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Gentile Amante della Fisarmonica, rieccoci con

questa terza raccolta dedicata al grande Carlo Ven-

turi, che contiene sedici brani scritti appositamente

per lui (che li ha magistralmente interpretati) da suoi

illustri colleghi. Questa raccolta, come le preceden-

ti, comprende gli spartiti stampati, con la fedele tra-

scrizione delle variazioni eseguite dal Maestro nelle

registrazioni originali, nonché le biografie e le foto diciascuno dei sedici compositori dei brani contenuti.

L’allegato CD Plus contiene le registrazioni originali

di Carlo Venturi, le relative basi musicali in formato

MP3 (reincise con strumenti veri), i Midifile, gli spar-

titi in formato PDF, numerose fotografie e quattro

rari filmati, registrati alla Ca’ del Liscio di Ravenna il 1°

dicembre 1986, appena quindici giorni prima della

sua prematura scomparsa, avvenuta all’età di 43 anni.

A richiesta è disponibile il floppy disk con le relative

basi musicali in formato Midifile. Di fianco a ciascuntitolo è indicata dapprima la velocità originale del

brano, poi quella della nostra base, talvolta modifica-

ta per rendere il brano più ballabile.

 

Puoi già prenotare la quarta raccolta intito-

lata “CARLO VENTURI – L’AMICO” , che conter-

rà i seguenti sedici brani, scritti da Carlo Venturi e

interpretati dai suoi amici musicisti: CODA DI CA-

VALLO (valzer, 1974, Tiziano Ghinazzi), BALLERINA

(mazurka, 1987, Andrea Scala), LA BARBA (polka,

1975, Massimo Budriesi), RICORDO (valzer, 1987,

Ruggero Passarini), DINAMICA (mazurka, 1987, Bar-bara Lucchi), LA MONZUNESE (polka, 1985, Mario

Rocchi), TOSCANELLO (valzer, 1987, Roberto Sca-

glioni), LA CARLINA (mazurka, 1985, Stefano Lina-

ri), TONI PATACA (polka, 1979, Tiziano Ghinazzi),

CAMILLO (paso doble, 1987, Roberto Gamberini),

NOTTURNO (valzer, 1987, Giampiero Strada), LEA

(mazurka, 1987, Oriano Pareschi), MARASCHINA

(polka, 1978, Tiziano Ghinazzi), ZICO (valzer, 1986,

Floriano Roffi), MARINA (polka, 1986, Tiziano Ghi-

nazzi) e IL TRENINO (fox, 1987, Renzo Bonfatti edHenghel Gualdi)

Tutti lo hanno detto: Carlo era “un grande”, sia

come musicista che come amico!

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 All’interno del CD, nella cartella VIDEOCLIP CA’ DEL LISCIO, tro-verai quattro rari filmati restaurati da Davide Legni, nei qualiCarlo Venturi suona dal vivo alla Ca’ del Liscio di Ravenna il 1°dicembre 1986, appena 15 giorni prima della sua scomparsa.La sua sofferenza è evidente, anche se lui cerca di nasconderla.Ciononostante Carlo Venturi suona come sempre in modo stra-biliante i seguenti quattro brani: MENESTRELLO, IL CARNEVALEDI VENEZIA, LA DOCCIA e LA DISPERATA. Grazie, grande Carlo! 

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PEPPINO PRINCIPE  nome d’arte di Giuseppe

Prencipe, nasce a Monte Sant’Angelo (Foggia) il 15

seembre 1927, quarto di ben oo gli, alleva dalla

madre Marianna e dal padre Michele in un ambien-te pieno di amore, rispeo e armonia. Comincia a

studiare la musica proprio con il padre, apprezzato

insegnante nella zona del Gargano, capo della Ban-

da del paese, polistrumensta e bravo suonatoredi banjo e mandolino.  All’età di 11 anni, il piccolo

Peppino già suona il sax alto e il clarineo nella Ban-

da del paese, ma poi si dedica esclusivamente allasarmonica a piano. Nell’estate del 1940, a soli 13

anni, debua come giovane promessa della sar-

monica classica presso il noto “Caè Concerto Pe-drocchi” di Pa-

dova (vedi foto1); poi si trasferi-sce a Milano con

il fratello mag-

giore Leonardo,

noto clarinesta jazz. Nel 1943,a causa degli

even bellici,torna nella sua

Puglia e, appena

sedicenne, a Bariviene assuntodalla EIAR (Ente

Italiano per le

Audizioni Ra-

diofoniche) peruna serie di tra-

smissioni radio-foniche musicali, che rendono Peppino e il fratelloLeonardo famosi nell’Italia del sud. In quegli anni,avendo libero accesso ai concer del Teatro Petruz-

zelli di Bari, si appassiona alla musica jazz, che poidiventa la sua preferita. Dal 1943 al 1945, nel perio-

do della guerra, suona spesso per speacoli dedicaalle truppe alleate, soprauo americane. Ricordacon emozione che, dopo aver suonato l’Ouverture“Poeta e contadino” di Franz von Suppè, la nota diva

Marlene Dietrich (arice e cantante della famosacanzone pacista “Lilì Marleene”) lo invitò al suo ta-

volo e lo fece sedere aeuosamente sulle sue “ce-

lebri gambe”! Aveva 17 anni, ma evidentemente leilo aveva considerato un ragazzino. Nel 1946, nitala guerra, ritorna a Milano, dove realizza la primaserie di registrazioni jazz per la casa discogracaODEON (che poi diventerà PARLOPHONE, quelladei “Beatles”!).  Furono anni di intenso lavoro, stu-

dio, concer, registrazioni fonograche, arrangia-

men, nuove composizioni e serate (l’orchestra deifratelli PRINCIPE, con ben 10 elemen, ha suonatono al 1950 nel noto Dancing Sirenella di Milano).A vent’anni, in un referendum fra musicis, risultagià, insieme a Gorni Kramer e Wolmer Beltrami, frai tre migliori sarmonicis jazz. Si è iscrio alla SIAE

come compositore nel 1946, all’età di 19 anni; ed èstato nominato “Socio” della stessa SIAE nel 1964.Pur preferendo il genere jazz e classico per sar-

monica, non ha trascurato la musica popolare. Nel1959, assieme a Cino Tortorella (“Mago Zurlì”) èstato il presentatore e co-fondatore della storica

trasmissione “Lo Zecchino d’oro” e, nelle prime due

edizioni realizzate a Milano (prima che il Fesval sitrasferisse a Bologna), Peppino Principe è il direoredell’orchestra, arrangiatore, sarmonicista e autore

della sigla. A Pavia, nel 1961, riceve l’ ”Oscar Mon-diale della Fisarmonica”, massimo riconoscimento

internazionale (vedi foto 2); e nel 1964, a Milano,riceve per manodell’ideatore TonyMartucci, l’ambi-to premio “Am-

brogino d’oro”.Sempre nel 1964,

al Teatro Ariston,

Mike Bongiornopresenta il Fes-

val di Sanremo:ed è PeppinoPrincipe il diret-

tore d’orchestra

e sarmonicistaper la canzone vincente “Dio come amo”, cantatada Domenico Modugno. Per oltre 20 anni si è vistospesso in trasmissioni radio-televisive della RAI, ad

esempio nel 1972 è protagonista, prima alla radio epoi alla televisione, degli speacoli musicali intola-

“La Fisarmonica” e dire da Gorni kramer. Noto

PEPPINO PRINCIPE

 Anno 1940 - Peppino Principe a tredicianni già debutta al CAFFÈ PEDROCCHI diPadova (foto 1)

 Anno 1961 - Principe vince l’Oscar mon-diale della Fisarmonica a Pavia (foto 2)

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anche come compositore e interprete di sue musi-

che originali per sarmonica (le più famose sono “ElBandido” e “Concerto n° 1 in La”) e di trascrizioni diopere famose (il “Carnevale di Venezia”, il “Volo delCalabrone”, ecc.), ha venduto circa 20 milioni di di-schi in tuo il mondo. Peppino Principe e Carlo Ven-

turi erano lega da grande aeo e nella foto inbasso li vediamo simpacamente insieme in occa-

sione della FESTA DELLA FISARMONICA organizzatada Carlo nel 1977 presso “I tre laghe” di Monzu-

no di Bologna  (vedi foto 3). Poi nel 1983, Peppinoscrive “su misura” per lui (considerate le velocissime

scale e croma-

smi) il bellis-simo tango

ACCORDIONTANGOS, cheora ristampia-

mo in questaraccolta. Pep-

pino Principe

ha dedicato

una sua par-

colare com-posizione per

sarmonica ebanda, intolata LE MARCHE, alla glia Cinzia, avu-

ta dal matrimonio con la bella moglie Bernardina(vedi foto 4) e

che gli ha dato

tre nipo: En-

rico, Cecilia eFrancesco. La

prima esecu-zione del branoLE MARCHE èavvenuta al Te-

atro Comuna-

le di Porto San

Giorgio, in pro-

vincia di Fermoe la sarmonica

di Peppino è stata accompagnata dalla nota Banda

musicale ciadina direa da Nazzareno Allevi, pa-dre del famoso pianista Giovanni Allevi.  Con la sua

amata sarmonica “Excelsior” si è esibito nei più

importan teatri italiani, tra cui il “Teatro alla Sca-

la” di Milano, nonché nei più presgiosi teatri delmondo (Mosca, New York, Londra, Tokyo, Parigi,Zagabria, El Cairo, Buenos Aires). Nel 2005 è statapubblicata una biograa a lui dedicata, dalla qualeabbiamo anto alcune par, intolata “PeppinoPrincipe – Il principe della sarmonica”, curata dallaprof.ssa Laura Rago (Andrea Livi Editore), con prefa-

zione di Pippo Baudo, suo caro amico n dagli anni’60 (vedi foto 5).

La sua sarmonica, la sua Puglia, i 40 anni vissu a

Milano, i circa 20 anni in RAI, le tournée italiane ed

estere e i 20 milioni di dischi vendu in tuo il mondo,

fanno del Maestro

Peppino Principe un

indiscusso “Principe

della sarmonica!”

(vedi foto 6).

(Un grazie a Biagio

Ciureda, General

Manager di Peppino

e responsabile dell’as-

sociazione culturale ebeneca “FISA CLUB”

di Monte Sant’Angelo)

Simpatico logo di Peppino Principe,con un mantice personalizzato e latesta coronata (foto 6)

Peppino Principe e la bella moglie Bernar-dina (foto 4)

 Anno 2005 - Esce il libro IL PRINCIPE DELLA FISARMONICA (foto 5)

 Anno 1977 - Peppino Principe e Carlo Venturiinsieme ai 3 LAGHETTI di Monzuno in occasio-ne della FESTA DELLA FISARMONICA (foto 3)

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ACCORDION TANGOS Musica di

 GIUSEPPE PRENCIPE

(PEPPINO PRINCIPE)

Proprietà esclusiva: UNIONE Edizioni Musicali - 47923 Rimini (RN) - Via Flaminia 185/B - Tel. 0541 / 307371. © Copyright 1983 by UNIONE Edizioni Musicali - Rimini (RN) - www.unionemusic.com - www.novalis.it

Tutti i diri tti sono riservati. Printed in Italy.

TANGO

Pianof.

Fa Fam Dom Re7 Sol7 Dom Sol7 Dom

Viol.

Sol7 Dom Sol7 Do7

segue simile

Do7

Fa Fam Dom Re7

Dom Re 9 Dom

 Refrain

Dom Sol7

1.

Tango Fisarmonica

STRUMENTI in DO - FISARMONICA

Fiati

6 6 

6

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(ACCORDION TANGOS - pagina 2)

Pianof.

Dom

Chorus

5   Fam

9   Sol7  6 

9   Sol7  6 

Dom   5   Fam

7

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(ACCORDION TANGOS - pagina 3)

al Fine Dal

Fiati

Pianof.

Fa FamSol7

  Dom   Sol7 Dom

FINE 

Fiati II v.Fam

Sol7 Dom

Re 7 Re7 Do 7Do7 Si7 5 Si9-

Do 7 Do7 Si7 Si 7 La7 5 La9-

DomSol7 Do7 Fa

Fam   Dom Sol7Re7

segue simile

Pianof.Fiati

Mim

Rem

8

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LEARCO GIANFERRARI  nasce a Bibbiano (Reg-

gio Emilia) l’8 dicembre 1939 e a see anni, soo la

guida del padre Adelmo (falegname di professione,

ma anche sarmonicista e contrabbassista per pas-

sione) inizia lo studio della musica con gli insegnan

Elio Panciroli di Barco e Renato Benelli di San Polo,

in provincia di Reggio Emilia. A nove anni, soo

la guida di Mario Goi, che ha avuto come allievi

anche Iller Paacini e Wolmer Beltrami, comincia

con proo lo studio della sarmonica cromaca.

“Andavo a lezione a Reggio, sempre accompagnato

in biciclea da mia madre Luce”, ricorda con aeoLearco. Egli è stato un

precoce virtuoso della

sarmonica: già a undici

anni partecipa ai primi

concorsi per giovani -

sarmonicis. E’ vincito-

re all’ “Internazionale di

Stradellla” per ben treanni di seguito e anche

al Campionato italiano

di Varese sale sul pri-

mo gradino del podio.

Partecipa con successo,

sempre a Varese, al Campionato Europeo valido per

i mondiali che si terranno a Essen (Germania) nel

1953 (vedi foto 7). “Vi fu una selezione molto im-

 pegnava, ricorda Learco, bisognava eseguire pezzi

obbliga, scel da una severa giuria, per la precisio-

ne i Preludi di J. S. Bach. Nonostante la mia giovane

età (avevo 14 anni) arontai con calma e determina-

zione quella prova e mi classicai quarto assoluto”.

Conseguita in seguito, come privasta, la licenza di

scuola media, Learco si iscrive al Corso di tromba

presso il Liceo musicale Achille Peri, di Reggio Emi-

lia, soo la guida del Maestro Bigi. Mentre frequen-

ta gli studi di tromba partecipa a diversi speacoli:

era giustamente considerato un giovane prodigio

della sa. E a quell’epoca la RAI trasmee il suo

primo disco, con pezzi del repertorio classico: la

“Danza delle spade”, il “Volo del calabrone”, “Hora

staccato”, ed altri, sempre esegui con la sarmo-

nica. Per alcuni mesi si esibisce come concersta

anche nell’avanspeacolo della Compagnia Savino’s

di Bologna. A sedici anni entra con la sarmonica

e la tromba nell’organico dell’Orchestra Cetra, di-

rea dal padre Adelmo.

Aumenta sempre più la

sua notorietà tra il pub-

blico dei giovani e cosìnel 1956 (Learco aveva

diciassee anni) con il

consenso unanime dei

colleghi musicis, la Ce-

tra si trasforma nell’OR-

CHESTRA SPETTACOLO

LEARCO GIANFERRARI

(vedi foto 8). “Fu un pe-riodo molto intenso della

mia vita: di giorno studiavo la tromba, suonavo qua-

si tue le sere con l’orchestra e nei ritagli di tempo

scrivevo già le mie prime composizioni per la sar -

monica”   (vedi foto 9 e 10). L’intenso programma

di lavoro dell’orchestra costringe però Learco ad ab-

bandonare a malincuore il Corso di tromba, quando

frequenta già il quarto anno. Ma riprende lo studio

con caparbietà a

35 anni, solleci-

tato sempre dal

padre e sorreo

dalla moglie Anna

Giglioli, sposata

nel 1964, madre

delle sue due -

glie Valeria e Sil-

via. “Per due anni

non siamo mai

LEARCO GIANFERRARI

 Anno 1953 - Learco a quattordi-ci anni ha già vinto alcuni con-corsi per fisarmonica (foto 7)

 Anno 1956 - Learco a diciassetteanni studia anche la tromba e

ha già la sua orchestra (foto 8)

La copertina del disco PRIMO BAL-LO... ( Volume 1) dell’Orchestra LearcoGianferrari (foto 9)

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usci di casa per

andare al cine-

ma”. Così Learco,

come “uditore”,

soo la guida del

prof. Sandro Fac-

cini (trombone al

Peri) e della prima

tromba della Sca-

la di Milano, prof.

Luciano Cadoppi,

riesce a completare la sua preparazione e nel set-tembre del 1977, all’età di 38 anni, corona il suo

desiderio e come privasta si diploma a pieni vo

in tromba presso il Conservatorio Musicale di Bre-

scia.  “Superato l’esame di diploma, leeralmente

scappai da Brescia per raggiungere Montecani Ter -

me, dove era in programma una serata con la nostra

orchestra. Dopo il diploma ho seguito negli anni ‘78

e ‘79 alcuni corsi di per feziona me nto

col prof. Mineo di

Sorbolo (Parma)

e col Prof. Titani

di Piacenza, pri -

ma tromba RAI di

Roma. Ricordo che

un mio maestro

diceva sempre che

la tromba è il più

infedele degli stru-

men musicali”. 

Sempre molto a-

vo, nel 1981 fonda

la “Learco Edizio-

ni Musicali” e nel 1989 la cooperava di musicis

“Vera Musica” (vedi foto 11). Ha iniziato a scrive-

re le sue prime composizioni musicali già all’età di

quindici anni (ma si iscrive alla SIAE solo nel 1961, a

vendue) e da allora non ha mai smesso di compor-

re musica leggera per sarmonica, tromba, sasso-

fono, clarineo ecc., che incide nella sua moderna

sala di registrazione

a Cavriago (tan

musicis ulizzano

lo studio di Lear-

co per registrare le

loro composizioni,

come ad esempio

Mario Barigazzi, il

noto sarmonicista“Barimar”). Sincero

amico di Carlo Ven-

turi, nel 1981 ha scrio per lui una simpaca polka,

che ristampiamo in questa raccolta, intolata LA

PITA (LA PITA è un po di pane di origine araba, cot-

to al forno e simile

alla pizza, talvolta

farcito con vari in-gredien all’inter-

no). Le sue compo-

sizioni di maggior

successo sono: ZIN-

GARELLA, VICINO A

TE, GIOVANE AMO-

RE, TANGO BULLO

e LA BALERA. Per

l’orchestra di Raoul

Casadei ha composto il valzer per sarmonica into-

lato TOCCO DI CLASSE (vedi foto 12). Spira nella sua

abitazione di Cavriago, con il conforto della famiglia

e dopo una lunga malaa, il 22 maggio 2002 all’età

di 62 anni. Il 22 febbraio 2010 il Comune di Cavriago

organizza in suo ricordo la prima edizione del “Fesval

della Fisarmonica Learco Gianferrari” (vedi foto 13).

(Un grazie alle glie e alla moglie del Maestro Lear -

co Gianferrari e a Giuseppe Ferrari, deo Pino, per le

nozie e fotograe fornite)

Negli anni ‘80 Learco, oltre all’orche-stra, ha lo studio di registrazione, leedizioni musicali e la cooperativa dimusicisti (foto 11)

La musica di Learco viene tuttorasuonata, registrata e anche vendu-ta on line (foto 12)

 Anno 2010 - Il comune di Cavriagoorganizza il primo FESTIVAL DELLAFISARMONICA LEARCO GIANFERRA-RI (foto 13)

La copertina di un altro disco e spartitidi Learco Gianferrari (foto 10)

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GIGI STOK  nome d’arte di Luigi Stocchi, nasce a

San Vitale Baganza (Parma) il 4 oobre 1920. Il pa-

dre Aldo e la madre Maria lavorano in una fornace

dove si fabbricano maoni, ma erano anni moltoduri (l’inizio dell’era fascista); la famiglia è povera e

il lavoro carente nel periodo invernale, poiché i mat-

toni asciugano solo con il sole. E’ proprio suo padre

Aldo, che suona la sarmonica e fa il “cantastorie”

nelle piazze dei paesi della bassa parmense, ad in-

segnare a Gigi le prime nozioni di musica e sarmo-

nica. Ai merca della domenica il padre Aldo si esi-

bisce tra la gente, portandosi dietro il piccolo Luigi,

che tu chiamano “Gigen”, per la costuzione mol-to esile. Suonare nelle piazze è per lui l’inizio del suo

essere sarmonicista, per l’impegno che mee nel

cercare di arare i passan che ascoltano questo

dodicenne già molto bravo. Innamorato della sar-

monica cromaca, Luigi inizia a studiare musica se-

riamente nel 1933, all’età di 13 anni, soo l’impor-

tante guida dell’insegnante Francesco Marmiroli,

docente di pianoforte al Conservatorio di Parma,

dal quale prende lezioni di teoria, solfeggio, armo-nia e sarmonica.  Nel 1940, con lo scoppio della

seconda guer-

ra mondiale, a

soli 20 anni vie-

ne chiamato al

servizio militare

presso il Corpo

dei Granaeri di

Sardegna, con iquali combae

in Jugoslavia e ai

quali resta legato

affettivamente

per tua la vita.

Soltanto al termine della guerra, nel 1946, a 26 anni

Luigi inizia la carriera di orchestrale presso piccole

formazioni, poi crea la sua orchestra, i famosi CA-

DETTI DI GIGI STOK, che si esibisce nelle balere diParma e provincia con grande successo (vedi foto

14). Nello stesso anno, dopo una brillante audizio-

ne presso l’im-

portante casa

discograca “La

voce del pa-drone”, inizia a

registrare tan-

ssimi brani su

musicassee e

dischi e la col-

laborazione con

questa casa di-

scograca dura

ben trent’anni,con grande successo di pubblico e di vendite sia in

Italia che all’estero, inclusi gli Sta Uni d’America

(vedi foto 15). Negli ulmi anni della sua carriera

Gigi Stok connua a registrare la sua musica, su mu-

sicassee e CD, per la “103” di Luigi Barion ed e-

chea discograca “Fonola Dischi” (vedi foto 16).

Come solista di sarmonica è molto apprezzato,

in Italia ed anche

all’estero: comec o m p o s i t o r e ,

le sue musiche

sono state suo-

nate anche dal-

la grande “BBC

Symphony Or-

chestra” di Lon-

dra, in una serata

a lui interamen-te dedicata. Le

sue composizioni

di ballo liscio (come ELETTRICO, L’INDIAVOLATA,

BRIOSO, LA DOCCIA e molte altre) sono ancora

oggi fra le più famose ed eseguite. Gigi Stok e Car-

lo Venturi erano lega da una forssima amicizia e

Gigi partecipa a diverse edizioni della FESTA DEL-

LA FISARMONICA che, dal 1977 e per quaro anni,

Carlo organizza alla “Sala 3 Laghe” di Monzunoe che vede la presenza di tan sarmonicis, sia

giovani che già aerma, come Peppino Principe,

GIGI S TOK

Gigi Stok da giovane, nella copertina diuno dei suoi primi dischi 45 giri (foto 14)

Copertina di un LP con 16 brani diGigi Stok, pubblicato negli Stati Unitid’America (foto 15)

Gigi Stok, con il suo tipico look, nellacopertina di un disco della FONOLAche raccoglie i suoi successi (foto 16)

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Wolmer Beltrami,

Ruggero Passarini,

Ermanno Melato,

l’ italo-americanoPeter Soave, e tan

altri (vedi foto 17 e

18). Nel 1982 scri-

ve e dedica a Car-

lo un valzer, che

noi ristampiamo in

questa raccolta, intolato L’EREDE, perché Gigi

Stok vedeva in Carlo Venturi un suo erede musica-

le, quale sarmonicista.  Resta “storica” la trasmis-

sione televisiva del 1988 a Tele-Radio Ghirlandina,

nella quale Gigi e Carlo dialogano simpacamente

fra loro e con il conduore ma, soprauo, suo-

nano insieme meravigliosamente e improvvisano

dal vivo “senza rete”, come loro stessI dicono (vedi

foto 19).Nella nostra

seconda rac-

colta dedi-

cata a Car-

lo Venturi,

intolata IL

MITO, abbia-

mo incluso

questo lma-to integrale

che dura ben

38 emozionan minu.  Tornando alla sua carriera

arsca, negli anni sessanta Gigi Stok ha lavorato

anche a colonne sonore per il cinema: ad esempio

nel lm “L’immorale” di Pietro Germi (1967, conUgo Tognazzi e Ste-

fania Sandrelli) ha

arrangiato il tema di

“Vecchi ricordi”, in-

sieme al suo amico

compositore Car-

lo Ruschelli. Ha

sempre abitato nel

comune di Fontevi-

vo (Parma), la sua

terra che ha tanto

amato ed è sempre

stato unito alla sua

famiglia, senza sfar-

zi né lussi. Muore

il 27 febbraio 2003, a 82 anni, tra le braccia della

moglie Maria e della glia Vioria; ora riposa in un

avello dell’arcata di destra nel cimitero di Biancone-

se, frazione di Fontevivo, ritrao con la sua amatasarmonica (vedi foto 20). Dal 2006 a Ponte Taro,

sempre frazione di Fontevivo, il primo week-end di

giugno, si ene il MEMORIAL GIGI STOK, concerto

per sarmoniche, in memoria del grande musici-

sta, dove per quaro serate si esibiscono varie for-

mazioni orche-

strali di ballo li-

scio e alcuni fra

i migliori sar-monicis ita-

liani. Sempre

per ricordarlo,

un gruppo di

suoi esmatori

ha aperto una

pagina su Face-

book dedicata

a “Gigi Stok FanClub” (vedi foto

21).

 Anno 1978 - Tre grandi amici fisar-monicisti, Ruggero Passarini, GigiStok e Carlo Venturi (foto 17)

 Anno 1977 - Carlo Venturi, Wolmer Beltrami e Gigi Stok suona-no insieme ai 3 LAGHETTI di Monzuno (foto 18)

 Anno 1978 - Gigi Carlo suonano insieme e sifanno intervistare a Tele-Radio Ghirlandina(foto 19)

 Anno 1988 - Gigi Stok sguardo alcielo, forse pensa all’amico Carlo,già volato in alto (foto 20)

Un gruppo di suoi estimatori ha apertouna pagina su Facebook dedicata a “GigiStok Fan Club” (foto 21)

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L’EREDE Musica di

 LUIGI STOCCHI

(GIGI STOK)

Proprietà esclusiva: UNIONE Edizioni Musicali - 47923 Rimini (RN) - Via Flaminia 185/B - Tel. 0541 / 307371. © Copyright 1982 by UNIONE Edizioni Musicali - Rimini (RN) - www.unionemusic.com - www.novalis.itTutti i diritti sono riservati. Printed in Italy.

VALZER BRILLANTE

Fa

2

 Dal

 poi segue

al

Fa

segue

Si

FaDo7

1

Fa

Fa Do7

SolDo7 Fa Solm

Fa

1 2

Do7 Do7

Si

Fa

La

Fa Do7

Re7 Re7

Fa

Solm

Fa Fa

Do7

Valzer brillante

STRUMENTI in DO - FISARMONICA

Fa

3.

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(L’EREDE - pagina 2)

Fa7 Si

Dom Si

Sol7

Do dim Si

Re

Si

Dom Fa7

Fa7

Si

Si Fa7 Si

Sol7  Dom

Do dim Si

DomFa7

Fa7

Re

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WOLMER BELTRAMI  nasce a Breda Cisoni, fra-

zione di Sabbioneta (Mantova) il 23 Maggio del 1922da Tertulliano e Illuminata Sarzi Sartori: falegname

lui, casalinga lei, Wolmer è il primo di quaro gli.

Nell’allegata foto della casa natale di Wolmer, quel-lo che ora è un garage, allora era l’ocina di fale-

gname di Tertulliano (vedi foto 22). Egli inizia la sua

straordinaria

carriera suo-

nando, spro-

nato dal pa-

dre (appas-

sionato -

sarmonicista

e suo primo

m a e s t r o ) ,nelle festee nei locali

del manto-

vano. La fa-

miglia Beltrami ha la musica nel sangue: anche lozio, le due sorelle e il fratellino Enzo, prematura-

mente scomparso,

sono degli omimusicis. Dagliesordi degli anni

‘30 (ragazzo pro-digio inizia ad esi-

birsi come solistaa quaordici annie a sedici ha già

un’orchestra sua, il

“Trio Wolmer”, conle sorelle Leda e

Luisa), all’incontro

con l’altro grande

talento di Rivarolo

Mantovano, GorniKramer, con il qua-

le fa coppia ssa.Dagli anni ’50 e ’60, quando raggiunge l’apice dellacarriera, agli anni ’90, quando decide di terminare lesue esibizioni. Circa 70 anni dedica interamentealla musica ed alla sarmonica: una vita trascorsain simbiosi con il suo strumento, tanto che le suemani si sono deformate per adaarsi alla tasera.Wolmer è un giovane elegante e di bell’aspeo, chepiace molto alle donne (vedi foto 23 e 24): si rac-

conta che in gioventù deve chiudere la porta dellestanze degli alberghi, per tenere lontano le sue fans.Non si sposa mai: solo una volta è vicino al matri-

monio. Tuo è giàstato programmato

con la futura spo-

sa, quando arriva

la proposta di unatournée in Vene-

zuela. Wolmer,dovendo sceglieretra il matrimonio e

l’esibizione in SudAmerica, sceglie l’a-

more per la musica

ma, al suo ritorno,

la promessa sposa

se n’è andata!  La

sua straordinariacarriera arsca loporta presto lonta-

no da Sabbioneta, dove trascorre solo la fanciullez-

za; si trasferisce prima a Milano e poi a Roma, ma

ritorna sempre voleneri nella terra naa a BredaCisoni.  Anche se la sua innata modesa lo porta adire che “… al massimo non si arriva mai“, in real-tà Wolmer, denito il “Paganini della sarmonica”,è un esecutore ineguagliabile su quello strumentoche, al di fuori dell’Italia, è conosciuto come “accor-

deon”. Numerosi sono i riconoscimen nazionalied internazionali da lui guadagna: su tu spicca

l’Oscar Mondiale della

Fisarmonica, vinto nel1960. Si fa costruiredalla FARFISA un mo-

dello parcolare edesclusivo di sarmoni-ca, nel quale la boo-

niera dei bassi non èposizionata nella parte

esterna, bensì propriosoo al “manale” (lacinghia a lato della -

sarmonica, che servead inlarvi la mano si-nistra del suonatore)

per essere più vicinaalla mano. Cosicché

nella parte esterna della sarmonica resta uno spa-

zio ampio per la pica scria a caraeri cubitali:WOLMER (vedi foto 25).  E’ anche un aento “ta-

lent scout” e si deve a lui la scoperta di Mina, av-viata a una brillante carriera, grazie al suo intuitoe alla sua competenza musicale. Altra sua scoperta

 WOLMER BEL TRAMI

Casa natale di Wolmer a Breda Cisoni di Sab-bioneta, nella parte bianca vi era la falegna-meria del padre Tertulliano (foto 22)

Il bel Wolmer da giovane. Si notanole sue dita lunghe e affusolate, inclu-so il mignolo (foto 23)

La sua particolare fisarmonicaFARFISA, con la grande scrittaWOLMER (foto 25)

 Anno 1938 - Caricatura di Wolmer asedici anni (foto 24)

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è Fausto Leali.  Lavora inoltre con personaggi moltono al pubblico (come Delia Scala e Renato Rascel)per le riviste teatrali, commedie musicali, televisivee cinematograche: è sua la sarmonica della co-

lonna sonora del lm “Amarcord” di Federico Felli-ni. La sua straordinaria capacità creava lo porta aprendere spunto dal mondo esterno per scrivere lesue composizioni, così il brano “Il Treno” (EdizioniEridania) nasce ad un passaggio a livello e i cana-

rini, le passeggiate nourne o il silenzio millenariodelle tombe etrusche di Cerveteri sono tue fon diispirazione. Altre sue composizioni di successo sono“Squadrone bianco” (Edizioni Eridania) e “I quaroritmi di Beltrami” (Edizioni Berben), brano con quat-tro ritmi diversi, caraerisco di tue le sue pubbli-

che esibizioni (vedi foto 26). Fra Wolmer Beltrami eCarlo Venturi c’è grande sma e Wolmer nel 1977,

insieme a Gigi

Stok, parteci-

pa alla prima

edizione della

FESTA DELLAFISARMONICAai 3 LAGHETTIdi Monzuno. 

Poi nel 1982 scrive proprio per Carlo un originalis-

simo valzer intolato LO SCAPOLO, forse autobio-graco che, come genere musicale, sta ai conni frail classico, il liscio e il jazz: anche questo brano faparte della presente raccolta.  I “bredesi” ricordanoWolmer come un uomo dal portamento signorile,

dall’aspeo nobile, che ama i prodo pici della suaterra e ogni volta che torna a Breda chiede i tortellidi zucca, la friata di pesce gao con la polenta e unpo’ di lambrusco: in realtà poi mangia pochissimo,come sua consuetudine. Per tua la vita sore di maldi stomaco e nessun medico ne capisce mai la causa:

probabilmente ciò è dovuto alla tensione nervosacon cui si esibisce. È di una mecolosità estrema eogni rappresentazione deve essere sempre perfet-

ta e, mai contento, pretende da se stesso sempre la

perfezione. Inoltre Wolmer sore di insonnia, dor-me poco e trascorre parte della noe a passeggiareper le vie di Breda. Nel suo paese natale, Wolmer favita riservata e ama stare in silenzio e in riposo; i vi-cini raccontano che lo si sente, al pomeriggio, men-

tre si esercita con la sarmonica. Persona spiritosa,dalla bauta pronta, è sempre generoso e genle

nel giudicare in pubblico le esibizioni degli altri sar-monicis. Wolmer Beltrami si è spento nella suaabitazione di Cerveteri (Roma) il 28 oobre 1999

e riposa oggi,

insieme alla

madre e al fra-

tellino Enzo,

nella tombadi famiglia nel

cimitero di

Breda Cisoni.In un’intervi-sta concessa al

sito web “Yeswe music” di

Michelagelo Topo, racconta Giancarlo Caporilli, notosarmonicista romano e amico di Wolmer (vedi foto27) di essere stato lui insieme a Vincenzo Galasse

a scoprirne il decesso. Non riuscendo a contaarlotelefonicamente, si reca pertanto a Cerveteri e suo-

na al campanello di Wolmer, ma nessuno risponde;

cosicché, araverso una scala, i Vigili del fuoco en-

trano dalla nestra nelsuo appartamento al se-

condo piano della palaz-

zina e lo trovano nel suoleo, con il televisore an-

cora acceso. E così come

nella vita Wolmer è stato

amante della solitudinee riservatezza, così purenel momento del trapas-

so ha scelto di esser solo.Un’esauriente e deaglia-

ta biograa di 163 pagine,con allegato CD sul qualesono state trasferite regi-strazioni prese da dischi

78 giri d’epoca, intolata“Wolmer Beltrami, il re della sarmonica”  è stata

pubblicata nel 2009 dallo scriore Alberto Sarzi Ma-didini. La presentazione di questo libro è avvenutain occasione del decimo anniversario dalla sua scom-

parsa; quello stessogiorno il Comune di Sab-

bioneta ha organizzatoun Concerto nel qualediversi sarmonicishanno eseguito musi-

che del grande Wolmer

(vedi foto 28) e gli ha

dedicato un’insegnaall’ingresso del suo pa-

ese (vedi foto 29).

Wolmer Beltrami con il logo, nel momentodella sua maturità artistica (foto 26)

 Anno 2009 - A dieci anni dallasua scomparsa, Wolmer vienericordato con un concerto eun libro a lui dedicati (foto 28)

Il Comune di Sabbioneta hadedicato a Wolmer Beltramiun’insegna all’ingresso del suo

 paese natale (foto 29)

 Anno 1991 - Quattro grandi fisarmonicisti,Giancarlo Caporilli, Wolmer Beltrami, Peppi-no Principe e Gervasio Marcosignori (foto 27)

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LO SCAPOLO

 Musica di

 WOLMER BELTRAMI

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VALZER CLASSICO

Si7Mim

  Sol7

Re

Do

1 2

II v.

Pianof. Re7

Sol

Do   La7 RemSol7

  DoPianof.

Fa Fa6  Fa dim

Do7+

Do6

Do7

Lam6   Mi Si7/9   Mi Fa Fa   Sol7/9

Solm6  La7

Rem Mi7 Lam

Do7+

Do6

Do7+

Valzer

Sol7/4

STRUMENTI in DO - FISARMONICA

Sol13Sol7 Sol7 Sol7

4.

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CASTELLINA, nome d’arte di Roberto Giraldi, nasceproprio a Castellina, frazione di Brisighella (Raven-

na) nel mese di febbraio 1920, borgo dal quale traeorigine il suo pseudonimo, datogli scherzosamente

quando va a suonare fuori dal suo paese, per indi-carne la provenienza. La passione per la sarmonicagli viene dal padre che suonava un piccolo organinoe a see anni già si esibisce in qualche fescciolanell’aia.  Ma è nella Banda musicale che impara la

musica e a suonare il

clarineo. Grazie alsuo innato talento, benpresto Castellina meri-terebbe una sarmo-

nica migliore rispeo

al piccolo organino delpadre, ma non ci sono

i soldi per acquistarla.Si narra che fu proprio

il Duce, Benito Musso-

lini, in visita in Roma-

gna, a restare colpito

dall’abilità del ragazzoe ordinare ai suoi uo-

mini di regalargli una

vera sarmonica. Pro-

babilmente per questo,prima dello scoppio della guerra, Roberto Giraldi èuno dei sarmonicis che partecipano al colossa-

le speacolo organizzato da Mussolini, il 6 maggio1938 a Piazza di Siena, in Villa Borghese a Roma, inoccasione della visita del Cancelliere tedesco AdolfHitler (vedi foto 30). Ben centoundici complessi co-

rali dopolavorisci, cin-

quanta Bande musicali,novecento sarmonicische accompagnano le

danze popolari di oo-

cento coppie di balleriniin costumi tradizionali e

oltre sessantamila spet-

tatori che assistono alla

slata (dal libro “Hitler

turista in Italia” di Mau-

rizio Martucci, edizioni

Greco).  La guerra e glianni bui non spengonola passione di Castellina

per la musica e la sar-

monica anzi, già nell’im-mediato dopoguerra, inizia la sua avità professio-

nale nelle la della presgiosa orchestra di GiovanniFena (vedi foto 31). Intanto, dall’inizio degli anni

‘50, Radio Capodistria trasmee sempre più spessola musica da ballo che Secondo Casadei sta lancian-

do, il “liscio”, che fa grande presa sui radio-ascolta-

tori di quel tempo. Castellina, trentenne, intuisce

le potenzialità di questa musica, che lui ltra e rie-labora a modo suo, con sonorità suggesve, talvol-ta mutuate dall’estero, come la musica spagnola e i

tanghi argenni, creando un proprio genere musi-cale. All’inizio degli anni ’60, senza l’ausilio di nes-

suna casa discograca, Castellina incide due brani

(il valzer ERBITTER e il tango argenno AKITA MIA)e li invia a Radio Capodistria: è un successo oltre

ogni aspeava. Nel fraempo, suonando con l’or-chestra di Giovanni Fena, ha avuto l’opportunità diconoscere il bravo sassofonista e clarinesta Gio-

vanni Pasi. Lavorando insieme i due simpazzano e,a metà degli anni sessanta, for della loro amiciziae reciproca sma, prendono il coraggio a quaromani e formano un loro complesso musicale, deno-

minato inizialmente “Castellina-Pasi e i gai roma-

gnoli”, che poi diven-

ta CASTELLINA-PASI(vedi foto 32). Quiinizia l’avventura stra-

ordinaria di un gran-de musicista e di una

splendida orchestra,

che negli anni ha mie-

tuto grandi successi e

che, ad oggi, ha inciso

ben 45 album (vedifoto 33). Lo dimo-

strano i due “Dischid’oro”, oenu graziealle straordinarie ven-

dite discograche: ed è l’unica orchestra italiana apotersi fregiare di questo ambissimo traguardo.Oltre che sarmonicista, Castellina è stato anche unvalente compositore di brani ballabili (IL CAMPANEL-

CAS TELLINA

 A diciotto anni Roberto Giraldisuona al colossale spettacolo diPiazza di Siena, a Roma (foto 30)

 Anno 1948 - Nel dopoguerraCastellina entra nella presti-giosa orchestra di Giovanni

Fenati (foto 31)

Fine anni ‘70 - La formazione storica dell’orchestra CASTELLINA-PASI all’apice del suo successo (foto 32)

Uno dei 45 album dell’orchestraCASTELLINA-PASI, che continua tut-tora la propria attività con una for-mazione fresca e giovane (foto 33)

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LO, FOLLE SENTIMENTO,SANTA MONICA, ecc.) e,assieme all’autore CarloFerrini, anche di canzo-

ni ugualmente popolari(LUNA MESSICANA, GLIAMICI DELLA NOTTE,VERDE PRATERIA, ecc.) interpretate dalla dol-

cissima e indimencatavoce di Irene. Ha scrit-to circa 500 brani alcunidei quali sono esegui intuo il mondo: il suo piùgrande successo è la ce-

leberrima polka into-lata TUTTO PEPE che lo porta ad oenere il primo“Disco d’oro” dalla RCA, la sua casa discograca,successo bissato poi nel 1978 con ZINGARO (vedifoto 34). “Maestro, è un onore per noi consegnarle

il secondo Disco d’oro della sua carriera!”,  recitavacompunta l’annunciatrice di turno, alla grande festatenutasi in suo onore a Roma, davan alle teleca-

mere. “Grazie, ma non sono maestro!”,  risponde

educatamente e con forte accento romagnolo, conla faccia aenta

e schiea di chi èabituato a viverei rappor umanialla luce del sole.Quell’uomo mi-nuto era RobertoGiraldi, per tu“Castellina”. Ilsuo sle compo-

sivo è unico e,più che al virtuo-

sismo, è improntato alla semplicità di esecuzione:melodie orecchiabili e molto ballabili ne hanno de-cretato il successo.  E’ riconoscibile all’ascolto, facilesul pentagramma, ma dicile da interpretare: infat-, si fonda sulla passionalità e si caraerizza per “ilcuore”. E col suo caraere schivo all’apparenza, main realtà vispo ed esuberante, di cuore Castellina neaveva proprio tanto! (vedi foto 35). Carlo Venturi

nutriva una grande ammirazione per Castellina eper le sue interpretazioni; nel 1975 gli aveva de-

dicato un valzer, intolato appunto ALLA CASTEL-

LINA. E Castellina nel 1983 ricambiò la cortesia,

componendo il valzer TRABALLERO appositamen-te per Carlo Venturi, che lo incise nel suo albumdedicato ai grandi sarmonicis: per questo TRA-

BALLERO è uno dei brani che fanno parte di questa

nostra raccolta. Ri-tornando a Rober-to Giraldi, nel 1989inserisce nel suo re-

pertorio alcuni bra-ni esegui con un“bandoneon” cro-

maco, progeatoda Nello Mengasci-ni, la cui parcola-

rità era il suono piùcorposo ed i boonicon un diametro piùgrande rispeo allostrumento origina-

le di Astor Piazzol-la. Questo strumento gli dà una nuova notorietàquando scoppia il boom della “Lambada”: Castel-lina propone in tuo il mondo una sua versione diquesto ballo, distribuita dalla BMG, ex RCA (vedifoto 36). Nel 1990 progea un suo personale pro-

topo di sarmonica cromaca (costruita in seguitoa Casteldardo), con impresso il suo nome d’arte eil marchio registrato. Questo po di strumento è ilcapospite di una nuova sarmonica, denominata«Modello Castellina» (vedi foto 37). Lontano dai

rieori ha sempre condoo una vita semplice eschiva; e l’ul-

ma sua appa-

rizione pubbli-ca avviene nelfebbraio 1999 aFaenza, durante

il concorso per

giovani sarmo-

nicis “PremioCastellina”, nelruolo di Presi-

dente della giu-ria. Castellinascompare a Fa-

enza il 1° marzo2000, lasciandoun vuoto incol-mabile fra tu gli appassiona della sarmonica, iballerini e gli aman della buona musica. L’orche-

stra da lui fondata connua tuora la sua avità,con numerose serate in tua Italia e con nuove pro-

duzioni discograche. Oggi possiamo aermare che

lo sle di Castellina non ha tempo e il suo mito siraorza col passare degli anni. (Un grazie ad Anna Galle, delle edizioni Galle-

Boston e a Massimo Castellina per le nozie fornite)

 Anno 1978 - Castellina ricevedalla RCA il suo secondo Discod’oro (foto 34)

Castellina mentre suona sul palco conla sua orchestra (foto 35)

 Anno 1989 - La LAMBADA, un suc-cesso mondiale, viene ripresa da CA-STELLINA in una sua versione con lafisarmonica (foto 36)

 Anno 1990 - Nasce a Castelfidardo la fisar-monica MODELLO CASTELLINA (foto 37)

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TRABALLERO Musica di

 CASTELLINA

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VALZER BRILLANTE

Dom7 Fa7

1

Si

2

Si

Dom Re7 Solm Mi cresc. Si

Si Fa7

Si Fa7

Do

1 2

 poi Trio

 I Parte

TRIO

Si Fa7

Fa Rem Do

Sol7

Do Sol7 Do cresc.

Do7 Fa

1 2

cresc.Sol7

Solm Do7 Fa

Fa

Do7

5.

Valzer brillante

Fa

STRUMENTI in DO - FISARMONICA

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RUGGERO PASSARINI nasce a San Pietro in Ca-

sale (Bologna) il 25 gennaio 1941 e all’età di noveanni inizia a studiare musica con il Maestro Sisto

Bregoli a Cento di Fer-rara. Poi si trasferiscecon la famiglia a Bo-

logna  e  prosegue lo

studio della sarmo-

nica con il Maestro

Leonildo Marcheselli,considerato il “padre

della Filuzzi” che, in

occasione della fe-

sta di Capodanno del1955, ad appena 14anni lo fa debuare inun locale di Bologna(“Il Malcantone” di viaBandarno) insieme

al chitarrista Giuseppe Restani, deo Pippo, che poisuonerà per ben 24 anni con il gruppo di Ruggero.Nell’estate del 1956 forma il suo primo trio “alla

Filuzzi”, denominato TRIO PASSARINI, nel quale igiovanissimi compo-

nen raggiungevanoi quarantanove anniin tre (vedi foto 38). Subito viene apprez-

zato per il suo modo

di suonare coinvol-gente ed espressivo,che mee a proprioagio chi balla ed è ri-chiesssimo in tu i

locali bolognesi, arri-vando a suonare an-

che trenta serate al

mese (vedi foto 39).Sull’origine del balloFiluzziano sono state

formulate varie ipotesi. Ad esempio, si sa che i pri-

mi ballerini furono solo maschi (come anche nel tan-

go), poiché in quegli anni il contao sico fra uomoe donna in ambiente pubblico era considerato disdi-

cevole. La parola “Filuzzi” pare derivi dal fao chequeste coppie, rigorosamente “unisex”, “lavano”,cioè si spostavano da un locale all’altro, senza more

di ritorsioni da par-

te dei maschi locali:il fao di ballare frauomini costuivaper loro una specie

di “salvacondoo”.Un capitolo a parte

meriterebbe l’ami-cizia profonda che

lega Carlo Venturi

e Ruggero Passarini

n da giovanissimi, essendo quasi coetanei: sonocome fratelli. Si frequentano abitualmente e d’esta-

te vanno sempre in vacanza insieme, con le rispe-

ve mogli (Liliana e Gianna) e gli. Arscamente nel1979 realizzano un LP intolato DUE FISARMONI-CHE… UN’AMICIZIA (vedi foto 40) e nei locali suona-

no insieme ogniqualvolta vi è l’occasione (vedi foto41). Nel 1983 Ruggero scrive una polka intolataBARBARELLA e dedica-

ta a Barbara, gliolet-

ta di Carlo, che allora

aveva oo anni; e Car-lo Venturi la incide nel

suo album dedicato aigrandi sarmonicis,che ora noi ristam-

piamo nella presente

raccolta. Ritornandoal gruppo musicale di

Ruggero Passarini, nel

1970 (con l’aggiunta

del baerista-cantanteLino Vespignani) passadal trio al quarteo e

RUGGERO PASSARINI

 Anno 1956 - Ad appena 15 anniRuggero forma il TRIO PASSARINI(foto 38)

 Anno 1959 - A 18 anni Ruggero hagià un gruppo affermato e suonatutte le sere o quasi (foto 39)

 Anno 1979 - Copertina dell’LP di Rug-gero e Carlo intitolato DUE FISAR-MONICHE... UN’AMICIZIA (foto 40)

 Anno 1985 - Con l’aggiunta diCristina Saglioni, il gruppo diRuggero Passarini diventa unsestetto (foto 42)

 Anno 1982 - Carlo fa visita a Ruggero in un locale e suonanoinsieme (foto 41)

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poi, nel 1985, alsesteo con l’ag-

giunta del piani-

sta e della can-

tante Crisna Sa-

glioni, anch’ella

nipote di Rugge-

ro (vedi foto 42).Nonostante l’au-

mento dell’or-

ganico, Ruggero

Passarini non ha

mai tradito lo sle “alla Filuzzi”, del quale è con-

siderato il maggiore esponente, insieme al sopra

citato LeonildoM a r c h e s e l l i ,

consolidando

così negli anni

un forte e aet-tuoso legame

con la cià diBologna (vedifoto 43). Nelfraempo, nel

1978 fonda unasua casa disco-

graca (E.F.G.Edizioni Musi-

cali) la quale haprodoo ben vencinque dei suoi trenta album di-scograci, fra dischi, musicassee e CD, alcuni realiz-

za insieme ad illustri colleghi, come Carlo Venturi,

Ivano Nicolucci, Roberto Scaglioni, Tiziano Ghinazzied Henghel Gualdi (vedi foto 44). Nel 2001 lascia

l’orchestra che lo aveva accompagnato per mol

anni, passando il tesmone al nipote Massimo Bu-driesi e al fratello gemello Alessandro (vedi foto 45).Recentemente il pubblico ha potuto riascoltare la“passiona-

le” sarmo-

nica di Rug-

gero Passa-

rini soltanto

in registra-

zioni fo-

nografiche(vedi foto46), in rare

serate dal

vivo, insie-

me ad amici

e colleghi,

oppure con

il cantauto-

re bolognese Fausto Carpani, anche in divertencommedie dialeali. Ed è proprio Fausto Carpani,

suo grande amico e conoscitore dell’animo più pro-

fondo, che ne dà la migliore denizione. “Quello

che ne fa un grande (ma lui non lo sa ) è che “il Pas-

sero”, cioè Ruggero, suona con il cuore: qui sta la

dierenza! La sua musica profuma di genuino, di

cose buone, senza però mai scivolare nel nostalgi -

co ad oltranza. Ruggero è autenco perché suona

sul serio, per il piacere di suonare... Amo ascoltarlo

nella sua formazio-

ne luzziana: è così

che viene fuori l’ani -ma della sua musi -

ca. Note sommesse,

quasi solo accenna-

te. Naturale colonna

sonora d’un mano

di primavera, come

il cingueo degli uc-

celli. D’altra parte

questo è il minimo,

 per uno che si chia-ma PASSARINI” (vedifoto 47).

Leonildo Marcheselli, padre della FI-LUZZI e insegnante di fisarmonica diRuggero, suona con i figli Marco e Paolo(foto 43)

 Anno 2001 - I due manifesti murali che segnano il passaggioda Ruggero ai nipoti Massimo e Alessandro (foto 45)

 Anno 2004 - INSIEME E’ PIU’... BALLO l’al-bum realizzato col grande HenghelGualdi (foto 44)

 Anno 2010 - La raccolta FISARMONICA E AMI-CI contiene 32 brani, vecchi e nuovi, di Rugge-ro e altri suoi amici fisarmonicisti (foto 46)

Il noto cantautore dialettale bolo-gnese Fausto Carpani, carissimoamico di Ruggero (foto 47)

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GIOVANNI VALLERO nasce a Poirino (Torino) il 6aprile 1937, da famiglia di origine contadina, primodi due fratelli. Suo padre Michele fa l’austa e sidilea a suonare l’organeo e la sarmonica, che haimparato ad orecchio; ma è bravo e dotato musical-mente, per cui è ricercato dai vari complessi che d’e-

state si esibiscono nei cosidde “balli a palcheo”della provincia torinese. Giovanni, all’età di ooanni, seguendo le orme del padre, inizia a suonare

e studiare la sarmonica come autodidaa, anche

perché nel paese di Vinovo, nella periferia torinese,dove risiede la sua famiglia, non ci sono maestri dimusica. Dopo varie esperienze giovanili in gruppilocali, a 23 anni, nel 1960 inizia la professione di or-

chestrale e per una decina di anni suona prevalen-temente in dancing e night-club esteri, soprauo

in Germania

e Lussembur-go, con un suo

gruppo. Quan-

do nel 1971,all’età di 37anni, decide di

tornare a suo-

nare in Italia,amplia no anove elemenla sua formazio-

ne denominata

GIOVANNI VAL-

LERO E LA SUAORCHESTRA  e,

nonostante i

suoi generi pre-

feri siano loswing e gli standard americani, si adegua al generemusicale allora di moda: il “liscio”. E si adegua tal-

mente bene che la RCA (una delle più importancase discograche dell’epoca) gli fa incidere ben 10LP di musica da ballo, nella quale Giovanni Valle-

ro porta la ranatezza delle sue armonie e l’origi-nalità delle sue melodie, mai scontate e ripeve(vedi foto 48). In quegli anni compone tanssimibrani, alcuni dei quali pubblica all’estero, in par-

colare in Germania e Brasile. Nell’estate del 1974

conosce Carlo Venturi in occasione dell’inaugura-

zione del “Giardino d’estate”, locale esvo annessoal noto dancing “Le Cupole” di Cavallermaggiore

(Cuneo). Per l’occasione la gesone del locale haingaggiato due orchestre: quella di Giovanni Valle-

ro e quella di Carlo Venturi (vedi foto 49 e 49 bis).Carlo, di sei anni più gio-

vane e alle prime uscitefuori dall’Emilia Roma-

gna con il suo quinteo,gli racconta che qualcheanno prima suo padre,

trovandosi a Novara perlavoro, ha comprato e gliha regalato un disco di

Giovanni Vallero, che alui piace tanssimo; edora per lui è un onore co-

noscerlo personalmente.Nasce così fra loro unaforte amicizia e recipro-

ca sma.  Cosicché quando Carlo nel 1983 decide direalizzare un disco con composizioni dei più grandisarmonicis italiani,  gli

chiede di scrivere un bra-

no appositamente per

lui: questo brano è pro-

prio ASSO DI PICCHE, val-

zer musee per virtuosidella sarmonica, magi-stralmente interpretato

da Carlo Venturi e ora da

noi ristampato in questaraccolta.  Nel 1979, a soli42 anni, Giovanni Valle-

ro è colpito da una gravemalaa, un tumore, chefortunatamente riesce

a sconggere araver-so pesan cure, come lachemioterapia. Giovanniguarisce completamen-

GIO VANNI  VALLERO

 Anni ‘70 - La già affermata orchestra di Giovanni Vallero (foto 49)

Dal 1980 in poi, guarito dalla

grave malattia, Giovanni Val-lero si dedica alla composi-

 zione e registrazione di tantabella musica (foto 50)

Giovanni Vallero negli anni ‘70 registra per la RCA dieci LP di raffinata musica daballo (foto 48)

 Anni ‘70 - Il giovane Valleroattorniato dalle sue fans (foto49 bis)

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te, ma la convale-

scenza è molto lun-

ga, per cui decide

di non riprendere

più l’avità orche-

strale e di dedicarsi

alla composizione

e all’insegnamento

della musica (sar-monica, armonia e

composizione). Per-tanto, dal 1980 inpoi, sono tanssimele sue composizioni

che vengono pubbli-cate e incise da varieedizioni musicali ed

echee discogra-

che, riscuotendosuccesso di pubblico e riconoscimen di qualità daparte dei musicis (vedi foto 50). Collabora con -

sarmonicis di fama internazionale con cui scrivenumerosi brani di successo, quali Wolmer Beltra-

mi, Gigi Stok e Michele Corino  (piemontese, nato

nel 1918, emigrato a San Francisco, in California nel1947 e famoso per aver suonato nell’orchestra u-

ciale della radio EIAR, direa dal Maestro “Cinico An-

gelini”, nonché perla sua composizio-

ne FISARMONICAIMPAZZITA), tantoper citare alcuni

nomi (vedi foto51). All’america-

no Art Van Dam-

me (scomparso il

15 febbraio 2010),Giovanni Vallerodedica la sua com-

posizione “Art VanDamme The King”

(il Re), conside-

randolo il miglior

 jazzista mondialedi sarmonica (vedi foto 52). In collaborazione con

Claudio Chiara (saxofonista di Paolo Conte, jazzista epolistrumensta) e Domenico Torta (noto contrab-

bassista, autore e compositore), nel 1989 scrive la

canzone NOI SOMAPIEMONTEIS, di-

ventato poi l’innode “I Piemontesi nel

mondo”, esportato

con successo in tan-

Paesi, anche gra-

zie al premio che la

Regione Piemonte

conferisce annual-mente agli emigran-

piemontesi che,per i loro meri,si sono disn nel

mondo (vedi foto53). Anche grazie a

questa sua composizione, nello stesso anno il Presi-dente della Repubblica Francesco Cossiga lo nomi-na “Cavaliere al Merito della Repubblica” (vedi foto54). Compone musiche anche per speacoli teatrali,come l’ironico CONCERTO PER RAGIONIERE E FISAR-

MONICA, trasmessodalla RAI. TuoraGiovanni Vallero è in

strea collaborazio-ne con Claudio Chia-

ra e nei suoi lavori siintuisce quanto siaprofonda la sua cono-

scenza della tecnica

armonica. Ha il gustoe la capacità di darealla musica da ballo epopolare italiana un

contributo arscoche va oltre la sem-

plice composizione

di un tema, creando

impas sonori che citrasportano talvoltain atmosfere piche del nostro Paese, altre voltein mondi sconosciu e imprevedibili. Risiede a

Brossasco, un paese sulle colline della provincia diCuneo, dove tuora insegna e compone la sua raf -nata musica.

(Un grazie ad Anna Maria Merlino, in Tosco, per la

collaborazione fornita)

Michele Corino, compositore dellafamosa polka FISARMONICA IM-PAZZITA, raffigurato su uno spartitod’epoca (foto 51)

Una foto di Art Van Damme, grandefisarmonicista jazz, nato il 9 aprile1920 e scomparso il 15 febbraio 2010(foto 52)

Il premio conferito dalla Regione

Piemonte ai migliori PIEMONTESINEL MONDO (foto 53)

 Anno 1989 - Giovanni Vallero ri-ceve dal Presidente Cossiga l’ono-rificenza di CAVALIERE AL MERITODELLA REPUBBLICA (foto 54)

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ASSO DI PICCHE Musica di

 GIOVANNI VALLERO

Proprietà esclusiva: UNIONE Edizioni Musicali - 47923 Rimini (RN) - Via Flaminia 185/B - Tel. 0541 / 307371. © Copyright 1983 by UNIONE Edizioni Musicali - Rimini (RN) - www.unionemusic.com - www.novalis.itTutti i diritti sono riservati. Printed in Italy.

VALZER MUSETTE

Si 7 MiSol7 Dom

7.

Valzer musette

Sol7

STRUMENTI in DO - FISARMONICA

Dom

Fam   cresc.Si 7

Mi

Re7

Sol7Dom

Do7 Fam

B

Sol7   cresc. Dom

La 6 Sol7

DomSol7

Dom   cresc. Fam7 Si 7 Mi

Mi 7 La La mMi

Do7 Fam7

Sol7

28

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WALTER RANIERI nasce a Roncoscaglia di Sestola

(Modena) il 28 marzo 1947, famosa località sciisca

dell’Appennino modenese, da una famiglia di ori-

gine contadina. Essendo il più piccolo di quarofratelli (uno dei quali già suonava il sassofono nella

Banda del paese), ricorda che suo nonno Luigi suo-

nava un anco organeo diatonico in legno quan-

do, alla ne della mietura del grano, si festeggiava

nei campi cantando e ballando a piedi nudi, nono-

stante le pungen spighe appena tagliate! Inizia

suonando un’armonica a bocca, anche’essa diato-

nica, posseduta da suo padre Armando (e mamma

Lina) e n da bambino dimostra parcolari atudini

per la musica. Quando compie cinque anni, consi-derata la sua passione, il noto sarmonicista Sesto

Bartolai di Riolunato (Modena) gli regala una sar-

monica e gli dà le prime nozioni uli per suonare lo

strumento. Inizia ben presto ad esibirsi, come sar-

monicista, nel cosiddeo “Concerno della Banda

di Roncoscaglia” e con piccoli gruppi musicali della

sua zona. Si trasferisce a Bologna nel 1965, all’età di

18 anni e, poiché la sarmonica a quel tempo non

era uno strumento riconosciuto per un diploma di

Conservatorio, intraprende anche lo studio della

tromba con il Maestro Giovanni Lamber, col qua-

le si diploma al Conservatorio di Bologna. Succes-

sivamente prosegue gli studi di arte corale e dire-

zione d’orchestra, soo la guida del Maestro Eore

Balloa, noto musicista, compositore e arrangiato-

re di fama nazionale. Termina ques omi studi

musicali, lavora come

arrangiatore e turnista

di sarmonica e trombaper importan ars e

vari studi di registrazio-

ne, in parcolare a Mila-

no nel 1967 e 1968 per

la PDU, casa discogra-

ca fondata e gesta in

quegli anni dalla grande

cantante Mina e da suo

padre, Giacomo Mazzini

(vedi foto 55). Nel 1972

Walter Ranieri viene interpellato dal saxofonista

Ivano Nicolucci e, insieme a Franco Bergamini e

Ivan Novaga, for-

mano l’orchestra

da ballo LA VERA

ROMAGNA, subi-to denita la Na-

zionale del Liscio

(vedi foto 56 e

57). È un periodo

denso di grandi

successi e innu-

merevoli incisioni

discograche, che evidenziano le eccellen do ar-

sche, come arrangiatore e strumensta, di Wal-

ter Ranieri.Memore delle

sue esperien-

ze milanesi, è

lui il primo ad

introdurre, anche negli arrangiamen della musica

da ballo, un’intera sezione di archi (violini, viole, vio-

loncelli e contrabbassi). Nel 1975 insieme ad Ivan

Novaga e Armando Savini fondano LA VERA ROMA-

GNA ITALIA FOLK, un’orchestra alternava anch’es-

sa formata da undici musicis: Rosario Santoro alla

tromba, Bruno Spignoli al clarineo e sax, Walter

Ranieri alla sarmonica e tromba, Armando Savini

al canto, Nunzia al canto, Ivan Novaga al pianoforte

e tasere, Giuliano Mino al sax e clarineo, Wla-

dimiro Mon alla baeria, Luciano Bernucci alla chi-

tarra, Paolo Contoli al violino e Gianfranco Ussani al

basso (vedi foto 58). Walter resta per tre anni con

questo gruppo, poi ha una parentesi di un anno con

l’orchestra di Juliano Cavicchi. Nel 1981 ViorioBorghesi gli ada la direzione del “GRUPPO 2 BOR-

GHESI”, che prende il nome “ORCHESTRA SPETTA-

 WAL TER RANIERI

 Anno 1967 - Walter Ranieri ap- pena ventenne lavora a Milanocome arragiatore e turnista

 presso gli studi di registrazione

PDU di Mina (foto 55)

 Anno 1972 - Walter Ranieri interpella-to da Ivano Nicolucci e Franco Berga-mini contribuisce a formare LA VERAROMAGNA (foto 56)

 Anno 1973 - L’adesivio tri-colore de LA VERA ROMA-GNA, definita anche La Na-

 zionale del Liscio (foto 57)

 Anno 1975 - LA NUOVA ROMAGNA ITALIA FOLK un’orchestradi ben undici musicisti (foto 58)

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COLO WALTER

RANIERI” e, sino

alla ne degli

anni ’80, riscuo-te consensi nei

migliori locali ita-

liani e non solo

(vedi foto 59 e

60). Fra le nu-

merose compo-

sizioni per sar-

monica solista da

lui create, una in

parcolare, daltolo MUSETTE

(un valzer non

proprio facile),

colpisce l’aenzione di Carlo Venturi, che la inseri-

sce in una sua raccolta editoriale e discograca su

musicassea ed LP, dedicata ai grandi sarmonici-

s italiani e pubblicata nel 1983: si traa proprio

della composizione da noi ristampata in questa

raccolta. Dopo tan anni di avità professionale,

in qualità di virtuoso della sarmonica, trombe-

sta, arrangiatore, compositore e direore d’orche-

stra, Walter Ranieri si è rirato dalle luci della ribalta

nel 2003, a causa di uno sfortunato incidente, che loha limitato nell’ulizzo della mano destra, ma pro-

segue la sua avità di compositore ed insegnante

di musica (vedi foto

61 e 62). E’ anche il

direore della “Co-

rale San Silvestro diFanano” (Modena)

e, riprendendo i

suoi studi giovanili

di arte corale e di-

rezione d’orchestra,

Walter Ranieri, at-

traverso questa Co-

rale, si dedica oggi al

recupero della musi-

calità dei can della montagna, anche avvalendosidi tes propri e musicando poesie di poe locali, di

origine mon-

tanara, con

l’obievo di

perseguire la

salvaguardia,

la diusione

e la valorizza-

zione del pa-

trimonio del

Canto Corale

classico e po-

polare, non-

ché la ricerca,

sia storica che

musicologica,

di composizio-

ni vocali di epoche diverse e lo studio dell’arte del

canto (vedi foto 63).

(Un grazie a Ruben Leonelli, delle edizioni musicali

 Ardiente, per la collaborazione prestata)

 Anno 1981 - Vittorio Borghesi affida aWalter Ranieri la direzione del GRUPPO2 BORGHESI (foto 59)

 Anno 2011 - Una foto recente della Corale San Silvestro di Fa-nano, diretta da Walter Ranieri (foto 63)

 Anno 2011 - Una foto recente di Walter Ra-nieri con la sua fisarmonica cromatica(foto 62)

 Anno 1981 - La simpatica foto nel manifesto dell’ ORCHESTRASPETTACOLO WALTER RANIERI (foto 60)

 Anno 2003 - LA SUPERFISA DI WAL-TER RANIERI album prodotto dalleedizioni ARDIENTE di Ruben Leo-nelli (foto 61)

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(MUSETTE - pagina 2)

Re7+ Re6

Si7   Si9-  Mim4

La7

Mim7   La7   La5+

Re Re cresc.

Fadim   Mim7 La7 Mim7   La7 Mim7

TRIO

Re Re7+ Re6

Re

Sim7 Do 7 Fa m

 poi Trio

 I Parte

Sim7 Mi7 La7+ Re7+

Do 7 Fa m Fa 7

Do 7 Do 9- Fa m cresc.

Sim6

Sol

Sol 7

Re

Sol 7/5dim

Re

Do 7/4 Do 7

33

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(MUSETTE - pagina3)

La7 Re

Solm Re

La

Mi7

Si

Mim7

Si9-   Mim4  Mim   cresc.

Si7

La7 La5+  Re   Re

La7Mim7cresc.

Fadim Mim7  La7   Mim7

La7  Re Re

Mim  Solm   Re   Mi7   Mim7

La   Si

Re7+ Re6

ReRe6Re7+

Mim7La7

34

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ISELLE

 Musica di

 LAURO MOLINARI

Proprietà esclusiva: UNIONE Edizioni Musicali - 47923 Rimini (RN) - Via Flaminia 185/B - Tel. 0541 / 307371. © Copyright 1979 by UNIONE Edizioni Musicali - Rimini (RN) - www.unionemusic.com - www.novalis.itTutti i diritti sono riservati. Printed in Italy.

VALZER MUSETTE

Fa

Re7 Solm Solm

Si

Re7 Re7

Do

Re7 Re7

Do

Solm

Si

Solm Re7

Solm

1

Solm

2

Fa

Re7 Solm Solm7La7

Re7

Sol7

SiDom

3

cresc. Re7

Solm

Solm Solm7La7

cresc.

Re7

Re7

3

Solm

9.

Valzer musette

Re7

STRUMENTI in DO - FISARMONICA

Mi 7+Re7 Re7

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(ISELLE - pagina 3)

La7   Re7 Solm

cresc. Re7

Fa

Re7

Solm

Sol7

Si

Dom

Re7  Solm

Solm

Solm7 La7

Re7   cresc.

Sol

1 2

Solm

Lam Dom Sol Re7

Lam7

Re7

Sol Mi7

Rem Mi7 Lam Lam7+

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LAURO MOLINARI nasce a Baricella (Bologna) il

1° oobre 1933 e n da bambino mostra grande

passione e atudine per la musica. Segue lezioni

private di tromba,sarmonica e pia-

noforte, strumen

nei quali eccelle. È

“glio d’arte” poi-

ché il padre era un

suonatore di or-

ganeo diatonico

mentre il fratello,

anch’egli promet-tente suonatore

di tromba, è pur-

troppo mancato in

giovane età. A soli

quaordici anni,

nel 1948, è già a

Caolica con l’Or-

chestra Maso, che si esibisce al Dancing Sirenella 

e ogni estate puntualmente lo ritroviamo nei miglio-ri locali della riviera romagnola, con varie formazioni

musicali, di anno in anno più presgiose. A dicioo

anni, nel 1951, è lui il solista con la sarmonica in

un concerto trasmesso in direa da Radio Trieste,

accompagnato da un’orchestra di ben 50 elemen,

direa dal Mae-

stro Guido Cergo-

li  (vedi foto 64).

Nel 1955, a ven-due anni anni,

per quaro mesi

Lauro lavora inten-

samente a Radio

Bolzano per regi-

strare, sempre con

la sarmonica, una

quaranna di pezzi

 jazz e classici, che poi sono sta ritrasmessi per mol- anni da questa e da altre emien radiofoniche.

Negli anni ’60, suona insieme al grande trombe-

sta e cantante Chet Baker, principale esponente del

genere cool jazz, in una sua memorabile esibizione

all’EDEN ROCK di Gabicce Monte (vedi foto 65). 

Un’importante esperienza maturata è quella conl’orchestra di Hen-

ghel Gualdi, con il

quale si esibisce

all’Embassy di Ri-

mini nelle esta

del 1964 e 1965,

suonando tu i

suoi strumen,

cioè la tromba, iltrombone, il icor-

no, il pianoforte e

anche il vibrafono,

con la sola esclusione della sarmonica (vedi foto

66). Nel 1966 Lauro ha 33 anni e, con un quinteo e

sesteo di omi musicis, da lui capitanato, per un

paio di anni si esibisce nei migliori locali della rivie-

ra romagnola (vedi foto 67). Dal 1968 no al 1974

suona con Andrea Mingardi, scrivendo anche gliarrangiamen per tuo il gruppo, inclusa la nutrita

e grintosa sezione di a (vedi foto 68).  Nel 1974

Lauro contribu-

isce alla forma-

zione del grup-

po musicale “IL

49%”, sempre

suonando e cu-

rando tu gli ar-rangiamen no

al 1979 dopo-

LAURO MOLINARI

 Anno 1951 - A diciotto anni Lauro èsolista di fisarmonica in un concertoradiofonico, con un’orchestra di ben50 elementi (foto 64)

Dal 1968 al 1974 Lauro Molinari suonae cura gli arrangiamenti della nutritaband di Andrea Mingardi (foto 68)

 Anno 1964 - Per due anni Lauro suonacol grande Henghel Gualdi (foto 66)

 Anno 1966 - L’elegante quintetto capitanato da Lauro Molina-ri, imperversa d’estate sulla riviera romagnola (foto 67)

Lauro Molinari negli anni ‘60 suonacon Chet Baker, trombettista ameri-cano di genere cool jazz (foto 65)

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diché, no al 1982 suona

nella formazione del can-

tante Junior Magli, preva-

lentemente la tromba eil icorno. In quegli anni

compone mol brani bal-

labili, incisi e stampa da

diversi gruppi ed edizioni

musicali (vedi foto 69).

Altra fase importante del-

la sua carriera arsca è

quella con Carlo Venturi,

dal 1982 al 1986 (annodella sua scomparsa), con

il quale oene grande

successo, avendo lo spa-

zio necessario per esprimere tua la sua straordi-

naria musicalità, sia come strumensta che come

arrangiatore (vedi foto 70). Alcuni suoi brani sono

sta interpreta e incisi da Carlo Venturi, il più noto

dei quali è il valzer musee ISELLE ora ristampato in

questa raccolta. Peraltro questo brano è stato suo-nato in direa

dal vivo in di-

versi program-

mi televisivi

nazionali della

RAI, ad esem-

pio VEDIAMO-

CI SUL DUE,

presentato daRoberta Man-

fredi (la glia

del grande at-

tore Nino), che

ha simpacamente intervistato Carlo Venturi. Nel-

la prima raccolta da noi dedicata a Carlo Venturi,

intolata IL FUORICLASSE, abbiamo incluso nel CD

Plus questa intervista televisiva e i due brani ANNA

e ISELLE suona dall’orchestra di Carlo Venturi indirea su RAI DUE nell’anno 1982. Lauro connua

tuora a suonare con diversi gruppi e formazioni

musicali di genere jazz e la sua carriera arsca an-

novera tante altre “perle”. Ad esempio il 14 maggio

1984 suona al Palazzo dei Congressi a Bologna, in

occasione della manifestazione 50 ANNI DI JAZZ ABOLOGNA, ripresa da RAI TRE, ed esegue, suonan-

do sia la tromba che il pianoforte, una sua compo-

sizione jazz, scria appositamente per l’occasione

(vedi foto 71). Lauro ha al suo avo numerose pub-

blicazioni stampate di sue opere, tuora eseguite

da varie orchestre

e un 45 giri, inciso

come sarmonici-

sta, che coneneun suo tango in-

tolato VERE LACRI-

ME, molto ricerca-

to dai collezionis

e reperibile on-line

presso la Discote-

ca di Stato. Altra

sua pregiata regi-

strazione è un LPdi musica jazz dal

tolo I REMEMBER

DANA, anch’esso

molto ricercato dai

collezionis e dagli aman del jazz. Come arrangia-

tore è un profondo conoscitore di tu gli strumen-

dell’orchestra: arrangiamen da lui realizza su

commissione, per un orchestra di ben 46 elemen,

sono sta esegui anche al FESTIVAL DE MEXICO,l’equivalente del nostro Fesval di Sanremo.  Lauro

si è sempre dedicato totalmente alla musica anzi,

per la precisione, alla musica e al tennis, suo grande

hobby: per tan anni ha frequentato assiduamente

il Circolo tennis di Riccione. Ora gioca in campi più

vicini a casa, fra Bologna e Ferrara, ma se la cava

ancora molto bene!

(Un grazie a Enzo Righe di Riccione, per le nozietrae dal suo libro storico intolato “ED IO TRA DI

VOI – Una vita vissuta tra e per i musicis”)

 Anno 1980 - Sedici ballabili

editi da ZANIBON scritti daLauro per fisarmonicistiche sanno suonare, come

 precisato sulla copertina(foto 69)

 Anno 1986 - La foto dell’ultimo program-mino dell’orchestra di Carlo Venturi, neldicembre 1986 (foto 70)

 Anno 1984 - Lauro alla manifesta- zione 50 ANNI DI JAZZ A BOLOGNAsuona una sua composizione, sia allatromba che al pianoforte (foto 71)

39

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ANNIBALE MODONI, nasce a Novara il 14 oo-

bre 1932 da madre “novarese”, ma ha sempre abita-

to a Bologna con i genitori e una sorella più grande.

Suo padre Astorre, persona creava e uomo libero,perseguitato polico per aver riutato la tessera fa-

scista, di mesere fa l’ambulante nei merca e ven-

de anche ogge di sua invenzione e produzione.

All’età di quaordici anni suo padre gli regala un

organeo comprato al mercano dell’usato e così,

quasi per gioco, Annibale scopre la passione e le

sue atudini per la musica. Impara a suonare da

autodidaa, con l’aiuto occasionale di musicis che

frequentano il bar di fronte a casa sua. Mentre cre-

sce il suo amore per la musica, verso i sedici anni,

nel 1948, arriva la pri-

ma vera sarmonica

(una Scandalli), poi lo

studio del pianofor-

te con l’insegnante

Petroni e la passio-

ne per il vibrafono.

Nel 1952, non ancora

ventenne, lascia il suo

lavoro diurno di vul-

canista e riparatore di

gomme per biciclee

e comincia a suonare, come professione, nell’orche-

stra di Sergio Nardi. In quel periodo, a Milano, in-

contra il grande vibrafonista e percussionista jazz

Lionel Hampton, che sda a colpi di baente (la

bacchea con la testa

in gomma o feltro, che

percuote le lamelle

metalliche del vibrafo-

no) e il violinista ame-

ricano Joe Venu, uno

degli strumens più

innovavi per l’uso del

violino nella musica jazz (vedi foto 72 e 73).

Annibale Modoni negli

anni successivi suo-

na con le più grandi

orchestre italiane,

quali Piergiorgio Fari-na, Andrea Mingardi,

ecc. (vedi foto 74). E

negli anni ‘60, si è vi-

sto spesso anche al

anco dell’indimen-

cabile trombesta

e cantante jazz Chet

Baker. Ma il sodali-

zio (durato quasi cinquant’anni) che segna la suacarriera musicale è quello con Henghel Gualdi, del

quale è pianista e vibrafonista (vedi foto 75). Lo ha

seguito in tue le sue vicende arsche, al anco

di valen musicis quali Peter Liman e Giancarlo

Pillot (baeria), Terzo Fariselli (trombone e contrab-

basso), Giorgio Baiocco (sax), Elio Lazzarin (polistru-

mensta) e tan altri grandi musicis. Contempo-

raneamente suona spesso e voleneri anche con

piccole ma qualicate formazioni jazzische, come

quelle di Teo Ciavarella al pianoforte, Felice del

Gaudio al contrabbasso e Lele Barbieri alla baeria.

Dal 1970 al 1981 gessce una studio di registrazio-

ne, dove si avvicendano vari ars e complessi di

ogni genere musicale (dal classico al jazz, dal pop

al liscio),  inclusa la musica da ballo, che in quegli

ANNIBALE MODONI

 Anni ‘50 - Lionel Hampton, gran-de vibrafonista americano vienesfidato da Annibale Modoni acolpi di battente (foto 72)

Primi anni ‘60 - Annibale suonacon Piergiorgio Farina, violinista

 jazz molto apprezzato e pionieredel violino elettrico (foto 74)

Metà anni ‘60 - L’Orchestra di Henghel Gualdi all’inizio del so-dalizio con Annibale Modoni (foto 75)

 Anni ‘50 - Joe Venuti, uno dei piùinnovativi violinisti nel mondodel jazz, suona con AnnibaleModoni a Milano (foto 73)

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anni andava per la

maggiore: Castel-

lina-Pasi, Folklore

di Romagna, Il Mu-lino del Po e tan

altri, con i quali ha

collaborato anche

come compositore.

In quegli anni una

grande amicizia lo

univa a Carlo Venturi, virtuoso della sarmonica,

prematuramente scomparso all’età di soli 43 anni

il quale, con la sua casa editrice musicale, la BOLO-

GNA FOLK, si avvaleva dello studio di registrazione

e delle capacità musicali di Annibale Modoni per

registrare i suoi dischi  (vedi foto 76). Composito-

re di vari generi musicali, nel 1980 Annibale fonda

una sua casa editrice musicale, LA MODONIANA e in

questa raccolta ristampiamo il brano FAUSTINA, una

polka scria nel 1976 proprio insieme a Carlo Ven-

turi. Aualmente vive a Calderino di Monte San

Pietro (Bologna), con la moglie Luisa Lodi, cantante

ed esperta insegnante di disciplina vocale (avendo

seguito le orme della prof.ssa Liliana Giber di Bri-

sighella di Ravenna) e la glia Crisna, che sta com-

pletando gli studi in violino e pianoforte (vedi foto

77).  Annibale Modoni, pianista e vibrafonista tra i

più apprezza a livello nazionale, negli anni 2003 e

2005 ha suonato ad “Umbria Jazz”, arrangiando le

musiche della

Doctor Dixie

Jazz Band (la

cui storia ènarrata nel

romanzo tele-

visivo di Pupi

Ava) grup-

po direo dal

prof. Leonardo Giardina; successivamente, negli

anni 2009 e 2010, ha partecipato nuovamente a

Umbria Jazz con i musicis Checco Coniglio al trom-

bone, Gianni San-

 just al clarineo,

Paolo Ghe al con-

trabbasso e Luca

Nanni alla baeria,

dire da Guido Pi-

stocchi alla tromba

(vedi foto 78 e 79).

Aualmente, oltre

ai numerosi concer-

musicali, ha uno

studio di registrazione amatoriale, dove lavora per

amici, sempre con grande passione e competenza

musicale. Nell’oobre 2011, ricorrendo il sesto an-

niversario dalla sua scomparsa, ha suonato in ricor-

do del grande Henghel

Gualdi (deo il “Benny

Goodman italiano”), nel

suo paese natale, ove

ora riposa, San Marno

in Rio (Reggio Emilia),

con il “Tullio De Piscopo

Sextet”, la jazz band capi-

tanata dal noto baerista

e composta da musicis

di grande spessore: Mau-

ro Negri al clarineo, Gui-

do Pistocchi alla tromba, Maa Cigalini al sax alto

e Felice Del Gaudio al contrabbasso (vedi foto 80).

Dal 1970 al 1981 Annibale Modonigestisce un suo studio di registrazio-ne e lo vediamo qui al pianoforte inun momento di pausa (foto 76)

Henghel Gualdi, detto ILBENNY GOODMAN ITALIA-NO con cui Modoni suona

 per quasi 50 anni (foto 80)

 Anno 2003 - Annibale Modoni al pianofortein un concerto ad UMBRIA JAZZ (foto 78)

 Annibale Modoni, vibrafonista tra i più apprezzati a livello nazionale, inun recente concerto (foto 79)

Luisa Lodi oggi, cantante ed esperta insegnante di discilina vo-cale, si esibisce accompagnata al piano dal marito (foto 77)

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FAUSTINA Musica di

 ANNIBALE MODONI - CARLO VENTURI

Proprietà esclusiva: UNIONE Edizioni Musicali - 47923 Rimini (RN) - Via Flaminia 185/B - Tel. 0541 / 307371. © Copyright 1976 by UNIONE Edizioni Musicali - Rimini (RN) - www.unionemusic.com - www.novalis.itTutti i diritti sono riservati. Printed in Italy.

POLKA

DoSol7 Do

 Dalal Fine

La7Rem

Do

TRIO

Do cresc. Sol7

Re ReSol La7 Re

 poi Trio

 I Parte

La7 Re Re SolLa7

 II v. Ottava sopra

Re SolLa7

Re Re

Lam Do Do dim Sol

Re

Re7

1

Sol

FINE  2

Sol

Do Re7 Sol Mi7

10.

Polka

Sol

STRUMENTI in DO - FISARMONICA

Lam

42

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SERGIO MONDADORI  nasce a Bologna il 20giugno 1927. Lo abbiamo conosciuto recentemen-

te e, di aspeo giovanile, dinamico ed elegante, ciracconta la sua brillante carriera arsca. Men-

tre il suo fratello minoreFranco connua l’avitàcommerciale della fami-glia (una nota profumeriain centro a Bologna), Ser-

gio segue la sua passione

per la musica e la chitar-

ra, contagiato dal padre

Giuseppe, che suonava lachitarra e il mandolino,

seppur per hobby (vedi

foto 81). In verità ci hacondato che, a dicias-

see anni, si è iscrio allascuola di musica del Ma-

estro Migliorini soltanto

perché si trovava di frontealla casa di Silvana, unaragazza di cui si era folle-

mente innamorato: stu-

diare la musica era pertanto la scusa per poterla

vedere più spesso. Difa nel 1952 Silvana diventasua moglie!  Grazie alla bravura come chitarrista ela sua sensibilità musicale jazzisca, anche duran-

te il servizio militare, nell’Accademia Navale dellaMarina, suona a Radio Bari, Radio Cagliari e in altreradio che, essendo poche a quel tempo, venivanoascoltate in gran parte dell’Italia. Insoerente alladisciplina militare, dopo ventoo mesi dall’imbarco,rinuncia alla carriera e si congeda, per dedicarsi to-

talmente alla professionedi musicista. Nel 1950, aventre anni, suona d’e-

state alla nota “Tavernadegli Ars” di Bologna, adue passi da Piazza Mag-

giore, con Enzo Minu,polistrumensta e suoamico di scuola superio-

re. Il sodalizio arscodi Sergio Mondadori ed

Enzo Minu durerà a lun-

go e nel 1954 partono per

la Turchia, per una tour-

née di ben cinque anni,no al 1958.  Con il suoquinteo, composto da

quaro strumense una cantante don-

na, Sergio si alternavafra le cià di Istam-

bul e Ankara, la capi-tale, esibendosi neimigliori locali, come

il CLUB 47 e teatri,come il BUYUK, non-

ché spesso anche allaradio (la televisioneancora non esisteva),oenendo entusias-

ci successi. In queglianni ha l’occasione di

suonare con illustri jazzis di tuo il mondo, qualiil trombesta (e pianista) Dizzy Gillespie, nonchécon uno dei gruppi più famosi nella storia del jazzamericano, il DAVE BRUBECK QUARTET nella sua

formazione migliore,composta da DaveBrubeck al piano, JoeMorello alla bae-

ria, Eugene Wright al

contrabbasso e PaulDesmond al sasso-

fono, il compositoredel famoso TAKE FIVE(vedi foto 82, 83 e 84).Nel 1958, terminata lagracante e “ricca”

esperienza turca (in quanto i compensi erano mol-to al), il quinteo di Sergio si sposta in Germania:prima Dusseldorf, poi Norimberga e inne Monacodi Baviera.  In quest’ulma cià, una sera dell’anno1959 al “Moulin Rouge”, a bordo di una lunga Ca-

dillac color confet-

to, è arrivato ElvisPresley  che, allora

ventiquattrenne,era in Germania

per adempiere al

servizio militare,lontano dai suoi già

innumerevoli fans.Sergio e i ragazzi

del suo gruppo, su

esplicita richiesta

di Elvis Presley, gliinsegnano le due

canzoni italiane

SERGIO MONDADORI

 Anni ‘30 - Il piccolo Sergiocon la madre e il padre Giu-seppe, suonatore di chitarrae mandolino (foto 81)

 Anno 1955 - Sergio Monda-

dori in Turchia suona conDizzy Gillespie, trombettista

 precursore del jazz moder-no (foto 82)

 Anno 1957 - Sergio in Turchia suo-na anche insieme a Dave Brubek,fra i più importanti pianisti jazzamericani (foto 83)

 Anno 1957 - THE DAVE BRUBECKQUARTET con cui Sergio Monda-dori suona in Turchia (foto 84)

 Anno 1960 - Elvis Presley incide laversione inglese di O SOLE MIO, inse-gnatagli da Sergio Mondadori inGermania (foto 85)

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più famose in queglianni, che a lui piace-

vano tanto: O SOLEMIO e TORNA A SUR-

RIENTO. Difa Elvis,tornato in America nel

1960, incide immedia-

tamente O SOLE MIO,nella versione ingle-

se IT’S NOW OR NE-

VER: ed è un successomondiale (vedi foto85). E l’anno suc-

cessivo incide TORNAA SURRIENTO, con il tolo inglese di SURRENDER,

bissandone il successo (vedi foto 86). Nel 1960, atrentatré anni, Sergio ritorna a suonare in Italia, in

parcolare a Roma dove, con il suo QUARTETTOMONDADORI, un’insolita formazione composta dadue chitarre, contrabbasso e baeria, registra perla RCA diversi dischi, come ad esempio KEEP QUIETe DEEP PURPLE (vedi foto 87). Per circa quaro annisuona con il suo gruppo nei migliori locali di Roma

e in quel periodo suonaspesso alla RAI, sia in

radio che in televisione:

LA COPPA DEL JAZZ, pro-gramma radiofonico nelquale varie formazionidi tua Italia si sdanomusicalmente; oppure

LA TROTTOLA, program-

ma televisivo con SandraMondaini, Raimondo

Vianello e Corrado, nelquale suona con la gran-

de orchestra di Marcello

De Marno. Tornato nella sua Bologna alla nedegli anni ’60, sente parlare di Carlo Venturi, un

virtuoso della sarmonica e, incuriosito, va a co-

noscerlo. Anche Carlo, pur provenendo da tu’al-tro genere musicale, è arao dalla musica jazz eresta aascinato dalle composizioni e dalle armoniecreate da Sergio Mondadori. Difa nel 1972 e nel1975 incide due suoi brani, IL DADO e SETTEBELLO,con la casa discograca EMILIANA di Giuseppe Zaf -ri. Poi nel 1983, Carlo include nella sua raccolta,dedicata ai grandi sarmonicis e compositori ita-

liani, il brano intolato REBELLO, scrio per lui daSergio Mondadori e che ora ristampiamo in questaraccolta. A proposito delle dicoltà di esecuzione di

questo brano, Sergio riferisce che Liliana, la mogliedi Carlo, gli disse che perla prima volta lo avevavisto studiare un brano

così a lungo! Però, quan-do Carlo va a registrarenello studio di AnnibaleModoni, che aveva rea-

lizzato la base musicale diREBELLO, gli ci voglionosolo dieci minu per suo-

narlo, il tempo di regola-

re il microfono e via: conCarlo era sempre “buonala prima”!  Anche come

insegnante di chitarra, ar-monia e composizione, Sergio oene omi risultae i suoi allievi sono diventa tu dei validi strumen-

s. In un’intervista il noto compositore CorradoCastellari così ricorda la sua adolescenza, negli anni‘60: “….mio padre mi regalò una chitarra …. e andai a

lezione da un Maestro. Lui però mi sembrava insu -

ciente, allora passai ad un altro Maestro di Bologna,

noto come un bravo jazzista, Sergio Mondadori, che

mi insegnò veramente come si suona la chitarra, i

giri armonici, le scale. Ero diventato un buon chitar -

rista” (vedi foto 88). Concludendo, Sergio è un chi-tarrista jazzista di livello internazionale, con una tec-

nica straordinaria e un gusto armonico soprano; sasuonare anche il pianoforte, contrabbasso e baeria.Tuora è molto avo come insegnante, in gamba econ una memoria di ferro, ci racconta la sua tristezza

per aver perduto recentemente l’amassima moglieSilvana, unico grande amore della sua vita, che lo ha

sempre seguito nelle sue tournée in Italia e all’estero;ma è confortato dall’aeo della glia Marisa e delnipote Fabrizio, promeente chitarrista (anche se per

hobby), nonché dai tan ricordi della sua splendidacarriera arsca (vedi foto 89).

 Anno 1961 - Elvis ascolta dalgruppo di Sergio anche TORNA ASURRIENTO che in inglese diven-ta SURRENDER (foto 86)

 Anno 1961 - Uno dei dischi in-cisi dal QUARTETTO MONDA-DORI per la casa discograficaRCA (foto 87)

Corrado Castellari, noto com- positore, negli anni ‘60 hastudiato la chitarra con Ser-

gio Mondadori (foto 88)

Sergio Mondadori, chitarrista jazzista di livello internazionale, hasuonato con i più grandi musicisti (foto 89)

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ADO ROSSI nasce a Poggio Rusco (Mantova) il 24

luglio 1934. Fisarmonicista di grande talento e sen-

sibilità, è dotato di una straordinaria intuizione com-

posiva. Con diverse case discograche (REKON,CITY RECORD, MCP RECONDS, LMR e altre) ha re-

gistrato numerosi dischi e musicassee, sia di sue

composizioni, sia di movi famosi classici e inter-

nazionali per sarmonica (PERLE DI CRISTALLO, O

SOLE MIO, MAMMA,

CARNEVALE DI VE-

NEZIA, LA PALOMA,

FUNICULI’ FUNI-

CULA’, IL VOLO DEL

CALABRONE, ROSA-

MUNDA, CELEBRE

MAZURKA VARIATA,

ecc), brani che at-

tualmente si trova-

no in vendita on line

(vedi foto 90 e 91).

Ha scrio anche di-

versi libri per la didaca musicale, con le edizioni

BERBEN, WURZBURGER e PHYSA (vedi foto 92). 

Ma ha dedicato gran parte della sua vita all’inse-

gnamento della musica e in parcolare della sar-

monica. Ado fonda

a Bolzano una delle

più rinomate scuole

di musica della cià,

più volte premiata a

concorsi nazionali e

internazionali, ove si

studiano, oltre allasarmonica, anche

chitarra, pianoforte e

auto (vedi foto 93).

Quando nel 1992 ri-

torna a Poggio Rusco (Mantova), suo paese natale,

dà vita ad un Fesval che presto diventa famoso a

livello Internazionale: La “Biennale Gorni Kramer”,

che ogni due anni vede partecipan nazionali ed

internazionali. Naturalmente anche a Poggio Ru-

sco connua ad insegnare la sarmonica, riunendo

aorno a sé mol entusiasci studen, che lo con-

siderano anche un maestro di vita, non solo di mu-

sica (vedi foto 94). Ha

fondato anche a Pog-

gio Rusco un Club per

la valorizzazione dellostrumento e per per-

meere agli studen

di far musica insie-

me, che ha chiamato

“Akkordeon Club Pog-

gese”.  Così Viviana,

la madre di un’allieva,

ricorda con grande af-

feo e gratudine Ado

Rossi, subito dopo lasua scomparsa, avve-

nuta il 2 agosto 2010.

“Ricordo come fosse ieri quel mano di dicioo

anni fa, quando ho accompagnato mia glia Ange-

la alla sua prima lezione di musica. Ado e la sua

 famiglia si erano da poco trasferi a Poggio Rusco

da Bolzano e Angela, che allora aveva cinque anni,

è stata la sua prima allieva poggese. Ricordo che la

lezione cominciò con un semplice ma ecace test di

 percezione del ritmo. Da allora tue le semane

c’era l’appuntamento sso della lezione “del Mae-

stro Rossi”.  Poi hanno cominciato tan altri ragazzi:

decine di giovani e adul, che sono sta suoi allievi

e che hanno fao parte degli “ensembles” musicali

che nascevano ed evolvevano di volta in volta, se-

condo le esigenze del momento: “Il Gruppo Akkor -

deon”, o “ il Gruppo dei magnici sei”, piuosto che

ADO ROSSI

 Anni ‘60 - La copertina di un LP in-ciso da ADO ROSSI E LA SUA FISAR-MONICA con brani di successo(foto 90)

 Anni ‘60 - La copertina di un discoinciso da Ado Rossi, della serie GLI

 ASSI DELLA FISARMONICA (foto 91)

La copertina di un libro per la di-

dattica, scritto da Ado Rossi e pubblicato dalle edizioni Wurz-burger (foto 92)

6 Maggio 1978 - Foto di gruppo della scuola di musica fondataa Bolzano da Ado Rossi, nel saggio di fine anno (foto 93)

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L’INFUOCATA

 Musica di

 ADO ROSSI

Proprietà esclusiva: UNIONE Edizioni Musicali - 47923 Rimini (RN) - Via Flaminia 185/B - Tel. 0541 / 307371. © Copyright 1983 by UNIONE Edizioni Musicali - Rimini (RN) - www.unionemusic.com - www.novalis.itTutti i diritti sono riservati. Printed in Italy.

POLKA BRILLANTE

Si7 Mim Re La7

Re

8ª bassa

cresc.Mi7 La7

La7 ReLa7

1

Sol

2

Sol

8ª bassa

Re cresc.Mi7

SolRe7

Sol

Mi7 Lam

Lam Re7 Sol

Sol Re7

12.

Polka brillante

Re7

STRUMENTI in DO - FISARMONICA

Re7

Bassi

50

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ODDONE BRAUSI nasce a Soliera (Modena) il 4

oobre 1922 da un’umile famiglia che ha ben oo -

gli. Da bambino inizia a strimpellare sui tas dell’or-

gano della chiesa parrocchiale del paese e la mu-sica lo aascina immediatamente. Inoltre Oddone

e due dei fratelli mi-

nori sono diventa

famosi in paese per

la loro bravura nel-

la cosiddea “arte

campanaria” (vedi

foto 97). Si traa di

un’anca tradizio-

ne oramai desueta,

cioè quella di suona-

re, con le campane,

delle melodie facili e

riconoscibili da tu,

come se fossero scrie su uno sparto. Secondo la

tradizione di un tempo, suonare le campane costu-

isce una vera e propria arte, che richiede talento e

una lunga preparazione. Per imparare tale arte l’ap-

prendista deve frequentare con costanza la scuola

di qualche maestro campanaro; ed esistono diverse

tecniche quali lo scampanio, il doppio a cappio, le

rate basse e il doppio a trave. Senza dilungarci

oltre, è un vero peccato che questa tradizione si sia

persa quasi totalmente. Ritornando al giovane Od-

done, egli apprende presso la parrocchia le prime

nozioni di

musica e la

passione è

t a l m e n t eforte che,

all’età di cir-

ca 15 anni,

decide di co-

minciare gli

studi di pia-

noforte all’Accademia Musicale di Modena. Nel frat-

tempo, per esibirsi presso le balere della zona impa-

ra a suonare anche la sarmonica. Allo scoppio dellaguerra, nel 1940, appena dicioenne, viene chiama-

to per il servizio militare e desnato a combaere in

Grecia, dove fu fao prigioniero. Raccontava spes-

so ai suoi tre gli di essersi salvato anche grazie alla

sarmonica, strumento che sapeva suonar bene; e

per questo ebbe dai suoi carcerieri un traamento

di maggior riguardo (vedi foto 98). Dopo la guerra

intraprende la professione di musicista, suonando

il pianoforte in varie orchestre della zona, no alladecisione di trasferirsi a Bologna (era il 1957) dove,

grazie alla

sua bravura e

preparazione,

si inserisce

ben presto

in quel fervi-

do ambien-

te della cià

che allora era

considerata la

“capitale mu-

sicale”. Qui

conosce mol

musicis, fra cui Guido Manservisi, Stelvio Merca-

telli, Tesoro Pasquale (deo Cocò), Carlo Venturi,

Luciano Merlo, Paolo Zavallone, Celso Valli e tan

altri, coi quali suona in Italia e in varie tournée all’e-

stero (Finlandia, America, Libano, Svizzera, Lussem-

ODDONE BRAUSI

 Anno 1944 - Oddone Brausi in guerra, suona la fisarmonica eaccompagna i canti dei suoi compagni soldati (foto 98)

La cantante Milva, definita la Pantera diGoro. Nata nel 1939, alla fine degli anni ‘50,non ancora ventenne, studia musica e can-to da Oddone Brausi (foto 100)

Oddone Brausi, al centro, a tre annidi età e insieme a due dei suoi settefratelli (foto 97)

 Anni ‘60 - Oddone Brausi al pianoforte, sul palco in un momento di pausa (foto 99)

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burgo, ecc.) (vedi foto

99). Oddone Brausi,

oltre ad essere un

esperto pianista, èanche compositore,

ranato arrangia-

tore e insegnante di

canto, pianoforte e

composizione.  E tra

i suoi numerosi allievi

ciamo alcuni nomi

illustri, quali le cantan Milva (dea “La Pantera di

Goro”), Lara Saint Paul (nome d’arte di Silvana Sa-

vorelli) e Fiorenzo

Zano deo Fio,

noto arrangiatore

e direore d’or-

chestra (vedi foto

100, 101, 102 e

103). Nel 1975 en-

tra nell’orchestra

di Carlo Venturi,

dove rimarrà no

al 1981, con gran-

di soddisfazioni,

in veste di piani-

sta, arrangiatore

e compositore di

diversi brani in-

terpreta da Carlo

alla sarmonica,

quali GIULIANO

(valzer), MOSCAR-

DINO (valzer) e

FISASAMBA (sam-

ba): ed  è proprio

questo il brano

che riproponiamo

in questa raccolta,

con uno spartito

ritrascrio e una

base modernizzata a ritmo di disco-samba (vedi foto

104). Legassimo alla famiglia, alla moglie Bianca (di

professione sarta) e ai suoi tre gli, Giorgio, Gloria e

al piccolo Giuliano, nato nel 1972, gli piaceva molto

leggere e approfondire ogni conoscenza, soprauo

in campo musi-cale. Pur con la

sua grande espe-

rienza, Oddone

ha sempre con-

nuato a studia-

re la musica con

innita passione

e amore, anche

negli anni di ma-laa, no alla

sua prematura

scomparsa avve-

nuta a Bologna

il 3 novembre

1989, all’età di

67 anni (vedi

foto 105). 

(Un grazie a Gloria, Giuliano e Giorgio Brausi, gli di

Oddone, per le nozie fornite)

Grande successo di Lara Saint Paul al

Festival di Sanremo del 1968, abbina-ta a Louis Armstrong in MI VA DI CAN-TARE (foto 103)

Fiorenzo Zanotti detto Fio, natonel 1949, impara le prime nozionidi musica da Oddone Brausi neglianni ‘60 (foto 101)

Lara Saint Paul nella copertina di unsuo disco. Nata nel 1946, alla fine de-gli anni ‘50, ancora ragazzina fu allie-va di Oddone Brausi (foto 102)

Oddone Brausi fino all’ultimo ha conti-nuato con passione ad approfondire lostudio della musica (foto 105)

 Anno 1978 - Oddone Brausi in primo piano. Si intravedonoGuido Manservisi, Giulio Bonora, la cantante Norma e Sandri-no Piva (foto 104)

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(FISASAMBA - pagina 2)

Rem   Lam Mi7

Lam

Rem Mi7 Lam

Mi7   Lam

Lam Rem Mi7 Lam

La

Fa   La dimSolm

  Do7

1

Fa

2

Fa

Re7   Solm Si Si m

Do7Fa6 Fa

Solm

Do

2

 Dal

 poi segue

alsegue

Lam

TRIO

Fa

Fa Fa dim

Sol

Do La7 Rem7 Sol7

1

Do

55

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BARIMAR nome d’arte di Mario Barigazzi, nasce aNoceto (Parma) il 18 giugno 1925 da una famiglia diorigine contadina, amante della musica. Suo fratel-

lo maggiore suona la tromba e gli insegna le primenozioni di solfeggio; poi inizia lo studio della sar-monica con Francesco Marmiroli e poi Rolando Ber-

nini. Nell’anno 1935, adappena dieci anni, Mario

già suona per gli spea-

coli di Burani (allora digran moda) della “Com-

pagnia Ferrari”, storica

famiglia parmense chedal 1877 tramanda latradizione di questo an-

co speacolo teatraleper bambini. Oggi esi-ste a Parma anche un

museo dedicato ai Bu-

rani e alle Marionee,denominato “Il castello

dei burani” (vedi foto106).  Nel 1938, lo chia-

ma Tienno Paacini (compositore de IL BATTAGLIE-

RO) per far parte della sua orchestra, con la qualeMario realizza la sua prima incisione discograca. Tienno, da buon padre di famiglia, consiglia al tre-

dicenne Mario di studiare, oltre alla sarmonica,anche armonia, composizione e pianoforte (vedi

foto 107). Un con-

siglio che si riveleràvincente e determi-nante per la sua futu-

ra carriera musicale.Pertanto Mario amplia

gli studi musicali con

lezioni private da Pie-

ro Tavani, insegnantedel Conservatorio diParma. A sedici anni,nel 1941, si trasferisce

a Milano per un’altra

importante esperienza: partecipa, come solista disarmonica, allo speacolo teatrale “Autori alla ri-balta”, che da Milano si sposta nei migliori teatriitaliani e nel quale diversi no autori presentano leloro canzoni, come Cesare Andrea Bixio (autore di

PARLAMI D’AMORE MARIU’),Luigi Pagano, Cosimo Di Ce-

glie (autore di OI MARI’) etan altri. E’ proprio Cesare

Andrea Bixio a suggerirglilo pseudonimo “Barimar”

(vedi foto 108). In questospeacolo Mario suona al-cuni brani classici trascriper sarmonica (tra dalleopere GUGLIELMO TELL diGioacchino Rossini, TRAVIA-

TA di Giuseppe Verdi, ecc.) ei consue cavalli di baaglialeggeri, quali IL CARNEVALE

DI VENEZIA, LA MIGLIAVACCA e altri. Il poter suo-

nare insieme al bravissimo chitarrista jazz Cosimo DiCeglie, permee al giovane Mario di crescere musi-calmente, in un ambiente di alto livello qualitavo.Inoltre a Milano egli connua gli studi di pianofor-

te, armonia e compo-

sizione. Nel 1946, aventuno anni, vince ilConcorso Internazio-

nale di sarmonica diStradella e, negli anni

’50, inizia a lavora-

re stabilmente per lacasa discograca LAVOCE DEL PADRONE,il cui noto marchio raf -gura un cane intentoad ascoltare i suoni dalla tromba di un grammofono. Come sarmonicista, con la denominazione BARI-

MAR E L’ALLEGRA BRI-GATA, negli anni ’50e ’60 registra i branipiù famosi italiani einternazionali, incluse

alcune sue composi-

zioni, su numerosi di-

schi 33 e 45 giri (vedifoto 109 e 110). Inve-

ce come pianista e di-

reore di una grandeorchestra, accompa-

gna mol fra i più no

BARIMAR

 Anno 1935 - All’età di 10 anni,Mario già suona la fisarmoni-ca per la nota Compagnia diBurattini dei Ferrari a Parma(foto 106)

 Anno 1938 - Tienno Pattacini,compositore de IL BATTAGLIERO,chiama nella sua orchestra il tre-dicenne Mario (foto 107)

 Anno 1958 - Un disco con la fotodi BARIMAR in copertina, all’etàdi 33 anni (foto 109)

 Anno 1941 - Cesare An-drea Bixio, suggerisce aMario lo pseudonimo

BARIMAR (foto108)

 Anno 1958 - Un altro disco 33giri fra i tanti incisi da BARIMAR EL’ALLEGRA BRIGATA per la casadiscografica VDP (foto 110)

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cantan dell’epoca. Ne ciamo alcuni: DomenicoModugno, Gilbert Becaud, Nilla Pizzi, Bruno Mar-

no, Sergio Bruni, Narciso Parigi, Jula De Palma, Lu-

ciano Virgili, Adamo, Carla Boni, Gino Lalla e tanaltri.  Barimar, dunque, non solo talvolta arrangia ibrani per ques no cantan, ma li incide in studiodi registrazione con una grande orchestra, che variada dieci a ven elemen, a seconda delle esigen-

ze. Inoltre, sempre con la sua orchestra, accompa-

gna queste famosevoci della musicaleggera nelle loro

esibizioni televisi-ve alla RAI e neglispeacoli dal vivo,spesso presentadal mico NunzioFilogamo, sia in

Italia che all’este-

ro. Barimar con iltempo acquisiscegrande notorie-

tà nell’ambientemusicale, per il suo estro e virtuosismo come sar-

monicista, per il gusto creavo come pianista e ar-rangiatore, nonché per la sua serietà professionale.Carlo Venturi e Barimar erano lega da fraterna

amicizia e grande sma; e nell’album del 1983 cheCarlo Venturi dedica ai grandi sarmonicis ita-

liani, include anche la mazurka variata intolataESTATE PAZZA composta da Barimar nel 1978 e orada noi ristampata (vedi foto 111). Come composi-

tore ha scrio oltre

trecento brani equello di maggiorrilievo è FRENESIA,inciso da un altro

suo caro amico,

Gigi Stok: si traadi un valzer muset-te piuosto dici-le e per questo Gigigli confessa di averfacato parecchioper inciderlo (vedifoto 112). Nellasua lunga carriera

musicale, Barimar ha avuto la capacità di soprav-

vivere alle mode musicali, adeguandosi ai mutagus della gente.Solo pochi anni facompleta la registra-

zione di una serie di

ben vencinque CDdi musica ballabile,intolata “Permeeun Ballo?”,  che rac-

chiude gran parte

della musica da bal-lo più conosciuta,italiana e internazio-

nale, da lui intera-

mente arrangiata e suonata (vedi foto 113 e 114).Aualmente si è rirato a vita privata nel suo “la-

boratorio musicale”, a Selvapiana di Canossa, inprovincia di ReggioEmilia, dove con-

nua a far lezioni di

piano e di sarmo-

nica.  Il suo miglio-

re amico, da lunga

data, è il cantanteorenno NarcisoParigi, con il qualesi sente regolar-

mente (vedi foto115).

 Anno 1983 - Carlo Venturi e Barimarsuonano allegramente fra i filari di unavigna, ove si intravede l’uva matura(foto 111)

Una foto recente di Barimar a Selva- piana di Canossa (RE), dove si trova ilsuo laboratorio musicale (foto 115)

 Anno 2000 - Un altro dei venticin-que CD della serie PERMETTE UNBALLO (foto 114)

 Anno 1998 - La copertina del primodi venticinque CD della serie PER-METTE UN BALLO arrangiata e incisada Barimar (foto 113)

 Anno 1996 - Cinque amici grandi fisarminicisti, Giancarlo Ca- porilli, Barimar, Pino Di Modugno, Gervasio Marcosignori eGigi Stok (foto 112)

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ESTATE PAZZA Musica di

 MARIO BARIGAZZI

(BARIMAR)

Proprietà esclusiva: UNIONE Edizioni Musicali - 47923 Rimini (RN) - Via Flaminia 185/B - Tel. 0541 / 307371. © Copyright 1978 by UNIONE Edizioni Musicali - Rimini (RN) - www.unionemusic.com - www.novalis.itTutti i diritti sono riservati. Printed in Italy.

MAZURKA VARIATA

La Mi 7 La

 Dal poi Trio

al

Fa7Si m

La

TRIO

La

Mi 7

SiFa7

1

Si

2

Si

 Dal

 poi Trio

al

Si

Dom

Fa7

Mi

1 2

Mi Si

Do7 Fam Mi

Mi

Si 7

Dom Fa7

La

Si 7

MiFam cresc. Si 7 Si dim

14.

Mazurka variata

La

STRUMENTI in DO - FISARMONICA

Mi Fam Si 7

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GUIDO MANSERVISI nasce a Tripoli, in Libia, il 2agosto 1929, da un uciale italiano ivi impegnatonelle note campagne militari e coloniali ai tempi del

fascismo. Appena ritornata la sua famiglia in Italia,all’età di dodici anni inizia a suonare, come auto-

didaa, la sarmonica, il pianoforte e la baeria.Dopo pochissime lezioni di baeria e grazie al suospiccato “orecchio musicale”, nel 1946, a diciasseeanni, inizia a suonare con l’orchestra del trombe-

sta Giovanni Lamber, uno dei primi jazzis bolo-

gnesi. Comincia così la sua carriera di baerista pro-

fessionista, che lo vede trasferirsi a Roma, nei primianni cinquanta, venendo ingaggiato dall’orchestra“Righi - Saio” con la quale trascorre alcuni anni. 

Poi passa con Henghel Gualdi, insieme al quale ri-mane no all’inizio degli anni sessanta, quando dàvita ad una sua orchestra che si esibisce sulle scenesino agli inizi degli anni seanta.  E con questa or-chestra, in diverse successive formazioni, suona inItalia e all’estero, tra Svizzera (Ginevra e Losanna),Germania (Monaco di Baviera e Norimberga), Fran-

cia (Chamonix), Lussemburgo, ex Jugoslavia, sino alLibano (Beirut).Conosce Carlo

Venturi nei -

pici ritrovi deimusicis bolo-

gnesi nel 1972,

anno nel qualeCarlo decide

di dedicarsi a

tempo pieno

alla professio-

ne di musicista,

abbandonan -

do gli altri suoilavori diurni(vedi foto 116).Guido è ancheun valido com-

positore e negli anni ’70 acquisisce una storica casaeditrice musicale fondata nel 1948, denominata GA-

RISENDA, araverso la quale pubblica opere sue edi altri compositori. E Carlo Venturi incide nei suoidischi diverse composizioni di Guido: in parcolarel’album intolato LA GIOSTRA comprende tredici

brani interamente scri da Guido Manservisi. Eanche noi, in questo album, pubblichiamo un beltango da lui composto insieme a Carlo Venturi, in-

tolato VORREI SAPERE. In una nostra intervista te-

lefonica, Guido ci racconta: “Nel 1974 Carlo Venturi

amplia l’orchestra ad oo e poi nove elemen, con

lo scopo di esibirsi non soltanto in Emilia-Romagna,

ma in locali di tua l’Italia: sono anni di crescente

successo, di amicizie, di divermento e di tante cene

“luculliane” (vedi foto 117). Difa Carlo, oltre ad

essere una persona molto buona e generosa, con cui

è impossibile ligare, è anche un’oma forchea!

Tralascio le sue eccezionali qualità di musicista, già

note a tu e, alla domanda di quale fosse un suodifeo, non so proprio cosa rispondere. Forse (se di

difeo si può parlare) la sua eccessiva generosità lo

 porta a sacricarsi troppo; ad esempio, dopo le fa-

che del viaggiare, suonare, caricare e scaricare gli

strumen, di noe Carlo guidava anche il pullman

nel viaggio di

ritorno e una

volta, a causa

di un colpo di

sonno, ci siamo

ritrova in un

 fosso! Ma for -

tunatamente

l’incidente non

ha avuto gravi

conseguenze.

Ho trascorso

con Carlo quat-

tordici anni,

che sono sta 

 fra i più intensi nella mia vita e gracan nellamia carriera arsca; e ancora oggi, a distanza di

tanto tempo, il ricordo è ancora vivo e indelebile.

Grazie Carlo!”  ( vedi foto 118).

GUIDO MANSER VISI

 Anno 1985 - Una delle tante cene a casa dell’amico Dario Fa-biani, in primo piano Guido e la cantante Sandra (foto 117)

 Anno 1974 - L’ORCHESTRA CARLO VEN-TURI si amplia per poter suonare in localidi tutta Italia (foto 118)

 Anno 1979 - Guido Manservisi sorridentementre suona la batteria con l’orchestradi Carlo Venturi (foto 116)

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SANDRINO PIVA nasce a Castel San Giovanni, pic-

colo borgo della provincia di Piacenza, il 12 oobre1939 e sin dalla sua infanzia dimostra una notevolepassione e predisposizione per la musica. Il giovaneSandro inizia quindi precocemente la sua carriera nelmondo della musica, preparandosi alla conoscenza

e al perfezionamento nell’uso dei suoi strumenmusicali preferi presso i maestri di musica locali.Successivamente, con l’anamento della conoscen-

za musicale, fa parte, come musicista, di grandi or-

chestre, seguendole sia in Italia che all’estero. Una

di queste è proprio l’orchestra di Carlo Venturi, dal1974 al 1980 (vedi foto 119). Carlo Venturi e Sandri-

no Piva hanno scrio e inciso diversi brani insiemee quello di maggior successo è LA MINI POLCA, cheora ristampiamo in questa raccolta, nella versio-

ne originale del 1977, quando suonavano insieme

(vedi foto 120). In quegli anni Sandrino Piva, insie-me a tan altri sarmonicis, partecipa alla FESTADELLA FISARMONICA organizzata annualmente daCarlo Venturi ai 3 LAGHETTI di Monzuno (vedi foto121). Il giorno 5 dicembre 1980, conscio delle suepossibilità musicali e forte dell’esperienza vissu-

ta, decide di debuare con un’orchestra tua sua,“un’orchestra speacolo” con la quale intende of -frire al pubblico quello che lui aveva sempre tenutovivo nella mente e nel cuore: “l’amore per la gente

e per la musica” (vedi foto 122). E’ subito successo,e da qui inizia la vera carriera di Sandrino Piva che,oltre ad essere un

abile strumensta(baeria, basso,sarmonica, sax,clarineo) soprat-tuo con il sax ri-esce a trasmeereal pubblico foremozioni durante

le serate eeuatein tua Italia, conuna media di benvencinque seratemensili. Tuavia,la vera intuizionedi Sandrino è quella di realizzare un vero speacolocon la sua orchestra: divise colorate, eliminazionedei leggii dal palco, coreograe diverse per ognicanzone, un ampio repertorio, musicis che oro-

no sempre il loro viso sorridente e tanta allegriada trasmeere, per cui tuo diventa più vivo e piùvero. Sandrino Piva ha modicato lo sle del cosid-

deo “liscio”, avvicinando anche i giovani al mon-

SANDRINO PI VA

 Anno 1980 - Sandrino Piva, con la bac-chetta in mano, diventa direttore di un’or-chestra spettacolo tutta sua (foto 122)

 Anno 1979 - Alla FESTA DELLA FISARMONICA suonano insie-me Sandrino Piva, Carlo Venturi, Giovanni Capitanio e Rugge-ro Passarini (foto 121)

 Anno 1978 - Sandrino Piva e Carlo Venturi, con i cappellini intesta, presentano allegramente LA MINI POLCA (foto 120)

 Anno 1977 - Sandrino Piva sulla sinistra del palco con l’orchestradi Carlo Venturi (foto 119)

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do del ballo, araverso l’introduzione innovavadell’esibizione sua e dei ragazzi in mezzo alla pista,

fra la gente, tra-

smeendo così inmodo immediato

e direo la suaarte, ma soprat-

tuo la sua sen-

sibilità, sia umanache musicale, a

chi gli stava vicino.E’ questo il verospirito di Sandri-

no, un uomo che

ha sempre inteso, sin da giovane, donare se stessoalla musica e diventare interprete dei senmendel suo pubblico: ha sempre messo l’anima e il cuo-

re in ciò che faceva e in cui credeva, ed è riuscito arealizzare totalmente il suo sogno. Un sogno chelui ha accarezzato per tua la vita, un sogno chel’ha sempre portato in mezzo al suo pubblico; unpubblico che non ha mai lasciato, nemmeno nell’ul-mo giorno della sua vita. Oltre alla musica, n dabambino l’unico hobby di Sandrino è il ciclismo, che

connua sempre a colvare nei pochi ritagli di tem-po (vedi foto 123). Tu i suoi successi musicali sono

sue composizioni perché, oltre ad essere un espertodireore d’orchestra, è ugualmente famoso comeautore, avendo composto brani sia per se stesso,che per altre orchestre, arrivando a realizzare ben

26 produzioni, fra album e videocassee. Nel 1986fonda una sua casa editrice musicale, la SANDRINI-TA, ora gesta dalla glia Laura e dalla moglie AnnaMaria, le quali connuano con tanto impegno e pas-

sione il lavoro intrapreso da Sandrino. Tornando aparlare dell’“Orchestra Speacolo Sandrino Piva”,con il passare degli anni la sua importanza aumenta

al punto che per i gestori dei locali è una garanziadi sicuro successo; il suo nome e la sua orchestra

compaiono su varie testate giornalische nazionalie viene richiesta la sua partecipazione in diversetrasmissioni televisive sia della Rai che dell’alloraFininvest (vedi foto 124). A prescindere dalla pre-

parazione specica di ogni singolo elemento dell’or-

chestra, quest’ulma è diversa dalle altre in quan-

to è costuita daben quaordicimusicis, con sei

strumen a ato(quaro trombee due sax), sar-monica, basso,chitarra, baeria,tasera, piano-

forte e tante voci,che spesso canta-

no in coro. Quasi

tu i componen-

dell’orchestrasono anche omicantan e Il suorepertorio spazia

dalla musica da

ballo tradizionale,alla musica da di-

scoteca, no allamusica d’ascolto, che Sandrino propone e inter-

preta personalmente, scendendo molto spesso in

mezzo al suo pubblico.  Questo percorso così ine-

briante dura quaordici anni, no al il 16 dicembre1994 quando, durante una sua personale esibizionein mezzo all’amato pubblico, il desno decide cheda quel momento “solo la sua musica può ridarceloe farcelo ricordare”. Oltre alla loro grande amicizia,

una cosa accomuna Sandrino Piva a Carlo Venturi:entrambi si sono dona intensamente alla musicae al loro pubblico, sacricandosi tanto e lasciando-

ci troppo presto (55 anni Sandrino e 43 anni Carlo)

all’apice del loro successo, a distanza di oo anni

l’uno dall’altro e, per fatale coincidenza, proprio lostesso giorno, il 16 dicembre! (vedi foto 125).(Un grazie a Laura Piva, delle edizioni Sandrinita, per

l’appassionato ricordo del suo amassimo padre)

SANDRINO PI VA

 Anno 1982 - Carlo fa visita a Sandrinoin occasione di una sua serata, entram-bi ci hanno lasciato troppo presto edentrambi il 16 dicembre (foto 125)

Capodanno 1984 - L’orchestra di Sandrino Piva con i noti per-sonaggi televisivi della Fininvest: Ezio Greggio, Massimo Bol-di, Enrico Beruschi, Gianfranco D’Angelo, Gabriella Golia ealtre soubrette (foto 124)

Sandrino Piva in maglia rosa e biciclettada corsa, perché dopo la musica eraquesta la sua grande passione (foto 123)

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(LA MINI POLCA - pagina 2)

Sax. Clarinetto in Do o Sax.

Rem

Fisa

 Dal

 poi segue

al

segue

Fa Fa Fa Fa

Rem La7 Rem La7

Solm

Rem La7 Rem

Solm   La7

Rem La7 Rem La7 Rem

Fisa

Rem

Solm

Rem La7 Rem

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(LA MINI POLCA - pagina 3)

Fa7 Si

1 2

Mi Mi 6 Si

SiSi

Fa7

TRIO

Si

Si Si

Fisa

Sax. o Clarinetto

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LA MINI POLKA Musica di

 SANDRINO PIVA - CARLO VENTURI

Proprietà esclusiva: UNIONE Edizioni Musicali - 47923 Rimini (RN) - Via Flaminia 185/B - Tel. 0541 / 307371.SANDRINITA Edizioni Musicali - 29015 Castel San Giovanni (PC) - Via Montanara, 6 - Tel. 0523 / 882488 © Copyright 1977 by UNIONE e SANDRINITA Edizioni Musicali - www.novalis.it - www.sandrinita.itTutti i diritti sono riservati. Printed in Italy.

POLKA

1 2

TRIO

Fisa

34  Dal

 poi segue

al

segueSax. o Clarinetto in Do

1 2

16.

Polka

Sax. Alto

SAXOFONO Contralto in MI

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titolo, genere e anno compositore velocità velocità

  Venturi ns. base

01 ACCORDION TANGOS tango (1983) Peppino Principe 124 120

02 LA PITA polka (1981) Learco Gianferrari 125 120

03 L’EREDE valzer brillante (1982) Gigi Stok 200 190

04 LO SCAPOLO valzer classico (1982) Wolmer Beltrami 216 204

05 TRABALLERO valzer brillante (1983) Castellina 193 188

06 BARBARELLA polka (1983) Ruggero Passarini 119 118

07 ASSO DI PICCHE valzer musette (1983) Giovanni Vallero 212 200

08 MUSETTE valzer musette (1983) Walter Ranieri 200 190

09 ISELLE valzer musette (1979) Lauro Molinari 197 188

10 FAUSTINA polka (1976) Annibale Modoni – Carlo Venturi 122 120

11 REBELLO valzer swing (1975) Sergio Mondadori 205 200

12 L’INFUOCATA polka brillante (1983) Ado Rossi 129 120

13 FISASAMBA samba (1981) Oddone Brausi – Carlo Venturi 140 128

14 ESTATE PAZZA mazurka variata (1978) Barimar 156 152

15 VORREI SAPERE tango (1977) Guido Manservisi – Carlo Venturi 119 11816 LA MINI POLCA polka (1977) Sandrino Piva – Carlo Venturi 124 122