I Dati Sono Fashion

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  • 1IL LATO FASHION DEI DATISocial media, analytics e moda: adesso sfilano i numeri.

  • 2Indice

  • 3Executive Summary

    Se la moda d i numeri

    La moda di fronte alle sfide del cambiamento

    Hai detto dati?

    Metodologia

    Una settimana in vetrina

    #idatisonofashion

    Parole, numeri, reti

    Metodi dacquisto

    Made in Italy (e internazionalizzazione)

    Sostenibilit

    Tecnologia

    Omniprofile: la personalit social dei brand

    Appendice: unaltra dimensione dei dati

    Crediti & ringraziamenti

    48

    1632384852547076828692

    102106

    Indice

  • 4Nel recente CxO study di IBM, uno studio svolto su oltre 4000 membri dei

    board di aziende di tutto il mondo emerge chiaramente come sempre pi

    CMO, CEO, CIO, CFO stiano ragionando sul come aprire le loro imprese

    a una partecipazione attiva dei propri clienti in una forma collaborativa

    che ed qui la novit - vada oltre il semplice aiutatemi a migliorare un

    prodotto, ma cominci a considerare il coinvolgimento dei clienti nel dis-

    egno partecipato della strategia di business dellazienda. Questo modo

    di fare business non pu pi semplicemente essere cliente-centrico

    come si diceva fino a qualche tempo fa, ma deve essere attivato-

    dal-cliente, cosa che richiede un ridisegno completo della relazione

    impresa-cliente. Significa essere pronti e soprattutto volere cambiare i

    percorsi di relazione per seguire quei sentieri capaci di creare un valore

    mutuale (Peter J. Korsten, Direttore Institute for Business Value IBM). Sig-

    nifica in altre parole trovare nuovi modi per includere i clienti a partecipare

    alle decisioni chiave del proprio business. In questa nuova visione, i canali

    digitali e in particolare quelli social rapresentano sicuramente una oppor-

    In collaborazione con:

    ibm.com/it

    ibmblritalia.tumbler.com

  • 5tunit di ingaggio dei propri prospect o dei propri clienti e qui nascono

    le prime domande. Davvero i social media rispecchiano la realt? E se la

    risposta fosse s, come possibile, in pratica, capire quali siano i trend, i

    desiderata, i temi sui quali poi instaurare un dialogo con prospect e clienti

    e quali evitare?

    La ricerca che vi apprestate a leggere ha scelto il mondo del fashion

    per raccontare come costruire un percorso di esplorazione utlizzando

    gli analytics applicati ai big data rappresentati dalle milioni di parole,

    o pi tecnicamente snippet presenti sui social media per mostrare

    come tradurre in pratica il desiderio espresso dai CxO. E ha scelto di

    farlo in maniera innovativa analizzando il patrimonio dei dati attraverso

    lintegrazione di tecniche e metodi diversi: dallanalisi del testo e dei social

    network combinando processi tradizionali a innovativi strumenti di ricerca

    che permettono di individuare tratti impliciti presenti nelle conversazioni

    basati su tecniche psico-linguistiche.

    Un viaggio che ha portato i ricercatori di IBM in collaborazione con il team

  • 6Modacult dellUniversit Cattolica di Milano attraverso oltre 65 miloni di

    post in lingua italiana prodotti nel periodo tra luglio 2012 e settembre

    2013 su un vastissimo patrimonio di media digitali e social network e oltre

    20 milioni di Tweet in lingua inglese utlilizzati per lanalisi psico-linguistica.

    Ne emerge un quadro che se da un lato conferma la corrispondenza

    dei social network alla immagine della realt (un dato curioso come il

    concetto di fake di prodotto venga mutuato dalla realt delle strade

    e riproposto in forma digitale), dallaltro d indicazione precise di come

    fenomeni come le-commerce prenda una piega ben diversa nella sua ac-

    cezione social e che le piattaforme non siano solo la base tecnologica del

    presente (e futuro) sistema di acquisto, ma rappresentino uno strumento

    di influenza mediatica superiore ai magazine, ai blogger e inferiore solo

    alle celebrity. O ancora come la sostenibilit rappresenti un contenuto

    chiave per un brand che debba coinvolgere e attrarre nuovi clienti, al pari

  • 7di tecnologia e arte.

    Un viaggio che vi invitiamo a percorre nelle pagine che seguono,

    ma che potrete proseguire insieme agli esperti di IBM personal-

    mente o socialmente per approfondire i temi che pi vi interes-

    sano.

    Buona lettura.

  • 8

  • 9Paolo Iabichino Group Executive Creative Director

    Ogilvy&Mather Italy

    SE LA MODADA I NUMERI

  • 10

    Lavoro in pubblicit da una ventina danni e se solo un paio di anni fa

    qualcuno mi avesse detto che le principali maison avrebbero ascoltato

    i consumatori durante la settimana della moda milanese, avrei sicura-

    mente pensato allo scherzo di qualche strambo idealista. Perch mentre

    i paradigmi del marketing e della comunicazione subivano la pi impor-

    tante delle rivoluzioni culturali, lindustria del fashion e del lusso sembrava

    proseguire il suo cammino di alterigia e distacco. Non che i pi grandi stil-

    isti del mondo non avessero saputo fare un uso intelligente di piattaforme

    digitali, social network e conversazioni in Rete, ma latteggiamento con

    cui la moda ha approcciato questi nuovi media non mai stato diverso

    rispetto a quanto fatto altrove. Le sfilate in streaming, lepica dei fashion

    blogger, e lutilizzo pionieristico di piattaforme come Pinterest e Vine in

    realt non hanno significato un nuovo mindset, perch la moda ha con-

    tinuato a muovere la sua narrazione con un approccio top-down. I social

    network e internet in generale sono stati, nella stragrande maggioranza

    dei casi, solo un ulteriore mezzo di amplificazione, non uno strumento per

  • 11

    coinvolgere consumatori e stakeholder come avvenuto o si provato

    a fare in altri settori.

    Eppure qui c una ricerca, o forse meglio dire un esperimento, in

    cui la moda si messa in gioco attraverso milioni di conversazioni

    prelevate direttamente dalle principali piattaforme durante lultima edizione

    della Fashion Week della citt di Milano. Forse perch non pi possibile

    restare indifferenti al fascino dei numeri - citando il titolo di un saggio

    illuminante sullimportanza dei dati - per tornare a fare mercato in maniera

    efficace e intelligente. E forse anche il mondo del fashion pu ricredersi

    sulle sue posizioni e cominciare ad aprire i propri santuari. Perch in fondo

    oggi le brand contemporanee sono costrette a condividere le proprie

    liturgie, interagendo con il proprio pubblico su un piano relazionale inedito

    e sconosciuto.

    Ecco perch diventa pi che mai importante mettersi in ascolto e cer-

    care di sintonizzarsi sulla stessa lunghezza donda dei propri pubblici di

  • 12

    riferimento. In questo ci viene in aiuto la tecnologia che finalmente diventa

    una preziosa alleata del mondo del marketing e della comunicazione. Ma

    non solo, perch se i tanti dati in circolazione servono sicuramente ad

    affinare le strategie e a costruire nuovi modelli predittivi, oggi il cosiddetto

    big data sa essere un aiuto tanto pi prezioso anche per chi ha a che

    fare con unindustria creativa come quella della moda. Perch, come ho

    ribadito altrove, i numeri oggi possono arrivare a guidare anche la produzi-

    one delle idee: abbiamo imparato o stiamo imparando a interpretarli,

    analizzarli, scandagliarli, come non ci era mai successo prima dora. Non

    pi un fatto puramente statistico: attraverso i numeri non cerchiamo

    solo di produrre istogrammi quantitativi, analisi di mercato, cluster di tar-

    get o sterili pianificazioni. Lenorme massa di dati in circolazione permette

    di penetrare i numeri su un piano pi qualitativo, andando alla ricerca di

    insight, analizzando comportamenti e riflessioni, per offrire risposte sem-

    pre pi vicine alle reali esigenze dei contesti e delle persone che li vivono.

    Anche le imprese pi timorose sembrano pronte a prendere la strada del canale so-cial, un business che stanno annusando, nonostante sia chiaro che richieda un ap-proccio diverso da quello tradizionale.

    Giovanna Zambelli, Adecco

  • 13

    E questo vero, forse tanto pi vero, anche per il mondo della moda e

    del lusso. Soprattutto in un momento in cui le persone sono molto pi at-

    tente a come spendono il proprio denaro e noi addetti ai lavori dobbiamo

    sentire il peso di questa responsabilit, provando a dismettere la poetica

    dei bisogni indotti, per abbracciare quella dellascolto, per restituire a

    ciascuno un bene, un servizio, un vestito o un profumo che intende sod-

    disfare unistanza reale. E le istanze dei consumatori non sono necessari-

    amente confinate nei bisogni primari, anche il lusso e il superfluo sono tali

    nella misura in cui concorrono a definire uno stile di vita, unidentit, una

    gratificazione o un piccolo momento di trascurabile felicit, per dirla con

    Francesco Piccolo.

    #idatisonofashion la prova che anche la moda deve aderire a questa

    rivoluzione, allentando le maglie dellautoreferenzialit per abbracciare

    nuove narrazioni di marca. Leggere i dati pu servire ad avvicinare questi

  • 14

    nuovi pubblici e a conquistare nuovi segmenti di mercato. Pu favorire

    in maniera importante lingresso sui mercati emergenti, sintonizzando le

    proprie creazioni sulle tensioni culturali dei diversi paesi.

    I numeri sono di moda ed tempo che la moda cominci a leggerli

    come si deve.

  • 15

  • 16

    LA MODA DI FRONTE

    ALLE SFIDE DEL CAMBIAMENTO

  • 17

    Emanuela Mora/Marco PedroniUniversit Cattolica del Sacro Cuore di Milano

    LA MODA DI FRONTE

    ALLE SFIDE DEL CAMBIAMENTO

  • 18

    Ci che caratterizza la moda il passar di moda. La frase, at-

    tribuita a Salvador Dal, ben sintetizza il carattere ciclico ed evo-

    lutivo della moda, sovente descritta come un processo di in-

    novazione per eccellenza. Questa rapidit, visibile nellalternarsi

    di stili, colori e tessuti da una stagione allaltra, e oggi esaspera-

    ta dai meccanismi del fast fashion, oggi messa alla prova dal-

    lo sviluppo tecnologico che lancia al sistema della moda sfide

    culturali e commerciali. Un elenco parziale dei temi pi caldi

    nellagenda delle aziende di moda comprende la sostenibilit,

    linternazionalizzazione, la digitalizzazione, la rivoluzione nei for-

    mat del retail e il generale processo di disintermediazione, che

    si articola su diversi: nel rapporto tra produttore e consumatore

    di moda attraverso le piattaforme di e-commerce e i social net-

    work come canali di storytelling e dialogo, ma anche nel rap-

    porto tra produttori di informazioni (i magazine di moda) e lettori

    attraverso strumenti digitali, in primo luogo i fashion blog. Nei

    prossimi paragrafi tenteremo di analizzare alcuni di questi pro-

    cessi di innovazione, cruciali per la contestualizzazione dei temi

    indagati in questo report di ricerca e pi in generale per la com-

    prensione di come il panorama della moda stia evolvendo.

    Linternazionalizzazione

    Come in tutti gli altri settori economici, globalizzazione e digitaliz-

    zazione pongono una serie di sfide anche al modo di lavorare

    nella moda. Parlare di globalizzazione economica nella moda

    oggi non significa solo affrontare i temi legati alla delocalizzazi-

    one produttiva, ma anche prendere atto del ruolo crescente

    della finanza negli assetti proprietari dei marchi pi importanti

    della moda globale, sempre pi spesso posseduti da fondi di

    investimento; necessario considerare il ruolo giocato dai gran-

    di gruppi retailer, come Zara e H&M che hanno punti vendita

    in tutto il mondo e relazioni industriali con fornitori collocati in

  • 19

    tutti i mercati nei quali essi operano; non si pu non valutare

    gli effetti sulle funzioni creative della concentrazione allinterno

    di grandi gruppi multinazionali, del lusso e non, di marchi im-

    portanti, nati come griffe indipendenti; significa anche trovare le

    modalit di interazione con i nuovi player internazionali, soprat-

    tutto con quelli con cui fino a oggi le relazioni si sono basate

    su di una asimmetrica distribuzione del potere che vedeva nei

    paesi occidentali la concentrazione delle funzioni di progettazi-

    one, comunicazione e commercializzazione (cio quelle con le

    marginalit pi consistenti) e nei paesi del vicino e del lontano

    Oriente la semplice funzione produttiva (che come sappiamo

    nel caso di unindustria a elevato valore culturale aggiunto poi

    in gran parte una semplice funzione di riproduzione materiale

    e seriale del prototipo, con profitti marginali molto limitati). Tali

    player, come Cina, India, Brasile, Turchia, e in parte anche i pae-

    si dellEst europeo, stanno sviluppando unidentit autonoma

    molto interessante anche sotto il profilo creativo e progettuale

    e una competitivit destinata a trasformare profondamente il

    sistema moda globale consolidatosi in passato. In questo sce-

    nario cambia la struttura del sistema moda, cos come siamo

    abituati a pensarlo e cambia il suo modo di funzionare: che rap-

    porto c tra la corporate identity e limmagine di marchi che

    non sono pi legati alla personalit di singoli creatori? Quali

    sono le fonti di ispirazione creativa e come avviene la gestione

    dei processi progettuali? Quali competenze deve avere chi seg-

    ue lindustrializzazione di un prodotto che pu avere radici, ma-

    teriali e immateriali in luoghi tanto diversi del pianeta? E come

    conciliare unimmagine di collezione presentabile su un mercato

    globale con le identit culturali locali e differenziate che i marchi

    e gli uffici creativi esprimono e che costituisce uno dei valori

    pi significativi della moda, quello della distinzione e della dif-

    ferenziazione?

  • 20

    La digitalizzazione

    Sui processi di internazionalizzazione ha ovviamente un peso

    rilevante anche la digitalizzazione. Parlare di digitalizzazione

    significa interrogarsi su come la iperconnettivit garantita dal

    web, insieme allo sviluppo di software sempre pi sofisticati per

    la progettazione e la gestione di processi stiano cambiando i

    processi creativi e quelli di industrializzazione dei prodotti, fa-

    vorendo - e anzi richiedendo - lo sviluppo di abilit di lavoro di

    team, in cui persone diverse, con diversi expertise, competenze

    creative e tecniche, collocate in luoghi anche distanti tra loro,

    collaborano per la realizzazione delle collezioni. Gli effetti della

    digitalizzazione sul mondo dei media legati alla moda ha degli

    effetti altrettanto radicali, sia sul modo di produrre la comuni-

    cazione pubblicitaria e informativa che riguarda i prodotti, sia

    sul tipo di relazioni che si sviluppano tra offerta e domanda, tra

    imprese e consumatori. In particolare il web 2.0, promuovendo

    canali interattivi e orizzontali di comunicazione tra gli attori, sfida

    un mondo media che nel settore moda rimasto fino a oggi

    legato in modo tradizionale a un modello di comunicazione top

    down, dove i contenuti sono elaborati in un contesto protetto

    e specialistico di addetti al settore (giornalisti di moda, molto

    vicini al mondo degli operatori delle imprese, vincolati alla riser-

    vatezza sulla vita delle imprese, coccolati da queste ultime) e

    trasferiti con cautela e parsimonia, per non perdere il controllo

    sulle conoscenze e le relazioni portatrici di investimenti pubblici-

    tari. La rete da un lato favorisce lo sviluppo di una comunicazi-

    one bottom up e peer to peer, in cui i consumatori acquistano

    potere e prendono una sorta di controllo, almeno sulle funzioni

    di condivisione delle informazioni e di recensione, in un ambito

    in cui difficile che gli osservatori esperti, come per esempio i

    giornalisti possano svolgere la loro funzione in modo indipen-

    dente; dallaltro sfida il mondo del marketing e della comunica-

  • 21

    zione professionale a sviluppare nuovi canali e nuovi format di

    interazione con i consumatori finali, che appunto vedano questi

    ultimi coinvolti come partecipanti attivi, in unottica di social

    business.

    Il fashion blogging

    Il tema della digitalizzazione ci conduce alle nuove forme di

    fruizione, digitali appunto, dellinformazione di moda. Il pubblico

    dei consumatori da alcuni anni ha affiancato alla lettura delle

    riviste di settore anche la consultazione dei fashion blog, una

    peculiare declinazione che il fenomeno del blogging ha assunto

    nel campo della moda. Nati come diari personali di operatori,

    professionisti e consumatori per condividere con altri utenti i

    propri personali gusti in materia di abbigliamento e tendenze,

    si sono presto affermati come canale pi interattivo e libero (al-

    meno allinizio) da condizionamenti commerciali.

    Una generale classificazione dei fashion blog pu essere fatta

    individuando tre categorie di contenuti. In primo luogo gli out-

    fit, vale a dire linsieme dei capi e accessori indossati da una

    persona. Uno dei pi seguiti blog italiani quello di Chiara Fer-

    ragni (The Blonde Salad), che propone quasi quotidianamente

    fotografie della sua autrice con mises sempre diverse. Esistono

    poi blog dedicati agli streetstyle e ispirati al capostipite The Sar-

    torialist, in cui lattenzione si concentra sui passanti e sui loro

    insoliti look. Una terza tipologia di blog si occupa invece di vin-

    tage e va alla ricerca di capi usati o nuovi, ma con una patina

    piacevolmente retr. I tre generi possono ovviamente ibridarsi,

    ma molti blog seguono da subito una di queste strade e la man-

    tengono nel tempo. Accanto a questa tripartizione dobbiamo

    per osservare la nascita di fashion blog aziendali, promossi da

    imprese produttrici di moda per stabilire un contatto dialogico

    con i propri consumatori.

  • 22

    Come in altri settori, anche nella moda lesplosione del fenome-

    no blog ha innescato alcuni importanti processi di cambiamen-

    to sia sul versante della produzione sia su quello del consumo;

    il mondo dei media tradizionali sembra ancora incerto sul ruolo

    che i nuovi canali web possono giocare nella comunicazione di

    moda.

    La tradizionale comunicazione di moda, che vede nel sistema

    delle sfilate e nelle riviste specializzate i suoi canali pi consoli-

    dati, funziona in base a un modello comunicativo top-down, in

    cui le aziende cercano di controllare direttamente o attraverso

    propri consulenti ogni aspetto della comunicazione relativa alla

    loro immagine, con lobiettivo di influenzare il pi possibile il lav-

    oro di decodifica, di lettura e di interpretazione dei significati di

    ogni collezione da parte del pubblico. In tale panorama i canali

    di comunicazione online scardinano il controllo gerarchizzato

    e centralizzato dei significati messi in circolazione. Il web po-

    tenzialmente trasforma un modello di comunicazione dallalto

    in un modello dal basso o tra pari. I blog, in particolare, nati

    spesso come diari personali o album fotografici commentati,

    rappresentano per gli utenti lopportunit di riappropriarsi di

    uno spazio espressivo al di fuori dei circuiti commerciali, in cui

    condividere emozioni, pensieri, convinzioni con altre persone

    che hanno gli stessi interessi. Si tratta di una rivoluzione co-

    pernicana che, soprattutto nel nostro paese, si scontra con il

    fatto che lindipendenza dellinformazione e la funzione di critica

    sono fortemente condizionate dalla necessit di mantenere una

    soglia di investimenti pubblicitari da parte delle aziende, suf-

    ficiente a garantire la sopravvivenza delle testate specializzate.

    Alcune aziende iniziano invece a comprendere le potenzialit

    del web 2.0 nellattivazione di relazioni pi dirette e fedeli con

    i propri consumatori proprio attraverso lo strumento del blog,

    mettendo in pratica i principi del marketing esperienziale. Ma le

  • 23

    aziende entrano in contatto con il blogging anche in altro modo.

    I blogger pi popolari vengono contattati dagli uffici marketing

    per partecipare a eventi e sfilate, ricevono capi e accessori in

    omaggio, come anche richieste di inserzioni pubblicitarie me-

    diante banner. Il fashion system non ha tardato a individuare

    nel blogging generato spontaneamente un canale commerciale

    potenzialmente produttivo, capace di esercitare uninfluenza sui

    consumatori di moda. Nonostante i blogger rivendichino un at-

    teggiamento autonomo nei confronti dei regali e delle promozi-

    oni cui possono accedere, facile capire come il blogger in

    molti casi una giovane studentessa, con un budget limitato da

    dedicare agli acquisti di abbigliamento sia invogliato a parlare

    nei suoi blog delle aziende da cui riceve materiali. La passione e

    lingenuit degli outsider si espone cos alle seduzioni commer-

    ciali degli insider. I blog pi visitati indicono addirittura concorsi,

    offrendo alle lettrici premi messi in palio dalle aziende di moda, e

    le autrici vengono invitate alle settimane della moda in posizioni

    spesso precluse agli stessi giornalisti di settore.

    Lo stato del fashion blogging ci suggerisce alcune riflessioni

    sulla dialettica tra vecchio e nuovo nella moda. In primo luogo,

    anche se in ritardo rispetto ad altri settori, i media tradizionali

    della moda stanno adeguando i loro processi ai cambiamenti

    che la rete e le sue applicazioni interattive producono nei modelli

    e nelle pratiche di comunicazione. In generale il mondo dei pro-

    fessionisti della comunicazione non sembra avere approfittato

    delle opportunit offerte dal web per lo sviluppo di una funzione

    di mediazione indipendente, sia sul piano dellinformazione che

    su quello della critica, capace ad esempio di valorizzare mondi

    creativi subculturali o marginali rispetto al mainstream.

    In secondo luogo, la novit del fashion blogging rischia di esau-

    rire sul nascere la propria spinta innovatrice, almeno nella misura

    in cui lattivit delle blogger si fa sedurre dalle sirene del market-

  • 24

    ing aziendale, che ha individuato nei blog consumer-generated

    un potente canale comunicativo o addirittura promozionale

    che si concretizza in banner pubblicitari o nel coinvolgimento

    delle blogger in attivit di com-marketing. Lautonomia dei blog,

    legati a doppio filo alle aziende, ne risulta automaticamente

    sminuita e il blogging eredita cos la simbiosi tra marketing e

    comunicazione propria del giornalismo di moda. Il potenziale

    rivoluzionario dei fashion blog stato presto soffocato, coop-

    tando in varie forme le blogger allinterno del sistema moda is-

    tituzionalizzato.

    Se vero che le aziende usano il web forzandolo a funzionare

    secondo logiche che in fondo continuano a essere top-down,

    potremmo concludere che nel mondo della moda, a differenza

    di quanto accade in altri settori delle industrie culturali, il mod-

    ello creativo e produttivo continua a essere quello tradizionale e

    condiziona il modello comunicativo.

    Il vecchio, inizialmente spiazzato dalla velocit del mutamento,

    tenta in sostanza di riassorbire il nuovo allinterno di meccanismi

    ben oliati, e linnovazione che ne scaturisce solo parziale.

    Il fashion retail

    Il panorama del fashion retailing, con le sue molteplici soluzioni

    che spaziano dai canali monomarca a quelli multibrand, mostra

    alcuni trend evolutivi. In primo luogo, si stanno affermando con

    forza i negozi a elevata riconoscibilit, che attraverso le loro

    varianti (flagship, concept, pop-up store) propongono unidea

    di boutique come monumento e come evento, fino a negare

    la funzione di vendita per proporsi come un luogo di entertain-

    ment (ci che potremmo definire una anti-boutique). Il mono-

    marca esperienziale si propone non come luogo del semplice

    acquisto, ma come occasione di esperienze per un consuma-

    tore che intende vivere lo shopping come una pratica, piacev-

  • 25

    ole, di produzione di senso. Le parole chiave di questa strategia

    retail sono identit, narrazione ed emozione: viene raccontato,

    attraverso lo spazio materiale del punto vendita, il mondo im-

    materiale della marca. Il racconto del brand diventa un progetto

    globale che unisce la comunicazione al retail.

    Una seconda tendenza riguarda il travel retailing, attivit com-

    merciale al dettaglio in luoghi di transito che ha come target

    consumatori (in prevalenza stranieri) che stanno effettuando

    viaggi di media/lunga percorrenza. Il travel retail, facendo leva

    sul ricordo e sullesperienza del non-quotidiano, caratterizza

    luoghi di transito, luoghi di divertimento e mete turistiche. Il

    consumatore trasportato nella dimensione extra-ordinaria del

    parco tematico la Disneyland, la cui traduzione nel mondo

    del fashion retail il centro commerciale di ampia metratura e di

    facile raggiungibilit, pensato per impegnare una o pi giornate

    nel viaggio del turista.

    Ma la categoria pi interessante nellambito del travel retail

    quella dei Factory Outlet Center, recente evoluzione di un

    canale distributivo nato negli anni 70 come spaccio aziendale

    in grado di offrire giacenze di magazzino a prezzi vantaggiosi

    e trasformatosi negli anni 90 nel format della citt multibrand,

    con decine di negozi monomarca ad alto valore aspirazionale

    allinterno di spazi enormi (10-40 metri quadrati) collocati al di

    fuori delle citt, ma in prossimit di reti autostradali ed aeroporti.

    Punto (momentaneamente) conclusivo di questo percorso evo-

    lutivo la trasformazione degli outlet in canali retail alternativi

    (e non solo complementari) al retail tradizionale, con prodotti e

    collezioni distribuite ad hoc in aggiunta alle giacenze di maga-

    zzino che, in virt di sconti fino al 70%, sono finora state il tratto

    caratterizzante degli outlet. Gli outlet di nuova generazione,

    simulando lo spazio urbano attraverso strade, piazze, fontane,

    edifici ispirati allo stile architettonico del territorio, aspirano ad

  • 26

    essere uno spazio completo e totalizzante, una citt in miniatu-

    ra, come osservava a met degli anni 80 Jameson a proposito

    dei centri commerciali che offrono al consumatore un ventaglio

    completo di servizi.

    Una terza tendenza il multi-channel retailing, strategia di dif-

    ferenziazione dei canali di vendita che integra soluzioni offline e

    online. Le tecnologie digitali hanno rivoluzionato il tradizionale

    commercio al dettaglio a distanza, nato a fine Ottocento, sos-

    tituendo i cataloghi con i siti web e con le app per dispositivi

    mobili. In questo modo lacquisto diventa pi rapido e il con-

    sumatore pu disporre di maggiori informazioni, allinterno di

    unofferta pi personalizzata, interattiva e disponibile 24 ore su

    24, mentre il target di riferimento passa da quello di basso sta-

    tus socio-economico tipico dei cataloghi cartacei a quello el-

    evato e cool del commercio online, che richiede un certo grado

    di alfabetizzazione informatica. Le-commerce rappresenta il

    fronte pi innovativo nella strategia multichannel di molti gruppi,

    che affiancano a un sito di e-tailing un insieme di negozi di di-

    versa tipologia.Il fashion retailing contemporaneo ha fatto pro-

    pria la filosofia delleconomia dellesperienza, trasformando i

    punti vendita in experience providers, teatri della rappresen-

    tazione del brand e canali di rafforzamento del legame tra brand

    e consumatore. Pur essendo in continuit con le altre forme

    di comunicazione della marca, il negozio offre la possibilit di

    unimmersione completa, soprattutto se la sua progettazione

    riesce a creare unatmosfera percepita come autentica dal con-

    sumatore. Nel retail si manifesta in modo evidente ci che Feath-

    erstone ha chiamato estetica della sensazione, unestetica

    che stimola il corpo facendo leva sullimmediatezza e sulla non-

    riflessivit dellattore sociale e che trasforma lesposizione della

    merce in uno spettacolo coinvolgente e multisensoriale.

  • 27

    La sostenibilit

    Infine, se considerati insieme, il tema delle nuove forme

    di globalizzazione e quello della digitalizzazione rivelano

    limprocrastinabilit di unaltra questione di fondo che riguarda

    tutto il sistema industriale e anche il settore moda, quella della

    sostenibilit ambientale, sociale ed economica dei processi pr-

    ogettuali, produttivi, commerciali. Si tratta di un tema che molte

    delle imprese pi dinamiche hanno messo in cima alla loro

    agenda, poich sta diventando un ambito nel quale possibile

    giocarsi la competitivit dellimpresa stessa, soprattutto se essa

    collocata negli strati medio-alti della piramide della moda.

    Ladozione di strategie sostenibili si presenta alle imprese dei

    sistemi moda pi avanzati come una possibile risposta a due

    complessi processi che hanno messo in discussione gli equilibri

    consolidatisi nel corso del XX secolo. Il primo legato alle con-

    seguenze della globalizzazione e al modo in cui essa ha condiz-

    ionato i sistemi della moda; il secondo riguarda levoluzione del

    modello di consumo.

    Negli ultimi decenni la moda industriale ha fatto ampio ricorso

    alla delocalizzazione produttiva che ha garantito ampi mar-

    gini per investire nellimmagine dematerializzata, incarnata dal

    brand e messa a valore da un accentuato processo di finan-

    ziarizzazione. Questo stato vero a ogni livello della piramide

    del mercato, dai segmenti pi elevati del lusso, dove si posizio-

    nano i brand storici della moda moderna, come Armani, Valen-

    tino, Gucci, a quelli cosiddetti di mass market, dove si trovano

    oggi alcuni dei marchi pi popolari, come Zara, H&M, Mango. Il

    principale risultato di tali processi pu essere considerato come

    un certo effetto di democratizzazione, ma, nello stesso tempo,

    tali risultati hanno portato con s anche alcuni effetti collaterali

    che spiegano linteresse per il tema della sostenibilit anche

    nel campo della moda. In particolare il consolidamento a livello

  • 28

    planetario di un sistema industriale di fast fashion ha comporta-

    to lo sfruttamento di ingenti risorse ambientali, e linquinamento

    dei terreni e dei corsi dacqua provocato dai concimi e additivi

    chimici utilizzati per le coltivazioni intensive. Inoltre, la delocaliz-

    zazione produttiva nei paesi a basso costo del lavoro ha com-

    portato lo sfruttamento del lavoro manuale di operai pagati con

    salari insufficienti e sprovvisti di qualsiasi tutela sociale e sinda-

    cale. Infine, labbondante offerta di marchi e di pubblicit che

    vengono presentati come veicoli di mondi valoriali e stili di vita

    desiderabili produce una sorta di saturazione dellimmaginario,

    nel quale non c pi spazio per alcun nuovo significato as-

    sociabile a prodotti di moda, tutti gi proposti e pre-interpretati

    dalle sofisticate campagne di comunicazione di tutti i brand,

    alla disperata ricerca di tratti originali che consentano loro di

    distinguersi dai concorrenti

    Per il sistema moda italiano, fondato su un tessuto produttivo

    diffuso e concentrato su base distrettuale, questo insieme di

    fattori ha prodotto conseguenze rilevanti. In primo luogo la de-

    localizzazione ha portato con s effetti di rottura delle forti soli-

    dariet e interdipendenze tra imprese appartenenti agli stessi

    distretti e la crisi di quegli operatori economici pi fragili nella fili-

    era territoriale, sostituiti dai competitor pi vantaggiosi nei paesi

    di delocalizzazone.

    La struttura a cluster geograficamente localizzati del sistema

    produttivo italiano, per, sembra avere in s le potenzialit per

    ricostituire le solidariet di filiera, sebbene in una logica non

    pi lineare, e riattivare le relazioni tra gli stakeholder, compresi

    i consumatori e le istituzioni di governance del territorio. I primi

    portatori di interessi al benessere e alla soddisfazione personale

    e comunitaria, i secondi di istanze di salvaguardia dellambiente

    comune e della qualit del lavoro come risorsa collettiva per il

    tessuto sociale. Emerge dunque in modo evidente il nesso tra

  • 29

    uneconomia con unorganizzazione geograficamente localizza-

    ta come quella italiana e lagenda culturale della sostenibilit.

    Le strategie con cui le imprese e le istituzioni affrontano tale

    agenda possono venire ricondotte a due grandi famiglie, quelle

    che si basano sullinnovazione tecnologica e quelle che pun-

    tano sul design come fattore di cambiamento sociale. Molto

    spesso innovazione e design convivono. Innovazione e cambia-

    mento possono partire da uno qualsiasi dei diversi stadi della

    filiera: la coltivazione e estrazione delle fibre tessili, il ciclo di vita

    del prodotto, i suoi usi, lo smaltimento.

    Nel design si intrecciano due tipi di processi, da un lato

    unattenzione alla dimensione estetica dei prodotti e ai signi-

    ficati storici e culturali che essi incorporano; dallaltro una rif-

    lessione finalizzata al miglioramento tecnico e strutturale delle

    performance dei prodotti stessi. Quando il design si applica ai

    temi della moda sostenibile, entrambe queste direzioni vengono

    percorse: il design della moda sostenibile giunto a un livello di

    maturazione che lo rende adeguato ai segmenti cosiddetti luxu-

    ry della piramide del mercato della moda. Questo ha comporta-

    to delle conseguenze nella struttura stessa delle collezioni, che

    incorporano materiali e processi di produzione ecologicamente

    e socialmente sostenibili e allo stesso tempo unattenzione al

    contenuto estetico che le rende compatibili e concorrenziali con

    le collezioni dei pi innovativi marchi di ricerca, abbandonando

    cos quellestetica eccessivamente naturalista e anticonsumis-

    tica che aveva caratterizzato le prime stagioni del fenomeno

    e che ancora si incontra in alcuni segmenti della moda sos-

    tenibile. Quando il design si ripropone come strumento per af-

    frontare questioni legate al miglioramento delle performance dei

    prodotti e alla tutela di ambiente e rapporti sociali, esso si co-

    niuga e contamina con la ricerca e lapplicazione di innovazioni

    tecnologiche. In questo caso, il progetto pu focalizzarsi su dif-

  • 30

    ferenti stadi della filiera produttiva, dallo stadio della coltivazione

    ed estrazione delle fibre, attraverso il ciclo di vita e le modalit

    duso del prodotto, fino alle strategie per lo smaltimento finale.

    Qualunque sia la strategia adottata, tutti gli operatori conven-

    gono che per favorire la sostenibilit fondamentale promuo-

    vere la differenza e la variet di interventi, progetti e iniziative, la

    valorizzazione delle diversit, di cui il multiforme mercato della

    moda ricchissimo.

  • 31

  • 32

  • 33

    Pietro Leo IBM Executive Architect & GBS Global Technology Programme Manager

    IBM Academy of Technolgy

    HAI DETTO DATI?

  • 34

    La crescita esplosiva dei social media in tutte le varie forme dai blog, ai

    forum online ai piccoli o grandi social network come Facebook o Twit-

    ter e molti altri canali di interazione e discussione offre a tutti noi, utenti

    della rete, una platea incredibilmente ampia e ricca per condividere punti

    di vista ed opinioni relativi ad eventi, prodotti e servizi. Praticamente tutti

    i settori di industria sono interessati da questo fenomeno e, in generale,

    questi dati, oggi sempre pi spesso definiti Big Data, possono costituire

    una ricca fonte informativa per rendere pi efficienti ed efficaci le nostre

    organizzazioni.

    Questa ricerca ha voluto indagare le opportunit che i dati possono fornire

    alle industrie in generale ed in particolare alla fashion industry italiana ap-

    profondendo due contesti di rilievo come le relazioni tra moda & tecnologia

    e quella tra moda & business, analizzando i riferimenti a questi due am-

    biti nelle discussioni pubbliche presenti sui social media nellultimo anno e

    mezzo.

    Cos uno snippet? E una porzione minima di un testo (due o tre frasi) in un documento analizzato da un software di analytics.

    @pieroleo - 23.09.2013

  • 35

    20milioni

    151mila

    112mila

    30mila

    51mila

    24mila

    91mila

    Tutti i numeri della ricerca

    65.000.000 di documenti indicizzati20.134.958 tweet (inglese)151.476 di documenti intercettati dalle query112.000 tweet (italiano)31.849 documenti analizzati91.609 snippet estratti51.561 snippet classificati24.800 snippet analizzati

    65milioni

  • 36

    Per la prima relazione lobiettivo stato quello di indagare e dar luce a

    fenomeni di interesse che legano, nelleco delle discussioni, il mondo della

    moda e quello della tecnologia. Si voluto scrutare in entrambe le direzi-

    oni: come la tecnologia viene percepita e se un influencer nel contesto

    delle discussioni ascrivibili al mondo della moda e, viceversa, se la stessa

    tecnologia potrebbe beneficiare di una rinnovata linfa creativa da parte del

    mondo della moda per migliorare, ad esempio, la user experience dei con-

    sumatori degli stessi prodotti tecnologici.

    Nel caso della seconda relazione si voluto indagare leco suscitato nelle

    discussioni sui social media relativamente a questioni legate allefficienza e

    allefficacia del business del comparto e in generale leco che suscitato da

    differenti azioni/strategie e fenomeni aziendali.

    Il percorso di indagine si sviluppato analizzando un ampio insieme di in-

    terviste effettuate ad un panel di oltre 40 esperti del settore con lobiettivo di

    far emergere le problematiche e i concetti-fenomeni di maggiore rilevanza in

  • 37

    riferimento agli ambiti esaminati. In seguito, stata effettuata unanalisi dei

    social media per analizzare leco in diverse decine di milioni di discussioni

    (in lingua italiana) a partire dagli stessi concetti-fenomeni isolati dalle interv-

    iste. Lanalisi sui social media stata effettuata seguendo varie prospettive

    e tecniche di indagine utilizzando strumenti di Social Analytics avanzati in

    grado di classificare ed organizzare i testi ed estrarre i concetti di interesse,

    effettuare varie misure comparative degli stessi, tracciare mappe concet-

    tuali, rappresentare e caratterizzare tendenze ed intercettare nuovi topic e

    ulteriori argomenti emergenti, analisi del sentiment e della polarizzazione.

    Sono state rappresentate conversazioni sotto forma di rete di relazioni, con

    particolare focus al canale Twitter, ed utilizzate metriche tipiche della teoria

    dei grafi per identificare influencer, community e temi che hanno riscontrato

    maggiore interesse. Lanalisi ha anche incluso lutilizzo di innovativi sistemi

    di analytics messi a punto recentemente da parte di IBM Research per la

    lettura psico-linguistica dei tweet che hanno lobiettivo di ricostruire i profili

    psicologici considerando il linguaggio e i costrutti dei contenuti dei post.

  • 38

    METODOLOGIA

  • 39

    METODOLOGIA

  • 40

    Concettualizzazione degli obiettivi di indagine

    Questa fase ha avuto lobiettivo di definire la direzione strategica dellindagine

    e caratterizzare nel dettaglio gli argomenti e le ipotesi di ricerca. Si vo-

    luto, in particolare, adottare un modello di concettualizzazione e indagine

    guidato dal crowd cercando di far emergere le stesse ipotesi di lavoro, gli

    interrogativi e i punti di vista da scrutare nelle discussioni considerando

    viste di esperti longitudinali e specialistiche del comparto fashion. Sono

    state realizzate oltre 40 interviste condotte durante la settimana della moda

    di Milano (dal 18 al 23 Settembre 2013) ad un panel piuttosto diversificato

    che includeva esperti del settore e blogger specializzati. Lanalisi delle in-

    terviste ha permesso di isolare oltre 200 concetti di interesse che sono

    stati utilizzati come sonde per acquisire - dai social media - discussioni di

    potenziale interesse rispetto agli obiettivi dellindagine.

    Nello stesso tempo, per un primo livello di classificazione, filtro, aggregazi-

    one e misurazione della popolarit degli argomenti e temi contenuti nelle

    discussioni sono stati considerati 32 brand, organizzati in 6 cluster busi-

    ness-oriented, come proposto nella pagina successiva.

  • 41

    Oltre 40 interviste a esperti del fashion, blogger, influencer

    Vengono selezionati 32 brand

    Concettualizzazione e identificazione

    dei need

    Modeling AnalisiAnalytics tool

    vengono considerati

    circa 200 key concept dalle

    interviste

    I brand vengono

    catalogati in 6 cluster business

    oriented

    Definizione di un range di domande

    chiave per indirizzare linvestigazione nelle aree

    principali

    Vengono formulate 15 issue/temi principali per

    catalizzare lanalisi

    Scoperta e osservazione di temi cruciali nella fashion

    industry. Raccolta

    dei findings e firmulazione

    delle conclusioni connesse

    alle domande chiave.

    - analisi dei social media- Social Network Analysis-Omniprofile-Analisi predittiva e statistica

    Estratti ed analizzati >65M di documenti rilevanti da Blog,

    Forum, News, microblogs etc. da content social pubblici generati in italiano durante gli ultimi 15 mesi

    Big Data analytics

    workbenchModello di

    analisi

    Lindagine si sviluppata in quattro fasi principali, quali:1) Concettualizzazione degli obiettivi di indagine, 2) Costruzione di un modello di analisi; 3) Business Analytics; 4) Raccolta di findings ed osservazione dei fenomeni e delle tendenze.

  • 42

    Nellambito della metodologia di lavoro, i riferimenti ai brand hanno giocato

    il ruolo di catalizzatori delle affermazioni considerate per le analisi e catturate

    con i concetti sonda emersi dalle interviste al panel di esperti. In particolare,

    sono state isolate e considerate, per lanalisi, tutte quelle affermazioni che

    citavano e/o erano in prossimit linguistica rispetto ai brand sonda. I cluster

    prima citati hanno fornito un ulteriore livello di aggregazione e di misura dei

    fenomeni osservati (e.g. contesti di business e/o organizzativi).

    Costruzione di un modello di analisi

    Lanalisi ha avuto sia lobiettivo di misurare e valutare i riferimenti nelle dis-

    cussioni relative ad un panel di argomenti/temi di interesse sia lobiettivo

    di scoprire e misurare tendenze e nuovi concetti/temi che eventualmente

    emergevano nel periodo temporale di riferimento (1 luglio 2012 30 Set-

    tembre 2013).

  • 43

    Bulgari

    Fendi

    Gucci

    Loro Piana

    Pucci

    Valentino

    Acquisiti Emergenti Fatturato Innovazione Quotabili Quotati

    Angelo Bratis

    Fausto Puglisi

    Francesca Liberatore

    Ludovica Amati

    Mauro Gasperi

    MSGM

    NUDE

    Stella Jean

    Bottega Veneta

    Coin

    Geox

    Gruppo Miroglio

    Luxottica

    Safilo

    Tods

    Versace

    Apple

    VF Corporation

    Armani

    Calzedonia

    Diesel

    Dolce&Gabbana

    Ermenegildo Zegna

    Cucinelli

    Ferragamo

    Prada

    1) Acquisiti (Aziende acquisite da gruppi multinazionali), 2) Emergenti (Brand che hanno partecipato per la prima volta alla Fashion Week nel 2012 o 2013)3) Fatturato (Principali aziende per fatturato)4) Quotabili (Aziende identificate da opinion leader e studi di settore come prossime alla quotazi-one) 5) Quotati (Aziende quotate) 6) Innovazione (aziende tecnologiche con prodotti o servizi dedicati al mondo della moda).

  • 44

    La tabella a fianco propone la lista dei temi rintracciati e misurati nelle dis-

    cussioni nei contesti dei brand e dei cluster di business prima citati. Per

    ogni tema, sono stati individuati i casi pi interessanti e le parole chiave utili

    a intercettare le conversazioni in rete.

    Business Analytics

    Questa fase ha avuto lobiettivo di analizzare le discussioni attraverso vari

    strumenti di analisi linguistica avanzati per misurare i riferimenti ai temi indi-

    viduati nel modello di indagine cos come isolare potenziali nuove tendenze

    ed argomenti e/o punti di vista e findings di interesse. In particolare, lanalisi

    stata effettuata su un dataset (vedi figura 3) contenente discussioni pub-

    bliche raccolte ed acquisite da parte di content provider leader nel settore.

    Gli strumenti di analytics hanno permesso di esaminare il dataset attraverso

    varie propsettive e tecniche di indagine. In particolare sono stati usati stru-

    menti di Social Analytics quali:

    - Text Analysis, in grado di classificare ed organizzare i testi ed estrarre i

  • 45

    I temi rintracciati e misurati nelle discussioni

  • 46

    concetti di interesse, effettuare varie misure comparative degli stessi, trac-

    ciare mappe concettuali, rappresentare e caratterizzare tendenze ed inter-

    cettare nuovi topic e ulteriori argomenti emergenti. Analisi del sentimenti e

    della polarizzazione.

    - Social Network Analysis per rappresentare relazioni e conversazioni sot-

    to forma di rete di relazioni, con particolare focus al canale Twitter, e di utiliz-

    zare delle metriche tipiche della teoria dei grafi per identificare influencer,

    community e temi che hanno riscontrato maggiore interesse.

    Sono state inoltre utilizzati innovativi sistemi di analytics per la lettura psico-

    lingistica dei tweet - messi a punto recentemente da parte di IBM Research

    - che hanno lobiettivo di ricostruire i profili psicologici considerando il lin-

    guaggio e i costrutti dei contenuti dei post.

    Raccolta di findings ed osservazione dei fenomeni e delle tendenze

    Lultima fase ha avuto lobiettivo di utilizzare gli strumenti di Business Ana-

    lytics per individuare findings ed osservazioni di interesse nel dataset di

  • 47

    analisi e misurare fenomeni e tendenze rilevanti ricorrenti nelle discussioni.

    Lapprofondimento lesame delle discussioni ha avuto 2 obiettivi esplorativi

    principali:

    a) fornire una vista complessiva e longitudinale dei temi di in-

    teresse e della loro distribuzione sui vari canali di discussione digitale

    cogliendo anche eventuali nuovi potenziali temi che hanno acquisito popo-

    larit nel periodo di riferimento;

    b) approfondire alcuni aspetti e tematiche specifiche individ-

    uando ed analizzando le discusisoni per isolare opinioni e punti di

    vista circa metodi di acquisto, linternazionalizzazione o il tema della sos-

    tenibilit oltre che approfondire i diversi punti di contatto tra tecnologia e

    moda.

    Il dataset ha incluso

    complessivamente oltre 65 milioni

    di discussioni scritte in lingua italiana

    e prodotte nel periodo luglio 2012- Sett

    2013, provenienti da decine di migliaia di

    message board (forum online), blog,

    e news in aggiunta a discussioni pub-

    blicamente condivise su alcuni social net-

    work pubblici cone Twitter e Facebook.

    I posti e i commenti sono stati analizzati

    e segmentati in accordo del modello

    di analisi ed estratti i passaggi tes-

    tuali rilevanti o snippet, che tipicamente

    contengono il riferimento ad opinioni e

    commenti puntuali. Lanalisi si quindi

    concentrata nellesaminare e pesare gli

    snippet testuali per far emergere temi e

    tendenze di interesse.

  • 48

    UNA SETTIMANAIN VETRINA

  • 49

    UNA SETTIMANAIN VETRINA

  • 50

    Sette giorni al di qua di una vetrina in

    via della Spiga, dentro il quadrilatero

    della moda, per tutta la durata della

    #MFW ad ascoltare la moda, ad es-

    sere parte della moda. Il team Social

    di IBM ha intervistato gli attori di una

    settimana di fashion, dai blogger agli economisti, per catturare le temat-

    iche chiave dalla viva voce e dal live twitting dei protagonisti e rilanciarle

    nelluniverso dei social media come parole chiave per essere scandagliate

    dai software di analisi. E non solo: ne nata una carrellata di commenti

    e di considerazioni che rappresentano il lato qualititativo della ricerca e la

    fotografia in tempo reale di un universo sempre pi ricco di sfaccettature.

    24interviste

    41persone

    intervistate

  • 51

  • 52

    #IDATISONOFASHION

  • 53

    #IDATISONOFASHION

  • 54

    Parole, numeri, retiLindagine dei social media ha considerato diverse decine di miloni di dis-

    cussioni provenienti da migliaia di sorgenti, pubblicate nel periodo dal 1

    luglio 2012 al 30 settembre 2013. In totale sono state prese in consider-

    azione circa 260,000 conversazioni*.

    Sono stati considerati diversi canali di discussione digitali, come i blog e

    i forum/community online, ma anche considerate discussioni presenti su

    grandi social network come Twitter e Facebook.

    *ll dataset analizzato, contenente discussioni pubbliche, raccolto ed acquisito da

    parte di content provider tra i leader mondiali del settore.

    Utilizzare i social media ci consente di avere linteresse dei consumatori che non stanno necessariamente nel nostro bacino dutenza, i social media ci permettono la circolazione di informazioni molto pi varia e in diverse direzioni ed in aggiunta abbiamo che la rete non dimentica, tutto resta fissato nel tempo.

    Chiara Campione, Greenpeace

  • 55

    tweet

    snippet

    Twitter

    I 112,000 tweet sono stati analizzati nellambito della SNA (Social Network Analysis) che offre un panorama diverso e graficamente immediato sulla relazione tra gli attori delle conversazioni e tra le conversazioni stesse.

    News, blog, forum*

    Tutti gli altri canali sono stati analizzati in base al modello sviluppato per questa ricerca che, filtrato, ha prodotto circa 31,000 conversazioni.

    *Facebook

    Allinterno della categoria forum si trovano anche gli snip-pet afferenti a Facebook.

  • 56

    Le immagini raffigurano sia la distribuzione delle discussioni nei 6 cluster

    che raggruppano i brand, sia la distrubuzione delle stesse in accordo ai

    temi e concetti di interesse.

    Il fashion diventa mainstream (le discussioni si spostano da uno a molti

    a molti a molti).

    I dati dimostrano, inoltre, un cambiamento nelle modalit di discussione e

    nella scelta dei canali durante il periodo analizzato: i post sui blog hanno

    presentato una diminuzione dal 42,9% al 30,2% a fronte di una crescita del

    canale Forum da 8,6% a 21,8%.

  • 57

    Brand Acquisiti e Quotabili dominano la conversazione

    I brand del fashion considerati dal modello di analisi sono stati raggruppati in 6 diversi cluster e i gruppi Acquisiti e Quotabili sono stati citati in pi della met dei casi (55%).

    Non solo fashion

    Stili, Sharing Economy e Materiali sono i temi che hanno generato pi discussioni. Sharing Economy, Sos-tenibilit e Tecnologia, in genere poco correlati al mondo fashion, rappresentano ben il 31% delle conversazioni.

  • 58

    Reti di conversazioni e reti di contenuti

    La prospettiva teorico-metodologica della Social Network Analysis (SNA) of-

    fre uninteressante alternativa di indagine che pone laccento sulle relazioni

    tra gli attori e che offre metriche per individuarne centralit e rilevanza rispetto

    alla comunit di riferimento.

    Lanalisi delle reti sociali una metodologia sviluppatasi negli anni 30 a partire

    dai contributi di Jacob Levi Moreno. Qualche decennio passato e la SNA

    ha conservato il suo appellativo Social, a ricordo della sua origine, anche se

    ha trovato applicazione in tutti quei settori dove si vogliono visualizzare ed

    analizzare relazioni ed interdipendenze tra individui o meno.

    Twitter ha alcune peculiarit che lo fanno preferire ad altri social network per

    unanalisi SNA based:

    - Tutte le conversazioni sono pubbliche, non esistono pagine o gruppi privati

    - Piattaforma di microblogging per eccellenza si presta molto ad essere cas-

  • 59

    sa di risonanza e diffusione per contenuti innovativi

    - Molto utilizzata per il coverage di eventi (live tweeting)

    - I 140 caratteri a disposizione portano alla sintesi e allutilizzo spinto di

    hashtag

    - Attira pubblici specifici

    -La sua struttura relazionale permette di modellare le interazioni tra gli utenti

    in termini di influenza, popolarit ed attivit

    - E facilmente interrogabile tramite API

    Lapproccio scelto per le analisi proposte quello della visual analytics

    piuttosto di un utilizzo spinto delle metriche proprietarie della disciplina e

    vuole offrire una vista dinsieme cumulativa di tutte le interazioni intercorse

    nellintervallo di tempo esaminato. Due sono le principali linee di indagine: le

    interazioni tra utenti (reti di conversazioni) e le copresenze degli hashtag (reti

    di contenuti).

  • 60

    I nodi nellarea centrale del grafo sono quelli maggiormente interconnessi

    tra di loro, che quindi creano engagement pi trasversale nelle community

    degli utenti. I nodi pi periferici sono gli influencer per nicchie marginali di

    utenti; hanno un seguito ed interagiscono con sub-community o pubblici

    specifici. Allestrema periferia gli utenti che poco o nulla hanno interagito

    con il nucleo centrale.

    La parola chiave network. impor-tante quello che si ha attraverso le tecnolo-gie per il semplice fatto di essere una rete di soggetti. La rete crea movimento nella circolazione delle idee, nella circolazi-one degli oggetti, nella circolazione delle forme, dei gusti e quindi anche di quello che ogni anno, ogni stagione, chiamiamo moda

    Paolo Volont, Politecnico di Milano

  • 61

    Le conversazioni112.866 tweetdi cui 23.734 RT

    31.435 utenti unici

    442.709.195Potential reach

  • 62

    Larea centrale presidiata dagli account ufficiali dei fashion brand, dalle

    fashion blogger e dai magazine di settore, tutti in grado di dialogare tra di

    loro e di intercettare un pubblico trasversale e condiviso. La periferia del

    grafo riporta alcuni utenti che catturano lattenzione e sono ingaggiati da

    pubblici specifici, quali le piattaforme di e-commerce dedicate, le celeb-

    rities ed alcuni account che sfruttano in modo opportunistico levento

    mediatico per dare rilievo ai propri prodotti o servizi.

  • 63

  • 64

    Un buon indicatore per misurare la portata di un eventuale influencer la

    somma dei RT e delle mention ricevute. Nel nostro caso i 112.000 tweet

    si traducono in 40.812 RT e mentions, dove il 25% degli influencer copre

    il 15% delle interazioni totali.

    Nellimmagine a fianco si pu osservare che determinate categorie hanno

    una cassa di risonanza importante in termini di engagement e che, anche

    partecipando marginalmente o contribuendo in misura minore alle con-

    versazioni, godono di un ottimo rapporto (ratio) tra ingaggi effettuati e

    ricevuti.

  • 65

    68.453.1

    7.3

    1.2

    23.95.7

    2000RT e mention ricevute

    bubble size=engagement ratio

    Twee

    t p

    ubb

    licat

    i

    500

    1000

    0

  • 66

    Temi emergenti

    La figura rappresenta i temi emergenti lungo lasse temporale. In partico-

    lare, stata rappresentata lintensit della diffusione su base trimestrale.

    I Jeans sono i prodotti pi ricorrenti nelle discussioni sulle varie tipologie di

    canali analizzati; sono oggetto di Notizie, ad esempio, relative ad eventi e

    novit in ambito cos come i Blogger commentano le nuove tendenze. Gli

    utenti di Forum online li citano tra i must have. Le scarpe sono prevalente-

    mente oggetto di post nei Blogs mentre gli utenti dei forum online parlano

    di Borse e Occhiali.

    I Jeans e le Borse sono i prodotti pi citati su tutti gli intervalli temporali

    monitorati. Leffetto stagionalit influenza evidentemente le discussioni. Ad

    esempio, in primavera ed estate, si parla di pi di occhiali, tra i pi citati tra

    gli accessori, e da aprile 2013 emerge il tema gioielli. Dallo stesso periodo

    emerge anche un trend in decrescita dei post in cui si parla di scarpe.

  • 67

    Jeans e borse dominano la conversazone

    jeans

    borse

    scarpe

    accessori

  • 68

    Gli utenti dei Social Media parlano dei brand focalizzando I commenti su

    tematiche specifiche. I diversi gruppi di brand appaiono correlati con mag-

    giore affinit ad argomenti che li caratterizzano e a cui sono associati nei

    commenti dagli utenti dei Social.

    Questa figura rappresenta la correlazione tra i principali temi della ricerca

    e i brand analizzati. Il legame e-commerce Fatturato conferma la ril-

    evanza di questo canale per il reparto Moda. I social riconoscono, inoltre,

    la relazione tra aziende pi innovative e temi di avanguardia, come tecno-

    logia e sharing economy.

    Nel design cos come nella moda assistiamo a una generazione nuova di giovani talenti che mescolano in maniera abbastanza originale attivit di design e stile con attivit di esecuzione e orga-nizzazione della produzione, mettendo le mani in pasta e mettendosi in gioco, dimostrando che fare le cose un modo per pensare

    Stefano Micelli, Universit C Foscari

  • 69

    Gli Acquisiti sono pi sensibili alla Sostenibilit, gli Emergenti puntano allestero

  • 70

    1 italiano su 10 interessato a confrontarsi con gli altri quando si

    tratta di shopping.

    Lacquisto si conferma un attivit sociale. Le discussioni legate a modal-

    it di acquisto dei prodotti sono ampiamente presenti: in almeno il 10%

    dei passaggi testuali analizzati si discute e/o si cerca il confronto con altri

    utenti circa le modalit di acquisto dei prodotti offerti dai brand consid-

    erati. I riferimenti riguardano sia metodi di acquisto tradizionali (riferimenti

    a punti vendita, outlet e spazi di vendita in genere) che modalit digitali

    (eCommerce).

    I marchi quotati sono pi bravi a creare brand experience

    nei negozi?

    I riferimenti alle modalit di acquisto si osservano in prossimit dei brand

    appartenenti al cluster Acquisiti. I riferimenti a Spazi Commerciali av-

    vengono in prossimit dei brand del cluster Quotati e quelli relativi

    allecommerce al cluster dei brand appartenenti al Fatturato.

    Metodi dacquisto

    Le ragazze fanno business molto meglio dei maschi sui social network, perch sanno condividere.

    Alberto DOttavi, Blomming

  • 71

    Modalit di acquisto e i brand analizzati 1 italiano su 10 condivide i propri acquisti

    Dalle-commerce al social commerce. Per i brand una oc-casione da sfruttare, ma in modalit social. Ovvero, non si tratta tanto di product placement puro, quanto di stimolare la condivisione sullesperienza di acquisto e tutto quanto fa spettacolo attorno al prodotto.

  • 72

    Lo spazio di vendita, il negozio, diventa sempre di pi un luogo

    multiculturale.

    Oltre alla vendita e alla comunicazione, elementi inerenti a qualsiasi spazio

    commerciale, il recente e crescente aumento di informazione/aspettative/

    potere da parte dei clienti ha fatto emergere, tra i diversi brand del fashion,

    la necessit di arricchire lesperienza di chi decide di visitarli.

    Interazione, eventi, valori, percorsi narrativi, comunicazione, relazione, incontro. Ecco alcuni dei temi pi citati nelle conversazioni sugli spazi com-merciali che abbiamo avuto con diversi esperti del mondo della moda.

    Nel contesto dei riferimenti a Spazi Commerciali sul canale Blog si citano negozi e modalit di presentazione dei prodotti come le Capsule Collec-tion. Sui forum emergono termini come Outlet e grandi magazzini. Una polarizzazione delle conversazioni che indica una tendenza da parte dei blogger di replicare i concetti e contenuti promossi dai brand stessi, mentre chi utilizza i forum si concentra su alternative di acquisto generaliste come gli outlet e i grandi magazzini.

    Se intendiamo il negozio come luogo di comunicazione, si nota un grande cambiamento di questa comunicazione, che oggi diventata molto pi relazionale... la modalit con cui unimpresa si racconta nello spazio retail un osservare dei valori dellimpresa.

    Valeria Iannilli, Politecnico di Milano

  • 73

    I blog sono istituzionali, i forum aiutano a trovare gli sconti

  • 74

    Argomento per esperti

    Di e-commerce si scrive pi in maniera uni-direzionale che bi-direzionale,

    il che rispecchia una situazione in cui un numero limitato di persone

    che ha know-how e influenza serve come catalizzatore di notizie e

    discussioni.

    Tra le sorgenti e piattaforme che pi ospitano discussioni sulle-commerce

    troviamo:

    - testate gioralistiche e blogs che si occupano di moda

    - siti di comunicazione e condivisione annunci e novit

    - siti di Tecnologia per la condivisione di informazioni sulla nascita di nuovi

    siti di e-Commerce, sui servizi offerti e sulle caratteristiche tecniche da

    considerare in fase di realizzazione.

    Il social e la strada. Come nelle vie delle citt, il fake si fa presente

    sui social

    La presenza nelle discussioni di riferimenti a siti di e-commerce che pro-

    Il nostro obiettivo integrare punto vendita, mobile, e-commerce e far vivere ununica esperienza al cliente. Tutti i sistemi e processi aziendali vanno cambiati per supportare lomnichannel.

    Alegra OHare, Reebok

  • 75

    pongono prodotti falsi e siti pirata piuttosto diffusa e si riscon-

    trano prevalentemente in prossimit dei cluster di brand Acquisiti

    e Quotati.

    Le conversazioni unidirezionali sulle-commerce

  • 76

    Tranquilli: Il Made in Italy vende (e vender ancora, la rete conferma)

    Il brand Italia affascina tutto il mondo e pochi settori delleconomia sono

    cos strettamente legati al Made in Italy come la moda. Capire i valori,

    concetti e atributi associati alla moda italiana diventa, quindi, fondamen-

    tale per chi ha intenzione di giocare un ruolo rilevante in questo mercato.

    Luso dellespressione Made in Italy e delle sue varianti linguistiche dif-

    fusa nelle discussioni analizzate, ed stata osservata in almeno il 5% dei

    passaggi testuali considerati.

    La moda italiana, inoltre, conferma anche nei social la sua potenzialit in

    termini di business: i due cluster che corrispondono a pi del 60% delle

    citazioni sono Fatturato e Acquisiti, a dimostrazione del fatto che il

    Made in Italy genera un importante giro daffari e che anche per questo

    - attrae investimenti dallestero.

    Made in Italy (internazionalizzazione)

  • 77

    Chi sfrutta meglio il Made in Italy che vende e attrae

  • 78

    Il Made in Italy fa bene allo spirito (e al business)

    Lanalisi della polarizzazione delle discussioni, negativa o positiva, nel

    periodo osservato mostra una tendenza verso lasse positivo: circa il 30%

    dei passaggi testuali in cui ricorre lespressione Made in Italy tenden-

    zialmente positiva a fronte del circa 8% di passaggi negativi.

    Settembre 2012, Febbraio 2013 e Luglio 2013

    In corrispondenza di questi tre periodi si notano significativi aumenti del

    volume delle discussioni, soprattutto quelli positivi. Negli ultimi due anche i

    picchi negativi sono rilevanti.

  • 79

    Il sentiment del Made in Italy

  • 80

    Qualit, creativit, eleganza sono sempre gli elementi che identifica-

    no il Made in Italy (ma si affacciano anche la contraffazione e la crisi)

    Ancora una volta le conversazioni social rappresentano in maniera chiara

    e diretta gli argomenti che sono legati al fashion italiano: gli atributi che pi

    generano commenti positivi sono legati alla creativit, qualit, eleganza e

    valore che i marchi riescono a creare e comunicare. Tra gli aspetti negativi

    troviamo limpatto della crisi economica, la contraffazione e le acquisiz-

    ioni da parte di gruppi stranieri, che sono state viste come una perdita di

    capitale intellettuale per il paese.

    Il tema della sostenibilit appare in entrambi i casi: con commenti positivi

    legati ad accordi firmati, ad esempio, con il Ministero dellAmbiente, ma

    anche negativi quando si toccato il tema delle sostanze tossiche ancora

    utilizzate nella produzione dei capi.

  • 81

    Il sentiment trova parole specifiche per esprimersi (#idatisonofashion appunto...)

    Sostenibilit (accordo tra Gucci e il Ministero dellAmbiente)Creativit (cover limited edition per Galaxy S3)Seriet e Qualit (ricono-sciute anche allestero: Fausto Puglisi nuovo direttore creativo di Ungaro)

    Eleganza (delle collezioni)Fama (al via la MFW)

    Sostanze tossiche (sfida di Green-peace a 15 case di moda sulle sostanze tossiche nelle produzioni)Contraffazione (La GdF chiude due siti di prodotti contraffatti)Crisi (espressa anche nello stile delle sfilate con modelli a spalle larghe)

    Pregio (linea eco-luxury by Gucci)Valore (Collezione P/E di Stefania Belsito realizzata a mano da sarte italiane)Potenzialit (Armani ospita la sfilata di Stella Jean per dare spazio a giovani talenti)

    Acquisizioni (LVMH acquisisce ance Loro Piana)Condanne (i casi D&G e Marzotto)Finzione (le griffe preferiscono concorrenti cinesi e non si produce in Italia)Fatica (il lavoro manuale duro, i tirocinanti abbandonano)

    Come si traduceMade in Italy nelle parole sui social media?

    :-)

    :-(

  • 82

    Siate sostenibili

    Il tema della sostenibilit con riferimenti a progetti, iniziative, eventi di

    tipo sostenibile, che mirano ad avere un impatto sociale e favorire la

    qualit attraverso il contributo artigianale, stato osservato in circa il 7%

    del totale dei passaggi testuali considerati. Una percentuale decisamente

    rilevante che conferma limportanza crescente di questa tematica sui

    canali social che sono particolarmente attenti ai temi etici (in senso lato) e

    decisamente propensi a promuoverli e condividerli (o viceversa a condan-

    narne la mancanza o laspetto esclusivamente e palesemente commer-

    ciale).

    La nuova equazione economica infatti deve fare i conti con la trasparenza

    (attenzione un processo a due vie: i clienti sono gli ambasciatori del

    brand tanto quanto lo sono le persone che lavorano per quel brand)

    Sostenibilit

    La parola sostenibilit forse pi chiara se la pensiamo come un dialogo continuo con tutti coloro che sono influ-enzati o hanno interessi nelle attivit di unazienda. Non un punto di arrivo, un percorso.

    Marco Ricchetti, Sustainability Lab

  • 83

    La Sostenibilit evocata in ben il 7% di tutti gli snippet analizzati

  • 84

    La sostenibilit fa bene al pianeta (e anche alla brand reputation)

    I riferimenti al tema della sostenibilit sono maggiormente associati a

    discussioni in cui sono coinvolti brand appartenenti ai cluster Acquisiti e

    al cluster Fatturato.

    Il contributo del tema sostenibilit alla percezione positiva dei brand

    molto pi alto della media se confrontato con gli altri criteri presi in consid-

    erazione per la ricerca.

    Si arriva a un 69% di impatto positivo aggiuntivo per gli Acquisiti e a un

    +40% per il gruppo Fatturato. La sostenibilit si conferma tra i principali

    quesiti ai quali i brand della moda devono rivolgere la loro attenzione.

  • 85

    Quando una brand reputation si dice sostenibile

  • 86

    I riferimenti a temi tecnologici sono maggiormente associati a discussioni in

    cui sono coinvolti brand appartenenti ai cluster Quotabili e al cluster Fat-

    turato.

    Analizzando i contenuti dei passaggi testuali emergono 3 tipologie di legami

    tra tecnologia e il mondo della moda:

    a) New User Experience: nelle discussioni trovano eco nuove iniziative che

    puntano a migliorare lesperienza dei consumatori allinterno dei punti

    vendita avviate da vari brand, cos come lutilizzo dei canali digitali visti

    come nuovi punti di contatto tra i brand e/o designer e i consumatori finali.

    b) Technology Influencer: qui rientrano discussioni che fanno riferimento

    ad iniziative di alcuni brand che puntano a relazionarsi con quella sempre

    pi ampia ed influente tech-culture generation, cos come trovano eco

    nelle discussioni iniziative riguardanti ladozione di nuovi materiali ad alto

    contenuto tecnologico e con caratteristiche innovative o semplicemente i

    Tecnologia

    I nuovi artigiani sono tecnologici. I makers mescolano il saper fare con la tecnologia

    Stefano Micelli, Universit C Foscari

  • 87

    riferimenti allesplorazione di nuovi cromatismi derivanti dal

    mondo dellelettronica.

    c) Design di New Tech: in cui i temi nelle discussioni fanno

    riferimento ad iniziative dove il mondo della moda sta contribu-

    endo o si propone, in qualche modo, a migliorare la stessa

    tecnologia rendendola certamente pi ergonomica o sep-

    licemente cool e desiderabile.

    Le tecnologia cita Quotabili e Fatturato

  • 88

    Social network analysis fashion & technology

    Si nota la presenza importante di hashtag che fanno riferimento ad altre

    piattaforme social diverse da Twitter, la fa da padrone Instagram, con i

    suoi hashtag-mantra (#instacool, #instagood, #picoftheday, #instafash-

    ion), meno citato ma comunque tra i pi utilizzati Pinterest altro social

    dedicato alla pubblicazione e diffusione di foto e immagini.

    Ancora di rilievo hashtag quali #blog e #fashionblogger, a loro volta in

    relazione con il cluster precedente anche grazie al concetto ponte #outfit.

    Nota a parte per #chiaraferragni, una delle pi seguite fashion blogger,

    che merita un hashtag dedicato.

    #app, #iphone, #ecommerce sono altri termini centrali nella rete di con-

    tenuti a testimonianza della stretta correlazione del sistema moda con il

    mondo della tecnologia e delle piattaforme a supporto dei canali di vendita

    e promozione.

  • 89

    La rete di relazioni tra moda e tecnologia

  • 90

    Tecnologia e temi innovativi generano commenti positivi.

    Il tradizionale non di moda. Tecnologia e temi innovativi come

    Arte e Sostenibilit sono quelli che influenzano maggiormente il senti-

    ment positivo nei post analizzati. Contenuti tradizionali lo influenzano de-

    cisamente meno.

    Un esempio? Le Celebrit, che generano praticamente la stessa percen-

    tuale di commenti positivi e negativi.

    Il tessuto nel passato ma anche oggi ha una forte componente di storia dellarte

    Margherita Rosina, Museo del Tessuto Fondazione Ratti

  • 91

    Il sentiment attorno ai temi della moda.(percentuali di commenti positivi in verde, negativi in rosso)

  • 92

    Lanalisi delle discussioni sui social media offre ai brand nuove opportunit

    per comprendere con maggiore profondit ed immediatezza argomenti

    e punti di vista dei clienti. Il semplice ascolto o lanalisi ed interpretazione

    del mood verso uno specifico prodotto/servizio, una gamma di prodotti o

    servizi o un intero brand ha dimostrato la sua lefficacia, per vari settori di

    industria, nellampliare gli elementi a disposizione supportare decisioni a

    vari livelli aziendali.

    In aggiunta a questi strumenti di analisi, nellambito della ricerca, sono

    stati sperimentati innovativi metodi di analytics avanzati, ideati nei labora-

    tori di IBM Research, che puntano a fornire nuove interpretazioni delle

    discussioni ricavando ulteriori insight misurando luso del lessico

    usato in chiave psico-linguistica. Questi strumenti permettono di carat-

    terizzare specifici tratti e caratteristiche di natura psicologica, utilizzando

    come base il modello teorico Big 5 postulato da McCrae e Costa, tratti

    di natura socio-motivazionale basati sui lavori dello psicologo Shalom

    Schwartz, e tratti di tipo sociale, basati sui modelli studiati da Maslow,

    Omniprofilela personalit social dei brand

  • 93

    gerarchia delle necessit e modelli di Kevin Ford nellambito di modellazi-

    one dei lavori delle esigenze dei consumatori.

    Queste nuove possibilit permettono non solo di estendere la

    gamma interpretativa ed informativa offerta dai testi, ma mirano ad

    aiutare a comprendere aspetti motivazionali degli argomenti dis-

    cussi.

    La figura della pagina successiva fornisce una vista complessiva del

    risultato di analisi psico-linguistica dei tweet prodotti dai vari account dei

    brand considerati organizzati visivamente in accordo ai vari tratti, calcolati

    per ciascun brand. E interessante notare come emergano significative

    similitudini tra i cluster di analisi e segmentazione definiti dalla ricerca e

    la distrubuzione dei profili psico-linguistici dei tweet dei brand. Questo

    avviene sorprendentemente per tutti i raggruppamenti con un modesto

    numero di scostamenti.

  • 94

  • 95

  • 96

    Comparando specifici account possibile cogliere ulteriori curiosit e

    propsettive qualitative dei tipo di lessico usato nelle discussioni.

    Ad esempio, confrontando il lessio degli account @stefanogabbana e

    @dolcegabbana, corrispondente al confronto in termini quantomeno

    teorici al modo di esprimersi di un designer rispetto a quello del brand, in

    questo caso per il primo il tratto di personalit pi marcato risulta essere

    lestroversione e lamicalit, nel secondo lapertura mentale e un atteg-

    giamento coscienzioso. @stefanogabbana spinto da driver motivazi-

    onali e necessit quali lidealismo, leccitazione, la distanza. I driver che

    emergono dallanalisi di @dolcegabbana sono quelli dellarmonia e della

    curiosit.

  • 97

    @Stefanogabbana @dolcegabbana

  • 98

    E interessante anche notare le similitudini tra i tratti ottenuti dallanalisi di

    account dei designer che risultano essere tra loro pi simili rispetto agli

    account dei brand. Come il caso di @stefanogabbana verso @fauso-

    puglisi i quali condividono un buon numero di tratti, specie quelli legati alla

    personalit.

  • 99

    @Stefanogabbana @faustopuglisi

  • 100

    Intriganti elementi emergono nel confronto tra i tratti di celebrit rispetto

    a brand a cui le prime sono in qualche modo legate o in generale sono

    notoriamente in relazione. E il caso degli account di Haifa Wehbe e di

    Roberto Cavalli (@haifawehbe e @robertocavalli). In questo caso i tratti

    relativi alla pesonalit e ai bisogni e motivazioni sono differenti ma vi un

    significativo legame sui tratti relativi ai valori.

  • 101

    @haifawehbe @robertocavalli

  • 102

    APPENDICE:UNALTRA

    DIMENSIONEDEI DATI

  • 103

    APPENDICE:UNALTRA

    DIMENSIONEDEI DATI

  • 104

    I dati delle cose

    Esiste unaltra dimensione dei dati che, sullonda del fenomeno delle

    smart cities, pu essere considerato a tutti gli effetti sia una componente

    delluniverso fashion (dove vive la moda off-line se non nei quadrilateri dei

    centro-citt o negli shopping mall?) sia una componente del flusso social

    perch, nonostante venga generato da fattori esogeni, entra a far parte

    delle discussioni quando veicolato attraverso le piattaforme come, in questo

    caso, Twitter.

    Durante la #MFW 2013 abbiamo posizionato dei sensori di rumore presso

    la nostra postazione in via della Spiga e comunicato in tempo reale i dati

    e gli scostamenti via Twitter. Per dimostrare cosa? Che dati come quelli

    di affluenza, di traffico, di successo o meno di un evento possono

    essere dedotti in modo diverso rispetto allimpressione soggettiva e

    condivisi in modo social a beneficio dei player del settore, ma anche degli

    amministratori delle citt a vantaggio delle loro politiche di gestione degli

    spazi pubblici.

  • 105

    Che suono ha la moda? La misurazione in tempo reale di via della Spiga e la condivisione via Twitter

  • 106

    Questa ricerca stata progettata, sviluppata, realizzata dai team di IBM Italia, IBM Research & IBM Human Centric Solution Center in collaborazione con Modacult/Universit Cattolica del Sacro Cuore.

    I team di ricerca:IBM Italia: Piero Leo, Antonella Vaccina, Tiago Bueno, Alessandro ZoninIBM Research: Michelle Zhou, Liang Gou, Susan Crow, Fei Wang, Jeffrey Nichols IBM Human Centric Solution: Christel Amato, Anthony Herv, Frederic ChansonIl team Social di IBM Italia The CaveUniversit Cattolica del Sacro Cuore: Emanuela Mora, Ivana Pais, Marco Pedroni

    Progetto grafico interno IBM con la collaborazione di Ogilvy&Mathers.

    Fotografie: Morgana Stell, Grazia Aversano, Franco Cavalleri/IBM.

    Crediti & ringraziamenti

  • 107

    Si ringrazia per la disponibilit e la partecipazione durante la Set-timana della Moda: Alessandro Balossini, Raffaella Banchero, Enrica Banti, Lorenza Branzi, Veronica Benini, Eros Bernardi, Sara Bongiorni, Sabrina Bussolati, Patrizia Calvia, Chiara Campione, Paolo Canali, Francesca Carravieri, Luisa Casanova Stua, Maria Flora Cestelli, Simona Chiappa, Giovanna Ciotti, Fabrizio Cosi, Beppe Cova, Luca De Fino, Luisa Della Morte, Alberto DOttavi, Sergio Gaddi, Lara Emracora, Fed-erico Faravelli, Pino Farinotti, Francesca Fedrizzi, Bianca Ferrari, Cristina Forlani, Mimi Kung, Valeria Iannilli, Luca Leoni, Carla Lunghi, Maurizio Macagno, Marta Maineri, Luca Mascaro, Giovanna Mascheroni, Antonio Mecca, Stefano Micelli, Alessandro Mininno, Marta Monaco, Federico Monti, Francesco Morace, Nicoletta Morozzi, Beatrice Mosca, Alegra OHare, Antonio Pangallo, Francesca Parviero, Paola Pernigotti, Marco Pozzi, Umberto Prunotto, Charlie Rapino, Jolanda Restano, Marco Ric-chetti, Roberto Rizzoli, Margherita Rosina, Luciana Rota, Damiano Sag-gioro, Silvia Mazzucotelli Salice, Elisabetta Sancassani, Sara Sampietro, Cecilia Spanu, Marita Spera, Irina Torgovitzkaja, Silvia Uslenghi, Barbara Vegetti, Paolo Volont, Giovanna Zambelli, Gloria Zanatorello.

  • 108

  • 109

    Copyright IBM Corporation 2013

    November 2013All Rights Reserved

    IBM, the IBM logo and ibm.com are trademarks or registered trademarks of International Business Machines Corporation in the United States, other countries, or both. If these and other IBM trademarked terms are marked on their first occurrence in this information with a trademarksymbol ( or ), these symbols indicate U.S. registered or common law trademarks owned by IBM at the time this information was published. Such trademarks may also be registered or common law trademarks in other countries. A current list of IBM trademarks is available on the Web at Copyright and trademark information at ibm.com/legal/copytrade.shtml

    Other company, product and service names may be trademarks or service marks of others. References in this publication to IBM products and services do not imply that IBM intends to make them available in all countries in which IBM operates.

  • 110