IISARANO SINZA ardano Science News -...

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Cardano Science News IISCARDANO SCIENZA SOMMARIO La rivoluzione CRISP-Cas9........... 2 A lezioni di salute.. ..................... 4 Pacific Trash Vortex .................... 8 La Sclerosi Mulpla .................... 10 Esopiane Speciali ...................... 12 LA RIVOLUZIONE CRISPR-Cas9 Quello che la fringe medicinesta facendo oggi, è angere proprio al santo graal della conoscenza dei processi di funzionamento di un organismo vivente. Di G.M.Fabi a pag. 2 A LEZIONE DI SALUTE DALLUOMO DEL PALEOLITICO ? Esistono degli studi scienfici che analizzando i reper ossei dei nostri progenitori del paleolico sono giun a considerazioni interessan. Lanalisi delle ossa di un organismo Di R. Gigan a pag. 4 PACIFIC TRASH VORTEX Il Pacific Trash Vortex è unenorme accumulo di spazzatura galleggiante (composto soprauo da placa) situato nellOceano Pacifico Di N. Orsini a pag. 8 LA SCLEROSI MULTIPLA Quante volte abbiamo sento parlare di sclerosi mulpla? Io tanssime volte, ma abbiamo mai approfondito la quesone? Di G. Iorio a pag. 10 ESOPIANETI SPECIALI Come sappiamo oltre al nostro sistema solare e la nostra galassia, la Via Laea, esistono svaria altri sistemi e galassie. Ovviamente la maggior parte di esse sono inesplorate ma, con i mezzi di indagine odierni ... Di D. Diani a pag. 12 12/2017 Numero 1 1

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Cardano Science News

IISCARDANO SCIENZA

SOMMARIO

La rivoluzione CRISP-Cas9 ........... 2

A lezioni di salute.. ..................... 4

Pacific Trash Vortex .................... 8

La Sclerosi Multipla .................... 10

Esopianeti Speciali ...................... 12

LA RIVOLUZIONE CRISPR-Cas9

Quello che la “fringe medicine” sta facendo oggi, è attingere proprio al santo

graal della conoscenza dei processi di funzionamento di un organismo vivente.

Di G.M.Fabi a pag. 2

A LEZIONE DI SALUTE DALL’UOMO DEL PALEOLITICO ?

Esistono degli studi scientifici che analizzando i reperti ossei dei nostri

progenitori del paleolitico sono giunti a considerazioni interessanti. L’analisi

delle ossa di un organismo

Di R. Giganti a pag. 4

PACIFIC TRASH VORTEX

Il Pacific Trash Vortex è un’enorme accumulo di spazzatura galleggiante

(composto soprattutto da platica) situato nell’Oceano Pacifico

Di N. Orsini a pag. 8

LA SCLEROSI MULTIPLA

Quante volte abbiamo sentito parlare di sclerosi multipla? Io tantissime volte, ma abbiamo mai approfondito la questione? Di G. Iorio a pag. 10

ESOPIANETI SPECIALI

Come sappiamo oltre al nostro sistema solare e la nostra galassia, la Via Lattea, esistono svariati altri sistemi e galassie. Ovviamente la maggior parte di esse sono inesplorate ma, con i mezzi di indagine odierni ... Di D. Diani a pag. 12

12/2017

Numero 1

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Chi ha scoperto la

CRISPR-Cas9?

A contendersi onori e brevetti sono principalmente due parti. Le prime ricercatrici a capire che il macchinario batterico poteva essere usato per fare il cosiddetto editing genetico sono state l'americana Jennifer Doudna e la francese Emmanuelle Charpentier. La tecnica è stata però adattata alle cellule umane dal cinese naturalizzato americano Feng Zhang: e il primo brevetto vero e proprio è stato ottenuto proprio da Zhang .

A differenza dei batteri, noi eucarioti

abbiamo due copie di ciascun gene.

Se una è mal funzionante, la cellula

usa l’altra come matrice per riparare

il gene e se nemmeno l’altra copia è

integra, siamo da capo. Il sistema

CRISPR + Cas9+ RNA-guida da solo

non basta a modificare

geneticamente piante e

animali: occorre aggiungere la

sequenza di DNA corretta da inserire

nel gene al posto di quella tagliata

via.

La tecnica può essere utilizzata in

molti modi. Insieme alla cancellazione

di interi geni, può servire a introdurre

nel genoma, in un punto preciso, un

segmento del tutto estraneo. Oltre

naturalmente a correggere i geni

mutati in modo che tornino a

funzionare bene .

Sono state sperimentate nel tempo

parecchie tecniche in grado di

modificare il Dna di vari organismi,

ma la maggior parte di esse era

piuttosto grossolana e le modifiche

ottenute non erano sempre quelle

cercate o desiderate. Per rimediare

alla presenza di un gene difettoso, un

tempo si cercava semplicemente di

aggiungerne uno "corretto" (Dna

ricombinante).

Crispr è un metodo più preciso (ma non infallibile) per raggiungere un particolare gene, tagliarlo e quindi eliminarlo, oppure sostituirlo con un gene "giusto": è un'operazione di precisione, che consente di intervenire in modo mirato persino sulle singole lettere del Dna. La presenza nei batteri di altre proteine del sistema Cas fa pensare che la tecnica possa essere perfezionata e si possano aggiungere altre funzioni. «Come tecnologia è un work in progress, perché cambiando la proteina taglia-Dna e aggiustando la ricetta di base si stanno ottenendo risultati sempre migliori in termini di versatilità e precisione.»

"Il sistema CRISPR + Cas9+ RNA-guida da solo non basta a modificare geneticamente piante e animali: occorre aggiungere la sequenza di DNA corretta da inserire nel gene al posto di quella tagliata via."

LA RIVOLUZIONE CRISPR-Cas9

Ci sono parecchie tecniche per modificare il DNA. Fino a un paio di anni fa la più diffusa anche nell’industria biotech era l’enzima di restrizione sintetico “nucleasi a dita di zinco“. Come una forbice, taglia via solo gli errori tipografici che devono essere specificati uno per uno. L’ultima, molto più efficiente, si chiama CRISPR/Cas9. L’acronimo sta per l’enzima prodotto dal gene Cas9 e i Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats, le ripetizioni palindromiche di sequenze di basi nucleotidiche di

Dna estraneo disposti a intervalli regolari.

I CRISPR fanno parte del sistema immunitario dei batteri, si era scoperto dodici anni fa in quelli dello yogurt. Sono anche dei “redattori genetici” grazie all’endonucleasi Cas che riconosce l’RNA nel quale il DNA virale si traduce per replicarsi. L’enzima Cas si appropria di quell’RNA, così riconosce esattamente i pezzi di DNA virale e li elimina tutti. La correzione resta nel genoma del

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LA RIVOLUZIONE CRISPR-Cas9

Per adesso i campi di applicazione sono tre: medicina, biologia e tecnologia. Crispr è usato per studiare per esempio la funzione di alcuni geni, eliminandoli dal genoma di una forma di vita e restando poi a vedere che cosa succede. Oppure per capire quali siano le parentele di gruppi di animali modificando il loro patrimonio genetico. Ma è servita anche, a livello pratico, per modificare lieviti in modo che producessero biocarburante, o per produrre organismi di interesse agricolo cambiando i geni con altri, considerati più utili, presi da varietà differenti.

Le applicazioni più lontane nel tempo - e ancora tutte da discutere - potrebbero essere quelle che riguardano la modifica dei geni umani nell'embrione, per eliminare eventuali difetti o favorire caratteristiche specifiche. Per adesso i campi di applicazione sono tre: medicina, biologia e tecnologia. Crispr è usato per studiare per esempio la funzione di alcuni geni, eliminandoli dal genoma di una forma di vita e restando poi a vedere che cosa succede. Oppure per capire quali siano le parentele di gruppi di animali modificando il loro patrimonio

genetico. Ma è servita anche, a livello pratico, per modificare lieviti in modo che producessero biocarburante, o per produrre organismi di interesse agricolo cambiando i geni con altri, considerati più utili, presi da varietà differenti.

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Una sequenza di Rna guida la proteina Cas9 (le "forbici") al sito del Dna dove lo

sperimentatore intende tagliare e/o modificare un gene.

Esistono degli studi scientifici che

analizzando i reperti ossei dei nostri

progenitori del paleolitico sono giunti a

considerazioni interessanti. L’analisi

delle ossa di un organismo (in questo

caso di un uomo) permette di

ricostruire molti dati quali il suo stato

di salute generale, la sua

alimentazione, la sua attività fisica,

poiché le ossa sono plastiche e si

modificano in risposta a svariati fattori.

Il risultato di alcuni di questi studi

indicherebbe che gli uomini vissuti fino

a 10'000 anni fa circa avessero una

struttura fisica e godessero di una

salute invidiabili. Trascurando le morti

infantili e quelle dovute alla mancanza

di medicine e di cure (infezioni,

fratture), questi avevano un’ottima

aspettativa di vita e soprattutto non

presentavano segni delle malattie

cronico-degenerative tipiche

dell’epoca odierna come osteoporosi,

artrosi, tumori; inoltre si pensa che

fosse assente anche il diabete.

Quest’ultima patologia, in particolare,

oggi si sta diffondendo quasi come una

vera e propria epidemia, di pari passo

con l’obesità, non solo nei paesi

industrializzati occidentali, ma anche in

quelli asiatici come India e Cina e nei

paesi arabi. L’O.M.S. parla di globesity

(obesità globale), nel2008 in 199

nazioni risultavano 1,5 miliardi di adulti

sovrappeso di cui 500 milioni obesi,

con conseguenze su aumento della

mortalità prematura e disturbi cronici.

Secondo alcuni antropologi le

condizioni di salute degli uomini del

paleolitico (da 2,5 milioni di anni fino a

circa 10'000) riflettono la loro dieta

che era quella tipica dei cacciatori-

raccoglitori, cioè basata su pesce,

selvaggina, bacche, radici, semi, noci,

frutta selvatica. Mancavano tutti quei

prodotti alimentari derivati

dall’adozione dell’agricoltura e

dell’allevamento diffusi a partire da

circa 10'000 anni fa (periodo

brevissimo confrontato con

l’evoluzione dell’uomo),

probabilmente dal Medio Oriente (la

famosa mezzaluna fertile); dalla

“rivoluzione verde” quindi c’è stato un

cambiamento di alimentazione con

una dieta che ha incluso sempre di più

cereali, latte e prodotti derivati. Da

questo momento (sempre secondo

questi studiosi) risulta uno scadimento

generale delle condizioni fisiche, non

solo l’altezza media pare abbia subito

un decremento, ma si registra un

aumento di patologie cronico-

degenerative. Tutto ciò sarebbe da

imputare proprio alla variazione di

alimentazione in quanto prima l’uomo

si era nutrito di alimenti che erano

perfettamente adeguati al suo DNA e

con i quali si era evoluto per milioni di

anni. A partire da 10'000 anni fa il

cambiamento di alimentazione, non

adatta al nostro DNA e alla nostra

fisiologia, avrebbe portato una serie di

scompensi al nostro fisico con tutte le

conseguenti patologie.

A Lezione di Salute dall’Uomo del Paleolitico ? Lo sapevi che..?

Le più antiche prove conclusive del consumo di carne da parte dell'H. erectus sono a Swartkrans, Sudafrica, dove parecchie pietre bruciate furono rinvenute in mezzo ad utensili acheulani. Il fuoco inoltre portò al miglioramento della nutrizione mediante le proteine cotte.Presso la Caverna Qesem, 12 km ad est di Tel-Aviv, esistono prove dell'uso regolare del fuoco da prima del 382,000 A.C. a circa il 200,000 A.C. Le grandi quantità di ossa bruciate e le zolle di terreno moderatamente riscaldate suggeriscono che la macellazione e la disossazione delle prede avevano luogo vicino ai focolari. La cottura, com'è evidente dalle ossa bruciate e annerite di mammiferi, rende la carne più facile da mangiare e da digerire, agevolando la nutrizione con il suo apporto proteico. La quantità di energia richiesta per digerire la carne cotta è minore di quella della carne cruda, e la cottura gelatinizza anche il collagene ed altri tessuti connettivi, "apre le molecole strettamente intrecciate dei carboidrati per un più facile assorbimento." La cottura, inoltre, uccide i parassiti e i batteri che avvelenano gli alimenti.

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A Lezione di Salute dall’Uomo del Paleolitico ?

Cosa c’è in tavola? Da questa linea di pensiero è nata l’idea di proporre

una dieta in stile paleolitico denominata appunto

paleodieta che prevede l’eliminazione totale di

cereali, legumi, latte e prodotti caseari. Cosa si può

mangiare quindi in questa dieta? Uova, carne di

animali preferibilmente grass-fed, cioè allevati a erba

al pascolo e non nutriti con farine cereali, pesce

preferibilmente pescato e non di allevamento,

verdura in quantità libere ma possibilmente biologica,

frutta poco zuccherina (simile a quella “selvatica” del

paleolitico) come i frutti di bosco, frutta secca come

noci, mandorle, nocciole ma non arachidi (sono

legumi), patate, meglio se in scarsa quantità. Quindi

vietati pane, pasta, riso, latte, mozzarella….

Un menù tipico giornaliero potrebbe quindi essere:

colazione con uova e frutti di bosco, pranzo con carne

e verdure, cena con pesce e verdure….una dieta un

po’ monotona secondo molti, poiché il giorno dopo

gli ingredienti si ripresentano, anche se in altro

ordine.

I sostenitori I sostenitori di questa dieta e molti che ne hanno

fatto uno stile di vita testimoniano vari effetti positivi:

diminuzione del grasso corporeo, miglioramento di

tutti i parametri nelle analisi del sangue, scomparsa di

fastidi e patologie più o meno gravi, dal reflusso

gastrico alla psoriasi ai dolori articolari…

Il precursore di questo pensiero sulla dieta paleo è

Loren Cordain, ricercatore statunitense, che è stato

colpito dalla lettura di un articolo del 1985 intitolato

Paleolithic Nutrition scritto dal dottor Boyd Eaton sul

“New England Journal of Medicine”

sull’alimentazione dell’uomo nel paleolitico… Da qui

sono nate numerose le pubblicazioni di testi riguardo

questo stile alimentare e i suoi vantaggi: la “evodiet”

di Giovanni Cianti (uno studioso autodidatta), la

“paleozona” (unisce la dieta paleo a quella a zona) di

Aronne Romano (medico), “come vivere 120 anni” di

Adriano Panzironi (giornalista), la “paleodieta” di

Robb Wolf (ricercatore biochimico allievo di Cordain);

il testo meno “commerciale” forse è “L’alimentazione

antidolore” di Jacqueline Lagacé. Quest’ultimo, il più

interessante, si basa sull’esperienza del dott.

Seignalet ematologo, immunologo, biologo,

professore di Medicina presso l’Università di

Montpellier, per molti anni ricercatore e autore di

oltre duecento pubblicazioni su riviste prestigiose di

medicina. E’ interessante poiché riporta una serie di

statistiche di guarigioni o remissioni da varie

patologie di un certo numero di pazienti sottoposti a

dieta “ancestrale”, priva di cereali e latticini.

Seignalet è riuscito a dimostrare che, attraverso un

radicale cambiamento nutrizionale, si

ottengono effetti positivi su almeno 91 malattie. I

risultati spesso straordinari della dieta diventano

evidenti, sia dal punto di vista preventivo

(aterosclerosi, cancro, ecc...), che dal punto di vista

terapeutico per molte malattie. Ne citiamo solo

alcune riportate nel libro ‘l’alimentazione antidolore':

sclerodermia, sclerosi a placche, angina pectoris,

diabete di tipo 2, Parkinson, asma, bronchite cronica,

gastrite, malattia di Crohn.

I detrattori

Alcuni ricercatori sono scettici riguardo alle

conclusioni cui sono giunti i sostenitori della dieta

ancestrale. Prima di tutto perché non sappiamo

esattamente cosa e come mangiassero gli uomini del

paleolitico; sicuramente non mangiavano tre volte al

giorno come siamo abituati oggi, e non tutti i giorni

capitava di potersi nutrire di carne o pesce. Anche se

analizziamo la dieta degli odierni cacciatori

raccoglitori (i pochi rimasti) questa cambia

dall’equatore verso le alte latitudini, con un gradiente

che varia da una percentuale maggiore di alimenti

vegetali (in popolazioni africane o dell’amazzonia)

fino a una dieta prevalentemente basata su pesce e

carne grassi (quella degli Inuit). Per quello che

riguarda i cereali, alcuni ritrovamenti rivelano che la

coltivazione e consumo di grano non sono così recenti

come ipotizzato, ma potrebbero risalire ad oltre

100.000 anni fa, con l’utilizzo di farine di vario tipo già

molto diffuso in Europa oltre 30.000 anni fa.

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A Lezione di Salute dall’Uomo del Paleolitico ?

Anche i legumi fanno parte della dieta umana da

molto più tempo di quanto non si credesse.

Molti inoltre gli studi che mostrano un contributo

positivo di cereali, specie se integrali, e legumi ad un

buono stato di salute. Inoltre i detrattori sostengono

che, sebbene il nostro DNA sia rimasto

sostanzialmente invariato da millenni, alcune

mutazioni sono subentrate proprio in seguito

all’introduzione di cibi. L’esempio più chiaro è la

mutazione del gene per l’enzima lattasi che permette

di digerire il lattosio (lo zucchero del latte);

normalmente la produzione di questo enzima si

perde con la crescita, con questa mutazione invece la

capacità di digerire il lattosio permane anche in età

adulta. Questa mutazione è più frequente nelle

popolazioni del nord Europa che pare abbiano

adottato il latte come fonte di cibo da più tempo

(mentre nel sud Europa la mutazione è meno diffusa,

e molti adulti risultano intolleranti al lattosio). Ciò è

una prova evidente di come evoluzione e selezione

operino in maniera abbastanza rapida nella

popolazione umana, molto più rapidamente di

quanto supposto dai teorici della paleodieta che

vorrebbero il nostro genoma congelato in un qualche

punto del remoto passato. Quindi l’uomo sarebbe

stato in grado di adattarsi anche ad alimenti e

inizialmente non facevano parte della sua dieta;

risulta perciò un onnivoro e soprattutto opportunista,

cioè ha la possibilità di sfruttare un’ampia varietà di

fonti alimentari in base alla disponibilità.

Chi ha ragione? La diatriba è difficile da risolvere. Sicuramente è un

problema complesso e difficilmente risolvibile; non è

possibile arrivare ad una conclusione però possiamo

trarre alcuni spunti che possono darci delle

indicazioni importanti e valide. Alcuni assunti della

paleodieta sono interessanti e effettivamente la

moderna dieta occidentale è inadatta al nostro stile di

vita, ma più per ragioni legate all’eccesso e alla scarsa

qualità dei cibi che al tipo specifico di cibo

consumato. Si può osservare, ancora oggi, che

qualsiasi individuo rappresentante di popolazioni che

vivono di caccia e raccolta che non soffre di nessuna

patologia, quando adotta una dieta di tipo

“occidentale” inizia a patire di tutte le patologie ad

essa collegata a partire dall’obe sità; ciò vuol dire che

c’è qualcosa da correggere in alcune nostre abitudini.

Quali sono le differenze maggiori tra la nostra

alimentazione e quella primitiva?

1) Quantità di glucosio. L’uomo non ha mai avuto

nella sua alimentazione la quantità così elevata di

zuccheri a disposizione e soprattutto utilizzata in

qualsiasi alimento preparato industrialmente. Basta

analizzare le etichette sulle confezioni: saccarosio,

glucosio, destrosio (è glucosio), sciroppo di glucosio-

fruttosio sono onnipresenti e in quantità elevate in

qualsiasi prodotto (anche per esempio in un sugo

pronto). Nel nostro sangue circolano 0,8 grammi di

glucosio per litro, cioè, considerati 5 litri di sangue di

una persona, in totale 4 grammi di glucosio; è la

glicemia, parametro importante che il nostro corpo

deve mantenere costante. Se beviamo un bicchiere di

succo di frutta, o di qualsiasi altra bevanda, ne

contiene almeno 20 grammi che finiscono

velocemente in circolo. Se mangio un piatto della

nostra amata pasta (100 g circa) questa è composta

prevalentemente da amido che, scisso dagli enzimi

digestivi, si trasforma in circa 70 g di glucosio più

velocemente di quanto non si pensi... Non bisogna

demonizzare la pasta, ma con molti alimenti il nostro

corpo è costretto frequentemente a gestire questa

grande quantità di zucchero e, forse, qualcuno,

fisiologicamente, non è in grado di farlo.

2) Il rapporto tra grassi Ω3 e Ω6. Questi sono due

categorie di lipidi insaturi fondamentali per il

funzionamento del nostro corpo. I nostri progenitori

si nutrivano di selvaggina e pesci che si nutrivano in

maniera naturale e le loro carni erano ricche di grassi

Ω3; si pensa che l’alimentazione umana avesse un

rapporto tra questi tipi di lipidi di 1:1. Oggi la nostra

alimentazione è sbilanciata a favore degli Ω6 in

rapporto 1:10, poiché la carne di cui ci nutriamo

deriva da animali erbivori ma nutriti a cereali, già loro

stessi afflitti da patologie varie, e la cui carne fornisce

prevalentemente Ω6.

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A Lezione di Salute dall’Uomo del Paleolitico ?

Gli Ω3 oggi sono riconosciuti per i loro benefici nel

funzionamento della membrana cellulare e per

un’azione anti-infiammatoria e anche, pare, con

effetti sull’umore (antidepressivi).

3) Ricchezza di nutrienti. I vegetali di cui ci nutriamo

oggi sono diversi dai loro progenitori selvatici, la

nostra selezione ha prodotto piante e frutti più grandi

e con maggiore palatabilità, ma che hanno perso di

qualità per contenuto di sali minerali e vitamine,

tanto che c’è chi ritiene la necessità di integrare

questi ultimi, perché gli alimenti moderni non sono in

grado di soddisfarne il fabbisogno quotidiano.

4) Mancanza di contaminanti. Oggi quasi tutto il cibo

di cui ci nutriamo viene a contatto con sostanze

sintetiche: antibiotici, pesticidi, erbicidi, conservanti,

addittivi, coloranti, dolcificanti e, infine, sostanze

rilasciate dalle confezioni di plastica come per

esempio gli ftalati o il bisfenolo; molte di queste

sostanze sicuramente interagiscono con le cellule del

nostro corpo con effetti diversi. Le ultime citate sono

definiti interferenti endocrini, una vasta categoria

di molecole e/o miscele di sostanze che alterano la

normale funzionalità ormonale dell'apparato

endocrino, causando effetti dannosi sulla salute.

Recentemente si citano specificamente l'obesità, il

diabete, tumori, il cancro alla prostata nei maschi,

patologie tiroidee e dello sviluppo neurologico e

neuroendocrino.

5) Stile di vita diverso. Il tipo di stress a cui erano

sottoposti i nostri progenitori era diverso. Ci

potevano essere momenti di forte stress dovuti ad

eventi particolari che, in seguito alla scarica di ormoni

come adrenalina e cortisolo, trovavano sfogo in azioni

fisiche (fuga, combattimento) e probabilmente erano

seguiti da periodi di pieno riposo e relax. Oggi invece

siamo sottoposti ad un tipo di vita con livelli di stress

relativamente più bassi ma continui e che,

generalmente, non trovano sfogo se non nel buttarsi

sul divano una volta arrivati a casa. Quindi è possibile

adottare qualche accorgimento per migliorare la

nostra condizione? Sicuramente; ognuno di noi può

modificare alcune abitudini. Il consiglio più semplice,

quello di evitare il più possibile alimenti “industriali”,

più elaborati e che contengono troppi “ingredienti”,

può contribuire a migliorare la nostra salute. Inoltre si

può parlare di individualità: la nostra genetica è

sostanzialmente simile, ma esistono piccole variazioni

dette SNP (single nucleotide polymorphism), cioè

piccole mutazioni nel DNA di una persona, che la

rendono unica e con risposte diverse sia agli alimenti

sia, per esempio, all’assunzione di farmaci. Infatti, si

presume un futuro in cui medicina e alimentazione

saranno personalizzate in base al proprio DNA. Per

ora rimane la possibilità che ognuno provi su se

stesso la via migliore.

Il Pacific Trash Vortex è un enorme accumulo di

spazzatura galleggiante (composto soprattutto da

plastica) situato nell'Oceano Pacifico,

approssimativamente fra il 135º e il 155º

meridiano Ovest e fra il 35º e il 42º parallelo

Nord. La sua estensione non è nota con

precisione: le stime vanno da 700.000 km² fino a

più di 10 milioni di km², ovvero tra lo 0,41% e il

5,6% dell'Oceano Pacifico, circa la grandezza del

Texas.

Nonostante le valutazioni ottenute

indipendentemente dall'Algalita Marine Research

Foundation e dalla Marina degli Stati Uniti

stimino l'ammontare complessivo della sola

plastica dell'area in un totale di 3 milioni di

tonnellate, nell'area potrebbero essere contenuti

fino a 100 milioni di tonnellate di detriti.

PACIFIC TRASH VORTEX

CHE COS’È?

Notizie di rilievo:

Che cos’è

Quando si è

iniziato a formare

Perché i rifiuti si

sono stanziati in

quell’area

Effetti sull’ecologia

dell’oceano

QUANDO SI È INIZIATO A FORMARE?

L'accumulo si è formato a partire dagli anni ‘80, a

causa dell'azione della corrente oceanica chiamata

Vortice subtropicale del Nord Pacifico, dotata di un

particolare movimento a spirale in senso orario, il

centro di tale vortice è una regione relativamente

stazionaria dell'Oceano Pacifico, che permette ai

rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro formando

una enorme "nube" di spazzatura presente nei

primi strati della superficie oceanica.

Questo accumulo viene informalmente chiamato

con diversi nomi, tra cui Isola orientale di

Immondizia o Vortice di Pattume del Pacifico. Una

chiazza di detriti galleggianti simile, con densità

comparabili, è presente anche nell'Oceano

Atlantico (chiamata "North Atlantic garbage

patch"). Molti animali come tartarughe e uccelli

muoiono a causa di questi detriti, scambiati talvolta

per meduse o pesci.

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Basandosi su ricerche effettuate nel Mar del Giappone, i ricercatori

hanno ipotizzato che i rifiuti si stanziassero nelle aree dove le correnti

prevalenti favoriscono lo sviluppo di masse d’acqua relativamente

stabili. I ricercatori indicarono specificatamente il Nord del Pacifico come

zona di convergenza del Vortice subtropicale.

EFFETTI SULL’ECOLOGIA DELL’OCEANO

Il Pacific Trash Vortex oggi è un enorme ammasso di

spazzature che continua a crescere in modo costante,

cambiando inesorabilmente l'ecologia degli Oceani. Lo

rivela una ricerca condotta dall'Università della California e

pubblicata oggi su Biology Letters. Durante una spedizione,

i ricercatori dello Scripps Institution of Oceanography

hanno scoperto che un insetto marino che vive sulla

superficie dell'oceano e che fino ad oggi deponeva le sue

uova su relitti naturali come il legno e conchiglie, oggi vive

sui detriti di plastica, diventando molto prolifico grazie

all'estesa superficie a disposizione. Gli scienziati sono

molto preoccupati per il nuovo ruolo del materiale

artificiale nel loro habitat: "si tratta di qualcosa che non

dovrebbe trovarsi in mare e che sta cambiando questo

piccolo aspetto del dell'ecologia degli oceani", spiega la

ricercatrice Miriam Goldstein .

E i danni potrebbero presto investire su tutta la delicata

catena alimentare oceanica. La Goldstein ha guidato un

gruppo di ricercatori che a largo della costa della California

hanno documentato gli effetti della spazzatura sulla vita

nel mare. Per tre settimane, hanno raccolto esemplari

marini e campioni d'acqua a profondità diverse,

distribuendo maglie e reti per catturare anche le particelle

di microplastica, cocktail micidiale per pesci, uccelli marini

e persino per i capodogli. Il team ha scoperto che quasi il

10% dei pesci analizzati aveva ingerito plastica. E questo

non è che uno dei tanti problemi causati dai 13 mila pezzi

di plastica che in quell'area si trovano ogni chilometro

quadrato di mare.

PERCHÉ I RIFIUTI SI SONO STANZIATI IN QUELL’AREA?

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PACIFIC TRASH VORTEX

Quante volte abbiamo sentito parlare di sclerosi multipla? Io tantissime volte, ma abbiamo mai approfondito la questione? La maggior parte di noi no, e quindi ecco qui una delucidazione su questa malattia. La sclerosi multipla, definita anche sclerosi a placche è una malattia degenerativa del SNC ( SISTEMA NERVOSO CENTRALE) che determina la progressiva distruzione della mielina, la guaina che riveste le fibre nervose, ovvero i neuroni. I neuroni sono composti principalmente da tre parti:

1.un corpo cellulare, che contiene il nucleo 2. i dendriti, che costituiscono le parti riceventi o di ingresso del neurone 3. l’assone, invece, trasmette gli impulsi nervosi in uscita a un altro neurone, a una fibra muscolare o a una

cellula ghiandolare. Sono proprio gli assoni ad essere ricoperti dalla guaina mielinica, che ha il compito di aumentare la velocità di conduzione dell’impulso nervoso lungo di esso.

Le cause della sclerosi multipla non sono ancora note, ma ci sono delle ipotesti, tra le quali infezioni virali, fattori ereditari,alimentari e autoimmuni.

Purtroppo la diagnosi di questa malattia è abbastanza complicata, perché si può manifestare con diversi sintomi, come disturbi visivi, motori, fatica, debolezza e tanti altri ancora. La malattia può essere scoperta eseguendo una semplice risonanza magnetica, oppure con una puntura lombare per effettuare un prelievo di liquor, il liquido che

Da pochissimo tempo è stata avviata una nuova sperimentazione con le cellule staminali, come riporta il sito web della NOVA CLINIC, la clinica situata in svizzera che sta iniziando la sperimentazione, le cellule staminali hanno il potere di creare la nuova mielinizzazione del sistema nervoso, quindi, di migliorare i sintomi e la vita dei pazienti, questo si ottiene con l’uso di cellule staminali del paziente stesso, che vengono estratte dal corpo con una procedura semplice, dopo che le cellule staminali vengono attivate, vengono iniettate nel sistema e nel corso dei prossimi 4 mesi, la mielina e i sintomi lentamente iniziano a ridursi o addirittura scompaiono.

Le cellule staminali hanno la capacità unica di attraversare la barriera emato -encefalica e di copiare l'attività delle cellule staminali neurali, che è il motivo per cui dopo il trattamento avviene il ripristino della funzione del cervello. Il trattamento con cellule staminali ha dimostrato che è possibile la ri -crescita delle cellule cerebrali ed il miglioramento della funzione neurologica.

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LA SCLEROSI MULTIPLA

Durante il trattamento un paziente riceve circa 200-300 milioni di cellule staminali. In questo modo non solo si coprono le perdite quotidiane di cellule normali, ma si superano per migliaia di volte. La sclerosi multipla purtroppo colpisce donne e uomini di tutte le età, ma in ogni individuo la sintomatologia cambia, ed è proprio per questo che la diagnosi è estremamente complicata. Ho deciso di raccontarvi la storia di una donna, affetta da sclerosi multipla, molto vicina a me, ha 47 anni. Una sera mentre guardava la tv, gli occhi le si sono completamente incrociati e non tornavano più nella loro giusta posizione, il giorno dopo si è subito recata dalla dottoressa che, le ha prescritto una risonanza magnetica, dalla quale è iniziato tutto,la ricerca della cura( lei inizialmente è stata curata con l ’interferone da assumere per via intramuscolare 3 volte alla settimana,mentre ora assume l ’AUBAGIO una volta al giorno),i dolorosi esami e tutto ciò che questa malattia comporta,l ’unica nota positiva della questione è che a lei la patologia è stata diagnosticata quando era ancora agli esordi e infatti ad oggi lei tutto sommato sta bene, cammina senza problemi, nonostante si stanchi molto facilmente, ogni tanto ha degli spasmi muscolari e fortissimi mal di testa, ma ha una vita più o meno normale, facciamo le vacanze estive insieme con i camper, ogni sabato sera ceniamo insieme e passiamo un sacco di momenti fantastici. Insomma non tutti i malati di sclerosi multipla sono allettati e impossibilitati a muoversi o a fare tutto ciò che gli altri possono fare. L’unica speranza è che prima o poi qualcuno riesca finalmente a trovare la cura per questa malattia i cui malati aumentano ogni anno sempre di più.

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LA SCLEROSI MULTIPLA

Come sappiamo oltre al nostro sistema solare e la nostra galassia, la Via Lattea, esistono svariati altri sistemi e

galassie. Ovviamente la maggior parte di esse sono inesplorate ma, con i mezzi di indagine odierni (sonda

Voyager, telescopio spaziale Hubble etc.), riusciamo a scoprire un gran numero di pianeti orbitanti attorno a

stelle lontane da noi, detti esopianeti. Alcuni sono stati studiati e hanno caratteristiche speciali come i tre

riportati di seguito.

1) 55 Cancri E

Questo pianeta roccioso, battezzato 55 Cancri e, è grande solo due volte la

Terra ma ha otto volte la massa del nostro pianeta, caratteristiche che la re-

dono una cosiddetta "super Terra". Questo pianeta, osservato per la prima

volta nel 2011 davanti alla sua stella madre, impiega soltanto 18 ore per com-

piere un'orbita intorno alla sua stella. Di conseguenza, le temperature di su-

perficie, che raggiungono i 2.150° C (condizioni che rendono inabitabile il pia-

neta) e il carbonio, creano le condizioni ideali per la formazione di diamanti.

ESOPIANETI SPECIALI

2) TRES-2B TrES-2b orbita attorno a GSC 03549-02811 A, una stella nana gialla, simile al Sole, posta ad oltre 700 anni luce(unità di misura astronomica che indica lo spazio che percorre la luce in un anno) nella costellazione del Dragone. Il pianeta orbita con una traiettoria circolare attorno alla stella madre con un periodo di circa 2,5 giorni eclissandola parzialmente nell'osservazione dalla Terra. Ha una massa leggermente superiore a quella gioviana con un diametro, proporzionalmente, molto superiore a quello gioviano, risultando così avere una densità più bassa che comporta una forza gravitazionale sulla sua superficie inferiore a quella gioviana. La sua caratteristica più peculiare è la bassissima albedo(percentuale di luce riflessa dal corpo celeste): con un indice di riflessione inferiore all'1% risulta essere il più scuro degli esopianeti scoperti; infatti è anche chiamata Inferno Alieno, poiché la stretta vicinanza con la sua stella e la bassa luminosità fanno si che ci sia una temperatura media di 980°.

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ESOPIANETI SPECIALI

3) GLIESE 436 B Il pianeta impiega solamente 2 giorni e 15 ore circa per compiere un'orbita attorno a Gliese 436. La temperatura superficiale è stata stimata durante il suo passaggio dietro la stella in 712° K (439° C). Questa temperatura è significativamente più alta di quella causata esclusivamente dal riscaldamento della propria stella, ciò significa che Gliese 436 b è anche sottoposto a un riscaldamento mareale causato dall'eccentricità della sua orbita

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