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Novembre 2017 - anno VII n. 4 www.dental-tribune.com
LAB TRIBUNEThe World’s Dental Lab Newspaper · Italian Edition
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A Milano si discute del nuovo Regolamento dei dispositivi medici Magna Charta europea dell’uniformità e tracciabilità
m.boc
A seguito all’entrata in vigore il 25
maggio scorso del Nuovo Regolamen-
to UE sui dispositivi medici, le Azien-
de del settore hanno 3 anni di tempo
per adeguarsi ai nuovi requisiti e agli
adempimenti previsti, la cui piena
applicazione è fissata a partire dal 26
maggio del 2020 (pur essendo state
contemplate scadenze specifiche pri-
ma e dopo tale data, ndr.).
Per mettere le Aziende in con-
dizione di recepire ed applicare in
modo corretto il Regolamento, è stata
indetta presso l’Hotel Ramada Plaza
di Milano, il 10 ottobre, una prima
giornata di approfondimento, che,
data la complessità della materia, è da
presumere sarà seguita da altre. Sca-
turita dal cd. “Tavolo interassociativo
per i dispositivi medici” costituito nel
1999 colla collaborazione di Assotti-
ca, Cosmetica Italia ed UNIDI, l’inizia-
tiva ha messo non solo in evidenza i
riflessi della legislazione “incoming”
sui settori di specifico interesse odon-
toiatrico, ma si è posta anche il preci-
so obiettivo di «approfondire i temi e
di gestire le criticità legate ai dispo-
sitivi venduti sul mercato privato ad
uso professionale, oltre a quelli ad
uso diretto del consumatore».
Il nuovo “quadro regolatorio” per
i dispositivi è emerso in tutta la sua
complessità dalla vivace e panora-
mica disamina compiuta dal Diret-
tore Generale DGDMF del Ministero
della Salute, Marcella Marletta. Dalle
parole convinte dell’alto dirigente
(che ha percorso step by step le tap-
pe della “road map”, il complesso
cammino verso una codificazione
condivisa) è emersa la complessità
della materia e lo sforzo compiuto
nel normarla, visto che nel Regola-
mento sono racchiusi ben 123 artico-
li, 17 allegati e 71 definizioni.
L’opera ciclopica che se da un lato
ha costretto la miriade di norme,
articoletti e codicilli in un corpus
unico, ha posto anche le basi (impre-
sa ancor più titanica) per dare una
disciplina uniforme ai Paesi della
CEE alcuni dei quali ancora del tutto
sprovvisti o quasi di normativa. Gra-
zie al nuovo Regolamento i concetti
che stanno alla base di una coerente
e razionale produzione e commer-
cializzazione di dispositivi, quali
la tracciabilità, l’identificabilità, la
valutazione clinica, l’uniformità
produttiva etc. si avviano a diventa-
re patrimonio comune e unificante
dei Paesi della CEE che già guardano
all’Italia come una punta avanza-
ta. Non c’è quindi da meravigliarsi,
Futuro ANTLO e DDL Lorenzin visti dal neo presidente Mauro MarinRicevendo al XIII Congresso Politico
ANTLO il testimone da Massimo Ma-
culan (che rimane Vice Presidente Vi-
cario), Mauro Marin è stato eletto sa-
bato 14 ottobre Presidente Nazionale
per il triennio 2017-2020. Illustrando
al Congresso le linee direttrici della
sua presidenza ha sottolineato che
«affondano le radici nell’esemplare
lavoro della presidenza Maculan, di-
mostrata dalla riconosciuta leader-
ship ANTLO in campo culturale ol-
treché in quello politico-sindacale».
«L’ANTLO – ha aggiunto – continuerà
su tale solco, perseguendo la tutela
degli interessi e valori delle impre-
se e imprenditori odontotecnici,
nell’ambito della più generale rap-
presentanza di categoria».
Il successo conseguito nell’Inter-
national ANTLOmeeting2017 sta a
dimostrare quanto sia possibile e
necessario coniugare insieme en-
trambe le attività, sindacale e cultu-
rale, a vantaggio e in rappresentan-
za generale della categoria e «in un
periodo di profonde trasformazioni
introdotte dall’“industry 4.0” oltre-
ché di fondata preoccupazione per il
futuro dell’attività e delle imprese».
Parlando del come si caratterizzerà
la sua presidenza nel prossimo trien-
nio Marin ha affermato in una nota
stampa che «l’analisi della situazione
in essere e di quelli che presumibil-
mente saranno i suoi trend evolutivi,
l’ANTLO l’ha già compiuta in diversi
convegni stabilendo gli obiettivi così
come le modalità attraverso le quali
esercitare al massimo livello il nostro
ruolo» sottolineando quindi in tal
modo la giustezza della via imbocca-
ta. Con l’offerta di eventi, conferenze
e congressi l’Associazione ha infatti
compiuto un deciso salto di qualità,
rispondendo alla perdurante crisi del
contesto di riferimento.
E dinanzi all’obiezione secondo
cui negli ultimi anni avrebbe recita-
to un “ruolo solitario” nella rappre-
sentanza odontotecnica (spesso in
>> pagina 4
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2 Lab Tribune Italian Edition - Novembre 2017News & Commenti
contrasto con altre del dentale, specie
odontoiatriche) il nuovo presidente
ha tenuto a sottolineare come in re-
altà l’ANTLO abbia sempre invitato
le altre associazioni odontotecniche
alle proprie iniziative nazionali cul-
turali e sindacali, registrando talvol-
ta “silenzi assordanti” e comunicati
“a dir poco offensivi”. La porta AN-
TLO rimane sempre aperta, afferma
tuttavia Marin, per trovare comuni
terreni d’intesa, anche se per dirla
in modo più arguto «per fidanzarsi
occorre essere in due, altrimenti non
rimane che il celibato, comunque
costellato di successi e soddisfazioni
come quello ANTLO». Porte aperte
anche per tutte le altre rappresentan-
ze del dentale, a cominciare da Andi
e Aio, perché «abbiamo più volte
affermato che sono più i motivi del
marciare insieme che quelli che sem-
brano dividere. Vedremo se, come mi
auguro, pur nella differenza di ruoli e
funzioni, riusciremo a trovare comu-
ni terreni di analisi e d’iniziativa».
Il primo grosso ostacolo con cui il
neo presidente e l’ANTLO han dovu-
to misurarsi è stata l’approvazione il
25 ottobre da parte della Camera dei
Deputati, del DDL Lorenzin, ora al Se-
nato per l’approvazione finale (salvo
esaurimento dell’attuale legislatura
o nuove modifiche), approvazione de-
cisamente insoddisfacente per l’Asso-
ciazione. «Su prestanomismo e abusi-
vismo odontotecnico – osserva – sono
stati introdotti come da noi sollecita-
to alcuni provvedimenti seppur non
nella misura richiesta. Sul profilo
invece sono state addirittura inserite
complicanze di rilevante criticità».
Soffermandosi in particolare
sull’affermazione del presidente Aio,
Fausto Fiorile che il profilo, se appro-
vato, avrebbe dischiuso all’odonto-
tecnico la possibilità di impostare
una terapia dentale, Marin ribadisce
quanto già ammesso per ben due
volte dal CSS e nel 2001 anche dalla
FNOMCeO. E cioè che «solo all’abili-
tato all’esercizio dell’odontoiatria (os-
sia al dentista ndr.) è riservato, in via
esclusiva, ogni atto preventivo, dia-
gnostico, terapeutico e riabilitativo».
L’odontotecnico, come lo vedo-
no all’ANTLO, vuol essere invece
l’«operatore sanitario in possesso
di un titolo universitario abilitante
che provvede a fabbricare dispositivi
medici su misura, in coerenza con la
prescrizione rilasciata dall’abilita-
to» (cioè al dentista). Sotto la sua re-
sponsabilità e solamente in strutture
odontoiatriche autorizzate alla verifi-
ca di congruità dei dispositivi medici
su misura, l’odontotecnico “secondo
ANTLO” può solo collaborare «per
ottimizzare, al di fuori del cavo orale,
tutti gli elementi relativi al manufat-
to che egli stesso realizza».
«Quindi – è la perentoria conclu-
sione di Marin – chi afferma altro,
mente sapendo di mentire».
Dental>Tribune>Italia
Protesi verso l’identità sanitaria gli odontotecnici dell’ANTLO nell’affollato Meeting di Roma
A differenza di quanto avveniva ne-
gli anni passati, quando tradizionale
teatro dell’avvenimento era Montesil-
vano. l’International ANTLOmeeting,
evento clou dell’ANTLO, si è svolto il 22
e 23 settembre al Marriott Park Hotel
di Roma. Scelta, azzardo “strategico-
politico”, ovviamente, non semplice
fatto logistico, come ha confermato
Massimo Maculan presidente ANTLO
ancora per poco, essendo giunto al ter-
mine di sei anni di un doppio manda-
to e alla vigilia dell’elezione del Diretti-
vo e di un nuovo Presidente.
Proprio per la programmata alter-
nanza e per l’impatto di ben 800 par-
tecipanti (record di frequenza più alta
mai raggiunta) il recente Congresso
ANTLO di Roma ha assunto l’imma-
gine di un “canto del cigno” di Macu-
lan, destinato tra poco ad assumere la
figura di padre nobile sindacale.
Nello svolgimento del Congres-
so dei record (come definito dagli
organizzatori) è stata rinnovata la
formula per così dire, tripartita, es-
sendo l’evento, come da tradizione,
articolato in tre anime: tre momenti
tematici in contemporaneo svolgi-
mento, ossia il congresso tecnico-
scientifico propriamente detto (34a
edizione), quello di tecnica ortodon-
tica (5a), e di rimovibile (3a edizione).
Ad ulteriore corollario, l’organiz-
zazione di 8 Tavoli Tecnici a cura del-
le aziende, l’incontro degli assistenti
aderenti alla SIASO oltre al congresso
nazionale, seconda edizione tenuto
dall’AIOI Italia. Relatrice di eccezione
al congresso la dottoressa Marcella
Marletta che, dopo il Vernissage nel-
la sala plenaria dove ha potuto spie-
gare le fasi dell’arrivo del regolamen-
to europeo sui dispositivi medici su
misura, ha avuto per oltre un’ora
una sala a disposizione per rispon-
dere ad una serie di domande e poter
chiarire alcune perplessità e dubbi
interpretativi sul testo del Nuovo Re-
golamento Europeo.
Simpatico siparietto tra il presi-
dente Maculan ed il Professor Pao-
lo Crepet sul tema dell’estetica e la
bellezza, visti non solo sotto l’aspet-
to dentale ma, soprattutto, nella
percezione della realtà quotidiana.
Con un ampio volo del Prof. Crepet
sulla bellezza ed il senso estetico a
partire dal medioevo fatto atterra-
re, ai giorni e al tema del congresso
da Maculan, riportando il tema alla
percezione estetica da parte del pa-
ziente coinvolgendo, portandolo sul
palco, il Dott. Persichetti primo rela-
tore della giornata.
Ultime, ma certamente non meno
importanti, una cinquantina di
aziende (altro record) che con la loro
presenza hanno confermato l’inte-
resse, dal un punto di vista marke-
ting, di un evento di tale portata.
Dallo “spessore” dei partecipanti e
dei temi dibattuti alla Tavola Rotonda
del sabato mattina è possibile trarre
una sintesi politico sindacale del Con-
gresso, che ha rivisitato (né poteva es-
sere altrimenti) i punti fondamentali
della battaglia vivacemente condotta
in questi anni dall’irrefrenabile Ma-
culan. In primis assoluto, ovviamen-
te, la “promozione” dell’inserimento
degli odontotecnici tra le figure sani-
tarie, nell’acquisizione di una dignità
apparsa negli ultimi tempi a portata
di mano ed abbinata alla conseguen-
te identificazione di competenze. Con
l’autorevolezza che gli compete quale
portavoce per l’odontoiatria del Mi-
nistero della Salute, Franco Condò
ha confermato alla Tavola Rotonda
la posizione del Ministero favorevole
all’inclusione dell’odontotecnico tra
i professionisti sanitari, con conse-
guente e più vasta defiscalizzazione
delle spese sanitarie.
Le ha richiamate a sua volta anche
Gianna Pamich, prendendo parte alla
Tavola quale presidente UNIDI e sotto-
lineando che tale defiscalizzazione po-
trebbe richiamare i capitali attirati ol-
tre frontiera da trattamenti orali solo
in apparenza più convenienti. Il segre-
tario culturale AIO, Denis Poletto, pur
convenendo che l’odontotecnico deve
diventare una professione codificata
per ripartire equamente gli oneri e gli
onori dell’esercizio professionale, non
condivide invece l’etichetta di “sanita-
rio” applicabile alla professione.
La conclusione e l’arrivederci alla
prossima edizione da un presidente
Maculan visibilmente emozionato
che, come da lui stesso annunciato,
ha visto passare davanti agli occhi, in
questi due giorni, 6 anni di presiden-
za nazionale vissuti in una grande
ANTLO rappresentata da colleghi ed
amici, oltre a trenta di associazione.
Dental>Tribune>Italia
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Futuro ANTLO e DDL Lorenzin visti dal neo presidente Mauro Marin
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LAB TRIBUNE ITALIAN EDITION Anno VII Numero 4, Novembre 2017
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Lab Tribune Italian Edition - Novembre 2017 Il Consulente
Meno lavoro dipendente e più lavoro intraprendente
lavoro prevalentemente proprio e
senza vincolo di subordinazione nei
confronti del committente, si appli-
cano le norme di questo capo, salvo
che il rapporto abbia una disciplina
particolare nel libro IV».
La stragrande produzione legi-
slativa in materia di lavoro, anche
di recente emanazione, tende a
garantire e tutelare il posto fisso
in ogni fase del contratto di lavoro
subordinato. Non a caso, il Decreto
Legislativo n. 81 del 15 giugno 2015,
all’art. 1, recita che quello a tempo
indeterminato costituisce la forma
comune di rapporto di lavoro.
Solo occasionalmente, lo sguardo
del legislatore si è rivolto, in termini
di tutela e non di tosatura fiscale,
al lavorato autonomo. Nel tempo,
sono stati compiuti timidi e limitati
progressi in termini assicurativi, di
previdenza, di assistenza sanitaria,
di protezione sociale sia dei lavora-
tori autonomi che dei lavoratori pa-
rasubordinati.
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Il lavoro ideale secondo il Principe
Antonio de Curtis, detto Totò, era il
posto fisso garantito con mille lire al
mese, oltre alloggio, vitto, lavatura,
imbiancatura e stiratura. Era il 1953
e ancora oggi, secondo la stragrande
maggioranza degli italiani, tale è ri-
masto, seppur aggiornato ai minimi
contrattuali collettivi in euro, oltre
a ferie, permessi, mensilità aggiun-
tive, contributi, assicurazioni, sicu-
rezze, TFR, benefits, welfare, ecc.
Il lavoro autonomo, invece, è
sempre stato visto con grande dif-
fidenza perché privo di certezze e
tutele e, nel contempo, colmo di re-
sponsabilità e rischi. Insomma, un
lavoro di serie B. Alle tante prote-
zioni e garanzie, giuridiche ed eco-
nomiche, del lavoro subordinato si
contrappongono le mille incertezze
dell’autonomo che, potendo contare
solo sulle sue capacità tutti i giorni
deve porre la massima attenzione
per “sbarcare il lunario”.
Ma la grande e prolungata crisi
economica, sociale e di lavoro, sta
costringendo anche il popolo di
santi, poeti, navigatori e… lavoratori
dipendenti a guardare anche verso
lidi più perigliosi; tant’è che secon-
do i dati 2016 Eurostat l’Italia è nelle
prime posizioni in Europa con quasi
5,5 milioni di lavoratori autonomi.
Senza indugiare troppo nel di-
ritto romano, rammentiamo che
la genesi del contratto di lavoro
autonomo è riconducibile all’isti-
tuto giuridico latino della locatio
operis in contrapposizione a quello
della locatio operàrum, le cui ca-
ratteristiche connotavano il lavoro
subordinato.
Nel moderno ordinamento giu-
ridico italiano il riconoscimento del
lavoro [N.d.R. qualsiasi lavoro!] e del-
la sua necessaria tutela è rinvenibile
in parecchi articoli della Costitu-
zione (1, 4, 35, 36, 37, 38, 41). Essendo
di carattere generale i principi fon-
damentali sarebbero dovuti essere
estesi anche ai lavoratori autonomi,
ma le normative si sono sempre pre-
occupate della tutela dei diritti dei
subordinati trascurando di esten-
derli anche ai rapporti di lavoro au-
tonomo ed ignorando che qualsiasi
attività umana, economicamente
rilevante, può essere oggetto di un
rapporto di lavoro autonomo o su-
bordinato, a seconda delle sue con-
crete modalità di svolgimento. Non
a caso la storia del diritto del lavoro
italiano è vista come storia del dirit-
to del lavoro subordinato e solo da
qualche tempo − e parzialmente −
anche del lavoro parasubordinato
ed autonomo.
Il Codice Civile pone l’attenzione
al lavoro autonomo dandone una
definizione in paragone rispetto al
lavoro subordinato (ritenuto “pun-
to di riferimento miliare”). All’art.
2222 il Contratto d’opera così è
definito: «Quando una persona si
obbliga a compiere verso un corri-
spettivo un’opera o un servizio, con
4 Lab Tribune Italian Edition - Novembre 2017Trends
Intervista: «L’odontoiatria è finalmente approdata nell’era digitale»
L’overdenture: una riabilitazione che può migliorare la qualità di vita dei pazientiOggi parliamo di overdenture. Negli ultimi anni in ambito
odontoiatrico sta cambiando la consapevolezza degli addet-
ti ai lavori nei confronti del trattamento implanto-protesico
dell’overdenture. Considerata un giusto compromesso tra
fattori economici e biologici, si è presa sempre più coscienza
del ruolo, a volte elettivo, che ha nella risoluzione di casi cli-
nici e nel migliorare la qualità di vita dei pazienti.
L’overdenture su impianti presenta numerose sfac-
cettature ed evoluzioni e nell’edentulia mandibolare,
l’utilizzo di attacchi singoli a basso profilo è una solu-
zione che, nella sua praticità, si pone come lo standard
di riferimento per questo tipo di pazienti.
In un momento storico dove l’età media è in aumen-
to e le richieste ed esigenze sono di livello e qualità sem-
pre più alto, si ha bisogno di avere nel proprio bagaglio
lavorativo un trattamento che sia veloce, sicuro, pratico,
di standard elevato e soprattutto economico.
L’overdenture è una protesi di successo, in continua
crescita. Le percentuali di sopravvivenza implantare
vanno dal 92% al 100%, indipendentemente dal tipo di
ancoraggio utilizzato o dall’età dei pazienti.
Per il mascellare superiore l’approccio diagnostico
deve essere affrontato seguendo una guida protesica
imprescindibile che è il posizionamento dei denti con
un montaggio diagnostico.
Il progetto protesico di un mascellare superiore non do-
vrebbe essere deciso in base alle richieste del paziente o alle
preferenze del clinico. La protesi del mascellare superiore rap-
presenta una spazio ben definito che si deve individuare e clas-
sificare. Spesso per garantire estetica e funzione le protesi ne-
cessitano di una flangia protesica che non può essere costruita
su una di tipo ibrido o toronto per ovvi motivi igienici.
Quindi quel che si può fare è stabilizzare sempre più la
protesi rimovibile in modo tale che i pazienti possano av-
vertire la sensazione di una protesi fissa ma che può essere
rimossa per motivi igienici e allo stesso tempo avere le giu-
ste dimensioni per garantire funzione, estetica e soprattut-
to sopravvivenza a lungo termine del progetto protesico.
Agli International Rhein Days svoltisi a Bologna all’i-
nizio di giugno si è visto come in questo passaggio risulta
utile l’OT Equator con il suo sistema di passivazione delle
barre denominato Seeger. Sulle barre si possono posi-
zionare gli equator calcinabili se abbiamo la necessità di
contenere i costi altrimenti si ha la possibilità di inserire
in tecnica di fusione classica e al CAD-CAM gli Equator
filettabili, in TiN altamente resistenti all’usura.
Per lo sviluppo della parte tecnica dei lavori è di im-
portanza fondamentale poter collaborare con odontotec-
nici che sappiano far parte di una squadra consentendo
al dentista di crescere. L’overdenture quindi non è solo un
tipo di riabilitazione implanto-protesica. È una famiglia
di riabilitazioni con la possibilità di riabilitare differenti
tipologie di atrofie ossea senza scendere a compromessi,
con un trattamento affidabile e predicibile.
Roberto>Scrascia
Dental Tribune Online: Quattro anni fa, al Congresso EAO avevamo parlato dell’introduzione della piattaforma ConnectDental. Com’è cambiato da allora a suo parere il panorama dentale?Negli ultimi quattro anni abbiamo
assistito a una sempre maggior pene-
trazione della tecnologia digitale nei
laboratori odontoiatrici e negli studi.
Queste tecniche vengono ora utiliz-
zate in tutto l’ambito odontoiatrico,
non solo dagli implantologi e sempre
più dagli ortodontisti, ma anche dai
medici generici. Naturalmente, l’inte-
grazione è stata realizzata in diversi
momenti ma stiamo assistendo a una
crescente rete con sistemi aperti che
guadagnano sempre più quote di mer-
cato. Tutto ciò ha un impatto positivo
sulla penetrazione, il che è esattamen-
te quello che avevamo previsto quattro
anni fa. Non si parla più di tecnologie,
ma di integrazione e soluzioni. L’IDS
di quest’anno ha chiaramente dimo-
strato che l’odontoiatria è finalmente
arrivata nell’era digitale e tutti i gran-
di fornitori di materiali e tecnologie
hanno adeguato il loro portafoglio per
contribuire a questo trend crescente.
Con un numero di soluzioni sempre crescente, l’ingresso nel settore può essere difficile. Come riesce ConnectDental a fornire un orientamento?Questo per noi, è il ruolo principale di
Henry Schein ConnectDental. La piat-
taforma aiuta a selezionare preven-
tivamente a scegliere e collegare pro-
dotti per aiutare i dentisti nell’offerta
di nuovi modi di trattamento e nel
conseguimento di una maggior sod-
disfazione del paziente. Nel frattem-
po, anche la stampa 3D è finalmente
arrivata in odontoiatria. In questo
ambito ora siamo in grado ora di of-
frire soluzioni complete con software
di pianificazione implantologica che
consentono agli studi e ai laboratori di
produrre direttive chirurgiche combi-
nate. Questo significa che non devono
più contare su fornitori esterni, posso-
no così fornire un servizio molto più
veloce al paziente. In realtà gli implan-
tologhi lavorano con guide chirurgi-
che per ogni impianto che fanno.
L’odontoiatria digitale offre delle pos-
sibilità straordinarie e la piattaforma
ConnectDental ne ottimizza l’utilizzo,
come soluzione chairside in combina-
zione con DentsplySirona Cerec o utiliz-
zando uno scanner intraorale e servizi
di laboratorio per i quali lavoriamo a
stretto contatto con 3Shape e altri pro-
duttori leader nelle impronte digitali.
Questo è anche il motivo per cui non
lo definiamo più “sistema aperto” ma
ConnectDental Trusted Solutions. Signi-
fica che le soluzioni da noi offerte sono
accuratamente provate e testate.
Come e dove vede il futuro di ConnectDental?Come consulenti attendibili, siamo im-
Dalla sua introduzione nel 2013, la piattaforma ConnectDental di Henry Schein ha aiutato numerosi professionisti dentali a compiere il difficile salto all’odontoiatria digitale. All’EAO 2017 Dental Tribune ha incontrato Patrick Thurm, Vice President Technology Global Prostethic Solutions Henry Schein, per esaminare come l’odontoiatria sia cambiata nell’era digitale e perché Henry Schein ConnectDental costituisce una guida in un mercato in continua crescita.
pegnati a aiutare i professionisti del
dentale a integrare con successo la tec-
nologia digitale in ogni fase dei flussi
di lavoro clinici. Di conseguenza, conti-
nueremo a estendere ulteriormente la
piattaforma ConnectDental. Dal lato
tecnico, cerchiamo di trovare le miglio-
ri soluzioni da offrire. Dal momento
che siamo un’azienda globale, occu-
piamo sicuramente ottime posizioni
in quest’ambito essendo in grado di
includere qualsiasi nuova tendenza nel
nostro sistema attraverso le partnership
con tutti i fornitori importanti. All’in-
terno di Henry Schein lavoriamo stret-
tamente con i nostri affiliati CAMLOG
e Biohorizons in implantologia e con
altre Divisioni della società, come Hen-
ry Schein Orthodontics. Collaboriamo
anche con clinici di fama, con cliniche,
laboratori e università per sviluppare
soluzioni d’eccellenza. Anche la forma-
zione è un punto focale dove investiamo
molte risorse. Quindi c’è molto da fare.
come ha rivelato la stessa Marletta,
se alcuni funzionari che in questi
anni si sono inoltrati in questa “sel-
va oscura” abbiano ricevuto propo-
ste allettanti dai Paesi europei più
bisognosi della loro esperienza.
La pienezza della sala, rimasta
tale per tutta la durata dell’incontro,
ha confermato che il tema dell’uni-
formità europea dei “dispositivi”
medici (termine anch’esso di pro-
blematica definizione) è argomento
meritevole della miglior attenzione,
destinato sicuramente a provocare
aggravi per le Aziende specie quelle
medio piccole che dovranno appog-
giarsi a una “persona responsabile”
che come Giano bifronte, diventerà
punto di riferimento all’interno
dell’azienda e interfaccia all’ester-
no, delle Istituzioni vigilanti.
La preoccupazione per i futuri
aggrevi che si leggeva nei volti è
riecheggiata nelle parole di Gianna
Pamich, presidente dell’UNIDI or-
ganizzatrice, ben consapevole delle
risorse necessarie per “mettersi a
posto” nei prossimi 3 anni, ma al
tempo stesso fiduciosa che le Azien-
de italiane (anche quelle minori co-
stituenti il 90 per cento del tessuto
produttivo, ndr.) “sapranno essere
all’altezza”, come lo è stato il Mini-
stero con cui c’è un rapporto che
Pamich definisce “meraviglioso”.
La preoccupazione della Presidente
è attenuata tuttavia dalla soddisfa-
zione perché dal Regolamento sca-
turirà nuova occupazione: «Per far
fronte alle normativa prevediamo
oltre cento assunzioni» dice.
Un nodo tuttavia rimane irrisol-
to ed è il cd. postalmarket, attraver-
so il quale possono essere immessi
sul mercato (e di fatto lo sono) e
a rischio di salute dispositivi non
conformi alle garanzie fornite dal
Regolamento. Ma per combattere
il fenomeno la Pamich conta molto
sull’intervento combinato del Mi-
nistero e dei Nas, oltreché sulle indi-
spensabili segnalazioni dei privati.
m.boc
A Milano si discute del nuovo Regolamento dei dispositivi medici Magna Charta europea dell’uniformità e tracciabilità
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Patrick Thurm, Vice President Technology Global Prostethic Solutions Henry Schein. (Fotografia: Henry Schein, Germania)