Dosaggio DRI per digossina - Thermo Fisher Scientific

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Dosaggio DRI ® per digossina Per uso diagnostico in vitro 1669 (Kit da 25 mL, 8 mL) 1669-A (Kit da 25 mL, 8 mL) Uso previsto Il dosaggio DRI ® per digossina è previsto per la determinazione quantitativa della digossina nel siero o nel plasma umano. Sommario e spiegazione del metodo È noto che la digitale ha la capacità di aumentare la forza e la velocità della contrazione del miocardio. 1 La digossina è una delle forme di digitale più comunemente usate nel trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia e dell’aritmia, come ad esempio la fibrillazione atriale e il flutter atriale. Il range terapeutico della digossina è limitato. Inoltre, singole differenze nell’assorbimento, nella distribuzione, nel metabolismo e nell’escrezione della sostanza, nonché altri fattori quali l’uso concomitante di altre sostanze e la malattia, possono anche alterarne la concentrazione nel siero in risposta a un determinato dosaggio. Il monitoraggio della concentrazione di digossina nel siero è il metodo più efficace per migliorare l’efficacia del farmaco e ridurre al minimo il rischio di tossicità. 2,3 L’attuale dosaggio per digossina è un immunodosaggio omogeneo basato sulla misurazione del livello di diffusione della luce che deriva dall’aggregazione delle microparticelle attivate. Le microparticelle attivate sono immobilizzate con la digossina, quindi vengono fatte reagire con una miscela di campione di siero del paziente e una soluzione anticorpale anti-digossina. In assenza di digossina nel campione, la digossina immobilizzata sulle microparticelle si lega all’anticorpo anti-digossina. Se il campione contiene digossina, l’aggregazione di queste microparticelle è parzialmente inibita. Questo fenomeno crea una relazione tra la concentrazione di digossina nel campione e il livello di aggregazione delle microparticelle. Il livello di aggregazione particellare può essere monitorato mediante spettrofotometria determinando la variazione nella diffusione della luce o nell’assorbanza. Reagenti Reagente anticorpale. Contiene anticorpo monoclonale anti-digossina in una soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante. Reagente con microparticelle. Contiene microparticelle rivestite con digossina in una soluzione acquosa con azoturo di sodio come conservante. Calibratori Calibratore A per digossina DRI (1 x 5 mL): contiene 5 mL di soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante. Calibratore B per digossina DRI (1 x 2 mL): contiene digossina in soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante. Calibratore C per digossina DRI (1 x 2 mL): contiene digossina in soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante. Calibratore D per digossina DRI (1 x 2 mL): contiene digossina in soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante. Calibratore E per digossina DRI (1 x 2 mL): contiene digossina in soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante. Calibratore F per digossina DRI (1 x 2 mL): contiene digossina in soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante. (si faccia riferimento al supplemento del kit che fornisce i valori specifici dei calibratori). Avvertenze e precauzioni PERICOLO: il dosaggio DRI Digoxin contiene ≤ 6,4% di sale di colina, ≤ 5,0% di bis-tris, ≤ 1,0% di anticorpo, ≤ 3,0 di albumina sierica umana (HSA) e ≤ 1,9% di carbodiimide cloridrato. H315 - Provoca irritazione cutanea. H317 - Può provocare una reazione allergica cutanea. H319 - Provoca grave irritazione oculare. H334 - Può provocare sintomi allergici o asmatici o difficoltà respiratorie se inalato. Evitare di respirare la polvere o i vapori. Lavare accuratamente le mani dopo l’uso. Gli indumenti da lavoro contaminati non devono essere portati fuori dal luogo di lavoro. Indossare guanti protettivi/Proteggere gli occhi/il viso. In caso di ventilazione insufficiente utilizzare un apparecchio respiratorio. In caso di contatto con la pelle: lavare abbondantemente con acqua e sapone. IN CASO DI INALAZIONE: se la respirazione è difficile, trasportare l’infortunato all’aria aperta e mantenerlo a riposo in posizione che favorisca la respirazione. IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI: sciacquare accuratamente con acqua per molti minuti. Se si indossano lenti a contatto di facile rimozione, toglierle. Continuare a risciacquare. Trattamento specifico (vedere le informazioni di pronto soccorso sull’etichetta del prodotto e/o la sezione 4 della scheda di sicurezza). In caso di irritazione o eruzione della pelle: consultare un medico. Se l’irritazione degli occhi persiste, consultare un medico. In caso di sintomi respiratori: contattare un CENTRO ANTIVELENI o un medico. Lavare gli indumenti contaminati prima di indossarli nuovamente. Smaltire il prodotto/recipiente nelle apposite aree in conformità alla regolamentazione locale/ regionale/nazionale/internazionale. Il presente dosaggio è esclusivamente per uso diagnostico in vitro. I reagenti sono nocivi se ingeriti. I reagenti del dosaggio contengono azoturo di sodio. Evitarne il contatto con la pelle e le mucose. In caso di contatto, sciacquare le aree interessate con abbondanti quantità di acqua. Se i reagenti vengono ingeriti o vengono a contatto con gli occhi, rivolgersi immediatamente ad un medico. Il sodio azide può reagire con il rame o il piombo delle tubature di scarico generando azidi metalliche potenzialmente esplosive. Quando si gettano via tali reagenti, sciacquare sempre con abbondanti quantità di acqua per impedire l’accumulo di azidi. Pulire le superfici metalliche esposte con una soluzione di idrossido di sodio al 10%. Non usare i reagenti scaduti. I risultati dei pazienti devono essere valutati tenendo conto dei sintomi e di altri fattori clinici. Preparazione e conservazione dei reagenti I reagenti sono pronti per l’uso, e pertanto non richiedono alcuna preparazione. Tutti i componenti del dosaggio, quando conservati a 2-8°C, sono stabili fino alla data di scadenza indicata sulle rispettive etichette. Raccolta e trattamento del campione I fattori farmacocinetici, come la forma farmaceutica, la modalità di somministrazione, la terapia farmacologica concomitante, e la condizione clinica del paziente possono influire sull’idoneità del momento di prelievo del campione. 2,3 Per una interpretazione affidabile dei risultati, un campione di siero deve essere prelevato tra 6 e 8 ore dopo l’assunzione dell’ultima dose orale di digossina. Con il dosaggio è possibile usare campioni di siero o campioni di plasma trattato con eparina e EDTA. I campioni possono essere conservati a 2-8°C fino a 7 giorni o a -20°C fino a 6 mesi. Nel caso di campioni lipemici, evitare di prelevare i lipidi dalla superficie superiore. Trattare tutti i campioni di siero o plasma come se fossero potenzialmente infettivi. Procedura di analisi Ai fini del presente dosaggio è possibile utilizzare gli analizzatori in grado di mantenere una temperatura costante, pipettare i campioni, miscelare i reagenti, misurare la diffusione della luce o l’assorbanza e regolare con precisione i tempi di reazione. Prima di eseguire il dosaggio, consultare il foglio del protocollo applicativo specifico per l’analizzatore in dotazione, contenente i parametri e/o ulteriori istruzioni per l’uso. Controllo di qualità e calibrazione Una buona prassi di laboratorio prevede l’analisi di campioni di controllo allo scopo di garantire le corrette prestazioni del dosaggio. I risultati dei controlli devono rientrare nei range prestabiliti dal laboratorio. In caso contrario, i risultati del dosaggio non sono validi. Tutti i requisiti di controllo della qualità vanno soddisfatti in conformità alle normative vigenti o ai requisiti per l’accreditamento. Risultati e valori attesi L’efficacia terapeutica e gli effetti tossici della digossina sono strettamente correlati alla concentrazione di digossina nel siero. La maggior parte dei pazienti ottiene una risposta terapeutica soddisfacente quando la concentrazione di digossina nel siero rientra nel range compreso tra 0,9 e 2,0 ng/mL (1,2 - 2,6 nmol/L). 2,4 Le manifestazioni tossiche si riscontrano solitamente a concentrazioni maggiori di 2,0 ng/mL. 5 Tuttavia alcuni pazienti affetti da aritmia sopraventricolare possono richiedere dosi superiori di digitale per il controllo della frequenza cardiaca. Questi pazienti potrebbero avere concentrazioni di digossina nel siero maggiori di 2,0 ng/mL senza evidenza di tossicità clinica. Inoltre, le condizioni cliniche di un paziente, come ad esempio l’età, la funzionalità renale, lo stato della tiroide, il tipo e la gravità dell’insufficienza cardiaca, la terapia farmacologica concomitante e il momento del prelievo del campione, possono influire sul rapporto tra la concentrazione di digossina nel siero e la risposta clinica. I risultati dei pazienti vanno quindi valutati tenendo conto dei sintomi e di altri fattori clinici. Limitazioni 1. Il dosaggio è previsto per essere eseguito unicamente su siero o plasma, non su sangue intero. 2. I campioni di pazienti con una concentrazione di digossina superiore a 5 ng/mL devono essere diluiti con il calibratore negativo e rianalizzati. La corretta concentrazione di digossina si ottiene quindi moltiplicando il risultato del dosaggio per il fattore di diluizione. 3. I reagenti sono forniti in un set apposito. Non scambiare tra loro reagenti appartenenti a kit con numeri di lotto diversi. 4. Gli anticorpi (FAB) anti-digossina (Digibind) presenti nel siero di pazienti in terapia per tossicità da digossina possono interferire con il dosaggio. 6 5. È stato riportato che i fattori immunoreattivi digossino-simili (DLIF), rilevati nel siero di pazienti affetti da insufficienza renale o epatica, di neonati e donne incinte, generano risultati elevati con l’immunodosaggio per la digossina. 3,7

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Dosaggio DRI® per digossina Per uso diagnostico in vitro

1669 (Kit da 25 mL, 8 mL) 1669-A (Kit da 25 mL, 8 mL)

Uso previstoIl dosaggio DRI® per digossina è previsto per la determinazione quantitativa della digossina nel siero o nel plasma umano.

Sommario e spiegazione del metodoÈ noto che la digitale ha la capacità di aumentare la forza e la velocità della contrazione del miocardio.1 La digossina è una delle forme di digitale più comunemente usate nel trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia e dell’aritmia, come ad esempio la fibrillazione atriale e il flutter atriale. Il range terapeutico della digossina è limitato. Inoltre, singole differenze nell’assorbimento, nella distribuzione, nel metabolismo e nell’escrezione della sostanza, nonché altri fattori quali l’uso concomitante di altre sostanze e la malattia, possono anche alterarne la concentrazione nel siero in risposta a un determinato dosaggio. Il monitoraggio della concentrazione di digossina nel siero è il metodo più efficace per migliorare l’efficacia del farmaco e ridurre al minimo il rischio di tossicità.2,3

L’attuale dosaggio per digossina è un immunodosaggio omogeneo basato sulla misurazione del livello di diffusione della luce che deriva dall’aggregazione delle microparticelle attivate. Le microparticelle attivate sono immobilizzate con la digossina, quindi vengono fatte reagire con una miscela di campione di siero del paziente e una soluzione anticorpale anti-digossina. In assenza di digossina nel campione, la digossina immobilizzata sulle microparticelle si lega all’anticorpo anti-digossina. Se il campione contiene digossina, l’aggregazione di queste microparticelle è parzialmente inibita. Questo fenomeno crea una relazione tra la concentrazione di digossina nel campione e il livello di aggregazione delle microparticelle. Il livello di aggregazione particellare può essere monitorato mediante spettrofotometria determinando la variazione nella diffusione della luce o nell’assorbanza.

ReagentiReagente anticorpale. Contiene anticorpo monoclonale anti-digossina in una soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante.Reagente con microparticelle. Contiene microparticelle rivestite con digossina in una soluzione acquosa con azoturo di sodio come conservante.

CalibratoriCalibratore A per digossina DRI (1 x 5 mL): contiene 5 mL di soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante.Calibratore B per digossina DRI (1 x 2 mL): contiene digossina in soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante.Calibratore C per digossina DRI (1 x 2 mL): contiene digossina in soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante. Calibratore D per digossina DRI (1 x 2 mL): contiene digossina in soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante. Calibratore E per digossina DRI (1 x 2 mL): contiene digossina in soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante. Calibratore F per digossina DRI (1 x 2 mL): contiene digossina in soluzione tampone con azoturo di sodio come conservante.

(si faccia riferimento al supplemento del kit che fornisce i valori specifici dei calibratori).

Avvertenze e precauzioniPERICOLO: il dosaggio DRI Digoxin contiene ≤ 6,4% di sale di colina, ≤ 5,0% di bis-tris, ≤ 1,0% di anticorpo, ≤ 3,0 di albumina sierica umana (HSA) e ≤ 1,9% di carbodiimide cloridrato.H315 - Provoca irritazione cutanea.H317 - Può provocare una reazione allergica cutanea.H319 - Provoca grave irritazione oculare.H334 - Può provocare sintomi allergici o asmatici o difficoltà respiratorie se inalato.

Evitare di respirare la polvere o i vapori. Lavare accuratamente le mani dopo l’uso. Gli indumenti da lavoro contaminati non devono essere portati fuori dal luogo di lavoro. Indossare guanti protettivi/Proteggere gli occhi/il viso. In caso di ventilazione insufficiente utilizzare un apparecchio respiratorio. In caso di contatto con la pelle: lavare abbondantemente con acqua e sapone. IN CASO DI INALAZIONE: se la respirazione è difficile, trasportare l’infortunato all’aria aperta e mantenerlo a riposo in posizione che favorisca la respirazione. IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI: sciacquare accuratamente con acqua per molti minuti. Se si indossano lenti a contatto di facile rimozione, toglierle. Continuare a risciacquare. Trattamento specifico (vedere le informazioni di pronto soccorso sull’etichetta del prodotto e/o la sezione 4 della scheda di sicurezza). In caso di irritazione o eruzione della pelle: consultare un medico. Se l’irritazione degli occhi persiste, consultare un medico. In caso di sintomi respiratori: contattare un CENTRO ANTIVELENI o un medico. Lavare gli indumenti contaminati prima di indossarli nuovamente. Smaltire il prodotto/recipiente nelle apposite aree in conformità alla regolamentazione locale/regionale/nazionale/internazionale.

Il presente dosaggio è esclusivamente per uso diagnostico in vitro. I reagenti sono nocivi se ingeriti.

I reagenti del dosaggio contengono azoturo di sodio. Evitarne il contatto con la pelle e le mucose. In caso di contatto, sciacquare le aree interessate con abbondanti quantità di acqua. Se i reagenti vengono ingeriti o vengono a contatto con gli occhi, rivolgersi immediatamente ad un medico. Il sodio azide può reagire con il rame o il piombo delle tubature di scarico generando azidi metalliche potenzialmente esplosive. Quando si gettano via tali reagenti, sciacquare sempre con abbondanti quantità di acqua per impedire l’accumulo di azidi. Pulire le superfici metalliche esposte con una soluzione di idrossido di sodio al 10%.

Non usare i reagenti scaduti.

I risultati dei pazienti devono essere valutati tenendo conto dei sintomi e di altri fattori clinici.

Preparazione e conservazione dei reagentiI reagenti sono pronti per l’uso, e pertanto non richiedono alcuna preparazione. Tutti i componenti del dosaggio, quando conservati a 2-8°C, sono stabili fino alla data di scadenza indicata sulle rispettive etichette.

Raccolta e trattamento del campioneI fattori farmacocinetici, come la forma farmaceutica, la modalità di somministrazione, la terapia farmacologica concomitante, e la condizione clinica del paziente possono influire sull’idoneità del momento di prelievo del campione.2,3 Per una interpretazione affidabile dei risultati, un campione di siero deve essere prelevato tra 6 e 8 ore dopo l’assunzione dell’ultima dose orale di digossina. Con il dosaggio è possibile usare campioni di siero o campioni di plasma trattato con eparina e EDTA. I campioni possono essere conservati a 2-8°C fino a 7 giorni o a -20°C fino a 6 mesi. Nel caso di campioni lipemici, evitare di prelevare i lipidi dalla superficie superiore.

Trattare tutti i campioni di siero o plasma come se fossero potenzialmente infettivi.

Procedura di analisiAi fini del presente dosaggio è possibile utilizzare gli analizzatori in grado di mantenere una temperatura costante, pipettare i campioni, miscelare i reagenti, misurare la diffusione della luce o l’assorbanza e regolare con precisione i tempi di reazione. Prima di eseguire il dosaggio, consultare il foglio del protocollo applicativo specifico per l’analizzatore in dotazione, contenente i parametri e/o ulteriori istruzioni per l’uso.

Controllo di qualità e calibrazioneUna buona prassi di laboratorio prevede l’analisi di campioni di controllo allo scopo di garantire le corrette prestazioni del dosaggio. I risultati dei controlli devono rientrare nei range prestabiliti dal laboratorio. In caso contrario, i risultati del dosaggio non sono validi. Tutti i requisiti di controllo della qualità vanno soddisfatti in conformità alle normative vigenti o ai requisiti per l’accreditamento.

Risultati e valori attesiL’efficacia terapeutica e gli effetti tossici della digossina sono strettamente correlati alla concentrazione di digossina nel siero. La maggior parte dei pazienti ottiene una risposta terapeutica soddisfacente quando la concentrazione di digossina nel siero rientra nel range compreso tra 0,9 e 2,0 ng/mL (1,2 - 2,6 nmol/L).2,4 Le manifestazioni tossiche si riscontrano solitamente a concentrazioni maggiori di 2,0 ng/mL.5 Tuttavia alcuni pazienti affetti da aritmia sopraventricolare possono richiedere dosi superiori di digitale per il controllo della frequenza cardiaca. Questi pazienti potrebbero avere concentrazioni di digossina nel siero maggiori di 2,0 ng/mL senza evidenza di tossicità clinica. Inoltre, le condizioni cliniche di un paziente, come ad esempio l’età, la funzionalità renale, lo stato della tiroide, il tipo e la gravità dell’insufficienza cardiaca, la terapia farmacologica concomitante e il momento del prelievo del campione, possono influire sul rapporto tra la concentrazione di digossina nel siero e la risposta clinica. I risultati dei pazienti vanno quindi valutati tenendo conto dei sintomi e di altri fattori clinici.

Limitazioni1. Il dosaggio è previsto per essere eseguito unicamente su siero o plasma, non su

sangue intero.2. I campioni di pazienti con una concentrazione di digossina superiore a 5 ng/mL devono

essere diluiti con il calibratore negativo e rianalizzati. La corretta concentrazione di digossina si ottiene quindi moltiplicando il risultato del dosaggio per il fattore di diluizione.

3. I reagenti sono forniti in un set apposito. Non scambiare tra loro reagenti appartenenti a kit con numeri di lotto diversi.

4. Gli anticorpi (FAB) anti-digossina (Digibind) presenti nel siero di pazienti in terapia per tossicità da digossina possono interferire con il dosaggio.6

5. È stato riportato che i fattori immunoreattivi digossino-simili (DLIF), rilevati nel siero di pazienti affetti da insufficienza renale o epatica, di neonati e donne incinte, generano risultati elevati con l’immunodosaggio per la digossina.3,7

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Caratteristiche di rendimento del test tipicheI seguenti dati tipici sono stati ottenuti mediante un analizzatore Hitachi 717. I laboratori che utilizzano analizzatori diversi devono determinare le proprie caratteristiche di rendimento del dosaggio.

PrecisioneLa precisione intra-analisi e tra analisi è stata valutata utilizzando tre livelli di sieri di controllo.

Intra-analisi (n = 20) Tra analisi (n=12)

Campione Mean ± SD(ng/mL) % CV Mean ± SD

(ng/mL) % CV

Controllo 1 0,5 ± 0,05 10,0 0,5 ± 0,06 12,0

Controllo 2 1,5 ± 0,04 2,7 1,5 ± 0,05 3,3

Controllo 3 3,5 ± 0,06 1,7 3,4 ± 0,08 2,4

SensibilitàLa concentrazione più bassa differenziabile dal calibratore negativo con una confidenza del 95%, è di 0,1 ng/mL.

AccuratezzaSono stati analizzati centododici campioni con concentrazioni di digossina comprese tra 0,2 e 3,8 ng/mL sia mediante il dosaggio DRI per digossina (y), sia mediante un dosaggio commerciale con polarizzazione della fluorescenza (x). Si sono ottenuti una correlazione con un’equazione di regressione lineare di y = 1,0 x + 0,01 e un coefficiente di correlazione pari a 0,97.

SpecificitàLa reattività crociata del dosaggio con altri glicosidi cardiaci e i relativi metaboliti è stata studiata addizionando sostanze con potenziale reattività crociata a un gruppo di sieri umani normali e analizzando i campioni così ottenuti per rilevare una concentrazione di digossina equivalente. La tabella seguente riassume i risultati ottenuti con questi glicosidi cardiaci.

Composto ConcentrazioneAnalizzata (ng/mL)

ReattivitàCrociata %

Digossigenina 50 3,6

Digossigenina bisdigitoxoside 5 108,0

Digossigenina monodigitoxoside 5 82,0

Digitossina 50 4,4

Digitossigenina 500 0,7

D-(+)-Digitossosio 10.000 0,0

Gitossina 150 0,5

Sono stati analizzati composti con una struttura chimica simile alla digossina o usati insieme ad essa, nonché diversi ormoni endogeni per rilevare l’eventuale reattività crociata. La tabella seguente riassume la concentrazione di ciascun composto analizzato che ha rivelato una reattività crociata inferiore alla sensibilità del dosaggio.

Composto μg/mL Composto μg/mL

Acetaminofene 1.000 Ouabain octaidrato 0,15

Cortisolo 10 Prednisolone 10

Cortisone 10 Prednisone 10

Deidroisoandrosterone 10 Procainamide 100

Estriolo 10 Progesterone 10

Fenitoina 100 Propranolol 100

Fenobarbitale 100 Quinidina 100

Furosemide 50 Salicilato 100.000

Idroclorotiazide 100 Secobarbitale 100

Lidocaina 100 Spironolattone 10

11-OH-progesterone 10 Testosterone 5

17-a-OH-progesterone 10

Si è osservato che i campioni clinici addizionati con emoglobina (fino a 800 mg/dL), lipidi (fino a 1128 mg/dL) e bilirubina (fino a 31 mg/dL) non interferiscono con la concentrazione di digossina determinata mediante questo dosaggio.

Bibliografia1. Lee KS and W Klaus: The Subcellular Basis for the Mechanism of Intropic Action of

Cardiac Glycosides. Pharmacol Rev 23:193 (1971).2. Lewis RP: Clinical Use of Serum Digoxin Concentrtions. Am J Cardiol 69:97G (1992).3. Keys PW and RW Stafford: Therapeutic Use and Srum Concentration Monitoring. In

Taylor WJ and AL Finn (Eds.) Individual Drug Therapy: Practical Applications of Drug Monitoring. New York, Gross, Townsend and Frank, Inc. 1981, vol. 3, pp. 1-21.

4. Rjogestrand T, Edner M and Haverling: Clinical Value of Serum Digoxin Assays in Outpatients: Improvement by the Standardization of Blood Sampling. Am Heart J 117:1076 (1989).

5. Smith TW and E. Haber: Digoxin Intoxication: the Relationship of Clinical Presentation to Serum Digoxin Concentration. J Clin Invest 49:2377 (1970).

6. Rainey PM: Effect of Digoxin Immune Fab (ovine) on Digoxin Immunoassays. Am J Clin Pathol 92: 779 (1990).

7. Valdes R: Endogeneous igoxin-Like Immunoreactive Factors: Impact on Digoxin Measurements and Potential Physiological Implications. Clin Chem 31: 1525 (1985).

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