MARIO TAMA/GETTY mondiali, guerra a Rio · mera, una sorta di guru nel settore del tonno, che entra...

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Storie Investire e assumere in Italia AsdoMar, la scommessa diVitoGulliio Mappe Lipsia la nuova Berlino. Polo di attrazione per scrittori e musicisti 14 1 15 Idee Con i social network diminuisce la fiducia negli altri. I rischi dell' hate speech 26127 Tendenze L'hipster contemporaneo, poco amato, specchio di una generazione fragile 28129 ILQUOTIDIANO DEL WEEKEND 26 APRILE | 2 MAGGIO 2014 ANNO 1 N. 39 EURO MARIO TAMA/GETTY mondiali, guerra e pace a Rio La polizia "bonifica" le favelas. Ma la violenzainveste la città DAVID GALLER ANO • Circa 400mila turisti sono attesi a Rio de Janeiro per assistere a sei delle sessanta- quattro partite del Mondiale di calcio. Ogniqualvolta alzeranno lo sguardo, at- traverso le finestre dei loro alberghi o i fine- strini dei loro taxi, verso una delle decine di favelas della zona sud di Rio - l'area ricca della città - potranno vedere un gigantesco cartello con su scritto Upp. Molti non sa- pranno nemmeno dire di che si tratta. Eppure c'è chi giura che quel cartello sia lì proprio per loro. La "pacificazione" delle favelas di Rio de Janeiro attraverso le Upp (Unidades de Po- licia Pacificadora) è forse il più importante progetto di sicurezza pubblica realizzato in Brasile negli ultimi trent'anni. In ogni tappa del suo sviluppo ha attratto l'attenzione spaimodica dei media. Il suo ideatore, l'assessore alla pubblica sicurezza di Rio de Janeiro Josè Mariano Beltrame, è oggi una delle figure pubbliche più note del paese. Oltre a diversi tentativi di imitazione in Brasile e all'estero, il programma può vantare una considerevole riduzione degli omicidi nelle favelas (almeno fino al 2013). Ma che cos'è davvero la pacificazione? »• segue a pagina 2 GIAPPONE Un popolo obbediente CINEMA Nicole diventa Grace milioni & poltrone sprechi in Piemonte • II Piemonte, secondo un'indagine del centro studi di Confindustria, è la regione quarta in classifica, dopo Lazio, Lombardia e Veneto, nel- lo sperpero delle risorse pubbliche attraverso le società partecipate. Con un miliardo di euro di costi complessivi delle partecipazioni: in tutto 7.061. E la maggior parte di enti, società, organi- smi non producono servizi, bensì servono a mantenere lo status quo nella giostra delle pol- trone. Gli investimenti sono in gran parte in aree industriali e in immobili, che producono perdi- te, accumulano debiti e non offrono servizi. Non sono quindi appetibili in un mercato bloccato dalla crisi. Sono 58 le partecipazioni dirette o in- dirette, numero ingannevole perché ogni ente o società si disperde fra i mille rivoli di diverse ra- mificazioni che si perdono in società private CRISTINA GIUDICI alle pagine 6e7 I NUMERI • 3 miliardi È il valore della mercé rubata ogni anno nei supermercati italiani, 150 euro afamiglia pagina 11 •78% La percentuale di quanti ritengono moral- mente inaccettabile l'infedeltà coniugale secondo il Pew Reserch Centre pagina 19 •1600 Sono ì miliardi, l'equivalente del Pii italia- no, che deriverebbero datasse sulle emis- sioni inquinanti pagina 20/21 •50% A tanto corrispondono i 188 milioni di in- cassi di 155 film italiani per un budget com- plessivo di 357 milioni. pagina32/33 •1999 L'anno di uscita "Notting hill", il film con Hugh Grant e Julia Roberts che ha reso fa- moso il quartiere di Londra. pagina 44

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Storie Investire eassumere in ItaliaAsdoMar, la scommessadiVitoGulliio

Mappe Lipsia la nuovaBerlino. Polo diattrazione per scrittorie musicisti 14115

Idee Con i socialnetwork diminuisce lafiducia negli altri. I rischidell' hate speech 26127

Tendenze L'hipstercontemporaneo, pocoamato, specchio di unagenerazione fragile 28129

ILQUOTIDIANO DEL WEEKEND • 26 APRILE | 2 MAGGIO 2014 • ANNO 1 N. 39 • EURO

MARIO TAMA/GETTY

mondiali, guerra e pace a RioLa polizia "bonifica" le favelas. Ma la violenza investe la città

DAVID GALLER ANO

• Circa 400mila turisti sono attesi a Rio deJaneiro per assistere a sei delle sessanta-quattro partite del Mondiale di calcio.

Ogniqualvolta alzeranno lo sguardo, at-traverso le finestre dei loro alberghi o i fine-

strini dei loro taxi, verso una delle decine difavelas della zona sud di Rio - l'area riccadella città - potranno vedere un gigantescocartello con su scritto Upp. Molti non sa-pranno nemmeno dire di che si tratta.

Eppure c'è chi giura che quel cartello sia lìproprio per loro.

La "pacificazione" delle favelas di Rio de

Janeiro attraverso le Upp (Unidades de Po-licia Pacificadora) è forse il più importanteprogetto di sicurezza pubblica realizzato inBrasile negli ultimi trent'anni.

In ogni tappa del suo sviluppo ha attrattol'attenzione spaimodica dei media. Il suoideatore, l'assessore alla pubblica sicurezzadi Rio de Janeiro Josè Mariano Beltrame, è

oggi una delle figure pubbliche più note delpaese. Oltre a diversi tentativi di imitazionein Brasile e all'estero, il programma puòvantare una considerevole riduzione degliomicidi nelle favelas (almeno fino al 2013).Ma che cos'è davvero la pacificazione?

»• segue a pagina 2

GIAPPONEUn popolo obbediente

CINEMANicole diventa Grace

milioni & poltronesprechi in Piemonte• II Piemonte, secondo un'indagine del centrostudi di Confindustria, è la regione quarta inclassifica, dopo Lazio, Lombardia e Veneto, nel-lo sperpero delle risorse pubbliche attraverso lesocietà partecipate. Con un miliardo di euro dicosti complessivi delle partecipazioni: in tutto7.061. E la maggior parte di enti, società, organi-smi non producono servizi, bensì servono amantenere lo status quo nella giostra delle pol-trone. Gli investimenti sono in gran parte in areeindustriali e in immobili, che producono perdi-te, accumulano debiti e non offrono servizi. Nonsono quindi appetibili in un mercato bloccatodalla crisi. Sono 58 le partecipazioni dirette o in-dirette, numero ingannevole perché ogni ente osocietà si disperde fra i mille rivoli di diverse ra-mificazioni che si perdono in società private

CRISTINA GIUDICI • alle pagine 6e7

I NUMERI

• 3 miliardiÈ il valore della mercé rubata ogni anno neisupermercati italiani, 150 euro afamiglia

pagina 11

•78%La percentuale di quanti ritengono moral-mente inaccettabile l'infedeltà coniugalesecondo il Pew Reserch Centre pagina 19

•1600Sono ì miliardi, l'equivalente del Pii italia-no, che deriverebbero datasse sulle emis-sioni inquinanti pagina 20/21

•50%A tanto corrispondono i 188 milioni di in-cassi di 155 film italiani per un budget com-plessivo di 357 milioni. pagina32/33

•1999L'anno di uscita dì "Notting hill", il film conHugh Grant e Julia Roberts che ha reso fa-moso il quartiere di Londra. pagina 44

10 I ECONOMIA STORIE | pagina"we to 26 aprile 2014

FRANCESCO PATERNO

• Cresce. Assume. Compra. Poi certovende: scatolette di tonno, pelati, carnein scatola ma anche visioni, giudizi sec-chi sulla politica, sull'economia, sullacostituzione, sui suoi simili. Senza maidimenticare che al centro del mondo,del suo mondo, ci devono essere due co-se, «sennò sono finito»: la materia pri-ma e il consumatore. Vito Gulli, 63 anni,genovese, tifoso, anzi «maniaco sessua-le» del Genoa, è presidente del gruppoalimentare Generale Conserve, nomeche dice poco o nulla se non si va a vederecosa c'è sotto l'etichetta. E allora si trovaAsdoMar, marchio premium del tonnoin scatolae numero due del mercato ita-liano con una quota di circa il 7%, i mar-chi De Rica e Manzotin comprati l'annoscorso per giocare nella Champions disettore, forse abreve l'acquisizione di un

Parte dai tonno in scatola,uno stabilimento nuovo inSardegna, poi acquisiscei marchi De Rica e Manzotin

«altro marchio coerente», ovviamentenon si dice quale. Nel 2008, invece didelocalizzare, Gulli investe in macchi-nari e in un impianto dismesso a Olbiaper la lavorazione del tonno per poiaprire sempre lì uno stabilimento nuo-vo di zecca nel 2010. In controtendenza,mentre altri scappano.

Gulli ha una storia di manager cheviene dal marketing. Dodici anni fa di-venta imprenditore, da cinque è pro-prietario di Asdomar dopo avere rileva-to le quote degli altri soci, uno dei qualiportoghese come il nome (e uno stabili-mento) che si porta dietro. Un tonno eun marchio che vale la pena seguire davicino, se non altro perché con un certi-ficato di sostenibilità dell'associazioneambientalista statunitense Friend ofthè Sea e con uno stabilimento moder-no in Sardegna con circa 300 persone.L'importanza che Gulli da al lavoro ènaturalmente connaturata al fatto chechi lavora, consuma. Ma c'è un di più:«L'articolo 1 della nostra costituzione -ci dice Gulli - l'Italia fondata sul lavoroè rivoluzionario. È l'elemento della vi-ta. Per l'economia, per la dignità, per lalibertà. E l'impresa senza lavoro non haconsumatori».

Lo incontriamo nel suo ufficio a Ge-nova, all'undicesimo piano della torreB di fronte alla stazione Brignole, inuna nuvola di fumo da sigaretta. Forseun segno del suo passato di attore diteatro da ragazzo, tra cooperative e«piccolissime particine» allo Stabilecon Luigi Squarzina, finché a 22 annicambia strada, una volta per sempre.Cosa la spinge nel 2010, in piena crisi,ad aprire un impianto in Sardegna?«Nel 2007, se lei ricorda, nessuno pen-sava che ci sarebbe stata una crisi eco-nomica a breve. Però mi davano delmatto lo stesso : come farà a sopravvive-re con un lavoro abbandonato in Italiada una ventina d'anni? La produzionedel tonno da intero ha origine in Spa-gna negli anni '20 del secolo scorso, l'I-talia importa scatole grandi fino aglianni '60, poi con la crescita della distri-

lavoro e sostenibilitàl'economia in scatolaAlimentazione | Colloquio con Vito Gulli, a capo

di Generale Conserve-AsdoMar. Mentre altri

imprenditori scappano, lui investe e assume. In Italia

ANNI'60 Arrivanole confezioni piccoleanche nel nostro paese,parallelamentealla crescita della grandedistribuzione

buzione anche noi cominciamo con leconserve e le scatolette. Entro in questobusiness dall'83, ma negli anni '90 pro-gressivamente c'è chi chiude o va altro-ve, attratto dal costo del lavoro moltopiù basso come nel centro Africa. Iopenso al contrario: se tutti scappanodalla torta, la torta si fa più grande perchi rimane... ». A Olbiaprova a rilevareun impianto della Palmera che stachiudendo e mandando a casal80 per-sone, manon ci riesce. Allora- èil 2008- affitta un'area, porta dei macchinariesi impegna ad assumere solo poche per-sone. Ma le cose vanno bene e nel feb-braio del 2010 parte in proprio.

Nell'operazione investe 25 milioni,nessun aiuto pubblico dalla regione,«non devo niente a nessuno, sono libe-ro come l'acqua». Altri «4 o 5 li spendoin ricerca e sviluppo in questi quattroanni, sono tantiperun'impresacome lamia. Tutti gli stabilimenti del mondohanno macchine per il 70 % fatte dadue aziende, io faccio il contrario: ac-quisto fuori solo il 30 %, sterilizzatori ecocitori, cioè i forni, il resto lo facciamoin casacon specifiche nostre. No, non levendiamo agli altri, le teniamo belle se-grete...». Che fa, l'autarchico? «Guar-

di, a me dell'Italia in senso nazionali-stico non me ne frega niente. E la miapaura è di passare per un leghista. Sonoamante della mia tribù e sono amicodella tribù vicina alla mia e delle tribùvicine con cui faccio il giro del mondo.Per me non c'è la nazione, c'è il mondo.Poi però c'è un tema di sostentamentodella mia tribù. Io prevedo, non predi-co, perché un imprenditore deve soloprevedere capendo dove vanno i mer-cati, che nel mondo ci debba essere unautomatico equilibro tra produzione econsumo». Non dica anche lei che stadalla parte del consumatore. «Io sonoper il deficit. Lo dico chiaro. Bisognamettere soldi. Serge Latouche lo chia-ma 'consumattore' con due t, l'unicasperanzaè che il consumatore siaun at-tore protagonista. Da cittadino poterinon ne hai, manelle tue scelte di consu-matore puoi determinare il mondo.Basta modificare il 10 % dei consumi esa di quanto aumentail Pii?».

Nel 2012 l'impresa di Gulli perde sol-di, «con la crisi i consumi alimentari so-no scesi ma non di tonno, il problema èche sono aumentati i costi della materieprime. Ma ho continuato a investire. Ecomunque ho perso soldi perché ho 6milioni di ammortamenti per gli inve-stimenti in macchinali e impianti nuo-vi, faccio sempre cash flow. L'anno scor-so abbiamo acquisito i marchi Manzo-tin e De Rica, seguendo il filo dei marchistorici italiani. Perché sono prodotti daGenerali Conserve e proteine come iltonno. Vendo proteine nobili e sinergi-che». Gulli deve però ricapitalizzare e ri-

trova Alfonso Valsecchi, suo primo am-ministratore delegato ai tempi di Pai-mera, una sorta di guru nel settore deltonno, che entra nel consiglio di ammi-nistrazione, portando conoscenza e de-naro fresco. «Le dico la verità, ho avutocontatti con dei fondi. Se Valsecchi, in-vece di lasciare le sue attività nel luglioscorso lo avesse fatto il prossimo luglio,ioavreigiàfirmatoconunodiloro».

Come vede la campagna acquisti inItalia daparte appunto di fondi e di altriinvestitori stranieri? «Speriamo che ciò

Niente pesca di tonnorosso e minore di un metro,una certificazionedi Friend of The Sea

accada perché abbiamo dei prezzi dasaldo. Vorrebbe dire che la nostra eco-nomia non può andare più giù di così, secomprano vuoi dire che siamo al mini-mo». Le piace Renzi e il suo abbozzo dipolitica economica? «L'ho conosciuto -risponde ancora Gulli - e si sta muoven-do bene, è giusto mettere in tasca dellepersone 80 euro invece di darli alle im-prese. Ma condivido l'esistente, totalesfiducia nella politica, qualunque essasia. Che poteri ha la politica italiana setutto viene deciso in Europa? È l'impre-sa che deve salvare il paese, con impren-ditori che abbiano una visione. Deloca-

lizzare significadi lavoro, bisog la

localizzazione sandare a produ:Quella faisco chi non puòal commerciochi lo ha fatto psbagliato tuttii

Gulli ha presprimo bilancioavere avutoFriend of Thesede a San Franpegnato a pesetonni non più jtonno rosso instenibilità cheting? «Nel nost-lasostenibilitsto parlando euomo di busininvestimenti, dmanchino due <ma di base, il todevo pensare cino almeno pernon è marketinlità. Certo, usovendere, ma la

ARTGRAFTS/GETTYIMAGES

soltanto perdere postiinvece rilocalizzare,

come ho fatto ai ini fa quando non era dimoda come sen ibra essere oggi. La de-

s Rapidamente furba perre a basso costo è finita.

ittapei disperazione, no: capi-iiù andare avanti e si daall'importazione. Ma

:r guadagnare di più haonti».mtato quest'anno il suodi sostenibilità, dopona certificazione daa, organizzazione con

cisco e dopo essersi im-ire solo in certi mari eiccoli di un metro, mairia di estinzione. La so-:osa è per voi? Marke-•o mercato - ci rispondeè fondamentale. Non leambientalista ma da

:ss. Quando penso agli:vo essere certo che nonose : la mia materia pri-mo, e il consumatore. Ee non mi manchi il ton-dieci anni. Ecco perchépensare alla sostenibi-

mch'io l'argomento perbase è un'altra. Insom-

ma, non rischic di pescare l'ultimo ton-no adulto per n ettere così fine alla spe-cie. Sa cosa le e ico? Il tonno sfamerà ilmondo. Eppoi, Gesù cosa ha moltipli-cato, i cani e i 13ri o i pani e i pesci? Senon andiamo i rompere quell'equili-brio,lanaturas isalvadasola».