lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

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PROGETTO MONDIALE BPCO. G. lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease. O. L. D. GARD Participant. Linee-Guida Italiane Modena 1-4/3/2009. PROGETTO MONDIALE BPCO Struttura. GOLD Executive Committee Sonia Buist, MD – Chair Roberto Rodriguez-Roisin, MD – Co-Chair. - PowerPoint PPT Presentation

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PROGETTO MONDIALE BPCOStruttura

GOLD Executive CommitteeSonia Buist, MD – Chair

Roberto Rodriguez-Roisin, MD – Co-Chair

Science CommitteeKlaus Rabe, MD, PhD - Chair

Dissemination/Implementation

Task Group Christine Jenkins, MD - Chair

GOLD National Leaders - GNL

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PROGETTO MONDIALE BPCOGruppi di lavoro per l’adattamento

italianoChairman: L. Corbetta

1. Definizione Definizione ed aspetti sistemici

R. Antonelli Incalzi Classificazione di gravità

P. Palange,  T. Benedetti, R. Maselli2. Epidemiologia

Epidemiologia e costi della BPCOR. De Marco, R. Pistelli

3. Fattori di rischioC. Mapp, M. Luisetti, M. Sofia,

4. Anatomia patologica, patogenesi e fisiopatologiaAnatomia patologica e patogenesiM. Saetta, S. Baraldo

5. Diagnosi e monitoraggioScreening ed inquadramento

diagnosticoI.Cerveri, P. Maestrelli, A. RossiImaging e caratterizzazione fenotipicaM. Pistolesi, M. Zompatori,

6. Riduzione dei fattori di rischio Azioni contro il fumo di sigaretta ed

altre azioni preventiveE. Sabato, S. Nutini, R. Polosa

7. Trattamento della BPCO stabile Trattamento farmacologico della BPCO stabile L.M. Fabbri, M. Cazzola, V. Bellia, A. Papi Trattamento farmacologico degli aspetti sistemici e delle comorbilità L. M. Fabbri, R. Dal Negro Trattamento non farmacologico della BPCO stabile E. Clini, O. Resta Educazione del paziente e somministrazione  dei farmaci M. Franchi, F. Braido , M.Del Donno Markers ed outcomes di malattia e delle riacutizzazioni P. Boschetto, G. Di Maria8. Gestione delle riacutizzazioni Diagnosi e gestione clinica delle riacutizzazioni A. Spanevello, S. Calabro Trattamento intensivo respiratorio A. Corrado, S. Nava9. Linee Guida nelle cure primarie Adattamento delle Linee Guida alla medicina generale L. Corbetta, G. Bettoncelli, G. Carnesalli, P. Spriano, M.Calzolai, F.Chiumeo, Manfredi, R. Testi, N. Seminara10. Implementazione delle linee Guida L. Corbetta

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PROGETTO MONDIALE BPCOObiettivi

• Sensibilizzare gli operatori sanitari, le istituzioni e la popolazione generale sulla BPCO

• Migliorare la diagnosi, il trattamento e la prevenzione

• Stimolare la ricerca

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PROGETTO MONDIALE BPCOLivelli di evidenza

CATEGORIA FONTE

A Studi randomizzati controllati,elevato numero di studi

B Studi randomizzati controllati,scarso numero di studi

C Studi non randomizzati e studi osservazionali

D Opinione di un gruppo di esperti

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Sommario

• Definizione e classificazione• Epidemiologia e costi• Fattori di rischio• Patogenesi, anatomia

patologica e fisiopatologia• Diagnosi e Trattamento

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Definizione

La BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva ( BPCO ) è una malattia respiratoria cronica prevenibile e trattabile associata a significativi effetti e comorbidità extrapolmonari che possono contribuire alla sua gravità

Le alterazioni broncopolmonari sono costituite da una ostruzione al flusso persistente ed evolutiva legata a rimodellamento delle vie aeree periferiche ed enfisema

L’ostruzione, il rimodellamento delle vie aeree periferiche e l’enfisema sono dovuti ad una abnorme risposta infiammatoria delle vie aeree, del parenchima polmonare e sistemica all’inalazione di fumo di sigaretta o di altri inquinanti come polveri, gas, vapori irritanti e infezioni ricorrenti

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Comorbidità della BPCO: altamente prevalenti e clinicamente importanti

La BPCO si associa frequentemente con altre malattie croniche, definite comorbidità

Le comorbidità possono essere classificate come:1) con-causali (malattie che condividono fattori di rischio, es. fumo ed età, con la BPCO)2) complicanti (effetti sistemici della BPCO)3) concomitanti(malattie croniche coesistenti senza relazione causale nota con la BPCO)

Tuttavia, la distinzione tra categorie non sempre è agevole.

Da Fabbri. L, Ferrari R. Breathe 2006; 3:41 mod.

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BPCO e comorbidità: un tentativo di classificazione

Con-Causale Complicante Concomitante

Patologia aterosclerotica: coronarica, cerebrale, periferica

Depressione Glaucoma

Insufficienza renale Deficit cognitivo OSA

Neoplasia polmonare Osteoporosi Diabete mellito

Scompenso cardiaco Sarcopenia Obesità

Aneurisma aortico Aritmie Anemia

Embolia polmonare Patologia peptica

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Principali complicanze o malattie concomitanti acute o croniche

CardiovascolariCardiopatia ischemicaArteriopatia perifericaAritmieAneurisma aorticoScompenso cardiaco

RespiratorieTumore polmonareInsufficienza respiratoriaPolmoniteIpertensione polmonareEmbolia polmonareSleep apnea ostruttiva

NeurologicheIschemia cerebraleDeficit cognitivoDepressione

MuscoloscheletricheOsteoporosiCifosi dorsaleSarcopenia

Endocrino-metabolicheDiabete mellitoObesitàDistiroidismo

MiscellaneaAnemiaGlaucomaInsufficienza renalePatologia peptica

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Comorbidità: prospettive future

Nel programmare la gestione del paziente è indispensabile tener conto di possibili condizioni morbose concomitanti, molto comuni nei pazienti di età >65 anni. Per questi ultimi appare opportuna uno screening delle principali comorbilità.

Non è noto se l’applicazione contemporanea di linee guida rivolte a differenti patologie interferisca con il raggiungimento degli obiettivi terapeutici di ciascuna condizione.

In futuro la formulazione e l’implementazione di specifiche linee guida dovrà avvalersi di un contributo multidisciplinare comprendente in particolare il medico di medicina generale.

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Screening della comorbidità: alcuni esempi

Patologia Identificazione

CHF Rx torace, BNP

Osteoporosi DEXA, morfometria colonna dorsale

Depressione Geriatric Depression Scale

Deficit cognitivo MMSE, Clock Drawing test

Glaucoma Tonometria oculare

Insufficienza renale MDRD (stima indiretta GFR)

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“At Risk” for COPD

Vengono definiti “a rischio” i pazienti con tosse ed espettorazione cronica, ma con spirometria normale.

Questi pazienti non necessariamente progrediscono allo Stadio I: BPCO lieve.

La presenza di tosse ed espettorato è comunque patologica e deve indurre alla ricerca di una causa sottostante.

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STADIO CARATTERISTICHE

I LIEVE VEMS/CVF < 0.7; VEMS ≥ 80% del teorico

II MODERATA

III GRAVE

VEMS/CVF< 0.7; 50% ≤ VEMS < 80%

VEMS/CVF < 0.7; 30% ≤ VEMS < 50%

IV MOLTO GRAVE

VEMS/CVF < 0.7; VEMS < 30% del teorico o

VEMS < 50% del teorico in presenza di insufficienza respiratoria (PaO2 < 60 mmHg)

(*) Basata sulla spirometria post-broncodilatatore

Classificazione spirometrica (*) di gravità della BPCO

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Classificazione di gravità basata sulla DISPNEA (*)

(*) Basata sul grado di dispnea e di intolleranza allo sforzo derivate dal questionario del Medical Research Council; questa classificazione integra quella basata sul VEMS;è utile in quanto il grado di dispnea spesso correla poco con la riduzione del VEMS

Stadio Sintomi

I Lieve Dispnea durante il cammino a passo svelto

in leggera salita (MRC2)

II Moderato Dispnea che costringe il paziente a

fermarsi, durante il cammino sul piano, dopo

100 mt (o pochi minuti) (MRC 3-4)

III Grave Dispnea che non consente al paziente di

uscire di casa, vestirsi e svestirsi (MRC 5), e/o

segni clinici di scompenso cardiaco destro

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Frequenza e gravità delle riacutizzazioni

Grado di intolleranza allo sforzo

Malnutrizione (BMI < 21 Kg/m2)

Insufficienza respiratoria (PaO2 < 60 Torr)

Ipercapnia (PaCO2 > 45 Torr)

Cuore polmonare

Numero e gravità delle Co-morbidità

Ulteriori (*) fattori determinanti la prognosi nella BPCO

(*) oltre alla riduzione del VEMS e all’aumento della dispnea

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Sommario

• Definizione e classificazione• Epidemiologia e costi • Fattori di rischio• Patogenesi, anatomia

patologica e fisiopatologia• Diagnosi e Trattamento

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Prevalenza nel mondo

• Colpisce tutte le popolazioni ma è maggiore nei Paesi industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo.

• È in continuo aumento nei Paesi industrializzati.

• Interessa entrambi i sessi ed è in aumento soprattutto nel sesso femminile.

• Aumenta con l’età.

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Prevalenza

• Il 4-6% degli adulti europei soffre di BPCO clinicamente rilevante.

• La “pooled” prevalenza di BPCO, sulla base dei valori spirometrici è del 8.9%.

• La prevalenza dei sintomi aumenta con l’età ed interessa più del 50% di maschi fumatori di età superiore ai 60 anni.

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Prevalenza

• La BPCO è un problema non trascurabile fin dall’età giovanile.

• Studi epidemiologici hanno evidenziato che, nei soggetti tra 20 e 44 anni, il 10% presenta tosse ed espettorato senza segni di ostruzione bronchiale ed il 3.6% sintomi di ostruzione bronchiale (Stadi I - III).

de Marco at al Thorax 2004; 59:120-125

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Studio di prevalenza della BPCOin America Latina

La prevalenza di un rapporto VEMS/CVF post broncodilatatore < 0.70 aumenta bruscamente all’aumentare dell’età in 5 città dell’America Latina.

Menezes AM et al. Lancet 2005

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Prevalenza in Italia

• È in aumento rispetto ai dati degli anni ’80.

• È sottodiagnosticata rispetto alle diagnosi formulate attraverso questionari standardizzati negli studi epidemiologici.

Viegi et al; Int J Tuberc Lung Dis 1999

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Bronchite cronica ostruttiva,con riacutizzazione ICD9cm 491.21

Ricoveri in Regime Ordinario(FONTE SDO – MINISTERO DELLA SALUTE)

% sul totale dei ricoveri

2000 48.685 0.49%

2001 77.264 0.78%

2002 88.083 0.91%

2003 94.829 1.03%

* Dati che, pur sottostimati a causa dei limiti di codifica,evidenziano un trend in netto aumento dei ricoveri

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Morbidità

• La morbidità è prevista in notevole aumento nel mondo con uno spostamento dal 12 ° al 6° posto.

• In termini di ricoveri ospedalieri in Italia i casi di BPCO risultano al 7° posto (fonte ISTAT 2003).

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DALY (Disability-Adjusted Life Year)

• Nel 1990 la BPCO era la 12° causa di DALYs persi al mondo, responsabile per il 2.1% del totale. Secondo le previsioni, nel 2020, la BPCO occuperà il 5° posto, preceduta soltanto da cardiopatia ischemica, depressione grave, incidenti stradali e vasculopatie cerebrali.

• Questo sostanziale aumento nell’impatto globale della BPCO proiettato nei prossimi 20 anni riflette, in gran parte, l’aumentato uso di tabacco in molti Paesi e le variazioni nell’età delle popolazioni nei Paesi in via di sviluppo.

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Mortalità

• La BPCO è la 4a causa di morte negli Stati Uniti (dopo cardiopatie, neoplasie e malattie cerebrovascolari) e la 5a nel mondo.

• Nel 2000 l’OMS ha stimato che ci siano state 2.8 milioni di morti per BPCO.

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Mortalità in Italia

• Le malattie dell’ apparato respiratorio rappresentano la 3a causa di morte in Italia (dopo malattie cardiovascolari e neoplasie).

• La BPCO è causa di circa il 50% delle morti per malattie dell’apparato respiratorio.

• La mortalità interessa le fasce di età più avanzate.

• La mortalità da BPCO è 2-3 volte maggiore nei maschi rispetto alle femmine, ma è in aumento anche tra le femmine.

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Variazione percentuale della mortalità aggiustata per l’età in U.S.A.

0

0.5

1.5

1.0

2.0

2.5

3.0

1965 - 1998 1965 - 1998 1965 - 1998 1965 - 1998 1965 - 1998

-59% -64% -35% +163% -7%

Coronaro-patie

Infarto AltreMalattie

CV

BPCO Tutte lealtre cause

Proporzione della frequenza del 1965

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Impatto economico e sociale della BPCO

• Tra il 1985 ed il 1995 il numero di visite mediche per BPCO negli USA è aumentato da 9 a 16 milioni.

• Nel 1995 i ricoveri per BPCO negli USA sono stati 500.000 con una spesa sanitaria di circa 5 miliardi di dollari.

• Nel 2002, negli USA, i costi diretti sono stati di 18 miliardi di $ ed i costi indiretti di 14.1 miliardi di $.

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Impatto economico e sociale della BPCO

• La dimensione globale della BPCO crescerà enormemente oltre ogni logica previsione quando si manifesteranno le conseguenze dell’abitudine al fumo di tabacco nei Paesi in via di sviluppo.

• I costi sono elevati ed aumenteranno proporzionalmente all’invecchiamento della popolazione, all’incremento della prevalenza della BPCO ed al costo degli interventi medici e di salute pubblica già esistenti.

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2002 2007

4.04.0

2.02.0

Bill. €Bill. €

6.06.0

Dal Negro R.W et al.Monaldi Arch Chest Dis, 2002; 57:1, 1-7

Dal Negro R.W. et al., Respir. Med., 2008; 102: 92-101

BPCO: trend del costo di malattia in Italia nel periodo 2002-2007

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Sommario

• Definizione e classificazione• Epidemiologia e costi• Fattori di rischio• Patogenesi, anatomia

patologica e fisiopatologia• Diagnosi e Trattamento

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Fattori di rischioMessaggi principali

• I fattori di rischio per la BPCO comprendono i fattori individuali e l’esposizione ad agenti ambientali. La malattia di solito deriva dall’interazione fra questi due diversi tipi di fattori.

• Il fattore individuale che è meglio documentato è il deficit ereditario severo di alfa-1 antitripsina. Altre condizioni genetiche potenzialmente candidate nella patogenesi della BPCO sono state identificate (tra queste, il deficit intermedio di alfa-1 antitripsina).

• I principali fattori ambientali sono rappresentati dal fumo di sigaretta, attivo e passivo, da polveri e sostanze chimiche (vapori, irritanti, fumi) in ambiente professionale, dall’inquinamento degli ambienti interni ed esterni.

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Fattori di rischio

AMBIENTALI INDIVIDUALI

Fumo di sigaretta Deficienza alfa1-antitripsina

Fumo attivo Altri fattori geneticiFumo passivo Stress ossidativoFumo materno EtàInquinamento outdoor, indoor ComorbiditàEsposizione professionale Sesso Femminile ?(polveri organiche/inorganiche) Basso peso alla

nascita,accrescimento polm.Stato socioeconomico/povertà Nutrizione Infezioni

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Fattori di rischio recentemente valutati

• Funzione respiratoria nei primi 2 mesi di vita ridotta (sviluppo polmonare intrauterino)

• Fattori di rischio nei BPCO non fumatori

• Russamento ( per la bronchite cronica )

• Consumo alimentare di carne affumicata

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Fumo di sigaretta

• Il fumo di sigaretta è la principale causa della BPCO

• In Italia 12.2 milioni di persone fumano (28.6% dei maschi e 20.3% delle femmine)

• Negli USA 47 milioni di persone fumano

• L’OMS stima nel mondo oltre 1 miliardo di fumatori, con un aumento fino ad oltre 1.6 miliardi nel 2025. Nei Paesi a basso-medio tenore di vita la percentuale di fumatori sta crescendo in modo allarmante

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Gli italiani secondo l’abitudine al fumo(stima1 su dati indagine Doxa-ISS 2007)

MASCHI FEMMINE

TOTALE

1La stima è effettuata sulla base dei dati della popolazione residente al 1 gennaio 2006 - Istat

FUMATORI 11,8 milioni 6,8 milioni 5,0 milioni 23,5% 27,9%

19,3%

EX FUMATORI 8,8 milioni 5,4 milioni 3,4 milioni

17,5% 22,6% 12,8%

NON FUMATORI 29,8 milioni 12,0 milioni 17,8 milioni

59,0% 49,4% 67,9%

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Prevalenza dei fumatori secondo le indagini DOXA Condotte tra il 1957 ed il 2008.

-560.000 Fumatori nell’ultimo anno

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80.000 decessi/anno attribuibili al fumo di tabacco Il 34,4% di tutte le cause di morte attribuibili al fumo di sigaretta colpisce soggetti di 35-69 anni

Henningfield JE, et al. CA Cancer J Clin. 2005; Redaz. E&P 2002; Peto R., Lopez AD., Boreham J., Thun M., Mortality From Smoking In Developed Countries 1950-2000, revised 09−JUN−2006.

1,2 milioni di decessi/anno attribuibili al fumo di tabacco

Il 20% di tutte le cause di morte sono attribuibili al fumo di sigaretta:

35% tumori56% malattie cardiovascolari e respiratorie9% altre cause

1/4 delle morti per malattie cardiovascolari sono imputabili al fumo di sigaretta

Decessi per malattie legate al fumo: EUROPADecessi per malattie legate al fumo: EUROPA

Decessi per malattie legate al fumo: ITALIADecessi per malattie legate al fumo: ITALIA

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• Periodo 2000-2005 (2005 post legge Sirchia)

• Nel 2005 riduzione degli eventi coronarici acuti– 35-64 aa riduzione dell’11.2% – 65-74 aa riduzione del 7.9 %

• Riduzione statisticamente significativa di eventi coronarici acuti dopo l’entrata in vigore della legge 3/2003.

• Il decremento era in correlazione con la riduzione del fumo passivo nei locali pubblici.

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Studio Ministero-Regioni

• Aree: Piemonte, Friuli VG, Lazio, Campania

• Popolazione: 16 milioni di abitanti

• Periodo di osservazione dopo l’introduzione del bando: 2 mesi

• Riduzione dei ricoveri per IMA osservata nel 2005 rispetto al 2004 nelle persone di età 40-64 anni: 13%

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Fumo di sigaretta

• Circa il 30% dei fumatori (> 10 pack-years)* oltre i 40 anni presenta una limitazione al flusso aereo.

• Circa il 40-50% dei fumatori sviluppa BPCO.

Fletcher C, Peto R. BMJ 1977; 1: 1645

Jyrki-Tapani K, et al.COPD 2005; 2:331

Lokke A, et al. Thorax 2006; 61:935Shahab L, et al. Thorax 2006;

61:1043Pelkonen M, et al. Chest 2006;

130:1129Rennard SI, et al. Lancet 2006;

367:1216

* Pack/years: n. di sigarette giornaliere x anni di fumo/20

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Esposizioni professionali

• Il 15-19% delle BPCO che insorgono nei fumatori può essere riconducibile ad esposizioni professionali, questa percentuale sale al 30% nei soggetti non fumatori che sviluppano BPCO.

Page 45: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Fumo passivo

• Anche l`esposizione al fumo passivo può contribuire all`insorgenza di sintomi respiratori e della malattia, aumentando il carico globale di particelle e gas inalati.

de Marco at al Thorax 2004; 59:120-125

Page 46: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Inquinamento outdoor

• Ogni incremento di 10 µg/m3 di particelle fini è associato a circa il 4% di aumento del rischio di mortalità per qualsiasi causa, il 6% per cause cardiopolmonari, l’8% per cancro al polmone

Pope CA 3 rd, Burnett RT, Thum MJ, Calle EE, et all. Lung cancer, cardiopulmonary mortality, and tong –term exposure to fine particulate air

pollution. JAMA 2002;287:1132-41

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Inquinamento indoor

• Nei Paesi a basso livello di sviluppo economico, l’utilizzo di combustibili biologici in ambienti con scarsa ventilazione è un fattore causale di BPCO

Warwick H, et al. ITDG Publishing, 2004: 103; http://www.itdgpublishing.org.uk;

Ezzati M. Lancet 2005; 336: 104; Oroczo-Levi M, et al. Eur Respir J 2006; 27: 542

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Basso livello di stato socioeconomico

• E’ dimostrata una relazione significativa tra basso livello di istruzione ed aumento della mortalità per BPCO, indipendentemente dall’abitudine al fumo

Prescott E, Godtfredsen N, VestboJ, Osler M. Social position and mortality from respiratory diseases

in males and females. Eur Respir j 2003;21:821-6

Page 49: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Probabilità di contrarre la malattia nei 10 anni successivi all’età del soggetto, in funzione dei fattori di rischio (ISS, 2004)

Page 50: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Sommario

• Definizione e classificazione• Epidemiologia e costi• Fattori di rischio• Patogenesi, anatomia

patologica e fisiopatologia• Diagnosi e Trattamento

Page 51: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

AGENTI NOCIVI(fumo di sigaretta, inquinanti,

agenti professionali)

BPCO

Fattori geneticiInfezioni respiratorieAltri fattori

Patogenesi

Page 52: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Particelle e gas nocivi

Infiammazione polmonare

BPCO

Stress ossidativo Proteasi

Fattori legati all’ospite

Anti-ossidanti Anti-proteasi

Meccanismi diriparazione

Patogenesi

Page 53: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

INFIAMMAZIONE

RIDUZIONE DEL FLUSSO AEREO

Piccole vie aereeRimodellamento della parete e presenza di essudato nel lume

Aumento delle resistenze

Parenchima polmonareDistruzione dei setti alveolari e

degli attacchi alveolariRiduzione del ritorno elastico

Patogenesi

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ASMAAllergeni

BPCOFumo di sigaretta

Infiammazione bronchialeLinfociti T CD4+

Eosinofili

Infiammazione bronchiale

Linfociti T CD8+Macrofagi, neutrofili

RIDUZIONE DEL FLUSSO AEREO ESPIRATORIOREVERSIBILE IRREVERSIBILE

Patogenesi

Page 55: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Cause di riduzione del flussoaereo nella BPCO

Irreversibili

– fibrosi della parete bronchiolare

– riduzione del ritorno elastico

– distruzione del supporto alveolare

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Cause di riduzione del flussoaereo nella BPCO

Reversibili

• accumulo di cellule infiammatorie, muco ed essudato nei bronchioli

• contrazione della muscolatura liscia bronchiolare

• iperinsufflazione dinamica durante l’esercizio fisico

Page 57: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Sommario

• Definizione e classificazione• Epidemiologia e costi• Fattori di rischio• Patogenesi, anatomia

patologica e fisiopatologia• Diagnosi e Trattamento

Page 58: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Le 4 fasi del trattamento della BPCO

• Valutazione e monitoraggio• Riduzione dei fattori di rischio• Trattamento della BPCO

stabile:– educazionale– farmacologico– non farmacologico

• Trattamento delle riacutizzazioni e della insufficienza respiratoria

Page 59: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

La diagnosi di BPCO si basa sull’anamnesi di presenza di fattori di rischio e sulla documentazione di una persistente riduzione del flusso aereo, in presenza o meno di sintomi, dopo aver escluso altre cause di bronco-ostruzione cronica.

Valutazione e monitoraggioDiagnosi

Page 60: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

La spirometria rappresenta il test strumentale meglio standardizzato, più riproducibile ed oggettivo esso rappresenta il gold standard per la diagnosi

e l’inquadramento della BPCO.

Gli operatori sanitari che trattano pazienti con BPCO dovrebbero avere la possibilità di eseguire

una spirometria senza difficoltà.

Valutazione e monitoraggioSpirometria

Page 61: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

I soggetti con:

presenza di fattori di rischio (congeniti e acquisiti) e/o dispnea cronica e/o progressiva intolleranza all’esercizio e/o con tosse cronica ed espettorato dovrebbero essere sottoposti a spirometria per valutare la presenza di riduzione del flusso aereo.

Valutazione e monitoraggioSpirometria - Indicazioni

Page 62: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Si raccomanda un maggior impiego della spirometria nella popolazione generale come valutazione dell’individuo a rischio,

promuovendone l’esecuzione a tutti i livelli di intervento sanitario (Medicina Generale,

ecc.) purchè vengano rispettati e verificati i criteri

di esecuzione ed interpretazione del test.

Valutazione e monitoraggioSpirometria

Page 63: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Questionario GOLD per l’identificazione precoce dei pazienti con BPCO

Potrebbe trattarsi di BPCO?

Sai cos’è la BPCO? È la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, una patologia bronco-polmonare molto frequente, anche se molti pazienti ne sono affetti senza saperlo.Rispondi alle domande e scopri se sei affetto da BPCO.

1. Hai tosse e catarro frequentemente? SI NO2. Fai fatica a respirare rispetto ai tuoi coetanei? SI NO 3. Hai limitato l’attività fisica per questo? SI NO4. Hai più di 40 anni? SI NO5. Sei un fumatore o lo sei stato? SI NO

Se hai risposto sì a tre o più domande potresti essere affetto da BPCO, chiedi al tuo medico se ritiene necessario che tu faccia una spirometria. Una diagnosi precoce di BPCO è fondamentale nel prevenire un aggravamento di questa malattia.

Page 64: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

La presenza di ostruzione delle vie aeree non reversibile viene definita dalla presenza di un VEMS/CVF < 0.7 misurato 30 minuti dopo 400 mcg di salbutamolo somministrato per via inalatoria* (Criterio GOLD 2008 – Linee Guida ERS/ATS 2004 e Canadian Society)

Poiche’ questo cut-off fisso non considera l’andamento fisiologico correlato all’eta’ determinando una sottostima della riduzione del flusso aereo nei soggetti giovani e una sovrastima nei soggetti dopo i 50 anni, la Task Force ATS/ERS per la standardizzazione della spirometria raccomanda di basare la diagnosi sul Limite Inferiore della norma (LLN) (< 5° percentile del valore teorico)*

* ATS/ERS Task Force. Standardisation of spirometry. Eur Respir J. 2005 Aug;26(2):319-38.

Valutazione e monitoraggioSpirometria – misura della riduzione del flusso aereo

Page 65: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

I teorici piu’ frequentemente in uso in Europa ed in Italia sono ormai datati e pongono alcune problematiche sia nella definizione che nella valutazione della gravita’ della riduzione del flusso aereo.*

E’ necessario produrre nuovi teorici aggiornati (nuovi strumenti, tecniche di misura, caratteristiche antropometriche, stato di nutrizione, condizioni ambientali dei soggetti “normali” della popolazione europea) **

* Tale necessita’ e’ stata ribadita nella ATS/ERS Task Force. Standardisation of spirometry. Eur Respir J. 2005 Aug;26(2):319-38.

** E’ in corso un progetto italiano (ITAPRED) per la definizione di nuove equazioni italiane di normalita’

Valutazione e monitoraggioSpirometria – misura della riduzione del flusso aereo

Page 66: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

In presenza di ostruzione come qui definita, la gravità della ostruzione viene valutata sulla base del valore percentuale del VEMS post-broncodilatatore rispetto valore teorico.

Valutazione e monitoraggioSpirometria – misura della riduzione del flusso aereo

Page 67: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

5

0

1

2

3

4

1 2 3 4 5 6

CVF

CVF

BPCO di grado II,moderato

NORMALE

secondi

Litri

VEMS CVF VEMS/CVF

Normale 4.150 5.200 80%

BPCO 2.350 3.900 60%

Spirometria: normale e BPCO

Page 68: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Il test di reversibilità della ostruzione delle vie aeree viene considerato positivo in presenza di un aumento del VEMS>12% e >200 mL del basale 30 minuti dopo 400 mcg di salbutamolo spray

Il test non ha valore diagnostico differenziale fra asma e BPCO, può tuttavia dare indicazioni utili sulla risposta alla terapia

Valutazione e monitoraggioSpirometria – Postbroncodilatatore

ATS/ERS Task Force. Interpretative strategies for lung function tests. Eur Respir J. 2005 Nov;26:948-968.

Page 69: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Valutazione e monitoraggioMisura dei volumi polmonari e del transfer del CO

Misura dei Volumi polmonari: Capacità Vitale Inspiratoria, Capacità Inspiratoria, Volume Residuo, Capacità Polmonare Totale (CPT). La CPT e’ necessaria per la valutazione differenziale tra pattern ostruttivo atipico e restrittivo (vedi diapositiva successiva). Puo’ essere ottenuta con metodo pletismografico o con il metodo della diluizione dell’elio in circuito chiuso (le 2 misure non sono sovrapponibili a causa della diversa tecnica impiegata, la prima misura tutta l’aria contenuta nei polmoni, la seconda solo quella contenuta nelle sezioni comunicabili con le vie aeree)

Test del transfer del CO : per valutare il danno parenchimale e l’alterata distribuzione della ventilazione alveolare. Una riduzione del CO> 50% del teorico indica presenza di enfisema

Page 70: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Pattern ostruttivo tipico(ridottoFEV1/FVC)

Pattern ostruttivo atipico (normale FEV1/FVC)

Pattern restrittivo (normale FEV1/FVC, ridottaTLC)

Page 71: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Valutazione e monitoraggioUlteriori indagini

Pulsossimetria (SaO2) : per misurare la desaturazione arteriosa

a riposo, sotto sforzo e nel sonno, e per selezionare i pazienti in cui è indicata l’emogasanalisi arteriosa.

Emogasanalisi arteriosa: per diagnosticare l’insufficienza respiratoria e/o l’ipercapnia quando HbSaO2 < a 95-96%

Test da sforzo al cicloergometro per valutare la tolleranza all’esercizio fisico e la disabilità in previsione di una riabilitazione respiratoria

Test di valutazione della forza dei muscoli respiratori: Pressione respiratorie massimali, Pressione transdiaframmatica etc.

Polisonnografia (in pazienti con sintomi suggestivi di apnee notturne, ipossiemia o insufficienza cardiaca dx non motivati dalla gravità della BPCO).

Page 72: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Valutazione e monitoraggioUlteriori indagini

Test del cammino (6 minuti): distanza percorsa camminando alla massima velocità per 6 minuti

“Body Mass Index” (BMI): peso (Kg) diviso Altezza al quadrato (m2)

Grado di dispnea cronica (Scala del Medical Research Council) – 1: dispnea per esercizio intenso– 2: dispnea camminando a passo svelto in pianura o

camminando su una leggera salita– 3: impossibilità di mantenere il passo dei coetanei o

necessità di fermarsi per la dispnea camminando al proprio passo in pianura

– 4: necessità di fermarsi per la dispnea dopo 100 metri o dopo pochi minuti in pianura

– 5: impossibilità ad uscire di casa a causa della dispnea

Assieme al VEMS (% teorico) permettono di calcolare il “BODE index” che è fattore prognostico di mortalità

Page 73: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Valutazione e monitoraggioUlteriori indagini - BODE index

Variabili Punteggio nel “BODE index”(1)

0 1 2 3------------------------------------------------------------------------------------VEMS (% teorico) >65 50-64 36-49 <35

Distanza percorsa <350 250-349 150-249 <149

in 6 min (m)Grado di dispnea (MMRC)(2) 0-1 2 3 4

Body-mass index >21 <21-------------------------------------------------------------------------------------(1) Celli et al. New Engl J Med 2005;350:1005-12(2) Modified Medical Research Council

Page 74: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Valutazione e monitoraggioUlteriori indagini

Esame emocromocitometrico per valutare la presenza di poliglobulia

ECG ed ecocardiografia nei pazienti con insufficienza respiratoria per valutazione di ipertensione sistolica polmonare e cuore polmonare cronico

Page 75: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

La radiografia del torace è raramente diagnostica nella BPCO lieve o moderata ma fornisce dettagli interessanti nelle forme piu’ avanzate; può essere utile nella diagnosi differenziale o nella diagnosi di patologie concomitanti

Le alterazioni radiologiche più comunemente associate alla BPCO sono: segni di iperinsufflazione (come: appiattimento del diaframma ed aumento dello spazio retrosternale), ipertrasparenza dei polmoni, rarefazione e/o redistribuzione del disegno vascolare, bolle enfisematose, marcato ispessimento delle pareti bronchiali. Bronchiectasie varicoidi o sacciformi, a contenuto aereo oppure contenenti fluido o livelli idro-aerei, possono essere individuate. Possono essere visibili i segni di ipertensione arteriosa polmonare con cuore polmonare cronico

La radiografia del torace è utile nella valutazione delle gravi riacutizzazioni della BPCO (esempio: scompenso cardiaco, polmoniti infettive, pneumotorace

Valutazione e monitoraggioUlteriori indagini : diagnostica per immagini

Page 76: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Diagnosi di BPCODiagnostica per immagini- Indicazioni alla TC

• La tomografia computerizzata (TC) del torace non è consigliata quale indagine di routine della BPCO

• La TC trova diverse utili applicazioni in casi selezionati:

1. pianificazione di un intervento chirurgico

2. sospetta associazione di BPCO e di patologia infiltrativa diffusa “interstiziale”

3. deficit funzionale e/o riduzione della DLCO non spiegabili sulla base del quadro clinico e del radiogramma

4. deficit di alfa 1 antitripsina (prognosi e follow-up)

Page 77: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Diagnosi di BPCODiagnostica per immagini- Indicazioni alla TC

5. diagnosi differenziale tra le varie patologie (enfisema versus bronchiolite, per esempio)

6. valutazione di riacutizzazioni severe, specie per escludere embolia polmonare (TC spirale con contrasto) e diagnosi di patologia concomitante

7. la TC ad alta risoluzione (HRCT) consente la diagnosi preclinica dell’enfisema; aiuta ad evidenziare il contributo relativo dell’ostruzione delle vie aeree e della distruzione enfisematosa alla limitazione del flusso aereo, caratteristica della BPCO; consente di valutare tipo prevalente di enfisema, sede, gravità o estensione (score visivo o TC quantitativa), di valutare la prognosi (insieme con altri indici clinico-funzionali) e di eseguire un follow-up non invasivo

Page 78: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Valutazione e monitoraggioUlteriori indagini

La quantificazione automatica dell’enfisema (TCQ) può essere eseguita sia sulle scansioni stazionarie della HRCT “classica” sia (come oggi in genere si verifica) sull’intero volume polmonare, ottenuto dalla scansione spirale a bassa dose , con metodi diversi (percentili di densità, maschera di densità – DM – e derivati).

Page 79: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Valutazione e monitoraggioDosaggio alfa-1-antitripsina

Il test diagnostico per il deficit di alfa-1 antitripsina è indicato:

• nei soggetti con BPCO (con enfisema) senza altri evidenti fattori di rischio e/o ad insorgenza precoce (<45 anni di età)

• in fratelli/sorelle di soggetti con deficit di alfa-1 antitripsina (livello evidenza A)

ATS/ERS Statement AJRCCM 2003;168: 818-

900

Page 80: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Le 4 fasi del trattamento della BPCO

• Valutazione e monitoraggio• Riduzione dei fattori di rischio• Trattamento della BPCO

stabile:– educazionale– farmacologico– non farmacologico

• Trattamento delle riacutizzazioni e della insufficienza respiratoria

Page 81: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Trattamento della BPCOObiettivi

• Prevenire la progressione della malattia

• Migliorare i sintomi

• Migliorare la tolleranza allo sforzo

• Migliorare lo stato di salute

• Prevenire e curare le riacutizzazioni

• Prevenire e trattare le complicanze

• Ridurre la mortalità

• Minimizzare gli effetti collaterali della terapia

Page 82: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Trattamento della BPCOIn base alla gravità

• Il trattamento della BPCO stabile dovrebbe essere caratterizzato da un progressivo incremento della terapia in relazione alla gravità della malattia.

Page 83: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

IV: Molto Grave III: Grave II: Moderato I: Lieve

VEMS/CVF < 0.7

VEMS > 80% del predetto

VEMS/CVF < 0.7

50% < VEMS < 80% del predetto

VEMS/CVF < 0.7

30% < VEMS < 50% del predetto

VEMS/CVF < 0.7

VEMS < 30% del predetto

o VEMS < 50% del predetto più insufficienza

respiratoria cronica

Aggiungere un trattamento regolare con 1 o + broncodilatatori a lunga durata d’azione; Aggiungere riabilitazione

Aggiungere glucocorticosteroidi inalatori*

Smettere di fumare.Riduzione attiva degli altri fattori di rischio.Vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica

Aggiungere broncodilatatori a breve durata d’azione (quando necessario)

Aggiungere ossigeno-terapia a lungo termine in caso di insufficienza respiratoria Prendere in cosiderazione la terapia chirurgica

Terapia della BPCO in base allo stadio

* Le autorità regolatorie Europea (EMEA) e Italiana (AIFA) hanno approvato l’uso della combinazione salmeterolo-fluticasone in pazienti sintomatici con VEMS pre-broncodilatatore <60%.

Page 84: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Stadio ILieve

VEMS/CVF < 0.7

VEMS ≥ 80% Con o senza sintomi cronici

Caratteristiche Trattamento raccomandato

Broncodilatatori a breve durata d’azione solo al bisogno

Page 85: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Stadio IIModerata

VEMS/CVF < 0.7

VEMS ≥ 50% < 80%Con o senza sintomi cronici

Caratteristiche Trattamento raccomandato

• Broncodilatatori a breve durata d’azione al bisogno

• Trattamento regolare con uno o più broncodilatatori a lunga durata d’azione (A)

• Riabilitazione per un numero minimo efficace di sessioni (B)Le autorità regolatorie Europea (EMEA) e Italiana (AIFA) hanno approvato l’uso della combinazione

salmeterolo-fluticasone in pazienti sintomatici con VEMS pre-broncodilatatore <60%.

Page 86: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Stadio IIIGrave

VEMS/CVF < 0.7

VEMS ≥ 30% < 50%Con o senza sintomi cronici

Caratteristiche Trattamento raccomandato

• Broncodilatatori a breve durata d’azione al bisogno

• Trattamento regolare con uno o più broncodilatatori a lunga durata d’azione (A)

• Aggiunta di corticosteroidi inalatori (in pazienti con ripetute riacutizzazioni (> 3 negli ultimi 3 anni) (A)*

• Riabilitazione per un numero minimo efficace di sessioni (B)

Le autorità regolatorie Europea (EMEA) e Italiana (AIFA) hanno approvato l’uso della combinazione salmeterolo-fluticasone in pazienti sintomatici con VEMS pre-broncodilatatore <60%.

Page 87: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Stadio IVMolto Grave

VEMS/CVF < 0.7

VEMS < 30% o VEMS < 50% con insufficienza respiratoria o scompenso cardiaco destro

Caratteristiche Trattamento raccomandato

• Trattamento regolare con uno o più broncodilatatori a lunga durata

d’azione (A)

• Corticosteroidi inalatori (in pazienti con ripetute riacutizzazioni (> 3 negli ultimi 3 anni) (A)

• Riabilitazione per un numero minimo efficace di sessioni (B)

• Trattamento complicanze

• OLT (in presenza di insufficienza respiratoria)

• Considerare NPPV (in grave ipercapnia)

• Considerare un trattamento chirurgico

Page 88: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Le 4 fasi del trattamento della BPCO

• Valutazione e monitoraggio• Riduzione dei fattori di rischio• Trattamento della BPCO stabile:

– educazionale– farmacologico– non farmacologico

• Trattamento delle riacutizzazioni e della insufficienza respiratoria

Page 89: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Trattamento della BPCORiduzione dei fattori di rischio

• Importanti obiettivi per prevenire l’insorgenza e l’evoluzione della BPCO sono la riduzione dell’esposizione complessiva al fumo di tabacco, alle polveri, ai fumi, ai gas in ambito professionale, all’inquinamento degli ambienti interni ed esterni. In particolare vanno incoraggiate le normative che vietino il fumo negli ambienti pubblici e nei luoghi di lavoro e sensibilizzata la popolazione sulla necessità di non fumare nelle abitazioni.

• La cessazione del fumo è considerato l’intervento più efficace ed economicamente più vantaggioso, nella maggior parte delle persone, per ridurre il rischio di sviluppare la BPCO ed arrestarne la progressione (A).

Page 90: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Trattamento della BPCORiduzione dei fattori di rischio

•Un trattamento per la dipendenza dall’abitudine tabagica è efficace e dovrebbe essere proposto ad ogni fumatore (A).

•Alcuni tipi di intervento sono risultati i più efficaci (A) : la terapia farmacologica ed il sostegno comportamentale

L’efficacia del sostegno comportamentale aumenta in base all’intensità dell’intervento ma anche un counseling breve (3 minuti) eseguito dal medico o da altra figura sanitaria aumenta in modo significativo il numero di fumatori che smettono rispetto al tasso di cessazione ottenuto senza alcun aiuto (5 - 10 % - A).

Page 91: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO fumatore: diagnosi

La diagnosi di BPCO deve essere accompagnata da quella di tabagismo, qualora presente

La diagnosi di tabagismo deve essere riportata anche nella Scheda di Dimissione Ospedaliera- SDO (codice ICD IX CM : 305.1)

Page 92: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO fumatore: TERAPIA

• La disassuefazione dal fumo di tabacco è prioritaria e deve essere indicata al primo posto nella terapia consigliata

• Al BPCO fumatore motivato a smettere deve essere sempre offerta la possibilità di accedere agli interventi per il trattamento del tabagismo che si sono dimostrati di maggiore efficacia ( counseling intensivo associato a terapia farmacologica), anche ricorrendo agli ambulatori specialistici per la prevenzione e il trattamento del tabagismo ( Centri Antifumo)

Page 93: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Tassi di cessazione del fumoin funzione del livello di intervento

0 <3 3-10 >10 - 2 2-<4 4-8 >8 <1 2-3 4-7 >7

Durata dell’intervento Durata dell’intervento Durata dell’intervento (minuti) (settimane) (sessioni)

Rennard SI. Chest 2000; 117: 360S

0

5

10

15

20

25

Ces

sati

on

Rat

e (%

)

Page 94: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Cessazione del fumo e mortalità per tuttele cause secondo il Lung Health Study valutata a 14.5 anni di follow up

• Un programma di intervento intensivo e combinato (terapia sostitutiva nicotinica associata a sostegno motivazionale) è in grado di ridurre la mortalità per tutte le cause in fumatori asintomatici con ostruzione bronchiale.

Page 95: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Declino della funzione polmonare sopragli 11 anni secondo il Lung Health Study

B

Anno

Fumatori correnti

Cessazione definitiva del fumo

Soggetti che smettono di fumare in modo intermittente

VE

MS

% d

el p

red

ett

o

85

80

75

70

65

60

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

Anthonisen NR et al. Am J Respir Crit Care Med. 2002; 166: 675

Fumatori correnti

Soggetti che smettono di fumare in modo intermittente

Cessazione definitiva del fumo

2.92.82.72.62.52.42.32.22.12

A

VE

MS

(Li

tri)

Anno0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

Page 96: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Strategie per aiutare il pazientea smettere di fumare (le 5 A)

• Ask (chiedere) o Registrare lo stato di fumatore / non fumatore

• Advise (informare)o Danni a breve e a lungo termine del tabaccoo Benefici della cessazione

• Assess ( valutare)o Valutare la motivazione a smettere

• Assist ( assistere)o Aiutare nel tentativo di smettere

• Arrange ( organizzare)o Pianificare il follow-up o Prevenire le ricadute

Lo schema delle 5A è un utile pro-memoria per l’operatore sanitario, che può decidere di fermarsi alle prime due A realizzando il minimal advice, oppure, se le sue risorse personali e organizzative lo consentono, può completare gli interventi.

Page 97: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Trattamento della BPCORiduzione dei fattori di rischio

• Sono disponibili diverse terapie farmacologiche efficaci (A) ed almeno una di queste dovrebbe essere somministrata in aggiunta ai consigli pratici se necessario ed in assenza di controindicazioni.

• Sono considerati di prima scelta i seguenti farmaci: terapia sostitutiva nicotinica, bupropione a lento rilascio e vareniclina (livello di evidenza A).

Page 98: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Terapia sostitutiva con nicotina

TIPO DISP. DOS. N. PEZZI

GOMMA automed. 2-4 (menta) mg 30/150

CEROTTO automed. 5 (7) mg 710 (14) mg 715 (21) mg 7

INALATORE automed. 10 mg 42

CPR (subl/menta) automed. 2 mg 30/36/105

Page 99: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Trattamento della BPCORiduzione dei fattori di rischio

• Fra i nuovi farmaci, la vareniclina potrebbeavere un effetto terapeutico aggiuntivo rispetto alle terapie farmacologiche attualmente disponibili nel promuovere la cessazione della abitudine al fumo.

• Una recente metanalisi ha evidenziato che la vareniclina aumenta la probabilità di smettere di fumare di circa tre volte rispetto al placebo (astinenza continua a 12 mesi OR 3.22 ( CI 95% 2.43-4.27)

( K. Cahill, LF Stead, T. Lancaster Nicotine receptor partial agonists for smoking

cessation Cochrane Database of Systematic Reviews 2007 , Issue 1. ArtNo:CD006103)

Page 100: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Raccomandazioni della ERS Task Force per la cessazione del fumo in pazienti con malattie respiratorie• I pazienti con patologia respiratoria hanno un bisogno

maggiore e più urgente di smettere di fumare rispetto al fumatore medio; pertanto lo pneumologo dovrebbe svolgere un ruolo attivo e continuativo nel tempo per motivare e sostenere il tentativo di cessazione

• Il trattamento per smettere di fumare dovrebbe essere integrato nella gestione della patologia respiratoria di fondo

• La terapia per smettere di fumare dovrebbe comprendere sia un trattamento farmacologico che un supporto motivazionale

• Lo pneumologo dovrebbe ricevere una formazione adeguata• Risorse economiche dedicate ad implementare queste

attività dovrebbero essere individuate

( P. Tonnesen, L. Carrozzi, KO Fagerstsrom, C. Gratziou, C. Jimenez –Ruiz, S. Nardini, G. Viegi, C. lazzaro, IA Campell, E. Dagli, R. West.

Smoking cessation in patients with respiratory disease: a high priority, integral component of therapy Eur Respir J 2007; 29: 390-417)

Page 101: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Le 4 fasi del trattamento della BPCO

• Valutazione e monitoraggio• Riduzione dei fattori di rischio• Trattamento della BPCO

stabile:– educazionale– farmacologico– non farmacologico

• Trattamento delle riacutizzazioni e della insufficienza respiratoria

Page 102: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabilizzataEducazione

• L’educazione sanitaria del paziente affetto da BPCO può migliorare la sua capacità di gestire la malattia. È inoltre utile per raggiungere altri obiettivi, quale la cessazione dall’abitudine tabagica (A).

Page 103: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

A chi va rivolto l’intervento di educazione

• Operatori sanitari

• Istituzioni ed amministratori

• Popolazione generale

• Pazienti e familiari

• Caregiver

Page 104: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Evidenze sulla educazione del paziente

• L’educazione:

- riduce il rischio di ricovero per riacutizzazione

- attenua l’ansia e la depressione

- migliora la risposta alle riacutizzazioni

- non migliora i dati funzionali

• La cessazione dal fumo è efficace (A)

Page 105: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Contenuti del programma di educazione 1

Caratteristiche della malattia

Identificazione e controllo dei fattori di rischio e di aggravamento

Obiettivi della terapia

Piano terapeutico scritto

Utilizzo dei farmaci

Monitoraggio della malattia

Page 106: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Contenuti del programma di educazione 2

Ossigenoterapia

Ventiloterapia

Gestione delle attività quotidiane

Esplicitazione delle preferenze e delle aspettative

Contratto educativo

Page 107: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Contenuti del programmaeducativo: le attese del Paziente

Conoscenza della malattia

Gestione della dispnea e degli altri sintomi

La riacutizzazione: come riconoscerla e affrontarla.

Uso dei farmaci

Il supporto psicosociale

Il welfare e i benefici sul piano amministrativo

Page 108: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Contratto educativo ad personam

• Identificazione dei problemi, delle richieste e delle aspettative;

• Definizione e condivisione degli obiettivi, che vanno adattati alle reali attitudini e capacità del paziente, quali risultano da una valutazione dello stato cognitivo e affettivo, del livello attuale di autonomia, della disponibilità di supporto familiare e/o formale e della situazione abitativa;

• Valutazione dei risultati secondo metodi standardizzati e ripetibili

Page 109: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Metodi educativi

interventi individuali o di gruppo+/-

sussidi visivi o audiovisivi+/-

materiale scritto+/-

Internet

Page 110: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Programmi di educazione del Paziente: raccomandazioni

• Pur se dotati di una componente iniziale di gruppo, dovrebbero essere individualizzati e caratterizzati da un richiamo periodico del loro contenuto.

• In rapporto al variare delle necessità con la gravità della BPCO può servire l’apporto di particolari competenze professionali, ad es. del terapista occupazionale se l’autonomia personale è limitata.

Page 111: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Obiettivi del programma educativo

Procedurali Acquisizione di conoscenze (es. Bristol COPD Knowledge Questionnaire)

Di prodotto, oggettivi Riduzione fabbisogno di cure (es. prevenzione ricovero, riduzione visite mediche) e miglioramento autonomia funzionale (es. IADl, 6’WT)

Di prodotto, soggettivi Miglioramento stato di salute (es. questionario di S George)

Di prodotto, indicatori indiretti

Aderenza a norme basate sull’evidenza (es. esecuzione della mineralometria ossea o della vaccinazione antiinfluenzale)

Page 112: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Approccio progressivo alla educazione nel paziente con BPCO

Emergenza

STEP 4Molto Grave

STEP 3Grave

STEP 2Moderata

STEP 1Lieve

STEP 0A rischio

++++

++++

++++

++++

++++

++++

++++

++++

++

++++

++++

+++

+++

++++

--

-

++

++++

++++

Educazione anti-fumo

Tecniche terapeutiche

Vita quotidiana

Ob

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ibil

e

Page 113: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Le 4 fasi del trattamento della BPCO

• Valutazione e monitoraggio• Riduzione dei fattori di rischio• Trattamento della BPCO

stabile:– educazionale– farmacologico– non farmacologico

• Trattamento delle riacutizzazioni e della insufficienza respiratoria

Page 114: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

1. Valutazione e monitoraggio

2. Riduzione dei fattori di rischio

3. Trattamento della BPCO stabile:

educazionale

farmacologico

non farmacologico

4. Trattamento delle riacutizzazioni e della insufficienza respiratoria

Le 4 fasi del trattamento della BPCO

Page 115: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabile

La terapia farmacologica regolare è importante per ridurre le riacutizzazioni, migliorare i sintomi, migliorare la qualità della vita, aumentare la tolleranza allo sforzo (A) e può aumentare

la sopravvivenza (B)..

I risultati di due grandi trial clinici recentemente pubblicati (TORCH NEJM 2007; UPLIFT NEJM 2008) indicano che le terapie inalatorie attualmente disponibili possono migliorare la prognosi nei pazienti con BPCO

Tashkin DP, NEJM; 2008; 359:1543

Calverley PMA et al, NEJM 2007; 356:775

Celli B et al AJRCCM 2008; 178: 332-8

Page 116: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Obiettivi del trattamento farmacologico:1. Ridurre il numero e la gravità delle

riacutizzazioni2. Migliorare i sintomi e la qualità della vita

3. Aumentare la tolleranza allo sforzo e migliorare le alterazioni funzionali (ostruzione, iperinsufflazione polmonare, lavoro respiratorio)

4. Rallentare la progressione della malattia5. Aumentare la sopravvivenza

BPCO stabile

Page 117: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Categorie di terapie utilizzate:

Beta-2 agonisti e anticolinergici (A) Corticosteroidi inalatori in associazione ai broncodilatatori a lunga durata d’azione (A) Vaccino antinfluenzale (A) Vaccino antipneumococcico (B) Teofillina (B) Immunomodulatori (B) Antiossidanti (B) Mucolitici (D)

BPCO stabile

Page 118: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

I broncodilatatori hanno un ruolo centrale nel trattamento della BPCO.

La via di somministrazione raccomandata è quella inalatoria.

I broncodilatatori a lunga durata d’azione sono i farmaci più efficaci nel trattamento regolare (A) per controllare o migliorare i sintomi e lo stato di salute.

I beta2-agonisti e gli anticolinergici a lunga durata d’azione sono i broncodilatatori di prima scelta (A).

BPCO stabileBroncodilatatori

Page 119: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

L’aggiunta della teofillina, in considerazione dei possibili effetti collaterali e della necessità di monitoraggio dei livelli plasmatici, deve essere valutata nel singolo pazientein termini di rapporto rischio/beneficio.

BPCO stabileBroncodilatatori

Page 120: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

La somministrazione di broncodilatatori a lunga durata d’azione (formoterolo, salmeterolo, tiotropio) è più efficace dei farmaci a breve durata d’azione (A) e può migliorare la compliance.

L’uso di più broncodilatatori a diverso meccanismo d’azione migliora l’efficacia del trattamento (A).

BPCO stabileBroncodilatatori

Page 121: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

L’efficacia dei broncodilatatori va valutata sia in termini di miglioramento funzionale (dell’ostruzione bronchiale e/o dell’iperinflazione polmonare) che di miglioramento dei sintomi, della tolleranza allo sforzo e della qualità della vita (A).

La mancata risposta spirometrica, in presenza di miglioramento soggettivo (sintomi), non è motivo di interruzione del trattamento.

BPCO stabileBroncodilatatori

Page 122: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabile: Terapia con anticolinergici long- acting

• Uno studio recente, controllato a doppio cieco contro placebo, ha valutato su 5993 pazienti la possibilità di

rallentare il declino del FEV1 per effetto dell’assunzione di tiotropio alla dose di 18 mcg die, indipendentemente

dalle terapie concomitanti. Erano consentiti tutti i farmaci per la BPCO, esclusi gli anticolinergici.

• Il FEV1 medio all’inizio era pari al 48%; 46% della casistica presentava una BPCO di grado II (moderato della

classificazione GOLD).

• Al termine dello studio le differenze delle velocità di declino tra gruppi non erano significative.

• A supporto dei precedenti studi, nei pazienti trattati con tiotropio si è verificata riduzione significativa del

rischio di riacutizzazione, di ospedalizzazione per riacutizzazione e di insufficienza respiratoria e un

miglioramento della qualità della vita

»

Tashkin DP, NEJM; 2008; 359:1543

Page 123: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabile: Terapia con anticolinergici long

acting

• Una analisi post-hoc ha mostrato che nel sottogruppo di pazienti che non

assumeva LABA o ICS al momento dell’arruolamento, il trattamento continuativo

con tiotropio rallenta va significativamente il declino funzionale (VEMS post-

broncodilatore) di 7 ml/anno.

• Inoltre l’analisi della mortalità a 4 anni ha mostrato una significativa riduzione

(13%) nei pazienti trattati con tiotropio rispetto al placebo. Nell’analisi che ha

considerato i 4 anni di trattamento + i 30 giorni di follow up, la differenza di

mortalità fra i 2 gruppi (11%) non era statisticamente significativa

• Il trattamento per 4 anni con l’anticolinergico long acting tiotropio non ha

mostrato eventi avversi maggiori e ha ridotto la morbidità cardiovascolare

Tashkin DP, NEJM; 2008: 359:1543

Page 124: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Il trattamento regolare con corticosteroidi inalatori è indicato nei pazienti con VEMS ≤ 50% del teorico (Stadio III: grave e Stadio IV: molto grave) con riacutizzazioni frequenti (3 o più negli ultimi 3 anni) trattate con corticosteroidi sistemici e/o antibiotici (A).

BPCO stabileCorticosteroidi Inalatori

Page 125: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Il trattamento regolare con corticosteroidi inalatori

dei pazienti con BPCO grave (Stadio III) o molto grave (Stadio IV) determina un miglioramento dei sintomi,

della funzione polmonare, della tolleranza allo sforzo

e della qualità della vita, e una riduzione del numero

e della gravità delle riacutizzazioni (A).

L’ uso dei corticosteroidi inalatori va valutato in relazione ai rischi di effetti collaterali nei

pazienti trattati cronicamente a dosi elevate.

BPCO stabilizzataCorticosteroidi Inalatori

Page 126: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Nei pazienti in cui sono indicati sia i Beta-2- agonisti a lunga durata d'azione che i corticosteroidi inalatori (BPCO moderato-grave, molto grave), la somministrazione di questi farmaci in combinazione mostra una migliore efficacia rispetto ai singoli componenti su diversi parametri clinico-funzionali (A).

L'uso delle combinazioni precostituite (salmeterolo più fluticasone, formoterolo più budesonide) può migliorare l'aderenza al trattamento (C).

BPCO stabileTerapia combinata con Corticosteroidi Inalatori + Beta-2- agonisti long acting

Page 127: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

In un recente studio clinico prospettico randomizzato e controllato condotto su oltre 6000 pazienti, l’associazione salmeterolo/fluticasone ha ridotto la mortalità (obbiettivo primario dello studio) del 17,5%, riduzione ai limiti della significatività statistica.

A supporto dei precedenti studi condotti su pazienti più gravi, nello stesso studio tale combinazione è risultata superiore ai singoli componenti ed al placebo su alcuni importanti parametri clinici (stato di salute, frequenza delle riacutizzazioni, uso di steroidi orali) in pazienti con VEMS pre-broncodilatatore < 60% e senza storia di frequenti riacutizzazioni.

I risultati supportano l’uso di questa terapia in pazienti di gravità spirometrica minore rispetto a quelli indicati dalle linee guida precedenti, (VEMS prebroncodilatatore <60%). Tale raccomandazione è stata approvata dall'autorità regolatoria Europea (EMEA) e Italiana (AIFA)

BPCO stabile: Terapia combinata con Corticosteroidi Inalatori + Beta-2- agonisti long acting

Calverley PMA et al, NEJM 2007; 356:775

Page 128: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Una analisi post-hoc di questo studio sugli effetti dei trattamenti farmacologici in studio sul declino funzionale ha mostrato che il trattamento inalatorio continuativo rallenta significativamente il declino funzionale (VEMS) di 16ml/anno nei pazienti trattati con la associazione salmeterolo/fluticasone e di 13 ml/anno nei pazienti trattati con futicasone o salmeterolo

Nello stesso studio è stato rilevato un aumento significativo di polmoniti nei pazienti che hanno assunto la terapia di combinazione, legato all’impiego del fluticasone. Questo incremento, non confermato radiograficamente, non ha determinato un aumento nel numero dei decessi. Un'analisi post hoc dello studio ha rilevato che i pazienti a maggiore rischio di sviluppare polmonite, indipendentemente dal trattamento, sono i soggetti più anziani, quelli con un indice di massa corporea più basso (<25kg/m2) ed i pazienti affetti da una forma molto grave della malattia (FEV1<30% del teorico).

La monoterapia con ICS era associata ad un significativo aumento di mortalità rispetto alla combinazione, il che conferma la raccomandazione delle attuali linee guida che non prevede l'uso degli ICS da soli nella BPCO.

Il trattamento per 3 anni con il B2 agonista a lunga durata d’azione salmeterolo non ha mostrato eventi avversi maggiori

BPCO stabile: Terapia combinata con Corticosteroidi Inalatori + Beta-2- agonisti long acting

Calverley PMA et al, NEJM 2007; 356:775

Celli B et al AJRCCM 2008; 178: 332-8

Page 129: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Terapia inalatoria nella BPCO

• Nella BPCO in fase stabile non sono state dimostrate significative differenze nel migliorare la funzione respiratoria con l’uso di broncodilatatori erogati mediante diversi inalatori: nebulizzatori, spray predosati (MDI), MDI con distanziatori, inalatori di polveri (DPI) (A), ma i nebulizzatori non sono consigliati per un trattamento prolungato perché sono costosi e richiedono un’appropriata manutenzione.

Page 130: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Terapia inalatoria nella BPCO: La scelta dell’inalatore

La scelta dell’inalatore più adatto dovrebbe tenere in considerazione:

• L’abilità del paziente nell’usare correttamente l’inalatore prescritto.

• La preferenza espressa dal paziente

• Il tempo necessario per istruire il paziente all’impiego di quel particolare inalatore e per monitorarne il corretto impiego

• La possibilità di usare lo stesso tipo di inalatore per somministrare tutti i farmaci necessari al trattamento

• La comodità del paziente, della famiglia e dello staff medico in termini di tempo per somministrare il farmaco, necessità di effettuare la manutenzione, trasportabilità e pulizia dell’inalatore.

• Il costo della terapia.

Page 131: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabileAltri trattamenti

• La vaccinazione antinfluenzale riduce del 50% la comparsa di patologie gravi e la mortalità (A).

• Le vaccinazioni antinfluenzale ed antipneumococcica per via parenterale dovrebbero essere offerte a tutti i pazienti con BPCO. (B)

• Gli antiossidanti possono ridurre la frequenza di riacutizzazioni nei soggetti non in trattamento regolare con steroidi inalatori (B).

• Gli immunomodulanti possono ridurre la frequenza di riacutizzazioni, tuttavia non vi è sufficiente evidenza per raccomandarne l’uso.

• Per altri farmaci (mucolitici, antitussivi, stimolanti respiratori, etc.) l’evidenza di efficacia è scarsa.

Page 132: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Le 4 fasi del trattamento della BPCO

• Valutazione e monitoraggio• Riduzione dei fattori di rischio• Trattamento della BPCO

stabilizzata:– educazionale– farmacologico– non farmacologico

• Trattamento delle riacutizzazioni e della insufficienza respiratoria

Page 133: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabileTerapie non farmacologiche

• Riabilitazione

• Ossigenoterapia lungo termine

• Ventilazione meccanica a lungo termine

• Terapia chirurgica

Page 134: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabileTerapie non farmacologiche

Riabilitazione

• Il trattamento riabilitativo strutturato è in grado di determinare miglioramento di capacità di esercizio fisico, dispnea e qualità della vita (A) indipendentemente dal livello di ostruzione delle vie aeree (B) e dalla presenza di insufficienza respiratoria (C).

• Risultati positivi sono riscontrati in programmi in regime di degenza, di day-hospital e domiciliare (A). L’opzione migliore può dipendere da fattori legati al paziente.

• L’effetto positivo ottenuto in seguito a riabilitazione si osserva in funzione della durata e del numero di sedute e tende a mantenersi almeno entro 1 anno dal termine del programma (B).

• Ogni ulteriore beneficio in seguito a ripetizione annuale di riabilitazione si traduce in un possibile vantaggio in termini di ricoveri e riacutizzazioni (B).

Page 135: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabileTerapie non farmacologiche

Riabilitazione

• Quando indicato il trial di allenamento agli arti superiori può produrre un miglioramento funzionale selettivo (B).

• L’effetto positivo dell’allenamento dei muscoli respiratori appare limitato a pazienti con forza inspiratoria più compromessa ma può essere prolungato nel tempo (B).

• L’educazione del paziente può avere effetti positivi sul “management” del paziente (B-C).

Page 136: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabileTerapie non farmacologiche

Riabilitazione

• L’uso di ossigeno nei pazienti normossiemici a riposo e che desaturano durante l’esercizio migliora i sintomi e la tolleranza allo sforzo, tuttavia non vi è evidenza che migliori gli effetti della riabilitazione (C).

• Lo stato nutrizionale espresso dal peso corporeo (BMI, IBW) è un fattore indipendente di influenza sulla sopravvivenza e su misure di outcome di trattamento (A).

• L’implementazione nutrizionale non appare una componente determinante per la sopravvivenza ed il miglioramento funzionale del paziente (C).

Page 137: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Programmi riabilitativi

• “Un programma di riabilitazione deve prevedere un numero di sessioni minime efficaci (per quanto noto ad oggi non inferiore a 12) (B); maggiore è la durata del trattamento più questo risulterà efficace (B)”

Page 138: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabileTerapie non farmacologiche

Terapia chirurgica

• La bullectomia può migliorare sintomi e funzione in casi altamente selezionati (C).

• La riduzione chirurgica di volume polmonare è controindicata in pazienti ad alto rischio (VEMS <20% e/o DLCO <20% del teorico) (B).

• Tuttavia, è una terapia che può aumentare la sopravvivenza in pazienti selezionati (con predominanza di enfisema ai lobi superiori associata a ridotta tolleranza allo sforzo) (B).

• La riduzione volumetrica di enfisema per via broncoscopica si propone come scelta alternativa (C).

• Il trapianto polmonare per enfisema può migliorare la qualità della vita e la funzionalità in casi selezionati (C), ma non migliora la sopravvivenza a lungo termine (C).

Page 139: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabileTerapie non farmacologiche

Ossigenoterapia a lungo termine

• L’ossigenoterapia a lungo termine (≥ 15 ore/die) nei pazienti con insufficienza respiratoria cronica si è dimostrata efficace nell’aumentare la sopravvivenza (A).

• Si suggerisce un utilizzo più vicino possibile alle 24 ore/die (A).

• L’efficacia della OLT in pazienti con ipossiemia intermittente (notturna, da sforzo) non è provata.

• L’ossigenoterapia a lungo termine consente di ridurre i giorni di ospedalizzazione del 43.5%, le percentuali di ricovero del 23.8% ed il numero di pazienti con almeno un’ospedalizzazione del 31.2%.

Page 140: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

BPCO stabileTerapie non farmacologiche

Ventilazione meccanica a lungo termine

• La ventilazione meccanica non invasiva a pressione positiva (NPPV) in aggiunta alla OLT può migliorare gli scambi respiratori, i sintomi, la qualità della vita, ma non la sopravvivenza, in pazienti ipercapnici con BPCO stabile (B).

Page 141: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Le 4 fasi del trattamento della BPCO

• Valutazione e monitoraggio• Riduzione dei fattori di rischio• Trattamento della BPCO

stabile:– educazionale– farmacologico– non farmacologico

• Trattamento delle riacutizzazioni e dell’insufficienza respiratoria

Page 142: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Riacutizzazioni

• Le riacutizzazioni sono eventi clinici importanti nella storia della BPCO.

• La loro frequenza aumenta con la gravità dell’ostruzione bronchiale.

• Frequenti riacutizzazioni possono comportare il peggioramento dello stato di salute ed un aumento della mortalità.

• Costi: oltre il 50% dei costi diretti della BPCO sono riferibili alle riacutizzazioni.

Page 143: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

RiacutizzazioniDefinizione

La riacutizzazione è definita come un peggioramento della sintomatologia tale da comportare una modificazione della terapia

Peggioramento dei sintomi • tosse• dispnea• variazioni qualitative e/o quantitative dell’espettorato

Criteri accessori• variazione es. obiettivo polmonare• febbre• edemi declivi

Page 144: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Riacutizzazioni

Caratteristiche

• Aumento dell’infiammazione delle vie aeree

Eziologia

Parte delle riacutizzazioni della BPCO ha eziologia sconosciuta. Le infezioni sembrano tuttavia avere un ruolo significativo.

• Virus respiratori: fino al 50% dei casi nelle riacutizzazioni gravi.

• I batteri più frequentemente riscontrati sono: H. influenzae, S. pneumoniae, M.catarrhalis.

• Nuovi ceppi dello stesso batterio aumentano il rischio di riacutizzazioni.

• L’ inquinamento atmosferico (biossido di azoto, particolato (PM10), biossido di zolfo, ozono) può essere causa di riacutizzazione.

Page 145: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

• Sono più frequenti- quando è presente colonizzazione batterica- nei pazienti con maggiore infiammazione

bronchiale in fase di stabilità

• Sono più gravi- nei pazienti con rilevante ostruzione bronchiale- nei pazienti con frequenti riacutizzazioni

• La mortalità nelle ospedalizzazioni può superare il 10%

Riacutizzazioni

Page 146: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Algoritmo per la gestione della riacutizzazione della BPCO a domicilio

Inizio o aumento dei broncodilatatori

Rivalutare entro poche ore

Risoluzione o miglioramentodei segni e dei sintomi

Nessun miglioramento

Continuare il trattamento riducendolo quando è possibile

Rivalutare entro poche ore

Rivalutare il trattamento a lungo termine

Peggioramento dei sintomi

Ospedalizzazione

Corticosteroidi per via orale

eventuale antibioticoterapia

Page 147: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Riacutizzazioni

Trattamento domiciliare (a prescindere dallo stadio di malattia prima della riacutizzazione)

I broncodilatatori a rapida insorgenza d’azione somministrati per via inalatoria (b2-agonisti e/o anticolinergici), ed i glucocorticoidi sistemici, preferibilmente quelli orali, sono i farmaci di scelta per il trattamento domiciliare delle riacutizzazioni della BPCO (A).

Page 148: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Riacutizzazioni

• I pazienti che presentano riacutizzazioni con segni clinici di infezione bronchiale (cioè aumento del volume e viraggio di colore dell’escreato e/o febbre) possono trarre beneficio da una terapia antibiotica (B).

• La scelta dell’antibiotico da utilizzare deve tener conto delle resistenze batteriche a livello locale.

• In presenza di sintomi maggiori di riacutizzazione il dosaggio della PCR può essere di utilità nella diagnosi.

Page 149: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Gruppo B più P. aeruginosa

Riacutizzazione grave con fattori di rischio per infezione da P. aeruginosa

Gruppo C

Gruppo A più microrganismi resistenti (produttori di -lattamasi, S. pneumoniae penicillina resistenti), Enterobacteriaceae (K. pneumoniae, E. coli,

Proteus, Enterobacter, ecc.)

Riacutizzazione moderata con uno o più fattori di rischio per esito infausto

Gruppo B

H. influenzaeS. pneumoniaeM. catarrhalisChlamydia pneumoniaeVirus

Riacutizzazione lieve: nessun fattore di rischio per esito infausto

Gruppo A

MicrorganismiDefinizioneaGruppo

Stratificazione dei pazienti con BPCO riacutizzata per il trattamento antibiotico ed il microrganismo potenzialmente coinvolto in ciascun gruppo

a Fattori di rischio per esito infausto in pazienti con riacutizzazione di BPCO: presenza di comorbidità, BPCO grave, frequenti riacutizzazioni (>3/anno) e terapia antibiotica negli ultimi tre mesi

RiacutizzazioniTerapia antibiotica

Page 150: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Fluorochinolonici (Ciprofloxacina Levofloxacina ad alte dosic)

o b-lattamici con attività su

P.aeruginosa

In pazienti a rischio per infezioni da Pseudomonas:

Fluorochinolonici (Ciprofloxacina Levofloxacina ad alte dosic)

Gruppo C

b-lattamici/inibitori delle b-lattamasi

(Amoxicillina/Ac. Clavulanico, Ampicillina/Sulbactam)

Cefalosporine di 2° o 3° generazione

Fluorochinolonicie (Levofloxacina,

Moxifloxacina)

Fluorochinolonici • Gemifloxacina• Levofloxacina• Moxifloxacina

b-lattamici/inibitori delle b-lattamasi (Amoxicillina/Ac. Clavulanico)Gruppo B

b-lattamici/inibitori delle b-lattamasi

(Amoxicillina/Ac. Clavulanico) Macrolidi

• Azitromicina• Claritromicina• Roxitromicina

Cefalosporine di 2° o 3° generazione

Ketolidi (telitromicina)

I pazienti con un unico sintomonon dovrebbero essere trattati conantibioticiSe vi è indicazione: b-lattamici (Penicillina,

Ampicillina/Amoxicillinab) Tetracicline Trimetoprim/ Sulfametossazolo

Gruppo A

Trattamento parenterale(senza particolare ordine)

Trattamento orale alternativo (senza particolare ordine)

Trattamento orale (senza particolare ordine)

Trattamento antibiotico nella riacutizzazioni di BPCO a

a. Nei paesi con alta incidenza di S. pneumoniae resistente alla penicillina si raccomandano alti dosaggi di Amoxicillina o Amoxicillina/Ac. Clavulanico. b. L’uso di questo antibiotico non è appropriato nelle aree dove è alta la prevalenza di H.infuenzae produttori di b-lattamasi e di M.catarrhalis e/o S. pneumoniae resistenti alla penicillina.c. La dose efficace contro lo P.aeruginosa è 750 mg.

Page 151: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

RiacutizzazioniCRITERI per la richiesta di valutazione specialistica o di

OSPEDALIZZAZIONE

• Marcato aumento dell’intensità dei sintomi come ad esempio, comparsa della dispnea a riposo • Riacutizzazione nel paziente classificato come BPCO grave• Comparsa di nuovi segni obiettivi (cianosi, edemi periferici)• Mancata risposta al trattamento od impossibilità di rivalutazione • Presenza di importanti patologie concomitanti• Aritmie di nuova insorgenza• Dubbio diagnostico• Età avanzata• Comparsa di disturbo del sensorio• Non autosufficienza e/o mancato supporto familiare

Page 152: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

RiacutizzazioniTrattamento delle riacutizzazioni del paziente ospedalizzato

Valutare la gravità dei sintomi ed i valori di PaO2 e PaCO2, Rx torace, ECG Somministrare O2 terapia fino a raggiungere SaO2>90% e <96%

(pulsossimetria) ed eseguire EGA dopo 30 min Broncodilatatori:

- aumentare la dose o la frequenza di somministrazione- associare Beta 2 agonisti a rapida insorgenza d’azione ed

anticolinergici, utilizzare distanziatore o nebulizzatore

- considerare l’aggiunta di aminofillina e.v. Considerare antibioticoterapia Considerare NIMV

In ogni caso: - valutare nutrizione e bilancio idrico- considerare l’utilizzo di eparina a basso peso molecolare- identificare e trattare le possibili comorbidità (insufficienza di

altri organi, aritmie)- monitorare lo stato del paziente

Considerare intervento riabilitativo post-acuto precoce (Evidenza B)

Page 153: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Trattamento della BPCORiacutizzazione di BPCO con insufficienza respiratoria acuta

Quadro clinico di riacutizzazione grave (dispnea, tachipnea, respiro paradosso)

+PaO2/FiO2 < 300 e/o SaO2 < 90 % in aria ambiente

con o senza acidosi respiratoria

Page 154: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Trattamento della BPCOTrattamento Insufficienza respiratoria acuta da riacutizzazione di BPCO

• Terapia Medica • Ossigenoterapia

• Assistenza ventilatoria meccanica– invasiva– non invasiva (NIMV):

• a pressione positiva• a pressione negativa

Page 155: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Trattamento della BPCOTrattamento Insufficienza respiratoria acuta da riacutizzazione di BPCO Ossigenoterapia

• Il target è mantenere una PaO2> 60 mmHg senza

contestualmente aumentare la PaCO2

• PaO2 e PaCO2 andrebbero nuovamente misurati 30’ dopo l’arrivo in reparto

• La maschera di Venturi garantisce un più accurato controllo della Fi02, ma è meno tollerata

delle cannule nasali

Page 156: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

RiacutizzazioniNIMV- Indicazioni

Dispnea a riposo con uso evidente dei muscoli respiratori accessori e/o paradosso addominale

• Frequenza respiratoria > 25/m • Acidosi respiratoria pH < 7.36• PaCO2 >45 mmHg

dopo ottimizzazione della terapia medica e dell’ossigenoterapia.

Page 157: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

RiacutizzazioniNPPV

La ventilazione meccanica non invasiva a pressione positiva(NPPV) è la tecnica di assistenza ventilatoria più utilizzata nella modalità CPAP (Continous Positive Airway Pressure) + PS (Pressione di Supporto) nei pazienti con acidosi respiratoria.

Page 158: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

RiacutizzazioniNPPV

La ventilazione meccanica non invasiva a pressione positiva (NPPV): • migliora la PaO2 e la PaCO2 ed il pH arteriosi (A);

• riduce la mortalità ospedaliera, la necessità di intubazione e la durata della degenza ospedaliera (A);

• favorisce lo svezzamento dal ventilatore (A);

• riduce la mortalità ad un anno (C).

Page 159: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

RiacutizzazioniNPV

La ventilazione meccanica a pressione negativa (NPV) in corso di riacutizzazione:

• migliora i livelli di PaO2 e di PaCO2 ematici e il pH (B);

• riduce il tasso di mortalità ospedaliera, la necessità di ventilazione meccanica invasiva e la degenza ospedaliera (B);

• è stata proposta in caso di fallimento della NPPV prima di prendere in considerazione la intubazioneendotracheale (C).

Page 160: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

RiacutizzazioniCriteri di esclusione della NPPV

(anche 1 solo criterio)

• Arresto respiratorio

• Instabilità emodinamica (ipotensione, aritmie gravi, infarto miocardico)

• Coma, paziente non collaborante

• Secrezioni vischiose e/o abbondanti, incapacità di proteggere le vie aeree

• Recente chirurgia facciale o addominale

• Trauma facciale, anormalità naso faringea

• Insufficienza multiorgano

Page 161: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

RiacutizzazioniCriteri di esclusione della NPV

(anche 1 solo criterio)

• Arresto respiratorio

• Instabilità emodinamica (ipotensione, aritmie gravi, infarto miocardico)

• Recente chirurgia addominale, pelvica e/o toracica

• Trauma toracico

• Insufficienza multiorgano

• Presenza di Sindrome delle apnee ostruttive

Page 162: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Gravità Intervento

Degenza ordinaria

UMR

UTIIR

UTIR se non MOFUTI se MOF

pH > 7.36

pH 7.36 -7.30

pH <7.30; Paz. Vigile

Farmaci+Ossigeno

NIMV+ Terapia Medica

NIMV

IOT o NPPVo NPV

pH < 7.25 e/o Alterazione dello stato neurologico,

Fatica muscolare,Indicazione alla IOT,

MOF

NIMV: Indicazioni sulla sede di applicazione

Luogo di cura

IOT: Intubazione Oro-TrachealeMOF: Multi Organ FailureUMR: Unità di Monitoraggio RespiratorioUTIIR: Unità di Terapia Intensiva Intermedia RespiratoriaUTIR: Unità di Terapia Intensiva RespiratoriaUTI: Unità di Terapia Intensiva

Trattamento

Page 163: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Fattori determinantiil successo della NIMV

• La migliore riuscita della NIMV dipende da fattori locali come il “training” e l’esperienza dello staff (C), le risorse disponibili (n° dei letti, personale, strumentazione) e il sistema di monitoraggio.

• Esistono altresì criteri “predittivi” di possibile fallimento della NIMV (es. mancato miglioramento del pH dopo 1-2 h di ventilazione,presenza di comorbidità, scarsa tolleranza, stato funzionale respiratorio gravemente compromesso).

Page 164: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Indicazioni per l’intubazione

• Arresto respiratorio

• Instabilità emodinamica (ipotensione, aritmie gravi, infarto miocardico)

• Coma, paziente non collaborante

• Secrezioni vischiose e/o abbondanti, incapacità di proteggere le vie aeree

• Recente chirurgia facciale o addominale

• Trauma facciale - anormalità naso faringea

• Insufficienza multiorgano

• FALLIMENTO NIMV (B)

• (peggioramento clinico/gasanalitico entro 1-2 ore o mancato miglioramento dopo 4-6 ore)

Page 165: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

Dove trattare il paziente con BPCO riacutizzata grave

• Il trattamento della BPCO riacutizzata grave in Unità di Terapia Intensiva Respiratoria (UTIR)

può ridurre di circa la metà il costo-paziente senza peggiorare il risultato clinico rispetto al ricovero nelle terapie intensive generali (Rianimazioni).

Page 166: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

http://www.goldcopd.org

Sito GOLD - Italia

http://www.goldcopd.it

Sito GOLD - Internazionale

Page 167: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

www.goldcopd.it

News ed eventi GOLD/BPCO;

Archivio eventi;

Newsletter e servizi;

Archivio newsletter;

Possibilità di registrarsi: per essere informati sulle attività e gli eventi relativi alla BPCO;

Videoanimazioni: Spirometria, BPCO, ecc.

Aggiornamento informazioni scientifiche ed

organizzative;

Messaggistica e scambio in tempo reale di informazioni;

Links per dare visibilità e diffusione;

Webseminars ed e-learning.

Page 168: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

WorkshopLinee-Guida

ItalianeModena

4 – 6 Marzo 2010

Progetto Mondiale BPCOi due eventi principali 2009/2010

WORLD COPD DAYRoma 18 Novembre 2009

In collaborazione con Associazione Italiana Pazienti

BPCO

L’evento scientifico

ATTIVITÀ CONTINUA DI FORMAZIONE MEDICA E DI DIVULGAZIONE LINEE GUIDA

L’evento divulgativo

Page 169: lobal Initiative for Chronic bstructive ung isease

United StatesUnited States

United Kingdom

ArgentinaArgentina

AustraliaAustralia BrazilBrazil

Austria

Canada

CanadaCanada

Chile

Belgium

ChinaChina

DenmarkDenmark

ColumbiaColumbia

Costa Rica

CroatiaCroatia

EgyptEgypt

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