GiornaleLucano.it - 2011-11-08 - N°12

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i n t u t t e l e c a s s e t t e p o s t a l i d i P O T E N Z A 26.500 GRATIS COPIE edizione POTENZA città quattordicinale Anno VI • n. 12 dall’8 al 21 novembre 2011 Armiamoci e “tagliate” a pagina 9 alle pagine 2, 3 e 4 alle pagine 5, 6 e 7 a pagina 13 alle pagine 10 e 11 FENICE STORY I primi sei anni dell’inceneritore È successo a Potenza Un’altra discarica abusiva a Bucaletto Carovana lucana a Buenos Aires: 10 persone. Chi paga? Noi, ovviamente ratis Santarsiero ne incoraggiò la realiz- zazione da funzionario della Regio- ne (e la combattè come presidente della Provincia); le battaglie al Tar; lo scandalo dei rifiuti sa- nitari e altre storie... La Regione Basilicata vuole abolire i vitalizi dei consiglieri. Ma con comodo, dalle prossime elezioni...

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26.500GRATIS

COPIEedizione POTENZA cittàquattordicinale • Anno VI • n. 12dall’8 al 21 novembre 2011

Armiamocie “tagliate”

a pagina 9

alle pagine 2, 3 e 4

alle pagine 5, 6 e 7

a pagina 13

alle pagine 10 e 11

FENICE STORYI primi sei annidell’inceneritore

È successo a Potenza

Un’altra discarica abusivaa Bucaletto

Carovana lucana a Buenos Aires: 10 persone. Chi paga? Noi, ovviamente

ratis

RICEVIMENTI e RISTORANTE

Santarsiero ne incoraggiò la realiz-zazione da funzionario della Regio-ne (e la combattè come presidente

della Provincia); le battaglie al Tar; lo scandalo dei rifiuti sa-nitari e altre storie...

La Regione Basilicata vuoleabolire i vitalizi dei consiglieri.

Ma con comodo,dalle prossime elezioni...

dall’8 al 21 novembre [email protected]

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l’inchiesta

Fenice Story: i primi sei anniUn periodo fondamentale nel rapporto fra il termodistruttore di Melfi e le istituzioni locali

Edf: in Basilicata inquina, in Sicilia controlla

“Il progetto della piatta-forma prevista a Melfi è fina-lizzato alla termodistruzione dei rifiuti prodotti dallo stabi-limento Sata di Melfi (produ-zione auto) e in altri stabili-menti del gruppo Fiat ubicati nel Meridione”.

“Il termodistruttore La Fe-nice di Melfi non deve bruciare rifiuti provenienti da fuori re-gione”.

La prima fase è di Vito San-tarsiero. La seconda pure.

La prima fu pubblicata quando era uno dei funziona-ri dell’ufficio Ambiente della Regione Basilicata, nel 1995, ed era contenuta in un articolo pubblicato dalla rivista “Inge-gnere lucano”.

La seconda in un comuni-cato stampa del 2001, quan-do Santarsiero – attualmente sindaco di Potenza al secondo mandato – era presidente della Provincia.

In questo periodo si concen-trano gli anni fondamentali della storia della Fenice, l’im-pianto della società francese Edf al centro dell’inchiesta giu-diziaria della procura di Poten-za e gli arresti dell’ex direttore Vincenzo Sigillito e dell’attuale dirigente Bruno Bove.

In quei sei anni Santarsie-ro cambia parere, il termodi-struttore prende forma e si consumano le prime battaglie ecologiste, culminate (esat-tamente dieci anni fa) in un esito assolutamente similare a quello attuale: la Provincia che ferma l’attività della struttura (in quel caso, l’aveva fortemen-te limitata), la società che fa ricorso alla giustizia ammini-strativa. E vince.

RICEVIMENTI e RISTORANTE

I muscol(ett)i della RegioneLa storia dei primi anni del-

la Fenice è fatta essenzialmen-te di carte. Di provvedimenti,

controprovvedimenti e impu-gnazione dei controprovvedi-menti. Da una parte gli enti lo-cali, dall’altra la Fiat che aveva voluto l’impianto.

All’inizio il braccio di fer-ro fu tra una giunta regionale non molto ferrata in materia e la Fiat. L’esecutivo uscente – era già stato eletto il nuovo consiglio regionale – nel mag-gio ‘95 approvò in extremis

con la legge numero 59 il pro-getto della Fenice. Ma, conte-stualmente, dettò un preciso limite: nei forni dell’impianto

non potranno entrare scarti extraregionali.

La Fiat ricorse subito al Tar. Vinse. E vinse anche nel ri-corso presentato al Consiglio di Stato dalla Regione. Con la sentenza del massimo organo della giustizia amministrativa, la questione sembrava con-clusa. La Fiat, rispettando le prescrizioni del Via – il decre-to ministeriale di Valutazione

d’impatto ambientale – aveva avuto il permesso di bruciare rifiuti di qualsiasi provenien-za.

Il colpo (a vuoto) di Willer Bordon

In realtà era finito solo il primo atto. Il seconco comin-cia con un’esternazione a sor-presa, nel febbraio del 2001, del ministro dell’Ambiente Willer Bordon. Anticipan-do un dossier sulle fabbriche nemiche della natura, l’espo-nente di governo classifica gli stabilimenti della Fiat di San Nicola di Melfi al primo posto (cioè, come quelli dagli effetti più nefasti per l’ambiente) e minaccia: o l’azienda si mette in regola entro 15 giorni o la chiudo. Principale imputata, la Fenice. Le parole del mini-stro non lasciano indifferenti i vertici della Fiat, le autorità lucane e, ovviamente, le oltre seimila famiglie che traggono sostentamento dai salari della Sata.

Approfondendo le accuse ri-volte alla Fenice, però, si scopre non solo che sono quasi tutte infondate ma che, addirittura,

era stato lo stesso ministero a imporre tempo prima atti che adesso contesta. E’ il caso del controllo ambientale: in fase di progettazione, nel ‘93, il gover-no aveva ordinato alla Fiat di provvedere al costante moni-toraggio ambientale, metten-do i dati a disposizione delle istituzioni. Suona paradossale, dunque, l’affermazione di Bor-don quando dice: “La Fiat con-trolla se stessa: una situazione assurda da eliminare immedia-temente”.

All’epoca, non risultò alcu-na emergenza parlando con gli ufficiali del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, con i funzionari della Regione, con i dirigenti della Provincia, con i vertici della polizia provin-ciale (competente a effettuare controlli nel termodistruttore) e con altre fonti qualificate. Tutte informazioni desunte dalla lettura dei giornali locali dell’epoca.

Alla Fiat potevano essere al limite contestate irregolarità amministrative, ma nessun reato ambientale. Un allarme inesistente, insomma.

Lo studio (dimenticato) di tre scienziati

Quanto meno, in quel 2001. E, quanto meno, per quel che riguardava le accuse del mini-stro e i parametri considerati dal Via. Ma nel passato dell’in-ceneritore esistono zone oscu-re. Dubbi mai chiariti del tutto.

Una serie di timori erano stati avanzati in una puntiglio-sa ricerca effettuata nel 1998 da esperti di ambiente per conto di Luigi Lomio, sindaco di Lavello, paese che dista in

La vicenda Fenice – e in particolare l’Edf, azienda francese che gestisce il termodi-struttore di San Nicola di Melfi oggetto di inchiesta e arresti – viene analizzata anche dal sito internet di approfondomenti Linkiesta.

Da un punto di vista originale: Edf che, in Basilicata, ammette di aver prodotto in-quinamento ed è sotto indagine, in Sicilia si occupa del monitoraggio ambientale sui lavori per realizzare il Ponte di Messina, per 29 milioni di euro.

Un paradosso che viene sviscerato nel dettaglio dal sito internet rintracciabile all’indirizzo www.linkiesta.it. Il nome è un’arguta sintesi fra “link”, il nome che indica i collegamenti fra siti on line, e “inchiesta”, lo specifico dell’attività giornalistica.

Vito Santarsiero, oggi sindaco di Potenza, ex Presidente della Provincia e funzio-nario della Regione Basilicata

[email protected] • 0971 46 94 66

dall’8 al 21 novembre 2011 3

linea d’aria meno di tre chilo-metri dalla Fenice.

Lo studio dei docenti uni-versitari Virginio Bettini e Paolo Robitto e del biologo Francesco Francisci fu pubbli-cato il 16 luglio 1999. Oltre a sottolineare la mancanza di trasparenza di alcuni fonda-mentali atti allegati al progetto originale e alle varianti in cor-so d’opera, i tre scienziati pon-gono alcune domande: quanta acqua viene sottratta al fiume Ofanto? Quale effetto potran-no avere gli scarichi di metalli pesanti e diossine nell’ecosi-stema dello stesso fiume, più a valle?

In un capitolo intitolato “Specie ignorate o sottova-lutate” si parla dei rischi che potrebbe correre la lontra, ani-male che vive nell’Ofanto, ma anche i pesci (“L’ittiofauna – si legge – per la Fiat non esiste. L’omissione è notevole anche perché è nota la presenza di

una alborella, l’Alburnus vultu-rius, endemica in Ofanto”).

Pericoli anche per tre specie di anfibi (rana verde, dalmati-na e raganella) particolarmen-te vulnerabili. Come se non bastasse, l’ambiente acquatico dell’Ofanto e il suo bacino so-stengono una delle più impor-tanti popolazioni nazionali di nibbio reale.

Di queste e altre questio-ni aperte dalla ricerca non si trovò più traccia in alcun atto amministrativo. Sulla Fenice il procuratore della Repubblica di Melfi Marco Marocchi aprì un’inchiesta (di cui non cono-sciamo l’esito).

L’esposto (svanito) di Fulco Pratesi

Ma ci fu anche un altro do-cumento molto duro contro il termodistruttore: un esposto che Fulco Pratesi, presiden-te del Wwf allora come oggi,

inviò proprio al procuratore Marocchi il primo agosto del 2000. Pratesi ricostruì i trop-pi interrogativi irrisolti legati alla Fenice, e chiese un’appro-fondita analisi sui rischi per l’ambiente prima che l’impian-to cominciasse a fagocitare e bruciare rifiuti (i forni verran-no poi accesi nel dicembre del 2000).

Lettera morta anche su questa denuncia. La battaglia degli enti locali contro la Feni-ce prosegue non su queste basi ma a livello amministrativo.

Rifiuti sanitari (a vagonate)Nell’estate del 2001 esplode

il caso dei rifiuti sanitari. La polizia provinciale sequestra, fermi nella stazione di Melfi, alcuni vagoni ferroviari cari-chi di scarti ospedalieri prove-nienti dalla Campania e diretti proprio al termodistruttore lucano. Il presidente della Pro-

vincia Santarsiero emana su-bito un’ordinanza (datata 7 luglio 2001) con la quale vieta alla Fiat di smaltire nella Feni-ce rifiuti provenienti da altre regioni.

Una decisione, quella della Provincia, intempestiva: basta controllare i registri di ingres-so del termodistruttore per ac-corgersi che di rifiuti sanitari, nella Fenice, ne entravano da almeno tre mesi. Il sospetto di alcuni ambientalisti dell’epoca fu che alla Provincia, nel mo-mento in cui i vagoni ferrovia-ri carichi di scarti ospedalieri e bloccati nelle stazioni erano finiti sotto i riflettori in tutta Italia e anche a Melfi, non ab-bia potuto esimersi dal pun-tare il dito contro una prassi ormai consolidata e di cui era perfettamente a conoscenza. Rimase però un sospetto sen-za alcun riscontro.

Santarsiero, peraltro, basa la propria ordinanza sulla leg-

ge 59 del ‘95. La stessa che il Tar e il Consiglio di Stato ave-vano già giudicato inapplicabi-le laddove vietava all’azienda proprio lo smaltimento dei ri-fiuti extraregionali.

Su queste premesse, il ricor-so al Tribunale amministrati-vo regionale da parte della Fiat nasce già vincente. E difatti il 27 luglio del 2001 il Tar decide di sospendere l’ordinanza.

Ricorsi (e controricorsi) a gogò

Ma alla Provincia non si di mostrano dispiaciuti: la con-siderano una vittoria di Pirro per il colosso torinese. Il Tar, infatti, precisa che la Fenice potrà incenerire, così come previsto dall’originario decreto Via, rifiuti industriali prove-nienti solo dagli stabilimenti Fiat ubicati nel Mezzogiorno,

l’inchiestadi Rocco Pezzano

RICEVIMENTI e RISTORANTE

...continua a pagina 4

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“L’impianto può funzionare”Il Tar dà torto alla Provincia

l’inchiesta

La Fenice di San Nicola di Melfi non è più sotto sequestro. Lo ha deciso il Tar Basilica-ta, che ha emesso un decreto con cui annulla il provvedimento della Provincia di Potenza del 14 ottobre scorso che sospendeva le attività del ter-modistruttore. L’atto della Provincia era stato licenziato nel bel mezzo del polverone per gli ar-resti di Vincenzo Sigillito e Bruno Bove nell’am-bito dell’inchiesta sui controlli dell’Arpab.

Per essere più precisi, la Provincia di Poten-za aveva sospeso l’autorizzazione all’esercizio del termovalorizzatore, un atto che suppliva alla mancanza dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, che Edf attendeva dalla Regione Basilicata.

L’impianto può dunque tornare in funzione. Del resto, Edf – la società proprietaria dell’im-pianto – aveva annunciato il ricorso al Tar spie-gando di trovare ingiusto lo “stop” alle attività.

La Provincia dovrà ora decidere se ricorrere o meno al Consiglio di Stato oppure attendere la sentenza di merito del Tar prevista per il 16 no-vembre prossimo (il decreto è solo una sospen-siva del provvedimento dell’ente provinciale).

L’inchiesta che ha scatenato tutto è della procura di Potenza. Secondo i magistrati, l’Ar-pab avrebbe tenuto nascosti i dati sull’inqui-namento ambientale prodotto dall’impianto nell’area, pur avendo  l’obbligo di inviare i dati agli enti locali, e in particolare alla Regione Ba-silicata di cui è ente strumentale, sulle verifiche effettuate.

Le accuse per Sigillito e Bove sono molto pe-santi:  disastro ambientale  e omissione di atti d’ufficio. Nell’indagine – ma per altri reati – è in-dagato anche l’assessore regionale alle Attività produttive (all’epoca dei fatti, assessore all’Am-biente), Erminio Restaino.

nella misura del 40 per cento del totale nel “forno rotante”.

Niente rifiuti sanitari, tanto per cominciare. Che per la Fe-nice Spa sono un affare notevo-le. Infatti la Fiat ricorre subito al Consiglio di Stato.

Passano tre mesi, poi la vi-cenda si ripete. La Provincia

(26 ottobre 2001), accertato l’arrivo in Fenice di rifiuti di tipo diverso da quelli previsti dalla Via, vieta di nuovo la loro termodistruzione. Ennesimo ricorso della Fiat che chiede al Tar della Basilicata la sospen-siva dell’ordinanza provinciale. Ma questa volta non viene ac-colta: il Tribunale amministra-tivo lucano impone alla Fenice,

il 13 dicembre del 2001, di at-tenersi al decreto Via. La stes-sa motivazione con la quale il Tar, poco tempo prima, aveva invece accolto la richiesta di so-spensiva.

L’atto che sembrava po-tesse tagliare la testa al toro venne reso noto l’11 gennaio del 2002: la quinta sezione del Consiglio di Stato accoglie l’ul-

timo ricorso della Fiat. In sol-doni, dice alla Provincia: non ti sei limitata, come dovuto, a ricordare gli obblighi imposti dal decreto Via, ma l’hai inter-pretato; hai compiuto perciò un atto illegittimo e, come tale, non valido.

Un colpo per la Provincia. Il presidente Santarsiero se ne disse rammaricato. Ma non di-

sperato. Altri ricorsi, Tar, Con-siglio di Stato. Altre puntate di una telenovela che però, da quel periodo in poi, non conob-be più un vero braccio di fer-ro autorità pubbliche-Fenice. L’esito lo stiamo scoprendo in questi giorni.

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La Provincia di Potenza

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è successo a Potenza2011-10-17 - Calendario su “Potenza vista dai potentini” Per una volta un calendario non realizzato con immagini di signorine

più o meno procaci (e più o meno discinte), ma con scatti rubati a una città. Per la precisione, alla città di Potenza. L’idea è dell’associazione “Io Potentino”, che ne ha fatto un vero e proprio concorso. S’intitola “12 mesi di Potenza – fotografa la tua città”, e l’obiettivo è appunto realizzare il primo calendario di “Potenza vista dai potentini”.

Il prodotto sarà poi distribuito gratuitamente a tutti coloro che parte-ciperanno a una raccolta fondi associativa, utile a finanziare le iniziative di “Io Potentino” durante la festività del patrono San Gerardo a maggio del 2012.

Il concorso è aperto a tutti i maggiorenni nati e/o residenti a Potenza, prevede un piccolo premio offerto dall’Associazione all’autore della foto più votata ed è assolutamente gratuito.

Regolamento e modulo d’iscrizione sono reperibili sul sito ufficiale dell’associazione www.iopotentino.it alla sezione iniziative.

2011-10-21 - Droga – nella villa di Santa Maria, hashish per ra-gazzini

“E’ la mia prima volta. Forse la seconda non ci sarà”. Lo ha detto un ragazzino, spaventato quanto basta – ma forse anche cosciente quanto basta – per rendersi conto che acquistare hashish non era stata proprio una buona idea. Era uno degli acquirenti di hashish da parte di un di-ciottenne, studente della provincia di Potenza, che ieri hanno visto a un certo punto arrivare la polizia e portarsi via il giovanissimo spacciatore.

Una lunga fila di ragazzini e genitori ieri ha sostato nella questura di Potenza, per un’operazione piccola ma significativa. Lo spaccio avveniva nella villa di Santa Maria.

La droga, l’hashish, è un prodotto della canapa indiana (la cannabis indica) con cui si possono “farcire” gli spinelli. La bustina costava 5 euro, e ci si potevano confezionare un paio di canne.

Fra i clienti che usufruivano dei servigi del diciottenne c’erano anche sedicenni, e anche una ragazza. Entravano nella villa di Santa Maria sa-pendo già a chi rivolgersi. Un veloce sfiorarsi di mani in un luogo mini-mamente appartato e la compravendita era stata perfezionata. E ieri ce n’erano tanti di ragazzi, attirati dal giorno di festa per una manifestazio-ne a cui avevano partecipato, un corteo di studenti che ha attraversato la città.

Ma gli agenti della squadra mobile ieri hanno visto e sono intervenuti. I genitori andati in questura alla fine – dicono fonti della polizia – dopo l’amara sorpresa di sapere il proprio figlio alle prese con un vizio che può diventare pericoloso, erano confortati dalla speranza che questa doccia gelata avrebbe forse tolto certe idee dalla testa del ragazzo.

Per il 18enne, una lezione ancora più dura: l’accusa di spaccio. Ma an-che probabilmente il deisderio di entrare in villa, d’ora in poi, solo per mangiarsi un gelato e fare due chiacchiere con gli amici.

2011-10-22 - Dal primo novembre riaperte le mense scolastiche Nessuno ci sperava più. Disagi, orari sballati e via dicenda. E invece,

dal primo novembre scorso, è ricominciata l’attività delle mense scolasti-che in tutte le scuole di Potenza. Lo ha fatto sapere il Comune di Potenza.

In alcune scuole paritarie il servizio è partito già da lunedì 24 ottobre.

2011-10-24 - Floriana Messina: da Potenza la seduttrice del GF12 Si chiama Floriana Messina, è nata a Potenza ma vive a Roma, è molto

nota nell’ambiente che mastica notizie di gossip: lei sarà la lucana che parteciperà al Grande Fratello 12 in onda questa sera su Canale 5.

Ha 22 anni (compiuti il 3 maggio) e la fama – che lei alimenta sen-za problemi – di seduttrice passionale e mangiatrice di uomini. Qualche tempo fa venne paparazzata (termine ormai in voga che indica l’essere

Marocchino accoltella e uccideconnazionale al bar LocatelliUn litigio, poi esce fuori il coltello e scappa il morto: un cittadino del

Marocco (ma divenuto italiano a tutti gli effetti) è stato ucciso il 23 ottobre scorso nel pomeriggio a Potenza al bar Locatelli del rione Francioso.

A togliergli la vita, un altro cittadino del Marocco, che dopo aver compiu-to il delitto ha atteso l’arrivo della polizia, che l’ha arrestato.

Erano seduti vicini, la vittima e il carnefice, nella sala internet, a due po-stazioni contigue, mentre il locale era affollato perché sul televisore andava in onda una partita di calcio. Nessun segno non solo di screzio, ma anche di contatto fra i due. Finito l’incontro, i clienti sono sciamati via. Vicino alle postazioni è rimasta una sola persona, per giocare al videopoker.

A un certo punto, nel bar si sono sentite voci concitate e forti, in arabo. Il giocatore del videopoker è schizzato via. Una barista è scattata per vedere cosa stesse accadendo. Lo spettacolo era terribile. Un corpo a terra. Il san-gue ovunque. Sotto il corpo della vittima, sulle pareti.

L’accoltellatore stava terminando con furia cieca il proprio compito. Il coltello era celato in una busta per la spesa, espediente forse utile a non allarmare la vittima al momento dell’aggressione. L’arma era un coltello da cucina, molto grande, del tipo di quelli utilizzati per tagliare il pane.

L’omicida, dopo aver ucciso il connazionale, non ha mostrato altri intenti violenti. Nonostante una persona abbia anche inveito contro di lui – sem-bra un parente dei titolari del bar, che forse conosceva entrambi – non ha reagito. Ha atteso in disparte, silenzioso, l’arrivo della polizia.

Pare abbia anche spiegato agli agenti di aver agito perché la vittima avrebbe fatto qualcosa di sbagliato nei confronti suoi o di suoi familiari, per tre anni di seguito. Ma sarà la versione ufficiale delle indagini, condotte dagli agenti della questura, a stabilire il movente del delitto.

RICEVIMENTI e RISTORANTE

Omicidio Claps: i dubbisui tempi del ritrovamentoA essere convinto che il corpo di Elisa Claps nella chiesa della Ss Trinità a

Potenza fosse già stato ritrovato ben prima del 17 marzo del 2010 – data uf-ficiale – c’è anche il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Salerno Attilio Franco Orio. A Salerno sono state condotte le indagini sull’omicido del-la giovane potentina – scomparsa il 12 settembre del 1993 e uccisa lo stesso giorno secondo le perizie scientifiche – che hanno portato al rinvio a giudizio dell’unico indagato, Danilo Restivo.

Il giudice Orio – secondo la Gazzetta della Basilicata – ha messo su carta una serie di riflessioni. In particolare, sulle dichiarazioni fatte nei mesi scorsi dal parroco don Wagno Oliveira da Silva e dalle due donne delle pulizia, Margheri-ta Santarsiero e la figlia Annalisa Lo Vito. Scrive il gip Orio: «In circostanze an-cora in corso di accertamento una delle donne addette alle pulizie, Margherita Santarsiero, tra fine gennaio e il mese di febbraio del 2010 aveva già scoperto i resti del cadavere e ne aveva messo a conoscenza la figlia Annalisa Lo Vito, pure addetta alle pulizie, nonché il viceparroco della parrocchia, don Wagno Oliveira E Silva». Con lui, subito dopo la scoperta, «si erano portate di nuovo nel sottotetto».

Per ora, solo circostanze e ipotesi da vagliare, senza alcuna certezza.

dall’8 al 21 novembre [email protected]

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è successo a Potenza

direttore responsabile Gianluigi Petruccio vice direttore Rocco Pezzano editore consorzio Gruppo Editoriale Lucano redazioni a Potenza via Rocco Scotellaro 7b e Centro Direzionale Rossellino, tel. 0971 601715 / 469466, fax 0971 449056 Reg.Trib. di Pz n°340 del 16/12/05grafica ed impaginazione Ivan Fabbricatore stampa Martano Editrice srl - Lecce tiratura 26.500 copie distribuzione Pubbli Distribuzione soc. coop.responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Giuseppe Coletta giornalelucano.it | [email protected]À > imprese private 0971 46 94 58 • enti pubblici, società a partecipazione pubblica, finanziaria e legale 0971 46 94 66testata “Il Balcone del Conte”

fotografati in situazioni particolari) in compagnia di Augusto Minzolini, direttore del Tg1.

Ha una silhouette da vamp di stampo classico mediterraneo. E’ sta-ta ragazza immagine in diversi locali dell’Urbe, poi opinionista nel pro-gramma “Twelve Girls” in emittenti private come Gold tv e Canale 8. E’ stata anche inviata speciale per le trasmissioni “Roma di Notte” e “Life tv” sui canali Sky. Ama lo scrittore Federico Moccia (ma come regista) e vorrebbe recitare in un suo film.

Sulla radio M2O è una sexy astrologa che legge, sulle note di Je t’aime moi on plus, un oroscopo che parla di posizioni non nel senso di stelle e costellazioni.

Studia giurisprudenza e, pare, vuole diventare magistrato. Per adesso, fa sapere di aver avuto due fidanzati contemporaneamente, di voler ve-dere sempre l’uomo succube che muore di desiderio per lei mentre lei li tratta malissimo, mentre le piace oscurare le altre donne.

Ha un tatuaggio sul sedere, che invece recita: “Femme fatale”. Più espliciti di così…

2011-10-25 - Rifiuti a Potenza, il sindaco: le discariche ci sono, la volontà no

“Potenza è in uno stato di sofferenza, ma si tratta di una situazione paradossale, poiché nelle discariche della Basilicata ci sono le cubature per depositare i rifiuti, ma non riusciamo ad utilizzarle”: è la frase pro-nunciata da Vito Santarsiero, sindaco del capoluogo lucano, e riporta-ta dall’agenzia Ansa. Santarsiero si riferisce alla presenza di rifiuti nelle strade della città (ieri avevamo parlato della situazione di via Manzoni e via Vespucci, vedi QUI).

Il sindaco addebita la mancata possibilità di sversamento – si legge ancora nel lancio Ansa reso pubblico sul sito internet dell’agenzia d’infor-mazioni – non sarebbe dovuta a un problema tecnico ma amministrativo e politico.

2011-10-26 - Uno speciale di Channel 5 su Danilo Restivo Di mattina, in giro per Potenza, una troupe dela televisione inglese

Channel 5 che sta preparando uno speciale su Danilo Restivo. Il potenti-no, imputato a Salerno per l’omicidio di Elisa Claps, è stato condannato all’ergastolo in Inghilterra per l’omicidio di Heather Barnett.

L’operatore della televisione britannica, intorno alle 11, stava ripren-dendo il portone della vecchia abitazione della famiglia Restivo (il padre, Maurizio Restivo, è stato direttore della biblioteca nazionale di Potenza) in viale Marconi.

Channel 5 è una televisione privata appartenente a Richard Desmond, editore anche di numerose riviste cartacee. Ma se all’operatore si dice che anche in Italia c’è una tv con lo stesso nome, Canale 5, sorride e dice: “C’è qualche differenza…”.

2011-10-27 - Due scosse di terremoto fra Basilicata e Campania Dodici ore quasi esatte separano la prima dalla seconda scossa di ter-

remoto – innocue – avvertite tra la notte e il pomeriggio fra Basilicata e Campania. La zona è quella che comprende una parte del Vallo di Diano, nel Salernitano, e il Melandro, nel Potentino. La prima scossa è avvenuta alle 3 di notte. La seconda, alle 14:45. Magnitudo 3, nessun danno a cose o persone. Ci sono stati cittadini che sono riusciti a percepirla a Potenza. I comuni interessati: Brienza, Sant’Angelo Le Fratte, Satriano di Lucania, Savoia di Lucania e Vietri per il versante lucano: Polla, Atena Lucana, Caggiano, San Pietro al Tanagro e Sant’Arsenio per quello campano.

2011-10-28 - Fenice: Sigillito e Bove restano agli arresti domici-liari

Confermati gli arresti domiciliari per l’ex direttore generale e del co-ordinatore del dipartimento provinciale dell’Arpab, Vincenzo Sigillito e l’attuale coordinatore provinciale di Potenza dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Basilicata, Bruno Bove: lo ha deciso il Tribu-nale del riesame di Potenza che ha rigettato il ricorso presentato dai due.

Sigilitto e Bove erano stati arrestati il 12 ottobre scorso: su di loro in-daga la Procura della Repubblica di Potenza, che li ha accusati di “disastro ambientale” per non aver comunicato i dati dell’inquinamento dell’area in cui si trova il termovalorizzatore Fenice di San Nicola di Melfi.

2011-10-28 - Mille posti di lavoro persi in sei mesi in Basilicata Il numero fa impressione: nei primi sei mesi del 2011 sono andati per-

si in Basilicata circa mille posti di lavoro. La stessa cifra dell’intero 2010. Dunque, la disoccupazione, in questo periodo di crisi sempre più pro-fonda, raddoppia in pochi mesi. Lo hanno spiegato ai giornalisti Pasqua-le Carrano, presidente di Confindustria Basilicata, e Donato Salvatore, commissario dell’Asi (l’Azienda per lo sviluppo industriale) di Potenza.

Carrano ha chiesto che le autorità competenti prendano “soluzioni immediate”. Dove per “immediate” si intende uno stato di emergenza

Nasce “Aria Pulita” e chiededi spostare la Siderpotenza

“Comitato Aria Pulita Basilicata”: così si chiama l’ultimo gruppo ambientali-sta nato a Potenza, presentatosi ufficialmente.

L’associazione ha per adesso due questioni su cui incentra l’attenzione: la Si-derpotenza – l’impianto siderurgico della Pittini ubicato nella zona industriale e meglio noto in città come “la ferriera” – e la sottostazione dell’Enel in via del Gal-litello. Il primo per l’inquinamento ambientale classico (aria e suolo), la secon-da per l’inquinamento da onde elettromagnetiche, comune-mente definito “elettrosmog”. “La SiderPotenza – dice Luciana Coletta, che del comitato è la principale animatrice insieme alla professoressa Albina Colel-la – opera da 50 anni con auto-rizzazioni provvisorie, fornite dalla Provincia, in attesa che venga rilasciata dalla Regione Basilicata l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr), at-tesa dal 2006”.

Ed è proprio la Colella, ge-ologa e docente universitaria, a dare particolari più specifici sull’argomento, desunti dalle indagini condotte da Antonio Nicastro, stamattina assente, cittadino col pallino dei diritti civili e della difesa dell’ambiente che da anni tempesta di domande e richieste gli enti pubblici per ottenere risposte chiare e univoche: “L’impianto si-derurgico emette una gran quantità di fumi ed è troppo vicino agli insediamenti abitativi. Non conosciamo nulla -  o conosciamo poco – di cosa ci sia in quei fumi. A Nicastro non ha risposto l’Arpab, bensì l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr), che ha inviato dati preoccupanti: fra il 2005 e il 2009 ci sono state emissioni di metalli pesanti – piombo, cadmio, rame, cromo, zinco – superiori ai limiti consentiti dalla legge, per lo zinco addirittura di 35 volte. L’Arpab ha effettuato monitoraggi spot, temporanei, che non tran-quillizzano. Non si sa peraltro nulla di ciò che è finito nel suolo”.

Cosa accade con i metalli pesanti? “Sono biopersistenti – spiega Colella – ossia danno vita nel corpo al bioaccumulo: restano lì per anni ed anni. E possono pro-vocare danni a reni, ossa, al sistema riproduttivo, cancro ai polmoni, anemia”.

E poi c’è il capitolo della diossina. Sostanza che l’istituto americano Epa ha giudicato “il più altamente cancerogeno mai studiato” e che viene prodotto dalla combustione di materiali, particolarmente dall’attività siderurgica di “seconda fusione”. Come la SiderPotenza.

“L’Arpab non ha mai studiato le emissioni di diossina – dichiara la docente accademica – eppure le più importanti organizzazioni sanitarie del mondo la considerano ai primissimi posti per pericolosità per l’uomo, date le conseguenze che può avere, e la Convenzione di Stoccolma impone di minimizzarne la pro-duzione”. Colella spiega anche i danni che l’effetto termico derivato dalle onde elettromagnetico può indurre nelle persone, e l’assenza di monitoraggio invece per la struttura elettrica dell’Enel, vicina a molte abitazioni.

Alla riunione presente anche il presidente del comitato di quartiere di Buca-letto, Angelo Quaratino, che stigmatizza per l’ennesima volta la costruzione di due torri da 13 piani e di cento abitazioni a poca distanza dai camini della Pittini: “Che vita sarà per chi ci abiterà?”, si chiede. Alla questione sono interessati anche i cittadini di Costa della Gaveta, Masseria Romaniello, via Appia, Betlemme, del Motel Park, per i quali Quaratino domanda uno screening medico completo.

Mario Petrone ironizza sulle “dimenticanze” dell’Arpab, che magari non ha controllato le emissioni della ferriera proprio nei giorni di fumi più intensi, e insiste sulla necessità che tutti i cittadini partecipino al controllo del territorio.

Le iniziative in campo: assemblee locali, a cominciare dal livello condominia-le, dove le persone non si inibiscono e raccontano le proprie storie; la richiesta di un consiglio comunale aperto “in cui – dice Coletta – il sindaco Vito Santarsiero spieghi perché non ha mai chiesto all’Arpab di capire cosa accada nei pressi della Sider”; l’istanza all’Istituto superiore di sanità di uno screening medico di tutta la popolazione interessata con conseguente aggiornamento del Registro tumo-ri, fermo alla situazione del 2006 (provocazione: “Se la Regione Basilicata non ha i soldi, facciamo una colletta”); un progetto di divulgazione dei temi ambien-tali nelle scuole, con la collaborazione di Anna R. G. Rivelli.

La richiesta finale non è la chiusura dello stabilimento siderurgico (e della sottostazione Enel), dato il numero di lavoratori che perderebbero il lavoro, ma la sua delocalizzazione in un posto più adatto.

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è successo a PotenzaIl Comune cerca sponsor

per le feste di NataleIl Comune di Potenza batte cassa e cerca sponsor per organizzare

le feste natalizie. Quest’anno il piatto piange, le casse municipali sono al lumicino e c’è bisogno di trovare generosi finanziatori. Generosi ma con un ritorno d’im-magine: il Comune s’impegna, a chi do-vesse dare i soldini per le varie incombenze, a mettere in evidenza per benino il nome del munifico donatore.

Insomma, preparia-mo a conferenze stam-pa di questo genere: “Quest’anno il Natale è targato [e giù il nome di una concessionaria]”. E quando il giornalista chiederà: “Quant’è alto l’albero in piazza Pre-fettura?”, la risposta prevederà prima l’elen-co delle macellerie e dei ristoranti che hanno permesso di tirarlo su e poi i metri di statura dell’abete.

Bisognerà vedere, poi, se i giornali riporteranno i nomi degli spon-sor o – come è più probabile, essendo vietata per deontologia qualsi-asi pubblicità all’interno di articoli d’informazione – non ne faranno menzione se non con vaghi accenni alla categoria merceologica.

In ogni caso, il Comune ha avanzato richieste ben precise. Queste sono le necessità liquide per prevedere le consuete iniziative della fe-sta: installazione luminarie nel Centro storico: 60.000 euro; mercatini di Natale: 20.000 euro; concerti di Natale: 8.000 euro; presepe vivente: 5.000 euro.

Gli sponsor avranno una serie di obblighi, tra cui anche le spese di registrazione del contratto fra le parti. In cambio, il massimo di pro-mozione del marchio.

Il Natale che si approssima potrebbe essere il più sobrio e scarno degli ultimi trent’anni. Non è detto che sia un male.

RICEVIMENTI e RISTORANTE

denunciato questa volta non dai sindacati ma dalla controparte.E c’è un altro dato allarmante. Fra luglio e settembre, ossia nel terzo

trimestre del 2011, sono nate 630 nuove imprese in Basilicata. Sem-brerebbe un’informazione positiva. Peccato che, nello stesso periodo, ne sono morte 842. Un saldo negativo di 112 imprese finite nel nulla in soli tre mesi.

2011-10-31 - Dalla Regione 10 milioni alle imprese edili Ci sono dieci milioni di euro che la Regione stanzia per le imprese

del settore edile. I beneficiari dovranno utilizzarli per realizzare nuovi programmi costruttivi.Lo fa sapere l’assessore regionale alle Infrastrut-ture, Rosa Gentile.

I soldi sono così suddivisi: 6.600.000 euro alla Provincia di Potenza, 3.400.000 euro a quella di Matera. Motivo della differenza:  il numero dei Comuni. Ricordiamo che il Potentino conta 100 comuni tondi, con una popolazione di 383.791 distribuita su 6.548,49 chilometri quadra-ti; il Materano, invece, 31 comuni (per 203.726 abitanti) su 3.446,12 kmq. Per la cronaca, la densità abitativa è la stessa: 59 abitanti per chi-lometro quadro.

2011-10-31 - Halloween a Potenza: scende la Notte Nera Non è l’incontro di un gruppo dedito a pratiche magiche, né un sab-

ba di streghe, tantomeno l’annuncio di un’eclissi totale di luna, stelle e lampioni: la «Notte Nera» svolta a Potenza è stata una manifestazio-ne sicuramente d’intrattenimento ma con un “retrogusto” d’impegno ecologico-sociale.L’organizza l’associazione «Potenzè», con il patrocinio e la collabora-zione dell’amministrazione comunale. L’illuminazione pubblica è stata spenta e sostituita da candele e torce, con un’atmosfera magica e anche il risparmio di energia elettrica. Baby dance, spettacoli di magia, tea-trino delle marionette, sculture di palloncini e poi truccatori e parruc-chieri per acconciar i i bimbi come mostricciattoli. Ma anche iniziative per tutte le età.

2011-11-02 - Rifiuti, Mancusi: tutti facciano la propria parte Tutti gli enti locali devono fare la propria parte per risolvere l’emer-

genza rifiuti: lo ha detto l’assessore regionale all’Ambiente Agatino Mancusi dopo l’incontro tenutosi oggi in Regione Basilicata con i vi-cepresidenti delle Province di Potenza e Matera, Massimo Macchia e Giovanni Bonelli, il sindaco di Potenza Vito Santarsiero, il dirigente ge-nerale del dipartimento Ambiente Donato Viggiano, dirigenti e tecnici degli Uffici regionali.

Previsti nei prossimi giorni incontri operativi, prima tra gli uffici re-gionali e poi con le Province e i comuni interessati, per effettuare una mappatura completa delle discariche presenti, la verifica dello stato at-tuativo degli interventi di ampliamento in corso, l’analisi delle richieste di interventi/ampliamenti/chiusure delle discariche avanzate dai comu-ni. Tutto quanto per individuare idonee e fattibili interventi, definire le competenze, offrire risposte strategiche ai territori per la risoluzione del problema, migliorare tempestivamente il flusso dei rifiuti, anche nell’ottica di un risparmio economico per le amministrazioni locali.

Dice Mancusi: “Abbiamo il dovere di dare risposte tempestive e so-prattutto definitive sulla situazione discariche nei territori delle due province. La Regione, attraverso i suoi Uffici deve fare la sua parte. Ma anche gli altri enti: Province, Comuni, Ato Rifiuti in primo luogo, devo-no assumersi pienamente le proprie responsabilità per superare le criti-cità, individuare ed attuare azioni adeguate e di prospettiva”.

2011-11-04 - Rega non parla davanti ai pm Si è avvalso della facoltà di non rispondere il giornalista di Televideo

Rai Nello Rega, indagato per simulazione di reato dalla Procura della Re-pubblica di Potenza,in relazione ad un attentato e ad altri atti intimidatori subiti a suo dire, dopo la pubblicazione del libro (diversi e Divisi) sulla con-vivenza fra cristiani e islamici.Lo si è appreso dall’avvocato Savino Murro, che difende Rega insieme a Vincenzo Vitale. l’interrogatorio di Rega con i pm Domenico Musto e Anna Gloria Piccinni è durato pochi minuti, il tempo di verbalizzare la scelta del giornalista,al quale il 31 ottobre scor-so la scorta è stata revocata,una settimana dopo la notifica dell’avviso di garanzia.

L’accusa di simulazione di reato si riferisce in particolare al colpo di arma da fuoco sparato contro l’auto di Rega la notte del 7 gennaio scorso. In questo momento ha spiegato Murro ciò che ci preoccupa e la sicurezza di Rega.

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mandato da presidente. Io par-lavo di due mandati da consi-gliere”.

Ritornando alla doman-da: non ve ne potevate ac-corgere prima, voi politici, dei “privilegi iniqui” di cui avete usufruito per anni?

“Effettivamente la classe po-litica italiana, e anche quella lu-cana, presenta dei limiti. Non si si è posti per tempo i problemi. Ma la crisi economica è dovuta all’eccessivo spazio concesso alla finanza. E la responsabilità è del governo nazionale, che ha minimizzato.....”.

E quella è la crisi finan-ziaria. Però stavamo par-lando dei privilegi dei po-litici lucani, e del fatto che nessuno prima li faceva notare. In questi giorni, sui giornali locali è un florile-gio di scandali e scandaletti in cui il suo partito la fa da padrone. E da cui emerge l’immagine di una politica malata di consenso, racco-mandazioni, eccessiva in-fluenza sul resto del mondo lucano.

“Mi sento molto d’accordo con queste affermazioni. Ma è una regione piccola, ci sono troppe relazioni corte. E a vol-te il sospetto prevale su tutto. Il Pd qui è una grande forza elettorale. Non è che quelli del Pd possono essere disoccupati. Ma è vero che bisogna rilancia-re la politica come servizio. E

poi, quand’è il tempo delle vac-che grasse si passa sopra molte cose. Quando le vacche sono magre, anche quello su cui si sorvolava emerge con eviden-za. Il problema è riprendere il concetto di servizio pubblico, ma poi rimettere in moto l’eco-nomia”.

Sta dicendo che con le vacche grasse poi i privilegi ricominciano a essere il leit motiv della politica?

“Bisogna sfruttare le poten-zialità rispettando di più le re-gole. Qui, per la conformazione del territorio, c’è poco mercato e la politica ha un peso eccessi-vo, insieme alla spesa pubblica. Per far prevalere il merito biso-gna anche aiutare la crescita, ad esempio nel turismo”.

Quanto si risparmierà con l’abolizione del vitali-zio?

“All’inizio, nulla. Bisognerà attendere qualche anno”.

Ma avrete fatto qualche calcolo sulla spesa media annua per consigliere.

“Sì, ma bisogna valutare con attenzione i parametri. La spesa pro capite del consiglio regionale, ossia quanto costa ai singoli cittadini, è ovviamente molto più bassa in regioni con una grande popolazione rispet-to alla nostra. Altrimenti, si ri-schia di commettere errori”.

Si riferisce per caso alla Regione Veneto, che qual-che tempo fa ha realizzato uno studio in base al quale la spesa del consiglio regio-nale lucano è eccessiva?

“Quello è un altro studio, e anche lì si sbagliano. Ci attri-buiscono 800.000 euro di co-sto complessivo per consigliere regionale. Secondo me, sono circa 750.000 euro...”.

Non proprio due soldi.“Ma ci sono modi per rispar-

miare ancora. Sono però con-vinto che portare i consiglieri regionali da 30 a 20 – così come prevede l’ultima finanziaria, concedendo premialità a chi lo fa – risulti un errore: sia per la rappresentatività democratica, sia per la rappresentatività dei piccoli paesi”.

Altre idee per risparmia-re?

“Ne ho, ma per rispetto de-gli altri consiglieri, a cui non ne ho ancora parlato, non vorrei dirle ora”.

Almeno l’ambito.“Il personale utilizzato”.

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l’intervista

La casta si smonta, pezzo per pezzo? Presto per dirlo. Qualche ingranaggio però vola via, non si sa se nella cassetta degli attrezzi, pronto a essere ripescato e riportato nel pro-prio alloggiamento, o se nel cestino degli scarti.

Fuor di metafora, alcuni consiglieri regionali lucani hanno predisposto una propo-sta di legge che verrà presenta-ta all’aula. E che riguarda una delle bestie nere di quella che è stata chiamata “antipolitica” (ma forse è solo il comprensi-bile risentimento dei cittadini verso le diseguaglianze): il vita-lizio dei consiglieri.

Una pensione d’oro che si matura con una consiliatura regionale e, al compimento del 65° anno di età, assicura al beneficiario il godimento di un’entrata mensile, vita natu-ral durante e di entità rilevan-te, per la quale si è lavorato per soli cinque anni.

I firmatari della proposta sono i membri dell’ufficio di presidenza dell’assemblea, os-sia Vincenzo Folino (Pd, presi-dente), Franco Mattia (vicepre-sidente, Pdl), Enrico Mazzeo Cicchetti (vice, Idv), Mariano Pici (segretario, Pdl) e Luigi Scaglione (segretario, Popolari Uniti).

La proposta ha però una particolarità: avrà valore dalle prossime elezioni amministra-tive. Come a dire: chi è consi-gliere oggi il vitalizio lo avrà. Il privilegio dell’attuale casta non si tocca. “Troppo comodo fare le riforme così”: potrebbe essere questo il pensiero del cittadino medio.

Conviene chiederne conto a Vincenzo Folino, presidente del consiglio regionale della Basilicata.

Come mai la proposta viene proprio dall’ufficio di presidenza?

“Non è proprio così: diciamo che l’hanno presentata i consi-glieri che fanno parte dell’uffi-cio di presidenza”.

La domanda rimane la stessa: perché?

“Ci sono due ragioni. In-nanzitutto, è stata oggetto di discussione nei lavori della Conferenza dei presidenti dei consigli regionali di tutta Italia. Personalmente, ho sempre di-chiarato in quella sede che con-sidero il vitalizio anacronistico, per la funzione di transitorietà che a politica dovrebbe avere. Infine, un documento firmato da Vasco Errani e Davide Boni

chiede a tutti i consigli regiona-li d’Italia di abolire i vitalizi. E così accadrà”.

L’accusa che ogni cittadi-no vi farà è: ma perché dalla prossima consiliatura? Non volete perdere il privilegio e ribaltate il fardello sulle spalle di chi vi succederà?

“Innanzitutto, abbiamo ri-cevuto una petizione popolare che ci chiedeva di farlo, da par-te di un comitato di donne di Lauria che si chiama Se non ora quando, e che ho inviato a tutti i consiglieri”.

Quante firme aveva in calce?

“Oltre tremila. L’hanno con-segnata a me e al collega Mar-cello Pittella (Pd, ndr)”.

Ok, ma perché dalla pros-sima consiliatura? Il vostro vitalizio non poteva essere toccato?

“La questione è in questi termini: la legislatura è in cor-so da circa due anni. Il regime conributivo di versamenti è in itinere. Bloccando oggi il vitali-zio, si creerebbe disparità fra i consiglieri”.

Perché? Quale disparità?“Ad esempio, io sono al se-

condo mandato da consigliere regionale e ho sette anni di contribuzione. Mettiamo che si tira una linea al 31 dicembre. Io prenderò quello che ho ma-turato con lo scorso mandato. Chi ha versato per due anni, non avrebbe niente. E che fan-

no, si prendono indietro i soldi versati? Di sicuro, chi verrà ri-eletto nel futuro consiglio non maturerà più nulla”.

Lei lo sa che tutti diran-no: e che ci vuole a elimina-re i privilegi a cominciare dagli altri?

“Capisco l’obiezione. Ma si veda quello che accade in Par-lamento: nulla. Le riforme di questo tipo non sono semplici. C’è dietro un lavoro di convin-cimento”.

Ah. Sta dicendo che ha incontrato resistenze fra i suoi colleghi consiglieri?

“Non ne ho incontrate gran-ché. D’altronde, la Basilicata è una delle poche regioni i cui consiglieri hanno tagliato il 10 per cento della propria inden-nità”.

Lei è un politico naviga-to, è stato anche segretario del Pd, il maggior partito lucano. Oggi parla di “privi-legio iniquo”. Ma non se ne poteva accorgere prima?

“Non sfuggirà che è da tem-po che parlo della transitorietà dell’impegno politico e che ho chiesto il limite dei due man-dati”.

Due mandati? Si ricorda che l’attuale presidente del-la Regione, Vito De Filippo, che è anche nel suo partito, si trova al terzo mandato?

“Beh, lui è presidente”.E con questo?“Nel senso che è al secondo

Via il vitalizio. Ma dopo di noiProposta di legge contro un “privilegio anacronistico e iniquo”. Però soltanto dalle prossime elezioniIl presidente del consiglio regionale, Vincenzo Folino, spiega perché la svolta non può partire adesso

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I conti in tasca

Di Quinto Orazio Flacco ce n’è sta-to uno solo. Ma la Regione Basilica-ta ha deciso di fare le cose in grande. Perché limitarsi a una sola statua del grande poeta e pensatore originario di Venosa da inviare a Buenos Aires? Carpe diem, si saranno detti all’ente. Facciamone tre.

La prima statua, inviata qualche anno fa, ebbe un brutto incidente alla dogana. No, nulla a che vedere con il contrabbando (e cosa avrebbe potuto contrabbandare Orazio, se non le laga-ne e ceci di cui andava particolarmen-te ghiotto?): semplicemente, si ruppe.

Beh, facciamone un’altra, si dissero amministratori e dirigenti. E così ven-ne spedita un secondo busto del poeta lucano.

Qualche tempo dopo, un rappre-sentante della Regione Basilicata si ac-corse che l’opera d’arte non era espo-sta al pubblico – finalità per la quale era stata voluta, realizzata e donata – ma chiusa nel recinto del Consolato Generale di Rosario, occultata dal ver-de del cortile. Praticamente, nascosta agli occhi di chiunque o quasi. Come

mai? Se lo domandò, l’esponente del-la Regione, e lo domandò a chi l’aveva deciso.

La risposta fu di quelle su cui ci si riflette poi per anni, nel tentativo di capirla: non la possiamo mettere in piazza, altrimenti se la rubano. Al di là della difficoltà di portarsi via un’intera statua, la domanda che nasce è: ma a cosa serve una statua se non a farla ve-dere? Se rappresenta un personaggio da ricordare, e nessuno lo vede, chi se lo ricorda?

In ogni caso, arriviamo ai giorni nostri. La IV Settimana della Basili-cata a Buenos Aires prevede anche l’inaugurazione della statua di Orazio nel “Jardin de Los Poetas”, nel Rosedal de Palermo, quartiere della capitale argentina. Ma perché utilizzare il vec-chio busto, oramai abituatosi al fresco del cortile del Consolato?

Ed ecco la terza statua. Spedita fre-sca fresca dalla Regione. Orazio però era persona dalle abitudini frugali e spartane. Forse avrebbe suggerito di riciclare la seconda statua. Carpe diem.

La storia dei tre Quinto Orazio FlaccoUno rotto, l’altro “nascosto” e il terzo...

Il consolato generale italiano di Buenos Aires: nel cerchio si intravede il busto di Orazio

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dall’8 al 21 novembre 2011 11

I conti in tasca

E ci risiamo. Una nuova ca-rovana di persone che si fanno un bel viaggetto all’estero. Solo che si tratta di persone a cui il viaggio lo paghiamo tutti noi.

In Argentina, a Buenos Aires (nota anche come Baires), dal 5 novembre scorso e fino al 12, si è recata una delegazione della Regione Basilicata composta da 10 (avete letto bene: dieci) persone.

Nulla di illegale, si dirà. Nul-la di illecito. Certo. Ma esisterà anche un’illiceità morale degli atti, a prescindere da quella giu-diziaria.

Se il Paese piange miseria – e la vive quotidianamente – e se la sopportazione per gli sprechi è arrivata quasi alla tracimazio-ne pubblica, perché si continua con questo andazzo? Questo è il pensiero del cittadino medio.

A Buenos Aires si svolge la “IV Settimana della Basilicata”, organizzata dalla Federazione delle Associazioni della Basili-cata in Argentina (Faba), con il patrocinio della Regione Basili-cata.

Annunciata la presenza del presidente della giunta regio-nale, Vito De Filippo (che però pare proprio che non vada) e una “qualificata delegazione”.

Carovana lucana a Buenos Aires

Tra gli eventi, la “presenta-zione turistica” di Matera can-didata a Capitale Europea della Cultura 2019 e un seminario sul Risorgimento nella celebra-zione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, del quale saranno rela-tori Rocco Curcio (ex parlamen-tare del Pci ed ex presidente della Commissione lucani all’e-stero, ma ancora del giro) e il professor Giampaolo D’Andrea, esponente del Pd di cui è stato anche senatore.

Il costo? Robetta: almeno 50.000 euro. Dodicimila per le attività della Commissione lucani all’estero. Ventimila per coinvolgere gli “sportelli Ba-silicata” presenti in America Latina. Diciottomila per la par-tecipazione del dipartimento Agricoltura (presente per un progetto gastronomico).

In tutto, 50.000 euro tondi. A parte – ma questo non si sa – eventuali altre spese non pre-viste nel provvedimento.

Si conoscono i nomi di buo-na parte dei partecipanti: il presidente della commissione dei lucani all’estero Antonio Di Sanza; il componente della commissione Francesco Mol-lica (che è anche consigliere regionale); il dirigente gene-rale del dipartimento Agricol-tura della Regione Basilicata Carmen Santoro; il dirigente Michele Brucoli; il professor Gianpaolo D’Andrea; il sindaco di Matera Salvatore Adduce;

l’attrice Valeria Vaiano del film “Mineurs” di Fulvio Wetzl; il di-rigente dell’ufficio Internazio-nalizzazione della presidenza della giunta Rocco Romaniello.

La decisione è contenuta in una delibera della giunta re-gionale – la n. 938 del 5 luglio scorso – votata dall’esecutivo al completo tranne l’assessore alla Salute Attilio Martorano che era assente.

Il problema di fondo è: c’e-ra proprio assoluto bisogno di questa spesa, adesso? O me-glio: va bene partecipare alla settimana della Basilicata in Ar-gentina – il legame con i lucani all’estero va mantenuto sempre e comunque – ma un paio di rappresentanti della Regione non bastavano?

Il cittadino medio se lo chiede senz’altro, e si chiede se 50.000 euro spesi per proietta-re un film, dare qualche cena e inaugurare una statua non si-ano classificabili sotto la voce “spreco di denaro pubblico”.

La risposta ovviamente è la-sciata al lettore. Che – di quan-do in quando – si trasforma an-che in elettore.

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C’è una norma contenuta nella legge 122/2010 che recita: “A decorrere dal 2011, le spese per missioni non possono superare l’ammontare del 50% della spesa sostenuta nell’anno 2009”.Da quello che alcune fonti qualificate riportano, trattasi di norma che non è stata rispettata dalla Regione Basilicata. La partecipazione alla IV Set-timana della cultura lucana in Argentina è uno dei tanti viaggi che avrebbero portate a sforare abbon-dantemente la limitazione prevista.

Ben dieci persone dalla Regione Basilicata alla IV Settimana dedicata alla cultura lucana

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rilevazione dei prezzi a Potenzawww.adocbasilicata.org

in evidenza i prezzi più bassi - (*) prodotti in offerta Potenza - rilevazione del 03/11/2011Criteri adottati per la rilevazione dei prezzi:• la rilevazione dei prezzi avviene nella città di Potenza;• i prodotti rilevati sono estratti dal paniere di “SMS Consumatori” (www.smsconsumatori.it) in modo da

permettere al consumatore di verificare la “convenienza” o meno del prodotto;• per la pasta di grano duro vengono rilevate le seguenti marche: Barilla, Amato e Divella (tra queste viene

individuata la marca che ha il prezzo inferiore);• il prezzo più basso di ciascun prodotto viene evidenziato;• i prodotti in offerta vengono specificatamente segnalati;

• gli esercizi commerciali sono scelti tra quelli già inseriti nel progetto “Sms Consumatori”;• gli esercizi commerciali che intendono far parte del progetto di rilevazione possono farne richiesta alla sede di

Potenza dell'ADOC Basilicata;• sul nostro sito www.adocbasilicata.org sono riportati tutti i prodotti e tutti gli esercizi commerciali oggetto

della rilevazione;• l'ADOC Basilicata non riceve alcun compenso e/o contributo per tale attività in quanto svolta in maniera

assolutamente volontaristica. Si ringraziano le attività commerciali per la continua disponibilità.

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Caffè "Kimbo macinato fresco" 250 g - 3.19 2.89 2.49 2.00* 2.00* 2.98Biscotti "Gran Turchese" Colussi 400 g 1.39 1.55 1.69 1.75 1.79 1.79 1.69Lasagne all'uovo "Barilla" 500 g 1.94 2.09 1.99 2.19 2.08 2.08 1.99Lasagne all'uovo "Divella" 500 g 1.50 1.54 1.39 1.49 1.75 1.75 1.49Lasagne all'uovo "Granoro" 500 g - - 1.55 1.44 - - 1.59Mortadella 1 Kg 7.50 11.90 8.90 8.90 8.79 6.50* 8.90Fior di latte 1 Kg - 8.90 7.90 8.90 7.99 7.50 7.30Pollo intero 1 Kg 3.29 3.30 4.50 - 3.99 4.20 3.80Bieta 1 Kg - 0.98* 1.79 1.39 1.99 1.69 1.39Radicchio 1 Kg - 2.98 4.99 - - 6.59 -Verza 1 pezzo - 0.98* 1.59 1.50 1.49 0.99 1.39Clementine 1 Kg 1.19 2.38 - 0.89* 1.49 1.45 1.99Mele 1 Kg 0.79 0.98* 1.19 1.39 1.49 0.99 0.99Pere 1 Kg 1.49 1.98 1.59 0.99* 1.89 1.39 1.19Noci 1 Kg - - 2.69 - - 3.99 -

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dall’8 al 21 novembre 2011 13

Fotografa la nostra città, i luoghi brutti, ma anche quelli belli,

ed inviaci le foto ed un breve commento a:[email protected]

Potenza Potenza,che bella città...

Altra discarica abusiva a BucalettoL’emergenza rifiuti sta

diventando sempre più gra-ve, le strade di Potenza sono sempre più spesso trasforma-te in discariche a cielo aperto, quello che eravamo abituati a vedere in tv lo stiamo vivendo in diretta.

Senza volerci avventurare in ragionamenti politici circa la validità del piano provin-ciale dei rifiuti, lasciamo ai lettori valutare come i nostri politici hanno “lavorato” in questo settore, ci limitiamo a prendere atto che la città non è più quella dei decenni passati quando il sistema di raccolta dei rifiuti funzionava a mera-viglia, le strade erano sempre pulite, le scarpate venivano periodicamente bonificate.

Con l’aumento dei costi a carico dei contribuenti,la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani pagata dai poten-tini quest’anno s’è arricchita di una nuova voce (maggiora-zione e addizionale ECA), non corrisponde un miglioramento del servizio e la popolazione deve convivere con emergenze più o meno frequenti e deve farsi capace che deve accon-tentarsi di quello che passa il convento.

Bisogna però stigmatizzare il comportamento di una mi-noranza di potentini che con-tinua a tenere comportamenti scellerati, non solo non prov-vede a differenziare i rifiuti domestici (non è raro consta-re che nei bidoni per i rifiuti “normali” vengono depositati vetro, carta che possono essere tranquillamente essere deposi-tati negli appositi contenitori posizionati a fianco) continua a disperdere rifiuti d’ogni ge-nere, dai pneumatici agli elet-trodomestici ignorando che a Gallitello c’è l’isola ecologica dell’ACTA che raccoglie gratui-tamente questo tipo di rifiuti.

Non ha prodotto risultati l’iniziativa dell’ACTA che ha qualificato 6 suoi dipendenti facendoli diventare Ispettori Ambientali, sono passati due mesi dalla loro istituzione e non si hanno notizie di san-zioni comminate ne si nota un cambiamento di abitudini da parte di questi sciagurati concittadini che continuano a sporcare ed inquinare come prima.

Un discorso a parte meri-ta l’abbandono di rifiuti e so-stanze pericolose, in questo caso il reato commesso da chi li abbandona è di tipo penale.

VIVI-POTENZAVivere la città di Potenza.

Proposte, proteste e suggerimenti.La piazza virtuale dei potentini.vivi-potenza.ilcannocchiale.it

Raccogliamo la segnalazione di alcuni abitanti di Bucaletto che lamentano una situazione insostenibile per quanto con-cerne la pulizia del quartiere e il deposito di rifiuti un po’ dap-pertutto.

Un caso particolare lo pos-siamo riscontrare all’ingresso di Bucaletto, all’uscita della Basentana, a poche decine di metri delle costruende “torri gemelle”, sulla destra, prima di

svoltare a destra, c’è uno slargo ove gli insozzatori usano de-positare rifiuti d’ogni genere. Più volte in passato sono stati abbandonati rifiuti e masseri-zie che poi sono state rimosse. Ma non si fa in tempo a to-gliere porcherie d’ogni genere che nuovi rifiuti prendono il posto di quelli recuperati. Da circa tre mesi sono state de-positate alcune lastre di eter-nit, sicuramente una vecchia copertura, poco più in la una

canna fumaria, anch’essa in eternit, sotto alcuni alberi un vecchio divano, non mancano i soliti pneumatici e sacchetti di spazzatura domestica. Non è uno spettacolo piacevole ma, soprattutto, c’è preoccupazio-ne per le fibre d’amianto libe-rate dall’eternit, polveri che se respirate possono procurare malattie molto gravi.

A pochi metri da questa di-scarica ci sono i prefabbricati e

sono gli occupanti delle “barac-che” a chiedere con forza che si provveda a ripulire quell’area e a smaltire secondo le vigenti normative i manufatti d’amian-to, anche se in cuor loro già san-no che gli impenitenti inquina-tori torneranno a colpire.

dall’8 al 21 novembre [email protected]

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caldi così come ella considera la vita: “né bianca e né nera ma è fatta di tinte intermedie: opposizione di forze con-trarie”. Apprezzata e stimata la si vede anche, con alcune opere, nella Galleria on-line Saatchi di Londra. Numerosi i confatti anche su Facebook.

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per lo spiritodi Maria De Carlo

La vignettadi Mario Bochicchio

mariobochicchio.blogspot.com

L’arte e gli artisti sono un dono prezioso del cielo all’u-manità. Essi ci aiutano a vedere la realtà con occhi diversi. Tra i tanti artisti lucani e potentini, Patrizia Monacò “posseduta da un’inces-sante energia creativa”, come lei stessa ci racconta, ci permette di attraversare il mondo che ci cir-conda attraverso la profondità del nostro animo.

In collaborazione con la libreria Ubik di via Pretoria (n.30) alcuni suoi quadri sono stati esposti in una Mostra dal titolo: “Rain on the rock”... pioggia sulla roc-cia. È stato possibile “viaggiare” nel nostro profondo mondo in compagnia di Monacò e lasciarsi bagnare da quella pioggia sulla roccia che “scivola e incide, scrive e canta... racconta cicli e metamor-fosi – spiega l’artista - imprigiona tracce e culture... s’innalza e si sfal-da, subisce erosioni climatiche e umane... Tra le rocce e il cielo si ag-grappano smanie e sfide, ma il flus-so incantatorio delle acque, ammo-nisce e rinfranca, accenna versi, sussurra arie atemporali... e l’uomo non vede, non ascolta... non sen-te... la pioggia sulla roccia...”.

Monacò ci invita ad “ascoltare” e a “riflettere”. Ci invita a fare spazio dentro di noi e a trovare tempo per la contemplazione della vita. Monacò è l’artista del profondo ma è anche una persona amica, sincera, schietta e im-mediata così come la tecnica delle sue opere (il dripping), quel “gocciolare” dei colori su tela nella loro bellezza e profondità.I suoi sono toni intensi e

Il dono del cielo all’umanità

[email protected] • 0971 46 94 66

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Londra Le 20enni guadagnano più dei loro coetanei

Stop al divario retributivo tra uo-mini e donne in Gran Bretagna. Al-meno tra i 20enni. Per la prima volta nella storia le donne tra i 22 e 29 anni guadagnano in media un po’ più di10 sterline l’ora. I coetanei un po’ meno.

Oslo È la Norvegia il paese con meno diseguaglianze

Lo dice il rapporto Onu sull’Indice di Sviluppo Umano (Isu). La Norvegia guida la classifica dei Paesi più “equi”, mentre gli Usa scivolano dal 4° al 23° posto. Il continente più “diseguale” per il reddito è invece l’America Latina.

Londra Gb, divorzi troppo cari. Arriva quello “fai da te”

Il sistema consentirà alle coppie di divorziare e provvedere agli accordi per il mantenimento dei figli senza ricorrere ad avvocati o passare da un tribunale. Obiettivo: risparmiare sul-le spese legali e snellire il lavoro della giustizia.

Parigi Volume più basso per gli spot in tv

In Francia le pubblicità dovranno-abbassare il volume. La decisione è del Consiglio superiore dell’audiovisivo (CSA): l’ente governativo riceveva una media di tre denunce a settimana dai telespettatori indignati.

Mosca Ostriche e tv al plasma. Celle extra lusso per boss

In un penitenziario della regione del Volga dentro le celle di due presun-ti capi mafiosi c’erano: tv al plasma, l’acquario, un bar con vodka e cognac d’importazione e un frigo zeppo di cibi costosi. Aperta un’inchiesta.

è successosul pianeta Terra

Trieste Crisi economica, im-prenditore si denuda sul Cor-riere per protesta

Soltanto qualche settimana fa aveva fatto parlare la scelta di Diego Della Valle di acquistare una pagina su diversi giornali per protestare contro la classe politica italiana, ma ora un altro imprenditore, forse perché meno noto del patron della Tod’s, ha deciso di reinterpretare la protesta in una forma decisamente più d’effetto. Enrico Frare, tito-lare della E-Group, ha infatti comprato una pagina del Corriere della Sera ed ha posato nudo in un manifesto che intende dimostra-re il disagio della categoria di fronte alla crisi economica.

Lo slogan che accompagna la provoca-toria fotografia, infatti, recita: “Ogni giorno in Italia un imprenditore rischia di rimanere senza mutande”. E Enrico Frare ha spiegato: “Per chi come me cerca di portare avanti il made in Italy la situazione non è più sosteni-bile. C’è chi mi chiede perché non delocaliz-zo: ma io voglio investire qui”. L’imprendito-re, che opera nel settore dell’abbigliamento sportivo, ha poi denunciato: “Le banche anche a fronte di garanzie non concedono più nulla. La conseguenza sono meno in-vestimenti in ricerca, sviluppo del prodotto, ritardi nella consegna e produttività in calo”. “Il governo – ammonisce infine Frare – deve muoversi subito per non rischiare la fuga delle imprese che hanno fatto la fortuna del nostro territorio”.

Salt Lake City Si ribalta camion, 20 milioni di api in fuga

Un tir che trasportava 450 alveari, ciascuno con 45 mila api, si è ribalta-to su un’autostrada nello Utah, negli Usa. L’autostrada è stata chiusaper ore per permettere agli apicoltori di recu-perare le api fuggite, circa 20 milioni.

New York Perfomance estrema: “Partorirò in vetrina”

Marni Kotak ha deciso di tra-sformare la nascita del figlio in una performance:“The Birth of Baby X” (“La nascita di Baby X”). Ha trasfor-mato il suo atelier in sala parto e darà alla luce il figlio “in vetrina”. Con lei ci sarà un’ostetrica.

Montevideo Uruguay, primo re-sort “tutto incluso” per nudisti

A 25 km daPunta de l’Este è stato inaugurato il Chihuaha Resort. È il pri-mo hotel naturista (4 stelle superior) ad applicare la politica del “tutto com-preso”, in Sudamerica. Clienti sono attesi da tutto il mondo.

Pechino Cina, pubblicità sexy vie-tate su radio e tv

Lo ha deciso una commissione sta-tale che ha anche imposto regole più rigide sulla quantità degli spot in ge-nerale. Il nuovo regolamento restringe sempre di più qualsiasi forma pubblici-taria nelPaese.

New Delhi India, il 60% delle donne non ha il wc in casa

Il 58% di coloro che non hanno un gabinetto nel mondo vive in India, calcola l’Unicef. Il governo indiano ha denunciato che le più colpite sono le donne: il 60% deve fare i propri bisogni nei campi. Con gravi conseguenze per la salute.

Pechino Steve Jobs sull’iPhone. Spopolano le cover false

Boom di vendite in Cina per le fal-se cover degli iPhone con le immagini di Steve Jobs, il fondatore della Apple morto di cancro lo scorso 5 ottobre. Co-stano dai 20 ai 198 yuan, ovvero dai 3 ai 25 euro.

dall’8 al 21 novembre [email protected]

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Lo Stato Italiano non ha soldi e taglia. Taglia su pen-sioni, stipendi, sanità, aiuti so-ciali, sicurezza: taglia su tutto, ma non sui contributi per l’e-ditoria. Ogni anno centinaia di milioni di euro (nostri) vanno nelle tasche di pochi editori, di destra e di sinistra, laici e catto-lici, padani e persino stranieri, l’mportante è che siano “amici” di qualche politico. Così anche quest’anno tutti noi pagheremo una parte di tasse per finanzia-re giornali che non leggeremo mai. Assurdo: Giornale Lucano lo leggi e non lo paghi, queste testate invece le paghi e non le leggi!

IL PAESE DEI FURBIPer questi editori, sovvenzio-

nati da noi, il rischio d’impresa non esiste, lo Stato gli rimbor-sa fino anche al 60% dei costi. Sono testate giornalistiche che senza cospicui e continui aiuti non reggerebbero mai il mercato. E a questi soldi bisogna poi aggiungere quelli elargiti indiretta-mente: pagine pubbli-citarie per centinaia di milioni di euro vengo-no comprate su questi giornali da enti e società controllate dalla politica o che dai politici devono avere determinati favori. Giornali e giornalisti per-dono così ogni autono-mia e il loro fine diventa urlare “informazione di parte”, l’una contro l’al-

tra, l’importante è alzare i toni in modo da confondere i lettori, farli diventare “tifo-si”, allontanarli da scomode verità. Il nostro paese è un esempio unico di commistio-ne tra politica, affari e infor-mazione, così le lobby, legate ai partiti, riescono ad eserci-tare un controllo totale.

STAMPA: LA LIBERTA’ NE-GATA

L’Istituto statunitense Freedom House da anni sti-la la classifica dei paesi dove la stampa è più libera. E da

anni l’Italia è sempre inserita tra i paesi a “parziale libertà” di stampa, equiparata a molte na-zioni africane.

I GRANDI PROFES-SIONISTI DEL CON-TRIBUTO PUBBLICO

Guardando la clas-sifica dei giornali più finanziati appare su-bito evidente che sono proprio quelli che si riempiono la bocca di parole come libertà, giustizia, democrazia. Mancano nella classi-fica dei più finanziati i giornali Libero e Il Riformista, che negli anni precedenti erano tra i primissimi posti per soldi “succhiati”. Le due testate, en-trambe ricollegabili al senatore Antonio Angelucci, dovranno restituire i circa 43 milioni di euro di con-tributi percepiti negli anni 2006-2010, per aver omesso informazioni rela-tive al loro assetto societario.

Altro senatore legato alle provvidenze per l’editoria è Giuseppe Ciarrapico, editore di alcune testate diffuse nel centro Italia: secondo la Corte dei Conti avrebbe percepito indebitamen-te 45 milioni di euro di contribu-ti pubblici per l’editoria.

SOLDI (NOSTRI) PER TUTTIQuest’anno la medaglia d’oro

come la testata meno indipen-dente va a L’Unità, giornale fa-moso anche per aver stipendia-

to profumatamente giornalisti che scrive-vano 1 articolo ogni 2 mesi. Nemmeno La Padania disde-gna i circa 3 milioni e mezzo di euro che arrivano da “Roma ladrona”. Così come Il Foglio di Giuliano Ferrara, un vero gio-iello in fatto di legami tra politica e informa-zione. Solo 2 milioni e mezzo di euro invece per l’ormai famoso Valter Lavitola e il suo L’Avanti. Niente male anche i comunisti de Il Manifesto a cui sono andati più di 3,7 milioni di euro

Tra le varie te-state finanziate de-gne di cronaca, non fosse altro che per l’originalità, trovia-mo anche Romanista

(giornale che parla della Roma calcio), Chitarre, Motocross, Mare e Monti, Sabato sera, Corriere canadese, Primorsky Dnevnik (quasi 3 milioni di euro), Suono Stereo Hi fi, Distri-buzione carburanti, Car audio e Fm, Buddismo e società, Lam-pade viventi nella Chiesa, Italia ornitologica. Tutti giornali che paghiamo anche noi.

[Stefano Carugno]

...e noi paghiamo

La “casta” stampata mangiasoldi

Contributi dello Stato relativi all’anno 2010 (in euro)

IL GIORNALE LUCANONON TI COSTA NULLA

E NON PRENDE CONTRIBUTIPER L’EDITORIA

SENZA COSTOSENZA CASTA