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LABORATORIO DI VALUTAZIONE DIAGNOSTICA MULTIDIMENSIONALE PROF. MARIO FULCHERI GIÀ ORDINARIO DI PSICOLOGIA CLINICA PRESIDENTE EMERITO DEL CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE UNIVERSITÀ “G. d’ANNUNZIO” DI CHIETI-PESCARA COPYRIGHT PROF. MARIO FULCHERI 1

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LABORATORIO DI VALUTAZIONE DIAGNOSTICA

MULTIDIMENSIONALE

PROF. MARIO FULCHERIGIÀ ORDINARIO DI PSICOLOGIA CLINICA

PRESIDENTE EMERITO DEL CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE

UNIVERSITÀ “G. d’ANNUNZIO” DI CHIETI-PESCARA

COPYRIGHT PROF. MARIO FULCHERI1

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CONCETTI BASILARI SU

PERSONALITÀ,

CARATTERE,

TEMPERAMENTO,

MECCANISMI DI DIFESACOPYRIGHT PROF. MARIO FULCHERI

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Personalità

Deriva dal latino persona, cioè “maschera”.

Si tratta della maschera portata dagli attori di un tempo che, impersonando i loropersonaggi in grandi anfiteatri, e dovendo farsi sentire da tutti, parlavano da unaminuscola apertura a imbuto (per-) dalla quale potevano emettere meglio il suono(sona) della propria voce.

Etimologicamente, la personalità costituirebbe quindi un’amplificazione dellequalità specifiche individuali del personaggio rappresentato dall’attore.

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Personalità

Secondo Millon (1995), la personalità è il risultato delle modalità comportamentaliche si sviluppano, in risposta alle sfide dell’esistenza, durante i primi sei anni divita.

In questo periodo le risposte ambientali e sociali sono in grado di strutturare le variemodalità comportamentali, in modo che diventino sempre più specifiche e selettive.

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Personalità

In virtù di tutto ciò, lo sviluppo psicobiologico, il contesto psicoaffettivo e l’apprendimento sociale, contribuiscono a formare una serie di tratti profondamente impressi e difficilmente modificabili. Tali caratteristiche contengono e informano la

personalità del bambino, cioè i suoi modi più o meno integrati e abituali di funzionamento psicologico e comportamentale.

Emergendo dalla complessa storia personale, tali tratti andranno a costituire lo stile individuale: “la personalità andrebbe dunque vista come un modello complesso

di caratteristiche psicologiche profondamente collegate, spesso inconsce e difficilmente modificabili, che si manifestano automaticamente in quasi tutti gli

aspetti del funzionamento individuale”.

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Personalità

I tratti di personalità emergono, infatti, da una complessa matrice di predisposizioni ereditate biologicamente e di fattori appresi

dall’esperienza, e vanno a costituire il modo caratteristico e individuale di sentire, pensare e affrontare le difficoltà della vita.

A questo proposito ci sembra interessante la versione aggiornata del concetto adleriano di stile di vita: “l’impronta soggettiva di ogni individuo,

costituita dalla risultante di tratti comportamentali, orientamento del pensiero, affetti ed emozioni, articolati al servizio di finalità prevalenti”.

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Personalità

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS):

“la personalità viene intesa come una modalità strutturata di pensiero, sentimento e comportamento, che caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di un soggetto e che risulta da fattori costituzionali, dello sviluppo e dell’esperienza sociale” (OMS,

1994).

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Personalità

I disturbi della personalità comprendono una vasta gamma psicopatologica in cuil’elemento centrale si costituirebbe come modalità rigida e non adattiva di rapportarsicon gli altri, con i propri vissuti e con gli eventi esistenziali.

Il soggetto affetto da tale disturbo avrebbe un modo abnorme di comportamento e diespressione sociale.

La personalità può essere ritenuta patologica quando presenta almeno le seguenti trecondizioni di devianza: quella statistica (quando le sue manifestazioni appaionosignificativamente differenti da quelle della popolazione di riferimento), quella funzionale(quando gli aspetti devianti influiscono negativamente sul funzionamento socialedell’individuo), quella clinica (quando sia la devianza statistica sia quella funzionalecomportano sofferenza per il soggetto o per le persone a lui vicine).

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Carattere

Deriva da un termine dal greco che significa: impronta, segno distintivo,incisione, indicatore di conio o di “tipo di persona”;

Disposizione relativamente stabile di un individuo, cui si riconducono gli aspettipiù tipici e abituali del suo comportamento, che sono in correlazione sia con gliaspetti intrapsichici sia con quelli interpersonali.

In particolare può rappresentare la combinazione di componenti psichichepersonali, che riflette gli agenti di base e dell’organizzazione e dell’espressionedella personalità di un dato soggetto.

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Carattere

Si tratta, dunque, di un concetto molto vicino a quello di funzionamento dellapersonalità come sistema globale non legato a specifici fattori psichici.

La suddivisione terminologica e concettuale tra carattere e personalità non poggia su criterioggettivi e dipende dalla teoria scientifica di riferimento.

Tendenzialmente si denomina carattere tutto ciò che sistematicamente è classificabile inbase a un principio teorico di fondo (in questo senso, i caratteri sono pochi mentre lepersonalità innumerevoli).

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Carattere

Tra le possibili motivazioni inerenti il cambiamento del termine carattere con quello di personalità, pare rilevante la connotazione etico-morale acquisita nel tempo dal vocabolo

carattere

(un buon carattere, un cattivo carattere).

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Temperamento

Dal termine “temperare”, o mescolare nelle giuste proporzioni, indica essenzialmente il trovare un accomodamento tra le varie tendenze.

È praticamente impossibile cogliere il temperamento, dopo un’età precocissima, allo stato originario e isolarlo in modo autonomo, in quanto esso è modificato ed elaborato dai fattori biologici, psicologici e sociali che sono presenti, già dopo

pochi mesi di vita, in ogni interreazione ambientale, comportando le prime operazioni di rimescolamento.

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Temperamento

Nel tentativo, comunque, di offrire una definizione, si può ritenere soddisfacente la seguente:

“si intende per temperamento l’insieme delle disposizioni comportamentali, presenti sin dalla nascita, le cui caratteristiche definiscono le differenze individuali nella risposta all’ambiente; esso esprime pertanto soprattutto la parte emotiva della

personalità, quella determinata da un lato dalle disposizioni ambientali e dall’altro da quelle di natura genetico ereditaria”.

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Temperamento

Già il medico greco Ippocrate (460-370 a.C.) aveva cercato di stabilire una classificazione dei temperamenti(da “temperies”, termine latino che significa umori), attraverso la teoria della predominanza di uno dei quattroumori corporei (sangue, flemma, bile gialla, bile nera), tale da originare quattro tipi di temperamento:

sanguigno (socievole, iperattivo, tendente agli eccessi, fisicamente ben in carne e solido),

flemmatico (linfatico, tendenzialmente obeso, suggestionabile),

collerico (bilioso, irritabile, suscettibile, aggressivo e temerario, stoico e volitivo, spesso lungo e magro, dotatodi molta vitalità),

melanconico (detto anche atrabiliare, pessimista, ipereccitabile, chiuso ed emotivo, ansioso, comunque dispostoa sopportare).

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Temperamento

Nell’ambito del temperamento va inoltre sottolineata la prospettiva astrologica che, tramandata dalla cultura araba, focalizza l’attenzione sui quattro elementi costitutivi dei segni zodiacali e cioè: il fuoco, la terra, l’aria e

l’acqua, con il conseguente riconoscimento di specifici “segni”:

quello di Giove (costituzione sanguigna, temperamento gioviale),

quello di Saturno (costituzione melanconica, temperamento saturnino),

quello della Luna o di Venere (costituzione flemmatica, temperamento lunatico),

quello di Marte (costituzione collerica, temperamento marziale).COPYRIGHT PROF. MARIO FULCHERI

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Temperamento

Inoltre, la quadripartizione ippocratica, sembra avere posto le basi ideali per tutti i successivi modelli teorici di personalità centrati sul concetto di temperamento.

Successivamente, raccogliendo l’eredità della medicina ippocratica, Galeno distinse fra spiriti vitali (localizzati nei vasi sanguigni) e spiriti animali o psichici (da cui

dipenderebbe il funzionamento nervoso) e cercò di descrivere e classificare i vari tipi di temperamento.

Il modello ippocratico-galenico degli umori, peraltro, influenzerà profondamente la cultura del Rinascimento, secondo la quale gli umori del corpo conferiscono

all’individuo un habitus che, se equilibrato, corrisponde alla persona sana mentre, se squilibrato, a quella malata piuttosto che a quella moralmente abbietta, o al genio o al

folle.COPYRIGHT PROF. MARIO FULCHERI

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Temperamento

Da una branca della fisiologia umorale si svilupperà la fisiognomica, basata sulle caratteristiche fisiche ed estetiche capaci di esprimere un significato temperamentale.

L’eredità della fisiognomica si tramanderà fino all’epoca del positivismo, quando, soprattutto a opera di Cesare Lombroso (1835-1909), si formuleranno ipotesi costruite

sulle relazioni fra “caratteropatia” delinquenziale e/o degenerazione morale e specifici elementi fisici e fisiognomici.

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Meccanismi di difesa

Un corretto inquadramento della personalità normale e patologica non può prescindere dalla valutazione dei meccanismi di difesa.

Si deve alla psicoanalisi la scoperta e lo studio approfondito dei meccanismi di difesa intesi tanto come specifiche manovre difensive, quanto come peculiari artifici psichici,

originati dall’inconscio, con finalità di salvaguardia.

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Meccanismi di difesa

Dal primo Freud e dalla figlia Anna molto tempo è passato, durante il quale si sono succedute ridefinizioni e rivisitazioni, in un ambito psicodinamico allargato al contributo delle altre principali Scuole di psicologia del profondo, che consentono di formulare la seguente sintetica definizione:

“i meccanismi di difesa sono processi psichici, spesso seguiti da una risposta comportamentale, che ogni individuo mette in atto, più o meno

automaticamente, quando si trova ad affrontare situazioni particolarmente stressanti e/o deve mediare i conflitti generati dallo scontro tra impulsi,

desideri e affetti da un lato, e proibizioni interne e/o condizioni della realtà esterna dall’altro” COPYRIGHT PROF. MARIO FULCHERI

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Meccanismi di difesa

A ulteriore chiarificazione si aggiunge che essi possono essere considerati:

sentimenti, pensieri o comportamenti appresi, quasi sempre involontari, che si manifestano in risposta alla percezione di “ogni pericolo per il mondo psichico”;

lo strumento preferenziale, generalmente automatico, che senza sforzo e consapevolezza soggettiva, viene utilizzato per gestire gli istinti e gli affetti;

adattivi o disadattivi (patologici) e, nonostante la tendenza alla “cristallizzazione” nei principali quadri psicopatologici, reversibili (fattore che legittima la potenzialità curativa degli interventi di psicoterapia). COPYRIGHT PROF. MARIO FULCHERI

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Meccanismi di difesa

Tra i meccanismi di difesa vanno menzionati, soprattutto in quanto intervengono e nelle condizioni di malattia e nei vari rapporti:

medico-paziente, insegnante-allievo, educatore-educando, psicoterapeuta-cliente, psicologo clinico-utente, i seguenti:

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Meccanismi di difesa

Acting out: il soggetto agisce senza riflettere, senza alcuna apparente considerazioneper le possibili conseguenze negative, attraverso un comportamento incontrollato enoncurante dei coinvolgimenti a livello personale o sociale;

Aggressività passiva: il soggetto esprime la propria aggressività verso gli altri inmodo indiretto e non dichiarato, manifestando risentimento, ostilità, rancore, inmodo velato e passivo;

Ipocondriasi: il soggetto chiede apparentemente aiuto, attraverso l’uso ripetuto dilamentele, e contemporaneamente rifiuta suggerimenti, consigli e qualsiasi cosagli altri gli offrano, esprimendo, così, sentimenti nascosti di rabbia, ostilità erisentimento. Questo meccanismo, stranamente, quasi sempre non allontana l’altro ma,addirittura, sembra legarlo proprio attraverso la richiesta di aiuto;

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Meccanismi di difesa

Scissione: il soggetto, non riuscendo a integrare le caratteristiche positive enegative di sé e degli altri in immagini coese, considera se stesso e/o gli altricome completamente buoni o completamente cattivi (alternativamenteidealizzando e svalutando);

Formazione reattiva: il soggetto, percependo come inaccettabili i propri pensieri,sentimenti e comportamenti, li sostituisce con pensieri, sentimenti ecomportamenti diametralmente opposti;

Negazione: l’individuo rifiuta di riconoscere gli aspetti della realtà esterna o dellapropria esperienza evidenti per gli altri; nega attivamente che un sentimento, unareazione comportamentale o un’intenzione (tanto riguardante il passato quanto ilpresente) sia stata o sia presente, restando all’oscuro del contenuto ideativo edemotivo di ciò che viene negato; COPYRIGHT PROF. MARIO FULCHERI

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Meccanismi di difesa

Rimozione: il soggetto affronta conflitti emotivi e fonti di stress interne o esterne,attraverso il non essere in grado di ricordare o il non essere cognitivamenteconsapevole di desideri, sentimenti, pensieri o esperienze disturbanti;

Spostamento: l’individuo generalizza o indirizza su un oggetto meno minaccioso,un sentimento o una risposta primariamente rivolti a un altro oggetto; talemeccanismo può essere tanto consapevole quanto inconsapevole (nella fobiaentrerebbero in gioco prima la rimozione e poi lo spostamento);

Repressione: l’individuo, in situazione di stress, evita “volontariamente” etemporaneamente di pensare a problemi, desideri, sentimenti o esperienzedisturbanti, fino al momento giusto per affrontarli; rimanda a un momento piùopportuno pur non dimenticando il problema (in questo differenziandosi dallarimozione); COPYRIGHT PROF. MARIO FULCHERI

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Meccanismi di difesa

Sublimazione: l’individuo affronta i conflitti incanalando, più che inibendo,sentimenti o impulsi potenzialmente disadattivi verso comportamentisocialmente accettabili (sport, lavori competitivi, espressioni creativo-artistiche, oaltro dove è possibile dirigere utilmente gli impulsi ostili-competitivi di collera osessuali); ad esempio il chirurgo può sublimare la propria componente “sadica” cosìcome il ginecologo quella “voyeristica”.

Altruismo: l’individuo si occupa dei bisogni degli altri allo scopo, in parte, disoddisfare i propri; attraverso atti altruistici possono venire incanalati sia gliaffetti, quali la rabbia, che le esperienze, quali l’impotenza, che altrimentigenererebbero scompenso; va distinto dalla sublimazione soprattutto perchéquest’ultima non fornisce un vero aiuto diretto, quanto piuttosto dei prodotti di cuieventualmente si può godere;

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Meccanismi di difesa

Affiliazione: il soggetto affronta conflitti e stress rivolgendosi agli altri per aiuto osostegno, con la convinta possibilità di confidare, e così sentirsi meno solo edeventualmente ricevere sia consigli sia aiuti concreti;

Proiezione: il soggetto attribuisce erroneamente ad altri i propri sentimenti, impulsi opensieri non riconosciuti; rinnega le proprie intenzioni, la propria esperienza, assegnandoliagli altri, di solito alle persone da cui si sente minacciato o che percepisce, in qualchemisura, affini;

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Meccanismi di difesa

Razionalizzazione: l’individuo escogita spiegazioni rassicuranti o a lui utili,anche se inesatte, per il proprio o altrui comportamento; utilizza scuse e ragioniche “legittimano” plausibilità tale da consentire di nascondere i veri fatti e leautentiche motivazioni rispetto ai quali sperimenta un conflitto; talora questomeccanismo comporta una significativa difficoltà nel distinguere la spiegazione dallamenzogna; probabilmente, chi mente è interamente consapevole, mentre chi“razionalizza” è, almeno momentaneamente, inconsapevole;

Intellettualizzazione: il soggetto utilizza in modo eccessivo il pensiero astratto perevitare di provare sentimenti che lo disturbano; non distorce i fatti o lemotivazioni, non usa giustificazioni per nascondere, come avviene nellarazionalizzazione, ma tende a “porli”, piuttosto, a un livello astratto tale da consentirela spogliazione dei loro aspetti emotivi, riducendo però le possibilità dicompartecipazione emotivo-affettiva da parte degli altri; COPYRIGHT PROF. MARIO FULCHERI

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Meccanismi di difesa

Identificazione: è, in un certo modo, un meccanismo di difesa contrario aquello della proiezione, in quanto il soggetto tenta di assumere lecaratteristiche proprie di un altro individuo. In questo caso, comunque, lapulsione diretta verso un altro oggetto viene interiorizzata; tipico il casod’identificazione con un personaggio simbolico come l’eroe o l’eroina di unfilm, il protagonista di una tragedia ecc;

Regressione: di fronte a situazioni conflittuali il soggetto ricorre a uncomportamento inadeguato all’età: regressione a uno stadio antecedentedel suo sviluppo psichico, in modo sia di evitare responsabilità o richieste daparte degli altri, sia di rendere possibile un atteggiamento di autoindulgenzanei propri confronti;

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Meccanismi di difesa

Umorismo:

l’individuo enfatizza gli aspetti divertenti o ironici del conflitto o della fonte di stress;cerca di alleviare la tensione in modo da consentire agli altri di condividere tale possibilità e

ciò, soprattutto, senza arrecare danni ad alcuno, a differenza dei casi caratterizzati da derisione, da sarcasmo o da atteggiamento sprezzante. Inoltre, l’umorismo va tenuto distinto

dallo scherzo e dal divertimento; raccontare una barzelletta non equivale all’umorismo, a meno che essa abbia, come finalità principale, quella di mitigare un grave conflitto emotivo

o un’importante situazione di stress.

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Arrivare in ritardo, dimenticare un oggetto, sostituire una parola con un’altra, una gaffe, possono rivelare resistenze o richieste, proteste legate a senso di inferiorità, desideri libidici rimossi o sete di dominio, così come il riflesso di atteggiamenti di disimpegno deresponsabilizzante nei confronti della realtà della vita e degli altri.

Devono comunque essere sempre inseriti in una lettura complessiva dello stile di vita di ogni singolo individuo; i colpi di scena, i giochi di prestigio solo raramente gettano luci

improvvise e sconvolgenti sulle finalità palesi o segrete di una persona.

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I PRINCIPALI QUADRI CLINICI

IN AMBITO PSICOLOGICO-CLINICO

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Nevrosi:

costituiscono un gruppo di disturbi psichici di tipo comportamentale, affettivo-emotivo epsicosomatico in assenza di una patologia di origine organica dimostrabile.

Si differenziano dalle psicosi in quanto l’individuo mantiene un certo grado di realtà e diautocritica e non comportano un significativo distacco dalla realtà.

Nevroticità:

costruzione che si riferisce ad un vasto modello della reattività psicologica e psicofisiologica; il suoopposto è la stabilità (o equilibrio). Caratteristiche sia la tendenza a rispondere alle normalioggettive tribolazioni della realtà con la preoccupazione, l’ansia anticipata, l’emozionalità noncoerente, il malcontento, sia lo stile di attivazione errata della realtà, percepita e ingigantita equasi sempre impossibile da cambiare.

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