INPUT (Papa... · 2017-03-30 · sistema sperimentale all'aperto che esamina l'ambiente naturale in...
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INPUT Integrative Pelagic Ecosystem Responses to
nutrients fertilization and microplastics addition
Rapporto sui primi risultati
Realizzato da:
Acampora Angela
Acri Flavio
Bottone Martina
Lungo Pierluigi
Manna Davide
Palumbo Michele
Papa Vincenzo
Pellecchia Romina
Rossi Mirella
Introduzione
“INPUT” ( che corrisponde a Integrative Pelagic Ecosystem
Responses to nutrients fertilization and microplastic
addition”) è un esperimento scientifico condotto dalla
Stazione Zoologica “Anton Dohrn” dall’8 giugno al 22
giugno 2016 nell’area circostante il porto di Mergellina. La
Stazione Zoologica ha collocato sei grandi dispositivi
chiamati mesocosmi per il campionamento a diverse
profondità dell’acqua da analizzare, al fine di studiare gli
effetti delle microplastiche sull’ecosistema marino.
All’analisi dei campioni d’acqua è intervenuto anche il
Liceo Scientifico Statale “Filippo Silvestri” che in tal modo
ha avuto l’occasione di partecipare in maniera diretta agli
esperimenti di valutazione e monitoraggio di determinati
parametri. Il progetto ha visto la collaborazione tra la SZN,
l’Università di Lecce, di Ancona, di Genova, di Trieste, il
CNR di Pisa, di Capogranitola e di Napoli.
Oltre ad analizzare gli effetti della presenza di
microplastiche nell’ecosistema marino, gli esperimenti
tenuti all’interno dei mesocosmi hanno avuto come
obiettivo anche il funzionamento pelagico durante un
bloom algale (un processo di fioritura algale) ed anche
l’investigazione sul ciclo biogeochimico delle
microplastiche.
L’esperimento
Esso è costituito da tre tappe fondamentali:
Analisi della risposta dell’ecosistema durante il “bloom
algale”( Fenomeno stagionale legato all’esplosione di
alcune popolazioni di microrganismi tra quelle che
costituiscono la porzione vegetale del plancton
(fitoplancton), composta da microrganismi in grado di
trasformare l’energia solare in biomassa attraverso la
fotosintesi)
Monitoraggio del ciclo delle microplastiche
Analisi dell’influenza delle microplastiche sul Bloom
E’ possibile creare artificialmente un bloom algale
attraverso l’utilizzo nell’ecosistema di particolari nutrienti.
Il più adatto a questo scopo è il mesocosmo, un qualsiasi
sistema sperimentale all'aperto che esamina l'ambiente
naturale in condizioni controllate. In questo modo gli studi
mesocosmo forniscono un legame tra indagini sul campo e
esperimenti di laboratorio altamente controllate. I
mesocosmi tendono anche ad essere di dimensioni medie e
grandi (ad esempio, gamma mesocosmo acquatico: 1 a>
10.000 L) e contengono più livelli trofici di organismi che
interagiscono.
Nel corso dell’esperimento si sono utilizzati 6
mesocosmi,divisi in due gruppi da tre, in modo da ottenere
una validità matematica, in particolare statistica. La
strategia sperimentale prevede 2 gruppi di mesocosmi: il
primo costituito da 3 mesocosmi con nutrienti mentre il
secondo da 3 mesocosmi con nutrienti con aggiunta di
microplastiche. Durante i 15 giorni dell’esperimento,sono
previsti due momenti fissati ad una distanza di 7 giorni in
cui si aggiungono i nutriente per ottenere il bloom algale;
ed è necessario dimostrare che questa reazione sia indotta
dall’aggiunta di micronutrienti. Per definire la validità
dell’esperimento è necessario anche definire un punto di
raccolta dati esterno e che la situazione esterna rimanga
costante affinché non ci siamo variazioni sulla materia
studiata;inoltre è fondamentale che i mesocosmi non
influenzino le proprietà idrologiche delle masse d’acqua.
Bloom algale
Il bloom algale è il processo di fioritura, e quindi di
crescita, di particolari tipi di microalghe
fitoplanctoniche (in genere rappresentate da diatomee o
dinoflagellati). Tali microalghe rappresentano la
componente vegetale del plancton, costituita da
microrganismi che sono il grado di convertire tramite il
processo di fotosintesi clorofilliana l’energia solare in
biomassa. La fioritura algale dà luogo al fenomeno
della marea rossa, consistente nel cambiamento di
colore delle maree, che in seguito al bloom assumono
un colore rosso. La marea rossa è generalmente
provocata da una massiccia quantità
di biomasssa fitoplanctonica che si accumula
rapidamente e diviene visibile sulla superficie
dell'acqua. La colorazione assunta dalla colonna
d'acqua dipende dalla presenza di pigmenti
fotosintetici quali la clorofilla e i carotenoidi. La marea
rossa manifesta solitamente delle conseguenze
ecologiche negative legate alla morte di pesci
e organismi bentonici provocata per via diretta
dalle tossine prodotte da talune microalghe, oppure per
via indiretta in seguito alla carenza di ossigeno dovuta
alla decomposizione di tutta la biomassa algale.
Organismo pelagico
La fauna pelagica è costituita da specie che per tutta la
vita o per un periodo continuo di essa vivono
indipendenti dal fondo e dalle rive, in balia delle onde
e delle correnti. I fattori fisici e chimici, luce,
temperatura, salsedine, grado di acidità e alcalinità ecc.
delle acque, regolano la distribuzione degli animali e
delle piante in questo particolare ambiente biologico.
Caratteristiche tipiche degli animali p. sono la
trasparenza del corpo e la forte idratazione dei tessuti
che conferiscono a esso una densità quasi eguale a
quella dell’acqua di mare, condizione questa
favorevole al galleggiamento. Altri mezzi per
mantenersi in equilibrio in seno al liquido sono forniti
agli organismi pelagici dalla presenza di materiali più
leggeri, come bolle di gas o gocciole oleose, o di
appendici e espansioni del corpo che ne aumentano la
superficie di sostentamento. Gli organismi pelagici si
contrappongono invece agli organismi bentonici,
creature acquatiche che per un periodo continuato o
per tutta la vita si mantengono in relazione con il fondo
marino. Molti organismi che da adulti appartengono
alla fauna bentonica hanno larve e forme giovanili
pelagiche, come ad esempio: molti vermi, gli
Echinodermi, i Crostacei, molti pesci Teleostei.
Microplastiche
Le microplastiche (MPs) sono frammenti di
materiaplastica di origine antropica di dimensioni
estremamente ridotte, invisibili generalmente ad occhio
nudo ( 5mm-330 µm), provengono dalla frammentazione
di plastiche e mesoplastiche in seguito a processi
industriali o all’ errato smaltimento di rifiuti di cui fanno
parte. Le microplastiche vengono caratterizzate
principalmente in base a due criteri: morfologia,
composizione. La categorizzazione delle microplastiche
su base morfologica è spesso determinata dalla fonte che
le origina, se ne individuano quindi due classi principali:
pellets e microbeads ("perline" plastiche utilizzate in
molti prodotti per l'igiene quotidiana) e frammenti
derivanti dalladisgregazione di rifiuti di maggiori
dimensioni e fibre. Tendenzialmente i microbeads si
presentano in forme appiattite, cilindriche, sferoidali o
discoidali e sono considerate microplastiche primarie, in
quanto si tratta di frammenti di materie plastiche che
sono volutamente realizzati per essere di dimensioni
microscopiche. Viceversa le microplastiche secondarie,
derivanti da disgregazione di rifiuti di maggiori
dimensioni, sono sia i frammenti erosi, dalla morfologia
molto più irregolari, sia le fibre, le quali, si presentano
sotto forma di filamenti sottili ed allungati. Quest'ultima
morfologia sovente è quella della quale si riscontra la più
alta presenza (in percentuale) negli ambienti marini.Le
microplastiche sono anche suddivise su base
composizionale, trai composti che più comunemente
vanno a costituirle: polietilene, il polipropilene, il
polistirene, il polietilene tereftalato ed il
polivinilcloride.La loro pericolosità ambientale è stata a
lungo ignorata, ma si è attualmente consci del fatto che
possiedono la capacità di accumularsi negli organismi e
microorganismi acquatici dai quali vengono assorbiti e
permangono molto a lungo. Altro fattore che determina la
difficoltà di bonificare superfici acquatiche ad alta
presenza di MPs è rappresentato proprio dalle loro ridotte
dimensioni, nonché dalla alta densità di alcune di esse
che le conducono a decantare al livello dei sedimenti del
fondale.
Risultati preliminari
Di seguito sono illustrati i risultati relativi all'esperienza
vissuta; in particolare poniamo la nostra attenzione sulla
situazione climatologica del Golfo durante lo svolgimento
del progetto. Inoltre e' necessario evidenziare la situazione
oceanografica del Golfo e alcune caratteristiche relative ai
mesocosmi come la temperatura, i nutrienti, la biomassa
fitoplanctonica e fotosintetica, al fine di mostrare una
panoramica generale sull'esperimento affrontato.
Il primo grafico mostra i cambiamenti climatici, e in
particolare l'innalzamento o l'abbassamnto della
temperatura, che si sono verificati nel corso del progetto.
Sono evidenti dei picchi di circa 30° che hanno influenzato
il regolare corso dell indagini a mare.
Nei due grafici che seguono si pone l'attezione sulle altre
caratteristiche che sono state determinanti nel corso delle
indagini. In particolare il vento ha influenzato i regolari
prelievi di campionatura a mare e molto spesso ha
determinato conseguenze negative per quanto riguarda i
mesocosmi che erano stati posizionati nel Golfo.
I grafici seguenti illustrano la situazioe oceanografica nella
quale si e' svolta l'esperienza. In particolare viene
evidenziata la profondita' alla quale si trovavano i nutrienti
giorno per giorno. Risulta abbastanza evidente il fatto che
tali nutrienti non occupano posizioni fisse nemmeno nel
corso di uno stesso giorno, infatti sono stati rilevati
cambiamenti di profondita' durante lo svolgimento della
giornata. Se si fa riferimento ai grafici si notano colori
diversi a seconda del diverso livello di profondita' dei
nutrienti. Dunque il rosso e il viola indicano rispettivamente
la massima e la minima profondita' registrata durante
l'esperimento. Anche in questo contesto, come per la
situazione climatologica, sia il vento che le temperature
registrate hanno avuto un ruolo determinate nel corso delle
indagini.
Questo grafico mostra l'evidente aumento delle
concentrazioni celulari nel tempo, in particolare da tempo-1
al tempo-11. Inoltre e' evidenziata la variazione delle
abbondanze relative ai gruppi fitoplanctonici. Si e'
verificato di conseguenza il passaggio da comunita' a
piccoli flagellati a comunita' a diatomee.
Questa immagine mostra in dettaglio che anche nel
popolamento a diatomee e' stato osservato un cambiamento
delle specie dominanti.
Grazie ai risultati ottenuti dunque e' stato possibile testare la
variazione delle concentrazioni di nutrienti, di clorofilla e di
batteri giorno per giorno a diversi livelli di profondita'.
Ovviamente nel corso delle campionature e del rilevamento
dei dati hanno agito anche altre componenti naturali come
la luce, dunque e' risultata necessaria una ricostruzione dei
profili verticali giornalieri dell' estinzione della luce nei 6
mesocosmi e un calcolo dei coefficienti di estinzione della
luce in modo da seguire il suo andamento nel tempo.
Il nostro commento
Dal punto di vista emozionale l’esperienza, considerata
nella sua globalità, è risultata essere più che positiva. In
primo luogo è stato sicuramente istruttivo per noi, allievi di
un liceo scientifico, prendere parte attivamente ad indagini
microbiologiche utilizzando strumenti di analisi ai quali
non ci eravamo mai approcciati in precedenza; come nel
caso del fluorimetro, del filtratore ad aspirazione, di filtri in
nylon, provette, vetrini ect.
Abbiamo trovato inoltre proficuo lavorare con dei giovani
ricercatori, in massima parte ragazzi poco più anziani di
noi, neo laureati, i quali hanno cercato di introdurci, anche
se per poco, in un mondo a noi sconosciuto, quello della
ricerca sul campo, rappresentando per noi una valida fonte
di orientamento per le scelte del nostro imminente futuro
universitario/lavorativo.
Altro aspetto dal fascino non trascurabile è stato
l’adoperare praticamente il celebre “metodo scientifico”,
programma di studio in scienze, nonché in storia della
filosofia occidentale. Difatti, nello svolgere il nostro ruolo
di supporto per i ricercatori della stazione, metodicità e
precisione hanno incarnato le parole d’ordine nello
svolgimento delle anche più minute operazioni; facendoci
comprendere quanto la raccolta dei dati necessiti di
schematizzazione preliminare sia per una questione
prettamente utilitaristica (la facilità di reperimento dei dati
stessi), ma anche pero conferire ad essi “scientificità”. Tutte
le nostre piccole mansioni comportavano infatti la
schedulazione manoscritta dei vari campioni trattati divisi
per data di raccolta, numero del mesocosmo di
appartenenza, profondità di prelevazione, numeri di serie
per il riconoscimento dei campioni da congelarsi ect.
In conclusione possiamo affermare di essere stati davvero
appagati dall’ aver preso parte a questo esperimento unico
nel suo genere e dalla grandissima importanza in ambito
scientifico ed ecologico i cui risultati influenzeranno di
sicuro le future politiche gestionali dei nostri mari, volte
alla sua salvaguardia; ci è piaciuto sentirci parte di una
squadra unita per un compito così importante ed anzi
avremmo voluto partecipare ancor più attivamente al
campionamento e raccolta dei dati. Ringraziamo di cuore il
professor Brunet, la stazione zoologica Anton Dohrn, la
SZN e le referenti del progetto, le professoresse Mandarino
ed Imparato per questa opportunità, speriamo di essere stati
di supporto e ci auspichiamo che questa proficua nonché
divertente collaborazione possa proseguire anche in futuro.