GRAVINA LATERZA - Oasi LIPU Gravina di Laterza · The aim of this booklet on thè Gravina di...
Transcript of GRAVINA LATERZA - Oasi LIPU Gravina di Laterza · The aim of this booklet on thè Gravina di...
D JiM llldLlJGRAVINA5 LATERZA
BirdLifeI N T E R N A T I O N A L
Sistema per la Conservazione della Natura in Puglia
POR PUGLIA 2000-2006 Misura 1.6 Linea 3"Salvaguardia e valorizzazione dei beni naturali e ambientali"
P.I.S. 13 "Habitat rupestre"RECUPERO INFRASTRUTTURE FINALIZZATE ALLA FRUIZIONE
COMPATIBILE E ALLA CONOSCENZA DELLE AREE NATURALI PROTETTE
Comune di Laterzaw ww.conm ne.laterza.ta.it
Regione PugliaAssessorato a ll’Ecologia Ufficio Parchi
■Questo piccolo libretto dedicato alla gravina di I aterza, vuole essere una guida per i visitatori che ogni anno sempre più numerosi si presentano al centro visite della LIPU, qui a Laterza, per effettuare una escursione in gravina.La loro sete di conoscenza, le loro domande, le loro curiosità, le loro richieste, hanno spinto gli autori a progettare e realizzare questo breve opuscolo che vuole essere un “compagno di viaggio” durante questa visita alla gravina di Laterza. Questo opuscolo ha al suo interno una mappa dell’Oasi e dei sentieri che si possono percorrere, e contiene, compatibilmente con le sue piccole dimensioni, le informazioni naturalistiche essenziali per il visitatore medio, che voglia percorrere con attenzione e curiosità questi sentieri.La scelta della doppia lingua con cui è stato realizzato, nasce dall’esigenza di offrire un supporto al turista straniero che sempre in maggior numero, negli ultimi anni, ha incluso nelle sue mete pugliesi anche quella della gravina di Laterza.
Gli autori
The aim o f this booklet on thè Gravina di Laterza is to act as a guide for thè increasing number of visitors turning up at LIPU’s visitor centre here in Laterza wanting to get to know thè gravina itself. Your curiosity, your questions, your fascination and your re- quests have led thè authors to draw up this booklet to accompany you on your explora- tions around thè Gravina di Laterza nature reserve.Inside thè booklet, you will find a map of thè reserve and its trails, together with as much nature-related information as this little publication can hold, aimed at our typi- cal visitors - those who want to enjoy these trails, while at thè same time finding out enough about thè habitat to satisfy their curiosity.We chose to create a duai-language version to accommodate thè ever-increasing num- bers o f foreign visitors in Apulia who want to get to know thè Gravina di Laterza.
The authors
La Gravina di Laterza
La Gravina di Laterza, è il solco gravina- le più imponente e maestoso dell’Arco ionico delle Gravine, con dimensioni da canyon, in quanto il suo percorso tipicamente meandriforme sviluppa una lunghezza di oltre 12 km, con profondità che sfiorano i 200 metri e una larghezza media di 400.La Gravina di Laterza e le sue “gravine satelliti”, (gravina del Varco, Fosso del- l’Alloro, canale San pellegrino) insieme alle limitrofe aree boscate, alle campagne, alle aree di pseudosteppa poco distanti, comprende la quasi totalità degli ambienti e delle presenze botaniche e faunistiche dell’intera Zona a Protezione Speciale e Sito di Importanza Comunitaria denominata “Area delle Gravine”. E’ la
gravina dei meandri, circa una ventina, tutti di spettacolare bellezza; imponenti, si susseguono uno dietro l’altro, ciascuno diverso dal precedente per orientazione nello spazio, per morfologia, per la luce che diversamente li illumina, per i diversi colori che assume la roccia calcarea, per la rigogliosa vegetazione che li ricopre. Questa si arrampica dappertutto sulle pareti, sfruttando come ancoraggio le più piccole fessure poste tra gli strati sovrapposti di calcare, si insinua e penetra in quelle verticali aperte dall’erosione e dal tempo, le allarga, cresce all’interno di esse, anno dopo anno, sino a spaccare la roccia in blocchi che poi, un giorno senza preavviso, precipiteranno sul fondo.Si originano cosi' caratteristici pinnacoli,
The Gravina di Laterza is thè most majes- tic o f thè many gravina features running down to thè lonian coast: large enough to be called a canyon, it meanders some 12 km downstream, reaching depths of up to 200 metres, with an average width ofsom e 400 m.The Gravina di Laterza and its “satellite valleys” (Gravina del Varco, Fosso dell’Alloro, Canale San Pellegrino) to- gether with thè adjacent woodlands, farmland and pseudo-steppe include nearly all o f thè habitats, plants and animals found in thè Special Protection Area and Site o f Community Importance known as “Area delle Gravine”.This is thè great meandering gravina: there are about 20 in all, and each successive meander is both imposing and spectacularly beautiful, each one unique in terms of its direction, its shape, thè light which penetrates within it, thè dif- ferent colours of its limestone cliffs, and its luxuriant impenetrable vegetation. Indeed, thè vegetation climbs up thè clifffaces, grasping a foothold in thè tiny fissures between thè limestone strata, gradually creeping up and then pen- etrating into thè vertical cracks opened up by erosion, widening them, growing deeper inside year after year, until it fi- nally breaks offa whole block of thè cliff face, which one day out of thè blue sim- ply plunges into thè abyss below. That is thè origin of thè various pinnacles, won- drous rock towers, and weirdly-shaped vertical rock sculptures here.In springtime, thè vegetation clings like a glove to thè sinuous curves ofthe gravi
na, constituting thè dominant colour of thè landscape, from thè valley floor all thè way up to thè farmland on thè plateau above, in an almost infinite array of shades and hues: from thè darker, more compact green o f thè Holm Oaks (Quer- cus ilex), which rise up from thè valley floor to colonise thè scree at thè base o f thè crags, to thè brighter hues o f thè Orientai Hornbeam (Carpinus orientalis) which occupies thè moister, less sunny slopes, reaching deep into thè narrower stretches o f thè valley, to thè yellow- spotted lime-green blooms o fth e Tree Spurge (Euphorbia arborea), which takes over thè sunnier southern slopes o f thè canyon, to thè shiny greens ofthe spring leaves on thè leafy Macedonian Oak
suggestivi torrioni, sculture verticali dai profili e dalle forme allungate.In primavera, il verde ricopre, con l’aderenza di un guanto, le sinuose curve della gravina e domina la cromia del paesaggio, dal fondo, sino al piano di campagna, con una serie quasi infinita di sfumature: da quello più scuro e più compatto dei lecci, che dal fondo si inerpicano ricoprendo i coni detritici alla base delle pareti, a quello più chiaro e brillante del Carpino orientale (Carpinus orientalis) che occupa i versanti meno soleggiati e più umidi e si insinua nelle anse più strette, a quello punteggiato di giallo deN’Euforbia arborea (Euphorbia dendroides) in fiore, che conquista i versanti più assolati e meridionali del canyon, al verde delle lucenti foglie primaverili delle frondose chiome dei fragni che caratterizzano ampi tratti del bordo orientale della gravina.Il colpo d’occhio affacciandosi dal bor
do della gravina è quindi quello di uno spettacolare manto verde costituito da una lussureggiante vegetazione medi- terranea che, partendo dal fondo, alla base delle pareti rocciose, tenacemente e inesorabilmente, sembra aggredire e scavalcare le massicce bancate calcaree.
massWRicciardta
Rimboschimenti a Pino d'Aleppo Aleppo Pine reforestations
mass. Pollastro
Macchia mediterranea Mediterranean maquis scrub
Boschi a prevalenza di Leccio Woods dominateci by Holm Oak
, mass. Cappotti
mass. Campanèllo
SENTIERO N°2 GRAVINA - GROTTA CROCE
SENTIERO N°3 GRAVINA
Partenza start : centro visite Oasi -LIPU (340m) Arrivo arrivai : Lamia Forniello (210m) Hiffirnltà Hiffirnlh/ : T E
mass. Pupillo
Partenza start : centro v irne Oasi LIPU (340m) Arrivo arrivai : Grotta croce(295m) difficoltà difficulty : E distanza distance : 0,5 Km durata time : 30 min.
DI SOSTA with benches
SENTIEROaccess
DI FOOTING Jogging track
Un’escursione nel cuore della Terra
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Percorrere in diversi periodi dell’anno, dalla fine dell’inverno all’autunno inoltrato, il sentiero dell’Oasi LIPU, che inizia nei pressi dell’omonimo Centro Visite sito in Contrada Selva San Vito, e prosegue verso sud, lungo il bordo orientale della Gravina, per quasi tutta la sua lunghezza, significa fare un viaggio in uno dei più suggestivi ambiente del Mediterraneo.I tantissimi colori delle fioriture e i profumi intensi delle piante aromatiche che mutano col passare dei mesi, accompagnano il visitatore in ogni periodo dell’anno. Ma ad affascinare è soprattutto lo spettacolare e insolito paesaggio naturale verticale offerto dai profondi meandri e dall’ “aria selvaggia” che qui si respira.In effetti, già dopo aver percorso pochi minuti del sentiero in direzione sud, nessuna costruzione, abitazione, o manufatto umano è presente,e il paesaggio affascina per quel carat
t e r e “primordiale e selvaggio”, per la grandiosità, per le forme e per le dimensioni di una “struttura naturale” cosi' insolita.
OTTTPion into thè heart of thè Gravina territo
The trail which runs south from thè LIPU reserve’s Centro Visite (or visitor cen- tre) in Contrada Selva San Vito takes in nearly all o f thè eastern edge of thè Gravina, and takes you on a journey into one of thè most fascinating environ- ments in thè Mediterranean, at any time o f year, from thè end o f thè winter through to late autumn. The flowering plants with their huge range o f colours and thè aromatic plants with their heady scents will change from one month to another. But thè deepest impression comes from thè unique and spectacular naturai vertical landscape of thè canyon as it meanders downstream, and thè air ofw ilderness about thè place. Just a couple o f minutes down thè trail, all trace of human habitation is lost, and thè landscape takes on a wild primordial feel, whose shape and size help to make this an impressively grandiose and ex- traordinary naturai structure.
m m rn m m m r TL’inizio del sentiero è segnalato da una bacheca in legno che illustra il percorso e le caratteristiche salienti dell’ambiente naturale sita a pochi metri dal centro visite dell’Oasi LIPU.Dopo aver percorso appena un centinaio di metri, attraverso un percorso recentemente realizzato ed adatto anche ai disabili motori, si arriva al primo belvedere. Di solito è il verso di allarme, squillante e acuto, del piccolo e elusivo Usignolo di fiume (Cettia cetti) a darci il benvenuto, e spesso anche il volo di una coppia di Gheppi che nidifica in questa zona.Da qui in poi il tracciato si biforca nel sentiero n° 2 , che si addentra nella gravina e termina, dopo un breve tratto , nella vicina “Grotta Croce”, e nel sentiero n° 3 che prosegue invece, verso sud, per quasi tutta la lunghezza del solco gravinale. La primavera è appena iniziata, ma già sfiorisce il giallo vellutato dell7r/spseo- dopumila.
Sulla terra rossa battuta del sentiero, piccoli fiori viola e bianchi di un’iridacea, la Romulea bulbocodium, sembrano fare da battistrada.I fragni si preparano a germogliare e solo i fiori gialli della Cali- cotome spinosa e della
Coronilla valentina, interrompono il verde perenne dei Lentischi e dei Lecci. Siamo ad aprile, tra pochi giorni altri colori e altri fiori appariranno dappertutto nella macchia. Sono i cespugli fioriti di Cisto rosso (Cistus creticus), i candidi fiori del Cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis) o i fiori gialli della Ferula (Ferula communis) ad attirare sopratutto gli appariscenti e comunissimi coleotteri verde metalizzato della specie Cetonia aurata; i fiori bianchi del- l’Aglio selvatico (Al ìl i n i subhirsutum) sono dappertutto; i lentischi sempreverdi si arricchiscono del rosso porpora delle caratteristiche infiorescenze maschili; loro ospite è un grosso coleottero nero punteggiato di bianco, il Capnodis cariosa ;
The trails in thè reserve: trail no. 3
A wooden notice-board just outside thè LIPU visitor centre marks thè start o f thè trail - it has a map o f thè trail and intro- ducessom eofthecharacteristicfeatures of thè habitat.A hundred metres or so down thè trail, down a recently-created path designed for wheelchair users, is thè first lookout point. Here we will very often be wel- comed by thè acute strident tones o f thè elusive Cetti’s Warbler (Cettia cetti), as well as thè impressive flights o f a pair of Kestrels who have built their nest in thè area.From this point, thè trail divides into two parts - path no. 2 heads down into thè canyon and leads to thè nearby Grotta Croce (or Cave o f thè Cross), while path no. 3 heads southwards along thè edge of thè gravina, almost to thè end.Spring has only just begun, but thè vel- vety yellow flowers o f thè Dwarf Beard- ed Iris (Iris pseudopumila) have al ready begun to fade. On thè reddish soil along thè trail, small purple and white flowers from another member o f thè iris family, Romulea bulbocodium, seem to have been deliberately placed here to mark thè
trail. The Macedonian Oaks are about to break into bud and only thè yellow flowers of thè Spiny Broom (Calicotome spinosa) interruptthe perennial greens of thè Lentisks (Pistacia lentiscus) and Holm Oaks. We are now in Aprii, and in a few
. days’ time, new flowers will be filling thè maquis vegetation with new colours. The flowering bushes o f thè Pink Rock- rose (Cistus creticus), thè candid flowers o f thè Narrow-leaved Cistus (Cistus mon- speliensis) or thè yellow flowers of thè Giant Fennel (Ferula communis) attract- ing thè very common, metallic-green Rose Chafer beetle (Cetonia aurata); thè white flowers o f Hairy Garlic (Allium sub- hirsutum) are everywhere; thè evergreen Lentisks talee on a purple sheen as their characteristic clusters o f male flowers open up; they play host to a large black beetle with white spots, Capnodis cariosa; between thè path and thè cliff edge grow a myriad of small fragile flowers of thè endemie lonian Rockrose (Helianthe- mum jonium).Where thè dense Mediterranean maquis has given way to pasture, thè white can- delabra-shaped clusters o f thè Common
tra il sentiero e il bordo della gravina non è difficile notare dei piccoli ed esili f io ri gialli deN’endemico Helianthemum jo- nium.Li'dove la fitta macchia mediterranea è
stata sfrattata dal pascolo, le fioriture bianche a forma di candelabro dell’Asfo- delo mediterraneo (Asphodelus aestivus) dominano il paesaggio; più raro è invece l’Asfodelo giallo (Asphodeline lutea). Sorprendono sempre le ferule, che crescono in maniera straordinaria e in poche settimane superano i due-tre metri in altezza e fioriscono tinteggiando di verde e giallo i campi. Le talpe sono in piena attività e, approfittando del terreno reso morbido dalle piogge primaverili, scavano le loro gallerie e creano in superficie le caratteristiche collinette di terra fertile. Il Pellegrino (Falco peregrinus) e il Lanario (Falco biarmicusfeldeggii) dopo un inverno di corteggiamenti e di lotte per il controllo del territorio, hanno già messo su casa, e covano le loro uova in cavità poste su pareti imprendibili.
Da pochi anni sembrano poter coabitare in questo canyon,
cosi ricco delle loro prede. Volano invece sempre
in coppia i Corvi imperiali (Cor-
vus corax), e il loro rauco
e posse n t e
Falcobiarmicusfeldeggii
gracchiare riecheggia nella gravina precedendo sempre il loro apparire. Conoscono ogni cavità, ogni fessura della gravina, e sempre pronti ad approfittare di qualunque situazione porti loro vantaggio, possono essere ritenuti i “furbi signori” delle gravine. L’Alaterno (Rhamnus alaternus) già porta sui rami le piccole bacche rosse che alla fine della primavera diventeranno scure. E’ ormai il momento degli arrivi, dei ritorni dall’Africa; dopo quasi sei mesi di forzato esilio, il Grillaio (Falco naumannii) attraversa nuovamente la gravina da sud verso nord, sino alle prime case del centro storico, nidificando tra le tegole di vecchi tetti o in piccole cavità su vecchi muri; nelle anse riecheggia nuovamente il verso del Cuculo (Cu- culus canorus) e nelle zone più boscate ed ombrose si fa sentire l’Usignolo (Luscinia megarhyncos) appena arrivato; il Passero solitario (Monticola solitarius), stanziale in gravina, dopo un inverno trascorso in sordina, ha nuovamente il piumaggio blu intenso tipico del maschio, e il suo verso riecheggia dappertutto.
Arrivano i primi gruppetti di rondini, di balestrucci e di rondoni che volano
Asphodel (Asphodelus aestivus) dominate thè landscape; its yellow cousin, thè King’s Spear (Asphodeline lutea) is alto- gether rarer. The Ciant Fennel never ceases to surprise, growing to a height of two-three metres in a matter of weeks, its flowers covering thè farmland with splashes o f green and yellow. Moles are at thè height of their activity, and mak- ing thè most of thè soil now moistened by thè spring showers, dig their tunnels, leaving behind their typical molehills of fertile soil on thè surface. Two falcons, thè Peregrine (Falco peregrinus) and thè Lanner (Falco biarmicus feldeggii), after a winter o f courtship and disputes over territory, have already set up home, and are incubating their eggs in cavities on inaccessible crags. In thè last few years, they seem to have learnt to tolerate each other in this canyon which offers so much great prey.Ravens (Corvus corax), on thè other hand, tend to fly in pairs, and their rau- cous powerful cronks echo through thè Gravina ju st before they come into view. These “sly masters” o f thè Gravina ter- ritories know every cavity, every crack in thè Gravina, and are always ready to pounce on any situation that could bring them some advantage.The Mediterranean Buckthorn (Rham- nus alaternus) is already carrying thè little red berries which darken by thè end of thè spring. Now is thè time for sum- mer visitors to come back from Africa; after nearly six months o f forced exile, thè Lesser Kestrel (Falco naumannii) once again glides across thè Gravina from south to north, reaching thè old town
o f Laterza, where it builds its nest on old buiidings, eithertucked in between thè roof tiles or in small cavities in thè walls; thè valley resounds once again to thè well-known cali o f thè Cuckoo (Cu- culus canorus) while thè more densely- wooded and shadier areas echo to thè mellifluous song o f thè Nightingale (Luscinia megarhynchos) which has also ju st arrived; thè male Blue Rock Thrush (Monticola solitarius), which inhabits thè Gravina all year round, after a long silence which lasted all winter, now sports his new bright blue plumage, and his song can be heard thè whole of thè length o f thè trail. The first groups of Swallows (Flirundo rustica), House Martins (Delichon urbica) and Swifts (Apus apus) have also turned up, flying low inside thè Gravina, almost seeming to crash into thè rocks below, chasing each other and callingoutas ifto express their jo yat getting home again. There is also a small colony o f Pallid Swifts (Apus pallidus), which may well have bred here since time immemorial, and which every year return to thè same cave. The Four-lined Snake (Elaphe quatuor- lineata),
Falcoperegrinus
bassi, quasi a sfiorare le rocce della gravina, si inseguono e il loro canto sembra mostrare tutta l’eccitazione e la contentezza del riuscito ritorno. Anche una piccola colonia di Rondoni pallidi, forse da sempre, ritrova la stessa caverna in gravina dove nidificare. Il Cervone (Elaphe quatuorlineata), il Colubro leopardino (Elaphe situla) e la Vipera (Vipera aspis) sono ancora pigri e si muovono lentamente, quasi a fatica, tra la macchia; è il momento più favorevole per incontrarli lungo il sentiero per ammirarne la loro eleganza. Più difficile è invece sorprendere il Biacco (Coluberviridiflavus) sempre all’erta e pronto a scomparire nella macchia o tra i sassi. Sul fondo della gravina, pozze d’acqua temporanee contenute in vasche naturali di calcaree, ospitano una miriade di forme di vita. Larve di numerose specie di insetti sono il cibo fondamentale per le comunissime rane verdi, per gli Ululoni e i Tritoni, che concentrano in poche settimane le fasi fondamentali del loro ciclo vitale. La Biscia dal collare (Natrix natrix helvetica) e la Natrice tassellata (Natrix tessellata) sono freneticamente a caccia di anfibi tanto da non curasi della nostra presenza. Il Terebinto (Pistacia terebinthus), spoglio durante l’inverno, si riveste di foglie rosse, che spiccano nel verde primaverile e, solo più tardi vireranno in verde, uniformandosi alla cromia del paesaggio. E’ in transito I’ Albanella reale (Circus cyaneus) e il Falco di palude (Circus aeruginosus), che dopo i primi falchi grillai sono sempre quelli più precoci nell’arrivare. AH’improvviso, ricompare I’ avvoltoio Capovaccaio (Neophron percnopterus), dopo un inverno trascorso nelle savane africane tra il Mali e il Niger. Legato al territorio delle gravine, ogni anno ritorna tra Matera e Laterza con un paio di coppie, rappresentando ormai, oltre il 20% della popolazione nidificante in Italia. Sono ritornati anche i Nibbi bruni, mentre i Nibbi reali da alcuni anni hanno ricolonizzato stabilmente, con qualche coppia, alcune gravine, abbandonate del tutto una ventina di anni fa.Anche il Biancone (Circaetus gallicus), l’Aquila dei serpenti, sempre più raro nelle gravine, si fa notare per le sue grandi dimensioni e per i suoi ampi volteggi, fondamentali per individuare le prede. Ancora non si vedono i ramarri, con il loro smagliante verde smeraldo: aspettano le temperature più calde di maggio inoltrato. Le lucertole invece spuntano già da ogni buco della roccia al nostro passaggio.
thè Leopard Snake (Zamenis situla) and thè Viper (Vipera aspis) stili move lazily, as if it is all too much effort, deep in thè maquis; this is thè best time o f year to catch a glimpse oftheir elegance along one ofthe trails. It is altogether more difficult to surprise thè dark green European Whip Snake (Hierophis viridiflavus) always on thè alert and ready to disappear into thè scrub or thè rocks at thè first sign o f danger. At thè bottom ofthe gravina, temporary pools form in naturai limestone recesses, providing a home for myr- iad forms o f life. The larvae of many insect species are thè staple diet for thè widespread Edible Frog (Rana esculenta), for Salamanders and for Newts, which manage to fit thè key moments oftheir life cycle into just a few short weeks. The European Grass Snake (Natrix natrix helvetica) and thè Dice Snake (Natrix tessellata) are so focused on their desire to catch their amphibian prey, that they are blissfully unaware of our presence.The Terebinti! (Pistacia terebinthus) loses its leaves in winter, and now sports bright-red leaves, which stand out in thè green o fsp rin g-later,theseto o w ill turn green and blend in once again with thè surroundings. Just passing through are thè Hen Harrier (Circus cyaneus) and thè Marsh Harrier (Circus aeruginosus) - apart from thè first Lesser Kestrels, these are thè earliest raptors to arrive. All of a sudden, it is time to welcome back thè Egyptian Vulture (Neophron percnopterus), after spending thè winter in thè Africa savan- nahs o f Mali and Niger. This magnificent bird clearly feels a dose affinity to thè gravina habitat, returning each year to breed both here in Laterza and dose to Matera, these two pairs now constituting no less than 20% ofthe Italian breeding population.The Black Kite (Milvus migrans), too, is back from Africa, while its sedentary cousin, thè Red Kite (Milvus milvus) has recently colonised a few nearby gravinas, for thè first time in some twenty years.The snake-eating Short-toed Eagle, (Circaetusgallicus) is increasingly rare in thè gravinas; you may be lucky enough to witness its huge size and soaring flight, vital for helping it to identify its prey. There will be no sign yet ofthe Western Green Lizard (Lacerta biline- ata) with its smart emerald-green livery: he will be waiting for thè warmer days oflate May before emerging. Almost every step you take, though, will seem to attract thè Ital- ian Wall Lizard (Podarcis siculo) out o f its hiding places.
Seguendo le indicazioni per il sentiero n° 2, che partono nei pressi del 1° belvedere, dopo appena un centinaio di metri arriviamo in una grande caverna, con volta alta 9 metri circa, è la suggestiva Grotta Croce; guardandola infatti da una certa distanza e secondo un certo angolo, il suo ingresso appare a forma di croce greca. Originatasi per crolli della roccia, a seguito dell’infiltrazione delle acque meteoriche, ha su una parete segni evidenti della stratificazione del calcare e della torsione subita a causa delle spinte tettoniche, uno splendido esempio di piega geologica. É la casa di gheppi, di civette, di barbagianni, di rondoni pallidi che qui, come in tante altre cavernette poste sulle pareti della gravina, nidificano. La parete posta prima dell’ingresso della caverna sembra sia stata colorata di rosso, tanto è avanzato il processo di dissoluzione del calcare che porterà al suo prodotto finale: le terre rosse. Qui, e solo su queste pareti, è consentita da settembre a dicembre l’attività di arrampicata sportiva, con quasi venti vie di risalita.
* ' - ' o r ®
i p ' . f m * 24Barbagianni Barn Owl
m Tran no. 2 to Grotta Croce (Cave ot thè Cross
Follow thè signs to trail no. 2 (“Sentiero n° 2” in Italian) from thè first lookout point. No more than a hundred metres further on is a large cave with a ceiling about9 metres h ig h -th is isthefascinat- ing Grotta Croce (Cave o f thè Cross), so called because from a certain distance and at a certain angle, thè entrance to thè cave looks like a Greek cross. The cave was formed by collapsing rock, fol- lowing rainwater infiltration. One wall shows clear signs of limestone layers and thè torsion caused by tectonic move- ments, an excellent example of geologica! folding. This is a nesting place for Kestrels, Little Owls and Barn Owls, and for Pallid Swifts, which breed here and in many other smaller cavities on crags throughout thè gravina. As you walk into thè cavern, thè wall at thè entrance is a bright red colour, due to thè advanced process of dissolving limestone, which leads to thè end product - red soils. Here, and only on these particular crags, is rock-climbing allowed, from Septem- ber through to December, with almost twenty different routes to thè top.
Ceco di Kotschy kotchy’s Gecko
sentiero n 3Continuando ancora lungo i
Ritornando sui nostri passi, abbandonando il sentiero n°2, riprendiamo il sentiero n°3 che ci condurrà alla scoperta di tanti meandri. Attraversiamo presto un boschetto di Fragno (Quercustrojana); qui nelle poche radure, non invase dal Len- tisco, dallAlaterno, dal Carpino orientale , scorgiamo a metà aprile, bellissime orchidee, del genere Ophrys, del genere Orchis e le Serapidi. Sono ora le Ophrys bertolonii, ora le Anciccimptispyramidalis, le Serapias lingua, le Ophrys lutea, 0. parvima- culata etc. che spuntano nell’erba ancora bassa ma non per molto.Il Carpino orientale cresce qui basso sotto i fragni ed ha già tutte le foglie sui rami di colore verde intenso e brillante. E’ in fiore anche il Biancospino (Crataegus monogyna).Il vento, quasi sempre presente sul bordo della gravina, agita le delicate infiorescenze del Lino delle Fate (Stipa austroitalica), conferendo a questi preziosi transetti di pseudosteppa un fascino tutto particolare soprattutto con la luce radente dell’alba e del tramonto.Fiorisce ora anche il Giaggiolo meridio
nale (Iriscollina) nel fitto della macchia e il Lino di Tommasini (Linum tommasinii) nei versanti più soleggiati e aperti donando pennellate azzurre alla lussureggiante vegetazione. Sulle rocce ricoperte dai licheni crostosi di colore giallo, bianco, nero e rosa, fioriscono minuscole e frugali piantine, appartenenti alla famiglia delle crassulaceae, sono i minuscoli fiori gialli del Sedum spp che, solo a maggio,e per pochi giorni, trasformano i nudi e lisci tavolati calcarei, in aiuole fiorite. Il sentiero, in corrispondenza dei primi belvedere, è un giacimento fossilifero di età pleistocenica, e fossili di molluschi bivalvi del genere Ostrea e Pecten spuntano dal terreno. Qui nel belvedere protetto da una staccionata alla fine di maggio inebria l’aroma intenso del Timo (Thy- mus capitatus) in fiore; splendide farfalle macaoni e podaliri, relitti di una fauna tropicale, insieme a vespe e coleotteri prendono d’assalto i suoi fiori viola. Le fioriture della Campanula pugliese (Campanula versicolor), sfidando la forza di gravità, da giugno e sino all’autunno inoltrato, decorano di viola le bianche
At this point, walk back along trail no. 2 and rejoin trail no. 3, to discover several different meanders.You soon reach an oakwood of Macedoni- an Oak; here in spring, thè few clearings that have not been overrun by Lentisk, Mediterranean Buckthorn, and Orientai Hornbeam are alive with splendid or- chids from thè Ophrys, Orchis, and Serapias genera. They include Bertoloni’s Bee Or- chid (Ophrys bertolonii), thè Pyramidal Or- chid (Anacamptispyramidalis), thè Tongue Orchid (Serapias lingua), thè Yellow Bee Orchid (Ophrys lutea), and thè Small-pat- terned Orchid (Ophrys parvimaculata) etc. which will soon be engulfed by thè grass- es. Here beneath thè Macedonian Oaks, thè Orientai Hornbeam grows as a low shrub, its leaves already an intense shade ofbrightgreen.The Hawthorn (Crataegus monogyna) is also in full bloom.On thè edge o f thè gravina, thè breeze hardly ever stops, and thè delicate spike- lets o f a southern Italian flax, Stipa aus- troitalica, dance in thè wind, giving these precious remnants o f pseudo-steppe a unique charm, especially in thè fiat light
around dawn and dusk.This is also flowering time for thè rare Iris collina, in thè thick maquis vegetation and for another flax, Linum torn- masinii, on thè sunnier more open areas, applying bright blue brushstrokes to thè lush vegetation. Yellow, white, black and pink lichens encrust thè rocks, providing thè perfect habitat for some tiny frugai members o f thè Crassulacaeae family - for a few brief days in May, thè minus- cule flowers o f stonecrops (Sedum spp.) transform smooth bare limestone slabs into ornamentai raised flower beds. At thè first lookout point, thè trail crosses a fossil bed from thè Pleistocene Era, with fossils o f bivalve molluscs from thè Ostrea and Pecten genera (oysters and scallops) sticking out o f thè ground. Here at thè lookout point, at thè end of May, pro- tected by a fence, you will come across thè intense bouquet of flowering Thyme (Thymus capitatus); splendid swallowtail butterflies (Papilio machaon and Iphiclides podalirius), survivors from a more tropical epoch, join wasps and beetles in an as- saulton its purpleflowers.The bloom sof
\ampanula Versicolor
pareti rocciose. Fiorisce un pò dappertutto il Raponzo-10 meridionale (Asyneuma limonifolium). Contrasta con il colore della terra rossa il fiore blu intenso di un cardo a distribuzione orientale, è il Cardopatum corimbosum. Più difficile incontrare, perchè rara e localizzata in pochi siti, è la bella pianta del Dittamo {Dictamnus albus) dalle sgargianti fioriture e dall’intenso e caratteristico aroma. Riprendendo il sentiero n. 3 in direzione sud, ben presto arriviamo sul punto più alto del nostro itinerario; da qui è facile scorgere verso sud-ovest, se l’aria è tersa,11 massiccio del Pollino e il mar Ionio verso sud. La gravina qui appare in tutto il suo splendore e in tutta la sua grandiosità. Nessuna abitazione a vista, nessuna strada, nessun rumore, nessuna traccia di intervento umano. Un ambiente selvaggio e praticamente intatto. Questa è la zona delle caverne e della “grotta del pastore”; qui le volte dei ripari sottoroccia e delle cavernette sono ricche di fossili, prevalentemente Pecten jacobeus, e altri molluschi del genere Ostrea.Continuando sul sentiero n° 3 ben presto si arriva a ridosso delle pareti rocciose più profonde. Qui prevale su tutto, il colore rosso sulle pareti esposte ad ovest dovuto a fenomeni erosivi ancora in atto, e il silenzio.La profondità delle pareti raggiunge i duecento metri ed il silenzio è interrotto talvolta dal verso rauco e potente del Corvo imperiale o dal fischio acuto e lamentoso della Poiana (Buteobuteo) e del Nibbio bruno (Milvusmigrans) che qui, facilmente, trovano le correnti ascensionali di aria calda su cui volteggiano senza fatica. Se si è molto fortunati, dopo il tramonto o poco prima dell’alba è possibile ascoltare l’impressionante verso del “signore della notte” , il Gufo reale (Bubo bubo) che riecheggia di parete in parete.Il sentiero continua seguendo il ciglio della gravina, superando numerose caverne e piccole cavità, siti di nidificazione di rapaci, monachelle, passeri solitari, civette, gufi, barbagianni e corvi imperiali.Sulle pareti si arrampicano e vivono in equilibrio, lecci, terebinti e ginepri; la Monachella (Oenanthe hispanica), è allarmata dalla nostra presenza e, volando radente alle
thè Autumn Bellflower (Campanula versicolor) defy grav- ity, from June through to late autumn, to decorate thè pale crags with their shades of violet. The Statice-Leaf Harebell (Asyneuma limonifolium) can bloom almost any- where. The intense blue flowers o f thè rare Cardopatum corymbosum, a thistle with an eastern distribution, stand out against thè red soil. Even more difficult to find, be- ing located at just a few sites, is thè pretty Dittany or Burning Bush (Dictamnus albus) with its bright flowers and intense unique bouquet. Start walking south down trail no. 3, and you will soon get to thè highest point on thè walk; on a clear day, look to thè south-west and you should easily be able to see thè Pollino massif and thè lo- nian Sea to thè south. Here thè gravina appears in all its splendour and all its grandeur. No buildings in sight, no roads, no sounds, no sign o f human intervention. A wild and practically untouched landscape. This is thè area of thè caverns and thè “shepherd’s cave”; thè ceilings of thè recesses in thè rock and thè caverns are covered in fossils, mainly thè scallop, Pecten jacobaeus, as well as other molluscs from thè Ostrea genus.Continuing down trail no. 3, you soon reach thè deepest rock faces. The strongest sensations here come from thè silence and from thè view of thè crags exposed to thè west, their reddish colour arising from an ongoing erosion process. The c liff face here reaches a height of two hundred metres, and thè silence is broken only oc- casionally, by thè powerful raucous cronk of thè Raven and thè shrill mournful whistles o f thè Buzzard (Buteo buteo) or o f thè Black Kite who seek out this area for thè updraughts on which they so effortlessly soar. If you are very lucky indeed, after dusk or just before dawn, you may just hear thè astonishing cali of thè “lord o f thè night”, thè Eagle Owl (Bubo bubo) echoing between thè cliffs.The trail continues along thè edge of thè gravina, pass- ing numbers o f caverns and small cavities, nesting sites for raptors, for Black-eared Wheatears (Oenanthe his- panica), for Blue Rock Thrushes and Ravens, as well as for Little, Long-eared and Barn Owls.
pareti rocciose, emette il suo inconfondibile verso, un chicli ripetuto. Siamo in località “Lamia Scaravace”, qui sul bordo orientale della gravina domina un esteso rimboschimento a Pino d’Aleppo con un fitto sottobosco di macchia mediterranea che lentamente sta riconquistando il territorio.I Colombacci (Columba palumbus) hanno recentemente ricolonizzato la pineta e questo tratto più meridionale di gravina. Volpi, Istrici, Faine e Cinghiali, approfittando del fitto sottobosco si spostano anche di giorno e attraverso questo corridoio naturale raggiungono le limitrofe gravine poste ad oriente: la gravina del Varco, e poi la gravina di Cocuglia, la gravina di Giacoia, la gravina della Vernata e la gravina di Montecamplo.Dopo le piogge di fine agosto fiorisce dappertutto lo Zafferano giallo (Stember- gia lutea) che dipinge con pennellate di giallo oro l’orlo della gravina, la profuma
ta Santoreggia (Satureja montana) spicca con i suoi fiori bianchi tra le rocce, la Spi- ranthes spiralis; nel sottobosco spicca il viola dei ciclamini (Cyclamen hederifolium) e le bacche del pungitopo (Ruscus aculea- tus).I meandri più stretti e spettacolari caratterizzano il tratto meridionale del canyon e offrono paesaggi rupicoli di particolare fascino; la profondità della gravina inizia a diminuire, anche la sua larghezza si riduce. Il sentiero non più ricoperto dalla terra rossa, è ormai solo roccia calcarea affiorante e numerose micro forme di erosione carsica superficiale caratterizzano questo tratto di sentiero. Qui l’erosione fluviale ha lasciato tracce evidenti. Siamo in località Lamia Forniello, un casolare del ’700, sito praticamente sul ciglio orientale di questo tratto di gravina, utilizzato soprattutto come strategico rifugio da pastori, è stato recentemente ristrutturato e costituisce il punto d’arrivo del sentiero n° 3.La gravina continua a degradare verso la piana ionica, proseguendo ancora per un paio di ch ilom etri.Dove terminano le pareti rocciose ad argine del torrente e vengono sostituite da terrapieni argillosi, appare netta la transizione da Gravina in Lama.E qui che la falda superficiale diviene quasi affiorante dando origine a piccole sorgenti di acqua dolce che creano microhabitat umidi di particolare interesse naturalistico.La Lama della Gravina di Laterza si unirà poco dopo con quella della Gravina di Ca- stellaneta, dando origine al fiume Lato, che sfocerà dopo una decina di chilometri nel mar Ionio.
The crags provide a perfect habitat for a balanced community o f Holm Oaks, Terebinth andjuniper; you may well hear a repeated “kick” alarm cali from thè Black-eared Wheatear as it flies away from you along thè cliff-face. You have now reached thè area known as “Lamia Scaravace”; here, on thè eastern edge of thè gravina, is a large plantation of Aleppo Pine with a thick undergrowth of Mediterranean scrub which is slowly tak- ing over thè wood.The Wood Pigeon (Columba palumbus) has recently re-colonised thè pinewood and thè southernmost end o f thè gravina. The Fox, thè Porcupine, thè Beech Mar- ten and thè Wild Boar enjoy thè cover provided by thè wood, and even during thè day use this naturai corridoi- to get to other gravinas further to thè east: Gravina del Varco, Gravina di Cocuglia, Gravina di Giacoia, Gravina della Vernata and Gravina di Montecamplo.The rains of late August soon bring out thè ubiquitous Autumn Daffodil (Stern- bergia lutea) daubing thè edge of thè gravina with spots o f golden yellow, thè white flowers o f thè sweet-smelling Winter Savory (Satureja montana) stand out against thè rock, and you may notice thè tiny late orchid Autumn Lady’s Tress- es (Spiranthesspiralis); thè undergrowth is dotted with thè pinky-purple Ivy-leaved Cyclamen (Cyclamen hederifolium) and thè berries o f thè Butcher’s Broom (Ruscus aculeatus).The southern end of thè canyon features narrower spectacular stretches, a rocky landscape of special charm; thè gravina starts to become shallower and less wide. The trail is no longer covered in red soil, having reached thè rock, which shows numerous signs of thè ongoing
karstic micro-erosion. Here there are also clear traces o f river erosion. This area is known as Lamia Forniello, with an eighteenth century building, which seems to almost teeter on thè eastern edge o fth e gravina. Historically, it was mainly used as a strategie refuge by shepherds, and was recently refurbished to mark thè end o f trail no. 3.The gravina continues to slope down an- other couple o f kilometres until it reach- es thè lonian plain.Where thè rockfaces on thè sides o f thè valley come to an end and are replaced by clay embankments, thè transition from gravina to thè lama formation is clear. Here thè underground aquifer almost reaches thè surface, giving rise to small freshwater springs which create wetland micro-habitats o f huge interest for thè naturalist.The Lama della Gravina di Laterza then joins up with thè similar stream from thè Gravina di Castellaneta, giving rise to thè Lato river, which then flows a dozen kilometres or so into thè lonian Sea.
La città di Laterza
L’abitato della cittadina sorge sul ciglio della gravina e si trova ad una quota di 340mt s.l.m. Il nucleo urbano originario si è formato, probabilmente, su preesistenti resti di ci-
o
viltà rupestri come testimoniano i santuari, le numerose abitazioni e le grotte esistenti nel centro storico e nelle sue vicinanze.
Il territorio era già abitato nell’età eneolitica; numerosi scavi condotti in zona hanno portato alla luce quella che è stata definita “la civiltà eneolitica di Laterza” per la quale si può ipotizzare una derivazione da varie regioni dell’Egeo. I primi segni di cultura sono attribuiti ai Peuceti, popolo dedito alla produzione di ceramica a decorazione geometrica, che continuò fino al periodo Apulo. Molti, inoltre, i reperti della Magna Grecia e dell’età Romana oggi custoditi nei Musei Archeologici di Taranto e Matera.
IL PALAZZO MARCHESALEE’ da far risalire probabilmente al 1393 la costruzione del Palazzo Marchesale, data leggibile su una iscrizione dei capitelli del portale di ingresso. Del vecchio castello tarantino è ancora visibile un tratto dell’antico fossato e delle mura merlate, unico e raro esempio superstite nella zona, a testimonianza della cinta muraria e del ponte levatoio che proteggevano a nord l’antico “Castrum de Tertia” e i suoi abitanti.
LA FONTANA MEDIOEVALEFu il Marchese d’Azzia, che nel 1544 ebbe cura di sistemare la conduttura dell’acqua e costruì'il tuttora esistente fabbricato della Fontana Medievale. Undici fori di emissione, coperti da mascheroni in bronzo, perennemente forniscono acqua, che si versa nell’abbeveratoio pergli animali, passa poi in un piccolo bacino, detto lavatoio, e di li'si scarica nel fondo della gravina attraverso un lungo canale chiamato “Il Corrente”.
The citv o
The settlement was founded right on thè edge ofthe canyon at an altitude of 340 metres above sea level. The originai buildings were probably constructed above remains o f cave-dwelling civilisa- tions, as witnessed by sanctuaries, thè numerous dwellings and caves in thè old town centre and thè surroundings. The territory was inhabited even as far back as thè Eneolithic Age; a number o f exca- vations have brought to light what has been called “Laterza’s Eneolithic civilisa- tion” which is thought to have derived from various parts o f thè Aegean. The first signs o f culture are attributed to thè Peucetians, a tribe with a penchant for making ceramics with geometrie designs, which went on until thè later Apulian period. There are also several relics from Magna Craecia and Roman times, now found in thè Archaeological Museums in Matera and Taranto.
PALAZZO MARCHESALE The construction o f Palazzo Marchesale probably dates back to 1393, thè date on an inscription on a capitai at thè main gate. A stretch o fth e ancient moat and crenellated walls surrounding thè old
« i ' - r
LA CANTINA SPAGNOLAUna grotta completamente decorata, singolare per la presenza di affreschi sacri e pro
fani, ricchi di particolari dei vestiti e delle acconciature che donne, 0 ^ gentiluomini, sacerdoti e soldati usavano nel 600.
Luogo di incontro per gli abitanti maschi di Laterza, forse per arruolarsi, per poter cosi' cambiare vita e passare da
una grama esistenza ad un’altra con soldi, compagnie gaie e spensierate.
LA MAIOLICA LAERTINA Fin dalle epoche più remote Laterza è stata un originale
centro di attività ceramica come è testimoniato dai numerosi reperti rinvenuti appartenenenti all’età della Magna Grecia, a quella Romana e a quella del Medio Evo.E’ proprio dall’età del Medio Evo in poi che si sviluppa l’attività figulina con la produzione della ceramica invetriata e della ormai famosa maiolica, che si differenzia dalle produzioni ceramiche più antiche per il bianco rivestimento stannifero ricoperto da una vernice lucida.Il pieno sviluppo dell’arte ceramica locale si verifica intorno al 1600-1700. Nel centro storico è possibile visita
re i laboratori dei ceramisti locali, dove è possibile acquistare souvenir in maiolica di pregevole fattura.
I!Tarantine castle is stili visible, a reminder o f thè city walls and drawbridge that used to protect thè northern side ofthe ancient “Castrum de Tertia” (as Laterza was once known) and its inhabitants.
THE MEDIEVAL FOUNTAINIt was thè Marquis o f Azzia who in 1544 improved thè aqueduct and built thè Medieval Fountain, which survives to this day.Eleven spouts, each decorated with a bronze mask, provide water on a permanent basis - it pours into thè animals’ troughs, then flows into a small basin known as a lavatoio, and then runs away to thè bottoni ofthe Gravina down achannel known as “Il Corrente” (The Current).
THESPANISH CELLARA lavishly decorated cave, outstanding in that it has botli sacred and profane frescoes, depicting in great detail thè clothing and hairstyles o f 17th century ladies, gentlemen, priests and soldiers. This was a meeting place for thè male inhabitants o f Laterza, perhaps to enrol in thè armed forces, which provided an op- portunity to swap a humdrum locai existence for one o f great riches and thè finest company.
LATERZA’S MAIOLICA LAERTINA CERAMICS Ever since its earliest history, Laterza has been a centre o f ceramic production, as shown by thè numerous relics found from thè Magna Craecia,Roman and medieval periods.And it was Medieval times that saw thè devel- opment o f figuline art, with thè production of glazed pottery and thè now famous maiolica, a novel forni of pottery featuring shiny tin- glazed earthenware.The golden age o f locai ceramic art carne in thè 17th and 18th centuries. In thè old town, visit thè ateliers o f locai ceramicists, where you can purchase beautifully-crafted maiolica souvenirs.
L’Oasi LIPU Gravina di Laterza
Dalla comune volontà di un gruppo di ambientalisti della LIPU, di alcuni amministratori del Comune di Laterza e della Provincia di Taranto, nel giugno del 1999 nasce l’Oasi LIPU Gravina di Laterza.Per la prima volta nel territorio delle gravine, è siglato un accordo tra Enti locali ed un associazione ambientalista impegnata nel settore delle conservazione della natura per meglio preservare e tutelare10 straordinario patrimonio di biodiversità presente nell’Oasi di protezione Gravina di Laterza e Gravina del Varco estesa per circa 800 ettari. L’intento è quello di gestire questo peculiare ambiente, con un’ottica moderna, coniugando protezione, conservazione e salvaguardia del bene naturale con le attività di educazione ambientale, di valorizzazione e promozione del territorio ..A quasi dieci anni dalla sigla di quell’accordo, l’Oasi LIPU Gravina di Laterza ha raggiunto diversi obbiettivi e ha visto realizzare importanti progetti che pongono l’Oasi in una situazione di estremo interesse nell’ambito del neo Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine”. L’Oasi LIPU Gravina di Laterza è dotata di un Centro Visite, dispone di una sala didattica e multimediale, di una mostra fotografica permanente sulla flora e la fauna della gravina, di un diorama e di un annessa ecoludoteca, struttura in legno, dotata di pannelli fotovoltaici e di giochi ecologici per i più piccoli, un orto botanico con circa 70 specie vegetali tipiche dell’area delle gravine.11 primo tratto del sentiero che dal Centro Visite accompagna i turisti al primo
belvedere dell’Oasi, opportunamente realizzato,consente a tutti, anche ai disabili motori, di ammirare uno dei più suggestivi canyon che caratterizzano l’Arco jonico delle gravine.Negli ultimi anni numerosi studi, ricerche botaniche e faunistiche, condotte sia dallo staff dell’Oasi che da zoologi, ornitologi, ricercatori e studenti di alcune Università italiane, hanno permesso di approfondire le conoscenze relative al patrimonio naturalistico presente. Inoltre, l’attuazione di progetti di conservazione, quali quelli dedicati al Capovaccaio e al Grillaio hanno permesso di ottenere importanti risultati di interesse scientifico e conservazionistico.
rt«kWihfa nature reserve
A jo int effort on thè part o f a group of LIPU environmentalists, and adminis- trators from thè Laterza Municipal and Taranto Provincia! Administrations led to thè creation in June 1999 of LIPU’s Gravina di Laterza reserve.This was thè first agreement signed be- tween loca! institutions and a nature conservation organisation to preserve and manage a site o f such outstanding biodiversity as thè Gravina di Laterza and Gravina del Varco nature reserve, cover- ing an area o f around 800 hectares. The aim is to manage this unique environ- ment in a modern way, combining pro- tection and conservation o fth is naturai treasure with environmental education,
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promotion and development o f thè ter- ritory.Nearly ten years have passed since that agreement was signed. LIPU’s Gravina di Laterza nature reserve has achieved severa! objectives and has carried out several projects, which makethe reserve one o f thè leading lights in thè recently- instituted “Terra delle Gravine” Regional Nature Park.LIPU’s Gravina di Laterza nature reserve has a Visitor Centre, a multimedia class- room, a permanent photographic exhibi- tion on thè fauna and flora o fthe gravina, a diorama and a wooden annex which serves as an eco-playhouse, complete with photovoltaic panels and ecological games for thè younger visitor, and finally a botanic garden holding around 70 typi- cal plants from thè gravina area.The first stretch o fth e trail leading visitors down to thè first lookout point in thè reserve was created to enable anyone, even those confined to a wheelchair, to admire and enjoy one o f thè most outstanding o f thè lonian canyons.In recent years, numerous studies, botanica! and animai research projects, carried out both by thè reserve staff and by zoologists, ornithologists, research- ers and students from several Italian universities, have enabled us to gain a deeper understanding ofthe naturai her- itage here.Also, conservation projects such as those for thè Egyptian Vulture and thè Lesser Kestrel have achieved important results from a scientific and conservation per- spective.
Copyright © 2009 OASI LIPU GRAVINA di LATERZA.Tutti i d iritti sono riservati.Il contenuto di questa pubblicazione, immagini e testi, è di proprietà degli autori.Nessuna parte può essere utilizzata, in alcun modo e su qualsiasi mezzo, senza l’autorizzazione scritta degli autori.
fotoV. Giacoia : foto di copertina, 4, 5, 7, 8 ,11,14,15, 25, 33, 34, 35, 36, 37,42,43, 54. F. Bellini: 3, 1 0 ,1 3 ,2 2 ,2 4 ,2 6 ,3 0 ,3 8 ,4 7 ,4 9 , 52.N.CiIlo: 1,6, 9 ,12 ,16 ,17 (ili.), 18 (ili.), 20, 27, 28, 29, 30, 32, 50.M. Mendi: 19, 21, 23, 39, 48,53.D. Catucci: 4 0 ,4 1 ,4 4 ,4 5 ,4 6 .M. Marra: 51.