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Poste Italiane s.p.a - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Ne/PD Bimestrale di informazione di Medici con l’Africa Cuamm MEDICI CON L’AFRICA CUAMM | n. 3 | luglio 2014 | In primo piano Ulata, la vita che cresce Focus Il voto di oggi in Africa Unisciti a noi Life is sweet: il webdoc che parla di Africa, musica e Cuamm d’Africa Luci baRTOSZ MaTeNKO La speranza rischiara il buio infinito dei bisogni

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Bimestrale di informazione di Medici con l'Africa Cuamm

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Bimestrale di informazione di Medici con l’Africa Cuamm

MEDICI CON L’AFRICACUAMM

| n. 3 | luglio 2014 |

In primo piano Ulata, la vita che cresce

FocusIl voto di oggi in Africa

Unisciti a noi Life is sweet: il webdoc cheparla di Africa,musica e Cuamm

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Dall’Album del Cuamm

In silenzio accanto agli ultimi

via san Francesco, 126 35121 Padova Italy tel. 049.8751279, 049.8751649 fax [email protected] 00677540288

Proprietariomedici con l’africa Cuamm Direttore responsabileanna talami Segretaria di redazione Francesca Forzan Redazioneandrea borgato, Dante Carraro, DonataDalla riva, Luigi mazzucato, Giovanni Putoto, bettina simoncini, Jacopo soranzo Fotografie nicola berti, bartosz matenko, ronen zvulun/reuters, Fabio Capello, edoardoocca, archivio Cuamm Progetto grafico Francesco Camagna Registrazioni presso il tribunale di Padova registro stampe n.1633 del 19 gennaio 1999 al roc n.22732 del 30settembre 2012 Redazione via san Francesco, 126 35121 Padova Impaginazione e stampa Publistampa, via Dolomiti, 36 - 38057 Pergine (trento)

Avviso ai lettori Questo periodico viene inviato a quanti ci sostengono, perché possano verificare la destinazione delle loro donazioni.medici con l’africa Cuamm è onlus. Le donazioni inviate sono quindi deducibili nella dichiarazione dei redditi, allegando la ricevuta delladonazione eseguita. Sostieni e partecipa al nostro impegno in Africa per conoscere gli aggiornamenti dei progetti e le storie checondividiamo in Africa, attraverso una di queste modalità: c/c postale n. 17101353, intestato a Cuamm Bonifico bancario Iban It 91 H 0501812101 000000107890 presso banca Popolare etica, Padova Carta di credito telefona allo 049.8751279 On line www.mediciconlafrica.org

Sommario

MEDICI CON L’AFRICACUAMM

2004 - 2014 In ricordo di Marisa FerrariEditoriale Don Dante CarraroLa fresca bellezza 3del “perché”

News dall’Africa Gigi DonelliIn una lettera, la speranzadel popolo eritreo 4

La voce dell’AfricaI. Haddow-Flood ripensare l’educazionein africa 5

News dai progettiCarmelo FanelliDal trentino all’etiopia per il diritto alla salute 7

In primo pianoEdoardo OccaUlata, la vita che cresce 8

Mettici la facciaArianna BortolaniIncontri specialia Wolisso 11

FocusDavide MaggioreIl voto di oggi in africa 12

ZoomEmanuela Citterioappuntamenti e segnalazioni 14

Unisciti a noiLife is sweet: il webdocche parla di africa 16

Visto da quiFabio CapelloPaola Gaddimaia, una vitatra due continenti 18

S ono PassatI 10 annI dalla morte di marisa Ferrari e sono ancoravive le parole di un’intervista concessa nel 2000 a Carlo Pisani,giovanissimo videomaker. «mi piace quello che faccio e credo

che se quello che fai ti piace, allora ci riesci. riesci a scambiare qual-cosa con gli altri, perché gli altri lo sentono. Il fatto che tu divida quelpoco che hai con loro vuol dire che li accetti e di conseguenza loroaccettano te».

a fianco dell’organizzazione dal 1996, l’infermiera vicentina mortaa Chiulo, angola, in seguito a un incidente d’auto, rimane una testimo-nianza vivida di perseveranza, umiltà e attenzione verso gli ultimi.

In copertina: Notte, di bartoszmatenko. Reportage realizzato intanzania all’interno del progetto“equal opportunities for health”raccolto nel testo “Lights of Life”

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scorso, a Padova.subito dopo, nel teatro vicino, la conse-

gna del Premio Canova. Un palpabile silen-zio, intenso, partecipe, carico di affetto,ammirazione e stima da parte dei tanti pre-senti verso i volontari selezionati. silvioCortinovis, medico, 30 anni di vita spesi inafrica: non lo voleva, il premio, perché, di-ce, «sono uno come tanti altri»; mariangelaGalli, infermiera di 39 anni, sempre prontaa partire e andare ovunque serva; agostinoLessio, papà di sara, portata via troppo gio-vane, mentre si preparava per l’africa: hatrasformato l’infinito dolore per la perditadella figlia in energia e dedizione per ilCuamm; anacleto Dal Lago, il professore,primo medico partito per l’africa nel 1955che, ben prima dell’oms e di altri esperti,ha teorizzato e applicato sul campo la “Pri-mary Health Care”. 

«La mia non é stata una scelta, ma unaspinta viscerale. Ho conosciuto il dolore e lapovertà. Ho sempre sentito, come d’istinto,il dovere di battermi per i poveri e i sofferen-ti» si confessava in un’intervista del 1986, ilnostro fondatore, Francesco Canova.

C aLDo, IL VerDe DI GranDI aLberI,musica e canti africani, liturgiaessenziale e intensa, il ricordo

dei volontari che non ci sono più, pri-ma fra tutte marisa Ferrari che 10 annifa è entrata nella gioia del Cielo. È lasanta messa con la quale abbiamoaperto la Festa Cuamm, il 22 giugno

In 2 ore, tra foto, immagini, video eracconti, qualche lacrima e applauso, si èrespirata la fresca bellezza del “perché”continuare a lavorare, ogni giorno, per lagiustizia e i poveri, “perché” partire e an-dare, ancora una volta e sempre, a fiancodi chi non ha neppure il diritto fondamen-tale ad essere curato e assistito. Vecchi egiovani, bambini e anziani, volontari inafrica e in Italia! «anche questa è l’Italia»ci ha ripetuto il Presidente napolitano, inoccasione dei 60 anni del Cuamm. ed è ve-ro! È questa anche l’europa che vogliamo!È iniziato il semestre italiano di presidenzadel Consiglio europeo: non ci interessaun’Unione costruita solo sulla finanza, sulpareggio di bilancio, su regole corrette etrasparenti ma fredde, insensibili e a tratticrudeli, lontana dalla vita concreta dellagente e dai suoi bisogni. In Italia dobbia-mo cancellare la corruzione e l’imbroglio,soprattutto quando si tratta di soldi pub-blici; dobbiamo cambiare stile di vita e di-ventare tutti più sobri. ma abbiamo biso-gno e vogliamo un’europa più unita eforte attorno i valori che hanno segnato lanostra storia e dato dignità al nostro esse-re uomini e donne di questo Paese e con-tinente: la solidarietà verso i più fragili,l’attenzione verso chi fa più fatica o è piùsfortunato, il rispetto dei diritti umanifondamentali.

siamo arrivati a sera, stanchi ma con ilcuore carico di volti e persone amiche, sto-rie e buoni esempi e ci sentiamo ancoraparte dell’esercito silenzioso che, quotidia-namente, continua a spendersi per unmondo più “bello” per tutti e che per que-sto lavora, senza medaglie o riconoscimentispeciali. Liberi, sereni e tenacemente osti-nati nel cammino intrapreso!

Fare per gli altri

La fresca bellezzadel “perché”

Don Dante Carrarodirettore di Medici con l’Africa Cuamm

Il meeting annuale Cuamm "Prima le mamme e i bambini"quest'anno sarà a Torino, sabato 29 novembre, alPolitecnico Universitario. Segnalo nella tua agenda, tiaspettiamo!

Editoriale

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in Sicilia, Calabria, Puglia64.300 nel 201115.900 nel 2012oltre 40.00 nel 2013solo in Sicilia nel 20139.926 eritrei9.591 siriani4.497 somalidati Frontex

Migranti

In una lettera, la speranza del popolo eritreo

QUattro VesCoVI CattoLICI aFrICanI levano una voce di critica nel paese che inmolti ormai chiamano “la grande caserma”. Parlano del “paese desolato” dove lafuga, per migliaia, diventa l’unica speranza. ricordano i giovani che scappano, co-

me quelli morti lo scorso ottobre nel mare di Lampedusa, le famiglie intere che abbando-nano un paese imprigionato in una guerra permanente. Ho conosciuto il presidente dell’eri-trea Issayas afewerki nel 1993. Parlando gli chiesi cosa pensasse dei presidenti a vita chesoffocavano il continente. mi disse che non sarebbe accaduto al suo paese. e invece è proprioquanto sta accadendo, ma dirlo è pericoloso. Il pensiero dei quattro vescovi è un atto di co-raggio, raccolto in una lettera di 38 pagine intitolata con la stessa citazione biblica scelta dalPapa nell’omelia del luglio scorso a Lampedusa, la domanda di Dio a Caino: «Dov’è tuo fra-tello?», dove invocano un luogo dove i giovani possano tornare, un paese dove esprimere libe-ramente il proprio pensiero. Un paese che possa smettere di morire lentamente dentro.

di Gigi DonelliRadio 24 / Il Sole 24 Ore

sociale: sono coinvolte ogni anno quasi 14 milioni di ragazze costrette a sposarsi contro la propria volontà.In paesi come il niger e il Ciad, i tassi di matrimoni in giovanissima età sfiorerebbero addirittura il 70%.

secondo olawale maiyegun, direttrice dellaCommissione affari sociali dell’Unione africana, le colpelegate alla questione non possono essere attribuite

Unione AfricanaNiente più spose bambine

L’Unione africana (Ua) scende in campo con unacampagna per arginare il fenomeno delle sposebambine. sulla base di alcuni dati resi noti dalle nazioniUnite, questo risulta essere un autentico dramma

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Flash

NeL 2003 manDeLadi ceva «L’educazio-ne è l’arma più po-

tente che possiamo usareper cambiare il mondo».aveva ragione, ma l’acces-so all’in formazione e al-l’istruzione in molte parti dell’africa oggi è ancora diffe-rente e questo significa chemolti non hanno la qualitànell’istruzione che dovrebbe-ro avere. La maggior parte deigoverni sono legati a modellitradizionali di istruzione chesi cerca di superare. Ciò pesasugli sforzi di cambiamento

che si stanno cercando di im-primere al sistema dell’istru-zione.

studiosi, educatori e tecni-ci per trovare soluzioni allemolte sfide educative stannoora guardando all’e-learning(educazione a distanza) e allatecnologia per l’informazionee la comunicazione (Ict). Gliesperti ne parlano come diuna nuova era dell’educazioneper le opportunità che offre.Una re cente valutazione della

scena dell’e-learning in africaha mostrato una crescita im-pressionante del settore negliultimi anni. ma chi sta guidan-do questa rivoluzione del-l’istruzione? a fare la partedel leone sono alcune start-up e organizzazioni che stan-no provando a imporsi sulsettore dell’istruzione in afri-ca, in particolare in sudafri-ca, con sistemi come Obami,Daptio, Siyavula. Qualcosa simuove in molti altri paesi afri-

cani attraverso piatta-forme come tutor.ng,sterio.me e molte altreancora.

La voce dell’Africa

Ripensare l’educazione in Africa

S I È sVoLto dal 10 al 13 giugno all’exhibi-tion Centre di Londra il summit interna-zionale “end sexual Violence in Con-

flict”, un vertice sulle violenze sessuali legatealle zone di guerra fortemente voluto da Wil-liam Hague, ministro degli esteri britannico esupportato, tra gli altri, dal segretario di statoamericano John kerry e dal segretario generaledell’onu ban ki-moon.

Il problema, definito da Hague come «unodei maggiori crimini di massa del XX e XXI se-

colo», ha assunto le dimensioni di una vera epropria emergenza in seguito al recente ag-gravarsi delle condizioni di donne, giovani ebambini quotidianamente abusati da soldati omiliziani a nord della nigeria, in sud sudan,Uganda ed etiopia. I delegati dei 155 paesi pre-senti all’incontro hanno redatto una dichiara-zione finale volta a tutelare le vittime di vio-lenza nei paesi in guerra civile e avviato unacampagna di sensibilizzazione attraverso i so-cial con l’hashtag #timetoact. [WWW.GOV.UK]

Un summit contro gli stupri di guerra

I. Haddow-FloodWikiAfrica

www.wikiafrica.net

News dall’Africa

KenyaNuove violenzein nome della Jihad

Il gruppo terroristico dial-shabaab continua a te-nere sotto scacco il kenya,concentrando i nuovi attacchi soprattutto nellezone costiere prossime alconfine somalo. nonostanteil presidente keniano Uhurukenyatta abbia più volte ribadito l’estraneità ai fattidei terroristi islamici, il numero delle vittime decedute per le loro riven-dicazioni religiose è in con-tinuo aumento. e la lungaserie di attentati che dal2011 tormenta il paesesembra destinata a conti-nuare. [WWW.NYTIMES.COM]

LibiaIl paese è ora nellamorsa di Khalifa Haftar

oltre al governo di ahmedmitik ufficialmente dichia-rato abusivo dalla Corte Costituzionale e la sede delparlamento distrutta da unrazzo durante un raid aereo,la Libia si trova a dover farei conti con gli attacchi sfer-rati dall’esercito dell’ex generale khalifa Haftar inseguito alla dichiarazionedi guerra rivolta alle miliziefilo-fondamentaliste pre-senti a bengasi. oltre a numerosi feriti e vittime,sono decine le famiglie in fuga dalla Libia orientale alla ricerca di salvezza.[WWW.ALJAZEERA.COM]

solamente a fattori di natura etnica o religiosa, ragion per cui urgono interventi legislativi mirati e tempestivi a reale tutela dei diritti dell’infanzia.

a livello internazionale, le nazioni Unite e alcuneorganizzazioni come Girl Not Brides si sono poste l’ambiziosoobiettivo di contribuire all’eliminazione del fenomeno dellespose bambine entro il 2020. [WWW.MISNA.ORG]

Può l’e-learning forniresoluzioni alle molte sfideeducative in Africa?

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AngolaL’ospedale di Chiuloè meno isolato

Sud SudanProssimamentea Cuibet

al personale sanitario e gestionale. scrive Francescamontalbetti, capo progetto Cuamm: «Immaginateviuna chiesa di fango in mezzo al verde e venti personeincantate davanti a uno schermo che proietta le slides: maper ha avuto il suo primo training !».

al corso, incentrato sui fondamentali della salutedei bambini, hanno partecipato principalmente ope-

Sud SudanPrime attività a Rumbek North

evento senza precedenti a rumbek north: comple-tato a maper il 23 maggio il primo corso di formazionein una contea dove nessuna ong aveva mai avviato in precedenza un intervento integrato, rivolto

N eL 2013 medici conl’africa Cuamm hainiziato una nuova

sfida a Palma, in mozam-bico, nella provincia di Ca-bo Delgado, estremo norddel paese. La provincia èdivisa in 17 distretti e tra

L aVorI In Corso tra ondjiva, capoluogodel Cunene, e Xangongo, altro centropiù a nord: viene realizzata una strada

che arriva a Lubango, provincia di Huíla, eprosegue sino a Luanda. Il tracciato toccheràanche Chiulo: «La strada è arrivata proprio da-vanti all’ospedale: un bell’odore di catrame ciha avvolto, ma ne è valsa la pena!», ci scriveLaura marin del teamCuamm a Chiulo. L’ospe-

dale sarà meno isolato esarà più agevole il trasfe-rimento di pazienti criticidalle unità sanitarie peri-feriche, in particolare ledonne che necessitanodel cesareo.

questi quello di Palma è statoidentificato come il più biso-gnoso. area costiera, affaccia-ta sull’oceano, caratterizzatada una rete di comunicazionie trasporti molto povera e fra-gile, Palma conta una popola-

zione di 60 mila abitanti chevive per lo più di pesca ed èconcentrata per metà nel ca-poluogo: la città di Pemba.L’al tra metà è dispersa sul ter-ritorio, in zone dove è compli-catissimo raggiungere le strut -ture sanitarie e, in particolare,ricevere cure adeguate in gra-vidanza o per partorire.

Una componente del pro-getto intende dare impulso al-le attività delle cliniche mobili,l’unico mezzo per raggiungereanche la popolazione più lon-tana. ma gli ostacoli non man-

cano: nei mesi scorsi le pioggetorrenziali hanno reso proibi-tivo lo svolgimento delle attivi-tà e hanno ridotto l’afflusso,già faticoso, delle persone alCentro di salute di Palma ge-stito dal Cuamm. L’esonda-zione del fiume messalo hapoi spazzato via, nel marzoscorso, i due ponti che colle-gavano Palma con il capoluo-go, interrompendo la stradaprincipale.

La sfida come si vede è du-ra: il team del Cuamm, recen-temente rafforzato dall’arrivodel dott. enzo Pisani, l’ha rac-colta.

I L CUamm InterVerrà prossimamente nellacontea di Cuibet, tra le maggiori nello sta-to dei Laghi, dove risulta pressante la ne-

cessità di migliorare il sistema sanitario locale. In accordo con il ministero della sanità na-

zionale, medici con l’africa Cuamm intendeagire sulla principale unità sanitaria locale diCuibet, trasformandola in un vero e proprioospedale capace di fornire i servizi di emer-

genza e il pacchetto com-pleto dell’assistenza oste-trica e neonatale.

La popolazione stima -ta della contea è di cir ca160 mila abitanti: i partiattesi 6.390 l’anno.

MozambicoLa sfida del Cuamm a Palma

Sierra LeoneRinnovo dellacollaborazioneCuamm-Unicef a Pujehun

Si rinforza la presenza del Cuamm in Mozambico, dal 2013 in una nuova zona, la provincia nord di Cabo Delgado

S oDDIsFazIone a Puje-hun per il rinnovodell’accordo di Pca

(Programme CooperationAgreement) tra medici conl’africa Cuamm e Unicef, firmato a maggio e operati-vo fino alla fine dell’anno. Il rinnovato impegno, pro -secuzione della collabora-zione ormai triennale traCuamm e Unicef in sierraLeone, è suddiviso in duecomponenti principali: la prima di assistenza tecnica alla gestione ospe-daliera e sanitaria del distretto, la seconda di for-mazione del personale sani-tario presso l’ospedale materno-infantile di Pujehune le strutture sanitarie peri-feriche distrettuali. Due lenovità rispetto agli accordiprecedenti: da una partel’inserimento tra le visiteprenatali dello screening perla sifilide (suggerito dall’altaprevalenza di questa malat-tia tra le gravide), dall’altral’attivazione di un sistemadi voucher che copre le spe -se di trasferimento dalleunità sanitarie perifericheall’ospedale materno-infantile per i bambini finoai cinque anni.

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Dal Trentino all’Etiopia per il diritto alla salute

M eDICI Con L’aFrICa CUamm È In etIoPIa con un progetto che coinvolge 1.070.000abitanti, a sostegno delle strutture sanitarie periferiche finanziato dalla Provinciaautonoma di trento e sostenuto da medici con l’africa Cuamm-trentino. L’inter-

vento punta a migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi materno-neonatali-infantiliattraverso la formazione dei quadri sanitari locali. È stato realizzato presso l’ospedale diWolisso un corso per operatori di strutture sanitarie periferiche, parte integrante dellastrategia Integrated Management Neonatal and Child Illness (IMNCI), nato con l’obiettivo diimplementare le linee guida oms/Unicef per la gestione integrata del neonato e del bam-bino ammalato al di sotto dei cinque anni attraverso il riconoscimento e la valutazione deisintomi, la classificazione della malattia e la conseguente decisione da prendere sulle cure.Con la realizzazione di questo corso, a Wolisso il Cuamm ha posto un piccolo ma solidotassello per il raggiungimento degli obiettivi del millennio (MDGs 4 e 5) in etiopia.

News dai progettiratori delle unità sanitarie periferiche: la didatticaprevedeva il richiamo e, per alcuni, l’acquisizione di nozioni base nella gestione del bambino malato.

Il corso si è svolto in collaborazione con le auto-rità sanitarie di contea che, con i partecipanti, hannochiesto al Cuamm di realizzare altre attività di questogenere.

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350le mamme che muoionoogni 100 mila nati vivi

52 i neonati che muoiono ogni 1.000 nati vivi

77i bimbi sotto i 5 anni chemuoiono su 1.000 nati vivi

In Etiopia

di Carmelo FanelliPresidente Cuamm Trentino

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Medici con l’Africa Cuamm opera in Tanzania dal 1968, con l’invio di medici e personale sanitario e attraverso progetti mirati, con l’obiettivo di offrire servizi sanitariaccessibili ed equi, a partire dal rafforzamento del distretto sanitario, vera e propria struttura di collegamento tra dispensari, centri di salute e ospedali.

Ulata, la vita che cresce

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di Edoardo OccaMedici con l'Africa Cuamm

impegnato a migliorare i servizi per lasalute materno-infantile, tramite un ap-proccio integrato di sostegno ai centri disalute e alle comunità.

Ulata è l’approdo finale di una pistadi terra che nei mesi piovosi diventaquasi impraticabile persino per il fuori-strada che usiamo per raggiungere lepersone con le quali abbiamo deciso dipercorrere un cammino comune, con-vinti come siamo che non ci possa esse-re giustizia ed equità fino a quando ognidonna potrà partorire in modo sicuro ilproprio figlio.

Quando il Cuamm si presentò per laprima volta a Ulata, nel 2010 (95 km daIringa città, ma ci vollero quasi quattro

S e DomanDI alla gente di Iringadove si trovi Ulata, ti sentirairispondere che forse hai capi-

to male il nome, o che forse questoposto semplicemente non si trova danessuna parte. Ulata è il villaggio piùremoto del distretto di Iringa, intanzania, dove da anni il Cuamm è

mikumi

TANZANIA

tosamaganga

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In primo piano

ore), arrivando davanti all’ufficio di vil-laggio dove avremmo dovuto incontrareil sindaco e altre autorità per presentareil progetto, pensai di aver sbagliato gior-no, o addirittura luogo.

L’ufficio è una casetta di mattoni, sen-za finestre (ed è già molto, consideratoche quasi tutte le case di Ulata sono fattedi terra e paglia), in mezzo a una sugge-stiva foresta di alberi bassi e ritorti chia-mati myombo, una vegetazione presentequasi unicamente in tanzania, oggetto distudio di alcune prestigiose università;

ma la popolazione di Ulata non pare faremolto caso alle meraviglie della flora lo-cale, è il contesto nel quale sono nati ecresciuti, dal quale difficilmente si allon-taneranno per tutta la vita.

Il dispensario più vicino si trova acirca 12 km, ma non ha acqua, luce, far-maci e materiali essenziali e vi lavoranosoltanto un volonteroso paramedico, or -mai anziano, e una giovane infermieraostetrica, ricca di forza d’animo ma me-no di competenze ed esperienza, consi-derato che attualmente la scuola che

permette di ottenere il titolo dura sola-mente due anni.

La gente di Ulata, quella mattina, con-siderava ancora inutile andare a partorireal dispensario; troppo distante, troppafatica raggiungerlo (per le donne incintesignifica andarci a piedi, caricandosi glioggetti utili per trascorrervi qualche gior-no, e da sole perché per gli uomini di quiè da considerarsi sconveniente immi-schiarsi in “cose da donne” come il parto)e ben sapendo che il beneficio sarebbestato limitato.

Dopo circa un’ora di attesa, quellamattina, arrivano il sindaco e le personeche attendevamo.

Ci dicono che in effetti era arrivatauna lettera che annunciava la nostra vi-sita, ma non avrebbe avuto senso pre-sentarsi in un posto senza prima avercivisto. erano al lavoro nei campi, spiega-no, e quando hanno sentito il rumoredell’auto si sono messi in cammino ver-so l’ufficio.

sono passati quattro anni da quellamattina e a Ulata, da gennaio a maggio2014, sono nati 27 bambini, dei quali 25in un ospedale o in centro di salute, tuttisupportati dal Cuamm attraverso la for-mazione del personale, la fornitura deifarmaci essenziali, l’istallazione di pan-nelli solari ecc.

siamo tornati a Ulata almeno una vol-ta ogni trimestre da allora e, lavorando

Il Cuamm in Tanzania

TANZANIAA destra, riunione sotto gli alberi di Myombo.

Sopra, visita sanitaria a domicilio nel villaggio di Holo.

A sinistra: visita sanitaria nel villaggio di Makombe.

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Medici con l’Africa Cuamm è presente in Tanzania da 45 annie, anche per il 2013, il maggior numero di interventi ha inte-ressato le regioni di Iringa, Njombe e Morogoro. Le attivitàsi sono concentrate nel supporto dell’ospedale di Tosama-ganga e del suo bacino di utenza, il distretto di Iringa Rural.Obiettivo principale degli interventi è stato quello di aumen-tare l’accessibilità e la qualità dei servizi ospedalieri e terri-toriali (Iringa e Morogoro), ma anche migliorare la distribu-zione e quindi l’operatività delle risorse umane sul territoriodei due distretti (Iringa, Njombe) anche attraverso studi in-novativi e ricerche operative sul campo.

All’ospedale di Tosamaganga servono farmaci,

equipaggiamento adeguato, materiali, alimenti.

Quando sono salito sul ponte e ho guardato il panorama, ho capito che era più bellovedere le due rive assieme e che il meglio era essere un ponte fra due rive. Rivolgersi alle due rive senza appartenervi. Orhan Pamuk Scrittore, in Istanbul, 2003

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0,1 i medici ogni 10.000 persone

2,4il numero di infermieri e ostetriche ogni 10.000persone

45 i bimbi che muoiono su 1.000 nati vivi

68 (su 1.000)i bambini che muoionosotto i 5 anni d’età

460le mamme che muoionoogni 100 mila nati vivi

3.383i casi di Hiv/Aids ogni 100 mila persone

I numeri in Tanzania

con le autorità e con la popolazione, ab-biamo selezionato alcuni operatori sani-tari di villaggio (Community health wor-kers), li abbiamo formati a monitorare legravidanze, la salute dei bambini, racco-gliere dati, fornire informazione sanitariadi base casa per casa, dove si recano conle biciclette fornite dal Cuamm.

Pochi giorni fa, tornando a Ulata perla consueta sessione di monitoraggiodei dati raccolti (ora veniamo “sgridati”dalla popolazione se tardiamo ad arriva-re!), oltre alle persone invitate ad atten-derci, questa volta, c’erano anche alcu-ne donne in gravidanza.

si erano riunite per chiederci se fos-se vero che nel centro di salute più vici-no il Cuamm stesse costruendo una mo-ther waiting home (dove le donne congravidanza a rischio possono andare etrovare alloggio, per aspettare il giornodel parto senza rischi) e se fosse possi-bile incrementare il numero dei Com-munity health workers del villaggio (ilquartiere di madibira, infatti, si trova aldi là della collina, e loro faticano ad ar-rivarci anche in bici e la popolazioneche ci vive richiede gli stessi servizi dichi vive “in centro” a Ulata).

Il governo di villaggio approva, so-stiene e ringrazia le donne, un gruppodi donne che spontaneamente si pre-senta per rivendicare il diritto a un par-to e a una nascita sicura per i loro bam-bini. sembra nulla, per Ulata invece sitratta di un grande passo.

medici con l’africa Cuamm, che nel2010 aveva cominciato a lavorare in soliquaranta villaggi, attualmente opera inpiù di 250 villaggi come Ulata, distribui-ti in due regioni, occupandosi di salutematerno-infantile e anche di nutrizione.nella sola regione di Iringa, ci sono an-cora circa 500 Ulata.

ripensando a quella ventosa matti-na di quattro anni fa, si sente palpabileil bisogno della nostra presenza lì maanche la necessità di fare sempre me-glio questo lavoro, affinché ogni donnapossa rivendicare il diritto di partorirein sicurezza, diritto fondamentale perla dignità della persona e della societàtutta.

La Tanzania, con l’Angola, l’Etiopia e l’Uganda è uno dei quattropaesi coinvolti nel progetto “Prima le mamme i bambini” in cuiMedici con l’Africa Cuamm è impegnato dal 2012 per garantirel’accesso gratuito al parto sicuro e la cura del neonato. Il program-ma, della durata di cinque anni, si concentra nel distretto di Irin-ga DC (regione di Iringa) coinvolgendo gli oltre 270 mila abitantidella zona e in particolare le donne in stato di gravidanza (8.500solo nel 2013).

Con l’obiettivo di ridurre la mortalità materna e perinatale, ilCuamm qui è impegnato per garantire l’accesso al parto gratuitoe di qualità, migliorando i servizi di assistenza e di emergenzaostetrica, con particolare attenzione ai criteri di equità nell’acces-so ai servizi.

Nel 2013 nell’ospedale di Tosamaganga è cresciuto il numero diparti effettuati (+11% rispetto all’anno precedente) così come il nu-mero dei parti cesarei che hanno registrato un aumento del 4%rispetto all’anno precedente. I parti effettuati nei centri di salute,invece, restano stabili con un lievissimo aumento rispetto ai do-dici mesi precedenti.

Il tasso di mortalità materna sta, invece, diminuendo: nel 2012era all’1,9% mentre nel 2013 si attesta all’1,3%. Stesso trend per lamortalità neonatale, in calo dal 3,5% all’1,6%.

Villaggio di Kihanga, giovani madri in attesa di visita medica.

Prima le mamme e i bambini in Tanzania

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OSPEDALEDI TOSAMA -GANGA,IRINGANEL 2013

+11%i partieffettuati(rispetto al 2012)

+4% i particesarei

8.500le donnegravide neldistretto di Iringa DC

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Mettici la faccia

Lettere dall’Africa Incontri speciali a Wolisso

OVE LI SISTEMO tutti i ricoveridi stanotte?» Rimugino tra mee me camminando verso il pron -

to soccorso, qui all’ospedale di Wolisso, men -tre oltrepasso distrattamente la signo ra chesta facendo le pulizie in corridoio. Lei inveceè molto attenta al mio pas saggio e mi si piaz -za davanti quasi a bloccarmi la strada.

primo giorno di lavoro… se penso a quando l’hoconosciuta!

Sieropositiva, ragazza madre, era in preda aun attacco di psicosi, urlava, si buttava a terra,non voleva che nessuno si avvicinasse: mi hannochiamato d’urgenza in ambulatorio e abbiamo do-vuto sedarla e poi tenerla ricoverata semi-inco-sciente fino a smaltire l’effetto dei farmaci. Avevapartorito poco prima e dato in adozione la bam-bina perché da sola non avrebbe saputo comemantenerla; il trauma psicologico però era statotalmente forte da procurarle una psicosi. Ci sonovoluti mesi di collaborazione con lo psicologo, leinfermiere dell’Hiv clinic e i gruppi di supporto perstabilizzarla… e il suo coraggio per realizzare unsogno: non appena si è sentita meglio, si è fatta ac-compagnare in amministrazione dell’ospedale do-ve ha consegnato la sua richiesta di assunzione co-me cleaner, scritta con l’aiuto dell’infermiera chel’ha seguita.

Il lieto fine di questa storia già lo conoscete! Ilsorriso aperto di Ayalu la dice più lunga di molteparole nell’esprimere la dignità recuperata e me loricorda tutte le volte che la incontro.

arianna, assieme a Chiara, silvia e sara, èuna delle cooperanti Cuamm che ha prestato lasua “penna” e la sua voglia di raccontare l’afri-ca alle pagine virtuali del diario “Cartoline dal-l’africa”, il blog di medici con l’africa Cuamm,ospitato nel sito della rivista Io Donna. Una rac-colta di storie, immagini e pensieri capace diraccogliere anche i commenti, le domande e lecuriosità dei lettori.

Cartoline dall’Africa, il blog del Cuamm

Cartoline dall’Africa, il blog delCuamm dal 20 marzo nelle paginedigitali di Io Donna

«Salamno Doctor» (buongiorno dottore) midice con un sorriso raggiante, mostrandomi consoddisfazione la divisa azzurra, gli stivali di gom-ma e lo spazzolone che ha in mano. «BuongiornoAyalu!», rispondo e non credo ai miei occhi! Vor-rei chiederle «cosa ci fai qui?» ma il mio amariconon me lo consente, passiamo immediatamenteal linguaggio non verbale: ci abbracciamo congioia e sorpresa, e la scena richiama alcuni infer-mieri che mi aiutano nella traduzione: Ayalu èappena stata assunta come cleaner e oggi è il suo

«Ddi Arianna Bortolanimedico internista presso ilSt. Luke Hospital di Wolisso

NELLA FOTONella foto Arianna Bortolanie Ayalu, rispettivamentemedico internista e cleanerpresso il St. Luke Hospital di Wolisso.

ETIOPIA

Wolisso

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In occasione delle elezioni, il presidente del Sudafrica Jacob Zuma ha ricordato «il sangue, il sudore e le lacrime» versate per guadagnare «il prezioso diritto di votare» il 27 aprile del 1994 che fece di Nelson Mandela, dopo 27 anni di carcere, il primo presidente nero del paese. Allora, il voto segnò la fine dell’apartheid per il Sudafrica lacerato da anni di divisioni tra bianchi e neri.

studentessa universitaria di 20 anni evive a soweto, township di Johannes -burg: per lei e i suoi coetanei in sudafri-ca, il 7 maggio di quest’anno ha rappre-sentato la prima occasione per votare.andare alle urne, nello stato che solo il27 aprile 1994 ha conquistato il diritto alsuffragio universale dopo decenni diapartheid, è ancora considerato essen-ziale, nonostante gli scandali, soprattut-to legati alla corruzione, che hanno ri-guardato molti uomini di governo: «senon votassi, non potrei nemmeno la-

mentarmi», spiega ancora zandile. e no -nostante molti giovani che non hannovissuto la segregazione razziale abbianopreferito rifugiarsi nell’astensione di fron -te a una classe politica che non li con-vince, l’opinione della ragazza di sowe-to è piuttosto condivisa.

Il 7 maggio l’affluenza è stata circadel 73%, più alta del previsto: varie se-zioni hanno dovuto prolungare l’orariodi apertura e c’è chi per esprimere unapreferenza ha aspettato in fila anche treore. ad alcuni, come all’ultraottantenneorienda, di Città del Capo, l’attesa ha ri-cordato quella di vent’anni prima, quan-do l’African National Congress (anc) dinelson mandela ottenne una vittoriaschiacciante. oggi il presidente Premionobel non c’è più, e anche l’anc è abba-stanza diverso da quello di allora, ma inmolte parti del paese l’atmosfera dellegiornate elettorali è la stessa. aspettan-

di Davide Maggioregiornalista freelance «I L GIorno delle elezioni mi

sono alzata la mattina mol-to presto, e sono arrivata

al seggio prima ancora che aprisse,ho visto gli scrutatori preparare tut-to il materiale: ero emozionata e fe-lice, perché finalmente potevo farsentire la mia voce». zandile è una

STATI AFRICANIdati 2014 Freedom House

41% STATI NON LIBERI

39% STATI LIBERI

PARZIALMENTE 20% STATI LIBERI

Africa al voto inseguendo una nuova idea di futuro tra astensionismo e coscienzacivile

PERCENTUALINel 1993 gli Stati “liberi” erano il 17% e i “non liberi” il 48%.

Il voto di oggi in Africa

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Focus

do di poter compilare la scheda eletto-rale, amici, conoscenti e vicini di casa siincontrano, e parlano delle loro faccen-de quotidiane. C’è chi porta con sé la fa-miglia, e per gli anziani che vogliono ri-posare si trova persino una sedia. simili,infine, anche i risultati finali: quest’an-no l’anc ha di nuovo vinto largamente,superando il 62%. La gratitudine della“nazione arcobaleno” per il movimentodi liberazione è ancora grande, e il ri-cordo dei leader storici aiuta a convin-cere gli indecisi.

Chi si chiede se i suoi elettori saran-no leali come i sudafricani è la dirigenzadel Frelimo (Frente de Libertaçao de Mo-çambique), storico partito di governodel vicino mozambico; la risposta arri-

verà con le elezioni del 15 ottobre. Piùche la renamo (Resistência Nacional deMoçambique), che gli si oppose in unalunga guerra civile e ancora oggi alternaazioni bellicose e partecipazione nelleistituzioni, l’elemento che preoccupa ilFrelimo si chiama mdm (Movimento De-mocrático de Moçambique): guidato daDaviz simango, sindaco di beira, secon-da città del paese, si è già affermato invari grandi centri urbani. Per progredireancora, potrà puntare anche sull’insod-disfazione di chi, in un paese in fortecrescita economica, ha visto arricchirsisoprattutto le élites. In un’africa semprepiù abituata alle consultazioni (vedibox), il malcontento dei poveri è un fat-tore da non sottovalutare. ne ha fatto le

spese, ad esempio, Joyce banda, che amaggio si è vista negare la riconfermaalla guida del malawi proprio per nonaver saputo combattere la corruzionead alto livello.

In un continente che cambia rapida-mente, a livello demografico e sociale, aspostare voti in futuro potrebbero peròessere altri fattori. I social network, adesempio, hanno già dimostrato di potercontribuire alla nascita di movimentiimportanti: lo hanno fatto in nordafrica,durante le “Primavere arabe”, ma an -che in senegal, facilitando, nel 2012, lavittoria dell’attuale presidente mackysall. e un’africa più “connessa” significhe-rebbe anche più spazio per candidati gio-vani come mmusi maimane, volto nuo vodell’opposizione sudafricana che, per lasua abilità nell’unire oratoria e tecnolo-gia, è già stato soprannominato “l’oba-ma di soweto”.

ELEZIONISopra, in Mali,

a fianco in Sudafrica e

NelsonMandela.

Progressi, a piccoli passi «Nessuno organizza elezioni per perderle»:questa frase di Pascal Lissouba, ex presidentedel Congo Brazzaville, spesso usata per bolla-re le consultazioni africane come irrilevanti,oggi, forse, è da ripensare. Innanzitutto, per-ché è cresciuto il numero delle volte in cui gliabitanti del continente sono andati alle urne.Secondo il terzo African Governance Report(2013) delle Nazioni Unite, tra 1996 e 2006, asud del Sahara era successo 44 volte: un nu-mero inferiore a quello dei paesi della regione.Ma nel solo 2011 questa cifra era stata quasieguagliata, con 15 elezioni presidenziali e 20parlamentari e il 2012 aveva confermato la ten-

denza (10 capi di stato e 13 parlamenti eletti).Certo, anche alcuni dei 10 leader che, in Africasub-Sahariana, sono in carica da più di 20 an-ni consecutivi hanno ottenuto la riconfermaattraverso procedure “democratiche” solo dinome. Ma i dati 2014 della Ong statunitenseFreedom House invitano – a loro volta – a un re-lativo ottimismo: tra gli Stati africani, oggi, il20% si può definire “libero”, il 39% “parzial-mente libero” e il 41% “non libero”. Nel 1993,il primo gruppo raggiungeva il 17% e il terzoil 48%: i progressi sono forse lenti, ma la di-rezione, e con questa il destino dei “presidentieterni” d’Africa, è segnata.

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Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra; ci vuolecoraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità… Papa Francesco

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matteo Ferrone, sta spopolando in mali. Posto su un’astasaldata a una ruota e a una batteria caricata a energiasolare, la “luce portatile” serve a illuminare le azionipiuttosto che gli spazi: cerimonie rituali, contratti, feste,eventi che si svolgono nei villaggi dove c’è poca illumi-nazione o manca del tutto e dove, specialmente nei pe-riodi più caldi dell’anno, si vive molto di notte. La luce

Energie rinnovabili I lampioni solari, un successo in Mali

È facilmente trasportabile, alimentabile con pocaspesa, costruito con materiale reperito in loco. Il lam-pione a energia solare, nato dalla capacità di osserva-zione e dall’inventiva di un giovane architetto italiano,

S I È CHIUsa a fine maggio la bien -nale delle arti di Dakar, l’even-to che ogni due anni mostra al

mondo le nuove tendenze artisti-che del continente africano. e a ini-zio giugno ha aperto i battenti insviz zera la mostra “Here africa”, unacollettiva di 25 artisti africani famosi

H a VInto il prestigioso tribeca film festivaldi new York e il premio come miglior do-cumentario al festival Cinemambiente di

torino, la rassegna che dal 1998 presenta i migliorifilm ambientali internazionali.

“Virunga”, il documentario di orlando von ein-siedel, girato nell’omonimo parco nazionale delCongo considerato patrimonio dell’Unesco e mi-nacciato da perforazioni petrolifere, ora sta giran-do il mondo legato a una petizione, che chiede allacompagnia britannica soco di sospendere i test si-smici per individuare il petrolio sul lago edward,che stanno mettendo a rischio il benessere di 50mila famiglie e un delicatissimo ecosistema unicoal mondo.

Info Facebook: //www.facebook.com/virungamovie

in europa, nomi come Chéri samba, Yin-ka shonibare e Pascale marthine tayou.

Pare che la capitale del senegal nonriesca più a contenere la biennale, che al-

la sua undicesimaedizione ha esibitoun tripudio di 600artisti e accolto cri-tici, curatori e galleristi internazionali datutto il resto del mondo. molte quest’an-no le esibizioni “off”, in ben 200 luoghitra Dakar, saint Louis, l’isola di Gorée ein tutto il senegal, una specie di “fuori sa-lone” come capita a milano in occasionedella Fiera del mobile.

non c’erano tutti gli artisti più famosidel continente, a Dakar, per via del siste-ma di selezione dei partecipanti, vincola-ti dalla presentazione di un dossier dicandidatura; e perché diversi di loro, notisoprattutto in occidente, non amano par-tecipare a esposizioni focalizzate esclu -sivamente sull’africa.

È interessante allora il raffronto conla mostra svizzera “Here africa”, appenainaugurata a Ginevra. La collettiva ha se-lezionato oltre settanta lavori analizzan-do processi e tematiche che attraversa-no la storia di diverse generazioni. Unalettura utile per capire come i percorsiartistici africani sono fruiti e percepiti ineuropa (nell’immagine “I danzatori” dikalidou kassé).

Infomusée des suisses dans le mond, “Hereafrica” - www.penthes.ch

«A PPassIonato e visivamente splendido, ilfilm di abderrahmane sissako è un gri-do di dolore, con tutta l’autorità morale

sufficiente per essere espresso con tanta grazia e tan-ta cura». Così il Guardian ha recensito “timbuktu”,quarto lungometraggio di un regista originario delmali, abderrahmane sissako, che ha attirato l’atten-zione al Festival di Cannes riscuotendo successo trala critica e i media ma restando escluso all’ultimodalla rosa dei vincitori. s’è dovuto accontentare didue premi minori, ma “timbuktu” resta un gran-dioso racconto corale, che svolge l’intreccio fra levicende di persone comuni e l’arrivo del fondamen-talismo con le sue conseguenze, dispensando per-sino sapienti tocchi di ironia.

Info “timbuktu”, lungometraggio, drammatico, 97’

ArteEsplode l’arte africana, dal fuori-Dakar a Ginevra

L’Africa si propone comenuova culla delle arti e crocevia di stili e generazionidifferenti

Cinema/ambiente“Virunga”, un grido per salvare il grande parco

Cinema“Timbuktu” al Festival di Cannes

Sopra, fotogrammadal documentario“Virunga”.Sotto, dallungometraggio“Timbuktu”.

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Zoomportatile, “foroba yelen” in lingua locale, ha vinto il pre-mio innovazione urbana della città di barcellona ed è ormai utilizzata in una novantina di villaggi maliani.

Infowww.eland.org

Q UanDo si trattadi africa, lo ste-reotipo è dietro

l’angolo. Lo ha dimo-strato il blog “africa is a country”, con un col-lage delle copertine didecine di libri sull’africao di autori africani pub-blicati dalle principalicase editrici. Poco im-porta che in nigerial’acacia non sia propriol’albero più comune, oche in senegal la vegeta-zione sia totalmente di-versa da quella della riftValley, il risultato è lostesso: una bella piantadi acacia in copertinasullo sfondo di un “indi-menticabile” tramontoafricano. ovviamente diquelli che… solo in afri-ca si può vedere. sarà lapigrizia degli editori, sa-rà la scarsa conoscenzadel continente, sarà chegli autori lasciano trop-po fare ed “è già un mi-racolo se ti pubblica-no”. Fatto sta che lecopertine dei libri sul-l’africa sono tutte dram-maticamente uguali.

Infoafricasacountry.com “the danger of a singlebook cover…”

EditoriaMa perché le copertine sull’Africa sonosempre uguali?

Fotografia

all’accampamento dopo una battuta di caccia.In serata a Lomé si svolgono le cerimonie se-grete dei sacerdoti vudu e nei locali glamour dikinshasa cominciano le sfilate di moda.

La mostra “one day in africa” è un viaggio di24 ore nell’africa di oggi, stupefacente per il suodinamismo e per contesti così diversi e contra-

stanti, con un prodotto interno lordo che galoppain alcune aree e tradizioni che sembrano prose-guire immutate in altre. Quarantacinque imma-gini, realizzate da reporter affermati e fotografiemergenti, sono esposte secondo l’orario in cuisono state scattate – dalle prime luci dell’alba finoa notte fonda – per ricostruire idealmente unagiornata densa di vita, trascorsa alla scoperta dilocalità e genti distanti tra loro migliaia di chilo-metri ma accomunati dalla stessa vibrante ener-gia. Un giro dell’africa in 24 ore che spiazza e af-fascina. Dal mese di giugno la mostra, curatadalla rivista Africa dei Padri bianchi, ha comin-ciato a viaggiare per l’Italia, nei comuni, biblio-teche, gallerie, centri culturali che ne hannofatto richiesta. Può essere prenotata contattan-do la redazione.

Infomissionari d’africa, tel. 0363.44726,[email protected] www.missionaridafrica.org

L’Africa raccontata in un giorno

ALL’aLba, quando i minatori dellozam bia si inabissano nelle gallerieper estrarre il rame, le spazzine di

oua gadougou, in burkina Faso, tornano daifigli dopo una notte di lavoro. a mezzogior-no gli uomini d’affari a Johannesburg si dan-no appuntamento al golf club mentre i cac-ciatori Hadzabe della tanzania rientrano

La quotidianità del continenteamico raccolta in 45 scatti realizzati da giovani reportere fotografi affermati

a cura di Emanuela Citterio

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Viaggi multimediali

MeDICI conl’africa modena– reggio emilia

compie 10 anni e, perl’occasione, i soci hannodeciso di festeggiareritrovandosi a Felina, il piccolo paese nellecolline reggiane in cui il gruppo ha mosso i primi passi. L’8 giugnoè stato un giorno di festae un modo speciale perricordare ruggero,storico presidente delgruppo prematura men -te scomparso lo scorsofebbraio. molti i progettisostenuti e le personecoinvolte in questi anni.Per il 2014 il gruppo harinnovato il suo impe -gno a favore dell’ospe -da le di mikumi intanzania e da apriledello scorso anno PaoloLanzoni, uno dei socifondatori del gruppo, è impegnato con medicicon l’africa Cuamm inmozambico in qualità di pediatra pressol’ospedale di beira.

[email protected]

viaggio è stata la consegna della raccolta fondidell’ultima edizione di “Parole di Lulù” che haconsentito l’equipaggiamento della Pediatria del -l’ospedale di Yirol. Un progetto iniziato, il 25 aprilescorso, con l’uscita del singolo “Life is sweet” cheproseguirà con la presentazione di un nuovo al-bum il prossimo 16 settembre e l’avvio di un tour

che toccherà l’Italia da nord a sud, previsto perl’autunno. Un viaggio virtuale che attraverso con-tenuti multimediali, filmati, immagini, voci e pen-sieri raccolti on the road da questi tre osservatorid’eccezione, ci conduce per le strade, nelle case,tra la gente di questo paese dell’africa sub-saha-riana dove il Cuamm è presente dal 2006.

Il webdoc accompagna il lancio, atteso perl’estate, del nuovo sito internet di medici conl’africa Cuamm che accoglierà gli utenti con unaveste grafica completamente rivisitata e unanavigazione più intuitiva. Da una voce di menuall’altra, accompagneremo il visitatore lungo unpercorso che nasce in Italia per arrivare in afri-ca, portandolo alla scoperta dei luoghi in cuioperiamo, delle persone che incontriamo e chelavorano ogni giorno con noi. Con l’aiuto dinuovi contenuti multimediali, sarà facile calarsicon maggiore profondità e consapevolezza al-l’interno dello spirito e dei progetti che sonol’anima di questa organizzazione, incoraggian-done la condivisione sui social network.

Life is sweet: il webdocche parla di Africa, musica e Cuamm

FelinaCompleannostorico in casaCuamml’8 giugno

U n InContro sPeCIaLe di voci e in-tenti divenuto realtà lungo le stradedell’africa. Life is sweet – webdoc è il

nuovo documentario digitale che raccoglieil viaggio che gli amici e cantautori niccolòFabi, Daniele silvestri e max Gazzè hannointrapreso in sud sudan nel 2013 a fiancodi medici con l’africa Cuamm. obiettivo del

Un nuovo webdoc, visibile su www.mediciconlafrica.org, che condurrà con semplicità e immediatezza al cuore dell’Africa

di Gioia Baggio

L’associazione dei donatori di sangue ha infattideciso di rinnovare il proprio sostegno al serviziotrasfusionale dell’ospedale per garantire trasfusionitempestive e sicure.

In etiopia, infatti, la mortalità materna e infantileè tra le più alte al mondo. Una delle cause più rilevanti è l’emorragia, prima e dopo il parto, per

BergamoL’Avis di Bergamo sostiene Wolisso

Per il terzo anno consecutivo l’avis comunale di bergamo varca i confini della propria città per portare un aiuto concreto all’ospedale st. Luke di Wolisso, in etiopia.

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Unisciti a noi

“Prima le mamme e i bambini” arriva anche a Salerno

la mancanza di trasfusioni di sangue. In questo paeseinfatti non esiste ancora una banca del sangue centralizzata o regionale che fornisca sacche di sanguesicure. Durante il concerto dell’ensemble s. Cecilia del 15 giugno scorso è stata ufficializzata la donazionecon la consegna dell’assegno ai rappresentanti delCuamm.

età, che hanno messo in campo un progettod’intesa per la realizzazione di una scuola perostetriche e infermiere in una delle nazioni piùpovere del mondo: il sud sudan. Un fine setti-mana dove l’intera collettività di salerno, conrara sensibilità, si è ritrovata tutta insieme percamminare in quell’ultimo miglio che ogni es-sere umano non vorrebbe mai trovare sullapropria strada, nella propria vita. tutte le Isti-tuzioni cittadine, il mondo accademico e dellaricerca, le fondazioni e le associazioni filantro-piche, gli ordini professionali e la Chiesa, e so-prattutto tanti giovani a un unico tavolo, conuna sola voce: siamo lì con voi. tutti pronti a vo-lere partire da un traguardo, l’aver vissuto unagiornata indimenticabile. Un assegno firmatocon la gioia negli occhi è stata la firma più vera».

L’intervento si inserisce nell’ambito delgrande progetto quinquennale del Cuamm “Pri-ma le mamme e i bambini” che ha preso il vianel 2012.

La scuola per ostetriche e Infermiere, adia-cente al già operativo ospedale di Lui, servirà agarantire l’adeguata formazione per la gestionedi tutte le emergenze ostetriche e sanitarie, iltrasporto dei pazienti, equipaggiamento e far-maci per assicurare l’accesso al parto sicuro ela cura del neonato. Il tutto sarà affidato all’espe-rienza dei medici con l’africa Cuamm.

Il racconto di questa giornata è di tommasoFerri, presidente della Fondazione rachelinaambrosini che con grande passione è riuscito aportare su questo evento l’interesse e la parte-cipazione di tanti.

«Una sala illuminata da luce propria, ali-mentata dal cuore di uomini e donne di ogni

L’amore per l’Africa e gli ultimi, la voglia di condividereper costruire un futuro nuovo. Ecco il perché di una salagremita, in cui il Cuamm è stato il collante tra giovani,Istituzioni e cittadini

S aLerno, giovedì 15 maggio, Palazzosant’agostino, sede della Provincia.Qui la Fondazione rachelina ambro-

sini, la Parrocchia di san Demetrio e me-dici con l’africa Cuamm hanno presentatoalla città il progetto realizzato assieme perl’apertura di una scuola per ostetriche e In-fermiere in sud sudan, nella contea di Lui.

SUD SUDANNella foto, esternodell’ospedale di Lui.

In Africa tra le mosche e la fame rinasce la vita

di Tommaso Ferripresidente Fondazione Rachelina Ambrosini

nello scorso numero di éafrica non abbiamo citato il prezioso contributo del Gruppo Cuamm di sienacomposto di volontari e amici sempre disponibili,

pronti e attenti. Per informazioni sulle iniziative da loroseguite e per partecipare alle loro attività:

referente: Dott. Paolo rossi, email [email protected]

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Una scelta precisa, l’Africa

Maia, una vita tra due continenti

Visto da qui

ANGOLAPaola Gaddi inreparto all’ospedaledi Chiulo.

Fabio Capello, Paola Gaddi, MaiaMedici con l’Africa Cuamm

ogni momento doveva avere significato: le chia-mate a ogni ora, i bimbi malnutriti o disidratati, lepiccole vite che scivolavano via, e quelle invece – tan-te – che riuscivi a salvare. I corpi devastati dal-l’aIDs e i sorrisi di chi invece tornava a casa. La fa-tica, la sofferenza, le notti passate in bianco. Il tifo,il colera. L’allegria di Clemencia o di esmeralda edegli altri infermieri che ci accompagnavano.

Presente e passato si fondono. maia è una pre-senza costante. È con noi quando siamo in ospe-dale. È con noi quando rientriamo a casa. Quandorianimiamo un bambino o quando accogliamo unanziano: Paola non è l’unica ad aspettare una vita.L’africa è un concerto di possibilità. La vita si re-spira ovunque, in ogni filo d’erba, in ogni goccia dipioggia, se cade. Più forte della morte che pure quiriempie ogni giornata. È il vagito del mondo, unabrezza dolce in una notte di afa.

È anche a questo quindi che penseremo quan-do tra qualche giorno un aereo ci riporterà alla no-stra realtà. L’europa, il traffico, le nevi sul Jura, isapori di spezie e primizie.

maia è sempre con noi. Più grande. solo cheadesso il palcoscenico è cambiato. Lo sfondo è unarete a maglie più fitte, che ti inchiodano a una dif-ferente realtà. non come quella africana, che co-munque non puoi controllare. Una realtà che con-trolla te e che ti costringe a marciare a un ritmoforzato. nascerà tra due mesi. ma cosa resterà diquei sette, passati nel grembo dell’africa?

maia nascerà, appunto. non sotto il sole cocen-te, né tra le mura di fango di una capanna. non cisaranno mani scure a raccoglierla, né dita nodosead attorcigliare al suo cordone uno spago. non saràlavata con acqua inquinata, e non avrà strisce ditela a farle da panno. Forse farà esami, sarà visita-ta, controllata, rigirata e analizzata. Poi dimessanel mondo con il suo timbro di idoneità?

no. maia, infatti, avrà qualcosa in comune coni figli d’africa. Un mondo in cui crescere, per di-ventare sani e forti. Un mondo di possibilità, ac-compagnati da un amore più grande. Quella linfavitale che ci rende tutti diversi e uguali.

È una sera di fine estate, quella che separa ilnostro ultimo anno a Chiulo dal volo di sola andatacon cui siamo arrivati. seduti su sedie e poltronesfondate ragioniamo e scherziamo, tra una fetta dipizza e un chapati. Il tempo va al rovescio da que-ste parti.

Quasi un anno è passato, ma è un arrivederci apresto, non una festa d’addio. Ci salutano gli amiciche sono stati con noi dal nostro arrivo e quelli chesi sono aggiunti lungo il cammino. Chiulo in fondoci aveva catturato ancora prima di partire, con lasperanza che tante vite potessero rinascere tra le no-stre mani. non sapevamo però che un’altra vita, tut-ta per noi, sarebbe sbocciata proprio qui a Chiulo.

F abIo CaPeLLo, pediatra e scrittorescien tifico, e Paola Gaddi, internista,sono marito e moglie e medici Cuamm.

In angola, a Chiulo, da maggio 2013, sono re-centemente rientrati in Italia per la nascitadella piccola maia che ora si prepara a ritorna-re con loro in africa. In questo racconto, i tantie contrastanti pensieri prima del rientro.

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Bisogni in primo piano

Come puoi aiutarci

Sud Sudan Stato dei Laghi – Yirol e Lui: potenziare le strutture degli ospedali

e quelle sanitarie periferiche. servono farmaci, mezzi, equipaggia -mento, indispensabili anche per il nuovo progetto nella poverissimacontea di rumbek north che punta a riattivare e rinforzare i 4 presidisanitari periferici e l’unico centro di salute.CON 80 EURO SOSTIENI L’ACQUISTO DI UN CONCENTRATORED’OSSIGENO, ATTREZZATURA INDISPENSABILE NELLESTRUTTURE SANITARIE

Tanzania Regioni di Iringa e Njombe:

riduzione della mortalità neonatale e contrasto alla diffusione dell’HIVtra i bambini sotto i 5 anni di etànell’ospedale di tosamaganga e neldistretto di Iringa rural. Intervento dicontrasto alla malnutrizione infantile.

Mikumi: sostenere la struttura condotazioni di materiali, arredi efarmaci. nel 2013 è stato completato il recupero degli ambulatori e dell’OutPatient Department (oPD). La salaparto e il blocco operatorio sono statidotati di pannelli fotovoltaici. a maggio è stata inaugurata la nuovamaternità. CON 150 EURO PUOI ASSICURARELA TERAPIA CONTRO L’AIDS, PERUN ANNO, A UN MALATO

Sierra Leone Distretto di Pujehun: sostenere l’ospedale

di Pujehun, in particolare il reparto materno-infantile. rafforzare la capacità del sistemasanitario distrettuale, con riguardo alle donne ingravidanza e ai bambini sotto i 5 anni. Potenziarela formazione locale, come le “assistenti di salutematerno-infantile”.CON 50 EURO CURI UN BAMBINORICOVERATO PER MALARIA

Etiopia Ospedale San Luca, Wolisso: sostenere la formazione

di medici e specializzandi in ortopedia per strutturareun Dipartimento ortopedico presso l’ospedale di Wolissoe supportare la scuola per ostetriche annessaall’ospedale.

Distretti di Wolisso, Goro, Wonchi: servizio gratuito di ambulanza per il trasporto delle donne in gravidanza,fornitura di mezzi di comunicazione e trasporto ai centridi salute, formazione e aggiornamento degli operatori deicentri di salute.CON 2.000 EURO PUOI OFFRIRE UNA BORSA DI STUDIO A UN’OSTETRICA PER UN ANNO

UgandaOyam: riduzione della mortalità

e morbilità materna e infantile.Karamoja: programma di

eliminazione della trasmissioneverticale dell’HIV da mamma a bambino.

Matany: appoggio alle attivitàcliniche dell’ospedale san kizitogarantendo le urgenze chirurgiche,tra le quali il parto cesareo.Continuità alla formazione dellascuola infermiere e ostetricheannessa all’ospedale.

Ospedali di Aber, Angal,Naggalama e Nyapea: per aumentarel’accessibilità, l’equità e la qualità deiservizi di cura materno-infantile è necessario rendere continua la fornitura di farmaci in tutte le strutture.CON 100 EURO ASSICURI UNPARTO CESAREO; CON 40 EUROPUOI DONARE A UNA MAMMAASSISTENZA DURANTE IL PARTO;CON 15 EURO GARANTISCI UNTRASPORTO IN AMBULANZA DI UNA DONNA IN TRAVAGLIOAngola

Luanda: reagenti ed equipaggiamento per i laboratori a rinforzo del Programma nazionaledi lotta alla tubercolosi.Provincia di Uige/Damba: farmaci e mezzi per le cliniche mobili indispensabili per vaccinazioni,assistenza pre-natale e malnutrizione. Potenziarela formazione di tecnici sanitari.Provincia del Cunene, Chiulo: cura della salutematerno-infantile, prevenzione e curadell’HIV/aIDs e della malnutrizione. Farmaci,alimenti, attrezzature sanitarie, materiali.CON 15 EURO GARANTISCI PER UNASETTIMANA IL RIFORNIMENTO DI ALIMENTIE FARMACI AD UNA UNITÀ SANITARIAPEROFERICA

MozambicoProvincia di Sofala: supportare la formazione degli studenti della Facoltà

di medicina presso l’Università cattolica del mozambico (UCm) di beira.Provincia di Cabo Delgado: rafforzare il sistema sanitario nel distretto di Palma ripristinando l’approvvigionamento d’acqua per il centro di salutee avviando i lavori per costruire il blocco operatorio. Cliniche mobili perraggiungere la popolazione più lontana. CON 100 EURO ADOTTI UN BAMBINO DURANTE LA RIABILITAZIONETRADIZIONALE

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