Incontroluce n° 27 - IT

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27 Edizione italiana I. 20 14

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Aprile 2014

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27 Edizione italiana I. 2014Daniel Libeskind / Emilio Vicedo Ortiz / Manuel Lill Navarro / Dsign - Vertti Kivi & Co / RPBW / Piero Castiglioni / Aitao - Ren Rui / Cheng Taining / He Jingtang / Jiangsu Institute of urban Planning and Design / Foster + Partners / archi5 / Basalt Architecture / ACMH : Pierre Bortolussi / L’Atelier à Kiko / Giulio Ceppi - Total Tool / Autogrill Group - Design & Architecture Dept. Stefano Carmi e Patrizia Bernardi / Enrico Botta Architect / Giancarlo Marzorati / Simone Micheli / Dario Torralbo / Natalia Santafe / Ignacio Maillol

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Cari lettori,

la storia di questa industria è ritmata da solide prese di posizione volte a sottolineare l’importanza di una corretta illuminazione. Lo abbiamo fatto attraverso le nostre campagna pubblicitarie a partire da “Illuminare gli Italiani” dal 1982, e poi “Con iGuzzini contro l’inquinamento luminoso” dal 1993, “Better Light for Better Life” dal 2002. Attraverso queste campagne, il mondo della luce ha imparato, con noi, a porre la propria attenzione sui grandi temi del rapporto tra città, architetture, vita, luce. Se vogliamo migliorare l’ambiente e la società in cui viviamo, dobbiamo essere coscienti di come la luce, usata correttamente, rappresenti un reale differenziale di qualità della vita. Di più: riteniamo oggi che la luce sia la protagonista, lo strumento per una reale innovazione sociale e quindi dal 2014, Light First.iGuzzini è la nuova piattaforma ideale e concreta intorno alla quale la nostra comunità intende convogliare le spinte più vitali, fresche, scientificamente e moralmente avanzate delle nostre società. Light First significa mettere in luce tutti i paesaggi del nostro vivere, del nostro lavorare, amare, custodire, crescere, mostrare. La luce è per le persone e per i loro spazi. Senza luce non c’è sviluppo, senza luce non esistono le cose, i corpi, le stelle. Fare innovazione sociale significa realizzare idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfino i bisogni delle persone e delle società, in un modo più efficace rispetto alle alternative esistenti e che allo stesso tempo creino nuove relazioni e nuove collaborazioni, per migliorare, con la luce, la vita, per innovare la società: vogliamo sognare un futuro migliore, basato su sviluppo sostenibile ed energie vitali, su qualità delle tecnologie e delle conoscenze. “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, è l’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri: è un presagio del nuovo cammino di luce e di speranza dopo i tempi difficili che abbiamo vissuto. Non è solo un augurio che ci facciamo e che facciamo al mondo, è un impegno sociale che ci prendiamo ed al quale vogliamo ispirare il nostro lavoro.

Light first. Adolfo

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IncontroluceRivista internazionale, semestraledi cultura della luce

anno XVI, 27

RedazioneCentro Studi e Ricerca iGuzziniFr.ne Sambucheto, 44/a62019 Recanati MC+39.071.7588250 tel.+39.071.7588295 [email protected]

iGuzzini illuminazione spa62019 Recanati, Italyvia Mariano Guzzini, 37+39.071.75881 tel.+39.071.7588295 [email protected] video

Progetto graficoStudio Cerri & Associati

EditoreiGuzzini illuminazione spa

Hanno collaborato a questo numeroiGuzzini illuminazione Deutschland GmbH iGuzzini illuminazione France iGuzzini illuminazione Iberica S.A. iGuzzini illuminazione Schweiz AGiGuzzini Finland & Baltic OyiGuzzini Lighting (China) Co. LtdIGuzzini Middle East

Foto di copertinaBitter Bredt

Finito di stampare: Marzo 2014Tecnostampa, Recanati

La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori.Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo.

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II Editoriale

Progettazione lluminotecnica 2 La luce nell’architettura di Daniel Libeskind

8 Graphic Lighting: futuristico, ma...

Progetti 12 Il lungomare dedicato al tennista David Ferrer

14 “Grace”, una nave eco-compatibile

16 Le Albere ed il MUSE. Intervento di ristrutturazione dell’ex area Michelin

20 Il Padiglione Espositivo Speciale del Museo di Nanchino

24 Queen Alia International Airport

28 La mediateca di Marsan

32 La “Maison des Lumières Denis Diderot”

34 Baselworld 2013

38 Villoresi Est

40 La conversione al LED dell’illuminazione di Ostfildern

42 Il museo delle donne

44 B4 - Boscolo Hotel

Laser Blade - Line to Circle48 Concept ed evoluzione della gamma

Cultura dell’azienda58 iGuzzini Benelux trasloca

59 Renzo Piano celebrato a New York ed eletto senatore a vita in Italia

60 Incontri di formazione presso la iGuzzini Iberica

61 Un’illuminazione ecosostenibile per il Pistoia Nursey Park Alaia

62 Anello vince il premio Janus ADI Design Index 2013

63 ENERGY. Architettura e reti del petrolio e del post-petrolio

Sommario

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Progettazione La luce nell’architettura di Daniel Libeskind

tratto da “Costruire la Luce” Aula Magna dell’Università Statale di Milano 12 Aprile 2013

“Costruire la Luce” è il titolo della lectio, tenuta presso l’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, con l’architetto Daniel Libeskind, il light designer Dean Skira e lo scenografo Giancarlo Basili, organizzata da iGuzzini e inserita all’interno della manifestazione ‘Hybrid Architecture & Design’ di INTERNI.Il termine “costruire” rimanda ad una serie di pratiche, materiali, tecnologie che danno corpo al progetto architettonico e che il progetto stesso contribuisce ad innovare. Contiene in sé un senso di solidità e concretezza che sembra contrastare con l’impalpabilità della luce. Gli spazi visivi che con l’uso della luce il progetto architettonico costruisce nelle architetture tempo-

Quando si pensa ad una città si pensa alle sue luci, non tanto ai suoi edifici: non si può sostituire la luce di Milano con quella di New York e quindi quando si entra nel duomo e si vede la luce del rosone, o si vede un tempio di Atene sommerso dalla luce o i grattacieli illuminati delle metropoli, tutte queste diverse forme di luce, ci raccontano anche la storia di quella realtà. Non è una luce che si trova semplicemente nello spazio ma è la luce che è negli occhi di chi guarda, come la bellezza. La luce è la misura di ogni cosa, non è la materia che governa la luce, materia che è matematica, è fisica, ma la luce è anche eterna e quindi la luce ha qualcosa di assoluto in sè, basta pensare alla sua velocità…

Come ho trattato la luce nei miei edifici? Partiamo dal Museo Ebraico di Berlino. È stato concepito con la luce, nella luce, ma partendo dall’oscurità della storia, della catastrofe. Il museo è un segno di una storia da comunicare. Credo che ogni edificio racconti una storia, quando per esempio progettavo il museo pensavo all’edificio immerso nel buio, ma naturalmente poi era necessario progettare la luce per gli uffici, per gli spazi espositivi. Pensavo che le luci dell’edificio dovessero creare una composizione che dà speranza ad una città che è stata al centro di catastrofi…ogni città deve conservare una speranza… Nell’edificio di Berlino quindi si discende verso l’oscurità dei piani più bassi attraverso il vuoto, poi si ascende attraverso la luce che dà atmosfera, la crea, e ci consente di trovare una strada attraverso i sotterranei e quei vicoli ciechi del museo che ci consentono di arrivare ad una luce drammatica, soprannaturale. La quantità di luce determina anche la qualità della luce stessa. Queste sono fotografie che mostrano quale sia l’atmosfera creata, mostrano ciò che raggiunge la nostra anima, ma che non può essere comunicato con le parole…può essere comunicato solo attraverso la luce, per esempio il senso dell’esilio. Dall’interno del museo vediamo gli esterni, ma anche l’oscurità, la vegetazione. Quindi la luce e l’impatto della luce sui colori, sui materiali all’esterno e all’interno dell’edificio sono importantissimi.

ranee, come quelle proposte da Hybrid Architec-ture & Design, hanno la capacità di delineare ambiti di innovazione non solo nei linguaggi ma anche nelle tecnologie, nei materiali e nelle prassi: nel costruire la luce. Il moderatore della lectio, Matteo Vercelloni, introduce l’intervento di Daniel Libeskind citando un brano in cui l’architetto di origine polacca fa una riflessione sulla luce: “La luce implica la presenza dell’oscurità, con questo non mi riferisco alla luce come al contrario del buio. I costruttori di chiese e cattedrali hanno sempre saputo che alcune cose andrebbero lasciate nei recessi della luce, nell’oscurità; sapevano che la luce delle candele avrebbe consentito agli occhi di vedere fino ad un certo punto”.

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Foto: Bitter Bredt

1. I relatori di “Costruire la luce”2. Daniel Libeskind nel Cortile dell’Università Statale davanti all’opera realizzata per Interni Hybrid Architecture &Design3.4. Alcuni interni del Museo Ebraico di Berlino

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Progettazione La luce nell’architettura di Daniel Libeskind

Passiamo all’estensione per il Denver Art Museum , quindi al contesto delle Montagne Rocciose con luci drammatiche… a sinistra vedete l’edificio che crea la piazza, a destra si vede la luce. La parte residenziale è a sinistra, ci sono persone che creano, sì, uno spazio per l’arte ma si aprono al nuovo quartiere, vedete che in tutte le ore del giorno le luci, il cielo blu delle montagne rocciose irradiano luce, energia, di fronte vedete l’edificio di Gio Ponti uno dei grandi architetti che noi conosciamo che ha utilizzato le piastrelle di vetro per illuminare il museo. Grazie alla luce e all’estensione questo spazio prende forma e dal mattino al tramonto in qualche modo si trasforma internamente… vedete gli spazi, i ponti, queste strutture sopraelevate pensate in questo spazio per eventi pubblici, vedete il gioco che si genera con questo cascare da altezze vertiginose per scendere all’interno del museo che ha una struttura circolare…questo movimento ha una potenza molto forte…

Questo è il Museo di arte contemporanea di San Francisco, vedete che il pattern blu fa parte proprio dell’acciaio utilizzato, materiale che riesce a riflettere la luce di San Francisco in un modo molto speciale, ed ha nel contempo la capacità di creare quella correlazione importante con il cielo, con l’oceano, con l’acqua, secondo una concezione biblica della vita.

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Foto: Bitter Bredt; Michele Nastasi; Bruce Damonte

4. Atrio Stairwell del Denver Art Museum5. Facciata Est del Denver Art Museum6.7. Contemporary Jewish Museum, San Francisco

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Progettazione La luce nell’architettura di Daniel Libeskind

Questo è invece il centro convegni Maurice Wohl dell’Università Bar-Ilan, in Istraele. È stato creato ovviamente per gli studenti ma è anche a disposizione del pubblico. La luce riceve forma anche dalla striscia di luce, dallo spazio centrale che crea un luce cabalistica, mistica che abbraccia tutto, che crea una gerarchia all’interno dell’edificio e al di fuori dell’edificio, racconta il dramma della vita.

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Foto: Bitter Bredt; SLD; Hufton+Crown

8. Auditorium del Centro Convegni Maurice Wohl9.10. Museo della storia militare, Dresda11. Uno degli schizzi di Daniel Libeskind per il Masterplan di Ground Zero, New York

Questo è il museo della storia militare di Dresda dedicato alla storia militare delle catastrofi in Germania. È un edificio storico che racconta il XIX secolo che ho voluto interrompere con un segno forte, un segno spiazzante. Questa struttura crea un rapporto ambiguo fra interno ed esterno, c’è una complessità della luce fra rifrazione e riflessione... a Ground Zero a NY tutto si crea attraverso la luce perchè volevo appunto far si che le persone scomparese potessero avere un po’ d’ombra… sicuramente l’11 settembre segnò un evento particolare della nostra vita, questi sono i primi schizzi e sono stati fatti per parlare di luce e di questo sito attraverso la luce e sono stati fatti per delineare uno spazio pubblico per un memorial… e poi penso che questa che regge la Statua della Libertà non sia una torcia ma è la luce dello spirito, la luce della libertà. Essa crea e dà impeto per venir fuori dal buio ed identificare in questo modo qualcosa di veramente positivo.

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Progettazione Graphic Lighting: futuristico, ma…

Dai primi passi dell’uomo sulla terrà fino all’avvento di massa della luce artificiale, l’unica luce a cui l’umanità poteva pensare è stata la luce naturale. Il costruito dell’uomo quindi ha sempre fatto riferimento a come i diversi materiali, le lavorazioni a cui questo materiale veniva sottoposto e l’alternarsi di elementi verticali ed orizzontali creavano condizioni diverse che reagivano, in maniera diversa, durante lo svolgersi della giornata, con la luce naturale: si trattava di progettare l’ombra.Luce ed ombra erano quindi utilizzate per sottolineare alcune caratteristiche del costruito, sottolineare la orizzontalità di un elemento, o evidenziare vuoti e pieni. Il tutto era legato alla reale esistenza di questi elementi. La luce artificiale ha portato ad un cambiamento di prospettiva fondamentale: ora l’architettura era visibile anche durante la notte, ma il fatto di poter scegliere cosa illuminare, dove illuminare e come illuminare, permette di creare molteplici immagini di una stessa architettura.

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Foto: Didier Boy de la Tour; Lv Hengzong

1. Cortile di Palazzo Strozzi2. Volte della Cattedrale di Beaune3. Cinema Universum di Erich Mendelsohn4. Padiglione francese Expo 2010, Shanghai

Si possono sottolineare degli elementi architettonici, enfatizzarli come nel caso delle costolature della cattedrale di Beaune. Apparecchi con un’ottica molto stretta e controllata anche grazie ad accessori riescono a far correre la luce su una fascia molto stretta. In tempi più moderni si è poi passati a evidenziare attraverso la luce le linee strutturali della geometria dello spazio. Agli inizi del Novecento Futurismo ed Espressionismo contribuirono ad esaltare gli elementi della modernità. Dal punto di vista dell’architettura ci ha lasciato le opere di Erich Mendelsohn come il Cinema Universum in cui la luce sottolinea le superfici curve continue che il cemento armato permetteva ora di realizzare. Quindi l’architetto pensa anche all’utilizzo del materiale luce come materiale fondante per costruire l’atmosfera di quell’edifico o degli spazi che sta progettando. In altri casi è l’intervento di un lighting designer che collabora con l’architetto oppure in seguito interviene su edifici già costruiti.

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Progettazione Graphic Lighting: futuristico, ma…

Già negli anni Novanta del Novecento la collaborazione fra un architetto come Gae Aulenti ed un Lighting Designer come Piero Castiglioni aveva portato ad un uso innovativo della luce. La superficie pensata da Gae Aulenti per il padiglione italiano all’Expo di Siviglia 1992 era caratterizzata da ampie aperture che costruivano quasi una griglia. Queste aperture sono state illuminate da Piero Castiglioni con un effetto a Lama di luce ottenuto per la prima volta con un proiettore sviluppato appositamente, l’Edge che per la iGuzzini costituì un’innovazione tecnologica nelle ottiche utilizzate. In questo caso la luce non era semplicemente funzionale, ma contribuiva a sottolineare le caratteristiche architettoniche dell’edificio, utilizzando la luce in modo grafico: la luce disegnava la superficie.Lo stesso intento ha caratterizzato l’intervento di Piero Castiglioni sull’Edificio AEM a Milano. La luce sottolineava delle aperture già presenti sulla facciata.

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5. Simulazione per effetti Trick6. Coal Company, Sokolov, Repubblica Ceca7. Installazione Hooked Up, Dean Skira8. Palazzo AEM, Milano

Da questi esempi deriva una ulteriore riflessione e sperimentazione sull’uso della luce fino ad arrivare alla Graphic Lighting che la iGuzzini aveva già anticipato con gli apparecchi Kriss in grado di proiettare sulla superfici fasci di luce, di diversa ampiezza e combinati in vario modo, in grado di aggiungere un elemento grafico alle superfici.Un esempio di Graphic Lighting era già stato presentato dalla iGuzzini durante l’edizione 2013 di “Interni Hybrid Architecture”. Dean Skira ha sviluppato la sua installazione “Hooked up”: un tunnel in grado di proiettare linee di luce attorno, ma anche un tunnel in cui la luce esterna naturale o artificiale crea delle linee di luce all’interno. Da qui nasce l’idea di un apparecchio come Trick che è in grado di proiettare linee di luce da un corpo minimo, grazie alle sviluppo di ottiche altamente innovative e che amplia la possibilità di disegnare con la luce un ambiente, offerte già da apparecchi come gli iN30-60-90.

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Progetti Il lungomare dedicato al tennista David Ferrer

Xabia, Spagna

PromotoriGeneralitat ValencianaConselleria De Infraestructuras, Territorio y Medio Ambiente Municipio di Xàbia

ArchitettiEmilio Vicedo OrtizManuel Lill Navarro

L’antica passeggiata “Amanecer del Arenal”, a Xàbia, vicino Alicante, rinnova il proprio aspetto e prende il nome di “Lungomare David Ferrer, tennista”. Questa passeggiata, a forma di mezza luna e lunga circa 626 metri, si trova lungo la spiaggia dell’Arenal ed è uno dei luoghi più caratteristici della cittadina.L’obbiettivo del rinnovamento della passeggiata esistente è stato quello di ottenere uno spazio piacevole in cui gli elementi urbani si integrassero perfettamente con l’ambiente naturale.È stato migliorato il collegamento con le zone di accesso e si è restaurata la pavimentazione senza alterare, come da richiesta vincolante per il progetto, il piano stradale esistente. Si è intervenuto inoltre sostituendo completamente l’illuminazione pubblica e adottando un nuovo arredamento urbano.Per quanto concerne l’illuminazione della passeggiata, essa è stata risolta mediante un insieme di sistemi di illuminazione Wow e U.F.O., con pali di 9 metri di altezza, distanziati di 20-25 metri, allineati in modo tale da non creare una barriera alla visione dell’ambiente. Gli apparecchi utilizzano LED ed hanno un’ottica asimmetrica longitudinale. Per dirigere la luce verso la spiaggia, sono stati posizionati sugli stessi pali dei proiettori Multiwoody, con ottica asimmetrica. Viene garantita in tal modo l’illuminazione della passeggiata e si ampliano, oltre a ciò, le possibilità di illuminazione della zona sabbiosa e degli accessi ai parcheggi.

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Foto: 274km

1.2. La passeggiata con la nuova illuminazione

IngegneriAsociación de ingenieros SLImpresa costruttriceUte Rover Alcisa, S.AConstrured Obras Y Servicios, S.A.

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione Iberica

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Progetti “Grace”, una nave eco-compatibile

Finlandia

ClienteViking Line

Architetto d’interni Dsign - Vertti Kivi & Co

Partners Assistance iGuzzini Finland & Baltic

La Viking Line è una società per azioni e marchio leader di mercato nel traffico passeggeri sul Mar Baltico. Offre servizi passeggeri, attività ricreative e servizi vettore cargo. “Grace” è la nuova ammiraglia della linea. Sulla nave si svolgono ogni sera spettacoli di artisti e la connessione wi-fi è gratuita per offrire ai clienti la migliore accoglienza possibile sulla rotta che va da Turku, in Finlandia, a Mariehamn e fino a Stoccolma in Svezia e ritorno.

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Foto: per gentile concessione Vertti Kivi

1.3. Zona spa2. Una delle zone per il relax presenti sulla nave.

“Grace” rappresenta una generazione completamente nuova di traghetti con il suo rivoluzionario sistema di alimentazione a gas naturale liquefatto (LNG) costruito da Wärtsilä e con l’allestimento interno curato dal pluripre-miato Dsign Vertti Kivi & co. Oltre all’utilizzo di un carburante verde, sulla nave si è fatta attenzione anche alla riduzione del consumo di energia elettrica. L’illuminazione, che utilizza molta luce colorata, è tutta a LED. La iGuzzini illuminazione ha fornito gli incassi delle serie Deep Laser e Reflex Easy a LED che assicurano l’illuminazione generale dei diversi ambienti della nave.

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Progetti Le Albere ed il MUSE. Intervento di ristrutturazione dell’ex area Michelin

Trento, Italia

Le Albere

ClienteCastello Sgr Spa

Progetto architettonico ed illuminotecnicoRPBW

Lungo le sponde dell’Adige, il nuovo quartiere Le Albere progettato da RPBW si sviluppa su una superficie di 11 ettari, comprendendo circa 300 appartamenti, 30.000 mq per uffici e negozi, piazze, strade, percorsi pedonali e ciclabili, una rete di canali e 5 ettari di parco pubblico, più un centro polifunzionale e il MUSE, (Museo delle ScienzE). L’intera opera è improntata a caratteri di eco-sostenibilità, eco-compatibilità e risparmio energetico. L’area è servita da una centrale di tri-generazione, sviluppata per Dolomiti Energia, che fornisce all’intero complesso i fluidi caldi e freddi. Gli edifici residenziali e del terziario sono concepiti come passivi e a basso consumo energetico con certificazione CasaClima mentre

il museo e il futuro centro congressi sono classificati LEED Gold. La collaborazione fra iGuzzini e Renzo Piano per il progetto di riqualificazione dell’ex area industriale Michelin a Trento ha riguardato diverse aree: il museo vero e proprio, ma anche gli edifici per uffici, le residenze private e l’illuminazione esterna,sia nelle zone pedonali che nelle strade a traffico veicolare. L’obbiettivo è stato quello di ottenere un’illuminazione sobria, confortevole con apparecchi minimamente invasivi e con soluzioni formali omogenee, sia per le aree esterne che per gli interni anche museali. Per tutta l’illumi-nazione esterna è stato utilizzato l’apparecchio Delphi con sorgenti LED.

Delphi è un sistema cut off e permette di eliminare completamente il problema dell’inquinamento luminoso ed essendo un sistema permette facilmente di montare ottiche diverse a seconda della funzione che l’apparecchio deve svolgere: dall’ottica stradale a quella per le zone verdi. Sulle strade a traffico veicolare sono utilizzati pali alti 9 metri, apparecchi con ottica stradale ed un braccio speciale. Nei vialetti interni alle residenze, i pali hanno un’altezza di circa 7 metri, mentre nelle zone verdi un’altezza di 3 metri. Un effetto molto suggestivo e minimamente invasivo per le aree verdi è poi legato alla presenza di Balisage a LED.

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Foto: Enrico Cano

1.2. Immagini del parco e delle vie residenziali del quartiere

Design TeamS. Scarabicchi, D.Vespier (partner and associate in charge)

StruttureFavero & Milan

Coordinamento progettoTwice/Iure

Il MUSE Museo delle ScienzE

CommittenteMuseo Tridentino di Scienze Naturali

Progetto architettonicoRPBW

Progetto illuminotecnicoPiero Castiglioni

Coordinamento progettoIure

Gli edifici dedicati alle residenze e agli uffici sono illuminati grazie alla presenza di iPro a plafone, corpo medio 16W LED. Si tratta di prodotto speciale a plafone con un vetro diffondente. In questo caso si è cercato di ottenere, nelle zone di passaggio, come i portici, un’illuminazione, diffusa, omogena, poco invadente, ma in grado di offrire sicurezza. I balconi delle residenze sono ugualmente illuminati da plafoni iPro sempre a LED, ma in questo caso a corpo piccolo 9W ed in questo caso la lente fresnel diffondente si somma ad un’ottica flood, con l’obbiettivo di avere un’illuminazione diffusa, ma limitando il numero di apparecchi.

All’interno delle residenze hanno un ruolo importante anche i blocchi scale, perchè sono vetrati e contribuiscono a creare delle partiture ritmiche, sottolineate anche dalle zone dipinte in verde. I blocchi scale sono illuminati indiret-tamente da proiettori Primopiano Wall Washer 9W a LED con un attacco speciale, visto che si agganciano direttamente alla struttura metallica, mentre l’alimentatore è remoto. All’ultimo piano dei blocchi scale è stato usato lo stesso apparecchio, ma con un diverso sistema di aggancio ugualmente speciale, in questo caso asta e basetta sono realizzate in alluminio e si connettono direttamente al soffitto.

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Progetti Le Albere ed il MUSE. Intervento di ristrutturazione dell’ex area Michelin

L’edificio del MUSE, acronimo ricavato da “Museo delle Scienze, articola le sue funzioni su 2 livelli interrati e 5 livelli fuori terra. Si è cercato di raccordare gli spazi interni e esterni, di servizio e di residenza, delle nuove costruzioni e del vecchio centro storico di Trento, attraverso i materiali: i marciapiedi, nonché i cordoli ed i bordi dello specchio d’acqua, sono in pietra verdello con finitura bocciardata e la stessa pavimentazione continua all’interno della lobby del museo, a sottolineare l’idea del prolungamento dello spazio pubblico esterno anche dentro il MUSE. L’ allestimento del museo è stato progettato per essere “invisibile”, ovvero per non prevalere sul contenuto. Da questo concetto si è sviluppata l’idea di sospendere tramite cavi sottili di acciaio tutti gli oggetti: i tavoli, i ripiani, i pannelli, i monitor, le fotografie, i reperti. Ogni cosa, all’interno del museo è come sospesa nello spazio e nel tempo per permettere al visitatore-scienziato di cogliere ogni link tra gli avvenimenti naturali e di suggerire il rispetto di questi legami. Un modo per comunicare: “Anche tu, uomo, sei sospeso, insieme a tutti gli altri, in questo delicato gioco di equilibri.” La luce dà forma e fa leggere gli spazi e le ampie superfici del MUSE, è un misurato equilibrio tra quella naturale e quella artificiale e suggerisce al visitatore di toccare le opere esposte.La luce naturale entra dai lati e dalla copertura e la competenza nella sua gestione è uno degli elementi che caratterizza l’architettura di RPBW. La definizione della illuminazione artificiale è stata affidata invece alla esperienza e sensibilità di Piero Castiglioni. L’illuminazione del MUSE è

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3. Il grande spazio centrale del MUSE4. La serra

stata realizzata usando prevalentemente proiettori Le Perroquet corpo piccolo 20 W a ioduri metallici con il box d’alimentazione, il tutto su binario nelle sale espositive, in alcuni ambienti integrati agli incassi Reflex Easy LED. Ma oltre a questa illuminazione funzionale ci sono delle sottolineature di tipo architettonico. Un esempio è dato dalle linee di luce create da Ledstrip inserite nello spessore delle solette nei punti in cui sono tagliate: nel grande vuoto della Piramide della Creazione e nella soletta che affaccia sulla sala delle mostre temporanee. Questa tipologia di luce ha una doppia utilità: una funzionale, ovvero integrare la luce naturale che proviene dall’alto; una emozionale, di alleggerimento della massa architettonica della struttura. La lobby è illuminata da un Le Perroquet prodotto specificatamente per questo progetto: è una sospensione con 2 proiettori Le Perroquet da 35W a ioduri metallici con un aggancio speciale che si innesta direttamente sulla struttura metallica. Anche in questo caso l’effetto voluto è un effetto di illuminazione diffusa ed omogenea per adattarsi alla par-ticolare tipologia di allestimento. I proiettori integrano l’illuminazione naturale che entra dalla altissima lobby e dalle superfici vetrate. Altri apparecchi speciali, dei Glimcube con una speciale struttura che li rende autoportanti, sono utilizzati lungo le passerelle esterne del museo. La serra, un laboratorio vivente con il compito di far crescere e preservare un pezzo di foresta tropicale, è illuminata da proiettori Woody a sospensione. È la parte del museo più vicina a Palazzo delle Albere e, grazie alla propria trasparenza, è in grado di mediare il passaggio al contesto storicizzato.

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Progetti Il Padiglione Espositivo Speciale del Museo di Nanchino

Nanchino, Cina

ClienteMuseo di Nanjing

General ContractorJiangsu Aitao Cultural Industry Co. Ltd

ProgettistaRen Rui- Design Director di Aitao

Il Museo di Nanchino, il cui nome originale era Museo Centrale Nazionale, nasce da una proposta del pedagogista e rivoluzionario democratico moderno cinese Cai Yuanpei risalente al 1933. La sua costruzione ha avuto inizio nel giugno 1936. Il progetto e il design originale dell’archi-tetto Xu Jingzhi prevedeva uno stile ispirato alla dinastia Qing e successivamente è stato modificato traendo spunto dallo stile della dinastia Liao, con la collaborazione dell’architetto famoso, Liang Sicheng. Attraverso interventi sviluppati nel corso di decenni si è arrivati fino al 2006, anno in cui è stata indetta la gara di appalto del progetto di espansione e riorganizzazione che ha realizzato il layout di “un museo con sei padiglioni”: a partire dal Padiglione Espositivo Storico e dal Padiglione Espositivo Artistico, si sono aggiunti poi il Museo della Repubblica Cinese, il Padiglione del Patrimonio Culturale, il Padiglione Digitale e il Padiglione Espositivo Speciale in cui ha avuto luogo l’intervento di iGuzzini. Trattandosi di uno dei padiglioni espositivi più importanti, per il design del Padiglione Espositivo

Speciale si è rivolta particolare attenzione all’esperienza del visitatore. In questo padiglione è necessario cambiare spesso l’allestimento espositivo e questo richiede quindi una soluzione illuminotecnica flessibile. Questo compito impe-gnativo è stato assunto dal team di progettazione Jiangsu Aitao Culture Industry Co. Ltd (Aitao) che si è aggiudicato la gara di appalto del design e ha assunto il ruolo di realizzatore del progetto. Dal giugno 2013, iGuzzini ha partecipato al progetto di illuminazione del Padiglione Espositivo Speciale. Dopo numerose verifiche in loco, infine Aitao ha scelto iGuzzini come consulente tecnico e fornitore degli apparecchi per l’illuminazione di tre esposizioni tematiche: “L’età di Buddha”, “L’età d’oro della stravaganza” e “Precisione e splendore”. In queste aree vengono presentati ai visitatori varie tipologie di oggetti e di materie: porcellana reale, vasi d’oro, manufatti buddisti dei palazzi della Dinastia Qing e anche diversi orologi cinesi e stranieri. L’intervento ha riguardato sia l’illuminazione dell’ambiente, che dell’apparato didascalico e degli oggetti esposti.

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Foto: YeaStudio

1. Esterno del museo di Nanchino2. Età d’oro della stravaganza

Progetto e design architettonico generaleCheng TainingHe JingtangJiangsu Institute of urban Planning and Design

Partners Assistance iGuzzini Lighting (China) Co. Ltd

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Progetti

Sono stati scelti apparecchi a LED per garantire la tutela dei pezzi esposti. La temperatura colore è stata attentamente valutata e varia dai 4000K nell’area visitatori ai 3000 e 2700K sulle superfici degli oggetti esposti. Tutti gli apparecchi sono DALI e sono gestiti con un Light Management System. L’illuminazione generale dell’ ambiente è stata realizzata con oltre 250 apparecchi ad incasso Reflex Easy LED e Deep Laser con temperatura colore 4000 K. Linealuce Mini con finitura bianca speciale sono stati utilizzati per enfatizzare alcuni particolari architettonici sul soffitto. Sono stati utilizzati, inoltre, anche

200 proiettori Palco DALI con LED CRI90 e con tre diverse ottiche che in alcuni casi sono modificate grazie a rifrattori. Per l’illuminazione degli oggetti esposti all’interno delle vetrine, i designer cercavano una nuova metodologia, diversa dalla luce proveniente dall’alto. In seguito a proposte e verifiche sul campo l’illuminazione delle vetrine è diventata il punto centrale dell’intera proposta di lighting design. iGuzzini ha fornito Laser Blade, il primo incasso lineare al mondo, con un indice di resa cromatica pari a 85, ed ottica di 34°. I 500 pezzi installati hanno una potenza unitaria inferiore a 5W.

Il Padiglione Espositivo Speciale del Museo di Nanchino

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3.4. Illuminazione della sezione “L’età d’oro della stravaganza”

L’apparecchio, che non produce abbagliamento, ha soddisfatto in modo egregio la richiesta di comfort visivo per i visitatori: i visitatori non si rendono quasi conto che le luci sono accese, ma contemporaneamente gli oggetti esposti sono illuminati in modo appropriato. Inoltre per inte-grare l’illuminazione di fondo sono stati utilizzati Laser Blade Wall Washer. Inoltre, più di 1.200 incassi Express a LED singolo da 2,2 W sono stati installati all’interno di diversi tipi di vetrine per fornire l’illuminazione di accento sulle opere e sono stati adattati, in modo specifico per essere installati negli spazi minimi delle vetrine.

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Progetti Queen Alia International Airport

Amman, Giordania

ClienteQueen Alia International Airport

Progetto architettonico ed illuminotecnicoFoster + Partners

Partners AssistanceiGuzzini UKiGuzzini Middle East

Combinazione unica di tradizione e modernità, il Queen Alia International Airport, incarna l’anima di Amman, città cosmopolita e moderna nonché uno dei gioielli più antichi della storia dell’uomo. Lo schema del progetto si è ispirato alla tradizione e all’architettura locali. L’intero progetto intende celebrare la tradizione e la cultura beduine: dal tetto bombato, che riflette l’architettura locale e richiama il tessuto nero fluttuante di una tenda, ai disegni geometrici applicati ad ogni intradosso esposto e ai cortili alberati.

I piazzali non sono solo un omaggio all’abitu-dine beduina di raccogliersi numerosi all’aero-porto per salutare i propri cari, ma sono anche un metodo naturale per filtrare l’inquinamento e pre-condizionare l’aria con piante ed alberi. In risposta al clima di Amman, l’edificio tecnologicamente avanzato è stato realizzato principalmente in calcestruzzo, materiale che aiuta a regolare la temperatura interna in modo naturale, riducendo il consumo di energia.

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Foto: Nigel Young, Foster+ Partner

1. Vista dall’alto del nuovo aereoporto2. Interno del terminal

Il design del progetto è stato concepito per utilizzare al massimo la luce del giorno e per evidenziare i colori e le tonalità del paesaggio circostante in modo da evitare qualsiasi effetto artificiale. Dai terminal, i panorami infiniti sul deserto e la luce del giorno che inonda l’atrio offrono ai passeggeri in attesa di imbarcarsi un’esperienza rilassante, mentre a chi è appena atterrato assicurano un primo sguardo sul paese da una posizione meravigliosamente integrata.

Per massimizzare l’effetto naturale, l’integrazione con il contesto e il senso di apertura, la luce gioca un ruolo centrale nel progetto. A questo proposito, iGuzzini UK ha lavorato a stretto contatto con Foster+Partners per illuminare il livello principale delle partenze, sia internamente che esternamente. Proiettori MaxiWoody 150W HIT sono stati posizionati all’interno delle aperture dei lucernari e rivolti verso il basso per offrire 200 lux funzionali di luce sul pavimento sottostante con un grado elevato di uniformità.

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Progetti Queen Alia International Airport

La natura sinuosa del tetto ha offerto una superficie complessa da illuminare. L’atrio delle partenze, di notte, assume un aspetto molto diverso, se paragonato allo scenario di giorno. La difficoltà è stata trovare le posizioni adatte in cui montare le lampade per l’illuminazione indiretta, per offrire ad ogni volta del soffitto lo stesso livello di luce, in modo che l’aspetto globale dell’atrio delle partenze fosse uniforme. Una serie di proiettori iPro da 70W e 150W HIT con ottica asimmetrica è stata montata in cima agli spazi per i negozi, senza totem segnaletici e anche sopra alle strutture dei banchi del check-in. Per il team design queste posizioni limitate hanno rappresentato una vera sfida nello sforzo di offrire un effetto di luce uniforme. La disposizione delle lampade installate nell’e-dificio delle partenze è stata replicata anche all’interno delle due ali che costeggiano l’edificio principale, oltre che esternamente, dove la struttura delle volte copre la zona di sosta breve di fronte all’edificio del terminal principale. Queen Alia International Airport rappresenta un ottimo esempio di collaborazione e di lavoro di squadra tra la rete internazionale e la società, poiché il progetto è stato completato con il contributo di iGuzzini Middle East, il ramo regionale che ha fornito tutto il supporto on-site e la guida per facilitare l’installazione delle apparecchiature.

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3.4. Varie zone dell’aeroporto

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Progetti La mediateca di Marsan

Marsan, Francia

CommittenteCommunauté d’Agglomération Le Marsan

Progetto architettonicoArchi 5

La mediateca si trova nelle immediate vicinanze del centro di Mont de Marsan ed è situata all’interno dell’area della caserma Bosquet, con cui è in sintonia data la geometria pura del nuovo edificio, anche se lo spostamento di uno dei suoi angoli, aperto verso la città, ne attenua il rigore. Questa apertura avvia un movimento di rotazione e crea una forza di attrazione a partire dall’Avenue du Maréchal Foch. Uno dei punti di forza del progetto sta anche nella qualità dello spazio pubblico che genera, poiché la zona intorno all’edificio è liberamente accessibile. Le facciate della mediateca si distinguono solo per il loro orientamento: non c’è, infatti, una sola facciata principale, ma ce ne sono ben quattro.

Jacques Sebbag dello studio Archi5 ha progettato l’illuminazione artificiale in base all’architettura e all’atmosfera dei diversi spazi che sono definiti dal mobilio e dalla luce naturale. Il concetto di base è quello di graduare il passaggio da un tipo di illumina-zione in cui è molto presente la luce naturale, e quindi dallo spazio a doppia altezza intorno al perimetro del patio, ad una luce più intima e più dolce, ovvero domestica, a livello dei tavoli di consultazione, passando per una luce funzionale alla scelta dei libri, nella zona delle scaffalature. La mediateca è completa-mente vetrata, quindi l’obiettivo principale è stato quello di creare un equilibrio con la costante presenza della luce naturale.

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Foto: Didier Boy de la Tour

1. Aspetto notturno dell’edificio2. Spazi per la lettura all’esterno

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione France

Al calar della sera, la mediateca si trasforma in una “lanterna urbana”, che illumina le zone verdi circostanti, luoghi di passeggio e di lettura e quindi contribuisce anche alla qualità dello spazio pubblico.Dei bollard Pencil e degli incassi da terra Ledplus in vetro illuminano i dintorni della mediateca, mentre lo spazio all’interno della doppia pelle è valorizzato grazie a proiettori MaxiWoody con lampade a ioduri metallici. All’interno, un centinaio di iSign sono grafica-mente disposti sul soffitto e alcune sospensioni Tray si alternano sopra gli spazi di lettura e di lavoro. Oltre alla sua missione di carattere culturale, la Mediateca ha una funzione di svago, di informazione, di integrazione sociale, di sostegno pedagogico e di conservazione documentale. Mostre, conferenze, workshop, proiezioni vi si svolgono durante tutto l’anno rendendolo un luogo indispensabile per la vita dell’agglomerato.

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Progetti La mediateca di Marsan 3. Una della zona con scaffalature e riviste4. Uno dei corridoi perimetrali

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Progetti La “Maison des Lumières Denis Diderot”

Langres, Francia

ClienteMaison des Lumières Denis Diderot

Progetto architettonicoBasaltArchitecture ACMH: Pierre Bortolussi

Progetto museograficoL’Atelier à Kiko

Grazie a “La maison des Lumières Denis Diderot” è stato possibile salvaguardare un importante patrimonio francese, l’Hôtel du Breuil (del XVI e del XVIII secolo), che è stato trasformato in un museo con una impostazione contemporanea. L’ampliamento che ha creato uno spazio per l’accoglienza è sobrio e si apre sul giardino. Gli spazi risultano semplificati e rivelano volumi delle sale identici a tutti i livelli. I materiali originali, muri in pietra, parquet Versailles e soffitti a travi scoperte, si accostano agli interventi

più nuovi, come la ridefinizione della scala, i nuovi parquet in rovere sbiancato e l’ ascensore panoramico vetrato. Un lavoro importante, svolto da L’Atelier à Kiko è stato fatto con la luce, sia per presentare le opere sia per valorizzare l’edificio. I vincoli di illuminazione erano di due tipi. Da un lato i responsabili dell’allestimento museografico, desideravano conservare una percezione interna dei luoghi che non escludesse il visitatore dagli spazi del giardino. Dall’altro occorreva anche rispondere alle particolari condizioni di conservazione per

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Foto: Daniel Rapaich

1. L’esterno del museo2. Una delle sale con i soffitti lignei decorati

il tipo di oggetti esposti (in gran parte opere cartacee) che esigono non più di 50 lux. Data la varietà di esigenze richiesta da questo museo, si sono scelti proiettori Primopiano e Tecnica dimmerabili, su binari, a loro volta appesi sotto i soffitti antichi. L’apporto di luce naturale è stato limitato grazie a tende che intercettano l’80-85% della radiazione. Per una parte importante del parco sono state scelti apparecchi a LED che assicurano una buona restituzione colorimetrica.

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Partners AssistanceiGuzzini illuminazione France

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Progetti

Baselworld è la più importante manifestazione del settore dell’orologeria e della gioielleria a livello mondiale, con un’affluenza che ha raggiunto nel 2013 la cifra record di 122.000 visitatori. Dopo diversi anni di attenta preparazione, questa edizione interamente rielaborata del Salone Mondiale dell’Orologeria e della Gioielleria ha fatto così il suo ingresso in una nuova era. All’insegna del motto «Brilliance Meets», nel 2013 si è inoltre voluto creare più spazio per idee innovative. Per otto interi giorni 1460 espositori del settore provenienti da 40 diversi paesi hanno presentato le loro novità più esclusive e collezioni di grande pregio. Proprio in questo settore la scelta dell’illuminazione è quanto mai decisiva. Per dare il massimo risalto anche i dettagli più preziosi e impalpabili occorre infatti un’illuminazione intensa con un altissimo indice di resa cromatica.

Baselworld 2013

Basilea, Svizzera

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione Schweiz

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Foto: Gunter Laznia

1.2.3. Alcune zone dello stand Bucherer

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Progetti Baselworld 2013

L’intensità delle luci deve essere da quattro a dieci volte superiore rispetto a quelle normalmente utilizzate nella vendita al dettaglio.Moltissimi espositori hanno scelto per l’illumina-zione dei loro spazi apparecchi a LED, dal minimo impatto visivo e molto efficienti oltre che estrema-mente flessibili. I prodotti sono stati utilizzati per ottenere effetti molto diversi: dall’enfasi sui gioielli e gli orologi all’interno delle piccole vetrine, all’atmosfera rilassata ed accogliente dei salottini, fino agli effetti scenografici sull’esterno degli stand. iGuzzini è stata incaricata di illuminare una superficie complessiva di oltre 10.000 mq, tra i quali spiccavano i circa 1000 mq occupati dall’imponente stand della casa svizzera di orologeria C.F. Bucherer, allestito per festeggiare i suoi 125 anni di attività, e gli stand di Vulcain, Jaermann & Sübli e Oris.

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4.5. L’esterno dello stand Vulcain

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Progetti Villoresi Est

Autostrada A8, Italia

ClienteAutogrill Spa

Progetto architettonicoTotal Tool- Giulio Ceppi Progetto illuminotecnicoAutogrill Group Design & Architecture Dept. Stefano Carmi e Patrizia Bernardi

La realizzazione di quest’area di servizio segna un passo cruciale nel percorso della sostenibilità in Autogrill, la A-future Roadmap. Villoresi Est è la best-practice internazionale del Gruppo per la tutela ambientale. Il progetto, dell’architetto Giulio Ceppi dello Studio Total Tool, è stato guidato dal protocollo Leed e dai suoi standard di efficienza energetica e d’impronta ecologica. L’implementazione è stata effettuata in partnership con Starching e Geoenergia. Il ruolo di consulente LEED dell’opera, sia in fase di progetto che di costruzione, è stato affidato a ICMQ (Istituto di Certificazione e Marchio Qualità per prodotti e servizi per le costruzioni).

recuperare circa il 45% dei consumi energetici elettrici per riscaldamento e condizionamento che sono indicativamente il corrispondente del consumo annuale di 40 famiglie. Il sistema di raccolta di acqua piovana e di falda per la climatizzazione dell’aria, l’irrigazione del verde, le toilette e la riserva antincendio, consente un risparmio di circa 25.550 mc all’anno, l’equivalente del consumo domestico medio di 128 famiglie. Visto il basso impatto energetico che l’edificio voleva e doveva avere, tutti gli apparecchi d’illuminazione scelti, sia per l’interno che per l’esterno, sono apparecchi a LED.

Il nuovo Autogrill emerge nella forma di un vulcano in modo graduale dal terreno fino ad un’altezza di 27,5m. L’intero edificio si sviluppa su una superficie di circa 2.500 mq con uno scheletro interamente realizzato in legno lamellare proveniente da boschi gestiti in maniera sostenibile, ma tutta la struttura si caratterizza per l’utilizzo di materiali da costruzione ecocompatibili e riciclabili. La rivoluzione tecnologica di Villoresi Est parte dall’uso congiunto di un tetto captante che raccoglie il calore del sole e da un impianto geotermico a circuito chiuso in grado di erogare 380Kw di energia geotermica: ciò consente di

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Foto: Federico Brunetti, per gentile concessione di Autogrill Spa

1. Il cono del vulcano, illuminato in rosso.2. La vista dall’interno del vulcano, con i proiettori Front Light e le Ledstrip.3. La zona del caffè con gli speciali binari curvi.

Autogrill è stato uno dei primi clienti iGuzzini a decidere di passare all’utilizzo di apparecchi con questa nuova sorgente luminosa. In esterno l’intervento più rilevante ha riguardato l’illuminazione del cono del vulcano che durante le ore notturne, diventa un landmark, tingendosi di rosso, colore di riferimento per il brand Autogrill. L’effetto di lavaggio di colore è ottenuto grazie all’apparecchio Linealuce, in questo caso prodotto specificatamente per questo progetto e che utilizza solamente LED rossi. Si è posta molta attenzione al senso di sicurezza e al confort degli avventori: in esterni si è creata una sorta di crescendo nella percezione lumi-nosa, per cui i visitatori vengono accompagnati gradatamente dal livello di illuminamento che trovano sulla strada fino all’intenso illumina-

mento presente all’interno della costruzione. Per l’illuminazione stradale dell’area sono stati utilizzati apparecchi su palo Wow, mentre le pensiline sono illuminate da proiettori iPro. All’interno, su degli speciali binari curvi, sono stati utilizzati Front Light nella zona del caffè Motta e nella zona dei tavoli, mentre sul bordo curvo che corre lungo l’area del ristorante self service sono stati utilizzati incassi Reflex Easy e Pixel Plus. La zona dei banconi del bar vede l’integrazione con un Hub speciale molto lungo, con Pixel Plus inseriti. All’interno del vulcano sono dispo-sti dei Front light vicino all’apertura da cui entra la luce naturale e, per non spezzare l’altezza, delle Ledstrip contribuiscono a illuminare la parte superiore, rispetto ai proiettori, del cono.

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Progetti La conversione al LED dell’illuminazione di Ostfildern

Ostfildern, Germania

CommittenteMunicipalità di Ostfildern

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione Deutschland

La cittadina di Ostfildern, 36,000 abitanti a pochi passi da Stoccarda è la tipica cittadina residenziale tedesca. Nasce anzi dalla fusione di 5 comuni preesistenti e si sviluppa quindi su un vasto territorio e con una buona presenza di vie e collegamenti, sia a traffico veicolare che pedonale. Fin dal lontano 2011 la città ha avviato un piano per la riconversione del vecchioimpianto di illuminazione a vapori di mercurio con i nuovi apparecchi a LED.

Lo studio e la valutazione di diverse proposte da diversi produttori di apparecchi di illumina-zione è andata avanti per un po’ fino a quando l’arrivo sul mercato dell’apparecchio Wow, disegnato da Piano Design e con elevata efficienza ha portato alla scelta definitiva da parte della committenza e alla sostituzione dei vani ottici mantenendo i pali precedentemente utilizzati. Il vano ottico utilizzato è quello del Wow corpo piccolo con ottica stradale. Si sono scelti LED warm white e grazie ad un Light Management

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Foto: Archivio iGuzzini

1. Alcune vie residenziali con la nuova illuminazione2. Vie di Ebersbach

System che ottimizza i flussi luminosi a partire dalle ore 22 fino alle ore 4 del mattino i consumi di energia elettrica sono ridotti del 60%, oltre ad avere ridotto di conseguenza la produzione di CO2. Con l’uso dello stesso apparecchio si è garantita inoltre anche una uniformità formale in tutta la cittadina. La città ha potuto avvalersi di un sostegno economico governativo per realizzare questo intervento importante ed i risultati di apprezzamento da parte della città sembra aver sancito il successo dell’operazione.

Gli abitanti stanno apprezzando in modo parti-colare la maggiore uniformità dell’illuminazione oltre al confort offerto dalla temperatura colore scelta. Anche nella vicina città di Ebersbach è stata fatta una importante riqualificazione del centro con la ristrutturazione della piazza centrale e delle vie adiacenti. Anche in questo caso tutta la nuova illuminazione è stata realizza-ta con nuovi apparecchi LED. U.F.O., Light Up, Cut Off ed Archilede, illuminano tutte le zone in maniera uniforme e senza abbagliamenti.

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Progetti Il Museo delle Donne

Dubai, Emirati Arabi Uniti

ClienteWomen Museum - Rafia Ghubash

Progetto architettonicoEnrico Botta Architect

Partners AssistanceiGuzzini Middle Est

Il Women Museum è la prima istituzione, creata a Dubai, interamente dedicata all’emancipazione femminile. Il museo è ospitato dalla Bait al Banaat, (La casa delle ragazze), all’interno del vecchio mercato dell’oro, una delle zone più vivaci della città. Negli anni Cinquanta è stata la dimora delle sorelle Ghanem e di recente è stata ristrutturata per alloggiare il primo museo che celebra e mette in evidenza i diversi ruoli assunti dalle donne arabe e il loro impatto fondamentale sulla società.

Donne come Ousha Bint Khalifa Al Suwaidi, meglio nota come “Bint Al Arab” (figlia degli arabi), la poetessa più famosa degli Emirati Arabi, o Sheikha Fatima bint Mubarak (Madre degli Emirati), la presidentessa dell’UAE General Women’s Union, presidentessa suprema della Family Development Foundation e presidentessa del Supreme Council for Motherhood and Childhood. L’istituzione è stata realizzata grazie alla visione e agli sforzi di Rafia Ghubash, docente universitaria, psichiatra

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Foto: Goldfish Photography & Video

1. L’auditorium-biblioteca2. Sale espositive

ed ex presidente della Arabian Gulf University, che ha voluto dare risalto e raccontare l’influenza e il ruolo delle numerose donne degli Emirati che hanno contribuito a plasmare e far prosperare la società moderna e contemporanea. Con le loro storie diverse si intende ispirare e affascinare non solo le generazioni più giovani degli Emirati, ma anche i numerosi espatriati che vivono nel paese del Golfo, offrendo loro l’opportunità di respirare la tradizione e il retaggio di una delle società multi-culturali che sta crescendo più velocemente al mondo. Insieme a vecchie foto, cimeli, manufatti d’uso quotidiano, il museo presenta sui suoi tre piani elementi di design e manufatti realizzati da giovani e talen-tuosi artisti e designer nel tentativo di mantenere vivo e vibrante il dialogo e l’ispirazione reciproca tra tradizione e futuro, identità ed evoluzione, patrimonio e visione. Le zone espositive principali, progettate dall’architetto Enrico Botta, sono illuminate dagli apparecchi Le Perroquet e Zoom di iGuzzini che si integrano perfettamente con l’architettura degli spazi e con le opere. Gli apparecchi iGuzzini sono posizionati per mettere in luce gli schemi narrativi che legano le opere d’arte, suggerendo ai visitatori affascinanti itinerari all’interno dell’esposizione.

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Progetti

L’Hotel B4 del gruppo Boscolo si trova a Milano, in prossimità dei poli fieristici Rho-Fiera e Fiera Milano City e vicino alla futura sede dell’Expo 2015. Il nuovo hotel nasce per rivedere, scardinare e rinnovare i criteri dell’intera categoria di “business hotel”. Ibrido, trasversale, intriso di contaminazioni, luogo di cultura, natura e metropolitanità, il B4 Milano si pone come canone per i futuri hotel che verranno. Esternamente distintivo e ieratico, grazie all’attento lavoro dell’architetto Giancarlo Marzorati, e internamente iconico

B4 - Boscolo Hotel

Milano, Italia

CommittenteAlinvest

Cliente e GestoreBoscolo Hotels

Progetto architettonicoGiancarlo Marzorati

e funzionale, grazie al dinamico segno dell’architetto Simone Micheli. Una realizzazione come quella dell’hotel B4 è, nel momento attuale, un segnale importante. Essa rappre-senta innanzitutto la testimonianza di come la tipologia ricettiva, nelle sue diverse declinazioni, sia sempre più oggetto di attenzione e speri-mentazione, andando oltre le forme e le formule più consolidate. Questa realizzazione è anche il segnale di come il settore ricettivo e, in partico-lare alcuni gruppi e catene alberghiere italiane, stiano sottolineando nuovamente l’importanza

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Foto: Jurgen Eheim

1. Hall dell’albergo2. Sala meeting

Progetto di architettura d’interni e illuminotecnicoSimone Micheli

dell’architettura e del design nel progetto di hotel contemporanei. All’interno dello spazio hotel non vi devono essere dissonanze ma, anzi, è proprio la globale assonanza di progettazione e gestione dei molteplici aspetti e dettagli che lo compongono che deve convergere a creare un universo di coerenza. Quindi: lo spazio, la luce, il colore, l’utilizzo della tecnologia ma anche il tipo di servizio nei confronti del cliente, la ristorazione, le modalità di autopromozione, il particolare uso dei canali divulgativi sono alcuni dei vari tasselli

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Progetti B4 - Boscolo Hotel

che devono essere congegnati ad incastro per costruire un mondo omogeneo che emette un messaggio unico e riconoscibile. Le aree comuni del B4 sono state ripensate da Simone Micheli in un’ottica di ibridazione degli spazi, di contamina-zione delle funzioni per soddisfare i più disparati bisogni degli ospiti: la hall non è solo luogo di accoglienza e sosta ma anche una galleria in cui fare shopping, un’area relax e un’area gioco; è connessa e separata, tramite sistemi modulari, al ristorante e alla caffetteria. Tutti gli spazi sono comunicanti, fluidi e interattivi. Delle sculture che ricordano gli alberi, costituiscono l’intero apparato strutturale e funzionale del piano terra: laccate, lucide, di colore verde acido o rosso squillante, contrastano col pavimento in pietra di Luserna che si stende, ininterrotto, su tutta la superficie. Poltrone scultoree, alcune con schienali decisamente fuori-scala, punteggiano l’intera hall, creando delle isole relax-attesa. Dal soffitto scendono macro-lampadari, futuristici e immaginifici, che occupano l’intero spazio a doppio volume dell’ingresso. La regia illumino-tecnica evidenzia, attraverso i fasci degli incassi Pixel Plus a LED, le isole, oltre a dare indicazioni sui percorsi da seguire. Salendo al primo piano, attraverso la scala o gli ascensori panoramici, lo sguardo è accolto da colori e forme che suggeriscono un rilassamento generale dei sensi: il dinamismo fluido della hall, appare lontano, l’atmosfera è serena e avvolgente. I corridoi sono illuminati dagli incassi Express 3 W a LED warm white. Le sale congressi, tecnologicamente concepite per soddisfare molteplici bisogni funzionali dai punti di vista illuminotecnici, spaziali ed estetico-qualitativi, si trovano al primo e al secondo piano.

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3.4. Diverse tipologie di camere5. Centro benessere

Si compongono di tre piccole sale meeting, utilizzabili anche come sale riunioni private, e di una vera e propria grande sala plenaria, che può ospitare fino a 450 persone e, grazie al sistema di pareti scorrevoli interno, può essere divisa sale più piccole da 125 e 200 posti. Il controsoffitto ad isola, staccato lungo tutto il perimetro delle pareti, è sospeso in un alone di luce, realizzata grazie a Ledstrip, con temperatura colore di 3000 K, mentre alternati alle stalattiti si trovano incassi The Reflex, 2000 lumen Warm White.

Al secondo piano troviamo anche il centro benes-sere, spazio organico e volutamente vivace, colo-rato. Delle forme fluide definite in giallo salgono da terra a tutta altezza altre scendono dal soffitto, punteggiato da incassi Pixel Plus LED, forandolo e portando con sé cascate d’acqua. Le camere, ergonomiche e funzionali, sono pensate anche in relazione alla durata, per essere resistenti e facilmente pulibili. L’armadio spicca simile a un totem lucido, verde acceso, che gioca con i piani, assolutamente candidi, in solid surface, della

scrivania e del poggia valigie. La doccia avvolta in una cortina di vetro sfumato, al centro della stanza, diviene fulcro distributivo e visivo dell’intera camera. Il lavabo si installa direttamente sulla testata del letto che si allunga e diventa supporto. Doccia e lavabo sono quindi liberi da pareti. I servizi sono installati invece dietro una porta scorrevole specchiata. Gli apparecchi di illuminazione, gli incassi Express LED, sono quindi concentrati in alcuni punti, definiti secondo la tipologia di stanza.

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Laser Blade Line to Circle

Laser Blade rivoluziona il concetto di downlight. Il prodotto con ottica miniaturizzata, a elevato comfort visivo, utilizza il principio fisico della sorgente puntiforme generando un’emissione di luce circolare. Niente più schemi rigidi ma ampia possibilità di personalizzazione. Innovativo nella sua semplicità, Laser Blade è il risultato di un processo integrato di diverse discipline: scienza della luce, tecnologia, design e cultura. Il sistema è uno strumento molteplice, flessibile, universale. Laser Blade ha ricevuto prestigiosi premi internazionali. È un segmento dalle dimensioni ridotte, da 44 a 56mm di altezza, 44mm di larghezza. La compattezza e la forma consentono l’applicazione anche in soffitti molto bassi (profondità minima di installazione da 45 a 100mm) e facilitano l’installazione in condizioni di spazio limitate. Un banco ottico brevettato per direzionare, distribuire perfettamente la luce. Il segreto di Laser Blade Wall washer è il suo banco ottico brevettato: una combinazione di riflettori e schermi ottici. Un accurato studio tecnologico è alla base di uno schema ottico costituito da una parte riflettiva interna obliqua (che indirizza la luce fino al bordo superiore della parete) e una superficie prismatica rifrattiva frontale.

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Corpo

Riflettore interno in alluminio superpurocon deposito in argento(riflettanza insuperabile).

Film diffondente

Raster nero

Schermo in PMMA millerighe

1 Laser Blade High contrast2 Laser Blade General Lighting3 Laser Blade Wall washer4 Laser Blade Adjustable singolo5 Laser Blade iN30 High contrast incasso/plafone/sospensione6 Laser Blade System53

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Laser Blade

Philippe Mombellet Lighting Designer Ponctuelle

Può parlarci della prima volta che ha visto Laser Blade, durante quale occasione e qual è stata la prima impressione che ne ha avuto?La prima volta in cui visto questo apparecchio è stato a Francoforte, durante la fiera Light & Building. E ricordo che quello che mi aveva sorpreso era proprio il fatto che non diffondeva luce, visto da lontano era come spento. Una grande discrezione quindi, e la mia prima impressione è che non ci fossero in quel momento degli apparecchi simili. Un apparecchio con queste caratteristiche si può immaginare all’interno di molto progetti, dunque sono rimasto piacevolmente sorpreso.

Secondo lei, che cos’ha di speciale e unico rispetto agli altri prodotti che ha visto sul mercato?Direi che è unico per quanto riguarda le dimensioni e la discrezione della sua presenza.È vero che la luce si deve vedere e ci deve fare vedere lo spazio, ma di solito non si vuole vedere la sorgente luminosa, perchè ciò significa abbagliamento. Inoltre come ho già detto è piccolo e si può integrare in contesti molto diversi. Mi sembra proprio che un apparecchio con queste caratteristiche non esistesse prima sul mercato.

Durante questa visita ha avuto l’occasione di vedere tutta l’evoluzione di Laser Blade e quindi ha visto le versioni a luce generale, il wall washer, i sistemi, la versione orientabile. Tra tutte queste versioni, quale le interessa dal punto di vista professionale? La versione che mi ha più sorpreso è in realtà quella di base. Succede spesso questo quando si disegna un prodotto: spesso è il primo tratto, la prima idea che poi si sviluppa, che in realtà si rivela la migliore. Dopo la versione di base, quella wall washer, mi sembra un prodotto interessante. Come ho già detto bisogna avere un minimo di pratica con un prodotto prima di scoprirne tutti i trucchi ed io sto scoprendo tutte le possiblità di questo apparecchio giusto ora.

Che cosa pensa dell’uniformità che si ha con la versione wall washer?È sorprendente, è un prodotto veramente riuscito. Bisogna utilizzarlo secondo i vostri consigli perché è un apparecchio che bisogna mettere in una maniera molto precisa in rapporto alla superficie da illuminare.

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Ristorante WasabiLondra, Regno Unito

FotoJo Burridge

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Studio dentistico Vogel Freiberg, Germania

Foto Thomas Schlenkrich

Laser Blade

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Fabien HaouyResponsabile commerciale Vibert Eclairage

Yannick Dietrich Architetto

Può parlarci della prima volta che ha visto il prodotto Laser Blade?La prima volta in cui mi è stato presentato questo apparecchio è stata a Parigi, presso iGuzzini Francia. Ci è stato presentato perché era appena uscito, era LA novità…un prodotto molto innovativo con la capacità di illuminare come un apparecchio che utilizza lampade alogene ma che invece utilizza LED.

Secondo lei che cosa ha di unico e veramente speciale questo prodotto?È unico nella sua concezione: un apparecchio che ha una forma lineare ma che produce un fascio luminoso circolare.

Quale versione dell’apparecchio preferisce? Trovo veramente interessante la versione wall washer, apre nuove possibilità nel modo di illuminare gli ambienti.

Che cosa pensa dell’uniformità verticale che si ottiene con la versione wall washer?Trovo che apporti ulteriore morbidezza e comfort alla luce emessa dall’apparecchio...È meno intenso, più dolce.

Può parlarci della prima volta che ha visto il prodotto Laser Blade?Credo sia stata durante una presentazione che la iGuzzini ha fatto presso il nostro ufficio. Ho trovato che questo prodotto avesse un lato un po’ magico: si vede la luce, che sembra attirarti lungo una direzione, ma non si vede da dove venga questa luce…si vede l’atmosfera creata nell’ambiente, si ha voglia di rimanere, ma da dove provenga la luce rimane un mistero…

Ha già visto un prodotto simile a Laser Blade, con la stessa concezione?Diciamo che quello che trovo veramente interessante di questo prodotto è che non fa capire di essere un apparecchio d’illuminazione: non si vede la sua sorgente, per cui le persone che attraversano lo spazio si domandano da dove viene la luce e mi sembra che fra i concorrenti tutti gli apparecchi si vedano, si vede sempre la sorgente: c’è sempre un punto di partenza della luce ed un punto di arrivo.

Ha già utilizzato il Laser Blade in un progetto? Sì, lo stiamo utilizzando per degli appartamenti a Strasburgo. L’abbiamo scelto per illuminare gli ambienti di passaggio e abbiamo voluto apportare valore all’architettura e benessere alle persone, proprio attraverso la luce.

Di tutte le versioni che ha visto questa mattina del Laser Blade qual é quella che le piace di più?È difficile perché preferisco l’originale. Per tutti i prodotti che sono stati presentati nello showroom è vero che il mio «colpo al cuore» è sempre l’originale perché è la discrezione e l’immagine della luce che si vede bene. Amo gli ambienti in cui si illumina soltanto una parte dell’area, un po’ il muro, e viene voglia di scoprire, d’andare più lontano.

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Simon MarksLighting designer DHA Designs

Può parlarci della prima volta che ha visto il prodotto Laser Blade?Paul Fry è venuto al nostro studio e ci ha illustrato le caratteristiche di questo prodotto. Credo che dei miei colleghi avessero già avuto modo di vederlo, ma per me era la prima volta e sono rimasto impressionato dalla tecnologia per la dissipazione del calore e dalle ottiche, e penso che, sì, effettivamente sia un prodotto unico per il controllo dell’abbagliamento.

Ha già visto un prodotto simile a Laser Blade, con la stessa concezione?No, non penso…non credo esista qualcosa che ha le ottiche di un downlight, ma con una forma che non è quella di un downlight.

Di tutte le versioni del Laser Blade che ha visto qual é quella che le piace di più?Mi piace molto il System 53, penso che sia utile avere la possibilità di combinare prodotti della stessa famiglia, penso che possa avere usi mol-teplici e, in modo particolare è interessantissimo il fatto di poter utilizzare insieme un’ottica wall washer con la versione lineare.

Può parlarci della prima volta che ha visto il prodotto Laser Blade?È stato ad una delle presentazioni durante la Light & Building… Siamo stati tirati dentro da Terry (…) che disse che dovevamo assolutamente esserci, che si trattava di prodotti nuovi. Siamo stati spinti dentro questa stanza buia… e ci hanno detto che quello che stavamo per vedere era veramente nuovo e speciale… poi hanno acceso e realmente c’era qualcosa di entusiasmante… eravamo impressionati sia per l’effetto della luce che era completametne circolare sia per la quantità emessa, ma anche per il pensiero correlato che era… prendere una cosa lineare e farne qualcosa di circolare. Abbiamo pensato che era una cosa con un sacco di potenzialità.

Lo sta già usando in qualche progetto?L’abbiamo prescritto per due progetti al momento…io l’ho prescritto come downlight nascosto in un soffitto di una maglia metallica nera di un parcheggio con l’idea che quando guidi lungo la rampa del parcheggio non dovresti vedere da nessuna parte la sorgente luminosa anche se il pavimento è illuminato man mano che vai giù…Un altro progetto a cui stiamo lavorando e la vostra azienda sta lavorando è per un progetto in cui c’è un soffitto di metallo, ma con una superficie irregolare, piegata, con una serie di picchi e di avvallamenti e il Laser Blade è stato integrato negli avvallamenti del soffitto, sfruttando la linearità dell’apparecchio, ma per ottenere una distribuzione circolare sul pavimento.

Philip DickinsonarchitettoPritchard Fernis

Laser Blade

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El Corte InglésGourmet ExperienceMadrid, Spagna

Progetto architettonicoNatalia Santafe

Progettazione di interniDario Torralbo

Foto274 km

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Appartamento privato Panama City, Panama

Progetto architettonico ed illuminotecnico Ignacio Maillol

Laser Blade

FotoFernando Alda

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Michael DeppischArchitetto

Jörg Reimer Lighting Designer JAD Lighting Design

Hiroyasu Shoji Lighting designer Lightdesign Inc. founder

Può parlarci della prima volta che ha visto il prodotto Laser Blade?Ho visto Laser Blade nel catalogo novità 2012 -2013, che era totalmente nuovo anche dal punto di vista grafico e ho trovato il prodotto affascinante. Questo prodotto quasi “filigrana” si adatta perfettamente con la mia filosofia dell’architettura: sottile, semplice.

Può parlarci della prima volta che ha visto il prodotto Laser Blade?Sicuramente ho visto l’apparecchio per la prima volta a Light and Building a Francoforte.È stato veramente soddisfacente vedere quanto sia minimale questo apparecchio: molti produt-tori di apparecchi di illuminazione cercano di spiegare come l’avvento del LED non garantisca affatto prodotti con dimensioni ridotte, perchè il dissipatore di calore occupa uno spazio notevole. Penso che la iGuzzini abbia risolto il problema, in modo “fresco”.

Possibili evoluzioni? Penso che l’evoluzione debba indirizzarsi verso apparecchi sempre più luminosi per il settore retail tranne forse che per il settore abbigliamento dove catene come Abercrombie & Fitch e Hollister, non usano alti livelli di illuminamento e proprio per queste tipologie particolari un prodotto come Laser Blade può mostrare tutta la sua autorevolezza.

Penso che Laser Blade sia un apparecchio di illuminazione per la nuova era.Dopo lo sviluppo della lampadina ad incan-descenza tutti gli incassi hanno avuto forma rotonda. Naturalmente questa forma rotonda si sta sempre più riducendosi vista l’evoluzione della sorgente luminosa, tuttavia sempre rotonda rimane. Laser Blade usa LED molto piccoli ed ha una forma lineare. È ridotto nelle dimensioni, ma può illuminare grandi spazi. Quindi è un grande apparecchio di illuminazione per il settore architettonico, è rivoluzionario e adatto all’età del LED.

Vedi anche: https://www.youtube.com/watch?v=hsJVjPEiIGU

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Cultura dell’azienda

La sede della iGuzzini Benelux da febbraio 2014 sarà presso il complesso Valkeniers Natie edificio sede dal 1906 dell’azienda omonima. Situato nella zona portuale, l’edificio ristutturato dopo l’acquisizione dell’azienda da parte della Katoen Natie è ora un centro polifunzionale, che ospita uffici, show room, ma anche atelier d’artisti.

La iGuzzini Benelux trasloca

iGuzzini illuminazione SpA - Belgian Office Showroom & officesVan de Wervestraat 222060 Antwerpen

Lo spazio si caratterizza con un ampio open- space in cui sono sistemati i tavoli con i prodotti più innovativi, recentemente presentati dalla iGuzzini, oltre al tavolo “Touch the light”: un tavolo attrezzato attorno al quale i vari ospiti avranno occasione di conoscere attraverso la sperimenta-zione, le caratteristiche principali dei prodotti.

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Il 2013 ha visto due ulteriori conferme per la carriera dell’architetto Renzo Piano.Da giugno 2013 fino ad agosto la Gagosian Gallery di New York, in collaborazione con la Fondazione Renzo Piano, ha ospitato “Fragments”, mostra con più di trent’anni di progetti portati a termine dall’architetto italiano. La iGuzzini è stata sponsor tecnico per l’illumi-nazione fornendo i proiettori Le Perroquet, design Piano Design, una sponsorizzazione che nasce dalla relazione ormai di lunghissima data con l’architetto. Nell’agosto 2013 inoltre l’architetto è stato nominato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, senatore a vita. La carica viene concessa a personalità italiane che abbiano “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”.

Renzo Piano celebrato a New York ed eletto senatore a vita in Italia

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Cultura dell’azienda

Incontri di formazione presso la iGuzzini Iberica

La filiale spagnola ha tenuto una serie di incontri dedicati ad approfondire alcuni aspetti dell’illuminazione. Gli incontri “Light Experience” si sono svolti a giugno e ad ottobre e sono organizzati come dei veri e propri workshop, per cui dopo una introduzione teorica, si fa della vera e propria pratica. Il primo workshop è stato dedicato alla illuminazione degli spazi commerciali con la preziosa collaborazione dell’architetto Federica Sandretti e di Lisardo Mendo, specializzato in allestimenti di spazi commerciali. Il 30 ottobre gli architetti ed i progettisti che hanno partecipato all’incontro hanno potuto sperimentare sul campo l’illuminazione di un chiostro, grazie alla collaborazione con il Museo-Monastero di Sant Cugat del Vallés.

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Un’illuminazione ecosostenibile per il Pistoia Nursery Park

Il 27 giugno 2013 è stato inaugurato il primo Parco vivaistico d’Europa, Pistoia Nursery Park della storica azienda vivaistica Vannucci Piante, e che ospita più di un centinaio di grandi esemplari di piante, tra le più belle e scenografiche esistenti, sapientemente abbinate per varietà, specie, colore e altezza. Il parco è stato reso ancora più suggestivo durante le ore notturne grazie a proiettori iPro a LED. L’inaugurazione si è svolta in concomi-tanza con la terza edizione della manifestazione internazionale Vestire il Paesaggio, e per la iGuzzini ha partecipato il vice presidente Paolo Guzzini il quale è intervenuto per illustrare ai presenti la continua attenzione che l’azienda dedica all’ecocompatibilità, a supporto dell’ormai consolidata esperienza d’illuminare il verde come elemento architettonico.

AlaiaPalais Galliera, Parigi, 28 Settembre 2013- 26 gennaio 2014

Dalla fine di settembre 2013, il pubblico può riscoprire il Palais Galliera che è stato sottoposto ad un riammodernamento degli impianti elettrici ed antincendio, la creazione di un accesso facilitato ed un rinnovo degli spazi interni, mentre sono stati recuperati i colori originari del palazzo come il rosso pompeiano. Il museo ha riaperto al pubblico con una mostra dedicata allo stilista Azzedine Alaia per la quale la iGuzzini ha fornito la sponsorizzazione tecnica, collaborando con il lighting Designer Christian Broggini e l’impresa di installazione 3V.La iGuzzini ha organizzato una visita alla mostra ed ha ospitato clienti, architetti e progettisti il 9 dicembre 2013.

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Cultura dell’azienda

ADI Design Index 2013La Triennale, Milano 1 Ottobre – 2 Novembre 2013

L’ADI Design Index 2013 rappresenta il terzo volume del ciclo triennale che raccoglie i beni preselezionati per il prossimo Premio Compasso d’Oro ADI. Il premio, ideato nel 1954 da “La Rinascente” e donato poi all’ADI che lo gestisce ininterrottamente dal 1956, è il più prestigioso riconoscimento della qualità produttiva e progettuale di beni, servizi, processi e sistemi del design italiano. L’ADI Design Index è diventato inoltre, dal 2009, oltre che preselezione per il Premio Compasso d’Oro anche selezione annuale per il Premio Nazionale per l’Innovazione, patrocinato dalla Presidenza della Repubblica. Primopiano professional e Wow sono gli apparecchi iGuzzini preselezionati ed esposti durante la mostra dedicata all’ADI design Index che si è svolta presso la Triennale.

Anello vince il premio Janus

L’apparecchio Anello, disegnato da Marc Aurel, è stato insignito a novembre del Premio Janus, il più prestigioso premio di design francese che viene assegnato dall’Istituto Francese del Design dal 1953 a quei progetti riconosciuti come opere di creatività in grado di migliorare la qualità della vita.Una giuria composta da designer, ingegneri, pubblicitari, giornalisti, industriali, ha riconosciuto all’apparecchio Anello caratteristiche che soddisfano criteri di ergonomia, estetica, economia, etica, emozione. La cerimonia di premiazione si è svolta a gennaio 2014.

Janus 2013de la Cité

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ENERGY. Architetturae reti del petrolio e del post-petrolioRoma, MAXXI 22 marzo – 10 novembre 2013

La mostra “Energy” è articolata secondo tre sezioni dedicate al Passato, al Presente e al Futuro, sono: Storie/Stories, Fotogrammi/ Frames e Visioni/Visions. È allestita presso la Galleria 1 del MAXXI, e vede l’esposizione di materiale diverso: dalle foto ai plastici, a delle vere e proprie installazioni come la Energy Forest di Sou Fujimoto Architects.Sul piazzale del MAXXI è stata installata unastazione di servizio risalente agli anni cinquanta.La mostra inoltre accoglie la documentazionedi alcuni progetti pilota in corso di realizzazionein Europa e nel mondo per mettere in luce esottolineare la crescente importanza del rapportotra scienza e architettura. Il MAXXI ha scelto per l’allestimento di questa mostra una illumi-nazione, per la prima volta, basata solamente sull’uso di apparecchi a LED con temperatura colore di 4000K per enfatizzare il bianco, colore dominante del museo. iGuzzini è sponsor tecnico della mostra e ha messo a disposizione i proiettori Front Light per l’illuminazione generale oltre alle Ledstrip per l’illuminazione degli espositori in cui si trovano i materiali più fragili.

FotoFlaminia Nobili

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II

Cari lettori,

la storia di questa industria è ritmata da solide prese di posizione volte a sottolineare l’importanza di una corretta illuminazione. Lo abbiamo fatto attraverso le nostre campagna pubblicitarie a partire da “Illuminare gli Italiani” dal 1982, e poi “Con iGuzzini contro l’inquinamento luminoso” dal 1993, “Better Light for Better Life” dal 2002. Attraverso queste campagne, il mondo della luce ha imparato, con noi, a porre la propria attenzione sui grandi temi del rapporto tra città, architetture, vita, luce. Se vogliamo migliorare l’ambiente e la società in cui viviamo, dobbiamo essere coscienti di come la luce, usata correttamente, rappresenti un reale differenziale di qualità della vita. Di più: riteniamo oggi che la luce sia la protagonista, lo strumento per una reale innovazione sociale e quindi dal 2014, Light First.iGuzzini è la nuova piattaforma ideale e concreta intorno alla quale la nostra comunità intende convogliare le spinte più vitali, fresche, scientificamente e moralmente avanzate delle nostre società. Light First significa mettere in luce tutti i paesaggi del nostro vivere, del nostro lavorare, amare, custodire, crescere, mostrare. La luce è per le persone e per i loro spazi. Senza luce non c’è sviluppo, senza luce non esistono le cose, i corpi, le stelle. Fare innovazione sociale significa realizzare idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfino i bisogni delle persone e delle società, in un modo più efficace rispetto alle alternative esistenti e che allo stesso tempo creino nuove relazioni e nuove collaborazioni, per migliorare, con la luce, la vita, per innovare la società: vogliamo sognare un futuro migliore, basato su sviluppo sostenibile ed energie vitali, su qualità delle tecnologie e delle conoscenze. “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, è l’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri: è un presagio del nuovo cammino di luce e di speranza dopo i tempi difficili che abbiamo vissuto. Non è solo un augurio che ci facciamo e che facciamo al mondo, è un impegno sociale che ci prendiamo ed al quale vogliamo ispirare il nostro lavoro.

Light first. Adolfo

III

IncontroluceRivista internazionale, semestraledi cultura della luce

anno XVI, 27

RedazioneCentro Studi e Ricerca iGuzziniFr.ne Sambucheto, 44/a62019 Recanati MC+39.071.7588250 tel.+39.071.7588295 [email protected]

iGuzzini illuminazione spa62019 Recanati, Italyvia Mariano Guzzini, 37+39.071.75881 tel.+39.071.7588295 [email protected] video

Progetto graficoStudio Cerri & Associati

EditoreiGuzzini illuminazione spa

Hanno collaborato a questo numeroiGuzzini illuminazione Deutschland GmbH iGuzzini illuminazione France iGuzzini illuminazione Iberica S.A. iGuzzini illuminazione Schweiz AGiGuzzini Finland & Baltic OyiGuzzini Lighting (China) Co. LtdIGuzzini Middle East

Foto di copertinaBitter Bredt

Finito di stampare: Marzo 2014Tecnostampa, Recanati

La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori.Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo.

27 Incontroluce I. 2014

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27 Edizione italiana I. 2014Daniel Libeskind / Emilio Vicedo Ortiz / Manuel Lill Navarro / Dsign - Vertti Kivi & Co / RPBW / Piero Castiglioni / Aitao - Ren Rui / Cheng Taining / He Jingtang / Jiangsu Institute of urban Planning and Design / Foster + Partners / archi5 / Basalt Architecture / ACMH : Pierre Bortolussi / L’Atelier à Kiko / Giulio Ceppi - Total Tool / Autogrill Group - Design & Architecture Dept. Stefano Carmi e Patrizia Bernardi / Enrico Botta Architect / Giancarlo Marzorati / Simone Micheli / Dario Torralbo / Natalia Santafe / Ignacio Maillol

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