Digitalic n26 tech for fashion

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Carta Inuit Ultra Smooth Brilliant White by ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS Stampa a caldo by PI-EMME Foil by LUXORO Cliché by h + m Stampa UV by GRAF3 MAGGIONI MARABU ITALIA Elaborazione immagine by IMAGEM

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Un pc su ogni scrivania: era il sogno di Bill Gates quando ha lanciato Windows. La realtà ha ampiamente superato quella visione. I pc sono arrivati in ogni borsa, grazie ai notebook, e poi in ogni tasca con gli smartphone. Oggi i dispositivi digitali si apprestano a conquistare un nuovo territorio: il corpo umano...

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Page 1: Digitalic n26 tech for fashion

Carta Inuit Ultra Smooth Brilliant White by ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS Stampa a caldo by PI-EMME

Foil by LUXORO

Cliché by h + m

Stampa UV by GRAF3

MAGGIONI

MARABU ITALIA

Elaborazione immagine by IMAGEM

Page 2: Digitalic n26 tech for fashion

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EDITORIALE FRANCESCO MARINO

www.digitalic.it

Un pc su ogni scrivania: era

il sogno di Bill Gates quando ha

lanciato Windows. La realtà ha

ampiamente superato quella visione.

I pc sono arrivati in ogni borsa,

grazie ai notebook, e poi in ogni

tasca con gli smartphone. Oggi i

dispositivi digitali si apprestano a

conquistare un nuovo territorio,

il corpo umano: questo è il sogno

della wearable technology. Perché

l’hardware è il nuovo software e le

idee più innovative prendono una

forma solida. Un infinito numero di

start-up sta lanciando nuovi hardware

per attività anche molto specifiche,

parecchie delle quali hanno a che fare

con il corpo umano.

Chi braccia, mani e gambe li ha

conquistati da tempo, ovvero le

aziende della moda, sta introducendo

sistemi digitali nei vestiti, nei gioielli

e nelle scarpe. Questi due mondi,

fashion e high-tech, sembrano

andare nella stessa direzione, anche

se con sfide diverse da affrontare. I

dispositivi digitali hanno il difficile

compito di diventare oggetti di

lusso, dotati di fascino e non solo di

funzionalità. La moda invece dovrà

accettare le nuove tecnologie non

solo come gingillo da aggiungere a

qualche capo, ma come elemento

centrale dei suoi prodotti e della

sua attività, altrimenti rischierà

di essere una goffa inseguitrice

dell’innovazione. Il futuro che si

prospetta è affascinante e confuso:

decine di oggetti diversi che puntano

ad essere indossati al polso, sugli

occhi, al collo, alcuni anche sui

piedi, tutti diversi e con una loro

logica e un differente software. La

battaglia rischia di lasciare sul campo

molte aziende e nei cassetti tanti

dispositivi inutilizzati. Si apre però

uno spazio enorme per l’integrazione

ad ogni livello. Certo, lo smartphone

è oggi il centro a cui tutto cerca

di collegarsi, ed è anche il cervello

remoto a cui vengono demandati

i calcoli computazionali di molte

“periferiche”. È insomma il nostro

data center portatile, che lavora in

wireless con un’infinita gamma di

sensori e di visualizzatori: bisogna

tenerlo presente anche quando si

pensa alla tecnologia per le aziende,

in quanto abbiamo tanti piccoli data

center che già lavorano in cloud.

Direttore responsabile di Digitalic M@[email protected]

T F

Chissà cosa ne pensa Bill Gates... il

suo sogno di un pc su ogni scrivania

è stato trasfigurato e ora abbiamo

un data center in ogni tasca. Forse

anche per questo, Microsoft ha

cambiato radicalmente linea,

nominando un nuovo Ceo (Nadella)

e chiedendo a Gates di lasciare il

suo posto di presidente del consiglio

d’amministrazione: servono sogni

nuovi. Noi abbiamo provato ad

immaginare, con la nostra copertina,

un futuro fatto di abiti intelligenti,

che non hanno bisogno di dispositivi

ma hanno il digitale nelle loro stesse

fibre. Tutto ciò senza perdere il

fascino, e il glamour, di un vestito

da sera.

V E S T I T I D I T E C N O L O G I A| 03

Page 4: Digitalic n26 tech for fashion

Girly TechLe mode del Web

SmartphoneHaier entra nell’arena

del mobile

VoIPWildix, la voce dell’Europa

ServiziFujitsu IT Future,

sei passi per cambiare

ManifestazioniTre cose che si possono

imparare dal Motor Bike Expo

InnovazionePZero, la tecnologia

corre per la moda

FashionITLa tecnologia si fi rma

Geogra aIl mondo social

dei brand fashion

RetròIl primo smartwatch

era Linux

ServerIBM arriva

alla sesta generazione

PrintingLa stampa

è tutt’uno con il Web

Punto GUn futuro più umano,

dall’economia wiki e social

Il BossL’anno della wearable

technology

ManagementImparate dal fashion le

tecniche di social networking

Integrazione Stealth, le soluzioni per le

imprese del fashion

RisultatiLa crescita di Dell

DocumentiFujitsu,

scanner all’altezza

News

GuruI segreti del

fashion business

Photo Pebble, il piccolo

smartwatch che ha battuto i grandi

Trend

I social che crescono

White PaperTecno/Fashion Cover

Geek ChicSe sei tecno, sei glamour

Tra me e TechPiegarsi alla bellezza

DossierIl gestionale non ha

più confi ni

PLMIl software che unisce

creativi e manager

DistribuzioneIl messaggio

di Dell e V-Valley

Registrazione Tribunale di Milanon. 409 del 21/07/2011ROC n. 21424 del 3/08/2011

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica per il periodo 1/1/2012-31/12/2012

Periodicità: 11 numeriTiratura media: 15.009 copieDiffusione media: 14.575 copieCertificato CSST n. 2012/2334 del 27/02/2013Società di Revisione: REFIMI

Direttore Responsabile:Francesco Marino - [email protected]

Responsabile di Produzione:Raffaella Navarra - [email protected]

Hanno collaborato:Luca Bastia, Fabio Bossi, Cecilia Cantadore, Sara Fevola, Giuseppe Goglio, Marco Lombardo, Luca Mirani, Elena Moriondo, Marco Sampietro, Daniela Schicchi, Barbara Silbe, Antonella Tagliabue

Progetto grafico e impaginazione: Design: Studio Kmzero www.kmzero.comProgetto grafico e Art Direction: Martina Toccafondi Editor: Edoardo Molinelli

Pubblicità e Pubblicità Web Ufficio Traffico: [email protected]

Ufficio Abbonamenti: [email protected]

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sommarioANNO 3‚ NUMERO 26‚ FEBBRAIO 2014

WWW.DIGITALIC.IT

Alias

Arjowiggins Creative Papers

Brevi

Canon

Ciemmeci Light Mark

Computer Gross - Arcipelago

Epson

Evolution

Fespa

Fiera Sicurezza

Fortinet

Graf3

Il Triangolo

Imagem

iStore

Kelyan

Lenovo

Luxoro

Maggioni Serigra a Oggiono

Marabu Italia

Nital

Pi-Emme

Rds Webprinting

Reed Exhibitions Italia - Viscom

Smau

Snt Technologies

SoGeCos - Cosmoprof

Synology

The Innovation Group

5

63

35

20-21

46-47

24-25

13

11

64

41

37

73

39

79

53

30-31

43

17

61

48

55

IV cop

III cop

26

69-71

33

II cop

7

59

Inserzionisti

06

08

10

12

14

18

36

38

42

44

40

50

56

58

62

60

66

72

70

76

74

82

78

80

28

22

MERCATO

TECNOLOGIA

WEB SOCIAL

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Next generation firewall.

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20 ANNI20 ANNI

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NEWS

Wide Side ha chiuso ufficialmente una partnership importante con Positive Technologies, uno dei dieci principali vendor a livello mondiale di sistemi di rilevamento di vulnerabilità ed una delle prime cinque aziende dalla più rapida crescita globale nella sicurezza. Il sistema MaxPatrol rappresenta un metodo accurato e conveniente per scansionare grosse reti aziendali nei confronti di vulnerabilità in grado di aprire delle porte agli aggressori. Si tratta di un sistema “all in one” che consente

È il miglior distributore europeo di Symantec: Computer Gross, con la sua divisione J.Soft guidata da David Baldinotti, è stato premiato durante il Partner Excellence Award di Budapest con il Symantec Emea Best Distributor of the Year, ritirato da Silvia Restelli. Il premio si è basato non solo sui risultati di fatturato, ma anche sui voti e le preferenze arrivate dai clienti. È un altro alloro che si aggiunge alla bacheca di Computer Gross, distributore a valore che da sempre punta sulla

fascia alta del mercato proponendo soluzioni oltre che prodotti. Gli Awards premiano i partner che, nel corso dell’anno precedente, hanno dimostrato l’eccellenza nella fornitura di prodotti Symantec e sono stati in grado di soddisfare le richieste dei clienti in termini di migliore efficienza, ROI, riduzione dei costi e protezione. I premi riconoscono anche l’innovazione nello sviluppo e il bringing-to-market di nuove soluzioni basate sulle tecnologie Symantec.

Le vendite di Tech Data hanno una nuova guida. Si tratta di Michele Papa, la cui scelta segnala una focalizzazione ancora più attenta sul segmento a valore. Papa ha infatti maturato una significativa esperienza in ITway, occupandosi della gestione e dello sviluppo delle attività di vendita e delle relazioni esterne, fino a raggiungere nel 2009 il ruolo di country manager. “Con grande entusiasmo accolgo questa sfida – ha detto Papa – entrando in un’azienda leader mondiale nel mercato distributivo. I piani di

Wide Side, sicurezza positiva

Computer Gross sulla vetta d’Europa con Symantec

Da oggi Digitalic, in occasione di fiere

ed eventi, sarà distribuita in una veste di

classe. Sarà infatti contenuta all’interno

di una busta Snazzybag, realizzata ad

hoc per la rivista, con manico, chiusura a

pressione e in versione bicolore: argento

trasparente davanti, per dare meritata

visibilità alle copertine speciali, e nera dietro, elegante

e discreta. La gamma Snazzybags è composta da

buste in poliestere colorate, metallizzate, anche

trasparenti, disponibili in vari formati e colori per

valorizzare l’attività di comunicazione e dare un forte

impatto ai mailing. Per proteggere e impreziosire

un gadget, un regalo o un articolo promozionale è

disponibile la versione pluriball Snazzybubble.

È possibile richiedere formati su misura. Le gamme

Snazzybags e Snazzybubble sono distribuite in Italia

da Paper & People. www.paperandpeople.com

crescita sono ambiziosi e sono certo che Tech Data abbia tutte le caratteristiche per vincere questa sfida. Sono estremamente motivato nell’apportare il mio contributo nel guidare il team commerciale, dove ho trovato una squadra molto preparata. Tech Data è il distributore ideale per mettere a frutto le mie esperienze precedenti”. Al suo posto in ITway Vad è stato scelto Silvio Calcina, nella squadra dal 2011.

inoltre affidabili valutazioni del livello di conformità di un’azienda riguardo a standard industriali quali Pci Dss, Iso e Sox. “Positive Technologies – ha spiegato Jesusleny Gomes, strategic account manager di Wide Side – ha messo la ricerca al cuore del ciclo operativo, creando uno dei maggiori centri in Europa. Il suo team comprende i più progrediti hacker “white hat” nel settore, che rilevano più di 100 “day 0” vulnerabilità all’anno”.

Michele Papa guida le vendite di Tech Data

Sgargianti su misura

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del fashionbusinessÈ CONSIDERATO TRA I MASSIMI ESPERTI NEL BUSINESS DELLA MODA. SALVO TESTA, PROFESSORE DELL’UNIVERSITÀ BOCCONI CON UNA LUNGA ESPERIENZA NEI SETTORI MODA E DESIGN, SVELA IN QUESTA INTERVISTA I SEGRETI DEL SUCCESSO DEL FASHION E DÀ QUALCHE CONSIGLIO PER IL MONDO DELLA TECNOLOGIA CHE VUOLE LAVORARE CON I GRANDI BRAND

GURU

del fashionbusiness

I SEGRETI

DI FRANCESCO MARINO

Tutti guardano al mondo della moda, perché è

affascinante, perché è tra i settori italiani che funzionano

meglio, perché ha grande successo all’estero, perché

rappresenta il nostro Paese nel Mondo. Ma cosa ha di

speciale il fashion? E come può la tecnologia essere d’aiuto

a questo grande comparto? Lo abbiamo chiesto ad uno dei

massimi esperti del settore: Salvo Testa, docente di fashion

management all’Università Bocconi e ideatore della

piattaforma fashion&design di SDA Bocconi.

PERCHÉ LE AZIENDE ITALIANE DI MODA HANNO PIÙ SUCCESSO DI ALTRE? PER IL PRODOTTO, PER L’ORGANIZZAZIONE O PER LA FLESSIBILITÀ?In Italia, paese ormai unico al mondo, esiste una

filiera completa che consente di proporre e realizzare

continuamente un’innovazione di prodotto (anche se

spesso si tratta solo di novità estetiche). Tale filiera è al

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QUALI SONO LE TENDENZE PIÙ SIGNIFICATIVE IN ATTO NEL MONDO DELLA MODA ITALIANA?La prima, consolidata, riguarda

la supremazia dei big retailer di

massa, come Zara, H&M, Uniqlo,

GAP, nuovi attori competitivi che

stanno coprendo fasce di consumo

sempre maggiori, diventando anche

“propositivi” sul piano del prodotto

oltre ad essere insuperabili sul piano

dei prezzi e del servizi.

Vi è poi una seconda tendenza tuttora

in atto: l’e-commerce e la digital

strategy (con riferimento al rapporto

one-to-one con il consumatore finale)

stanno cambiando completamente

non solo la fase terminale (marketing

e distribuzione), ma anche il “modello

di business” in tutti i suoi aspetti.

Infine, in prospettiva è possibile

individuare una terza tendenza,

quella della maggiore attenzione

alla sostenibilità, dal riciclo fino

all’utilizzo di materiali e processi più

ecologici.

Grande importanza assume, in

quest’ottica, la totale “tracciabilità”

del prodotto, per offrire al

consumatore una trasparente

informazione su dove e come è

realizzato ogni singolo capo.

IN CHE MODO LA TECNOLOGIA PUÒ ESSERE D’AIUTO A QUESTE IMPRESE?Enormemente, in tutti i processi

innovativi delineati (marketing,

distribuzione, produzione,

innovazione), anche se c’è ancora

un potenziale inespresso per la

strutturale ritrosia di tale settore

ad accettare le innovazioni.

LA TECNOLOGIA VIENE APPREZZATA, CAPITA, BEN VALUTATA?Poco: la moda è un settore per sua

cultura molto autoreferenziale,

ancorato a logiche conservative, ma

probabilmente le nuove generazioni

potranno modificare tale limite e

sfruttare al meglio le potenzialità

delle nuove tecnologie.

CHE COSA POSSONO IMPARARE LE IMPRESE DI ALTRI SETTORI DALLE AZIENDE DI MODA?La gestione continua del processo di

innovazione, non solo nel prodotto

ma anche nelle altre aree aziendali;

l'alchimia del rapporto tra creativi

(designer, stilisti, art director,

architetti) e manager; la capacità

di fare 'storytelling' del brand e di

vendere e comunicare 'emozioni e

sogni', non solo prodotti e servizi.

servizio sia dei brand italiani (tanti,

dai big alle numerose piccole e medie

aziende familiari di nicchia), sia di

quelli internazionali che vogliono

posizionarsi nella fascia alta di

qualità/immagine/distribuzione/

prezzo. Inoltre il sistema delle sfilate

e delle fiere (Milano, Firenze) in tutte

le categorie merceologiche (uomo,

donna, accessori, tessuti e filati) è

quello che sviluppa i numeri più

elevati, specie nel segmento medio

alto e alto, per cui rimane un punto

di riferimento per tutti gli operatori

internazionali del settore, dai

fornitori fino ai buyer.

IN CHE COSA DOVREBBERO MIGLIORARE PER CONTINUARE A DOMINARE LA SCENA LE IMPRESE DELLA MODA ITALIANA?Molte aziende piccole e medie, con

forte contenuto artigianale e di

prodotto, sono ancora carenti sul

piano del marketing e della capacità

commerciale, specie sui mercati

internazionali in forte sviluppo

(Russia, Asia, Medio Oriente e

Sud America). Inoltre, la stessa

innovazione di prodotto rimane

ancora un po’ troppo ancorata ad

uno schema di “novità” (semplici

variazioni estetiche di prodotti già

esistenti) anziché perseguire la sfida

di “vere innovazioni” (nuovi materiali,

nuove funzionalità, nuovi concetti

di prodotto), pur disponendo di una

filiera che consentirebbe di porsi tali

obiettivi. Un’altra carenza è quella

delle nuove tecnologie digitali: siamo

molto indietro su questo fronte, che

è uno dei pochi in cui i consumi

sono in forte crescita anche in

questo settore. Tutti questi elementi

(marketing/commerciale, innovazione

radicale di prodotto, strategie

digitali) confermano la necessità di

un ricambio generazionale senza cui

non è possibile il ricambio culturale

del settore, ovvero difendere il

patrimonio storico inserendovi al

contempo nuovi elementi volti a

rivitalizzarlo e a potenziarlo.

C’è necessità di un ricambio generazionale senza cui non è possibile il ricambio culturale del settore.

| 09

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T F

PHOTO

Pebble è indubbiamente lo

smartwatch che ha colpito di più.

Partito dal sito di crowdfunding

Kickstarter, ha raccolto in breve

tempo 10 milioni di dollari, a fronte

di una richiesta iniziale di soli

100mila. Ben 69.000 persone, senza

che l’orologio esistesse, hanno dato

fiducia ad Eric Migicovsky.

Oggi è il primo smartwatch a tentare

la strada del glamour con il nuovo

modello Pebble Steel.

Interamente in metallo, con due

cinturini intercambiabili (uno in

pelle) e 3 colori, punta non solo

sulla tecnologia ma anche sullo stile,

rimanendo comunque abbordabile

con i suoi 269 dollari di prezzo.

La versione in metallo è stata seguita

anche da miglioramenti tecnologici,

come l'apertura di uno store online

interamente dedicato alle App per

Pebble.

Le grandi società si sono fatte

sorprendere da un piccolo inventore

che ha chiesto alla Rete i soldi per

partire. Oggi devono inseguirlo.

Internet è stata capace di sovvertire

le gerarchie, almeno per una volta.

PEBBLE IL PICCOLO SMARTWATCHCHE HA BATTUTO I GRANDIARRIVA LA VERSIONE “GIOIELLO”

DI FRANCESCO MARINO

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TREND

DI FRANCESCO MARINO

È INSTAGRAM IL SOCIAL CHE FA IL RECORD DI CRESCITA IN BASE AGLI UTENTI ATTIVI. FACEBOOK SI CONTRAE (-3%). IN MODERATA AVANZATA TWITTER E G+. MA I SOCIAL SONO LA NUOVA FRONTIERA DEL BUSINESS: IL 44% DELLE PERSONE CI PASSA PIÙ DI UN’ORA LA GIORNO ALLA RICERCA DI IDEE E PRODOTTI

I SOCIAL CHE CRESCONO

È l’era dei social network, ma non

tutti sono in crescita, anzi… alcuni

scompaiono, altri si stabilizzano, altri

ancora vedono ridursi il numero degli

utenti. Indubbiamente quello che ha

fatto registrare la crescita maggiore

negli ultimi sei mesi è Instagram.

Il network fotografico ha segnato

un +23%, passando da 73,72 milioni

a 90,77 milioni di

utenti. Al secondo

posto Reddit con un

+13%, poi LinkedIn

(+9%), Google+ (+6%)

eTwitter (+2%).

A sorpresa cala Facebook, che segna

per la prima volta un arretramento in

termini di utenti attivi (-3%). Altro big

in calo è Youtube con un -3%, mentre

il “big loser” rimane MySpace (-12%).

Instagram si conferma il social più

ammirato (soprattutto dalle aziende)

e quello più amato dai giovanissimi

(16-24 anni), che rappresentano il

39% degli utenti; per Facebook la

comunità più numerosa (29%) è quella

rappresentata dalla fascia 25-35 anni,

la stessa che domina LinkedIn con il

32% e G+ (31%). Il social network più

giovane è Tumblr, che vanta il 45% di

utenti tra 16 e 24 anni.

Nonostante il calo Facebook ha

molti primati (oltre al numero degli

iscritti): è, ad esempio, il social più

frequentato, con il 56% degli utenti

che lo visita più di una volta al giorno;

per Twitter sono il 35%, per YouTube

il 33%, per Instagram il 31%, mentre

per G+ sono il 30%..

CRESCITA DEGLI UTENTI ATTIVI

Instagram

Reddit

Linkedin

Tencent Weibo

Yammer

Sina Weibo

Badoo

Pinterest

Tumblr

Quora

Google+

Viadeo

Twitter

Orkut

Bebo

YouTube

Facebook

vkontakte (Solo in Russia)

Odnoklassniki (Solo in Russia)

Myspace

23%

13%

9%

9%

8%

6%

6%

6%

6%

6%

6%

6%

2%

1%

0%

-3%

-3%

-3%

-4%

-12%

UTENTI SOCIAL IN BASE ALL’ETÀ

LLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL

16-24 25-35

29% 32% 31% 31% 32% 39% 32% 37% 35% 45%

ORE SPESE SUI SOCIAL DAGLI UTENTI

13%

21%

22%

17%

9%

18%

Non li usa

3 o più ore

Da 2 a 3 ore

Da 1 a 2 ore

Da 30 minuti a 1 ora

Meno di 30 minuti

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WHITE PAPER

TECNO/FASHIONCOVER

DI DANIELA SCHICCHI

C

UNIRE MODA E DIGITALE, TECNOLOGIA E TENDENZE. QUESTO NUMERO DI DIGITALIC SI SPINGE IN UN NUOVO TERRITORIO CHE PROMETTE GRANDI NOVITÀ. LA SUA COVER RAPPRESENTA TUTTE LE EMOZIONI DI UN’INNOVAZIONE CHE SI SPOSA CON GLI EFFETTI SPECIALI DELLA MODA

olori, emozioni e tendenze: questo

è il fashion. E questo è anche il

cuore della nostra nuova cover (e

di tutto il numero), che mette al

centro il mondo della moda e la sua

interpretazione tecnologica e digitale.

Una modella-robot, dunque, che

si veste con uno strascico fatto di

numeri ed effetti speciali unici.

Moda e tecnologia che si fondono

per creare qualcosa di inedito.

Ancora una volta quello che state

ammirando è il frutto del lavoro di

partner d’eccellenza. Non vi resta che

gustarvelo.

CON IL CALDO… È MEGLIOIntramontabile, sensuale,

emotivamente elettrizzante e

prezioso, il caldo. Anche stavolta

torna Pi-Emme con il suo tocco

magico, che rende speciale anche

il più piccolo dettaglio. La stampa

a caldo, ormai lo sappiamo bene, è

una specialità di questa azienda, e in

questa nuova copertina ha permesso

al foil argento di Luxoro di aderire

perfettamente garantendo il risultato

finale che potete vedere. Brillante, a

registro e luminosissimo. Una tecnica

che rappresenta il lusso, la ricchezza

e la ricercatezza di un progetto che,

nel “caldo”, trova sempre un alleato

in grado di stupire ogni volta come se

fosse la prima.

UV, ALLA RADICE DI TUTTOPartner affezionato alla sua terza

cover è anche Graf 3, che ha stampato

l’intera copertina in UV per garantire

un risultato finale in grado di esaltare

tutti i successivi passaggi che gli

altri specialisti hanno realizzato.

La stampa UV rende vividi e pieni i

colori su ogni superficie

e su ogni tonalità. In questo

caso, poi, la base bianca rende

tutto ancora più esaltante e

pieno. La stampa ha dovuto

poggiare sul foil argento

lasciandone però intravedere

i riflessi cangianti, una tecnica

raffinata e complessa.

TOCCO DA MAESTRIUn’opera editoriale, la cover di

Digitalic, che ha potuto godere della

professionalità di Maggioni Serigrafia,

nuovo nome all’esordio sul nostro

magazine. L’azienda è specializzata

nelle lavorazioni che abbelliscono

e, come si dice in gergo, nobilitano

ogni progetto stampato. Le vernici di

Marabu Italia, dunque, sono state stese

ad arte sulla superficie stampata, per

ottenere quegli effetti unici e speciali

insiti nei prodotti e che solo l’arte

serigrafica è in grado di tirare fuori al

meglio. Sono stati necessarie grande

precisione ed esperienza per realizzare

i tre diversi effetti in serigrafia: lucido,

glitter e perlescente.

SEMBRA FACILE, MA NON LO ÈL’elaborazione dell’immagine che

vedete è opera, ancora una volta, di

Imagem. Tutto è stato modellato in

3D utilizzando due software, uno per

creare il manichino-robot e l'altro

espressamente dedicato al mondo

della moda. Quest'ultimo permette di

disegnare, tagliare e cucire un abito

T F

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“Schicchina, tu farai la giornalista”. Così ha avuto inizio tutto, credo. 26 anni, appena laureata in una materia che non c’entrava nulla con il giornalismo, con un direttore fantastico al quale devo molto (Sergio Meda) e una totale inesperienza. Da lì sono passati 12 anni. Ho bazzicato tra testate di sport

e fi tness, gossip, digital printing, beauty, salute, sanità e un’agenzia di comunicazione per arrivare – infi ne – al Grande Salto. Quello nella Rete e nella consulenza della libera professione. Un percorso fatto di incontri, apprendimento, curiosità, risate e parecchie arrabbiature. Ho scoperto che le

parole possono essere fantastiche. Ho toccato con mano la bellezza di supporti unici e portenti della tecnologia in grado di realizzare “quasi” tutto. Ho imparato che per comunicare bisogna andare al passo con i tempi e che, per stare al passo con i tempi, bisogna rimettersi in gioco tutti i giorni.

conformandolo a un modello virtuale,

scegliendo il materiale e osservando

come il tutto si disponga nello spazio

tridimensionale seguendo le leggi della

fisica e assecondando le caratteristiche

di peso, elasticità, viscosità e attrito

del materiale scelto. Per lo strascico,

invece, è stato impiegato un software

in grado di sostituire alle fibre i numeri;

è realizzato da una trama di cifre

(da 0 a 9) intrecciate tra loro. Grazie

alla fantasia di Carlo Magrì è stato

enfatizzato l’effetto ed è stato reso

"caotico" il processo di "detramatura",

che si è trasformato in una sorta di

esplosione che rivela la natura digitale

del vestito.

PERFETTA COME STOFFA PREGIATALiscia, bianca, morbida, praticamente

perfetta. È la carta scelta per questa

nuova cover, firmata Arjowiggins

Creative Papers. Si tratta di Inuit,

nella variante Ultra Smooth Brilliant

white da 300 grammi, una carta non

patinata e certificata FSC la cui polpa,

quindi, proviene da foreste gestite

responsabilmente. La sua superficie

perfetta e omogenea è l’ideale per

diversi tipi di lavorazioni, come la

stampa a caldo o l’embossing.

Di un bianco estremamente elegante

e luminoso, è risultata ancora una

volta l’alleata perfetta per supportare il

messaggio da veicolare e per garantire il

risultato impeccabile alle nobilitazioni

realizzate sulla sua superficie vellutata.

VERNICI, GIOIELLI UNICII materiali usati per le numerose

nobilitazioni comprendono le vernici

serigrafiche di Marabu Italia, come

sempre preziose e tecnicamente

perfette.

Su tutto l’abito blu e sul braccio

della modella robot è stata stesa una

vernice UV lucida ad alta flessibilità e

brillantezza. A questa si aggiungono

prima il glitter Iriodin Blue dall’effetto

perlescente, fine e preciso sui

piccolissimi numeri che rappresentano

la coda dell’abito e che si alternano

perfetti sulla vernice lucida, e infine

il glitter C52 Violet, utilizzato sulla

testata e sull’esagono centrale - non

sulle scritte - che conferisce un

ulteriore effetto cangiante.

ARJOWIGGINSCREATIVE PAPERS

Arjowiggins Creative Papers, produttore e leader nel settore dei supporti creativi,commercializza brand ben noti quali Conqueror, Opale, Inuit, Curious Collection, Keaykolour, Rives e Pop’Set. I prodotti sono certificati FSC e coprono un’offerta di carte 100% riciclate premium, senza dimenticare che la gamma Conqueror è classificata Carbon Neutral in molti Paesi. L’attenzione per la creatività è supportata da “The Blank Sheet Project”, piattaforma che aggrega la comunità creativa e la invita a lasciare un segno nel mondo in modo responsabile dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

ARJOWIGGINSCREATIVEPAPERS.COM

LUXORO

Luxoro ha scelto la via della qualità e delle tecnologie più innovative nel settore delle foglie per stampare a caldo. Luxoro è partner esclusivo del gruppo Kurz in Italia dal 1968, leader sul mercato internazionale. I prodotti sono divisi per settore: industria grafica, decorazione della plastica, industria del legno e del mobile, settore moda, nastri per trasferimento termico, codifica, protezione del marchio, card, biglietteria e macchine per la stampa a caldo.

LUXORO.IT

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Page 16: Digitalic n26 tech for fashion

ARGENTO E DOPPIO CLICHÉ: GLI OCCHI RINGRAZIANOTorna la preziosità dei

materiali forniti da Luxoro e

da h+m. Iniziando dal primo

partner, troviamo la lamina

sovrastampabile argento

ALUFIN che dona, anche in

questo caso, un effetto brillante

e luminoso unico nel suo

genere. Ma non poteva essere

tutto piatto nemmeno questa

volta! Ecco, allora, i vari livelli

che potete toccare e scoprire

sulla copertina, realizzati grazie

ai clichè di h+m. Questi sono in

ottone, perfetti per la stampa

in piano del fondo metallizzato

che, successivamente, è stato

sovrastampato in offset UV.

Il secondo cliché, invece, ha

permesso di realizzare i due

livelli dei bracciali posti sul

braccio del robot, che spunta

curioso nell’angolo superiore

destro della cover.

HINDERER & MUEHLICH

h+m è sinonimo di innovazione e accuratezza nel mercato della stampa a caldo. Ecco perché Luxoro si avvale della collaborazione di h+m (azienda partner di Kurz) con oltre 40 anni di esperienza nella produzione di accessori e attrezzature per la stampa a caldo, per realizzare i suoi pregiati prodotti. L’azienda è leader, infatti, nella realizzazione di clichés e tecnologie ad alta precisione mirate a un risultato finale simbolo di vera eccellenza. Caratteristica che fa di h+m un partner sempre affidabile per un successo garantito.

HINDERER-MUEHLICH.DE

Graf3 è un’azienda che opera nel mercato delle arti grafiche da oltre 40 anni, con lo scopo di fornire ai suoi clienti la più ampia gamma di soluzioni per la comunicazione, mettendo al servizio del cliente stesso conoscenze e tecnologie di ultima generazione. Per questo, alle macchine lito-offset UV e tradizionali, al reparto serigrafico e a quello per la produzione e personalizzazione di card, da settembre 2013 si è affiancato il reparto di stampa digitale wide format, al quale si aggiungono il reparto grafico e quello di prestampa per controllare la qualità e la conformità a quanto desiderato dal cliente. Il tutto per diventare non solo stampatore, ma partner di ogni progetto.

WWW.GRAF3.COM

Srl

PI-EMME

Nata nel 1988, è in breve diventata una delle aziende leader nel settore della stampa a caldo per tutta l’Europa.Proprio in virtù di ciò, PI-EMME è il partner ideale di tutti coloro che, operando nelle arti grafiche, necessitano di avere prodotti arricchiti e nobilitati dalla stampa a caldo. La pluriennale esperienza maturata permette aPI-EMME di offrire la massima qualità ai propri clienti, così come le numerose macchine presenti in azienda unite alla competenza tecnica degli operatori, le consentono di poter soddisfare, quotidianamente, ogni esigenza nell’ambito delle graphic arts.

PI-EMME.COM

IMAGEM

Imagem è costituita da un team di architetti, ingegneri, grafici, fotografi e compositori, in grado di seguire tutte le fasi di un prodotto multimediale, dall’ideazione alla modellazione, dall’animazione sino alla colonna sonora originale. Grazie a questo approccio multidisciplinare, il team può spaziare nelle varie aree della comunicazione e del marketing, garantendo risultati originali e mai convenzionali.Carlo Magrì, architetto e musicista, si occupa da più di quindici anni di comunicazione, computer grafica, modellazione tridimensionale e visualizzazione fotorealistica nell’ambito dell’architettura e del design. Collabora con varie testate giornalistiche nazionali e con software house italiane ed internazionali per le fasi di sviluppo e testing di programmi. Insieme a Pao la Samoggia ha dato vita nel 2007 ad Imagem srl.

IMAGEM.IT

GRAF3

MARABU ITALIA

Con oltre 150 anni di attività, il gruppo Marabu sviluppa e produce inchiostri di alta qualità per applicazioni grafiche e industriali. L’azienda, che ha la sua sede centrale in Germania,è presente – però - in tuttoil mondo con filiali e partners di distribuzione. Nata nell’autunno del 2008, la filiale italiana del gruppo – Marabu Italia – ha sede a Locate Triulzi (Milano)e opera su tutto il territorio nazionale per offrire un portfolio di innumerevoli prodotti e soluzioni per la stampa serigrafica, tampografica e digitale, grazie alle esclusive rappresentanze estere garantite.

MARABU-ITALIA.IT

MAGGIONI

Maggioni Serigrafia nasce nel 1973 come produttore di pellicole e telai per serigrafia, per poi espandere l’attività nel settore della stampa serigrafica. Gli investimenti in tecnologie e infrastrutture hanno permesso all’azienda di essere sempre allineata alle richieste del mercato, fino ad affiancare alla stampa serigrafica tradizionale le più innovative tecnologie digitali. Oggi, nei due stabilimenti, viene offerto un servizio completo di service di stampa con una grande varietà di tecniche e materiali. Attenzione totale al cliente, abilità nello sviluppare partnership continuative, flessibilità, capacità di accettare sempre sfide nuove e complesse, rispetto dei valori umani e della natura sono i cardini del lavoro di Maggioni Serigrafia.

MAGGIONISERIGRAFIA.COM

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Page 17: Digitalic n26 tech for fashion

www. luxoro . i tLuxoro è a Impatto Zero®. Le emissioni di CO2 generate sono state

compensate contribuendo alla creazione e tutela di foreste in crescita.Luxoro utilizza energia rinnovabilea Impatto Zero®.

le monde fantastique

DISTRIBUTORI ESCLUSIVI PER L’ITALIA DELLE FOGLIE KURZ PER LA STAMPA A CALDO E A FREDDO

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Le tue idee prendono vita con

Inspiration fantastique 2013 by

Kurz®.

Fantastiche possibilità con le

stupende lavorazioni applicate al

mondo del packaging.

Il tuo prodotto è un sogno che

diventà realtà.

Page 18: Digitalic n26 tech for fashion

OVVERO, COME L’IT È DIVENTATA UNA DELLE CHIAVI DI INTERPRETAZIONE DI STILE E TENDENZE PER IL FASHION SYSTEM

GEEK CHIC

DI SARA FEVOLA

era del digitale avanza e conquista anche il mondo della

“haute couture”. Il futuro tanto sognato da designer e

artisti come Depero, Tanaka e Sterbak – pionieri nel

concepire una moda tecnologizzata nel secolo scorso

– ha oggi trovato piena espressione, un posto al sole

riconosciuto, voluto, acclamato dalle passerelle di tutto il

mondo ed entrato a piena forza nella nostra quotidianità.

La tecnologia e l’informatica sono, infatti, parti integranti

sia di creazioni straordinarie, come quelle di alta moda, sia

di prodotti altamente ingegneristici ma dedicati al mercato

di massa, destinati a entrare nelle nostre case e nei nostri

armadi. Poteva la moda, seduttrice per eccellenza delle

nostre menti, rimanere indenne da ciò che è diventato

una tendenza dilagante, ovvero il wearable computing?

Assolutamente no. Via, allora, all’esplorazione di una

nuova strada verso l’orizzonte della technocouture, la

tecnologia che si indossa!

T F

L

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Page 19: Digitalic n26 tech for fashion

stampati con le nuovissime tecnologie

di stampa 3D Objet Connex di

Stratasys e Materialise, per dare “più

corpo” ai suoi disegni. Anche Victoria

Secrets, il noto brand americano di

lingerie, ha adottato questa tecnologia

per stampare in 3D un suo corsetto.

TESSUTI INTELLIGENTI, FUTURISTICI, INNOVATIVI

La ricerca nel campo dei tessuti

tecnologici è molto attiva. La

sperimentazione è continua e

coinvolge sia i big dell’alta moda

sia le società emergenti, impegnate

in numerose startup di successo.

Traspirazione, resistenza ai raggi

UV, utilizzo di nano particelle e

di metalli, led e fibre ottiche... ma

si lavora anche sui materiali di

recupero e green, come ad esempio

i tessuti in fibra di bamboo. Sono

stati avviati alcuni progetti per lo

studio e la messa a punto di tessuti

smart che avranno una superficie

luminosa e touch, sottile e flessibile.

Interessante, a questo proposito, il

percorso intrapreso dal gruppo Binda,

che con l’orologio Hip Hop è riuscita,

tramite la lavorazione RPL (Rubber

Pressing Lamination), ad applicare il

tessuto sul cinturino di silicone, senza

l’utilizzo di colle o elementi tossici.

WEARABLE TECHNOLOGY: CHI PIÙ NE HA, PIÙ NE METTA…

Una moda intelligente non è però

appannaggio esclusivo dell’haute

couture, abituata ai sensazionalismi

e ai grandi compratori. La wearable

technology ha fatto molto di più,

costruendo un legame tra moda e

informatica, vestendo di design gli

ultimi nanoprocessori (come Edison

di Intel, presentato all’ultimo CES

a Las Vegas) e trasformandoli in

oggetti glamour, utili e irrinunciabili

sia per i fashion addicted che per i

geek. Il paradigma “Se sei tecno, sei

glam!” è la nuova chiave di lettura

che il marketing non può ignorare.

La moda lo ha capito e allora ecco un

fiorire di soluzioni fashion per ogni

tipo di tecnologia, di servizio e di

consumatore, dal più modaiolo allo

sportivo. ED – Emotional Design, ad

esempio, è un brand tutto italiano

che produce borse molto particolari.

Aprendole, uno strip led ne illumina

l’interno facilitando la ricerca di

portafogli, chiavi, smartphone… e, a

questo proposito, la borsa è dotata

DALL’ELETTRONICA ALLA STAMPA 3D: UNA STELLA CHE NASCE SI RICONOSCE DALLA PASSERELLA

Una moda hi-tech è sicuramente un

prodotto che fa tendenza, destinato

a far parlare di sé. Ecco perché

abbiamo scelto le passerelle e i red

carpet per iniziare a darvi un’idea di

come questa collaborazione sia oggi

più concreta che mai. L’inglese Cute

Circuit ha già fatto parlare di sé per

gli abiti luminosi

indossati da Katy

Perry e dai Black

Eyed Peas, oltre

che per il Galaxy

dress, un abito

con una base di

seta e organza

su cui sono

stati applicati

ben 24.000 led

ultrapiatti e oltre

4000 cristalli

Swarovski.

Sempre dalle

passerelle è

impossibile non

farsi sedurre

dall’estro creativo

di fashion

designers come Vega Wang, che si è

ispirata alla costellazione di Alpha

Lyrae per creare una collezione di

sette abiti luminosi e cangianti, in

collaborazione con Vice e Intel. In

questo caso, il segreto sta nella scelta

di accoppiare il tessuto del vestito a

un materiale elettroluminescente in

grado, una volta alimentato, di dare

profondità all’universo stampato.

Assolutamente innovativa e più

che attuale è la scelta fatta, invece,

dalla stilista Iris Van Herpen. La sua

passerella ha visto sfilare alcuni abiti

STAMPANTI 3DIl CES 2014 ne ha decretato il successo. Le previsioni di fatturato vedono nei prossimi sei anni uno sviluppo di mercato tale da raggiungere un volume di oltre dieci miliardi di dollari. Stiamo parlando della stampa 3D, una nuova tendenza che coinvolgerà trasversalmente numerosi mercati. Poteva il fashion system stare ai margini? Il 3D printing permette ai fashion designer di giocare con più materiali, combinando tra loro spessori e consistenze differenti per vestire dalla testa ai piedi: dagli abiti agli occhiali e alle scarpe, per una personalizzazione estrema e senza limiti. Ne attendiamo gli sviluppi dalle prossime passerelle.

anche di un’uscita Usb per ricaricare

telefonini, videocamere, tablet. È

di Ermenegildo Zegna iJacket, la

giacca porta iPod che permette di

comandare il lettore mp3 sfiorando

un touch control posto sulla manica.

Sempre su quest’onda, gli States

attendono per la primavera l’arrivo

di Motif, un trench impermeabile

dotato di un dispositivo wifi e di un

caricatore per smartphone posto nel

taschino interno, compatibile con gli

ultimi modelli Samsung e Apple.

…ALTRIMENTI CORRETE AI RIPARI!

Potete scommettere che a Cupertino

non stanno certo con le mani in mano

riguardo a un argomento così di moda

come la tecnocouture.

Nasce così la collaborazione tra

Apple e Nike: Nike Plus (Nike+).

Da Cupertino corriamo a Mountain

View: Google e Adidas stanno

sperimentando Talking Shoe, una

scarpa da running in grado di chattare

con i propri contatti di Google +

e condividere i progressi fatti in

allenamento. E che Google abbia in

testa la moda lo hanno fatto capire

i celeberrimi Google Glass… Sempre

per gli amanti dello sport, all’ultimo

Pitti Uomo sono state presentate le

calze con led integrato firmate da

Gallo. Indossate, la striscia di led

si attiva su tutta la lunghezza del

polpaccio, segnalando il corridore o

chi le ha scelte solo per vezzo.

| 19

Page 20: Digitalic n26 tech for fashion

DIGITALIC PER CANON

C A N O N E

L A M O D A ,

A M O R E A

P R I M A

P A S S E R E L L A

20 ||

Page 21: Digitalic n26 tech for fashion

Un’altra Milano Fashion Week, un altro fiume di flash

e immagini per celebrare quello che – indubbiamente –

resta un avvenimento mediatico, oltre che professionale,

di indiscussa portata. Proprio sulla base di tutte queste

premesse, si comprende facilmente come Canon sia

sempre protagonista quando c’è di mezzo il fashion

system. Un rapporto stretto e intenso quello tra la moda

e l’azienda che, dal 2005, condivide la sua passione per

il potere dell’immagine con i professionisti del settore;

durante la MFW, ad esempio, grazie all’area Canon

Professional Service (CPS) i fotografi presenti alla

manifestazione hanno potuto usufruire di un supporto

tecnico di qualità, in grado di consentire loro di operare

con tranquillità e sicurezza durante le sfilate e non solo.

Il portfolio di prodotti Canon è in grado di soddisfare

qualsiasi esigenza: dalla fotografia alle videoriprese, per

arrivare al printing con la stampa fotografica home e

business, ognuno può trovare il device giusto.

Il mondo della moda ha visto protagonista l’azienda

affiliata del gigante giapponese Canon Inc., leader

mondiale nell’innovazione e nella produzione di soluzioni

per l’immagine e l’IT, con un vasto panorama di dispositivi

user friendly e professionali di vario genere, proprio per

dimostrare che il lato consumer e quello professional

possono convivere e integrarsi sapientemente in un

settore tanto ambìto ed esclusivo come quello della

moda. Naturalmente tutte le attività dell’azienda sono

supportate da una vasta gamma di prodotti. Tra le ultime

novità ricordiamo PowerShot N100, la selfie camera

per raccontare le storie a 360°, dotata di sensore da 12,1

megapixel, zoom ottico 5x, video in formato Full HD e

modulo Wi-Fi. La particolarità è il secondo obiettivo

posizionato sopra lo schermo posteriore, che serve

per immortalare anche l’utente e non solo il soggetto

inquadrato. C’è poi Legria mini, il nuovo e originale

modello di videocamera che offre flessibilità e libertà

ineguagliabili per esprimere e condividere, in tutta

semplicità, le proprie passioni attraverso i social media.

Legria mini racchiude la tecnologia più innovativa e

garantisce un utilizzo facile e pratico, grazie all’obiettivo

ultra grandangolare Canon, allo schermo LCD orientabile,

al sostegno incorporato e alla connettività Wi-Fi. C’è, poi,

EOS 70D, la reflex che combina la tecnologia di imaging

Canon con funzioni potenti e creative di condivisione

wireless, risultando così una fotocamera ideale per tutti

gli usi e in grado di catturare l’istante con immagini e

video Full HD mozzafiato. Ha un nuovo sensore CMOS

APS-C da 20,2 MP ed è la prima reflex digitale al mondo

dotata dell’innovativa tecnologia autofocus Dual Pixel

CMOS AF, che offre una messa a fuoco automatica

continua durante la ripresa di filmati Full HD e rapida

quando si scatta in modalità Live View. Ci sono, inoltre,

PowerShot G16 e PowerShot S120, costruite per fornire

un entusiasmante livello di qualità delle immagini e di

prestazioni nella gamma delle compatte Canon.

La capacità innovativa di Canon è a disposizione anche

delle aziende, da quelle grandi alle piccole realtà che

animano il settore della moda e non solo. Il design, infatti,

non si applica solo ai prodotti, ma anche ai processi e ai

servizi. Sfruttando le sue competenze e le sue tecnologie,

Canon ha elaborato una soluzione in grado di far

risparmiare sui costi di stampa e contemporaneamente

migliorare la gestione documentale. La serie di tecnologie

e servizi che rende possibile tutto questo si chiama MPS

(Managed print services). Con MPS, Canon si pone

come partner per la gestione totale o parziale del parco

stampanti del cliente, offrendo uno studio sui processi

di stampa e quindi l’implementazione della soluzione.

Canon dunque non vende più solo prodotti, ma offre un

servizio in cui condivide con l’azienda cliente l’obiettivo

di ottimizzare le risorse, ridurre i costi e produrre un

risparmio concreto. Questo servizio oggi è disponibile

non solo per le grandi imprese, ma anche per quelle da

10 dipendenti in su. Con il servizio MPS, Canon si fa

carico di tutta l’infrastruttura di stampa, dalle printer ai

consumabili, mentre il cliente paga una quota mensile

per tutte le sue stampe. MPS si articola in una prima fase

di assessment report, che prevede un’indagine sottoposta

al cliente online, e in una seconda fase di strutturazione

del progetto che definisce le “print policy”, il manuale

operativo e la struttura hardware e software. Il programma

si conclude con l'implementazione del progetto e con

l'integrazione dei dispositivi di stampa nell'infrastruttura,

con relativo training per il personale.

WWW.CANON.IT

STRADA PADANA SUPERIORE, 2/B

20063

CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI)

|| 21

Page 22: Digitalic n26 tech for fashion

T F

TRA ME E TECH DI MARCO LOMBARDODirettore di “Style” - Il Giornale

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Page 23: Digitalic n26 tech for fashion

ANCHE UNA DELLE FIRME PIÙ GLAMOUR DEGLI USA ORA SI INTERESSA DI TECNOLOGIA, PER COLPA DI UNA SUA AMICA. LA STORIA DI RUTHIE FRIEDLANDER E DI COME LA TECNOLOGIA DEBBA ASSOMIGLIARE ALLA GIOIELLERIA PER FINIRE (DAVVERO) INDOSSOALLE PERSONE

Ruthie Friedlander è una giornalista di moda di Elle.

Cosa ci facesse lo scorso inizio gennaio a Las Vegas

non era chiaro ai più, ma Ruthie in realtà era andata

volontariamente ad esplorare un mondo alieno. Ed era

tutta colpa di una sua amica: “Allegra lavora nella moda

come me ed è una ragazza che ha un gusto grandioso nel

vestire. Eppure da un po’ di tempo gira con un terribile

braccialetto al polso: si chiama Nike Fuelband e non se ne

stacca mai. Com’è possibile? Quel dannato braccialetto mi

sta uccidendo”.

Ecco dunque perché una columnist di moda si era

spinta in Nevada, ma soprattutto ecco perché il mondo

del fashion si trova davanti ad una rivoluzione che - a

differenza del solito - deve subire: questa volta infatti è la

tecnologia ad essere di moda. O quantomeno a diventarlo.

Il problema però è mettere insieme le due cose e la chiave

- spiega Daniella Vitale, manager (donna) del brand di

lusso Barneys - è “disegnare un accessorio tanto bello da

diventare oggetto del desiderio”. Roba da stilisti, dunque.

E così, ecco che in fondo il giro di Ruthie Friedlander

a Las Vegas comincia ad

avere un senso: quello

tra fashion e hi-tech è un

matrimonio che s’ha da

fare, l’importante è sapere

come. “Indossare sempre

quel braccialetto al polso è

come vestire delle sneakers

in metropolitana e cambiarle con dei tacchi a spillo prima

di entrare in ufficio. Uccide le mie vibrazioni”.

E probabilmente non solo le sue. E quindi: soluzioni?

Ayse Ildeniz, vicepresidente di Intel, ne ha una: “Le cose

che una persona indossa sono emozionalmente legate

al suo carattere, riflettono il suo io. Oggi avere al polso

un braccialetto per rilevare l’attività fisica non evoca lo

stesso attaccamento di un blazer di Ferragamo o di un

vestito di Prada. Il vero successo sarà quando le persone

si sentiranno fashion con un accessorio hi-tech addosso”.

Il che vuol dire design, cioè ciò che può unire i due

mondi che Ruthie

fatica ancora a

mettere insieme.

A Las Vegas ad

esempio ci hanno

provato quelli di

Peeble, l’azienda

che ha lanciato

lo smartwatch

un anno e mezzo

fa e che ora si è

presentata con

modelli in acciaio

dal design più

vicino a un orologio vero: “Stiamo cercando di produrre

qualcosa che non venga considerato solo un pezzo di

hardware, ma un modello di gioielleria”.

Il risultato di ciò è ancora migliorabile, ma di sicuro è il

primo passo in attesa che i chip entrino direttamente nei

vestiti, così come futuro comanda.

Nell’attesa - e in attesa di convincere Ruthie - non c’è

dubbio che la moda debba adeguarsi ai tempi, così come la

tecnologia debba piegarsi alla bellezza. Ma soprattutto il

primo passaggio sarà spiegare a Rachel Arthur, giornalista

del Daily Telegraph, cosa c’è davvero di bello in Nevada

ad inizio gennaio: “Durante il Ces ci sono almeno 150mila

persone in più a Las Vegas, eppure per entrare nel bagno

delle donne non c’è mai la coda”. Ecco: il giorno in cui

quei bagni saranno pieni, allora sì che la tecnologia sarà

veramente cool.

Le cose che una persona indossa sono emozionalmente legate al suo carattere, riflettonoil suo io. Oggi avere al polso un braccialetto per rilevare l’attività fisica non evoca lo stesso attaccamento di un blazer di Ferragamo o di un vestito di Prada.

Il vero successo sarà quando le persone si sentiranno fashion con un accessoriohi-tech addosso.

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Page 24: Digitalic n26 tech for fashion

INNOVAZIONE IT

livelli di sicurezza e affidabilità,

ospitando un’architettura cloud

IaaS scalabile e sicura. Le aree di

lavoro adibite all’allestimento e alla

manutenzione sono esterne all’area

riservata ai rack ed è disponibile

un team di tecnici di supporto alle

attività degli operatori ICT. Per il

monitoraggio dell’infrastruttura

interna e dei servizi di cooling,

powering ed UPS è stato adottato

un unico sistema informativo, che

permette di avere 6 livelli di alert

e relative procedure di intervento,

garantendo SLA elevatissimi per i

clienti. Il data center è interconnesso

con le reti pubbliche più importanti

a livello nazionale ed internazionale.

IL CLOUD APRE NUOVE STRADEIl cloud non è solo una modalità

innovativa di offrire tecnologia, ma

una vera e propria rivoluzione che

apre nuove strade alle software house

italiane.

Grazie ad Arcipelago.net i partner

di canale possono offrire le proprie

soluzioni in cloud integrandole

all’offerta Computer Gross ed i clienti

possono utilizzarle attraverso una

connessione web, corrispondendo

un canone mensile, certi di avere

sempre le soluzioni tecnologicamente

più aggiornate sul mercato. Per i

ARCIPELAGO.NETby COMPUTER GROSSLa soluzione Cloud 100% per il canale

I l cloud è una grande opportunità

di business, una delle migliori che la

tecnologia metta oggi a disposizione

del canale IT. Rappresenta un vero

e proprio abilitatore d’innovazione,

perché permette di offrire

infrastrutture e software as a service,

riducendo sia il time to market sia

i costi, integrandosi perfettamente

con il business tradizionale. Due

anni fa Computer Gross ha deciso

di operare da protagonista in questo

settore e ha fatto forti investimenti

infrastrutturali ed organizzativi per

poter offrire ai propri rivenditori

servizi cloud “white label”, attraverso

la business unit Arcipelago.net.

I servizi cloud che i partner decidono

di portare sul mercato sono erogati

dal data center di Computer Gross.

Il rapporto con l’utente finale viene

quindi condotto completamente dal

partner che può aggiungere il proprio

valore all’offerta. Bisogna immaginare

il data center come un magazzino

futuristico che racchiude servizi

cloud anziché hardware e software.

È un’offerta che il rivenditore può

scegliere, comporre, integrare e

proporre, gestendo

ogni aspetto della

vendita e del

servizio. Computer

Gross rimane così

il fornitore ICT di riferimento per le

aziende italiane anche nella delicata

transizione verso il cloud. L’offerta

Arcipelago.net spazia dai servizi di

data center (co-location, housing,

hosting, banda di qualità garantita) a

quelli di cloud infrastructure (IaaS)

come le macchine virtuali e lo storage

on demand, senza dimenticare il

data management (backup, disaster

recovery e business continuity) e

gli applicativi in SaaS. Una gamma

vastissima che consente di creare

delle soluzioni a valore aggiunto

per il canale. Inoltre il data center è

italiano al 100%, un vantaggio da non

sottovalutare. Le maggiori resistenze

che il cloud incontra, infatti, sono

legate alla perdita di controllo sui

dati: gli imprenditori vogliono sapere

dove si trovano le proprie risorse

IT e vogliono essere rassicurati

sulla possibilità di verificarne la

collocazione, cosa che non è possibile

se ci si rivolge ad altri operatori.

Il data center, che ha ottenuto in

pochissimo tempo la certificazione

ISO/IEC 27001:2005, è stato

progettato per garantire elevatissimi

IL CLOUD È UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER L’AMPLIAMENTO DEL BUSINESS DEGLI OPERATORI DEL MERCATO ICT. ARCIPELAGO.NET RENDE DISPONIBILEA RIVENDITORI, ISV E SYSTEM INTEGRATOR LE INFRASTRUTTURE, I SERVIZI E LE COMPETENZE INDISPENSABILI PER PORTARE IN AUTONOMIA SUL MERCATO UN'OFFERTA COMPLETA IN QUESTA MODALITÀ24 ||

Page 25: Digitalic n26 tech for fashion

La nostra missione è essere il partner di riferimento e neutrale per gli operatori di canale nella loro offerta cloud

produttori di software ciò si traduce

in un una riduzione dei costi (anche

di assistenza) e soprattutto nella

possibilità di approcciare nuovi

mercati. “Come Computer Gross è il

distributore a valore di riferimento

per i prodotti tecnologici hardware

e software, così Arcipelago vuole

essere il partner principale per tutti

gli operatori di canale in merito

al cloud – dichiara Moreno Falchi,

responsabile dell’intero progetto –.

La modalità white label consente

agli operatori italiani di crescere

nei managed services aggiungendo

alla loro offerta un ampio portfolio

di servizi cloud. Il programma di

canale che Arcipelago.net mette

a disposizione è chiaro e attento

a preservare il ruolo centrale del

partner nella relazione con il

cliente finale e la sua autonomia

nella definizione della marginalità.

Grazie al “Cloud Resource Center”

– conclude Falchi –, attraverso un

portale e un team di specialisti, siamo

in grado di assistere i nostri business

partner sia nelle attività commerciali

che nelle attività di marketing

e post-vendita”.

“Computer Gross Italia sta

investendo in modo significativo sia

nell’infrastruttura del Data Center

sia nella creazione di servizi cloud

tra

sti

tto

cia

om

alo

ti t

e, c

il p

ope

al c

e nel supporto

specialistico –

commenta Paolo

Castellacci,

presidente

della società –.

Abbiamo deciso

di creare una

business unit

completamente

focalizzata

sul cloud

“Arcipelago.net”

che è a totale

disposizione dei

partner. Per noi

si tratta di una

scelta strategica

in linea con la

nostra missione:

vogliamo

garantire agli

operatori

italiani di

informatica il

mantenimento

del loro ruolo nei confronti dei

clienti, offrendo servizi cloud ospitati

nel territorio nazionale ed erogati

con un provider che, per sua natura, li

affiancherà sempre nella crescita del

loro business. Il nostro successo sarà

sempre e indissolubilmente legato al

successo del nostro canale.”

COMPUTERGROSS.ITARCIPELAGO.NETVIA DEL PINO 1 50053 EMPOLI (FI) TEL. 0571 9977 FAX 0571 997 333

| 25

Page 26: Digitalic n26 tech for fashion
Page 27: Digitalic n26 tech for fashion

COSTRUIRE UN COLOSSO IN 48 ORE

Sono bastate 48 ore a Lenovo per

guadagnare il posto d’onore al centro del

mondo hardware.

L'operazione non è stata economica,

anzi: l'azienda cinese ha speso infatti

5,21 miliardi di dollari per assicurarsi la

divisione server pc di IBM e per rilevare

Motorola da Google, che l’aveva comprata

solo nel 2011 per 12,3 miliardi di dollari.

Il mondo dell’hardware è di fronte ad

un nuovo cambiamento di baricentro,

spostatosi ad Oriente.

Lenovo, dopo aver acquisito anni fa la

divisione pc di IBM, si è presa un altro

importante pezzo di Big Blue: tutti i server

x86, ovvero quelli con processore “pc”.

IBM continua dunque nella sua strategia

di concentrarsi solo sui business a più alto

valore, mentre Lenovo marcia spedita verso

la vetta dei produttori hardware, non solo

pc, ma anche server.

IBM manterrà la serie Z (mainframe), i

Power System, gli Storage System e tutta

la linea PureSystem, e proseguirà nello

sviluppo di software per le piattaforme

Windows e Linux. Contestualmente alla

vendita è stato raggiunto anche un accordo

Oem: IBM continuerà quindi a fornire

il software per i server x86.

Il prezzo previsto è di 2,3 miliardi di dollari

(di cui 2 miliardi in liquidità e il rimanente

in azioni Lenovo). 7.500 dipendenti IBM

passeranno al brand cinese, o almeno

riceveranno un’offerta per cambiare

“casacca”. 48 ore dopo i server è arrivata

l’acquisizione da Google, per quasi 3

miliardi di dollari, di Motorola.

L’accordo prevede il pagamento di 2,91

miliardi di dollari, di cui 1,41 versati alla

chiusura dell’accordo (660 milioni in

contanti e 750 in azioni Lenovo); il resto

verrà pagato nel corso dei prossimi 3 anni.

La multinazionale cinese così si porta a

casa tutto il portafoglio di prodotti mobile

di Motorola, compresi i famosi Moto X

e Moto G, mentre i brevetti rimangono a

Google.

Una delle ragioni che può aver spinto Big

G a vendere Motorola così in fretta è la

volontà di fare pace con Samsung grazie

alla cessione di un concorrente diretto

del suo principale partner hardware.

Per Lenovo, invece, questa acquisizione

significa assicurarsi una posizione

preminente nel mondo mobile, potendo

sfruttare le sue fabbriche per economia di

scala e rendendo il brand più profittevole.

Molto soddisfatto Yang Yuanqing, Ceo di

Lenovo, che ha dichiarato di poter contare

ora su un brand iconico.

Prima di queste due acquisizioni Lenovo

era già una multinazionale potente, al

primo posto al mondo nella produzione

di pc, ma adesso è un vero e proprio

colosso, in grado di competere con tutti

in ogni segmento hardware.

DI FRANCESCO MARINO

MERCATO

| 27

Page 28: Digitalic n26 tech for fashion

DOSSIER

IL GESTIONALE NON HA PIÙ CONFINI

INTERNAZIONALIZZAZIONE E MOBILITÀ SONO I NUOVI REQUISITI PER SOLUZIONI CHIAMATE AD ESSERE SEMPRE PIÙ FLESSIBILI E FACILI DA USARE, DOVE L'INTEGRAZIONE NON DEVE RAPPRESENTARE UN OSTACOLO E ILCLOUD È UNA RISORSA

DI GIUSEPPE GOGLIO

28 ||

Page 29: Digitalic n26 tech for fashion

Nel gestionale di oggi è rimasto ben poco dei vecchi

programmi di amministrazione per uffici. Divenuto il

centro del sistema informatico di molte imprese, spesso

è il trampolino di lancio per nuovi progetti, tecnologie

inedite e piani di espansione all’estero.

“Le priorità delle aziende vanno nella direzione

della flessibilità e della capacità di analisi legate

strettamente alle esigenze di mercato, che portano

all’internazionalizzazione e all’adozione di strategie che

permettano di reagire ai cambiamenti – esordisce Gianluca

De Cristofaro, direttore vendite medie aziende Oracle

Applications di Oracle –. La domanda di flessibilità trova

una risposta nel cloud, mentre le valutazioni costruite sui

dati devono essere infallibili, perché oggi non si possono

commettere errori”.

Gli aspetti da prendere in considerazione per chi propone

e per chi cerca un Erp in linea con le più attuali esigenze

sono molteplici. “Nonostante la maturità, il settore

continua a crescere mostrando trend positivi – osserva

Riccardo Sponza, direttore marketing della divisione

Dynamics di Microsoft –. Le funzionalità richieste sono

variabili, ma è possibile individuare alcuni elementi che

trainano questo mercato, tra cui la facilità d’adozione e di

utilizzo e la mobility, oltre all’integrazione con i social”.

La serie di combinazioni è notevole, ma per le software

house questa è una possibilità in più di individuare un

settore nel quale specializzarsi. “Le richieste sono molto

eterogenee, ma ultimamente spicca l’e-commerce – spiega

Saimor Schiavon, product manager di Evolution –. Tutti

vogliono sfruttare la base dell’Erp e trasformarla in uno

strumento di crescita tramite questo servizio”.

“Gestione snella della supply chain, internazionalizzazione

dei processi e business analytics pervasiva sono elementi

emergenti – aggiunge Luisa Ferrari, responsabile presales

Sage Erp X3 di Formula –, che si completano con processi

visuali intuitivi, workflow strutturato e Crm nativo”.

Di fronte a una situazione interna poco favorevole,

è importante cercare fortuna all’estero. “Osserviamo

ultimamente una maggiore richiesta di Erp in grado di

supportare esigenze di internazionalizzazione – sottolinea

Massimiliano Ortalli, general business director E&C

organization di SAP –. Anche le Pmi italiane cercano

quindi soluzioni in grado di gestire non solo lingue

differenti, ma anche fiscalità di diversi Paesi”.

“Le imprese che competono sono quelle che dimostrano

la capacità di muoversi sui mercati internazionali, e

questo impone ai produttori di rispettare nuovi requisiti

– conferma Alessandro Guidi, business development

JGalileo di 4Words –. Oltre a localizzazione e fiscalità,

anche integrazione di processi e dati con strumenti

di BPM e performance management, indispensabile

per andare oltre il tradizionale controllo di gestione e

osservare le prestazioni dei singoli processi”.

Nuovi scenari determinano quindi nuove esigenze, di

fronte alle quali l’offerta deve adeguarsi prontamente.

“Fondamentale è anche il mobile Erp – puntualizza

Alexander Kiesswetter, director cast business applications

di Dedagroup Ict Network –. Tentativi di mappare tutte

le esigenze dell’azienda in un unico gestionale spesso sono

falliti, cosa che sta portando lentamente a sistemi più

aperti, integrabili e di conseguenza più flessibili”.

“Ultime, ma non perché meno importanti, le funzionalità

di business risk, ossia rendere disponibili nativamente

dati ed elaborazioni atti a calcolare l’affidabilità dei

clienti, anche potenziali, e dei fornitori – interviene

Attilio Bachetti, product marketing manager di gruppo

TeamSystem –. Una funzione che, a causa del contesto

economico difficile, sta assumendo sempre più importanza

nella gestione aziendale quotidiana”.

Dove aumenta la complessità, acquisisce importanza la

capacità di combinare gli strumenti a propria disposizione.

“La parola chiave è integrazione con tutti gli applicativi

aziendali – avverte Giorgio Mini, vicepresidente di

Zucchetti –. Un altro requisito fondamentale è la

tecnologia web, che rende possibile un modo di lavorare

partecipativo e collaborativo”. Rispetto ai primi progetti

gestionali c’è però un fattore importante con il quale i

fornitori sono chiamati a fare i conti. “Gli utenti sono

più esigenti – rileva Massimo Vaccarino, amministratore

delegato di Thesma –. Si sta affermando la consapevolezza

che un Erp non serve soltanto a rispondere alle esigenze

amministrative e gestionali di un’azienda, ed emergono

dunque esigenze che in passato davamo per scontate.

Funzionalità apparentemente consolidate, quali budget,

contabilità analitica, Crm ed e-commerce, vengono ora

richieste anche dalle aziende meno strutturate”.

INCERTEZZA NELLA NUVOLAProbabilmente più che in ogni altro settore, l’opzione

cloud negli Erp pone un’azienda di fronte al fatidico

dilemma sul se, come e quando adottare il nuovo modello.

“Attualmente lo spostamento nel cloud rimane ancora

pionieristico – rileva Giuseppe D’Amelio, ES Italy industry

leader manufacturing di HP –, con ostacoli diversi che

vanno dal semplice scetticismo alla sicurezza dei dati, fino

alla difficoltà di cogliere i benefici di una trasformazione

che cambia gli asset del dipartimento IT ”.

Prima ancora delle valutazioni tecnologiche, resta spesso

insormontabile l’ostacolo di natura emotiva. “La diffidenza

in Italia è ancora forte – ammette Guidi –. Tuttavia, due

cambiamenti nei costumi individuali ne porteranno in

tempi brevi al superamento. Prima di tutto, la generazione

digitale è abituata a condividere la propria vita privata in

Rete, e inoltre stiamo passando dalla modalità informatica

individuale solitaria a quella individuale collaborativa”.

Dopo anni di titubanze il cambiamento non sembra

lontano. “Negli ultimi dodici mesi il ruolo del cloud è

mutato radicalmente – riflette Vaccarino –. Le perplessità

iniziali, in particolare delle aziende più piccole, sembrano

essere state superate. Ormai la quasi totalità delle richieste

| 29

Page 30: Digitalic n26 tech for fashion

TECH&FASHION

KELYANL’ALTA TECNOLOGIA DIVENTA SEMPLICE

iù di trent’anni di esperienza nel mondo

dell’alta tecnologia sono tanti, e significano

che Kelyan ha saputo interpretare al meglio

tutti i cambiamenti e gli stravolgimenti che

l’innovazione ha portato in questo periodo.

Per farlo occorre una visione strategica

chiara, che ha portato la società ad elaborare

un messaggio che è anche una missione:

rendere la tecnologia semplice. Le aziende

devono guardare alle soluzioni informatiche

non come ad una cosa complicata o che

limita l’attività, ma come ad uno strumento

che libera le potenzialità dell’impresa,

risolve i problemi e le procedure e permette

di concentrarsi sulle attività davvero

strategiche.

Da più di dieci anni Kelyan si è specializzata

sui servizi in modalità cloud e su soluzioni

innovative che aiutano le aziende a creare

efficienza di processo e a sviluppare con

successo il proprio business.

Le soluzioni proposte vanno

dall'automazione del processo vendita

alla dematerializzazione dei cicli attivo

e passivo, dalla schedulazione

della produzione alla gestione

della logistica, dalla gestione

amministrativa all'acquisizione

di informazioni essenziali per il

processo decisionale.

L'obiettivo di Kelyan è rendere

semplici all'utente le tecnologie

complesse, affinché possa

sfruttarle per il proprio business.

Forte della pluriennale esperienza

nello sviluppo di soluzioni

dedicate, la società si propone

come partner alle imprese con lo

scopo di operare insieme offrendo

tecnologie all'avanguardia per

ottenere soluzioni puntuali,

indipendenti e integrabili, che

consentano una riduzione dei costi e un

incremento di produttività, così come

l'ottimizzazione delle risorse. Le soluzioni

Kelyan permettono di incrementare la

competitività, risolvono la problematica

della gestione degli utenti in mobilità e

garantiscono la sicurezza degli strumenti di

lavoro.

I “SERVICE ELEMENTS”Kelyan ha sviluppato una serie di "Service

Elements" già pronti per risolvere problemi

di processo nei vari ambiti aziendali e

per gli utenti in mobilità, utilizzando

tecnologie proprie e di terzi. Tra questi il

servizio ciclo passivo, la raccolta ordini per

tablet, il servizio di Business Intelligence e

tanti altre soluzioni relative ai processi di

vendita, assistenza e produzione. Non solo:

la società, grazie a innovativi servizi cloud,

soluzioni on-demand, on-premise, pay per

use e progetti ad hoc, propone le tecnologie

di ultima generazione per qualsiasi sistema

informativo.

I SETTORI VERTICALIDiversi sono i settori verticali per i quali

Kelyan ha studiato soluzioni specifiche: si

va dal comparto agroalimentare al finance,

dalla logistica e trasporti al machinery,

dalla sanità alla moda.

Proprio in quest'ultimo segmento la

società ha sviluppato NAV Moda. Si

tratta di una soluzione gestionale per le

imprese di abbigliamento strutturate in

commercializzazione e/o produzione.

di trent’anni di esperienza

ll’alta tecnologia son

e Kelyan ha sap

tti i camb

nno

30 ||

Page 31: Digitalic n26 tech for fashion

NAV MODAIL GESTIONALECHE FA TENDENZA

AV Moda è stato sviluppato come

verticalizzazione specifica per il settore

Fashion, una soluzione completa per

processi a ciclo stagionale. Basata su

Dynamics NAV, dispone dell'interfaccia

nativa con Office. Per società che operano

anche all'estero è stata localizzata in 46

Paesi.

NAV Moda si caratterizza peri suoi

costi minimi di avviamento e per la sua

semplicità di utilizzo e di manutenzione.

Numerosissime le sue funzionalità. Per le

collezioni gestisce l'anagrafica prodotto,

la distinta base, le schede tecniche e le

misure, la cartella colori, l’assegnazione

delle varianti, i listini vendita, i barcode

dei diversi articoli e la scheda costo.

Gestisce inoltre l'ordine di campionario, i

lanci multipli, le spedizioni e il tracking.

In ordine alle vendite gestisce il budget

per obiettivi per gli agenti, consente il data

entry (compresi gli ordini via web) e, grazie

alle funzioni di Business Intelligence,

realizza analisi e statistiche di vendita,

permettendo inoltre di realizzare le

proiezioni di vendita per linea di prodotto

o singolo articolo. Per le aziende che

producono NAV Moda realizza il calcolo

dei fabbisogni preliminari dei materiali

di consumo, gli approvvigionamenti,

gli acquisti, il magazzino degli stessi

materiali e tutti gli aspetti fiscali. Per

quanto riguarda il Conto Terzi organizza i

carichi di lavoro e controlla l'avanzamento

della produzione. Gestisce il magazzino,

pianifica le spedizioni e la fatturazione,

redigendo tutta la documentazione

necessaria e le statistiche per successive

analisi.

IL CONTROLLOPer quanto riguarda amministrazione,

finanza e controllo, NAV Moda prevede

innumerevoli funzioni che coprono

tutte le necessità, compresa la contabilità

internazionale e il consolidamento dei

dati finanziari per più filiali, la gestione

del budget con funzionalità di import/

export dati da e verso Microsoft Excel, la

gestione cespiti, il cruscotto con indicatori

di prestazione, il reporting finanziario

e le riclassificazioni di bilancio, l'audit

trail completo e molto altro. Inoltre

l'accesso a dati, report, avvisi e attività

comuni è possibile tramite le pagine Role

Center, che forniscono informazioni

personalizzate per il ruolo di ciascun

utente autorizzato. Infine, la soluzione

dispone di un portale per la supply chain

collaboration, che consente lo scambio di

documenti e informazioni in tempo reale

tra diversi sistemi, basato sull'integrazione

con Microsoft BizTalk Server.

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SEMPLICITÀ DI APPRENDIMENTO

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| 31

Page 32: Digitalic n26 tech for fashion

è relativa a soluzioni cloud”.

In questo caso, però, i risultati

sono strettamente legati al cliente.

“L’interesse manifestato è elevato,

ma la diffusione al momento

riguarda prevalentemente le grandi

organizzazioni. In genere i progetti

riguardano la posta elettronica e i

sistemi di unified communication e di

collaboration, piuttosto che il Crm –

ribatte Emiliano Rantucci, principal

consultant per Microsoft Dynamics

di Capgemini –. Il fenomeno è

comunque in rapida evoluzione, sia

per l’attenzione da parte dei media,

sia grazie all’adozione del cloud nei

dispositivi mobili personali”.

Qualcosa si muove, e se i risultati

finora si sono rivelati inferiori alle

attese, la colpa non è solo dello

scarso coraggio dei clienti. “Il cloud

rappresenta una novità molto

importante, anche se il mercato in

cui operiamo non è ancora pronto a

spostare nella nuvola i contenuti delle

applicazioni core – riprende Davide

Astolfi, market manager imprese di

24 ORE Software –. Per competere è

fondamentale presentare un’offerta

ibrida che garantisca un’ampia scelta

di contenuti fruibili in modalità

classica, web o in mobilità”.

Il tempo, in ogni caso, gioca a

favore dei fornitori. “L’interesse è in

grande crescita – conferma Barbara

Reffi, amministratore delegato di

Passepartout –. Spesso l’imprenditore

non conosce ancora i vantaggi

concreti che questa tecnologia può

offrire, ma quando viene adottata il

gradimento è estremamente elevato”.

Chi ha trovato la giusta combinazione

può cantare vittoria. “Considerando le

cinquemila aziende utenti del nostro

Giobby.com, la risposta al cloud

è sì – puntualizza Nicola Falasca,

amministratore unico di Digitalsoft

–. La fiducia è aumentata anche

grazie agli enormi benefici in termini

di collaborazione. Diventa infatti

possibile lavorare ovunque, anche

lontano dall’ufficio e dal computer”.

SOLDI SPESI BENEUna dimostrazione di maturità

del settore gestionale è legata al

momento in cui i bilanci concedono

margini di manovra ridotti all’osso.

Contrariamente a quanto si potrebbe

infatti ipotizzare, non è il prezzo il

principale parametro di scelta. “Le

aziende continuano a investire in

applicazioni gestionali – osserva

Enza Fumarola, VP sales southern

Europe di Infor –. Hanno compreso

l’importanza di uno strumento che

analizzi e qualifichi le informazioni

e le renda disponibili in tempo reale”.

Più di spendere poco, il pensiero è

orientato verso la garanzia di farlo

bene. “È importante accertarsi che

le soluzioni da implementare siano

standard – riprende Antonella Mori,

sales manager ERP Dynamics di

Brain Force –. Le personalizzazioni

comportano dei costi troppo elevati

per la maggior parte delle aziende, sia

in fase di sviluppo dei progetti che

nei momenti successivi”. Quando la

spesa diventa un limite all’apparenza

invalicabile, anche timori coltivati

a lungo possono essere superati.

“Cresce la richiesta di servizi cloud

che permettano di lavorare in modo

flessibile – osserva Giobby – e siano

adattabili al proprio business. Molti

cercano gestionali e sistemi gratuiti

o comunque utilizzabili senza

costi fissi”. Dalla combinazione

tra un’utenza più matura e una

maggiore attenzione agli acquisti è

scaturita una generazione di utenti

esigenti. “Si punta a soluzioni

integrate che, allo stesso tempo,

presentino caratteristiche di

modularità e flessibilità – spiega

Bachetti –. Un altro aspetto molto

importante è la tangibilità del ritorno

dell’investimento: le Pmi necessitano

di certezza dei tempi entro cui la

spesa porterà benefici misurabili”.

“Ci chiedono sempre di più tempi

e costi certi per avere il prima

possibile un ritorno sull’investimento

– conferma Mini –. Inoltre, per

evitare i disagi provocati dalle attività

di system integration, si privilegia

il fornitore globale, ossia quello in

grado di coprire tutte le aree aziendali

con soluzioni nativamente integrate”.

AL PASSO CON I TEMPIUn gestionale è chiamato anche

a rispondere tempestivamente ai

cambiamenti di scenario, senza

tuttavia dimenticare la rigidità

alla base dettata dalle procedure

amministrative e commerciali. “Le

caratteristiche in cui viene richiesta

maggiore flessibilità sono, da un lato,

la possibilità di scalare e crescere

senza cambiare il software partendo

da un investimento limitato – spiega

Schiavon –. E, dall’altro, la versatilità

delle piattaforme per poter utilizzare

il programma”. Diventato strumento

accessibile praticamente a ogni

figura aziendale, un gestionale deve

di conseguenza adattarsi a qualsiasi

situazione. “Deve essere aperto alla

supply chain e ai partner commerciali

– sottolinea Ferrari –, inoltre deve

essere semplice e impostato con una

logica a eventi”.

“I gestionali devono consentire

l’accesso immediato ai dati attraverso

qualsiasi dispositivo, permettendo di

adattarsi a nuovi metodi produttivi

e a nuove strategie di business –

riprende Fumarola –. Interfaccia e

procedure devono essere a livello

consumer, migliorando la produttività

e la connettività, con funzionalità

specifiche per ogni settore”.

“Tutto questo è possibile soltanto

attraverso una flessibilità del sistema

informativo – deduce Mori –. Il

software deve adattarsi in maniera

veloce a nuovi contesti aziendali, in

ALESSANDRO GUIDI4wordsEMILIANO RANTUCCICapgemini ItaliaALEXANDER KIESSWETTERDedagroupANTONELLA MORIBrain ForceENZA FUMAROLAInforDAVIDE ASTOLFI24 ORE SoftwareBARBARA REFFIPassepartoutATTILIO BACHETTITeamSystem

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Page 33: Digitalic n26 tech for fashion

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Punt

o Ed

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Page 34: Digitalic n26 tech for fashion

modo da consentire lo sfruttamento

delle opportunità di mercato”.

Come un valido collaboratore, inoltre,

deve essere in grado di anticipare le

mosse dell’operatore. “Per noi l’utente

non deve ricercare ciò che deve fare,

ma è il sistema che lo informa e gli

mette a disposizione le funzioni

giuste – spiega Astolfi –, grazie a un

motore di workflow che traccia le

azioni eseguite nel gestionale”.

IL CANALE DELLA PERSONALIZZAZIONEAssecondare le esigenze delle aziende

non è un compito facile. “Nelle nostre

soluzioni la flessibilità è ottenuta

anche attraverso un ambiente di

sviluppo per i partner – spiega

Reffi –, che permette di realizzare

personalizzazioni e verticalizzazioni

senza alterare lo standard”.

Con la personalizzazione aumentano

le quotazioni del canale, a condizione

di conoscere il gestionale. “Da tempo

ai partner sono richieste non solo

competenze relative al prodotto o alle

funzionalità – spiega Rantucci –,

ma anche una conoscenza dei mercati

o relativi segmenti”.

Spetta a chi agisce sul campo tradurre

le potenzialità di un software in uno

strumento capace di giovare alla

competitività. “Vediamo nella qualità

del catalogo dei servizi l’elemento

distintivo – conclude Mimmo Solida,

vice direttore generale fashion e retail

DDway di Dedagroup ICT Network

–. Basato su best practice di settore

con una fornitura centralizzata del

servizio, facilita la scelta da parte dei

clienti, aumentando la trasparenza e

la confrontabilità dei servizi IT”.

Componente software indispensabile per un'azienda, il gestionale si presenta spesso come un abito ritagliato su misura. L'offerta verticale nel mondo della moda copre una fetta importante della domanda e, fattore non trascurabile, appare meno sensibile di altre agli umori del mercato. "Il fashion è uno dei mercati più dinamici, proprio perché molto esposto su scala internazionale – afferma Gianluca De Cristofaro, direttore vendite medie aziende Oracle applications di Oracle –.Le priorità ruotano intorno al concetto di Customer Experience, che include anche il primo contatto e il postvendita. Abbiamo costruito soluzioni ad hoc, che vanno dal mondo dei social media, con la capacità di analizzare e gestire le interazioni, alla realizzazione di siti web intelligenti, fino alla coerenza della comunicazione su più canali". Oltre alle prospettive di un mercato sempre dinamico, la realtà del settore presenta diversi spunti per progettisti alla ricerca di nuove opportunità. "La sfida del fashion è sempre più influenzata dall’innovazione possibile in area CRM, SFA (Sales Force Automation)e market analytics – spiega Giuseppe D'Amelio, ES Italy industry leader manufacturing di HP –. Qua l’ERP fonde in maniera unica i processi di produzione, di gestione magazzino, di distribuzione e di gestione del punto vendita senza soluzione di continuità, con chiare esigenze di integrazione".Anche il presente però non manca di offrire esempi interessanti. "Per ottenere maggiore efficienza e produttività e per gestire al meglio i dati, Massimo Alba Cashmere, azienda produttrice di maglieria, ha implementato Dynamics NAV – racconta Riccardo Sponza, direttore marketing della divisione Dynamics di Microsoft –. Un altro caso da citare è senza dubbio Macron, azienda produttrice di abbigliamento e accessori tecnico-sportivi, che inseguiva il miglioramento del processo di gestione dei dati di magazzino, la tracciabilità real-time di tutte le informazioni a sistema e la scalabilità dell’intera piattaforma". "Abbiamo annunciato a metà gennaio la disponibilità di una nuova applicazione mobile e l’avvio a livello globale di una serie di collaborazioni con aziende operanti nel settore moda, calzature e accessori, a partire da Adidas, Luxottica e Tommy Hilfiger – conclude Massimiliano Ortalli, general business director - E&C organization di SAP –. Intendiamo inoltre lanciare una nuova soluzione dedicata al fashion, che consentirà ai marchi di produrre e vendere i propri prodotti facendo leva su un’unica soluzione verticale".

L'Erp non passa di moda

CRESCE L'ATTENZIONE DI FORNITORI E SYSTEM INTEGRATOR PER UN SETTORE PROMETTENTE CON RICHIESTE IN AUMENTO, DOVE I CASI DI SUCCESSO SONO ALL'ORDINE DEL GIORNO

DI GIUSEPPE GOGLIO

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Page 35: Digitalic n26 tech for fashion

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CASH&CARRY BREVI SPA: ANCONA Osimo: Via Chiusa, 6 (S.S. Adriatica KM 309,3); Tel. 071 7202205; [email protected] • ARCORE: Via Belvedere,57; Tel. 039 617419; [email protected] • AREZZO: Via Ferraris, 186; Tel. 0575 1840911; [email protected] • BERGAMO Seriate: Via Cassinone, 5/I;Tel. 035 3235200; [email protected] • BOLOGNA: Via dei Lapidari, 10 H-I; Tel. 051 4174311; [email protected] • BRESCIA: Via Sondrio 2/A; Tel. 0303533 944; [email protected] • CAGLIARI: Via Newton, 5; Tel. 070 488800; [email protected] • CAGLIARI Elmas: Via Bacco, 5; Tel. 070 2110125;[email protected] • CHIETI Scalo: Via Padre Frasca, Centro Direz. Da.Ma., Mod. 6, M/N; Tel. 0871 588900; [email protected] • COMO Villa Guardia:Via Varesina, 126/B; Tel. 031 484 019; [email protected] • FIRENZE Sesto Fiorentino: via Senna, 12 c/o Centro Ingromarket; Tel. 055 375001;[email protected] • FORLÌ: Via Barsanti, 10; Tel. 0543 774453; [email protected] • GENOVA: Via Bagnasco, 62; Tel. 010 614981; [email protected] •LIVORNO: Via dell'Artigianato, 89; Tel. 0586 426381; [email protected] • MILANO Nova Milanese: Via Garibaldi, 87/A; Tel. 0362 49951;[email protected] • MILANO Peschiera Borromeo: Via Di Vittorio 61/A; Tel. 02 5161651; [email protected] • NOVARA S. Pietro Mosezzo: Viadell’Industria, 41; Tel. 0321 53148; [email protected] • PADOVA: Via Portogallo, 11/ 59; Tel. 049 8063811; [email protected] • PERUGIA: Via dellaValtiera, 109; Tel. 075 5997800; [email protected] • PISA: Via Modigliani, 33; Tel. 050 799822; [email protected] • PORDENONE: Centro Ingrosso Set.A2/n. 28; Tel. 0434 5131; [email protected] • REGGIO EMILIA: Via Ferravilla, 19/D; Tel. 0522 930387; [email protected] • ROMA Ciampino: ViaBianchi Bandinelli 130 c/o Centro Palacavicchi; Tel. 06 72 672 041; [email protected] • ROMA Salaria: Via Salaria 719; Tel. 06 99 170 709;[email protected] • TORINO: Via Feroggio, 14; Tel. 011 4074 250; [email protected] • TORINO Settimo Torinese: Via Torino, 118; c/o Centro Comm.lePiemonte, Pal. F.; Tel. 011 8957 626; [email protected] • TREVISO Mogliano Veneto: Via Tintoretto, 23; Tel. 041 5972 801; [email protected] • UDINEButtrio: via Malignani 4/C; Tel. 0432 683120; [email protected] • VARESE Gallarate: Via Bergamo, 6; Tel. 0331 245 579; [email protected] • VERONA:Via del Perlar, 26; Tel. 045 8200438; [email protected] • VICENZA: Via Zamenhof, 424/428; Tel. 0444 913340; [email protected]

Page 36: Digitalic n26 tech for fashion

PLM

A CURA DELLA REDAZIONE

DALLA PROTOTIPAZIONE 3D A SPAZI CONDIVISI IN CUI DIVERSI TEAM POSSONO LAVORARE INSIEME. QUESTE LE IDEE DI LECTRA PER MIGLIORARE L’ATTIVITÀ DELLE AZIENDE DEL FASHION CHE CERCANO, OGGI PIÙ CHE MAI, DI RIDURRE IL TEMPO CHE INTERCORRE DAL DISEGNO ALLA COMMERCIALIZZAZIONE

Creatività e business insieme.

Lectra è specializzata nella

produzione di soluzioni tecnologiche

integrate per automatizzare,

ottimizzare ed accelerare la

progettazione, lo sviluppo e la

fabbricazione dei prodotti nel settore

tessile e ha creato una piattaforma

che porta il lavoro di squadra,

determinante per le aziende della

moda, all’interno di un software.

Harari, Ceo Lectra, ci crede: “Il

mondo continua ad evolversi

rapidamente.

I cambiamenti

economici

e sociali

sottolineano i

bisogni delle imprese del fashion per

il controllo e la flessibilità.

Integrare perfettamente la

progettazione e lo sviluppo

prodotto nelle aziende del fashion e

dell’abbigliamento permette loro di

esplorare nuovi territori, in termini

di maggiore creatività e maggiore

efficienza. L’assetto della squadra e la

collaborazione sono prerequisiti per

la crescita del business”.

Partendo da qui, Lectra ha sviluppato

la nuova release del prodotto

Lectra Fashion PLM V3R3: chi

lo utilizza è in grado di creare e

condividere informazioni attraverso

una piattaforma comune di lavoro

e così il team creativo può usarla

per aggiungervi direttamente

informazioni, riducendo i tempi e

minimizzando gli errori.

“Lectra Fashion PLM V3R3 supporta

il lavoro di squadra privilegiando

la comunicazione visiva e la

condivisione in ogni fase del processo

di sviluppo. Abbiamo drasticamente

migliorato l’esperienza dell’utente

per rimuovere gli ostacoli alla

collaborazione e stiamo cercando di

soddisfare le esigenze di entrambe

le personalità, creative e tecniche,

che sono presenti all’interno di

un’azienda del fashion”, aggiunge

Anastasia Charbin, Lectra Fashion

marketing director.

Convogliare le diverse aree, dal

reparto creativo a quello tecnico

fino al reparto produttivo, sulla

medesima piattaforma rende possibile

fornire importanti contributi alla

realizzazione del prodotto utilizzando

strumenti e competenze già acquisite

dai singoli uffici.

Il software integra anche la

prototipazione 3D: aumentando le

opzioni di design si riducono i tempi

e diminuisce l’esigenza di creare

prototipi fisici, tagliando i costi e il

tempo per raggiungere il mercato con

le novità.

Il grande vantaggio è che l’ufficio

design e lo sviluppo prodotto possono

collaborare all’interno di uno spazio

di lavoro condiviso, in cui si può

anche parlare attraverso la chat.

Questa piattaforma collaborativa

permette di avere accesso diretto

e in tempo reale alle informazioni

condivise.

Anche il management può beneficiare

di significativi vantaggi: approvare

gli stili grazie alla visualizzazione

di una realistica simulazione senza

passare attraverso il prototipo fisico,

infatti, facilita il lavoro del manager.

All’interno della piattaforma PLM

Lectra sono state implementate nuove

librerie colore e modelli di analisi,

aumentando così la produttività e

includendo più modelli ed elenchi di

test di laboratorio all’interno delle

librerie standard.

IL SOFTWAREChe unisce creativi e manager36 ||

Page 37: Digitalic n26 tech for fashion

Il più intelligente e potenteNext Generation Firewall del mondo

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IstituzioniGovernative-Difesa

Servizi Pubblici

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SICUREZZA PER LE IMPRESE

Le reti delle imprese come la vostra necessitano dei più elevati livelli di protezione e prestazioni. Le vecchie tecnologie per la sicurezza non sono riuscite a stare al passo con il cambiamento del panorama delle minacce e con l’evoluzione della vostra infrastruttura IT. Esse non sono in grado di fornire la protezione di cui avete bisogno.

I Next Generation Firewall di Fortinet (NGFW), basati sull’innovativo sistema operativo FortiOS 5, introducono “l’intelligenza” nella sicurezza delle reti. Grazie alla visibilità granulare e al controllo di applicazioni, dispositivi e utenti, le loro esclusive caratteristiche consentono un’ampia protezione dell’impresa.

Integrando le funzionalità superiori di firewall, IPS, controllo delle applicazioni e VPN con il controllo avanzato del comportamento, gli NGFW FortiGate di Fortinet aiutano a respingere gli attuali attacchi mirati esterni ed interni che tendono a compromettere la vostra rete.

Che siano impiegati per la protezione del data center e del perimetro della rete o come parte di un servizio per la sicurezza gestito, gli NGFW FortiGate offrono eccezionali prestazioni grazie alla tecnologia dei processori ad hoc, che li rende ideali per la sicurezza delle reti a larga banda.

Nella lotta alle minacce avanzate, desiderate rendere sicuri i vostri ambienti mobili, cablati e wireless o volete semplicemente recuperare il controllo della vostra infrastruttura IT? Potete affidarvi a FortiGate di Fortinet, il più intelligente e potente NGFW del mondo.

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Page 38: Digitalic n26 tech for fashion

DISTRIBUZIONE

DI FRANCESCO MARINO

relazione con i nostri rivenditori”.

Le due società hanno già messo

in campo diverse iniziative,

con l’obiettivo di migliorare la

preparazione di Var e System

integrator. “Insieme lavoreremo per

sviluppare le competenze tecniche

e commerciali del canale italiano

sull’offerta Dell Enterprise – ha

spiegato Dell’Erba –, incrementando

ulteriormente il successo riscosso

dalla proposizione delle nostre

soluzioni, che riteniamo complete

e adatte alle esigenze del mercato”.

Una su cui puntare da subito è senza

dubbio PowerEdge VRTX, una sorta

di “data center in a box” pronto per il

cloud.

Con pochi clic è possibile estenderne

la potenza di elaborazione sfruttando

risorse che stanno nella nuvola,

perché ancora oggi il cloud è

considerato dalle aziende italiane

come qualcosa di aggiuntivo e non

sostitutivo rispetto all’infrastruttura

classica. “Stiamo esplorando varie

strade – ha concluso Casini – per

veicolare le soluzioni cloud più

adatte al mercato italiano, e con

Dell possiamo valutare differenti

alternative”.

NON SOLO UN SEMPLICE CONTRATTO DI DISTRIBUZIONE. LE DUE SOCIETÀ HANNO STRETTO UN NUOVO ACCORDO PER PORTARE SUL MERCATO UNA GAMMA COMPLETA DI SOLUZIONI, MA ANCHE UN MESSAGGIO DI INNOVAZIONE

Un nuovo marchio si aggiunge

alla squadra di V-Valley ed è uno dei

grandi dell’IT, cioè Dell.

“V-Valley si propone come distributore

delle tecnologie per data center –

ha spiegato Luca Casini, direttore

commerciale di V-Valley –, quindi

il nostro obiettivo è quello di

commercializzare prodotti in grado

di proporre diverse soluzioni al

riguardo, ma ciò non è sufficiente.

In un mercato che si evolve molto

rapidamente, infatti, vogliamo

avere in squadra vendor non solo in

grado di seguire le tendenze, ma che

sappiano anche anticiparle: cerchiamo

dei visionari. Dell è tra questi”.

L’obiettivo è quello di ampliare

l’offerta nella fascia enterprise

con un brand in grado di proporre

soluzioni in diversi ambiti, dal server

al software fino al networking.

“La tecnologia Dell sta riscuotendo

grande successo sul canale

IT – ha sottolineato

Adolfo Dell’Erba, channel

director di Dell Italia –, in

particolare nella fascia delle

soluzioni: il networking

ci ha dato grandi

soddisfazioni, così come lo

storage. Era il momento giusto per

allargare la nostra presenza sul canale

e avere al nostro fianco V-Valley, con

la sua capacità di veicolare prodotti e

soprattutto di portare un messaggio.

È questo ciò che cerchiamo: non

solo un distributore, ma anche un

partner che ci possa accompagnare in

un percorso fatto di formazione, di

relazioni e di iniziative”.

L’ingresso di Dell nel portafoglio

V-Valley è un passo importante, sia

perché aggiunge una gamma molto

vasta di soluzioni, sia dal punto di

vista delle iniziative.

“Un’altra delle ragioni di questo

accordo – ha spiegato Casini – è

l’entusiasmo che abbiamo trovato

nel team Dell, nonché la capacità

di portare delle novità in termini

tecnologici e di approccio. Il loro

programma di canale si basa sulla

semplicità e questo ci aiuta nella

Il messaggio di

DELL e V-VALLEY38 ||

Page 39: Digitalic n26 tech for fashion
Page 40: Digitalic n26 tech for fashion

SERVER

DI LUCA BASTIA

GRAZIE AI PARTNER LE VENDITE DEI SERVER SUPERANO LE ASPETTATIVE,E ORA ARRIVA LA NUOVA ARCHITETTURA SPECIFICATAMENTE PROGETTATA PER FORNIRE PRESTAZIONI E RESILIENZA, ADATTA ALLE APPLICAZIONI PIÙ IMPEGNATIVE

La X-Architecture per i server

System x e PureSystems è giunta

alla sesta generazione e promette

miglioramenti significativi nelle

prestazioni, nella resilienza e nei

costi. Questo rafforzerà il buon

momento di IBM nel comparto Pmi,

che “nel corso del 2013, nonostante

l’andamento

del mercato

IT, ci ha dato

notevoli

soddisfazioni”,

ha detto Paolo

Sangalli,

responsabile

del System & Technology Group di

IBM Italia (nella foto). “Un successo

basato sul fatto che siamo riusciti a

trasferire a questo

mercato il nostro

messaggio di valore

aggiunto della

tecnologia integrata,

sia per quanto

riguarda l’hardware

(i sistemi Power, PureSystems e

gli X86, lo storage) che il software,

portando risultati oltre le aspettative”.

Sangalli ha poi aggiunto: “In

particolare, le vendite di PureSystems

in Italia sono state più elevate

che in Germania, Francia e Regno

Unito, mentre nel segmento X86

abbiamo la leadership del mercato;

ottimi risultati sono arrivati anche

nel comparto storage grazie alle

nostre strategie dell’Open Stack e

del Software Defined (quest’ultima

sarà sempre più un fattore di

differenziazione). Il successo è stato

determinato anche dalla nostra

struttura Global Financing, che ha

visto crescere del 40% il business

finanziato. Lo storage flash è un

L'Italia, dal punto di vista dell'utilizzo del canale, ha anticipato già da tempo il programma co-selling, che è diventato una vera e propria strategia a livello mondiale

IBMArriva alla sestagenerazione

altro nostro punto di forza e sarà

l’area nella quale abbiamo intenzione

di investire di più. Le Pmi – ha

proseguito – le approcciamo al 95%

(entro l’anno prossimo al 99%)

attraverso i partner. Sono orgoglioso

di dire che l’Italia, dal punto di vista

dell’utilizzo del canale, ha anticipato

già da tempo il programma co-selling,

che è diventato una vera e propria

strategia a livello mondiale”.

X6 ARCHITECTUREVeloce, agile e resiliente.

Queste, in sintesi le caratteristiche

dell’architettura X6, illustrate

Alessandro De Bartolo, manager of

PureSystems & System x di IBM

Italia.

Veloce perché per la prima volta

l’architettura dispone di memory

channel storage eXFlash integrato,

basato su DIMM, che fornisce

fino a 12,8 terabyte di storage flash

ultrarapido vicino al processore,

aumentando le prestazioni applicative

grazie alla latenza minima possibile

nella scrittura. Agile in quanto

la sua concezione modulare e

scalabile è in grado di supportare

diverse generazioni di CPU, “una

caratteristica inedita nel settore –

sottolinea De Bortolo – in grado

di ridurre i costi di acquisizione

fino al 28% rispetto a un’offerta

concorrente”. Resiliente, infine,

grazie alla funzionalità in grado di

estendere i modelli di erogazione

cloud ad applicazioni mission-critical.

La memoria e lo storage aumentano

la capacità della macchina virtuale,

per consentire l’erogazione di

applicazioni in modalità SaaS.

Non solo: i sotto-sistemi di

CPU e memoria hanno capacità

di autocorrezioni autonome e

massimizzano la disponibilità

delle applicazioni, individuando

anticipatamente i potenziali guasti

e intervenendo per correggerli.

I modelli di server supportati

da questa nuova architettura

comprendono attualmente il sistema

a quattro socket System x3850 X6, il

sistema a otto socket System x3950 X6

e i nodi di calcolo scalabili IBM Flex

System x880.

40 ||

Page 41: Digitalic n26 tech for fashion

Follow us on

www.sicurezza.it

Biennale Internazionale di Security & Fire Prevention

Fiera Milano (Rho) 12.14 NOVEMBRE 2014

THE INTERNATIONAL NETWORK

Feira Internacional de Segurança e ProteçãoInternational Fair of Safety and ProtectionSan Paolo - Brasile 08.10 Ottobre 2014San Paolo - Brasile 13.15 Maggio 2014

Page 42: Digitalic n26 tech for fashion

PRINTING

DI FRANCESCO MARINO

HP È IMPEGNATA IN UN PROCESSO DI EVOLUZIONE DEI SISTEMI DI STAMPA, CHE SEMPRE DI PIÙ SI INTEGRANO CON LA RETE E SI TRASFORMANO IN SERVIZI

Stampare conviene: non solo

perché la carta è tra le risorse più

ecologiche del mondo, ma anche

perché i nuovi strumenti sono molto

più che stampanti.

“L’evoluzione dei contenuti – ha

spiegato Luca Motta, PPS, printing

category director HP (nella foto) –

ha portato con sé l’evoluzione della

stampa, che oggi è un tutt’uno con la

Rete. Oggi si

può stampare

direttamente

dal telefonino,

e i big data

stanno

creando nuove

informazioni

da visualizzare al meglio sulla

carta. Nei prossimi anni questi

cambiamenti saranno ancora più

intensi e dobbiamo immaginare una

stampa in grado

di interfacciarsi

con qualunque

dispositivo. Grazie

alla tecnologia Nfc (Near field

communication) potremo inviare i

dati da stampare a qualunque printer,

solo sfiorandola”.

La stampa, soprattutto, diventerà

sempre più personalizzata, sia a casa

che negli uffici, e sarà l’utente a

decidere formati e modalità.

La tecnologia che emerge in questo

panorama connesso è l’ink-jet, su cui

HP punta molto. “È l’unica tecnologia

che consente un’altissima qualità – ha

spiegato Motta –, ma anche grande

produttività per gli uffici, velocità

da primato e bassi costi di gestione”.

D’altronde i grandi sistemi di stampa

industriale analogica sono di fatto

delle gigantesche ink-jet, in cui il

colore liquido viene versato (con vari

strumenti) sulla pagina.

HP punta inoltre sulla sua tecnologia

PageWide Array.

Grazie alla tecnologia Nfc (Near field communication) potremo inviare i dati da stampare a qualunque printer, solo sfiorandola

LA STAMPAè tutt’uno con il web

Si tratta, in pratica, di una testina di

stampa larga quanto l’intero foglio

che rimane immobile, mentre la carta

si sposta e passa sotto gli infiniti

microfori.

Questo consente di migliorare in

maniera significativa la velocità senza

perdere in qualità, di abbattere il

rumore riducendo le parti meccaniche

in movimento e di garantire maggiore

affidabilità, perché l’elemento più

complesso non subisce stress.

Questa tecnologia ha permesso

alle stampanti ink-jet di HP di

essere utilizzate in ambienti ad alta

produttività e di abbassare anche i

consumi di energia elettrica, perché

non è necessario scaldare ad alte

temperature i grandi elementi tipici

della tecnologia laser.

L’evoluzione della stampa non

riguarda solo l’hardware, ma proprio

il concetto che, soprattutto nelle

aziende, sarà sempre più un servizio.

“I documenti sono ormai ibridi – ha

aggiunto Motta –. Alcuni nascono

sulla carta, altri sono nativamente

digitali, ma tutti devono entrare

nel flusso di lavoro delle aziende. I

sistemi di printing, perciò, dovranno

essere sempre più integrati in un

ambiente dotato di un'intelligenza

software in grado di governare questi

documenti così diversi e di mantenere

l’efficienza in ogni flusso”.

La stampa si evolve in servizio,

dunque, come un elemento di un

ambiente più ampio. Per questo

diventeranno sempre più importanti

gli Mps, ovvero i Managed print

service.

“HP da tempo offre questa possibilità

– ha sottolineato Motta –, di

trasformare cioè la stampa in un

servizio molto personalizzato in cui

il cliente possa risparmiare sui costi

e avere molte funzionalità

aggiuntive”.

42 ||

Page 43: Digitalic n26 tech for fashion

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Il Lenovo ThinkPad® Yoga è progettato

per aiutarti a lavorare con più effi cienza

ovunque tu sia. Grazie al suo schermo

che ruota a 360°, può passare

dalla modalità laptop alla modalità stand,

dalla modalità tent alla modalità tablet.

E’ insomma l’Ultrabook™ convertibile

ideale per il business.

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potente e duratura

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resistente ai graffi, e penna digitizer per una

produttività massima

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© Lenovo 2014. Tutti i diritti riservati. Lenovo, il logo Lenovo, For Those Who Do e ThinkPad sono marchi o marchi registrati di Lenovo. Intel, il logo Intel, Intel Inside, Intel Core, Ultrabook e Core Inside sono marchi di Intel Corporation negli Stati Uniti e/o in altri Paesi. Microsoft e Windows sono marchi registrati di Microsoft Corporation negli Stati Uniti e/o in altri Paesi. Altri nomi o marchi possono essere rivendicati come proprietà di terze parti. *Sulla base di dati IDC del luglio 2013.

#

IL PC VENDOR N.1 AL MONDO*

Page 44: Digitalic n26 tech for fashion

PUNTO G

UN FUTURO PIÙ UMANO

dall’economiawiki e social

DI ANTONELLA TAGLIABUE

sSPARITE LE TENDENZE CI RIMANGONO I PARADIGMI. SEMBREREBBE INFATTI CHE SIA ARRIVATO IL MOMENTO DI UN CAMBIO DI PARADIGMA GLOBALE, IN CUI RIDISEGNARE VALORI E MODELLI PER IL FUTURO. IN QUESTO SPAZIO COSÌ APERTO E INDEFINITO UN RUOLO CHIAVE DOVREBBE GIOCARLO LA SOSTENIBILITÀ

econdo alcuni recenti studi sociolo-

gici sulle abitudini e motivazioni di

acquisto dei consumatori, parlare di

tendenze non è più possibile. Nem-

meno per la moda, il cui business

si è basato per anni sulla capacità

di creare, anticipare e affermare

nuovi trend. In un mondo in cui

tutto avviene in tempo reale anche

la moda non può fare altro che

"accompagnare" degli stili di vita che

non è più possibile imporre, dato che

ciò che è trendy nasce in una logica

social e collaborativa, cambiando ed

evolvendo continuamente. Sparite le

tendenze ci rimangono i paradigmi.

Sembrerebbe infatti che sia arrivato il

momento di un cambio di paradigma

globale, in cui ridisegnare valori

e modelli per il futuro. In questo

spazio così aperto e indefinito un

ruolo chiave dovrebbe giocarlo la

sostenibilità. Ma anche in questo caso

i segnali sono contrastanti. Molti

esperti ritengono che le elezioni

europee 2014 porteranno a uno

spostamento di voti verso i partiti

più conservatori e questo dovrebbe

comportare una minore attenzione e

un impegno più moderato verso temi

verdi, tradizionalmente associati,

in maniera troppo sbrigativa, a

schieramenti progressisti. I problemi

ambientali non hanno finora

avuto molto fortuna in politica e,

probabilmente, uno degli errori

più grandi è stato quello di volerli

incasellare in una logica di destra

e sinistra, mentre potrebbero

essere una buona occasione per

accomunare interessi e voti di diverso

orientamento; il susseguirsi di eventi

meteo estremi, infatti, dovrebbe

aiutare la riflessione sui cambiamenti

climatici e sulle sue conseguenze.

In ogni caso, dei segnali positivi

potrebbero venire dai piani

o dalle riforme del lavoro,

che molti governi hanno

annunciato per i prossimi

mesi e per i quali si prevede

un grande ricorso ai cosiddetti

green jobs. Anche per i più

scettici nei confronti della

politica o delle iniziative

istituzionali le buone notizie

potrebbero venire dall'economia.

Il 2014 potrebbe essere l'anno

dell'affermazione dell'economia

collaborativa, quella della

condivisione massiccia di risorse, in

una logica che superi la competizione

tradizionale, non solo per eliminare

gli sprechi ma anche per raggiungere

grandi obiettivi. Un'economia open,

molto peer e decisamente wiki. Un

altro segnale di incoraggiamento

potrebbe venire, in maniera forse

inaspettata, dalla finanza. E non si

tratta di previsioni, ma di conferme.

In attesa dei bilanci 2013, i dati

relativi al 2012 delle aziende green

italiane sono sorprendenti. Le

imprese crescono infatti per fatturato

(+3%) ed Ebitda (Earnings Before

Interest, Taxes, Depreciation and

Amortization, un indicatore di

redditività spesso utilizzato per

comparare i risultati di diverse

aziende), che registra una crescita di

+13%, e confermano la marginalità

media più elevata in Europa (Ebitda

margin 25% vs 16%).

44 ||

Page 45: Digitalic n26 tech for fashion

Amministratore delegato della società di consulenza strategica di Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e gruppi italiani. Da anni si occupa

di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso

biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”.

ASSICURAZIONE DA DISASTRI NATURALINel 2013 i disastri ambientali hanno causato più morti che nel 2012, ma sono “costati” di meno. Il dato è fornito da Associated Press in base alle rilevazioni della compagnia di assicurazioni tedesche Munich Re.Nel 2013 le vittime di uragani, tifoni e altri eventi climatici sono state 20mila, quasi il doppio dell’anno precedente. I paesi più colpiti sono stati Filippine, Vietnam, Cina e India.Ma il costo di queste catastrofi sembra essere diminuito. Lo scorso anno 880 eventi sono costati 125 miliardi di dollari, con perdite assicurate per 31 miliardi. Un deciso decremento rispetto al 2012, quando i costi erano di 173 miliardi e le perdite assicurate di 65 miliardi.Ad abbassarli ci hanno pensato un numero maggiore di eventi, ma ciò è dovuto alla minore intensità media degli eventi e al loro verificarsi in paesi sviluppati e meglio attrezzati: i disastri naturali caratterizzati da “bassi costi” sono, infatti, quelli collegati a tempeste e tornado nel centro Europa e negli Stati Uniti.

TRAFFICO DI AVORIOIl governo cinese ha molto ben pubblicizzato la distruzione di 6,15 tonnellate di avorio, seguendo l’esempio di Gabon, Filippine e Usa che hanno recentemente distrutto le loro scorte. Anche la Francia dovrebbe presto fare altrettanto. Si tratta di un atto dimostrativo importante per combattere il traffico illegale e per la gestione trasparente dell’avorio legale. La Cina ha infatti un mercato di avorio legale basato su stock precedenti al 1989, quando è entrato in vigore il divieto internazionale del commercio e l’avorio sequestrato non può essere utilizzato per scopi commerciali. Nonostante i divieti, il 2013 potrebbe rivelarsi un anno record per il traffico illegale di avorio in base ai dati relativi al materiale confiscato, che sono i più alti degli ultimi 25 anni.

I risultati sono contenuti nel recente

rapporto di VedoGreen e Borsa

Italiana

http://tinyurl.com/VedoGreen.

CI CREDONO GLI STRANIERI Sarebbero però gli stranieri a

credere di più in un'Italia verde:

nella compagine azionaria delle

aziende green nostrane predominano

i capitali esteri. Il 75% degli

investitori istituzionali è straniero,

principalmente statunitense,

britannico e svizzero, a conferma di

quanto il Belpaese continui a piacere

oltreconfine. Le previsioni per le

finanze delle aziende verdi sembrano

essere rosee per il prossimo futuro.

Le sfide da affrontare? Innanzitutto

internazionalizzare sempre di più.

Poi diversificare la produzione, anche

in considerazione del progressivo

venir meno di molti incentivi. E,

ovviamente, l'immancabile in-

novazione, soprattutto tecnologica e,

perché no, anche collaborativa, lad-

dove sono possibili sinergie industriali.

Delle 117 società green quotate,

solo 17 lo sono in Italia, mentre le

altre sono suddivise tra le borse di

tutta Europa. In questo scenario di

incertezza qualche dato positivo

comunque c'è per chi continua

a credere nei trend. La società di

ricerche olandese Science of The Time

ha raccolto per oltre un anno opinioni

e indicazioni "grazie a una rete di oltre

8mila coolhunter" e la collaborazione

di decine di università di cinque

continenti. Alla domanda relativa

a quali forze sociali, economiche e

tecnologiche segneranno il 2014,

molti hanno risposto indicando la

sostenibilità profonda, quella che

rende il futuro "più umano per tutti".

Non mancano dunque segnali verdi

di speranza, a voler vedere il bicchiere

mezzo pieno. E se non rientrate tra

gli 8mila che hanno partecipato al

sondaggio, non temete. Probabilmente

in futuro ognuno sarà coolhunter per

qualche minuto.

RISORSE_

| 45

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Page 49: Digitalic n26 tech for fashion

CONTA L’INNOVAZIONE, NON LA TRADIZIONE

“Il nostro settore non rispetta la tradizione,

ma solo l’innovazione”: è probabilmente

questa la frase più significativa nella

lettera che Satya Nadella ha scritto a

tutti i dipendenti Microsoft. Da capo del

cloud, Nadella è ora alla testa dell'azienda

come nuovo Ceo del colosso di Redmond.

Un passaggio epocale per molti aspetti.

È il primo “non fondatore” alla guida di

Microsoft e vi è entrato “solo” nel 1992,

ricoprendo vari ruoli sia nella divisione

business che in quella consumer.

A lui il compito di portare l’azienda che

ha dato il software ai pc nel mondo

dei post-pc.

“In questo periodo di trasformazione

non poteva esserci persona migliore di

Satya Nadella per guidare Microsoft”, ha

detto Bill Gates. “Satya è un leader con

grandi competenze ingegneristiche – ha

sottolineato Gates – ma anche con una

grande visione di business e la capacità di

tenere unite le persone. La sua idea di come

la tecnologia verrà utilizzata e vissuta nel

mondo è esattamente ciò di cui Microsoft

ha bisogno per entrare in un nuovo

capitolo della sua storia, fatto di un’estesa

innovazione di prodotto e di crescita”.

“Microsoft è una di quelle rare società

che ha davvero rivoluzionato il mondo

attraverso la tecnologia e non potrei essere

più onorato di essere stato scelto come

leader di questa compagnia – ha detto

Nadella –. Le possibilità per l'azienda sono

molteplici, ma per coglierle dobbiamo

focalizzarci in modo chiaro, muoverci più

velocemente e trasformarci continuamente.

Una parte importante del mio lavoro è

accelerare la nostra capacità di portare

prodotti innovativi ai nostri clienti”.

Qui (http://tinyurl.com/NadLett) la

lettera che Nadella ha scritto a tutti i

dipendenti Microsoft nel momento del

suo insediamento, dove si trovano già

molte indicazioni su quello che si appresta

a fare. “Le opportunità che si aprono

davanti a noi ci richiedono di reinventare

molto di ciò che abbiamo fatto in passato,

innanzitutto per il mondo mobile e cloud,

e fare nuove cose” . Nadella parafrasa anche

Oscar Wilde: “We need to believe in the

impossible and remove the improbable”.

Fare l’impossibile, insomma, creando

vera innovazione nelle piattaforme e

nell’ecosistema tecnologico a disposizione

di imprese e persone. “Molte aziende

vogliono cambiare il mondo, ma ben poche

hanno tutti gli elementi che servono:

talento, risorse e perseveranza”, conclude

la sua lettera Nadella.

DI FRANCESCO MARINO

TECNOLOGIA

| 49

Page 50: Digitalic n26 tech for fashion

T F

IL BOSS

L ANNO

DELLA

WEARABLE

TECHNOLOGY

50 |

Page 51: Digitalic n26 tech for fashion

LA TECNOLOGIA DA INDOSSARE È UNO DEI TEMI PIÙ AFFASCINANTI DEGLI ULTIMI MESI, E STA ATTIRANDO SEMPRE PIÙ L’ATTENZIONE SIA DEGLI OPERATORI DEL SETTORE CHE DEGLI UTENTI. ANCHE SE DEVE ANCORA MATURARE MOLTO, LE PREMESSE PER DEI PRODOTTI DI SUCCESSO CI SONO TUTTE

A giudicare da quanta “tecnologia indossabile” si è vista

nel corso del Consumer Electronic Show di Las Vegas

dello scorso gennaio, si può dire che questo è un tema di

cui sentiremo molto parlare nel corso di quest’anno.

Il pubblico ha mostrato molto interesse per questa nuova

categoria di prodotti che, anche se ancora non molto

matura, ha evidenziato potenzialità incoraggianti per

il futuro. Una gamma ancora in cerca di una propria

identità, che si propone al pubblico per sondarne la

reazione più che per imporsi. E sembra proprio che

quello della tecnologia indossabile sia un settore che vale

la pena esplorare. In un futuro non molto prossimo, lo

smartphone scomparirà in favore di dispositivi integrati

direttamente nei nostri abiti? Sembrerebbe proprio così,

soprattutto se si osservano i numerosi prodotti in via

di sviluppo e il sempre maggiore interesse dimostrato

da aziende del calibro di Samsung, Epson e Sony. Oltre

ovviamente a Google e ai suoi Glass, di cui si parla ormai

da più di un anno e che (forse) potrebbero arrivare sul

mercato già nei prossimi mesi.

Le tipologie di prodotto in cui si applica la tecnologia

indossabile sono prevalentemente tre: gli smartglasses, gli

smartwatch e gli activity monitor.

Gli smartglasses devono la loro fama proprio agli occhiali

di Google, che è stata capace di stimolare l’interesse sia

del pubblico che dei cosiddetti operatori del settore. E il

tutto senza che il prodotto sia ancora disponibile: finora

sono state distribuite poche centinaia di esemplari a

sviluppatori e giornalisti o blogger, e tanto è bastato per

saturare la rete con un’infinità di video dimostrativi e di

recensioni che esaltano o criticano i Google Glass.

Molti ritengono che questi prodotti siano inutili, ma

tante altre aziende stanno lavorando su dispositivi

analoghi, segno che le opportunità di mercato esistono e

sono interessanti. Anche Samsung, infatti, ha annunciato

che produrrà dei propri occhiali intelligenti, i Galaxy

Glasses, che saranno presentati nel corso dell’IFA di

Berlino nel prossimo settembre. Ma Samsung non è la sola

azienda a sviluppare un progetto di occhiali intelligenti.

Un esempio tutto italiano è la modenese GlassUp, che

dovrebbe lanciare sul mercato i propri smartglasses nel

mese di febbraio di quest’anno, secondo quanto riportato

nel sito. Anche il settore degli smartwatch è in fermento,

sebbene anche qui si parli di numerosi modelli già

disponibili ma non ancora pienamente convincenti.

La risposta del mercato è infatti tiepida, e anche il

Galaxy Gear, lo smartwatch di Samsung, non sembra aver

ottenuto i risultati sperati, anche se l’azienda coreana ha

smentito i rumors che parlavano di appena 50.000 unità

vendute, affermando di aver distribuito ben 800.000

Galaxy Gear in tutto il mondo. In ogni caso, quello degli

smartwatch sembra proprio essere un settore che ha

bisogno di maturare ancora molto. Le vendite dei modelli

esistenti stentano a decollare e, anche secondo autorevoli

analisti come Gartner, ci vorranno ancora alcuni anni

prima che questi prodotti riescano ad affermarsi. Sempre

secondo Gartner, bisognerà attendere almeno fino al 2017

prima che questi dispositivi non vengano più considerati

dei semplici accessori degli smartphone e che conquistino

il favore del grande pubblico.

Un discorso a parte va invece fatto per gli activity tracker,

cioè gli oggetti il cui compito è quello di monitorare

l’attività fisica degli utenti. Questi dispositivi possono

essere delle specie di braccialetti, oppure delle clip da

attaccare ai vestiti o da infilare in tasca. Grazie a diversi

sensori integrati, gli activity tracker registrano ogni passo

compiuto, calcolano le distanze percorse e le calorie

consumate, danno suggerimenti su come migliorare il

proprio fisico e in alcuni casi anche la propria postura

quando ci si siede alla scrivania. Spesso possono anche

tenere sotto controllo i battiti cardiaci e analizzare

il proprio ciclo del sonno, inoltre si collegano agli

smartphone e segnalano chiamate o messaggi in arrivo.

Si tratta quindi di prodotti già maturi e con grosse

potenzialità, alcune delle quali sono state mostrate nel

corso dell’ultimo Consumer Electronic Show.

DI FABIO BOSSI

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Page 52: Digitalic n26 tech for fashion

Tutti in forma con le calze smart

Tra gli accessori “wearable”

dedicati al fitness, quelli proposti

dall’azienda Heapsylon sembrano

essere davvero innovativi. Il brand

Sensoria comprende diversi capi di

abbigliamento sportivo realizzati

con speciali fibre tessibili che,

grazie a un procedimento chimico,

si trasformano in veri e propri

sensori capaci di raccogliere

dati. Un esempio sono le Fitness

Socks, delle calze abbinate a una

cavigliera elettronica applicata

magneticamente. La parte della

calza che copre la pianta del piede

si trasforma in un sensore che

rileva i punti di appoggio del piede

e la relativa pressione, mentre

la cavigliera, oltre a ricevere i

dati, integra un accelerometro

e un altimetro che raccolgono

informazioni trasmesse a

un’apposita app per smartphone

tramite Bluetooth. Una piccola

memoria interna consente inoltre

di utilizzare le Fitness Socks anche

senza smartphone collegato,

scaricando e analizzando i dati una

volta terminato l’allenamento. E le

calze, così come gli altri prodotti

realizzati con lo speciale tessuto

sviluppato da Heapsylon, possono

essere tranquillamente lavate in

lavatrice. Vale la pena ricordare

che Heapsylon è un’azienda

americana con sede a Redmond,

ma è stata fondata da tre italiani

che in passato hanno lavorato

per Microsoft. E le calze saranno

realizzate da un’azienda di Brescia.

Sensoria Fitness Socks sensoriafitness.com

Una manciata di sensori per App tuttofare

Quello che l’azienda Kiwi

Wearables ha recentemente

presentato al Ces di Las Vegas

è un prodotto che potrebbe

rivoluzionare il mondo della

“tecnologia indossabile”. Il Kiwi

Move è un piccolo dispositivo,

grande circa 4x3x0,9 cm e pesante

meno di 30 grammi, che può

essere applicato sui propri vestiti

e che integra una serie di sensori,

cioè accelerometro, giroscopio,

magnetometro, barometro,

termometro e microfono. Grazie

alle interfacce wi-fi e Bluetooth

integrate, il Kiwi Move può

comunicare con le app di uno

smartphone e, con 2 Gb di

memoria integrata, può anche

semplicemente memorizzare i dati

registrati dai sensori. Ma il bello

è che può essere programmato

con controlli condizionali, e

quindi è possibile fargli eseguire

una determinata azione quando

si verifica un certo evento. Una

volta attaccato alla maglietta, per

esempio, può capire quando chi

lo indossa si sveglia alla mattina

ed accendere la macchinetta

del caffè, oppure può essere

applicato al polso in modo

da inviargli comandi tramite

gesture, attivando per esempio il

microfono o registrando un brano

musicale. Il sistema prevede anche

la possibilità di impartire comandi

vocali. Insomma, un dispositivo le

cui potenzialità sono limitate solo

dalla fantasia, che sarà venduto a

partire da luglio a un prezzo di 99

dollari.

Kiwi Movekiwiwearables.com

La musica che aiuta il cuore

Durante il Ces di Las Vegas

anche LG ha presentato i

propri dispositivi indossabili,

segnalandosi per un dispositivo

per monitorare la frequenza

cardiaca piuttosto originale.

Si tratta infatti di un paio di

cuffiette stereo con microfono

inserito sul filo, che nascondono

però due sensori in grado di

rilevare il battito cardiaco

attraverso il flusso sanguigno dei

vasi vicini all’orecchio esterno e

di calcolare il massimo consumo

di ossigeno. Il filo delle cuffie

termina in una piccola scatola

che contiene l’interfaccia

Bluetooth per il collegamento allo

smartphone e alla Fitness App di

LG per iOS ed Android, nonché

un accelerometro a tre assi per il

calcolo delle calorie consumate e

della distanza percorsa.

Le HRM Earphone possono inoltre

funzionare in abbinamento ai

Lifeband Touch Activity Tracker

di LG, dei piccoli braccialetti

dotati di schermo Oled che

permettono di visualizzare i dati

raccolti dai vari sensori scorrendo

fra loro semplicemente con un

tocco delle dita sul display. I

Lifeband Touch Activity Tracker

integrano un accelerometro e

un altimetro e possono quindi

essere utilizzati anche senza le

cuffie. Inoltre permettono, sempre

tramite il touchscreen Oled, di

controllare la riproduzione di

musica e la regolazione del volume

audio, di mostrare il Caller ID di

eventuali chiamate in ingresso e di

rispondere al telefono.

LG Heart Rate Earphoneslg.com/us/fitness-activity-trackers/lg-FR74-heart-rate-monitor

Stai dritto su quella sedia!

Chi passa gran parte della giornata

seduto ad una scrivania e non

mantiene una postura corretta

può pagare questa disattenzione

con fastidiosi mal di schiena.

Lumo Lift è un dispositivo

indossabile prodotto da Lumo

BodyTech che, fra l’altro, si

preoccupa di monitorare la

postura dell’utente e di segnalare

quando la posizione alla scrivania

non è più quella giusta.

Di dimensioni molto compatte

(circa 25x46x7 mm), il Lumo Lift si

applica sui vestiti, preferibilmente

nella zona del torace o delle

spalle, tramite una clip magnetica

che permette di nasconderlo

completamente. Per funzionare

dev’essere necessariamente

abbinato, tramite interfaccia

Bluetooth, a uno smartphone e

all’apposita app, disponibile per

iOS e per Android, che mostrerà

il numero di passi compiuti nella

giornata, la stima delle calorie

consumate e, cosa che distingue

il Lumo Lift dagli altri “activity

tracker”, il tempo trascorso con

una postura corretta. Chi ha

la tendenza a “scivolare” sulla

sedia può impostare il Lumo Lift

affinché gli segnali quando non è

più seduto nel modo giusto.

Anche in questo caso gli

sviluppatori sono ricorsi a una

campagna di crowdfunding

per procurarsi gli investimenti

necessari alla realizzazione del

progetto. L’obiettivo era la cifra

di 200.000 dollari, ma l’entusiasmo

delle persone che hanno aderito

ha permesso di raccoglierne ben

500.000. Precedentemente Lumo

BodyTech aveva sviluppato,

con lo stesso meccanismo

di finanziamento, un altro

dispositivo per la correzione della

postura, il Lumo Back.

Lumo Liftlumobodytech.com

52 ||

Page 53: Digitalic n26 tech for fashion

iStoreLa wearable technology è qui

45° 74 3.467 / 9° 21 6.231

www.istorelurago.it

Lurago d Erba (Co)Via Dante Alighieri , 48 • tel. 031.69.66.33

Page 54: Digitalic n26 tech for fashion

Lumus reinterpreta i Google Glass

Mentre Google continua

a lavorare ai suoi “occhiali

intelligenti”, altre aziende si

stanno dando da fare per creare

delle alternative. È infatti di

pochi giorni fa l’annuncio che

Samsung sta preparando i suoi

Galaxy Glass, mentre un prototipo

particolarmente interessante è

stato proposto durante il Ces da

Lumus, società specializzata in

applicazioni militari che sta per

fare il suo ingresso nel settore

consumer. Il modello si chiama

Dk-40 e si distingue da quello di

Google per un diverso sistema

di proiezione delle immagini. I

Google Glass, infatti, proiettano

le immagini in un prisma posto

davanti al campo visivo periferico

dell’utente, mentre i Lumus Dk-40

dispongono di un sistema che

proietta le immagini sull’intera

lente destra degli occhiali,

eliminando quindi ogni ostacolo

dal campo visivo. Sul lato destro

c'è un blocco dove si trova tutto

l’hardware necessario, mentre

al posto del prisma Lumus ha

adottato una speciale lente

realizzata con le tecnologia LOE

(Light-guide Optical Element). Al

centro della lente si trovano una

serie di microelementi che deviano

l’immagine proveniente dal

proiettore laterale verso la retina.

La risoluzione delle immagini

è limitata a 640x480 pixel,

mentre quella della videocamera

integrata nel blocco laterale è di 5

Megapixel. Lumus distribuirà i

Dk-40 a dei partnerselezionati nel

corso del mese di marzo, ma non

si hanno notizie certe riguardo

la loro disponibilità per il grande

pubblico.

Lumus Dk-40 lumus-optical.com

La lente a contatto per la realtà virtuale

Uno dei principali problemi

nel realizzare dispositivi come

i Google Glass riguarda la

limitata capacità dell’occhio

umano nel mettere a fuoco

oggetti molto vicini. Per questo

motivo i progettisti devono

ricorrere a soluzioni scomode

ed ingombranti per mostrare

le immagini all’utente, come

il prisma dei Google Glass

posizionato davanti a una delle

lenti. Una possibile soluzione

potrebbe arrivare da Innovega,

un’azienda che sta sviluppando

una speciale lente a contatto che,

in combinazione con appositi

occhiali, “mixa” le immagini reali

con quelle proiettate dal sistema,

eliminando i problemi relativi

alla messa a fuoco. Le immagini

virtuali vengono filtrate dalla lente

a contatto iOptik passando solo

attraverso una piccola lente al

centro della pupilla, mentre quelle

reali passano dalla parte esterna.

Le lenti iOptik promettono agli

utenti di visualizzare immagini

in alta definizione in tutto il

campo ottico dell’occhio, senza

disturbare la visione dell’ambiente.

Per esempio, secondo Innovega

si potranno vedere film con la

stessa qualità delle tecnologia

Imax, creare un sistema di realtà

aumentata con cinque o più

elementi indipendenti visualizzati

o immergersi completamente in

avvincenti videogiochi.

Inoltre le lenti iOptik potranno

essere realizzate in modo da

sostituire quelle di chi già le

indossa per correggere difetti

visivi.

Innovega iOptik innovega-inc.com

Sony aiuta a “scrivere” il diario digitale

Sony prosegue il suo viaggio

nel mondo della tecnologia

indossabile con un “activity

monitor”, costituito da un piccolo

dispositivo chiamato Core, che

si inserisce in un braccialetto

in gomma, lo SmartBand,

disponibile in vari colori e in tre

misure. Il modello di Sony, al

contrario dei sistemi analoghi,

si preoccupa di creare un log di

tutte le attività che si svolgono

durante il giorno per 24 ore su

24 e 7 giorni su 7. In tal modo è

possibile misurare l’attività fisica

quotidiana, le relative calorie

consumate e le ore di sonno.

Sony Core è impermeabile ed

è anche in grado di riconoscere

autonomamente il tipo di attività

fisica svolta. Ma lo SmartBand,

che lavora in abbinamento all’app

LifeLog per Android, è in grado

di tenere traccia di tutta l’attività

della giornata. Senza bisogno

di impostare nulla, LifeLog

memorizza le azioni effettuate

con lo smartphone, e ogni altro

evento può essere “appuntato”

dando un leggero colpetto al

braccialetto, che creerà così una

sorta di bookmark della giornata.

Allo stesso modo è possibile

controllare il player musicale

dello smartphone, mentre

chiamate e messaggi in ingresso

vengono segnalati all’utente

tramite vibrazione. Lo SmartBand

è privo di display, ma è dotato

di tre piccoli led che mostrano

lo stato del sistema. La sua

commercializzazione è prevista

per i prossimi mesi, a un prezzo di

circa 99 Euro.

Sony SmartWaresonymobile.com

La salute innanzitutto

Anche il settore medicale guarda

con interesse al mondo delle

wearable technologies. Per

esempio, iHealth ha presentato tre

nuovi dispositivi: un misuratore

di pressione, un dispositivo

per l’elettrocardiogramma e

un pulsossimetro. Tutti sono

collegabili a tablet e smartphone

tramite Bluetooth e sono in grado

di memorizzare informazioni

per periodi da 12 a 24 ore. Il

dispositivo per la misurazione

della pressione arteriosa può

essere d’aiuto quando occorre

tenerla sotto controllo con

rilevamenti continui. Può essere

impostato per effettuare la

misurazione a intervalli di 15,

30, 45, 60 o 120 minuti, e può

memorizzare in autonomia fino

a 200 rilevazioni. Il modello

per l’ECG integra invece gli

elettrodi e si applica al petto del

paziente; anche in questo caso

i dati raccolti vengono inviati

via Bluetooth all’app iHealth

MyVitals, che può condividerli con

il medico curante tramite cloud. Il

pulsossimetro, invece, è costituito

da un sensore da dito collegato

a un particolare braccialetto e

misura la saturazione di ossigeno

del sangue, per contribuire a

diagnosticare problematiche quali

la sindrome da apnea ostruttiva

o alcune patologie polmonari. I

dispositivi iHealth dovrebbero

essere messi in commercio nella

seconda metà del 2014, dopo aver

ricevuto l’approvazione da parte

dell’FDA.

iHealthihealthlabs.com

54 ||

Page 55: Digitalic n26 tech for fashion

|| 55

VIA VITTIME DI PIAZZA FONTANA 5410024 MONCALIERI (TO)WW.NITAL.ITWWW.HINNOVATION.ITTEL. 011 81444

In un periodo in cui la “wearable

technology” sta attirando l’attenzione

di molti potenziali utenti, nel

settore degli smartwatch spicca

il Cookoo Watch dal design

classico, con le lancette montate

sopra ad un quadrante a cristalli

liquidi monocromatico . Una

volta abbinato ad uno smartphone

tramite l’interfaccia Bluetooth 4.0,

il Cookoo Watch avvisa l’utente

dell’arrivo di una telefonata o di un

messaggio con un segnale acustico

e una vibrazione, mostrando la

relativa icona sul display. Le notifiche

possono essere attivate anche per gli

eventi di Facebook e Twitter, per gli

appuntamenti presenti nell’agenda

dello smartphone e per i promemoria.

Anche il player musicale si può

controllare dall’orologio, che ha una

batteria standard sostituibile la cui

durata può coprire un anno intero.

IL SUONO ASSOLUTO A chi ascolta la musica dallo

smartphone o dal tablet anche quando

torna a casa, Nital propone il sistema

audio wireless Sonos, un’intera

famiglia di prodotti che possono

essere configurati a piacere per creare

una vera e propria rete di altoparlanti

domestici. Il modello base è il Sonos

Play:1, che integra due amplificatori

di classe D con un tweeter e un mid-

woofer da 3,5”, per salire poi verso il

Play:3 e il Play:5, rispettivamente a 3

e 5 vie. Per i più esigenti Sonos offre

inoltre un subwoofer per enfatizzare

ulteriormente i bassi e una playbar

che permette di creare un sistema

home theatre per lettori blu-ray,

decoder o console di gioco.

Il controllo del sistema avviene

grazie all’apposita app, disponibile

per computer Mac o Windows e per

gli smartphone (o tablet) Android o

iOS. Tramite l’app Sonos Controller

è possibile riprodurre sulle casse

wireless i brani musicali della propria

libreria, oppure quelli in streaming

dai vari servizi online, come Spotify,

Rdio o Pandora. Il modello Play:1,

inoltre, è resistente all’umidità e può

essere installato anche vicino ad una

doccia aperta senza correre il rischio

di danneggiarlo.

REFLEX CONNESSANital è sempre più che attenta allo

storico marchio Nikon. Da poche

settimane ha infatti lanciato sul

mercato una nuova reflex, la D5300,

il primo modello ad integrare

l’interfaccia Wi-Fi e un ricevitore

Gps. È una fotocamera adatta

anche agli utenti meno esperti, che

garantisce però la qualità d’immagine

che ha reso celebre Nikon nel mondo.

In questo modello viene impiegato

un sensore da 24,2 megapixel in

formato DX privo di filtro ottico “low

pass”, una soluzione che permette di

catturare ogni minimo particolare. La

gamma dinamica raggiunge i 12.800

ISO, mentre il processore Expeed4

di Nikon permette alla D5300 di

migliorare la qualità delle foto e di

velocizzare tutte le operazioni di

scatto, riducendo i consumi e quindi

prolungandone l’autonomia. In

questo modello è stato inserito un

ampio display da 8,1 cm di diagonale

ad angolazione variabile, che può

essere ruotato per mantenere sotto

controllo l’inquadratura anche nelle

condizioni di scatto più critiche.

Grazie al Gps integrato la D5300

registra le coordinate geografiche del

luogo in cui si è effettuato lo scatto,

mentre ogni foto può essere condivisa

tramiten Wi-Fi. Utilizzando l’app per

Android e iOS è possibile vedere e

scaricare le foto da un tablet o da uno

smartphone. Inoltre l’app consente

di controllare da remoto la D5300,

visualizzando in diretta l’immagine

inquadrata e scattando le foto senza

intervenire sulla fotocamera.

DIGITALIC PER NITAL

Page 56: Digitalic n26 tech for fashion

MANAGEMENT

IMPARATE DAL FASHION

LE TECNICHE DISOCIAL NETWORKING

DI MARCO SAMPIETRO

mI SOCIAL NETWORK OFFRONO NUOVE POSSIBILITÀ DI INTERAZIONE CON I PROPRI CLIENTI, MA DA SOLI NON BASTANO:CI VOGLIONO FANTASIA E UNA BUONADOSE DI CORAGGIO.SOPRATTUTTO SERVE UN’IDEA, E IN QUESTA PROSPETTIVA ALCUNE AZIENDE DELLA MODA POSSONO INSEGNARCI QUALCOSA

olti dei brand del settore della moda

hanno ormai aperto delle proprie

pagine Facebook ufficiali.

La presenza sul social network è

differenziata a seconda del ruolo che

i prodotti svolgono nella pagina e

dall’intensità di interazione.

Dal primo punto di vista si possono

notare due approcci:

uno incentrato totalmente sul

prodotto, dove la pagina Facebook

è composta da diversi post che

mostrano la merce dell’azienda;

uno che inserisce i prodotti in

contesti molto più ampi, in storie o in

esperienze documentate sia attraverso

foto, sia tramite video e musiche

che sicuramente vedono ancora il

prodotto presente, ma non sempre

protagonista.

Dal punto di vista dell’interazione,

invece, si possono notare tre approcci:

Interazione solo attraverso “like”.

In questo caso siamo di fronte ad

aziende che non comprendono

appieno la differenza e le potenzialità

dei social media rispetto ai siti

“tradizionali”. È interessante notare

come la storia si ripeta: quando,

infatti, nacquero i primi siti web

aziendali, alcuni abbracciarono

l’opportunità in modalità

“l’importante è esserci, poi il come

è secondario”. La stessa strategia

è però anche adottata da aziende

che hanno paura del feedback del

cliente, dei suoi commenti (magari

anche negativi) oppure non sanno

come comportarsi di fronte a questa

nuova possibilità di interazione.

Personalmente ho assistito al caso

di un’azienda del fashion che, da

pagina con soli like, ha aperto alla

possibilità di postare dei commenti,

per poi tornare indietro pochi giorni

dopo a causa della presenza di post

negativi o di domande che

l’hanno colta impreparata:

rispondiamo? E se sì, chi

risponde? Cancelliamo solo

quelli negativi e teniamo i

positivi? Ma chi monitora i

post? Quante volte al giorno?

Interazione con commenti

moderati. In questo caso

l’azienda valuta i post prima che essi

vengano pubblicati, oppure agisce a

seguito della pubblicazione in modo

da eliminare quelli troppo disallineati

(per esempio per lessico offensivo,

oppure per l’interazione tra utenti

che usano Facebook come se fosse

una chat personale, perdendo quindi

il legame con il post originario).

La strategia della moderazione va

attuata con molta discrezione, in

quanto può causare forti reazioni da

parte degli utenti.

Commenti liberi. In questo caso

l’azienda lascia piena libertà di

interazione (salvo interventi in casi

eccezionali).

Si può notare che le aziende con

elevato numero di follower lasciano

sempre l’opportunità di interazione

(difficile valutare il tasso e le modalità

di moderazione presenti).

Gli obiettivi comuni alle presenze

evolute su Facebook si possono così

riassumere:

una ricerca di maggiore

fidelizzazione del cliente, attraverso

un’estensione spaziale e temporale

T F

56 ||

Page 57: Digitalic n26 tech for fashion

SDA Bocconi Professor della Unit Sistemi Informativi della SDA Bocconi School of Management. Responsabile del corso Project Management

nei Sistemi Informativi. Faculty Member all’MBA ed al Global Executive MBA. Professore a contratto presso l’Università

Bocconi per i corsi Informatica per l’Economia, IT Management e Project Management. Cofondatore di The Base - Project Management Consultancy.

dell’esperienza nei confronti del

brand e dei suoi prodotti;

un feedback informativo da

parte del cliente che, attraverso

modalità destrutturate

(commenti) o maggiormente

standardizzate (like), permetta

alle aziende di comprendere il

gradimento e la reputazione del

brand, l’accoglienza di alcuni

prodotti (con possibili correzioni

delle stime di vendita) e le linee

di tendenza in atto.

Fino a qui il mondo Facebook

“classico”. Qualcuno è però

andato oltre e ha creato un

legame più stretto.

Un primo esempio è dato da Nike

Mexico attraverso la campagna

“Subasta de Kilometros”, lanciata

nella seconda metà del 2012.

In pratica era necessario scaricare

la app Facebook Running+

e poi semplicemente correre,

naturalmente portando con sé

il device con l'applicazione che

teneva traccia dei chilometri

percorsi nella settimana, che

potevano essere poi caricati

sulla pagina Facebook di Nike

per partecipare a delle aste di

prodotti aziendali.

Ogni oggetto messo all’asta aveva

un importo minimo di chilometri

per potervi partecipare, e a

vincere erano gli utenti disposti

a spendere più chilometri. Ogni

settimana veniva lanciata una

nuova asta.

Un secondo esempio è quello di

C&A Brasile, che ha lanciato la

campagna “C&A Fashion Like”.

L'azienda ha aggiunto alle

grucce nei propri negozi un

piccolo display con il numero

dei like dati online a quel capo

di abbigliamento, nella speranza

che la valutazione “social”

influenzasse il cliente presso il

negozio.

L’azienda ha riportato grande

soddisfazione da questa

iniziativa, comunicando un

incremento delle vendite, dei fan

e follower (55.000 nuovi fan e

285.000 nuovi follower durante

la campagna). Aspettiamo quindi

altre esperienze interessanti.

I MAGNIFICI 30Quali sono i brand più amati? Quali hanno più fan e follower? Ecco una classifica stilata da Pivot Conference e Unmetric.

BIG DATA E MODAApplicare le metodologie di analisi dei Big Data alla moda può dare risultati davvero interessanti. È quello che ha fatto Dachis Group, scoprendo che i brand che per primi hanno abbracciato i video su Instagram sono diventati rapidamente leader nella condivisione e interazione degli utenti. Un esempio è Burberry, ma spiccano anche Gucci, Louis Vuitton, H&M e Vans.

GRUCCE SOCIALI risultati della campagna C&A Brasile che ha introdotto le “grucce social” sono stati molto positivi, con ben 8,8 milioni di persone coinvolte. In questo video il racconto dell’esperienza.http://tinyurl.com/CAfbCamp

#1 #2 #3 #4 #5

#6 #7 #8 #9 #10

RISORSE

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Page 58: Digitalic n26 tech for fashion

INTEGRAZIONE

CECILIA CANTADORE

STEALTH È LA STORICA SUITE UTILIZZATA DA OLTRE TRENT’ANNI DALLE PRINCIPALI CASE DI MODA E REALIZZATA DA DDWAY, SOCIETÀ DI DEDAGROUP ICT NETWORK

In occasione dello Stealth Day,

evento svoltosi a fine 2013 a Milano

e Parigi, templi della moda per

eccellenza, Dedagroup ICT Network

ha raccontato quali sono le nuove

potenzialità per supportare le aziende

del mondo del fashion e non solo.

Da un lato l’internazionalizzazione

di Stealth e il valore, per i suoi clienti

storici (tra cui ad esempio Versace e

Moncler Group), di utilizzare una solu-

zione non solo italiana, aspetto che pare

importante in un’epoca in cui alcuni

nomi del nostro paese sono di fatto

passati a una gestione multi-nazionale

in capo a

grandi gruppi.

Dall’altro, la

prospettiva

di Dedagroup

di porsi come

partner per

la business

technology,

in uno scenario evolutivo che vede l’IT

come abilitatore dell’in-novazione e

dell’evoluzione dei modelli di business.

A oggi, circa il 60%

delle aziende di moda

ha implementato

Stealth nelle sue

differenti versioni.

Dal laboratorio e

dalla produzione e

distribuzione fino

al punto vendita,

Stealth accompagna le aziende grazie

a una suite di soluzioni disegnate sulla

base delle esigenze specifiche e in

continua evoluzione. Tra le novità si

segnalano lo sviluppo della soluzione

Retail; l'allargamento del target clienti

con l’elaborazione di una soluzione

destinata al mid-market; la proposta

di moduli per la gestione “allargata”

dell’azienda, estesa ai laboratori e al

sistema di fornitori; l’integrazione

di un modulo di business analytics

e insight specifico per le esigenze

dei clienti fashion e fruibile da ogni

device. Gianni Camisa, ammini-

stratore delegato di Dedagroup ICT

Network, ha risposto così alle nostre

curiosità.

QUALI SONO LE CARATTERISTI-CHE E I PUNTI DI FORZA DELLA VOSTRA OFFERTA?Siamo un gruppo di grandi dimensio-

ni e cerchiamo di distinguerci per

la nostra anima dinamica, flessibile,

adattiva e imprenditoriale.

Offriamo la nostra filosofia a chi

lavora con noi, senza imporre un

metodo ma ascoltando i clienti

per dar vita a soluzioni tagliate su

misura. Il nostro plus è un mix di

competenze.

Abbiamo software nostri che si

integrano con ciò che di meglio c’è sul

mercato, dando vita a quella che noi

chiamiamo “Innogration”: un mix tra

innovazione e integrazione.

È un modo di fare innovazione con i

piedi per terra, per portare risultati.

OLTRE A QUELLO DELLA MODA, A QUALI ALTRI SETTORIVI RIVOLGETE?

A banche, istituzioni finanziarie,

pubblica amministrazione locale o

centrale e segmenti nel settore

industriale (automotive,

farmaceutico). Abbiamo deciso di

essere su alcuni mercati ma non su

tutti, con presenze significative per

numeri e competenze.

QUALI SONO I VOSTRI FOCUS ATTUALMENTE? Oltre al cloud e ai servizi gestiti siamo

focalizzati sulle nuove frontiere di

computing, mobile, app e web.

Il target a cui ci rivolgiamo è l’azienda

innovativa, illuminata, in cerca di

nuovi modelli di business. I clienti,

in un contesto difficile come quello

attuale, percepiscono il valore e

l’importanza di soluzioni che possono

diventare strumento competitivo e

veicolare nuove opportunità.

Abbiamo software nostri che si integrano con ciò che di meglio c’è sul mercato, dando vita a quella che noi chiamiamo “Innogration”: un mix tra innovazione e integrazione, con i piedi per terra.

STEALTHLe soluzioni per le impresedel fashion

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Page 59: Digitalic n26 tech for fashion

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Per questo motivo il cloud non

riguarda più soltanto i CIO e l’IT –

il cui ruolo è comunque necessario

per garantire l’integrazione dell’intero

sistema – ma diventa fattore abilitante

di un possibile vantaggio competitivo

di cui il CEO, i CXO e i vari line of

business manager dovranno sempre

più occuparsi.

Nella “Lectio Magistralis” che aprirà

il Cloud Computing Summit 2014,

il professor Carlo Alberto Carnevale

Maffè amplierà ulteriormente

questi temi trattandone molteplici

articolazioni:

il cloud come nuova

“Costituzione economica del

Paese” e come occasione di

ripensamento strategico dei

processi dell’impresa, al di là

della semplice sfida dei costi;

il cloud come nuovo “core

point” e “miglior marketplace

possibile” dei processi

dell’impresa;

“cloud economics”: il luogo

dove i costi di transazione

sono minimi, gli standard di

interoperabilità sono al massimo

livello e dove l’eccellenza

può ricavarsi dei monopoli

naturali;

il cloud come “ultimate

incubator”, luogo in cui la nuova

imprenditorialità concepisce le

imprese di domani;

il cloud come luogo di

memoria e non solo di transito,

in cui i processi economici

portano con sé le esternalità

positive di quelli conoscitivi.

Cloud Computing Summit 2014, Milano, Hotel Marriott, 19 Marzo 2014.Iscrizioni presso:

bit.ly/cloud-2014-mi-reg

VIA PALERMO, 5, 20121 MILANO – ITALIAWWW.THEINNOVATIONGROUPSEGRETERIA.GENERALE@THEINNOVATIONGROUP.IT+39-02-87285500+39-02-87285519

The Innovation GroupInnovating business and organizations through ICT

The Innovation Group ha definito

il 2014 come l’“anno del sorpasso”:

ovvero, come l’anno in cui le nuove

tecnologie digitali e i modelli di

servizio ad esse associati (come

mobile devices, cloud computing,

business analytics, Internet

broadband), supereranno in valore

le tecnologie tradizionali in

continuo declino.

Il 2014 si presenta quindi come

il punto d’incontro di due onde

contrapposte, e il cloud rappresenta

parte costitutiva e, insieme, fattore

abilitante decisivo di quella

montante.

Questo perché il Cloud assume

diverse valenze, sia a livello di

trasformazione dei processi di

impresa, sia a livello di nascita di

nuove industrie, di semplificazione

della macchina pubblica e addirittura

di una “nuova Costituzione

economica del Paese”.

In sintesi, il tema principale del

“Cloud Computing Summit 2014”

sarà il modo in cui il cloud può

produrre nuovo valore.

Le modalità di produzione di valore

sono sostanzialmente due:

attraverso la riduzione

dei costi e il miglioramento

delle efficienze interne delle

procedure strutturate a livello

di back-end. Si tratta della

modalità oggi più ampiamente

diffusa sul nostro mercato.

È facile, ma relativamente di

breve respiro: il cloud può

consentire vantaggi competitivi

ben più consistenti e sostenibili;

in alternativa, supportando

i knowledge workers al front-

end, impegnati a interagire

con mercati dinamici che

richiedono decisioni rapide e

reazioni immediate.

Il cloud diventa così sede di

ibridazione e di trasformazione

dei processi, che ricadono

quindi sulle aziende

favorendone a loro volta la

trasformazione in Service

oriented companies.

EVENTI

CLOUD COMPUTINGNuove tecnologie digitali nel mercato ICT

I TEMI DEL CLOUD COMPUTING SUMMIT 2014 DI THE INNOVATION GROUP SPIEGATI DA ROBERTO MASIERO, CO-FOUNDERE MANAGING DIRECTOR DI THE INNOVATION GROUP

DIGITALIC PER THE INNOVATION GROUP

Page 60: Digitalic n26 tech for fashion

RISULTATI

DI LUCA BASTIA

La crescita diDELL

Per il 2014 sono tre gli obiettivi di Dell: il primo è l'affermazione del brand come fornitore di soluzioni ad ampio spettro, dal tablet al networking, fino allo storage e al server per data center.

IL CANALENegli ultimi anni Dell ha fatto un

radicale cambiamento, diventando

una società che fornisce soluzioni

per il business delle imprese. Tutto

ciò grazie a un'offerta che si è

ampliata considerevolmnete e al

coinvolgimento dei partner di canale.

“Il primo trimestre per il canale è

stato meno difficile che per Dell in

generale – spiega

Adolfo Dell'Erba,

channel director di

Dell Italia –. Abbiamo

infatti iniziato ad

accelerare già nei

primi tre mesi con

una crescita a doppia

cifra, nel terzo

l'incremento è stato

del 50% e l'anno

chiuderà con un

+30% anno su anno.

Per quanto riguarda

il comparto server e

client siamo già oltre

un +50%. Ci sono

poi altre aree su cui

stiamo proponendo

la nostra offerta ai

partner”. Ligresti

sottolinea infine che

l'apporto del canale

al fatturato dovrebbe

pesare presto intorno al 70%. E,

sempre parlando di futuro a breve,

conclude: “Daremo forte attenzione

alla mobilità, proponendo non solo

tablet e ibridi, ma anche soluzioni

software e sicurezza per collegare

all'azienda ogni device. Inoltre faremo

delle release anche per il cloud”.

Più 20% rispetto alle attese, non

male in un anno in cui la tecnologia

ha fatto fatica, soprattutto in settori

poderosi come quello notebook e

pc. “In Italia abbiamo chiuso un bel

2013 e anche l’inizio del 2014, che per

noi conclude l’anno fiscale, è molto

positivo – esordisce Filippo Ligresti,

country manager di Dell Italia (nella

foto) –. Un anno che era partito male:

il primo trimestre è stato davvero

difficoltoso, nel secondo c'è stato

un miglioramento e adesso stiamo

chiudendo in modo molto positivo,

con circa il 20% in più rispetto ai

nostri obiettivi per il quarto trimestre,

decisamente meglio della media del

mercato. Questo grazie al grande

sforzo profuso da tutti coloro che

operano con noi, compreso il canale

che ci ha supportato molto bene”.

Anche dal punto di vista delle quote

di mercato, secondo gli analisti, Dell

registra una crescita importante in

varie aree di prodotto. Sulla parte

server si piazza al secondo posto

con un distacco significativo sul

terzo, è seconda anche nei desktop

mentre è quarta nei notebook, “un

segmento che da sempre ci vede poco

performanti sulla fascia bassa”.

Il 2013 ha visto la società

incrementare l'impegno sul canale,

che ha contribuito

per più del 40% sul

fatturato annuale.

“Siamo sempre

stati forti nel

comparto delle

imprese di medie

dimensioni – dice

Ligresti –, mentre

per quanto riguarda i nostri storici

punti deboli, il

finance e la Pubblica

amminstrazione,

abbiamo concentrato

gli sforzi e abbiamo

ottenuto dei

segnali molto

positivi. Abbiamo

infatti vinto in

queste aree delle

importantissime gare

che porteranno i

loro frutti nel 2014,

come ad esempio la

convenzione Consip

per la parte server,

di cui ci siamo

aggiudicati 2 lotti

su 3”.

“Per il 2014 abbiamo

tre obiettivi prioritari

– prosegue il country

manager –. Il primo

è l'affermazione del

brand come fornitore di soluzioni

ad ampio spettro, dal tablet al

networking, fino allo storage e al

server per data center. Il secondo è

arrivare molto vicini al numero uno

in ambito server, con un market share

tra il 30 e il 35%. E il terzo è la crescita

a due cifre sul mercato delle Pmi”.

CON I SERVER A GUIDARE LE VENDITE, DELL CHIUDE UN ANNO IN CRESCITAE SI PREPARA A COMPETERE ANCHE NEI SEGMENTI “POST-PC” CON TABLET E IBRIDI. I PARTNER HANNO CONTRUBUITO NOTEVOLMENTE A QUESTI RISULTATI CON IL 40% DEL FATTURATO

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Page 61: Digitalic n26 tech for fashion
Page 62: Digitalic n26 tech for fashion

DOCUMENTI

DI FRANCESCO MARINO

Puntiamo su produttività, affidabilità, qualità e facilità di utilizzo

FUJITSUScanner all’altezza

UNA GRANDE ATTENZIONE ALLA MECCANICA, AL DESIGN E AL SOFTWARE HA RESO GLI SCANNER PFU I PIÙ DIFFUSI. ORA CON LE NUOVE LINEE AUMENTA LA VELOCITÀ DI SCANSIONE E LA PRECISIONE, ANCHE GRAZIEAL SOFTWARE

specifica” ha sottolineato Todeschini.

Tante novità anche sotto l’aspetto

software. Il driver PaperStream IP

sviluppato da PFU offre un’avanzata

ottimizzazione automatica

dell’immagine, garantendo

un’altissima qualità sia per il bianco e

nero che per i colori. Ottimizzazione

che, combinata con il lettore OCR

integrato, consente una lettura dei

caratteri pressoché perfetta.

I software PaperStream Capture

e ScanSnap Manager, sviluppati

in-house, garantiscono una

qualità e una fluidità al processo

di acquisizione mai viste prima,

guidando l’utente nelle scelte e

aiutandolo a creare workflow dedicati

in base ai documenti acquisiti e ai

programmi di terze parti da utilizzare,

come ad esempio Scan-to-PDF,

Scan-to-Email o Scan-to-Word.

Per semplificare la gestione di più

dispositivi all’interno della stessa

rete, la funzione di amministrazione

centrale consente di gestire e

monitorare tutti gli scanner della

fi Series da un’unica postazione.

È possibile quindi impostare

profili di scansione, installare

driver o applicazioni, eseguire gli

aggiornamenti o notificare degli

errori, tutto in modo completamente

centralizzato.

Hanno anche un sensore per

l’altitudine: sopra i duemila metri

modificano il modo con cui vengono

trascinati i documenti, tenendo

conto delle differenze di pressione

in quota. Non sarà forse la funzione

più utilizzata degli scanner Fujitsu,

ma è un dettaglio che fa capire la cura

costruttiva con cui vengono realizzati.

“Ogni dieci scanner di questa classe

venduti in Italia, cinque e un pezzo

sono marchiati Fujitsu – ha dichiarato

Lorenzo Todeschini, direttore di

PFU Imaging Solution Italia, la

divisione dedicata agli scanner –.

Con questa nuova serie abbiamo

di nuovo concretizzato quelli che

sono i quattro punti fondamentali

delle soluzioni

che sviluppiamo:

produttività,

affidabilità, qualità

e facilità di utilizzo”. 

Queste sono le

caratteristiche su

cui ha puntato PFU

per la nuova linea

di scanner serie 7000, la

fascia alta della gamma. Il

primo dato che emerge è la

velocità dei modelli fi-7180

e fi-7280, che possono

eseguire la scansione di

80 fogli (160 pagine) al

minuto.

Altra caratteristica tecnica importante

è la capacità di riconoscere formati e

tipologie di carta, per garantire una

scansione perfetta al primo colpo.

La meccanica è un elemento su

cui questa linea punta molto,

grazie ai motori indipendenti per

il trascinamento della carta che

permettono di riallineare i fogli o

comunque di riconoscere l’errato

posizionamento, che la macchina

è, nel caso, in grado di correggere

dopo, attraverso il suo software.

“Abbiamo ottimizzato il processo

di acquisizione per offrire ai

nostri clienti una gestione ancora

più semplice e immediata delle

informazioni

contenute su

documenti

cartacei,

integrandole

in qualsiasi

contesto e senza

necessità di una

formazione

62 ||

Page 63: Digitalic n26 tech for fashion

Si apre una nuova stagione di

collaborazioni e Arjowiggins Creative

Papers, per il terzo anno consecutivo, si

conferma partner di Digitalic. Simone

Medici, amministratore delegato di

Arjowiggins Italia e direttore sales &

marketing della divisione Creative

Papers per l’area Sud Europa e Turchia,

ci racconta cosa sta per accadere nel

mondo del gruppo francese.

Come si è chiuso per voi il 2013?

Visto il periodo mi ritengo soddisfatto

degli obiettivi raggiunti. Abbiamo

ottenuto risultati accettabili su alcuni

mercati dell'area Southern Europe. La

Turchia e la Grecia si sono comportate

molto bene, mentre in Italia abbiamo

tenuto testa alla crisi meglio di altri

nostri competitor.

Avete percorso la strada del mondo

digital. Molti potrebbero pensare a un

paradosso…

Siamo convinti che tutti gli attori che

intervengono nel processo creativo

usino il web per ricercare informazioni,

stimoli e curiosità. Per questo motivo

siamo in rete e ci saremo in modo

crescente.

Ci può fare degli esempi?

La pagina Facebook di Arjowiggins

Creative Papers è un contenitore in

crescita di idee. Ci sono poi i contest

lanciati per il mondo dei creativi, come

The Blank Sheet Project, che trovano

nel web la loro massima esaltazione.

E infine l’app della gamma Curious,

con il Curious Game grazie al quale si

possono scegliere carta, colore e ink per

personalizzare i propri progetti.

E tra i progetti futuri?

Abbiamo scelto di proseguire la

collaborazione con Digitalic che ci

sta dando grandi spunti innovativi:

iniziamo il terzo anno con curiosità e

voglia di stupire come e più di prima.

Abbiamo lanciato anche il primo

mailer-blogger, per coinvolgere i

creativi che nei propri blog desiderano

appagare curiosità, matericità e

informazione legata al mondo della

carta. Hanno apprezzato la selezione

dei supporti più belli e pregiati insieme

a uno strumento digitale, a conferma

della necessaria convivenza dei due

media.

Quali business focus perseguirete

durante questo 2014?

L’accento verrà posto sul labelling, che

già lo scorso anno ci ha dato risultati

ottimi nel food and wine. Accanto

a questo, il luxury packaging sarà al

centro dell’attenzione. I grandi brand

del fashion, infatti, stanno puntando

al mondo del pack di lusso, che riveste

i loro prodotti di un’esclusività ancora

maggiore e offre una brand experience

più appagante.

Qual è l’ultima novità nata in casa

Arjwoggins Creative Papers?

Curious Matter è l’ultima carta creativa

del portfolio della gamma Curious.

Rispettosa della natura, è frutto di

un brevetto esclusivo e presenta

caratteristiche uniche.

Come nasce Curious Matter?

Nasce da una vera e propria ricetta

scaturita dall’attenta osservazione dei

tecnici di laboratorio di Arjowiggins

Creative Papers, che hanno notato

come, affettando le patate, uscisse

un liquido misto di acqua e amido. I

materiali ottenuti sono stati raccolti

per realizzare la metamorfosi della

materia: l’amido ha dato vita a una

nuova generazione di carta, innovativa

e con un approccio alla sostenibilità

unico. Dal punto di vista tattile,

Curious Matter è un supporto

speciale e straordinario. Al tocco

offre l’esperienza di una superficie

ricoperta da microscopiche particelle

sferiche, che realizzano l’impossibile

incontro tra la ruvidità della sabbia e la

morbidezza della seta.

DI DANIELA SCHICCHI

CREATIVITÀ

Arjowiggins Creative Papers:

carta e digitale, un amore lungo tre anni

IL WEB È AMICO DELLA CARTA: TUTTI GLI ATTORI CHE INTERVENGONO NEL PROCESSO CREATIVO USANO LA RETE PER RICERCARE INFORMAZIONI, STIMOLI E CURIOSITÀ, POI HANNO L’ESIGENZA DI STAMPARE SU CARTE DI QUALITÀ

DIGITALIC PER ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS

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Page 64: Digitalic n26 tech for fashion

IMMERGETEVI NELLE PIÙ RECENTI INNOVAZIONI DELLA STAMPA DIGITALE!

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Page 65: Digitalic n26 tech for fashion

DUE GRADI E MEZZO DI SEPARAZIONE

Il mondo è piccolo, si diceva una volta. In

realtà è grande, ma le relazioni legano le

persone in maniera sempre più stretta. I

passaggi necessari a entrare in contatto con

chiunque si sono ridotti moltissimo, e ad

una velocità mai osservata prima; se una

volta i gradi di separazione erano sei, oggi

sono meno di tre. Per la precisione sono

due e mezzo, come recita il titolo del libro

di Domitilla Ferrari (giornalista e social

media strategist), edito da Sperling&Kupfer,

che avrebbe anche potuto intitolarsi

“L’amicizia è una materia prima” (titolo del

primo capito), perché è di questo che parla.

Non è un manuale, ma quando lo si sfoglia

si ha la sensazione che possa tornare utile

in molte occasioni. Ci sono due metodi

per leggerlo, dall’inizio alla fine oppure

saltando di qua e di là. Un po’ come il

“Manuale delle Giovani Marmotte”: da

qualunque parte lo si giri, si trova sempre

qualcosa di interessante.

E questo fin dalla presentazione: “Quando

hai bisogno di un consiglio, un parere,

ma anche solo un incoraggiamento a

continuare nelle tue scelte, a chi ti rivolgi?

Tua mamma, tuo marito-fidanzato-

compagno, un’amica, un amico, tuo fratello

sono il nucleo del tuo network. E io lo

chiamo fan club. Tutti ne abbiamo uno. E

se vuoi cambiare lavoro, vita, città? I legami

più stretti non bastano. Devi allargare le

possibilità di confronto e anche di scontro:

devi parlare con più persone, incontrare

opinioni anche diverse dalle tue. Devi

allargare il network, spingerti oltre i

cosiddetti legami deboli lungo gli anelli di

una catena che può proseguire all’infinito”.

Ci sono molti passaggi che potrebbero

essere citati per far capire il tono e gli

obiettivi del libro. “Il valore del tuo

network non è dato dal numero di persone

che conosci, ma da quelle che rispondono

quando hai bisogno. Quindi, se stai

leggendo questo libro perché vuoi trarre

vantaggio dalla condivisione, mi aspetto che

anche tu sia disposto a condividere tempo,

talenti, competenze, informazioni e idee

con gli altri e per gli altri”.

L’idea è che la condivisione dà e non toglie,

che la rete siamo noi e non c’è alcuna

distinzione con la vita reale: è vita reale che

usa altri mezzi. Certo, fare networking non

significa essere dei ruffiani digitali, anzi...

si verrebbe smascherati in un secondo

(o, per meglio dire, in un tweet). Bisogna

farlo solo se piace davvero, perché per

avere il sostegno della “rete” essere sinceri

è una condizione imprescindibile: che

senso avrebbe chiedere sostegni, consigli,

supporto e pacche sulle spalle per cose (o

sentimenti) inesistenti?

Lo stile è quello di @Domitilla su Twitter:

il libro è una sua extendend-version

ragionata, un “director’s cut” con tutte

le scene tagliate e le fonti di ispirazione.

Lei, come sempre, è precisa (fino quasi

alla pignoleria), ordinata, determinata in

ogni riga ad insegnare qualcosa, alla fine ci

riesce. “Due gradi e mezzo di separazione”

è il libro per la generazione che ha scelto

di aprirsi alla rete, anzi, di essere rete.

DI FRANCESCO MARINO

WEB SOCIAL

foto by QGPhoto

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Page 66: Digitalic n26 tech for fashion

GIRLY TECH

LE MODE

del web

DI ELENA MORIONDO

DA RUZZLE A CANDY CRUSH, DA SECOND LIFE A BITSTRIPS, LE MODE SI SVILUPPANO, DILAGANO E PASSANO ANCHE NELL'AMBIENTE VIRTUALE. ALCUNI FENOMENI RESTANO, TANTI SONO METEORE DI CUI NON CI RICORDIAMO GIÀ PIÙ

ome la moda nell'abbigliamento, per

cui in una stagione ci si veste di blu

e in quella successiva di verde, anche

le mode digitali si diffondono e si

dimenticano altrettanto facilmente.

C'ERA UNA VOLTA UN ROMPICAPOCirca un anno fa non si faceva altro

che giocare a Ruzzle, il videogame

su dispositivo mobile creato da Mag

Interactive nel quale il giocatore

deve comporre il maggior numero

di parole possibile con un dato

insieme di lettere. In ogni angolo di

strada, su ogni sedile dei mezzi di

trasporto e in ogni casa erano in atto

agguerrite sfide all'ultima lettera

per proclamarsi campioni di Ruzzle;

l'applicazione ha raggiunto quasi 10

milioni di utenti. Ora, per la maggior

parte delle persone, il rompicapo

giace dimenticato in qualche remota

schermata dello smartphone.

CARAMELLE IN RETEIn questo momento le parole

sembrano avere lasciato il posto alle

caramelle: tra i giochi più in voga

troviamo infatti Candy Crush Saga,

in cui ci si diverte spostando con il

dito caramelle gommose, gelatine,

cioccolatini e ogni genere di leccornia

degna della casa di Hansel e Gretel.

Livello dopo livello, nel gioco lanciato

dalla multinazionale dei casual games

King.com, si esplora un mondo

fantastico popolato di montagne di

cioccolato, laghi di limonata e città di

caramelle.

Le statistiche parlano di oltre 500

miliardi di download nel mondo

(e non mi sembra così strano dal

momento che io l'ho scaricato su due

diversi device), di cui 100 milioni su

Facebook. Il segreto del gioco,

ideato dall'italiano di nascita

ma londinese d'adozione

Riccardo Zacconi, sembra

essere la forte dipendenza che crea,

con i suoi ben 550 livelli.

LA DIFFUSIONE DELLA MODAI giochi, anche quelli virtuali, si

diffondono sulla base di meccanismi

sociali, per cui l'interesse aumenta

in modo direttamente proporzionale

al numero di persone che sono

coinvolte nell'attività ludica.

Il gioco diventa così un argomento di

discussione tra amici o un'occasione

per ostentare la propria abilità.

Queste dinamiche vengono accentuate

se i social network le alimentano, ad

esempio diventando un'arena in cui

confrontarsi all'interno del cerchio

delle proprie amicizie. Il ricambio

delle attività ludiche da social network

è però piuttosto dinamico: chi si

ricorda Pet Society, il gioco simil-

tamagotchi in cui bisognava prendersi

cura di un animaletto virtuale e

della sua casa, sono ancora meno di

quelli che si sono messi nei panni

del fattore di Farmville, seminando e

raccogliendo fragole e carote.

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Page 67: Digitalic n26 tech for fashion

Cammino sempre sollevata da terra - sia per i tac-chi sia perché ho la testa fra le nuvole - e adoro la tecnologia perché rende la vita più interessante.

Ho imparato a usare il computer da bambina, im-pallando diverse volte quello del papà, ma sono cresciuta facendo shopping con la mamma.

Così, da sempre, lotto perché quello tra tecno-logia e femminilità sia riconosciuto come un matrimonio felice.

LA METEORA SECOND LIFEUscendo dal mondo squisitamente "game",

questo tipo di dinamiche si estende a tutte

le attività di intrattenimento online. Si

pensi ad esempio alla meteora di Second

Life, il mondo virtuale che sembrava essere

la rivoluzione all'inizio degli anni 2000. Per

dare prova del senso della propria esistenza

era irrinunciabile crearsi un avatar in

questa realtà parallela, tanto che – per fare

un esempio – Irene Grandi vi girò il video

della sua hit "Bruci la città". (http://youtu.

be/1LHcmruxLAk)

Ora la piattaforma della californiana Linden

Lab è ancora attiva, ma chi ne sente più

parlare?

L'attenzione per la vita sociale on line da

qualche anno è totalmente catalizzata da

Facebook, il social network per eccellenza che

conta più di un miliardo di utenti al mondo

(sui 2,4 totali, stima di Royal Pingdom, 2013)

e circa 24 milioni di utenti registrati in Italia

(quasi la totalità dei 27,5 milioni di utenti

attivi stimati da Audiweb).

BITSTRIPS: L'ULTIMA TENDENZAL'ultima moda su Facebook è quella delle

vignette di Bitstrips, un'applicazione che

trasforma le persone in fumetti e permette

in pochi semplici passaggi di creare vignette

personalizzate.

La società di Toronto, fondata già nel 2007,

ha recentemente lanciato le applicazioni

Facebook e mobile, mossa strategica che ha

permesso di attivare molto rapidamente circa

30 milioni di utenti nel mondo basandosi

sull'idea di rendere la comunicazione online

più espressiva e aggiungervi parte della

ricchezza della comunicazione offline. In

poche parole, l'utente crea il suo avatar a sua

immagine e somiglianza, cerca una scenetta

tra quelle proposte, riempie i fumetti e

condivide la vignetta come preferisce.

Un passatempo molto divertente, almeno fino

a quando sarà di moda.

ANCHE GOOGLE È PRONTO PER LE STRIPSPare proprio il momento del fumetto: anche Google lancerà a breve un'applicazione per creare strips da condividere. Il brevetto, depositato circa 3 anni fa, per un singolare tempismo è stato accettato lo scorso 31 dicembre.

RISORSE_

GIOCARE NELLA FATTORIADai realizzatori di Candy Crush Saga, a gennaio 2014 è stato lanciato Farm Heroes Saga, gioco il cui obiettivo è raccogliere frutta e ortaggi per difenderli dal procione Rancid. Diventerà la nuova mania dell'anno? (Disponibile su App Store e Play Store).

COM'È NATO FACEBOOK?Le origini del social network per eccellenza, Facebook, sono raccontate nel film di David Fincher "The social network" del 2010. Da vedere per capire com'è nata e ha iniziato a diffondersi questa moda dilagante.

+

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Page 68: Digitalic n26 tech for fashion

SMARTPHONE

DI FRANCESCO MARINO

LA CASA DEL FUTURO SARÀ GOVERNATA DAL TELEFONINO, ANCHE PER QUESTO HAIER HA DECISO DI FARE IL GRANDE PASSO E PRESENTARE UN’ITERA GAMMA DI TABLET E SMARTPHONE PUNTANDO SULLA SUA CAPACITÀ (E VELOCITÀ) PRODUTTIVA

HAIEREntra nell’arena del mobile punta sulla velocità di realizzazione,

contando di far passare solo un mese

e mezzo tra l’ideazione e l’uscita nei

negozi di un nuovo modello. Il top

di gamma in questo momento è il

W867, con display da 5,5 pollici, chip

quad-core da 1.3 GHz, 1 GB di RAM e

4 GB per archiviare i dati, batteria da

2050 mAh, una fotocamera posteriore

da 8 megapixel con flash, una

frontale di tipo VGA e un insieme di

connessioni quali wi-fi, bluetooth e

GPS. Il terminale supporta due SIM.

Il sistema operativo è Android 4.2.

Anche nel mercato dei tablet Haier

propone una sua linea, che vede come

prodotti di punta i modelli unibody

in alluminio dallo spessore di 6,5

millimetri. Tutti i tablet hanno la

possibilità di telefonare. “Lo abbiamo

fatto non tanto perché pensiamo

che le persone vogliano usarlo al

posto del telefono, ma perché molte

applicazioni di comunicazione hanno

bisogno di questa funzione per essere

attivate”, ha spiegato Ligabue. Per i

telefoni la fascia di prezzo va da 99 ai

349 euro. L’assistenza sui prodotti è

stata affidata a Video Pacini (partner

Telecom e Vodafone) per garantire

agli utenti un risposta efficace per gli

eventuali problemi tecnici.

Inizialmente i prodotti Haier Mobile

saranno distribuiti solo sul mercato

libero, non in abbinamento con le

offerte degli operatori telefonici.

Haier entra nel mondo del mobile.

La multinazionale cinese da 70.000

dipendenti è già presente nel mercato

europeo con gli elettrodomestici e le

Tv. “Siamo una delle poche aziende

multi- prodotto – ha detto Enrico

Ligabue, market director di Haier

Italia – simile alle grandi coreane,

non per niente al CES di Las Vegas

abbiamo presentato un Oled curvo e

un televisore con sistema operativo

Android”. Il fatturato, in crescita

del 15%, è arrivato a 29,5 miliardi

di dollari. Anche l’Italia fa la sua

parte nel grande panorama della

multinazionale: Haier Italia fattura 85

milioni di euro e nel 2014 l’obiettivo

sono i 100 milioni (+14%). I cinesi

amano il nostro Paese e hanno deciso

di investirvi

anche con

una fabbrica

di frigoriferi

combinati in

provincia di

Padova. La

grande novità è l’ingresso di Haier nel

mondo del mobile con una linea di

smartphone e Pad. La scelta di entrare

oggi in quest’arena affollata è dovuta

alla visione di uno sviluppo digitale

della vita quotidiana: secondo Haier,

infatti, tutti gli elettrodomestici

saranno sempre più connessi in rete

e gestiti tramite cellulare, dunque per

essere presenti nelle case (e nelle vite)

di domani era necessario aggiungere

alla propria offerta il “centro di

comando”, ovvero lo smartphone.

Nella linea mobile saranno presenti

solo prodotti Android e touch con

schermi da 4 a 6 pollici, tutti dual

Sim, tra cui alcuni saranno dotati di

processore a 4 core, fotocamera da

13 megapixel e display retina. Haier

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VoIP

DI LUCA BASTIA

WILDIX, SOCIETÀ TRENTINA SPECIALIZZATA IN PRODOTTI VOICE OVER IP E SOLUZIONI DI COMUNICAZIONE UNIFICATA, IN OCCASIONE DELLA CONVENTION ANNUALE CON CLIENTI E PARTNER HA PRESENTATO GLI OTTIMI RISULTATI DEL 2013, LE NOVITÀ DI PRODOTTO E LA PROPRIA STRATEGIA EVOLUTIVA

WILDIXLa voce dell’Europa

così di creare un access point che

spazia fino a 3mila mq. Infine, grazie

a un accordo con DigiTel, operatore

di fonia, Wildix svilupperà una rete

di comunicazione che permetterà,

a prezzi concorrenziali, di fornire

un’ottima connettività per le imprese.

Per quanto riguarda gli aspetti

commerciali, come ha sottolineato

Cristiano Bellumat, direttore

commerciale di Wildix, “abbiamo

varato una strategia che si svilupperà

nei prossimi tre anni: prima di

tutto l’incremento del mercato

estero; in secondo luogo una

focalizzazione sulla Communication-

Enabled Business Process (CEBP),

cioè l’integrazione tra business

communications, le funzioni di

contact center e i processi di business;

il terzo punto riguarda il cloud, e

non va dimenticato da ultimo il

grande impegno che mettiamo nella

formazione”. Nasce infatti in questi

giorni la Wildix Academy, una

business unit che ha l’obiettivo di

trasmettere nuovi contenuti al canale

di vendita, formandolo dal punto di

vista commerciale, tecnologico e di

marketing, “in modo che i partner

possano proporre servizi a valore

aggiunto alla

propria clientela.

Un’esperienza che

vogliamo replicare

anche all’estero”,

ha concluso

Moreno Perticaroli,

channel manager di

Wildix.

vo

a

La convention Wildix dedicata

ai partner svoltasi a Milano è

stata l’occasione per incontrare

il management della società, che

ha illustrato i propri successi e la

strategia attuale e futura.

Stefano Osler, amministratore

delegato, si è detto soddisfatto dei

risultati ottenuti nel 2013, “che hanno

visto un incremento di fatturato

del 30% e il consolidamento della

filiale francese, che ha ottenuto una

crescita del 107%”. All’estero la corsa

di Wildix non si ferma qui: è stata

appena aperta una filiale a Monaco di

Baviera, in Germania, e i primi passi

sono stati fatti anche in Svizzera,

Bulgaria, Russia, Ucraina e Moldavia.

L’obiettivo 2014 è il consolidamento

nei mercati esteri e il processo di

integrazione

tra Tlc e

informatica.

“Un altro

punto

strategico è

l’offerta in ambito cloud, per il quale

presenteremo una soluzione ibrida”.

Durante la convention è stata

annunciata la nuova release (3.40) del

software principe dell’offerta Wildix,

il WMS, con diverse innovazioni,

così come la nuova versione di

Kite, la soluzione WebRTC che

consente di condividere documenti

e il desktop con utenti remoti che si

connettono dal web. In ambito wi-fi,

inoltre, Wildix

presenta una

soluzione con

prestazioni

uniche,

eliminando

la necessità

di roaming e

permettendo

Wildix svilupperà una rete di comunicazione che permetterà, a prezzi concorrenziali, di fornire un’ottima connettività per le imprese.

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Page 72: Digitalic n26 tech for fashion

SERVIZI

DI LUCA MIRANI

IL NUMERO DUE DEL MONDO, SATORU HAYASHI, DISEGNA IL FUTURO DELLA SOCIETÀ CHE PUNTA SEMPRE DI PIÙ SU CLOUD, MOBILE,BIG DATA E SOCIAL

FUJITSU IT FUTURESei passi per cambiare

anni di vita e un fatturato vicino ai

50 miliardi di dollari, che occupa

la quarta posizione mondiale

nell’ambito dei servizi alle spalle di

IBM, HP e Accenture.

Proprio quello dei servizi, soprattutto

orientati al cloud, è il focus principale

della trasformazione in atto

nell'azienda.

“Se a livello globale la percentuale

del nostro fatturato è equamente

divisa tra hardware e servizi, nell’area

europea stiamo operando per far

crescere questi ultimi puntando in

primo luogo sul cloud, grazie anche

alla nostra capacità di erogare servizi

IT su scala realmente mondiale”, ha

sottolineato Hayashi.

Il dirigente, poi, non ha mancato

di precisare che “l’area prodotti è

tuttora molto importante per noi

e non abbiamo alcuna intenzione

di metterla in secondo piano”,

ricordando anche che i server

Primergy e i desktop continuano

a essere prodotti ad Augsburg in

Germania, “unica società in assoluto

a produrre in Europa”.

Infine, un altro ambito di interesse è

quello dei servizi all’avanguardia.

Un esempio tra i tanti, citato con

orgoglio da Hayashi, è quello della

tecnologia Palm Secure, che utilizza

l’impronta delle vene del palmo

della mano per autenticare gli utenti

in maniera univoca, con maggiore

sicurezza rispetto all’impronta

digitale.

Questa tecnologia è già impiegata in

Italia dal colosso chimico Solvay per

la gestione dei magazzini ed è oggetto

di una sperimentazione da parte di

Unicredit per la realizzazione di un

nuovo tipo di sistema di pagamento

biometrico touchless, con il nome in

codice di Papillon.

È l’ora della “human centric

intelligent society”, in una

trasformazione che coinvolge le

quattro forze principali di oggi:

cloud, mobile, big data e social.

Lo ha sottolineato Federico Francini,

presidente e amministratore delegato

di Fujitsu Italia, nel suo keynote alla

tappa italiana dell’evento Fujitsu IT

Future. Ma come tradurre in termini

concreti le opportunità offerte dalla

convergenza tra queste quattro forze?

Secondo il numero uno di Fujitsu in

Italia, sono sei gli step fondamentali

per costruire una nuova infrastruttura

IT o per modernizzarne una esistente.

“In primo luogo, è opportuno

verificare se nel cloud c’è già ciò che

serve – ha spiegato Francini –, mentre

il secondo passo richiede che si operi

uno shift dal tradizionale approccio

ai dati, che talvolta vede tuttora

prendere in considerazione solo quelli

strutturati, per rivolgere l’attenzione

anche ai sentiment, alle tendenze e

alle analisi predittive. Come terzo

passo è necessario condividere le

attività con altri attori del proprio

settore: anche se può sembrare strano

in epoca di forte concorrenza, bisogna

tenere presente quali tecnologie

utilizza chi

fa parte

del nostro

settore,

perché nel

mondo di oggi nessuno può più

considerarsi una enclave”.

Il quarto passo è quasi scontato,

visto che utilizzare tutte le

tecnologie ‘mobile’ è assolutamente

irrinunciabile, “ma mobile significa

anche BYOD e tutti gli altri paradigmi

a corollario – fa notare Francini –.

Ciò ci introduce a quello che è il

quinto passo, ovvero la necessità

di utilizzare la tecnologia per

coinvolgere sempre di più i clienti,

con interazioni quotidiane anche

tramite mobile. Infine, il sesto

passo racchiude in sé tutto quanto

abbiamo visto finora: per cogliere

le opportunità offerte dalla

trasformazione in atto bisogna avere

notevoli capacità di gestire un mix di

servizi sempre più complesso”.

STRATEGIE FUTUREAll’evento IT Future 2013 è

intervenuto anche Satoru Hayashi,

executive vice chairman of the

board di Fujitsu, dal quale abbiamo

avuto l’opportunità di avere qualche

informazione di prima mano sulle

strategie della società.

Erede di tradizioni gloriose, Fujitsu

è oggi un colosso globale con 75

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Page 73: Digitalic n26 tech for fashion

è una moderna azienda che opera nel merca o delle ar i ra che da ol re anni

Lo scopo di Graf3 è fornire alla propria clientela la più ampia gamma di soluzioni possibili per la comunicazione, mettendo al servizio del cliente le proprie conoscenze e tecnologie di ultima generazione, fornendogli un “SERVIZIO COMPLETO

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Page 74: Digitalic n26 tech for fashion

MANIFESTAZIONI

DI FRANCESCO MARINO

OLTRE 140MILA VISITATORI E I MARCHI PIÙ PRESTIGIOSI, MA ANCHE LE AZIENDE PIÙ INNOVATIVE, PROTAGONISTI DELLA KERMESSE. MOTOR BIKE EXPO FONDA IL SUO SUCCESSO SU BASI SOLIDE ED È UN ESEMPIO A CUI SI PUÒ GUARDARE PER CAPIRE COME DOVREBBE ESSERE UNA FIERA, MA NON SOLO

TRE COSEche si possono impararedal Motor Bike Expo chiesto ai propri clienti di disegnare la

tuta da moto del futuro. La creatività

e le soluzioni innovative che ne sono

scaturite sono state molto interessanti

e le persone sono state chiamate a

dire la loro sul cuore dell’attività

dell’azienda. Un’idea coraggiosa, ma

quanti chiederebbero ai clienti di

progettare il “core business” aziendale

del futuro? Se si vuole davvero

coinvolgere le persone e le aziende,

bisogna innanzitutto mettersi in

gioco; non basta uno slogan per fare

un concorso che fidelizzi davvero,

ma occorre offrire la possibilità di

incidere.

3) Il prodotto (e quello che fa) attirano le persone.Al Motor Bike Expo c’era la coda

non solo davanti ai modelli più

interessanti e alle novità, ma anche ai

grandi classici su due ruote, così come

erano affollate le gare all’aperto e le

dimostrazioni. Il motivo è semplice:

alle esposizioni la gente vuol vedere il

prodotto e possibilmente osservarlo

all’opera, per capire com'è e cosa

fa. Questo vale per le fiere di ogni

settore e il motivo è semplice. Ogni

azienda è sul mercato per qualche

buona ragione, che è riassunta nei

prodotti o nelle soluzioni che realizza.

Quindi vale sempre la pena mostrare

quello che si fa, che sia una moto, un

hardware o un software.

Anche quest’anno il Motor Bike

Expo supera se stesso. Paola Somma

e Francesco Agnoletto, che guidano

la manifestazione, festeggiano i

vent’anni di attività, iniziata con il

“Chopper & Custom Show” nel 1995.

Nell’edizione 2014 dell’Expo i

visitatori sono stati oltre 140.000,

sgretolando tutti i precedenti record

di presenze. È un appuntamento

irrinunciabile per gli appassionati

di moto e tecnologia, ma anche una

fiera di successo (non a caso l’ente

Veronafiere ne possiede il 50%) che ha

almeno 3 cose da insegnare a tutti.

1) Non bisogna necessariamente costruire il motore per fare una moto. Ovvero fare tutto in casa non

è sempre la

scelta giusta.

Il Motor

Bike Expo

era pieno

di moto

straordinarie

realizzate sulla base di modelli di

marche famose, che però non avevano

nulla in comune con l'originale.

E non si trattava di pezzi unici, di

esercizi di stile, ma di vere e proprie

linee di prodotto. Allo stesso modo

non è necessario produrre il software

gestionale per creare intorno una

soluzione completamente diversa.

Vale ancora di più per il cloud: non

serve realizzare il proprio piccolo

data center per creare servizi

innovativi, magari utilizzando il

cloud (e gli investimenti) di altri.

2) Si possono coinvolgere i clienti in modo innovativo (e produttivo).Una delle attività più coinvolgenti è

stata il concorso di Gimoto, che ha

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Page 75: Digitalic n26 tech for fashion

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PZERO

Pirelli reinterpreta la sua anima di gomma e la tradizione

delle corse declinandola in PZero, una delle griffe di

successo nel nostro prêt-à-porter. Per spiegarvi, il prossimo

autunno-inverno 2014-2015 (perché, si sa, il fashion system

è sempre avanti) vedrà disponibili calzature le cui suole

sono fatte con le mescole del pneumatico invernale Pirelli,

progettate trasferendo il disegno e le caratteristiche del

battistrada sulla suola, per un’ottima tenuta in caso di

maltempo e dedicate sia all’uomo che alla donna “very

urban style”. Con la differenza che noi non dovremo far

controllare la convergenza come le auto. Scherzi a parte,

abbiamo chiesto ad Antonio Gallo, responsabile della

comunicazione di PZero, di raccontarci i segreti della

tecnologia applicata ai prodotti.

L’abbiamo incontrato nell’elegante flagship store di corso

Venezia a Milano, 1.500 metri quadrati di spazio dove

tutte le collezioni e i progetti speciali sono esposti tra

pezzi iconici su due e quattro ruote e video wall della

Formula 1.

DI BARBARE SILBE

TUTTA LE TECNOLOGIA DELLE CORSE, L’ESPERIENZA SU STRADA, IL DESIGN E IL GLAMOUR IN UNA SCARPA. È LA SFIDA HIGH-TECH DI UN BRAND DEL FASHION CHE TORNA ALLE SUE RADICI, QUANDO FACEVA IMPERMEABILI PRIMA DEI PNEUMATICI

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Page 77: Digitalic n26 tech for fashion

INNOVAZIONE

AVETE TRASFERITO LA TECNOLOGIA DEI PNEUMATICI ALLE SUOLE DELLE SCARPE PZERO E ALL’ABBIGLIAMENTO. CON QUALI VANTAGGI?PZero si avvale da sempre della collaborazione di

ingegneri del dipartimento di ricerca e sviluppo di Pirelli.

Sulle suole invernali lo studio delle mescole permette

la tenuta su fondi ghiacciati e bagnati, per garantire un

grip elevato sui percorsi urbani e conferire comfort nella

camminata e altissime performance. Per quanto riguarda

l’abbigliamento, la collaborazione con i dipartimenti di

ricerca e sviluppo garantisce la massima impermeabilità ai

capi anche in condizioni estreme con l’ausilio di materiali

iper-tecnologici.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE PIÙ IMPORTANTI? QUALI I MATERIALI USATI?Numerose accortezze sono studiate dai nostri ingegneri

e dai disegnatori di battistrada per garantire il massimo

grip e drenaggio dell’acqua. La sostanza maggiormente

utilizzata è la gomma, lavorata abbinandola a materiali

e pellami più pregiati come il vitello pieno fiore, la nappa

e la crosta.

QUANTO CONTA IL DESIGN E QUANTO IL COMFORT?Contano entrambi allo stesso modo.

CHE MACCHINARI SERVONO PER PRODURRE LE SCARPE?Per quanto riguarda le sneaker vulcanizzate, in particolare

la sneaker New Volley, i processi e i macchinari sono

diversi e complessi. La tomaia viene montata su forme di

metallo a cui viene applicato il fondo; a mano si applica

poi un foxing di gomma attorno a tutta la superficie

laterale della calzatura. Dopo varie pressature per far

aderire il foxing e la suola, entrambi in gomma, le tomaie

ancora montate sulle forme vengono messe in un forno

dove avviene il processo di vulcanizzazione, cioè la gomma

aderisce attorno alla tomaia. I modelli di metallo sono

necessari perché nel

forno si riscaldano

meglio di quelli in

plastica, facendo

aderire perfettamente

la tomaia alla gomma

esterna. A questo

punto, tolte dalle forme

le tomaie passano

al finissaggio. La

tomaia dei “Sottozero

boots”, invece, viene

montata su una forma

in plastica sotto cui

è stato inchiodato

un “soletto” rigido

con un macchinario

chiamato premonta.

Dopo il montaggio

totale (punta e

tallone), dove durante

il processo vengono

messi dei collanti,

avviene la grattatura

della tomaia rimasta

sotto la forma per

spianare e rendere

liscia la superficie

intera, sulla quale

verrà incollata la

suola. Infine la

tomaia, ancora in

forma con suola

incollata, passa sotto

delle presse per fare

in modo che la suola

attacchi bene. Alla fine di questo processo la calzatura

passa dentro un forno, quindi la forma viene tolta e la

calzatura inizia a ricevere i vari passaggi di finitura. Nel

caso della variante martellata vengono applicate delle

creme con spazzole morbide per la lucidatura, e lo stesso

vale per la versione in vitello pieno fiore liscio.

CHI COMPRA I VOSTRI CAPI?I nostri clienti sono persone interessate a capi senza

stagione, non legati alla moda ma con un comune

denominatore: casual con dettagli tecnologici e

performanti.

DA QUANDO ESISTE PZERO E DA COSA NASCE IL NOME?Nasce nel 2002, quando venne lanciato un progetto

con un’anima sperimentale e hi-tech e con un nuovo

marchio, dove la lunga P diventò una P dalle proporzioni

aerodinamiche decorata da un piccolo zero: il progetto

PZero. Nel 1877 (anno di fondazione dell’azienda) vi erano

scarpe, stivali, borse, impermeabili, soprabiti, cappotti

realizzati in un allora sconosciuto caucciù.

Oggi il progetto ha un’anima nuova, sperimentale, ad alta

tecnologia. Da una ricerca di marketing era emerso che il

marchio Pirelli era glamour, sexy e fashion.

E questo appeal era stato dato al brand proprio dal mitico

calendario. Per questo motivo si è deciso di dare il via a un

progetto di industrial design che ha fatto da apripista per

una serie di avventure molto simili.

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Page 78: Digitalic n26 tech for fashion

FASHION IT

APPLE ASSUME L’EX CEO DI YVES SAINT LAURENT, UN ALTRO SEGNO DI COME MODA E TECNOLOGIA LAVORINO INSIEME. LO CONFERMANO I NUMEROSI STILISTI E MARCHI DI ALTA GAMMA CHE QUOTIDIANAMENTE SI CIMENTANO NELLA CREAZIONE DI COLLEZIONI O LIMITED EDITION TECNOLOGICHE RIGOROSAMENTE GRIFFATE

T F

decorato borse e accessori hi-tech con

fantasie pop. Nel 2013, la linea Marc

by Marc Jacobs si è distinta per il suo

essere giovane e irriverente, dal design

chic ma allo stesso tempo ironico,

ricco di dettagli colorati, tra animali

e sagome che sembravano provenire

dall'universo dei comics.

Anche Moschino ha scelto di

firmare accessori per smartphone,

in particolare lanciando cover per

iPhone riconoscibili a colpo d’occhio,

ormai diventate vere e proprie icone

da collezione. Si tratta infatti di

cover a forma di animali dotati di

nomi e personalità ben definite: dopo

l’Orsetto Gennarino e l’Oca Luisa,

Moschino ha presentato Violetta ed

Agostino, rispettivamente un coniglio

e un panda.

Numerose custodie sono state firmate

anche da Yves Saint Laurent, alcune

ornate di strass e brillantini, altre

in versione più rock, per gli amanti

dell’audace fascino delle borchie.

Byblos Milano, maison di pret à

porter di lusso, ha invece creato

una speciale limited edition per una

cover per iPhone caratterizzata da un

design semplice e da colori essenziali,

bianco o nero. La cover si arricchisce

di carattere grazie a un tema

arabescato a contrasto che produce

una tela grafica di appeal, sulla quale

spicca il logo della maison.

I parallelismi tra le tendenze in atto

nel mondo della moda e del lusso e

quelle che sottendono il mercato della

tecnologia a volte sono volutamente

evidenti. Il senso estetico sposa le

performance tecniche catturando

l’attenzione di fashion addicted

e appassionati.

Non è un caso che recentemente

Apple abbia inserito nel suo team

Paul Deneve, ex Ceo della casa di

moda francese Yves Saint Laurent,

che ha assunto il compito di seguire

alcuni progetti speciali: una conferma

di come “la mela” voglia continuare

a dettare stile e tendenze in fatto

di estetica e design. Deneve non

è l'unico del settore della moda

a essere nel team di Apple: nel

board di Cupertino si trova infatti

Mickey Drexler,

presidente e

amministratore

delegato del

gruppo di scarpe

e abbigliamento

J Crew. Lo stesso Tim Cook, Ceo di

Apple, è anche nel board di Nike.

Era stata Apple, già nel 2009, ad avere

l’idea di associare il famoso marchio

di lusso Swarovski e il cantante

britannico Elton John per lanciare

un’edizione limitata dell’iPod Nano,

decorato nella parte anteriore da

circa duecentocinquanta cristalli e

autografato sul retro.

Ci sono poi numerose case di

moda e stilisti che hanno lanciato

vere e proprie collezioni speciali,

soprattutto nell’ambito degli accessori

per smartphone e tablet. Elemento

comune a tutte è la “firma” del brand,

ben visibile e riconoscibile.

È il caso di Marc Jacobs, lo stilista

americano che ha firmato per anni

le collezioni Louis Vuitton, che ha

DI CECILIA CANTADORE

LA TECNOLOGIA SI FIRMA

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Page 80: Digitalic n26 tech for fashion

GEOGRAFIA

T F

CONVERSE#39.536.258

VICTORIA’S SECRET#24.100.282

NIKE FOOTBALL#21.754.184

ADIDAS ORIGINALS#22.694.911

LEVI’S#21.079.254 ZARA

#20.221.254

H&M#17.656.444

ADIDAS FOOTBALL#16.897.669

BURBERRY#16.891.382

NIKE#16.500.860

LOUIS VUITTON#16.185.542

ADIDAS#15.392.650

VICTORIA’S SECRET PINK#13.887.869

VANS#13.007.380

DIOR#12.841.286

LVMH#164.556

H&M#156.237

LOUIS VUITTON#147.658

ADIDAS #136.131

CHANEL#131.719

80 ||

F A C E B O O K1 . 1 9 M I L I A R D I

D I U T E N T I

L I N K E D I N2 5 9 M I L I O N I

D I U T E N T I

Page 81: Digitalic n26 tech for fashion

DC SHOES#318.570.218

DIOR#103.211.364

STOPROCENT TV #77.651.447

LOIUS VUITTON #67.646.702

VICTORIA’S SECRET#66.602.782

ADIDAS FOOTBALL#65.392.989

NIKE#55.010.566

NIKE FOOTBALL#50.190.216

REDWOLF AIRSOFT#48.941.633

PACO#46.175.641

H&M#3.552.025

R

BURBERRY#3.231.098

HUGO BOSS#2.623.874

LACOSTE#1.854.823

DIOR#1.324.956

VERSACE#1.512.140

CHANEL#1.324.956

ARMANI#1.002.219

DIESEL#789.888

DIOR#4.256.686

CHANEL#4.102.604

VICTORIA’S SECRET#3.496.122

Fo

nti

: Ali

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So

cial

Bak

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|| 81

Social, ultima frontiera. Nel loro

viaggio verso il cuore (e gli acquisti)

dei consumatori, i marchi della moda

si sono gettati nel mondo dei social

media. L’obiettivo è diffondere la

conoscenza del marchio e dei prodotti,

ma soprattutto costruire una relazione

duratura con i clienti e i fan. I brand

fashion sono tra i più amati online

e possono beneficiare dell’aura di

prestigio che li circonda. Hanno anche

a disposizione molti contenuti, foto

e video da poter condividere. È un

panorama in divenire, come un mondo

con i continenti ancora alla deriva, in

formazione. Sono pochi i marchi che

dominano in tutti i social network.

Nell'infografica il numero di utenti

che seguono i brand fashion nei vari

social. Per Youtube sono indicate le

visualizzazioni dei video.

I L M O N D O S O C I A LD E I B R A N D F A S H I O NDI FRANCESCO MARINO

Y O U T U B E1 M I L I A R D O

D I U T E N T I

G O O G L E +5 4 0 M I L I O N I

D I U T E N T I

T W I T T E R2 3 2 M I L I O N I

D I U T E N T I

Page 82: Digitalic n26 tech for fashion

RETRÒ

DI FRANCESCO MARINO

IL PRIMO SMARTWATCH ERA

IN SOLI 43 GRAMMI OSPITAVA FUNZIONI ALL’AVANGUARDIA. 14 ANNI FA PASSÒ INOSSERVATO, MA LEGGENDO OGGI LE SPECIFICHE E LE FUNZIONALITÀ OFFERTE CI SI ACCORGE CHE WATCHPAD ERA UN PRODIGIO CHE ANTICIPAVA I TEMPI

Ha ben 14 anni il primo

smartwatch, anche se chiamarlo così

è riduttivo. Era infatti qualcosa di più

il WatchPad, un computer da polso

dotato del sistema operativo Linux e

realizzato da IBM con Citizen. L’idea

era già tutta lì: nella descrizione del

prodotto, che risale al 2000, si legge

che è possibile usarlo non solo come

dispositivo a sé stante, ma anche come

interfaccia per interagire con altri

strumenti come pc e telefoni cellulari.

Era dotato di bluetooth e addirittura

di un sensore per il riconoscimento

delle impronte digitali,

nonché di uno di quegli

accelerometri che, a

distanza di molti anni,

avrebbe equipaggiato gli

smartphone. La Ram era di 8 MB e

il processore, a 32 bit, viaggiava a 74

Mhz.

Il WatchPad poteva essere usato

come accesso sicuro al pc (tramite le

impronte digitali), telecomando per le

presentazioni Powerpoint, dispositivo

per la dettatura, strumento per i

pagamenti elettronici e anche per

controllare la posta elettronica senza

usare il pc e per il chek-in automatico

negli hotel. Insomma, molte delle

funzioni oggi presenti nei telefonini

e altre ancora all’avanguardia.

Linux82 ||

Page 83: Digitalic n26 tech for fashion

MODULO CONTINUO STAMPA ROTATIVA E PIANA STAMPA ETICHETTE CARTE VALORI

ERRE DI ESSE GRAFICA S.p.A.Sede di MerateVia delle Industrie 823807 Merate (LC)Tel. 039 990 22 95Fax 039 990 52 61Sito: www.errediesse.itE-mail: [email protected]

RDS WEBPRINTING S.r.l.Via Belvedere 4220862 Arcore (MB)Tel. 039 596 81 30Fax 039 596 81 31Sito: www.rdswebprinting.itE-mail: [email protected]

I.B.E. S.r.l.Industry Business EuropeanVia Campi 3523807 Merate (LC)Tel. 039 598 20 06Fax 039 927 03 68Sito: www.ibe-etichette.itE-mail: [email protected]

CISCRA S.p.A.Via S. Michele 3645020 Villanova del Ghebbo (RO)Tel. 0425 651 111Fax 0425 651 151Sito: www.ciscra.comE-mail: [email protected]

in equilibrio perfettocon le esigenze del mercato

Page 84: Digitalic n26 tech for fashion

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