La via dell'Occidente: le steppe dell'Asia centrale

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LA VIA D’OCCIDENTE dai monti Tienshan a Tashkent

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LA VIA D’OCCIDENTEdai monti Tienshan a Tashkent

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L’idea del confine in sé, come Kunlun dell’estate del 2012 fu forse l’idea del viaggio. Un succedersi di paesaggi che sembrano abbandonati dagli uomini lungo l’invisibile frontiera che separa il mondo cinese dal Mare dell’Asia interna. In queste terre vennero fermati gli arabi, vennero sconfitti i cinesi: come se nulla debba consentire alle due metà dell’Asia di confondersi e i monti Tianshan debbano restare così, lame di ghiaccio e di roccia tra i deserti della Cina, del Xinjiang e le immense praterie dell’Asia interna. O le montagne del Kyrgyzstan, terra di un popolo duro e tenace, comunque ribelle.Praterie, a perdita d’occhio e monti in cui addentrarsi è perdersi come in una favola delle Mille e una notte. Oltre quella vetta la Cina; oltre quella a sinistra l’Afghanistan, l’India, o l’Iran: un angolo di mondo dove popoli e nazioni si sono incontrati e come nuvole spinte dal vento sono corsi incontro al loro destino.Pianure e valli che custodiscono tracce-straordinarie di mondi che furono.

I kurghan dei principi dei Saci, quelli che portarono tanto occidente al confine della Cina e dell’Asia. L’oro delle loro de-corazioni, tra Siberia e Grecia, sembrano dominati da una voglia di razionalità che cozza con sensibilità sciamaniche, un dialogo diretto con le forze della natura violente, spesso spietate, come una tempesta. Le stele abbandonate nelle praterie: inseguirsi di capridi incisi su pietre allineate nella pianura, ricordo di enigmi perduti, di viaggi antichi oltre il razionale. I monumenti della prima islamizzazione,

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legati all’arte del Kwaresm, mandati in frantumi dalle mille invasioni e ricompo-sti quest’oggi con fedeltà ammirevole. Un mondo che non esiste più: quello che osò sfidare per primo i mongoli e ne ricavò lutti e devastazione. C’è qualcosa di romantico e di splendido in queste rovine che riportano lo splendore dell’Islam dove meno ce lo si aspette-rebbe, ai piedi di ghiacciai eterni e nel cuore di valli verdissime attraversate da fiumi che hanno ancora l’odore di muschio e di roccia.I mercati, le città: come porti sulle rive della prateria. Mongoli, kazakhi, cinesi, russi, pakistani, tibetani, uiguri, tagiki, uzbeki, persiani... cappelli, indossati come una divisa. Occhi brillanti e curiosi, che tutto sanno di te e del tuo mondo perché hanno imparato nei secoli a riconoscerti da un gesto. Silenziosi e sorridenti ti guardano, usi a vedere arrivare e partire gente ammalata dello stesso male: l’impossibilità di restare fermi, il bisogno di andare.

Città leggendarie: la valle di Ferghana, con i suoi cavalli e le sue distese pianeggianti di terra fertile fu per i cinesi un sogno che solo in epoca Tang venne realizzato. Il senso del trionfo che ne de-rivò fu così profondo che l’intera dinastia venne caratterizzata dalla produzione di cavalli di ceramica, simbolo di potenza e ricchezza: i cavalli di Ferghana.Il mondo periferico di Tamerlano, dei grandi pensatori sufi, di Islam e di Cina, di deserti e di monti venne infine con-quistato e inserito nell’impero russo. E, certo, conquista fu, non c’è dubbio. Ma quel colonialismo fu qualcosa di diverso, forse perché figlio del disincanto verso l’Europa e l’Occidente. E il mondo russo si portò verso le coste del Pacifico por-

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tandosi la consapevolezza di un modo diverso di trattare coi popoli o, forse, di vivere il proprio ruolo di colonizzatore.Più Kypling che Compagnia delle Indie, il colonialismo russo in queste terre ebbe in un grande - Nikolai Przewalski - il proprio simbolo. Primo di una legione di esploratori inviati dalla Società geografica di San Pietroburgo. Uomini che ebbero la semplicità di riconoscere la grandezza dei popoli che incontrarono e che ne subirono talora i ricatti non perché non fosse possibile vincere un’eventuale prova di forza, ma perché anche un ricatto è un rapporto, una richiesta e ne può nascere, come ne nacque, anche molto di buono, purché si abbia pazienza e umiltà. Uomini la cui silenziosa saggezza è stata immortalata da Kurosawa nello splendido Dersu Uzala. Cosa rende possibile a Vladimir Arsen’ev e a Nikolai Przewalski di essere così complici, così ‘osservatori’, così essenziali nel loro rapporto con le popolazioni? Forse il segreto non è solamente nella cultura russa. Forse il segreto sta proprio lì: in queste valli e praterie dove tutti passano e dove nessuno si ferma. Dove la condizione umana emerge per quello che è: uno splendido, ma irripetibile passaggio. Un viaggio di un romanticismo raro, quasi ottocentesco.

PROGRAMMA 3, SABATO: ISTANBUL - ASTANA Italia - Istanbul. Proseguimento per Astana, capitale del Kazakhstan.

4, DOMENICA: ASTANA L’arrivo è previsto verso le 2 del mattino. Trasferimento in hotel. In mattina visita

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della città, con architettura particolar-mente ardita. Importantissima la visita del Museo archeologico nazionale dove sono esposti i reperti Sciti denominati de ’L’uomo d’oro’. Cena e pernottamen-to ad Astana.

5, LUNEDÌ: ASTANA - ALMATY Completamento delle visite di Astana. Al pomeriggio volo su Almaty dove si pernotta.

6, MARTEDÌ: ALMATY Visita di Almaty. Circondata dai ghiac-ciai dei monti Tienshan, Almaty offre una singolare sintesi di architettura russa di frontiera, arte islamica, e (non brutta) architettura del periodo sovietico. Almaty è per noi anche la sede di due importanti musei dove sono esposti re-perti archeologici provenienti dai kurgan (tombe a tumulo) dei signori Sciti. Pernottamento ad Almaty.

7, MERCOLEDÌ: CHARYN Partenza verso oriente, in direzione del confine con il Kirghizistan. Alla nostra destra, imponenti e innevate, le vette dei monti Tienshan. A circa 60 km da Almaty si arriva a Issyk disseminato di kurgan dove venne scoperto il corredo funerario del famoso ‘Uomo d’Oro’. È stato allestito un museo con i ritrova-menti. Si prosegue per fiume Charyn che scende dai Tienshan dando origine a uno dei paesaggi più splendidi di tutta l’Asia centrale. Il fiume ha scavato un canyon, in alcuni punti profondo 300 metri. Stupendi il colore e le formazioni rocciose. In serata rientro ad Almaty per il pernottamento.

8, GIOVEDÌ: ALMATY - BISHKEK Partenza in pullman per la capitale del

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Kirghizistan, Bishkek. Al pomeriggio visita della città: il museo storico di stato, Piazza Ala-Tau, la Casa bianca, sede del governo. Piazza della Vittoria ed edifici russi. Cena e pernottamento a Bishkek.

9, VENERDÌ: BALYKCHY Giornata di grandi e suggestivi paesaggi montani. Partenza per il canyon di Ala Archa, grandioso e aspro orrido caratte-rizzato da curiose formazioni rocciose, e visita della Torre di Burana (XI sec.). Si prosegue verso il lago Issyk-Kul, grande bacino chiuso dell’Asia centrale ai piedi dei Tian Shan. Cena e pernottamento.

10, SABATO: KARAKOL Partenza lungo la riva settentrionale del lago Issyk-kul per Cholpon Ata: straordinaria la distesa di petroglifi di datazione molto antica (V-I secolo a.C.) con scene di caccia, gazzelle e simboli solari. Proseguimento per Karakol non lontano dalle rive del lago Issyk. Cena e pernottamento a Karakol.

11, DOMENICA: PRŽEVAL´SK Escursione a Djety-Oghyz: visita del canyon, dalle singolari formazioni di arenaria rossa. Al pomeriggio rientro a Karakol per la visita del Museo di Prževal sky. Nicolai Prževal sky fu un esploratore di fama internazionale che guidò spedizioni in Mongolia, Tibet, Tian Shan, nel deserto del Taklamakan e nello Xinjiang settentrionale. Il museo è dedicato alle sue esplorazioni in Asia Centrale. Visita del Museo Regionale (petroglifi). Cena e pernottamento a Karakol.

12, LUNEDÌ: KOCHKORKA Si percorre il lato meridionale del lago

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Issyk-kul con bei paesaggi, canyon e lagune. Visita della valle di Skaska dalle bizzarre formazioni rocciose ocra, rosso e arancione. Appena prima di ricongiungersi a Balykchy (così è stato completato il perimetro del lago) si pren-de la strada che si dirige a sud-ovest per raggiungere Kochkorka dove si cena e si pernotta. Guest house modesta ma pulita, in piccole casette di legno.

13, MARTEDÌ: CHICHKAN Percorsi di montagna, talora su strade sterrate: una giornata dai paesaggi sorprendenti, che da sola vale il viaggio. Catene di montagne all’orizzonte, ora brulle, ora innevate. Cimiteri islamici ab-bandonati in un nulla così completo da sembrare di un altro mondo. Cavalieri al galoppo sui crinali delle colline, mandrie di cavalli quasi bradi, ger (yurte) di no-madi nel fondo dei valloni, protette dal vento. Una giornata indimenticabile, di grande natura. Si arriva nella pittoresca valle di Chichkan dove si pernotta.

14, MERCOLEDÌ: KARAKUL Si attraversano i monti del Kirghizistan sulla strada che conduce alla valle di Ferghana. Gli altopiani verdi e circondati da ghiacciai cedono a formazioni rosso ocra, amaranto, desertiche. Pernotta-mento nei pressi di Karakul.

15, GIOVEDÌ: UZGEN - OSH Trasferimento a Osh nella valle di Ferghana. Visita di Uzgen. Lo scenario cambia completamente: lasciate le montagne alle nostre spalle si scende nella grande pianura di Ferghana dove ci accolgono campi di cotone circondati dalle montagne del Kirghizistan. Ora intorno a noi c’è in massima parte popolazione uzbeka. A

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Uzgen la visita di mausoleo karakha-nide (X - XII sec.) riserva soddisfazioni artistiche largamente inattese: altissima la qualità sia del mausoleo che del minareto. Cena e pernottamento a Osh dove si giunge in serata.

16, VENERDÌ: OSH Intera giornata dedicata alla visita di Osh, una delle città centro asiatiche più importanti sulle rotte commerciali verso l’Oriente. Visita dell’animato bazar bru-licante di uzbeki, kirghisi e tagiki. Visita del cosiddetto trono di Salomone (colle di Suleyman,) una frastagliata collina che sovrasta la città, meta importante di pellegrinaggio. Cena e pernottamento a Osh.

17, SABATO: OSH - BISHKEK Completamento delle visite di Osh e tempo a disposizione per gli acquisti nel suo splendido mercato. In tempo utile trasferimento all’aeroporto e volo per Bishkek. Pernottamento a Bishkek.

18, DOMENICA: TARAZ Si attraversa la grande steppa kazakha. Si raggiunge la località di Zhambyl (Taraz) per l’ora di pranzo. Al pome-riggio visita di Taraz. Un tempo città importante del regno Karakhanide è oggi una cittadina anonima. Nei dintorni si conservano tuttavia alcuni importanti monumenti di epoca samanide (818 - 999 d.C.) e karakhanide (840 - 1212 d.C.). Nel centro di Zhambyl si trovano i mausolei di Karakhan e Dauitbek mentre nel villaggio di Golovachovka si trovano i due splendidi mausolei del XII secolo di Aysha-Bihi e Babazhi Katun. Notevole e ben curato - sebbene non grandissimo - il museo di Taraz. Cena e pernottamento a Zhambyl (Taraz).

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19, LUNEDÌ: SHIMKENT Nelle vicinanze di Zhambyl visita di Akyrtas. Fu una città carovaniera sulla più settentrionale delle Vie della Seta. Iranica? Turca? Cosa fu la grande sala colonnata che si riconosce in pianta? Intorno a noi l’immensa steppa kazakha. Proseguimento per Shimkent. Lungo il percorso visita di Sayram (moschee e mausolei). Cena e pernottamento Shimkent.

20, MARTEDÌ: OTRAR (FARAB) E TURKESTAN Partenza in pullman per la cittadina di Turkestan. Lungo il percorso visita del piccolo Museo di Shaulder che contiene i ritrovamenti dal sito archeologico di Otyrar (Otrar in antichità Farab). Tra il VII e il XIII secolo questa città della transoxiana fu potente e colta. Le sue ricchezze provenivano dal controllo dei traffici commerciali. Nella città studiarono e lavorarono importanti pensatori ’persiani’: tra i più importanti Abu Nasr Farabi (XIII sec.), maestro del santo Khoja Akhmet Yassawi, celebrato in Turkestan. La città, divenuta islamica solo con la dinastia dei Samanidi, aveva un lungo passato di splendore commer-ciale: questa certezza di potenza indus-se il suo principe a sequestare i beni e uccidere 450 commercianti mongoli inviati dall’allora sconosciuto Gengis Khan. La risposta del khan mongolo fu terribile: la città venne rasa al suolo e la sua popolazione massacrata. Visita dei resti di Otrar. Nella vicina Kagam visita del Mausoleo di Arystanbab. In serata arrivo a Turkestan. Cena e pernotta-mento.

21, MERCOLEDÌ: TASHKENT

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Visita di Turkestan. Khodja Ahmed Yasavi fu un sufi, un maestro vissuto a Turkestan nel periodo karakhanide. La sua fama trasformò la città in impor-tante meta di pellegrinaggio: nel 1394 Tamerlano vi fece erigere uno splendido mausoleo a imitazione di quello che era appena sorto a Shakhrizabz. È visita splendida e di qualità a tutti gli effetti persiana. Dopo pranzo trasferimento a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan, dove si cena e pernotta.

22, GIOVEDÌ: TASHKENT Giornata dedicata alla visita di Tashkent. Interessanti edifici di epoca timuride, l’animato bazar. Ma molto, molto impor-tante il museo. Camere a disposizione fino alla partenza per l’aeroporto.

23, VENERDÌ: ITALIA Trasferimento all’aeroporto. Partenza alle 3:05 del mattino per Istanbul con Turkish Airlines. Proseguimento per Milano Malpensa (o Roma Fiumicino a seconda delle scelte espresse all’atto dell’iscrizione).