la croce 2019-2020 di gerusalemme - La Santa Sede · 2020. 12. 11. · la croce di gerusalemme...

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L’Ordine accoglie il nuovo Gran Maestro Priorità all’educazione e alla formazione delle giovani generazioni in Terra Santa annales ordinis equestris sancti sepulcHri hierosolymitani la croce di gerusalemme 2019-2020

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  • L’Ordine accoglieil nuovoGran Maestro

    Priorità all’educazionee alla formazione

    delle giovani generazioniin Terra Santa

    annales ordinis equestris sancti sepulcHri hierosolymitani

    la crocedi gerusalemme

    2019-2020

  • la crocedi gerusalemme

    DirettoreAlfredo Bastianelli

    Co-direttore e CaporedattoreFrançois Vayne

    Redattrice e Coordinatrice delle edizioniElena Dini

    Con la collaborazione degli autori citati in ciascun articolo, del Patriarcato Latino diGerusalemme, dei Luogotenenti o dei loro delegati delle Luogotenenze corrispondenti

    TraduttriciClaire Barraut, Chelo Feral, Christine Keinath, Emer McCarthy Cabrera,

    Vanessa Santoni

    [email protected]

    Documentazione fotograficaArchivio del Gran Magistero, Archivio de L’Osservatore Romano, Archivio del

    Patriarcato Latino di Gerusalemme, Archivi delle Luogotenenze indicate, PhilippeCabidoche, Cristian Gennari, Claudio Maina, Daniel Ibáñez (EWTN News), e altri

    collaboratori indicati nelle didascalie

    In copertinaIl cardinale Fernando Filoni mentre celebra l’eucarestia nella chiesa di Santo Spirito inSassia a Roma, il 1° febbraio 2020 in occasione della prima messa che ha presieduto in

    veste di Gran Maestro dell’Ordine del Santo Sepolcro. (Foto Cristian Gennari)

    Edito daGran Magistero dell’Ordine Equestredel Santo Sepolcro di Gerusalemme

    00120 Città del VaticanoTel. +39 06 69892901Fax +39 06 69892930

    E-mail: [email protected]

    Copyright © OESSH

    00120 Città del Vaticano

    annales ordinis equestris sancti sepulcHri hierosolymitani

    2019-2020

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    Governatore Generale dell’Ordine Equestredel Santo Sepolcro di Gerusalemme

    Leonardo Visconti di Modrone

    Gran Maestro dell’Ordine Equestredel Santo Sepolcro di Gerusalemme

    Cardinale Fernando Filoni

  • E D I T O R I A L E

    «Se non volete morire,bevete la carità»

    Èun’espressione desunta daSant’Agostino, vescovo, il qualespiegava ai suoi fedeli comesopravvivere quando si è di fronte aduna vita priva di senso. Egli dicevatestualmente: “Siamo messi alla provadagli affanni terreni e riceviamoesperienza dalle tentazioni della vitapresente. Ma se non vogliamo morireassetati in questo deserto, beviamo lacarità” (dal Trattato sulla 1.a Lettera diS. Giovanni).

    Come membri dell’Ordine delSanto Sepolcro di Gerusalemme nondovremmo mai dimenticare la saggezzadi queste parole. In effetti, nessuno è esente da affanni terreni e tutti facciamol’esperienza delle tentazioni della vita presente. Se ci facessimo sopraffare da affannie tentazioni, la vita non avrebbe più senso e effettivamente rischieremmo di morireassetati.

    «Bere la carità», cioè farla divenire un bisogno indispensabile nella vita di unaDama e di un Cavaliere, è virtù qualificante. Il nostro sostegno in Terra Santa neicampi dell’educazione primaria, secondaria e universitaria, l’impegno verso irifugiati e i migranti, il supporto alle famiglie in necessità rappresentano l’unguentoprezioso che le pie donne portavano al sepolcro di Gesù per completare l’opera compassionevole verso ilMaestro morto, ed al quale, tre giorni prima, non avevano potuto provvedere. Ma non ce ne fu bisogno.Cristo era risorto. Ora egli continua la sua presenza tra i poveri in spirito e quanti si trovano nell’indigenzamateriale; continua ad essere vivo nel nostro mondo, ma ancora soffre ed ha bisogno della medesimaunzione, cioè di quella carità inizialmente pensata per il suo Corpo. La carità è un’opera di bene cherisponde a tale esigenza e non va mai in prescrizione.

    Una Dama e un Cavaliere, con il proprio contributo caritativo, infatti, si mettono nella scia storica edesistenziale di donne e di uomini che hanno nel cuore un amore unico per la Terra Santa; quella Terra per laquale, in un moto di profonda commozione, Gesù pianse (cfr. Lc 19,42-44). Senza la carità la fede è comespenta, al contrario, “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto ame” (Mt 25,40). La carità, nella generosità, nella semplicità e nel nascondimento è un gesto di amore aCristo stesso.

    Questi riferimenti continuati alle parole di Gesù e all’insegnamento apostolico ci ricordano che unaDama e un Cavaliere del Santo Sepolcro di Gerusalemme devono sempre ritrovare nei gesti che compionola dimensione cristologica del proprio agire, la quale, oltre a qualificarne la vita, dà ad essa un senso genuinodi alta appartenenza.

    Fernando Cardinale Filoni

    LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020 1

    Il cardinale Filoni incompagnia di PapaFrancesco l’8dicembre 2019,giorno della suanomina in qualità dinuovo Gran Maestrodell’Ordine del SantoSepolcro.

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  • 2 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    Ricordando il Cardinale Montezemolo,Assessore d’Onore dell’Ordine

    L’ORDINE E LA TERRA SANTA

    La nuova Commissione per la Terra Santa

    Un sostegno a 360° in Terra Santa

    Insegnare la religione dell’altroin Terra Santa

    Le collezioni artistichedel Patriarcato Latino

    LA VITA NELLE LUOGOTENENZE

    La Luogotenenza per Western Australiae le occasioni di incontro coni suoi membri malesiani

    Giovani volontari al servizio della speranzain Terra Santa

    Un’Investitura nazionale ha riunitoi Cavalieri e Dame di tutto il Canada

    Per Cavalieri e Dame, l’Ordine rappresentauna famiglia e la Terra Santa una secondapatria

    I luoghi della teofania

    Nuovo slancio in Messico

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    L’ORDINE ALL’UNISONODELLA CHIESA UNIVERSALE

    «I membri dell’Ordine sono comedegli ambasciatori della Terra Santa»Intervista con il cardinale Parolin

    La voce profetica delle Chiese delMediterraneo

    Il cardinale Ayuso e il primo anniversario delDocumento sulla Fratellanza Umana

    L’Ordine partner della Congregazione perl’Educazione Cattolica

    GLI ATTI DEL GRAN MAGISTERO

    Dossier : Il Cardinale Fernando Filoni,nono Gran Maestro dell’Ordine

    Un anno fruttuosoLeonardo Visconti di ModroneGovernatore Generale dell’Ordine

    L’Ordine rafforza la sua presenzain America Latina

    Mons. Tommaso Caputo, nuovo Assessoredell’Ordine

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    Il messaggio del Cancelliere

    Al centro di questo numero de La Croce di Gerusalemme, rivista annuale dell’Ordine del Santo Sepolcrotradotta normalmente in cinque lingue, riserviamo varie pagine speciali all’accoglienza del nostro nuovoGran Maestro, il cardinale Fernando Filoni. Le altre grandi sezioni riguardano innanzitutto la vita dellaChiesa Universale, alla quale i Cavalieri e le Dame partecipano con tutto il loro cuore, poi le notizie dalGran Magistero, quelle riguardo alle azioni che portiamo avanti in Terra Santa in coordinamento con ilPatriarcato Latino e, infine, le testimonianze delle esperienze vissute dalle Luogotenenze presenti nel mondointero. Quest’anno la rivista è pubblicata anche in portoghese, grazie all’aiuto della Luogotenenza per ilPortogallo, per raggiungere più facilmente il mondo lusofono dove l’Ordine è molto presente, in particolarein Brasile. Ringrazio il nostro Ufficio Comunicazione per il lavoro svolto, augurandomi che La Croce diGerusalemme sia letta con attenzione e utilizzata generosamente da tutti i membri per far conoscere megliola missione essenziale dell’Ordine del Santo Sepolcro a servizio della Chiesa Madre che è in Terra Santa.

    Alfredo Bastianelli, Cancelliere

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  • LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020 3

    Ritratto ufficiale del Gran Maestrodell'Ordine, Sua Eminenzail cardinale Fernando Filoni

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    Eminenza, la Terra Santa sta vivendo da alcuni anniun eccezionale aumento dei pellegrinaggi. Qual è lasua analisi di tale fenomeno che riguarda la ChiesaMadre di Gerusalemme? I pellegrinaggi sono un modo importante per sostenere la

    presenza cristiana in Terra Santa. È anche attraverso questiviaggi della fede che i cristiani possono aiutare i fratelli che làvivono. Ciò permette ai cristiani di Terra Santa di lavorare e so-stenere le loro famiglie. Senza questo apporto di solidarietà, laTerra Santa sarebbe più povera non solo dal punto di vista eco-nomico, ma soprattutto dal punto di vista umano. I pellegri-naggi, infatti, permettono uno scambio di culture, lingue, tradi-zioni, ecc. che aprono alla conoscenza e al rispetto reciproco,promuovendo una società fondata su valori di giustizia e frater-nità universali. I pellegrini, poi, se da un lato trasmettono risor-

    Intervista esclusiva con ilcardinale Pietro Parolin,Segretario di Stato della

    Santa Sede. «I membridell’Ordine sono come

    degli ambasciatori dellaTerra Santa», afferma

    rivolgendosi direttamenteai lettori de La Croce di

    Gerusalemme.

    «I membri dell’Ordine sono comedegli ambasciatori della Terra Santa»

    L’ORDINE ALL’UNISONODELLA CHIESA UNIVERSALE

  • LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020 5

    se agli abitanti di quelle ter-re, dall’altro ricevono mol-to più di quanto possonooffrire. Infatti, il pellegrinocompie un’esperienza di fe-de nei luoghi della storiadella salvezza che hanno vi-sto il passaggio di Gesù suquesta terra. Un viaggionella memoria e, allo stessotempo, una riscoperta delVangelo che si incarna inogni tempo e a ogni latitu-dine.

    I pellegrinaggi in TerraSanta sono stati per me unmodo privilegiato per co-noscere, amare e seguire dipiù il Signore Gesù. Talvolta con un fremito di ti-more nella consapevolezza di calpestare la stessaterra che egli ha calpestato. Ma sempre con un’im-mensa gratitudine, sapendo che tutto quello che luiha fatto l’ha fatto per me e per tutti i miei fratelli esorelle in umanità, l’ha fatto per nostro amore e perla nostra salvezza. Mi auguro che ciascuno che pel-legrina in Terra Santa possa vivere gli stessi senti-menti e tornare rafforzato nella fede e nella testi-monianza cristiana.

    Cosa rappresenta per lei l’Ordine del Santo Se-polcro e qual è il suo posto nella Chiesa univer-sale? Dato che il Gran Maestro viene nominatodal Papa, si potrebbe affermare che si tratta

    dell’unico ordine cavalleresco intrinsecamentelegato alla Santa Sede?Fin dagli albori del Cristianesimo, la Terra dove

    nacque, visse, morì e risuscitò Nostro Signore haavuto un posto particolare nel cuore dei credenti edelle varie comunità ecclesiali che andavano diffon-dendosi al di fuori del mondo ebraico. Molti fedeliscelsero di vivere il Vangelo sia in forma solitaria,come eremiti, sia riunendosi insieme, proprio neiluoghi che avevano visto la presenza terrena di Cri-sto, in particolare quelli legati alle tappe della suavita pubblica, a cominciare dal Santo Sepolcro. Sisentì inoltre il bisogno di visitarli. Ebbero così ini-zio i pellegrinaggi, una forma di viaggio devoziona-le ed esistenziale che ebbe un forte incremento nelcorso del Medioevo. Risale a quel periodo la nasci-ta dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, conesplicito riferimento alla tomba che custodì il cor-po di Gesù Cristo privo di vita e da dove egli risu-scitò. Si avvertì la necessità di difenderne l’integritàe quella di quanti si recavano a visitarlo.

    Tra quanti si impegnarono in questa nobile im-presa annoveriamo i Cavalieri del Santo Sepolcro. Iprimi documenti che li riguardano risalgono al1336. Dal secolo XIV in poi i Papi hanno cercatodi regolamentarli anche giuridicamente ed essi apoco a poco hanno ampliato i loro compiti per de-dicarsi alla preservazione della fede in Terra Santa,al sostegno delle opere caritative e sociali dellaChiesa, in particolare di quelle promosse dal Pa-triarcato Latino di Gerusalemme.

    L’Ordine ha sempre beneficiato della protezionedei Sommi Pontefici. Per ricordare solo alcuni pas-

    «L’Ordine Equestredel Santo Sepolcroè, insieme alSovrano MilitareOrdine di Malta,uno dei due Ordinicavallereschiriconosciuti dallaSanta Sede. Nelprimo il GranMaestro è nominatodal Papa, mentrenel secondo è da luiconfermato», spiegail Segretario di Statodella Santa Sede inquesta primaintervista che haaccordato a LaCroce diGerusalemme.

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  • saggi, nel 1496 AlessandroVI decise che ne sarebbestato lui il Moderatore su-premo, delegando ai Fran-cescani – ai quali era stataaffidata la cura del SantoSepolcro da Clemente VInel 1342 – il potere di con-ferire il cavalierato ai nobilie ai gentiluomini in pellegri-naggio in Terra Santa. Laconferma di questo privile-gio ai Francescani fu rinno-vata da Leone X nel 1516,poi da Benedetto XIV nel1746, e infine, nel 1847, daPio IX, che ricostituì l’Ordine. Nel 1888, LeoneXIII dette la possibilità di nominare anche le Da-me. Nel 1907 Pio X decise che il titolo di GranMaestro dell’Ordine sarebbe appartenuto al Papastesso. Nel 1932 Pio XI approvò i nuovi statuti econcesse ai Cavalieri e alle Dame di ricevere l’Inve-stitura non più solo a Gerusalemme. Nel 1940 PioXII nominò un Cardinale Protettore dell’Ordine.Dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, San PaoloVI nel 1977 procedette ad approvare i nuovi statu-ti. San Giovanni Paolo II concesse all’Ordine lapersonalità giuridica vaticana.

    L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro è, insie-me al Sovrano Militare Ordine di Malta, uno deidue Ordini cavallereschi riconosciuti dalla SantaSede. Nel primo il Gran Maestro è nominato dalPapa, mentre nel secondo è da lui confermato.

    Nel mondo intero, sono presenti 30.000 Cava-

    lieri e Dame, molto attivi all’interno delle Chie-se locali e fortemente uniti ai vescovi del terri-torio, che spesso agiscono da Gran Priori delleLuogotenenze dell’Ordine. Lei affermerebbeche la missione dei membri dell’Ordine consi-ste nell’essere ambasciatori della Terra Santanelle loro rispettive diocesi?Si potrebbe dire in tutta verità che i membri

    dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, sia i Ca-valieri che le Dame, sono come degli “ambasciato-ri” della Terra Santa. Infatti, oltre a vivere la pro-pria fede cristiana e manifestare l’adesione allaChiesa cattolica negli ambienti in cui vivono e lavo-rano – in questo senso tutti i battezzati sono chia-mati ad essere “ambasciatori di Cristo” (cfr. 2Cor5,20) – con la loro presenza, nelle parrocchie e nel-le diocesi di appartenenza, promuovono iniziative afavore dei Luoghi santi e sensibilizzano i fedeli persovvenire alle necessità dei cristiani che là vivono,spesso in condizioni difficili, se non drammatiche.Oggi, il compito più pressante è quello di creare lecondizioni politiche e socio-economiche che favori-scano la permanenza dei cristiani in Terra Santa,perché è interesse di tutta la Chiesa che la Terra diGesù non diventi un museo di reperti archeologicie pietre preziose, ma continui ad essere una Chiesacostruita con “pietre vive” (1Pt 2,5), cristiani cheda duemila anni continuano l’ininterrotta tradizio-ne della presenza dei discepoli di Cristo. Ai mem-bri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro è chie-sto, quindi, non solo di promuovere la raccolta difondi per le realtà ecclesiali presenti in Terra Santa,ma di pregare e di operare affinché la pace prevalgasulle divisioni e sulle violenze.

    Intervista a cura di François Vayne

    6 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    «Il compito piùpressante è quello dicreare le condizionipolitiche e socio-economiche chefavoriscano lapermanenza deicristiani in TerraSanta, perché èinteresse di tutta laChiesa che la Terradi Gesù continui adessere una Chiesacostruita con “pietrevive” (1Pt 2,5)»,sottolinea ilCardinale PietroParolin.

  • «L’annuncio del Vangelo non può di-sgiungersi dall’impegno per il benecomune e ci spinge ad agire come in-stancabili operatori di pace», ha dichiarato PapaFrancesco nella basilica di San Nicola di Bari, do-menica 23 febbraio 2020, a conclusione dello stori-co incontro che ha riunito 58 vescovi provenientida 20 paesi situati nel bacino mediterraneo.

    «Oggi l’area del Mediterraneo è insidiata datanti focolai di instabilità e di guerra, sia nel MedioOriente, sia in vari Stati del Nord Africa, come pu-re tra diverse etnie o gruppi religiosi e confessiona-li; né possiamo dimenticare il conflitto ancora irri-solto tra israeliani e palestinesi, con il pericolo disoluzioni non eque e, quindi, foriere di nuove cri-si», ha aggiunto il Santo Padre.

    Due giorni prima, il 21 febbraio, migliaia di co-loni israeliani si erano radunati senza autorizzazio-ne sul suolo appartenente al Patriarcato Latino di

    Gerusalemme, nel nord della Palestina, in flagranteviolazione della proprietà privata. Malgrado tali no-tizie sui continui conflitti in Terra Santa, sulla guer-ra in Siria e sulla crisi in Libia, il Papa – desiderosodi vedere ben presto elaborata una “teologia del-l’accoglienza e del dialogo” – ha incoraggiato i rap-presentanti della Chiesa Cattolica dell’area medi-terranea a «ricostruire i legami che sono stati inter-rotti, rialzare le città distrutte dalla violenza, far fio-rire un giardino laddove oggi ci sono terreni riarsi,infondere speranza a chi l’ha perduta ed esortarechi è chiuso in sé stesso a non temere il fratello».

    Citando Giorgio La Pira, ex sindaco di Firenze

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    La voce profeticadelle Chiesedel MediterraneoSul tema “Mediterraneo, frontiera

    di pace”, dal 19 al 23 febbraio2020, si è svolto a Bari il primoincontro dei vescovi del bacino

    mediterraneo.

    Pochi giorni prima dell’inizio dell’incontro di Bari,il cardinale Bassetti – presidente della Conferen-za Episcopale Italiana e Priore dell’Ordine delSanto Sepolcro – che ha organizzato questegiornate, faceva arrivare un messaggio ai mem-bri dell’Ordine. Alla domanda su come possano iCavalieri e le Dame sostenere il processo inizia-to a Bari, rispondeva: «Continuando a essereconvinti e sinceri ambasciatori di pace! Questanon è soltanto assenza di guerra ma impegno apromuovere la dignità della persona umana».L’intervista integrale al cardinale Bassetti è di-sponibile sul nostro sito www.oessh.va

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    http://www.oessh.va/content/ordineequestresantosepolcro/it/la-chiesa/notizie-dalla-chiesa-universale/-l_incontro-di-bari-vuole-essere-il-cantiere-di-un-sentiero-di-p.html

  • originario della Sicilia,ispiratore dell’incontro eprecursore del dialogo nelMediterraneo – questomare del meticciato cheegli paragonava a un“grande lago di Tiberiade”– il Santo Padre ha sugge-rito un’analogia fra il tem-po di Cristo e il nostro.«Come Gesù operò in uncontesto eterogeneo diculture e credenze, cosìnoi ci collochiamo in unquadro poliedrico e multi-forme, lacerato da divisio-ni e diseguaglianze, che neaumentano l’instabilità. Inquesto epicentro di pro-fonde linee di rottura e diconflitti economici, reli-giosi, confessionali e politi-ci, siamo chiamati a offrirela nostra testimonianza di unità e di pace».

    In una prospettiva di pace e riconciliazione, ipartecipanti al “G20” cattolico e mediterraneohanno interagito e si sono reciprocamente comple-tati per cinque giorni, come ha riassunto – in quali-tà di portavoce dell’assemblea – Mons. PierbattistaPizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriar-cato Latino e Pro-Gran Priore dell’Ordine del San-to Sepolcro: egli ha sottolineato dinanzi al Papa la

    qualità dell’ascolto reciproco che ha regnatofra questi vescovi del Medio Oriente, delNord Africa e dell’Europa meridionale,nonché la fecondità delle esperienze condi-vise e la speranza suscitata dalle nuove pro-poste derivanti da tali scambi.

    «Le nostre Chiese desiderano diventareun’unica voce profetica di verità e di liber-tà», ha affermato Mons. Pizzaballa, segna-lando la volontà unanime di continuare ilpercorso di solidarietà intrapreso, attraversogemellaggi di diocesi e parrocchie, come an-che forme di volontariato da ideare in vistadi un mutuo sostegno.

    Durante la giornata conclusiva, Mons.Paul Desfarges – arcivescovo di Algeri epresidente delle conferenze episcopali del

    Nord Africa, parlando a nome dei confratelli – haringraziato il Santo Padre per la sua testimonianzapiena di umanità, che aiuta i vescovi ad affrontaretre grandi sfide, ossia l’accoglienza dei migranti, ildialogo interreligioso e l’ecologia, operando essinon soltanto da servitori delle loro comunità, maanche di tutti gli abitanti dell’area mediterranea.

    Insieme, hanno in un certo qual modo realizzatoil sogno di Giorgio La Pira, laico cattolico italiano,impegnato in politica dopo la seconda guerra mon-diale, che ha molto lavorato a favore del dialogosulle sponde del Mediterraneo, il Mare nostrum,culla della nostra storia, erede di Atene, Gerusa-lemme, Cartagine, Roma e Alessandria.

    Apostolo della pace fra i popoli, La Pira volevafavorire uno spazio mediterraneo in armonia, basa-to sul dialogo interreligioso, affinché le religioniabramitiche rappresentassero cammini di fratellan-za e non muri di separazione. Le sue virtù eroichesono state riconosciute nel luglio 2018 e presto po-trebbe essere beatificato. Uno dei figli spirituali chel’ha conosciuto a Firenze, il cardinale GualtieroBassetti, presidente della Conferenza episcopaleitaliana e Priore dell’Ordine per l’Umbria, è fautoredell’iniziativa che ha riunito a Bari – nel castellonormanno-svevo dell’imperatore Federico II, anticafortezza risalente al tempo delle Crociate – un veroe proprio cenacolo dell’incontro. «L’idea era sem-plicemente quella di parlarsi, con metodo sinodale,senza aspettarsi risultati strepitosi o spettacolari,ma segnando l’avvio di un processo», aveva ammo-nito il cardinale Bassetti, certo che non può esservi

    8 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    Il castello normanno-svevo dell’imperatoreFederico II a Bari –antica fortezzarisalente al tempodelle Crociate – si ètrasformato in unvero e proprio“cenacolodell’incontro”, dove ivescovi delMediterraneo hannopregato e meditato.«L’idea erasemplicemente quelladi parlarsi, conmetodo sinodale,segnando l’avvio diun processo», avevadichiarato il cardinaleGualtiero Bassetti,presidente dellaConferenzaepiscopale italiana,Priore dell’Ordine perl’Umbria e fautoredell’iniziativa.

  • pace duratura in Europa se non regna la pace nelMediterraneo.

    Bari, una città-ponte che collega Oriente e Oc-cidente, si è rivelata indicatissima per ospitare que-ste giornate. Ha donato al mondo un grande segnodi unità, nello spirito di San Nicola di Mira – il ve-scovo della povera gente venerato sia dai cattoliciche dagli ortodossi, di cuiessa custodisce le reliquie– e sotto lo sguardo del-l’icona della Vergine Odi-gitria, che risale ai tempidella Chiesa indivisa e checonduce e mostra la dire-zione, vicino alla quale, incattedrale, i vescovi delMediterraneo si sono rac-colti e hanno pregato fer-vidamente.

    Nel corso di questiscambi sul Mediterraneoplurale in un mondo glo-balizzato, è emerso che leChiese d’Europa – alleprese con secolarismo, di-sincanto e indifferenza –appaiono rivitalizzate dalleChiese del Medio Orienteo del Nord Africa, minori-

    tarie ma pur sempre vive e calorose. Il cardinaleJuan José Omella – arcivescovo di Barcellona – loha evidenziato, auspicando una collaborazione si-stematica fra diocesi per aiutare alcune parrocchieeuropee – minacciate da tale “tiepidezza” – a ritro-vare uno slancio comunitario gioioso e contagioso.

    Inoltre, i vescovi hanno constatato l’importanzadell’istruzione o delle opere di servizio alle personeper frenare l’avanzata dei fondamentalismi e vince-re i fanatismi, specie nei paesi a maggioranza mu-sulmana, come sottolineato da Sua BeatitudineIbrahim Isaac Sidrak, patriarca della Chiesa cattoli-ca copta egiziana. I cristiani devono partecipare allapromozione di un Islam moderato, conformementealle intuizioni espresse nella dichiarazione di AbuDhabi sottoscritta dal Papa e dal Grande Imam dial-Azhar, come ha fatto osservare il cardinale LouisRaphaël Sako, patriarca della Chiesa cattolica cal-dea di Baghdad.

    Oltre a ciò, i vescovi del Mediterraneo si sonoappellati ai responsabili politici e alle autorità civiliper combattere le cause dell’immigrazione, ovvero-sia disparità economiche e guerre alimentate dalcommercio di armi. «La Chiesa deve farsi voce pro-fetica per diventare la coscienza dell’Europa», hadichiarato a tale proposito il cardinale Jean-ClaudeHollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presiden-te della Commissione delle Conferenze episcopalidella Comunità europea.

    Trattandosi di persone che arrivano in Euro-pa per fuggire da guerra e miseria – di cui 20.000sono morte annegate fra il 2013 e il 2019 – Mons.Charles Scicluna, arcivescovo di Malta e Gran Prio-re dell’Ordine per la Luogotenenza maltese, si è au-gurato che le Chiese concorrano nel «disarmare icuori e guarire dalla paura», affinché si passi «dallaxenofobia alla xenofilia». I vescovi hanno d’altron-de precisato che fra questi migranti e rifugiati, nu-merosi sono i cristiani che riempiono le chiese vuo-te del Vecchio Continente.

    Allo scopo di preparare i futuri responsabili chelavoreranno per la pace nel Mediterraneo, la riu-nione di Bari ha elaborato il progetto concreto dimandare annualmente dodici giovani dai Balcani,dalla Turchia, dal Medio Oriente e dal Nord Africaa seguire un percorso di formazione presso la ‘Cit-tadella della Pace’, situata in località Rondine(https://www.rondine.org/chi-siamo/), vicino Arez-zo, affinché possano scoprire – attraverso un impe-

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    Trattandosi dellepersone che arrivanoin Europa per fuggireda guerra e miseria –di cui 20.000 sonomorte annegate fra il2013 e il 2019 –Mons. CharlesScicluna, arcivescovodi Malta e Gran Prioredell’Ordine per laLuogotenenzamaltese, si è auguratoche le Chieseconcorrano nel«disarmare i cuori eguarire dalla paura».I vescovi hannod’altronde precisatoche, fra questimigranti e rifugiati,numerosi sono icristiani cheriempiono le chiesevuote del VecchioContinente.

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  • gnativo lavoro di convivenza quotidiana – che die-tro un eventuale nemico si cela innanzitutto unapersona.

    Le comunità contemplative del bacino mediter-raneo hanno portato nelle loro preghiere l’incon-tro, conclusosi con una messa nel cuore di Bari, du-rante la quale Papa Francesco ha perorato la causa«dell’estremismo dell’amore» davanti a 40.000 fe-deli insistendo sulla novità cristiana rappresentatadall’amore verso i nemici. «Amare e perdonare èvivere da vincitori. Perderemo se difenderemo lafede con la forza. Il Signore ripeterebbe anche a

    noi le parole che disse a Pietro nel Getsemani: ‘Ri-metti la tua spada nel fodero’ (Giovanni 18,11). NeiGetsemani di oggi, nel nostro mondo indifferente eingiusto, dove sembra di assistere all’agonia dellasperanza, il cristiano non può fare come quei disce-poli, che prima impugnarono la spada e poi fuggi-rono. No, la soluzione non è sfoderare la spadacontro qualcuno e nemmeno fuggire dai tempi cheviviamo. La soluzione è la via di Gesù: l’amore atti-vo, l’amore umile, l’amore ‘sino alla fine’ (Giovan-ni 13,1)».

    François Vayne, inviato a Bari

    10 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    Giovedì 20 febbraio i delegati dell’incontro “Mediterraneo frontiera di pace” hanno visitato la città diBari, nei suoi luoghi più rappresentativi: la Basilica Cattedrale di Santa Maria, la Basilica di San Ni-cola e il Museo diocesano con i rotoli di Exultet.

    I codici baresi dell’XI-XII secolo rappresentano una soglia tra le due anime della città: latina ed orien-tale. Pergamene che si snodano attraverso un cilindro per annunziare il canto di lode nell’offerta del Ce-ro pasquale.

    Il cantore dall’ambone eseguiva il canto e le immagini interposte nel rotolo, in senso contrario al te-sto, rendevano presente ai fedeli il contenuto dell’inno. Gli angeli con il Cristo, la Madre Terra, la Chiesaradunata in preghiera costituiscono l’esordio. Il susseguirsi del Cristo che risale dagli inferi, del CristoKosmocreatore, della raccolta della cera delle api, del vescovo e dell’imperatore sono il testo dell’Exul-tet nella tradizione meri-dionale. Cosa rende cosìsuggestivi questi codici,da entusiasmare chiun-que possa conoscerli? Laricchezza dei contenuti èespressa con la linearitàdi immagini, parole, melo-die in un rito. Per esem-pio, la nota di una comu-nità sempre capace di rin-novarsi mediante la pre-senza del Signore Risortoè trasposta nel poemettodelle api ispirato da Virgi-lio. Il testo sottolinea chele api passano da fiore afiore, per fecondarli nel lo-ro atto d’amore, simbolodi una Chiesa che è ma-dre rimanendo vergine. Ivescovi hanno avuto mo-do di riconoscere in que-sti libri il richiamo al loroservizio pastorale.

    Visita ai rotoli di Exultet di Bari

    Don MicheleBellino, Prioredell’Ordine a Bari,ha fatto visitare aivescovi il museodiocesano, dove sitrova undocumento storicorisalente a 1000anni fa edutilizzatoliturgicamente percelebrare lavittoria pasqualedi Cristo.

  • Il 4 febbraio 2019 Pa-pa Francesco e ilGrande Imam di Al-Azhar Ahmed al-Tayyebhanno firmato il Docu-mento sulla FratellanzaUmana per la Pace Mon-diale e la Convivenza Co-mune. Ad un anno di di-stanza riflettiamo sull’im-portanza del dialogo, inparticolare in Terra San-ta, sui temi chiave trattatinel documento e sul ruo-lo dell’Ordine in questoambito insieme al Cardi-nale Miguel Ángel AyusoGuixot, presidente delPontificio Consiglio peril Dialogo Interreligioso.

    Eminenza, quali strade apre il documento sullaFratellanza Umana siglato da Papa Francesco edal Grande Imam di Al-Azhar al-Tayyeb un an-no fa? Bisogna innanzitutto ricordare che la dichiara-

    zione di Abu Dhabi si è costruita progressivamen-te. Il Papa ha iniziato un rapporto di amicizia con ilGrande Imam. La necessità di fare qualcosa insie-me per il bene dell’umanità e, al contempo, la coin-cidenza che gli Emirati avessero proclamato l’annodella tolleranza e aperto un ministero della tolle-ranza per promuovere la convivenza hanno creatoil contesto favorevole.

    Il documento che è stato siglato ad Abu Dhabiha carattere universale e si adatta perfettamente perla realtà che si vive in Medio Oriente. Mi piace ri-

    cordare quanto diceva in merito il nostro caro car-dinale Tauran: “Il Medio Oriente è un laboratorio”perché nella popolazione locale si respira un pro-fondo rispetto per l’altro, un alto livello di respon-sabilità civica e di solidarietà, nonostante le diffi-coltà socio-politiche. La maggior parte del pesodell’accoglienza verso i rifugiati la troviamo, adesempio, in paesi come il Libano e la Giordania.

    Al di là della versione pessimista, ogni cittadinoe credente è chiamato a lavorare per il bene comu-ne. Il documento di Abu Dhabi ha tracciato unaRoad Map in questa direzione. Fratellanza, pace econvivenza sono i tre elementi essenziali attraversoi quali percorrere una via di integrazione per risa-nare le ferite del mondo. L’unico balsamo che puòguarire dal populismo passa attraverso la fratellan-

    LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020 11

    «Docili alla verità che testimoniamoe in cammino con le altre personedi buona volontà»

    Il cardinale Ayuso e il primo anniversariodel Documento sulla Fratellanza Umana

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    http://www.vatican.va/content/francesco/it/travels/2019/outside/documents/papa-francesco_20190204_documento-fratellanza-umana.html

  • za umana che ci unisce. Le problematiche che crea-no disagio e ostacolano il clima di comunione han-no un carattere più politico ed ideologico.

    Il documento di Abu Dhabi va proposto e ri-proposto continuamente. Non dobbiamo dimenti-care che il Santo Padre ha voluto firmarlo di perso-na: non è dunque esclusivamente la dichiarazionedi una conferenza. Bisogna partire dal presentarlo efarlo conoscere in particolare attraverso le istituzio-ni educative e le scuole.

    Qual è la specificità del dialogo in Terra Santa?Il cuore della Terra Santa è la città di Gerusa-

    lemme e Papa Francesco nel suo viaggio in Maroc-co nel marzo del 2019 ha voluto siglare insieme alre Mohammed VI un documento per la protezionee difesa della città di Gerusalemme come Città San-ta, centro delle tre religioni monoteiste, affermandoche «Noi riteniamo importante preservare la Cittàsanta di Gerusalemme / Al Qods Acharif come pa-trimonio comune dell’umanità e soprattutto per ifedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo diincontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui sicoltivano il rispetto reciproco e il dialogo».

    Se il cuore di questa terra, Gerusalemme, viveuna situazione di dialogo, intesa e comunione fraebrei, cristiani e musulmani, può irradiare luce intutta questa regione che ha visto queste comunitàinteragire in modi diversi.

    Sappiamo che non si può capire il Medio Orien-te senza i cristiani ma non è possibile farlo neanche

    senza il dialogo interreligioso. La specificità di que-sta terra è il DNA della realtà che qui si vive.

    La questione della cittadinanza svolge un ruoloimportante nel permettere al dialogo di fiori-re…L’embrione di questa discussione da parte della

    Chiesa Cattolica viene dall’appello del Sinodo delMedio Oriente in cui si chiedeva che i cristiani nonvenissero considerati cittadini di seconda classebensì cittadini a pieno titolo. Da lì si è poi sviluppa-to un dialogo su questo tema e io mi sono personal-mente implicato in questa direzione per affermareche come cristiani non vogliamo essere protetti, di-fesi, tollerati. Noi vogliamo essere pieni cittadini elavorare insieme agli altri per il bene comune. Que-sto è quanto anche il cardinale Tauran nella sua ul-tima visita in Arabia Saudita (aprile 2018) avevaavuto modo di condividere.

    Sono stati fatti molti passi in avanti e non vannodimenticate le parole dell’imam di Al-Azhar in oc-casione della firma del documento di Abu Dhabi,quando ha ricordato che, nonostante le differenticomunità di appartenenza, siamo fratelli, non stra-nieri né protetti.

    La piena cittadinanza è un elemento fondamen-tale per preservare l’identità. È necessario dunquelavorare con rispetto e amicizia per il bene comune,come desidera Papa Francesco, al di là delle diffe-renze religiose e delle questioni di maggioranza eminoranza. Questo è un campo in cui non conta

    12 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    Il cardinale MiguelÁngel Ayuso Guixot,presidente delPontificio Consiglioper il dialogointerreligioso, hapartecipato all’iniziodi febbraio 2020 alprimo anniversariodella firma delDocumento sullaFratellanza Umanaper la Pace Mondialee la ConvivenzaComune ad AbuDhabi.

  • quanti siamo in una comunità o nell’altra: ogni per-sona deve essere rispettata nella sua individualità,anche chiaramente coloro che non appartengono anessuna tradizione religiosa.

    Quali vede come le sfide più grandi e quali glielementi di speranza?Conosciamo bene le difficoltà e gli aspetti nega-

    tivi ma vorrei parlare di quanto c’è di positivo invi-tando all’ottimismo. Ricordo il nostro caro e com-pianto cardinale Tauran che di fronte a tante diffi-coltà di carattere sociale, politico ed economico, sirifaceva sempre alla legge internazionale. Molti deinostri conflitti potrebbero essere risolti semplice-mente applicando la legge.

    Più che parlare delle problematiche, parlereidelle ricchezze e del patrimonio culturale, storico,liturgico e di convivenza che questa regione vanta.In Medio Oriente, è importante riprendere co-scienza del fatto che siamo cittadini e credenti e, inquanto tali, dobbiamo costruire la società arric-chendola con i valori delle nostre rispettive tradi-zioni religiose, passando dalla diversità rispettosaalla comunione dei valori condivisi a partire daiquali possiamo ricreare quella convivenza che nonè tolleranza ma la capacità di vivere nella diversità.È comune sentire parlare delle difficoltà e proble-matiche ma la mia esperienza di missionario mi hainsegnato che la gente comune, invece, vive spessouno spirito di vicinanza e convivenza.

    La parola “dialogo” è spesso usata in tanti con-testi e modi diversi. Come la descriverebbe?Sul sito del Pontificio Consiglio per il Dialogo

    Interreligioso, abbiamo scelto di mettere una fraseche rappresenta bene il dialogo: “Il dialogo richie-de parlare e ascoltare, dare e ricevere, crescita e ar-ricchimento reciproco. Si fonda sulla testimonianzadella propria fede come anche sull’apertura alla re-ligione dell’altro. Il dialogo non è un tradimentodella missione della Chiesa né un nuovo metodo diconversione al Cristianesimo”.

    Il dialogo è un atteggiamento esistenziale che ciapre alla realtà dell’altro. Ricordo il messaggio chePapa Francesco ci inviò in occasione del 50° anni-versario del nostro Dicastero nel quale, fra le altrecose, ci ricordava che dobbiamo farci compagni diviaggio di ogni essere umano nel nostro camminoverso la verità. Come diceva Papa Benedetto XVI,

    non siamo noi ad essere in possesso della verità, èessa a possederci.

    Noi ci rendiamo docili a questa verità che testi-moniamo e ci mettiamo in cammino con le altrepersone di buona volontà. Da qui la condanna diogni tipo di proselitismo che va contro i principifondamentali della Chiesa e delle altre tradizioni.Dobbiamo avere una solida formazione della nostratradizione religiosa e una buona informazione ri-guardo a quella degli altri.

    Abbiamo sicuramente la responsabilità di averericevuto un mandato da Dio ma la nostra vita deve

    essere un annuncio conti-nuo. Dobbiamo chiedercicome siamo testimoni del-la verità: se lo siamo au-tenticamente lì c’è Dio. Èvero che a volte alcuni vo-gliono imporre la sola notache essi suonano ma nondobbiamo dimenticare chese vogliamo fare un con-certo la sfida è quella dimettere insieme le diffe-renti note per creare unasinfonia.

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    Mons. Yohannis LahziGaïd, segretarioparticolare di PapaFrancesco, è membrodel Comitato Superioreistituito perraggiungere gliobiettivi delDocumento sullaFratellanza Umana,sottoscritto ad AbuDhabi dal Papa e dalGrande Imam dial-Azhar, Ahmedal-Tayyeb, il 4 febbraio2019.

    https://www.pcinterreligious.org/

  • Come possiamo lavorare più nel concreto permettere in pratica nelle nostre realtà quotidianeun atteggiamento improntato al dialogo?Partendo dai punti che abbiamo in comune.

    L’invito è quello ad impegnarci insieme per costrui-re una piattaforma umana che va sostenuta a parti-re dai nostri valori religiosi per un compromessocomune che ci porti a fare del bene. E questa deveessere un’attività costante, giorno dopo giorno, nonsolo legata ad eventi ma ricordandoci che siamo re-sponsabili di una nuova generazione che siamochiamati ad educare alla pace e alla convivenza. Ilprocesso è lento. Noi dobbiamo seminare in silen-zio, mettere in pratica, non fare fuochi d’artificio.

    Siamo chiamati ad essere rispettosi nella diversi-tà, fare discernimento, essere onesti nei rapporti edessere credibili in ciò che facciamo e chi fa così ren-

    de testimonianza. È comeuna lampada sopra il mog-gio che fa luce dappertutto,riprendendo l’immagineevangelica. Come fa Geru-salemme, la città santa. Ciauguriamo che questa lucepossa arrivare ai cuori ditutti gli esseri umani perchési superino gli ostacoli chedividono e poterci invecesentire fratelli e sorelle nel-l’unica umanità che Dio ciha dato e che noi dobbiamorispettosamente accompa-gnare, proteggere, difende-re, rispettando il disegno diDio verso ognuno di noi.

    L’Ordine del Santo Sepolcro conta circa 30.000membri nel mondo intero. Quale consiglio vuo-le far loro arrivare?Apprezzo moltissimo il lavoro svolto e l’azione

    dei vostri 30.000 membri che sostengono e aiutanole comunità locali in Terra Santa. Nella mia espe-rienza di missione mi sono accorto che ho dato tut-ta la mia vita e la mia gioventù al servizio dellaChiesa e ora mi rendo conto che quello che ho rice-vuto è molto di più rispetto a quanto ho potuto da-re. Voglio allora ricordare a questi 30.000 benefat-tori che è molto generoso quello che fanno e li invi-to a scoprire sempre di più quanto ricevono dallatestimonianza di coloro che sostengono con i loroaiuti perché sempre chi dà, riceve.

    Intervista a cura di Elena Dini

    14 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    L’incontro ad Abu Dhabi – un annodopo la firma del Documento sullaFratellanza Umana – ha illustratoquesta importante frase messa in

    evidenza sul sito del PontificioConsiglio per il dialogo

    interreligioso: «Il dialogo richiedeparlare e ascoltare, dare e ricevere,

    crescita e arricchimento reciproco. Sifonda sulla testimonianza della

    propria fede come anchesull’apertura alla religione dell’altro.Il dialogo non è un tradimento della

    missione della Chiesa né un nuovometodo di conversione al

    Cristianesimo».

  • LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020 15

    Papa Francesco ha invi-tato tutti coloro chehanno a cuore il temadell’educazione ad un incon-tro che si terrà in Vaticanoad ottobre 2020 per sotto-scrivere un patto educativoglobale. L’Ordine del SantoSepolcro di Gerusalemme,che da anni ha identificatol’educazione come uno deipilastri del proprio impegnoin Terra Santa – attraverso ilsostegno a realtà come la re-te delle scuole del Patriarca-to Latino di Gerusalemme el’Università di Betlemme –sarà una delle istituzionicoinvolte nel villaggio globa-le che verrà realizzato perl’occasione. Mons. VincenzoZani, segretario della Congregazione per l’Educa-zione Cattolica, alla quale è stata affidata l’organiz-zazione di questa grande iniziativa, risponde allenostre domande.

    Le istituzioni educative cattoliche rappresenta-no una grande rete mondiale. Di quali cifre par-liamo?Nel mondo abbiamo 220.000 scuole e 1860 uni-

    versità cattoliche. In media, il 35-40% degli stu-denti nelle nostre istituzioni sono non cattolici. InMedio Oriente, queste percentuali possono essereben superiori, arrivando fino al 98% di non cattoli-ci. Se l’educazione in quanto tale è uno strumentodi evangelizzazione e umanizzazione, l’educazionecattolica dovrebbe esserlo ancora di più. Per noi,infatti, queste istituzioni sono strumenti che arriva-no ai confini e oltre: sono dentro la Chiesa ma allostesso tempo sono strumenti di dialogo a 360°.

    L’invito del Papa a lanciare un patto educativo

    globale ci spinge a dialogaredi più con le nostre presenzein tutti i territori, in modoparticolare lì dove ci sono sfi-de nel dialogo fra ebrei, cri-stiani e musulmani nel cro-giuolo di culture, identità ecomunità.

    Può farci qualche esempioconcreto riguardo al contri-buto importante dell’educa-zione vissuta insieme alle al-tre componenti della societàin queste zone?

    In Libano qualche annofa ho partecipato insieme alPatriarca ad un incontro conle scuole cattoliche. Era stataorganizzata una serata dovec’erano drusi, musulmani e

    cristiani di diverse confessioni. Vedevo il Patriarcaintrattenere rapporti familiari e di amicizia con tut-ti. Alla fine della serata gli ho fatto i miei compli-menti per la maniera con la quale portava avantiqueste relazioni. Egli mi ha risposto: «Siamo statitutti compagni di scuola, siamo cresciuti insieme equesto rapporto lo abbiamo creato e coltivato daallora». In una risposta del genere si coglie cosa si-gnifica l’educazione e la scuola. Nell’educazione ledifferenze convivono e si cresce nel rispetto delledifferenze e nell’aiuto reciproco.

    Nelle scuole del sud del Libano si arriva ancheal 98% di studenti musulmani. Mi raccontavanodell’accordo che si fa con le famiglie dei bambinimusulmani quando iscrivono il loro figlio o figliaad una scuola cattolica a proposito del rispetto delprogetto educativo cristiano. A volte, mi riportava-no, i musulmani sono più attenti a rispettarlo per-ché in esso vedono una bella opportunità di cresci-ta.

    L’Ordine partner della Congregazioneper l’Educazione Cattolica

    Verso il Global Compact on Education voluto da Papa Francesco

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    A volte nelle nostre scuole c’è anche un’alta per-centuale di insegnanti non cattolici, semplicementeperché non ci sono sufficienti insegnanti cattolicidisponibili, e solo il direttore o direttrice è cristia-no. I vescovi ci raccontano che questi insegnantisono molto fedeli all’impegno preso e all’indirizzodel progetto educativo. Questa diversità interna al-le nostre scuole porta frutti a largo raggio perchésia gli insegnanti che gli studenti non cristiani ri-portano poi a casa l’effetto di questa loro esperien-za nell’ambito educativo cattolico.

    Come legge l’impegno dell’Ordine in TerraSanta e in particolare nell’ambito dell’educazio-ne?L’Ordine del Santo Sepolcro che opera in modo

    particolare in Terra Santa è da noi visto come unsupporto. È necessario un costante dialogo fra lenostre istituzioni e la realtàdell’Ordine. In vari casi laChiesa in Terra Santa è sottopressione e, in prospettiva,dobbiamo rafforzare mag-giormente la nostra collabo-razione. Vedo nell’Ordineuno strumento eccezionale inquesto senso. La vostra èun’istituzione pontificia conuna lunga storia che oggi sipuò rilanciare in maniera in-novativa, continuando a por-tare avanti la sua missione ri-spondendo alle sfide con-temporanee.

    Papa Francesco ricorda-

    va nel suo messaggio, ispirandosi ad un prover-bio africano, che «per educare un bambino ser-ve un intero villaggio». Quali sono i passi im-portanti da compiere per costruire questo vil-laggio globale che possa fornire uno spazio ap-propriato alla crescita dei giovani?Il messaggio del Santo Padre (in vista dell’even-

    to centrato sul tema «Ricostruire il patto educativoglobale» che si svolgerà a Roma ad ottobre 2020)dà piste concrete da percorrere. Partendo da que-sto proverbio africano, Papa Francesco ricorda chequesto villaggio va costruito. L’orizzonte presentein tutto il messaggio è di totale apertura ed è la sin-tesi di quanto il Pontefice ha detto in questi anni ri-guardo all’educazione, parlando di educazione in-clusiva, cultura del dialogo, di abbattere muri, co-struire ponti, superare le differenze. Sono ideechiave del suo pensiero che ci indicano la direzioneper costruire il patto educativo attraverso una col-laborazione fra culture e appartenenze religiose edetniche per superare differenze e difficoltà.

    Il Santo Padre dà tre indicazioni che abbiamoconsiderato anche nell’individuazione delle tema-tiche particolari che verranno trattate nel villag-gio. Innanzitutto, parte dalla centralità della per-

    «Nell’educazione le differenze convivono e si cresce nelrispetto delle differenze e nell’aiuto reciproco»,constata Mons. Vincenzo Zani, segretario dellaCongregazione per l’Educazione Cattolica, nell’ampiaintervista accordataci.

  • LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020 17

    sona. Questo implica a volte cambiare il nostroapproccio educativo sfidando i modelli troppo for-mali e invitando a considerare i linguaggi educati-vi informali come la musica e lo sport. Quandosi mette al centro la persona si ascoltano le sueesigenze e ciò richiede una certa flessibilità da par-

    te delle istituzioni. Secondo, il Papa

    sottolinea la necessi-tà di avere «il corag-gio di investire le mi-gliori energie concreatività e responsa-bilità» attraversoprogettualità contempi brevi, medi elunghi. Viviamo inun cambio epocalein cui tutto cambiarapidamente ma nondimentichiamo chel’educazione ha altritempi, necessita diuna più ampia fasciatemporale per porta-re i suoi frutti.

    Infine, Papa Francesco parla dell’educazione alservizio. Dobbiamo formare persone responsabili edisponibili a servire il bene comune. «Il servizioè un pilastro della cultura dell’incontro», dice ilSanto Padre nel suo messaggio. Nel campo del-l’educazione questo si può tradurre con il “service

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    «Il servizio è unpilastro della

    culturadell’incontro», ha

    detto il Santo Padrenel suo messaggioin vista dell’evento

    sul tema‘Ricostruire il pattoeducativo globale’,

    che si svolgerà aRoma nell’ottobredel 2020. Si trattadi formare persone

    responsabili edisponibili a

    mettersi a serviziodel bene comune.

  • 18 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    learning”, un metodo edu-cativo che invita gli studen-ti a sviluppare conoscenzee competenze attraversoun servizio solidale alla co-munità. Spostandoci nelmondo dell’università nondobbiamo dimenticare diconsiderare la terza missio-ne di queste istituzioni do-po l’apprendimento e la ri-cerca e cioè il confrontocon la finalità perseguitache dovrebbe essere quelladel bene comune.

    Ci stiamo avvicinando alla data scelta da PapaFrancesco per incontrare in Vaticano i vari in-terlocutori che desiderano lavorare ad un co-mune patto educativo. La Congregazione perl’Educazione Cattolica di cui lei è il Segretarioè stata incaricata dell’organizzazione di questainiziativa. Come si svolgerà?Stiamo lavorando alla realizzazione di un villag-

    gio per l’educazione che verrà ospitato nell’area di

    via della Conciliazione dall’11 al 18 ottobre 2020 eche si concentrerà su quattro poli principali: i dirit-ti, l’ecologia integrale, la pace e la solidarietà. Ci sa-ranno quattro location: ad ognuna sarà assegnatauna di queste tematiche e nel corso della settimanasaranno ospitati eventi e tavole rotonde. Ci sarannopoi spazi dove proiettare video, testimonianze econdividere buone pratiche.

    Chi visiterà il villaggio troverà una linea pedago-gica, delle proposte e delle strade. Si tratterà di unlaboratorio pieno di stimoli che non mira a daredelle ricette bensì degli spunti da concretizzare incontesti diversi. Tratteremo questioni grandi e im-portanti, come il cyber bullismo e l’intelligenza arti-ficiale affinché gli insegnanti, i ministeri e coloroche scrivono le leggi riflettano su quali prospettivesi possono promuovere a maggiore vantaggio deigiovani.

    Il Papa incontrerà prima in forma più ristretta irappresentanti delle religioni mentre ci sarà dopoun incontro allargato in Aula Paolo VI. Si sta lavo-rando anche all’ipotesi di un incontro per autoritàcivili impegnate nel settore dell’educazione.

    Intervista a cura di François Vayne ed Elena Dini

    Il Gran Magisterodell’Ordine intendeinvitare alcuni giovanidi Terra Santa (qui,studentidell’Università diBetlemme) apartecipare all’eventointernazionale sulpatto educativoglobale organizzatoin Vaticano, durante ilquale uno dei punti diincontro sarà ilPalazzo della Rovere,sede dell’Ordine delSanto Sepolcro aRoma.

  • LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020 19

    Per decisione del Santo Padre Francesco, SuaEminenza il cardinale Fernando Filoni è sta-to nominato Gran Maestro dell’Ordine delSanto Sepolcro a partire dall’8 dicembre 2019, So-lennità dell’Immacolata Concezione. Pubblichiamodi seguito il comunicato ufficiale di Sua Eminenzail cardinale Edwin O’Brien, Gran Maestro dell’Or-dine a partire dal 2012, che ha terminato il suomandato pochi mesi dopo aver compiuto 80 anni.

    «È con piena accettazione ed assoluto apprezza-mento che accolgo la decisione di Papa Francescodi avvicendarmi come Gran Maestro dell’OrdineEquestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e so-no particolarmente felice che Sua Santità abbia no-minato Sua Eminenza il Cardinale Fernando Filoniquale mio successore.

    Sono stato privilegiato ben oltre il tempo dellamia lettera di dimissioni che ho presentato cinqueanni fa.

    Nel corso degli oltre otto anni come Gran Mae-stro, ho rafforzato la mia personale fede e l’amoreper la nostra Chiesa constatando l’impegno nel per-seguire i fini dell’Ordine da parte dei nostri mem-bri, che si sono espressi in differenti culture e lin-gue ma tutti come ferventi cattolici.

    Sono molto grato ai due Governatori Generaliche mi hanno affiancato, le Loro Eccellenze il Pro-fessore Agostino Borromeo e l’Ambasciatore Leo-nardo Visconti di Modrone. Ai nostri collaboratorinel Gran Magistero ed allo staff impegnato nel

    quotidiano lavoro dei nostri uffici va ampiamentericonosciuto il merito della crescita dell’Ordine. Illoro impegno nei confronti delle Luogotenenze edella missione del Patriarcato Latino è stato inces-sante.

    Infine desidero dare il benvenuto a Sua Emi-nenza il Cardinale Filoni come nostro Gran Mae-

    Il Cardinale Fernando Filoni,nono Gran Maestro dell’Ordine

    Il sostegno totalee fraternodel cardinale O’Brienal suo successore

    GLI ATTIDEL GRAN MAGISTERO

  • Il Cardinale Fernando Filoni è nato il 15 aprile1946 a Manduria (Taranto, Italia). Ben presto lafamiglia si trasferì a Galatone (Lecce), di doveera originaria. Nel seminario minore di Nardò hafrequentato le medie, successivamente ha com-piuto gli studi liceali a Molfetta presso il Semina-rio Regionale Pugliese Pio XI e quelli di teologiaa Viterbo presso il Seminario Santa Maria dellaQuercia.

    È stato ordinato sacerdote il 3 luglio 1970 aGalatone da monsignor Anto-nio Rosario Mennonna, Ve-scovo di Nardò. A Roma hafrequentato la Pontificia Uni-versità Lateranense, conse-guendo la laurea in diritto ca-nonico, e l’università stataleLa Sapienza, dove si è lau-reato in filosofia; presso laPro Deo (oggi Libera Univer-sità Internazionale degli StudiSociali – LUISS) ha ottenutoil diploma in Scienze e Tecni-che dell’Opinione Pubblica,specializzandosi in giornali-smo. Durante il periodo roma-no è stato vice-parroco, occu-pandosi in particolare del-l’educazione dei giovani e in-segnando presso i licei clas-sici Vivona e Socrate.

    Al termine degli studi, ilCardinale Vicario di Roma, Ugo Poletti, gli propo-se di entrare nella Pontificia Accademia Ecclesia-stica. Il 3 aprile 1981 ebbe la sua prima destina-zione diplomatica in Sri Lanka. Dopo tre anni fudestinato in Iran (1983-1985). Successivamentefu chiamato in Segreteria di Stato, per occuparsidelle Organizzazioni internazionali. Nel 1989 èstato inviato in Brasile fino al 1992, quando fu ac-creditato formalmente nelle Filippine quale Con-sigliere culturale, con residenza in Hong Kong,

    dove la Santa Sede aveva aperto una Missionedi Studio per seguire da vicino la situazione dellaChiesa in Cina.

    Il 17 gennaio 2001 fu eletto alla sede titolaredi Volturno, con dignità di Arcivescovo, e nomina-to Nunzio Apostolico in Giordania e in Iraq. Ha ri-cevuto l’ordinazione episcopale dal Papa Giovan-ni Paolo II nella Basilica Vaticana il 19 marzo2001.

    A Baghdad (2001-2006) è stato Nunzio du-rante gli ultimi due anni del re-gime di Saddam Hussein, poidurante la guerra e nei tre an-ni successivi, fino al 25 feb-braio 2006, quando BenedettoXVI lo designò Rappresentan-te Pontificio nelle Filippine(2006-2007).

    Il 9 giugno 2007 è stato no-minato Sostituto per gli AffariGenerali della Segreteria diStato.

    Il 10 maggio 2011 PapaBenedetto XVI lo ha nominatoPrefetto della Congregazioneper l’Evangelizzazione dei Po-poli, creandolo Cardinale il 18febbraio 2012, della Diaconiadi Nostra Signora di Coromotoin San Giovanni di Dio. Il 26giugno 2018 il Santo PadreFrancesco lo ha cooptato nel-

    l’Ordine dei Vescovi.L’8 dicembre 2019 Papa Francesco lo ha no-

    minato Gran Maestro dell’Ordine Equestre del S.Sepolcro di Gerusalemme ed emerito della Con-gregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

    È autore di vari scritti, tra cui il volume “LaChiesa in Iraq”, tradotto in varie lingue.

    È Membro di varie Congregazioni fra cui laCongregazione per le Cause dei Santi qalla qualePapa Francesco l’ha nominato il 1° febbraio 2020.

    20 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    Biografia del cardinale Fernando Filoni

    stro. La sua lunga ed ampia esperienza pastorale edamministrativa nel servizio della nostra Chiesa Uni-versale saranno preziosi nel guidare l’Ordine nelsuo futuro cammino. A lui offro il mio pieno e fra-

    terno appoggio mentre prego per la continua inter-cessione della Beata Vergine Maria, Regina dellaPalestina».

    Edwin Cardinale O’Brien

  • Accompagnato dal Gover-natore Generale, Leonar-do Visconti di Modrone,il cardinale Fernando Filoni,nuovo Gran Maestro dell’Ordi-ne, è stato ufficialmente accoltoil 16 gennaio a Palazzo della Ro-vere, sede del Gran Magisteroa Roma, durante una cerimoniaalla quale ha partecipato il suopredecessore il cardinale EdwinO’Brien.

    Ricevuto all’ingresso dalle piùalte cariche dell’Ordine, il GranMaestro ha raggiunto la Sala delTrono salutando i membri delGran Magistero presenti. Il car-dinale O’Brien ha successivamen-te pronunciato alcune parole dibenvenuto assicurando al suo successore il soste-gno fedele ed entusiasta di tutti i Cavalieri e Damedel mondo. «Il nostro nobile Ordine ringrazia il Si-gnore e certamente il nostro Santo Padre per averci

    concesso il privilegio di averLa come nostra nuovaguida! Ella rappresenterà una vera benedizione peril nostro Ordine», ha poi concluso.

    Prima di pronunciare il suo primo discorsopubblico nelle vesti di Gran Mae-stro, il cardinale Filoni ha ricevutol’Investitura all’interno dell’Ordi-ne dalle mani del suo predecessoreche gli ha rimesso le insegne diCavaliere di Collare. Dopo questacerimonia, Sua Eminenza ha potu-to incontrare personalmente tutti imembri dello staff, prima di recar-si nella cappella per un momentodi preghiera silenziosa in compa-gnia del cardinale O’Brien.

    LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020 21

    Il nuovo Gran Maestro accoltoa Palazzo della Rovere

    Il cardinale Fernando Filoni haricevuto le insegne di Cavaliere diCollare dalle mani del suopredecessore, il cardinale EdwinO’Brien, nel corso di una cerimoniatenutasi a Roma presso il Palazzodella Rovere, il 16 gennaio 2020.

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  • 22 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    Accoglienza ufficiale del cardinale Fernando Filoni alPalazzo della Rovere il 16 gennaio 2020.

  • “Se tu conoscessi il dono di Dio” (Gv 4,10)Questa espressione è presa dal Vangelo di Gio-

    vanni.Gesù si trova nel villaggio di Sicàr, in Samaria;

    lungo la strada c’è un pozzo, quello che Giacobbeaveva dato al figlio Giuseppe. Il pozzo richiama allamemoria un sepolcro in cui è nascosta la vita, l’ac-qua, che bisogna attingere.

    Gesù stanco vede una donna attenta a raccoglie-re dell’acqua e le chiede da bere.

    Una scena comune in regioni dove l’acqua nonscorre in superficie e bisogna attingerla da sotterra.

    Nel dialogo che si apre tra Gesù e la donna sa-maritana, Gesù le dice che, oltre l’acqua naturale,c’è un’acqua ‘altra’, proveniente da una “sorgenteche zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14), come pu-re Gesù dice di avere un cibo ‘altro’, “che voi nonconoscete” (Gv 4,34), ciò in riferimento a quelloportato dai discepoli che erano andati a comprarlonel villaggio; Gesù incontra poi gli abitanti di Sicàr,che lo riconosceranno come “il salvatore delmondo” (Gv 4,42). Questo in breve il racconto del-l’evangelista Giovanni.

    Il menzionato episodio della vita di Gesù mipermette di inquadrare il senso del servizio al qualeil Santo Padre mi ha destinato; di dare un senso al-lo stare con voi, di appartenere da oggi alla grande

    famiglia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcrodi Gerusalemme. Vorrei poter dire di essere quasi ilparroco di questa grande ‘Parrocchia’ sparsa pertutti i continenti.

    Tutti abbiamo bisogno di attingere alle “profon-dità” – termine paolino – di quel mistero di graziache ci permette di “conoscere l’amore di Cristo chesorpassa ogni conoscenza” (Ef 3,18-19).

    Oggi iniziamo un nuovo capitolo della storiadell’Ordine; storia ricca di eventi e di gesti che lohanno nobilitato.

    Rinnovo il mio grato pensiero all’Em.mo Cardi-nale Edwin O’Brien per l’incarico finora svolto concompetenza e generosità alla guida dell’Ordine.Grazie Eminenza!

    Saluto i presenti: l’Ecc.mo Assessore, Mons.Tommaso Caputo, il GranMagistero, S.E. Mons. Fran-co Croci, Gran Priore dellaLuogotenenza per l’ItaliaCentrale, il LuogotenenteGenerale d’Onore, S.E. ilProf. Giuseppe Dalla Torredel Tempio di Sanguinetto eil personale tutto.

    Desidero assicurare ilmio impegno per l’Ordine

    LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020 23

    «Ricominciamo dal Sepolcro vuotodi Cristo»

    Il primo discorso del nuovo Gran Maestro

    Il nuovo GranMaestro insieme alProfessore AgostinoBorromeo,LuogotenenteGenerale, eall’AmbasciatoreLeonardo Visconti diModrone,GovernatoreGenerale dell’Ordinedel Santo Sepolcro.

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  • ed il mio incoraggiamento a tutti. Insieme abbiamobisogno, per camminare insieme, di chiedere a Cri-sto il dono della ‘sua’ acqua e del ‘suo’ cibo perchéil nostro cammino e quello di ogni Dama e Cavalie-re, sia fedele alla ‘vocazione’ e al ‘ministero’ in cuici siamo impegnati.

    In quanto Dame e Cavalieri, tutti sappiamo diavere una missione da svolgere; a noi non può man-care il ‘nobile ideale’ che richiede la natura stessadella nostra Istituzione. Ma la ‘nobiltà’, l’onore acui mi riferisco non proviene, come dice San Gre-gorio Nazianzeno, Vescovo e Dottore della Chiesa,dai “titoli dei genitori o da attività della loro vita,ma dall’essere e chiamarci cristiani” (Discorsi 43,19-21).

    L’impegno assunto, in verità, proviene da quelSepolcro vuoto, cioè dalla Risurrezione di Cristo dacui deriva ogni conoscenza profonda, sia della vitanascosta e pubblica del Signore, sia delle sue paro-le. Il sepolcro vuoto ci parla del Maestro vivente,che l’Apostolo Tommaso riconosce e confessa suo“Signore e Dio” (Gv 20,28) e che la Chiesa è chia-mata sempre ad annunciare e a testimoniare a tuttele genti e in tutti i tempi.

    Una Dama e un Cavaliere del Santo Sepolcro ri-cominciano sempre da lì; da lì ha origine l’impegnodi vita, di spiritualità, di vita sociale e di partecipa-zione alle necessità della Terra Santa. E questo saràsempre il nostro punto di partenza e di riferimento.

    Ricominciamo dal Sepolcro vuoto di Cristo, che

    tanti videro, ma solo Pietro, Giovanni, Maria diMagdala, Giovanna, Maria di Giacomo ed altri“videro e credettero” (Gv 20,8). Li potremmo ri-

    tenere i primi Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro.Noi siamo gli eredi di quei testimoni; ed è proprioin questo, che noi siamo oggi testimoni e diamosenso alla nostra partecipazione all’Ordine.

    * * *Prima di concludere queste mie parole permet-

    tetemi di rivolgere un saluto affettuoso ai miei Col-laboratori più stretti della Congregazione perl’Evangelizzazione dei Popoli e delle PontificieOpere Missionarie, qui presenti: S.E. Mons. Prota-sio Rugambwa, S.E. Mons. Giovanni Pietro DalToso, il P. Ryszard Szmydki, O.M.I., Mons. ErmesViale, Capo Ufficio dell’Amministrazione, e SuorRaffaella Petrini, F.S.E. Un grazie particolare a Ma-dre Shaun Vergauwen, F.S.E., co-fondatrice delleFrancescane dell’Eucarestia, che mi ha fatto la sor-presa di venire specialmente dagli Stati Uniti. A voicarissimi va il mio grazie di cuore. E Dio vi benedi-ca.

    Grazie a tutti.

    24 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    Il Cardinale Filoni saluta Suor Raffaella Petrini,F.S.E., sua ex segretaria alla Congregazione perl’Evangelizzazione dei Popoli, e Madre ShaunVergauwen, F.S.E., cofondatrice delle Francescanedell’Eucarestia: quest’ultima gli ha fatto lasorpresa di venire appositamente dagli Stati Unitiper la cerimonia di benvenuto del Gran Maestronel gennaio 2020.

    Le autorità dell’Ordine (qui nella foto il CancelliereAlfredo Bastianelli e uno degli eminenti membri della

    presidenza del Gran Magistero, Saverio Petrillo) hannocalorosamente accolto il Gran Maestro, accompagnato

    dal Governatore Generale, al Palazzo della Rovere.

  • Il cardinale Fernando Filoni ha voluto celebrareuna messa il 1° febbraio presso la Chiesa diSanto Spirito in Sassia, sita di fronte a Palazzodella Rovere, sede del Gran Magistero dell’Ordinedel Santo Sepolcro, per iniziare in preghiera la suamissione come Gran Maestro.

    Per l’occasione, i più alti dignitari della nostraistituzione pontificia, i Luogotenenti italiani e iCavalieri e Dame di Roma, insieme ad altri mem-bri dell’Ordine e amici, si sono stretti attorno a luinella chiesa gremita per affidare al Signore il suoministero e il cammino dell’Ordine nei prossimianni.

    Dopo la celebrazione eucaristica, Sua Eminen-za ha voluto incontrare tutti i partecipanti a Palaz-zo della Rovere, salutando ciascuno personalmen-te.

    Di seguito l’omelia “programmatica” pronun-ciata dal Gran Maestro.

    Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,Ho desiderato, fin dal pri-

    mo momento della mia no-mina alla guida del nostroOrdine, incontrarvi per pre-gare e chiedere a Dio il donodella luce e della sua grazia.

    Riflettendo sulla nostraspeciale missione o chiamatanella Chiesa, il mio pensieroè andato ai brani evangelici

    in cui si narra la vocazione dei discepoli di Gesù:con loro, infatti, egli avrebbe avviato una profondarelazione umana e l’iter della loro formazione e del-la sua rivelazione. Nel Vangelo di Matteo si raccon-ta che il Signore “vide due fratelli, Simone, chiamatoPietro e Andrea suo fratello … e disse loro: «Seguite-mi» … Andando oltre, vide altri due fratelli, Giaco-mo di Zebedeo e Giovanni suo fratello … ed essi su-bito lo seguirono” (Mt 4,18-19.21.23); “Gesù vide(anche) un uomo seduto al banco delle imposte e glidisse «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì” (Mt 9,9).Gesù li incontra ognuno lì dove la vita li ha colloca-ti e i loro sguardi si sono incrociati per sempre.

    Mi piace quindi pensare che, anche la nostrachiamata nell’Ordine del Santo Sepolcro di Geru-salemme, sia frutto di un incontro e di una chiama-ta in cui siamo stati, per così dire, scrutati e scelti;allo stesso modo anche di Maria di Magdala pressoil sepolcro vuoto; lì lo sguardo e la voce inconfon-dibile di Gesù risorto, la portarono subito a grida-re: “Rabbunì!”, cioè Maestro!; sì, non era il giardi-

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    «La radice del nostro impegnoin Terra Santa»

    La prima grande celebrazione presiedutadal nono Gran Maestro dell’Ordine

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    Sono stati numerosi i Cavalieri eDame venuti a pregare attorno

    al nuovo Gran Maestro, il 1°febbraio 2020, nella chiesa di

    Santo Spirito in Sassia, di frontealla sede del Gran Magistero.

  • niere, ma il Maestro vivente! (cfr Gv 20,14-17). Maquale inquietudine, quale agitazione del cuore edella mente!

    Lo stesso si può dire di Paolo – mentre andava aDamasco per arrestare i cristiani – fu scrutato nel-l’intimo dal Signore; da quell’esperienza, da quel-l’incontro con il Risorto, da quell’agitazione inte-riore, egli, il persecutore, percepì la grazia e otten-ne la forza che gli cambiò la vita, divenendo il piùgrande predicatore tra i pagani.

    Cari Dame e Cavalieri del Santo Sepolcro, pen-sare che ciascuno sia stato guardato e amato dal Si-gnore in un momento particolare della propria vitae che il suo sguardo abbia marcato il nostro cuore,ci consente di riflettere sul senso della nostra ap-partenenza all’Ordine.

    Vi apparteniamo non per eredità di casato o diceto, ma perché chiamati da Colui che è diventatolo spartiacque nella storia dell’uomo; il «Sepolcrovuoto» potremmo dire, è il punto e il luogo dove siincontrano la storia della fine ‘ignominiosa’ e ‘in-giusta’ inflitta a un uomo che aveva fatto del bene,divenuto però ingombrante agli occhi dei capi reli-giosi e del potere di Roma, e la storia di Pietro,Giovanni, Maria di Magdala ed altri che costataro-no il suo sepolcro vuoto, ma soprattutto riconobbe-ro Gesù risorto. Questa storia, la storia di ognichiamata, continua fino a noi; non si è esaurita.

    Davanti a quel sepolcro vuoto e all’incontro con

    Cristo vivente, si era verificata la più grande tra-sformazione dell’umanità e si aprivano scenari im-pensabili circa la convivenza tra i popoli, le relazio-ni sociali, le dimensioni dello spirito, il senso del-l’esistere. La storia non sarebbe stata mai più comeprima. Gli esseri umani si ritrovavano giudicati dalmistero della croce e della risurrezione: l’amore sisarebbe riqualificato, il bene e il male avrebberoconosciuto il loro chiaro punto di divaricazione, lagrazia e la verità, mostrate in Cristo, rivelavano ilvolto misericordioso di Dio (cfr. Gv 1,17-18).

    Con la scoperta del sepolcro vuoto, che avevasuscitato stupore e costernazione, e poi nell’incon-tro con il Risorto, che restituiva pace interiore eprocurava gioia immensa (cfr. Gv 20,20), iniziaval’avventura della fede ‘cristiana’.

    Per noi è utile ancora riascoltare la forte testi-monianza di Pietro e degli altri Discepoli, che, aTommaso incredulo, gridano: “Abbiamo visto il Si-gnore!” (Gv 29,25); proprio da quell’incredulità, incui si intrecciavano umiliazione e fede, nacque l’ul-tima beatitudine di Gesù che accompagnerà la vitadi ogni credente: “Beati quelli che pur non avendovisto crederanno!” (Gv 20,29).

    È con la medesima fede, umile e rassicurante nelRisorto, che, in sintonia con il Vangelo di oggi, noivorremmo allora entrare nella barca di cui parla ilVangelo; non si tratta di una barca materiale, madella barca della vita che spesso naviga nel mare

    26 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    «Quali Dame e Cavalieri del SantoSepolcro di Gerusalemme, noiripartiamo dallo stesso luogo doveripartirono per il mondo Pietro,Giovanni, Maria di Magdala e glialtri; ossia, da quel sepolcro vuoto edall’incontro con Cristo, nostrasperanza e nostra intima gioia,sappiamo che Egli dà senso allanostra esistenza e saremo testimonidel Signore vivente», ha dichiarato ilcardinale Filoni durante la primamessa celebrata pubblicamente investe di Gran Maestro.

  • dell’inquietudine del cuore e della mente: non im-porta se nel navigare della nostra vita si avrà a volteuna bonaccia noiosa e essa ci appaia come priva disenso; non importa se siamo scossi come da unatempesta per vento impetuoso e distruttivo; nonimporta nemmeno se a volte avremo la percezioneche la barca sembra rovesciarsi o paia riempirsi diacqua, mentre la paura ci indurrebbe a gridare:“Siamo perduti”(Mc 4,38), se il Risorto è con noi.

    Avere il Risorto nella piccola barca della nostravita o nella grande barca della Chiesa, sapere cheEgli ha promesso di custodirci dal maligno (cfr Gv17,15) e nella verità (cfr. Gv 17,17), ciò per noi ègaranzia e certezza che al momento opportuno saràGesù a minacciare i marosi e griderà al vento: “Ba-sta, calmati!” (Mc 4,39).

    Quali Dame e Cavalieri del Santo Sepolcro diGerusalemme, noi ripartiamo dallo stesso luogodove ripartirono per il mondo Pietro, Giovanni,Maria di Magdala e gli altri; ossia, da quel sepolcrovuoto e dall’incontro con Cristo, nostra speranza enostra intima gioia, sappiamo che Egli dà senso allanostra esistenza e saremo testimoni del Signore vi-vente.

    A tutti voi qui presenti, e a tutta la grande fami-glia delle Dame e dei Cavalieri del mondo, giungaallora il mio più cordiale saluto, il mio apprezza-mento e l’assicurazione della mia preghiera. Il no-stro esistere nella vita della Chiesa, consolidato piùvolte dai Sommi Pontefici, ha come scopo di assi-curare che nella Terra Santa dove sono presentitanti luoghi sacri continui a risuonare il Vangelo eresti viva l’opera di carità, il sostegno alle istituzioniculturali e sociali e la difesa dei diritti di quanti viabitano.

    Queste finalità nel loro insieme ciriportano alla radice neo-testamentariadel nostro impegno in Terra Santa.Sappiamo che i primi cristiani di An-

    tiochia, a motivo della grave carestia avvenuta tra il49-50, “sotto l’impero di Claudio”, con encomiabilezelo “stabilirono di mandare un soccorso ai fratellinella Giudea, ciascuno (offrendo) secondo quantopossedeva”; così essi inviarono i loro aiuti “per mez-zo di Barnaba e Saulo” (At 11,27-30). Fu un gestodi elevata solidarietà, nondimeno di quelli che Pao-lo aveva sollecitato anche alle Chiese della Galaziae di Corinto (1Cor 16,1-4) e a quello offerto dai cri-stiani di Macedonia; questi, nonostante “la loroestrema povertà”, avevano mostrato grande genero-sità: “Posso testimoniare infatti – scrive l’Apostolonella sua seconda Lettera ai Corinti – che hanno da-to secondo i loro mezzi e anche al di là dei loro mez-zi, spontaneamente, domandandoci con molta insi-stenza la grazia di prendere parte a questo servizio afavore dei santi” (2Cor 8,1-6). Splendida attitudinequella di voler prendere parte all’aiuto dei cristianiin Palestina!

    In tutti quei gesti, cari fratelli e sorelle in Cristo,noi troviamo – mi piace ripeterlo – la radice del no-stro operare e la finalità che i Sommi Pontefici han-no voluto assegnarci. Non dobbiamo mai dimenti-care che la carità e la solidarietà qualificano l’Ordi-ne equestre del Santo Sepolcro e noi siamo onoratidi averle come nostre caratteristiche a favore dellaChiesa Patriarcale di Gerusalemme e di tanti fratel-li e sorelle nel bisogno che vivono in quella Terra;Terra benedetta dall’Altissimo, ma anche necessi-tante di pace.

    Grazie per la vostra presenza; grazie per la vo-stra generosità. Grazie per la vostra preghiera. LaBeata Vergine Maria, Regina della Palestina vi pro-tegga, a Lei ci affidiamo, e l’Altissimo vi benedica.Amen.

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    RO«Non dobbiamo mai dimenticare che lacarità e la solidarietà qualificano l’OrdineEquestre del Santo Sepolcro e noi siamoonorati di averle come nostrecaratteristiche a favore della ChiesaPatriarcale di Gerusalemme» (CardinaleFernando Filoni).

  • 28 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    La prima Investitura presiedutadal cardinale Fernando Filoni

    È stato a Roma con la Luogotenenza per l’Italia Centraleche il nuovo Gran Maestro ha celebrato la sua primacerimonia d’Investitura, scegliendo in quell’occasione dimettere in valore il pastorale al posto della spada permostrare maggiormente la vocazione spirituale deiCavalieri e delle Dame chiamati a seguire Cristo.(Copyright foto L’Osservatore Romano)

  • Eminenza,con qualespirito af-fronta questa nuo-va responsabilitàdi Gran Maestrodell’Ordine delSanto Sepolcro cheil Papa Le ha affi-dato lo scorso 8 di-cembre?Nella mia vita di

    servizio alla Chiesa,prima come Vice-par-roco a Roma (nove an-ni), poi al Servizio del-la Sede Apostolica(quasi quaranta anni)ho imparato ad amareogni realtà alla qualesono stato destinato. Tra di esse non posso non evi-denziare le missioni ecclesiali nel Vicino Oriente,Iran (al tempo della guerra Iran-Iraq), Iraq e Gior-dania (2001-2006). In Giordania, in particolare inquanto territorio dove i Profeti, Mosè, GiovanniBattista e infine Gesù avevano predicato, sono statomarcato da questi unici legami con la Storia Sacra.Non avrei mai immaginato che sarei tornato ad oc-cuparmene con la nomina a capo dell’Ordine delSanto Sepolcro di Gerusalemme. Mi è sembrato ditornare ad un ‘amore’ non dimenticato.

    Nel giorno della Sua nomina è stato scritto suisocial che la carica di Gran Maestro dell’Ordi-ne è onorifica. Che risponde a questa afferma-zione? E, più in generale, in che modo per iMembri l’appartenenza all’Ordine non è sem-plicemente un onore?

    Penso che l’Ordine del Santo Sepolcro di Geru-salemme sviluppi due dimensioni, per lo più ignoteanche ai media. L’Ordine ha indubbiamente unasecolare storia. Fermarsi a ciò mi sembra riduttivoe comunque incompleto. L’Ordine oggi è una gran-de famiglia di volontari (30mila), sparsi in tutto ilmondo, che, con il proprio contributo volontario,permettono in Terra Santa non solo che i luoghipiù sacri alla Cristianità non rimangano siti musea-li, ma abbiano vita. Questa vita ha due livelli: il pri-mo è legato ai Cristiani che vi abitano; in tal sensole offerte dei Membri dell’Ordine vanno per il so-stentamento di famiglie povere, di scuole primariee secondarie, dell’Università di Betlemme, ad istitu-zioni sanitarie, ed oggi anche dei rifugiati. Il secon-do nel favorire che i pellegrini di tutto il mondotrovino tutti i luoghi più sacri adeguati al loro pel-legrinaggio. Ciò in sintonia con il Patriarcato Catto-

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    «Parlare di un “Ordine onorifico”è fuorviante»

    Incontro con il cardinale Fernando Filoni,nuovo Gran Maestro dell’Ordine

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  • lico di Gerusalemme che ha autorità su Israele, laPalestina e la Giordania. In conclusione, parlare diun “Ordine onorifico” è fuorviante.

    La Sua grande esperienza al servizio della Chie-sa è una fortuna per l’Ordine, soprattutto per-ché conoscete il Medio Oriente, essendo statoNunzio in Giordania, in Iraq ed in Iran. Qualiricordi vivi conserva di questa parte del mondoe come pensa che a lungo termine l’Ordine pos-sa contribuire a favorirvi la pace?La pace è frutto di collaborazione tra le parti. È

    frustrante se si lavora in favore di essa e spesso la sivede compromessa. Ma la pace si nutre del rispettodei diritti di tutti: penso in particolare a quello del-la gente che abita la Terra Santa (ma si può dire lostesso per tutto il Medio Oriente). Il problema co-mincia lì dove si lasciano crescere pregiudizi di su-periorità, mancanza di comprensione storica, riget-to di una realtà complessa che chiede a tutti pazien-za e dialogo. Se pensiamo all’eredità di valori che ciaccomunano, e non solo spiritualmente, ebrei, mu-sulmani e cristiani, scopriamo effettivamente quan-to ci unisce e prima di tutto l’unicità di Dio che co-me Padre, in questa terra si è rivelato. Un Dio chenon fa preferenze (pur nel rispetto delle diversità) enel cui nome non ci si può combattere e uccidere.Le violente guerre e inimicizie che ripetutamenteinsanguinano la Terra Santa (e il Medio Oriente)non possono trovare giustificazione né in Dio, né inuna Terra che primieramente appartiene al Dio del-la Rivelazione.

    L’Ordine è poco conosciuto, vittima a volte dipregiudizi, mentre la sua missione in favoredella Chiesa Madre in Terra Santa è essenziale.Cosa si aspetta, Eminenza, da parte dei 30milamembri dell’Ordine perché comunichinoun’immagine più giusta della loro vocazione al-la santità e dell’importante servizio che rendo-no alla Chiesa?I pregiudizi uccidono la verità. Non di rado essi

    si nutrono anche di ignoranza. Tuttavia tocca a noi,in particolare ai Membri dell’Ordine, lavorare perfarli diminuire e, ci si auspica, scomparire. Anchequeste mie parole spero suscitino il desiderio diuna miglior conoscenza dell’Ordine del Santo Se-

    polcro. Vorrei qui sottolineare che all’Ordine nonsi accede per casato o ceto sociale. Oggi l’Ordineaccoglie persone che accettano nella propria vital’ideale di una vita Cristiana che ha radici in un se-polcro vuoto, presso il quale si incontra Gesù vi-vente, risorto. La vita di un Cavaliere e di una Da-ma è “cristologica”, cioè incentrata sul mistero diGesù, secondo l’insegnamento di San Paolo (1Cor15,14): «Se Cristo non è resuscitato è vana la predi-cazione… e la vostra fede». Inoltre nella loro vita ilpunto più significativamente concreto sta nella par-

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    La vita di un Cavaliere e di una Dama è“cristologica”, ovverosia centrata sul mistero di Gesù,secondo l’insegnamento di San Paolo (1Cor 15,14).Pertanto, i membri dell’Ordine si impegnanoconcretamente in Terra Santa al servizio dei lorofratelli e sorelle più fragili e indifesi.

  • tecipazione al sostegno deiluoghi, delle opere e dei fra-telli e sorelle in necessitàdella Terra Santa. I 30milamembri nel mondo costitui-scono così una grande fami-glia o, se si vuole, una gran-de “parrocchia”.

    L’Ordine è una istituzio-ne pontificia, dunque èlegato in maniera intrin-seca alla Santa Sede.Quali sono secondo Leigli eventi della vita eccle-siale a cui i Cavalieri e leDame dovrebbero esseremolto attenti in modo dacamminare sempre piùin comunione con laChiesa Universale?Tralascio le antiche origi-

    ni storiche. Effettivamentel’Ordine ha sempre avuto laprotezione della Sede Apo-stolica tanto che nella rico-struzione di esso, Pio X(1907) volle egli stesso riser-varsi il titolo di Gran Mae-stro dell’Ordine. Poi PioXII (1940) passò il titolo adun Cardinale, fino ad oggi.C’è pertanto un intimo nes-so tra la Sede Apostolica el’Ordine. Per tale motivo trale finalità di esso, oltre allozelo per la vita Cristiana dei suoi membri, oltre alsostegno alle opere di Terra Santa, vi è anche quellodella propagazione della fede con la personale testi-monianza di vita ed il sostegno dei diritti dellaChiesa Cattolica in quella Regione nel rispetto deidiritti dovuti ad ogni altra entità che favorisca lapacifica convivenza di tutti. Pertanto, l’Ordine èsensibile agli insegnamenti del Sommo Pontefice inquesta Regione sviluppando sintonia e sostegno.

    Intervista a cura di François Vayne

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    I membridell’Ordine – chevannoregolarmente inpellegrinaggio neiluoghi dove Cristo èmorto e risorto –adempiono lamissione dipropagare la fedeattraverso latestimonianzapersonale di vita,nonché la difesadei diritti dellaChiesa Cattolica inTerra Santa.

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  • Il Gran Maestro ha nominato Enric Mas ViceGovernatore Generale per l’America Latina,una nuova posizione che è stataappena creata. Mas ritiene chela parola chiave di questo ruolosia “servizio”: «Dove non ci so-no Luogotenenze, si tratta diincoraggiarne la fondazione, edove ce ne sono di essere a loroservizio fornendo tutto il soste-gno necessario».

    «Il fatto di aver svolto ilruolo di Luogotenente – hacontinuato Enric Mas – mi aiu-ta a capire i bisogni e le aspet-tative perché le questioni che iLuogotenenti devono affronta-re sono le stesse che mi sono

    trovato anch’io a dover gestire». Il Vice Gover-natore Generale per l’America Latina ha iniziato

    il suo mandato alla fine di giu-gno 2019 e vede molte possibi-lità nel futuro: «L’America La-tina è più di un continente eoffre grandi opportunità dicrescita in tutti i settori. È unaregione in cui l’Ordine delSanto Sepolcro può sicura-mente continuare a sviluppar-si».

    32 LA CROCE DI GERUSALEMME 2019-2020

    Due nuovi membridel Gran Magistero

    Due nuovi mem-bri entrano afare parte del GranMagistero, ovvero-sia del consiglio in-ternazionale delGran Maestro, chesi riunisce due vol-te l’anno a Romaper discutere tema-tiche d’attualità re-lative all ’Ordine.Leopoldo Torloniadei Duchi di Poli eGuadagnolo, italiano, è presidente del “Circolo San Pietro” – associazione di solidarietà verso i più po-veri, fondata a Roma nel 1869. Dominique Neckebroeck (foto di destra) è il Cancelliere emerito dellaLuogotenenza per la Francia ed è molto impegnato nei progetti dell’Ordine in Terra Santa. Auguriamoloro di svolgere un’attività feconda, a fianco del Governatore Generale Leonardo Visconti di Modrone edi tutti i responsabili dell’Ordine.

    Enric Mas nominato Vice Governatore Generaleper l’America Latina

    Il nuovo Vice GovernatoreGenerale per l'America Latina,Enric Mas.

  • L’Ordine del Santo Sepolcro ha conclusol’anno 2019 con risultati particolarmenteincoraggianti poiché il totale delle donazio-ni ammonta a una somma superiore all’anno prece-dente: ciò permetterà di sostenere in modo efficacela presenza cristiana in Terra Santa, specie attraver-so le opere e i progetti del Patriarcato Latino diGerusalemme.

    La collaborazione con il Patriarcato è semprepiù solida e fiduciosa: si avviano progetti vicini allepersone, soprattutto grazie alla nomina di Sami El-Yousef – direttore amministrativo – da parte diMons. Pierbattista Pizzaballa, AmministratoreApostolico, da tre anni.

    Al Gran Magistero, nuove e rigide regole ammi-nistrative hanno consentito di ottenere risparmi co-spicui. Inoltre, nuovi membri del Gran Magistero enuovi Luogotenenti apportano un contributo mol-to costruttivo alle attività dell’Ordine. L’azione dicoordinamento dei Vice Governatori si è rivelataassai produttiva e, con la designazione di un quartoVice Governatore espressamente dedicato all’Ame-rica Latina, l’Ordine si svilupperà in tale grandecontinente così importante per il futuro della Chie-sa.

    I problemi di organizzazione locale sono statiappianati in determinate Luogotenenze e la situa-zione dell’ex hotel Colombus è finalmente chiarita.Riguardo quest’ultimo punto, una commissione in-ternazionale del Gran Magistero lavora per sceglie-re una nuova gestione dell’edificio finalizzata a unaiuto supplementare alla Terra Santa. Nell’attesa,numerosi eventi vengono organizzati al Palazzo del-la Rovere, come le giornate FAI del patrimonio ita-liano, conferenze di alto livello e cene di beneficen-za, ad esempio quella organizzata dopo il concertodi Natale in Vaticano. Importanti opere di restaurosono state effettuate sugli affreschi delle sale princi-pali.

    Il nuovo statuto dell’Ordine sta per essere ap-provato dal Papa e anche un nuovo Gran Maestro– che conosce bene il Medio Oriente – è ormai acapo della nostra istituzione pontificia.

    Desidero rivolgereun saluto rispettoso ericonoscente proprio alGran Maestro, SuaEminenza CardinaleFernando Filoni, ilquale subito dopo ilsuo arrivo il mese scor-so mi ha sostenuto eincoraggiato nel lavoroquotidiano: questo miopiccolo lavoro è resogrande dall’attenzione

    e dalla benevolenza con cui egli lo segue. Vorrei ag-giungere che una sua raccomandazione durante ilnostro primo incontro mi ha molto colpito, dive-nendo per me guida e orientamento: il parallelo frala nostra azione in Terra Santa e quella delle Ponti-ficie Opere Missionarie nelle quali la nostra missio-ne, che si espleta in presenza di popoli con confes-sioni diverse e situazioni complesse di sofferenza,non deve essere “ad gentes” ma “inter gentes”, poi-ché ovunque operiamo dobbiamo attuare i valoriche ci contraddistinguono, i valori del Vangelo. Ta-le principio è molto importante e determina la no-

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    Un anno fruttuosoLa Consulta quinquennale ha incentivato l’attività dell’Ordine

    Accompagnato da DonataKrethlow-Benziger,responsabile dellaLuogotenenza per laSvizzera, il GovernatoreGenerale LeonardoVisconti di Modrone èstato invitato a parlaredell’Ordine sul canalecattolico itali