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The 4th generation of Liofol adhesives sets newstandards for flexible food package safety

Da oltre 130 anni, con la sua attività Henkel perseguelo Sviluppo Sostenibile

Sostenibilità e Responsabilità Sociale d'Impresadue valori nel DNA di Henkel

Sul sito www.henkel.it è disponibile il rapporto aziendale sullo Sviluppo Sostenibile

Henkel Italia S.p.A. - Via Amoretti 78, 20157 Milano

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Siamo consapevoli della necessità di rispettare l'ambiente e di minimizzarel'impatto ambientale dei nostri prodotti.

La ricerca delle nostre aziende è orientata verso la riduzione della quantitàd'imballo necessaria, l'uso di materiali a ridotto impatto ambientale, il rispet-to della legislazione cogente, pur garantendo i requisiti di conservazione e igie-ne dei prodotti imballati.

Non condividiamo la posizione, molto diffusa oggigiorno, di chi vede nell'im-ballaggio, in particolare flessibile, solo un rifiuto senza nessuna utilità identifi-candolo solo come un mezzo di promozione commerciale.

Chiediamo che venga riconosciuto il valore tecnologico del nostro prodotto checontribuisce a garantire la sicurezza dei consumatori conservando idoneamente iprodotti alimentari eliminando i rischi igienici e di contaminazione degli alimenti.

Sostenibilità è anche contribuire a minimizzare gli scarti e garantire la corret-ta conservazione dei prodotti per tempi sufficientemente lunghi. In questosenso l'imballaggio flessibile ha sicuramente un ruolo importante.

Un dato ben documentato evidenzia che nei paesi meno sviluppati , dove l'usod'imballaggi e limitato, lo scarto alimentare dovuto a mancanza di sistemi diconservazione, è molto più elevato e ciò incrementa l'impatto ambientale.

In sostanza riteniamo che l'imballo debba essere valutato nella globalità delciclo di vita del prodotto conservato dandogli il giusto peso sai in senso posi-tivo che negativo.

Giflex con i suoi associati si è sempre impegnato per far crescere la cultura delsettore migliorando la qualità del prodotto offerto in tutti i termini compresiquelli ambientali.

La sostenibilità non deve essere solo un requisito commerciale ma deve diven-tare un pensiero ricorrente nell'attività giornaliera di progettazione e produ-zione degli imballaggi flessibili.

Giflex non si limita a parlare, agisce. In materia di sostenibilità ha sempre fattomolto: la creazione di una sezione documentale in collaborazione con enti inter-nazionali per l'aggiornamento di tutte le aziende associate, l'organizzazione dieventi specifici, il supporto a edizioni monografiche, il continuo aggiornamen-to dei propri tecnici. Nel presente e nel futuro si prefigge di fare ancora molto.

Il pensiero concreto di Giflex in tema di sostenibilità ambientale in 10 punti

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IIPrefazione

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Sostenibilità ambientale, rispetto dell'ambiente, imballaggiosostenibile, sono oggi termini ricorrenti nei discorsi di tutti e inparticolar modo dei media e dei mezzi di comunicazione.

Spesso questi termini vengono citati a sproposito, senza che se neconosca il corretto significato oppure senza che la definizione sia con-divisa, creando confusione presso l'utilizzatore finale.In tal modo si giunge a definire l'imballaggio, soprattutto presso imedia che non conoscono il settore, come un prodotto inutile e adelevato impatto ambientale, un rifiuto in pratica, senza che si rico-nosca il contributo tecnologico e sociale del packaging soprattutto nelsettore del confezionamento di prodotti alimentari.Per dare il giusto valore all'imballaggio, ed in particolare modo all'im-ballaggio flessibile, che oggi rappresenta una soluzione valida alle pro-blematiche di conservazione dei prodotti alimentari e contribuisce agarantire la sicurezza dei consumatori, Giflex, associazione italianadei produttori d'imballaggio flessibile, ha sostenuto insieme alle sueaziende associate l'iniziativa di Food Packages di pubblicare il pre-sente manuale dedicato all'imballaggio sostenibile.Le aziende di Giflex sono consapevoli del ruolo che riveste il loro pro-dotto nella filiera alimentare, ma non dimenticano per questo l'impor-tanza del rispetto della sostenibilità ambientale, che deve accompa-gnare ogni progetto ed ogni prodotto che viene messo in commercio.In Giflex esiste la convinzione che il migliore risultato in termini disostenibilità potrà essere raggiunto solo quando tutti gli attori dellafiliera avranno acquisito la cultura necessaria ed avranno condiviso ledefinizioni che attengono all'ambiente ed al suo rispetto.Ben vengano pertanto iniziative come queste che contribuiscono inmaniera tangibile a promuovere un pensiero condiviso su cosa debbaessere un imballaggio sostenibile.

Prefazionedi Pietro Lironi - Presidente Giflex

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CONOSCERE PER CAPIRE

1 La sostenibilità ambientale 11.1 Life Cycle Design . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21.2 LCD e imballaggi alimentari . . . . . . . . . . . . . . . . .31.3 Il product-Service System . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41.4 Un caso pratico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .51.5 Sostenibilità socio-culturale . . . . . . . . . . . . . . . . . .61.6 L'innovazione sostenibile . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7

PREVENIRE E INNOVARE

2 Imballaggi alimentari e ambiente 102.1 La prevenzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .122.2 Eco-efficienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .132.3 Come innovare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .142.4 Il riuso in Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .152.5 Il riuso in Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .162.6 Una nuova generazione di imballaggi sostenibili . . . .172.7 La checklist dell'imballaggio sostenibile . . . . . . . . .19

TECNOLOGIA E PROGETTAZIONE

3 Strategie progettuali 213.1 L'ottimizzazione dei materiali . . . . . . . . . . . . . . .243.2 Ottimizzazione peso/volume . . . . . . . . . . . . . . . .273.3 Riciclabilità degli imballaggi . . . . . . . . . . . . . . . .273.4 Imballaggi multifunzionali . . . . . . . . . . . . . . . . . .273.5 Riduzione degli imballaggi di riempimento . . . . . . .293.6 Ottimizzazione del confezionamento . . . . . . . . . . .303.7 Impiego di materiali riciclabili . . . . . . . . . . . . . . .313.8 Maneggiabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .313.9 Riduzione dei tempi di magazzino . . . . . . . . . . . .313.10 Sistemi alternativi di movimentazione interna . . . . .31

Indice

IIIIIIIndice

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IL SUPPORTO DEI DATI

4 LCA - Life Cycle Assessment 334.1 Perché LCA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .344.2 La LCA in sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .354.3 La LCA nel food packaging . . . . . . . . . . . . . . . . .36

STEP BY STEP

5 Il consumatore ambientalmente sostenibile 385.1 Tra il dire e il fare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .395.2 Essere o percepire? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .395.3 Container Lite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .405.4 Conoscere il consumatore . . . . . . . . . . . . . . . . . .41

MATERIE PRIME TRADIZIONALI

6 I materiali 436.1 Il vetro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .436.2 La plastica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .446.3 I metalli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .446.4 Carta e cartoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .476.5 I poliaccoppiati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .476.6 Materiali sotto sperimentazione . . . . . . . . . . . . . .47

MATERIE PRIME INNOVATIVE

7 I Bio-bbased food packages materials 507.1 La terminologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .517.2 L'offerta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .527.3 I processi produttivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .567.4 Le applicazioni nel food . . . . . . . . . . . . . . . . . . .57

COME COMUNICARE

8 Etichettatura ambientale e certificazione 598.1 L'etichettatura ecologica . . . . . . . . . . . . . . . . . .598.2 L'etichettatura per la gestione post consumo . . . . .618.3 Sistemi di gestione ambientale, ISO 14001 . . . . . . .62

BIBLIOGRAFIA 66

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IIVV Imballaggio sostenibile

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Le problematiche ambientali legate al settore alimentare rendo-no sempre più urgente e necessaria una riconsiderazione dell'in-tera filiera in virtù di un'evoluzione verso modelli di produzione

e consumo più sostenibili. Oggi temi come la sostenibilità ambienta-le, lo sviluppo sostenibile, l'eco-compatibilità, sono di grande attuali-tà sia per gli addetti ai lavori che per i consumatori. Potrebbero appa-rire concetti ormai evidenti, quasi banali, ma in realtà non apparealtrettanto chiaro cosa significhi e comporti progettare un prodot-to/servizio che risponda a questi requisiti. Per capire cosa intendiamoper sostenibilità ambientale dobbiamo rifarci al semplice fatto che lacapacità della natura di subire un'azione di disturbo senza uscire dallapropria condizione di equilibrio, ha dei limiti, oltrepassati i qualihanno luogo fenomeni di degrado irreversibili. La sostenibilità ambien-

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Sostenibilità ambientale è l'espressione più in voga del momento. Molto se ne parla ma la vera sfida, oggi, è fornirne una definizione univocae condivisibile. Per capire come affrontare il tema della sostenibilità ènecessario conoscere tutti gli step che portano alla produzione di un bene oall'erogazione di un servizio. Imperativa diventa la conoscenza del Life CycleDesign e del Product-Service System

La sostenibilità ambientale1 COONNOOSSCCEERREE PPEERR CCAAPPIIRREE

1.1 Life Cycle Design1.2 LCD e imballaggi alimentari1.3 Il product-SService System1.4 Un caso pratico1.5 Sostenibilità socio-cculturale1.6 L'innovazione sostenibile

Svilupparsi inmodo sostenibilesignifica, tra l'altro,farsi carico delleconseguenze dellenostre azioni inriferimento allegenerazioni future

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22 Imballaggio sostenibile

tale si riferisce a quelle condizioni sistemiche per cui le attività umanenon superino questi limiti e allo stesso tempo non depauperino ilpatrimonio naturale che verrà trasmesso alle generazioni future.Svilupparsi in modo sostenibile ha quindi una valenza sicuramenteambientale, di protezione e conservazione del patrimonio naturale,ma ha anche una dimensione etico-sociale legata all'equità della dis-tribuzione delle risorse naturali: si fa portavoce del diritto di tutta lapopolazione mondiale (di oggi e di domani, del nord e del sud delmondo) di vivere e godere del nostro stesso eco-sistema, con la stes-sa varietà di specie vegetali e animali.

1.1 Life Cycle DesignCome tradurre questi concetti nell'ambito della progettazione?Sicuramente il primo passo da compiere è adottare un approccio pro-gettuale più sistemico e complesso, volto a considerare un prodottoo un servizio come il risultato di una serie di processi e di un'intera-zione tra diversi attori. Ciò significa guardare al prodotto come aqualcosa di più che un artefatto fisico, considerandolo come l'insiemedi tutti quei processi che lo accompagnano dalla nascita alla morte;infatti è proprio in questi processi che hanno luogo i vari impattiambientali, i quali altro non sono che scambi di flussi di energia/mate-ria ed emissioni/rifiuti tra la sfera artificiale (tecnosfera) e la sferanaturale (biosfera e geosfera). L'approccio del Life Cycle Design, Progettazione del Ciclo di Vita,implica un passaggio dalla progettazione del prodotto in sé, alla pro-gettazione del suo intero ciclo di vita, e quindi del sistema-prodotto(fig.1). L'obiettivo è la minimizzazione degli impatti in termini quan-titativi e qualitativi, a partire dall'estrazione delle materie prime finoallo smaltimento dei rifiuti, a parità di servizio/risultato offerto (unitàfunzionale), poiché ovviamente "l'essere ecologici" non deve toglierenulla alla prestazione/funzione originaria del prodotto. Ed è proprio lafunzione a costituire il riferimento progettuale del Life Cycle Designche, per fare un esempio, prende in considerazione la conservazionedel cibo più che la vaschetta che lo contiene. L'adozione di questoapproccio risulta strategica, dal momento che può aprire le porte ainnovazioni a cui un'ottica più tradizionale, incentrata solo sul pro-dotto, difficilmente potrebbe condurre.

Quando siprogetta è bene

aprire la mente econsiderare tutto il

ciclo di vita delprodotto per il qualesi sta immaginando

l'imballaggio

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33Cap. 1 - La sostenibilità ambientale

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1.2 LCD e imballaggi alimentariNel caso dell'imballaggio, pensare alla funzione prima che al prodot-to ci obbliga a partire un po' più da lontano, a ripensare e conside-rare altri modi per contenere e conservare un prodotto. L'unità diricerca DIS (Design e Innovazione di sistema per la Sostenibilità delPolitecnico di Milano) ha sviluppato cinque linee guida progettualiper il Life Cycle Design:1. minimizzazione delle risorse - usiamo la minor quantità possibile di

risorse energetiche e materie prime; riduciamo ad esempio l'inten-sità materiale dei nostri imballaggi e il consumo energetico perprodurli;

2. scelta di risorse a basso impatto ambientale - orientiamoci versol'uso di fonti energetiche, materie prime e processi eco-compatibi-li; impieghiamo energie e risorse rinnovabili (biopolimeri, PLA, car-tone proveniente da foreste controllate ecc.), materiali riciclati,antimicrobici naturali, bioconservazione, ecc;

3. ottimizzazione della vita dei prodotti - estendiamo la vita dei pro-dotti; laddove opportuno e sensato, progettiamo il reimpiego degliimballaggi per contesti d'uso analoghi o diversi, progettando siste-mi di restituzione e di raccolta (bottiglie in vetro per l'acqua mine-rale); o intensifichiamone l'uso (prodotti multifunzionali, condivisio collettivi);

4. estensione della vita dei materiali - progettiamo per valorizzare imateriali dismessi attraverso il riciclaggio, il recupero energetico oil compostaggio. Progettiamo sistemi di restituzione/raccolta/recu-pero dei rifiuti degli imballaggi e strategie comunicative per unaloro corretta gestione da parte del consumatore;

5. facilitazione del disassemblaggio - rendiamo agevole la separazio-ne tra componenti e materiali diversi per facilitare la loro manu-tenzione/ riparazione o il loro recupero in fase di dismissione.

Il Life Cycle Design è una disciplina abbastanza consolidata e diffusain termini di definizione dei concetti, ma non lo è altrettanto in ter-mini di applicazioni pratiche. Ciò è dovuto alle numerose difficoltàche si incontrano nella progettazione di un intero sistema; al proget-tista non è infatti sempre possibile conoscere tutto al momento della

Un miglioreflusso diinformazioni tratutti gli attori dellafiliera può aiutare ilprogettista atradurre il Life CycleDesign in soluzioniconcrete

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44 Imballaggio sostenibile

progettazione, data la forte frammentazione degli attori lungo le variefasi, e vista la continua evoluzione del contesto tecnologico, norma-tivo e culturale in cui opera. Nel settore dell'imballaggio alimentaresi registrano innovazioni prevalentemente indirizzate alla fase di pro-duzione e di dismissione (materiali e relativi processi produttivi, pro-cessi di riciclaggio e recupero); esiste comunque una buona intera-zione tra attori per ciò che riguarda la gestione dei rifiuti degli imbal-laggi (logistica, raccolta, restituzione, riciclo).

1.3 Il product-SService SystemUn altro approccio potenzialmente interessante in termini ambienta-li, è la progettazione di Sistemi di prodotti-servizi, Product-ServiceSystems, che rappresenta un tema di ricerca a livello internazionalemolto attuale e non ancora consolidato. Il Product-Service System èil risultato di una strategia imprenditoriale che sposta il centro delbusiness dalla progettazione/offerta di prodotti in sé, alla vendita diun sistema integrato di prodotti, servizi e aspetti comunicativi, ingrado di soddisfare una specifica domanda. Questo approccio si fondasulla convinzione che, per talune tipologie di prodotto, ciò che desi-dera il consumatore non è tanto il prodotto in sé, quanto la funzioneche questo assolve, la soddisfazione che offre, il risultato che è ingrado di apportare. Facciamo un esempio, ipotizziamo che una società abbia avviato unnuovo business basato sull'erogazione di un servizio di lavaggio sto-viglie per mense studentesche; partendo dalla soluzione ricercata(avere le stoviglie lavate e riordinate, più che possedere material-mente delle lavastoviglie), l'offerta include tutto ciò che è legato allavaggio: dalla fornitura elettrica alla dotazione delle macchine (cherestano di proprietà del produttore), dal rifornimento deidetersivi/anticalcare/brillantanti al ricollocamento delle stoviglie nelleapposite credenze. Risulta evidente come questo tipo di offerta impli-chi una rete di attori ampia e sinergica, che può coinvolgere l'azien-da fornitrice di energia elettrica, il produttore di elettrodomestici,quello dei prodotti detergenti, ecc. Nel mercato tradizionale (legatoalla semplice vendita dell'elettrodomestico) il produttore delle lava-stoviglie sarebbe motivato a ottimizzare solo i processi legati alla pro-pria fase di intervento, usando ad esempio la minima quantità di

Se invece diprogettare singoli

prodotti siprogettano servizi

integrati è piùsemplice e

convenienteottimizzare tutti i

singoli passaggi checompongono il

processo

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55Cap. 1 - La sostenibilità ambientale

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materie prime in fase di produzione. Nello stesso tempo potrebbe noninteressargli affatto progettare per ridurre i consumi (di energia, didetersivo, di acqua, ecc.) che il suo prodotto avrà durante l'uso, nonessendo coinvolto in questa fase. Verrebbe dunque a mancare unacorrispondenza tra il valore economico per il singolo attore e l'otti-mizzazione delle risorse di tutto il sistema. L'offerta di un simileProduct-Service System, basata sul pagamento a unità di servizio,porterebbe una maggior sinergia di interessi tra gli attori, nell'otti-mizzare costi e consumi lungo l'intero sistema: semplicemente, quan-to meno energia elettrica, detersivi, brillantanti si consumano perunità di servizio, tanto maggiore è il guadagno per tutti. Il valore eco-nomico per ogni singolo attore coinciderebbe con l'ottimizzazionedelle risorse di tutto il sistema. In quest'ottica l'obiettivo dell'innova-zione di sistema è la creazione di nuove forme di relazioni/partners-hip tra gli attori coinvolti; queste relazioni devono essere in grado distabilire una convergenza di interessi economici che si traduca inun'ottimizzazione di sistema (eco-efficienza) e quindi in beneficiambientali. L'esempio presentato fornisce soluzioni, ma anche accessoa dei prodotti che non sono necessariamente di proprietà dell'utente.Anche un'offerta basata sull'accesso (più che possesso) presenta dellepotenzialità in termini di vantaggi ambientali ed economici.

1.4 Un caso praticoUn caso di Product-Service System esistente è quello erogato da Odinorganic vegetables subscription. Si tratta di una società olandese chesi occupa di commercializzare prodotti ortofrutticoli biologici.L'offerta consiste nella consegna settimanale di una confezione difrutta-verdura biologica assortita e selezionata (quantità per 4 gior-ni), con eventuali ricette; l'unità di servizio è costituita da un mixintegrato di prodotti e servizi (frutta, verdura, packaging, raccoltaricette, consegne a domicilio, raccolta degli imballaggi, ecc.). Odin haquindi tutto l'interesse a ottimizzare i processi relativi a tutti questiprodotti e servizi e opera in modo da ridurre i costi di trasporto (sce-gliendo produttori e utenti locali), da minimizzare al massimo gliimballaggi primari e terziari e da evitare sprechi, orientando la sceltadei prodotti secondo l'andamento produttivo (agricolo). È stato cal-colato che per 10'000 famiglie a cui viene venduto questo servizio si

Progettare inmodo sostenibile per l'ambiente puòcoincidere conl'innovazione deimodelli di consumo

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66 Imballaggio sostenibile

ha un risparmio di 350 kg di pesticidi e fertilizzanti, 2652 bilioni diKJ di energia, 23'000 kg di materiali per l'imballaggio e 546'000 ton-nellate per Km di trasporto. Questi sono solo alcuni esempi volti adimostrare il fatto che accanto all'innovazione di prodotto è auspica-bile anche un'innovazione a livello di sistema, che si basi sull'offertadi soluzioni e sull'accesso oltre che sul possesso/vendita di un pro-dotto. Orientare la nostra società verso modelli di produzione e diconsumo sostenibili significa dunque riconsiderare i prodotti e ladomanda in modo più sistemico da un lato, e dall'altro creare nuoveforme di partnership e sinergie tra gli attori coinvolti in un businessspecifico. La sfida rimane sempre la stessa: migliorare la propria offer-ta e la soddisfazione del consumatore, salvaguardando al contempol'ambiente.

1.5 Sostenibilità socio-cculturaleNel mondo del packaging, fatalmente, quando si pensa al concetto disostenibilità si tende a pensare esclusivamente alla dimensione mate-riale del problema e all'ambiente in senso stretto. Quindi alla ridu-zione delle risorse impiegate, al riciclo, al riuso, alla biodegradabilità,al life-cycle-design, all'ottimizzazione logistica. Giusto e sacrosanto,ma l'obiettivo di produrre e consumare in modo più sostenibile non siraggiunge solo attraverso strategie di ecologia ambientale, ma anchedi sostegno e valorizzazione socio-culturale. Il concetto di sostenibili-tà, infatti, comprende anche le dimensioni sociale, economica e cul-turale, e solo considerandole nel loro insieme si può pensare a un'a-zione veramente efficace. In particolare, due sono le parole d'ordineche fanno da cappello a tutte le strategie più interessanti che da qual-che tempo a questa parte si stanno attuando non solo nel mondo deisistemi alimentari: salvaguardia della biodiversità e sostegno allo svi-luppo locale. In modo che il packaging può dare un contributo concreto alle stra-tegie volte alla salvaguardia della biodiversità e allo sviluppo locale?Possiamo innanzitutto affermare che queste strategie si concretizza-no principalmente in azioni di:

valorizzazione della produzione locale, che significa anche salva-guardia di un sapere profondo e distribuito, di chi ne è portatoree della biodiversità dei prodotti;

Sostenibilitàsignifica anche

valorizzazione socio-culturale

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77Cap. 1 - La sostenibilità ambientale

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supporto all'imprenditoria locale legata a queste produzioni;comunicazione delle produzioni stesse e marketing territoriale.

È subito evidente che il packaging, abito del prodotto, può giocareun ruolo fondamentale in questo senso, creando, mutando o elevan-do l'immagine e l'immaginario del prodotto stesso.

1.6 L'innovazione sostenibile Il cibo si trova in corrispondenza di un intreccio particolarmente com-plesso tra continuità e trasformazione caratteristico delle societàindustriali contemporanee: il ruolo del designer nel contribuire a pro-gettarlo è formalmente inedito, ma sostanzialmente coerente con lesue capacità professionali e la natura del tema. Il valore aggiunto diun cibo è la differenza fra il suo potere nutritivo e la sua funzione nonalimentare: in esso viene compresa la parte di sogno, di simbolo, dipotere socializzante e di comodità che veicola. Nell'insieme, questaparte di valore è anche superiore a quella nutritiva, sia in termini dipercezione (e quindi preferenza) di chi consuma, sia di costi che com-pongono il prezzo finale del bene. Da qui deriva la considerazione cheprogettare un cibo non significhi solo farlo buono e sano da un puntodi vista nutrizionale, ma anche farlo apparire buono e sano secondoun principio sinestesico, ed essere buono e sano da un punto di vistapsico-sociale. Il cibo è un'unità inscindibile di materia commestibile, packaging eservizio, da cui l'importanza di riflettere sull'intera esperienza sottesaal consumo di un alimento, poiché il piacere del suo "uso" non risie-de tanto, e soltanto, nel risultato dell'azione (il nutrimento), ma pre-valentemente nel suo svolgimento, nel processo, nella degustazionepercettiva e coreografica. Parlare di design dell'esperienza alimentareè anche un modo di guardare progettualmente attorno e oltre il cibo,per capire come facilitarne l'uso e renderne gradevole l'esperienza. Èun modo per concentrarsi col progetto sulla costruzione della parte divalore emozionale "non nutrizionale" di un sistema-alimentare.Inoltre, ove si voglia fare appello ai valori simbolici e culturali, e quin-di al giudizio critico del consumatore, il progetto deve interveniresulla strategia con cui il sistema-prodotto si presenta nel mercato enella società. Un sistema alimentare è l'insieme di prodotti, servizi e

Il designerattraverso unaprogettazionesostenibile puòrendere il cibobuono da mangiaree da pensare

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88 Imballaggio sostenibile

conoscenza che sta in relazione al complesso degli attori, modi e usiche il cibo stabilisce all'interno di un contesto storico-territoriale. Èuna sorta d'impronta tecnica della cultura alimentare di una società:parlare di design dei sistemi alimentari, invece che di design del cibo,significa quindi focalizzarsi sulle strategie con cui progettare nuovesoluzioni all'interno di strutture di senso esistenti, facenti parte delpatrimonio culturale di una società. Come può, dunque, un designerintervenire sulle qualità distintive di un sistema alimentare? Deve avercura che il risultato sia "buono da mangiare e da pensare". Perché ciòaccada è necessario che il progetto si faccia carico di riflettere sullerelazioni fondamentali "a lungo termine" con il sistema culturale diriferimento, con la dimensione dei valori e quella dell'evoluzione deisistemi produttivi e di consumo che interessano una data realtà socio-tecnica. È questa, in definitiva, la dimensione strategica del progetto: essa èdata, da un lato, dalla necessità di definire orientamenti a lungo ter-mine che partano dall'interpretazione del presente per tracciare sce-nari possibili e auspicabili, e dall'altro dall'ambizione di introdurreinnovazioni in grado di generare realtà di senso condivise e durature,in grado cioè di auto-alimentarsi e adattarsi con flessibilità ai muta-menti del sistema in cui sono inserite. La progettazione strategica èquindi volta a lavorare sul senso di un'innovazione (poi declinata informe di organizzazione, servizi, luoghi e prodotti) in relazione allasfera socio-culturale, e quindi agli aspetti valoriali. Ciò significa pro-gettare scenari, e in particolare riflettere su:

come in uno scenario si concretizzino gli elementi di significato chesi intendono veicolare; come si determini il posizionamento di un'innovazione sul mercato;come un'innovazione possa facilitare l'interazione sociale, pro-muovere la correttezza fra gli attori coinvolti e la trasparenza conil consumatore;come un'innovazione si ponga nei confronti del tema della soste-nibilità ambientale e sociale.

Assunto che le qualità di un sistema alimentare progettabile con uncontributo di design strategico è innanzitutto quello di natura valo-riale che definisce l'identità di una soluzione all'interno del contesto

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99Cap. 1 - La sostenibilità ambientale

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socio-culturale, con particolare riferimento alla dimensione dell'inno-vazione sostenibile, le azioni progettuali auspicabili sono:

supportare i metodi e le condizioni naturali di coltivazione e pre-servazione del prodotto; salvaguardare e valorizzare l'identità locale dei prodotti in quantomanifestazione del patrimonio culturale del territorio, attivando unconfronto costruttivo con la moderna industria alimentare;promuovere la qualità del prodotto come espressione e riconosci-mento di saperi qualificati; promuovere stili alimentari più consapevoli e sani, legati al terri-torio, alla stagionalità e alla conoscenza delle proprie esigenzenutrizionali;predisporre le condizioni per la trasparenza e la correttezza nelrapporto fra produttore e consumatore. Azioni che muovono dauna visione mutidisciplinare del progetto, in cui il designer è postoin relazione con esperti di altre discipline.

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1100 Imballaggio sostenibile

Nessuno più nega che un prodotto dovrà avere un basso impat-to ambientale quando sarà fabbricato, distribuito, usato edismesso. Il concetto di ciclo di vita, che in questo modo s'in-

troduce, porta a considerare l'insieme dei processi (e dei relativiinput e output nella geosfera e nella biosfera) che caratterizzano unprodotto, a partire dall'estrazione delle risorse necessarie per la pro-duzione dei materiali che lo costituiranno, fino all'ultimo dei tratta-menti degli stessi materiali dopo l'uso. Affinché il riferimento con-

L'imballaggio può e dovrebbe essere visto e concepito proprio a partire daibenefici che può dare all'uomo e all'ambiente che lo circonda. Moltiimballaggi permettono di ottimizzare le condizioni di funzionamento; quindi,migliorano "l'eco-efficienza" di un determinato prodotto e ne garantisconol'integrità nelle varie fasi di trasporto, di stoccaggio o di utilizzo. Infineprevengono il danneggiamento e la deperibilità dei beni, ne aumentano lavita media e ne riducono gli scarti, salvaguardando, in questo modo,l'ambiente da un inutile aumento di produzione di prodotti e rifiuti. Ciò non toglie che si debba affrontare con cognizione di causal'ottimizzazione dell'impiego di materiali di imballaggio, la riduzione del loroimpatto sull'ambiente anche nella fase post-consumo.

Imballaggi alimentari eambiente2 PRREEVVEENNIIRREE EE IINNNNOOVVAARREE

2.1 La prevenzione2.2 Eco-eefficienza 2.3 Come innovare2.4 Il riuso in Europa2.5 Il riuso in Italia2.6 Una nuova generazione di imballaggi sostenibili 2.7 La checklist dell'imballaggio sostenibile

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1111Cap. 2 - Imballaggi alimentari e ambiente

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cettuale appena espresso assuma un'effettiva consistenza in relazio-ne alla questione ambientale, esso va ulteriormente precisato. Ladefinizione dell'insieme dei processi (e dei relativi effetti sull'ambien-te) deve riferirsi alla funzione che il prodotto assolve: questo vuoldire che, in una corretta valutazione dell'impatto ambientale, ènecessario aggiungere al ciclo di vita proprio del prodotto gli even-tuali cicli di vita d'altri prodotti, la cui esistenza è funzionale al risul-tato di cui il prodotto è portatore. L'imballaggio, nelle sue varieforme e funzioni, è uno degli esempi più significativi di questi cicli divita aggiuntivi. Questo è dovuto da una parte alla sua trasversalitàrispetto alla maggior parte dei prodotti industriali e, dall'altra, allequestioni ambientali che ha sollevato e alle conseguenti normative inessere o in divenire. In termini di analisi ambientale l'imballaggio è,a tutti gli effetti, un prodotto con un suo ciclo di vita: viene pro-dotto (a partire da una serie di materiali), distribuito, usato e dis-messo. Il suo impatto si ha dunque in tutte le fasi sopra citate. Èd'altro canto evidente che la dismissione è quella che presenta i mag-giori problemi. La ragione di fondo di tutto deriva dal fatto che gliimballaggi sono generalmente prodotti di breve durata e quindi con-tribuiscono in maniera rilevante al crescere del flusso dei rifiuti soli-di. A questo punto potremmo chiederci se gli imballaggi siano con-cettualmente (e non possano essere altro che) un peso del prodottoin termini ambientali. La risposta non è sempre univoca e scontata,ma possiamo partire da un'evidenza contraria e, cioè, che l'imbal-laggio ha dei sicuri vantaggi ambientali.Innanzi tutto, molti imballaggi hanno proprio la funzione di proteg-gerci e di proteggere l'ambiente dalla nocività di alcuni prodotti. Inmolti casi, poi, gli imballaggi permettono di ottimizzare le condizionidi funzionamento e quindi "l'eco-efficienza" di un determinato pro-dotto. Non possiamo, infine, sottovalutare l'importanza che questirivestono nel garantire l'integrità dei prodotti nelle varie fasi di tra-sporto, di stoccaggio o di utilizzo. Gli imballaggi, cioè, prevenendo ildanneggiamento e la deperibilità dei beni, ne aumentano la vitamedia e ne riducono gli scarti, salvaguardando in questo modo l'am-biente da un inutile aumento di produzione di prodotti e rifiuti. Perquanto detto, la tendenza che molte volte porta a considerare l'im-ballaggio un problema aggiuntivo per l'ambiente può e deve essere

L'imballaggioporta sicuri vantaggiambientali

La gestione deirifiuti deve basarsisulla prevenzione

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1122 Imballaggio sostenibile

ribaltata. L'imballaggio, in altri termini, può e dovrebbe essere vistoe concepito proprio a partire dai benefici che può dare all'uomo eall'ambiente che lo circonda. Perché questo accada è però necessario un cambiamento nel modo dipensarlo e produrlo. In realtà la tendenza a ridurre l'impatto ambien-tale degli imballaggi è un processo già avviato, sia in termini di nuovepolitiche e normative, sia in termini di riprogettazione degli imballag-gi e dei sistemi che li caratterizzano. Cercheremo per l'appunto ditracciare le linee fondamentali e i possibili scenari di questa evoluzio-ne. Le argomentazioni partono dal cambiamento di alcune condizioniper gli operatori del settore (nuove normative, crescita del costo dellerisorse e della messa in discarica), per arrivare a definire le possibilistrategie di prevenzione e i diversi livelli di innovazione. È assai miopeaffrontare il problema dei rifiuti, e in particolare quelli da imballaggi,pensando di dover intervenire esclusivamente per la soluzione di unaemergenza. In altri termini gli interventi di ottimizzazione dei proces-si di trattamento dei rifiuti sono importanti (e, per ora, ancora i piùsentiti e sostanzialmente quelli più attuati), ma la soluzione del pro-blema nel medio e nel lungo periodo non può che fondarsi sulla pre-venzione della produzione dei rifiuti medesimi.

2.1 La prevenzioneLa prevenzione consiste nell'ottimizzazione dell'impiego di materialidi imballaggio e nella riduzione del loro impatto sull'ambiente e com-prende tutte le fasi del ciclo di vita di un imballaggio, dalla produ-zione al post-consumo. Quello che si richiede è di intervenire a monte e quindi di agire pre-ventivamente, anziché adottare soluzioni di recupero e rimedio deldanno (soluzioni end-of-pipe). In altri termini, è più eco-efficienteintervenire direttamente sulla progettazione dell'imballaggio piuttostoche attraverso la produzione di (ulteriori) appositi prodotti e proces-si per la bonifica e lo smaltimento dei rifiuti. Il decreto legislativo n.22 del 5 febbraio 1997, meglio conosciutocome decreto Ronchi, ha adeguato la nostra normativa alle direttiveeuropee in materia di gestione dei rifiuti e degli imballaggi in parti-colare. Con estrema chiarezza viene definita una scala di priorità. Inlinea con le indicazioni europee e con quanto abbiamo esposto sopra,

La prevenzionecoinvolge tutto il

ciclo di vitadell'imballaggio

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1133Cap. 2 - Imballaggi alimentari e ambiente

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l'articolo 3 di questo decreto precisa che la "prevenzione nella produ-zione dei rifiuti" deve essere intesa come l'attività prioritaria.Seguono, in ordine decrescente di priorità, il riciclaggio e la combu-stione ("recupero dei rifiuti", articolo 4) e quindi, come interventoresiduale, la messa in discarica e i relativi trattamenti ("smaltimentodei rifiuti", articolo 5). Un'attenzione particolare è dedicata agliimballaggi negli articoli 36, 37 e 42. Quest'ultimo articolo descrive inparticolare le attività e il ruolo del Consorzio Nazionale degliImballaggi (CONAI). Nonostante la prevenzione sia, all'interno deldocumento ministeriale, ripetutamente (e giustamente) propostacome la strada maestra per affrontare il problema dei rifiuti, questamateria non viene poi trattata con la dovuta efficacia. In altri termi-ni, i tempi, i modi, i ruoli e le responsabilità dei vari attori, nonché lesanzioni per gli inadempienti, non sono sufficientemente precisi in ter-mini operativi. La formulazione di questo decreto, per quanto benimpostata, risulta probabilmente più efficace sulle azioni di recuperoe di smaltimento dei rifiuti, che non sulla prevenzione.

2.2 Eco-eefficienza A livello imprenditoriale, fino ad ora, le attenzioni e le azioni sono staterivolte sostanzialmente ai sistemi di smaltimento e/o valorizzazione deimateriali dismessi. La prevenzione non ha ancora assunto il ruolo guidache dovrebbe avere. Il problema di fondo, per quanto riguarda l'orga-nizzazione e gli interessi economici, è che, nel bene e nel male, laresponsabilità della gestione dei rifiuti (e quindi anche i suoi costi) soli-tamente non è di chi ha progettato e prodotto gli imballaggi. Non esi-ste cioè un interesse diretto a ridurne i rifiuti, se non nel caso di nor-mative specifiche o di particolari accordi tra gli attori economici delciclo di vita di un determinato imballaggio. Questo vuol dire che lariduzione (valorizzazione) dei rifiuti degli imballaggi e dei trattamentidi dismissione non entra necessariamente negli obiettivi d'impresa. Delresto è vero che materiali ed energia, avendo un costo economico, oltreche ambientale, indirizzano a una riduzione del loro uso; vi è quindi unaspinta indiretta anche verso la prevenzione dei rifiuti degli imballaggi.Il valore delle materie prime è peraltro destinato a crescere in ragio-ne della riduzione della loro disponibilità. Inoltre, il trattamento delleemissioni e dei rifiuti ha un costo in costante crescita. Infine, il qua-

Bisognaprevenire a partiredalla progettazione

Scelteambientalmentesostenibili possonocoincidere con unrisparmio economico

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1144 Imballaggio sostenibile

dro normativo e l'aumento della coscienza ambientale dei consuma-tori, congiuntamente a quanto detto sopra, spingerà sempre più versol'obiettivo della prevenzione. In altri termini, considerazioni di ridu-zione dell'impatto ambientale degli imballaggi sull'intero ciclo di vitasono e diventeranno sempre più interessanti chiavi strategiche e dicompetitività imprenditoriale.

2.3 Come innovareL'intervento e l'innovazione possono aver luogo su più livelli. Questaosservazione è significativa, perché il livello di intervento determinaanche il grado di incisività e quindi il potenziale di miglioramento delleprestazioni ambientali. In questa ottica ci sembra utile distinguere duelivelli che possono essere più o meno interdipendenti e tra i quali pos-sono trovarsi diverse situazioni intermedie: design di un nuovo imbal-laggio e innovazione del sistema distributivo. Se parliamo di design di un nuovo imballaggio, i cambiamenti sonosulla forma o sul tipo dei materiali, in un sistema distributivo che nonmuta nel complesso la sua fisionomia. Intendiamo, per esempio, fareriferimento alle varie e possibili operazioni di riduzione della quantità edei volumi dei materiali, alla sostituzione di materiali pericolosi con altria minor impatto, alla selezione dei materiali e alla scelta della formadegli imballaggi che ne facilitino la raccolta e il riciclaggio. Questi inter-venti sono sicuramente interessanti e utili per l'ambiente. La sfida postadalla transizione verso una società sostenibile richiede però dei cam-biamenti profondi. Questo vuoI dire che gli interventi devono avvenirenon solo sull'imballaggio ma anche a livello del sistema complessivo sucui si trovano a operare. Le innovazioni sistemiche di cui stiamo par-lando sono quelle caratterizzate da cambiamenti negli schemi delle rela-zioni interindustriali (che portano alla creazione di nuove partnership),nelle consuetudini di consumo degli utenti finali e nelle relazioni traquesti e i distributori. Alcuni interessanti terreni su cui innovare e sucui trovare opportunità di sviluppo per nuovi tipi di prodotti e servizipossono essere i seguenti:

i sistemi a rendere;i sistemi refill; i sistemi con macchine erogatrici; i sistemi di approvvigionamento e imballaggio regionale.

Innovare deveessere un obiettivo

di filiera

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1155Cap. 2 - Imballaggi alimentari e ambiente

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2.4 Il riuso in EuropaQual è la posizione della Commissione Europea? A rispondere è unodei capitoli del Dossier Prevenzione 2007 edito da CONAI che tracciauna panoramica approfondita dell'argomento. I sistemi di riutilizzodegli imballaggi funzionano molto bene nel caso degli imballaggi per iltrasporto. Tuttavia, il dibattito sul riutilizzo degli imballagginell'Unione europea verte per lo più sugli imballaggi delle bevande dilargo consumo (che in peso rappresentano circa il 20% del totale degliimballaggi). La questione se gli imballaggi riutilizzabili delle bevandedi largo consumo siano preferibili agli imballaggi a perdere, e in qualiproporzioni, suscita dibattiti animati. Sull'argomento sono stati realiz-zati numerosi studi di valutazione del ciclo di vita. La maggior partedegli studi giunge alla conclusione che gli imballaggi riutilizzabili sonopiù adatti in caso di distanze di trasporto brevi e di tassi di restitu-zione elevati, mentre gli imballaggi a perdere sono preferibili nel casodi distanze di trasporto maggiori e di tassi di restituzione bassi.In tale contesto, non sembra al momento né possibile né opportunoproporre misure armonizzate per incoraggiare il ricorso agli imballag-gi riutilizzabili per le bevande di largo consumo a livello comunitario.Tuttavia, vi sono indicazioni di una sempre maggiore compartimen-tazione del settore delle bevande nel mercato interno, a causa dellemisure adottate unilateralmente a livello degli Stati membri per farfronte ai problemi ambientali legati agli imballaggi. Per esempio, isistemi a ricarica sono più difficili da applicare nel caso di lunghedistanze e possono comportare costi aggiuntivi per gli importatori chedevono adattare i loro imballaggi alle specifiche di mercato di ognisingolo Stato membro. Di norma, se adeguatamente concepite, le dis-posizioni nazionali che incoraggiano il ricorso agli imballaggi riutiliz-zabili si traducono in benefici per l'ambiente. D'altra parte, misure diquesto tipo possono avere un impatto sul mercato interno. Trovare ilgiusto equilibrio tra interessi economici e sfide ambientali rimane unodei compiti principali del settore. Una delle prime ragioni di disomo-geneità nell'impostazione di diverse politiche di gestione degli imbal-laggi è quella collegata al territorio nazionale, alle sue dimensioni ealle relazioni economiche che vi si intrecciano. In nazioni di piccoledimensioni e con strutture produttive limitate e centralizzate, i siste-

Gli imballaggiriutilizzabili sonoadatti in caso ditrasporti con brevidistanze

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1166 Imballaggio sostenibile

mi di riutilizzo di packaging primario hanno spesso avuto un ruolo piùsignificativo, non fosse altro che per la più ridotta scala dei trasportiimplicati. O almeno ciò è stato vero storicamente, nelle economie cheancora non erano globalizzate, come invece oggi tendono ad essere intutto il territorio europeo. La diversa impostazione culturale, le diver-se abitudini sociali e i diversi stili di vita sedimentati nei paesi (ovvia-mente collegati alla condizione geografica e storica) sono un altro ele-mento che pesa sulle scelte di gestione degli imballaggi primari. Oltrealle dimensioni economiche, geografiche e culturali, le politiche di pro-tezione degli imballaggi riutilizzabili sono influenzate anche dalla posi-zione della nazione interessata nello scacchiere geopolitico europeo.Infatti, le forme di penalizzazione normativa degli imballaggi one way(tassazione, obbligo di deposito) possono avere ricadute diverse aseconda della forza "contrattuale" del singolo paese rispetto ai paesiconfinanti, e rispetto all'importanza dei suoi flussi di import - exportdelle merci in questione. Alla luce delle variabili presentate, trova qual-che giustificazione la cautela della Commissione nell'esprimere un giu-dizio complessivo sul concetto di riuso. D'altronde, non è detto che isistemi nazionali, le agenzie ambientali, i governi e la stessa UnioneEuropea debbano continuare a discutere di riuso rincorrendo approcciteorici complessivi, regole generali, formule semplificate e facilmenteapplicabili. È molto probabile che per fare un passo avanti in questamateria sia necessario procedere per segmenti tematici molto più limi-tati e tra loro confrontabili: ricerche specifiche sul riutilizzo nei varicomparti degli imballaggi industriali, confronti tra sistemi di refillabledell'acqua su piccola scala e su distanze limitate, case histories ingrado di fare scuola, e così via. Quando il percorso più semplice risul-ta visibilmente inceppato, analisi e circolazione di informazioni sono,anche nel caso del riuso, il modo migliore per cercare nuove soluzioni.

2.5 Il riuso in ItaliaUna recente ricerca ricostruisce, in maniera quantitativa e qualitati-va, la pratica del riutilizzo degli imballaggi da parte delle imprese ita-liane. La stessa fornisce valutazioni sulla dimensione del parco circo-lante di imballaggi a rendere e fornisce un quadro delle motivazioni edegli ostacoli al riutilizzo, identificando alcune raccomandazioni permigliorarne la pratica. I campi indagati sono quelli degli imballaggi

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1177Cap. 2 - Imballaggi alimentari e ambiente

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per liquidi alimentari, dei pallet, degli imballaggi industriali e degliimballaggi per ortofrutta. L'indagine (che ha coinvolto circa 80 diffe-renti soggetti suddivisi tra produttori, utilizzatori ed esperti del set-tore) è stata attuata attraverso raccolte di dati e interviste. I risulta-ti dicono che, rispetto a una analoga ricerca di tre anni fa, non si rile-va una "tendenza di fondo" sul riutilizzo, ma si possono però delinearealcuni trend specifici, tra i quali:

il riutilizzo è più frequente per imballaggi secondari/terziari che perimballaggi primari; le imprese utilizzatrici che fanno ricorso a imballaggi a renderesono sensibili alle problematiche ambientali e hanno frequente-mente una politica ambientale che fa riferimento alla riduzionedegli imballaggi; il riutilizzo è più frequente nelle situazioni in cui il prodotto èacquistato da imprese anziché consumatori finali; nel caso dei consumatori finali, il riutilizzo è più frequente se il prodot-to viene consumato in un numero ristretto di luoghi (ristoranti, bar);il riutilizzo è pratica diffusa anche in settori (quali la grande distribu-zione) che spesso vengono considerati contrari alla sua penetrazione;il riutilizzo non offre sempre vantaggi significativi in terminiambientali. In particolare, i modelli organizzativi per la logisticadell'imballaggio vuoto possono influenzare in maniera significativail risultato ambientale finale; le motivazioni che spingono le imprese a riutilizzare gli imballaggisono prevalentemente di natura economica diretta o indiretta eorganizzativa. Gli aspetti ambientali giocano un ruolo significativoma non cruciale. Si osserva che tra gli svantaggi percepiti dalleaziende rispetto al riuso primeggiano la complessità della gestio-ne, i prezzi collegati ai circuiti e l'incertezza normativa, mentre trai vantaggi vengono spesso citati le migliori performance ambien-tali e i minori costi di gestione complessiva degli imballaggi.

2.6 Una nuova generazione di imballaggi sostenibili Possiamo continuare a pensare agli imballaggi come necessari, utili ebelli, senza considerare con consapevolezza l'impatto ambientale del-l'insieme degli artefatti che compongono una confezione? Possiamocioè continuare a progettare e produrre sistemi di imballaggio con una

Il riutilizzo è piùfrequente perimballaggi secondarie terziari

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1188 Imballaggio sostenibile

scarsa considerazione delle conseguenze che la loro produzione, il lorotrasporto e la loro dismissione hanno sugli ecosistemi naturali (di cuil'uomo stesso è parte integrante)? Non sta diventando improcrasti-nabile un aggiornamento degli attuali metodi e strumenti progettua-li per avere una nuova generazione di imballaggi realmente e signifi-cativamente più sostenibili per l'ambiente? Le domande sono palese-mente retoriche. E dunque, la risposta è sì. Svariati fattori ci diconoche una integrazione dei requisiti ambientali e dei relativi strumentiprogettuali nei processi di sviluppo degli artefatti in genere è ormaiuna impellente necessità. Alcuni cambiamenti propri del sistema eco-nomico (aumento del costo delle materie prime e della messa in dis-carica), altri cambiamenti introdotti indirettamente dalle nuove nor-mative (principi di responsabilità estesa del produttore, eco-incentivied eco-tasse) e l'aumento della sensibilità del consumatore (scelta diprodotti e imballaggi con ecolabel), favoriranno sempre più, in termi-ni competitivi, chi avrà adottato innovazioni di tipo preventivo sul-l'imballaggio e sul suo sistema. Questo vuol dire che risulteranno avvantaggiate quelle aziende che sinda ora riusciranno a guardare un po' più in là nel tempo e che perprime progetteranno nuovi imballaggi e nuovi sistemi a minor consu-mo di risorse e minor produzione di rifiuti ed emissioni. Questo cam-biamento del quadro normativo, economico e di sensibilità sociale,rende evidente quanto sia non solo necessario, ma anche vincentesotto il profilo imprenditoriale, dotarsi di nuove conoscenze e nuovistrumenti per integrare i requisiti ambientali nella pratica di sviluppodei vari prodotti del settore degli imballaggi. Nuove conoscenze vuoldire, come primo passo, capire quali sono i principali problemiambientali, per identificare le priorità di intervento nelle decisioni enelle scelte progettuali. Dopo aver compreso quali sono i maggioriimpatti ambientali e in quali processi risiedono, bisogna procedere perdotare chi si occupa di sviluppo-prodotti di una serie di strumenti disupporto alla decisione capaci di orientarli nei percorsi decisionali:procedure, linee guida, check list e indicatori, da integrare nei meto-di già presenti nei processi di sviluppo-prodotti e capaci di portare asoluzioni sostenibili sia in temimi ambientali che economici. Perchéquesto avvenga con efficacia è auspicabile un'azione congiunta didiversi attori: da una parte le associazioni di categoria, le aziende e i

Innovare sullastrada della

sostenibilità è ormaiuna necessità

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1199Cap. 2 - Imballaggi alimentari e ambiente

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designer del settore, dall'altra gli istituti di ricerca che già si occupa-no di temi ambientali e che dovrebbero aprirsi al settore specifico degliimballaggi. Dunque uno sforzo per produrre congiuntamente queglistrumenti concettuali e operativi, che possano diventare quanto primae quanto più possibile un nuovo patrimonio comune degli operatori delsistema: per affrontare e vincere la sfida della sostenibilità, non solo intemimi ambientali, ma anche economici e competitivi.

2.7 La checklist dell'imballaggio sostenibile Sono otto i punti da tenere ben presenti quando si ha intenzione diprogettare un imballaggio sostenibile, competitivo e pratico, che siaquindi in grado di attirare e soddisfare il consumatore nel massimorispetto del prodotto e dell'ambiente. 1. Il packaging deve soddisfare le sue funzioni primarie di conteni-

mento, protezione e conservazione del prodotto in condizioni didistribuzione, stoccaggio, vendita e utilizzo ragionevolmente pre-vedibili. È importante che ci sia una totale trasparenza riguardo alciclo di vita del prodotto e del suo imballaggio, e una buona com-prensione degli effetti della loro interazione.

2. La confezione deve raggiungere il suo scopo con la minor quanti-tà possibile di materiale. È necessario trovare il miglior compro-messo tra l'impatto ambientale dell'imballaggio e l'integrità delprodotto: la riduzione del packaging non deve andare a discapitodell'adempimento alle sue funzioni.

3. L'imballaggio ha un ciclo di vita complesso che inizia con la pro-gettazione e la produzione e arriva fino all'utilizzo e allo smalti-mento: la comprensione delle aspettative del consumatore nellevarie fasi del suo ciclo di vita e l'intuizione delle opportunità diinnovazione che ne scaturiscono è la chiave per introdurre cam-biamenti e progettare packaging sempre più efficienti.

4. Nel processo di sviluppo di un nuovo prodotto è utile definire deipassaggi riconosciuti e controllati, identificando esattamente perciascuna fase in quale punto bisogna intervenire e come.

5. Scegliere i materiali con cui il packaging deve essere prodotto è unpunto fondamentale per rendere l'imballaggio più efficiente. Ognimateriale ha i suoi pro e i suoi contro: è necessario riflettere moltoattentamente sulle funzioni specifiche che si richiedono a ciascuna

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2200 Imballaggio sostenibile

confezione e ad ogni suocomponente, e su quanto imateriali possono essereridotti, riciclati e riutilizzati.

6. La "Waste Hierarchy" è unostrumento internazionalmentericonosciuto per la valutazio-ne dell'impatto ambientaledegli imballaggi. Muoversi indirezione dei suoi punti piùalti permette di risparmiaredenaro, materie prime, acquaed energia, e di ridurre l'im-patto totale sull'ambiente.Riduzione, riutilizzo e rici-claggio sono basati sugli ele-menti chiave di questa gerar-chia, e sono i criteri con cuivalutare le nuove confezioni.

7. La legislazione influenza sem-pre di più il mondo del packa-ging, degli scarti alimentari edel riciclaggio. Comprendere etenersi sempre aggiornati suicambiamenti normativi per-mette di risparmiare tempo edenaro, e aiuta a guadagnareun vantaggio competitivo sul mercato. È quindi fondamentale assi-curarsi che i propri imballaggi soddisfino tutti i principali requisitidi qualità previsti dalla legislazione.

8. Le affermazioni relative al rispetto per l'ambiente riportate sulleconfezioni o nelle pubblicità devono essere veritiere, precise edimostrate, ed essere importanti per il prodotto in questione.Devono indicare chiaramente a quale problema ambientale oaspetto del prodotto si riferiscono, essere esplicite sul significatodi ogni simbolo che utilizzano ed esprimersi con un linguaggiosemplice e in linea con le definizioni standard.

Figura 1: Wastee hieerarchy byWRAP

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Dal punto di vista della tutela ambientale, un compito nel futu-ro dello sviluppo dei prodotti deve essere quello di progettareconsiderando l'intero ciclo di vita. La progettazione degli

imballaggi deve integrarsi sempre più in quella del prodotto, con l'o-biettivo di ridurre l'impatto ambientale complessivo. Numerosi casistudio dimostrano che la percezione dei costi reali degli imballagginon è ancora diffusa in molte imprese, soprattutto al di fuori dei set-tori ad alto consumo di imballaggi. Non sono poche le aziende chehanno intrapreso da tempo azioni per ridimensionare gli imballaggi e,quindi, ridurre la produzione dei rifiuti che ne derivano.

2211

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Sia che si parta dalla progettazione di un nuovo imballaggio, sia che sidecida di riprogettarne uno già attestato sul mercato, gli interventi possibiliper migliorarne la sostenibilità sono numerosi. Dall'ottimizzazione deimateriali, alla riciclabilità del manufatto finito, alla riduzione del rapportopeso/volume, la tecnologia offre numerosi spunti di miglioramento.

Strategie progettuali 3 TEECCNNOOLLOOGGIIAA EE PPRROOGGEETTTTAAZZIIOONNEE

3.1 L'ottimizzazione dei materiali3.2 Ottimizzazione peso/volume3.3 Riciclabilità degli imballaggi3.4 Imballaggi multifunzionali 3.5 Riduzione degli imballaggi di riempimento3.6 Ottimizzazione del confezionamento 3.7 Impiego di materiali riciclabili 3.8 Maneggiabilità3.9 Riduzione dei tempi di magazzino3.10 Sistemi alternativi di movimentazione interna

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2222 Imballaggio sostenibile

Le modalità con cui queste forme di prevenzione vengono perseguitevariano tra casi di prevenzione quantitativa (concentrazione del pro-dotto contenuto; ottimizzazione dell'imballaggio dal punto di vistaformale e dimensionale; alleggerimento; riduzione del numero deicomponenti; uso di ricariche) e qualitativa (facilità di compattazione;utilizzo di monomateriale; utilizzo di materiali facilmente riciclabili,biocompostabili e biodegradabili). Nella maggioranza dei casi, imigliori risultati sono stati ottenuti attraverso una riprogettazionemirata dell'imballaggio congiunta a un uso ottimizzato della tecnolo-gia. Molti dei prodotti riprogettati sono stati studiati soprattutto permigliorare le qualità funzionali e comunicative del packaging e la ridu-zione dei rifiuti conseguente è stata solo uno dei vantaggi ottenuti acascata. Un approccio alla prevenzione può avere successo mante-nendo o anche migliorando la funzionalità e il valore d'uso dell'im-ballaggio. Va comunque sottolineato che negli ultimi anni la riduzio-ne dell'overpackaging ha rappresentato un fattore costante nellariprogettazione degli imballaggi, con una chiara inversione di tenden-za rispetto agli anni ottanta. Il caso estremo della minimizzazione èquello dell'eliminazione di alcuni imballaggi (superflui). Tuttavia l'e-liminazione dell'imballaggio può valere solo in casi particolari (anchese potenzialmente significanti).

L'obiettivo deve comunque rimanere quello di minimizzare l'uso deimateriali, compatibilmente con le prestazioni richieste. Alcune consi-derazioni progettuali possono essere fatte per massimizzare la capa-cità dei veicoli (e dei siti di stoccaggio) e, quindi, minimizzare i con-sumi per unità trasportata. In altri termini, attraverso la ridefinizionedella forma dell'imballaggio, è possibile ottimizzare il rapporto volu-me/superficie in relazione a un determinato contenuto. Usare mate-riali rinnovabili o riciclati (singolarmente o accoppiati a materiali ver-gini) è sicuramente interessante. I casi di prodotti ottenuti da mate-riali riciclati sono numerosi. L'uso di materiali biodegradabili puòessere un vantaggio per la fase di dismissione. Abbiamo detto può,per ricondurre la valutazione della qualità dei materiali biodegradabi-li entro corretti parametri ambientali: essi sono interessanti quandoprovengono da risorse rinnovabili e per le applicazioni nelle quali ladecomposizione sia effettivamente un vantaggio, come, ad esempio,l'imballaggio dei rifiuti umidi. Gli imballaggi destinati al riuso devono

Riprogettazionee uso ottimizzato

della tecnologia sonoun'abbinata vincente

per rendere piùsostenibili imballaggi

dal concept datato

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2233Cap. 3 - Strategie progettuali

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Sistema automatico per il riem-pimento di bottiglie riutilizzabi-li: i consumatori beneficerebbe-ro di prezzi più vantaggiosi sce-gliendo di rifornirsi con un simi-le sistema.

Confezione auto-sigillante persalumi e carni cotte.L'imballaggio è stato in questocaso davvero ridotto al minimo,con un conseguente risparmio dimateriali e anche di spazio nelfrigorifero.

Vassoi richiudibili per alimentiporzionati: riducono il materialeutilizzato e gli sprechi di cibo,che può essere adeguatamenteconservato anche dopo l'apertu-ra della confezione.

SRP, Shelf Ready Packaging,sono imballi secondari e soluzionidi packaging pronte per esserecaricate sullo scaffale che punta-no tutte a uno scopo comune:una gestione più efficace deglispazi ridotti sulle scaffalature. Uncaso esemplare di come l'ottimiz-zazione della logistica possa avereuna ricaduta positiva sull'impattoambientale attraverso l'innovazio-ne di un modello distributivo.

Alcuni eeseempi di ideeee peer imballaggi pratici ee innovativi

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2244 Imballaggio sostenibile

essere raccolti e possono essere indirizzati allo stesso uso o a un altro,eventualmente con minori requisiti prestazionali. Non sono rari i casidi riuso di imballaggi secondari e terziari. Più raro è invece il riuso(progettato) di quelli primari. Per alcuni prodotti di consumo il riusoè dato dalla possibilità di ricarica di una loro determinata parte. Neicasi sopra citati può essere necessario progettare così da incrementa-re la resistenza delle parti più soggette all'usura o al danneggiamen-to. Inoltre, accorgimenti progettuali possono essere presi per facilita-re la pulitura prima del riuso (per esempio evitando fessure strette).Uno degli esempi di riuso più evidente è quello delle bottiglie in vetroo in plastica che vengono recuperate e lavate. La circonferenza allabase delle bottiglie deve essere irrobustita per ridurre i rischi di rot-tura dovuti ai vari contatti e agli inevitabili piccoli urti. Infine è pos-sibile estendere la vita dei materiali, ovvero farli vivere oltre la dura-ta degli imballaggi di cui fanno parte. Questa sorta di metempsicosidei materiali dismessi avviene attraverso il riciclaggio oppure permezzo della combustione con recupero energetico. Anche il compo-staggio, per altro, può essere considerato una forma di estensionedella vita dei materiali. Le indicazioni progettuali, in questi casi, devo-no essere rivolte a facilitare le operazioni delle varie fasi del sistemadel riciclaggio e della combustione. È quasi banale dirlo, ma è benescegliere materiali facilmente riciclabili. Per esempio, un termoplasti-co è, con le tecnologie odierne, più riciclabile di un termoindurente.L'acciaio, l'alluminio e il vetro possono recuperare, molto meglio delleplastiche, le loro caratteristiche prestazionali dopo il riciclaggio (sonoin questo senso più riciclabili). Un po' meno scontata è la questionedella facilitazione della raccolta e del trasporto dopo l'uso. Quasisempre è conveniente minimizzare il numero di materiali incompati-bili (imballaggi monomateriali o omomateriali), così da evitare ope-razioni di separazione prima del riciclaggio. Se questo non è possibi-le, l'imballaggio dovrebbe essere progettato così da facilitare la sepa-razione dei materiali incompatibili. Infine è importante identificare(codificare) i materiali per la loro separazione e facilitare altre parti-colari operazioni come, per esempio, la pulitura.

3.1 L'ottimizzazione dei materialiGli interventi in questo campo consistono principalmente in:

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2255Cap. 3 - Strategie progettuali

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alleggerimento e riduzione delle dimensioni degli imballaggi, aparità di prestazioni;introduzione di materiali a più basso impatto ambientale (adesempio materiali biocompostabili).

L'alleggerimento dei materiali segue due diverse impostazioni: lasostituzione di materiali pesanti con materiali leggeri (il vetro con ilPET o il poliaccoppiato, l'acciaio con l'alluminio) e il miglioramentodelle prestazioni dei materiali che permette una riduzione dei pesispecifici. Sulla base di dati CONAI si può osservare, negli ultimi anni,una forte tendenza alla riduzione dei pesi specifici dei materiali diimballaggio largamente diffusa per tutte le diverse tipologie.L'alleggerimento ha riguardato sia i contenitori a perdere che quelli arendere. Secondo dati del Consorzio del Vetro COREVE il peso delcontenitori in vetro si è ridotto mediamente del 9% nel corso deglianni '90, mentre per l'alluminio, nel corso degli ultimi 20 anni, si regi-strano riduzioni in peso variabili tra il 25% e il 40%. In particolarmodo, a parità di prestazioni, si è registrata una riduzione dello spes-sore dei laminati utilizzati e sono state apportate altre innovazioniche hanno consentito di risparmiare materia prima. Per la banda sta-gnata, dal 1988 ad oggi si è avuta una riduzione di circa il 40% deglispessori delle scatolette per prodotti alimentari da 500 grammi e ana-loghi miglioramenti sono stati ottenuti anche per altri formati diimballaggi in acciaio. Sono state conseguite importanti riduzioni inpeso anche per la plastica, che è un materiale già caratterizzato dauna forte leggerezza, per effetto di un miglioramento dei polimeri edel design del prodotto. Nel settore delle materie plastiche, in Italia,nel periodo 1996-1998, si registrano, secondo Unionplast, riduzioni inpeso tra il 12% e il 25% a seconda dei prodotti. Sull'insieme degliimballaggi in PET e in altri materiali plastici, la riduzione è dell'ordi-ne del 18-19%: per le bottiglie in PET (acque minerali e soft drinks)la riduzione è del 26-27%, per i film e le pellicole del 24%, per i sac-chetti del 40%. Per quanto riguarda gli imballaggi a base cellulosica,un caso specifico è rappresentato dal poliaccoppiato, che rappresen-ta una soluzione di confezionamento di elevata razionalità se impie-gato per i liquidi non gassati. La confezione è caratterizzata da unaestrema ottimizzazione del formato, che consente la massima razio-

Alleggerire imateriali. Si puòfare sostituendo ipesanti con piùleggeri o riducendo ipesi specifici

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2266 Imballaggio sostenibile

nalizzazione in fase di trasporto, e da un rapporto peso/volume moltofavorevole (per effetto di una riduzione degli spessori sia del carton-cino, che del film plastico e del foglio di alluminio, ove contenuto).In Italia, il miglioramento delle prestazioni dei materiali ha consenti-to di ridurre in maniera significativa l'impiego di materia prima perunità di prodotto. Contemporaneamente, sono stati introdotti nuovi

- Riduzione del peso- Riduzione del volume- Facilità di compattazione dopo l'uso- Uso di ricariche- Riduzione del numero dei componenti- Facilità di disassemblaggio dei componenti- Riduzione dei formati utilizzati (maggior stan-

dardizzazione)- Riduzione degli scarti di lavorazione- Funzione congiunta di imballaggio secondario e

terziario

Interventi sull'imballag-gio

- Riduzione delle famiglie di materiali utilizzati- Utilizzo di percentuali di materiale riciclato- Utilizzo di materiali compatibili al fine del riciclaggio- Utilizzo di monomateriale al fine di facilitare la

raccolta differenziata- Utilizzo di materiali compostabili o facilmente

biodegradabili o idrosolubili

Interventi sui materiali

- Indicazioni per facilitare e promuovere la raccol-ta differenziata

- Indicazioni sul materiale utilizzato- Indicazioni sul metodo di disassemblaggio e/o di

dismissione

Interventisulla comuni-cazione

- Diffusione di sistemi di riutilizzo degli imballi ditrasporto

- Nascita di società di noleggio

Interventi sulla gestione

Tabeella 1: Alcunee deellee azioni possibili in fasee di progeettazionee peerminimizzaree i rifiuti da imballaggio

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materiali, in primo luogo materiali biocompostabili caratterizzati daproprietà analoghe a quelle dei materiali plastici.

3.2 Ottimizzazione peso/volumeL'ottimizzazione del rapporto peso/volume viene conseguita, oltre checon un alleggerimento del peso dei materiali usati attraverso unmiglioramento delle tecnologie di produzione, anche con interventi didesign e con l'ottimizzazione del processo di riempimento. Nel setto-re delle bottiglie un nuovo design del prodotto ha consentito unamaggiore razionalizzazione dell'impiego del materiale, con una conse-guente riduzione dei pesi specifici. Interventi di re-design di bottigliein plastica per acque minerali hanno infatti dimostrato risparmi dimateriale variabili tra il 5 e il 15%, con miglioramenti anche dal puntodi vista del marketing e della riciclabilità. Anche nel caso delle bottiglie di vetro, sia per olio che per vino, sisegnalano interventi di design che consentono un alleggerimento delprodotto senza riduzione delle prestazioni. Miglioramenti significativisono stati ottenuti, inoltre, nel settore degli imballaggi terziari esecondari. La modifica del sistema di confezionamento multiplo, conl'impiego di fasce adesive rimovibili, ha consentito di impiegare circail 25% in meno del materiale tradizionalmente usato (termoretraibilein polietilene o poliaccoppiato flessibile).

3.3 Riciclabilità degli imballaggiMolte innovazioni sono state dirette a facilitare il riciclo sia degliimballaggi primari che di quelli secondari e terziari. Gli interventi con-sistono principalmente in innovazioni tecnologiche finalizzate a:

produrre imballaggi costituiti da un solo materiale o comunqueprivi di componenti estranee o non riciclabili. Questo approccio èstato seguito soprattutto nel settore plastico e cartario; migliorare le caratteristiche di trasportabilità, di compattabilità edi disassemblaggio per facilitare la raccolta e il recupero degliimballaggi a fine vita.

3.4 Imballaggi multifunzionali L'imballaggio, oltre alle funzioni di contenimento e di trasportabilità,assolve le funzioni di pubblicità e informazione sul prodotto. Su que-

2277Cap. 3 - Strategie progettuali

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Alleggerimentodel peso: è unrisultato conseguitocon successo inimballaggi primari,secondari e terziari

Imballaggimonomaterici ofaciledisassemblaggio: duestrategie permigliorare lariciclabilità

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2288 Imballaggio sostenibile

sta linea è l'applicazione di soluzioni di imballaggio che assommanoquelle di trasporto ed esposizione. Un modello interessante da questo punto di vista sono le ricariche. Inalcuni casi l'introduzione di una nuova soluzione di imballaggio secon-dario ha consentito ulteriori risparmi. La soluzione adottata è stata per esempio un vassoio a "cielo aperto"in cartone con pareti della stessa altezza dei flaconi e un frontaleasportabile. Con questa soluzione si semplificano tutte le fasi di movi-mentazione, dal riempimento in fabbrica fino alla gestione nel puntovendita dove l'imballo di trasporto si trasforma in un espositore. Sideve notare che l'imballaggio "multi funzione" costituisce in molticasi, ad esempio i pallet espositori in cartone, una soluzione "a per-dere". Sono aumentati notevolmente i prodotti esposti negli scaffalidei punti vendita con "vassoi espositori" che permettono di ottenerequattro vantaggi principali:

semplificare il caricamento degli scaffali; ridurre tempi e costi di caricamento degli scaffali nei punti vendi-ta (è evidente che il vassoio espositore evita il caricamento del sin-golo prodotto/referenza); comunicare l'immagine di marca nel punto vendita;ridurre i fuori scorta.

La tendenza emergente è quella di studiare vassoi espositori ergono-mici, che tendono a facilitare il prelievo e la visione del prodotto daparte del consumatore. Inoltre la soluzione ottimale prevede che iripiani superiori degli scaffali siano inclinati verso il basso per miglio-rare ulteriormente visione e prelevamento. Un'altra area rilevante nel-l'ambito del packaging in grado di avere un notevole impatto in ter-mini di riduzione dei costi di logistica distributiva concerne la modu-larità delle soluzioni di packaging. Il nuovo approccio è stato svilup-pato inizialmente in Germania. Nell'ambito dell'Unione Europea laRepubblica Federale Tedesca è il Paese più avanzato per quantoconcerne lo sviluppo di soluzioni logistiche innovative; inoltre, inGermania è massima l'attenzione alla dimensione ecologica dell'im-ballo e le direttive comunitarie sono sempre state stimolate dallanormativa tedesca. Nello specifico, la modularità degli imballi e delpackaging e le dimensioni dei singoli imballi sono state standardizza-

L'attribuzionedella superficie

mediante cartoniespositori è

particolarmenteefficace neii grandipunti vendita, e nei

reparti caratterizzatida elevata rotazione

dei prodotti, per iquali la differenza

tra il costo dellavoro di

riapprovvigionamentoe quello del capitale

investito nellasuperficie di vendita

è molto elevata

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2299Cap. 3 - Strategie progettuali

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te in undici formati predefiniti sottomultipli di una stessa base. Inalcune imprese a succursali tedesche, come ALDI, il 70% dei prodot-ti venduti presenta packaging modulare. Il trend è in aumento e vaestendendosi a numerose altre imprese commerciali. I vantaggi deri-vanti dall'introduzione del packaging modulare sono rilevanti:

aumento della produttività nella misura del 25% sul picking degliordini con pallet e dell'11% sul picking degli ordini con rollcontai-ners (standardizzati); riduzione dei costi di manipolazione delle merci (costi che nelleimprese commerciali possono raggiungere il 10-15% del prezzo divendita al pubblico); robotizzazione dei centri di distribuzione, che è ostacolata di fattoda un'eccessiva eterogeneità dimensionale degli imballi; riduzione del numero dei prodotti danneggiati per la manipolazione.

3.5 Riduzione degli imballaggi di riempimentoUno dei settori di maggiore innovazione è quello degli imballaggi diriempimento. Per la vendita e la movimentazione dei prodotti, siimpiegano, come già evidenziato, quantità importanti di imballaggi diriempimento per evitare gli urti e i danneggiamenti. Il materiale piùlargamente usato, ancora oggi, è il polistirolo espanso, per le sue dotidi leggerezza e di resistenza. Esso è, però, un materiale problematicoin fase di smaltimento, infatti nonostante sia teoricamente riciclabilecomporta costi elevatissimi di trasporto. Negli ultimi anni si sono diffuse soluzioni alternative di grande inte-resse, che si basano su:

alternative di materiali; alternative di progettazione dell'imballaggio del materiale.

Le più importanti alternative al polistirolo espanso sono costituite da:cuscinetti gonfiabili; cuscinetti di carta e cartone; chips di materialibiocompostabili. Gli imballaggi gonfiabili, di recente concezione, sisono diffusi in Italia da pochi anni e sono costituiti, nella maggiorparte dei casi, da una semplice pellicola di polietilene che viene tra-sformata, grazie a termosaldatura, in cuscini singoli o continui pienidi aria. Il prodotto sta conquistando rapidamente aree di mercato per-ché a una buona efficacia protettiva unisce un costo, sia del mate-

È auspicabileproteggere i prodottigrazie a un nuovomodo di pensare agliimballaggi diriempimento

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3300 Imballaggio sostenibile

riale che del confezionamento, largamente inferiore a quello del poli-stirolo e delle sue alternative. Inoltre la riduzione in termini di peso èmolto elevata rispetto a tutti gli altri materiali poiché l'imballaggio ècostituito dall'1% di polietilene e dal 99% di aria.Questo materiale è poi parzialmente riutilizzabile e non pone proble-mi di compattabilità e di riciclabilità. Per tutte queste ragioni gliimballaggi gonfiabili costituiscono una delle innovazioni di maggioreinteresse ambientale, perché in grado di sommare la minimizzazionedei costi con quella degli effetti ambientali. I cuscinetti, chips o stri-sce di carta e cartone consentono un reimpiego del macero, ed hannofunzione protettiva e antiurto. Il loro impiego da un lato crea unnuovo mercato alle fibre di recupero, dall'altro consente una miglio-re riciclabilità del prodotto e può facilitare l'utilizzo di imballaggimonomateriale (scatola di cartone ondulato e riempimento a basecartacea). Chips di materiali biocompostabili a base di amido, mater-bi o carta riciclata, sono una ulteriore alternativa al polistirolo espan-so, caratterizzata da riciclabilità (compostabilità) e da idrosolubilità.

3.6 Ottimizzazione del confezionamento Il miglioramento del processo di confezionamento ha consentito, peri prodotti solidi, di ridurre gli spazi vuoti. Nel settore dei prodotti ali-mentari confezionati in cartone, questi interventi hanno comportatoriduzioni sensibili del peso e del volume della confezione. La diffusio-ne di questi interventi trova oggi una limitazione essenzialmente dimarketing, legata al concetto di "size impression" (un prodotto piùgrande è più visibile e appetibile). Il confezionamento a "volume", anziché a "peso" del prodotto con-sente invece una razionalizzazione del processo di confezionamento epuò determinare risparmi di imballaggi. Per overpackaging si intendequel fenomeno per cui l'imballaggio risulta eccessivo (per massa,volume o costo) rispetto alle effettive esigenze del prodotto che con-tiene e del suo consumatore/utente. Di fatto, ogni soluzione di over-packaging è un fallimento del suo progettista perché, al di là di uneffimero guadagno economico, un packaging sproporzionato fallisceuna delle fondamentali prerogative attese per qualsiasi prodotto omanufatto: quella della sua economicità. Quello dell'overpackaging èun tema serio e importante che è sempre opportuno tenere in atten-

Un obiettivoimportante: ridurre

gli spazi vuoti

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ta considerazione. Il prezzo, il volume e la massa di un oggetto dipackaging sono eccessivi quando risultano sproporzionati rispetto alleeffettive esigenze del prodotto che contengono e alle aspettative(reali, non quelle indotte) del consumatore.

3.7 Impiego di materiali riciclabili L'incremento della quota di materiale riciclato nei prodotti di imbal-laggio è stato costante nel corso degli anni, in maniera particolare nelsettore del cartone dove ha quasi raggiunto livelli di saturazione. Unricorso crescente a materiali di recupero si evidenzia per gli imballag-gi plastici, sia per il polietilene che per il PET, e per quelli in vetro,per i quali è aumentato l'impiego di rottame, mentre resta limitatol'impiego diretto di alluminio da riciclo nella produzione di lattine.

3.8 ManeggiabilitàIl miglioramento della maneggiabilità del prodotto è un interventoindiretto di riduzione del packaging. Il fabbisogno di imballaggi è con-nesso, infatti, al rischio di rottura o danneggiamento, soprattutto infase di trasporto. Una migliore maneggiabilità del prodotto, per effet-to di una modifica del sistema di gestione (ad esempio di pallettizza-zione, di stoccaggio, ecc.) o per una adeguata formazione del perso-nale, può consentire l'eliminazione di imballaggi protettivi non neces-sari. Un caso significativo è costituito dall'adozione delle "manigliet-te" per il trasporto delle confezioni multiple. Questo sistema oltre afornire un servizio al consumatore consente anche di ridurre l'impie-go di imballaggi secondari.

3.9 Riduzione dei tempi di magazzino La riduzione dei tempi di magazzino riduce anche la probabilità cheun certo prodotto venga contaminato o danneggiato e, di conse-guenza, permette di ridurre anche i requisiti prestazionali dell'imbal-laggio. In particolare, in questi casi viene ridotta la necessità dieccessive protezioni del prodotto o di imballaggi molto resistenti allacompressione.

3.10 Sistemi alternativi di movimentazione interna Una parte rilevante degli imballaggi è impiegata nella movimentazio-

3311Cap. 3 - Strategie progettuali

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3322 Imballaggio sostenibile

ne aziendale interna. Si tratta di imballaggi che non sono usati per lacommercializzazione del prodotto, ma soltanto per la loro protezionenella movimentazione interna o per lo stoccaggio. La necessità di uti-lizzarli può essere ridotta modificando proprio i sistemi di movimen-tazione, ad esempio con nastri trasportatori o con sistemi pneumati-ci. Queste soluzioni, oltre a ridurre la quantità di imballaggi, com-portano un significativo risparmio dei tempi di lavoro.

Qual è la funzione principale del packaging da progettare? Senza che questa venga persa, è possibile che formati di confezio-namento alternativi e nuovi materiali possano facilitare iniziativedi riduzione, riutilizzo e riciclo? Come funziona ciascuna parte (comprese etichette e sistemi dichiusura) dell'imballaggio? È possibile combinare funzioni o componenti per risparmiare mate-riale e peso? Se si riduce la confezione, cosa si può offrire invece di nuovo alconsumatore? Come è possibile motivarlo e incoraggiarlo ad accettare il cambia-mento?Può l'etichetta avere un ruolo attivo in questo? In che modo i macchinari per il confezionamento e le linee di riem-pimento e distribuzione possono essere modificati per incentivareriduzione, riutilizzo e riciclo degli imballaggi?Si può ottenere una riduzione del peso combinando o eliminandodegli elementi del packaging? Considerando l'intera supply chain: si potrebbe ottenere un imbal-laggio primario più leggero tramite la creazione di imballaggisecondari e/o terziari innovativi in modo da non creare un com-plessivo aumento del peso del packaging o un maggior rischio didanneggiamento per il prodotto?

Tabeella 2: Alcuni spunti di rifleessionee chee possono aiutaree a progeet-taree in modo eecososteenibilee

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Molti pensano che l'approccio di tipo ciclo-vita ai problemiambientali, che possiamo definire genericamente(Environmental) Life Cycle Thinking, sia un'idea recente e

del tutto innovativa. In realtà, le sue origini possono essere collocateverso la fine degli anni '60 (e forse anche prima), quando alcuni ricer-catori che incominciavano ad occuparsi con criteri rigorosamentescientifici del problema del consumo di risorse e della generazione direflui nei processi industriali si resero conto che l'unica strada effica-ce per studiare in maniera completa i sistemi produttivi da un puntodi vista ambientale fosse quella di esaminarne le prestazioni seguen-do passo passo il cammino percorso dalle materie prime, a partiredalla loro estrazione dalla terra, attraverso tutti i processi di trasfor-mazione e di trasporto che esse subiscono, fino al loro ritorno allaterra sotto forma di rifiuti. Ed è lo slogan "from cradle to grave" ecioè "dalla culla alla tomba", a prendere piede per illustrare sintetica-mente i contenuti della metodologia che a poco a poco prende forma,quella dell'analisi del ciclo di vita appunto. Il settore del packaging

Life Cycle Assessment, ovvero la valutazione del ciclo di vita, è unametodologia di analisi per la valutazione dell'eco-efficienza produttivaaccettata dalla comunità scientifica internazionale e promossa ufficialmentedalla Comunità Europea. Di cosa si tratta e soprattutto quali potrebberoessere le motivazioni per spingere anche i piccoli imprenditori a utilizzarla?

4.1 Perché LCA4.2 La LCA in sintesi 4.3 La LCA nel food packaging

LCA - Life CycleAssessment

ILL SSUUPPPPOORRTTOO DDEEII DDAATTII

3333

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4

Il settore delpackagingalimentare è tra iprimi ad averapplicato la LCA aipropri prodotti esistemi

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alimentare è stato tra i primi a cimentarsi con esercizi LCA, soprat-tutto a scopo di confronto tra alternative realizzabili con materiali e/otecnologie differenti. Tra questi vale la pena citare gli studi svolti negli anni '70 dai pro-duttori inglesi di birra, dalla The Coca Cola Company e dalla MobilChemical Company. Mentre per quest'ultima l'interesse si concentrònel confronto tra le alternative di imballo di prodotti alimentari fre-schi, per i produttori di bevande inglesi e nordamericani l'obiettivo eradeterminare le conseguenze ambientali della produzione di diversi tipidi contenitori allo scopo di identificare quale materiale (plastica, vetroo alluminio) e quale strategia di impiego a fine vita del contenitore(a perdere o a rendere) fosse energeticamente ed ecologicamentemigliore; vale la pena ricordare che il manager della "funzione packa-ging" alla The Coca Cola Company era in questo periodo HarryTeasley. Fu proprio lui a mettere a punto uno schema analitico for-male per quantificare l'energia, i materiali e le conseguenze ambien-tali dell'intero ciclo di vita di un imballaggio, dall'estrazione dellematerie prime alla messa a discarica. Insieme con il Midwest ResearchInstitute mise a punto lo studio per la Coca Cola Company. Ad ecce-zione di un breve articolo su "Science Magazine" dell'Aprile 1976, irisultati completi dell'analisi non sono mai stati pubblicati a causadella riservatezza delle informazioni contenute, ma furono certamen-te utilizzati nei processi decisionali dell'azienda durante i primi anni'70. Tra questi, è interessante notare il passaggio dal contenitore divetro a quello di plastica; una scelta non facile, soprattutto se tenia-mo conto della pessima reputazione che aveva la plastica in quelperiodo.

4.1 Perché LCAL'applicazione della metodologia LCA in campo macroeconomico èutile dal momento che si tratta di uno strumento particolarmenteadatto a perseguire politiche di sviluppo sostenibile. Basti pensare allaprogettazione e attuazione di un efficace programma di riciclo. Ma ècertamente interessante chiedersi quali siano i motivi che portano allasua applicazione nel settore produttivo privato. Innanzitutto, questostrumento consente all'imprenditore di analizzare le caratteristichedelle proprie attività operative nell'ottica del loro adeguamento alle

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3344 Imballaggio sostenibile

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3355Cap. 4 - LCA - Life Cycle Assessment

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LCA è un validosupporto per lavalutazioneambientale e delrischio

norme di legge e agli standard di riferimento mondiali. LCA è in que-sto senso uno strumento valido e utile per adempiere a una serie diobblighi cogenti e per prevederne di futuri. Ma non è solo nelle normee nel meccanismo di "comando e controllo" che riposano le motiva-zioni che dovrebbero spingere i produttori a effettuare analisi del ciclodi vita dei propri sistemi produttivi. In realtà sia a livello comunitarioche ISO ci si è indirizzati verso l'applicazione di una serie di normevolontaristiche che sono state accolte con favore dai privati. I pro-duttori hanno infatti individuato in un comportamento finalizzato alrisparmio di energia e di materiali, una chiave di volta per migliorarel'efficienza della produzione e per ottenere nuovi vantaggi competiti-vi e una migliore collocazione sul mercato. Ecco perché questa tecni-ca può affermarsi come strumento strategico innovativo a livello indu-striale poiché offrendo un valido metodo di confronto tra diverse pro-duzioni, può divenire in effetti un supporto d'immagine per i proces-si produttivi ad impatto ambientale più limitato. Ma non è tutto. Seintendiamo la LCA come tecnica di management energetico-ambien-tale, sia nella gestione dell'attività industriale, sia a livello ammini-strativo, essa si presta a divenire un nuovo supporto per tecniche con-solidate come la valutazione di impatto ambientale e l'analisi dirischio.

4.2 La LCA in sintesi Un'analisi LCA è composta da una prima fase di Inventario, in cui leinformazioni e i dati raccolti vengono organizzati e convertiti in formastandard per fornire una descrizione completa delle caratteristiche fisi-che del sistema industriale oggetto dello studio. Una successiva fase diInterpretazione mette in relazione i dati fisici dell'inventario con i pro-blemi di carattere ambientale. Infine una fase di Miglioramento vedemodificare il sistema per incrementare la sua eco-efficienza. L'analisi dunque copre l'intero sistema di prodotto, dall'estrazionedelle materie prime, alla manifattura, fino alle fasi di smaltimento/rici-clo/recupero finale. Il settore degli imballaggi, dietro la spinta degliobiettivi stabiliti dalla direttiva europea 94/62/CE, ha già da qualcheanno preso in considerazione l'applicazione della metodologia di LCAper supportare la comunicazione esterna e attivare le scelte ottimaliriguardo al processo produttivo, alla progettazione dei prodotti e alle

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3366 Imballaggio sostenibile

LCA-eco-design-EPD uno strumento

molto potente perportare avanti azioni

di miglioramentodell'eco-efficienza

dei propriprodotti/servizi e

contemporaneamentedi green marketing

possibilità più vantaggiose per il fine vita (riciclo, recupero energeti-co, smaltimento in discarica, ecc.).

4.3 La LCA nel food packaging In Italia negli ultimi anni si è verificata una crescita di interesse versoquesto strumento, soprattutto per l'attenzione dimostrata da partedei grandi distributori e dai consumatori nei confronti dei materialiutilizzati per realizzare tali imballi e per il loro destino a fine vita.Granarolo nel periodo 2000-2003 ha condotto uno studio LCA riguar-do al sistema che comprende la produzione del contenitore in PET oTetra Rex, il riempimento di latte pastorizzato "Alta Qualità", la dis-tribuzione sul territorio nazionale, il fine vita e la gestione dei resi.L'azienda ha utilizzato l'esperienza sia per tarare meglio le propriestrategie ambientali, sia per supportare il proprio Sistema di GestioneAmbientale. A partire dal 2004, ha deciso di proseguire nell'applica-zione della metodologia LCA ai propri sistemi di confezionamentoprendendo in considerazione i vasetti per lo yogurt realizzati in mate-riali come polistirene, polipropilene, poliaccoppiati e biopolimeri.L'analisi è tuttora in corso ma l'ampio coinvolgimento dei fornitoridimostra come l'azienda voglia utilizzare i risultati per stimolare i pro-pri partner nello sviluppo di contenitori eco-efficienti. Anche sullabase delle spinte di Coop e Esselunga, con lo stesso approccio sonopartite altre grandi aziende italiane alimentari a dimostrazione delfatto che sia possibile applicare la LCA per modificare i progetti esi-stenti di confezionamento a favore di soluzioni più sostenibili (eco-design). Certo, sul fronte del fine vita c'è ancora molto da fare,soprattutto a livello di pubblica amministrazione, ma l'idea di indica-re sulle confezioni quale sia il contributo in termini ambientali di uncorretto comportamento da parte di un utente finale ambientalmen-te consapevole sta stuzzicando diversi produttori. Un altro caso del settore packaging, questa volta dal punto di vistadelle macchine riempitrici, è offerto da Tetra Pak Carton Ambient,una società del gruppo Tetra Pak specializzata nella realizzazione dimacchinari ad alta velocità per il riempimento di confezioni per liqui-di alimentari. La volontà di effettuare uno studio LCA del sistemarelativo a una macchina realizzata dall'azienda (la Tetra PakA3/Speed, attualmente seguita da due macchine della stessa famiglia:

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3377Cap. 4 - LCA - Life Cycle Assessment

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la Tetra Pak C3/Flex e la Tetra Pak A3/Flex), unitamente a un'am-pia analisi dei materiali impiegati per simulare gli effetti di possibilisoluzioni alternative in grado di garantire la funzionalità di progettoe migliorare l'ecoefficienza (eco-design) e, infine, la valorizzazione deirisultati in una Dichiarazione Ambientale di prodotto conforme airequisiti del sistema EPD, indicano come un approccio integratoLCA-eco-design-EPD rappresenti uno strumento molto potente a dis-posizione delle aziende per portare avanti azioni di miglioramento del-l'eco-efficienza dei propri prodotti/servizi e di green marketing con-temporaneamente.

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3388 Imballaggio sostenibile

Chi utilizza realmente le confezioni dei prodotti nella vita di tuttii giorni è il consumatore, che si trova per questo al centro delciclo di vita del packaging. Comprenderne gli atteggiamenti e

le necessità ha un'importanza fondamentale per poter offrire un pro-dotto competitivo, soprattutto quando si presenta la necessità dimodificare e rinnovare le proprie confezioni. Non stupisce la molte-plicità di studi effettuati sul rapporto che i consumatori hanno con gliimballaggi dei prodotti che acquistano. Ma queste ricerche spessopresentano esiti discordanti: i consumatori sono diversi gli uni daglialtri per abitudini e necessità. Qual è il loro pensiero riguardo le tema-

Fino a non molto tempo fa l'ecocompatibilità dei materiali era all'ultimoposto tra i fattori di scelta del consumatore dietro alla cura grafica, allacapacità informativa, al contenuto di servizio. Se dunque da un lato leaziende manifatturiere e della distribuzione si sono cimentate in progettidedicati alla salvaguardia dell'ambiente, ed enti e consorzi specifici hannoportato avanti campagne di sensibilizzazione, dall'altro il consumatoreitaliano sembra non volerne sapere. Forse è un problema di distanze, poichési è portati a credere che ciò che accade al nostro spazio verde sia una sorteche non ci tocca e non si ripercuote su di noi o sui nostri cari. Forsedipende da ritmi troppo serrati che non ci permettono di ascoltare l'armoniadi ciò che ci circonda e che ci fanno preferire l'usa e getta. Fortunatamentequalcosa sta cambiando...

Il consumatoreambientalmente sostenibile

STTEEPP BBYY SSTTEEPP

5.1 Tra il dire e il fare5.2 Essere o percepire?5.3 Container Lite5.4 Conoscere il consumatore

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3399Cap. 5 - Il consumatore ambientalmente sostenibile

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Una correttainformazione è allabase dell'educazionea un consumatoreambientalmentesostenibile

tiche ambientali correlate agli imballaggi? La sensibilità verso questoargomento sta crescendo: si desiderano packaging in materiali eco-compatibili e studiati in modo da produrre la minor quantità possibi-le di rifiuti. L'estetica delle confezioni tuttavia continua a esercitareil suo fascino, confermando l'importanza dell'imballaggio come stru-mento di marketing oltre che di protezione del prodotto. Gli acqui-renti preferiscono i prodotti confezionati a quelli sfusi, pur avverten-do l'esigenza di ridurre l'impatto ambientale dei rifiuti da imballag-gio. Tutti questi elementi devono essere tenuti sempre a mente poi-ché conoscere e comprendere il punto di vista dei consumatori e tro-vare delle soluzioni che li soddisfino risulta parte fondamentale delprocesso di rinnovamento o miglioramento delle confezioni anchequando l'obiettivo è la progettazione di confezioni ambientalmentesostenibili.

5.1 Tra il dire e il fareÈ noto che i consumatori vogliono produrre meno rifiuti e far sì chevengano riciclati: si rileva infatti che la quantità di materiale ricicla-bile differenziato dalle famiglie è aumentato dall'11% del 2003 al 27%del 2006. L'età media della popolazione è in costante crescita, e ciòha importanti ripercussioni sulla necessità di avere confezioni semprepiù ergonomiche, semplici da utilizzare e che forniscano informazionichiare e facilmente leggibili. A ciò si aggiunge l'aumento delle perso-ne che vivono da sole o delle coppie senza figli, che hanno bisogno dicomprare e utilizzare minori quantità di prodotto ma non voglionorinunciare al vantaggio economico delle confezioni più grandi. Altridue fattori da tener presenti sono la maggiore tendenza all'utilizzo dipiatti pronti pre-confezionati e la pratica ormai molto diffusa di farei propri acquisti tramite internet. Entrambe le situazioni necessitanodi confezioni in grado di proteggere adeguatamente il contenuto, mache rimangano comunque facili da aprire, utilizzare e smaltire.

5.2 Essere o percepire?Nel processo di riduzione dei materiali d'imballaggio, la principalepreoccupazione dei produttori è quella di evitare che il consumatorepercepisca una perdita di valore del prodotto a causa del cambia-mento della confezione: si teme per esempio che un imballaggio mini-

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4400 Imballaggio sostenibile

Conoscere ilconsumatore è ilprimo passo per

virare verso scelteambientalmentesostenibili senza

compromettere lechance di vendita di

un prodotto

mizzato appaia meno resistente e che il prodotto contenuto sia con-siderato di poco valore o di qualità scadente. In realtà invece, facen-do leva sulla crescente consapevolezza degli acquirenti riguardo aitemi ambientali e sulla necessità, in costante aumento, di produrresempre meno rifiuti nelle case, con un imballaggio ridotto all'essen-ziale e il più possibile ecosostenibile si riesce addirittura a fornire unvalore aggiunto al prodotto. Un altro dei timori più diffusi è che conuna riduzione delle confezioni i prodotti risultino meno visibili nellamoltitudine di confezioni che affollano gli scaffali dei supermercati, eche quindi non siano in grado di attirare il cliente inducendolo all'ac-quisto: con l'aiuto della grafica, delle etichette e dei colori si puòfacilmente ovviare all'inconveniente.

5.3 Container LiteUn progetto collaborativo, organizzato da Faraday PackagingPartnership e conosciuto come Container Lite ha portato i principaliproduttori di vetro, proprietari di marchi, dettaglianti, universitari edesperti dal mondo dell'industria a lavorare insieme per studiare, svi-luppare, provare e lanciare sul mercato una serie di contenitori divetro alleggeriti. I lavori sono stati ampiamente testati sui consuma-tori, e le prove hanno rivelato preziose informazioni sul modo in cui iconsumatori percepiscono gli imballaggi di vetro e ne decidono l'ac-quisto. I risultati ottenuti sono molto incoraggianti per coloro chedecideranno di utilizzare bottiglie di vetro più leggere di quelle attual-mente in commercio, infatti i partecipanti hanno faticato ad accor-gersi di una differenza di peso del 5-10% tra le bottiglie di vetro,anche nel caso in cui fossero stati avvertiti della diversità da indivi-duare. Inoltre, quando non erano consapevoli del test, la maggiorparte dei partecipanti non è stata in grado di rilevare differenze dipeso pari al 40% per contenitori vuoti e al 20% per quelli pieni. I testin ambiente reale (per esempio al supermercato) hanno dimostratoche i consumatori confrontano molto raramente il peso lordo di dueprodotti prima di decidere quale acquistare. Il progetto ha dimostra-to che un approccio fantasioso, ben studiato e concentrato sul con-sumatore, fa sì che l'alleggerimento dell'imballaggio mantenga, oaddirittura faccia aumentare, il valore del marchio, dimostrandosi unavalida scelta commerciale.

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4411Cap. 5 - Il consumatore ambientalmente sostenibile

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Alcuni prodottisono particolarmentesensibili a unaperdita di immagineconseguenteall'alleggerimentodella confezione

5.4 Conoscere il consumatoreI ricercatori dell'Istituto di Scienze Psicologiche dell'Università diLeeds hanno fornito un'ampia gamma di test per la valutazione dellereazioni dei consumatori, tra cui i test psicofisici, che richiedono alconsumatore di confrontare prodotti in imballaggi di vetro apparen-temente simili o identici per verificare quanto efficacemente essi sianoin grado di percepire la differenza di peso, o le osservazioni in nego-zio: gli acquirenti vengono osservati nelle corsie dei supermarket, perscoprire se confrontano il peso dei prodotti prima di effettuare le loroscelte d'acquisto. Sono stati inoltre definiti alcuni profili comporta-mentali e gruppi d'interesse: i ricercatori hanno raccolto le opinionidelle persone riguardo a vantaggi e svantaggi da loro percepiti relati-vamente agli imballaggi in vetro alleggeriti e il loro parere a proposi-to degli imballaggi in vetro rispetto a quelli di altri materiali. Infine siè osservato, grazie a un apposito strumento a raggi infrarossi, comei diversi design delle bottiglie guidano lo sguardo del consumatore(eye-tracking). L'atteggiamento dei consumatori nei confronti delle bottiglie in vetropiù leggere di quelle normalmente presenti sugli scaffali dipende dadiversi fattori, che comprendono il tipo di prodotto, lo status socialee l'età del consumatore. Alcuni prodotti sono particolarmente sensi-bili a una perdita di immagine conseguente all'alleggerimento dellaconfezione. Questo accade in particolar modo per quanto riguarda lebevande costose come i liquori e lo champagne: la preoccupazioneprincipale è la supposta fragilità delle bottiglie più leggere. I consu-matori usano ogni imballaggio in modo diverso, e questo influiscesulla percezione che essi hanno del peso delle confezioni: per esem-pio, un barattolo di sugo è svuotato velocemente, mentre una botti-glia di birra è tenuta in mano più a lungo. Nel primo caso sarà quin-di molto più facile per il consumatore non accorgersi di un cambia-mento di peso della confezione, al contrario di quanto può accaderenel secondo. Anche i cambiamenti relativi alla forma del contenitore,soprattutto la riduzione della sua altezza, possono provocare un'am-pia gamma di reazioni da parte dei consumatori, secondo il tipo diprodotto. Infatti alcuni prodotti alimentari risultano particolarmenteadatti ad essere confezionati in un contenitore alleggerito, mentre

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4422 Imballaggio sostenibile

Il consumatorenon va ingannato:no all'ingiustificata

appropriazione divirtù ambientaliste.

www.greenwashingindex.com

altri, come per esempio i sottaceti e le salse, risentono maggiormen-te del cambiamento perché i tradizionali contenitori alti e massiccisono visti come più pratici ed eleganti e sembrano addirittura conte-nere una maggior quantità di prodotto. L'età dell'acquirente ha un'in-fluenza rilevante: i meno giovani danno minor importanza all'imma-gine di qualità che può dare una bottiglia di vetro e sono più propensia guardare i contenitori dal punto di vista della praticità. In base alcontesto poi i consumatori rivelano priorità diverse riguardo al pac-kaging: in certi casi l'esigenza della qualità può essere predominante,in altri la principale necessità può risultare la praticità. L'esperimentoha dimostrato che, con un adeguato studio delle esigenze dei consu-matori in relazione a un prodotto specifico, anche innovazioni che inun primo momento possono sembrare eccessivamente azzardatepotranno invece rivelarsi ininfluenti sul consumatore o addirittura utilial successo del prodotto.

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4433

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Quali sono i materiali che danno origine a imballaggi ambien-talmente sostenibili? In sintesi è possibile affermare che unmateriale sia migliore di un altro? Sostanzialmente non esi-

stono materiali buoni o cattivi, sotto il profilo ambientale. Tutti imateriali presentano vantaggi o svantaggi a seconda del contesto spe-cifico in cui vengono utilizzati. Anzi è possibile affermare che quandosi progetta un imballaggio, a seconda delle funzioni a cui deve assol-vere e del contesto produttivo e distributivo in cui deve essere cala-to, una delle analisi che deve essere affrontata con accuratezza è pro-prio la scelta del materiale con cui verrà realizzato.

6.1 Il vetroLe bottiglie e i contenitori di vetro sono composti principalmente dasilice e da minerali. Quasi tutti gli imballaggi in vetro contengono delriciclato. Il vetro può essere a sua volta riciclato infinite volte senza

Vetro, plastica, metalli, carta e cartoni e poliaccoppiati rappresentano imateriali ormai attestati dalla tradizione. Fervono tuttavia le ricerche permigliorarne gli aspetti ambientali, anche e soprattutto con l'ausilio dellenanotecnologie

I materiali6 MAATTEERRIIEE PPRRIIMMEE TTRRAADDIIZZIIOONNAALLII

6.1 Il vetro6.2 La plastica6.3 I metalli6.4 Carta e cartoni6.5 I poliaccoppiati6.6 Materiali sotto sperimentazione

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4444 Imballaggio sostenibile

perdere le sue caratteristiche. Tuttavia dà origine generalmente aimballaggi più pesanti di quelli composti da altri materiali e richiedel'utilizzo di più energia per la produzione e il trasporto. Gli sforzi dimiglioramento nella progettazione e produzione di imballaggi in vetro,dovrebbero essere indirizzati nell'alleggerimento e nell'utilizzo dellaminor quantità di materiale possibile senza compromettere la qualitàe le performance del confezionamento.

6.2 La plasticaSebbene la plastica sia prodotta a partire da fonti non rinnovabili, èuno dei materiali più versatili e performanti. Le possibilità di mini-mizzare il peso di imballaggi plastici proteggendo il prodotto e garan-tendo ottime shelf life è uno dei pregi indiscutibili di questo materia-le. Attualmente il PET (polietilene tereftalato) e l'HDPE (polietilenead alta densità) sono due tipologie di plastiche ottimamente avviateal riciclo, grazie a una solida organizzazione delle infrastrutture.Secondo una recente normativa oggi è possibile utilizzare anche pla-stiche da riciclo purché provenienti da processi di riciclo meccanico.Nella progettazione di imballaggi in plastica sarebbe opportuno evi-tare l'addittivazione con sostanze che rendano difficoltoso il riciclo.Inoltre bisognerebbe studiare imballaggi composti possibilmente daun solo tipo di plastica per ovviare alla difficoltà di separare materia-li diversi.

6.3 I metalliCinque fondamentali caratteristiche, che sono comuni a qualsiasimetallo, rendono questi materiali particolarmente idonei alla realizza-zione di contenitori per alimenti e bevande: la loro compatta struttu-ra molecolare, molto più densa di quelle di plastiche e derivati dellacellulosa, rende impossibile qualsiasi fenomeno di diffusione di luce,gas o vapori anche attraverso il più sottile spessore e, per questaragione, i metalli sono i materiali più barriera che si conoscano; la loromalleabilità, conseguenza del particolare legame (il legame metallico)che unisce gli atomi costituenti, rende possibile conferire qualsiasiforma agli oggetti metallici con forze relativamente modeste; la soli-dità della loro struttura rende gli imballaggi metallici robusti e infran-gibili, garantendo protezione meccanica a qualsiasi contenuto; la loro

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resistente e durevoleriutilizzabilericiclabilefacilmente sterilizzabileinerte e dalle eccellenti pro-prietà barriera a gas e vapord'acquaadatto al riempimento acaldopuò essere composto da ele-vate quantità di riciclato

più pesante di altre tipologiedi materialiil vetro colorato è più diffi-coltoso da riciclareelevato costo della materiaprima e dell'energia per laproduzione (elevate tempe-rature)

PRO CONTRO

Tabeella 3: I pro ee i contro di ciascun mateerialee in rifeerimeento agliaspeetti ambieentali deei packaging da eessi deerivati (fontee: Wrap)

VEETT

RROO

materiale versatile e chepuò dare origine a numero-sissime tipologie di imbal-laggii processi di riciclo sono apieno regime per PET eHDPEottimo rapporto resisten-za/peso

non proviene da fonti rinno-vabiliil rapporto peso/volume senon ottimizzato può dareorigine a ingenti costi distoccaggionon tutte le tipologie di pla-stica rientrano in processi diriciclolimitata possibilità di riutilizzoi consumatori hanno difficol-tà a differenziare lo smalti-mento dei prodotti plastici

PLLAA

SSTTIICC

AA

leggeriutilizzano bassi quantitatividi materie primedanno origine a imballaggidalle alte prestazionioffrono un'ottima protezioneposseggono ottime proprie-tà barriera

utilizzano basse quantità diriciclatii sistemi di riciclaggio nonsono ancora ben sviluppati ediffusi

PPOO

LLIIAACCCCOO

PPPPIIAA

TTII

4455Cap. 6 - I materiali

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4466 Imballaggio sostenibile

facilmente riciclabiliutilizzano alte percentuali dimateriali da ricicloi processi di riciclo sono bendiffusi e lavorano a pienoregimepresentano un ottimo rap-porto resistenza/pesosono resistenti e flessibiligarantiscono shelf life tra lepiù lunghe

offrono limitate possibilitànel designgeneralmente non possonoessere richiusi una voltaapertila loro produzione richiedeelevata quantità di energia

PRO CONTRO

I pro ee i contro di ciascun mateerialee in rifeerimeento agli aspeettiambieentali deei packaging da eessi deerivati (fontee: Wrap)

MEETT

AALLLL

OO

riducono l'impiego di petro-lioutilizzano risorse naturaliutilizzano prodotti di scartosi decompongono sino aglielementi di base

la biodegradazione in campiaperti causa la produzionedi metanoalcuni materiali richiedono uncompostaggio commercialealcuni prodotti derivano daorganismi geneticamentemodificatialcune plastiche biodegrada-bili sono additivate conmetalli pesantil'utilizzo di alcuni imballaggibiodegradabili e compostabi-li può inquinare la fase didifferenziazione. Il consuma-tore non sa distinguerli daquelli di plastica tradizionaleM

AATT

EERRIIAA

LLIIBBIIOO

DDEEGG

RRAADD

AABBIILL

IIEE

CCOO

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SSTTAABBIILL

II

facilmente riciclabiliderivano da fonti rinnovabilileggeri flessibili e composta-bili

non possono essere riciclatiall'infinitola biodegradazione in campoaperto può causare emissio-ni di metano

CAARRTT

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CCAARRTT

OONN

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4477Cap. 6 - I materiali

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insuperabile conducibilità termica (sempre in virtù del loro specialelegame interatomico) consente di realizzare efficacemente qualsiasiprocesso di pastorizzazione e sterilizzazione, garantendo standard disicurezza inarrivabili con altri materiali; la possibilità di essere raccol-ti facilmente dopo l'uso in modo selettivo e riciclati senza perderealcuna delle originali prestazioni, li rende, infine, particolarmenteadatti all'imballaggio di prodotti di largo consumo. I miglioramenti inriferimento alla sostenibilità ambientale dovrebbero andare verso l'al-leggerimento dei contenitori e l'ottimizzazione nell'utilizzo dell'ener-gia per i processi produttivi.

6.4 Carta e cartoniSono prodotti a partire da fonti rinnovabili, sono riciclabili e leggeri.Danno origine a imballaggi molto variegati, a partire dagli astucci pie-ghevoli in cartone adatti al contatto con gli alimenti sino agli spessicartoni ondulati per il confezionamento secondario e terziario. Le par-ticolari fustellature consentono, in fase di trasporto, di minimizzaregli ingombri. Questo, aggiunto alla leggerezza del materiale, rende"amico dell'ambiente" questo tipo di confezioni. I miglioramenti nellaprogettazione di questa tipologia di imballaggi dovrebbero riguardarel'ottimizzazione del rapporto resistenza/peso, l'utilizzo di sistemi mec-canici per formare le scatole che minimizzino l'impiego di colle e faci-litino così le operazioni di riciclaggio.

6.5 I poliaccoppiatiDanno origine a imballaggi leggeri e offrono ottime proprietà barrie-ra. Il loro limite, ad oggi, consiste nel fatto che non sono ancora bendiffusi i processi di riciclaggio specifici e raramente possono essereconvogliati in processi di riciclaggio di altri materiali. Gli sforzi dimiglioramento dovrebbero andare proprio in questa direzione.

6.6 Materiali sotto sperimentazioneLo sviluppo di materiali di imballaggio sostenibili offre nuove pro-spettive di mercato e permette di ottenere valide innovazioni di pro-dotto sia per l'incremento delle prestazioni funzionali sia per il mag-gior rispetto dell'ambiente nella fase di produzione e in quella post-consumo. Le applicazioni al vaglio della ricerca scientifica spaziano

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4488 Imballaggio sostenibile

dalla progettazione di coating barriera multistrato costituiti da bio-polimeri, all'arricchimento delle matrici plastiche tradizionali quali PP(polipropilene) e PE (polietilene) con materiali nanocompositi di ori-gine naturale ai fini di incrementare la frazione di riciclo post consu-mo, alla produzione di film compositi a base di amido o PLA (acidopolilattico). L'incremento delle prestazioni funzionali riguarda le pro-prietà meccaniche (rigidità, elasticità) dei polimeri tradizionali, la sta-bilità termica di matrici biopolimeriche e le proprietà diffusionali versogas, aromi e vapori. Visto che uno degli obiettivi principali per l'in-dustria è la riduzione in peso (e in volume) degli imballaggi, sonoall'orizzonte applicazioni di nanofibrille cellulosiche che permettono ladisintegrazione meccanica ed enzimatica dei materiali e dei nanomi-nerali che consentono la modificazione chimica e biochimica dellesuperfici polimeriche.Le applicazioni interessano anche la stampa sia per la realizzazione dicoating protettivi, attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie di pati-natura, sia per una stampa innovativa basata su biopolimeri, polime-ri ibridi (inorganici-organici) e nanocompositi (es. montmorilonite)modificati chimicamente. Sono in fase di messa a punto anche i fibre-based packaging. Si trat-ta di materiali costituiti principalmente da fibre ottenute da fonti rin-novabili, di origine vegetale e sostenibili. Presentano prospettive dav-vero interessanti, considerato che una grossa fetta del mercato del-l'imballaggio è occupata da carta e cartone. Le fibre possono infattiincrementare la resistenza e la rigidità strutturale di questi materiali.Inoltre, additivi o coating superficiali possono essere combinati confibre diverse (es. amido, glutine) per aumentare la qualità finale dellastampa o la resistenza ai grassi di questi supporti. La versatilità delleapplicazioni si adatta bene alle richieste del mercato che cerca conti-nuamente materiali con incrementi di funzionalità e prestazioni, acosti limitati, e nel rispetto dell'ambiente. Davanti a tali esigenze, lepotenzialità dei fibre-based packages sono enormi. Le tipologie difibre che possono essere incorporate sono fibre di legno, fibre da semi(cotone), fibre sintetiche. Ridotte a dimensioni nanometriche sonostate testate in matrici polimeriche diverse come HDPE, PEM e PLAper la produzione di film, con buoni risultati sulle proprietà di barrie-ra ai gas, le proprietà meccaniche e ottiche. Sarà possibile in futuro

Fervono lericerche nell'ambitodelle nanotecnologie

per otteneremateriali a minor

impatto ambientale

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4499Cap. 6 - I materiali

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funzionalizzare le superfici (per rilascio di sostanze antimicrobiche oantiossidanti) mediante l'ancoraggio alle fibre stesse di componentiselettivi o anche di complessi enzimatici in grado di aumentare, adesempio nella carta, la resistenza all'umidità. Il comparto del frescoalimentare è sicuramente il settore di sbocco più interessante per que-ste applicazioni. Alcuni biopolimeri si sono già affermati con successo e i consumato-ri sembrano ben disposti all'acquisto di prodotti freschi e naturalichiusi in confezioni costituite da materiali di origine vegetale e pro-venienti da fonti rinnovabili, anche se il prezzo delle bioplastiche èancora elevato. Le nuove barriere ad alta tecnologia promuovonol'uso di imballaggi in carta. La produzione della carta avviene a par-tire da materie prime provenienti dal mondo vegetale. I messaggipositivi su carta e cartone come materiale da contatto alimentarecomprendono: la materia prima, il legno, è rinnovabile e provienedalle foreste che sono sostenibilmente gestite; le fabbriche di cellulo-sa e carta affrontano le sfide ambientali, tanto che le emissioni sonorapidamente diminuite; gli imballaggi costituiti da fibre sono facil-mente eliminabili, sono il materiale migliore per il riciclaggio e sonobiodegradabili oltre a essere appropriati per il recupero di energia.Sembra dunque che i progressi della tecnologia favoriranno l'immis-sione sul mercato di nuovi prodotti in carta speciale. L'industria dellecarte speciali sta infatti sviluppando supporti totalmente nuovi perimballaggio che presentano maggiori e migliori proprietà barriera.Grazie all'applicazione di nuove tecnologie, questo settore si proponedi creare supporti più efficaci, più facilmente riciclabili e completa-mente biodegradabili. L'uso di nanoparticelle può migliorare la stam-pabilità, la resistenza, riducendo nel contempo il peso della carta,mentre l'impiego dei biopolimeri provenienti da prodotti naturalicome i gusci di molluschi, le proteine del siero del latte, il glutine digrano o l'amido possono rivestire o laminare un supporto di carta perdare origine a imballaggi completamente biodegradabili. Alla salva-guardia ambientale, oltre che a motivi di carattere economico, è lega-ta anche l'attenzione sempre crescente verso la produzione di cartariciclata. L'uso delle materie seconde (maceri) limita infatti il ricorsoalle materie prime vergini e contemporaneamente riduce la quantitàdi materiali destinati alle discariche.

Film flessibilinanofunzionalizzatipotrebbero trovaresbocchi interessantinel comparto delfresco alimentare

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Il termine "Bio-based food packaging materials" (BBM) è riservatoai materiali di confezionamento e agli imballaggi prodotti a parti-re da materie prime biologiche rinnovabili. Nell'ultima decade i

BBM sono stati oggetto di studio di molti ricercatori pubblici e pri-vati finalizzati alla realizzazione di una grande varietà di materiali chevengono solitamente classificati in tre gruppi, in funzione del proces-so produttivo: polimeri ottenuti direttamente da fonti naturali, vege-

Lo sviluppo della ricerca ha portato alla produzione di materiali innovativida fonti rinnovabili. Nel campo del food packaging fervono le ricerche perl'utilizzo di questi materiali in specifiche condizioni di utilizzo per un rangesempre più vasto di prodotti: dalle bevande ai prodotti freschi.

I Bio-bbased food packagesmaterials7 MAATTEERRIIEE PPRRIIMMEE IINNNNOOVVAATTIIVVEE

7.1 La terminologia7.2 L'offerta7.3 I processi produttivi7.4 Le applicazioni nel food

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5500 Imballaggio sostenibile

Figura 2**

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tali o animali (Figura 2); polimeri prodotti per via sintetica ma a par-tire da monomeri bio-derivati o sostanze naturali (ad esempio il poli-lattato ottenuto da acido lattico di fermentazione); polimeri ottenutida microrganismi, anche geneticamente modificati (ad esempio, ilpullulano e poliesteri non aromatici). Ognuna delle tre tecniche diproduzione porta alla realizzazione di materiali che, seppur non neces-sariamente biodegradabili o commestibili, offrono il grande vantaggiodi essere compostabili e di provocare un basso impatto ambientalegrazie al non depauperamento di risorse energetiche non rinnovabili.

7.1 La terminologiaCosa si intende con le parole "compostabilità" e "biodegradabilità"?Sono sinonimi? Come è facile attendersi, la risposta è negativa.Infatti, vocaboli solo apparentemente analoghi e fin troppo spessoimpropriamente impiegati, si riferiscono a differenti e ben determina-te caratteristiche che possono avere i materiali. Come frequentemen-te accade, laddove prevale la confusione semantica arriva in aiuto lanormativa a fornire gli strumenti necessari a fare chiarezza e a defi-nire l'esatta accezione dei singoli termini. Nel caso in esame, è lanorma europea EN13432 (adottata in Italia come UNI EN 13432) aprevenire gli equivoci, delineando i requisiti e i procedimenti richiestiper determinare le possibilità di compostaggio e di trattamento anae-robico degli imballaggi e dei materiali di imballaggio. In particolare,stabilisce che un materiale è considerato "compostabile", e quindi rici-clabile attraverso il compostaggio dei rifiuti organici, solamente se ingrado di soddisfare i seguenti requisiti:

biodegradabilità: capacità di un materiale compostabile di essereconvertito in acqua, anidride carbonica e biomassa tramite l'azio-ne di microorganismi. La misura di questa caratteristica vieneeffettuata mediante l'esecuzione di test standard (EN 14046 oISO14855). Condizione indispensabile per considerare completa-mente biodegradabile un materiale, è il raggiungimento del 90% dibiodegradazione in un tempo massimo di 6 mesi;disintegrabilità: rappresenta la frammentabilità e la perdita di visi-bilità nel compost finale in modo da evitare l'inquinamento visivo.Tale proprietà è misurata con un test di compostaggio condottosu scala pilota seguendo le indicazioni riportate nella norma EN

5511Cap. 7 - I Bio-based food packages materials

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Accordarsi sulledefinizioni, il primopasso per unavisione condivisa

Page 62: Food Packages Free Press 03 - Comuni Virtuosi

14045 e cioè compostando campioni del materiale di prova insie-me con rifiuti organici per 3 mesi. Trascorso tale periodo, il com-post finale viene vagliato con un vaglio da 2 mm. Se i residui condimensioni maggiori di 2 mm sono inferiori al 10% della massa ori-ginale, allora il campione viene definito disintegrabile;qualità del compost: identificata come la soddisfazione di duerequisiti. Il primo è relativo ai livelli di metalli pesanti, che devo-no essere inferiori a limiti specifici, mentre il secondo riguarda l'as-senza di effetti negativi sul processo di compostaggio, quali adesempio la riduzione del valore agronomico oppure la presenza dieffetti ecotossicologici sulla crescita delle piante; assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio, che deveessere verificato con una prova su impianto pilota. Riassumendo,la compostabilità è la proprietà che scaturisce dalla soddisfazionecontemporanea dei quattro requisiti citati, poiché una parzialerispondenza alla norma sarebbe insufficiente. Infatti, un materialebiodegradabile non è necessariamente compostabile, perché deveanche disintegrarsi durante il ciclo di compostaggio, così come unmateriale che si frantuma durante un ciclo di compostaggio inpezzi microscopici, che non sono però poi totalmente biodegrada-bili, non può essere definito compostabile.

Al fine di dissipare ogni confusione terminologica, si ricorda che gli addi-tivi in grado di rendere le tradizionali poliolefine (PE e PP) suscettibilidi una degradazione/frammentazione termica, ossidativa o indotta daradiazioni ultra-violette, e che vengono abitualmente detti "degradabili","oxo-degradabili", "UV-degradabili", non sono in realtà considerati mate-riali biodegradabili secondo la EN13432. I principi enunciati dalla normaeuropea sono ripresi anche dalla norma ASTM D6400 e dalla più recen-te ISO 17088- 2007 che definisce i requisiti di etichettatura di materialiplastici compostabili. Inoltre va sottolineato che i materiali biodegra-dabili e compostabili devono essere conformi alla legislazione vigentesugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (Direttiva 94/62/CE).

7.2 L'offertaFocalizziamo ora l'attenzione sui principali polimeri biodegradabilipresenti sul mercato. Tra le molteplici fonti di origine naturale dis-

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5522 Imballaggio sostenibile

Secondo laEN13432 gli oxo-

degradabili non sonoin realtà considerati

materialibiodegradabili

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ponibili, le più frequentemente studiate e impiegate sono rappresen-tate dai polisaccaridi, animali o vegetali. In particolare, tra questi ulti-mi, i polimeri contenenti amido dominano il settore dei materiali ter-moplastici compostabili. Tuttavia, il limite principale dei biopolimeripolisaccaridici è costituito dal carattere idrofilico e dall'elevata per-meabilità al vapor d'acqua. Quindi per ridurre i fenomeni di permea-zione attraverso il materiale, spesso si ricorre alla combinazione consostanze idrofobiche, come ad esempio i lipidi. Sebbene in Europa,Oriente e Stati Uniti vengano estratte quantità considerevoli di amidoa partire da patate, grano e riso, la fonte principale di amido è anco-ra rappresentata dal mais. L'esempio più noto di prodotto commerciale completamente biode-gradabile a base amidacea è rappresentato dal Mater-bi® sviluppatoda Novamont. Il Mater-bi è utilizzato, oltre che nel settore del waste-management per la raccolta domestica della frazione organica deirifiuti, anche dalla ristorazione (posate, piatti, bicchieri, tazze, scato-le) e dalla GDO (shopper, vaschette termoformate, film trasparentiper frutta e verdure, reti estruse e tessute). Infatti, questo materialeè caratterizzato dalla possibilità di essere lavorato con le stesse tec-nologie delle plastiche tradizionali ottenendo una produttività simile.Inoltre, si presta ad essere stampato con normali inchiostri e tecno-logie di stampa, senza bisogno di trattamento corona. Il più impor-tante polimero ottenuto per via sintetica a partire da sostanze natu-rali è il PLA (Polylactic acid) ovvero il polimero dell'acido Chain lat-tico prodotto per fermentazione di carboidrati derivanti da prodottiagricoli oppure da prodotti di scarto dell'industria alimentare (melas-sa o siero di latte), il cui maggiore esempio è dato da NatureWorks©

prodotto dalla Cargill-Dow. Il PLA è un poliestere le cui proprietàsono strettamente legate al rapporto tra i due enantiomeri L o D delmonomero, in grado di influenzare la temperatura di processabilità erenderla variabile in un range compreso tra 60 e 125°C. Il PLA è unmateriale versatile che può essere stampato ad iniezione, filmato suimpianto a bolla o impiegato come coating. Il PLA offre una barrie-ra ai gas intermedia tra quella del PET e del PS ma ha lo svantag-gio di presentare una permeabilità al vapor d'acqua simile a quelladella PA6, quindi non idonea a molte soluzioni di confezionamento.Appartengono al gruppo dei polimeri prodotti da microrganismi i

5533Cap. 7 - I Bio-based food packages materials

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Mater-bi e PLAfanno la parte delgigante

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Base amidacea Novamont (Italia)Mater-bi

Base amidacea EarthShell (USA)EarthShell

Base amidacea National StarchEco-Foam

Base amidacea BIOP Biopolymer (Germania)BIOPar

Base amidacea Plastiroll (Finlandia)Bioska

Base amidacea BASF (Germania)Ecoflex

Base amidacea Wentus (Germania)Wenterra

Base poliestere Cargill Dow (USA)NatureWorks

Base poliestere Showa HighplymerBionolle

Base poliestere Procter & Gamble (USA)Nodax

Base poliestere Mitsui Chemical (Giappone)Lacea

Base amidacea Euro-Ecological (Italia)Ecochips

Base amidacea Avebe (Olanda)Paragon

Base amidacea Biotec (Germania)Bioplast

Base amidacea Biologiche Verpackung SystemeBioPac

Base amidacea Zerzog GmbH & Co.KG (Germania)Flupis

Base cellulosica Innoviafilms (USA)Natureflex

Base poliestere Metabolix (USA)Biopol

Base poliestere Planet Packaging TechnologiesEnviroplastic

Base poliestere Galagtid (Belgio)Galactid

Base poliestere Trespaphan (Belgio)Biophan

Tabeella 4**

Natura chimica Principale fornitoreNome commerciale

*Fonte: Piergiovanni L., Mascheroni E. (2007). Impiego delle biotecnologie per la produzione di imbal-laggi per alimenti. In: Biotecnologie alimentari. Gigliotti C., Verga R., ed. Piccin Nuova Libraria (PD)

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5544 Imballaggio sostenibile

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poliidrossialcanoati (PHAs), molecole naturalmente accumulate da unelevato numero di batteri come fonte di energia e di carbonio. Ingenerale, le proprietà dei PHAs dipendono dal tipo di monomero chea sua volta è influenzato dalla natura della fonte di carbonio e daimicrorganismi impiegati. Il rappresentante più comune di questi com-posti, il poliidrossibutirrato (PHB), è un materiale termoplastico alta-mente cristallino mentre i PHAs con lunghezza media della catena,sono elastomeri aventi bassi punti di fusione e grado di cristallinitàrelativamente basso. Una caratteristica interessante per le applicazioni nel food packagingè data dalla bassa permeabilità all'acqua, confrontabile con quelladell'LDPE, mentre le proprietà meccaniche e le temperature di fusio-ne del PHB sono confrontabili a quelle offerte dal PP isotattico. Ilprodotto più diffuso ascrivibile alla famiglia dei PHAs è denominatoBiopol®, commercializzato dalla Metabolix. Oltre ai prodotti citati, incommercio sono disponibili numerosi biobased materials, come indi-cato in Tabella 4, che sono caratterizzati da proprietà di permeabili-tà, meccaniche ed elettromagnetiche differenti e in certi casi parago-nabili a quelle tipiche dei materiali plastici. Infatti, dall'osservazionedella Figura 3, si nota che i valori di permeabilità all'ossigeno deiBBM ricadono nell'ampio intervallo dei dati relativi ai polimeri sinte-tici tradizionali. Inoltre, sebbene l'aumento della barriera al vapord'acqua rimanga uno degli obiettivi perseguiti dai produttori di mate-riali, confrontando i dati di WVTR, riportati in Figura 4, si intuisce

5555Cap. 7 - I Bio-based food packages materials

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La permeabilitàall'acqua è unaproprietà da tenerpresente nel conceptdi nuovi soluzioniper il packagingalimentare

Figura 3****

Page 66: Food Packages Free Press 03 - Comuni Virtuosi

che è già possibile produrre materiali biodegradabili aventi permeabi-lità simile ai polimeri plastici.

7.3 I processi produttiviLe buone prestazioni meccaniche garantite dai materiali durante i trat-tamenti termici hanno consentito negli ultimi anni di sfruttare i pro-cessi produttivi e gli impianti tradizionalmente destinati alla lavora-zione dei polimeri plastici, con evidenti vantaggi tecnologici ed econo-mici. Ad esempio, è possibile effettuare la filmatura in bolla del Mater-bi® impiegando le linee standard per PE al fine di ottenere poliestericon spessori minimi di 10-12 μm, molto trasparenti, dalle proprietàmeccaniche simili a quelle del cellophane e saldabili su loro stessi o sualtri polimeri. La tecnica di co-estrusione in bolla può essere impiega-ta allo scopo di combinare le proprietà di singoli BBM, quali PLA ePHB, nel prodotto finito che sarà così caratterizzato da elevate mac-chinabilità e proprietà barriera. Quando invece l'obiettivo è aumenta-re la rigidità del prodotto finito, si può scegliere la produzione di filmmediante tecnica cast. Si preferisce ricorrere alla laminazione per com-binare le proprietà di materiali biodegradabili con quelle di altri diver-si quali ad esempio carta e tessuti-non-tessuti. In questo caso si uti-lizzano metodi di accoppiamento a caldo o con colla. Recentemente,è stato sviluppato un grado di Mater-bi® idoneo alla trasformazionemediante extrusion coating o extrusion lamination su linee standard

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5566 Imballaggio sostenibile

La combinazionedi processi

tradizionali emateriali innovativi

ha dato risultatimolto positivi

Figura 4****

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per LDPE che fornisce produttività, spessori di coating e proprietàmeccaniche comparabili a quelli dell'LDPE oltre a peculiari proprietàbarriera ed eccellente adesione su molti substrati. Infine i materiali bio-degradabili sono idonei anche alla produzione di vaschette espanse ter-moformate, dedicate in prevalenza all'imballaggio di prodotti ortofrut-ticoli. Oltre a valutare l'adeguatezza tecnologica dei materiali, non sipuò dimenticare di prendere in considerazione un aspetto di fonda-mentale importanza per i bio-based material, ovvero la compostabili-tà. Dai dati relativi al tempo necessario per rendere irriconoscibile unmateriale in un compost, mostrati in Figura 5, si evidenziano diffe-renze consistenti, fino a 4-5 mesi, tra i diversi materiali. Ad esempio,il PLA richiede un mese per il compostaggio mentre per l'acetato dicellulosa occorre un periodo ben quattro volte superiore.

7.4 Le applicazioni nel foodIl basso impatto ambientale, associato all'elevata idoneità alla tra-sformazione ed all'ampia varietà di materie prime disponibili, portafacilmente ad immaginare quanto grandi siano le potenzialità appli-cative nel food packaging dei materiali derivanti da fonti rinnovabili.Infatti, possono essere impiegati per la produzione di soluzioni di con-

5577Cap. 7 - I Bio-based food packages materials

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**Fonte Figure 3, 4 e 5: Van tuil, R., Fowler P., Lawther M., Weber C.J. (2000). Propertiesof biobased packaging materials. In: Biobased packaging materials for the food industry -Status and perspectives. Edited by C.J. Weber

Figura 5****

Page 68: Food Packages Free Press 03 - Comuni Virtuosi

fezionamento sia a diretto contatto con l'alimento (imballaggio pri-mario) che non a contatto (imballaggio secondario), sotto forma dicontenitori monouso (bicchieri, piatti, posate), film edibili e coatingoppure possono entrare nella composizione di imballaggi attivi o difilm multistrato, anche destinati al confezionamento di alimenti con-servati in atmosfera protettiva. Purtroppo scarse informazioni sonodisponibili in merito all'efficacia dei bio-based material impiegaticome imballaggio primario per gli alimenti. Questa lacuna non è cer-tamente dovuta alla mancanza di ricerca nel campo, che anzi è in fer-mento già da una decina di anni, ma è probabilmente legata alla con-fidenzialità dei risultati relativi a un tema che dà spazio a innumere-voli opportunità di innovazione e brevetto. Tuttavia alcune indicazio-ni di potenziali applicazioni nel food packaging sono state fornite peralcuni gruppi di alimenti. Ad esempio, per la carne fresca si potrebbe-ro sostituire i convenzionali PVC, PE, PS, PS espanso, PA e PET convassoi di amido, PLA e/o PHB e con top lid di PLA, acetato di cellu-losa o cellophane. Per i piatti pronti l'ideale sarebbe impiegare film evaschette in PHB oppure piatti in cartone con un coating di PHB. Peril latte si potrebbero impiegare delle bottiglie in PHB o in PLA, que-st'ultimo adatto anche per formaggi industriali e come sostituto delPS di cui è costituito il tradizionale vasetto di yogurt. Al fine di pre-servare i prodotti secchi dall'umidità si potrebbero impiegare scatoledi carta e cartone rivestite con PLA o PHB. Quest'ultima soluzionepotrebbe valere anche per le bevande e per gli snack. Invece, per frut-ta e verdura, e in particolare per i funghi, sarebbero più adattevaschette a base di amido chiuse con film di cellophane, acetato di cel-lulosa perforato e PLA. L'applicazione reale di queste soluzioni di packaging agli alimenti èancora molto limitata a causa dei costi elevati delle materie prime ealla produzione su piccola scala. In futuro, quando i quantitativi lavo-rati incrementeranno fino a consentire un passaggio di scala, si assi-sterà a una notevole riduzione dei costi dei biopolimeri accompagnatada nuove e interessanti applicazioni al food packaging. I trend evolu-tivi stimati nel medio periodo prevedono un incremento di 6 volte dellacapacità produttiva europea annuale di bio-based material. Ci siattende, infatti, che debba passare da un totale, tra i materiali biode-gradabili e non, pari a 240 kton del 2007 a 1460 kton nel 2011.

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5588 Imballaggio sostenibile

Carne fresca,piatti pronti, latte,

formaggi e derivati,snack sono tra le

categorie diprodotto che

vedranno sempre piùmassicce applicazionidi biobased-materials

Page 69: Food Packages Free Press 03 - Comuni Virtuosi

Che l'imballaggio sia il mezzo ideale attraverso cui comunicareè un concetto ormai scontato. Ma, soprattutto nel caso delcibo, si è abituati a sfruttare la superficie stampabile della con-

fezione per veicolare informazioni sul prodotto contenuto. Da qualchetempo a questa parte l'imballaggio ha ampliato la sua funzione comu-nicativa diventando il mezzo attraverso il quale il produttore dialogacon il consumatore raccontando molto di sé, della propria politicaproduttiva e anche di quella ambientale. Da qui nascono da un latole etichette ecologiche, utili a testimoniare le prestazioni ambientalidegli imballaggi attraverso l'adesione a sistemi di certificazioneambientale volontari (etichettatura ecologica), e dall'altro l'etichetta-tura ambientale riferita alla gestione post consumo degli imballaggi,che dovrebbe coadiuvare in modo opportuno lo smaltimento differen-ziato dei rifiuti da imballaggio.

8.1 L'etichettatura ecologicaL'obiettivo comune di ogni marchio o etichetta ecologica è quello di

L'imballaggio è un supporto efficiente per la comunicazione, anche degliaspetti ambientali. Etichette ecologiche, utili a testimoniare le prestazioniecocompatibili del packaging ed etichettatura ambientale riferita allagestione post consumo delle confezioni sono i due grandi temi da affrontareoggi per dialogare con il consumatore.

Etichettatura ambientale ecertificazione8 COOMMEE CCOOMMUUNNIICCAARREE

8.1 L'etichettatura ecologica8.2 L'etichettatura per la gestione post consumo8.3 Sistemi di gestione ambientale, ISO 14001

5599

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L'etichetta puòparlare verde

Page 70: Food Packages Free Press 03 - Comuni Virtuosi

incoraggiare la domanda per la fornitura di prodotti che causano unminor impatto ambientale lungo il loro ciclo di vita, attraverso lacomunicazione di accurate e verificabili informazioni sugli aspettidiretti e indiretti di beni e servizi. Un'etichetta o dichiarazioneambientale può presentarsi sotto diverse forme tra cui: una dichiara-zione, un simbolo o un elemento grafico sull'etichetta di un prodottoo di un imballaggio, nella letteratura di prodotto, nei bollettini tecni-ci, nelle pubblicazioni o nelle pubblicità. Sono le norme ISO, e in par-ticolare la 14020, a stabilire linee guida e principi per lo sviluppo el'applicazione di etichette e dichiarazioni ambientali volontarie (vediTabella 5).Tra i marchi di qualità ecologica l'Ecolabel europeo merita un appro-

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6600 Imballaggio sostenibile

marchi/dichiarazionidi tipo I ISO 14024

Sono basati su criteri di eccellenza singoli omultipli sviluppati da una parte terza. Talicriteri fissano un valore soglia da rispettareper ottenere il rilascio del marchio.L'organismo competente per l'assegnazionedi un marchio può essere sia pubblico cheprivato. Esempi: Ecolabel europeo, CignoBianco scandinavo, Angelo Blu tedesco

marchi/dichiarazionidi tipo II ISO 14021

Si tratta di asserzioni ambientali basate suautodichiarazioni del fabbricante. Uno degliesempi più noti è l'autodichiarazione dellapercentuale di materiale riciclato utilizzata(ciclo di Mobius)

marchi/dichiarazionidi tipo III ISO 14025

La dichiarazione consiste in una quantifica-zione dei potenziali impatti ambientali asso-ciati al ciclo di vita del prodotto. Questiimpatti devono essere valutati in conformitàcon le specifiche di prodotto e presentati inuna forma che faciliti il confronto tra pro-dotti appartenenti allo stesso gruppo o cate-goria, attraverso la standardizzazione dialcuni parametri

Tabeella 5: CClassificazionee ee deescrizionee deei marchi ambieentali seecon-do la norma ISO 14020

Norma di riferimento Descrizione

Page 71: Food Packages Free Press 03 - Comuni Virtuosi

fondimento. È uno strumento ad adesione volontaria che viene con-cesso a quei prodotti che rispettano criteri ecologici e prestazionalistabiliti a livello europeo. L'ottenimento del marchio costituisce unattestato di eccellenza che viene riconosciuto solo a quei prodotti chehanno ridotto impatto ambientale. I criteri sono periodicamente sot-toposti a revisione e resi più restrittivi, in modo da favorire il miglio-ramento continuo della qualità ambientale dei prodotti.

8.2 L'etichettatura per la gestione post consumoAnche questo tipo di etichettatura è volontaria, non esiste infatti nes-sun obbligo specifico in riferimento ai materiali da imballaggio.Qualora si decidesse di farla è bene seguire alcune linee guida chesono state tracciate di recente dall'Istituto Italiano Imballaggio in col-laborazione con CONAI. In particolare:

si deve utilizzare la codifica alfa numerica della decisione97/129/CE;si deve utilizzare la simbolistica prevista dalle norme tecniche;si può associare ma non combinare la codifica alla simbolistica.

I codici alfanumerici possono essere associati, ma non combinati traloro a piacere, ai rispettivi simboli grafici identificativi del materialed'imballaggio, come riportato nel documento del CEN CR14311:2002 Packaging - Marking and material identification systeme nella UNI EN ISO 14021:2002 relativamente al Mobius Loop.L'utilizzo di questi simboli è volontario e specifico per ciascun mate-riale: pertanto, qualora si vogliano utilizzare entrambe le modalità diidentificazione, non è consentito combinare tra loro codici alfanume-rici e simboli di materiali diversi (es. eclatante è l'uso improprio delsimbolo della plastica). In accordo con la circolare ministeriale168/2003 infine, per gli imballaggi e i contenitori per liquidi alimen-tari, le aziende interessate possono continuare ad applicare in viafacoltativa le disposizioni del decreto del 28/06/1989 (abrogato dallalegge 14/2003), recante le regole relative ai requisiti e contenuti deimarchi e delle iscrizioni. Si fa presente che, nel caso particolare deimateriali di imballaggio in plastica i numeri del sistema di identifica-zione (1, 2, 3, 4... ) sono preceduti dallo "0" qualora si faccia riferi-mento a specifici documenti normativi tecnici (UNI EN ISO o CEN

6611Cap. 8 - Etichettatura ambientale e certificazione

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Istituto ItalianoImballaggio eCONAI fornisconolinee guidaaggiornate su comegestirel'etichettatura postconsumo

Page 72: Food Packages Free Press 03 - Comuni Virtuosi

CR) al contrario di quanto invece riportato nella decisione 97/129/CE.Trattasi solo di una differenza formale e non sostanziale tra i duesistemi di numerazione. Diversi materiali plastici, correntemente uti-lizzati negli imballaggi, non sono classificati e quindi non hanno anco-ra un codice alfa-numerico assegnato. Si segnala che può essere uti-lizzato (come riscontrato in alcuni casi presenti sul mercato) il nume-ro 7 oppure 07 per indicare "altri materiali" diversi da quelli elencati.Si evidenzia, inoltre, che la Dec. 97/129 fornisce indicazioni solo peri poliaccoppiati costituiti da materiali diversi (carta/plastica/allumi-nio). Nel caso di poliaccoppiati costituiti esclusivamente da materialiplastici, si segnala che è anche possibile indicare tutti i polimeri checostituiscono l'imballaggio secondo la norma tecnica UNI EN ISO11469. Riguardo a indicazioni sulle modalità di raccolta, recupero ericiclo, al momento il riferimento è dato dall'articolo 13 dellaDirettiva 94/62 del Parlamento Europeo e del Consiglio sugli imbal-laggi e i rifiuti di imballaggio che invita gli Stati Membri a prenderele opportune misure affinché sia diffusa l'informazione sulle modalitàdi raccolta. In generale, a livello Europeo, non esiste quindi una codi-fica di etichettatura per l'informazione sulle modalità di raccolta.Tuttavia esistono alcune singole iniziative, definite da codici internielaborati da imprese particolarmente sensibili e attente al tema. Inaccordo con la circolare ministeriale 168/2003 infine, per il packagingdel settore alimentare, le aziende interessate possono continuare adapplicare in via facoltativa le disposizioni del decreto del 28/06/1989(abrogato dalla legge 14/2003), recante le regole relative ai requisitie contenuti delle iscrizioni (art. 3).

8.3 Sistemi di gestione ambientale, ISO 14001 La norma internazionale UNI EN ISO 14001 specifica i requisiti di unsistema di gestione ambientale (SGA). È stata redatta in modo daessere applicata a organizzazioni di ogni tipo e dimensione siano essepiccole, medie o grandi aziende. La certificazione del SGA di un'im-presa da parte di un ente terzo indipendente fornisce alla comunità eai cittadini in genere la garanzia che i problemi ambientali legati alleattività produttive sono tenuti sufficientemente sotto controllo. È evi-dente che adottare un sistema di gestione ambientale è una sceltastrategica che richiede un certo sforzo economico e organizzativo, ma

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6622 Imballaggio sostenibile

Page 73: Food Packages Free Press 03 - Comuni Virtuosi

i vantaggi sia di tipo economico che d'immagine a breve termine sonosenza dubbio concreti. Infatti prevenire o limitare gli incidentiambientali, di grande o piccola portata che siano, significa non solodifendere la salute dei lavoratori e l'ambiente circostante, ma anchenon dover sostenere costi per danni a cose o persone, per bonifichedel suolo o delle acque, per lo smaltimento di rifiuti senza recuperodi risorse, senza contare per le imprese il danno d'immagine che neconsegue. Ulteriori motivi di una scelta a favore del SGA sono sicuramente rap-presentati dall'internazionalizzazione dei mercati che richiede alleaziende di incrementare la propria efficienza attraverso strumenti diconoscenza comune come i sistemi qualità o di gestione ambientale.Questi ultimi, attraverso un miglior controllo dell'efficienza dei pro-cessi produttivi, permettono una riduzione degli impatti e dei costiassociati. Inoltre, va aggiunto che le istituzioni e il governo hanno sta-bilito tutta una serie di incentivi economici e di finanza agevolatafinalizzati a supportare l'impegno delle imprese per l'adozione di unSistema di Gestione Ambientale che possa dare vita in questo modoanche a un incremento di competitività ed efficienza di sistema paesecon gli ovvi ritorni in termini generali per le imprese stesse e la comu-nità. La norma internazionale UNI EN ISO 14001 specifica i requisi-ti di un sistema di gestione ambientale che consentono alle impresedi formulare una politica e stabilire degli obiettivi, tenendo conto delleprescrizioni legislative e delle informazioni riguardanti gli impattiambientali significativi. Essa si applica a quegli aspetti, diretti e indi-retti, sui quali l'azienda può esercitare un controllo e ci si può atten-dere che abbia influenza. La norma internazionale UNI EN ISO 14001contiene i requisiti del sistema di gestione, fondato sul processodinamico e ciclico: "pianificare, attuare, controllare, riesaminare". Ilsistema dovrebbe consentire alle imprese: a) di stabilire una politicaambientale che le si adatti; b) di identificare gli aspetti ambientaliconnessi alle sue attività, prodotti o servizi, nel passato, presente efuturo, per determinare i loro impatti ambientali significativi; c) diidentificare le prescrizioni delle leggi e dei regolamenti pertinenti; d)di identificare le priorità e di fissare obiettivi e traguardi quantificati;e) di creare una struttura per realizzare la politica e raggiungere gliobiettivi prefissati; f) di facilitare le attività di pianificazione, gestio-

6633Cap. 8 - Etichettatura ambientale e certificazione

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Adottare unsistema di gestioneambientale è uninvestimento chenon resta impagato

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ne, controllo, correzione, audit e riesame, per assicurarsi nello stessotempo che la politica ambientale sia soddisfatta e il sistema di gestio-ne ambientale rimanga adeguato; g) di essere in grado di adattarsi alcambiamento delle circostanze. Per accedere alla certificazione daparte di un ente terzo indipendente le aziende devono predisporre duedocumenti fondamentali per la descrizione del proprio SGA: il manua-le del sistema di gestione ambientale e l'analisi ambientale iniziale.Quest'ultima è definita, secondo la norma internazionale UNI EN ISO14001 di riferimento, come un documento il cui scopo dovrebbe esse-re quello di prendere in considerazione tutti gli aspetti ambientali del-l'organizzazione prima di stabilire il sistema di gestione ambientale.Secondo la norma di riferimento, l'analisi ambientale iniziale dovreb-be coprire le seguenti quattro aree principali:

prescrizioni di legge e regolamenti; identificazione degli aspetti ambientali significativi; esame di tutte le procedure e prassi esistenti in campo ambientale;valutazione dell'esperienza derivante dall'analisi degli incidenti giàcapitati.

Per mantenere la conformità alle prescrizioni di legge, un'aziendadovrebbe identificare e comprendere le prescrizioni di legge che siapplicano alle sue attività, o prodotti. Le disposizioni legislative pos-sono presentarsi sotto diverse forme: quelle specifiche per l'attività(per esempio, autorizzazione di agibilità del sito), quelle specifiche peri prodotti e i servizi dell'organizzazione, quelle specifiche per il setto-re industriale dell'organizzazione, ecc. Per identificare le leggi inmateria ambientale e le loro modifiche in corso si possono consulta-re varie fonti, fra le quali ad esempio le associazioni industriali. Peragevolare la rintracciabilità delle prescrizioni di legge, un'organizza-zione può dotarsi di un elenco aggiornato di tutte le leggi e regola-menti che riguardano le sue attività, prodotti, servizi. L'analisi dellaconformità legislativa dovrebbe avere documentazione e riscontro nel-l'analisi ambientale iniziale. Il procedimento per identificare gli aspet-ti ambientali significativi associati alle unità operative dell'aziendadovrebbe considerare una serie di fattori tra cui: emissioni nell'atmo-sfera, scarichi nei corpi idrici, gestione dei rifiuti, contaminazione delsuolo ecc. Questo procedimento dovrebbe considerare le condizioni

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6644 Imballaggio sostenibile

Il miglioramentodelle prestazioniambientali deve

essere realizzato nelquadro di un

sistema di gestionestrutturato eintegrato con

l'insieme dei processigestionali

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operative normali, le condizioni di fermata e di avviamento, nonchégli impatti significativi reali e/o potenziali associati a situazioni ragio-nevolmente prevedibili o a situazioni di emergenza. L'identificazionedegli aspetti ambientali è un processo che rende evidente l'impattosull'ambiente (positivo o negativo) delle attività aziendali. Questoprocesso inoltre include l'identificazione dell'esposizione al rischio cor-relato a imposizioni legali, regolamentari ed economiche, che hannoeffetto sull'organizzazione. La relazione fra gli aspetti e gli impattiambientali è quella di causa ed effetto. Un aspetto ambientale riguar-da un elemento dell'attività, del prodotto o del servizio dell'impresache può avere un impatto benefico o meno sull'ambiente. Per esem-pio può implicare uno smaltimento, un'emissione, il consumo o lariutilizzazione di un materiale, un rumore. Esempi di impatto potreb-bero comprendere l'inquinamento, la contaminazione dell'acqua o l'e-saurimento di una risorsa naturale. L'identificazione degli aspettiambientali e la valutazione degli impatti associati è un processo chepuò essere trattato in quattro fasi: Fase A Scegliere un'attività, un prodotto o un servizio;Fase B Identificare gli aspetti ambientali del prodotto, servizio; Fase C Identificare il maggior numero possibile degli impatti

ambientali, reali e potenziali, positivi e negativi, associaticon gli aspetti ambientali identificati;

Fase D Valutare l'importanza degli impatti.

L'importanza di ciascuno degli impatti ambientali identificati puòvariare da un'impresa all'altra e quantificarli può essere di aiuto. Lavalutazione può essere facilitata considerando aspetti ambientali (lavastità e la severità dell'impatto, la probabilità che avvenga e la suadurata), aspetti economici (la difficoltà e il costo connessi alle ope-razioni necessarie per modificare l'impatto, gli effetti sull'immaginedell'organizzazione). Quindi il sistema di gestione ambientale mettein condizioni l'azienda di monitorare i propri processi attuando azio-ni e programmi volti al miglioramento degli obiettivi di tutela ambien-tale e ottenendo evidenti vantaggi anche in termini di garanzia, versoterzi e verso la comunità, del rispetto delle leggi e norme in materia.

6655Cap. 8 - Etichettatura ambientale e certificazione

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La LCA nel packagingalimentare Food Packages N. 2 pagg 54-56 autori:G. L. Baldo, S. Rossi. Life Cycle Engineering Torino (www.studiolce.it)

Il Life Cycle Design e laprogettazione di sistema Food Packages N.4 2005 pagg 38-41 Dalia Sciama Consulente e collaboratrice pressoil dipartimento INDACO,Politecnico di Milano

Per una visione strategica della sostenibilità Food Packages 4 2005 pagg 42-50 Anna Meroni. Designer; ricercatore a contratto e docente di disegno industrialepresso il dipartimento INDACOdel Politecnico di Milano

Gli imballaggi e l'ambiente Food Packages N. 9 pagg 44-52 C. Vezzoli, L. Orbetegli Unità di Ricerca DIS, Design eInnovazione di sistema per laSostenibilità Dipartimento INDACO Politecnico di Milano

I SUV dell'imballaggioFood Packages 21 pagg 16-19 Autore: Luciano Piergiovanni Docente al DISTAM(Dipartimento di Scienze eTecnologie Alimentari eMicrobiologiche, Università diMilano) e presidente del GSICA

Shelf Ready Packaging Food Packages 20 pagg 42-48 Autore: elaborazione dellaredazione su dati resi disponibilida Messe Dusseldorf

Bibliografia

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6666 Imballaggio sostenibile

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Nuovi materiali all'orizzonte Food Packages 21 pagg 44-48 Autore: Francesca Mostardini Global packaging managerPack-Co srl

Sistemi di gestione ambientale,ISO 14001 Food Packages 4 2005 Eugenio Bestetti

Dossier: Prevenzione ed eco-sostenibilità Prima parte Food Packages 19 Autore: Maria Rosa Baroni pagg 29-35

Dossier: Prevenzione ed eco-sostenibilità Seconda parte Food Packages 20 Autore: Maria Rosa Baroni pagg 29-38

Dossier: Prevenzione ed eco-sostenibilità Terza parte Food Packages 21 Autore: Luisa Torri pagg 27-38

Dossier: Prevenzione ed eco-sostenibilità quarta parte Food Packages 22 Autore: Chiara Giacometti pagg 29-36

6677Bibliografia

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IMBALLAGGIO SOSTENIBILE

Copyright © 2010 Artek Snc

Artek S.n.c.via Belvedere 31, 21050 Porto Ceresio (VA) - ITALYTel. +39 0332 286253 Fax +39 0332 830457Email [email protected]://www.foodpackages.net

Finito di stamparenel mese di Maggio 2010

Realizzazione editorialeArtek SncDirettore responsabileMaria Rosa BaroniAutoriM.R. BaroniProgetto graficoMoreno MongaStampaReggiani - Varese

Tutti i diritti sono riservati ad Artek Snc.Nessuna parte di questo libro può essere

riprodotta o utilizzata in alcun modo,senza l'autorizzazione scritta di Artek,né con mezzi elettronici né meccanici,

incluse fotocopie, registrazione oriproduzione attraverso qualsiasi sistema

di elaborazione dati.

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