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LEXIA. RIVISTA DI SEMIOTICA

LEXIA. JOURNAL OF SEMIOTICS

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LexiaRivista di semiotica

Direzione / DirectionUgo VOLLI

Comitato di consulenza scientifica /Scientific committeeFernando ANDACHTKristian BANKOVPierre–Marie BEAUDEDenis BERTRANDOmar CALABRESE †Marcel DANESIRaúl DORRARuggero EUGENIGuido FERRAROJosé Enrique FINOLBernard JACKSONEric LANDOWSKIGiovanni MANETTIDiego MARCONIGianfranco MARRONEIsabella PEZZINIRoland POSNERMarina SBISÀMichael SILVERSTEINDarcilia SIMÕESFrederik STJERNFELTPeeter TOROPEero TARASTIPatrizia VIOLI

Redazione / EditorMassimo Leone

Editori associati di questo numero /Associated editors of this issuePierre-Marie Beaude, Laura Bonato, Jean-JacquesBoutaud, Leonardo Caffo, Alessandra Chiappori,Elena Codeluppi, Cristina Demaria, Nicola Dusi,Ruggero Eugeni, Giovanni Filoramo, AliceGiannitrapani, Giorgio Grignaffini, AlessandraGuigoni, Stefano Jacoviello, Giovanni Leghissa,Massimo Leone, Paul Manning, Gabriele Marino,Gianfranco Marrone, Beatrice Morandina, MarinaRamos Serrano, Simon Rodway, Laura Rolle, MariaAlexandra Salamanques Amiel, Antonio Santangelo,Davide Sisto, Lucio Spaziante, Simona Stano, MattiaThibault, Federica Turco

Sede legale / Registered OfficeCIRCE “Centro Interdipartimentaledi Ricerche sulla Comunicazione”con sede amministrativa pressol’Università di TorinoDipartimento di Filosofiavia Sant’Ottavio, 2010124 TorinoInfo: [email protected]

Registrazione presso il Tribunale diTorino n. 4 del 26 febbraio 2009

Amministrazione e abbonamenti /Administration and subscriptionsAracne editrice int.le S.r.l.via Quarto Negroni, 1500040 Ariccia (RM)[email protected] Name: aracneeditricewww.aracneeditrice.it

La rivista può essere acquistata nella sezioneacquisti del sito www.aracneeditrice.itÈ vietata la riproduzione, anche parziale, conqual siasi mezzo effettuata compresa la fotoco-pia, an che a uso interno o didattico, non auto-rizzata

I edizione: giugno 2015ISBN 978-88-548-XXXX-XISSN 1720-5298-19

Stampato per conto della Aracne editriceint.le S.r.l. nel mese di novembre 2014 pressola tipografia «Ermes. Servizi EditorialiIntegrati S.r.l. » di Ariccia (RM).

«Lexia » adotta un sistema di doppio refe-raggio anonimo ed è indicizzata in SCO-PUS-SCIVERSE«Lexia » is a double-blind peer–reviewed jour-nal, indexed in SCOPUS-SCIVERSE

Lexia. Rivista di semiotica, –Cibo e identità culturale

Lexia. Journal of Semiotics, –Food and Cultural Identity

a cura diedited by

Simona Stano

Contributi di

Simona StanoUgo Volli

Dario ManganoAnne Parizot

Kilien StengelJean-Jacques Boutaud

Francesco GalofaroFranciscu Sedda

Francesco MangiapaneClémentine Hugol-Gential

Alexandre EyriesPascal Lardellier

Alain PerussetStefano Traini

Massimo LeoneStéphane DufourDario Martinelli

Elisa GastiBruno Surace

Diego MatéGianfranco MarroneJean-Paul Petitimbert

Audrey MoutatMarianna Boero

Alessandra ChiapporiFrancesco Buscemi

Giacomo FestiAxel GryspeerdtAndrea Catellani

Paola MulasJenny Ponzo

Lorenzo BianciardiGuido Ferraro

Copyright © MMXVAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: giugno

La ricerca che ha portato a questo volume è stata finanziata e svoltapresso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione

dell’Università degli Studi di Torino con la collaborazionedell’Università Italo-Francese (UIF/UFI) e dell’Université de Bourgogne (UB).

Indice / Table of Contents

Prefazione / PrefaceSimona Stano

Parte ITeorie

Part ITheories

Note per una semiotica del ciboSimona Stano

Du goût alimentaire au goût esthétique... et retourUgo Volli

Il senso del buono. Dieci tesi per una teoria del food designDario Mangano

Gastronomie : entre transparence et opacité. Un jeu d’ombre etde lumièreAnne Parizot

La dégustation du vin : un acte expérientiel et identitaire entrethéâtralisation et culturalisationKilien Stengel

Parte IICibosfere e identità culturali

Part IIFoodspheres and Cultural Identities

. “Traduzioni” alimentari /Food “Translations”

L’alimentation entre identité et altérité. Le Soi et l’Autre sousdifférents régimesSimona Stano, Jean–Jacques Boutaud

Indice / Table of Contents

Wine: a Junction between CulturesFrancesco Galofaro

. “Tradizioni” alimentari /Food “Traditions”

Su porceddu. Breve storia culturale del piatto simbolo della Sarde-gna fra e secoloFranciscu Sedda

L’invenzione della cucina nordicaFrancesco Mangiapane

. Contesti alimentari /Food Contexts

Le repas à l’hôpital et ses enjeux identitairesClémentine Hugol–Gential

De la rivalité communautaire à la ré–agrégation identitaire : uneanalyse sémio–anthropologique de la « troisième mi–temps » aurugbyAlexandre Eyries

Un anthropologue au Clos Vougeot : une analyse sémio–anthro-pologique de l’intronisation dans la « Confrérie des Chevaliers duTastevin »Pascal Lardellier

De l’émotion gustative à la forme de vie. Le parcours identitaired’une marque de restauration rapideAlain Perusset

. Alimentazione e digiuno tra riti sacri e profani /Eating and Feasting between Sacred and Profane Rituals

Il cibo e la commensalità nella prospettiva del Gesù storicoStefano Traini

Le Dieu mâché : idéologies du sens religieux et masticationMassimo Leone

Le jeûne ou la faim d’autre chose : réflexions sur le sens spiritueldu jeûne postmoderneStéphane Dufour

Indice / Table of Contents

Parte IIIL’alimentazione tra linguaggio e comunicazione

Part IIIFood between language and communication

. Cinema /Cinema

The Naïve, the Eccentric and the Maniac: On the Filmic Repre-sentation of VegetariansDario Martinelli

Immaginari del cibo, cibi dell’immaginario. Riflessioni semioticheattorno alla rappresentazione cinematografica del sushiElisa Gasti, Bruno Surace

. Videogiochi /Videogames

Comer, jugar: encuentros y sinsabores del videojuego y la comidaDiego Maté

. Pubblicità /Advertising

La forma del latte. Allusioni erotiche ed emergenze del realeGianfranco Marrone

Sémiotique et transculturalité : vers un espéranto du discoursmarchand ?Jean–Paul Petitimbert

Communiquer le goût et la scène alimentaire par l’image. Étudedes scénographies gourmandes des packagings de plats cuisinésAudrey Moutat

L’uomo in famiglia. Cibo e identità di genere nei racconti pubbli-citariMarianna Boero

La Riviera dell’olio. Strategie di costruzione dell’identità alimenta-re tra denominazione di origine protetta e immaginario turisticoAlessandra Chiappori

Indice / Table of Contents

. Comunicazioni di massa /Mass Media

New Meat and the Media Conundrum with Nature and CultureFrancesco Buscemi

Mangiare altro. La mediatizzazione delle identità culturali neiformat televisivi gastronomiciGiacomo Festi

. Nuovi media /New Media

Goûts et engouements sur Pinterest. Logiques de tables et logi-ques de collections dans des tableaux d’affichage virtuel relatifs àl’alimentationAxel Gryspeerdt

Vin nature et vin biologique : observations sur quelques aspectsde la communication œnologiqueAndrea Catellani

. Arti /Arts

Vino e arte. La Difesa della Natura di Joseph Beuys presso la cantinaZaccagnini a Bolognano in AbruzzoPaola Mulas

Recensioni

Reviews

Giovanni Manetti, In principio era il segno. Momenti di storia dellasemiotica nell’antichità classica, Bompiani, Milano , pp.Jenny Ponzo

Gianfranco Marrone (a cura di), Buono da pensare, Carocci, Roma, pp.Simona Stano

Dario Martinelli, Lights, Camera, Bark!, Technologija, Kaunas , pp.Lorenzo Bianciardi

Indice / Table of Contents

Herman Parret, Le Son et l’Oreille. Six essais sur les manuscrits saus-suriens de Harvard, Lambert–Lucas, Limoges , pp.Guido Ferraro

Stefano Traini, Le basi della semiotica, Bompiani, Milano , pp.Alessandra Chiappori

Note biografiche degli autori / Authors’ Bionotes

Call for papers

Lexia. Rivista di semiotica, 19–20Cibo e identità culturaleISBN 978-88-548-8571-4DOI 10.4399/97888548857141pag. 11–14 (giugno 2015)

Prefazione / Preface

S S

A Cocco,per ogni sapore condiviso

Nel Jean–Anthelme Brillat–Savarin apriva le gustose “meditazioni ga-stronomiche” della Physiologie du goût con un aforisma ben presto divenutocelebre: “Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. Analogamente, nel Lud-wig Feuerbach sceglieva la formula der Mensch ist, was er isst per completareil titolo di un saggio dedicato al tema del rapporto tra psiche e corpo, ri-marcando che “l’uomo è ciò che mangia”. Componente ineliminabile dellanostra vita quotidiana, l’alimentazione costituisce in effetti una delle primesfere in cui manifestiamo il nostro gusto — termine che, significativamente,fa riferimento tanto al senso specifico per mezzo del quale riconosciamo econtrolliamo il sapore delle sostanze introdotte nel cavo orale, quanto, perestensione, alla sensibilità del buono e del bello, ovvero alle nostre preferen-ze o apprezzamento per ciò che ci circonda. Prese le dovute distanze da ognisorta di determinismo, dunque, sia l’aforisma introdotto da Brillat–Savarinsia la formula feuerbachiana continuano a essere di estrema attualità neiloro rimandi al tema del rapporto tra cibo e questioni identitarie.

Un tema fondamentale e sempre più frequentemente al centro di dibat-titi pubblici, esposizioni universali e comunicazioni multimediali; eppurenon ancora adeguatamente approfondito a livello accademico, in particolarmodo nell’ambito delle scienze umane e sociali. Nel tentativo di risponderea tale esigenza, il numero – di Lexia propone una riflessione a più vocisui legami tra i segni, i testi, i discorsi e le pratiche inerenti all’universoalimentare, da un lato, e i processi di costruzione e le forme di espressionedell’identità culturale — o, meglio, delle identità culturali —, dall’altro.

Una prima sezione raccoglie alcuni saggi a carattere prettamente teoricoed epistemologico sulle possibilità di esistenza e le caratteristiche proprie diuno studio semiotico dell’alimentazione (Stano, Note per una semiotica delcibo), sulle problematiche relative alla definizione del gusto tra dimensioneestetica e universo gastronomico (Volli, Du goût alimentaire au goût esthéti-que... et retour) e sul cosiddetto “food design” (Mangano, Il senso del buono.Dieci tesi per una teoria del food design). Seguono alcune osservazioni sulle

Prefazione / Preface

pratiche di degustazione enologica (Stengel, La dégustation du vin : un acte ex-périentiel et identitaire entre théâtralisation et culturalisation), precedute da unariflessione di natura sociosemiotica sul ruolo svolto dalla dimensione visiva— e, in particolare, da trasparenze e opacità — nell’esperienza gastronomica(Parizot, Gastronomie : entre transparence et opacité).

Nella seconda parte l’attenzione viene rivolta più specificamente al pro-blema della definizione dell’identità e dell’alterità in relazione all’alimenta-zione. Se nella cucina si traduce inconsciamente la struttura di una società,come ha messo in evidenza Claude Lévi–Strauss (), l’universo gastrono-mico va analizzato in quanto depositario delle tradizioni e delle identità digruppo (Montanari ). Veicolo di identità e alterità, il cibo si configuraanche e soprattutto come luogo di incontro — o scontro — tra diverseculture, tanto più in un mondo segnato da continui spostamenti, incrocie contaminazioni. Si tratta, dunque, di interrogarsi in primo luogo sullecaratteristiche intrinseche alle odierne “cibosfere” (Stano ) e sui segni, idiscorsi e le pratiche che ne hanno segnato l’evoluzione, problematizzandodenominazioni e concetti di cui sovente si è abusato nel commercio alimen-tare, ma che non risultano ancora adeguatamente approfonditi dal puntodi vista accademico. I primi saggi proposti offrono alcune riflessioni teori-che sui processi di definizione dell’identità e dell’alterità e sulle cosiddette“traduzioni” del codice alimentare, considerato nel suo insieme (Stano eBoutaud, L’alimentation entre identité et altérité. Le Soi et l’Autre sous différentsrégimes) e nel caso specifico del vino (Galofaro, Wine: a Junction betweenCultures). Segue una sezione dedicata alle cosiddette “tradizioni” alimentari:Sedda (Su porceddu. Breve storia culturale del piatto simbolo della Sardegna)propone un’accurata ricostruzione storico–culturale di uno dei piatti piùnoti della cucina sarda, mentre Mangiapane (L’invenzione della cucina nor-dica), sulla scia di Hobsbawm e Ranger (), torna a porre l’accento sulconcetto stesso di tradizione a partire dall’analisi del Noma di Copenaghen,più volte incoronato miglior ristorante del mondo. Troviamo in seguito unaserie di riflessioni sul senso del cibo in particolari contesti — dall’ambitoospedaliero (Hugol–Gential, Le repas à l’hôpital et ses enjeux identitaires) aquello sportivo (Eyries, De la rivalité communautaire à la ré–agrégation identi-taire : une analyse sémio–anthropologique de la “troisième mi–temps” au rugby)— ed esperienze enogastronomiche — dalla cerimonia di assegnazione deltitolo borgognone di “Chevalier du Tastevin” (Lardellier, Un anthropologueau Clos Vougeot. Une analyse sémio–anthropologique de l’intronisation dans la« Confrérie des Chevaliers du Tastevin ») a particolari forme di ristorazioneveloce (Perusset, De l’émotion gustative à la forme de vie. Le parcours identitaired’une marque de restauration rapide). Chiudono la parte centrale alcuni saggidedicati all’alimentazione tra riti sacri e profani: Traini (Il cibo e la commensa-lità nella prospettiva del Gesù storico) riconsidera il tema della commensalità

Prefazione / Preface

in relazione al “Gesù storico” e al “Gesù idealizzato” dalle prime comunitàcristiane; Leone (Le Dieu mâché : idéologies du sens religieux et mastication)propone un’interessante lettura semiotica della masticazione come meta-fora di un processo interiore che, intervenendo in maniera particolare sulcibo, simboleggia un particolare rapporto con la realtà trascendente — e,più in generale, con la pratica interpretativa; Dufour (Le jeûne ou la faimd’autre chose : réflexions sur le sens spirituel du jeûne postmoderne), infine, siconcentra sul digiuno, oscillando tra richiami alla tradizione religiosa e “ritipostmoderni”.

La terza e ultima parte è dedicata all’analisi dei linguaggi e delle formedi comunicazione che riguardano l’universo alimentare: dal cinema allepiù svariate forme artistiche, dai programmi televisivi ai videogiochi, da-gli annunci pubblicitari ai social network, il cibo è al centro di numerosidiscorsi che lo analizzano e raccontano, investendolo di molteplici valo-ri e inserendolo in programmi narrativi multiformi. Quali sono le traccelasciate da simili discorsi? E in che modo tali processi influiscono sulla no-stra percezione della realtà? Quali sono, infine, le potenzialità dei mezzidi comunicazione di massa e dei cosiddetti “nuovi media” nei confrontidella rappresentazione del cibo e del gusto — e, in particolare, della lorodimensione culturale? In risposta a simili domande, una ricca collezione disaggi prende in considerazione numerosi casi di studio e forme di comu-nicazione, a partire dall’ambito cinematografico: Martinelli (The Naïve, theEccentric and the Maniac: On the Filmic Representation of Vegetarians) proponeuna tipologia delle rappresentazioni filmiche dei vegetariani, ricostruendole strutture semio–narrative e le principali isotopie rintracciabili a partireda un ampio e variegato corpus di testi, mentre Gasti e Surace (Immaginaridel cibo, cibi dell’immaginario. Riflessioni semiotiche attorno alla rappresenta-zione cinematografica del sushi) analizzano tre produzioni contemporaneeper delineare i tratti principali dell’immaginario occidentale del sushi. Conl’articolo di Maté (Comer, jugar: encuentros y sinsabores del videojuego y la co-mida) l’attenzione si sposta sui videogiochi, con una ricostruzione storicache descrive le principali fasi delle contaminazioni tra universo ludico ealimentare. Una ricca sezione è in seguito dedicata alla comunicazione pub-blicitaria: prendendo in considerazione lo specifico caso del latte, Marrone(La forma del latte. Allusioni erotiche ed emergenze del reale) propone alcuneriflessioni di ampio respiro sull’attuale crisi della pubblicità alimentare e lesue possibilità di riscatto; Petitimbert (Sémiotique et transculturalité : vers unespéranto du discours marchand ?) presenta un’analisi di ispirazione greima-siana incentrata sulla campagna internazionale di una blue chip, mettendo aconfronto contesti caratterizzati da diverse abitudini alimentari e praticheculinarie; Moutat (Communiquer le goût et la scène alimentaire par l’image. Étudedes scénographies gourmandes des packagings de plats cuisinés) si concentra sul

Prefazione / Preface

packaging e sugli effetti estesici e di senso che ne scaturiscono. Seguonogli articoli di Boero (L’uomo in famiglia. Cibo e identità di genere nei raccontipubblicitari), che riserva particolare attenzione alla dimensione di genere, eChiappori (La Riviera dell’olio. Strategie di costruzione dell’identità alimentaretra denominazione di origine protetta e immaginario turistico), che si concentrasul legame tra territorio e comunicazione alimentare. Buscemi (New Meatand the Media Conundrum with Nature and Culture) sposta l’attenzione suimezzi di comunicazione di massa, prendendo in considerazione la recentecomparsa di nuovi tipi di carne sintetica o in vitro e l’annosa questionedel rapporto tra Natura e Cultura; Festi (Mangiare altro. La mediatizzazionedelle identità culturali nei format televisivi gastronomici) riflette invece sullepeculiarità del mezzo televisivo, ricollegandosi alla riflessione sulle identitàculturali in relazione all’alimentazione. Con il saggio di Gryspeerdt (Goûtset engouements sur Pinterest. Logiques de tables et logiques de collections dans destableaux d’affichage virtuel relatifs à l’alimentation) — dedicato al fenomenodi estetizzazione dell’esperienza alimentare legato ai social network — sientra nell’ambito dei cosiddetti “nuovi media”, in cui si inserisce anche ilcontributo di Catellani (Vin nature et vin biologique : observations sur quelquesaspects de la communication œnologique), incentrato sulla comunicazione delvino e sui recenti miti del terroir e della produzione biologica. Le medesimetematiche tornano nell’articolo di Mulas (Vino e arte. La Difesa della Naturadi Joseph Beuys presso la cantina Zaccagnini a Bolognano in Abruzzo), che chiudela terza e ultima parte concentrandosi sull’universo artistico.

Un numero estremamente ricco e variegato, non soltanto in termini dicasi di studio e campi di interesse, ma anche per i molteplici richiami adiversi domini disciplinari e apparati metodologici. Tale ricchezza è dovu-ta all’eccezionale entusiasmo con cui la comunità scientifica ha accolto ilpresente numero di Lexia, oltre all’interesse suscitato dal convegno interna-zionale Goût et identité culturelle (Digione, – dicembre , co–direttodalla curatrice della presente pubblicazione e da Jean–Jacques Boutaud), trai cui atti il processo di peer–reviewing ha selezionato interessanti contributi.Un vero e proprio “melting pot” dove linguaggi, teorie e pratiche di analisisi incontrano e in certa misura si fondono gli uni con gli altri per alimenta-re l’incessante “ribollire” dei cosiddetti food studies, oggi più fervente chemai. Una “cucina” dei sensi e del senso, in cui sapore e sapere recuperano ilegami etimologici in una miscela che, ci auguriamo, possa rivelarsi nonsoltanto gustosa per il lettore, ma anche in grado di “nutrire” ulteriormentela conoscenza e la comprensione di simile ambito di studi.