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    Film and Faith

    Prima lezione

    prof. Dario Edoardo Vigan

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    Film and FaithReligious Studies e il cinema

    Si registra un rinnovato interesse per il rapporto religione e cinema.

    Nel contesto culturale statunitense i Religious Studies hannomostrato particolare attenzione nei confronti del cinema.

    S. Botta, E. Prinzivalli: iReligious Studies [] hanno mostrato grandeattenzione al fatto cinematografico, anche in ragione dellaprepotente influenza dellindustria hollywoodiana nel dibattitopubblico. Le tendenze pi recenti nellambito dei Religious Studieshanno sviluppato una riflessione critica non solo sul possibile incontroepistemologico tra i due ambiti, ma anche sulla precisa definizione diun campo di indagine comune (S. Botta, E. Prinzivalli, Cinema e

    religioni, Carocci, Roma 2010).

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    Differenti metodologie di analisi

    Sviluppo di un nutrito filone di studi sia negli Stati Uniti che in Europasul rapporto cinema e religione, proponendo differenti metodologiedi analisi.

    S. Botta, E. Prinzivalli: Lattenzione pi recente del filone di studiindividuato come Religion and Film si [] costantemente aperta auna ricca multidisciplinariet [] tale da includere [] anche le pidiverse prospettive di indagine dei fatti religiosi: non sono dunque

    impegnati nellanalisi solamente gli storici delle religioni, ma anche glistudiosi provenienti dallambiente dei Cultural Studies, dellasociologia delle religioni, dellantropologia, degli studi letterari ecc.(S. Botta, E. Prinzivalli, Cinema e religioni, Carocci, Roma 2010).

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    Sviluppo di un nutrito filone di studi

    Guardando al contesto culturale europeo, soprattutto italiano, siregistra una considerevole attenzione al rapporto cinema e religione.

    La saggistica e la convegnistica hanno mostrato in questi ultimianni un particolare interesse per il sacro (i suoi simboli e le sue

    retoriche di narrazioni) nei dispositivi testuali in genere, soffermandosicon attenzione specifica sul rapporto tra i testi biblici e le riscrittureaudiovisive, occupandosi anche del rapporto tra il cinema e la storiadi Ges (D. E. Vigan, Cinema cristologico e riscritture audiovisive. Ilproblema delle traduzioni intersemiotiche, in S. Isetta, Il volto e gli

    sguardi. Bibbia letteratura cinema, EDB, Bologna 2010).

    Allabbondanza di testi e seminari di studio, corrisponde unamolteplicit di approcci che a volte difficilmente si integrano in unaprospettiva composita e unitaria.

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    Religione e televisioneLa fiction televisiva italiana

    Dato certamente da non trascurare anche il rapporto tra religionee fiction televisiva, che in Italia rappresenta certamente un casomolto singolare in termini quantitativi e di audience.

    Il filone biblico: Il Progetto Bibbia della Lux Vide per la Rai.

    Il filone agiografico nel formato della miniserie televisiva o delfilm tv:Maria Goretti, Rita da Cascia, Padre Pio, santAntonio.

    Le storie di papi del Novecento (Papa Giovanni, Giovanni Poalo

    II) e dei preti maggiormente popolari (DonMilani, DonBosco, DonZeno).

    G. Simonelli, La fiction religiosa tra ricerca dautore e scritturapopolare, in D. E. Vigan, Dizionario della comunicazione.

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    Differenti scenarisecondo il profilo socioculturale

    Si delineano differenti scenari a seconda del profilo socioculturale:

    situazione con un evidente legame della cultura con il

    trascendente;

    situazione in cui questo legame affidato allo sguardo intensodi chi sa scorgere i rimandi, le citazioni, le forme narrative di

    stampo parabolico.

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    Un testo filmico

    Un testo cinematografico non si costituisce mai come semplicemezzo attraverso cui qualcuno (destinatore) si incarica dicomunicare qualcosa a qualcun altro (destinatario).

    Come ogni dispositivo testuale, un film pu non soltanto

    veicolare dati e informazioni.

    Bens pu fare convergere su dati e informazioni le pi variegatearchitetture di senso, orientando i propri assunti discorsivi indirezione connotativa.

    Un testo filmico un dispositivo che funziona in manieracomplessa. Un sistema capace di correlare tra loro areeespressive diverse, segni diversi ed infine codici diversi.

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    Testo dalle ampie costellazioni di senso

    Un testo filmico un dispositivo complesso, che si configura comeun discorso, particolarmente articolato, capace di sviluppare le pidiverse modalit di significazione.

    Il film richiede la partecipazione dello spettatore, il quale vieneinvitato a prendere parte a un gioco sfumato e sottile.

    Il film lasciando agire i propri specifici modi comunicativi, si facapace di raffigurare e trattenere in singoli costrutti ampie e perfinoamplissime costellazioni di senso.

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    Lassoluto nelle pieghe del visibile

    Il cinema che non si ritirato di fronte alla possibilit di misurarsi con legrandi questioni dellesistenza, con i grandi interrogativi; al contrario,muovendo in questa direzione ha sfidato se stesso (mettendo sempre allaprova il proprio potenziale comunicativo ed espressivo, vagliando lapropria capacit di rappresentare lirrappresentabile) e, in un confronto

    tanto impari quanto ineludibile, ha saputo sfidare lassoluto cui di volta involta si trovato di fronte. Dare immagine a ci che non si vede, nelsenso pi ampio possibile, e ancora, cercare Dio nelle pieghe del visibile,misurarsi con la sua presenza o con la sua assordante mancanza: questoassoluto che ci circonda, e che il cinema pi grande ha sempre cercato,

    un altrove, un muovere fuori di s che limmagine cinematograficaporta scritto nella sua stessa essenza, nel fuori campo che la delimita e cela restituisce come tale (D. E. Vigan, Cinema, estroversione dello

    sguardo, figurativizzazioni della speranza, in D. E. Vigan, G. Scarafile,Ladesso del domani, Effat 2007).

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    Uno sguardo estroverso

    Lo sguardo del cinema per essenza uno sguardo estroverso, unguardare che tiene sempre con s, vivo ai bordi dellimmagine, quelloche non si vede.

    Da questo livello linguistico primario fino alle pi articolate architetturesemantiche, il testo cinematografico ci mostra i propri confini e si (ci)

    spinge a oltrepassarli.

    Il cinema sempre capace di mostrarci un altrove, e spesso,mettendolo al centro delle proprie intenzioni discorsive, ce ne forniscemodelli e figure.

    In questo modo il cinema cerca ci che ci trascende mentre ce loaddita, si misura con gli ingorghi del senso mentre improvvisamente ce nemostra limmagine. O meglio mentre quasi automaticamente si disponea cogliere il mistero dellimmanenza.

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    Uno sguardo estroverso

    Lo sguardo del cinema per essenza uno sguardo estroverso, unguardare che tiene sempre con s, vivo ai bordi dellimmagine, quelloche non si vede.

    Da questo livello linguistico primario fino alle pi articolate architetturesemantiche, il testo cinematografico ci mostra i propri confini e si (ci)

    spinge a oltrepassarli.

    Il cinema sempre capace di mostrarci un altrove, e spesso,mettendolo al centro delle proprie intenzioni discorsive, ce ne forniscemodelli e figure.

    In questo modo il cinema cerca ci che ci trascende mentre ce loaddita, si misura con gli ingorghi del senso mentre improvvisamente ce nemostra limmagine. O meglio mentre quasi automaticamente si disponea cogliere il mistero dellimmanenza.

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    La speranza nel cinema R. Bresson: Io vorrei riuscire a vedere qualcosa daltro sullo schermo che

    dei copri in movimento, vorrei riuscire a rendere percepibile lanima equesta presenza di qualcosa di superore che si trova sempre l, diqualcuno che Dio.

    Non solo architetture di senso da rintracciare e seguire con sguardo dipassione, ma anche relazione con uno sguardo spettatoriale con cui si

    snoda il denso vibrare del misterioso gioco di condivisionedellesperienza.

    P. A. Florenskij: Il mondo spirituale, invisibile non in un qualche luogolontano, ma ci circonda; e noi siamo come sul fondo delloceano, siamo

    sommersi nelloceano di luce, eppure per la scarsa abitudine, perlimmaturit dellocchio, spirituale, non notiamo questo regno di luce,nemmeno ne sospettiamo la presenza.

    D. E. Vigan, Cinema, estroversione dello sguardo, figurativizzazioni dellasperanza, in D. E. Vigan, G. Scarafile, Ladesso del domani, Effat 2007.

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    Ri-figurazioni della speranzanel cinema

    Prima della pioggia (Before the Rain, 1994) di Milcho Manchevski.

    Nostalghia (Id., 1983) di Andrej Tarkovskij.

    Decalogo 2 (Dekalog Dwa, 1988) di Krzysztof Kieslowski.

    Viaggio a Kandahar(Safar Ghandehar, 2001) di Mohsen Makhmalbaf.

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    RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

    Testi di riferimento:

    D. E. Vigan, Dizionario della comunicazione, Carocci, Roma 2009.

    Ambito: A. Bourlot, Il religioso nei media, pp. 910-920.

    Ambito: G. Simonelli, La fiction religiosa tra ricerca dautore e

    scrittura popolare, pp. 926-930.

    Focus: A. Bourlot, Cinema cristologico, pp. 921-925.

    Approfondimenti:

    S. Botta, E. Prinzivalli, Cinema e religioni, Carocci, Roma 2010.

    D. E. Vigan, Cinema cristologico e riscritture audiovisive. Il problemadelle traduzioni intersemiotiche, in S. Isetta (a cura di), Il volto e gli

    sguardi. Bibbia letteratura cinema, EDB, Bologna 2010, pp. 21-31.

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    RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

    Approfondimenti:

    D. E. Vigan, G. Scarafile, Ladesso del domani. Raffigurazioni dellasperanza nel cinema moderno e contemporaneo, Effat Editrice,Cantalupa (TO) 2007.

    D. E. Vigan, R. Eugeni (a cura di), Attraverso lo schermo. Cinema ecultura cattolica in Italia, 3 volumi, Ente dello Spettacolo, Roma 2006.

    D. E. Vigan, Ges e la macchina da presa. Dizionario ragionato delcinema cristologico, Lateran University Press, Roma 2005.

    A. Romeo (a cura di), Tonache cross-mediali. Preti, frati e suore nei massmedia, Effat, Cantalupa (TO) 2011.

    A. Verdecchia, Il maestro magico. Itinerari pedagogici dietro lamacchina da presa, Paoline-ANICEC 2010.