Medicine is a science of uncertainty and an art of ... · • Rischio (assoluto) = incidenza...
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La medicina è scienza o arte ?
“ Medicine is a science of uncertainty and an art of probability”
William Osler(considerato il “padre della medicina moderna”)
La Repubblica , 23/12/2015
OBIETTIVI DELL ’EPIDEMIOLOGIA
1. Descriverelo stato di salute di popolazioni o gruppi = studi descrittivi
2. Analizzare le cause delle malattie ed i fattori che influenzano la loro insorgenza in una popolazione =studi analitici e sperimentali
3. Valutare l’impatto di interventi di prevenzione e fornire un supporto razionale alla gestione dei servizi sanitari (health policy) =studi valutativi
Le variabili piLe variabili pi ùù comunemente studiate comunemente studiate in epidemiologiain epidemiologia
Individuo: •età•sesso (genere)•etnia (razza)•Stato civile, istruzione, professione, ecc.
Ambiente: •luogo •tempo•comunità, vicini•parametri ambientali
Le misure in epidemiologiaLe misure in epidemiologia
• Frequenza di un fenomeno morboso o di una condizione di interesse nella popolazione
• Associazione tra un fenomeno morboso e uno o più fattori di rischio/protettivi o di fenomeni morbosi o di fattori di rischio/protettivi tra di loro
• Impatto di uno o più fattori di rischio o protettivi nella popolazione
PrevalenzaPrevalenza
La prevalenza misura il numero totale dei casi di una specifica malattia presenti in un determinato momento in una popolazione
Prevalenza (to) = N
P* K
Ove : t0 = momento in cui i casi sono stati osservati
N = numero totale dei casi osservati in t0
P = entità della popolazione in t0K = costante
Misure di incidenzaMisure di incidenza
• Incidenza cumulativa (rischio) = numero complessivo dei nuovi casi di malattia che si verificano in un determinato
intervallo di tempo in soggetti a rischio. Essa è una misura del rischio di contrarre la malattia, che per le malattie
croniche aumenta con l’aumentare del tempo di osservazione.
• Tasso di incidenza = numero dei nuovi casi di malattia che si verificano nell’unità di tempo, in soggetti a rischio. Essa è
una misura della frequenza della malattia nel periodo e non aumenta all’aumentare della durata dell’osservazione se il
fenomeno è costante nel tempo.
R (t1 - t0) =N
P* K
Ove : t1 - t0 = Intervallo di tempo in cui i casi sono stati osservati
N = Numero di casi di malattia compresi nell’intervallo t 1 - t0
P = Popolazione a rischio al tempo t0
K = Costante
Incidenza cumulativa (rischio)Incidenza cumulativa (rischio)
Esempi di calcolo di prevalenza e incidenza Esempi di calcolo di prevalenza e incidenza cumulativacumulativa
Prevalenza dei soggetti con infezione da virus dell’epatite C
nell’ASL di Brescia al 31/12/05:
Prevalenza = 20.000 / 1.000.000 = 2%
Rischio (incidenza cumulativa) di contrarre un’infezione da
HIV a seguito di puntura con ago infetto su 10.000 operatori
sottoposti a sorveglianza:
Rischio = 50 / 10.000 = 0,5%
INumero di casi osservati in un intervallo di tempoPopolazione in cui i casi sono stati osservati
K
P
N(t)
Costante (di solito multiplo di 10)
Dove:
Tasso di incidenza
Calcolo del tasso di incidenza su popolazione
N(t)
I = * KP* T
T Tempo di osservazione
Calcolo e interpretazione del tasso in Calcolo e interpretazione del tasso in una popolazione: esempiouna popolazione: esempio
Si sono riscontrati 300 casi di tumore polmonare in 3 anni in una popolazione di 200.000 abitanti in 3 anni; il tasso di incidenza è:
I = 300 / (200.000 *3) = 50 / 100.000 anni-persona
• In questo esempio, il denominatore del tasso è costituito da un numero di individui osservati per un certo tempo, che si suppone uguale per tutti, e si esprime in tempo-persona (person-time: anni-persona, mesi-persona, giorni-persona).
• Il tasso esprime la frequenza della malattia nell’unità di tempo: è di fatto una media aritmetica della frequenza della malattia nel periodo di osservazione. Nell’esempio: si sono osservati in media 50 casi ogni 100.000 persone per anno nel periodo di osservazione.
Calcolo del tasso di incidenza su dati individuali
N(t)
I = * K∑ T i
Dove: ∑ Ti = somma dei tempi di osservazione (periodi a rischio di sviluppare la condizione in studio) per ciascun individuo
1. Tassi grezzi1. Tassi grezzi
quando esprime la misura di tutti gli eventi verificatisi, in un certo periodo di tempo, nell’intera popolazione
Tasso grezzoTasso grezzo
N. tot. dei mortiTM grezzo= popolazione
K*
Es. evento morteEs. evento morte
Letalità = N° morti di una determinata malattiaN° casi di quella malattia
Mortalità =N° totale morti
Popolazione * K
MortalitMortalit àà e letalite letalitàà
Il tasso di letalitàper Aids in Italia è sensibilmente diminuito negli ultimi anni dopo aver raggiunto nella seconda metà degli anni ’80 livelli superiori al 90 %, attestandosi al 9% nel 2008.
3. Misure proporzionali3. Misure proporzionali
Consentono di calcolare la frazione del totale degli eventi
ascrivibile ad un carattere particolare (es. mortalità
proporzionale riferita ad una specifica malattia
rapportata ai decessi totali).
Possono essere molto utili per valutare il peso relativo di
una specifica malattia nell’ambito del tipo di patologia di
sua appartenenza (es. morti per tumore polmonare vs
morti per tutti i tipi di tumori).
Es. di misure proporzionali in Es. di misure proporzionali in epidemiologiaepidemiologia
MortalitMortalit ààproporzionale per proporzionale per una malattiauna malattia
NN°°. soggetti morti x una malattia. soggetti morti x una malattia
Totale delle mortiTotale delle morti* 100100
LE PRINCIPALI CAUSE DI MORTE NEGLI USA NEL 1900 E 2010
PRINCIPALI FONTI DEI DATI STATISTICO -EPIDEMIOLOGICI
Dati demografici (Censimento, dati anagrafici)Scheda di morteNotifica delle malattie infettiveScheda di dimissione ospedaliera (SDO)Esenzioni ticket sanitario per patologiaPrescrizioni farmaceuticheFlussi sanitari ministeriali (denunce INAIL di mal.
o infortuni professionale, ecc.)Registri di patologia (Registri Tumori, della
malattia Celiaca, Diabetici, ecc.)Studi epidemiologici e banche dati ad hoc
SCHEDA DI DIMISSIONE OSPEDALIERA (SDO)
Dati anagrafici del pazienteInformazioni sulla degenza
Giorni di ricoveroProcedure diagnostiche ed interventi terapeuticiTrasferimenti di reparto
Diagnosi di dimissione
Notevole importanza amministrativa dopo l’introduzione del D.lgs 502/92, del pagamento per prestazione (DRG)
Il flusso informativo delle SDO è regolato dal D.M. 26 luglio 1993
18/10/2012 Corriere della Sera
Esenzioni Farmaci File F SDO Specialistica ambulatoriale
Broncopneumopatie X X X
Cardiovasculopatie X X X
Diabete X X X
Dislipidemie X X X
Epato-enteropatie X X
E/G/Duodenopatie X X
HIV/AIDS X X X
Insufficienza renale X X X
Malattie autoimmuni X X
Malattie endocrine X X X
Neoplasie X X X X
Neuropatie X X X
Trapianti X X
La Banca Dati Assistito (BDA) dell’ASL di Brescia: patologie individuate e fonti disponibili
Numero di persone prese in
carico
prevalenza (x 1.000)
Cardiovasculopatie 184.679 169,1 Diabete 40.028 36,6 E/G/Duodenopatie 37.485 34,3 Dislipidemie 31.674 29,0 Neoplasie 31.451 28,8 Neuropatie 28.177 25,8 Broncopneumopatie 27.873 25,5 Malattie endocrine 17.708 16,2 Epato-enteropatie 10.076 9,2 Malattie autoimmuni 3.868 3,5 Insufficienza renale 3.229 3,0 HIV/AIDS 3.103 2,8 Trapianti 555 0,51
totale patologie 419.906
totale persone con patologia cronica 275.601 252,3 senza patologia cronica 816.600 747,7
di cui nessun contatto 210.697 192,9 totale assistiti 1.092.201 1.000,0
BDA 2004 dell’ASL di Brescia:prevalenza delle singole patologie
Tabella 31- Stime in base alle prevalenze riportate nel Atlante
Italiano del diabete e i dati estratti dalla BDA per la popolazione dell’ASL di Brescia (presente in BDA)
Stime in base alla prevalenza nel Nord
Ovest dati BDA Tabella-
31
popolazione BDA 35-
74 anni diabetici %
diabetici diabetici % diabetici
Tutti 567.200 31.248 6% 28.008 5%maschi 285.325 19.973 7% 16.675 6%femmine 281.875 11.275 4% 11.333 4%
REGISTRI DI PATOLOGIA
Sistemi centralizzati in grado di registrare i dati riguardanti una determinata patologia
Importante per il calcolo dell’incidenza delle malattie
Sono disponibili diversi tipi di registri:Registro tumoriRegistro nazionale AIDSRegistro nazionale della malattia di Creutzfeldt-JackobRegistro nazionale delle malattie rareSistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta
(SEIEVA)
LE MISURE DI ASSOCIAZIONE IN MEDICINA
• Rapporto tra rischi = Rischio Relativo (RR)
• Rapporto tra tassidi incidenza, mortalità,
sopravvivenza, ospedalizzazione, ecc. = Rischio Relativo (RR)
• Rapporto tra casi osservati e attesi= SMR
(rapporto standardizzato di mortalità,
o morbosità = rischio relativo)
• Rapporto degli odds(= rischio relativo) = Odds Ratio (OR)
RISCHIO ASSOLUTO E RISCHIO RELATIVO: DEFINIZIONI
• Rischio (assoluto)= incidenza cumulativa = esprime la probabilità di sviluppare la malattia in un determinato arco di tempo. Es.: un individuo ha un rischio del 20% di sviluppare un evento cardiovascolare ischemico in 10 anni (“rischio coronarico”) in relazione alla sua età, sesso, abitudini fumatorie, pressione arteriosa, presenza di diabete mellito e livello di colesterolemia totale.
• Rischio relativo = esprime il rischio di sviluppare una malattia in presenza di un determinato fattore di rischio (o protettivo) rispetto alla sua assenza. I soggetti che hanno un determinato fattore si dicono esposti, e quelli che non lo presentano si dicono non esposti.Es.: un individuo con il diabete mellito ha un rischio di sviluppare un evento coronarico circa 2 volte maggiore rispetto a quello di un soggetto senza diabete, a parità di tutti gli altri fattori.
RISCHIO ASSOLUTO E RISCHIO RELATIVO: MODALITA ’ DI CALCOLO
Rischio (assoluto) ( R):N° di eventi in un determinato intervallo di tempo / popolazione a rischio all’inizio del periodo di osservazione. Es.: su 10 bambini suscettibili che vengono a contatto con un bambino affetto da morbillo, 9 sviluppano la malattia entro 2 settimane.Rischio di contrarre il morbillo tra contatti non immuni: 9/10 = 90%.
Rischio relativo (RR):Rischio o tasso di incidenza negli esposti / Rischio o tasso di incidenza nei non esposti. Es.: il rischio di eventi coronarici a 10 anni è del 20% tra soggetti maschi di 50+ anni con diabete mellito e del 10% tra soggetti della stessa età e sesso, non diabetici, confrontabili con i diabetici per tutti gli altri fattori di rischio. RR = R 1 / R0 = 20% / 10% = 2.
Ammalati(M+)
Non ammalati(M-)
Totale
Esposti (Exp+) a b a+b
Non esposti (Exp-) c d c+d
RR=Incidenza cumulativa negli esposti: a/(a+b)
Incidenza cumulativa nei non esposti: c/(c+d)
CALCOLO DEL RISCHIO RELATIVO (RR) - 1
Ammalati(M+)
Non ammalati(M-)
Totale
Esposti (Exp+) a b a+b
Non esposti (Exp-) c d c+d
RR=Tasso di incidenza negli esposti: a/(anni-persona)
Tasso di incidenza nei non esposti: c/(anni-persona)
CALCOLO DEL RISCHIO RELATIVO (RR) - 2
CALCOLO DELl’ODDS RATIO (OR)
Ammalati(Casi)
Non ammalati(Controlli)
Totale
Esposti (Exp+) a b a+b
Non esposti (Exp-) c d c+d
OR=a / b
c / d
Anche l’OR è una misura della forza dell’associazione e l’interpretazione è la stessa del RR (a certe condizioni)
a*d
b*c=
RISCHIO RELATIVO (RR) = misura della forza dell’associazione tra fattore di rischio e malattia
RR=Rischio/incidenza negli esposti
Rischio/incidenza nei non esposti
RR = 1il fattore non influenza l’insorgenza della malattia
RR > 1
il fattore aumenta il rischio di insorgenza della malattiaRR < 1
il fattore protegge dal rischio di insorgenza della malattia
La differenza tra il rischio relativo e 1 esprime l’eccesso di rischio dovuto all’esposizione, in genere espresso in percentuale (= aumento o riduzione percentuale dei casi per l’esposizione).
• RR = 1= 1-1 = 0 non vi è differenza di rischio di malattia tra esposti e non esposti
• RR = 2 : gli esposti hanno un rischio doppio di malattia• RR = 1,25= 1,25-1 = 1 = +25% : gli esposti hanno un rischio di malattia aumentato del 25%
• RR= 0.25= 1 / 4: gli esposti hanno un rischio 4 volte minore)• RR= 0,75= 0,75-1 = - 0,25= - 25% : gli esposti hanno un rischio ridotto del 25% di malattia (l’esposizione è protettiva)
RISCHIO RELATIVO: INTERPRETAZIONE
LIMITI DI CONFIDENZA (CI)
Sia il RR che l’OR devono essere indicati con i relativi limiti di confidenza, generalmente al 95%, che danno un’idea della possibile oscillazione del valore
L’IC mostra la precisione della stima
Un’associazione si considera significativa quando il limite di confidenza inferiore del RR o dell’OR è superiore a 1
RR (A) = 5 (IC: 0-7); RR (B) = 4 (IC: 3-6); RR (C) = 0.5 (IC: 0-5)
012345678
BA
C
LE MISURE DI IMPATTO IN MEDICINA
• Rischio attribuibile negli esposti
• Rischio attribuibile di popolazione
• Proporzione attribuibile negli esposti
• Proporzione attribuibile nella popolazione
• Anni di vita perduta (potentially years of life lost = PYLL)
• Anni di vita perduta, aggiustati per la qualità(quality-adjusted life years = QUALY)
IL RISCHIO ATTRIBUIBILE COME MISURA ASSOLUTA
• Rischio attribuibile negli esposti:n° casi verificatisi negli esposti a un certo fattore di rischio e dovuto al fattore
• Rischio attribuibile nella popolazione:n° casi verificatisi nella popolazione dovuti a un certo fattore di rischio presente in una parte della popolazione
IL RISCHIO ATTRIBUIBILE COME MISURA RELATIVA: PROPORZIONE ATTRIBUIBILE
• Proporzione attribuibile (rischio attribuibile %) negli esposti:proporzione di casi dovuti a un certo fattore di rischio sul totale dei casi verificatisi negli esposti
• Proporzione attribuibile (rischio attribuibile %) nella popolazione:proporzione di casi dovuti a un certo fattore di rischio, presente in una parte della popolazione, sul totale dei casi verificatisi nella popolazione
GLI EFFETTI DEL FUMO DI TABACCO SULLA SALUTE: LO STUDIO DEI MEDICI INGLESI (Doll e Peto, 1976)
Nel 1951 sono stati arruolati 59.600 medici inglesi che hanno inviato un questionario sulle abitudini fumatorie (risposta: 69%). I questionari sono stati ri-somministrati nel 1966 e 1972. Gli eventi considerati erano: il decesso e la causa di morte.
Mortalità annuale
x 100.000
RR RAx 100.000
Non Fumatori Fumatori
Tumore del polmone 10 140 14.0 130
Malattie cardiovascolari 413 669 1.6 256
Il RR, e quindi la forza dell’associazione, è molto più elevato per il tumore polmonare, ma poichél’incidenza della CHD è più alta, il RA è maggiore per quest’ultima.
In pratica, anche se per il fumatore è più alto il rischio di sviluppare un K polmonare, un intervento di prevenzione dell’abitudine al fumo di sigaretta previene molti più casi di CHD che di K polmonare.
Il rischio di cancro del polmone nei nonfumatori è 1 su 100 nel corso della vita, nei forti fumatoriè di 25 su 100 (RR=25)
In chi consuma piùdi 50 g al giorno di carnerossa lavorata il rischio di cancro del colon passada circa 5 casi per 100 individui nel corso della vitaa 6 per 100 (RR=1,2)
3. Tassi standardizzati3. Tassi standardizzati
Sono influenzati dalle caratteristiche della popolazione cui si riferiscono (distribuzione per età, sesso, classe sociale, razza, ecc…)
Tassi grezziTassi grezzi
Queste caratteristiche sono diversamente Queste caratteristiche sono diversamente rappresentate nelle differenti popolazioni, cosrappresentate nelle differenti popolazioni, cosììcome sono soggette a variare nel tempo, allcome sono soggette a variare nel tempo, all’’ interno interno della medesima popolazione.della medesima popolazione.
Aging is the greatest risk factor for the leading causes of death in developed nations. Risk of death from Alzheimer’s Disease,
diabetes, heart disease, and cancer increase dramatically with age. Graphs represent data taken from the United States Center for
Disease Control database for deaths in 2010.
Tassi standardizzatiTassi standardizzati
1.1. standardizzazione direttastandardizzazione diretta
2.2. standardizzazione indirettastandardizzazione indiretta
I tassi standardizzati sono medie pesate dei tassi specifici per la categoria su cui si effettua la standardizzazione (in genere l’età)
100
120
140
160
180
200
220
240
1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 1998
Anno
Tas
si p
er 1
00.0
00
Tasso grezzo
Tassostandardizzato
Box 4.13. Mortalità per tumori in Italia nelle donne nel periodo 1955-98.Tassi grezzi e standardizzati per età sulla popolazione del 1971.
Rapporti tra tassi standardizzatiRapporti tra tassi standardizzati
�� Calcolo del rapporto tra due tassi standardizzati con metodo Calcolo del rapporto tra due tassi standardizzati con metodo diretto (RR = Rate ratio = rapporto dei tassi)diretto (RR = Rate ratio = rapporto dei tassi)
RAPPORTO DEI TASSI (RR) =RAPPORTO DEI TASSI (RR) =Tasso St. pop ATasso St. pop A
* 100* 100
Tasso St. pop. BTasso St. pop. B
La popolazione B ha una mortalità doppia rispetto a quella della popolazione ARRB/A = 15/7,5 = 2
Il rapporto tra due tassi standardizzati è equiparabile a un rischio relativo
RAPPORTO STANDARDIZZATO DI MORTALITA ’ ( STANDARDIZED MORTALITY RATIO ,SMR)
SMR = N° di morti osservati
N° di morti attesi
Se il rapporto è inferiore a 1 significa che il numero degli osservati èinferiore agli attesi, se superiore ad 1 che il numero di osservati èmaggiore degli attesi
La popolazione A ha una mortalità per quella determinata malattia del 21% inferiore alle atteseSMRA = 0,79
La popolazione B ha una mortalità per quella determinata malattia del 34% superiore alle attese
SMRB = 1,34
Il rapporto tra osservati e attesi (SMR) è equiparabile a un rischio relativo
Rapporto Standardizzato di MortalitRapporto Standardizzato di Mortalit àà(SMR): interpretazione(SMR): interpretazione
Pop. Studiata ha una mortalitPop. Studiata ha una mortalitàà maggioremaggioredella Pop. Standarddella Pop. Standard
Pop. Studiata ha una mortalitPop. Studiata ha una mortalitàà ugualeugualealla Pop. Standardalla Pop. Standard
Pop. Studiata ha una mortalitPop. Studiata ha una mortalitàà inferioreinferioredella Pop. Standarddella Pop. Standard
SMR > 1SMR > 1
SMR = 1SMR = 1
SMR < 1SMR < 1
ASL Tasso grezzo(per 10.000)
Tasso standardizzato
(per 10.000)
SMR
01 – BERGAMO 34,6 40,1 1,1
02 – BRESCIA 36,3 39,6 1,1
03 – COMO 33,9 35,0 1,0
04 – CREMONA 44,9 41,0 1,1
05 – LECCO 35,6 37,7 1,0
06 – LODI 42,7 42,5 1,2
07 – MANTOVA 38,4 32,1 0,9
08 – MILANO CITTA’ 40,8 34,1 0,9
09 – MILANO 1 32,6 37,5 1,0
10 – MILANO 2 31,5 39,4 1,1
11 – MILANO 3 32,2 35,3 1,0
12 – PAVIA 46,2 37,5 1,0
13 – SONDRIO 38,5 40,7 1,1
14 – VARESE 33,9 34,1 0,9
15 – VALLECAMONICA-SEBINO 44,7 51,6 1,4
REGIONE LOMBARDIA 36,5 37,0 1
Mortalità per tumori nei maschi nelle ASL della Lombardia nel 1997. Confronto tra tassi grezzi, tassi standardizzati per età sulla popolazione della Lombardia e rapporti di mortalità standardizzati (rapporto tra morti osservati e attesi, SMR).
CLASSIFICAZIONE DEGLI STUDI EPIDEMIOLOGICI
STUDI OSSERVAZIONALI
STUDISPERIMENTALI
DESCRITTIVI
TRASVERSALI
CASO-CONTROLLO
A COORTE
SPERIMENTAZIONI CLINICHE
SPERIMENTAZIONI SU COMUNITA’
SPERIMENTAZIONI SUL CAMPO
TIPI DI STUDI EPIDEMIOLOGICI IN RELAZIONE ALLA CRONOLOGIA DELL’OSSERVAZIONE
Inizio dello studio
1Inizio
esposizione
2
Inizio esposizione
Inizio malattia
Inizio malattia
3
Inizio esposizione
Inizio malattia
1 e 2 = studi prospettici
3 = studi retrospettivi
4 = studi trasversali4
STUDI DESCRITTIVI
Uno studio descrittivo si propone di descrivere un fenomeno morboso nella popolazione, e quindi le caratteristiche delle persone colpite da una certa malattia, in rapporto al luogo ed al tempo in cui si è verificata.
I tre aspetti fondamentali degli studi descrittivi sono:– luogo (dovesi manifesta una determinata malattia)
– tempo (quandosi manifesta)
– persone: residenza, età, sesso, razza o etnia, scolarità, occupazione, livello socio-economico, ed altro) (chi si èammalato)
GLI STUDI EPIDEMIOLOGICI DESCRITTIVI: UN ESEMPIO
La distribuzione spaziale della mortalitLa distribuzione spaziale della mortalitàà tumorale tumorale in Lombardia in Lombardia -- MaschiMaschi
Quintili stimatore KernelQuintili stimatore Kernel
La distribuzione spaziale della mortalitLa distribuzione spaziale della mortalitàà tumorale tumorale in Lombardia in Lombardia -- FemmineFemmine
Quintili stimatore KernelQuintili stimatore Kernel
Incidenza del carcinoma colo-rettale - Maschi
Incidenza del carcinoma colo-rettale - Femmine
Consumo di carne rossa (in Kg pro capite 2011)
Mortalità per tumori per etnia negli USA, 2003-07
Il rischio di cancro nei migranti: lo studio sui
Giapponesi nelle Hawaii(Kolonel, 2004)
Poliomielite: morbositPoliomielite: morbositàà in Italia dal 1925 al 2000in Italia dal 1925 al 2000
Cas
i not
i fic
ati x
100
000
ab i
tant
i
Inizio OPV: 1964
Obbligo OPV: 1966
Inizio IPV: 1958
Andamento temporale della mortalità per tumore negli USA 1930-2007, standardizzati per età - Maschi
Andamento temporale della mortalità per tumore negli USA 1930-2007, standardizzati per età - Femmine
Andamento temporale dell’incidenza del cancro del colon in Inghilterra e Giappone in uomini di 55-60 anni. 1964-95
Sopravvivenza in relazione al livello di inquinamento atmosferico nello studio di sei città negli USA
Effetto età, coorte di nascita e periodo di calendario negli studi di andamento temporale
L’andamento temporale di un fenomeno morboso in periodo più o meno lungo (anni, decadi) può essere dovuto a diversi effetti:
- effettoperiodo di calendario: per la variazione nel tempo di fattori che aumentano o diminuiscono il rischio di malattia (eventi acuti: guerre, catastrofi naturali, eventi tipo Hiroshima, Chernobil, Bhopal, ecc.; eventi cronici:)
- effetto coorte di nascita: per il cambiamento nelle abitudini di vita di soggetti che sono nati nello stesso periodo e hanno acquisito simili abitudini di vita (fumo di tabacco, alimentazione, ecc.)
- effetto età: per il cambiamento della struttura per età della popolazione, ad esempio un aumento di incidenza di una malattia cronica per l’invecchiamento della popolazione.
OBIETTIVI DEGLI STUDI EPIDEMIOLOGICI
STUDI SPERIMENTALI
Valutare gli effetti di un nuovo trattamento su di un gruppo di soggetti o in una comunità
STUDI ANALITICI (studi eziologici)
Analizzare associazioni tra fattori di rischio (determinanti) o fattori protettivi e la patologia in studio
STUDI DESCRITTIVI
Descrivere un fenomeno morboso o una condizione di interesse in una comunità
TIPI DI STUDI EPIDEMIOLOGICI IN RELAZIONE ALLA CRONOLOGIA DELL’OSSERVAZIONE
Inizio dello studio
1Inizio
esposizione
2
Inizio esposizione
Inizio malattia
Inizio malattia
3
Inizio esposizione
Inizio malattia
1 e 2 = studi prospettici
3 = studi retrospettivi
4 = studi trasversali4
DISEGNO DI UNO STUDIO TRASVERSALE (CROSS-SECTIONAL)
TEMPO
DIREZIONE DELL’INDAGINE
Popolazione
Malate
Non malate
Persone con una determinata esposizione
Persone senza una determinata
esposizione
Malate
Non malate
Gli studi trasversali ripetuti nel tempo con le medesime modalità: la valutazione dei
cambiamenti temporali di un evento sanitario
Prevalenza dei fumatori on Italia secondo le indagini DOXA condotte tra il 1957 e il 2008
MISURE DI ASSOCIAZIONENEGLI STUDI DI PREVALENZA
Si ottengono misurando esposizione e malattia in tutti i soggetti esaminati. I soggetti con la malattia costituiscono casi prevalentie i soggetti non malati costituiscono i controlli. Si possono calcolare:
• Odds ratio di prevalenza: si calcola confrontando l’odds di esposizione nei casi (malati) e nei controlli (non malati);rappresenta una stima dell’odds ratio di incidenza, e quindi del rischio relativo, sotto la condizione di rarità della malattia nella popolazione.
• Rapporto tra prevalenze: rapporto di prevalenza della malattia in esposti e non esposti; rappresenta una stima del rischio relativo solo se la durata della malattia è uguale in esposti e non esposti.
GLI STUDI SPERIMENTALI
Igiene, Epidemiologia e SanitIgiene, Epidemiologia e Sanitàà PubblicaPubblicaDip. Medicina Sperimentale ed ApplicataDip. Medicina Sperimentale ed ApplicataUniversitUniversitàà degli Studi di Bresciadegli Studi di Brescia
PROGETTO
DI UN RCT
popolazione in studio
selezione concriteri definiti
potenziali partecipanti
non partecipanti
partecipanti
invito
randomizzazione
non partecipanti
trattamento controllo
COMITATO COMITATO ETICOETICO
CARATTERISTICHE DEI TRIAL RANDOMIZZATI
CONTROLLATI (RCT)
• intervento dei ricercatori: controllo delle condizioni sperimentali (in particolare dell’esposizione)
• braccio di controllo: per confrontare gli esposti (trattati) con un gruppo di non esposti (non trattati)
• randomizzazione: garantisce la confrontabilità tra i due gruppi perché li rende simili tra loro quanto a composizione dei fattori noti e non noti: si minimizza così il possibile confondimento
• disegno prospettico: intervallo temporale tra trattamento e outcome
• cieco/doppio cieco: assenza di interferenze dovute alla consapevolezza del trattamento somministrato o ricevuto
DISEGNO DI UNO STUDIO DI COORTE
TEMPO
DIREZIONE DELL’INDAGINE
PopolazionePersonesenza lamalattia
Esposte
Nonesposte
Malattia
Senza malattia
Malattia
Senza malattia
TIPI DI STUDI EPIDEMIOLOGICI IN RELAZIONE ALLA CRONOLOGIA DELL’OSSERVAZIONE
Inizio dello studio
1Inizio
esposizione
2
Inizio esposizione
Inizio malattia
Inizio malattia
3
Inizio esposizione
Inizio malattia 1 e 2 = studi prospettici
3 = studi retrospettivi
4 = studi trasversali4
UN ESEMPIO DI STUDIO DI COORTE:LO STUDIO DI TAIWAN SULL’ASSOCIAZIONE TRA
INFEZIONE HBV CRONICA E HCC (Beasley et al., 1988)
22707 soggetti
3454 HBsAg+ 19253 HBsAg-
3302 non HCC 19244 non HCC152 HCC 9 HCC
152 / 3 454 = 44/ 1 000
Rischio relativo (RR) = ---------------------------- ----------- = 93,6
9 / 19 253 = 0,47 / 1 000
8,9 anni
UN ESEMPIO DI STUDIO DI COORTELO STUDIO DI TAIWAN SULL’ASSOCIAZIONE TRA
INFEZIONE HBV CRONICA E HCC (Beasley et al., 1988)
22707 soggetti
3454 HBsAg+ 19253 HBsAg-
3302 non HCC 19244 non HCC152 HCC 9 HCC
152 / (30 738 a.p.) = 494,5/ 100 000
Rischio relativo (RR) = ---------------------------- ---------------------- = 98,4
9 / (169 811 a.p.) = 5,3 / 100 000
8,9 anni
DISEGNO DI UNO STUDIO CASO-CONTROLLO
TEMPO
DIREZIONE DELL’INDAGINE
Popolazione
Casipersone con malattia
Controlli( persone senza
malattia)
esposti
Non esposti
esposti
Non esposti
TIPI DI STUDI EPIDEMIOLOGICI IN RELAZIONE ALLA
CRONOLOGIA DELL’OSSERVAZIONE
Inizio dello studio
1Inizio
esposizione
2
Inizio esposizione
Inizio malattia
Inizio malattia
3
Inizio esposizione
Inizio malattia 1e 2 = studi prospettici
3 = studi retrospettivi4
STUDI CASO-CONTROLLO:
COMPUTO DELL’ODDS RATIO (OR)
M + M -
Esp + a b a + b
Esp - c d c + d
a + c b + d N
Odds(esposizione) tra i casi [ a/(a+c) ] / [ 1 - a / (a+c) ]
OR = ------------------------------------------- = -------------------------------------- =
Odds(esposizione) tra i controlli [ b/(b+d) ] / [ 1 - b/(b+d]
[a/(a+c)] / [(a+c– a) / (a+c)] [a/(a+c)] / [c/(a+c)] a / c a * dOR = -------------------------------------- = -------------------------- = -------- = --------
[b/(b+d)] / [(b+d – b)/(b+d] [b/(b+d)] / [d)/(b+d] b / d b * c
Odds = Prob. / (1-Prob)
casi controlli
fumatori 1350 1296 2646
nonfumatori
7 61 68
1357 1357 2714
OR=(1350 x 61)/(1296 x 7) = 9.1
RAE% = [(9.1-1)/9.1] x 100 = 89%
IL PRIMO STUDIO CASO-CONTROLLO SUL FUMO E TUMORE AL POLMONE (Doll e Hill, 1952)
Numero di sigarette fumate al giorno0 <5 5-14 15-24 25-49 50+
casi 7 55 489 475 293 38controlli 61 129 570 431 154 12OR 1 3.7 7.5 9.6 16.6 27.6
( a x d ) / ( b x c )
[(RR - 1) / RR] x 100
CRITERI DI VALIDITA ’ DI UNO STUDIO EPIDEMIOLOGICO
VALIDITA ’INTERNA ASSENZA DI DISTORSIONI (BIAS)
VALIDITA ’ESTERNA
GENERALIZZABILITA’ DELLO STUDIO
N.B.: Gli errori casuali influenzano la precisione della stima, nonla validità dello studio.
STRATEGIE NEL DISEGNO DEGLI STUDI EPIDEMIOLOGICI
AUMENTARE LA PRECISIONEDELLE STIME PER
RIDURRE L’ERRORE CASUALE:
• Aumentando la dimensione o la durata dello studio
• Aumentando l’efficienza (quantità di informazione per unità di osservazione)
STRATEGIE NEL DISEGNO DEGLI STUDI EPIDEMIOLOGICI
AUMENTARE LA VALIDITA ’ DELLO STUDIO PER RIDURRE L’ERRORE SISTEMATICO:
Validità interna, mediante: SELEZIONEINFORMAZIONECONFRONTO
Validità esterna
Controllo del confondimento:MISURAPREVENZIONECONTROLLO
DISTORSIONI (BIAS) PIU’ COMUNI NEGLI STUDI EPIDEMIOLOGICI
i SELEZIONE
i INFORMAZIONE
iCONFONDIMENTO
Esposizione in studio
Confondente
Malattia Determinante della malattia
Associato all’esposizione
CONFONDIMENTO
CONFONDIMENTO
• Un confondente èfattore di rischioanche in assenza di esposizione (altrimenti è modificatore di effetto)
• Un confondente èassociato all’esposizionee quindi diversamente distribuito tra esposti e non esposti
• Un confondente non è una condizione intermediatra l’esposizione in studio e la malattia
• Il confondimento comporta una distorsione dell’effettodell’esposizione, che può risultare sia in una sovrastima sia in una sottostima dell’effetto puro.
CONFONDIMENTO: bere caffè, fumo di sigaretta e coronaropatia
ESPOSIZIONE(bere caffè)
MALATTIA(cardiopatia)
VARIABILE DICONFONDIMENTO(fumo di sigaretta)
CONFONDIMENTO: ESEMPIO
Si consideri uno studio di coorte su lavoratori di una fabbrica per esposti a possibili cancerogeni respiratori. Per confronto, si considerano gli impiegati della medesima fabbrica, non esposti a cancerogeni nell’ambiente di lavoro. I due gruppi sono simili tra loro per età, genere, gruppo etnico e luogo di residenza.
Per valutare l’esposizione in studio, si calcolano i tassi di incidenza di tumore polmone nei due gruppi, grezzi e stratificati per abitudine fumatoria.
Malattia + Malattia -
Operai 160 840 1000
Impiegati 80 920 1000
RR=160/1000
80/10002
RR=80/200
40/2002
RR=80/800
40/8002
Fumatori Malattia + Malattia -
Operai 80 120 200
Impiegati 40 160 200
Non fumatori Malattia + Malattia -
Operai 80 720 800
Impiegati 40 760 800
NO CONFONDIMENTO
Malattia + Malattia -
Operai 170 830 1000
Impiegati 80 920 1000
RR=170/1000
80/10002.1
RR=160/800
40/2001
RR=10/200
40/8001
Fumatori Malattia + Malattia -
Operai 160 640 800
Impiegati 40 160 200
Non fumatori
Malattia + Malattia -
Operai 10 190 200
Impiegati 40 760 800
CONFONDIMENTO
VALUTARE LA RELAZIONE TRA UNA POSSIBILE CAUSA E UN RISULTATO
ASSOCIAZIONE OSSERVATA
Potrebbe essere dovuta a bias di selezione o di misura?
Potrebbe essere dovuta a confondimento?
Potrebbe essere il risultato del caso?
Potrebbe essere causale?
Applica linee guidae formula un parere
NO
NO
Probabilmente no
LINEE GUIDA PER LA CAUSALITA’
• Relazione temporaleLa causa precede l’effetto? (essenziale)• Plausibilità L’associazione è coerente con altre
conoscenze? (Meccanismo d’azione; evidenza proveniente da animali da esperimento)
• Coerenza Simili risultati si sono visti in altri studi?• Forza Qual è la forza dell’associazione tra la
causa e l’effetto? (rischio relativo)• Relazione dose- L’aumento dell’esposizione alla possibile
risposta causa è associato all’aumento dell’effetto?• Reversibilità Il rimuovere una possibile causa porta alla
riduzione del rischio di malattia?• Disegno dello studio L’evidenza si basa su un valido disegno?
• Giudicare l’evidenza Quante linee di evidenza portano alla conclusione?