Il Concilio Vaticano II -...

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Equipe diocesana dell’Azione Cattolica dei Ragazzi

Diocesi di Roma

Il Concilio Vaticano II Quando la Chiesa cambiò volto!

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Sommario:

I. Introduzione e senso del sussidio pag. 3

II. Lumen Gentium pag. 13

Per riflettere sul testo pag. 15

Introduzione alla Costituzione, per gli Educatori pag. 18

Le attività destinate ai Ragazzi

Piccolissimi e 6/8 pag. 19

9/11 pag. 20

12/14 pag. 22

III. Dei Verbum pag. 25

Per riflettere sul testo pag. 27

Introduzione alla Costituzione, per gli Educatori pag. 28

Le attività destinate ai Ragazzi

Piccolissimi e 6/8 pag. 29

9/11 pag. 30

12/14 pag. 32

IV. Sacrosanctum Concilium pag. 33

Per riflettere sul testo pag. 35

Introduzione alla Costituzione, per gli Educatori pag. 36

Le attività destinate ai Ragazzi

Piccolissimi e 6/8 pag. 38

9/11 pag. 40

12/14 pag. 42

V. Gaudium et Spes pag. 43

Per riflettere sul testo pag. 45

Introduzione alla Costituzione, per gli Educatori pag. 46

Le attività destinate ai Ragazzi

Piccolissimi e 6/8 pag. 47

9/11 pag. 48

12/14 pag. 50

VI. C’è di più nel sussidio! pag. 51

Le domande rivolte ai bambini durante la Carovana della Pace pag. 53

…e qualche risposta! Pag. 57

VII. Allegati pag. 59

VIII. Conclusione e Ringraziamenti pag. 69

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Introduzione

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Che cosa è un Concilio?

Il Concilio Ecumenico Vaticano II è sicuramente uno degli avvenimenti più significativi della storia

della Chiesa cattolica in genere e il più importante del ‘900.

È opportuno fare qualche piccola chiarificazione sui termini, prima di affrontare il perché del

Concilio e i suoi frutti:

Concilio: è una riunione di vescovi per discutere e deliberare su alcuni argomenti.

Ecumenico: coinvolge tutti i vescovi della Chiesa Cattolica.

Vaticano: perché il svolto all’interno della Città Stato del Vaticano.

Secondo: perché già era stato svolto un Concilio nello stesso luogo nel 1870 detto

appunto Concilio Vaticano I.

Quindi il Concilio Ecumenico Vaticano II è l’assemblea di tutti i vescovi, sotto la presidenza del

Papa, per discutere e decidere su alcune questioni importanti relative la vita della Chiesa che si è

svolto in Vaticano tra il 1962 e il 1965.

Perché un Concilio e proprio in quel periodo?

Cambiamenti fuori…

Considerando che il mondo stava ancora riprendendosi dalle catastrofi generate dalle due guerre

mondiali e dal dilagare delle ideologie, soprattutto quella nazista e comunista (quest’ultima

condizionerà ancora per molti anni l’Europa e la Chiesa), tra la fine degli anni cinquanta e i primi

anni sessanta il mondo occidentale era entrato in un periodo di forte crescita e di sviluppo

economico, che aveva portato a un generale miglioramento delle condizioni di vita, tanto da

poter parlare di “società di consumo”. I modelli culturali si erano diffusi ovunque grazie ai mezzi

di comunicazione, come la radio e soprattutto la televisione, entrata a far parte della vita

quotidiana, tanto che anche il futuro Concilio diventerà il primo grande evento ecclesiale

mediatico.

Questo periodo di crescita economica e di cambiamenti culturali generò un sentimento di grande

fiducia nel futuro e anche il Concilio risentì positivamente di questo clima, come si noterà nella

costituzione Gaudium et Spes.

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Anche a livello politico l’inizio degli anni sessanta fu piuttosto euforico: nasce il mito di Kennedy

e di una nuova civiltà, con conseguenze sul piano politico internazionale. Tuttavia, in quegli anni,

si verificarono le due crisi più gravi della “guerra fredda”, in cui si era entrati dopo la seconda

guerra mondiale: la costruzione del muro di Berlino nel 1961 e soprattutto la crisi missilistica di

Cuba nell’ottobre 1962, un evento che provocò grande preoccupazione nel mondo intero. Lo

stesso Giovanni XXIII si adoperò fortemente per risolvere pacificamente questa crisi, avvenuta

proprio nel mese di apertura del Concilio.

Un altro cambiamento verificatosi in quegli anni è la decolonizzazione, ossia l’accesso

all’indipendenza di vari paesi del cosiddetto terzo mondo, sia africani che asiatici.

…e dentro

Non solo dal punto di vista esterno ma anche interno la Chiesa percepisce e accoglie “l’aria del

cambiamento”. Nella notte del 9 ottobre 1958, dopo un lungo pontificato iniziato nel marzo

1939, muore Pio XII, lasciando ai suoi successori una Chiesa forte e trionfante, ma ripiegata su se

stessa e separata dal mondo. Specialmente negli anni cinquanta, infatti, il Papa aveva accentuato

alcuni caratteri del suo modo personale di governare la Chiesa, isolandosi sempre più in uno stile

autoritario che non prevedeva collaboratori ma solo esecutori. Dopo l’anno santo del 1950,

culminato con la proclamazione dogmatica dell’Assunzione della Vergine, per varie ragioni legate

anche alle condizioni di salute del Papa, si riscontra un certo irrigidimento sul piano dottrinale,

con alcune decisioni che hanno lasciato l’immagine di una Chiesa staccata dal mondo e

soprattutto ossessionata dal pericolo del comunismo e dell’ateismo militante, che sembrava

volerla distruggere.

Inoltre, tra gli anni venti e quaranta e soprattutto sotto il pontificato di Pio XII, diversi movimenti

ecclesiali hanno contribuito a preparare il rinnovamento conciliare. Con “movimento” si intende

una realtà ecclesiale più o meno organizzata ma senza nessuno statuto canonico ufficiale, avente

lo scopo di promuovere un particolare obiettivo nella Chiesa. In questo periodo vanno segnalati

il movimento liturgico, biblico, mariano, ecumenico (nato fuori dalla Chiesa cattolica) e per

l’apostolato dei laici, che si faranno precursori e promotori di tutte le grandi innovazioni della

Chiesa conciliare e post-conciliare.

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Un nuovo Papa

Fu l’anziano Giovanni XXIII a prendere la sorprendente decisione di indire un Concilio, basandosi

anche sulle ricerche e sulle intuizioni dei suoi predecessori. E così il 25 gennaio 1959, appena tre

mesi dopo l’elezione, dopo la Messa celebrata nella Basilica Papale di S. Paolo Fuori Le Mura,

Giovanni XXIII annunciava la sua intenzione di convocare il Concilio con le seguenti parole: “Miei

venerabili fratelli del collegio cardinalizio, pronuncio dinanzi a voi certo tremando un poco di

commozione ma insieme con umile risolutezza di proposito la proposta della duplice celebrazione

di un sinodo diocesano per Roma e di un Concilio generale per la Chiesa universale”. In seguito il

Papa riferirà che il suo discorso fu seguito da un impressionante e devoto silenzio da parte dei

cardinali presenti (il cardinal Siri, allora presidente della CEI, dirà: “Giovanni XXIII ha avuto un

quarto d’ora di follia”).

Questo annuncio suscitò immediatamente un grande interesse nella Chiesa cattolica e al di fuori

di essa, perché si comprese che stava per accadere qualcosa di nuovo, a conferma dei segnali

emersi sin dai primi giorni del pontificato di Giovanni XXIII.

Le finalità del Concilio

Nonostante l’annuncio abbia destato un certo entusiasmo, non erano ancora chiare la natura e

la finalità del Concilio. In particolare gli osservatori cercarono di rispondere a tre interrogativi.

Anzitutto, occorreva comprendere se si trattava di un Concilio ex novo o della ripresa del

precedente, sospeso un secolo prima.

Inoltre, ci si chiedeva in che modo il Papa volesse realizzare l’obiettivo dell’unità; lo stesso

termine “ecumenico”, con cui veniva chiamato il Concilio infatti, era piuttosto ambiguo e forse

ancora disconosciuto: che margine di apertura avrà? Sarà aperto anche a tutti i cristiani non

cattolici, come i protestanti, o agli ortodossi?

Infine, non si sapeva se sarebbe stato un Concilio di condanna e di lotta contro la modernità e gli

errori del tempo, sulla scia di tutti gli insegnamenti pontifici dalla fine dell’Ottocento in poi.

A queste domande non fu data subito una risposta e solo dopo alcuni mesi venne chiarita l’idea

del Papa, in modo particolare quando, proclamando il nome “Concilio Vaticano II”, si lasciava

intendere che sarebbe stato un Concilio nuovo, interno alla Chiesa ma al quale sarebbero stati

inviati anche osservatori non cattolici.

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Durante la fase preparatoria Giovanni XXIII ebbe un comportamento da molti ritenuto piuttosto

enigmatico; infatti non fece molti discorsi, non intervenne nei lavori della commissione, non

diede indicazioni chiare sulla finalità e sul programma del futuro Concilio. Si pronunciò solo in

poche occasioni, tra cui spicca una locuzione pronunciata nella basilica di S. Pietro il 13 novembre

1960: “L’opera del nuovo Concilio è veramente tutta intesa a ridare splendore sul volto della Chiesa

di Gesù, alle linee più semplici e più pure della sua natività e a presentarla così come il divino

fondatore la fece, sine macula, sine ruga1”. In queste parole emerge l’idea dell’aggiornamento che

ha caratterizzato l’intero Concilio, con cui la Chiesa intendeva mettersi al passo con il mondo in

cui è chiamata a vivere e ad annunciare il Vangelo.

I risultati

Il Concilio ha avuto una storia breve seppur intensa, compresa tra l’apertura dei lavori avvenuta

l’11 ottobre 1962 fino alla chiusura del 8 dicembre 1965, in un triennio che va suddiviso in quattro

sessioni e tre intersessioni.

Sarebbe troppo lungo descrivere nel dettaglio i lavori delle singole sessioni e tutti gli avvenimenti

circostanziali. È più opportuno riportare una tabella nella quale riassumere i periodi, i documenti

e il loro contenuto generale, in modo da avere una panoramica, lasciando l’approfondimento al

resto di questo volume e alla ricerca personale.

Si faccia inoltre caso, nella tabella qui di seguito riportata, alla differenza tra Costituzione e

Decreto: la Costituzione ha un carattere dottrinale importante, perché contiene precise

indicazioni di natura teologica e pastorale, e quindi deve essere attuato con la massima cura. Sarà

dogmatica la Costituzione nella quale verranno attestate verità di fede. Il Decreto, invece, non è

vincolante a livello dottrinale – lo può essere, ma in forma minima – avendo però importanza a

livello pastorale o disciplinare.

1 Sine macula, sine ruga: (lett.) senza macchia né ruga, ovvero senza alcuna corruzione derivante dal tempo ma come immagine perfetta data dalla Creazione divina.

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Periodo Documenti Contenuto

Ott-dic.

1962 (Nessun documento viene approvato)

Sett-dic

1963

Sacrosantum Concilium Costituzione sulla Sacra Liturgia

Inter Mirifica Decreto sugli strumenti di comunicazione sociale

Sett-dic

1964

Lumen Gentium Costituzione dogmatica sulla Chiesa

Unitatis Redintegratio Decreto sull’Ecumenismo

Orientalium ecclesiarum Decreto sulle Chiese orientali

Sett-dic

1965

Dei Verbum Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione

Gaudium et spes Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo

contemporaneo)

Christus Dominus Decreto sui vescovi

Perfectae charitatis Decreto sulla vita religiosa

Optatam totius Decreto sulla formazione sacerdotale

Apostolicam actuositatem Decreto sull’apostolato dei laici

Ad gentes Decreto sull’attività missionaria

Presbyterorum ordinis Decreto sui sacerdoti

Gravissimum educationis Dichiarazione sull’educazione religiosa

Nostra Aetate Dichiarazione sulle religioni non cristiane

Dignitatis Humanae Dichiarazione sulla libertà religiosa

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Un percorso a temi

Presentiamo, di seguito, alcuni possibili percorsi tematici presenti sfogliando, nell’interezza delle

sue Costituzioni e Decreti, il Concilio Vaticano II.

La Parola di Dio pregata e celebrata

Ne parlano: Dei Verbum e Sacrosanctum Concilium

Significa che: La Parola di Dio torna al centro della riflessione, della vita cristiana e della

liturgia.

Cristo e la Chiesa

Ne parlano: Lumen Gentium, Gaudium et Spes, Apostolicam Actuositatem

Significa che: C’è un ricentramento cristologico; la Chiesa è segno e strumento. Il popolo

di Dio è costituito dai battezzati e all’interno di questo popolo esistono diversi ruoli e

funzioni.

La Chiesa e gli “altri”

Ne parlano: Lumen Gentium, Gaudium et Sper, Unitatis Redintegratio, Ad Gentes, Nostra

Aetate

Significa che: Se il centro è Cristo (mistero pasquale) gli “altri” (i cristiani non cattolici, gli

ebrei l’islam, le altre religioni, …) sono guardati da un altro punto di vista.

La Chiesa e la dignità di ogni uomo

Ne parlano: Gaudium et Spes, Dignitatis Humanæ

Significa che: Il Concilio riflette sulla centralità dei poveri e della coscienza di ogni singolo

individuo

La santità

Ne parlano: Sacrosanctum Concilium, Lumen Gentium, Gaudium et Spes, Apostolicam

Actuositatem

Significa che: Tutti siamo chiamati alla Santità.

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Seguire le orme di chi ci ha preceduto e cercare di capire quanto è stato fatto e quanto ancora si

deve fare per il bene della Chiesa è un dovere di ogni cristiano, e in special modo di voi lettori che

siete Educatori di una parte non irrilevante della comunità cristiana. Quest’anno ci viene data la

possibilità di riscoprire, in maniera forte, i frutti e le intuizioni del Concilio: non sprechiamo questa

possibilità, leggendo e meditando quanto il nostro Signore Gesù Cristo ha voluto dirci attraverso

la riflessione dei Padri conciliari. Una parte di approfondimento, almeno sulle quattro

costituzioni, verrà affrontato in questo testo, il resto è demandato alla vostra cura personale.

Tutto ciò perché, animati di sincera carità, rafforzati da una viva fede e ripieni di speranza, tutti

noi possiamo senza paura e nel modo più efficace annunciare il Vangelo di Cristo e custodire la

dottrina della Chiesa.

Perché questo sussidio?

In occasione dell’anno della fede e con le nostre programmazioni già protese verso l’incontro

delle Delegazioni nazionali dell’ACR (nonché coincidente con la Festa Regionale), l’Equipe ACR

diocesana vuole incoraggiare tutta l’ACR di Roma di condurre nei gruppi parrocchiali un percorso

di riflessione, prima verso gli educatori e poi ai ragazzi, sul Concilio Vaticano II.

In questo sussidio, infatti, troveranno spazio i testi del Concilio, una lettura semplice, breve e

puntuale sulle principali Costituzioni e, infine, delle attività specifiche destinate ai Ragazzi.

Abbiamo dovuto però fare alcune scelte: abbiamo accorpato i Piccolissimi con i 6/8 e, di ogni

percorso di Catechesi, abbiamo privilegiato l’Analisi (o comunque una proposta di attività),

indicando sempre dei suggerimenti per il Confronto e la Celebrazione.

Tutti i documenti del Concilio sono reperibili anche online, al seguente indirizzo:

http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/

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La Costituzione dogmatica Lumen Gentium

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Per riflettere sul testo

1. Essendo Cristo la luce delle genti, questo Santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, ardentemente desidera con la luce di Lui splendente sul volto della Chiesa, illuminare tutti gli uomini annunziando il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mr. 16, 15). E siccome la Chiesa è in Cristo come un sacramento o segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano, (...) intende con maggior chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la sua natura e la sua missione universale. Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti da vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo. 7. Il figlio di Dio, unendo a sé la natura umana e vincendo la morte con la sua morte e resurrezione, ha redento l'uomo e l'ha trasformato in una nuova creatura (cfr. Gal. 6,15; Cor. 5, 17). Comunicando infatti il suo Spirito, fa che i suoi fratelli, chiamati di tra tutte le genti, costituiscano il suo corpo mistico. (…) Per mezzo del battesimo siamo resi conformi a Cristo: «Infatti noi tutti «fummo battezzati in un solo Spirito per costituire un solo corpo» (1 Cor 12,13). (…) Partecipando realmente del corpo del Signore nella frazione del pane eucaristico, siamo elevati alla comunione con lui e tra di noi: «Perché c'è un solo pane, noi tutti non formiamo che un solo corpo, partecipando noi tutti di uno stesso pane» (1 Cor 10,17). Così noi tutti diventiamo membri di quel corpo (cfr. 1 Cor 12,27), «e siamo membri gli uni degli altri» (Rm 12,5). Ma come tutte le membra del corpo umano, anche se numerose, non formano che un solo corpo così i fedeli in Cristo (cfr. 1 Cor 12,12). Anche nella struttura del corpo mistico di Cristo vige una diversità di membri e di uffici. Uno è lo Spirito, il quale per l'utilità della Chiesa distribuisce la varietà dei suoi doni con magnificenza proporzionata alla sua ricchezza e alle necessità dei ministeri (cfr. 1 Cor 12,1-11). Fra questi doni eccelle quello degli apostoli, alla cui autorità lo stesso Spirito sottomette anche i carismatici (cfr. 1 Cor 14). Lo Spirito, unificando il corpo con la sua virtù e con l'interna connessione dei membri, produce e stimola la carità tra i fedeli. E quindi se un membro soffre, soffrono con esso tutte le altre membra; se un membro è onorato, ne gioiscono con esso tutte le altre membra (cfr. 1 Cor 12,26). Capo di questo corpo è Cristo. (…) Tutti i membri devono a lui conformarsi, fino a che Cristo non sia in essi formato (cfr. Gal 4,19). Per ciò siamo collegati ai misteri della sua vita, resi conformi a lui, morti e resuscitati con lui, finché con lui regneremo (cfr. Fil 3,21; 2 Tm 2,11; Ef 2,6). (…) Nel suo corpo, che è la Chiesa, egli continuamente dispensa i doni dei ministeri, con i quali, per virtù sua, ci aiutiamo vicendevolmente a salvarci e, operando nella carità conforme a verità, andiamo in ogni modo crescendo verso colui, che è il nostro capo (cfr. Ef 5,11-16 gr.). (…) Cristo inoltre ama la Chiesa come sua sposa, facendosi modello del marito che ama la moglie come il proprio corpo (cfr. Ef 5,25-28); la Chiesa poi è soggetta al suo capo. E poiché «in lui abita congiunta all'umanità la pienezza della divinità» (Col 2,9), egli riempie dei suoi doni la Chiesa la quale è il suo corpo e la sua pienezza (cfr. Ef 1,22-23), affinché essa sia protesa e pervenga alla pienezza totale di Dio (cfr. Ef 3,19). 10. Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro ognuno a suo modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo. Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico in persona di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del regale loro sacerdozio, concorrono all'oblazione dell'Eucaristia, e lo esercitano col ricevere i sacramenti, con la

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preghiera e il ringraziamento, colla testimonianza di una vita santa, coll'abnegazione e l'operosa carità. 31. Col nome di laici si intende qui l'insieme dei cristiani ad esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano. Il carattere secolare è proprio e peculiare dei laici. Infatti, i membri dell'ordine sacro, sebbene talora possano essere impegnati nelle cose del secolo, anche esercitando una professione secolare, tuttavia per la loro speciale vocazione sono destinati principalmente e propriamente al sacro ministero, mentre i religiosi col loro stato testimoniano in modo splendido ed esimio che il mondo non può essere trasfigurato e offerto a Dio senza lo spirito delle beatitudini. Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo esercitando il proprio ufficio sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo a manifestare Cristo agli altri principalmente con la testimonianza della loro stessa vita e col fulgore della loro fede, della loro speranza e carità. A loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle quali sono strettamente legati, in modo che siano fatte e crescano costantemente secondo il Cristo e siano di lode al Creatore e Redentore. 37. I laici, come tutti i fedeli, hanno il diritto di ricevere abbondantemente dai sacri pastori i beni spirituali della Chiesa, soprattutto gli aiuti della parola di Dio e dei sacramenti; ad essi quindi manifestino le loro necessità e i loro desideri con quella libertà e fiducia che si addice ai figli di Dio e ai fratelli in Cristo. Secondo la scienza, competenza e prestigio di cui godono, hanno la facoltà, anzi talora anche il dovere, di far conoscere il loro parere su cose concernenti il bene della Chiesa. Se occorre, lo facciano attraverso gli organi stabiliti a questo scopo dalla Chiesa, e sempre con verità, fortezza e prudenza, con rispetto e carità verso coloro che, per ragione del loro sacro ufficio, rappresentano Cristo. I laici, come tutti i fedeli, con cristiana obbedienza prontamente abbraccino ciò che i pastori, quali rappresentanti di Cristo, stabiliscono in nome del loro magistero e della loro autorità nella Chiesa, seguendo in ciò l'esempio di Cristo, il quale con la sua obbedienza fino alla morte ha aperto a tutti gli uomini la via beata della libertà dei figli di Dio. Né tralascino di raccomandare a Dio con le preghiere i loro superiori, affinché, dovendo questi vegliare sopra le nostre anime come persone che ne dovranno rendere conto, lo facciano con gioia e non gemendo (cfr. Eb 13,17). I pastori, da parte loro, riconoscano e promuovano la dignità e la responsabilità dei laici nella Chiesa; si servano volentieri del loro prudente consiglio, con fiducia affidino loro degli uffici in servizio della Chiesa e lascino loro libertà e margine di azione, anzi li incoraggino perché intraprendano delle opere anche di propria iniziativa. Considerino attentamente e con paterno affetto in Cristo le iniziative, le richieste e i desideri proposti dai laici e, infine, rispettino e riconoscano quella giusta libertà, che a tutti compete nella città terrestre. Da questi familiari rapporti tra i laici e i pastori si devono attendere molti vantaggi per la Chiesa: in questo modo infatti si afferma nei laici il senso della propria responsabilità, ne è favorito lo slancio e le loro forze più facilmente vengono associate all'opera dei pastori. E questi, aiutati dall'esperienza dei laici, possono giudicare con più chiarezza e opportunità sia in cose spirituali che temporali; e così

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tutta la Chiesa, forte di tutti i suoi membri, compie con maggiore efficacia la sua missione per la vita del mondo. 38. Ogni laico deve essere davanti al mondo un testimone della risurrezione e della vita del Signore Gesù e un segno del Dio vivo. Tutti insieme, e ognuno per la sua parte, devono nutrire il mondo con i frutti spirituali (cfr. Gal 5,22) e in esso diffondere lo spirito che anima i poveri, miti e pacifici, che il Signore nel Vangelo proclamò beati (cfr. Mt 5,3-9). In una parola: «ciò che l'anima è nel corpo, questo siano i cristiani nel mondo». 53. Infatti Maria vergine, la quale all'annunzio dell'angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera madre di Dio e Redentore. Redenta in modo eminente in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita del sommo ufficio e dignità di madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia eccezionale precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri. Insieme però, quale discendente di Adamo, è congiunta con tutti gli uomini bisognosi di salvezza; anzi, è «veramente madre delle membra (di Cristo)... perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel capo sono le membra ». Per questo è anche riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa, figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella carità; e la Chiesa cattolica, istruita dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come madre amatissima. 62. E questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste da momento del consenso fedelmente prestato nell'Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti, assunta in cielo non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della salute eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che siano condotti nella patria beata.

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Introduzione alla Costituzione, per gli Educatori La costituzione dogmatica Lumen Gentium, tra tutti i documenti conciliari è forse il testo più importante sulla Chiesa e sulla sua organizzazione perché ha esposto teorie riformatrici. Tra le tante l'importanza dei laici e di tutto il popolo di Dio, attribuendo ad essi un ruolo importante nella vita della Chiesa. Definendo la Chiesa come sacramento di Cristo, “segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità del genere umano” suo “corpo mistico” e “popolo di Dio”, ribadisce con forza la struttura tripartita della Chiesa per tutto il popolo di battezzati: il sacerdozio, la profezia, la regalità. Venne riconosciuta una preminenza del laicato cattolico nel vivere la dimensione regale, cioè il rapporto con il mondo. I laici assumevano una specifica funzione, cioè quella di “ricondurre il mondo a Cristo”, testimoniare la propria fede nei luoghi dove erano chiamati a vivere (il mondo), non più solo come popolo di Dio guidato dai pastori, ma come collaboratori dei pastori stessi. Il decreto Apostolicam Actuositatem, ovvero il documento sull'apostolato dei laici, ha rivalutato questo ruolo rendendo i laici corresponsabili nell'adempiere la missione della Chiesa: evangelizzare e santificare l'umanità intera. Il Concilio riconobbe il particolare ruolo dell'Azione Cattolica nella formazione dei laici cattolici. In ultimo, ma non per importanza, la Lumen Gentium, ci mostra Maria come modello da imitare per la sua totale dedizione a Dio ed al Suo disegno su di Lei. La fiducia incondizionata riposta da Maria in Dio deve essere per noi, Suoi figli, esempio di totale abbandono. Chiedendo nella preghiera di intercedere per noi presso Suo figlio, resteremo uniti a Lui.

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Le attività destinate ai Ragazzi: Piccolissimi e 6/8

Maria madre della Chiesa e di ogni uomo

Obiettivo: I bambini scoprono come Maria, al pari della loro mamma (o della figura parentale o

tutoriale che è vicino loro col medesimo affetto), è una madre estremamente attenta ai bisogni

del figlio, tanto da aiutarci (intercede) nelle nostre piccole attività e necessità.

Proposta di attività: I bambini disegnano un episodio della loro vita in cui la loro mamma si è

preoccupata particolarmente per loro o ha fatto qualcosa che ha dimostrato in modo più

evidente del solito il suo affetto, dopodiché raccontano al gruppo quello che hanno disegnato.

L’educatore quindi, con l’aiuto di alcune immagini, racconta alcuni episodi della vita di Maria e

Gesù, in cui emerge come lei sia sempre stata una madre premurosa e affettuosa. Alcuni tra gli

episodi che si possono scegliere sono: la Visitazione alla cugina Elisabetta, in cui emerge la gioia

della madre per l’attesa di Gesù, figlio inaspettato; la nascita di Gesù; la fuga in Egitto, in cui si

vede come Lei sia stata disposta a cambiare tutto (casa, paese, probabilmente amicizie…) pur di

preservare il Figlio dal pericolo della morte; la presentazione di Gesù al tempio, in cui Maria offre

il figlio a Dio come prescriveva la Legge di Mosè, come una brava mamma che si preoccupa non

solo della salute “corporale” del figlio, ma anche di quella “spirituale” e quindi della sua salvezza;

Gesù che a 12 anni parla coi dottori del tempio, in cui si vede la grande preoccupazione della

madre che non trova il figlio nella carovana e lo cerca per tre giorni prima di riuscire a ritrovarlo,

e che anche se sa che Gesù è il Figlio di Dio, non riesce a comprendere il Suo comportamento, ma

“serbava tutte queste cose nel suo cuore”. Si potrebbe concludere con l’episodio in cui Gesù,

sulla croce, affida alla Mamma Giovanni, e viceversa, affidando quindi simbolicamente tutti noi a

Lei in quanto discepoli.

Confronto: L’educatore fa quindi riflettere i bambini su come Maria sia una mamma che si

preoccupava per Gesù proprio come fanno le loro mamme per loro (senz’altro gli sarà capitato

che loro madre si preoccupi se loro si allontanano, come successe alla Madonna quando non

trovò Gesù che stava a parlare coi dottori del tempio), che amò il proprio figlio fin dall’inizio (basti

pensare alla Visitazione) e continuò a farlo sempre (proteggendolo con la fuga in Egitto per

esempio), e a farlo fino alla fine (Lei e Giovanni sono i pochi a seguirLo fin sotto la croce). Lei ci

ama come suoi figli (quando Gesù le affida Giovanni, le affida tutti noi), e per questo intercede

per noi presso Dio ogni qual volta ci rivolgiamo a lei.

Celebrazione: Per concludere l’incontro con una preghiera, ci si metterà tutti in cerchio, e ogni

bambino potrà liberamente dire una preghiera spontanea alla Madonna, o per ringraziarLa o per

chiederLe aiuto per qualcosa o qualcuno. Si reciterà quindi alla fine un Ave Maria tutti insieme.

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Le attività destinate ai Ragazzi: 9/11

Corpo mistico e Corresponsabilità

Obiettivo: I ragazzi riflettono sulla Chiesa come Corpo Mistico, ovvero come una totalità che è

formata da più che la somma delle singole parti e sull’impegno corresponsabile che deriva da

ognuno di noi, grazie a particolari carismi, attitudini o caratteristiche che ognuno di noi possiede.

Proposta di attività: Si divide il gruppo in tre sottogruppi e, tutti insieme ma con ruoli specifici,

dovranno collaborare alla ricostruzione di un puzzle attraverso una staffetta.

I tre gruppi differiranno l’uno dall’altro per l’impossibilità di usare alcune parti del corpo, il che

farà loro comprendere che tutte sono necessarie e concorrono a formare un corpo completo. Ci

saranno bambini che non potranno usare la vista e avranno gli occhi bendati; altri che non

useranno le mani perché le avranno legate; ragazzi che non potranno usare i piedi, che saranno

legati. I pezzi del puzzle saranno in uno scatolone e dal lato opposto della stanza ci sarà il

tabellone sul quale dovrà essere ricomposto. Ai ragazzi saranno concessi pochi minuti per

organizzarsi e mettere a frutto le specifiche capacità di ogi sottogruppo al fine di portare a

termine il lavoro. Ovviamente, i ragazzi con i piedi legati saranno seduti e dovranno assemblare i

pezzi del puzzle; quelli con le mani legate dovranno fare una staffetta dallo scatolone coi pezzi

del puzzle al tabellone dove sono i bambini con i piedi legati; quelli bendati saranno davanti lo

scatolone coi tasselli e, all’arrivo dei bambini “senza mani”, dovranno prendere i pezzi dallo

scatolone e darglieli (potranno passarli a loro che li terranno con le labbra, o metterglieli in uno

zaino che i bambini con le mani legate potrebbero portare sulle spalle). Sul puzzle potrà essere

rappresentato: Gesù, Gesù e la parrocchia/Chiesa, un popolo in cammino, o altro che possa

essere chiaro riferimento del Corpo mistico.

Confronto: Alla fine del gioco l’educatore leggerà il brano tratto da 1Corinzi, 12,4-27:

Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno

solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E

a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: a uno

viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello

stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro

il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il

dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle

lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l'unico e il

medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.

Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo

molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un

solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo

abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra.

Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non

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farebbe più parte del corpo. E se l'orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio, non

appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto

occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio ha

disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un

membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.

Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno

di voi». Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle

parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle

indecorose sono trattate con maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno

bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava,

perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle

altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è

onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra,

ciascuno per la sua parte.

L’educatore cercherà quindi di far riflettere i ragazzi su come ognuno di noi sia fondamentale nel

costituire il Corpo Mistico ovvero la Chiesa, per via della diversità di doni di cui siamo forniti e che

deve quindi impegnarsi perché il buon funzionamento di essa e il raggiungimento della sua

missione, dipendono da ognuno di noi e dal nostro impegno corresponsabile.

Celebrazione: Si concluderà infine con la preghiera:

Signore Gesù,

grazie per averci reso

col dono del Tuo Spirito un unico corpo;

aiutaci ad essere proprio come i tasselli di questo puzzle

che si incastrano perfettamente

per formare un'unica immagine.

Aiutaci a metterci ognuno al servizio degli altri,

perché mettendo a frutto i diversi doni che tu ci hai fatto

riusciamo a contribuire al buon funzionamento della tua Chiesa.

Amen.

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Le attività destinate ai Ragazzi: 12/14

Collaborazione tra laici e gerarchia

Obiettivo: I ragazzi sono sempre più partecipi, attraverso il dono battesimale del Sacerdozio, del significato e del valore della vocazione laicale all’interno della Chiesa e in diretta collaborazione con i sacerdoti. Proposta di attività: Il gioco sarà strutturato in stile Risiko; ci sarà un tabellone che sarà la cartina (o un disegno stilizzato) del quartiere sulla quale vi saranno i luoghi di vita dei ragazzi e delle loro famiglie (scuola, casa, parrocchia, ufficio, palestra, campo di calcetto, bar, piazzetta in cui ci si vede con gli amici…). Le squadre avranno il nome di santi e beati laici (per esempio si potrebbero scegliere Gianna Beretta Molla, Giuseppe Toniolo, Alberto Marvelli, Piergiorgio Frassati) e lo scopo del gioco sarà riuscire ad evangelizzare il maggior numero di luoghi del quartiere. La squadra di turno sceglierà un luogo che ancora non è stato evangelizzato e sfiderà una delle altre squadre per farlo; l’educatore farà quindi una domanda (in appendice ne sono elencate alcune di esempio sulla Messa, ma si possono scegliere anche altri argomenti inerenti al cammino del gruppo) e la squadra che si prenoterà e risponderà correttamente vincerà una bandierina che apporrà sul luogo appena evangelizzato e riceverà un pezzetto della biografia del santo o beato laico di cui porta il nome. Una volta evangelizzati tutti i posti della cartina, i ragazzi ricompongono e leggono le vite dei santi e beati laici. Confronto: Successivamente si confrontano e l’educatore li aiuta a riflettere sul fatto che quelle persone erano laici proprio come loro, avevano una vita normale e facevano cose normali, ma hanno contribuito a portare nei vari luoghi di vita Gesù, contribuendo alla comune missione salvifica della Chiesa, che è anche la missione propria dei ragazzi, in quanto laici. Celebrazione: Si conclude con la preghiera:

Santi e beati laici, aiutateci col vostro esempio e con la vostra intercessione ad essere veri e degni testimoni del nostro Signore Gesù Cristo in tutti gli ambiti della vita, non solo con le parole, ma con la nostra stessa vita perché impregnati come una spugna del Suo Amore, possiamo lasciarlo trasudare ovunque saremo. Amen.

Appendice: Domande d’esempio sulla Celebrazione Eucaristica: Cosa si fa tutti insieme la domenica? Perché si va a Messa? Chi ci invita a Messa? Da dove si proclamano le letture?

Quando si recita il credo? Che cos’è l’omelia ? In quale parte si chiede che le nostre

preghiere vengano ascoltate?

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Riti introduttivi Saluto iniziale

Chi è che ci accoglie quando andiamo a Messa? Qual è il segno che si fa entrando in Chiesa? Cosa significa “e con il tuo spirito”? Perché si sta in piedi? Che significato ha? Cosa significa “Amen”?

Atto penitenziale Cosa si fa durante l’atto penitenziale? Cosa significa Kyrie Eleison? A chi si chiede perdono? Recitando la formula “Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli…” ad un certo

punto si fa un gesto ben preciso: quale? Gloria

Sapresti recitare l’inizio del Gloria? Che significato ha il Gloria? A quale episodio del Vangelo si ispirano alcune parti del testo?

Liturgia della Parola

Prima lettura e salmo Da quale parte della Bibbia è solitamente tratto il brano che si legge per la prima

lettura? Al termine della prima lettura che parole dice il lettore? Cosa rispondono i fedeli? Il salmo viene letto da tutti i fedeli insieme o in un modo diverso?

Secondo lettura Da quale parte della Bibbia è solitamente tratta? Al termine della prima lettura che parole dice il lettore? Cosa rispondono i fedeli? Perché si sta seduti durante queste letture?

Vangelo Cosa significa Vangelo? Da quale parte della Bibbia è tratto? Che segno particolare compiono i fedeli mentre si dice “Gloria a te o Signore”? Quali parole dice il sacerdote al termine della lettura? Cosa rispondono i fedeli?

Preghiera dei Fedeli Chi sono i fedeli? Cosa sono le intenzioni? Proponete una intenzione per cui pregare.

Liturgia Eucaristica

Scambio della Pace Che gesto si compie durante lo scambio della pace? Che parole si usano? Perché si fa questo gesto?

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Presentazione dei doni e delle offerte Quali doni si portano sempre all’altare? E’ possibile portare altri doni? A cosa servono le offerte? Cosa si risponde al sacerdote quando chiede la benedizioni del pane e del vino?

Consacrazione Cosa vengono consacrati? Cosa diventa il pane durante la consacrazione? Cosa diventa il vino durante la consacrazione? Quando Gesù ha compiuto per la prima volta questo miracolo?

Riti di comunione

Spezzare del Pane Quando il sacerdote spezza l’ostia, chi imita? Cosa ci ricorda questo gesto?

Padre Nostro Recitate insieme il Padre Nostro Chi ha insegnato il Padre Nostro? Cosa ci ricorda il recitarlo insieme? Qual è il pezzo che ti piace di più e perché?

Riti conclusivi

La Messa è conclusa veramente col canto finale?

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La Costituzione dogmatica Dei Verbum

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Per riflettere sul testo 2. «Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà» (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. 4. Dopo aver a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio «alla fine, nei giorni nostri, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1-2). Mandò infatti suo Figlio, cioè il Verbo eterno, che illumina tutti gli uomini, affinché dimorasse tra gli uomini e spiegasse loro i segreti di Dio (cfr. Gv 1,1-18). Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come «uomo agli uomini», «parla le parole di Dio» (Gv 3,34) e porta a compimento l'opera di salvezza affidatagli dal Padre (cfr. Gv 5,36; 17,4). 6. Con la divina Rivelazione Dio volle manifestare e comunicare se stesso e i decreti eterni della sua volontà riguardo alla salvezza degli uomini, «per renderli cioè partecipi di quei beni divini, che trascendono la comprensione della mente umana». 10. La sacra tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa; […] L'ufficio poi d'interpretare autenticamente la parola di Dio, scritta o trasMessa, è affidato al solo magistero vivo della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo. Il quale magistero però non è superiore alla parola di Dio ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio. È chiaro dunque che la sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insieme, ciascuna a modo proprio, sotto l'azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime. 21. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. 26. In tal modo dunque, con la lettura e lo studio dei sacri libri «la parola di Dio compia la sua corsa e sia glorificata» (2 Ts 3,1), e il tesoro della rivelazione, affidato alla Chiesa, riempia sempre più il cuore degli uomini. Come dall'assidua frequenza del mistero eucaristico si accresce la vita della Chiesa, così è lecito sperare nuovo impulso alla vita spirituale dall'accresciuta venerazione per la parola di Dio, che «permane in eterno» (Is 40,8; cfr. 1 Pt 1,23-25)

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Introduzione alla Costituzione, per gli educatori La Costituzione “Dei Verbum” (dall’inizio del primo paragrafo: “In religioso ascolto della parola di

Dio e proclamandola con ferma fiducia…”) è un documento di importantissima analisi e riflessione

sulla rivelazione della Parola di Dio, sulla sua comprensione ed esegesi e sul suo posto nella vita

della Chiesa.

I padri conciliari, anche per far fronte a stravolgimenti nell’interpretazione e nell’uso della Bibbia,

hanno voluto creare una perfetta simmetria e armonia tra tre pilastri fondamentali che reggono

tutta la Parola di Dio. Questi sono la tradizione, la sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa.

La tradizione è alla base del testo biblico. Basti pensare, ad esempio, che i Vangeli non sono

cronache giornalistiche della vita di Gesù, ma trasposizione scritte di diversi racconti che

circolavano sulla vita di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Gli evangelisti, recuperati questi

racconti da più fonti e verificati per coerenza, per opera dello Spirito Santo, hanno lasciato che

Dio stesso gli ispirasse nella composizione stilistica e narrativa dei loro scritti. Ciò che leggiamo

non è stato dettato da Dio, ma ispirato da Lui e questo sacro contenuto è stato così mediato

dallo stile degli Evangelisti. Questo vale tanto per ogni libro del Nuovo Testamento, quanto per

l’Antico Testamento: nonostante la rigidità e la durezza di qualche pagina, questo deve essere

letto solo ed esclusivamente alla luce della buona novella annunciata e professata dal Cristo

Risorto, che pone l’Amore al di sopra della Legge. La tradizione stessa ha visto, nel corso dei

secoli, preziose ri-letture del testo biblico, annotazioni, commentari, glosse; basti pensare ai

Padri della Chiesa (Sant’Agostino, Sant’Atanasio, San Girolamo, etc…) che ci permettono di

entrare più a fondo nel mistero della Parola e di attualizzarla nelle nostre meditazioni.

La stessa Sacra Scrittura non è un genere unico. Esistono molti stili nei quali è raccontata: il

genere storico, quello profetico, i salmi e i cantici, i libri sapienziali, le lettere. Lo Spirito Santo usa

ognuno di questi “generi letterari” per far arrivare a noi il Messaggio di Cristo, del Verbo fatto

carne.

Il Magistero della Chiesa, infine, permette di darci i punti cardinali entro i quali comprendere,

intendere e interpretare la Sacra Scrittura in sé e nella nostra vita. L’opera della Chiesa e dei suoi

ministri non è parziale né vuole strumentalizzare il nostro approccio con la parola di Dio. Di

questa, ricorda bene il Concilio, il Magistero ne è a servizio; questo consente (o dovrebbe

consentire) di non portare a proprio vantaggio alcuna pagina biblica (giustificando, ad esempio,

l’uccisione in nome di Dio).

I padri conciliari concludono questa costituzione invitando il Popolo di Dio (dalla Chiesa, alle

Diocesi, alle Parrocchie e soprattutto alle singole persone) a essere intimi confidenti con la Parola

di Dio. “L’ignoranza delle scritture”, ricorda splendidamente San Girolamo, “è ignoranza di

Cristo!” (DV 25). Mettere al centro la Parola di Dio (nel rispetto della Tradizione e del Magistero

della Chiesa), significa avere un quotidiano rapporto con le letture della Celebrazione Eucaristica,

porre la Bibbia al centro delle programmazioni di catechesi o di gruppo, meditare la Parola

attraverso la Lectio divina e così via.

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Le attività destinate ai ragazzi: Piccolissimi e 6/8

La Parola diventa Vita

Obiettivo: I bambini capiscono come la Rivelazione di Dio operi meraviglie nella vita di coloro che

si lasciano incontrare; imparano a riconoscere le meraviglie operate nella loro vita.

Proposta di attività: I bambini sono invitati a scoprire due personaggi ai quali il Signore si è

rivelato, cambiando modo radicale le loro vite e portandoli a fare gradi cose: Mosè e San Paolo.

Attraverso una caccia al tesoro, i bambini otterranno – invece dei classici indizi – immagini di

scene e momenti fondamentali della vita dei due personaggi e una serie di

caratteristiche/differenze, (alcune esemplificate in questa tabella)

Mosé Paolo

Dio si rivela a lui nel Roveto Gesù si rivela a lui nella Luce

Di nascita ebrea Era ebreo praticante

Se la prende con un egiziano poi si converte Se la prende con i cristiani poi si converte

Porta al suo popolo i comandamenti di Dio Porta a tutti i popoli la Parola di Gesù

Ha passato molti anni nel deserto Ha passato molti anni viaggiando per tutto il mondo

L’incontro con Dio l’ha reso liberatore del popolo ebraico

L’incontro con Gesù l’ha reso l’apostolo delle genti

Il suo nome significa “salvato dalle acque”, perché da neonato fu posto in una cesta e lasciato nel Nilo

Dio lo salvò dal naufragio della nave che lo portava a Roma

Muore senza entrare nella terra promessa Muore a Roma

La sua vita è raccontata nell’Antico Testamento

La sua vita è raccontata nel Nuovo Testamento

Porta agli ebrei la promessa della libertà Porta al mondo la promessa della Resurrezione

Confronto: Quando il bambino avrà conosciuto meglio entrambe le storie, l’educatore lo

accompagnerà in un percorso di riflessione sulle meraviglie che Dio ha compiuto nelle vite dei

personaggi e sulle meraviglie che Dio compie nella propria vita attraverso la Rivelazione e la

Parola, chiedendo poi loro di disegnare la meraviglia più grande della loro.

Celebrazione: con il proprio disegno in mano, ogni bambino spiega brevemente di cosa si tratta

e tutti insieme si ripete:

“Non c’è nessuno come te in cielo, Signore, perché tu sei grande e compi meraviglie: tu solo sei Dio.”

(Sal 86, 8-10)

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Le attività destinate ai ragazzi: 9/11

Regoliamoci… sulla Parola di Dio!

Obiettivo: Il ragazzo inizia a comprendere l’importanza di una regola di vita per essere sempre più vicino a Gesù, attraverso la Parola di Dio. Proposta di attività: Proponiamo ai ragazzi dei gruppi 9-11, con l’aiuto del sussidio “Tutto in Regola”, elaborato dal centro nazionale, di sviluppare una propria regola spirituale di vita. Di seguito alcuni spunti di riflessione per l’educatore tratti dal Progetto Formativo e dall’introduzione al sussidio “Tutto in Regola”: Dal Progetto Formativo “Perché sia formato Cristo in voi”

Il modo di vivere nella Chiesa che corrisponde al carisma dell’AC è quello della corresponsabilità: con la specificità della vocazione laicale intendiamo portare nella comunità la nostra testimonianza e il nostro servizio, la ricchezza che ci proviene dall’incontro con il Signore sulle strade del mondo e la dedizione alla crescita nella comunione e nella missione. Nell’Eucaristia viviamo il paradigma della Chiesa. È in essa che la corresponsabilità tra i battezzati non solo viene rigenerata, ma anche pienamente manifestata. L’Eucaristia forma i cristiani ad una vita pienamente umana. Insegnando loro a “fare la comunione”, li educa all’accoglienza. L’Eucaristia forma al dialogo. L’Eucaristia educa al martirio. L’Eucaristia educa al servizio. L’Eucaristia educa alla missione. Queste riflessioni di carattere generale hanno bisogno di essere interpretate da parte di ciascuno. Ogni persona è invitata a chiedersi: in che senso questa proposta vale per me? … Una personale regola di vita è ciò che consente di rendere questa proposta, che è per tutti, una proposta che è mia, che configura il mio personale modo di rispondere al Signore e di essere fedele al suo progetto su di me. Ciascuno è chiamato allora (…) ad assumere in maniera personale quegli impegni di preghiera, di crescita nella fede e nella umanità, quelle scelte di servizio che rendono personale e concreto l’impegno con il Signore e la testimonianza di fede nella società di oggi. …Essa assume caratteristiche tipiche dalla vita laicale: quella dell’essenzialità, per poter dire l’essenziale della fede nella molteplicità delle situazioni della vita; quella della flessibilità, cioè dell’adattamento possibile alle situazioni diverse, nel permanere di alcune costanti di fondo; quella della personalizzazione, per cui ogni persona, e più volte nel corso della vita, riadatta la regola con le sue esigenze concrete all’evolvere e al crescere della propria esperienza di vita cristiana.

(PF, pag. 60 ss.) Dall’introduzione al sussidio “Tutto in Regola”

“Ma che cos’è una regola personale di vita? Ogni cristiano è chiamato ad averne una; vuol dire prendersi cura della propria vita spirituale, per tenere lo sguardo fisso su Gesù che rende

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nuove tutte le cose e per imparare ad avere un dialogo aperto con Lui. È un aiuto a diventare grandi nella fede. Papa Benedetto XVI ti suggerisce cosa vuol dire essere grandi: << Cari bambini, cari ragazzi, essere “grandi” vuol dire amare tanto Gesù, ascoltarlo e parlare con Lui nella preghiera, incontrarlo nei Sacramenti, nella Santa Messa, nella Confessione: vuol dire conoscerlo sempre di più e anche farlo conoscere agli altri, vuol dire stare con gli amici, anche i più poveri, gli ammalati, per crescere insieme. (…) così diventate grandi davvero, non solo perché la vostra altezza aumenta, ma perché il vostro cuore si apre alla gioia e all’amore che Gesù vi dona. E così si apre alla vera grandezza, stare nel grande amore di Dio, che è anche e per sempre l’amore degli amici.>>

Il Sussidio “Tutto in regola” è un sussidio personale per i ragazzi, diviso in schede che comprendono: una preghiera iniziale, una piccola storia, un brano evangelico, il confronto con un testimone, alcune domande per indirizzare la riflessione e un piccolo impegno concreto da prendere. Vi proponiamo la scheda “Ascoltare” (in allegato) e vi invitiamo a proporre ai vostri ragazzi il sussidio. Confronto: Partendo dal brano di Marta e Maria, qui sotto riportato, viene proposto un momento di riflessione che spinga i ragazzi a mettere al centro della loro vita l’ascolto della Parola, attraverso il confronto con un testimone a noi caro, Nennolina, un confronto personale guidato con alcune domande

Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: "Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma il Signore le rispose: "Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta"

(Lc 10, 38-42)

Celebrazione: A conclusione, l’educatore può leggere una preghiera di Nennolina e condurre una preghiera con all’interno un gesto rappresentato da un impegno che i ragazzi dovranno prendere.

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Le attività destinate ai ragazzi: 12/14

Alla scoperta della Parola

Obiettivo: I ragazzi scoprono la bellezza e l’importanza della conoscenza della Parola di Dio nella

loro vita.

Proposta di attività: Attraverso 3 giochi, i ragazzi si mettono alla prova sulla loro conoscenza

della Bibbia:

Un quiz sull’Antico Testamento (scarica la Presentazione in stile “Chi vuol esser milionario”

sull’Antico Testamento a questo indirizzo:

http://goo.gl/xXeRz);

Una gara alla ricerca di brani evangelici (gli educatori consegneranno ai ragazzi una serie

di riferimenti o di parole chiave e i ragazzi dovranno ritrovarli nel Vangelo; vi invitiamo a

scegliere brani legati a tematiche affrontate nel gruppo)

Un test su alcuni libri dell’Antico Testamento: i ragazzi dovranno associare il titolo del

libro all’argomento giusto in esso trattato (in allegato in fondo al sussidio trovi lo

schema).

Confronto: I ragazzi saranno poi chiamati a riflettere su quanto conoscano la bibbia e la utilizzino

o l’abbiano mai utilizzata, se ce l’hanno a casa, in quale delle prove hanno avuto più difficoltà.

A Seguire, vi invitiamo a proporre ai ragazzi la lettura di qualche brano che possa essere utile

spunto di riflessione in base alle dinamiche proprie del gruppo.

Celebrazione: A partire dalle riflessioni maturate, i ragazzi sono chiamati a scrivere una preghiera

di gruppo, che può essere utilizzata all’inizio di ogni riunione o scritta su un cartellone e appesa

nella saletta della riunione.

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La Costituzione Sacrosanctum Concilium

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Per riflettere sui testi

2. “La liturgia infatti, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell'eucaristia, «si attua

l'opera della nostra redenzione», contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro

vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa. […]

7. “Per realizzare un'opera così grande (l’opera della Salvezza), Cristo è sempre presente nella sua

Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della Messa, […] è presente

con la sua virtù nei sacramenti […], nella sua parola […]. È presente infine quando la Chiesa prega

e loda, lui che ha promesso: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro»

(Mt 18,20).”

“Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la

Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo

stesso titolo e allo stesso grado.”

9. “La sacra liturgia non esaurisce tutta l'azione della Chiesa. Infatti, prima che gli uomini possano

accostarsi alla liturgia, bisogna che siano chiamati alla fede e alla conversione.”

10. “Nondimeno la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la

fonte da cui promana tutta la sua energia. […] …la liturgia spinge i fedeli, nutriti dei «sacramenti

pasquali», a vivere «in perfetta unione. Dalla liturgia, dunque, e particolarmente dall'eucaristia,

deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione

degli uomini nel Cristo e quella glorificazione di Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le

altre attività della Chiesa.”

14. È ardente desiderio della madre Chiesa che tutti i fedeli vengano formati a quella piena,

consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa

della liturgia e alla quale il popolo cristiano, «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo

acquistato» (1 Pt 2,9; cfr 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del battesimo. A tale piena e attiva

partecipazione di tutto il popolo va dedicata una specialissima cura nel quadro della riforma e della

promozione della liturgia. Essa infatti è la prima e indispensabile fonte dalla quale i fedeli possono

attingere il genuino spirito cristiano, e perciò i pastori d'anime in tutta la loro attività pastorale

devono sforzarsi di ottenerla attraverso un'adeguata formazione. Ma poiché non si può sperare di

ottenere questo risultato, se gli stessi pastori d'anime non saranno impregnati, loro per primi, dello

spirito e della forza della liturgia e se non ne diventeranno maestri, è assolutamente necessario dare

il primo posto alla formazione liturgica del clero.

48. Perciò la Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti

spettatori a questo mistero di fede, ma che, comprendendolo bene nei suoi riti e nelle sue preghiere,

partecipino all'azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente; siano formati dalla parola

di Dio; si nutrano alla mensa del corpo del Signore; rendano grazie a Dio; offrendo la vittima senza

macchia, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino ad offrire se stessi, e

di giorno in giorno, per la mediazione di Cristo, siano perfezionati nell'unità con Dio e tra di loro, di

modo che Dio sia finalmente tutto in tutti.

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Introduzione alla Costituzione, per gli Educatori

Nel 1963, oltre 2000 vescovi riuniti per il Concilio Vaticano II approvarono, con soli 4 voti contrari,

questa importantissima Costituzione. La Sacrosanctum Concilium, ad oggi, rappresenta il

cambiamento più visibile e più controverso che la Chiesa ha adottato: l’orientamento del

Sacerdote, l’uso delle lingue nazionali e altri simboli, hanno caratterizzato – spesso sminuendolo

– il dibattito globale sul senso della Liturgia, delle sue azioni e della formazione liturgica

necessaria.

Parlare di Liturgia, è bene chiarire subito questo aspetto, non significa discutere sic et simpliciter

di quale canto bisogna fare e di cosa portare o no all’offertorio. Questi sono singoli aspetti che

derivano da una premessa: capire cos’è la Liturgia, quale il suo fine e quale le nostre azioni.

I documenti citati in apertura ci inseriscono subito nel giusto binario: nella liturgia si attua l’opera

mirabile della nostra redenzione. Ciò quindi che noi chiamiamo banalmente azione liturgica altro

non è che traduzione della Salvezza operata da Cristo. Ecco perché va regolamentata, da parte

del Magistero, ed ecco perché va rispettata e bisogna avere cura di essa. Ciò che va garantita è

la continua presenza di Cristo, da ogni atto della Messa (canto, preghiera, omelia, azioni varie) a

ogni momento in cui invochiamo la sua presenza (celebrazioni ACR, momenti di preghiera

parrocchiali, lettura e preghiera personale con la Liturgia delle Ore, etc…).

La liturgia, ci ricorda fermamente la Costituzione, è “azione sacra per eccellenza”. Nel corso della

storia, grandi teologici, musicisti, artisti, hanno collaborato alla sacralità dell’azione liturgica:

l’edificazione e il decoro splendido delle Chiese, la composizione di musica sacra, la scrittura di

preghiere e di commenti, la sapienza con la quale le letture, diverse tra loro ogni domenica, ci

parlano in maniera diretta su un tema specifico, le grandi omelie che oggi noi meditiamo, etc.

Lo sforzo conciliare sulla liturgia ha avuto come obiettivo quello di far partecipare il più possibile

il Popolo di Dio, a cui viene data una grandissima importanza nella costituzione conciliare della

Lumen Gentium, alle azioni sacre che fino ad allora erano diventate un affare della Gerarchia.

Non è solo una questione di orientamento del sacerdote, ma di partecipazione e di condivisione.

Il molto silenzio a cui assistevano i fedeli aveva perso quella sacralità che poteva avere in un

primo momento, passando da un silenzio di preghiera a uno di distanza, di separazione; l’uso del

latino, lungi dall’essere considerato come lingua unica del Popolo di Dio, diveniva più che altro

un suono incomprensibile ai più. Questi sono solo alcuni esempi, tra i più evidenti.

Come riflettere sulla liturgia oggi? A distanza di cinquant’anni, si può facilmente dire che la

Sacrosanctum Concilium non sia stata più di tanto letta e applicata solo sommariamente.

Indubbiamente è stata data una maggiore importanza alla partecipazione dell’assemblea, in

termini di ministeri specifici (i lettori), di lingua, di ritualità. Oggi chi partecipa alle azioni liturgiche

sa di cosa si sta parlando, ha modo di partecipare attivamente al rito che si celebra. Molto però

non è stato controllato ed ecco allora la confusione liturgica che ne è seguita: il latino è divenuto

simbolo di vecchiaia, anziché tradizione; personalismi di sacerdoti e di laici hanno preteso di

compiere celebrazioni di gusto soggettivo, anziché di ordinamento oggettivo (canti e gesti

assolutamente non ispirati e di dubbio testo durante i matrimoni, omelie che invece di

approfondire la Parola di Dio sono divenute conferenze di natura politica, processioni offertoriali

dove non si dona nulla ma si porta tutto, utilizzo di simboli pagani nelle celebrazioni sacre, etc…).

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Parecchie note pastorali e documenti dei vescovi sono stati pubblicati negli ultimi anni per sanare

malcostumi e derive liturgiche.

Riflettere sulla liturgia, oggi, significa riscoprire questo e altri testi sull’argomento; significa

formarsi e affidarsi a chi sa; significa uscire da una percezione emotiva della Celebrazione, in cui

ciò che mi fa stare bene corrisponde a preghiera, e tornare in un simbolismo sacrale, laddove

l’obiettivo è quello di Celebrare la redenzione operata da Cristo, nei tempi, nei modi e nei

contenuti che la Chiesa mi dona, in una tradizione sempre rinnovata.

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Le attività destinate ai Ragazzi: Piccolissimi e 6/8

Ginnastica della Messa

Obiettivo: i bambini scoprono quali sono i gesti specifici e corretti da fare durante la

Celebrazione Eucaristica

Proposta di attività: Si propone ai bambini di associare le varie parti della Messa ai gesti giusti

attraverso un gioco di associazione tra movimenti e azioni liturgiche, in base a quanto

suggerito qua sotto (chiaramente personalizzandolo in base alle singole esigenze, per esempio

ponendo delle icone esplicative nei gesti):

Confronto: Una volta appresi i gesti, con l’aiuto dell’assistente gli educatori spiegano ai bambini

perché si fa proprio quel gesto in quel momento della Messa e che significato ha.

Celebrazione: Sempre con l’aiuto dell’assistente, degli educatori e con il cartellone presente e in

vista, i più piccoli provano a realizzare correttamente e autonomamente i gesti durante una

Celebrazione Eucaristica

QUANDO COSA FACCIAMO

QUANDO INIZIA LA MESSA

QUANDO I LAICI LEGGONO DALL’AMBONE

QUANDO SI LEGGE IL VANGELO

QUANDO C’è L’ELEVAZIONE (E GESU’ VIENE

IN MEZZO A NOI)

QUANDO IL SACERDOTE FA L’OMELIA

QUANDO SI FA LA COMUNIONE

QUANDO ENTRIAMO O USCIAMO DALLA

CHIESA

PRIMA CHE IL SACERDOTE LEGGA IL

VANGELO

DOPO IL PADRE NOSTRO

DURANTE L’ATTO PENITENZIALE

DURANTE LE PREGHIERE DEI FEDELI

DURANTE IL CREDO

(quando si recita:

“per noi uomini discese dal cielo

e si è fatto uomo.”)

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COSA FACCIAMO

STIAMO IN PIEDI FACCIAMO IL SEGNO DELLA CROCE

STIAMO SEDUTI FACCIAMO IL SEGNO DELLA CROCE SULLA

FRONTE, SULLA BOCCA E SUL CUORE

STIAMO IN PIEDI CI DIAMO IL SEGNO DELLA PACE

STIAMO IN GINOCCHIO STIAMO IN PIEDI

STIAMO SEDUTI CI BATTIAMO IL PETTO TRE VOLTE

CANTIAMO CHINIAMO IL CAPO

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Le attività destinate ai Ragazzi: 9/11

Ecclesia game

Obiettivo: I ragazzi comprendono la ricchezza dei luoghi e degli spazi delle nostre Chiese e delle

azioni liturgiche che si vivono durante la Celebrazione Eucaristica

Proposta di attività: Gli educatori preparano una piantina “vuota” della loro Chiesa e le immagini

con i nomi (ambone, altare, fonte battesimale, banchi, posto riservato al coro, campanile,

sagrestia, etc) che andranno a riempire la piantina. Preparano inoltre, i foglietti con l’elenco di

tutti i momenti della Messa, così come elencato nella tabella che segue:

RITI DI INTRODUZIONE

Canto d’ingresso Segno della Croce

Saluto iniziale Atto penitenziale

Confesso Signore pietà

Gloria Colletta

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima lettura Salmo responsoriale

Seconda Lettura Alleluia Vangelo Omelia Credo

Preghiera dei fedeli

LITURGIA EUCARISTICA

Offertorio Preghiera delle offerte

Prefazio Santo

Consacrazione Mistero della Fede

Padre Nostro Scambio della pace

Agnello di Dio Beati gli invitati…

Comunione Preghiera dopo la Comunione

RITI DI CONCLUSIONE Saluto finale Benedizione Canto finale

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I ragazzi, pescando da uno scatolone, devono mettere al posto giusto tutti i pezzi della Chiesa e

ordinare in modo temporalmente corretto tutte le fasi della Messa.

Confronto: La discussione verterà sulla ricchezza dei luoghi e dei simboli delle nostre Chiese,

spesso trascurati o non valorizzati per il loro senso liturgico per come invece vengono resi

protagonisti durante le Liturgie. Questo può essere fatto invitando al gruppo ACR qualche

ministrante come testimone.

Celebrazione: A conclusione, invitiamo il gruppo a celebrare una Celebrazione Eucaristica in cui

l’Assistente si soffermerà a spiegarne le parti più importanti.

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Le attività destinate ai Ragazzi: 12/14

Tutti protagonisti a Messa! Obiettivo: I ragazzi scoprono che ognuno di noi, nessuno escluso, è parte attiva durante la

Celebrazione Eucaristica.

Proposta di attività: Vengono preparate delle schede personaggio da affidare ai ragazzi, ogni

scheda rappresenta un personaggio caratterizzato (ma esistente nella comunità parrocchiale)

che partecipa alle celebrazioni/Messa (Via Crucis, Adorazione etc.).

Si realizza una scenetta in cui ogni ragazzo tiene gli atteggiamenti del personaggio che gli è stato

affidato (la vecchietta che recita il rosario, il capo coro, il bambino distratto, l’educatore che

riprende il bambino distratto, etc.). L’educatore, invece, ricoprirà il ruolo del Parroco e sarà sua

cura far comprendere che i fedeli non sono spettatori ma “concelebranti”.

Confronto: A conclusione della scenetta, i ragazzi sono invitati a pensare a dei consigli da

proporre al Parroco su come potrebbe essere una celebrazione più a loro misura e, a confrontarsi

con una serie di attenzioni alla celebrazione che forniamo in allegato.

Celebrazione: Dopo aver compreso che tutti noi siamo chiamati a “concelebrare”, i ragazzi

sono invitati a pensare ad una celebrazione o per i gruppi delle altre fasce d’età della parrocchia

o per il loro stesso gruppo, facendo tesoro di tutto quello che è stato discusso.

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La Costituzione pastorale

Gaudium et Spes

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Riflettiamo sui testi 3. Ai nostri giorni, l'umanità scossa da ammirazione per le sue scoperte e la sua potenza, agita però spesso ansiose questioni sull'attuale evoluzione del mondo, sul posto e sul compito dell'uomo nell'universo, sul senso dei propri sforzi individuali e collettivi, ed ancora sul fine ultimo delle cose e degli uomini. Per questo il concilio, testimoniando e proponendo la fede di tutto intero il Popolo di Dio, riunito in Cristo, non può dare dimostrazione più eloquente della solidarietà, del rispetto e dell'amore di esso nei riguardi della intera famiglia umana (…) instaurando con questa un dialogo sui vari problemi, arrecando la luce che viene dal Vangelo e mettendo a disposizione degli uomini le energie di salvezza che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, riceve dal suo Fondatore. Si tratta di salvare la persona umana, si tratta di edificare l'umana società. 12. Credenti e non credenti sono pressoché concordi nel ritenere che tutto quanto esiste sulla terra deve essere riferito all'uomo, come a suo centro e a suo vertice. Ma cos'è l'uomo? Molte opinioni egli ha espresso ed esprime sul suo conto, opinioni varie ed anche contrarie (…) La Sacra Scrittura, insegna che l'uomo è stato creato “ad immagine di Dio” capace di conoscere e di amare il proprio Creatore, e che fu costituito da Lui sopra tutte le creature terrene quale signore di esse. 24. Iddio, che ha cura paterna di tutti, ha voluto che tutti gli uomini formassero una sola famiglia e si trattassero tra loro come fratelli. Tutti, infatti, creati ad immagine di Dio «che da un solo uomo ha prodotto l'intero genere umano affinché popolasse tutta la terra » (At17,26), sono chiamati al medesimo fine, che è Dio stesso. Perciò l'amor di Dio e del prossimo è il primo e più grande comandamento… 29. Avendo tutti gli uomini, dotati di un'anima razionale e creati ad immagine di Dio, la stessa natura e la medesima origine, e, poiché da Cristo redenti, godono della stessa vocazione e del medesimo destino divino, è necessario riconoscere sempre più la fondamentale uguaglianza fra tutti. (…) Ogni genere di discriminazione nei diritti fondamentali della persona, sia in capo sociale che culturale, in ragione del sesso, della stirpe, del colore, della condizione sociale, della lingua o religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al disegno di Dio. (…) Benché tra gli uomini vi siano giuste diversità, la uguale dignità delle persone richiede che si giunga ad una condizione più umana e giusta della vita. 43. Il Concilio esorta i cristiani, che sono cittadini dell'una e dell'altra città (terrena e celeste, NdT) di sforzarsi di compiere fedelmente i propri doveri terreni, facendosi guidare dallo spirito del Vangelo. I laici che hanno responsabilità attive dentro tutta la vita della Chiesa, non solo sono tenuti a procurare l'animazione del mondo con lo spirito cristiano, ma sono chiamati anche ad essere testimoni di Cristo in mezzo a tutti, e cioè pure in mezzo alla società umana. (…) Non si crei perciò un'opposizione artificiale tra le attività professionali e sociali da una parte, e la vita religiosa dall'altra. Il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna. I laici, che hanno responsabilità attive dentro tutta la vita della Chiesa, non solo son tenuti a procurare l'animazione del mondo con lo spirito cristiano, ma sono chiamati anche ad essere testimoni di Cristo in ogni circostanza e anche in mezzo alla comunità umana

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Introduzione alla Costituzione, per gli Educatori Con la costituzione Gaudium et Spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo viene posta l'attenzione sulla necessità di aprire un dialogo con la cultura e con il mondo. Infatti, pur essendo spesso lontano dalla morale cristiana, il mondo è pur sempre opera di Dio e luogo in cui Dio si manifesta con la sua presenza, e quindi, è “cosa buona”. Perciò venne considerato compito della Chiesa, e dei laici per primi, riallacciare profondi legami, con l'umanità impegnandosi per la pace e la giustizia. Nella Gaudium et Spes i padri conciliari sono chiari; è compito di tutta la Chiesa, e in particolare ai laici, prendersi cura dell'uomo e portarlo alla riconciliazione vera con il Suo creatore. Il laico è colui che, vivendo nella “nella città terrena”, pur appartenendo alla “città celeste” ha l'obbligo di impegnarsi verso gli uomini affinché si costruisca la città terrena nella pace, nella giustizia e nell'uguaglianza. Non solo a parole, ma diventando testimoni di questo verso gli uomini. Dobbiamo “diventare” consapevoli che la nostra testimonianza di uomini di pace, di giustizia e di uguaglianza è richiesta negli ambienti del mondo (scuola, lavoro, famiglia, ...) è facile fare i cristiani dentro le mura delle nostre parrocchie! Si pensi a quanto sia ancora distante da noi la parola uguaglianza; pensiamo alle nostre comunità sempre ormai più multietniche e di quanto, troppe volte, non riusciamo ad avere con loro un rapporto di uguaglianza! Nella parrocchia scopriamo l'importanza della preghiera nella nostra vita, attraverso cammini di formazioni, “forgiamo” le nostre coscienze sul modello di Dio, ma è altrove - nel mondo -, che dobbiamo diventare testimoni credibili del grande amore di Dio verso tutti.

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Le attività destinate ai Ragazzi: Piccolissimi e 6/8

È più bello insieme

Obiettivo: I bambini scoprono che la Carità è la virtù che permette di vivere a pieno la relazione con l’altro Proposta di attività: Si chiede ai bambini chi siano le persone che incontrano spesso in parrocchia, a cui vogliono bene, con cui parlano ma anche quelle che non trovano simpatiche, con cui hanno litigato. Tutti i nomi potrebbero essere riportati su un cartellone su cui è disegnato, anche in maniera stilizzata, un gruppo di persone. Si fa capire ai bambini che tutte quelle persone fanno parte di un’unica famiglia, la parrocchia, e che tutti noi siamo fratelli e come ha detto Gesù bisogna amare Dio e volerci bene tra noi. Un primo impegno potrebbe essere quello di passare più tempo con qualche amico della parrocchia per conoscerlo meglio oppure fare pace con chi abbiamo litigato. In un secondo momento questo impegno potrebbero prenderlo verso gli amici che incontrano a scuola, nel parco, durante lo sport, spiegandogli che tutte quelle persone, pur non incontrandole in parrocchia ma in altri luoghi, fanno parte della grande famiglia, ovvero la Chiesa. In seguito, tramite una caccia al tesoro, si potrebbe far trovare ai nostri bambini la sagoma dei Paesi o dei Continenti riportati sul sito della CEI (link: http://goo.gl/HJXdT). Aiutandoli a ricomporre i pezzi, l’educatore spiegherà che Gesù è conosciuto in tutto il mondo. Quindi i nostri fratelli non sono solo quelli in parrocchia o negli altri ambienti che frequentiamo, ma anche quelli sparsi in tutto il mondo (Chiesa Universale). Confronto: Per fargli comprendere ancora di più questo concetto si potrebbero proiettare le foto dell’ultima GMG dove ragazzi di diverse etnie si riuniscono perché vogliono bene a Dio e a Gesù. Raccontare come durante quei giorni spesso ci si scambia la bandiera o altri oggetti per sottolineare questa fratellanza. I bambini possono essere chiamati a riflettere riguardo la diversità – solo apparente – dei loro compagni di classe o di sport. Celebrazione: si scrive su un cartellone il passo del Vangelo di Luca (11, 1-4) in cui Gesù ci insegna il Padre Nostro e si aiutano i bambini a comprendere che facciamo tutti parte di una famiglia perché siamo tutti figli dello stesso Padre, Dio. Tutti insieme, poi, si recita il Padre Nostro.

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Le attività destinate ai Ragazzi: 9/11

Equità e giustizia: non solo parole

Obiettivo: Il ragazzo comprende come la ricchezza superflua – caratteristica della nostra società

– porti condizioni di disparità e disuguaglianza, valorizzando così la generosità.

Proposta di attività: Partendo dalla lettura della parabola di Lazzaro e il ricco Epulone (a seguire),

si sottolinea ai ragazzi che tutti noi, essendo figli di Dio, godiamo degli stessi diritti, ma nel

momento in cui la nostra società non li tutela permettendo le diseguaglianze, la giustizia di Dio

riporta tutto al giusto equilibrio. Divisi in due o più squadre, da moderni Epuloni, i ragazzi

stileranno un elenco di oggetti che utilizzano tutti i giorni e che riporteranno su alcuni bigliettini.

Organizzando una staffetta, ogni squadra dovrà liberarsi nel minor tempo possibile delle cose

che considera superflue andandole a barattare con un banco dei pegni in cui alcuni educatori

potranno dare in cambio delle monetine da poter poi donare ad un educatore – Lazzaro,

posizionato alla fine del percorso. Vince la squadra che si è liberata di più cose effettivamente

superflue donando le monetine a Lazzaro. Il gioco potrebbe concludersi con la lettura del brano

di Luca sull’obolo della vedova per far comprendere ai ragazzi che è veramente generoso chi,

oltre a privarsi del superfluo, rinuncia anche al necessario.

Riferimenti biblici:

Lazzaro e il ricco Epulone (Lc 16, 19 – 31)

C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava

a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe,

bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che

venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto

ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e

vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi

pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua,

perché soffro terribilmente in questa fiamma". Ma Abramo rispose: "Figlio, ricòrdati che,

nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è

consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande

abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino

a noi". E quello replicò: "Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre,

perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in

questo luogo di tormento". Ma Abramo rispose: "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro". E

lui replicò: "No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno".

Abramo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno

risorgesse dai morti".

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L’obolo della vedova (Lc. 21, 1 – 4)

Alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche

una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: "In verità vi dico: questa vedova,

così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte

del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per

vivere".

Confronto: In un secondo momento si potrebbero invitare i ragazzi a privarsi di un gioco a loro

caro per regalarlo ai bambini meno fortunati. Così facendo, si può discutere su come essere

realmente generosi e quali possono essere le forme di generosità e solidarietà che il gruppo può

adottare.

Celebrazione: L’educatore può facilmente riprendere i brani discussi nella prima riunione e

utilizzarli all’interno di una celebrazione, dando un piccolo e simpatico attestato di generosità a

chi ha deciso di regalare qualcosa di proprio per gli altri.

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Le attività destinate ai Ragazzi: 12/14

Cristiani a tutte le ore

Obiettivo: Il Ragazzo scopre l’importanza di essere cristiani sempre, ad ogni ora, testimoniando

la bellezza delle parole che Dio ha donato noi.

Proposta di attività: Partendo dalla lettura della Predicazione di Giovanni Battista (brano

riportato a seguire), si sottolinea ai ragazzi che il cristiano è tale non solo nei momenti che passa

in parrocchia (a Messa, all’ACR, in oratorio…), ma anche nella vita quotidiana. Dio ci chiama a

vivere con costanza e dedizione gli impegni come la scuola, il lavoro lo sport… perché attraverso

la nostra condotta e la nostra passione saremo dei veri testimoni del Vangelo. L’educatore

potrebbe invitare i ragazzi a pensare in quali impegni siano più portati e in quali, invece, siano

meno bravi. Ad esempio nell’ambito scolastico potrebbero, nella loro materia preferita,

individuare un compagno in difficoltà ed aiutarlo nello studio. Oppure aiutare un amico durante

una disciplina sportiva. Contemporaneamente cercheranno di impegnarsi nella materia o

nell’attività in cui sono meno portati. Di volta in volta i ragazzi annoteranno su un quaderno i

progressi e le difficoltà incontrate nel portare avanti i due impegni.

Riferimento biblico:

Predicazione di Giovanni Battista (LC 3, 10-15)

Le folle lo interrogavano: "Che cosa dobbiamo fare?". Rispondeva loro: "Chi ha due tuniche

ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto". Vennero anche dei pubblicani

a farsi battezzare e gli chiesero: "Maestro, che cosa dobbiamo fare?". Ed egli disse loro: "Non

esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato". Lo interrogavano anche alcuni soldati: "E

noi, che cosa dobbiamo fare?". Rispose loro: "Non maltrattate e non estorcete niente a

nessuno; accontentatevi delle vostre paghe".

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non

fosse lui il Cristo.

Confronto: Al termine del periodo che potrà essere di un mese o più, ognuno condividerà la

propria esperienza all’interno del gruppo e si potrà realizzare un grande copione composto dalle

loro storie.

Celebrazione: Riprendendo il brano, l’Assistente può ulteriormente condurre i ragazzi a riflettere sull’essere cristiano e impegnarsi in ogni azione quotidiana per sé e per gli alti, soprattutto nella preghiera e nella Carità.

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C’è di più nel Sussidio!

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Le domande rivolte ai bambini durante la Carovana della Pace…

Ecco a voi le domande – con delle risposte indicative – rivolte agli educatori e ai bambini presenti

alla Carovana della Pace del 27 Gennaio 2013.

1) Hai mai sentito parlare del Concilio Vaticano II?

Il Concilio Vaticano II è stato fortemente voluto da Papa Giovanni XXIII. Il Papa sentiva il

bisogno di un rinnovamento radicale all’interno della Chiesa, sia per quanto riguardava la

liturgia, sia per dare segni efficaci di cambiamento e di apertura e nuove direttive che

rendessero protagonisti tutti i battezzati e non solo la gerarchia ecclesiale. Alla morte di

Giovanni XXIII, il Concilio fu preso in carico dal suo successore, Paolo VI, che ha

completato questa opera, grande, profetica e ancora attuale.

2) Secondo te, chi celebra la S. Messa?

Il celebrante principale, è vero, è il Sacerdote, ma il Concilio ha voluto dare anche a tutti i

battezzati il ruolo di concelebrante; la comunità che partecipa alla S. Messa concelebra

con il Sacerdote. Perciò anche tu ogni domenica concelebri insieme al Sacerdote, che

presiede la Celebrazione Eucaristica.

3) La celebrazione Eucaristica è divisa in più parti. Sapresti dire quali sono?

Tutta la S. Messa ha delle parti specifiche che ci aiutano ad arrivare preparati al momento

centrale, la CONSACRAZIONE, momento in cui tutti noi ricordiamo il momento in cui Gesù

insieme ai Suoi apostoli, istituisce l’Eucaristia donandoci il cibo di cui tutti noi abbiamo

veramente bisogno. A partire dal saluto iniziale, Dio che accoglie il Suo popolo, la liturgia

della Parola ci racconta di Dio e ci fa conoscere Gesù. L’ascolto della Parola non deve finire

con la S. Messa, ma quella Parola dobbiamo metterla in pratica nella nostra vita,

dobbiamo farla nostra. L’offertorio è il momento in cui l’uomo offre a Dio i frutti del suo

lavoro ed i suoi piccoli sacrifici. Nell’offertorio possiamo portare solo il pane, il vino che

saranno trasformati nel corpo e sangue di Gesù, e le offerte in denaro raccolte, che Dio

trasformerà in aiuto per i poveri, o dei doni reali per la comunità. Anche il momento del

saluto finale da parte del Sacerdote è fondamentale! Non è il momento per scappare

perché finalmente è finita la Messa o per distrarci: è il momento del mandato. Abbiamo

ascoltato la Parola, abbiamo pregato insieme, ci siamo cibati del corpo di Gesù: adesso

tocca a noi far conoscere al mondo Dio attraverso la nostra vita.

4) In ogni celebrazione si legge la Parola di Dio. Nella tua parrocchia chi legge di solito le

letture?

Prima del Concilio la Parola di Dio poteva essere letta solo dai Sacerdoti. Con il Concilio si

è data la possibilità a tutti, donne comprese, di proclamare la Parola di Dio, sottolineando

che è compito di ogni battezzato conoscere e proclamare la Parola.

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5) Durante la S. Messa in che lingua parla il tuo sacerdote?

Nelle nostre celebrazioni tutti capiamo ciò che viene detto perché il Sacerdote parla in

italiano. Prima del concilio la lingua usata era il latino e non tutti capivano ciò che veniva

detto e ciò che si rispondeva. Ci sono comunque ancora dei momenti in cui viene ancora

usata la lingua latina: ogni domenica il Papa a S. Pietro recita l’Angelus che viene fatto in

latino

6) Durante la S. Messa il Sacerdote è rivolto verso di te o ti dà le spalle?

Può sembrare una domanda assurda, ma prima del Concilio gli altari non erano posizionati

al centro ma in modo che il Sacerdote desse le spalle alla comunità: infatti, non guardava

in faccia le persone presenti. Questo perché tutti, Sacerdote compreso, dovevano

rivolgere lo sguardo verso Dio. La riforma della Liturgia adoperata dal Concilio ha reso più

partecipativa la Santa Messa ponendo il mistero eucaristico al centro tra il Sacerdote e

l’assemblea che concelebra.

7) Hai mai sentito la parola “LAICO”? Sai cosa significa?

Il laico è colui che, avendo ricevuto il dono del battesimo e in collaborazione con i

sacerdoti, si impegna alla missione di salvezza della Chiesa. I laici (tutti noi) hanno il

compito di portare Cristo nel mondo: in famiglia, a scuola, nei luoghi di divertimento, nei

luoghi sportivi, sul posto di lavoro… il laico ha la stessa missione dei sacerdoti: la salvezza

attraverso la conoscenza di Gesù. Perciò tutti, anche i più piccoli, sono LAICI.

8) Tutti noi siamo LAICI…. Tu pensi di avere un posto preciso nella Chiesa?

Ognuno di noi occupa un posto importante nella Chiesa. Ognuno di noi ha delle capacità,

dei doni particolari che ha il dovere di mettere a “SERVIZIO” della comunità. Perciò anche

tu sei importante per la Chiesa, soprattutto perché sei importante per Dio.

9) Le nostre comunità parrocchiali sono formate da persone di varie età; pensi che i bambini

siano protagonisti nella vita della Chiesa?

Gesù amava in modo particolare i bambini e sgridava chi li allontanava da Lui! Si arrabbiava

con chi era per loro motivo di scandalo attraverso comportamenti sbagliati. I bambini con

la loro gioia, la loro ingenuità e la loro capacità di affidarsi e di avere fiducia sono

preziosissimi per le nostre comunità, ed è importante per loro, a partire dalle famiglie,

avere delle figure adulte che possano essere d’esempio.

10) Ognuno di noi ha ricevuto il battesimo, il primo sacramento che riceviamo. Ma secondo te

cos’è un SACRAMENTO?

“Il Sacramento è un segno visibile ed efficace della Grazia, e sono istituiti da Cristo e

donati alla Chiesa” (CCC). Ricevendo il battesimo, attraverso l’unzione dello Spirito Santo,

diventiamo TUTTI sacerdoti, chiamati a far conoscere Gesù diventandone TESTIMONI. Il

battesimo è il primo dei sacramenti che riceviamo quando ancora siamo molto piccoli e

perciò i nostri genitori si impegnano a crescerci nella fede e nella conoscenza del Signore.

Ogni sacramento che nella nostra vita riceviamo, è dono di Dio e ci chiama ogni volta a

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cambiare la nostra vita e a crescere nella fede. Con il sacramento della riconciliazione

(confessione), riceviamo il perdono di Dio, facendo PACE con Lui e con la Chiesa, e ci

permette di capire l’importanza perdonare coloro che ci hanno offeso. Dobbiamo amarci

gli uni gli altri come Dio ci ama: Dio ci perdona, dobbiamo quindi essere capaci di

perdonarci gli uni gli altri. Ricevendo il Dono dell’Eucaristia, dimostriamo la nostra

appartenenza al Popolo di Dio; dal corpo di Cristo prendiamo la forza di testimoniarlo.

Con la confermazione (Cresima) ci uniamo alla Chiesa e attraverso la discesa dello Spirito

Santo su di noi ci prendiamo l’impegno di seguire Cristo e diffondere la Sua Parola. Nel

sacramento del matrimonio i due sposi si impegnano ad aiutarsi a vicenda a raggiungere

la SANTITA’.

Attraverso i Sacramenti ognuno di noi è chiamato a raggiungere la perfezione nella vita di

fede: LA SANTITA’

11) Conosciamo molte persone che attraverso la loro vita hanno raggiunto la Santità. Anche tu

puoi diventare santo…. In che modo?

Diventare Santo non è un privilegio di alcuni, ma tutti, in quanto battezzati, sono chiamati

a diventare Santi. Ognuno di noi può diventare Santo attraverso la preghiera, il

sacramento della riconciliazione e la partecipazione all’Eucaristia. Imitando Gesù nella

nostra vita, tutti possiamo diventare SANTI. Non occorrono gesti STRAORDINARI, ma

dobbiamo rendere STRAORDINARIA la nostra vita.

12) Benedetto XVI, ad ottobre dello scorso anno, ha indetto l’ANNO DELLA FEDE. Ha chiesto alle

nostre comunità parrocchiali di riflettere su questo tema, riscoprendo le parole del Credo

che sono alla base della nostra Fede. Attraverso il Credo ogni domenica proclamiamo la

nostra Fede. Tra le tante cose che recitiamo, c’è una frase riferita alla Chiesa: “UNA, SANTA,

CATTOLICA E APOSTOLICA” ma cosa significa?

La Chiesa è UNA: Gesù ci vuole riunire nel suo amore come uno solo è Dio Padre e Figlio e

Spirito Santo e una sola è la nostra Speranza. La Chiesa è SANTA: Gesù ha donato la sua

vita per renderla Santa, perché appartenesse a Dio, e tutti noi siamo chiamati ad essere

Santi attraverso di essa. La Chiesa è CATTOLICA perché possa risplendere in tutto il

mondo la grazia del Signore. La Chiesa è APOSTOLICA: è fondata sugli Apostoli, con il Papa

ed i Vescovi tutto il popolo è mandato nel mondo per annunciare il Vangelo a tutti.

13) Una delle tante ed importanti cose scritte nei documenti del Concilio Vaticano II sottolinea

l’importanza di dialogo tra la Chiesa e le altre religioni. Esiste questo dialogo?

E’ necessario conoscere, approfondire e rispettare le altre religioni. Leggendo le pagine

del Concilio che parlano di questo argomento, ci accorgiamo che risultano molto attuali,

nonostante siano state scritte tanti anni fa. Siamo diventati cittadini del mondo le

distanze dai popolo si sono accorciate, le città sono diventate multi-etniche e, di

conseguenza, dobbiamo essere accoglienti verso coloro che professano una religione

diversa dalla nostra. Questo è un percorso difficoltoso, pensando anche che anche tra noi

cristiani (ortodossi, protestanti ecc.) non esiste ancora la TANTO DESIDERATA UNIONE!

Avere tale obiettivo è sicuramente un primo passo verso la PACE.

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14) Si sente tanto parlare di BENE COMUNE, CULTURA e RELIGIONE. C’è un legame tra loro?

Per cultura non si intende solo quella scolastica: cultura è l’insieme di tradizioni,

comportamenti, storia, progressi tecnologici, pensieri, etc., non solo del NOSTRO paese

ma di tutta l’umanità. Il bene comune è collegato strettamente alla cultura; se conosco e

mi prendo cura del mio prossimo (anche il più distante) e dell’intera umanità, metterò in

atto comportamenti di vita che possano far vivere dignitosamente l’umanità intera. E la

religione? E’ il PREZIOSO collante che ci permetterà di cambiare il mondo attraverso la

nostra vita; conoscendo Gesù conosceremo la legge dell’Amore e non ci saranno culture

o religioni diverse che non potranno farci amari il prossimo anche il più lontano.

15) Nei documenti del Concilio un posto d’onore è occupato da Maria, la mamma di Gesù.

Perché è importante Maria per la Chiesa?

Conoscere la figura di Maria, aiuta tutti noi ad avvicinarci più facilmente a Gesù. Maria

accettando di diventare la madre del figlio di Dio, ha accettato tutti noi come suoi figli. E’

soprattutto per noi un esempio di obbedienza e fedeltà; ci dimostra come ci si può

affidare e fidare di Dio; lei ha partorito, cresciuto e visto morire in croce suo figlio e

nonostante questo ha continuato a fidarsi di Dio. E questa fiduciosa obbedienza deve

diventare parte della nostra vita. E’ come se Maria ci dicesse: fidati e affidati a Dio anche

quando ciò che ti chiede non riesci a capirlo fino in fondo. E affida a me le tue preghiere

perché le possa portare da mio figlio e creatore!

16) Nessuno di noi ha avuto la fortuna di conoscere personalmente Gesù, ma ci è stato donato

uno strumento che ci svela tutto di Lui ed è più attuale che mai anche se è stato scritto molti

anni fa: è il libro più venduto nel mondo, ma anche quello più IMPOLVERATO perché

raramente viene aperto: LA BIBBIA. Possiedi una Bibbia? La leggi?

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…e qualche risposta!

Hai mai sentito parlare del Concilio Vaticano II?

Sì, è un concilio fatto per mettersi d’accordo sulle cose che riguardano la Chiesa!

Sai chi celebra la Messa?

Il Papa! Non oggi, in generale…?

Il sacerdote! Chi legge le letture nella tua parrocchia, a Messa?

Gli educatori, a volte

Lo sai prima del concilio chi le doveva leggere?

Il prete!

Perché è così importante Maria?

Perché è la mamma di Gesù!!

Sai chi legge le letture a Messa?

Il sacerdote

Solo lui?

No, tutti quanti noi

Noi siamo una comunità e ognuno di noi ha un ruolo, tu quale senti che sia il tuo ruolo?

Io mi sento una cittadina che porta la pace a tutti!

Hai mai sentito parlare del Concilio Vaticano II?

Sì, il mio educatore mi ha detto che era una riunione di tutti i sacerdoti che sono andati dal Papa

per discutere delle cose della Chiesa

Noi nel credo diciamo che la Chiesa è una, Santa, Cattolica e Apostolica, secondo te che vuol dire?

Ehm… BOH!

Noi come la diciamo la Messa? In che lingua?

In italiano!

E prima lo sai com’era detta?

In latino?

E questa secondo te è un innovazione del Concilio?

Mah.. penso di sì. Che poi potrebbe anche essere un’idea nostra, perché siamo italiani,

non sappiamo il latino e la diciamo in italiano per capirci!!

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Allegati

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Selezione di testi dell’Antico Testamento

Genesi

Nei primi 11 dei suoi 50 capitoli descrive la cosiddetta "preistoria biblica" (creazione, peccato originale, diluvio universale), e nei rimanenti la storia dei patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe-Israele e di Giuseppe,

Esodo

È composto da 40 capitoli. Nei primi 14 descrive il soggiorno degli Ebrei in Egitto, la loro schiavitù e la miracolosa liberazione tramite Mosè, mentre nei restanti descrive il soggiorno degli Ebrei nel deserto del Sinai. Il periodo descritto è tradizionalmente riferito al 1300-1200 a.C.

Levitico

È composto da 27 capitoli, scritti in ebraico, contenenti quasi esclusivamente leggi religiose e sociali, ad uso dei sacerdoti e dei leviti, che Mosè diede agli Ebrei durante il soggiorno nel deserto del Sinai

Numeri È composto da 36 capitoli descriventi la storia degli Ebrei durante il loro soggiorno nel deserto del Sinai

Deuteronomio È composto da 34 capitoli descriventi la storia degli Ebrei durante il loro soggiorno nel deserto del Sinai (circa 1200 a.C.) e contiene varie leggi religiose e sociali.

Giosuè È composto da 24 capitoli descriventi la storia della conquista della terra di Canaan (Palestina) da parte delle dodici tribù guidate dal successore di Mosè.

Giudici È composto da 21 capitoli descriventi la storia delle dodici tribù in Canaan e dei Giudici, carismatici capi militari occasionali.

I e II Samuele

Il primo libro è composto da 31 capitoli descriventi il ministero profetico del profeta che unse il Re Davide, il regno di Saul e la gioventù di Davide, ambientati nella Giudea attorno al 1100-1010 a.C. Il secondo libro è composto da 24 capitoli descriventi il regno di Davide

I e II Re

Il primo libro è composto da 22 capitoli descriventi la morte di Davide, Salomone, la scissione del Regno di Israele dal Regno di Giuda, il ministero del profeta Elia (nel nord) e i vari re di Israele e Giuda, eventi datati attorno al 970-850 a.C. Il secondo libro è composto da 25 capitoli descriventi il ministero dei profeti Eliseo (nel nord) e Isaia (nel sud), vari re di Israele e Giuda, la distruzione e deportazione del Regno di Israele e del Regno di Giuda,

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Isaia

È un classico fra i libri profetici. la parola profeta non va intesa nel senso colui che parla prima che qualcosa avvenga, bensì nel senso colui che parla per conto di un altro. Di volta in volta, il profeta esprime la condanna per i nemici di Israele, la consolazione per il popolo eletto, la speranza del futuro riscatto dopo la caduta, il rimprovero per le infedeltà di Israele all'alleanza

Geremia

È composto da 52 capitoli e, oltre ai temi tipici dei profeti ebraici (fedeltà a Dio, disprezzo delle nazioni e degli idoli pagani), il tema specifico del libro è quello dell'invito alla sottomissione all'impero Babilonese, non seguito dal re Ioiakim e dalla classe dirigente e che portò alla deportazione e all'esilio di Babilonia.

Ezechiele

È composto da 48 capitoli e il tema specifico del libro è quello dell'invito alla sottomissione a Dio, sempre con il suo popolo anche se questo è in esilio a Babilonia: alla fine Israele sarà vittorioso e Gerusalemme e il tempio saranno ricostruiti

Giona

Per la sua brevità è stato inserito tra i cosiddetti profeti minori; ma, più che della effettiva Messa per iscritto della predicazione di un profeta, come avviene per Isaia, Geremia e per tutti gli altri profeti maggiori e minori, si tratta di una sorta di "racconto esemplare" come quelli di Tobia e Giuditta, catalogati invece tra i libri storici dell'Antico Testamento. Si pensa che sia stato scritto molto tempo dopo l'epoca a cui si riferisce, in ambiente postesilico.

Zaccaria

I primi otto capitoli contengono una serie di visioni concernenti il ritorno del popolo di Dio in Gerusalemme ed accompagnano la ricostruzione dopo l'esilio. I capitoli dal 9 al 14 hanno un'ambientazione diversa e contengono delle visioni relative alla venuta del Messia, gli ultimi giorni, la riunificazione di Israele, l'ultima grande guerra.

Malachia

Il libro si compone di sei brani costituiti sullo stesso tipo: Jahve, o il suo profeta, lancia un'affermazione che è discussa dal popolo o dai sacerdoti, e che è sviluppata in un discorso in cui si alternano minacce e promesse di salvezza. Si inizia con il distinguere tra l'amore di Dio come padrone, e quello come padre: se il popolo non riesce ad amarlo come padre, deve almeno rispettarlo come padrone

Salmi È composto da 150 capitoli, ognuno dei quali rappresenta un autonomo inno di vario genere: lode, supplica, meditazione sapienziale.

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Proverbi

Il libro è stato diviso dall'autore stesso in nove parti:

invito all'acquisto della Sapienza

prima raccolta dei proverbi di Salomone

raccolta di sentenze degli uomini saggi

breve raccolta di sentenze

seconda raccolta dei proverbi di Salomone (riuniti dalla gente di Ezechia)

sentenze di Agur

sentenze numeriche

sentenze di Lamuele

la donna ideale

Giobbe

È composto da 42 capitoli descriventi la storia di un saggio, la cui vita è provata da un dolore inspiegabile, con ampie meditazioni contenute nei dialoghi con i suoi tre amici sul perché Dio permetta il male all'uomo giusto

Cantico dei cantici

Attribuito al re Salomone, celebre per la sua saggezza, per i suoi canti e anche per i suoi amori, È composto da 8 capitoli contenenti poemi d'amore in forma dialogica tra un uomo ("Salomone") e una donna ("Sulammita").

Qoelet o Ecclesiaste

Il soggetto è una contrapposizione tra il bene e il male. La riflessione ruota intorno a due domande: a cosa serve fare il bene e a cosa serve fare il male? Tutto sembra vano. Qoelet allora suggerisce: "Abbi fiducia nel Padre e segui le sue indicazioni".

Lamentazioni

Descrive il grande dolore causato dall'assedio, la cattura e la distruzione di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor, re di Babilonia. Questo libro esprime la pena profonda alla vista della desolazione, della miseria, della confusione, della fame: tutte espressioni del castigo divino per i peccati del popolo, dei profeti e dei sacerdoti. Il libro termina tuttavia con una nota di speranza.

Ester È composto da 10 capitoli descriventi la storia di una ragazza orfana, nipote di Mardocheo, che diventa moglie del re persiano e salva il popolo ebraico dai complotti del malvagio Aman.

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Alcune indicazioni per celebrare con i Ragazzi Sarebbe bene dedicare un intero incontro di ACR per preparare la Messa insieme agli ACRini, proprio per l’importanza del momento, in cui sono realmente protagonisti! Anche se questo non fosse possibile, si presti però particolare attenzione ai seguenti ambiti:

1. PREPARAZIONE DELL’AMBIENTE E DELL’ALTARE, INIZIO DELLA MESSA 2. I GESTI DELLA MESSA 3. CANTI 4. SALUTO INIZIALE DELLA MESSA 5. LITURGIA PENITENZIALE 6. LITURGIA DELLA PAROLA 7. OFFERTORIO 8. PREGHIERE DEI FEDELI 9. PROFESSIONE DI FEDE (CREDO) 10. SCAMBIO DELLA PACE 11. DURANTE LA COMUNIONE 12. TERMINE DELL’EUCARESTIA E BENEDIZIONE CONCLUSIVA

1. PREPARAZIONE DELL’AMBIENTE E DELL’ALTARE, INIZIO DELLA MESSA Servizi che possono svolgere gli ACRini: distribuire i foglietti della Messa; svolgere il servizio all’altare; aiutare il sacerdote a preparare il calice, la patena e le ampolline; aiutare ad adornare l’altare con i fiori, volendo si possono far portare dagli ACRini dei fiori veri o di carta fatti da loro per abbellire l’altare; accompagnare il sacerdote che porta l’Evangeliario durante la processione di ingresso (anche solo l’ingresso processionale dei fanciulli con il sacerdote celebrante, senza l’Evangeliario, può servire a far meglio intendere che in quel momento si forma la comunità). I bambini più piccoli devono avere uno spazio a loro dedicato nei primi banchi. Si potrebbe organizzare un momento iniziale per la spiegazione della preparazione dell’altare: i chierichetti aiutano il sacerdote a preparare l’altare mentre un altro sacerdote o un educatore spiega a tutti perché si mettono quegli oggetti (tovaglia, croce, candele, Messale, calice e patena ecc.). 2. I GESTI DELLA MESSA (la partecipazione con il corpo) Sarebbe bene rivalutare i gesti significativi inseriti all’interno della Messa, ad esempio, la posizione eretta, la genuflessione, l'inchino, le braccia alzate in atteggiamento orante ecc. in quanto il linguaggio del corpo è un linguaggio facilmente comprensibile e importante per i bambini. 3. CANTI Servizi che possono svolgere gli ACRini: cantare nel coro e suonare gli strumenti musicali; alla riunione prima della Messa si possono far costruire ai più piccoli delle maracas (due bicchieri di plastica con all’interno del riso) e si può insegnare loro a suonarle per accompagnare le chitarre durante l’alleluia o uno dei canti della Messa. Sarebbe bene fare prima le prove dei canti.

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4. SALUTO INIZIALE DELLA MESSA Il celebrante, un educatore o degli ACRini all’inizio della celebrazione possono fare da guida, condividendo con l’assemblea la presenza e l’attenzione che sarà rivolta i più piccoli, presenti in assemblea. 5. LITURGIA PENITENZIALE Si possono preparare delle invocazioni penitenziali adatte ai ragazzi, ad esempio:

Ragazzo: Signore, scusaci se non facciamo attenzione a mettere in pratica quello che ci insegni nel Vangelo, se non siamo disposti a fare pace quando ci succede di fare o ricevere dei torti a casa con la nostra famiglia, a scuola, con i nostri amici, per strada, in parrocchia, mentre facciamo sport. Signore Pietà

Ragazzo: Cristo, perdonaci se ci scoraggiamo subito appena ci sembra faticoso seguire i tuoi insegnamenti e ci sembra inutile riprovare. Cristo pietà

Ragazzo: Signore, scusaci se cerchiamo solo la nostra felicità senza pensare alla felicità degli altri e a chi ha bisogno di una mano. Signore pietà

6. LITURGIA DELLA PAROLA La liturgia della Parola deve essere sempre quella della domenica. Al massimo, si può concordare col Celebrante se ci dovessero essere necessità pastorali particolari perché vengano sostituite le letture. Servizi che possono svolgere gli ACRini: proclamare le letture, lette con chiarezza e lentezza (prepararsi prima e far caso che i lettori siano cresimati). Fare precedere alle letture delle semplici monizioni per invitare i ragazzi ad ascoltare in modo attento, spiegando brevemente il contenuto della lettura e dando qualche accenno per migliorare la comprensione del brano. I ragazzi stessi potrebbero preparare delle immagini sul Vangelo o sulle letture (ad esempio quelle del Vangelo a fumetti) da distribuire insieme ai foglietti della Messa oppure possono preparare loro stessi il foglietto della Messa da distribuire a tutti i partecipanti. Per preparare meglio i ragazzi all’ascolto della Parola, si potrebbe svolgere una lectio divina sul Vangelo della domenica da fare qualche giorno prima con gli ACRini seguendo il modello della Scuola della Parola. 7. OFFERTORIO Servizi che possono svolgere gli ACRini: portare all'altare il pane e il vino e i doni che realmente vanno alle necessità di carità della Parrocchia (non quindi striscioni, cartelloni, Bibbie o altro che poi verrà ripreso). La raccolta delle offerte potrebbe riguardare, con l’approvazione del parroco, iniziative particolari. 8. PREGHIERE DEI FEDELI Servizi che possono svolgere gli ACRini: a. Preparare prima e leggere le preghiere dei fedeli; le preghiere potrebbero essere scritte dai

ragazzi alla fine della lectio divina sul brano del Vangelo (vedi “Liturgia della Parola”) oppure

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partendo dalla riflessione sulla preghiera di san Francesco “Signore fa di me uno strumento della tua pace”.

O Signore, fa di me uno strumento della tua pace. Dov'è odio, che io porti l'amore. Dov'è offesa, che io porti il perdono. Dov'è discordia, che io porti l'unione. Dov'è errore, che lo porti la verità. Dov'è disperazione, che io porti la speranza. Dov'è tristezza, che io porti la gioia. Dove sono le tenebre, che io porti la luce. Signore, fa che io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare; di essere compreso, quanto di comprendere; di essere amato, quanto di amare. Poiché è donando che si riceve; è perdonando che si è perdonati; è morendo che si risuscita a vita eterna.

b. Si possono utilizzare le Preghiere dei fedeli presenti nel “foglietto della Messa”, aggiungendone alcune dedicate alla vita della Comunità parrocchiale e, quindi, alla Carovana della Pace del giorno dopo.

9. PROFESSIONE DI FEDE (CREDO) Stiamo celebrando l’Anno della Fede e il Credo è la sintesi e la professione pubblica della nostra fede; il Santo Padre ci invita a riflettere sul testo del Credo e sui contenuti a cui rimanda. Perciò sarebbe bene valorizzare questo momento della celebrazione. I ragazzi potrebbero avere un foglietto preparato da ciascuno di loro su cui hanno scritto la Professione di fede, oppure un bambino potrebbe accendere una lanterna o una candela simbolo della nostra fede. Nelle Messe per i bambini può essere usato il Simbolo apostolico (Credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese all'inferno; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa Chiesa Universale, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen). Qualora il celebrante intenda usare questa versione del Credo, gli ACRini possono preparare dei foglietti scritti da loro con il Simbolo apostolico da distribuire all’inizio della Messa insieme ai foglietti delle letture 10. SCAMBIO DELLA PACE Oltre a scambiare il segno della pace, gli ACRini potrebbero consegnare al resto dell’assemblea dei biglietti disegnati e colorati, con scritto sopra alcuni impegni concreti per poter essere operatori di pace.

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11. DURANTE LA COMUNIONE Durante la comunione si possono invitare i bambini che non la fanno a usare quel momento per pregare da soli o insieme a un educatore. 12. TERMINE DELL’EUCARESTIA E BENEDIZIONE CONCLUSIVA I ragazzi potrebbero raccogliersi tutti sotto l’altare per ricevere una speciale benedizione dal sacerdote e durante il canto finale potrebbero uscire come una piccola processione e raccogliersi al di fuori della Chiesa per un momento di animazione. Sarebbe importante concludere con una breve monizione che preceda la benedizione finale nella quale si ripeta ai ragazzi e si applichi alla loro vita quanto hanno ascoltato durante la Liturgia della Parola. Bibliografia di riferimento La Messa dei fanciulli, Roma, Libreria Editrice Vaticana, 1976. Contiene il Direttorio per le messe dei fanciulli, e Istruzione, Premessa, Preghiere Eucaristiche della Conferenza Episcopale Italiana. Il solo Direttorio è reperibile anche al sito: www.Chiesacattolica.it/pls/cci_new/bd_edit_doc.edit_documento?p_id=11349

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Conclusioni e Ringraziamenti

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Come già ricordato nell’introduzione, l’obiettivo di questo sussidio non è quello di voler dare una

conoscenza completa dei tanti documenti del Concilio Vaticano II e delle sue tematiche, quanto

quello di stimolare gli educatori – attraverso questo nostro lavoro – a compiere uno studio, una

riflessione sui testi conciliari qui indicati per poi continuare a meditarli, viverli e approfondirli nelle

comunità parrocchiali.

Una riflessione iniziale per poi appassionare anche i ragazzi!

Questo perché la Giornata degli Incontri sarà incentrata proprio sul Concilio Vaticano II e sui

percorsi svolti durante la terza fase, attraverso questo sussidio; all’interno della GdI, inoltre,

verranno nominati i cinque delegati (quattro ACRini e un educatore) che rappresenteranno la

Diocesi di Roma durante l’Incontro nazionale per delegazioni ACR del 6/7 settembre 2013.

L’Incontro nazionale si svolgerà a Roma e coinciderà anche con la Festa Regionale. Una ragione

in più per esserci e per programmare l’inizio del prossimo anno associativo con questa data!

Dovremmo essere tanti e testimoniare la bellezza dell’ACR – nazionale, regionale e romana – alla

città intera!

Venerdì 6 le delegazioni nazionali verranno accolte dalle Equipe dell’ACR della Regione Lazio in

alcune strutture, dove mangeranno e avranno dei momenti animativi.

Sabato 7 ci si ritroverà tutti insieme (si pensa in San Giovanni in Laterano) e sarà previsto un

momento celebrativo, di confronto e di animazione. L’ACR di Roma giocherà un ruolo

importantissimo il sabato!

Maggiori informazioni arriveranno a breve; ci stiamo infatti coordinando con l’Ufficio Centrale

ACR e con l’Equipe ACR del Lazio per gestire al meglio tutti gli aspetti e per avviare così la

promozione dell’evento.

Un grazie particolare ad Andrea Avellino per l’aiuto datoci nella scrittura dell’Introduzione, alla

prof.ssa Manuela Terribile per il percorso tematico proposto all’inizio del presente sussidio e

all’Equipe diocesana dell’ACR per aver lavorato all’aspetto grafico e alla stesura delle

introduzioni e delle attività proposte.

Per suggerimenti, proposte, confronti e altro, scriveteci ad [email protected] !

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