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supplemento di IL PRIMO FREE PRESS MOLISANO DEDICATO ALLA SANITA’ E’ ON LINE SU: www.molisesanita.it A l l A l l interno interno L’INCHIESTA Emergenza al 118? I vertici si difendono A pagina 13 LE RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE NON SONO UN RIPIEGO. QUALIFICANO IL PIANO DI RIENTRO Basta poco per far capire le cose E un film vale più di mille discorsi Alle pagina 10 e 11 Alle pagina 8 e 9 Alle pagina 18 e 19 LA DENUNCIA I malati vanno fuori regione senza un motivo E nessuno li ferma A pagina 6 L’ANALISI Sullo sfondo il nodo del federalismo sanitario A pagina / IL BORSINO Chi sale e chi scende nella sanità molisana Molise anità anità Molise S S QUINDICINALE D’INFORMAZIONE QUINDICINALE D’INFORMAZIONE Anno I Numero 1 12 ottobre 2010 L e Rsa servono, non c'è dubbio, ma nessuno lo spiega con chiarezza alla gente, dati alla mano. E così i cittadini di Vena- fro piuttosto che quelli di Larino pensano che rinunciare al proprio ospedale sotto casa per avere in cambio una Residenza Sanitaria Assistita sembra una ferita da lavare con il sangue. I po- litici locali invece di far capire come stanno le cose cavalcano la protesta. Eppure spesso basta poco. Un film, ad esempio, per spiegare con cruda dolcezza la situazione di centinaia di famiglie alle prese con un anziano poco autosufficiente, magari vittima del- l'Alzheimer. Magari andare a vedere l'ultima pellicola di Pupi Avati, appena uscita nelle sale, "Una sconfinata giovinezza", dedicata proprio a questi argomenti, può essere più utile di tanti discorsi Rsa, servono davvero Ma nessuno lo spiega Cesarei, sono mille ogni anno Una donna su due vi ricorre MA IO VADO AVANTI LO STESSO!! Servizi alle pagine 4 e 5 IL MOLISE IN CIMA ALLA CLASSIFICA ITALIANA. CARENZA DI POSTI NASCITA, ORGANICI INSUFFICIENTI Garofalo E SUL PIANO INCOMBE LA VARIABILE TAR E SUL PIANO INCOMBE LA VARIABILE TAR

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supplemento di L’ANALISI Sullo sfondo il nodo del federalismo sanitario Rsa, servono davvero Ma nessuno lo spiega LA DENUNCIA I malati vanno fuori regione senza un motivo E nessuno li ferma L’INCHIESTA Emergenza al 118? I vertici si difendono IL BORSINO Chi sale e chi scende nella sanità molisana IL PRIMO FREE PRESS MOLISANO DEDICATO ALLA SANITA’ E’ ON LINE SU: www.molisesanita.it LE RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE NON SONO UN RIPIEGO. QUALIFICANO IL PIANO DI RIENTRO Anno I Numero 1

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supplemento di

IL PRIMO FREE PRESS MOLISANO DEDICATO ALLA SANITA’ E’ ON LINE SU: www.molisesanita.it

AllAll ’interno’interno

L’INCHIESTAEmergenzaal 118?I verticisi difendono

A pagina 13

LE RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE NON SONO UN RIPIEGO. QUALIFICANO IL PIANO DI RIENTRO

Basta poco

per far capire

le cose

E un film

vale più

di mille discorsi

Alle pagina 10 e 11 Alle pagina 8 e 9

Alle pagina 18 e 19

LA DENUNCIAI malati vannofuori regionesenza un motivoE nessuno li ferma

A pagina 6

L’ANALISISullo sfondoil nododel federalismosanitario

A pagina /

IL BORSINOChi salee chi scendenella sanitàmolisana

MoliseanitàanitàMoliseSSQUINDICINALE D’INFORMAZIONEQUINDICINALE D’INFORMAZIONE

Anno I Numero 112 ottobre 2010

Le Rsa servono, non c'è dubbio, ma nessuno lo spiega conchiarezza alla gente, dati alla mano. E così i cittadini di Vena-fro piuttosto che quelli di Larino pensano che rinunciare al

proprio ospedale sotto casa per avere in cambio una ResidenzaSanitaria Assistita sembra una ferita da lavare con il sangue. I po-litici locali invece di far capire come stanno le cose cavalcano laprotesta. Eppure spesso basta poco. Un film, ad esempio, perspiegare con cruda dolcezza la situazione di centinaia di famigliealle prese con un anziano poco autosufficiente, magari vittima del-l'Alzheimer. Magari andare a vedere l'ultima pellicola di Pupi Avati,appena uscita nelle sale, "Una sconfinata giovinezza", dedicataproprio a questi argomenti, può essere più utile di tanti discorsi

Rsa, servono davvero

Ma nessuno lo spiega

Cesarei, sono mille ogni annoUna donna su due vi ricorre

MA IO VADO AVANTI LO STESSO!!

Servizi alle pagine 4 e 5

IL MOLISE IN CIMA ALLA CLASSIFICA ITALIANA. CARENZA DI POSTI NASCITA, ORGANICI INSUFFICIENTI

Garofalo

E SUL PIANO INCOMBELA VARIABILE TARE SUL PIANO INCOMBELA VARIABILE TAR

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3ATTUALITA’SSMoliseMolise

Le sorti della sanità molisanadipendono in parte da loro.Da sinistra il presidente dellaRegione Iorio, il direttore ge-nerale dell’Asrem Percopo, ilministro della salute Fazio el’assessore regionale alla sa-nità Passarelli

Avanti tutta con il piano enervi saldi. Il messaggioche viene dalla stanza dei

bottoni della Regione è chiaro. Ilpresidente/commissario MicheleIorio e il sub commissario Isa-bella Mastrobuono non mollanoe tirano dritto, a dispetto delledifficoltà e degli ostacoli, nelpieno rispetto di quanto concor-dato a livello politico e tecnico aRoma: aggiustamenti immediatie riconversioni strutturali per ri-portare la sanità molisana sulpiano della efficienza. Il taglioalle due maxi convenzioni con lecorazzate della sanità privatamolisana –Neuromed e Catto-lica – veniva direttamente dalGoverno, era una precisa indica-zione del Consiglio dei Ministri,non una richiesta generica comeaccade di solito. Inutile nascon-derselo, il piccolo Molise è sottotiro e non ha le coperture o l’alibidi grandi emergenze comeLazio e Campania. Iorio godedella stima di Palazzo Chigi masta sudando le proverbiali settecamicie per raddrizzare la ba-racca. Il presidente molisano ciha messo la faccia, in questesettimane, prendendosi delle li-bertà per difendere gli interessiregionali e ha fattoresistenza,ha forzato la mano algoverno; la Mastrobuono è unsub commissario esperto e ca-pace, ha impegnato la sua com-petenza tecnica e la suaautorevolezza, ha alzato la vocedavanti ai tecnici del Ministero.Per lei la questione Molise è unaquestione di principio. Almeno inapparenza sono stati ascoltati, ec’è ancora margine di manovra.Del resto il caso molisano non èquestione di destra e di sinistra,di avversari e alleati: è materiacomplessa, si vince o si perdetutti. E dunque si va avanti per ilbene comune, fanno intendere ipiù saggi della compagnia. Enon si può dare loro torto. La re-altà del piano sul tappeto èmeno tragica di quanto qual-cuno la vuol fare apparire. Al-trove è più difficile mettere inpratica la ricetta che la coppiaIorio-Mastrobuono sta cercandodi adottare. Niente chiusure,niente tagli sul piano della occu-pazione, solo una razionalizza-zione. L’opposizione si agita manon ha controproposte serie,

Avanti tutta con il piano

Neuromed e Cattolica, toccati in ciòche hanno di più caro, e cioè il tettodelle convenzioni, hanno fatto gli of-fesi. Barricate e manifestazioni dipiazza, poi il boicottaggio e gli avvo-cati. Il Tar si è pronunciato e parevache la fase successiva fosse la resadella Giunta Iorio. Ma qualcuno hasbagliato i conti. La sfida dei due mag-giori soggetti privati operanti sul territo-rio è stata raccolta ma anche inserita

nel quadro globale della situazionee quindi in parte raffreddata, neutra-lizzata. Neuromed e Cattolica nonhanno raggiunto l’intesa per la ridu-zione delle attività in convenzione ehanno vinto sul tavolo dei giudiziamministrativi, hanno perso sul ta-volo concreto della trattativa. L’og-getto del contendere era più diprincipio che altro, e il sub commis-sario Mastrobuono facendo un paio

di conti ha dato la risposta giusta, ve-nendo parzialmente incontro alle richie-ste formulate. Ma la notizia è che insostanza non cambia niente. la que-stione è tecnica e politica insieme, ilnodo della mobilità extra regione in re-altà era già considerata negli accordi ecomporterà l’esposizione di qualche mi-lione di euro in più da parte della Re-gione. Ma la posizione del presidenteIorio esce tutt’altro indebolita e tutto il

contorno di minacce e di pole-miche che hanno accompa-gnato il tormentato iter delpiano di rientro perde consi-stenza e si sfalda. Nessunotocca le eccellenze offerte daNeuromed e Cattolica, ma i“doppioni” restano cancellaticon un tratto di penna, i servizidi base che gli utenti possonoavere dal servizio pubblico nonverranno più conteggiati e rim-borsati ai due grossi privati. Civorrà qualche tempo per por-tare a regime la macchina, mase una cosa si deve fare, si fa.Anche sul piano locale pare dicapire che l’opposizione dipiazza e di palazzo cominci adaggiustare il tiro. E vale il di-scorso di fondo. Questa batta-glia – e intendiamo quella per larinascita della sanità molisana –si vince sul piano dell’informa-zione, dell’informazione cor-retta. Si aggiusta e si aggiornauna macchina complessa, si vaper interventi progressivi, non sichiude nulla e non si mandanulla al macero. Ci possono es-sere colpevoli e vittime, qual-cuno ha forse malamministrato, ma oggi la si-tuazione va affrontata con unaricetta e con delle medicineforti. Dice bene in una dellepagine di questo fascicolo ilsindaco di Venafro: riorganiz-zano la sanità del nostro terri-torio, modificano l’assetto direparti che erano sottoutiliz-zati, che costavano e non ren-devano. Arriva la Rsa,fondamentale per la colletti-vità locale e arriva un polo or-topedico d’eccellenza. Chivince e chi perde? Lo schemavale per le altre strutture coin-volte nella riorganizzazione.Ci si può stare, conviene. Il bi-lancio di una famiglia è quelloche è, va orientato in basealle esigenze primarie, ci sistringe un po’ e ci si adatta. Esi scopre che si può viverebene anche in condizioni nonbrillantissime. Poi le cosepossono cambiare, può tor-nare o venire il tempo dellevacche grasse. In termini sa-nitari nessuno può escludereche il Molise per quanto ri-guarda la sanità diventi laSvizzera del sud Italia. Perchénon augurarselo?

L’editoriale

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4ATTUALITA’

Anno I Numero 112 ottobre 2010

IN PRIMO PIANO

No ai tetti di spesa per la mobi-lità attiva, quella legata ai pa-zienti provenienti da altre

regioni. Così hanno deciso, in ca-mera di consiglio lo scorso 6 ottobrei giudici amministrativi di Campo-basso, accogliendo i ricorsi presen-tati dalla Cattolica e da Neuromed,le due strutture sanitarie private chenon avevano accettato i tagli dei lorobudget per 40 milioni decisi dallaRegione Molise. Per ora è stato fi-schiato il primo tempo, calcistica-mente parlando, per il piano diRientro adottato dal governatore-commissario Michele Iorio e dal subcommissario governativo IsabellaMastrobuono, intenzionati entrambia seguire minuziosamente la politicadel rientro finanziario della RegioneMolise dall’extradeficit di 60 milionidi euro. “Abbiamo calcolato nei tettispesa anche quella quota (mobilitàattiva - ndr) – spiega la Mastro-buono – solo perché ci è stato im-posto, oserei dire, a carattericubitali, dal Tavolo Tecnico del mi-nistero della Salute”. Come a dire:noi non c’entriamo, la colpa non ènostra, ma è del governo. “E senon avessimo ottemperato all’or-dine, saremmo stati a nostra voltacommissariati”. Insomma la situa-zione, come si suol dire, è finita inun cul de sac. Se da una parte ilministero della Salute impone untetto alla Regione per la mobilità at-tiva, il Tar afferma esattamente ilcontrario, ossia che è illegittimo fis-sarlo. A questo punto sembra di os-servare una testa con due facceche guardano in direzioni opposte.Ad essere chiari: governo nazio-nale e molisano. Tutto da rifare, co-munque. Alla riunione dell’8 ottobrescorso la Mastrobuono si è presen-tata diligentemente all’appunta-mento con i compiti fatti: propostaper la spesa degli extraregionali equantificazione del rischio. Dellaserie: gli esami non finiscono mai,ma la "lady di ferro" dinanzi allacommissione del Tavolo tecnico haricevuto alla fine una bella “promo-zione”. Il sì per andare avanti conIl piano di Rientro nonostante l’or-dinanza dei giudici amministrativi diCampobasso. Tuttavia una manotesa alle due strutture si potrà ipo-tizzare. “Il budget che abbiamo pre-sentato si arricchirà della quota deicosti per l’extraregionale legata

all’attività di alta specialità”, di-chiara la Mastrobuono, “ma si trattasolo di qualche milione di euro inpiù, è ciò che risulta dai dati in miopossesso”. Vero è che i pazientiche provengono da altre regioni evanno a curarsi a Neuromed o allaCattolica sono quasi a costo zeroper la stessa Regione Molise. Dun-

que il tavolo delle trattative per idue istituti di ricerca privata punte-rebbe ad altro, a una soluzione fi-nanziaria “politica”, come politicisono i proprietari effettivi dellastruttura di Pozzilli, con Aldo Patri-ciello in testa, attuale eurodeputatoPdl. Lo stesso partito maggioranzadi governo nazionale e regionale.

Dunque, dovrebbero parlare lostesso linguaggio. E avere glistessi obiettivi: risanare le cassedella sanità. Neuromed però non cista a tirare la cinghia. E pensareche potrebbe iniziare a ridurre lostipendio del suo direttore scienti-fico, il noto Luigi Frati, magnificorettore della Sapienza di Roma,

uomo dai mille incarichi “rettoriali”e dalle designazioni ad personam(in ultimo il nuovo direttore sanita-rio della struttura di Pozzilli). Maquello che più imbarazza in tutta lavicenda è proprio la retribuzione diFrati alla Neuromed, sfiorerebbe ilmilione di euro l’anno. Per passareal discorso della controffensiva

Accolto il ricorso di Neuromed e Cattolica, ma si va avanti

Il Tar non blocca il pianoGiovedì scorso il verdetto, venerdì il confronto a Roma sul tavolo tecnico. Concessioni sull’ extraregionale (sono briciole), Iorio Mastrobuono interpretano “con intelligenza” il dickat del governo

Stefania Pascucci

Nella foto la sede del TribunaleAmministrativo del Molise, a Campobasso

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della Regione, la domanda è: sifarà il ricorso al Consiglio di Stato?Per il momento sembra che la que-stione sia stata messa in conto main questo momento è, come si dice,silente, in un cassetto, in attesadella sentenza breve che dovrebbearrivare entro il 15 dicembre. Nelfrattempo, da qui alla fine del-l’anno, il sub commissario tenterànuovamente di negoziare con ledue strutture private per giungere aun accordo di massima, ricono-

scendo laq u o t adegli ex-t r a r e g i o -nali. Se agennaio lostatus quonon cam-bierà “ri-correremoin ap-pello”, sot-tolinea laM a s t r o -buono. Enon solo.

Nei prossimi giorni l’obiettivodella Regione sarà anche quellodi rivedere i vecchi protocollid’intesa, ormai scaduti da parec-chio tempo, con le due università(La Cattolica e l’Unimol, Univer-sità degli Studi del Molise). Tuttociò alla luce di una riorganizza-zione più complessiva del si-stema sanitario regionale.Insomma, si va avanti sulla viadel risanamento.

5ATTUALITA’SSMoliseMolise

…“da qui alla fine dell’anno il Subcommissario tenterà nuovamentedi negoziare con le due strutture privateper giungere ad un accordo di massima , riconoscendo la quotadegli extraregionali”.

IN PRIMO PIANO

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6ATTUALITA’

L’ANALISI

Anno I Numero 112 ottobre 2010

Stefania Pascucci

Una della più grande stupidag-gini che si leggono sulla sa-nità molisana è la

quantificazione del debito sanitarioin 600 milioni di euro. In realtà, losforamento è di 60 milioni, mentre600 milioni riguardano l’intero finan-ziamento del bilancio per la sanitàregionale. In genere chi sta all’oppo-sizione gioca un ruolo di controllosulla maggioranza, ma questo nonandrebbe esercitato strumental-mente diffondendo notizie che nullahanno a che fare con la chiarezza esoprattutto con l’agire democratico.Purtroppo, come dice qualcunodell’ambiente “questo è il livello po-litico di questa regione. E’ un incon-tro-scontro, un inciucio, uncondominio, una realtà dove spessonon hai il confronto”. Merita un di-scorso a parte la questione dellastruttura privata di Tappino, la Cat-tolica, che ha firmato il 1° ottobrecon la Regione Molise una conven-zione con la sanità pubblica di 39milioni di euro, “rinunciando” ad altri27 milioni, e poi ha fatto ricorso alTar. Neuromed non ha firmato nullain attesa del verdetto del Tar che gliha dato ragione sul tetto della mobi-lità attiva. E intanto si è innescato ildubbio nella popolazione molisana. Iservizi sanitari diminuiranno? Non cipotremo più curare alla Cattolica eNeuromed? Chiudono gli ospedali,è proprio così? In verità il nuovopiano di riordino - come dice la pa-rola stessa - tende appunto a riorga-nizzare la rete ospedaliera e a darepiù presidi territoriali sanitari ai citta-dini. All’ospedale di Venafro, adesempio, sarà costituito il nuovo

polo di Ortopedia e nascerà unaRsa, residenza sanitaria assistita, dicirca 40 posti letti. Ma nel distretto diVenafro è anche presente il famosoIrcss, Istituto di ricovero e cura a ca-rattere scientifico, di Pozzilli, e cioèNeuromed, al quale si potrà affidareuna budget di tot contributi pubblici.Né un centesimo di più, né uno inmeno. La festa è finita, ma lo èanche da un bel pezzo. I politici lo-cali. Il Pd e gli altri partiti di opposi-zione in questo frangente sonodicotomici: da una parte si affermache il presidente Iorio è uno spre-cone, è responsabile del buco dellasanità molisana, dall’altra lo si con-testa per il piano di Rientro schieran-dosi per il mantenimento dei tre

piccoli ospedali, Venafro, Agnone eLarino. Delle due, l’una. Non si puòpretendere la botte piena e la moglieubriaca. O così magari vorrebberoalcuni rappresentanti della medicinache d’improvviso si trovano senzapiù un numero cospicuo di ProntoSoccorso per arrotondare lo stipen-dio con gli straordinari fino oltre200mila euro annui. Parliamo, ov-viamente, di sanità pubblica dove lostipendio annuale, contrattuale, puòarrivare ai poco più di 100mila euro.Il risparmio fa bene al molisano,forse non tanto alle tasche di chi peranni ha lucrato malamente nel “si-stema” sanitario regionale. E poi bi-sogna calcolare il budget deimolisani per la sanità. Questo è ilnodo. Se parliamo di Cattolica eNeuromed bisogna chiarire che laRegione non può più “comprare” perintero le prestazioni delle due strut-ture ma solo l’alta specialità (onco-logia, radioterapia, neuroriabilitazione, ecc.), per il resto sesono privati sono liberi di attrarrechiunque nel loro mercato. Nessunoli vincola. Il pubblico deve ripren-dersi i suoi spazi, ciò che risparmiaoggi, sarà in grado di reinvestire nelmedio periodo. E poi, dulcis infundo, si apre la questione del fede-ralismo. Il ministro Fazio, per esem-pio, ha detto che per i costi standardil Molise non è attendibile e che bi-sogna prendere a riferimento la Ba-silicata. Secondo fonti ben informateper questa regione il ragionamento

va benissimo."Il tentativo politico perla definizione dei costi standard èquello di inserire una regione delSud. Qualunque regione del Sudvenga inserita nel paniere, fa lievi-tare il finanziamento del Molise - cispiega un addettoi ai lavori - La Lu-cania dunque va benissimo, il Mo-lise sale a prescindere se i parametridi riferimento vanno al di là dellaconcentrazione per metro quadratodella popolazione. Lo stesso Cerm,che aveva avviato lo studio sui costistandard, aveva riconosciuto al Mo-lise l’1,9% in più”. E quindi? “Con ilfederalismo – spiega ancora il no-stro interlocutore - una regionecome il Molise ci guadagna perchéha necessità di un finanziamentotale da garantire il minimo, sotto so-glia non si può scendere. Il minimoper il Molise è qualcosa in più diquello che ha oggi. Allora, da unpunto di vista di politica generale,forse è più utile che il Molise vengaassorbito dall’Abruzzo. Perché se io

governo per garantire il minimo auna regione piccola devo dare unasomma che comunque è più diquello che ha oggi per garantire ilminimo. Probabilmente se quella re-gione viene riassorbita io ho un ri-sparmio. Credo che si dovrebbevalutare la battaglia per rimanereautonomi sia valida o no”. Questo èil problema serio. Allo stato dell’artel’opposizione dovrebbe fermarsi edire: qui c’è in gioco la sopravvi-venza della Regione.

La questione di fondo ? La ricerca di un compromesso storico per il federalismo

Sono battaglie di retroguardiaConfusione sulle cifre del debito e l’opposizione ci gioca, chiedendo risparmi

ma pretendendo anche gli sprechi. Equivoci sui contratti con i big della sanità privata

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CCittadino si interrogaittadino si interrogail

Qualche giorno fa a Termoli è stato presentato un rapporto dell’Istituto Su-periore di Sanità sulla situazione epidemiologica del Basso Molise. A quelche sì è capito a causa della presenza delle polveri sottili sul territorio inquestione si muore di cancro polmonare più che altrove. In particolare la ri-cerca segnala incrementi significati di mortalità a Campomarino e Portocan-none, i due comuni più esposti alle emissioni di polveri e alle ricadute disostanze organiche e volatili. Altri tipi di tumore crescono soprattutto aTer-moli e Guglionesi.Gli esperti si sono affrettati a sottolineare che quei dativanno presi con cautela. Ma il problema resta. Se c’è pericolo qualcuno lodica. Se ci sono delle misure da prendere qualcuno le prenda.

Antonio Cuccari. Termoli.

I giornali della costa ne hanno parlato senza troppa enfasi. Poi la cosaè stata "dimenticata". Abbiamo girato la questione alle autorità ammi-nistrative e sanitarie competenti. Ci aspettiamo una risposta.

Passa quasi sotto silenzio il rapporto del’Iss sul Basso Molise

Nel Termolese tira una brutta aria?

Pare che la cosa non interessi a nessuno

Al via la “rottamazione”di primari e medici con 40 annidi contributi. Ma l’associazionesindacale dei medici non ci sta

Quanto ci costa la ricercatargata Neuromed e Cattolica?Indagine dietro le quinte

Esiste un contro pianodell’opposizione?Parla chi non credealla “nuova” sanità molisana

Sono giorni difficili per la sanità molisana, si respira unostrano clima da ultima spiaggia che certo non aiuta a ra-gionare con la necessaria serenità. Il buon presidenteIorio, bisogna ammetterlo,ce la sta mettendo tutta. Saràanche in parte responsabile della emergenza che sta cer-cando di governare,come scrive e dice qualcuno,ma èan-che l’unico che ha il sangue freddo e la personalità pergestire la situazione.Ne sanno qualcosa i due negoziatoridi Neuromed e Cattolica che hanno giocato duro ma sonostati battuti in spregiudicatezza. Alle spalle di Iorio c’è unasquadra di duri, con il dg Percopo e RobertoFagnano inprima fila. Sanno fare gioco, gli avversari hanno poco spa-zio di manovra, al di là dei manifesti e delle dichiarazioniai giornali locali amici. Qualche gradino sotto l’assessoreNicola Passarelli. L’ex presidente della Corte d’Appello diCampobasso non ha saputo evitare di farsi prendere d’in-filata assieme al direttore sanitario GiancarloPaglionesulla vecchia vicenda dell’ospedale di Isernia,sollevatadieci fa da Panorama eTg5. C’è di mezzo (al solito) Cri-stiano Huschler, che pur ormai lontano dal Venezialecontinua a lasciare tracce imbarazzanti. Ha gioco facile il

consigliere Michele Pietraroia, a intignare sul pacco diinterrogazioni senza risposta. Fa ilsuo mestiere . Con di-screzione,come Peppino Astore, senatore, che non datregua e rilascia interviste e dichiarazioni “pesanti” nellaforma , ma superficiali nella sostanza. Più efficace il con-sigliere regionale Vincenzo Bizzarro che coglie nelsegno chiedendo con energia un più forte impegno nelsettore socio-assistenziale (leggi più fondi) asostegnodella nuova politica che vede l’apertura delle Rsa. Comealleggerire le rette acaricodegli utenti? Avevamo commen-tato l’impegnodell’arcivescovo di Campobasso Bregantiniin difesa della Cattolica Monsignor Domenico AngeloScotti, pastore illustre del gregge di fedeli di Agnone sicomporta nello stesso modo sponsorizzando e guiidandola marcia di protesta contro la chiusura del locale ospe-dale (che chiusura non è ma riconversione). La Chiesamolisana può dare un forte contributo alla salvezza dellasanità regionale. Ma muovendosi tra lerighe,nel modo giu-sto.Informando correttamente,tanto per essere chiari.

ilIL BORSINO

ChiSale

ChiScende

Volti, nomi e personaggi: diamo i voti alla sanità molisana

RUBRICHE

NEL SECONDO

NUMERO

DI OTTOBRE

PARLEREMO DI:

A sinistra dall’alto Roberto Fagnano, Vincenzo Bizzarro, Michele Petraroia. A destra dal basso Nicola Passa-relli, mons. Domenico Angelo Scotti

7ATTUALITA’SSMoliseMolise

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“Abbiamo la più alta percentuale a li-vello nazionale di soggetti ripresidall’arresto cardiaco testimoniato,cioè che avvenga alla presenza diuna persona che può allertare il 118,e che possibilmente possa iniziarele prime manovre di rianimazionecardio-polmonare di base, con unamedia che negli anni si è attestataintorno al 19%”. Alla luce della di-chiarazione del dottor Fedele Cle-mente, responsabile del servizio 118Molise Soccorso, la denuncia deifamiliari del 62enne di Pozzilli dece-duto qualche settimana fa, a causadi un infarto, ma soprattutto – recitala denuncia inoltrata dagli stessi –perché per un’ora non hanno avutonessuna risposta dalla CentraleOperativa del 118, si pone in un con-trasto abbastanza evidente. E an-cora, il dottor Clemente, afferma chesono stati risolti molti casi “di sog-getti gravi che grazie all’interventotempestivo e qualificato dei nostrioperatori, non sono andati incontro

a l -

l’arresto cardiaco. Per quella nottepossiamo ipotizzare il verificarsi diqualcosa che non ha fatto pervenirela chiamata alla centrale. Abbiamoavviato immediatamente delle inda-gini interne”. E sottolinea le sue per-plessità rispetto alla grave vicenda:“Credo in tutta onestà che sia acca-duto l’imponderabile, atteso cheresta il dubbio sul fatto se in ognicaso l’intervento del 118 avrebbepotuto essere risolutivo” I numeri, almeno quelli, sono impor-tanti. Gli interventi effettuati dal 1 no-vembre del 2000 sono stati 250mila,da quando cioè il sistema è andatoin funzione con una centrale opera-tiva e con 14 postazioni (oggi neconta due in più), in ognuna dellequali operano 24 su 24 un medicoed un infermiere dell’Asrem e duesoccorritori volontari, cioè “laici” af-fiancati all’equipe medica. Tutto ilpersonale impiegato durante l’annopartecipa ad una serie di corsi spe-cifici allo scopo di aggiornarsi eduniformare le conoscenze. Insommauna organizzazione in cui si è allacontinua ricerca dell’omogeneità or-ganizzativa e nell’obiettivo di fornirela migliore risposta possibile sull’in-tero territorio regionale. ”Lavoriamo

bene – afferma Fedele Clemente– siamo soprattutto un punto di ri-ferimento per la popolazione.” Nel2009 i pazienti soccorsi sonostati 23.738, quasi tutti, tranne insette casi, per i quali è stato atti-vato il servizio di elisoccorso, conl’invio di mezzo su gomma; circa4mila codici rossi, 15mila quelligialli. Il luogo prevalente di inter-vento, con circa 17 mila interventiè il domicilio del paziente, seguitodalla strada, 2.106. Sono stati 11.683 i pazienti rico-verati presso gli ospedali regio-nali, 8.772 trattati a domicilio e

3.283 sono stati coloro che hannoricevuto una prestazione ambulato-riale nelle sedi del 118. Sono au-mentate negli anni le prerogativesanitarie e di pari passo le 16 po-stazioni sono state dotate anche dinuovi presidi per intubazione rapidadel paziente in coma, di un apparec-chio per la CPAP, un sistema per iltrattamento dell’insufficienza respi-ratoria grave e di un Ecg multipara-mentrico con defibrillatore e pacingtranscutaneo, con i quali si potreb-bero ridurre notevolmente i tempi diintervento. Questa ultima apparec-chiatura infatti ha la possibilità di te-letrasmettere l’elettrocardiogramma,se solo si superassero una serie diostacoli di natura esclusivamente“personalistica” e si definisse il pro-tocollo per la rete emergenze car-diologiche con le UTIC (unitàterapia intensiva cardiologica) regio-nali. Se così fosse dalla postazionedi Castelmauro, sarebbe possibileteletrasmettere l’elettrocardio-gramma di un paziente alla Uticdell’ospedale di appartenenza diTermoli e sapere in tempo reale seil malcapitato dovrà essere traspor-tato presso il nosocomio termoleseo presso una delle altre UTIC della

8ATTUALITA’

L’INCHIESTA

Anno I Numero 112 ottobre 2010

Antonella Basile

Nella foto il dottor Fedele Clemente, responsa-bile del 118 molisano. Ammette i pro blemi ma di-fende a spada tratta l'efficienza del servizio

Dopo gli episodi di settembre le spiegazioni del responsabile del servizio di emergenza molisano

C’è un’emergenza al 118? ForseFedele Clemente difende il servizio, anche se le indagini interne vanno avanti. Operativi 24su 24 con un medico e un infermire dell’ Asrem. nei casi gravi si interviene nell’ arco di 10 m

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regione. La tecnologia utilizzata nelservizio è all’avanguardia con un si-stema informatico di ultima genera-zione. Un sistema che consente unagestione ancor più rapida delle ri-chieste di soccorso e dell’intero in-tervento. Nonostante l’orografiadella regione, più che apprezzabili itempi di intervento. Ci si impiegaoltre i 25 minuti solamente nell’11%degli interventi, ma questo accadenell’estrema periferia, con strade dimontagna disagiate. Nella maggio-

ranza dei casi il tempo di interventodall’inizio dell’intervista all’arrivo sulluogo, nei codici rossi e gialli, quellicioè molto gravi e di una certa gra-vità rispettivamente 3362 e 14442nel 2009, è minore di 10 minuti. Nello scorso anno ci sono stati sola-mente sette interventi con elisoc-corso, servizio per il quale la regioneMolise è convenzionata conl’Abruzzo. “Ci siamo serviti dell’eli-soccorso solamente per trasferi-menti interospedalieri, o in caso

eccezionale di soccorso a personeo feriti in montagna durante le escur-sioni”. Una convenzione che con-sente anche di abbatterenotevolmente i costi che si aggiranointorno ai 3 mila euro ad intervento.Il costo complessivo del 118 MoliseSoccorso, comprensivo dell’elisoc-corso, Centrale Operativa, perso-nale medico, infermieristico, tecnicoamministrativo e convenzioni con leassociazioni di volontariato è statonello scorso anno di circa 11 milioni

di euro. Un servizio, quello del118, che non verrà in alcun modosfiorato dalla scure dei tagli impo-sti dal piano di rientro. “Ci inte-greremo – conclude Clemente –con i dipartimenti di emergenza diprimo e secondo livello, ma la no-stra mission sarà quella di affron-tare tutte le criticità di un serviziomolto importante, integrandocisempre più con il mondo dellecure primarie, con i Distretti e imedici di medicina generale”.

9ATTUALITA’

Il 28 settembre si è tenuto presso la SalaRiunioni della Direzione Generale del-l’ASReM, un incontro che ha visto la parte-

cipazione dei principali attori chiamati arealizzare percorsi condivisi in grado di assi-curare risposte unitarie ai bisogni complessidei cittadini molisani. L’incontro, concordatocon l’Assessorato alle Politiche Sociali e l’As-sessorato alla Salute della regione Molise, èstato promosso dalla Direzione Generaledella ASReM e coordinato dal Direttore Am-ministrativo, dott.ssa Gianfranca Testa, refe-rente aziendale per l’area territoriale, datempo impegnata a promuovere la realizza-zione concreta di un sistema integrato deiservizi socio-sanitari nella nostra Regione.Hanno partecipato all’incontro i Direttori deiDistretti Sanitari, i Coordinatori degli AmbitiTerritoriali afferenti e i componenti dell’Os-servatorio Socio-Sanitario regionale e delCentro Integrazione Socio-Sanitaria. L’occa-

sione ha consentito un confronto costruttivosul tema della pianificazione ed attuazionedegli interventi a carattere sanitario, socialee socio-sanitario già definiti o in corso di per-fezionamento nei Protocolli d’Intesa tra le di-rezioni distrettuali e gli ambiti sociali e delleazioni da implementare a livello territoriale fi-nalizzate alla presa in carico dei bisogni deicittadini attraverso interventi domiciliari e inregime residenziale.Particolare attenzione è stata prestata , inol-tre, alla nuova organizzazione ed al funzio-namento della Porta Unica di Accesso(P.U.A.) collocata presso ogni Distretto Sani-tario della Regione e finalizzata a semplifi-care l’accesso degli utenti alla rete dei servizisocio-sanitari, quale snodo obbligatorio perl’accesso alle prestazioni di carattere sanita-rio e socio sanitario. Nel corso dell’incontrosono state anche illustrate le funzioni delleUnità di Valutazione Multidimensionali

(U.V.M.), quali organismi operativi deputatialla valutazione dei bisogni assistenziali conriferimento alle condizioni cliniche e socialidell’assistito. La riconversione in atto deglistabilimenti ospedalieri di Venafro, Larino eAgnone in residenze sanitarie assistite con-sentirà di garantire la possibilità del regimeresidenziale per le persone non autosuffi-cienti per le quali non può essere assicuratoun appropriato percorso assistenziale domi-ciliare.E’ stato inoltre illustrato il nuovo Sistema In-formativo Regionale (S.I.R.) che a breve saràutilizzato da tutti gli operatori assegnati allePorte Uniche di Accesso (PUA). Il softwaregestionale, già in uso in molte regioni ita-liane, sarà personalizzato in relazione allaspecificità dei percorsi assistenziali territo-riali attivati nella regione Molise e consentiràdi omogeneizzare il trattamento dei dati a li-vello regionale.

La sanità cresce sul territorio: obiettivo l’integrazione con le attività sociali

A fianco la cartina con le po-stazioni del 118 nella regione.Sulla carta non ci sono"buchi" nella rete

e4 oreminuti

SSMoliseMolise

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10ATTUALITA’

Anno I Numero 112 ottobre 2010

SERVIZI

La crisi economica concreta-mente nel Molise ha colpito ecolpisce tuttora tante famiglie,

le quali mensilmente, se non addirit-tura giornalmente, devono far qua-drare bilanci sempre più contenuti. Le conseguenze della riduzione delpotere d’acquisto delle famiglie si ri-flettono, anche e in maniera deva-stante, sulle possibilità di fornireassistenza e serenità di vita alle per-sone anziane: dalla diminuzione delricorso alle badanti, ad un attesasempre più prolungata prima di deci-dere di ricoverare una persona instrutture residenziali o case di riposo(le cui rette aumentano), ai risparmisulla spesa giornaliera, alla limita-zione di quei piccoli piaceri dei vec-chi (il giornale, il gelato, il caffè albar, ecc), che rendono meno pe-sante e triste la loro vita. Alla crisi economica si somma l’in-certezza politica, non quella sul co-lore dei governi nazionali o regionali,che, per lo meno in questa rifles-sione, non ci interessa, ma quellaconnessa alle risorse di regioni e co-muni e quindi alla loro capacità di farfronte ai servizi per gli anziani.A questo nel Molise si aggiunge larimodulazione di un sistema sanita-rio, che, seppure con innumerevolidifetti e/o con costi irragionevoli, ga-rantiva una presenza di tutto rispettosul territorio. I politici assicurano con un certo co-raggio che nulla cambierà perquanto attiene alla qualità dei servizi

per le persone anziane.Anzi con l’istituzione delle Resi-denze Sanitarie Assistenziali(R.S.A.) agli anziani è offerto un ser-vizio in più.Attualmente il bisogno di ricovero instrutture residenziali è soddisfatto,nella maggior parte dei casi, in ma-

niera approssimativa sotto l’aspettodella qualità, da “case di riposo”,quasi tutte private.Il costo della retta in queste strutturesi aggira dai 900 ai 1500 euro, tutti acarico dell’ospite. Solo in rari casi viè una compartecipazione del Co-mune di residenza dell’assistito.

In Molise oggi esistono una cinquan-tina di strutture residenziali per untotale di circa 1500 posti letto, strut-

ture che nella stragrande maggio-ranza dei casi offrono solamenteun’assistenza di tipo alberghiero euna scarsa assistenza di tipo sani-tario e/o riabilitativo.Le RSA, invece, sono presidi che of-frono a soggetti non autosufficienti,anziani e non, con esiti di patologiefisiche, psichiche, sensoriali o miste,non curabili a domicilio, un livellomedio di assistenza medica, infer-mieristica e riabilitativa, accompa-gnata da un livello alto di assistenzatutelare e alberghiera.Le RSA sono destinate, pertanto, asoggetti non autosufficienti, non cu-rabili a domicilio, portatori di patolo-gie geriatriche, neurologiche eneuropsichiatriche stabilizzate.Il ricovero in RSA prevede una com-partecipazione alla spesa da partedell’utente (nelle altre Regioni lacompartecipazione va dagli 800 ai1500 euro al mese).Il restante delle spese di gestione èa carico del Sistema Sanitario Re-gionale. Attualmente, per mancanzadi posti letto in Molise, numerosi an-ziani molisani sono ricoverati in RSAfuori regione, soprattutto abruzzesi,alle quali sia le famiglie degli anzianisia l’ASReM versano le rispettivequote della retta.Il Piano Stralcio RSA, approvato dalConsiglio Regionale del Molise nelLuglio 2009, ha stabilito un numerodi posti letto pari a 480, di cui solo20 sono al momento attivi (la RSA diCastel del Giudice).

Cosimo Dentizzi

La popolazione invecchia,aumentano progressiva-mente gli anziani bisognosidi cure che le famiglie nonsono in grado di assicurare:serve una rete di servizi sulterritorio. Le Rsa sono una ri-sposta: alternativa seria allacasa di riposo, all’ospizio, alreparto di lungodegenza

Si è inaugurato nel giorni scorsi presso il distretto sanita-rio Bojano-Riccia l’ambulatorio lesioni cutanee, nell’am-bito della terza edizione di ULCERDAYS 2010. L'’iniziativadiventata un appuntamento strategico nell’ambito delle at-tività promosse dall’Associazione Italiana Ulcere cutaneee mira a concentrare l’attenzione su una patologia che,nonostante il grosso impatto sociale che determina, è atutt’oggi sottostimata dal nostro sistema sanitario. Unodegli obiettivi principali della manifestazione è quello dipromuovere la realizzazione di reti territoriali competentiper il trattamento delle ulcere cutanee, su tutto il territorio

nazionale. Grazie anche a questa iniziativa, sempre più Regionistanno provvedendo a realizzare reti assistenziali territo-riali per il trattamento delle ulcere cutanee. In questo modoiniziamo a percorrere quella strada che dovrà portare il no-stro SSN a prendersi totalmente carico dei pazienti affettida patologia ulcerativa cutanea.Per il pieno raggiungimento di questo obiettivo è neces-sario che il trattamento della patologia venga inserito neiLEA. Certo, una introduzione immediata nei LEA, di tuttele varie forme di ulcere cutanee, è al momento non soste-

nibile per il nostro sistema sanitario. Però si può procedereimmediatamente almeno all’introduzione del trattamentodelle lesioni da pressione nei LEA. nQuesti obiettivi de-vono essere sempre di più portati all’attenzione dell’opi-nione pubblica. Consapevole della importanza dellainiziativa anche quest’anno l’Unità Operativa Cure Domi-ciliari, diretta dal dr. Cosimo Dentizzi, ha aderito alla inizia-tiva.L’ambulatorio disporrà di tutti i tipi di medicazioneattualmente esistenti e al suo interno opererà personaleche ha frequentato master dedicati alla gestione delle fe-rite cutanee presso l’Università di Firenze.

LESIONI CUTANEE, AMBULATORIO INAUGURATO A BOJANO

Il Consiglio regionale ha approvato 480 posti letto, ne sono attivi solo 20 a Castel del Giudic

Rsa, un servizio in più agli anzianLa carenza di posti induce alle famiglie molisane a ricoverare i loro parenti fuori region

soprattutto in Abruzzo. Ma ora si cambia: Larino,Venafro e Agnone saranno riconvertiti a

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11ATTUALITA’SSMoliseMolise

Per attivare velocementealmeno altri 120 posti lettosi è pensato di istituire leRSA all'interno delle trestrutture ospedaliere diVenafro, Larino e Agnone.Tale intervento consenti-rebbe, da una parte, di uti-lizzare il personalesanitario afferente allastruttura, dall'altra, di ope-rare un risparmio.Ma soprattutto, garanti-rebbe, agli stessi costi diuna “casa di riposo”un’assistenza qualitativa-mente molto superiore,soprattutto dal punto divista sanitario.E necessario, comunque,che al più presto siano at-tivati nel Molise non soloquesti 120 posti letto, maanche i restanti altri 340,in modo da offrire anchedal punto di vista quantita-tivo un’assistenza valida.

ITALIA 0 -14anni

15 -64anni

65 annie oltre

Vecchiaia Dipendenza Dipendenza

degli anziani

1999 14,5 67,8 17,7 122,20 47,50 26,1

2000 14,4 67,6 18,0 124,50 47,90 26,6

2001 14,2 70,1 15,7 109,30 42,40 22,1

2002 14,2 67,1 18,7 131,40 49,10 27,9

2003 14,2 66,8 19,0 133,80 49,80 28,5

2004 14,2 66,6 19,2 135,87 50,09 28,9

2005 14,2 66,4 19,5 137,71 50,69 29,4

media 14,26 67,48 18,26 127,83 48,21 27,06

CLASSI ETA’ INDICATORI STRUTTURALI

MOLISE 0 -14anni

15 -64anni

65 annie oltre

Vecchiaia Dipendenza Dipendenza

degli anziani

1999 14,9 64,8 20,1 134,80 54,00 31,00

2000 14,7 64,7 20,6 140,40 54,60 31,90

2001 14,2 65,8 20,0 141,80 51,90 30,40

2002 14,3 64,5 21,1 147,60 54,90 32,80

2003 14,1 64,6 21,1 151,90 54,80 33,10

2004 13,8 64,8 21,5 155,20 54,50 33,20

2005 13,6 64,7 21,8 160,42 54,64 33,66

media 14,22 64,85 20,92 147,45 54,19 32,29

CLASSI ETA’ INDICATORI STRUTTURALI

FONTE DATI ISTAT - ANNO 2005

ce

ineapposta

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13ATTUALITA’

IL PUNTOSSMoliseMolise

Simona De Marchi

Circa 1000 donne all’anno par-toriscono con il taglio cesareonei tre principali punti nascita

molisani. Quasi una donna su dueviene sottoposta ad intervento chi-rurgico per partorire, una percen-tuale del 49 % circa, notevolmentesuperiore a quel 15-20% ritenuto ap-propriato dalla comunità scientificae dalle autorità sanitarie internazio-nali. Il Molise si pone dunque aiprimi posti in Italia come tasso di ta-glio cesareo, dietro la Campania (60% ), la Basilicata ( 54.4% ) e la Si-cilia ( 52.4% ) e molto lontano da re-gioni come il Friuli e la Toscana(24%) o la Valle d‘Aosta (22%). Li-velli così elevati di tagli cesarei sonopurtroppo indicatori negativi dellaqualità assistenziale ostetrica ditutto il sistema sanitario regionale,sia territoriale che ospedaliero. Ana-lizzando i dati disponibili relativi aitre principali punti nascita della re-gione si evince che le percentualipiù alte di “cesarizzazione” (58-45%) si sono avute negli anni 2005-2006, successivamente il fenomenosi è stabilizzato a livelli comunquealti (56-44%) e ha poi intrapreso unandamento calante nell’ultimo annoe mezzo (50-39%). In particolarel’Ospedale Cardarelli, punto di rife-rimento regionale per le gravidanzea rischio e le patologie neonataliavendo l’unica terapia intensivaneonatale della regione, detiene ne-cessariamente i più alti tassi di taglicesarei anche se nell’ultimo anno emezzo si è riscontrato un minor ri-corso a tale procedura scendendo diben 6 punti in percentuale, dal 56 al50%. Ma perché si ricorre al partochirurgico? La nascita è (in tutta Ita-lia) un evento sempre più medicaliz-zato e l’elevata incidenza di tagliocesareo è un forte indicatore di taletendenza, il suo incremento è stret-tamente correlato allo sviluppo chec’è stato negli ultimi trenta anni dellamedicina materno fetale, in partico-lare delle tecniche ultrasonografichee di procreazione medicalmente as-sistita. Inoltre fattori socio demogra-fici, come l’innalzamento dell’etàmaterna e il basso numero di figliper coppia, compresi i fattori medicolegali, hanno spinto sempre piùverso l’intervento chirurgico ed unamedicina di tipo difensivistico, maanche carenze strutturali dei puntinascita e la mancanza di un orga-nico sufficiente hanno spesso favo-rito prudenzialmente la scelta del

parto operativo rispetto all’assi-stenza al travaglio e al parto natu-rale. Andando poi a vedere leindicazioni attualmente più frequential parto operativo risulta che quellapreponderante, 70-80% dei casi, èproprio il pregresso taglio cesareo,il che vuol significare che l’eccessodei cesarei effettuati in questi annipeserà ancora notevolmente neglianni futuri. Pur essendo un inter-

vento sicuro e tra i più praticati, pre-senterebbe una mortalità maternatripla rispetto al parto naturale conaumento dei rischi infettivi, emorra-

gici, trombo embolici e cardiovasco-lari, inoltre aumenta le probabilità dianomalie della placentazione congrossi rischi materni nelle succes-sive gravidanze (placenta previa e

g r a v i d a n z eectopiche ades.). Il grandedibattito, sca-tenatosi negliultimi tempiper via delletristi vicendeassurte allecronache, sucome è megliopartorire, siaper la donnache per il neo-nato, non puòi n c a n a l a r s i

solo verso mere e semplicistiche in-dicazioni tra parto naturale e quellocesareo. E non può neppure sce-mare in una superficiale quanto ap-

prossimativa scelta (a volte di tipogiornalistico e non supportato scien-tificamente) tra i due parti. Il parto èdiverso per ogni donna e certo nonpuò essere standardizzato a priori,e meno che mai, ai tempi di oggi,imposto come dogma. Il cesareo èstato una grande rivoluzione medicoscientifica, ma soprattutto è statauna tecnica che ha salvato la vita dimoltissime partorienti. Non si puòpensare, infine, di attuare una stre-nua quanto debole difesa del partonaturale solo perché “costa meno”agli ospedali o alle cliniche in con-venzione. Si pensi seriamente a isti-tuire sale parto più progrediti emoderne, sfatando la retorica me-dievalistica della donna che devepartorire con dolore.

Il Molise tra i primi posti per parto chirurgico, dietro Campania, Basilicata e Sicilia

Cesarei, mille ogni annoCrescita, una su due vi ricorre. Carenze strutturalidei punti nascita e mancanza di un organico sufficiente

Il fenomeno del boom deiparti cesarei non risparmia ilMolise. Una donna su due vifa ricorso, tra le più alte per-centuali italiane

“Il grande dibattito, scatenatosi negli ultimitempi per via delle tristi vicende assurtealle cronache, su come è meglio partorire, sia per la donna che per il neonato, non puòincanalarsi solo verso mere e semplicisticheindicazioni tra parto naturale e quello cesareo”.

2005 2006 2007 2008 2009 2010 parziale

CAMPOBASSO 58% 55% 55% 56% 54% 50%

TERMOLI 47% 46% 42% 38% 40% 39%

ISERNIA 38% 45% 44% 44% 45% 43%

PERCENTUALI TAGLI CESAREI

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15ATTUALITA’

DAL TERRITORIO/ AGNONESSMoliseMolise

Per lo storico nosocomio una “riprogrammazione” che toglie ben poco al bacino di utenza

Caracciolo, tanto rumore per nullaLa parola d’ordine è modernizzazione nell’ambito della riduzione degli sprechi

Restano tutti i servizi essenziali e le attività legate al territorio, regionale ed extra

Valerio Bruschi

iliera dell’assistenza”. Inquesta ottica si potrebbe edovrebbe leggere la riorga-

nizzazione - in questi giorni al vagliodel Governo regionale - dell’ospe-dale Francesco Caracciolo diAgnone. Il nosocomio sarà sì ricon-vertito in buona parte in direzione diuna residenza sanitaria per anziani,ma offrirà la possibilità, nella stessastruttura, di assistere gli acuti, i lun-godegenti e i pazienti ospitati dallaRsa. Un cambiamento decisamentecoraggioso che sostiene un progettochiaro di modernizzazione.Un ospedale storico, che occupacirca 250 unità tra personale sanita-rio e amministrativo, impiegate sianell’ospedale Caracciolo che nel Di-stretto e che serve una popolazioneregionale di circa 13 mila abitanti, ri-cadenti nei 12 comuni della Comu-nità Montana Alto Molise, ma cheaccoglie anche e soprattutto quelladell’alto Vastese e dell’alto Chietino.Nel dettaglio l’area pediatrica nondovrebbe esserci più. Saranno 34i posti letto per ricoveri ordinari, cosìsuddivisi: chirurgia generale 4 posti,medicina 10, ostetricia 4, lungode-genza 14 e astanteria 2 mentrequelli in day hospital saranno 16, dicui 12 suddivisi in chirurgia (4) medi-cina (6 comprensivi di reumatologiae pediatria), 2 ostetricia e 4 day sur-gery (chirurgia, otorinolaringoiatria,oculistica e ortopedia).In fatto di attrattiva l’ha fatta da pa-drona nel 2009 la chirurgia che haattirato ben 1496 pazienti, molti deiquali provenienti o dalle altre ex Asl(277 da quella pentria) o da quelleextraregionali (461). Buona anche lamedia dei ricoveri in medicina con

circa 300 pazienti provenienti dafuori regione e della reumatologiacon 204 pazienti provenienti dalla exAsl Centro Molise.Attualmente viene assicurato il

primo intervento mediante un servi-zio di emergenza/urgenza, con lapresenza nelle 12 ore diurne di unmedico convenzionato del 118,mentre nelle 12 ore notturne il ser-vizio viene garantito da un medico

di guardia inter-divisionale. Delresto i circa3000 interventiall’anno per uncosto di 250mila euro nongiustifichereb-bero i costi ele-vati di una unitàoperativa com-plessa diPronto Soc-corso. Reste-ranno gliambulatori e tutti

i servizi erogati dal Distretto. A par-tire dall’assistenza domiciliare inte-grata (ADI) che consiste nell’insiemecombinato di prestazioni di tipo so-ciosanitario, erogate al domicilio disoggetti residenti nel territorio dellaZona Territoriale, anziani o che persenescenza precoce necessitino delpubblico intervento assistenziale,nonché a cittadini non autosuffi-

cienti, ovvero a coloro i quali sonoincapaci di mantenere una vita indi-pendente ed a svolgere attività quo-tidiane senza l’aiuto di altre persone.Prestazioni di carattere sanitario esociale che fungono da collante coni piccoli comuni del circondario,svolte assicurando, al domicilio per-sonale del non ambulante, la pre-senza effettiva periodica settimanaleo quindicinale mensile del medicoin relazione alle eventuali esigenzedel paziente. Tra le attività fornitedal distretto anche quella del pre-lievo ematico sul territorio, e si ga-rantisce con il SIT (servizioinfermieristico territoriale) assi-stenza alle persone impossibilitatea recarsi presso la struttura ospeda-liera o ambulatoriale. E ancora tra iservizi davvero innovativi quello ditelemedicina attivo presso il labora-torio analisi del Caracciolo che con-sente di inviare la refertazioneonline.

Nelle foto alcune immaginidel presidio ospedalieroCaracciolo di Agnone, subiràuna rivoluzione indolore

DOTAZIONE POSTI LETTO ASREM - AGNONE

Disciplina P.L. D.M. P.L. D.M. D.S.

CHIRURGIA GENERALE 23 2 4 4

ANESTESIA E RIANIMAZIONE 1

LUNGO DEGENZA 14 14

MEDINA GENERALE 18 2 10* 6*

OCULISTICA 2

ORTOPEDIA E TREUMATOLOGIA 4 2

OSTETRICIA E GINECOLOGIA 10 2 4 2

OTORINO 1 2

PEDIATRIA 1 2

REUMATOLOGIA 1 3

ASTANTERIA 2

D.S. (CHIR. ORL,

OCULISTICA,ORTOPEDIA)4

TOTALE 72 18 34 12 4

ATTUALE RIASSETTO

*Comprende Reumatologia e Pediatria

“F

“Resteranno gli ambulatori e tutti i servizierogati dal Distretto. A partiredall’assistenza domiciliare integrata (ADI)che consiste nell’insieme combinatodi prestazioni di tipo sociosanitario, erogate al domicilio di soggetti residentinel territorio della Zona Territoriale”

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DAL TERRITORIO/ LARINO

16ATTUALITA’

Anno I Numero 112 ottobre 2010

L’hospice affidato a Mariano Flocco, anestesista specializzato in cure palliative e te

Il dolore si cura all’ospedale VNel nosocomio frentano un centro destinato a divenire un polo di eccellenza per l’inter

Decine di pazienti affollano già il nuovo servizio. Prima dovevano recarsi al Cardarelli

LARINO. Mariano Flocco, l’aneste-sista, specializzato in cure palliativee terapia del dolore, è il nuovo di-rettore dell’hospice ‘Madre Teresadi Calcutta’ e contemporaneamenteil responsabile della nuova unità diterapia del dolore inaugurata neigiorni scorsi nell’ospedale frentano.Sì, al Vietri, perché nonostante lariorganizzazione sanitaria abbia in-ciso su alcuni reparti tanto da deter-minarne la chiusura nei mesi scorsi,la Asrem ha deciso di creare unanuova divisione. Un centro per il do-lore che è destinato a diventare unpolo di eccellenza e di riferimentoper tutto il basso Molise. Ed i nu-meri già lo dimostrano, lo abbiamoverificato di persona proprio qual-che mattina fa, oltre cento pazientisi sono già rivolti alle cure del nuovoprimario, pazienti che fino a duegiorni fa erano costretti a doversi re-care al Cardarelli di Campobassoper sottoporsi sia alle tradizionalisomministrazioni antalgiche sia alleinnovative tecniche di lotta al dolore. A pochi giorni dalla creazionedell’unità operativa, allestita all’in-terno di quelle che erano le sale de-stinate fino a qualche anno fa alla

divisione di ostetricia, abbiamo in-contrato il nuovo direttore Flocco.Un professionista dal volto umano edal fare garbato, anche a detta deisuoi pazienti. Ci ha ricevuto, tra unasomministrazione e l’altra, e rispon-dendo alle nostre domande ha af-fermato: “Da pochi giorni sono statonominato nuovo direttore dell’Ho-spice Madre Teresa, in sostituzionedel collega Carmine Travaglini, enello stesso tempo mi è stata datal’opportunità di creare al Vietri unadivisione di terapia del dolore, una

Walter Quici

Il Vietri -nelle immagini -non chiude ma cresce. Ilservizio di terapia del dolorepone il nosocomio all'avan-guardia

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17ATTUALITA’SSMoliseMolise

divisione che in soli due giorni hagià richiamato oltre cento pazientiche erano soliti prima recarsi aCampobasso per sottoporsi allesomministrazioni antalgiche. Sonofelice di questo nuovo incarico, diquesta nuova opportunità di esserevicino alle persone, alle personeche soffrono – spiega Flocco - Daspecializzato in cure palliative e te-rapia del dolore vivo questa nuovaesperienza a Larino con molti sti-moli e so di poter contare suun’equipe preparata che mi aiuteràquotidianamente nelle attività. Atti-vità che per il momento si concen-treranno al sabato mattina, mapresto grazie anche alla creazioneall’hospice di un apposito ambula-torio potranno essere praticateanche negli altri giorni della setti-mana”. Flocco, dopo aver ricordato lanuova legge sulle cure palliativee la terapia del dolore, e sottoli-neato quanto esse siano impor-tanti per assicurare ai pazientiterminali e non, una migliore qua-lità della vita, ha spiegato chenella nuova divisione potrannoaccedere non soltanto i pazientioncologici ma anche quelli chesoffrono di altre patologie, pa-zienti che oltre alla sua professio-nalità troveranno quella degliinfermieri e di uno psicologo, fi-gura importante per affrontare ildecorso della malattia. Dunque alVietri, nonostante la riorganizza-zione, si stanno gettando le basiper un futuro diverso, un futuroche come ha ricordato lo stessopresidente Iorio a Larino prevedeper la struttura frentana la nascitadella prima Rsa molisana in unocon la creazione di un polo di ria-bilitazione oltre a mantenere al-cune specialità chirurgiche e ladivisione oculistica.

DAL TERRITORIO/ LARINO

erapia del dolore

Vietriro basso Molisei di Campobasso

“ Ed i numeri già lo dimostrano,oltre cento pazienti si sono giàrivolti alle cure del nuovo primario,pazienti che fino a due giorni faerano costretti a doversi recare al Cardarelli”

Le decisioni che saranno prese a Roma sul piano di rientro po-trebbe far slittare la data, ma è certo che la prima Residenza Sa-nitaria Assistita, anche ascoltando le ultime dichiarazioni delpresidente della regione Michele Iorio nel corso del recente in-contro con il Ministro Matteoli, sorgerà al Vietri negli spazi finoa qualche tempo fa occupati dalla divisione di medicina e dallapediatria. Spazi che in queste settimane sono stati, come dire,recuperati funzionalmente per ospitare la nuova struttura sani-taria che a regime andrà ad avere una dotazione organica di qua-ranta posti letto, mentre all'inizio saranno soltanto venti quellirealmente disponibili. Stando alle informazioni raccolte, l'ubica-zione della Rsa permetterà di avere un accesso diretto alla strut-tura che sarà arricchita da una sorta di reception che introdurrài pazienti, o meglio, gli utenti alle stanze di degenza e ai vari am-bulatori. Un ingresso separato dal resto ma comunque inseritonel contesto generale dell'ospedale Vietri, o meglio di quello chesarà nel prossimo futuro l'ospedale frentano ossia, stando sem-pre alle affermazioni del governatore Iorio, un centro sanitariodove accanto alla Rsa gli utenti potranno trovare i reparti di ria-bilitazione e lungodegenza che dialogheranno in maniera conti-nua con la nuova struttura sanitaria oltre alla neonata divisionedi terapia del dolore, il pronto soccorso e la divisione di chirurgiae di oculistica. Tale residenza sanitaria, stando alle previsioni, ecome del resto quelle di Agnone e Venafro, sorgerà per offrirenel centro frentano, quindi a servizio di tutti i Comuni limitrofi, at-tività cosiddette extraospedaliere per non acuti, come le cure ria-bilitative e l’assistenza per i non autosufficienti che necessitanodi specifico supporto medico e copertura sanitaria. Una nuovastruttura dunque all'interno del grande immobile che è il Vietrianche se al momento non si sa come la stessa funzionerà nellarealtà, in quanto nel concetto di residenza sanitaria è implicitaanche la compartecipazione in termini finanziari degli utenti: bi-sognerà attendere i regolamenti che andranno a determinare ilcome, il quantum. In altre parole, come funzionerà la struttura,chi vi potrà accedere e a quali costi.

Iorio lo ha promesso,tempi brevi per la aperturadella Rsa al “Vietri”

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18CRONACA

LA DENUNCIA

Anno I Numero 112 ottobre 2010

Alfio Carotenuto

Capita, eccome, di doversi ri-coverare, armi e bagagli, infretta e furia, in un ospedale

lontano: a Brescia per problemi car-diovascolari, a Milano per problemioncologi, a Verona per problemipancreatici, a Roma per tutta unamiriade di altriandare, sperando che vada bene,sicuramente meglio che restandonel Molise ricoverato a Campo-basso, a Isernia, a Termoli, a Larinoe ad Agnone. Almeno così ti dicono.E con la salute non si scherza. Il latooscuro del buco sanitario fa capo aquesta diaspora di pazienti alimen-tata, dobbiamo dirlo senza reti-cenza, dai medici curanti, da coloroche hanno la nostra fiducia e in cuiabbiamo fiducia, certi che ci consi-glino per il meglio, per nulla sospet-tando che dietro il suggerimento cipossa essere un preconcetto, un’av-versione, un qualsivoglia motivo nonstrettamente legato ad una valuta-zione scientifica del problema che ci

affligge curabile, ti dicono, nel Mo-lise. Sta di fatto che di emigranti persalute il Molise ne conta a centinaiae il bilancio sanitario pende sistema-ticamente in negativo. Un’emorragiadifficile da contenere se non cam-bieranno la coscienza professionaledi chi suggerisce e quella civile di chiil suggerimento lo raccoglie. Gli unie gli altri chiamati ad una riflessionesullo stato delle cose, su una sanitàregionale ricca di 6 ospedali, di al-cune cliniche convenzionate e didue istituti di ricerca: una dotazionestraordinaria per numero e profes-sionalità. Un campo aperto, forse fintroppo aperto, nel quale hanno gio-cato e giocano purtroppo la politica,le carriere, gli affari. Sono proprioquesti tre elementiche spingono a dubitare che rie-scano a garantire la qualità delleprestazioni e la selezione in altodegli operatori sanitari. Casi di ne-potismo, clientelismo, favoritismohanno tenuto banco in cronaca,

La polemica/ “L’eccellenza non è solo nei privati. Difendo con orgoglio il Pubblico

Voglio, con profondo rammaricoma anche con orgoglio, quale Re-sponsabile delle U. O. C. di Car-

diologia dei nosocomi di Campobasso eTermoli, esporre alcune riflessioni a so-stegno degli operatori impegnati in talesettore nel Servizio Sanitario Pubbliconel Molise. Devo replicare alle “notizie”di questi ultimi giorni” in quanto ancheponendo in rilievo affermazioni auto re-ferenziali di soggetti deputati ( grazie afondi pubblici ) a presidio della sanitàprivata Molisana, è stato fatto emer-gere, a consumo dell’ auditore meno at-tento ed in maniera tanto inquietantequanto avvilente, un unico concetto : laSanità di “Eccellenza” ( in cardiologia enon solo ) nella Regione Molise è rap-presentata e garantita esclusivamentedalle Strutture Sanitarie Private. Alfine di contrastare tale erroneo “convin-cimento” devo però, necessariamente, abeneficio dell’ ignaro lettore, premetterela comunicazione di “notizie storiche” re-lative alla situazione della “CardiologiaMolisana”; poste - tali “notizie” - in cor-relazione alle contemporanea presenza,sul territorio, di strutture sanitarie pub-bliche e private che garantiscono servizi

pressoché identici. Gli ospedali di Cam-pobasso, Termoli, ed Isernia garanti-scono, da tempo immemorabile, “laterapia intensiva cardiologica h. 24”.

Ciò è possibile in quanto, in dettestrutture sanitarie pubbliche, sono ope-ranti sale di “emodinamica” ( ad ecce-zione, dall’ anno 2001, di quella diCampobasso la cui attività è stata so-spesa per problemi legati alla “funziona-lità” della “sala” medesima) e“pacemaker ”.

Tale “combinato disposto” consente laprevenzione di eventi fatali, legati aigravi problemi cardiologici degli utenti,attraverso interventi di “angioplastica”;interventi che, giova ribadirlo, sono ga-rantiti, nella Nostra Regione, solo edesclusivamente dalla “sanità pubblica”.Dall’ anno 2002, poi, nel Capoluogo Re-gionale, presso la struttura sanitaria –privata - “La Cattolica”, è operante unreparto di “cardiochirurgia” ed è ancheoperativa una “sala di emodinamica”In tale reparto, però, non opera la “tera-pia intensiva – h. 24” e, quindi, ivi nonsono garantiti “interventi” finalizzati alla“prevenzione” nel senso sopra spiegato.Devo aggiungere, sempre doverosa-

mente, che l’ attività di “chirurgia vasco-lare” esercitata nella ridetta struttura pri-vata non è “accreditata” presso laRegione Molise e, pertanto, tale strutturanon riceve “emolumenti pubblici” per l’esercizio – seppur ivi svolto - della me-desima. Ad Isernia, poi, è operante unaUnità di Chirurgia Vascolare sicura-mente in grado di garantire agli utenti unelevato grado di professionalità. Nelmerito. Ho innanzi manifestato ram-marico in quanto è mia personale con-vinzione che gli operatori della Sanitàdovrebbero parlare esclusivamente coni …fatti, ma nel caso che occupa, ripeto,voglio, anzi devo, manifestare pubblica-mente le mie convinzioni per tutelarela dignità e professionalità di tutti coloroche operano alle dipendenze delle Unitàche dirigo. Innanzi tutto, voglio ricor-dare che le Unità Operative ( pubbliche) che dirigo hanno un “elevato indice diattrazione”, ossia hanno come pazientinumerosissimi utenti provenienti dafuori Regione. Tale fatto, garantendo co-spicue entrate, apporta – fattore nonmarginale - consistente beneficio econo-mico alla “esausta cassa” della SanitàMolisana. Come è notorio, di converso,

le Unità Operative private, con i servizi“doppioni”, “prelevano” e non “appor-tano” denaro alle casse regionali.Devo anche, poi, porre in rilievo che l’Unità di Campobasso garantisce ottimiservigi nonostante, da molti anni, sia af-flitta da grave carenza nella “dotazioneorganica”. Da tali “fatti”, comunque,emerge chiara una circostanza : in Mo-lise, nel settore della Cardiologia, è lasanità privata che si è aggiunta ai presidipubblici e, pertanto, non dice la verità chisostiene il contrario. Devo, ancora, poi, far notare come noncomprendo l’ uso del sostantivo eccel-lenza quando viene usato in riferimentoalla “sanità” ed in particolare alla sanitàprivata molisana. La Sanità è un pro-dotto manifatturiero ma è una attività (non ludica ), anzi, per meglio dire, è unServizio che deve essere offerto, adogni latitudine e da ogni operatore delsettore, con impegno diuturno, conumiltà, con spirito di sacrificio e con ine-ludibile propensione allo studio ed alla ri-cerca, il tutto al solo precipuo fine digarantire agli utenti una migliore qualitàdella loro vita e, nei casi più gravi, far“sentire” agli stessi che hanno una seria

e ragionevole sperannare ad avere una rena meritevole di eIl tutto senza clamorecelebrazioni. Sul puglio porre in rilevo chbrazioni, molto spesssottovalutazione e, gravi, alla denigraziorente”. Pur dichiarablemi degli e tra gli Sanità vanno risolti codel padre di famiglia,argomentare che nonsto ad accettare, passpagne, seppur diffamatorie e denigrratori che ho l’ onore gere; persone che humiltà e dello impegservizio che prestanolare.

Dott. Emilio MusaccCOORDINATORE deDIOLOGICHE dei PRCampobasso – Larino

I malati vanno fuori regione spesso senza un valido motivo. E nessuno pensa

Il vero problema? Manca un gioco di sI big della sanità privata e il pubblico si fanno la guerra quando servirebbero collaboraz

E i medici di base non collaborano. Carriere, amicizie e raccomandazioni avan

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19ATTUALITA’

hanno inquinato la trasparenza di unintero settore che della trasparenzanon può assolutamente fare ameno. La certezza del merito e dellaprofessionalità che deve essere allabase di ogni professione, ma più diogni altra di quella medica, ed è in-tuibile perché, è stata sommersa dalsospetto e in molti casi, purtroppo,la scarsa o incerta capacità deglioperatori sanitari locali ha aiutato anon aver fiducia del nostro sistemasanitario, dando fiato e ragione al-l’invito a sperimentare altre solu-zioni. Né, per quanto risulta, s’è maicreata una sinergia tra la rete ospe-daliera, la Cattolica e il Neuromedtale da mettere a frutto le eccellenzee la qualità che pure ci sono. Anzi,si fanno la guerra. Ciascuna delle tree n t i t à

sanitarie difende se stesa a dannodelle altre. A danno, diciamolo, dellacollettività molisana. Bisogna rom-pere questa spirale; bisogna trovareil modo di fare chiarezza, di solle-vare i coperchi, di discuterne a visoaperto. Bisogna che si crei soprat-tutto una informazione sistematicacapace di fornire elementi certi, ac-creditati e accreditabili sulle strutturesanitarie di cui disponiamo (pubbli-che e private), distinguendo e indi-cando le virtù, là dove sono, maanche mettendo a nudo le carenzeperché siano sanate o eliminate. Bi-sogna soprattutto

che anche i medici di base entrino inquesto circuito lasciando da partesimpatie e antipatie (anche campa-nilistiche), dando il proprio contri-buto ad una rinnovata fiducia neinostri presidi sanitari e in chi vi la-vora. In fondo il malato è l’ultimoanello della catena e il più debole,cui non si può addebitare alcunacolpa se si trova spesso, suo mal-grado, a seguire il consiglio di chi locura. E in cui ha fiducia. Una infor-mazione sistematica, aperta e credi-bile. Come questa che stiamosperimentando con questo quindici-

nale.

SSMoliseMolise

o”

za di poter tor-esistenza ter-

essere vissuta.e e senza autounto, infine, vo-he le auto cele-so, portano alla

nei casi, piùone del “concor-ando che i pro-operatori della

on il buon senso, non posso nonn sono più dispo-sivamente, cam-

velatamente,atorie degli ope-e l’ onere di diri-

hanno fatto dell’gno diuturno nelo la loro stella po-

chioelle UNITA’ CAR-

RESIDI dio – Termoli

Liberi di farsi del bene

Obesità, nutrizione

e diabete in rete...nel MoliseIl Circolo Interattivo del Molise ( C.I.MO ) è sostenuto dalla Associazione "Centro Studi eRicerche Uni.Diab.", dal Sito Web “www.molisediabete.it.” dal Gruppo Facebook "obesità,nutrizione e diabete ..... in rete nel Molise”. Trattasi, di uno spazio virtuale, di confronto e di proposta, nonchè proattivo dei diritti edella dignità delle persone, di un laboratorio per promuovere e consolidare il bene salute,di un camminare insieme per tracciare una Linea Guida Etica per le future generazioni. Il circolo intende creare una interfaccia tra lo specialista e le persone che sono affette daobesità, disturbi del comportamento alimentare e diabete. L'obiettivo resta quello di creareun ponte tra chi intende gratuitamente mettere a disposizione la propria competenza edesperienza e chi, quotidianamente, cerca di tutelare i propri bisogni di salute, spesso insolitudine e lontano da istituzioni che non riescono a percepire le reali necessità di chi ma-nifesta un bisogno di aiuto. Una comunicazione " in rete " leale e trasparente per renderepiù umana una quotidianità resa amara dalla esistenza di una condizione particolare dimalattia e per guardare oltre il proprio limite, volgendo lo sguardo, con attenzione, ad unaluce, anche se modesta, che potrebbe rappresentare l'inizio di un nuovo cammino per rag-giungere e realizzare progetti di vita accessibili e migliorare la propria qualità di vita. Unpercorso particolare, affascinante e suggestivo occupato da realtà vissute e partecipate,a servizio della persona umana.

a trattenerli

squadrazione e sinergianti a tutto

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21ATTUALITA’SSMoliseMolise

DAL TERRITORIO / VENAFRO

Il sindaco di Venafro raffredda le polemiche e difende il piano dell’ Asrem

SS Rosario arriva l’eccellenza Riconversione di alcuni reparti e razionalizzazione - fondamentale - della Rsa. Ma c’è

sul piatto anche un nuovo polo ortopedico. E non si perderanno posti di lavoro

Paolo Bianchi

Il piano di riorganizzazione dellastruttura ospedaliera di Venafro,prevede l’attivazione di un polo

ortopedico unico nello stesso stabi-limento con spostamento delle orto-pedie di Agnone ed Isernia ed ilconseguente trasferimento della chi-rurgia dello stabilimento di Venafroa quello di Isernia. Secondo il primocittadino di Venafro, Nicandro Cotu-gno tutto ciò «non intaccherà l'effi-cienza dei servizi, che saràriqualificata come Polo ortopedico,mantenendo i suoi livelli assisten-ziali come già deliberato dal consi-glio comunale all'unanimità». Anziprosegue Cotugno «se tutto ciòverrà realizzato credo che Venafropotrà trasformarsi in un grande polodi eccellenza, di raccolta e di indi-rizzo per l’intera Regione Molise perquanto riguarda l’ortopedia».Eppure non accenna a placarsi loscetticismo di chi, da lungo tempo,sta portando avanti una dura batta-glia per risollevare le sorti dell'ospe-dale. Difatti i cittadini non sonod’accordo sulla chiusura del prontosoccorso e del centro di rianima-zione, ma queste due strutture,come spiega Nicandro Cotugno,«oggi sono collegati ai DEA, che

come è noto sono stai identificatinegli ospedali di Campobasso, Iser-nia e Termoli. Sarà, comunque, pre-sente il primo soccorso chesostanzialmente non è molto diffe-rente dal pronto soccorso così per larianimazione. Per legge il prontosoccorso ed i centri di rianimazione

possono averli solo gliospedali/DEA». Il primo cittadino di Venafro in meritoalla presenza nella nostra Regionedi sette distretti ospedalieri chiari-sce che «in una regione così pic-cola potrebbero sembrare troppi,anche rispetto al numero di abitanti

(320 mila), ma bisogna tener contodell’assetto e delle caratteristichedemografiche dell’area territoriale diriferimento. E’ vero che a Roma per300 mila abitanti vi è un solo ospe-dale, ma è all’interno di un quartiere,dove è molto più semplice spo-starsi. Quindi fare dei paragoni inbase alla popolazione risulta evi-dente che viene considerato un soloparametro, non sufficiente a giustifi-care il numero di distretti sanitari ne-cessari». Come poc’anzi riportato l’accorpa-mento degli stabilimenti Caraccioloe SS.Rosario nasce da alcune con-siderazioni fondamentali non ultimoquello di realizzare nello stabili-mento di Venafro un polo ortopedicoe riabilitativo anche in previsionedella realizzazione di un unico sta-bilimento ospedaliero baricentricofra Isernia e Venafro; in proposito ilSindaco ha ribadito «che l’idea direalizzare un polo ospedaliero traIsernia e Venafro risulta essere dav-vero “brillante” ma probabilmente ir-realizzabile in un periodo in cui lerisorse economiche risultano parti-colarmente limitate».Tra i vari obiettivi contemplati dalpiano di riordino della sanità moli-

sana vi è quello di un necessariopotenziamento della dotazione re-gionale di strutture di assistenza re-sidenziale e semiresidenziale,attraverso la riconversione di partedei posti letto recuperati dalla risiste-mazione organizzativa degli ospe-dali pubblici. Il primo cittadino, inmerito, è convinto che «sotto questoaspetto non si prevedono radicalitrasformazioni, basti pensare che inMolise la popolazione è compostaper lo più da ultra 65enni ed infatti,se si considera l’ospedale di Venafroe la tipologia di pazienti attualmentericoverati, è facile constatare che glistessi hanno un’età media che si ag-gira intorno ai 65/70 anni. Quindicosa cambia da un punto di vista as-sistenziale se non nel costo dellaprestazione? In pratica – prosegueCotugno - il costa attuale per la de-genza, equivale a circa €.800 algiorno, se la stessa persona vienericoverata in regime di RSA necosta €. 200. Il problema sorgequando tutto ciò entra a far partedella dialettica politica per la qualedefinire tutto ciò Residenza Assi-stenziale Sanitaria equivale a dire“ospizio”. Il discorso sulla santitànon dovrebbe avere alcun colorepolitico ma purtroppo a Venafro suquesto argomento invece di esserviun’unità di intenti vi è chi ne ha fattoun cavallo di battaglia contro l’ammi-nistrazione che presiedo in qualità disindaco. Molti lo utilizzano comestrumento per raggiungere i propripersonali obiettivi. Su un argomentocosì forte non si possono giocare“partite politiche” per essere finalitàche non hanno nulla a che fare ilbene per la collettività».La glossa finale da parte del Sin-daco non può quindi non essere ri-volta a chi ha espresso tantomalumore. «Onestamente devo am-mettere che tutto ciò mi dispiaceprofondamente, sapere che qual-cuno sia arrivato a questo mi ram-marica non poco. Nonostante ciòsono sicuro che stiano prendendoun abbaglio dato che ci siamo mossinel migliore dei modi. Saranno liberidi contestarci - afferma Cotugno -solo nel caso in cui ciò che abbiamodeliberato non si trasformasse in re-altà. Tuttavia noi siamo sicuri che irisultati arriveranno e metteremo atacere una volta per tutte tante inter-pretazioni personali».

"Un medico in onda” è la rubrica

settimanale da ben 10 anni sulle

frequenze di Radio Orizzonte

Molise, dedicata alla salute.

Ogni giovedì, in studio per mez-

z’ora dalle ore 11 alle 11,30 nel

programma redatto da Annarita

Berardinone, la conduttrice

Maria Iadarola ospita uno spe-

cialista per affrontare temi rela-

tivi al mondo medico-scientifico.

Ma anche l’ascoltatore ha la

possibilità di intervenire telefo-

nando allo 0874/98387, in-

viando un sms al 3339496069 o

collegandosi al sito info@radio-

rizzonte.it.

Punte di ascolto molto altenelle trasmissioni dedicate aldiabete, ma anche quando siè parlato di ricerca e di solida-rietà con TELETHON. Loscorso anno infatti durante lamaratona di raccolta fondi letelecamere della Rai hannoseguito in diretta la trasmis-sione radiofonica di RadioOrizzonte Molise.Da quest’anno inoltre la trasmis-

sione radiofonica si avvarrà

anche della collaborazione degli

specialistici del Centro ad alta

specializzazione Neuromed di

Pozzilli. Nei prossimi appunta-

menti si parlerà di parti naturali

parti cesarei con l’intervento in

studio del dott. Marco De Santis

direttore della U.O.C. Ostetricia

e Ginecologia dell’ospedale A.

Cardarelli di Campobasso e an-

cora il 14 ottobre uno specialista

del Neuromed sarà in studio in

occasione della giornata nazio-

nale dell’osteoporosi, mentre il

21 ottobre si parlerà di preven-

zione dentale con il dott. Pre-

viati.

RI MEDIA MOLISANI E LA SANITA’

UN MEDICO IN ONDA A RADIO ORIZZONTE

Nella foto l’ospedale SS.Ro-sario di Venafro. Nella fotopiccola il sindaco NicandroCotugno

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22CRONACA

L’INTERVISTA

Anno I Numero 112 ottobre 2010

CAMPOBASSOospedale Cardarellicentralino0874 / 4091

ISERNIAospedale Venezialecentralino0865 / 4421

TERMOLIospedale S. TIMOTEOcentralino0875 / 71591

FARMACIE CAMPOBASSO

MANZONIVia Manzoni Alessandro, 89Tel. 0874.97070

NERILLIVia Monforte, 2Tel. 0874.311373

PICCAVia Mons. Bologna, 24Tel. 0874.416177

PAOLOVia Monforte, 63Tel. 0874.416327

CIPOLLAPiazza Cesare Battisti, 11Tel. 0874.65391

COMUNALE 2Via XXIV Maggio, 180Tel. 0874.66811

COMUNALE 1Via Calabria, 37Tel. 0874.483629

COMUNALE 3Via Toscana, 24Tel. 0874.65873

DI TOROP.zza Gabriele, 32Tel. 0874.311018

CARUSOCorso V. Emanuele II, 69Tel. 0874.415360

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GRIMALDIVia Marconi Guglielmo, 3/5Tel. 0874.311259

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SILVESTRIVia Lazio, 10Tel. 0865.50789

DI GIROLAMORampa MercatoTel. 0865.50625

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SAN LAZZAROVia Tedeschi G., 39Tel. 0865.299310

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MARINOC.so Nazionale, 42/44 Tel. 0875.706234

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TRABOCCHIVia Tevere, 17 Tel. 0875.705030

CARUSOVia Delle Querce, 1/FTel. 0875.751898

CENTRALEC.so Nazionale, 102 Tel. 0875.702492

D’ABRAMOPiazza Garibaldi Tel. 0875.706769

Parla il consigliere regionale del pd Michele Petraroia. Opposizione ma costruttiva

La sanità come il “bar sport”“Tengono fuori,non abbiamo i dati, possiamo solo parlare in astratto”

“L’equivoco del rapporto con i privati, serve un sistema integrato”

Il ragionamento di Iorio è «generali-sta, generico, un commento più dabar sport che da aula istituzionale».Non usa mezzi termini Michele Pe-traroia, consigliere regionale Pd acui chiediamo un commento del ten-tativo di risanamento del deficit sa-nitario molisano. «Il commissarioIorio sostiene che dobbiamo difen-dere tutto: il territorio, il pubblico e ilprivato, sostenere la spesa, ecce-tera. Ma non dice concretamentecome fare». Da qualche parte si deve partire?«Allora partiamo dal piano di rientrodel marzo 2007, firmato con il go-verno Prodi, che prevedeva 300 mi-lioni di euro aggiuntivi per la nostrasanità. Se oggi si è arrivati al com-missariamento è perché da quelpiano si è derogato e l’amministra-zione regionale non ha raggiunto gliobiettivi che si era prefissata».Quali obiettivi?«Su tutti il contenimento della spesa

che non può essere slegato dalle ri-sorse che ci vengono assegnate a li-vello nazionale. Da Roma ogni annoarrivano 550 milioni di euro l’anno, acui vanno sommati i circa 50 di im-poste che pagano i molisani». Il comparto sanitario regionalecosta però circa 700 milioni.«Infatti, se il tendenziale delle uscitecorre verso i 700 milioni e le entratesi fermano a 600, ogni anno ab-biamo un forte disavanzo», accumu-liamo debito. Allora perché uscire dall’aula in-vece di discutere?«Perché le mie sollecitazioni peravere la documentazione con leschede finanziarie del piano di rien-tro del 2007 e della recente situa-zione dei conti, sono cadute nelvuoto. Dovevamo e abbiamo parlatoin astratto di un piano di rientro con

300 pagine e numerosi obiettivi escadenze, senza che il consiglio re-gionale abbia potuto accertare le ri-cadute economiche delprovvedimento».Non avete i dati? «Non abbiamo niente. Nulla. I datinon sono mai arrivati. Non sap-piamo nemmeno quanto abbiamo ri-sparmiato dal taglio già effettuato ditrecento posti letto». Breve pausa,silenzio. «Il piano di rientro del 2007prospettava aggiustamenti sullaspesa farmaceutica, il controllo sullestrutture private, il controllo sui labo-ratori, il risparmio sulla parte ammi-nistrativa. Ognuna di queste misuradoveva poi essere oggetto di verificada parte del consiglio regionale».E invece?«Evidentemente le non hanno pro-dotto i risparmi sperati, altrimenti

non saremmo commissariati. Ma iomi domando, non sarebbe oppor-tuno capire che cose è accaduto:quanto costava tre anni fa un certoservizio e quanto costa oggi?».Torniamo ai dati?«Stanno umiliando e spogliando ilconsiglio delle proprie funzioni dicontrollo in una materia delicata ecomplessa come la sanità. Se nonverifichiamo le cifre, se non parliamodi soldi, possiamo tutti iscriverci alclub delle poesie».Però più che dei poeti vorrei par-lare della Cattolica e del Neuro-med.«Sugli istituti privati c’è un errore difondo. Il capitolo sanità va affrontatointeramente e non ridotto a situa-zioni singole: ha ragione il territorio aprotestare per il suo ospedale, haragione la struttura privata a recla-mare in virtù della sua qualità. Perònoi dobbiamo ragionare sul sistemasanità».

E la sanità mo-lisana può farea meno delle

sue eccellenze?«Io sono per la tutela, la difesa e pervalorizzare le alte specializzazionedei centri di eccellenza. Dobbiamopuntare sulla loro utilità sia di carat-tere sanitario che economico. Que-ste strutture completano l’offertasanitaria con servizi che talvolta ilpubblico non può offrire e sonoanche importanti centri di occupa-zione».Come unire pubblico e privato,contenimento dei costi e qualità?«Dobbiamo far funzionare la sanitàattraverso un sistema integrato pub-blico - privato con quest’ultimo cheporta eccellenza e un profilo di altaqualità che non è sempre riscontra-bile nella sanità pubblica. Per farequesto occorrono anche gli accorditra la Regione e i privati, ma dob-biamo puntare sull’incentivazionedella qualità, in un’ottica di sistemache porti attraverso la mobilità attiva,a incamerare fondi di chi preferiscecurarsi in Molise piuttosto che inaltre regioni».

Matteo Nascimbeni

Nella foto Michele Petraroia.Implacabile censore dellapolitica sanitaria del presi-dente Iorio il consigliere re-gionale del Pd assumespesso posizioni di largaautonomia rispetto al suopartito

umeri utiliumeri utiliNN OSPEDALI & FARMACIE

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