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CONFERENZA STAMPA PER LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “OLTRESUONI”

20 APRILE 2012 – 10:30

Aula Consiliare del Comune di Cagliari

- Oratori:

Michele Demontis, vice presidente TDM 2000 e addetto stampa onA.I.R.;

Carlo Eugeni, responsabile risorse umane onA.I.R.;

Luca Frongia, presidente TDM 2000;

Francesca Marchionne, presidente onA.I.R.;

Salvatore Meloni, presidente Ente Nazionale Sordi – Sezione Provinciale di Cagliari;

Giuliano Pirelli, presidente onorario onA.I.R. e funzionario presso la Commissione Europea.

- Interventi e domande:

Gianfranco Cappai, ex presidente Ente Nazionale Sordi – Sezione Provinciale di Cagliari;

Luciana Ledda, segretaria Ente Nazionale Sordi – Sezione Provinciale di Cagliari e interprete LIS;

Daniela Noli, Presidente dell'Ente per il Diritto allo Studio Universitario di Cagliari.

- Inizio conferenza ore 10:45

Michele Demontis

Buongiorno, benvenuti alla presentazione del progetto “OltreSuoni”. Alla mia destra, l’ingegner Pirelli e il professor Carlo Eugeni. Alla mia sinistra, Francesca Marchionne, presidente dell’Associazione Internazionale di Respeaking e Luca Frongia, presidente dell’Associazione TDM 2000. Prima di proseguire i lavori

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vorrei chiedervi di fare il massimo silenzio e di prestare la vostra attenzione agli schermi che avete ai vostri lati. Ecco quindi la parola al professor Carlo Eugeni.

Carlo Eugeni

Buongiorno, state leggendo il testo che io sto dicendo con la mia voce nella maschera che vedete. In questo momento state sperimentando la lettura di un testo pronunciato oralmente. La tecnologia può non essere perfetta. Nel testo che leggete ci possono essere degli errori, ma pensate che per alcune persone, i sordi, questo è l'unico modo di poter ascoltare la televisione. Le potenzialità di questa tecnologia sono infinite: non solo la televisione, ma anche le conversazioni telefoniche, i programmi TV, le riunioni, le lezioni universitarie possono essere sottotitolate ed essere quindi immediatamente fruibili da queste persone. A noi è venuto in mente di sottotitolare la radio. Vi sembra una bella idea? Vi invito allora a seguire questa conferenza stampa. Michele, a te la parola.

Michele Demontis

Ringraziamo il professor Carlo Eugeni per questa introduzione che ci ha fatto. Abbiamo iniziato con questo intervento realizzato attraverso la tecnica del respeaking perché siamo oggi qui per parlare di un progetto che vede come scopo la creazione di un'emittente radiofonica accessibile ai sordi. Questo è un progetto che nasce dalla sinergia tra l'Associazione Internazionale di Respeaking e l'Associazione TDM 2000 di Cagliari. Chiederei a Luca di presentarci quali sono i campi, qual è il senso, quali sono le linee guida di questo programma.

Luca Frongia

Buongiorno a tutti. Stavo provando anch'io, un po', a imparare la Lingua dei Segni. Mi ci vorrà un po', ma spero che il "buongiorno" fosse detto in maniera corretta. Mi sono portato, prima di raccontarvi che cos'è il progetto, mi sono portato da casa la radio che aveva mio nonno. Questa radio veniva spesso litigata tra Gigliola Cinquetti di mia nonna e le partite di calcio. Erano altri tempi ovviamente, però i miei nonni, che poi l'hanno trasferita ai miei genitori e poi a

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me, sono sempre stati molto attaccati al sistema radio per poter comunicare dei contenuti. Ora, un tempo, questi contenuti venivano dati da pochi. Bisognava fare tantissimi corsi, vincere dei concorsi e poi essere quei fortunati che effettivamente potevano parlare a quei grandi microfoni che davano la gioia, che raccontavano un po' com'era il mondo di tanti anni fa. Con le nuove tecnologie, con l'avvento di Internet e tanti altri sistemi, ci siamo chiesti come dare la possibilità anche a tanti altri di poter effettivamente esprimere il proprio pensiero. Garantire maggiormente e a più persone il diritto, la possibilità di esprimere dei concetti. Quindi garantire a tutti o, diciamo, a più persone possibile, la possibilità di parlare. Abbiamo un po' riflettuto su questa idea e abbiamo pensato insieme ai ragazzi dell'Associazione TDM 2000 di creare un progetto di web radio. Questo progetto di web radio, che era nato nelle nostre idee nel 2008 e poi realizzato nel 2009, che ancora oggi portiamo avanti nelle sedi del comune, permette a tanti ragazzi di dare valore alle proprie idee, di creare dei contenuti, di creare uno spazio dove parlare di sport, dove parlare di musica, dove parlare di cultura, di ambiente, dove parlare di politica ed esprimerla in maniera giovane, fresca ai propri colleghi, ai propri amici. Non più solamente nella nostra città con le frequenze FM, ma via web. Quindi un messaggio che può andare veramente in tutto il mondo e questo è molto importante perché ci dà veramente quel senso di cittadinanza non solo locale, ma globale. Non è il primo esperimento di web radio in questo senso, ce ne sono anche tante altre in Europa, ma questa radio voleva andare oltre. Dov'è l'innovazione? L'innovazione sta nel creare una radio che dia la possibilità a chi per ora ne è escluso di ricevere dei contenuti. Ora, una web radio come funziona? Si parla a un microfono. Questi microfoni sono collegati a un computer. Il computer dà un segnale che viene inviato tramite computer a chi ha un computer acceso e riceve l'informazione. Attraverso la tecnica, che ci spiegheranno loro tra poco, di rispeakeraggio, avremo la possibilità non più soltanto di sentire questi contenuti, ma anche di leggerli. Quindi, dare la possibilità di valorizzare le nostre idee, i nostri contenuti e raccontare ciò che succede. E quindi vederlo in maniera da far partecipare anche altre persone. Sordi, ma non solo, anche gli immigrati. Immaginatevi quanta difficoltà gli immigrati hanno nel ricevere uditivamente delle informazioni, mentre invece potrebbero averle scritte e quindi riprocessarle. Non solo. La possibilità di avere un testo scritto ci dà la possibilità anche di archiviarlo con più facilità, più velocità, caricarlo in un sistema informatico e averlo a nostra disposizione quando lo vogliamo. Questo è veramente tantissimo. Ora, non voglio rubare tantissimo tempo, però mi concederete sicuramente di vedere in questa iniziativa veramente un qualcosa di innovativo, un qualcosa che dà risposta a un bisogno reale e concreto. È un qualcosa che mi fa anche capire che ci sono dei risvolti economici molto importanti che potrebbero garantire tantissime cose: la possibilità di aumentare... La possibilità di percepire l’informazione e quindi

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anche per altri la possibilità di riprocessare dei contenuti e quindi poi anche esprimere il proprio punto di vista perché la radio racconta, la puoi leggere, però ti dà anche la possibilità, tramite Skype, Messenger, Easy Tune, Twitter, ti dà anche la possibilità di esprimere il tuo punto di vista. Quindi veramente è un’attività di partecipazione attiva, d’inclusione e, al di là delle tante parole che spesso vengono dette, dare la possibilità concreta ai più di partecipare. Dovremmo sperimentarlo, sarà un progetto che abbiamo attivato e che alla fine cosa vuole? Vuole avere la possibilità di verificare anche quanto viene compreso dalle persone. Ci sarà quindi un comitato scientifico, poi ce ne parlerà chi parteciperà, in modo da relazionare e creare delle statistiche, dei numeri, che ci permettano di capire quanto questo sistema può essere anche applicato ad altri settori e quanto effettivamente è funzionale. Mi viene da pensare ad esempio al racconto di una partita di calcio. Mi viene da pensare al racconto di un bel libro di storia. Mi viene da pensare alla possibilità per tutti di sentire che cosa succede anche in questa sala, quando si parla di tematiche a noi interessanti e quindi di avere la possibilità di raccogliere questi contenuti e poi discuterli. Penso che come presentazione mi posso fermare qui, e adesso sono molto curioso anche io di sentire un po’ come poi questa tecnica può funzionare.

Michele Demontis

Grazie, Luca. Qui accanto a me il professor Carlo Eugeni, che è il maggiore esperto in Italia del settore, sta continuando a sottotitolare in tempo reale quello che noi diciamo e l’auspicio ovviamente è che questa non sia più un’eccezione, ma sia una prassi consolidata in futuro. Ovviamente la sala non è predisposta ancora per questo tipo di attività ma speriamo che in un futuro non troppo lontano tutte le sale più importanti lo siano. Do quindi la parola alla presidente dell’Associazione Internazionale di Respeaking, Francesca Marchionne, che è stata un po’ il Deus ex machina di questo progetto, ci parlerà un po’ della tecnica del respeaking.

Francesca Marchionne

Buongiorno. L’Associazione Internazionale di Respeaking nasce proprio con l’obiettivo di applicare questa tecnica nuova-non nuova che sta prendendo piede adesso ad un problema che per noi è molto importante, come diceva Luca:

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l’accesso alle informazioni in tempo reale. In Italia, nel mondo ci sono tante radio, ci sono tante informazioni che non permettono a persone non udenti, con vari problemi di udito di diverso grado, ma anche a persone che non parlano la lingua del posto in cui stanno di prendere parte alle iniziative e al dibattito che avviene appunto in tempo reale. Il progetto “OltreSuoni” può dare una soluzione in parte a questo problema contribuendo con un testo scritto. Voi lo state vedendo adesso in diretta ai lati, sugli schermi. Non è perfetto appunto perché come diceva Michele la sala non è predisposta però si può fare ugualmente. La tecnica del respeaking, a un livello appunto più tecnico, consiste come avrete capito in un operatore, il respeaker, che è Carlo Eugeni in questo caso, che ripete, riformula, oppure traduce un testo dettandolo a un software di riconoscimento del parlato. Questo software trasforma l’input-audio in un testo scritto che può assumere diverse forme. In questo caso è un testo continuo, in altri casi possono essere dei sottotitoli. Questo noi vorremmo fare con la web radio, RadioXCaso della TDM 2000. Questa è una modalità di fare respeaking. In questo caso abbiamo solo un respeaker che da solo detta al software e corregge gli eventuali errori che la macchina può fare nella percezione degli input vocali; in altri casi abbiamo il contributo di un’altra persona che corregge appositamente il testo prima di mandarlo in onda, in diretta. Io concludo qui la mia presentazione lasciando la parola agli esperti del settore, in particolare all’ingegner Pirelli che ci ha fatto l’enorme favore di essere qui con noi oggi e che vi spiegherà il suo interesse nel progetto. Grazie.

Michele Demontis

Grazie, Francesca. Una piccola precisazione. Se non vi fosse l’ingegner Pirelli oggi non saremmo qui a parlare di questo importante evento. Per cui è con onore e con piacere che diamo la parola all’ingegner Pirelli.

Giuliano Pirelli

Ringrazio per queste bellissime parole con cui mi avete accolto. Vengo considerato, almeno Carlo mi considera, il fondatore e creatore del respeaking e del riconoscimento vocale e in effetti, certamente, sono tra le persone che per prime hanno pensato a questo. Vent’anni fa, quando ancora non c’era niente, non c’era nemmeno la televisione sottotitolata, in qualche modo ho cominciato a fare

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le prime prove con un gruppo di ragazzi sordi e via via la cosa si è affinata. Avevo la fortuna di essere ingegnere, di essere ricercatore presso il Centro di Ricerca della Commissione Europea e di trovare l’accordo della Commissione stessa di seguire questa via di ricerca. Così abbiamo cominciato a sottotitolare, a usare tutti i sistemi di generazione di sottotitoli disponibili dieci anni fa, molto delicati, molto sperimentali, integrarli con la videocamera, integrarli con un proiettore e riuscire in qualche modo a fare delle conferenze sottotitolate, coinvolgere la RAI, la BBC, le televisioni europee e con questo generare tutta una forma di sensibilizzazione a questo problema che via via è andato avanti. Il progetto di cui sono stato responsabile è il progetto VOICE, il progetto VOCE, dal ‘98 con veri risultati, dal ‘96 come ricerca e abbiamo organizzato moltissime conferenze, abbiamo avuto diverse migliaia di partecipanti, sensibilizzando un gran numero di associazioni di sordi, o diciamo meglio, dando alle associazioni di sordi gli strumenti per interloquire, per colloquiare con le varie televisioni e chiedere meglio quello che poteva servire loro. Non voglio entrare in altri dettagli. Vorrei dire che il motivo per cui vengo, al di là dell’aspetto tecnico, è veramente un aspetto di entusiasmo verso questi ragazzi giovani, entusiasti come lo ero io vent’anni fa, competenti, bravi, che si lanciano in un campo nuovo e che lo fanno in Sardegna, che lo fanno con una radio web che ha un significato locale, ma che è accessibile via web in tutto il mondo. Quindi un gruppo di ragazzi che vogliano seguire una tematica sociale interessante, possono farlo stando qui in Sardegna, ma anche quando si trovano in viaggio per studio, a Roma o altrove o negli Stati Uniti. Quindi quest’ampliamento, qualcosa che dimostri la fattibilità di poter inserire dei ragazzi non udenti o dei ragazzi stranieri, che comprendono male la lingua, in un gruppo sociale esteso, ampio, innovativo e che possa produrre qualcosa veramente come estensione futura di questo progetto. Vi ringrazio.

Michele Demontis

Grazie, ingegnere. Direi che è d’obbligo dare la parola al professor Carlo Eugeni che sta svolgendo questa funzione oggi. È estremamente faticoso, lui ce lo potrà testimoniare. Magari potremmo chiedergli di fare un intervento in modalità non respeakerata, così può avere anche modo di riposare un po’ le corde vocali. C'è un discorso tecnico che è in corso. Di solito nelle conferenze, come ci può spiegare Francesca, vi è l'alternanza dei sottotitolatori.

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Francesca Marchionne

Sì, di solito, così come gli interpreti si danno il cambio ogni venti minuti, mezz'ora, succede così anche per i respeaker, soltanto che, come dicevamo prima, qui non siamo predisposti per fare questo tipo di attività, quindi abbiamo un microfono isolato che bene o male percepisce solo la voce, però dovremmo avere a disposizione più computer, più collegamenti e questo non è possibile oggi. In un'altra occasione, io mi sarei sostituita a Carlo, avrei messo il mio profilo vocale in questo caso e avrei fornito il servizio al suo posto. Oggi non è possibile quindi Carlo farà il suo intervento senza essere respeakerato.

Michele Demontis

Prego, Carlo.

Carlo Eugeni

Scusate se adesso lo schermo è diventato nero, ma non posso fare due cose allo stesso tempo, anzi, potrei farlo però dovreste leggere quello che dico sugli schermi. Diciamo che oggi avete letto abbastanza. Magari con il tempo vi abituerete a leggere la radio invece che ad ascoltarla e quindi vi sarà più facile seguirlo. In realtà è anche una difficoltà per me poter parlare e allo stesso tempo essere sottotitolato. La tecnologia lo permette ma, come è stato già detto, è un po' complicato farlo in un ambiente in cui non si è predisposti per farlo. Inoltre, la tecnologia che stiamo utilizzando è una tecnologia sperimentale, così come sperimentale è il progetto. Il respeaking nasce, non secondo me, ma secondo la storia, dal progetto VOICE, portato avanti da Giuliano Pirelli, tant'è che la BBC soltanto nel 2001 ha iniziato ad applicarlo in televisione. Lui già da cinque anni lo proponeva in via sperimentale presso il CCR, il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea. Io all’epoca avevo finito il quinto superiore. No, forse facevo già l’università, però questo non è interessante per voi. Sono subentrato nel progetto VOICE soltanto nel 2006 quando abbiamo fatto il primo convegno internazionale in materia. Da allora il respeaking è diventata una tecnica sempre più studiata e adesso, come vedete, è possibile anche utilizzarla per accedere a contenuti che, fino a dieci anni fa, era impossibile poter rendere accessibili, come per esempio... Adesso stiamo parlando di radio, ma pensate ad una conversazione

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telefonica tra due persone, anche quella è possibile sottotitolarla. È possibile sottotitolare il cinema, senza che questo cinema abbia la strumentazione tecnica per ricevere la sottotitolazione. È possibile sottotitolare la televisione e questo lo potete vedere tranquillamente vedere alla pagina 777 del televideo, dove non ci sono soltanto i sottotitoli preregistrati, ma anche quelli in tempo reale. Per quanto riguarda la radio web in particolare, noi abbiamo questa tecnologia che ci viene dalla SyNTHEMA di Pisa, che è un centro di ricerca e software house, che permette di far accedere alle persone, i respeaker, da qualsiasi postazione, tramite internet, a un software di riconoscimento del parlato, che io ho in questo momento nel mio computer. Poi lo stesso software manda in onda i sottotitoli sul sito web della radio. Quindi, capite che è molto facile, per persone che stanno in qualsiasi parte del mondo poter sottotitolare qualsiasi radio che sta in una qualsiasi altra parte del mondo. Per cui questo progetto permette, appunto, di lanciare quello che sarà secondo me... Questo progetto permetterà di lanciare appunto qualcosa che fra qualche anno sarà molto probabilmente utilizzato, perché, appunto, la radio permette di raggiungere persone in tutto il mondo e questo, appunto, garantendo audience, permetterà anche alla tecnica di svilupparsi maggiormente. Il progetto “OltreSuoni”. Abbiamo previsto un gruppo di studio, formato da linguisti, sociologi e da insegnanti che parlano appunto la Lingua dei Segni, per capire effettivamente qual è la reale efficacia del respeaking. Effettivamente ci sono già stati degli studi in materia, però questo è proprio mirato alla sottotitolazione della web radio e, così facendo, possiamo anche capire quello che è l’effettiva utilità della sottotitolazione di una web radio che ovviamente ha un valore economico per quanto riguarda lo sfondamento, passatemi il termine, di una modalità di comunicazione che prima era preclusa alle persone non udenti, che non solo sono tanto le persone che parlano la Lingua dei Segni, ma nella società in cui viviamo a causa di numerosi fattori, anche persone sempre più giovani che cominciano a perdere l’udito a partire da venticinque, trenta, quarant’anni a causa di stili di vita, che ci portano appunto a perdere l’udito, come per esempio l’uso degli auricolari. Non voglio fare la mamma della situazione, però effettivamente quelli comportano una perdita progressiva dell’udito. Quindi, il pubblico potenziale non è poco, non è l’un per mille della popolazione che troviamo nelle statistiche, ma è molto più vasto. Si parla addirittura di un sette, otto per cento della popolazione che rapportato ai sessanta milioni che abbiamo in Italia... Siamo sull’ordine dei quattro, cinque milioni di persone. Quattro, cinque milioni di persone che sono persone a tutti gli effetti. Hanno un lavoro, hanno dei soldi. Quindi immaginate il potenziale per un’azienda che vuole pubblicizzare i propri prodotti. A questi si aggiungono gli stranieri e gli stranieri, al pari dei sordi sono persone, che hanno difficoltà di accesso alla lingua. Vedere la stessa lingua anche scritta permette di completare l’informazione che magari soltanto con il canale audio non è possibile ricevere pienamente. Ecco, io penso di aver dato un’illustrazione, panoramica generale,

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capisco che forse così in due minuti è difficile spiegare la portata dell’evento, ma siamo più o meno sull’ordine di grandezza di quando Giuliano iniziò nel ‘96 a inventare questa tecnica. La rivoluzione è più o meno della stessa portata, solo che lui all’epoca era avanti di dieci anni. Noi siamo avanti lo stesso, però abbiamo oggi la tecnologia che ci permette di fare quello che lui dieci anni fa non poteva fare. Quindici anni fa. Grazie.

Michele Demontis

Grazie, Carlo, che oltre a essere professore ed esperto in materia sarà anche il presidente, il coordinatore del Comitato Scientifico che condurrà la sperimentazione. Nel corso della progettazione di questa iniziativa abbiamo avuto la straordinaria opportunità e fortuna di incontrare delle persone fantastiche dell’Ente Nazionale Sordi della provincia di Cagliari che fin da subito ci hanno mostrato la loro solidarietà e simpatia. Per cui è con piacere che volevo invitare il Presidente Meloni a dare il suo contributo e dirci qualcosa in merito all’Ente Nazionale Sordi e al ruolo che potrà avere nel progetto “OltreSuoni”.

Salvatore Meloni

Il mio cuore batte fortissimo in questo momento per l’emozione. Grazie. Grazie all’Associazione TDM, Presidente Luca, Luca Frongia, ma anche Francesca, la presidentessa dell’Associazione onA.I.R. e Carlo, poverino Carlo Eugeni che si è sforzato tanto di creare con questo sistema i sottotitoli per noi, ma soprattutto ovviamente grazie all’ingegner Pirelli. Io condivido quest'idea e questo progetto, perché ha l'obiettivo di far crollare le barriere della comunicazione che per noi sono un grande problema. Speriamo in un futuro questo progetto possa migliorare. Noi collaboreremo con grande piacere. Continuiamo a ringraziarvi veramente per questo progetto molto interessante. Grazie.

Francesca Marchionne

Non siamo impazziti. Questo è l'applauso proprio nella Lingua dei Segni. Allora, una cosa importante. In quanto presidente dell'Associazione Internazionale di

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Respeaking, con il progetto "OltreSuoni" non vogliamo assolutamente sostituire quella che è la Lingua dei Segni con i sottotitoli. Vogliamo dare solo una marcia in più e quindi affiancare le due tecniche. Questo è molto

importante, perché comunque sia la Lingua dei Segni è una lingua, come lo è l'italiano, come il francese, come l'inglese. E questa è una cosa che io terrei in particolar modo a specificare. Il respeaking, la sottotitolazione, la creazione di un testo scritto serve solo da complemento, da affiancamento per quelle persone che, appunto, non parlano la Lingua dei Segni.

Michele Demontis

Grazie, Francesca. Direi che possiamo lasciare spazio alle domande, agli interventi della stampa e del pubblico. Prego.

Luciana Ledda

Buongiorno, mi presento, sono la segretaria dell'Ente Nazionale Sordi, Luciana, e sono anche un’interprete LIS, di Lingua dei Segni Italiana. A proposito dell'ultimo intervento di Francesca vorrei dire che in effetti anche solo nel mondo dei sordi, le persone sorde non sono tutte sorde allo stesso modo, non sono tutte cresciute allo stesso modo e non tutte utilizzano la Lingua dei Segni. Quindi questo è un progetto che sicuramente abbraccia quel concetto del crollo delle barriere architettoniche, abbracciando anche un'utenza sorda che normalmente non usufruisce del servizio di interpretariato. Ma al di là di questo, come interpreti noi, sicuramente, vorremmo essere sempre presenti in qualunque occasione di comunicazione e di integrazione sordi-udenti, ma questo è un progetto che sicuramente rende ancor più autonome le persone sorde che possono quindi liberamente scegliere se avere un interprete al loro fianco, piuttosto che, autonomamente avere gli strumenti che permettano di accedere a qualunque tipo di comunicazione, quindi per questo io vi ringrazio anche in qualità di interprete.

Michele Demontis

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Grazie a te Luciana per l'aiuto che ci state dando e a questo riguardo noi, come TDM 2000, proponiamo sempre la partecipazione attiva a tutti i progetti che realizziamo e questo nello specifico prevede che vi sia un campione di persone sorde e di persone udenti che collaborano insieme all'esperimento dal punto di vista della fruizione dei programmi e del confronto in merito ad essi. Per cui lancio qui l'appello per chi fosse interessato a partecipare a questo programma, è assolutamente benvenuto. Inizieremo presumibilmente verso la metà di maggio e una volta approntati gli ultimi elementi tecnici. La sperimentazione consisterà nell'ascoltare determinati programmi trasmessi in modalità tradizionale e in modalità respeakerata e in un successivo confronto in merito a questi programmi. Faccio un esempio. Vi sarà una trasmissione di approfondimento politico o sportivo o di costume e le persone del campione che ascolteranno questa trasmissione poi, attraverso gli strumenti della telematica, che possono essere un forum, un gruppo facebook o quant’altro, si confronteranno su questo punto. Ci sono domande?

Gianfranco Cappai

Buongiorno, io sono l'ex presidente dell'Ente Nazionale Sordi. Mi chiamo Gianfranco Cappai. Vorrei poter esprimere il mio pensiero. Questo progetto avrà adesso un periodo sperimentale di sei mesi. Vorrei capire dopo questi sei mesi se potremo continuare la nostra collaborazione al progetto come sordi, come Ente Nazionale Sordi, soprattutto perché è veramente un'ottima occasione di integrazione tra sordi e udenti.

Francesca Marchionne

Il progetto "OltreSuoni" è presentato come un progetto sperimentale, un progetto pilota che si vuole, per questo, un trampolino di lancio per ulteriori attività in cui i sordi sono indispensabili. Il loro punto di vista è indispensabile. In questo caso, io parlo a nome della mia associazione, ma credo che anche la TDM 2000 sarà interessata, per quanto riguarda il loro campo specifico di cittadinanza attiva, a continuare una collaborazione che vada oltre il progetto. Passo la parola a Luca che vi dirà.

Luca Frongia

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Nella nostra attività quotidiana i pilastri fondamentali sono quelli di promuovere una cittadinanza attiva delle persone che vivono nella nostra comunità, ma soprattutto è anche quello di includere chi ha delle difficoltà o delle barriere e quindi con innovazioni, idee e tanta passione buttarle giù. Al momento stiamo lavorando, non solo chiaramente tramite i canali, con le persone di riferimento che guidano questa amministrazione, ma soprattutto con i fondi comunitari. Abbiamo già individuato due o tre voci che darebbero le risorse per estendere questo progetto non solo alla sua fase sperimentale, ma per un periodo di 18 o 24 mesi, che permetterebbero non solo di consolidare la sperimentazione, ma anche di disseminare quelli che sono i risultati. Al di là delle risorse economiche, che possono arrivare o meno in futuro, la web radio ci dà la possibilità di avere questo tipo di tecnica e questo tipo di funzionalità in maniera gratuita. Dall'insieme di quella che è la nostra passione, la nostra voglia di fare e la nostra attività volontaria, possiamo comunque garantire questo tipo di servizio nel tempo. Si parla di essere solidali, di essere sensibili alle difficoltà di altre persone. Si parla di guadagnare qualcosa di più della risorsa monetaria. Significa guadagnarsi il rispetto di se stessi perché si sta aiutando un'altra persona. Penso che questo sia la massima reward, il massimo piacere che una persona può avere. Noi l'abbiamo sempre intesa così. Quindi avere la possibilità effettivamente di aiutarci l’un l’altro, come Carlo sta facendo oggi con noi, trasferendoci una sua buona pratica, insegnando a noi qualcosa. Noi trasferiamo questo con quello che sappiamo ad altri. Altri metteranno il loro e lo trasferiranno ad altri ancora e poi dovremmo vivere tutti in un mondo migliore. Questo penso che sia il senso della nostra attività di tutti i giorni, dell'attività anche di tante altre organizzazioni che vivono questa città, creare una cittadinanza più vivibile e più utile per tutti.

Michele Demontis

Vorrei aggiungere una prospettiva di lungo periodo. Noi qui stiamo realizzando una sperimentazione che è limitata nel tempo, ha durata di sei mesi e ha la forma di un progetto pilota. Il nostro obiettivo finale è quello di far sì che oggi quello che oggi è un progetto pilota in un futuro non troppo lontano diventi una prassi consolidata e applicata alle principali realtà radiofoniche. Noi qui non vogliamo dimostrare di essere brillanti e intelligenti. Noi siamo venuti qui oggi perché abbiamo identificato una strada da percorrere, che secondo noi è percorribile e che secondo noi deve essere percorsa. L'applicazione della tecnologia alla disabilità, dal nostro punto di vista, rappresenta l'effettivo strumento di inclusione. Non dobbiamo ghettizzare, ma dobbiamo includere. Questo progetto

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ha questo scopo finale. Noi speriamo che fra tre o quattro anni, diciamo, il respeaking sia entrato in tutte le emittenti radiofoniche o almeno in quelle più importanti e che un incontro di questo tipo non faccia più notizia, non sia più oggetto di curiosità, di interesse, ma sia qualcosa di assolutamente normale.

Luca Frongia

Non voglio togliere spazio alle domande, ma vi invito a riflettere, anche se solo per cinque secondi, sulla possibilità di utilizzare la tecnica del respeaking anche per imparare una lingua. Ci sono altissime percentuali di apprendimento, anche attraverso il sistema, per imparare lingue differenti. Immaginate di essere in un contesto dove voi non capite per niente la lingua. Tipica situazione di noi italiani quando andiamo all'estero. Ci capita spesso. Avere la possibilità di avere un respeaker che vi traduce dall'inglese all'italiano e voi avete un supporto anche scritto che poi potete accantonare lì. Quindi, via web, voi avete la possibilità di avere la traduzione fruibile per voi direttamente sul vostro computer e poi scaricarvelo in podcast o archiviarlo sullo Smartphone, sull'I-Phone. È una cosa, veramente, che ha tantissime applicazioni, il che significa anche tantissime possibilità per giovani di specializzarsi o di dare una mano e ritagliarsi un piccolo ruolo, insomma. Che poi in realtà non è neanche tanto piccolo.

Michele Demontis

Grazie, Luca. Ci sono altre domande, interventi? Prego.

Daniela Noli

Allora, due domande di carattere tecnico. Intanto mi presento. Sono Daniela Noli, Presidente dell'Ente per il Diritto allo Studio Universitario. Volevo sapere: avete parlato di "predisposizione della sala". Ovviamente, dovendo rivolgersi a un contesto di studenti universitari, vorrei capire in che cosa tecnicamente questa predisposizione della sala consiste e, il passaggio successivo, mi sembra di capire che oggi state anche accogliendo le adesioni per questo progetto sperimentale. Quindi, vorrei qualche informazione suppletiva su questo, cioè quali sono le

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caratteristiche delle persone? In termini di tempo, che cosa comporta? Sì, dura sei mesi, ma nell’arco della giornata? Le persone vengono impegnate tutti i giorni? Per quanto tempo? Oppure una volta alla settimana, una volta al mese? E che tipo di dati poi raccogliete, perché è troppo generico il “vogliamo capire come funziona questo strumento”. Però vorrei capire anche come viene impostato il lavoro per poi raccogliere questi dati.

Francesca Marchionne

Io do una risposta a livello tecnico di predisposizione della sala e tutto quello che riguarda il respeaking. Innanzitutto, Carlo non dovrebbe essere qui presente. Oggi è possibile perché ha portato un microfono insonorizzato che si chiama Stenomask, che riesce a percepire solo la sua voce. Anche perché voi state facendo il massimo silenzio, riusciamo ad avere il respeaker in sala. Però, normalmente a un respeaker, come un interprete di simultanea, sta in una cabina insonorizzata, ha delle cuffie, quindi sente solo l'input audio. Ha un computer appositamente per il software in modo che fili tutto liscio e che il riconoscimento sia ottimo. In più, i respeaker si alternano, quindi anche più strumentazione, più computer collegati agli schermi. Noi eravamo un po' preoccupati per questi schermi perché sono laterali, ma vedo che fungono lo stesso. Abbiamo pensato alla luce naturale piuttosto che ai lampadari perché altrimenti c’era il riflesso. Quindi, in questo senso deve essere predisposta la sala. Lo schermo deve essere ben visibile da tutti, da tutta l’audience. Quindi, in una lezione universitaria, presumibilmente… Come un PowerPoint, esatto. Presumibilmente in una lezione universitaria deve stare dietro al docente. In più, ecco, ci serve uno strumento come lo Stenomask, se il respeaker deve stare in sala, oppure un sistema via web che è quello che noi utilizzeremo con la web radio, che permetta a un respeaker di poter essere anche a casa sua e poter fare il servizio in completa solitudine, ricevendo l'input audio e mandando i sottotitoli tramite il software direttamente nell'aula universitaria, in questo caso. Per la sperimentazione in sè e la tempistica, passo la parola a Michele. Forse vuole rispondere Carlo, anche.

Michele Demontis

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Carlo, che è il presidente del Comitato Scientifico.

Carlo Eugeni

Sì. Per la sperimentazione, noi abbiamo un progetto innanzitutto che è già stato testato di non solo comprensione, ma anche ricezione e percezione del contenuto testuale. Comprensione, percezione e ricezione sono, per chi non lo sapesse, tre aspetti diversi nella ricezione di un terzo. Banalmente, uno pensa di aver capito una cosa e invece doveva capirne un'altra. Questo molto grossolanamente. La squadra, ovviamente, si concentrerà volta per volta sulla tipologia di testo e tramite una griglia che poi se vuole le faccio vedere e che però al momento non ho da mostrare a tutti quanti, che però abbiamo sperimentato all'interno del progetto europeo "Digital Tv for All", si riesce a capire quanto effettivamente una persona ha capito della sottotitolazione paragonandola, però, non a quello che è stato effettivamente detto, ma a quello che ha capito la persona udente. Spesso, infatti, l'errore che è stato fatto in questo settore, nel settore della comprensione da parte dei sordi di un testo scritto è stato quello di paragonare l'effettiva comprensione della persona non udente con il significato del testo di partenza e non con la comprensione da parte delle persone udenti. Questo è un aspetto fondamentale perché tutte le persone che ascoltano un testo se sono udenti non per forza capiscono il 100% del testo che viene pronunciato, anzi, spesso la comprensione si aggira attorno al 60%. Quindi se si paragona mettiamo il 50% della comprensione del testo da parte dei sordi al significato del testo così come è stato scritto dall'autore del testo, significa che i sordi capiscono la metà del testo, però questo è un dato falsato; se invece si paragona quel 50% al 60% che hanno capito gli udenti allora si capisce che il sordo non è diverso dall'udente, ci sono delle piccole differenze. Io ho detto 60 e 50, ma erano solo dati sperimentali. Noi abbiamo visto all'interno del progetto europeo "Digital Tv for All", che ha coinvolto numerose università europee e diversi stati, vado a memoria, Italia, Spagna, Danimarca, Regno Unito, Germania e Grecia, abbiamo visto che alcune tipologie di testi i sordi li capivano meglio degli udenti. Quindi probabilmente da questa sperimentazione usciranno fuori dei dati che ci diranno quello che io so da tantissimo tempo, ma che per la maggior parte della gente purtroppo non è così, e cioè che le persone non udenti sono delle persone normali e quindi a seconda della persona non udente, a seconda del grado di istruzione, a seconda del lavoro che fa, a seconda dell'età e a seconda della sua abitudine a ricevere un terzo scritto, la sua comprensione sarà del tutto paragonabile a quella di un udente. Se la media sarà inferiore probabilmente è perché il testo è stato preparato

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appositamente per essere meramente ricevuto tramite l'audio, ma all'interno di una lezione universitaria le informazioni vengono veicolate tramite vari strumenti, non solo la parola. Do la parola a Giuliano Pirelli, facendo il tuo lavoro, però l’ha chiesta a me. Se vuoi te lo rimando.

Giuliano Pirelli

Volevo aggiungere: Carlo ha risposto pienamente alla sua domanda, però c'è una parte che lei non ha chiesto e che certamente verrà fuori. Cioè, oltre a quello che bisogna prevedere nell'aula e per la lezione sottotitolata, immediatamente dopo, il giorno dopo, ci sarà la richiesta dei presenti, o nell’aula universitaria o nel consiglio del comune, di avere la dispensa o di avere la rendicontazione della lezione. Quindi quello che Carlo, il respeaker, ha generato è sicuramente di qualità elevata, ma non è completo al 100%. Quindi se si pensa che questa seconda fase è importante, questa va prevista dall'inizio della sperimentazione. Quindi immaginare in un'aula universitaria due o tre studenti che per stage o per tesi, tesina, qualcosa siano motivati a rivedere i testi, eventualmente con l'accordo del professore, oppure non so chi, una segretaria, un assessore che voglia rivedere il testo dopo un consiglio municipale. Questa è una cosa sempre da tenere presente perché veramente si genera qualcosa di alto valore, anche per le stesse radio web: immaginare di ritrasmettere certe trasmissioni radio dopo un mese, è già importante in sé come voce audio, altrettanto importante è mettere a disposizione via web tutto il testo generato. Quindi se si vuole fare questo, qualcuno deve rivedere questi testi.

Daniela Noli

C'è anche una legge sul copyright. Rispetto a quello, questo sistema che rapporto ha? Che cosa, qual è il problema oggettivo che uno ha?

Giuliano Pirelli

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Beh, senta, io mi riferisco con piacere a una conferenza che ha fatto la Rai circa quindici anni fa. Il titolo era "Scripta volant". Noi diciamo sempre “scripta manent”, invece il sottotitolo è uno scritto che vola, segue la trasmissione televisiva in forma scritta e tuttavia è una parola orale in forma scritta. Sento molti insegnanti che dicono che i ragazzini con i messaggini e con Internet hanno una forma di scrittura che non è lo scritto. È un orale messo attraverso il cellulare. Quindi, per risponderle, non lo so, il problema del copyright. È un campo nuovo. Ma con questo vorrei allacciarmi alla domanda precedente di altri sul valore della sperimentazione, su cosa succederà tra sei mesi. Siamo in un campo completamente nuovo. Stiamo parlando di radio web di cui non si parlava anni fa. Parliamo già di web di cui già quasi non si parlava dieci anni fa. Ieri sera ero con i ragazzi, tutti quanti hanno l'I-pad con cui scaricano le pagine web. Io stesso non lo faccio. È un mondo in un'evoluzione così rapida, dove la Commissione Europea, se finanzia qualcosa, non può sapere esattamente la finalità, ma capisce che si fa in un campo dove qualcosa succederà nei prossimi mesi. Delle prove, delle sperimentazioni, delle innovazioni sono importanti e, voglio dire e chiudo, l'importanza anche di incoraggiare dei giovani. Si parla sempre di giovani che non hanno lavoro, che cercano lavor. Interpreti che possono fare il respeaking, lo farebbero con piacere. Sono cose che nel giro di sei mesi, di un anno... Lo farebbero con piacere se sapessero che c'è un mercato dietro di questo. Io sono convinto che c’è e Carlo ne è convintissimo, ha organizzato dei corsi, dei master e penso sia tutto un campo da esplorare, da portare avanti.

In contemporanea Carlo Eugeni e Daniela Noli

Posso rispondere?

Daniela Noli

Io non volevo fare la disfattista. Assolutamente. Però, in qualità di rappresentante legale di un ente istitutario della regione, devo pormi il problema. La proposizione di questo progetto parte da un'associazione senza personalità giuridica e quindi ha dei risvolti di tipo privatistico, mentre un ente regionale è ovvio che ha una connotazione completamente diversa, una forma

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giuridica diversa. Quindi, siccome il progetto mi piace molto, tra l’altro sono pedagogista quindi ancora di più non posso non pensare a una sensibilità verso delle persone che hanno un modo di vivere che è diverso dal nostro. Non vedo da questo punto di vista handicap ne da una parte ne dall’altra, sono modi diversi di vivere la vita e quindi di concepire anche il nostro vivere quotidiano. Però, siccome mi farebbe piacere poter partecipare a questo progetto sperimentale, ma devo pormi anche dei problemi di carattere più prettamente giuridico. Quindi, la mia domanda era proprio molto semplice, per sapere se questi aspetti fossero già stati presi in considerazione da chi sta organizzando questa iniziativa.

Luca Frongia

La radio web che noi abbiamo paga tutte le licenze SIAE, SCF, eccetera. Quindi, innanzitutto questo chiariamolo. Quello che penso sia importante qua dire è: io vado in radio e faccio un programma e sono felicissimo che questo programma dal 30%, 40%, 42 di ieri, possa essere messo a disposizione di un 50% di utenti in più. Quello che dico è: se io riesco a fare un programma che anche i sordi, anche gli immigrati riescono a percepire, sono felicissimo. Quindi do tutta la mia disponibilità a far sì che questa tecnica venga utilizzata come un nuovo telefonino, come un nuovo sistema, come un Twitter, come qualsiasi cosa che permetta di comunicare di più e con gli altri. Io penso che questo discorso del copyright debba essere affrontato. Penso che nella sperimentazione ci si trovi di fronte a nuove barriere, nuovi limiti ai quali ci viene da rispondere solamente quando siamo lì, ma questo è innovazione, questo è sperimentazione, questo è futuro. Però credo anche che chi si affida a questa tecnica qua è una persona che lo fa in piena consapevolezza, e quindi un professore, quindi uno speaker, quindi un politico, decide se vuole farlo o meno. Chiaramente ci saranno tutti i documenti di carattere legale, perché viviamo nella società che ha bisogno anche di tanti documenti per adempiere a tutte le leggi che vi sono, però penso che alla base di tutto ci sia la volontà. Io credo che se uno dei soggetti che ho detto prima è favorevole, il discorso di copyright poi non ci sia più, perché qui parliamo di contenuti. Non parliamo di una canzone o di qualcos’altro che non è direttamente messo a disposizione da chi lo crea.

Michele Demontis

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Una cosa molto importante proprio per quanto riguarda il copyright. I programmi che verranno trasmessi in modalità sperimentale dalla nostra web radio saranno programmi da noi prodotti. Non utilizzeremo contenuti prodotti da altri o che hanno dei diritti di distribuzione che appartengono ad altri, per cui agiremo nella più totale legalità.

Luca Frongia

Quindici anni fa l’Unione Europea, anzi il Consiglio d’Europa, che è anche più antica come istituzione, più grande, con più soldi, ha creato una campagna molto interessante. Questa campagna si chiama “All different, all equal” e all’interno di questa le nostre iniziative si vogliono muovere. Siamo diversi, normodotati e non. Tra normodotati, tra sordi, come diceva prima Luciana. Tra me e lei c’è anche una differenza di genere. Quello che voglio dire è: percepiamo tutti le cose a nostro modo e questo fa di noi identità meravigliose che ognuno di noi ha, però allo stesso tempo dovremmo avere tutti le stesse opportunità di poter partecipare. Qui noi ci vogliamo muovere. Siamo consapevoli che ciò che è diverso è diverso, noi non lo possiamo cambiare, ma possiamo dare, con gli strumenti che oggi abbiamo in nostro possesso, la possibilità di rendere le persone un pochino più uguali di prima. Questo penso che sia la leva che debba farci muovere e la leva che ci debba anche fare sperimentare tutte le difficoltà e superarle.

Carlo Eugeni

Scusate. Mi trovo in questa operazione multitasking che è per me molto difficile, anche perché, com’è notorio, gli uomini non sanno fare due cose allo stesso tempo. Io sto provando con tutto me stesso, con tutta la mia formazione a sfondare questa ulteriore barriera, che non è quella del genere, chiaramente, perché sono e voglio rimanere uomo, però dal punto di vista… Oddio mi sto imbarcando in un discorso un po’… Volevo semplicemente e banalmente rispondere alla sua domanda e mi sono ritrovato a fare una specie di cabaret. Allora, per quanto riguarda la produzione di testo, il copyright non c’è. Nel senso che se lei parla di copyright della persona che produce il testo, quindi del

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respeaker in questo senso, il copyright non c'è se l'uso del testo ha un fine... Non ha un fine... Allora, ricomincio.

Daniela Noli

Non ha un fine commerciale.

Carlo Eugeni

Se il testo non ha un fine commerciale, come per esempio, appunto, l'e-learning all'interno dell'università, allora il copyright non si pone, non si applica. Si applica laddove è prevista la commercializzazione di un prodotto che ha appunto i sottotitoli. Penso per esempio ai DVD con i sottotitoli. L'azienda che produce quei DVD ha il copyright su ogni copia di DVD venduta. Se io invece le faccio un sottotitolo che paga in quanto ente universitario, io le faccio un preventivo che comprende tutto: la preparazione del sottotitolo, la produzione del sottotitolo e l'eventuale uso futuro del sottotitolo. È, diciamo così, un non detto, perché non compare da nessuna parte nella fattura, che però è, diciamo così, dal punto di vista legale, corretto. Non si possono richiedere dei soldi per qualcosa che non produce soldi, ma che produce, appunto, cultura, accesso e qualsiasi altra cosa. Per quanto riguarda il contrario, ovviamente, io respeaker non posso diffondere un testo che è stato solo da me sottotitolato se non ho l'autorizzazione di chi mi fa il testo. Quindi per esempio se... Scusi? Se il professore non vuole che la sua lezione venga diffusa, i sottotitoli possono servire soltanto come dispensa. Lui non ha, diciamo così, il copyright sulla dispensa, però ha il copyright sulla sua voce e sulla sua presenza all'interno del contesto aula. È chiaro che se un ente universitario si muovesse in direzione di: "diffondiamo l'informazione universitaria a un pubblico vasto, che peraltro rientra nella pubblicità delle lezioni universitarie che, come è notorio, sono gratuite, o meglio, sono accessibili a tutti, sono pubbliche. Questo volevo dire. Sì, c'è molta differenza, però questo volevo dire. Allora, siamo in un contesto in cui è ovvio, cioè mi pare buon senso che l'ente tramite il rettore, tramite il co-rettore, adesso non so chi si occupa dell'ufficio disabilità nella sua università... Finisco subito! Dica ai professori: "oh, senti, devi dare il tuo consenso a rendere accessibili i sottotitoli delle tue lezioni. Scusatemi.

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Michele Demontis

Grazie, Carlo. Ci sono altre domande? Bene, se non ci sono e se nessuno dei relatori vuole aggiungere qualcosa, direi che, insomma, possiamo salutarci qui. Vi ringraziamo per essere stati qui presenti oggi e ringraziamo innanzitutto l'Ente Nazionale Sordi e poi tutti voi che ci avete accorato il piacere della vostra compagnia qui. Questo è solamente un primo incontro, ci rivedremo, credo, a breve per fare un po' il punto della situazione di questo work-in-progress e verificare l'effettivo andamento della sperimentazione. Restiamo a disposizione di chiunque fosse interessato a essere coinvolto a vario titolo nella realizzazione di questo progetto pilota. Grazie a tutti e a presto. Qualcuno ci aiuta per la radio?

Luca Frongia

Ecco perché la tecnologia ne ha create di nuove.

- Fine conferenza ore 12:15