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GIOVANIPRESENZENELLARICERCAARTISTICAA BRESCIA

benedetta

merolagloriapiovanelli diana

verona

marcopagliardi

melissaprovezza

silviamarchesini

danielapapetti

raffaellaguerini

quartaedizione

evascolari

eliabenedetti marcello

bergoli

101edizioni aab

salone dell’AABvicolo delle Stelle, 4 - Brescia26 aprile - 14 maggio 2003feriali e festivi 15,30 - 19,30lunedì chiuso

COMUNE DI BRESCIA

ASSESSORATO ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE

E ALLE POLITICHE GIOVANILI

PROVINCIA DI BRESCIA

ASSOCIAZIONE ARTISTI BRESCIANI

a cura diMassimiliano Capellae Gianluca Gallinari

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Il catalogo che riporta il numero cento accompagnava la mostra Sculture deiCivici Musei 1860-1950: un traguardo che si proponeva di sottolineare lapluridecennale e feconda collaborazione con la maggiore istituzione musea-le della nostra provincia e di proporre alla comunità bresciana (e non soloa quella) una rassegna di grande livello qualitativo e di notevole importanzaculturale, esaltata da un allestimento stimolante.Il secondo centinaio, nella nuova veste grafica magistralmente elaborata daMartino Gerevini, vice-presidente dell’Associazione, si apre, per deliberatavolontà del consiglio direttivo, con il catalogo di una mostra dedicata alle gio-vani generazioni. In una situazione caratterizzata, e non solo in ambito locale,da carenza di strutture, dalla difficoltà crescente per gli operatori di proporsie confrontarsi e dalla precarietà del mercato, l’AAB ritiene un dovere percerti versi ineludibile ed un elemento forte di identità e credibilità consen-tire ai giovani, a quanti si accostano con serietà e moralità alla produzioneartistica, la possibilità di mostrare pubblicamente il frutto del loro impegno:la collettività non può essere estranea a ciò che sono, a ciò che esprimonole nuove generazioni, ai loro fermenti e alla loro visione del mondo, al loromodo di interpretare i problemi della società. In questa logica nel 1998 l’As-sociazione aveva organizzato il concorso Premio Brescia giovani, allestendouna mostra dei primi classificati e pubblicando il relativo catalogo, e nel 2000avviato l’iniziativa Giovani presenze nella ricerca artistica a Brescia. Per la quartaedizione della fortunata e apprezzata manifestazione, il consiglio direttivo hainteso ricorrere alla cura di due critici anch’essi giovani: e la fiducia accordataè ampiamente ripagata dai risultati, come potranno direttamente verificarecoloro che visiteranno la mostra e leggeranno il catalogo.L’AAB è lieta di esprimere pubblicamente il più vivo, sentito ringraziamentoall’assessore alla pubblica istruzione e alle politiche giovanili, professoressaCarla Bisleri, che fin dalla prima edizione della serie segue e sostiene l’ini-ziativa.

Vasco Frati Giuseppina Ragusini presidente dell’AAB direttrice dell’AAB

Centouno

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La quarta e attesa edizione della mostra Giovani presenze nella ricerca artisti-ca a Brescia, organizzata dall’AAB, offre quest’anno una interessante novità:sono esposte le opere di artisti che stanno per concludere gli studi acca-demici.I giovanissimi autori bresciani che frequentano le due accademie cittadineLABA e NABA e l’istituzione milanese di Brera hanno collaborato con en-tusiasmo alla raccolta e alla selezione dei lavori: una decina di giovani si af-facciano per la prima volta alla ribalta espositiva della città, nella sede del-l’AAB.La manifestazione, apprezzata e frequentata, sceglie nuove e originali for-mule per favorire l’incontro fra l’arte e l’espressività giovanile.È un impegno che condivido fin dalla prima edizione, per il suo valore so-ciale e per il significato di sostegno alle aspirazioni e alle qualità dei nuovitalenti artistici.Un riconosciuto traguardo per i giovani che entrano a far parte delle pre-stigiose rassegne dell’AAB e un motivo di speranza per tutti verso l’arric-chimento della nostra comunità culturale

Carla Bisleri assessore alla pubblica istruzione e alle politiche giovanili

Presentazione

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L’esposizione Giovani presenze nella ricerca artistica a Brescia, giunta alla suaquarta edizione, è proposta quest’anno secondo una nuova concezione:l’intento è infatti presentare ad un pubblico vasto la ricerca e l’opera digiovanissimi artisti bresciani che si apprestano a concludere gli studi acca-demici e che si affacciano ora alla ribalta espositiva della città.Queste nuove presenze sono state individuate all’interno delle due acca-demie cittadine, la Libera Accademia di Belle Arti e la Nuova Accademia diBelle Arti, oltre che nella più antica istituzione milanese di Brera.La mostra prevede l’esposizione di quarantuno opere di undici diversi ar-tisti, di un’età compresa tra 23 e 28 anni. Si è preferito non limitare in alcun modo - per tecnica, stile e soggetto -l’espressione dei singoli giovani artisti. I mezzi espressivi impiegati infattisono i più disparati: dal video alla fotografia, dalla pittura alle tecniche mi-ste. Diversi sono anche gli stili adottati dagli artisti, dalla pittura figurativaall’informale, fino al concettuale. È questa una scelta che può risultare ap-parentemente inusuale, ma che in verità si è rivelata utile a sottolineare levarietà del nuovo panorama artistico bresciano.L’iniziativa ha trovato ampio assenso nelle direzioni delle accademie coin-volte, che ringraziamo, impegnate prevalentemente nelle prime fasi di rac-colta e selezione dei lavori che sono qui presentati.

Massimiliano Capella Gianluca Gallinari

Introduzione

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È nato a Leno nel 1982. La primaformazione avviene al liceo artistico diCrema, dove Gianni Macalli incoraggia ilsuo talento. Ora frequenta il primo annodella Accademia di Belle Arti di Brera aMilano, dove la sua ricerca si spinge versola dimensione della quotidianità. A questotema lavora ricorrendo a tecniche,linguaggi e materiali completamentedifferenti tra loro (gommapiuma, fotografiadigitale, gesso, tela), cifra del continuotentativo di evoluzione che non si discostamai tuttavia dall’intento espressivo e dallefinalità prime. Giovanissimo, ha al suoattivo due collettive e una personale allagalleria Aac di Cremona.

Tel. 333-1737184

Sconcertano le tele raggrinzite, segnate,piegate dall’impronta di oggetti, stoviglie,forme assenti della nostra quotidianità,che Marco Pagliardi ruba a tavoleimbandite e cattura con la gommapiuma,indurita da gesso e collanti, pressata perconservare il calco di ciò che non c’èpiù. Un processo che il candoreimmacolato del materiale impiegatoesalta, quasi rendendo fantasmagoricol’esito, come a ribadire la natura direlitto di quanto ci appare. I piatti sonoridotti a impronta, a peso inconsistenteche grava sulla tela gessata, perimmortalare un momento dellaquotidianità, vero elemento dell’indaginedell’artista. Le “anatomie” marcano ilsenso di un consumo continuo delle

cose, degli oggetti, degli istanti dellanostra vita, sempre più progressione asenso unico, in cui il tempo dellariflessione è confinato e faticoso.Scivolano sulla fila ordinata di bottonidella Camicia con impronta le nostreabitudini metropolitane, i nostri collettiinamidati e tutti uguali, le nostreconsuetudini, le forme ricorrenti nellacittà degli uomini, le stesse che siritrovano, alla lente di un linguaggionuovo, quasi iperrealista, del tuttodescrittivo, anche in Ore 13: lo squarciosulle forme note di un treno, sulle porteche alludono ad un gesto ricorrente,quello di salire sempre alla stessa ora sulmedesimo mezzo, come tante volte ciaccade senza che ci facciamo più caso.

MarcoPagliardi

13

Anatomie di piatti con tovaglia, 2003gommapiuma e cotone con gesso e vinavil - cm 140 x 80

proprietà dell’artista

14

Camicia con impronta, 2003gommapiuma e camicia con gesso e vinavil - cm 60 x 45

proprietà dell’artista

15

Ore 13, 2003fotografia digitale - cm 100 x 70

proprietà dell’artista

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È nata ad Orzinuovi nel 1978. Frequenta ilquarto anno del corso di pittura pressol’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano,dove è assistente del professore NicolaSalvatore, titolare della cattedra di pittura. Ha esposto in mostre personali e collettivea Milano, Napoli, Cantù e Como. La suaricerca artistica è prevalentementeorientata verso la pittura, il video esoprattutto l’utilizzo di materiali quali lastoffa e la gomma. Recentemente hacurato una videoinstallazione presso lospazio Sarpi a Milano. Parallelamente all’attività di artista sidedica al teatro.

Tel. 328-2877407

«Anche le ali delle farfalle, così belle, sitrascinano fra le cose terrestri e allafine perdono i colori e l’ombra. Chiriceve gli ultimi sospiri delle farfalle?»(Fausto Melotti)

Nei lavori di Melissa gli ultimi sospiridelle farfalle li abbiamo trovati…, sonoappena percepibili nello spazio tra unastoffa e l’altra, nel vuoto delle aperture,tra un’apertura e l’immediatasuccessiva.Lo spazio che viene qui raccontato èrespiro, un luogo che viene trasformatoin un oggetto, leggero, svolazzante,impalpabile, ma pur sempre oggetto,carico di fisicità. Una quinta teatraleche cela un infinito spettacolo di

cristallizzazione dell’estasi, un colloquiofatto dal mescolarsi, dal respirare di duepersone troppo vicine.Sembrano descriversi anfratti ignoti eaccoglienti. Un accogliere ed allo stessotempo un voler penetrare, scavare,percorrere. Stratificazioni come curvedi livello di una carta geografica,intersuperfici con la forza di una trombad’aria che, lasciandoti impotente esconcertato, ti travolgono verso il lorointerno, verso il centro.Con la leggerezza di un alito di vento ela fluidità dell’acqua le stoffe sospese simostrano in tutta la loro bellezza,preziosità e sensualità. E perché no,anche femminilità. Ma le farfalle sono femmine?

MelissaProvezza

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Boss, 2001tessuto - cm 219 x 138

proprietà dell’artista

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Chimera, 2002tessuto - cm 72 x 101proprietà dell’artista

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Spettacolo in prima serata, 2001tessuto - cm 219 x 138

proprietà dell’artista

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È nata a Edolo nel 1980. Dopo averfrequentato il Liceo artistico di Lovere (BG),si è iscritta all’Accademia di Belle Arti diBrera a Milano, dove frequenta il quartoanno di corso con specializzazione inpittura.Nel 2002 ha frequentato il terzo anno distudi presso l’Academia de Bellas Artes deGranada (Spagna), dove ha esposto in unamostra collettiva con altri studenti presso laGalleria-Palazzo Carmen de Los Martires.Il suo percorso artistico comprende unasperimentazione di diverse tecniche:fotografia, pittura a olio, ready-made evideo.

Tel. 328-6249409

La produzione artistica di Eva Scolariviene presentata in mostra da treopere: un cortometraggio e due dipinti,un olio su tela e un olio su tavola. Lasperimentazione di tecniche artistichediverse costituisce il collante dellapersonalità di Eva, che intende lafotografia come un mezzo per poterevocare un ricordo o manipolareoggetti e pensieri, mentre trova nellapittura una possibile espressione di ciòche vede dentro e fuori di sé.Tra queste due forme artistiche sicolloca anche il video, la ripresa cherestituisce al suo lavoro un certodistacco, una certa pulizia, che lacostringe ad osservare senza toccare,ad entrare nell’immagine senza perdersicompletamente.Il sentire ciò che viene creato èrappresentato nell’opera di Eva daprospettive molto ravvicinate e damacchie e segni che vengono di

proposito lasciati sempre sui lavoriprodotti. Una visione dell’arte che Evaavvicina all’alchimia culinaria; creare ècome cucinare per qualcuno, assaggiareil piatto che si sta preparando ogni voltache si aggiunge un nuovo ingrediente,fino ad ottenere un piatto gustoso,ottimale per il cuoco, che servendolooffrirà qualcosa di sé.Il colore acquista un significatoparticolare, rappresenta quello chel’artista vede contemporaneamentedentro e fuori di sé, come gli ingredientidi un piatto che caratterizzano il saporestesso del cibo.Il rapporto tra arte e cibo è quindifondamentale per Eva, che proprio inmostra propone un cortometraggiorealizzato in occasione del suo soggiornoin Spagna e che intende presentareattraverso suggestioni sonore ecromatiche un momento fondamentaledella sua formazione artistica.

EvaScolari

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La Coruña – Real Madrid, 2002cortometraggio - 4 minuti primi e 6 secondi

proprietà dell’artista

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Dichiarazione di guerra dal mondo degli specchi, 2002olio su tela - cm 100 x 40

proprietà dell’artista

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Il secondo giorno – Maluco dice che la gente dovrebbe abbracciarsi di più, 2002olio su tavola - cm 40 x 30

proprietà dell’artista

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È nato a Brescia nel 1974. Dopo averconseguito il diploma di maestro d’artepresso l’Istituto d’arte di Castelmassa (RO),si iscrive alla Libera Accademia di Belle Artidi Brescia, dove frequenta il quarto annodel corso di pittura.La sua produzione artistica spazia dallapittura figurativa all’arte concettuale.

Tel. 339-8279288

La rappresentazione di immaginigeneratrice di pensieri è alla base dellaproduzione artistica di Elia Benedetti. Ilcoinvolgimento diretto dello spettatoreha portato l’artista a creare opere,“modi”, atti a far nascere pensieri nuoviai fruitori, coinvolti in un’esperienzaresa spettacolo, mai privata però dellasua semplicità.L’approccio artistico di Elia è pertantoapertamente concettuale e le tre operequi presentate sono particolarmenteesemplificative del suo creare piùrecente, che trova nella fotografia ilmezzo più diretto e utile alla propriaespressione.Mescolare per giorni un semplicecolore, ripetendo un’azioneapparentemente priva di significato, haconsentito all’artista di sondare concettiquali il tempo, l’energia, la nascita, lamorte, il pensiero e il non pensiero, econtemporaneamente di bloccare

l’ordinario flusso di accadimento dellecose. Le parole delle persone sonodiventate nuove e ricche di “altri”significati ed è nata l’idea di raccoglierequeste parole e legarle alle fotografiedei gesti che Elia stava compiendo.Nei ritratti fotografici il punto dipartenza è stato il quesito Dimmi unaparola a caso. Gli intervistati sono statipoi fotografati e ad ognuno è statoassociato il pensiero espressoprecedentemente, così da rappresentareil frammento di un loro pensiero, che,più del loro nome e cognome,suggerisce un aspetto intimo ecaratteristico di ognuno.Il quadro bianco rappresenta infine unconcetto spaziale invertito: l’operad’arte non è più sulla tela, ma si trova difronte ad essa. In questo modo anche lafirma rovesciata dell’artista indical’occasionale parte di mondo che passadavanti alla tela.

EliaBenedetti

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Tempo, 2001fotografia, testi a stampa e smalto su tela - cm 38 x 120 e 35 x 30

proprietà dell’artista

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Dimmi una parola a caso, 2002fotografia e testi a stampa - cm 85 x 100

proprietà dell’artista

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Quadro bianco (Elia Benedetti), 2002acrilico su tela - cm 80 x 80

proprietà dell’artista

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È nato ad Iseo nel 1978. Dopo il diplomadi maturità tecnica conseguito presso l’Itisdi Brescia si avvicina alla pittura e nel2001 si iscrive alla Libera Accademia diBelle Arti di Brescia, dove frequentaattualmente il secondo anno del corso dipittura.La sua ricerca artistica è dedicata in questoperiodo all’indagine espressiva edemozionale della natura.

Tel. 339-8046720

La produzione di Marcello Bergoli è quipresentata da tre opere che rivelano inmodo chiaro e diretto la conoscenzadell’opera del grande pittore ingleseGraham Sutherland.L’osservazione della natura è alla basedel creare di Marcello; il soggettonaturale, a lungo contemplato, vienerielaborato dalla memoria, dai ricordi edalle emozioni, che consentono di

spogliarlo della sua identità perdiventare una nuova espressione,sempre legata alla natura, ma svincolatadalle leggi a cui obbedisce.In questo modo i soggetti sceltivengono modificati, non stravolti, edinseriti in un contesto pittorico che nondeve descrivere in modo oggettivol’ambiente naturale, ma chesemplicemente intende evocarlo.

MarcelloBergoli

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Solitudine 1, 2003olio su tavola - cm 122 x 82

proprietà dell’artista

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Solitudine 2, 2003olio su tavola - cm 148 x 38

proprietà dell’artista

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Solitudine 3, 2003olio su tavola - cm 122 x 120

proprietà dell’artista

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È nata a Brescia nel 1972. Dopo ilconseguimento della maturità classica alLiceo “Arnaldo” di Brescia, ha iniziatoun’attività di grafica pubblicitaria. Si iscriveai corsi serali della Libera Accademia diBelle Arti di Brescia e nel 2002 partecipaad un workshop di fotografia con l’artistanewyorkese Frank Dituri.La ricerca artistica seguita in questi annimira a sviluppare il linguaggio espressivodella fotografia.

Tel. 333-6172039

La ricerca artistica di Raffaella Gueriniviene presentata in mostra da seiimmagini fotografiche, quale omaggioai grandi artisti novecenteschi delcolore. La fotografia diventa nelle opere dellaGuerini contenuto pittorico concreto,con precisi riferimenti cromatici alprocedimento creativo emozionale edistintivo di artisti quali Rouault, Picasso

e Soutine. L’incontro con il mondocircense, rappresentato dalle opere inmostra, ha consentito all’artista diapprofondire ed esasperare la ricercacoloristica già avviata da ChaimSoutine, indirizzandola verso unafotografia non convenzionale, madensa di drammaticità compositiva, diritmo concitato e di esplosioni dicolore: una fotografia gestuale.

RaffaellaGuerini

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Profilo di Joe il gitano come omaggio a Rembrandt, 2002fotografia - cm 20 x 50

proprietà dell’artista

Jasper il giullare come omaggio a Soutine, 2002fotografia - cm 20 x 50

proprietà dell’artista

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Jasper il giullare, 2002fotografia - cm 20 x 50

proprietà dell’artista

Danza di Karel e il fuoco, 2002fotografia - cm 20 x 50

proprietà dell’artista

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Karel si confessa con il fuoco, 2002fotografia - cm 20 x 50

proprietà dell’artista

Le zingare con ali turchesi, 2002fotografia - cm 20 x 50

proprietà dell’artista

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È nata a Desenzano del Garda nel 1977.Dopo aver conseguito il diploma pressol’Istituto statale d’arte di Guidizzolo (MN) eil diploma in grafica per l’editoria D.T.P.presso l’ENAIP di Botticino, si è iscritta allaLibera Accademia di Belle Arti di Brescia,dove attualmente frequenta il quarto annodel corso di pittura. Svolge contemporaneamente sia un’attivitàdi restauro, sia un’attività artistica, legataalla pittura e alla decorazione su muro e suvetro.Nel 2002 ha realizzato un’installazioneperformativa che ha coinvolto l’interocentro storico di Brescia e che ha suscitatoparticolare interesse per la forza, per lasuggestione delle immagini e per ilmessaggio d’amore espresso.

Tel. 338-1605354

Il mondo creativo di Silvia Marchesini èdocumentato in mostra da tre grandidipinti, che rappresentano un soloaspetto del più complesso linguaggiodell’artista.Il lato più concettuale della suaproduzione non viene qui presentato.Una scelta voluta dall’artista stessa che,grazie ad una performance natalizia cheha coinvolto l’intero centro storicobresciano, ha già proposto in modoaffascinante questo aspetto del suocreare: l’uso del lenzuolo come realtàtrascendentale, divina, spirituale,presenza essenziale nella vita dell’uomo,dove il sacro e il profano si unisconoper appagare l’insanabile bisognod’amore con la volontà di ucciderel’odio, una speranza di vita attraversofuochi di pace.Parallelamente alla tematica spiritualeSilvia sviluppa nella sua opera anche

quella della maschera. L’essere control’apparire, la verità contro l’opinione, larealtà contro l’illusione. E proprioquesto aspetto viene presentato inmostra tramite tre ritratti. La scelta diraffigurare personaggi fatali rispecchial’intima volontà dell’artista diesorcizzare un aspetto che in partel’affascina, l’attrae: la costruzione di unmondo ideale con il quale ed entro ilquale si propone di smascherarel’individuo. Analizzando così il voltoumano, l’espressione, il ghigno, lafisionomia, si colgono vari aspettidell’anima della figura ritratta:un’indagine microscopica e lenticolareche ha portato Silvia a creare faccesovradimensionate, fissate sulla tela inmodo surreale, fantastico e immobile,come per voler accentuare la loro fataleinvadenza e ribadire l’impossibilità discoprirle fino in fondo.

SilviaMarchesini

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Senza titolo, 2002olio su tela di lino - cm 132 x 87

proprietà dell’artista

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Lorenzo, 2002olio su tavola - cm 128 x 118

proprietà dell’artista

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Silvia (Autoritratto), 2003olio su tavola - cm 142 x 117

proprietà dell’artista

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È nata a Brescia nel 1978. Attualmente èiscritta al quarto anno della NuovaAccademia di Belle Arti di Brescia, dovefrequenta il corso di pittura del professorAlmeoni. Dal 2001 ha preso parte allecollettive “Lavori sotterranei”, “Flebo”, “Ildolore” e “Con-tatto”, giungendo infine allaprima personale (“Moti interiori”) nellagalleria Naba.

Tel. 328-4889763

Un contenitore colmo di corpi, megliodi frammenti, di dettagli anatomici, dimembra che si moltiplicano. Quasi uncaleidoscopio di forme umane, fissatesulla carta nelle mille tensionidell’epidermide, nelle pieghe dellecarni, nelle mollezze di artiabbandonati. Ad accogliere questeforme è non a caso un altro corpo, unoscheletro ligneo, al cui interno esseassumono nuova unità, unacombinazione impossibile, ma checonsente allo spettatore di ripartire dalgrado zero del proprio sguardo e disoffermarsi per un istante a scrutare, inquelle singole parti umane, parte di sé,della propria fisicità, ma soprattutto

della propria interiorità. L’Armadio inlegno, le cui ante Daniela Papetti faschiudere agli occhi di chi attraversa lasala, diventa così uno specchio infranto,una superficie che ritorna, un’immagineche pare impazzita, ma che offre inrealtà una dimensione di riscopertaintimità altrimenti impossibile allosguardo di ciascuno. E l’aprirsidell’armadio-corpo, il mostrarsi delcorpo-specchio, si risolve in un’epifaniaintensa, quasi le ante su cui s’aggrappaun abitino a richiamare l’unità delcorpo - controcanto ai frammenti incui esso è scomposto dentro -rivelassero allo spettatore la propriairriducibile complessità.

DanielaPapetti

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Armadio in legno, 2003tecnica mista - cm 165 x 110 x 52

proprietà dell’artista

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Armadio in legno (particolare), 2003tecnica mista

proprietà dell’artista

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Armadio in legno (particolare), 2003tecnica mista

proprietà dell’artista

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È nata a Castiglione delle Stiviere (MN) nel1978. Vive a Carpenedolo e lavora aBrescia. Frequenta il quarto anno dellaNuova Accademia di Belle Arti di Bresciasotto la guida di Piero Almeoni e vanta giàal suo attivo varie collettive e progettirealizzati nel contesto urbano di Brescia conaltri studenti della Naba. Nel 2002partecipa in particolare a “Zebre zebrate”,intervento artistico sul suolo pubblicocittadino, già rivelando come propriol’ambiente urbano sia il punto di partenzadella sua ricerca artistica. Nello stesso anno,inoltre, collabora alla definizione delprogetto “Moonlight shadows” con cui laNaba concorre al prestigioso “North Westpassages” di Biella.

e-mail: [email protected]

Rendering: termine tecnico con cui sidefiniscono le proiezioni tridimensionali,gli alzati di progetti di costruzioni cheverranno. Ne vediamo quotidianamentein prossimità di cantieri in qualsiasicentro urbano. La fruizione di taleimmagine si rivela di per sé suggestiva, ciconsente di dare una dimensione a ciòche ancora non ne ha, ci fornisce unarappresentazione facile, prossima allarealtà, immediatamente leggibile. Ed è suquesta base che interviene l’opera diBenedetta Merola, che scardina il quadrodella nostra percezione inserendominuti particolari, dettagli all’apparenza,che tuttavia alterano in manierainesorabile il senso della visione. Cisorprende una fila ordinata di libriladdove ci attenderemmo - dove forse cipare persino di scorgere a tutta prima -una cancellata. Che succede? Lospettatore è costretto a interrogarsi, arileggere l’immagine, a perdere lacomoda, confortante posizione di chiosserva passivamente quanto è stato

realizzato appositamente per evitargli losforzo di immaginare e astrarre. Unoscacco al mondo visivo preconfezionato,scacco che si alimenta di dubbi, insinuaticon sapienza dall’artista attraversoun’alterazione minima, nella scala deldettaglio, ma in grado di scansareprepotentemente le nostre certezze. Seuna staccionata può essere ricondottaad uno scaffale carico di libri, la realtàquotidiana, il volto delle strade, il sensodelle cose, la nostra percezione di tuttociò saranno proprio come leavvertiamo? O le incongruenze, che,quasi come in un gioco di ingegno, ciappaiono, tengono dietro a incongruenzemolto più profonde? Domanda noneludibile, al tempo dei bombardamentimediatici, delle “sofisticherie” digitali,delle diavolerie tecnologiche che ciconsentono di far apparire ciò che nonc’è, mutarlo, nasconderlo nuovamente.O solo trasformare in volumi di cartagrigie sbarre di metallo.

BenedettaMerola

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Rendering 1 (particolare), 2003elaborazione digitale - cm 130 x 150

proprietà dell’artista

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Rendering 2 (particolare), 2003elaborazione digitale - cm 150 x 130

proprietà dell’artista

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È nata a Leno nel 1981. A Brescia consegueil diploma magistrale per iscriversisuccessivamente alla Nuova Accademia diBelle Arti di Brescia, di cui tuttora frequentail terzo anno del corso di pittura, sotto laguida di Marco Zappa.

Tel. 333-9492097

L’annullamento della profondità,l’appiattimento della fisicità, schiacciatasulla tavola, quasi vincolata dal bianco,imbrigliata da una forma netta. Il corpoora rigido, ora chino, volto di lato, sitramuta in un’ombra immacolata. Unateoria di sagome luminose si offre allospettatore, che può rinvenirviimmediatamente la proiezione dei gessi,corpi reali, questi sì, che rappresentanoil controcanto allo spazio piatto delletavole, su cui è steso il coloreomogeneo. Eppure sono proprio leombre il cardine dell’opera di GloriaPiovanelli: costituiscono il riferimentoconcreto a ciò che circonda i corpi, a

ciò che sta dietro di essi, a tutto ciòche quotidianamente ci sta attorno e dicui non ci accorgiamo. Sono lesensazioni, le percezioni irrazionali,forse persino l’inconscio, ciò che è innoi in nuce ma senza voce, che non puòessere colto da chi ci osserva come danoi stessi. Ecco allora lo sforzodell’artista di dare una forma a tuttociò, di ammonire lo spettatore, diricondurlo ad una introspezione piùaccorta, profonda. Lo fa attraverso unprocesso che non tenta la comoda viadell’impatto estetico, ma che sceglieinvece la suggestione più raffinata diqueste tenui ombre di luce.

GloriaPiovanelli

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Senza titolo (dittico, tavola 1), 2003tecnica mista - cm 180 x 76

proprietà dell’artista

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Senza titolo (dittico, tavola 2), 2003tecnica mista - cm 180 x 76

proprietà dell’artista

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È nata a Brescia la vigilia di Natale del1981. Dopo il conseguimento del diplomapresso l’Istituto d’arte “Caravaggio” diBrescia nel 2000, si è iscritta alla NuovaAccademia di Belle Arti di Brescia, di cuiattualmente frequenta il terzo anno delcorso di pittura. La partecipazione ad alcuni concorsi e leinstallazioni proposte nel 2002 al ParcoGallo nell’ambito di un progetto accademicosegnano per lei l’inizio dell’attività artisticapubblica.

Tel. 348-9320760

Il corpo in movimento ridotto ainconsistente, leggerissima imago, privodi peso, annullato nelle sue fattezzefisiche, nel rigore delle simmetrie e delleforme definite. Travolto, elevato, fattolevitare dal moto, si muta in soffio. Leanatomie che Diana Verona presenta sideclinano in volumi appena accennati,che la pennellata rende assolutamenteimmateriali, a significare il dinamismoquasi di volo che le forme assumono. Lascelta di soggetti legati alla danza inducea ritrovare l’allusione ad una libertàdell’essere, che la fluidità della materiapittorica accanto all’assenza del coloresembra fare scaturire dalla monodia di

un canto antico, lieve, immutabile neltempo. Tempo, sotto scacco, risucchiatodall’istante che fissa il movimento,meglio che lo risolve in una percezioneche pare debitrice delle suggestionifotografiche, delle lunghe esposizioniche sfocano la materia rendendola puromoto. E la ricerca non trascuraun’attenzione precisa ai soggetti, i corpidei quali vengono volutamente coltinelle pose in cui la tensione è maggiore,nelle evoluzioni più estreme, cheoffrono meglio lo spunto per soddisfarequella esigenza di leggerezza che pareistanza prima dell’opera di DianaVerona.

DianaVerona

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Aerea dimensione (trittico, tavola 1), 2003olio su tela - cm 100 x 70

proprietà dell’artista

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Aerea dimensione (trittico, tavola 2), 2003olio su tela - cm 100 x 70

proprietà dell’artista

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Aerea dimensione (trittico, tavola 3), 2003olio su tela - cm 100 x 70

proprietà dell’artista

Indice

pag. 5 Centouno Vasco Frati e Giuseppina Ragusini

pag. 7 Presentazione Carla Bisleri

pag. 9 Introduzione Massimiliano Capella e Gianluca Gallinari

pag. 11 Accademia di Belle Arti di Brera - Milano

pag. 25 Libera Accademia di Belle Arti - Brescia

pag. 43 Nuova Accademia di Belle Arti - Brescia

Giovani presenze - 9Giovani presenze nella ricerca artistica a Brescia, quarta edizioneMostra promossa e organizzata dall’Associazione Artisti Brescianicon il patrocinio dell’Assessorato alla pubblica istruzione e alle politiche giovanili26 aprile - 14 maggio 2003

Cura della mostraMassimiliano Capella e Gianluca Gallinari

Cura del catalogoVasco Frati e Giuseppina Ragusini

Progetto graficoMartino Gerevini

AllestimentoMassimiliano Capella e Gianluca Gallinari

Referenze fotograficheGli artisti espositori

Direzione dell’AABGiuseppina Ragusini

Segreteria dell’AABSimona Di Cio e Dario Moretta

I curatori della mostra ringraziano per la loro preziosa collaborazionei direttori delle Accademie, lo scenografo Stefano Carbone,i professori Piero Almeoni, Alessandra Giappi e Marco Zappa.

Fotocomposizione, impianti e stampaArti Grafiche Apollonio, Brescia

Finito di stampare nel mese di aprile 2003.Di questo catalogo sono state stampate 250 copie.