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La comunicazione non verbale

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La comunicazione non verbale

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Autonomia dei sistemi non verbali e loro interdipendenza

Ogni sistema di comunicazione

apporta un proprio contributo sul significato finale di un atto comunicativo

Mehrabian, A. and Wiener, M. (1967). Decoding of inconsistent communications, Journal of Personality and Social Psychology, 6, 109-114

Mehrabian, Wiener (1967)

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La comunicazione non verbale Argyle (1972) Ekman e Friesen (1968)

•  La comunicazione non verbale informa principalmente sulla relazione tra gli interlocutori

•  E’ lo strumento principale per comunicare le emozioni

•  E’ un linguaggio simbolico per rappresentare l’immagine di sé agli altri

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La comunicazione non verbale Argyle (1972) Ekman e Friesen (1968)

•  È per lo più involontaria •  Chiarifica o contraddice il messaggio trasmesso dal

linguaggio verbale

•  Regola gli scambi interpersonali (tempo, pausa, parlato)

•  Sostituisce il linguaggio parlato in particolari situazioni

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La concezione innatista Darwin (1872)

•  Le emozioni sono risposte adattive, innate, uguali in tutte le culture e indipendenti dall’apprendimento (es.: l’espressività facciale dei bambini nati ciechi)

•  Le emozioni producono la configurazione di determinate

espressioni facciali e di movimenti corporei •  Le espressioni facciali hanno un carattere di universalità •  Le espressioni facciali delle emozioni hanno un significato adattivo

(es.: l’utilità della paura; la somiglianza con i primati)

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Studi in Nuova Guinea di Ekman e Friesen (1967)

•  In uno studio Ekman chiese ai “Fore” di mostrare la faccia che avrebbero fatto in base ad alcune storie molto semplici: assunsero l’espressione di felicità (“il suo amico è venuto a trovarlo e lui è contento”), tristezza (“suo figlio è morto”), disgusto (“sta odorando qualcosa che ha cattivo odore”), rabbia (“sta per mettersi a combattere”), sorpresa (“ha posato gli occhi su qualcosa di nuovo o inaspettato”), paura (“incontro con un pericoloso cinghiale”).

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La teoria Neuro-Culturale Ekman (1972, 1977, 1982)

Le emozioni primarie si fondano su due fattori: •  Il primo di Natura neurale (aspetti universali e innati delle

emozioni). Per Ekman esiste un programma neuro-fisiologico innato, di natura genetica, specifico per ogni emozione, che assicura l’invariabilità e l’universalità delle espressioni facciali associate a ciascuna emozione.

•  Il secondo di Natura culturale (modificabilità delle risposte emozionali dovuta alla variabilità culturale)

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La teoria Neuro-Culturale Display Rules (Regole di esibizione)

•  Mascheramento: mostrare un’emozione al posto di

un’altra •  Intensificazione: amplificare l’espressione emotiva •  Deintensificazione: mostrare emozioni di intensità

minore di quella effettivamente provata •  Neutralizzazione: nascondere quello che si prova •  Falsificazione: simulare uno stato d’animo che non si

prova

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Il comportamento gestuale Poggi (2006)

Le principali categorie di gesti sono: •  Emblemi •  Illustratori •  deittici •  iconici •  metaforici

•  Batonici •  Manipolatori •  toccare oggetti •  toccarsi parti del corpo •  toccarsi parti del volto o del capo •  contatto tra due parti del volto

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Il comportamento gestuale Poggi (2006)

Gesti illustratori: gesti che illustrano e accompagnano il parlato Deittici: gesti con cui si indica un oggetto o una persona Iconici: gesti che imitano i movimenti tipici di un oggetto, di un animale o di una persona Metaforici: si riferiscono a concetti astratti (ad es.: la forza)

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Il comportamento gestuale Poggi (2006)

Gesti batonici: movimenti delle mani dall’alto verso il basso per scandire ed enfatizzare il parlato

Gesti manipolatori: i gesti con i quali una parte del corpo massaggia, gratta, stuzzica, ecc.: -  un’altra parte del corpo; -  il volto e il capo; -  un oggetto; -  Manipolatori facciali.

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Il comportamento mimico del volto

•  Il volto è l’area del corpo più importante sul piano espressivo e comunicativo

•  Rappresenta il canale privilegiato per la trasmissione degli atteggiamenti interpersonali

•  E’ composta da due aree specializzate

A. superiore (occhi, sopracciglia, fronte) B. inferiore (bocca e naso)

B

A

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Il comportamento mimico del volto Argyle (1972)

•  Esprime le emozioni e gli atteggiamenti interpersonali

•  Invia segnali inerenti l’interazione in corso •  Accompagna il parlato di entrambi gli

interlocutori (ad es. le sopracciglia seguono il parlato variando di continuo il grado di inarcamento e abbassamento)

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F.A.C.S. (Facial Action Coding System)

•  Ekman, Friesen e Hager hanno indicato 44 AU (Action Unit) che rendono conto dei cambiamenti nelle espressioni facciali

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Le espressioni emozionali del volto

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Le espressioni emozionali del volto: Paura

•  Innalzamentodellaparteinternadellesopracciglia

•  Innalzamentodellaparteesternadellesopracciglia

•  Lesopraccigliavengonoavvicinatetradiloro

•  Gliangolidellaboccasono6ra6versolamandibola(1AU+2AU+4AU+20AU)

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Le espressioni emozionali del volto: Sorpresa

•  Innalzamentodellaparteinternadellesopracciglia

•  Innalzamentodellaparteesternadellesopracciglia

•  L’aperturaoculareèampliata

•  Boccaapertaeden6separa6(1AU+2AU+5AU)

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Le espressioni emozionali del volto: Rabbia

•  Lesopraccigliavengonoabbassateeavvicinatetradiloro

•  L’aperturaoculareèampliata

•  Pressionedellelabbraunacontrol’altra

•  Ilmentoèinnalzato(4AU+5AU+17AU+24AU)

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Le espressioni emozionali del volto: Disgusto/Disprezzo

•  Ilsolconaso-labialediventapiùmarcatoeassumeunaformaquadrata

•  Gliangolidellaboccasono6ra6versoilbasso

•  Ilmentoèinnalzato

Ildisprezzoèsimilealdisgusto,maunilaterale.Puòpresentarsiinsiemeaunsorriso.

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Le espressioni emozionali del volto: Tristezza

•  Innalzamentodellaparteinternadellesopracciglia

•  Lesopraccigliavengonoavvicinatetradiloro

•  Gliangolidellaboccasonoabbassa6

•  Ilmentoèinnalzato(spessotremante)

•  (1AU+4AU+15AU)

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Le espressioni emozionali del volto: Gioia

•  SiaFvanoimuscoliintornoall’occhionellaparteesternaeinterna(zampedigallina)

•  SiaFvailmuscolozigoma6comaggiore(angolidellelabbratrascina6versol’alto)(6AU+12AU)

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La comunicazione multi-modale Poggi (2006)

•  Idiversicanalinonvannoconsidera6separatamentel’unodall’altro

•  InteragendotradiloroconferisconosignificatoadunaIocomunica6vo

•  IsabellaPoggiparagonaidiversicanaliagliaccordidiunasinfoniaeproponeilsistemadella“par6tura”pertrascrivereeanalizzaregliitemcomunica6vi

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La comunicazione multi-modale Poggi (2006)

Lemodalitàdicuisicomponelacomunicazionesonocinque:1. Verbale2. Prosodico-intona6va3. Facciale4. Gestuale5. Corporea

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La comunicazione multi-modale Poggi (2006)

Nelsistemadella“par6tura”ognisegnalediognimodalitàèsoIopostoa5livellidianalisi:1.  Descrizionedelsegnale2.  Tipodisegnale3.  Significatodelsegnale4.  Tipodisignificatodelsegnale

a)  Informazionesulmondob)  Informazionesull’iden6tàdelmiIentec)  InformazionesullamentedelmiIente

5.  Funzionedelsegnalea)  Ripe66vab)  Aggiun6vac)  Sos6tu6vad)  ContraddiIoriae)  Indipendente

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Descrizionedelsegnale

Descrivere le caraIeris6che fisiche del segnale(es.:lamanosimuoveavan6eindietro,ilpalmoèrivoltoversol’interlocutoreeleditasonoteseeravvicinatetradiloro)

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Tipodisegnale

Indicare la categoriaa cui appar6ene il segnalechesistaanalizzando(es.:nelcasodiungesto,indicareseèungestodeiFcooungestoiconicooungestometaforicoecosìvia)

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Significatodelsegnale

Il significato del segnale si riferisce allatraduzione verbale di un segnale (es.:muoverela mano avan6 e indietro con il palmo rivoltoverso l’interlocutoree ledita tesee ravvicinatetradilorositraducecon«AspeIa!»)

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Tipodisignificatodelsegnale

Siriferisceal6podiinformazionecheilmiIentevuolecomunicarealsuointerlocutoreepuòessere:-un’informazionesulmondo,quandofariferimentoadeven6concre6(es.:quelrapacestavolandosulterrazzo)oadaffermazionidicaraIeregenerale(es.:irapacisonouccelli)

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Tipodisignificatodelsegnale

-un’informazionesull’iden6tàdelmiIente,quandofornisceinformazionisullecaraIeris6chesocio-anagrafichedelmiIente(es.:giàdallavocediunapersonaaltelefonopossoinferireorienta6vamenteilsuogenere,lasuaetàelasuaetnia).Nonsiriferiscesoltantoall’iden6tàoggeFvadelmiIente,maancheall’iden6tàsoggeFva,ovveroall’immaginecheilmiIentevuoledarediséall’interlocutore

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Tipodisignificatodelsegnale

-un’informazionesullamentedelmiIente,quandofornisceinformazionisuglista6mentaliedinternidelmiIente(es.:pensieri,sensazioni,emozionidelmiIente)

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Funzionedelsegnale

Lafunzionedelsegnalesiriferisceallarelazionecheintercorretraduesegnaliconcomitan6epuòessere:-ripe66va,quandounsegnaleesprimeunsignificatocongruenteconquelloespressodaunsegnaleconcomitante(es.:dicoaparole«ungrandeterrazzo»e,contemporaneamente,aprolebraccia).QuestogestoripetequellochevienedeIoaparole

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Funzionedelsegnale

-aggiun6va,quandounsegnalefornisceun’informazionesupplementareaquellafornitadaunsegnaleconcomitante(es.:dicoaparole«ungrandeterrazzo»e,contemporaneamente,disegnoconlemaniunaformareIangolare).Questogestoaggiungel’informazionecheilterrazzo,oltreadesseregrande,èdiformareIangolare.Ilgestoaggiungeun’informazionechenonvienedeIaaparole

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Funzionedelsegnale

-sos6tu6va,quandoilmiIentenoncompletaunafrase,masos6tuisceunapartedellafraseconungestooconunaltrosegnalediun’altramodalitàcomunica6va(es.:dicoaparole«io,aquestecondizioni…»e,contemporaneamente,taglioorizzontalmentel’ariaconlamano,comeavolerdire«noncisto»).Questogestosos6tuisceunapartedellafrasecheilmiIentenondiceaparole

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Funzionedelsegnale

-contraddiIoria,quandounsegnaleesprimeunsignificatoNONcongruenteconquelloespressodaunsegnaleconcomitante(es.:dicoaparole«nonsonoarrabbiato»,usandountonodivocealterato.IltonodivocecontraddicequellochevienedeIoaparoleedesprimeproprioilcontrariodiquellochevienedeIoaparole.InfaF,daltonodivoce,l’interlocutorepuòinferirecheilmiIenteèarrabbiato,anchese,aparole,dicedinonesserlo

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Funzionedelsegnale

-indipendente,quandoduesegnalinonstannoinrelazionetradiloroperchéappartengonoaduepianidiazionedifferen6(es.:parloaltelefonoe,contemporaneamente,salutoconlamanounapersonachestaentrandonelmioufficio).Ilgestodelsalutononstainrelazioneconquellochestodicendoaltelefono.