dato un taglio più divulgativo in modo da renderlo uno strumento utile e interessante anche per tanti altri nostri stakeholder. D. Quali caratteristiche deve avere un buon house organ per essere un efficace strumento di comunicazione? quali sono i contenuti più interessanti per i lettori? secondo la sua esperienza contano aspetti come la grafica, la multimedialità (possibilità di scaricare la versione on-line), la possibilità per i lettori di partecipare con commenti, critiche o approfondimenti? R. Un buon house organ deve avere, a mio avviso, due caratteristiche fondamentali: essere attuale ed avere una grafica gradevole. La mancanza dell’uno o dell’altro elemento possono inficiare l’interesse verso il giornale. I temi trattati devono essere di attualità, devono suscitare interesse ed essere presentati nel migliore dei modi, accompagnando con foto, preferibilmente documentative, link per approfondimenti, dando voce alle persone, presentando casi, raccontando storie professionali. L’ideale sarebbe poter disporre di applicazioni per tablet o smartphone del giornale dove ci sia integrazione tra testi, immagini, video. Il modello cui dobbiamo guardare è, senza dubbio, la Vita Nova, l’applicazione per iPad del Sole24Ore. In questo periodo di transizione la versione pdf del magazine è indispensabile anche perché può essere fruita da qualsiasi supporto. Infine un suggerimento. La domanda da farsi resta sempre la stessa: cosa si aspetta il lettore? D. Ora ci rivolgiamo all'esperto di comunica-zione. Come si comunica un house organ per accrescerne il prestigio e farlo diventare un vero "appuntamento" per il settore? R. Un magazine si comunica come qualsiasi altra attività, con gli strumenti tradizionali: banner su siti frequentati da stakeholder, richiami di articoli su siti web e/o giornali di altre associazioni, nelle newsletter e, perché no, veicolandone alcuni contenuti sui media tradizionali. Il problema non è il come, dunque, ma la strategia. L’altro consiglio è di utilizzare il giornale stesso come strumento coinvolgendo anche soggetti esterni all’associazione in modo da suscitarne l’interesse. La migliore promozione sta nella pianificazione delle attività di comunicazione del giornale attraverso la veicolazione dei suoi contenuti che rimandano all’edizione digitale. D. Come giudica il suo magazine "Relazioni Pubbliche"? è come lei lo ha pensato o ritiene che ci siano da fare dei miglioramenti per renderlo ancora più interessante? R. Abbiamo fatto un restyling di recente, in occasione del 40° anniversario di Ferpi, che è stato molto apprezzato. E’ il terzo in quattro anni ma siamo in linea con i più diffusi newsmagazine. Nella società della comunicazione, infatti, in continua e repentina evoluzione l’adeguamento di un giornale, sia nella

Oggi solo il 18% delle associazioni nazionali possiede un proprio house organ. Molte organizzazioni, anche a livello locale, hanno tuttavia in programma di dotarsi di questo prezioso strumento di informazione per i propri stakeholder nel giro di due o tre anni. Tra le ragioni principali di questa svolta c’è l’esigenza, sempre più sentita, di integrare le semplici newsletter cartacee o digitali con un mezzo di comunicazione più completo, coinvolgente e autorevole. Ma come si crea un house organ? Quali condizioni ne determinano la buona riuscita e quali strategie rendono un house organ uno strumento veramente utile ed efficace? Ne abbiamo parlato con Giancarlo Panico, giornalista, esperto di comunicazione e direttore della rivista "Relazioni pubbliche", house organ della Ferpi.

Andrea Monti

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versione cartacea che in quella online, così come per altri strumenti editoriali come il sito, una newsletter o un’applicazione, è indispensabile perché in esso il lettore deve ritrovarsi e deve ritrovare gli elementi visuali che caratterizzano il tempo in cui si vive. I miglioramenti e gli aggiustamenti devono essere continui, purchè in linea con il progetto editoriale e grafico. Per quanto riguarda il giornale Ferpi mi piacerebbe dare sempre più spazio ad immagini e elementi grafici ma spesso devo sacrificarli perché i contributi dei nostri colleghi-collaboratori sono sempre più lunghi degli spazi assegnati.

© Adriano Pizzarelli

Momenti di Comunicazione – novembre 2010 – pag 7

Page 8: Momenti di comunicazione n.2

Nel mare delle relazioni pubbliche: MedCom 2010 Amanda Jane Succi, Segretario Generale Global Alliance, ci ha parlato della seconda edizione di MedCom 2010, il primo forum che mette a confronto i professionisti dei Paesi del Mare nostrum. Con il suo aiuto cerchiamo di capire cos'è e perchè è nato. E ai giovani che vogliano intraprendere questo mestiere ha regalato tanti preziosi consigli.

Nell’era del web 2.0 il Medcom è una sorta di gigantesco network che vuole mettere in comunicazione i professionisti delle relazioni pubbliche che fanno capo all’area Euro-Med. Dopo il successo della prima edizione, quali sono gli obiettivi di questa seconda edizione? Il tema di quest’anno è “Sistemi locali nell’area Euro-Med, competizione o cooperazione? Il ruolo delle relazioni pubbliche”. Iniziamo col dire che i sistemi locali sono un’ interconnessione tra tre mondi importanti: quello accademico, quello istituzionale e quello imprenditoriale. Un sistema locale esiste a prescindere dal fatto che funzioni o meno … i tre mondi esistono comunque ma, quando funzionano in modo corretto, automaticamente rappresentano anche un sistema di relazioni all’ interno del quale navigano e lavorano i professionisti delle relazioni pubbliche. Noi vogliamo capire come la professione del relatore pubblico si inserisce nell’ambito di un sistema locale, quindi in un sistema di relazioni più complesso. Nel titolo del tema abbiamo messo “competizione o cooperazione” con un punto di domanda perché un sistema locale è sempre in competizione con altri sistemi locali visto che devono attrarre interessi su se stessi tirandoli via da altri sistemi locali. È vero anche però che un sistema locale porta con se una stratificazione di best practices, di case studies, di know-how, di nuove tecniche e nuove tecnologie spesso afferenti a settori specifici (ci può essere un sistema locale incentrato sul turismo piuttosto che sull’ energia, piuttosto che sulla cultura). Allora ci chiediamo: le relazioni pubbliche che ruolo possono giocare nel creare delle interconnessioni tra sistemi locali affinché queste sinergie possano favorire uno sviluppo - spero veloce - dell’area Euro-Mediterranea? Ovviamente il primo passo è creare tra loro un network di professionisti per poi favorire insieme l’affermarsi di il network di sistemi locali forte, tale da aiutare la stessa Europa ad avere una voce più forte nel contesto globale. Quanto è sentita in Ferpi la necessità di rafforzare i legami tra le federazioni professionali dei Paesi del Mediterraneo? e quale sarà nei prossimi anni il ruolo della nostra Federazione nel raggiungere questo traguardo? Ferpi è stata presente sin dall’ inizio, ha patrocinato già l’ edizione dell’anno scorso. Ci sarà anche quest’anno. L’ anno scorso era presente anche il nostro Presidente, Gianluca Comin che ha compreso la particolarità del forum e cosa rappresenta a livello internazionale o quanto meno euro-mediterraneo. Indubbiamente la Ferpi gioca un ruolo importante per un fatto semplicissimo: viene fatto in Italia, quindi anche la Ferpi trae vantaggio dall’intreccio e dall’ interconnessione con le altre associazioni di categoria e di relazioni pubbliche nell’ area Euro Mediterranea. Nonostante esista una matrice comune chiamata “identità mediterranea”, sono ancora tante le differenze tra i Paesi lambiti dal mare nostrum. Quali sono gli ostacoli da superare nell’ottica di dar vita ad un progetto concreto che metta insieme e permetta la cooperazione tra i comunicatori dei diversi Paesi dell'area? Inoltre, quale può essere il ruolo della comunicazione nell'avvicinare le società e le economie di queste regioni?

Lei tocca il punto centrale del motivo per il quale MedCom ha preso forma e adesso è diventato realtà. È vero, si cerca di parlare di identità mediterranea, ma è anche vero che il Mediterraneo è composto da diversissime identità che vanno tutte rispettate e non modificate perchè modificarle sarebbe un errore. L’identità mediterranea non è la somma delle singole identità ma probabilmente rappresenta la sinergia, il valore delle singole identità che si mischiano tra di loro, mutando l’identità stessa. Noi relatori pubblici esistiamo nell’ area Euro Med, ovvero ogni paese ha la sua associazioni di categoria delle relazioni pubbliche ed ogni anno ognuno organizza propri eventi ed incontri. E lo stesso fanno le Università. L’ obiettivo di MedCom, attraverso la creazione di questo network, è proprio quello di affermare una conoscenza innanzitutto tra noi relatori pubblici e di capire attraverso un dialogo interprofessionale come ognuno di noi lavora nel proprio Paese. Attraverso il dialogo io posso comprendere anche quali possono essere le diversità dei singoli Paesi. Se parliamo di internazionalizzazione delle imprese, di PMI che cercano di varcare la frontiera, è impossibile non pensare che soltanto un’azione di business comune a più paesi possa essere sufficiente per portare a compimento un progetto. Se non c’è anche un’azione strategica, un supporto di comunicazione inteso come gestione delle relazioni pubbliche, alla base di qualsiasi tipologia di progetto anche di internazionalizzione, è molto probabile (come è accaduto in tanti casi) che la PMI non ce la faccia e ci sia un flop. Purtroppo è un approccio necessariamente diverso da quello delle multinazionali che comprendono questo aspetto e hanno infatti varie figure nell’ ambito delle relazioni pubbliche, da quelle istituzionali a quelle finanziarie e non a caso navigano su livelli diversi. Questo deve essere fatto anche per strutture più piccoline, come le PMI. Il ruolo della comunicazione diventa fondamentale, perchè noi come esseri umani siamo fatti di comunicazione, ci relazioniamo attraverso lo strumento della comunicazione che poi rendiamo funzionale ai nostri obiettivi. Si deve partire facendo quattro passi indietro, prima bisogna conoscersi, cambiare le best practices parlarne tra di noi, divulgare quel che c’è nell’ area Euro Mediterranea, creando la consapevolezza, l’esigenza, la cooperazione. In tutto ciò l’aspetto della comunicazione intesa come relazione con i pubblici influenti delle organizzazioni la fa da padrone dal punto di vista strategico. Oggi è opinione diffusa che la crisi che ha colpito tutti gli aspetti dell'economia, ha penalizzato fortemente anche il lavoro di chi si occupa di comunicazione. Lei è una professionista siciliana, cosa vuol dire fare oggi questo mestiere nelle regioni del Mezzogiorno? che livello di professionalità si è raggiunto, quanti sbocchi lavorativi sono offerti ai giovani che vogliono operare in questo ambito, come ha inciso la crisi al Sud, dove già prima gli investimenti in RP erano più limitati che al Nord? Quali consigli darebbe ad un giovane che voglia intraprendere questa carriera nella sua regione? Senz’altro il colpo è stato duro, mi permetta di dire che a livello internazionale c’è stata una buona notizia

perchè si è tagliato di più sulle campagne pubblicitarie e non sulle relazioni pubbliche, dato confermato da tutte le statistiche. Purtroppo da noi la percezione di quanto le RP siano strategicamente indispensabili non c’è , non so se questo dato può essere utile per capire come la nostra professione viene vista nel Mezzogiorno rispetto a ciò che accade negli altri Paesi. Ancora qui da noi le imprese tendono a dare più spazio alle campagne pubblicitarie che vanno benissimo, ma sono solo uno strumento, anche di relazioni pubbliche, non sono la funzione o lo strumento principale. C’è ancora da lavorare con gli imprenditori, con le PMI. Per i giovani partirei dalla necessità di creare una base di formazione diversa da quella attualmente presente. Le Università fanno un grandissimo lavoro, ma in onestà , visto che ho anche il polso di quello che accade come programmi presso le facoltà nostrane, ho la sensazione , se non la certezza, che scricchiolano rispetto a quanto fornito al Nord (specie nel caso di Università private molto più attente a rispondere alle esigenze formative di cui necessita la nostra professione rispetto a quelle pubbliche). Le Università del Mezzogiorno sono molto lontane da quanto potrebbero offrire rispetto ad altre Università come la stessa Cipro o la Turchia. Ecco che il ruolo di questa analisi dell’area euro mediterrane ci fa capire come altri paesi, ad esempio Israele siano molto più avanti di noi nell’ ambito delle relazioni pubbliche, nello studio del know-how. Questo ci deve far pensare, noi siamo ancora convinti di essere più avanti di altri paesi, mi dispiace dirlo, ma non lo siamo. Non so quanto i giovani ne siano consapevoli. La formazione va cambiata, le Università dovrebbero

cooperare non solo con la Ferpi e con i professionisti, ma anche e soprattutto con il mondo delle imprese, visto che sono le aziende che rappresentano l’ago della bilancia perché richiedono determinate professionalità. Ai ragazzi dico di avere un pizzico in più di “curiosità”, di cercare di capire seriamente cos’è davvero questo mestiere. Di informarsi e studiare … non è possibile che ancora oggi si senta parlare di “pubbliche relazioni”, che non è solo un errore grammaticale, ma l’indice di una superficialità che va superata. Con internet, al di là di tutti i testi presenti in libreria, possono avere maggior consapevolezza di quello che questo mestiere può fornire, pretendendo programmi adeguati nelle Università dove baste-

rebbe poco per offrire percorsi professionali adeguati ai ragazzi. Inoltre i giovani dovrebbero mettere il naso fuori di casa. Anche io, come tanti altri, a 18 anni lavoravo e studiavo. Il nostro è un lavoro che si impara sul campo, non basta la teoria, non bastano anni all’ Università senza avere già qualche esperienza. In Sicilia ci sono tante possibilità, il problema è che stare seduti su una sedia ad aspettare il treno che passa, non serve. Corro volentieri il rischio di risultare antipatica, ma faccio spesso questo discorso agli studenti: “Siate intraprendenti, perché il nostro è un mestiere che nessun accademico può spiegarvi correttamente. Dovete fare esperienza, la nostra categoria è a disposizione, i soci Ferpi lo sono sempre così come i tanti seri professionisti in relazioni pubbliche anche non iscritti Ferpi. E poi occhio anche ai master privati adeguati e professionalizzanti”.

© Francesca Ceci

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pag 8 - Momenti di Comunicazione – novembre 2010

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L’Unità d’Italia tra realtà dei fatti e pprrooppaaggaannddaa Esiste un adagio che recita: “alla fine di una guerra le bugie dello sconfitto vengono smascherate, quelle del vincitore diventano storia”. Probabilmente è quello che è avvenuto al Sud dopo la fase dell’unificazione che l’anno prossimo verrà celebrata per la ricorrenza dei suoi 150 anni. Secondo non pochi storici si tratta della più grande attività di comunicazione mai pianificata sul nostro suolo. Un articolato processo di distorsione della realtà dei fatti, censura di opinioni, costruzione di un’immagine condivisa che dura ormai da un secolo e mezzo. Cerchiamo di ricostruire mandanti e strumenti di questa campagna propagandistica con Pino Aprile, grande firma del giornalismo italiano che ha da poco dato alle stampe “Terroni”, un volume che è già un caso storico e letterario.

D. Leggendo il suo libro ci si accorge che la realtà documentata dei fatti dell'Unità d'Italia è tutt’altro copione rispetto a quanto abbiamo letto e studiato a scuola. Noi professionisti della comunicazione siamo abbastanza smaliziati per capire che un'immagine di una fase storica può essere anche "creata" ad arte con gli strumenti della propaganda per trasmettere alle future generazioni idee che facilitino processi di integrazione, aiutando a superare gli attriti che naturalmente seguono a quella che, grazie a libri come il suo, riconosciamo come una vera e propria guerra. Ma per comprendere meglio le strategie e gli strumenti utilizzati per questo scopo ci interessa il punto di vista di un professionista che di media e di comunicazione la sa lunga e che si è potuto formare un'idea chiara durante le sue ricerche per la stesura del libro. Partiamo dall'inizio: è dunque vero che la storiografia ufficiale sulla situazione del Meridione di 150 anni fa, sulle vicende storico-politiche avvenute durante l'Unità, sull'incapacità del Mezzogiorno di dar vita ad un'economia competitiva nonostante un continuo e consistente sostegno dello Stato centrale, nasconde quanto meno qualche forzatura? R. Ben più di qualche forzatura. L’invasione e l’annessione del Sud dovevano essere giustificate di fronte all’Europa, perché apparissero una sorta di soccorso, aiuto, risposta al “grido di dolore”. Si mossero i potenti del mondo di allora per preparare l’operazione. E l’economia competitiva, il Mezzogiorno ce l’aveva prima dell’Unità e se la vide distruggere. Dopo, venne impedito al Sud di diventare produttore di merci e concorrente del Nord. I soldi al Sud, il sostegno dello Stato centrale, erano e sono molto annunciati e poco forniti. Si preferisce dare assistenza, piuttosto che sviluppo o infrastrutture che potrebbero favorirlo. Così, lo tieni sottomesso e gli rimproveri l’inazione.

D. A noi il fenomeno interessa soprattutto dal punto di vista della comunicazione. Come è stato possibile imporre in tempi relativa- mente brevi all'opinione pubblica (anche a quella delle stesse regioni meridionali) un'idea così distante dalla realtà? chi ha pianificato questa impo- nente campagna di comunicazione? con quali fini? Ma soprattutto con quali strumenti di propaganda? R. I fuoriusciti raccolti a Torino, le descrizioni giornalistiche e no, prezzolate segretamente da agenti piemontesi sino a lord Gladstone, che (d’accordo con il cugino primo ministro britannico, lord Palmerstone) partorì le sue “lettere”, in cui descriveva il Regno delle Due Sicilie come la “negazione di dio”; si inventò descrizioni che disgustarono l’Europa. In seguito, ammise la grossolana manipolazione, ma, per dire della persistenza dei luoghi comuni e delle bugie ben costruite, ancora oggi quelle lettere vengono spacciate per veritiere in qualche università! I giornali che, compiuta l’invasione, criticavano il nuovo potere, venivano chiusi, le tipografie distrutte. D. Che ruolo hanno giocato gli opinion leader (intellettuali, storici, scuole, università, politici, ecc.)? è possibile individuare delle responsabilità nella classe dirigente politica ed economica del Sud in questi 150 anni? R. L’Italia, da intellettuali (non tutti), politici (non tutti) e classe dirigente in generale (non tutti) è stata trattata come una nazione infantile, immatura, incapace di sopportare la conoscenza e le responsabilità della sua storia. Così, le si sono raccontate favole sul Risorgimento, e poi su tutto, sino a Portella delle Ginestre, la strategia della tensione, gli anni di piombo… E infantili resteremo, finché da bambini ci faremo trattare. D. Ci sono stati in questo secolo e mezzo dei momenti di critica a questa visione dei fatti? dei momenti o dei filoni storiografici in cui è stata messa in dubbio? e come questi sono stati superati dal pensiero dominante? R. Ci sono stati sin dall’inizio, con il duca di Maddaloni (e non solo) in parlamento; la relazione del filosofo e deputato Giuseppe Ferrari, sulle stragi di Pontelandolfo e Casalduni; gli avvertimenti di Garibaldi, Bixio, D’Azeglio; i moniti e gli studi del primi meridionalisti; sino alle riscritture di Antonio Gramsci e Carlo Alianello su come erano andate davvero le cose. Il pensiero dominante, semplicemente, ha preferito ignorare, isolare, denigrare.

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Momenti di Comunicazione – novembre 2010 – pag 9

D. Oggi lei affronta questo problema in un libro, "Terroni". Ma perchè a 150 anni dagli accadimenti è così importante affermare un'analisi obiettiva dei fatti? e inoltre, basta uno o più libri a sostenere questo sforzo o è possibile/necessario utilizzare nuovi spazi di comunicazione e confronto offerti dai new media? R. “Terroni” non basterebbe mai da solo a sopportare questo sforzo. E non è solo, né il primo; è stato preceduto da tanti altri: fra i più recenti, quelli di Gigi Di Fiore, attivissimo e bravissimo, di Lorenzo Del Boca, che continua stupendamente la tradizione di famiglia, del patriarca Nicola Zitara, di Antonio Ciano, Fulvio Izzo, Lino Patruno, Enzo Gulì, Scalera, De Crescenzo, e tantissimi altri; per trascurare gli apporti di storici professionisti stranieri, come MacSmith, evidentemente più liberi o disinvolti nel raccontare i fatti nostri; o di economisti accademici e ottimi divulgatori, come Gianfranco Viesti, Piero Bevilacqua, Domenico Cersosimo... In più, la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità ha indotto molti giornalisti, scrittori, registi, a guardare con inedita curiosità nel nostro passato. E il risultato si vede. Anche perché la scellerata politica antimeridionale e secessionista della Lega Nord, condita di insulti sempre peggiori (porci, topi, merdacce, cancro…) ha suscitato una reazione e maggior sensibilità fra i meridionali e non solo. Soprattutto, però, la presenza di uno strumento incontrollabile, come la rete, ha consentito una potenza e una libertà di divulgazione mai conosciuta prima».

Chi è Pino Aprile È stato vicedirettore di Oggi e direttore di Gente, ha lavorato in televisione con Sergio Zavoli nell'inchiesta a puntate Viaggio nel sud ed a Tv7, settimanale di approfondimento del TG1. È autore di libri tradotti in più lingue come Elogio dell'errore ed Elogio dell'imbecille. Conclusa l'esperienza di direttore di Gente si è occupato principalmente di Vela, dirigendo il mensile Fare vela e scrivendo alcuni libri sul tema, come Il mare minore, A mari estremi e Mare, uomini, passioni. Nel marzo 2010 ha pubblicato il libro Terroni, che contiene un'analisi degli eventi del Risorgimento, esponendo diverse critiche negative al processo di unificazione d'Italia. Presto divenuto bestseller, con oltre cinquecentomila copie vendute.

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BtoBe 2010, un week end dedicato alle sfide d’impresa A Potenza, il Salone per far incontrare le aziende, le associazioni di categoria, gli enti e i professionisti del Sud Italia

La terza edizione di BtoBe, il Salone dedicato al business to business, si svolgerà a Potenza sabato 20 e domenica 21 novembre presso il Centro Congressi Park Hotel. Il tema di quest’anno è Sfide d’impresa: una provocazione, uno slancio di ottimismo verso il futuro alla ricerca di best practices nel mondo dell’imprenditoria e di strategie e soluzioni concrete che il mercato può offrire per uno sviluppo reale che coinvolga soprattutto i giovani e quanti rischiano e investono al Sud. Gli argomenti scelti per la terza edizione rappresentano la prosecuzione di un percorso iniziato lo scorso anno finalizzato alla ricerca di soluzioni innovative per il superamento della crisi finanziaria ed economica scoppiata nell’autunno del 2008. A BtoBe 2010 si parlerà di rapporti con la Pubblica Amministrazione, ovvero di quanto la semplificazione burocratica e una comunicazione chiara e diretta influiscono sulle performance aziendali; si approfondiranno le dinamiche legate all’innovazione e alla creazione d’impresa alla presenza di potenziali investitori e business angel; si individueranno percorsi di internazionalizzazione con il supporto delle Camere di Commercio Italo Estere; si elaboreranno nuovi modelli di organizzazione e gestione del personale per una nuova classe manageriale; si analizzeranno le nuove possibilità offerte dal Web. Workshop, momenti di networking, dibattiti e speech, richiameranno l’attenzione sui temi legati al mondo dell’impresa con un approccio multidisciplinare che anticipi l'imprenditorialità di domani. “Comunicazione digitale per l’impresa” è uno dei workshop in programma al Salone durante il quale ci si interrogherà su come sia possibile sfruttare al meglio il nuovo web per parlare ai consumatori. Quali sono i modi più corretti per comunicare all’esterno, ma anche all’interno di un’azienda? I mezzi di diffusione delle notizie sono divenuti più importanti del contenuto? Ovvero lo integrano e ne modificano la sostanza? Quali significati può assumere lo stesso testo se viene veicolato attraverso un blog o un sito o un social network? Quanto è importante imparare a comunicare correttamente sul Web? Affinché le nuove possibilità offerte dalla comunicazione digitale siano correttamente impiegate per le loro reali potenzialità, è necessario offrire alle aziende gli strumenti per comprenderle a fondo. La crescita esponenziale, e soprattutto incessante, delle nuove opportunità offerte dalla rete obbliga le imprese a intraprendere un percorso formativo continuo e trasversale a tutti i livelli poiché prima di usare uno strumento del Nuovo Web bisogna conoscerlo ma prima di conoscerlo bisogna capirlo. Se ne parlerà con Marco Camisani Calzolari, CEO e Founder di Speakage e docente di Comunicazione aziendale e linguaggi digitali presso l’Università IULM di Milano, Claudio Vaccaro, Web, Mobile e Social Media Marketing di libero.it, Mariagrazia Mattei, fondatrice della MGM Digital Communication, studio di ricerca e diffusione della cultura digitale, Francesco Deramo, delegato FERPI Puglia e Basilicata e docente di Comunicazione aziendale presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari e con Roberto Portanova, direttore di Spazio RP. A BtoBe 2010 saranno organizzate attività di team building dedicate alle aziende che vogliono rafforzare i rapporti interni al gruppo, saranno presenti sportelli consulenziali aperti a chi sta realizzando la sua sfida d’impresa, si disegnerà un vero e proprio ring su cui far dialogare le ragioni dell’impresa con quelle dei sindacati, delle banche e del fisco: occasioni che non esauriscono le possibilità di confronto offerte dal Salone nella due giorni dedicata a chi vuole guardare oltre le difficoltà economiche attuali. Domenica 21 novembre BtoBe 2010 ospiterà la seconda tappa nel Sud Italia del Barcamp Europa, rete internazionale di non-conferenze aperte, i cui contenuti sono proposti dai partecipanti stessi. In questa occasione ci si interrogherà sul rapporto tra l’Europa e le imprese del Sud Italia. C'è chi da anni ricerca nel passato le radici dell'arretratezza del Mezzogiorno. Chi, invece, ne prospetta un futuro disastroso a partire da quando si chiuderanno i rubinetti del Fondo Sociale Europeo. Oggi può il Sud

Italia rivendicare il privilegio dato dalla sua posizione geografica e proporsi come punto di congiunzione tra Asia, Africa e Europa? L'innovazione tecnologica, la formazione professionale, l'internazionalizzazione, la responsabilità sociale d'impresa, il ruolo delle PMI, i rapporti con la Pubblica Amministrazione: cosa significa interrogarsi su questi temi in quello che si candida a diventare un luogo di incontro delle culture mediterranee? Cosa sta facendo e cos'altro potrebbe fare l'Unione Europea per promuovere la competitività e la creazione di occupazione nelle imprese europee? La mobilità dei giovani attraverso i programmi Erasmus e Leonardo può contribuire a restituire all'Europa il ruolo di culla della formazione? “La sfida imprenditoriale del futuro si giocherà col confronto, nel rapporto chiaro ed equilibrato tra impresa e impresa, tra impresa e lavoratori, tra impresa ed enti, tra impresa e società e tra impresa e ambiente” spiega Michele Franzese presidente di BtoBe, cha aggiunge “il Salone vuole essere l'occasione per dimostrare che la costruzione delle relazioni è la chiave per affrontare in maniera vincente il mercato”. Attraverso un fitta agenda di incontri one-to-one, il primo e unico Salone degli imprenditori organizzato in Basilicata coinvolgerà le imprese e le realtà che hanno dimostrato di saper guardare al mondo con la curiosità necessaria a sviluppare un nuovo modello economico. All’interno del salone sarà allestita la mostra “Piccoli ma belli”, un’antologia delle campagne pubblicitarie che non fanno clamore ma fanno vendere: Btobe infatti ha chiamato all’appello l’advertising dei piccoli budget per selezionare i lavori migliori delle piccole e medie agenzie italiane. La mostra sarà un’occasione per “fare pubblicità alle proprie pubblicità” per tutte le agenzie, gli studi grafici e i professionisti della comunicazione visiva che credono nella forza dei loro progetti mai veicolati sui media nazionali. BtoBe è un’idea dell’agenzia SCAi Comunicazione di Potenza che ha immaginato un luogo fisico dove far incontrare le imprese. Se nella prima edizione il Salone aveva un taglio prettamente espositivo, a partire dal 2009 i workshop e i dibattiti hanno avuto sempre maggiore spazio per arrivare quest’anno a concepire un evento che ha nel matching e nell’incontro il suo valore aggiunto.

Diventato punto di riferimento per tutto il Sud, BtoBe nasce in Basilicata: tradizionalmente indicata come una delle regioni meno sviluppate d'Italia, secondo gli ultimi dati riportati nel “Rapporto Svimez 2010 sull'economia del Mezzogiorno”, in realtà presenta degli standard superiori alla media che mostrano un fermento economico da non sottovalutare. Negli anni precedenti BtoBe ha ospitato complessivamente quasi 10.000 visitatori, 180 espositori e 100 relatori provenienti da tutta Italia. Quest’anno numerose aziende, enti ed associazioni di categoria hanno già confermato la loro presenza al Salone: grandi e piccole realtà che potranno confrontarsi con interlocutori nazionali ed internazionali alla ricerca di una propria dimensione all’interno di uno scenario economico estremamente interconnesso.

Ufficio Stampa Salone BtoBe Marika Iannuzziello – 320 9708228

Simona Simone – 333 9431857 [email protected]

Pietro Cerretani

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Sud. Comunicare il territorio per crescere Quali strategie occorre seguire per dare alle imprese e alla società meridionale la spinta necessaria per colmare il gap che ci separa dal Nord e cominciare finalmente a essere anche qui motori della crescita del Paese. Su quali risorse puntare e con quale spirito affrontare le sfide di un’economia globalizzata in cui il Mezzogiorno ha tanto da raccontare. Ne parliamo con Rino Scoppio, esperto di marketing comunicazione … orgogliosamente pugliese.

Quali sono i punti di forza e di debolezza del sistema economico del Mezzogiorno? Dal dopoguerra in poi il Mezzogiorno ha saputo dimostrare numerose doti “caratteriali”: la grande flessibilità e capacità di adattarsi alle condizioni avverse, un’accentuata creatività delle sue risorse umane, una predisposizione naturale a saper accogliere culture e personalità diverse dalla propria. D’altro canto però il Sud sconta anche numerosi punti di debolezza: una eccessiva dipendenza dai finanziamenti statali e comunitari, una pubblica amministrazione spesso sclerotizzata e condizionata in maniera eccessiva dal potere politico e un deficit infrastrutturale che ha spesso condizionato la sua vocazione all’export. Ma quello che ritengo il vero “peccato originale” dell’economia del Sud è sicuramente è il volersi considerare solo un “contoterzista” per il sistema manifatturiero del Nord. Non abbiamo mai saputo creare e consolidare Brand forti e riconoscibili, naturalmente con le dovute eccezioni (Natuzzi, Randazzo, Divella) Qual'è l'immagine percepita degli operatori economici meridionali nelle altre regioni d'Italia e all'estero? La “Reputazione” oggi è l’asset più importante delle imprese private. Non è facile per un imprenditore presentarsi con i propri prodotti sui mercati italiani e soprattutto su quelli esteri. Ci conforta in questi ultimi anni una buona crescita del turismo. Oggi regioni come la Puglia o località come Matera o Taormina sono apprezzate in tutto il mondo. Il turismo può rappresentare un “traino” forte per le nostre imprese manifatturiere. Su quali settori economici puntare per rilanciare l'economia delle regioni meridionali? Il nostro sviluppo naturalmente non può più fondarsi

sull’industria pesante (petrolchimico, acciaio). Le parole chiave su cui deve puntare l’economia del Sud per avere una direttrice strategica da seguire sono: innovazione, sostenibilità, creatività e accessibilità. I settori trainanti sui quali puntare per il futuro, invece sono le energie rinnovabili, il design, l’artigianato, l’agricoltura, l’agroalimentare biologico e di qualità, la meccatronica, il commercio al dettaglio, la ristorazione (pub, ristoranti, wine bar, etc.), i servizi alla persona (anziani, bambini, portatori di handicap, malati lungo degenti, etc.), la ricerca su nanotecnologie e biotecnologie, la valorizzazione dei beni culturali, il turismo sostenibile, web e new media. Il nostro sistema manifatturiero può salvarsi e crescere …ma per far questo deve puntare sui seguenti fattori: alta qualità; innovazione, ricerca e sviluppo; design, strategie innovative di marketing e comunicazione, capacità di esportazione. In sostanza, per rilanciare il suo manifatturiero , ’imprenditoria meridionale deve dar vita a progetti di lungo periodo centrati sulla creazione di nuovi marchi, sul riposizionamento verso mercati di elevato rapporto qualità/prezzo, su progetti complessi di internazionalizzazione. Su quest’ultimo punto vorrei fare una riflessione sull’economia in Italia. Il nostro sistema manifatturiero è il più importante d’Europa insieme a quello tedesco. Le nostre direttrici di sviluppo da sempre sono state l’agroalimentare, l’arredamento, l’abbigliamento, la meccanica e il turismo. Dobbiamo, però, renderci conto che il mercato italiano dei consumi è troppo piccolo. Oggi un’impresa manifatturiera che voglia sopravvivere, deve assolutamente puntare sui nuovi mercati esteri di sviluppo: Medio oriente, Est Europa, Asia, Sudamerica, Nord e Sud Africa. Cosa fare per rendere il sistema turistico del Sud più competitivo?

Molte località del Mezzogiorno hanno fatto passi da gigante in questi ultimi anni, grazie anche ad alcune

scelte lungimiranti fatte da alcune amministrazioni locali. Voglio citare solo a titolo di esempio

il boom turistico della Puglia, che oggi viene percepita nel resto

d’Italia e nel mondo come un luogo “cool”, una regione di tendenza, attraente,

fresca, positiva.

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Momenti di Comunicazione – novembre 2010 – pag 11

Quali sono le strategie di promozione turistica vincenti? Lo sviluppo turistico al sud non può più basarsi sulle “colate di cemento”. Basta ai mega alberghi e ai mega villaggi turistici. E’ una modalità turistica oramai in lento declino. Oggi il “turista viaggiatore” vuole realmente vivere il territorio che visita e la sua cittadinanza. Vuole conoscere non solo il mare, ma anche gli usi, i costumi, il folclore, i riti religiosi, le danze popolari, l’enogastronomia, le sagre … E per poter far questo non deve essere “rinchiuso” in un cubo di cemento. Dobbiamo continuare a valorizzare modalità ricettive come i bed & breakfast, gli agriturismo , i campeggi, le masserie, gli ostelli, ma anche le strutture parrocchiali fino alla nuova formula dell’albergo diffuso. In particolare quest’ultimo è un modello di ospitalità originale che non solo favorisce lo sviluppo turistico ma valorizza anche il territorio perché non crea impatto ambientale. Si tratta di una proposta concepita per offrire agli ospiti l’esperienza di vita di un centro storico di una città o di un paese. Si può contare su tutti i servizi alberghieri, cioè su accoglienza, assistenza, ristorazione, spazi e servizi comuni per gli ospiti, alloggiando in case e camere che distano non oltre 200 metri dal “cuore” dell’albergo diffuso: lo stabile nel quale sono situati la reception, gli ambienti comuni, l’area ristoro. E tutto ciò senza costruire niente: ci si limita a recuperare/ristrutturare e a mettere in rete quello che esiste già. E poichè lo sviluppo turistico al Sud deve porsi l’obiettivo di valorizzare le centinaia di comuni non battuti dai “classici” percorsi dei tour operator e destagionalizzare i suoi flussi turistici, l’Albergo Diffuso può essere un potente strumento di promozione non solo del territorio ma anche dei suoi prodotti agricoli, agroalimentari e artigianali. Si parla tanto di green economy come possibile volano di crescita economica, pensa possa rivelarsi una buona soluzione per le regioni del Sud? quali precauzioni adottare in questo tipo di strategie? Nel settore energetico il Mezzogiorno in questi anni ha assunto un ruolo da leader in Italia: è diventato il più importante produttore di energia elettrica proveniente da combustibili tradizionali (petrolio, carbone) e da fonti rinnovabili (solare, eolico). Siamo tutti d’accordo nel dire che nei prossimi anni dobbiamo diminuire sempre di più la dipendenza dai combustibili di origine fossile. Ora però nel mondo delle energie rinnovabili e nelle associazioni ambientaliste si è aperto un dibattito molto delicato: se il Sud punta molte delle sue chance energetiche sul solare e sull’eolico, rischiamo di vedere il nostro territorio tappezzato di kmq di pannelli solari e centinaia di enormi pale eoliche. Diversi studi e reportage giornalistici hanno dimostrato che i pannelli solari e le pale eoliche producono sul paesaggio e sull’ecosistema un impatto molto pesante e deleterio … soprattutto per i territori del Sud che vedono nel turismo e nel paesaggio una delle leve trainanti di sviluppo. Le soluzioni comunque esistono e possono essere condivise, aprendo un dibattito in tal senso con le associazioni ambientaliste. In particolare i pannelli solari e le pale eoliche dovranno essere costruite sulle seguenti strutture: edilizia residenziale, edilizia della Pubblica Amministrazione, aree industriali, aree sottostanti gli elettrodotti. Stiamo parlando di migliaia di kmq di superficie, dove sistemare i pannelli solari e le pale eoliche non produrrà impatti devastanti sul paesaggio e sull’ecosistema. Non solo, l’energia può e deve essere prodotta anche dai rifiuti. Le esperienze in Germania e nei paesi scandinavi dimostrano in maniera incontrovertibile che bisogna assolutamente puntare sulla raccolta differenziata dei rifiuti. Questi vanno poi smistati negli inceneritori di ultima generazione, quelli che non producono nell’aria eccessive emissioni nocive. Nelle regioni del Sud deve

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Rino Scoppio Componente tecnico scientifico AFORISMA, Scuola di formazione manageriale

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essere avviata un’imponente campagna di comunicazione integrata per spingere tutti i cittadini a differenziare i rifiuti urbani già dentro casa propria. Parliamo di risorse umane. I giovani sono forse la migliore risorsa di cui il Sud dispone. Sono mediamente più istruiti del resto del Paese, ma hanno più difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Dipende solo dalle scarse opportunità offerte dal territorio o il sistema formativa va rivisto? e come? Nelson Mandela ha detto: “L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo”. Il Mezzogiorno deve diventare un laboratorio delle conoscenze innovative e per far questo la formazione diventa uno strumento di primaria importanza. Bisogna rafforzare la formazione non solo sul target dei neolaureati ma anche su diplomati, diversamente abili, adulti disoccupati, liberi professionisti appena iscritti agli Albi professionali, lavoratori con partita Iva, impiegati nei Co.Co.Pro., lavoratori interinali che hanno perso il posto di lavoro. Il meccanismo dei Voucher formativi presente in molte regioni del Sud, consente di innescare un meccanismo virtuoso attraverso il quale sono i beneficiari a scegliere l’ente di formazione e il corso da svolgere.

Questo fa sì che gli enti pubblici e privati siano obbligati a innalzare la competitività della loro offerta. La formazione finanziata deve essere rivolta sia a percorsi di formazione manageriale… ma anche a corsi più brevi e più focalizzati. Il denominatore comune ai progetti di formazione innovativa deve essere l’orientamento all’Autoimprenditorialità. Vorrei solo citare fra gli altri l’interessante lavoro svolto da una società di formazione che al Sud è nata e su questo territorio ha creato le basi del suo sviluppo: Aforisma. Una scuola di Lecce che amio avviso ha saputo dimostrare che la formazione manageriale di qualità non necessariamente deve svolgersi a Roma, a Milano o all’estero.

Ma il Sud è anche una miniera di prodotti tipici (artigianali, enogastronici, ecc.). Pensa che siano ben comunicati? quali strategie di marketing e distribuzione potrebbero servire per imporli sui mercati internazionali? Partiamo da una riflessione sullo scenario di questi ultimi anni. Le aziende agricole stanno vivendo un periodo drammatico. I loro prodotti vengono pagati pochi centesimi al chilo, ma arrivano al consumatore con prezzi finali esorbitanti. Gli aiuti e le agevolazioni sono importanti, ma gli agricoltori devono trovare in loro stessi le forze per trasformare completamente il loro approccio al mercato. Il successo commerciale del prodotto agricolo e agroalimentare del Sud non può prescindere dalla valorizzazione del territorio da cui proviene. Non dobbiamo vendere una “semplice” bottiglia di vino ….o una “banale” confezione di pomodori, Il nostro prodotto per essere scelto fra i tanti

deve dare emozioni, deve raccontare una storia … e questa storia non può essere altro che quella dei nostri territori. Le regioni del Sud hanno una grande fortuna: possiedono una fortissima capacità evocativa. Quando parliamo del nostro prodotto non serve dare delle semplici descrizioni tecniche… occorre raccontare la nostra storia, i nostri sogni, i nostri valori, la dedizione delle generazioni che ci hanno preceduto. In tutto il mondo, i consumatori adorano questi racconti e amano alla follia tutto quello che è Made In Italy. Molti imprenditori del settore agricolo e agroalimentare sono ossessionati dalla possibilità di essere presenti con

i loro prodotti nelle strutture della Grande Distribuzione Organizzata. Ma oggi sono tanti i possibili canali distributivi attraverso i quali far arrivare direttamente i nostri prodotti: farmer’s Market, GAS (Gruppi Acquisto Solidali), supermercati specializzati sul biologico, le “Cattedrali “ della Gastronomia Italiana, la vendita diretta via web. Le imprese agricole hanno un immenso mercato a disposizione. Devono prendere in mano il loro destino e non dipendere più dalla lunga filiera dei grossisti, che spremono il loro duro lavoro senza dare alcun margine di redditività.

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un team di giornalisti e comunicatori, il più autorevole archivio di media e giornalisti insieme per aiutare le PMI a comunicare in modo più efficace ed economico

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Le professioni “rosa”: donne pr in testa

Il 28 ottobre si è svolta la Serata di Gala del Premio Assorel per la migliore campagna di

Relazioni Pubbliche realizzata nel corso del 2009. La consegna dei riconoscimenti organizzata da Assorel, con il patrocinio del Comune di Milano, in

partnership con Coca-Cola HBC Italia e con la collaborazione di ‘Eventiquattro’ e il mensile “L’Impresa”– Gruppo 24 ORE, si è tenuta nel corso di un evento sul tema “Relazioni nel dibattito civile e politico: attualità e futuro”. La Giuria del Premio ha indicato come migliore campagna “Navigon: navigando tra le stelle”, realizzata dalla società Cohn & Wolfe per Navigon AG. All’Avvocato Luca Cordero di Montezemolo è stato consegnato il prestigioso ‘Premio alla Carriera’, giunto alla quinta edizione, per la passione civile di un’ attività professionale, imprenditoriale e di rappresentanza associativa particolarmente efficace nella valorizzazione del Made in Italy, da sempre impegnata nell’investimento in comunicazione come relazione e leva strategica dello sviluppo e dell’innovazione. La cena di gala, condotta da Andrea Beretta di Newton Management Innovation - Gruppo 24 ORE , è stata aperta dal Presidente Assorel - Beppe Facchetti che ha sottolineato come “in un momento di recessione economica gli investimenti in Relazioni Pubbliche rappresentano un vantaggio competitivo per raggiungere gli stakeholders in modo mirato e immediato, anche grazie alla sempre più ampia diffusione dei Media digitali”. “Oggi, più che mai Associazioni come Assorel – dichiara Maurizio Cadeo Assessore all’Arredo Urbano, al Decoro e al Verde del Comune di Milano – svolgono un ruolo fondamentale nella nostra società perché contribuiscono allo sviluppo delle imprese che valorizzano il sistema Italia.” Nel corso della serata sono stati attribuiti i sei Premi di Categoria mentre un particolare riconoscimento è andato a “Compro chiesa vista mare” di Immobiliare.it, che ha ricevuto il maggior numero di consensi dagli internauti attraverso i voti on-line sul sito de “L’Impresa”. Tra le 40 campagne iscritte a questa edizione, oltre al Primo Premio Assoluto, la Giuria ha attribuito i sei Premi di Categoria a:

Comunicazione di Prodotto “Navigon: Navigando tra le stelle”– Cohn & Wolfe per Navigon AG Comunicazione corporate “Berlin 1989, Milano 2009 - Freedom day” – Pleon per Knauf Italia

Donne e lavoro: un’accoppiata che ancora fatica a decollare nonostante tutti i provvedimenti e gli sforzi legislativi fatti in Italia e a livello europeo. Stando infatti alle ultime statistiche Ocse, in Italia lavora solo il 46.4% delle donne, che tradotto vuol dire meno di una su due. Dato su cui riflettere se si pensa che in Norvegia l’ occupazione femminile sfiora l’80% e noi siamo superati in negativo solo dalla Tuchia, con il 24% delle donne impiegate. Eppure, in un quadro generale tutt’ altro che incoraggiante – aggravato pure dalla crisi economica in corso – spunta la speranza di un futuro più “roseo”. A guidare la classifica delle professioni "rosa" ci sono le donne esperte di relazioni pubbliche secondo quanto rileva Ferpi, la Federazione Italiana Relazioni Pubbliche che conta a quarant'anni dalla sua nascita ben il 57,4% di presenze rosa. Nel 1970 erano appena il 15%. Il dato, emerso da un sondaggio condotto presso altri ordini e associazioni, è stato discusso nel corso del convegno "La professione si è tinta di rosa" lo scorso 19 ottobre a Milano. Consistente anche il numero di avvocatesse che tuttavia si fermano al 45,4% (dati 2007) e quello di medici chirurghi e odontoiatri al 36,7%. Numerose pure le donne architetto (39,1%), commercialiste (30,3%) e notaie (28,1%). Fanalino di coda invece le ingegnere al 10,8%. Interessante scoprire poi che le giornaliste professioniste sono il 30,9% (dati 2006), le pubblicitarie professioniste (TP-Associazione italiana pubblicitari professionisti) il 32%, mentre la presenza femminile nel marketing è del 30% (AISM- Associazione italiana marketing). Gherarda Guastalla Lucchini, socio fondatore Ferpi e presidente G&G Relazioni pubbliche spiega così la ragione del primato: "Nella nostra professione succede spesso che le donne non hanno magari posti di comando all'interno delle aziende, ma scelgono di mettersi in proprio e di entrare in associazione, più degli uomini, per crescere tramite lo scambio di idee". Delicato tema quello delle Pari Opportunità che investe più aspetti: si va dal dover garantire alle donne un posto di lavoro senza che siano condizionate dalla necessità di dover conciliare lavoro e famiglia, al diritto di poter vivere gravidanza e maternità come normali fasi della vita e non come ostacolo alla propria vita professionale, passando per la possibilità di concorrere ad armi pari vedendosi riconosciute le stesse retribuzioni a parità di competenze. Persiste invece il diffuso malcostume di pagare molto meno le donne, a parità di qualifica, rispetto ai loro colleghi uomini. Eppure in Italia il 60% dei laureati è donna e solo il 40% uomo. L'Italia batte addirittura Regno Unito e Stati Uniti. Discorso a parte riguarda pure quello che da sempre chiamano il “tetto di cristallo”: un modo elegante per dire che le donne arrivano, nella loro carriera lavorativa, in un punto praticamente invisibile (di cristallo appunto) oltre al quale non riescono ad andare. Il cristallo è trasparente, sembra quasi che non ci sia, sin quando non ci sbatti contro e capisci che è invalicabile. Quella sottile, ma robustissima pellicola, ancora oggi divide le donne dai cosiddetti posti di comando, come a dire “guardate, ma non toccate”. A conferma di questo, basti ricordare che le donne sono poco presenti nelle posizioni apicali delle imprese: il 23,3% nel top management delle aziende pubbliche e private (10% se restringiamo l'attenzione alle private) e solo il 6% nei Cda delle società quotate. © Francesca Ceci

Prendiamo spunto dall’ultima interessante ricerca Ferpi per riflettere sul ruolo delle donne nel mondo del lavoro.

Momenti di Comunicazione – novembre 2010 – pag 13

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Comunicazione Sociale – Corporate Social Responsibility “Le chiacchiere stanno a zero. O bevi o guidi ” – INC Istituto Nazionale per la Comunicazione per Assobirra Comunicazione Sociale – Cause Related Marketing “Torna ad amare senza pensieri” – Weber Shandwick per SIA Comunicazione Ambientale “Eco-Christmas” – Below Communication and Media Relations per Scart-I Onlus Digital PR/Social media “Accordi in RE. Un concerto da capogiro” – Edelman per Roche Sono state inoltre assegnate le seguenti “Menzioni Speciali” per alcune campagne che i Comitati di Esperti e la Giuria hanno ritenuto di dover segnalare come meritevoli, oltre alle vincenti delle singole Categorie: Comunicazione corporate “Osservatorio Europcar. Stili di vacanza degli italiani” – INC Istituto Nazionale per la Comunicazione per Europcar Italia Comunicazione corporate “San Pellegrino Cooking Cup” – Weber Shandwick per Sanpellegrino Comunicazione sociale/ csr “Io dissuado” – D’Antona&Partners per Fondazione ANIA Comunicazione sociale/ csr “In Abruzzo festeggiamo il primo giorno di scuola. Non l’ultimo” – MS&L Italia per Barilla Comunicazione sociale /csr “Red Submarine, il talento ce l’hai nel sangue: fallo emergere!” – Nouvelle per Regione Emilia-Romagna Comunicazione sociale /crm “Press the 8” – INC Istituto Nazionale per la Comunicazione per GCAP Comunicazione ambientale “Uso & Consumo” – Mediamarket per Media World Comunicazione per e della pubblica amministrazione “Le Grandi Mostre della Venaria Reale” – Weber Shandwick per Consorzio della Venaria Reale Comunicazione per e della pubblica amministrazione “Dematerialising Justice” – Burson-Marsteller per Adobe Systems Italia

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da www.marketingjournal.it

Fine del giornale: qualcun altro dà i numeri I giornali italiani in formato cartaceo hanno ancora 17 anni di vita. Poi il foglio tradizionale cadrà nell’oblio per lasciar spazio a smartphone, tablet, e-reader e altri formati digitali. La previsione è del guru australiano dei media, Ross Dawson, imprenditore e autore di numerosi libri sulla comunicazione, che ha pubblicato sul suo blog il risultato dello studio “Newspaper Extinction Timeline”. La dead line per i giornali italiani è fissata per il 2027, ma prima di noi si estingueranno i giornali di carta americani, nel 2017 seguiti da quelli di Gran Bretagna e Islanda nel 2019. Secondo Dawson dunque il glorioso modello del giornale cartaceo inizierà la sua sparizione graduale tra meno di 10 anni. Secondo Dawson i diversi anni la gradualità del processo è dovuta a diversi fattori specifici delle singole nazioni, come lo sviluppo economico, le regolamentazioni e il sostegno pubblico all’editoria. Secondo lo studio a morire, dunque, non sarà il giornalismo in sé, ma solo il modello distributivo cartaceo. “Nel 2022 – scrive Dawson sul blog - i giornali come sono fatti oggi diventeranno irrilevanti in Australia. I profitti nel mondo dei media cresceranno enormemente ma saranno diversamente distribuiti”. Il punto chiave, valido in Australia e altrove, è il fatto che l’industria dell’informazione sta virando verso una realtà dominata dal contenuto e dalle connessioni sociali. Una rivoluzione potenzialmente positiva a patto che “i media tradizionali sappiano reinventarsi e partecipare a questa fase di crescita”. I successori dell’iPad - “riconosciuto come il precursore” - saranno allora i mezzi principali di accesso alle informazioni. I modelli base,nel 2020, costeranno appena 10 dollari e spesso e volentieri verranno offerti gratuitamente - magari con l’abbonamento a un periodico. Quelli più sofisticati saranno invece “piegabili o arrotolabili” e “interattivi”. Un’altra previsione contenuta nello studio riguarda i cambiamenti non solo nella formali ma anche sostanziali del giornalismo. “Percentuali sostanziali di inchieste, servizi e notizie saranno dragate da orde di dilettanti supervisionati dai professionisti”, dice ancora Dawson. In opposizione al citizen journalism vi saranno però una serie di esperti di settore e firme importanti che, ‘2grazie alla loro reputazione”, faranno da guida al pubblico. Reputazione che, una volta perduta, sarà pero’ molto difficile da recuperare. da www.clubdeimediasociali.it

Emotional network: l’analisi del “sentiment” poitico ed economico nelle reti sociali online Tre volte su quattro i candidati con più amici nella loro “fan page” su Facebook hanno vinto le elezioni di midterm degli Stati Uniti. Certo, è presto per pensare alla corsa per accaparrarsi un pubblico nel social network durante la campagna elettorale. Ma sono rilevazioni da non sottovalutare, soprattutto rispetto ai comportamenti delle persone che navigano abitualmente su internet. In particolare, hanno osservato che le persone tendono a segnalare di aver votato se lo fanno anche i loro amici. Ed è un risultato da valutare in una nazione dove l’affluenza è storicamente bassa. Un altro studio pubblicato da poco riguarda twitter: ha mostrato che i messaggi nel microblog aiutano a capire il “sentiment” sull’andamento delle azioni a Wall Street (su Arstechnica una spiegazione della metodologia adottata nella ricerca su 10 mesi di tweet). È chiaro che prima di fare un investimento il messaggino di 140 caratteri non può essere considerato un oracolo. Però in questi studi convergono alcuni filoni di ricerca, abilitati

dalla diffusione di dati su internet. Mai come prima d’ora è stata così semplice la produzione di informazioni in modo semistrutturato e strutturato: dai social network è possibile ricavare notizie già utilizzabili per successive elaborazioni. Aiutano ad arricchire il panorama per interpretare i dati. E mostrano la costruzione in tempo reale di un’intelligenza collettiva. Che attiva una circolarità tra mondo online e offline. Eppure le conseguenze della disponibilità di notizie hanno anche un valore predittivo: consentono di stimare con ragionevole approssimazione l’andamento di alcuni fenomeni. Per esempio, la diffusione delle pandemie influenzali o delle influenze stagionali. È un caso famoso: ogni anno i Center for disease control (Cdc) negli Stati Uniti contano i casi di malattie. A Mountain View hanno visto che le ricerche associate alla parola “flu” consentono di prevedere gli episodi di malattia in un’area. E diventano uno strumento per valutare la diffusione delle pandemie. Meno noti, invece, gli esperimenti per capire l’andamento dei prezzi, per esempio nel mercato immobiliare, che hanno dato risultati incoraggianti. Di recente, poi, Google ha varato l’indice dei prezzi online. Che può diventare un punto di riferimento per ricostruire l’evoluzione dell’economia su internet, attraverso l’analisi di inflazioni e stagnazioni. E l’abbondanza di informazioni cambia anche la traduzione simultanea: alle tecniche semantiche si affiancano metodi statistici che sono in grado di ricostruire con sorprendente approssimazione una frase in un’altra lingua. da http://pierotaglia.wordpress.com

Brand e relazioni sui Social Network Ultimamente una domanda mi perseguita: I brand possono davvero stabilire delle relazioni all’interno dei Social Network? Oppure stiamo usando un termine improprio che comporta fraintendimenti e obiettivi irrealizzabili? Sinceramente non ho ancora trovato una risposta definitiva, ma è il caso che inizi a mettere nero su bianco alcune tessere del puzzle che sto componendo. Per trovare una risposta soddisfacente sto affrontando il problema incrociando due discipline: da un lato la semiotica (con la quale cerco di comprendere la generazione di senso da parte del singolo) e dall’altro l’ecologia comportamentale (in modo da capire quali sono i comportamenti e le dinamiche dei branchi sociali in determinati ambienti). La prima parte del puzzle è legata all’essenza stessa del Brand: la Marca è un oggetto semiotico ed il suo senso non è dato ma è costruito. La sua identità è infatti la somma dei messaggi volontari, involontari e percepiti. Il senso del Brand è la risultate di questa triade e non è quindi una semplice una frase, ma la somma di vari discorsi: il suo essere una Star (secondo il pensiero di Séguéla) deriva dalla coerenza dei vari messaggi (interni ed esterni in maniera indipendente dal media) e non dalla sua forma reale: il Brand è una star, intoccabile, è nell’olimpo, uno spazio mitico nel quale gli esseri umani non sono ammessi. Tone and Style definiscono infatti non tanto come parla il Brand, ma come l’azienda comunica per far percepire il Marchio in un determinato modo: le persone quindi sono emanazioni della Marca (ricordiamo infatti che Avatar significa incarnazione totale o di una singola caratteristica della divinità). “Siamo nel 2.0, 3.0, 4.0… i brand devono parlare!” No: le aziende devono parlare, è una cosa diversa: sono loro che devono creare il senso della marca. La seconda tessera arriva da una conseguenza della mia tesi specialistica: i Brand non sono esseri umani e non vengono percepiti come tali. Sembra quasi una banalità, una verità logica (a≠b), ma ha delle grosse implicazioni. Una delle cose interessanti emersi dalla mia tesi (dove analizzavo la percezione di diversi sistemi di Online Customer Care Human like) era che le persone non dialogano con gli Assistenti Virtuali dal momento che questi dispositivi non sono in grado di sviluppare uno scambio comunicativo alla pari e le persone si rendono immediatamente conto (ancora prima di iniziare l’interazione vera e propria) che non può esserci una relazione, ma un semplice scambio informativo. Allo

stesso modo, il dialogo con un Brand su un Socia l Network difficilmente crea una relazione, ma un’interazione simile a quella che potrei avere con un Assistente Virtuale: dal momento che non posso sapere chi si nasconde dietro il logo (uomo, bot, il famigerato stagista, il responsabile marketing, il CEO…) questo implica uno sforzo cognitivo maggiore rispetto ad un interazione faccia a faccia. “Ma io vado sulla bacheca a scrivere cose” Certo, ma nella maggior parte dei casi vai, chiedi e poi tronchi ogni rapporto e questa non mi sembra una relazione: la maggior parte delle statistiche che ho visto in questi mesi sembrano confermare questo trend (interazioni prevalentemente finalizzate per ottenere sconti, promozioni, singole informazioni). Il terzo segmento del puzzle è legato alla cooperazione negli animali dove dobbiamo distinguere tra cooperazione intraspecifica (stessa specie) ed interspecifica (specie diverse): “extragroup cooperation may be substantially more resource intensive and risky than intragroup cooperation” (Pirolli 2001, Information Foraging Theory”). L’interazione con un soggetto che non appartiene alla nostra specie richiede quindi uno sforzo maggiore e quindi, normalmente, si tende a preferire uno scambio informativo intraspecifico, un elemento che rinforza quanto detto sopra. “Ma il Rallo Nero, noto uccello posatore, coopera con l’ippopotamo, liberandolo dai parassiti, quindi c’è cooperazione interspecifica”. Certo, la cooperazione interspecifica esiste, ma non sfocia direttamente in una relazione e richiede sforzi maggiori. Se quindi in un Social Network necessito di informazioni per l’utente è più facile interagire con un suo simile che con un soggetto esterno che non riesco a identificare in maniera chiara. Date queste prime considerazioni possiamo dire che i Social Media rappresentano un terreno fertile dove costruire l’identità del Brand attraverso i discorsi prodotti dalle persone dell’azienda che incarnano la Marca. A questo punto non è tanto il Brand a stabilire le relazioni, quanto le persone che operano in sua vece: le interazioni che si sviluppano sono di carattere informativo e di Customer Care. Diventa quindi fondamentale impostare le strategie di Marketing tenendo conto di questi fattori e valutare se sia opportuno creare una pagina per il Brand e una Tab dove vengono presentate le persone che si occupano della gestione della pagina e della comunicazione, in modo che queste vengano riconosciute come interlocutori affidabili. In questo modo diventa possibile creare dei discorsi che vanno a costruire l’immagine di Marca e a stabilire delle relazioni. da www.cutuli.it

Hair lobbying: la Lobby politica dei Parrucchieri E stata fondata in Italia la prima esperienza di carattere politico-associativo destinata al settore dell’Acconciatura che ha l’obiettivo di avere una rappresentanza politica in Parlamento. Il principio che guida Hair Lobbying è quello della trasparenza e del dichiarato intendimento di unire una categoria che avanza un forte credito di immagine e di affermazione sociale. L’associazione si prefigge di promuovere azioni culturali di valorizzazione del ruolo verso l’alto, attraverso un movimento di consapevolezza e di sostegno alla categoria sopra le parti, muovendosi ad esclusivo interesse di tutta la categoria e di chi interagendo con essa desidera sostenerne le parti e la promozione con fattiva partecipazione. Hair Lobbying è aperta al dialogo, al confronto, alla condivisione, alla soluzione finalizzata al bene di tutto il comparto che vuole fortemente sostenere e vedere riconosciuto come merita. Tra i soci fondatori si annoverano professionisti riconosciuti nel mondo dell‘Hairstylist e non solo, a conferma dell’interesse che ha sollevato l’iniziativa. E’ Presidente dell’associazione, Fabio Messina.

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15 e 16 novembre BEA Expo Festival

c/o Spazio Eventiquattro - Milano Una kermesse nata con l’intento di offrire momenti di alta formazione e networking ai professionisti operanti nel settore degli eventi. Due giorni di aggiornamento professionale per migliorare il tuo lavoro ed incrementare la soddisfazione dei tuoi clienti. La mostra degli eventi e la serata di premiazione dei BEST EVENT AWARDS ti offriranno opportunità di benchmark e learning a livello nazionale e internazionale.

24 novembre Dal Pierre alle Rp. Il punto sulla professione delle Relazioni

Pubbliche presso il Campus universitario di Savona

Un incontro UniFerpi indirizzato in particolare agli studenti del Corso di Laurea ma aperto anche a tutti gli studenti del Campus e, più in generale, a chiunque sia interessato ad approfondire la conoscenza di questa professione.

24 novembre Do not call register Le nuove regole per il telemarketing

c/o Unicom - Milano Evento organizzato dall’associazione Unicom per analizzare e riflettere insieme ai principali protagonisti del settore delle norme e delle tecniche di uno dei principali strumenti di marketing e comunicazione.

24 novembre Shock the Monkey

a Roma E' stato definito l'evento "social" più "cool" del settore! Un modo nuovo di incontrarsi e fare business. Dalle h. 16.00 alle h. 22.00 in una location di grande appeal con catering non-stop, musica e spettacolarizzazione per tutta la durata dell'evento, ShocktheMonkey garantisce la possibilità di concrete occasioni di business, grazie ai numerosi e selezionati buyers che intervengono alla serata.

2 dicembre

Entertainment e comunicazione. Nuovi target. Nuove strategie. Nuovi media

presso l’ Auditorium Enel di Roma Il Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata in collaborazione con Enel e con il patrocinio di Ferpi organizza un evento che vuole analizzare settori dell’entertainment rispetto alle nuove strategie di marketing e comunicazione (marketing relazionale-customer relationship management – unconventional marketing-event marketing – brand management – coopetition…) che gli operatori adottano; ai vecchi e nuovi target (teens – giovani – sempregiovani – senior – donne – single – gay – elite, Innovatori, follower,…) a cui si tenta di dare risposte sempre più innovative, convolgenti ed esperienziali; ai nuovi media (cross media – tv – web tv – tv digitale – cinema digitale – radio – internet – videogiochi – gaming – mobile -social networks & media – mondi virtuali…) sempre meno strumentali e sempre più interattivi con le strategie e con il momento analitico di mercato.

19-21 gennaio PromotionTrade Exhibition

presso FieraMilanoCity E’ l’unica vetrina italiana, e una delle più importanti in Europa, dedicata all’oggetto promozionale e al regalo d’affari, che si caratterizza per essere aperta esclusivamente agli intermediari del settore promozionale (rivenditori, distributori e importatori)

febbraio

Forum della Comunicazione Digitale piazza Affari, Milano

Il Forum della Comunicazione Digitale è l’appuntamento annuale dove innovatori e top manager delle imprese e della pubblica amministrazione si incontrano per fare network, aprirsi a nuove opportunità di business, promuovendo lo sviluppo della comunicazione digitale come leva per l’innovazione nelle aziende e la semplificazione della vita delle persone.

Bimestrale di informazione e approfondimento

Reg. Tribunale di Roma n. 202/2010 del 13/05/2010 Gruppo editoriale Spazio RP – editoria per la comunicazione largo Luigi Cossa, 36/C 00148 Roma T. 06 65678358 F. 06 65678315 www.spazio-rp.it [email protected] www.momentidicomunicazione.wordpress.com Direttore responsabile Roberto Portanova Collaboratori di redazione Francesca Ceci Antonio De Luca Adriano Pizzarelli Tipografia: Tipolito Effegi

Momenti di Comunicazione – novembre 2010 – pag 15

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Africa. Madre del Mondo di Olivier Föllmi

L’ Ippocampo pp. 336

Le immagini comunicano, sempre e comunque. Non solo: il loro potere va persino oltre il linguaggio scritto e parlato. Ogni immagine, non si limita semplicemente a descrivere un elemento della realtà, ma ne è essa stessa elemento e al contempo rappresentazione di qualcosa diverso da sé. “Stai in ascolto, dice la vecchia Africa. Tutto parla. Tutto è parola. Tutto cerca di comunicarci uno stato che arricchisce misteriosamente. Impara ad ascoltare il silenzio e scoprirai che tutto è musica” ( Amadou Hampatè Ba, scrittore del Mali). Niente orpelli, solo l’essenziale, il bello del creato allo stato puro: il Blyde River Canyon, le montagne, le cascate, le nuvole il bush, gli animali, le danze degli Zulu, i colori dei villaggi , i visi dei bambini, i loro sorrisi, le donne che camminano con un bidone d’acqua. In una parola: la semplicità delle cose della vita che noi abbiamo dimenticato. Olivier Föllmi è uno dei fotografi più apprezzati al mondo. Una scrittura fotografica maestosa, generosa e senza pregiudizi quella che ci regala in “Africa. Madre del Mondo”: un lavoro d’amore, un fremito dell’anima che scatto dopo scatto dà vita ad un racconto emozionante che va oltre l’orizzonte africano e ci conduce all’essenza dell’uomo. © Francesca Ceci

L'industria edile. Attori, processi, mercati

di Oronzo Trio Cacucci Editore

L’edilizia nelle economie dei Paesi industrializzati … cercando di colmare un vuoto negli studi manageriali e di marketing. Il volume analizza la filiera delle costruzioni, una filiera lunga, costituita da settori interconnessi, legati da reciproci vincoli tecnico-produttivi, che vede operare diverse tipologie di imprese specializzate in singole fasi del ciclo che concorrono, ciascuna per quella cui partecipa, a condizionare ed a determinare la qualità dell’output finale. Vengono illustrate le caratteristiche fondamentali di alcuni dei settori situati a monte della filiera partendo dal presupposto che i materiali di tali settori rappresentino altrettanti fattori decisivi per la qualità del prodotto finale: è il caso dei materiali da cava, inerti e aggregati, che rappresentano le materie prime sia del ciclo di produzione delle opere sia di quello relativo ad altri inputs, ad esempio il calcestruzzo ed i laterizi, che a loro volta trovano ampio impiego nel prodotto edile. E’ ancora il caso dello stesso settore cementiero e del calcestruzzo, di cui il lavoro analizza le principali forze competitive, e di quello dei laterizi ai quali viene dedicata una specifica indagine finalizzata a descrivere gli accordi e le alleanze di marketing tra i produttori. Nella parte centrale si analizzano gli aspetti gestionali e di marketing delle imprese di costruzioni, unitamente allo studio del mercato finale; l’obiettivo è proprio quello di definire i fattori distintivi dell’impresa edile. Emerge l’unicità e la complessità del prodotto, la difficoltà nella definizione dei bisogni del cliente, anche a causa della eterogeneità dei profili di clientela, la necessità di stringere accordi di partnership con le imprese a monte e con gli altri attori che partecipano al progetto, come ingegneri, architetti, designer, l’opportunità di strutturare reti di imprese coordinate dall’impresa leader, responsabile dell’opera.

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Un prezioso strumento per gli uffici stampa. www.comunicati–stampa.net E’ un network di siti dedicati alla divulgazione di notizie e comunicati stampa. Un prezioso alleato di piccoli e grandi uffici stampa di aziende ed enti. Permette di inviare gratuitamente le notizie sotto forma, appunto, di comunicati. Si tratta di una grande opportunità di visibilità in quanto i testi pubblicati tramite il sito saranno visibili su un network di oltre 500 siti affiliati che ogni giorno raggiunge oltre 50.000 contatti unici. Ultimo nato nel network il sito SitiNuovi.it, un ambizioso progetto che si occuperà della divulgazione di notizie riguardanti la nascita di nuovi siti Web. Da oggi quindi esiste un ulteriore mezzo per dare visibilità immediata a tutti i nuovi progetti on-line. Comunicati-stampa.net si conferma uno straordinario alleato dei professionisti della comunicazione per contribuire alle proprie strategie di search engine marketing.

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111000000...000000000 RRRIIIFFFEEERRRIIIMMMEEENNNTTTIII DDDIII GGGIIIOOORRRNNNAAALLLIIISSSTTTIII EEE OOOPPPIIINNNIIIOOONNN LLLEEEAAADDDEEERRR DDDIII OOOGGGNNNIII SSSEEETTTTTTOOORRREEE EEE DDDIII OOOGGGNNNIII TTTEEERRRRRRIIITTTOOORRRIIIOOO... Questi i numeri impressionanti del database professionale RP 2.0 il più ricco e autorevole strumento di lavoro per chi si occupa di Relazioni Pubbliche, Ufficio stampa e Lobbying in Italia. Un alleato prezioso del tuo lavoro di comunicazione per scoprire sempre nuovi nomi di giornalisti e altre categorie di personalità influenti. Aggiornato in tempo reale perché ha alle spalle una redazione giornalistica che lavora per dare valore alla tua professionalità. Il database RP 2.0 viene fornito in abbonamento al costo di soli € 490 / anno. Richiedi una password di prova gratuita e senza impegno contattandoci allo 06 65678358 oppure via e-mail all’indirizzo [email protected]

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