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IL TEMA • LA MERAVIGLIA I castelli di Yale online VII, 2019, 1-2 pp. 19-46 ISSN: 2282-5460 ERMINIA ARDISSINO DAL MERAVIGLIOSO DI TASSO AL MAGICO DI BASILE ABSTRACT. The essay is an overview on the theory and use of wonder, marvel, and the marvellous in Italian literature from the end of 16 th c. to the middle of 17 th c. It starts with Torquato Tasso’s considerations in his Discorsi dell’arte po- etica e del poema eroico, where he connects the marvellous of the chivalric poems to the new trend for epic poems. The essay underlines the peculiarity and significance of Tasso’s use of “marvellous”, to which he ascribes a tras- cendental meaning. After a brief consideration of the marvellous as it appears in Galileo’s works, thanks to the surprises of new discoveries in astronomy, the essay presents the use of the marvellous in Baroc poetry, according to Marino, who theorizes on poetic wit, and in Baroque prose, according to Tesauro, who theorizes on wit in prose writing. Finally, it discusses the use of “marvellous” in Basile’s fairy tales, where the marvellous is totally detached from a super- natural meaning and becomes only a functional part of the narrative process. KEYWORDS. Renaissance Poetics, Baroque Poetics, Torquato Tasso, Wunder- kammern, Giambattista Marino, Emanuele Tesauro, Giambattista Basile, Fairy Tales. Le brevi considerazioni aristoteliche sulla meraviglia nel capitolo XXIV della Poetica sono il punto di partenza della ricca discussione che coinvolge critici e letterati in Italia alla fine del Cinquecento sul valore del meraviglioso per la poesia. Aristotele collega meraviglia e

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IL TEMA • LA MERAVIGLIA I castelli di Yale online

VII, 2019, 1-2 pp. 19-46

ISSN: 2282-5460

ERMINIA ARDISSINO

DAL MERAVIGLIOSO DI TASSO AL MAGICO DI BASILE

ABSTRACT.Theessay isanoverviewonthetheoryanduseofwonder,marvel,andthemarvellousinItalianliteraturefromtheendof16thc.tothemiddleof17thc.ItstartswithTorquatoTasso’sconsiderationsinhisDiscorsidell’artepo-etica e del poema eroico, where he connects themarvellous of the chivalricpoemstothenewtrendforepicpoems.Theessayunderlinesthepeculiarityand significance of Tasso’s use of “marvellous”, towhich he ascribes a tras-cendentalmeaning.AfterabriefconsiderationofthemarvellousasitappearsinGalileo’sworks,thankstothesurprisesofnewdiscoveriesinastronomy,theessaypresentstheuseofthemarvellousinBarocpoetry,accordingtoMarino,whotheorizesonpoeticwit,andinBaroqueprose,accordingtoTesauro,whotheorizesonwit inprosewriting. Finally, itdiscussestheuseof“marvellous”inBasile’s fairy tales,where themarvellous is totallydetached froma super-naturalmeaningandbecomesonlyafunctionalpartofthenarrativeprocess.

KEYWORDS. Renaissance Poetics, Baroque Poetics, Torquato Tasso, Wunder-kammern,GiambattistaMarino,EmanueleTesauro,GiambattistaBasile,FairyTales.

Le brevi considerazioni aristoteliche sulla meraviglia nel capitoloXXIVdellaPoetica sono ilpuntodipartenzadella riccadiscussionechecoinvolgecriticieletteratiinItaliaallafinedelCinquecentosulvaloredelmeravigliosoperlapoesia.Aristotelecollegameravigliae

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attoletterarionellasuaPoetica,quando,parlandodelpoemaepicoedellatragedia,asseriscechetrailoroelementicostitutivi«sideveintrodurreilmeraviglioso»echeinparticolarenellapoesianarrativa«questaspeciedimeravigliosoèpiacevole»1.NelpensierodiAristo-teleèmoltochiaralanecessitàdellameravigliaperl’epica,ancheserisoltainpochiaccennisulruolodell’irrazionaleinrapportoalvero-simile2.

Ma non dalle pronunce dei commentatori, Robortello, Piccolo-mini,Castelvetro,MaggieVettori,venneinrealtàlapiùnuovaein-trigante discussione sul ruolo dellameraviglia nella poesia rinasci-mentale e sulla sua forza gnoseologica,ma dalla riflessione, stret-tamentelegataallapratica,diTorquatoTassocheponelebasiteo-richedelsuousonell’epica.Infatti,nelsuopiccolomadecisivotrat-tatocompostointornoal1562epoiintitolatoDiscorsidell’artepoe-tica, l’autore discute della natura del poema epico o eroico, della«materia»dicuisicompone,delmododi«disporla»e«formarla»edel«vestirla»,ovverodell’elocuzioneconcuièespressa.

ÈungiovanissimoTasso,appenadiciottenne,quellochecompo-ne questo trattato, che pubblicò solo molto più tardi, nel 1587,quando fupronta ancheuna versione arricchita sugli stessi temi, iDiscorsidelpoemaeroico.Quellochesorprendedellascritturagio-vanileèlaluciditàelachiarezzaconcuisonoindividuatiiproblemilegatiaungenerenuovoperlastorialetterariaitaliana,perché,seimoltipoemicavallereschi,inclusoquellodell’Ariosto,siapprossima-vano al poemaepico, poiché assumevano comepersonaggiOrlan-do, CarloMagno, i paladini di Francia come nellaChanson de Ro-land,nonreggevanoilconfrontoconl’epicaclassica. Ilsolopoemadavveroepico,L’ItalialiberatadaiGotidelTrissino,editonel1547,cheproclamavailrispettoditutteleregolearistoteliche,erarisulta-toimmediatamenteunfallimentoetaleparevaancheagliocchidelgiovaneTasso.

Questi,cheallorafrequentavaicorsidell’UniversitàdiPadovaediBolognaeinsiemelacasadelteoricoSperoneSperoni,sieragiàimpegnatonella scritturaepicaconquelloche risulterà il giovanile

1ARISTOTELE,Poetica, trad. it.diA.PlebeeM.Valmigli,Bari,Laterza,1984,

1460a.AristoteleaffrontailproblemadelmeravigliosocomeoriginedelsapereancheinID.,Metafisica,trad.it.diA.Russo,Bari,Laterza,1990,p.6,982b-983.

2ID.,Poetica,cit.,1461b.

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Gierusalemme, che però sospese dopo la composizione di appenatrecanti,optandoperilpoemacavalleresco,IlRinaldo,chepubblicògiànel1562.Nellaprosagiovanile,cherestaunautenticocapolavo-rodiacumeteorico,unodeicapitolipiùnuovierilevantidellemoltepaginedipoeticherinascimentalièproprioquelloriguardanteilme-raviglioso.Tassononderivalesueriflessioniinprimaistanzadadi-scorsi teorici di poetica, ma riflette sugli elementi compositivi deipoemi cavallereschi e dei poemi epici e, riguardo all’invenzione,apreunaparentesi sugliepisodimagici chesfruttano le risorsedelmeraviglioso.Daunapartesalvalafedeltàalleregolearistoteliche,dall’altraaccogliedallatradizionedeipoemicavallereschilacapacitàdifarpresasuunlargopubblicoadattandoleinvenzionipiùdilette-volialleregoledelverisimilesullequalisidevemodellare,asuoav-viso,ilpoemaepico.

Nel discorso primo, relativo alla materia del poema, stabilisceche l’argomento «deve esser tolto da l’istorie». Per Tasso, non èpossibile fingere interamente un’azione epica, «perché dovendol’epicocercareinogniparteilverisimile[…],nonèverisimilech’unaazione illustre, quali sono quelle del poema eroico, non sia statascrittaepassataallamemoriade’postericon l’aiutod’alcuna isto-ria»3.Mailpoetanonèunostorico,infattihadallasualapossibilitàdiinventaredelleazioni,benchésiatenutoalla«sembianzadiveri-tà» con cui non solodevepersuadere i lettori che le cose trattatesono vere, ma deve persino «sottoporle in guisa a i lor sensi checredanonondi leggerlemadiesserpresentiedivederleediudir-le»4. Proprio relativamente alla scelta delle sue storie Tasso faemergereilproblemadelmeraviglioso,che,asuoavviso,èunele-mentoessenzialepercrearequeldilettocherendeamabileepiace-voleunpoema,cheaffascinaillettorenonsolointendente,maan-cheillargopubblico.

Pocodilettevoleèveramentequelpoemachenonhasecoquellema-raviglie che tanto muovono non solo l’animo degli ignoranti, ma de’giudiziosiancora:parlodiquellianelli,diquelliscudi incantati,dique’corsierivolanti,diquellenaviconverseinninfe,diquellelarvechefra’

3T. TASSO,Discorsi dell’arte poetica e del poema eroico, a c. di L. Poma,

Torino-Napoli-Milano, Einaudi-Ricciardi, 1977, p. 5. Tutte le citazioni dai dueDiscorsisonotrattedaquestaedizione.

4Ibid.

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combattentisitramettonoed’altrecosesìfatte:dellequaliquasidisa-pori,devegiudiziososcrittorecondireilsuopoema,perchéconessein-vitaedallettailgustodegliuominivolgari,nonsolosenzafastidio,maconsoddisfazioneancorade’piùintendenti5.Sebbene «verisimile» e «maraviglioso» siano, come sottolinea

Tasso,«diversissimi»,l’artedi«eccellentepoeta»èquellacheliac-coppia.Equestoèstatofattoingeneredaipoeti,maciòcheegliri-vendicasudi séè lanovitàdella teorizzazioneedelladissoluzionedel nodo della combinazione tra le due nature della poesia epica.Tasso rifiuta le proposte fatte prima di lui di temperarli l’uno conl’altro,perchéeglimiraaunasoluzione rispettosadellanecessariaverosimiglianza, che deriva dalla natura mimetica del poema, purricorrendoalmeraviglioso.Un’azionediquestotipopuòessere,se-condoTasso,«verosimile»e«maravigliosa»insieme.Lapropostafapernopropriosullaqualitànonfittiziaenonfantasticadelmeravi-glioso,equindi sullasuanatura rivelatricediunadimensionealtradalreale,cheproprioperquestononmancadiesserevera.SitrattadelladimensionesoprannaturalediqueimiracolicheappartengonoallareligioneechehannolanaturadiveritàperchésuffragatidallafedeedallaRivelazione:

Attribuisca il poetaalcuneoperazioni, chedi gran lungaeccedono ilpoterdegliuomini,aDio,agliAngiolisuoi,a’demoni,oacoloroa’qua-lidaDiooda’demonièconcessaquestapodestà,qualisono isanti, imaghi e le fate. Queste opere, se per se stesse saranno considerate,maraviglioseparranno;anzimiracoli sonochiamatidal comuneusodiparlare. […]Puòesserdunqueunamedesimaazioneemaravigliosaeverisimile:maravigliosa,riguardandola insestessaecirconscrittaden-tro a i termini naturali; verisimile considerandoladivisadaquesti ter-mininellasuacagione,laqualeèunavirtùsoprannaturale,potenteedavvezzaadoperarsimilimaraviglie6.

La«maraviglia»dunquenasce,secondoTasso,dalnonsaperri-condurreneiterminideirapportidicausaeffettocomuniun’azione,cheperciòapparesorprendente,maalcontempogiustificata,seri-condottaallecauseultimedicuièmanifestazione.Nonèlascienzaagiustificarla,malareligioneche«sièbevutanellefasceinsiemeco

5Ivi,p.7.6Ivi,pp.9-10.

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‘llatte»echeè«confermatadaimaestridelanostrasantafede»7.Lareligionecredutaperverapuògiustificare l’inverosimile,purchéstia entro i suoi termini. Tasso evidenzia come gli antichi abbianocreduto alle invenzioni dei poeti che facevano intervenire gli Deinelleazionidegliuominiper la loropur«vana religione».Diqui lanecessitàperilpoetadeisuoitempidiscegliereperlesueinvenzio-nilestoriedireligionecristiana,perchélealtrenonpossonopiùes-serecredibili.Se lasceltacadesudiuna«religionetenuta falsadanoi»,allorasaràimpeditoproprioilricorsoalmeraviglioso,poichéilmeravigliosodipendedall’interventodellepotenzedivinee,seque-stepotenzenonsonocredibili,neppureilmeravigliososaràpossibi-le. Egli afferma decisamente: «E quanto quelmeraviglioso (se purmeritatalnome)cheportansecoiGioviegliApollieglialtrinumide’Gentilisianonsololontanodaogniverisimile,mafreddoedin-sipidoedinissunavirtù,ciascunodimediocregiudiciosenepotràfacilmente avvedere leggendo que’ poemi che sono fondati sullafalsitàdiquell’anticareligione»8.

Così nel suopoemaegli ricorre a quelmeraviglioso cristianodicui annuncia fin dalla prima ottava l’esistenza: «in van l’inferno vis’oppose»e«ilCielglidièfavore»9. InfattinellaGerusalemmelibe-ratavediamointervenirenellalottaperlaconquistadellaCittàSan-taleschiereangelicheelelegioniinfernalimesseincampodaDioodal«grannemicodel’umanegenti»10,cheradunailsuoconcilioperorganizzare l’intervento magico a favore dei Saraceni. Non solo ildemoniaco è ricondotto alle sue radici teologiche cristiane, ma lastessa guerra per la riconquista di Gerusalemme appare come unepisodiodellaperenne lotta fraBeneeMale, secondouna letturateologicacristianaincuivienericordatoilfondamentodellasalvez-za:lamortediCristo,confermatacomel’eventocardinedellastoria.

Granpartedelle vicendemeravigliosedel poema tassianoderi-vano da questo concilio infernale narrato nel quarto canto: l’inviodellamagaArmidanelcampocristianoperdeviaredallorointentoi

7Ivi,p.9.8Ivi,p.8.9TASSO,Gerusalemmeliberata,ac.diL.Caretti,Milano,Mondadori,1975,

I,1.Tutte lecitazionisonotrattedaquestaedizione;ogni riferimentosegna-latosilimiteràd’orainavantiaindicarneilcantoel’ottava.

10Ivi,IV,1.

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soldati crociati; la loro prigionia in un castello incantato in riva alMarMorto;lalitecheallontanaRinaldodalcampoeloportaalfa-tidicoincontroconArmidaeallasuaevasionenelleIsoleFortunateadamoreggiarenelgiardinoincantato;lagrandesiccitàcheprovocamorteeinazionenelcampocristiano;l’«incantagione»dellaforestachenonpermette lacostruzionedellemacchined’assaltoper lari-presadell’attivitàbellica. Insomma, la tramadellaGerusalemmeli-berataètessutaconquestiepisodidinaturadiabolicafinoall’inter-ventodiPietro l’Eremita,cheneutralizza lemagiecon l’aiutodiunaltromago buono in cerca del vero Dio. La finale vittoria avvienecon l’interventonel campodibattagliadelle schiereangelichegui-datedall’arcangeloMichele,chemostreràaGoffredocomequestecombattanoalsuofianco:

Nonchinar,nonchinargliocchismarriti,miraconquanteforzeilCielt’aiti.[…]MiradiqueichefurcampiondiCristol’animefatteincieloorcittadine,chepugnantecoedisìaltoacquistositrovantecoalgloriosofine11.

Il lettore è dunque invitato a credere a quel meraviglioso cheGoffredo vede. Non può sorprendere il fatto che nelle paroledell’angelosiausatoripetutamenteilverbochecostituiscelaradiceetimologica dimeraviglia: «mira». La ripetizione attira l’attenzionesuquesto“mirabilecristiano”chenonsolodevedivertireillettore,maguidarloallacorrettacomprensionedeglieventi.

Propriol’insistitousodelverbo“mirare”metteinrilievounaltro“meraviglioso”presentenelpoema:labellezzafemminilecomeva-loresuperiore,trascendentale.Motivoricorrentenelpoemaèinfat-ti l’ammirazione che il volto femminile suscita nei guardanti. Si sachenellaLiberataoltreagliincantisiintreccianonellevicendedellaguerraanchegliamori.Benquattrosonolecoppieinnamorate,for-tunate o sfortunate, che si creano nel corso del poema: quella diOlindoeSofronia,di TancredieClorinda,di ErminiaeTancredi,diRinaldoeArmida. I termini“mirare”,“ammirare”,“mirabile”,“me-raviglia”,usati inconcomitanzaconlavisionediunvoltorimarche-

11Ivi,XVIII,92-94.

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voleperlasuabellezza,sonoparolechiavenellinguaggiotassiano,parole dalla forte significatività che connotano incontri individualiedepisodi crucialidelpoema. Ilmeraviglioso si realizza infattinonsolocongliinterventidelsoprannaturale,maancheconeventicheesulano dalla linearità e dalla comprensibilità del reale, come adesempiol’incontroconlabellezzafemminile,chelasciasemprene-gli spettatori un effetto di stupore e di sconcerto. Questi episodisconvolgonoipianiumaniperlaloroimprevedibilitàeperilfascinocheesercitano,perciòoperanounasvoltanellastoria.

Determinante nella vicenda di Olindo e Sofronia (i due giovanichesiautoaccusanodavantiall’autoritàsaracenaesonomandatiamorte)è ilmomento incuiClorinda,«dimirarvagaedi saper», siappressaalrogodegliinfeliciamanti.Quando,apertesileturbe,rie-sce a «riguardar dapresso»quanto sta avvenendo, ella «mira chel’una[Sofronia]taceel’altro[Olindo]geme»,osservacioèconunosguardo non distratto, ma attento e incuriosito, la condizione deiduegiovanicondannatiamorte.Lasuareazioneècompassionevolee immediata: «intenerissi e si condolse / d’ambeduo loro e lagri-monnealquanto»,«piùlamoveilsilenzioemenoilpianto»12.Nellosvolgimentodelpoemaquestoèilprimoefficacemotodisimpatiache attraversa i due opposti schieramenti. Il viso dei due giovani,soprattuttoquellodiSofronia, suscitastuporenellaguerrierasara-cena e ammirazione, quindi determina interesse, simpatia, pietà.Ma soprattutto l’ammirazione rivela la distinta percezione chel’altrosfuggeaschemipredederminati.Clorindasilasciainterrogareda questameraviglia, perché qualcosa di inintellegibile sollecita lasuacuriosità, lasua immaginazione, lasuapietà;nederivaunmo-vimentoafavoreenoncontrol’altro,ilnemico.

Anchel’innamoramentodiTancrediperClorindaècostruitopar-tendo da un moto di meraviglia. A Tancredi, che in sosta dall’in-seguimentodeinemicicercaunpocodirefrigeriopressounafonte,sioffre«d’improvviso»ilvisodiClorinda«tutta,fuorchelafronte,armataapparse»13.Luiècristiano,leièpagana,ancheleiperòèallaricerca di riposo dalla battaglia. Tancredi non è sollecitato dall’ini-micizia,madallabellezzadelladonnaesi lascia invaderedallame-raviglia:

12Ivi,II,41-43.13Ivi,I,47.

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Eglimirolla,edammiròlabellasembianza,ed’essasicompiacqueen’arse.Ohmeraviglia!Amorch’apenaènato,giàgrandevolaegiàtrionfaarmato14.

Nonèungiocodiparole, l’insistenzasullostuporechenasce inTancredi:«mirolla»,«ammirò»,«meraviglia»,sottolineailgiocodelmeraviglioso: qualcosa sta avvenendo, qualcosa che sfugge al suocontrollo. Infatti l’accennoalmitico dio, che giàdomina, banalizzaforsel’incanto,mamanifestaanchesenzadubbichel’ammirazionehadato luogoaun sentimentonuovo. “Amore”nellapoesiaenelpensierodelTasso,impregnatidineoplatonismoficiniano,èindica-zione di una rivelazione trascendente. «Grande dio, agli uomini eagli dei degno d’ammirazione», scrive Ficino commentando il Sim-posioplatonico,«Degnod’ammirazioneperchéciascunoquellacosaamaper labellezzadellaquale simaraviglia», così comegli angeli«maravigliandosi della bellezza divina quella amano, e similmenteavvieneagliuominidiquelladeicorpi»15.Tassohalettoepostillatoquestepagine(nellaoriginaleversionelatina)esudiesseinventalesuestorieemodellaisuoipersonaggi16.

L’animodiTancredièsconvoltodopoilprimoincontroconClo-rinda,esulmotivodellameravigliaTassoarticoleràanchelanarra-zionedeiloroincontrisuccessivi.EssoèinfattiripresonelcantoIII,quandosulcampodibattagliaTancredisiaccorgediessere inpre-senzadell’amata,chegliappareall’improvvisodopoche ilcolpodilancialehafattocaderel’elmodalcapo:

14Ibid.15M. FICINO, Sopra l’amore o ver convito di Platone, a c. di G. Ottaviani,

Milano,Celuc,1973,p.12.16LepostilledelTassoaFicinosileggononelvolume:PLATO,Omniadivinis

Platonisopera tralationeMarsilii Ficini, emendationeetadGraecumcodicemcollatione Simonis Grynaei nunc recens summa diligentia repurgata, Basilea,OfficinaFrobeniana,1532.Ilvolumehasegnatura46traipostillatibarberinianidel credenzino Tasso; su questo postillato si veda A.M. CARINI, I postillati‘barberiniani’ del Tasso, «Studi tassiani», 12, 1962, pp. 97-110: p. 109. Testi-monianza dell’efficacia della lettura tassiana a Platone sono le molte rime“neoplatoniche”, come il sonettoAmoralmadelmondo,amoreèmente. Sulneoplatonismo di Tasso mi permetto di rimandare a E. ARDISSINO, Tasso,Plotino, Ficino. In margine a un postillato, Roma, Edizioni di Storia eLetteratura,2003.

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Ferirsialevisiere,eitronchiinaltovolaroepartenudaellaneresta;chérottiilaccial’elmosuo,d’unsalto(mirabilcolpo!)eilebalzòditesta;elechiomedoratealventosparse,giovanedonnainmezzoalcampoapparse17.

Questo colpononèmirabileper labravuranel colpire,maperaverrivelatocheilcavaliereanonimocontrocuiTancredicombatteèinrealtàladonnaamata,eciòdàlapossibilitàall’amorenascosto,chetormentailcavaliere,dimanifestarsi.Lostessopoetaintroduceinquestaoccasioneunodeisuoirariinterventinellanarrazione.EglisirivolgeaTancredidirettamente invitandoloascuotersidallostu-porechel’hapreso:«Tancrediachepurpensi?Achepurguardi?/Non riconosci tu l’altero viso? / quest’è pur quel bel volto ondetutt’ardi; / tuo core il dica, ov’è l’essempio inciso»18. L’invito a farparlare il cuore, a far emergere l’interno dramma, ove dominal’immaginedelladonna,segnaoltrechel’emergeredelpateticonel-la narrazione anche la ripresa del motivo platonico dell’imma-ginazione,checoincidecon lariproduzione interioredell’immaginedell’amata.

Ancorapiùavanti,quandoTancrediavanzaper ilduelloconAr-gante,vedeintuttalasuabellezzailvoltodiClorinda,che«lavisieraalta tenea da ‘l volto», ed è attratto dalla sua figura al punto dascordareilsuodovere:

GiànonmiraTancredioveilcircassolaspaventosafrontealcieloestolle,mamoveilsuodestrierconlentopasso,volgendogliocchiov’ècoleisu‘lcolle;posciaimmobilsifermaepareunsasso:gelidotuttofuor,madentrobolle.Soldimirars’appaga…19.

Learmianchequestavoltasonovintedalvoltoedallabellezzadelladonna,cheesercitanounpotered’attrazionesuTancredieglifannodimenticarel’onoredelcampocrociato.Questaattenzioneal

17TASSO,Gerusalemmeliberata,cit.,III,21.18Ivi,III,22.19Ivi,VI,27.

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voltodiClorindahaunaprofondaragiond’esserenellaconcezionetuttarinascimentaledelvaloretrascendentaledellabellezzafemmi-nile. Ilviso infatti ritrae,perTasso, lavittoriache le forzespiritualiesercitano internamente su quelle corporee ed assegna a tuttol’essereuncarattere spirituale20.Nonèuncasocheproprio ilCin-quecento, erede dell’apologia di Pico De dignitate hominis e deicommenti ficiniani a Platone e a Plotino, sia la grande stagionedell’esaltazionedellabellezzaumanaedell’espressivitàdelvolto.Labellezzadelvoltoe lasuamisteriosaprofonditàsono infatti rivela-tricidiun’entitànascostaeindomabile,impossibileatrasformarsiinoggetto: per questo appartengono al genere del meraviglioso. Labellezzarichiamaadunrispettochesiimponesuchiguarda.ComeosservailfilosofofranceseEmmanuelLevinas,ancheinTassoilvol-toumano«soggiogacomeunamagia,manonsirivela.[…]Ilvolto,ancora cosa fra le cose, apre un varco nella forma che peraltro lodelimita»21.Siriconoscenelvisoumanounaricchezzacheinfluenzal’animodichiloguarda;difrontealvoltoaltruil’individuoècostret-toariconoscereunaforza,comefosseunenigmachenonsipuòri-durre apropriamisura. Lamisteriosaprofonditàdel visoumanoèrivelatricediunasuasantitàsiaperessereanalogiadiquell’ordinesuperiorecheèlabellezzaceleste,siaperchéimplicaun’entitàchelasciasulvoltoisuoicaratterivisibili,macheènascostaeinafferra-bilecomeladivinità.Tassodefinisce infatti labellezza«velodell’a-nima»,chetraluceesimanifestaattraversoilvolto,tempiodellapar-tepiùinafferrabileereconditadell’essere,«sanctasanctorum»22.

AnchelabellezzadellamagaArmida(lesue«tantemeraviglie»23)rivelaqualcosadi reconditoehauneffetto che strega l’anima, le-gandola al circolo vizioso dellamondanità e dell’inganno. Rinaldo,presodallesuebellezze, leesaltagiungendofinoa faredelcieloedellestellegliunicidegnispecchidelladonna24.Nellaparaboladellasuastoriaegliavràmododiricredersiedicorreggerel’indebitave-

20Cfr. TASSO, Il Minturno overo de la bellezza, in ID., Dialoghi, a c. di G.

Baffetti,Milano,Rizzoli,1998,pp.1006-1012.21E. LEVINAS,Totaliltà e infinito. Saggio sull’esteriorità,Milano, Jaca Book,

1980,p.224.22TASSO,IlMinturnooverodelabellezza,cit.,p.1008.23TASSO,Gerusalemmeliberata,cit.,IV,32.24Ivi,XVI,22.

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nerazione del volto di Armida. Come Pietro l’Eremita gli indica,l’obiettivo umano non è orizzontale, ma verticale: «T’alzò Naturainverso‘lciellafronte,/etidièspirtigenerosiedalti,/perché‘nsumiri»25.Rinaldo,nell’impresadi liberarelaforestadagli incantesimidelmagoIsmeno,riflettesulfascinodellabellezza,assegnandoque-stavoltaalcielounpostosuperiorenellacontemplazionerispettoalvoltodiArmidacheloavevasoggiogato:

Frasestessopensava:“Ohquantebelleluciiltempiocelesteinséraguna!Hailsuograncarroildì,l’auratestellespiegalanotteel’argentataluna;manonèchivagheggioquestaoquelle.Emiriamnoitorbidaluceebrunach’ungirard’occhi,unbalenardiriso,scopreinbreveconfindifragilviso”26.

È evidente che Tasso, come già Dante avevamostrato nel suoamoreperBeatrice,riservaalmeravigliosounafunzionerivelatricediunadimensionesacra,chesolonelladisposizioneattentadel ri-guardantepuòavere lasuapienamanifestazione. Infattiairevisoriche egli aveva scelto – teologi e poeti come Silvio Antoniano, Sci-pione Gonzaga, Sperone Speroni, Angelo Angeli detto il Bargeo eFlaminioNobili–pervalutare il suopoemaprimacheandasseallestampe,questiepisodimeravigliosinellatessituradelpoemaepicoparevanoeccessivietropposvianti.Tassoperòlidifesesempreconmolta convinzione, giungendo anche all’invenzione di una dimen-sioneallegoricadelpoema,cuiall’inizio,persuastessaconfessione,nonavevapensato.Inessadavaaciascunainvenzioneilsuosignifi-catoaltro,assegnandoperciòancheuna lorogiustificazione.ASci-pioneGonzagascriveva:

[…]dubitandoiochequellepartimirabilinonparesseropococonve-nevoliall’azionintrapresa,nellaqualeforsealcunbuonpadredelColle-gio germanico [Silvio Antoniano] avria potuto desiderare più istoria emenpoesia,giudicaich’allora ilmaravigliososarebbetenutopiùcom-portabilechefossegiudicatoch’ascondessesottoalcunabuonaesantaallegoria.Eperquesto,ancorach’ionongiudichi l’allegorianecessaria

25Ivi,XVII,62.26Ivi,XVIII,13.

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alpoema,comequelladicuimaiAristoteleinquestosensononfamot-to;ebencheiostimicheilfarprofessionechevisiaconvengaalpoeta,nondimenovolsidurarfaticaperintrodurvela,[…].SedunqueimiracolimieidelboscoediRinaldoconvengonoallapoesiapersé,com’iocre-do,ma forse sono soverchi per la qualità de’ tempi in questa istoria,puòinalcunmodoquestasoprabbondanzadimiracoliesserda’severicomportatapiùfacilmente,sesaràcredutochevisiaallegoria.V’èellaveramente,quantobuona,i’nonso;un’altravoltanediscorreremo27.

Siamonell’ottobre1575.Tassoportapoiadifesadelvalorealle-goricodelle sue invenzionimeravigliose l’autoritàdi Ficinonel suocommento InconviviumdeAmore (ilSimposiodiPlatone),econti-nuaricorrendoadautoritàplatonicheperdifendereilvaloreallego-ricodialcunevicendedelpoema.L’allegoria,sisa,serveproprioperdareunvalorealtroalsensoletterale,perdesignareunadimensio-ne morale e spirituale agli elementi della finzione poetica. Èun’ulteriore conferma della dimensione che il meraviglioso portacon sé, secondo Tasso, una possibilità di conoscenza di una realtàchenonpuòessereesplorataeconosciutaattraversolevienormali,ma necessita comunque di uno sguardo più profondo. Più avanti,conilsupportodellateologiadiSant’Agostinodirà:«L’allegoria,co’sensioccultidelecosesignificate,puòdifendereilpoetadalavani-tàedalafalsitàsimilmente»28.

QuandocircadieciannidopoTassoriprendeleriflessionisulme-ravigliosoperstendereisuoiprincipidipoeticaneipiùcompiutiDi-scorsidelpoemaeroico,ovveronelperiododiriscritturadelpoemachediventerà laConquistata,egli resta fedeleallesuedichiarazionigiovanilirispettoalmeraviglioso.Riprendendoletteralmentenelse-condo librodeiDiscorsi del poemaeroico i passi dei primiDiscorsi,seppurconqualchesignificativaaggiunta,Tassoportalatrattazionenella stessa direzione che abbiamo appena evidenziato. Il meravi-gliososicollegastrettamenteconildiscorsosuldivino,infattiegliaf-fermaapertamentechenonsipuòcondannare,comehafattoilRo-bortello,ciòcheappareneipoemiantichi,essendoessostatoappro-vatodaiteologidell’antichità.Lestessecosevalutatedai«fisici»,ov-vero dagli studiosi della natura, sarebbero reputate «impossibili»,

27TASSO,Letterepoetiche,ac.diC.Molinari,Parma,Guanda,1995,pp.234-39.28ID.,Giudiciosovrala“Gerusalemme”riformata,ac.diC.Gigante,Roma,

Salerno,2000,pp.18-19.

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«maaiteologide’gentilinonparverotali»inquantopossibilialledi-vinità concepite secondo lamitologia antica. Proprio i «teologi de’gentili[…]diederoa’poetiquestoardireequestalicenzadifingere;anzi i telogi e i poeti antichi, furono imedesimi»,perché«furono ipoetiicreatorideimitichegiustificavanolecredenzedeipopoli»29.

Tassocontestaunaperunaleosservazionidiquestocommenta-tore di Aristotele che negava valore almeraviglioso virgiliano, alleninfeconvertiteinnavioalramod’orocheparlaesanguina.Tutta-via, se agli antichi potevano essere concesse queste invenzioni, lestessenonpossonopiùessereaccettatenelpoemamoderno,per-chéfondatesuun’altrareligioneesuprincipiteologicinonpiùcre-duti.DiquilacondannadipoemicomeIlCostantediFrancescoBo-lognettidel1565,chefapronosticareaGioveifuturifastideiponte-fici,ecomel’ErcoledelGiraldiCintiodel1557,cheaccoglievaisog-gettimitologiciantichi.

Quellocheperòpiùimportaalnostrodiscorsoèchequestapar-te relativa al meraviglioso in una stesura successiva, databile al1594,quindiultimapaginateoricadelTasso,siarricchiscediunin-serto chediscutedella«icasticapoesia», cheè considerata laper-fetta poesia, perché«imita le cose che si trovanoo si sono trova-te»30.Trapassandoaunlinguaggioimpregnatodiplatonismo,Tassoimpiegaaltrecategoriepersostenereche,diversamentedalsofista«facitordegl’idoli, intendiamodegl’idoli che sono immaginide lecose non sussistenti», il poeta «imita ancora le sussistenti». Oraqualisonoappuntole«cosesussistenti»?Sonole«intelligibilivera-mente–scriveTasso–dunqueleimmaginidegliangelidescrittedaDionigisonodicosepiùdituttesussistenti,e‘lleonealatoancorael’aquila e ‘l bue e l’angelo», ovvero i simboli degli evangelisti, cheappartengono non alla fantasia, ma a quella parte non divisibiledell’animo,ovveroil«semplicissimointelletto»31.

Tasso giustifica in questomodo il radicale spostamento che hasubitolasuapoesia,chenellaConquistatanonaccogliepiùilmera-vigliosocomeeradellaLiberata,mapresentasolounmeravigliosocristiano,fattodi«eccessodiverità»,comescrivenelGiudiciosovra

29TASSO,Discorsidell’artepoeticaedelpoemaeroico,cit.,p.189.30Ivi,p.179.31Ivi,p.180.

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la“Gerusalemme”riformata32.InfattinellaConquistatasonoabolitelestoried’amorediClorindaeTancredieledevianzediRinaldoin-namorato di Armida, mentre sono accresciute quelle figurazionisimbolichechedannoformaenigmaticaesostratodiveritàcristianaallastoria,elementicheTassospieganeidettaglicomeallegorienelprimocapitolodelGiudicio.

Se ci siamo così lungamente soffermati sulla teorizzazione delTasso è perché essa costituisce uno snodo importantissimo per lacreazionepoeticadi tutto il Seicento.Non solo l’epica sulmodellodellaGerusalemmeliberataeConquistataprendeilpostodelroman-zocavalleresconellelettureinItaliaeinEuropa,maanchel’ideadiunmeraviglioso cristiano matura per accogliere ormai una poesia chericorresemprepiùspessoallestorieealleimmaginibibliche.

Incomparazioneall’esitodelleriflessionitassianeunruoloassaiminoreebberoinvecelecontemporaneeriflessionidiFrancescoPa-trizidaChersochenellasuaPoeticadedicauna«deca»interaalme-raviglioso, lacosiddettaDecaammirabile33.Patriziparla investediteorico,malasuapoeticanonsuscitalediscussionicheiDiscorsidelTassosmosseroall’internodelmondodellapoesiaallafinedelCin-quecento e all’inizio del Seicento. Da filosofo neoplatonico PatrizivideancheproibitalasuaoperaNovadeuniversisphilosophia,checostituiscelasintesidelsuopensieroeuntentativodirestaurareunnuovo fervore religioso-filosofico nel cattolicesimo inariditodall’aristotelismo.LapoesiaperPatriziattingeallasapienzariposta,quindi essa possiede un carattere magico-religioso: le sue originisonodivinenellaformadellaprofezia.Anchesequeitempisonofi-niti, egli cerca di liberare la poesia dall’imitazione – principio fon-dante delle poetiche rinascimentali e aristoteliche – proclamandoche il suo oggetto è il «mirabile». Il fine è quello di recuperare iltempodelleoriginiincuiil linguaggiostessooperavameraviglieederaconnessoconildivino.PerPatrizisarebbecompitodellapoesiariportareilmeravigliosochelafilosofiaaristotelicahacancellato.

Il rifiutodiAristotele,benchéespresso inuncontestomoltodi-verso, resta ovviamente una componente del meraviglioso nellanuova epistemologia. L’età d’avvio della scienza moderna non fa

32TASSO,Giudiciosovrala“Gerusalemme”riformata,cit.,p.19.33F.PATRIZI,DecaammirabileinID.,Dellapoetica,ac.diD.AguzziBarbagli,

Firenze,IstitutonazionaledistudisulRinascimento,1969-71,vol.II.

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scomparireilmeraviglioso,anzilascopertadeglistraordinarimisteridella natura e dei suoimeccanismi si trova spesso espressa comemeravigliosainGalileoeneisuoiallievi.Lameravigliacompareper-finoneltitolodellaprimaoperaastronomicadiGalileo,cheannun-cialestraordinariescopertedel1609e1610:Sidereusnuncius,ma-gnalongequeadmirabiliaspectaculapandens,unicuiquepraesertimvero philosophis et astronomis (Annuncio sidereo che grandi e ol-tremodomirabilispettacoliapreedesponeallosguardod’ognunoeinspecialmododi filosofieastronomi)34.Laconoscenzaèsì fruttodellameraviglia,mainquestocasolameravigliaèasuavoltafruttodellaconoscenza.Galileononesitaasottolinearel’incredibilegodi-mentochehaprovatonelvedereperlaprimavoltalaluna,lestellee i pianeti con il cannocchiale.Nell’Istoria edimostrazioni sopra lemacchiesolarie loroaccidentidefinisceancora lesuescoperteco-me«inopinatemeraviglie che sinoaquestanostraetàeranocela-te»35.AnchenelladedicadeIlsaggiatoreloscienziatoribadiscechepiùdiognialtracosaportanomeraviglialeinvestigazionicelesti,rin-saldandocosìillegameframeravigliaeconoscenza.Inquestifeno-meniilmeraviglioso,comegiàperilMedioevoeperilRinascimen-to, non cessa del tutto di rappresentare un aspetto centrale delcomplesso sistema di rappresentazione verbale e visivo, filosoficoed estetico, intellettuale ed emotivo attraverso cui si apprendeva,possedevaoscartaval’ignoto36.

Ma se nuovi criteri classificatori caratterizzano l’epistemologiamoderna,lameravigliacontinuaacostituireunanellodiconnessio-netraloscattocheattivailprocessoconoscitivoeilcamminodico-noscenza.Bastipensareallafunzionediqueltipodimeraviglianatu-ralechepiùcolpisceneiviaggidiscopertadelNuovoMondo.Questieventirivelanochenontuttelecategorieereditatedalmondoanti-cosonovalideesoprattuttocomplete,quindispingonoamegliode-finireeconcettualizzarelameravigliastessa.

UnodeglieffettidellenovitàimportateinEuropaconiviaggiol-treoceano è l’avvento del collezionismo, che trova la sua formula

34G.GALILEI,Sidereusnuncius,Venezia,T.Baglioni,1610.35ID.,Istoriaedimostrazionisopralemacchiesolarieloroaccidenti, inID.,

Opere,ac.diA.Favaro,Firenze,Barbera,1934,V,p.38.36Cfr. S.GREENBLATT,Meraviglia e possesso. Lo stupore di fronte alNuovo

Mondo,trad.it.diG.ArganeseeM.Cupellaro,Bologna,IlMulino,1994,p.50.

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linguistica nell’espressione “gabinetti o stanze dellameraviglia” o,allatedesca,Wunderkammern.InaturalistidelCinquecentoinizianoun’attività che,benché sottoposta soprattuttoal criteriodellame-raviglia,saràall’originenonsolodellecollezioninaturaliedeimusei,maanchedeglistudidistorianaturalecheporterannoprogressiva-menteaiprimitentatividiclassificazionedellespecie.Inquellacheèforselaprimadescrizionediquestestanze,datata1577,adoperadelmedicosenesePietroAndreaMattioli,silegge:

Non lasceròdi dire chedi lode immortale sonodegni alcuni uominivirtuosiesingularideitempinostri,iqualinellecaselorohannofabbri-catoalcunirepositori,dove,comeinunteatroconbellissimoordinevisiveganoraccoltelemigliaiadipianteviveesecche[...]Nélasciaròdidiredellianimalipiùnotabiliemiracolosi,chesienofra lepiùnotabilicosedellanatura,[…]checonartemaravigliosa,visiveggonoconser-vaticomesefusserovivi.37

Nelle collezioni di Ferrante Imperato a Napoli, di Ulisse Aldro-vandieFerdinandoCospiaBologna,diLudovicoSettalaaMilano,diFrancescoCalzolari aVerona,MicheleMercati,AthanasiusKircher,FedericoCesieVirginioCesariniaRoma,comeciattestanolepub-blicazionirimaste,ilcriteriodellacollezionenonèaltrochelanatu-ra sorprendente, prodigiosa, dunque meravigliosa che gli oggettimanifestanoagliocchidelpossessore.Animaliepiantesconosciute,maancheoggettistrani,dicuimagarièignotol’uso,orepertianti-chi,comevasiemonetechelariscopertadell’antichitàfaemergeredai terreni, si abbinano a quadri, medaglie e altri oggetti curiosi.Questigabinettidellecuriositànonsolosonoall’originedelmoder-no collezionismo, ma furono anche uno straordinario stimoloall’avanzamentodellescienzenaturali.Etichettare,descrivere,ordi-nare questomateriale richiedeva dei principi classificatori che im-piegarono tempo a perfezionarsi, ma di cui vediamo già le primeforme negli scritti di Federico Cesi, fondatore e guida del-l’AccademiadeiLincei.Oltretuttoquestocollezionismoavviòunlar-

37P.A.MATTIOLI, IdiscorsidiM.PietroAndreaMatthiolisanese,medicoce-

sareo, etdel serenissimoprincipeFerdinandoarchiducad'Austria&c.nelli seilibridiPedacioDiscorideAnazarbeodellamateriamedicinaleInVenetia,Vene-zia, ErediV.Valgrisi, 1581, f. 5v-6r. Cfr. P. FINDLEN,Possedere lanatura, inLestanzedellameraviglia.Imuseidellanaturafrastorieeprogetto,ac.diL.Bas-soPeressut,Bologna,CLUEB,1997,p.25.

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gomercatodimaterialichecircolavanoinEuropa–Ilmercatodellemeravigliedinatura,comerecitailtitolodellibrodiNicolòSerpetroeditonel1653–perlasoddisfazionediqueicollezionistichenonviag-giavano.Proprioquest’esperienza,cheèallabasedellarazionalizzazio-nedelle conoscenzedell’età classificatoria che verràdopo, sa ancoracoglierel’incantodiunosguardonuovosulmondocheoggirisaltanelleimmaginienelladescrizionediquestimuseiantelitteram.

SelescopertecelestieranodefinitedaGalileocomeadmirabilia,cosechehannosuscitatoinluigrandemeravigliaechedegnesonodi essere conosciute per tali, ammirabile è pure l’ingegno umanocapace di meravigliose e diverse invenzioni. Particolarmente sonoammirabiligli inventori:«L’applicarsiagrandi invenzioni,mossodapiccolissimiprincipii,egiudicarsottounaprimaepuerileapparenzapotersicontenereartimeravigliose,nonèda ingegnidozzinali,masonconcettiepensieridispiritisopraumani»38.AconclusionedellaprimagiornatadelDialogosopra iduemassimisistemidelmondo,proprioneldiscuteredellapotenzadellamentedivina,infinitamen-te superiore a quella umana, Galileo afferma la grandezza diquest’ultima:«Quandoiovoconsiderandoquanteequantomaravi-gliose cose hanno intese investigate ed operate gli uomini, purtroppo chiaramente conosco ioed intendo, esser lamenteumanaoperadiDio,edellepiùeccellenti».Etrale«tanteetantomeravi-glioseinvenzionitrovatedagliuomini»39quellapiùeccellente,asuoavviso,èl’alfabeto.

Mamirabileedegnodimeravigliacontinuaadesserel’universo,infatti la conoscenza, seppur sempremaggiore, non è in grado diesaurirelasorpresadichilovaindagando.Anzi,proprioilconoscereaccresce la meraviglia e lo stupore, perché rende più consapevolidell’infinitàdellecosenascoste.Questacontinuameravigliadifron-te al creato costituisce l’ispirazione dell’opera del gesuita DanielloBartoli,scienziatoeglistesso–indagòsull’uditoesullapropagazio-nedelsuono–maanchestoricoepredicatore.Lasuaoperapiùno-ta, La ricreazione del savio, è fondata proprio su quel «teatrod’innumerabilmaraviglie» che è ilmondo, di cui «spettatore» è il

38GALILEI,Dialogosopraiduemassimisistemidelmondo,ac.diO.Besomi

eM.Helbing,Padova,Antenore,1998,p.443.39Ivi,pp.113-114.

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«savio»,ovverocoluichesiadopera«inprodelpubblico»40.Proprioquesto individuo sensibile all’imperversare dei contrasti ha più dialtrilanecessitàdiriposarsi,divertirsi,svagareilsuoanimo,facendoquel «viaggio senza osteria» che è la «ricreazione». A offrirglienel’occasioneèpropriolanatura,lecuimeravigliesonofontediconti-nuasorpresaerinnovamentointeriore.

IlBaroccoè fattodiquestostuporedi frontealmondo,acuisiabbina anche l’elaborazione del linguaggio fino alle sue estremepossibilità rivelatrici. La meraviglia in questo caso è dettata dallaprontezza della parola, dalla precisione, dall’utilità, dall’inatteso,sorprendente e imprevedibile discorso rivelatore di una verità chedivieneevidentesolodopoesserestatapronunciatadaunintellettoacuto,dauningegnosocheriesceavedereconprontezzaerapiditàquantoaltrinonriesconoavedere.Èquestoilgeneredimeravigliosocheappartieneallaparola: l’arguzia.Maprimadiaccedereaquestouniversoprincipalmenteretoricofermiamociancorasullapoesia.

Della stagione barocca è per il nostro discorso emblematico ilversodelMarino«èdelpoetailfinlameraviglia»,cheappartieneaunsuoscrittopolemicorivoltocontroilsuoavversarioallacortedeiSavoia,ilgenoveseGaspareMurtola,chenel1608avevapubblicatounpoemaesameronicointitolatoLacreazionedelmondo.Nellepa-gineal lettoreMurtolaproclamavachesuo«fine»era«farnascerelameraviglia» con la contemplazionedelle operedel creato e conqueste«dinotarmaggiormentelaProvvidenzadiDio»41.NellaTori-nodiprimoSeicento,doveMarinoeraappenaapprodato,madovevolevaaffermarsi,fortediunbrillantetirociniopoeticoecortigianocheloavevaportatodaNapoliaRoma,aRavennaeBologna,echeloporteràdopoTorinoancheaParigi,l’inserimentofrapoetigiàaf-fermati non doveva essere facile. Tra Murtola e Marino nacquel’asproscambiodiottantunosonettiironicamentemalevolidelMa-rinocontro ilMurtola (Le fischiate) edelMurtola contro ilMarino(Lerisate),editinel1626sottoiltitoloMurtoleide42.

40D.BARTOLI,La ricreazionedel savio,ac.diB.MortaraGaravelli,Parma,

Guanda,1992,p.48.41G. MURTOLA, Della creatione del mondo, Venezia, Deuchino e Pulciani,

1608,p.n.n.42G.B.MARINO, LaMurtoleide fischiate del caualierMarino. Con laMari-

neiderisatedelMurtola,Francoforte,G.Beyer,1626.

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L’obiettivodiMarinoèdivituperarecon laparodia il rivale.Ba-steràguardarealleterzinedacuièstatotratto ilversoperconvin-cersene:

Èdelpoetailfinlameraviglia(parlodel’eccellente,nondelgoffo):chinonsafarstupir,vadaallastriglia.

Iomainonleggoilcavoloe‘lcarcioffo,chenoninarchiperstuporleciglia,com’esserpossaunuomtantogaglioffo.43

Murtolastupisce,perchéinseriscenelpoemaunmondocosìba-nale da rivelarsi di inaudita comicità. Marino riprende dunquel’obiettivodel genoveseper ritorcerglielo contro,non leoperedelcreato,nonicarciofieicavolifannolameravigliadelpoeta.Questaèmateriadelgoffopoeta.Altraèlameravigliadell’eccellente:lein-venzionidellaretoricaedellametrica,learguzieeiconcetti,lefor-meel’organizzazionedicontenutinuovi.

La ricostruzione della poeticamariniana può appoggiarsi solo asporadicheaffermazioniodifese,poichéegli, come ipoetidel suosecolo,ripudiòl’usodidichiarazionidipoeticaedeidibattititeorici,tantocomuninel ’500.Era inveceassai interessatoalconsensodeilettoriedunquefacevadellasoddisfazionedelgustodelpubblicoilsuoprincipaleobiettivo.Quandoebbenecessitàdidifenderelasuapraticapoetica,Marino si appellò sempre al suo successopresso ilettori. La sua poesia ha come obiettivo il diletto, perché sostienechequestoè,secondoAristotele,ilfinedellapoesia,eilmezzopersuscitarlo è la meraviglia, la sorpresa continua. In una letteraall’amicopoetaGirolamoPretiscrive:«Iopretendodisaperlerego-lepiùchenonsannotutti ipedanti insieme,malaveraregola(cormiobello)è saper rompere le regolea tempoe luogo»44.Nei suoiversi Marino cerca un piacere che miri all’effetto intellettuale disorpresa,oltreaquellomelodioso.Ancorasuaèladichiarazione:«Ipoetichedettanorimesenzavivezze,fabbricanocadaveri,nonpoe-sie»45.Vuoleche le sue rimesianocostellatedi«brillidipoesiavi-

43ID.,Murtoleide.FischiataXXXIII,inID.,Opere,ac.diA.AsorRosa,Milano,

Rizzoli,1967,pp.852-853.44MARINO,Lettere,ac.diM.Guglielminetti,Torino,Einaudi,1996,p.396.45Ivi,p.420.

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va»,suoobiettivoèmostrarefantasiaeversatilità,gustodellararitàedellanovità,eper farlo si servedel repertorioclassicoecinque-centesco,cheegliconoscebene,rinnovandoloneitemienellefor-me.Conquestiprincipilasuapoesiadivenneprestorappresentativadelgustodelsecolo.Conunostilecheeglistessodefinì«morbido,vezzoso ed attrattivo», con unamateria nuova, fatta di «morbidetenerezze»46,Marinovolleaccomodarsiall’umoredelsuosecoloperlusingarel’appetitodelpubblico,esepperiuscirvi.

PerillustrareilprocederedellameravigliadelMarinoguardiamoanzituttoalledueottave in cui rappresentaAmorenel suopoemamaggiore,L’Adone47.Ildio,chegiànellatradizionepetrarchescage-laedinfiamma,èrappresentatoquiconisuoiconnotatitradizionali,maorganizzatiinunsorprendenteaccumulodiossimori.

Linceprivodilume,Argobendato,vecchiolattanteepargolettoantico,ignoranteerudito,ignudoarmato,mutoloparlator,riccomendico,dilettevolerror,dolorbramato,feritacrudadipietosoamico,paceguerrieraetempestosacalma,lasenteilcoreenonl’intendel’alma.

Volontariafollia,piacevolmale,stancoriposo,utilitànocente,desperatosperar,morirvitale,temerariotimor,risodolente,unvetroduro,unadamantefrale,un’arsuragelata,ungeloardente,didiscordieconcordiabissoeterno,paradisoinfernal,celesteinferno.48

Allaletturaèimpossibilenonsorprendersidiquestoprofluviodi

46Ivi,p.84.47Marino dedica il X canto di questo poema alle meraviglie, ossia alle

nuovescopertecheGalileohapotutofareconilcannocchialeparagonandoloaColombo, lo scopritoredinuovimondi.Meravigliaepoesia si congiungonoatoccare le più alte conquiste del recente sapere, e nello stesso tempo siconfigurano i mezzi tipici di una poetica nuova, che fa dell’artificiosacombinazionediparolelostrumentopersorprendereedilettare.

48G.B.MARINO,L’Adone,ac.diE.Russo,Milano,Rizzoli,2013,VI,173-174.

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ossimori–dueinogniversopersediciversi–alcunicostruitigiàsulprincipio dell’ossimoro stesso (ossimori al quadrato!). Questo ac-cumulo«nonrispondesoltantoalgustobaroccoperleefflorescenzeverbalieper i cataloghi indefiniti,maancheallanaturapolisemicadiciòcheMarinocercadidefinire»49.Giàl’ossimoroèinfattifiguracherompel’andamentorettilineoperunopendolaredioscillazionefraduepolioppostichenonsiannullano,marestanocompresenti.Questedueottave sono uno dei punti di maggior tensione retorica nel poema,quandodinorma lostiledelMarinoècaratterizzatodagustoedele-ganzaequindidallarinunciaaigradiestremidelconcettismo.

Lameravigliainquestocasoèdettatadallaprontezzadellaparo-la,dallaprecisione,dall’utilità,dalsorprendenteeimprevedibiledi-scorsorivelatorediunaveritàchedivieneevidentesolodopoesserestata pronunciata da un intelletto acuto che riesce a vedere conprontezzaciòchealtrinonriesconoavedere.

Ancheseèproprioconl’etàbaroccachehalasuamassimarea-lizzazione, questa tipologia del meraviglioso trova le sue originiall’inizio della letteratura italiana. Infatti la raccolta duecentesca Ilnovellino, che mette insieme, come recita il sottotitolo, «alquantifioridiparlare,dibellecortesieedibe’risposiedibellevalentieedoni, secondocheper lo tempopassato,hanno fattomolti valentiuomini»,èingranparteunaraccoltadimottidispirito.Ugualmentela settima giornata delDecameron è dedicata alle risposte argutechealcuni«maravigliosi ingegnidallanatura»hannoespresso.An-che in età umanistica le facezie e imotti costituiscono un genereereditato in parte dalla tradizione novellistica (Imotti del PiovanoArlotto)einpartedallatradizioneclassica(Apologidell’AlbertioleFacetiaedelBracciolini).L’esitopiùnobilediquestogenerestanellaseratadelLibrodelCortegianodedicataaimottiarguti.

MaènelSeicentochesirivelanoconilconcetto,conleacutezzee con la metafora continuata o anche solo ardita fino all’in-verosimile tutte le possibilità di suscitare meraviglia attraverso laparola arguta. Questa meraviglia è sollecitata anzitutto dall’am-mirazione per l’ingegno del dicitore, il quale è brillante nel creareartificio e genera diletto nell’ascoltante aprendogli nuove visionidellarealtà.Leacutezzenonconsistonoinunragionamento,main

49 A. BATTISTINI, “Paradiso infernal, celeste inferno”. Ossimori d’amorenell’”Adone“diGiovanBattistaMarino,«RiLUnE»,7,2007,pp.167-83:p.172.

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undetto,perciò,puòdireMatteoPeregrini–autorediuntrattatosultema–esse«paionostelleesonolucciole»50.Peregrinidefiniscel’oggettodellasuaindagine«acutezzemirabili»,inquantoesserie-sconodilettevoli«perlavirtùdell’ingegnonell’artificiod’essomara-vigliosamentecampeggiante»51.

Anche se queste forme possono apparire pertinenti esclusiva-menteall’artedeldire,cioèall’elocutio, l’acutezzanonèquestionediparole,madeilegamicheintercorronofradiesse,deinessilogiciche concorrono al dire. Proprio perché richiedono l’ingegnosità divedere nessi fra cose distanti, le arguzie appartengono al campognoseologico, perché sonounmododi conoscere che consente diriassumere in un concetto la frammentarietà e la dispersione delreale.Come lametafora,cheèperAristotelesegnodinaturaledi-sposizione d’ingegno52, le arguzie vengono a creare nuovi sensi,aprono nuove prospettive nell’interpretazione della realtà. ScriveErnestoGrassi:«Conlalorovivacitàleacutezzeraggiungonoinmo-dopenetranteeacutol’essenziale.Creanorapporti,‘collegano’,manon per via razionale come il logos, bensì direttamente,metafori-camente»53. L’analogia, che nel Seicento sembra perdere il ruoloeminentecheavevanell’epistemerinascimentale,conservainque-steteorieepratichedellaparolatuttoilsuovalore.Essaèunmezzodi coesione nel disseminato mondo dell’esperienza, sempre piùapertoedilatatodallenuoveconoscenze,e sembra richiamare il sa-pereall’originariaarmoniaetotalità.Ilmirabilestaproprionellegarediverse cose in un detto in modo nuovo e non comune, fuori dal-l’usato,quindiabileamuoverel’ammirazione.L’ingegnocapacediin-terpretareilreale,dicongiungereuomoenatura,umanoedivino,ap-parecomelafacoltàchepresiedealsapere,perchéingradodisuscita-requellameravigliacheèinterrogazionesull’enigmaesulmistero.

Aristotele nellaRetorica aveva sostenuto che la piacevolezzadiundettodipendedal suo insegnamento:«Leparoleesprimonounsignificato, quindi quelle parole che ci fanno imparare sono le più

50M.PEREGRINI,Delleacutezze,ac.diE.Ardissino,SanMauro,RES,1997,p.14.51Ivi,p.29.52ARISTOTELE,Poetica,cit.,1459a.53E. GRASSI, Potenza dell’immagine. Rivalutazione della retorica, Milano,

GuerinieAssociati,1989,p.215.

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piacevoli»54.Nondunqueattraversoilragionamento(chepureinse-gna)nasce ildilettodell’apprendere,maattraverso l’intuizione im-mediatache rivela inpocheparolemoltecoseprima ignote,comese comparissero improvvisamentealla vistadi chi ascolta, creandocosìun legamesotterraneo trachidice l’acutezzaechi la intende,perchéanchechiascoltaoleggenecessitadiuningegnoperspicaceper intuire l’enigma nascosto. In questomodo l’acutezza produceunadimensioneconoscitivanonspersonalizzata,marapportataallasensibilitàeall’esperienzadell’inventoreedell’ascoltante.

Il teorico più completo delle argutezze è il torinese EmanuleleTesauronelsuoCannochialearistotelico,che–sebbenepubblicatotardi, in prima istanza nel 1663 e in edizione definitiva nel 1670,quindiquasiallafinedellastagionedelBaroccoletterario–rappre-senta una sintesi della sua retorica e di quelle della sua stagione.L’opera del Tesauro spiega, discutendo dellametafora, il processocon cui tale conoscenza retorica genera «Maraviglia: mentrechél’animo dell’uditore, dalla novità soprafatto, considera l’acutezzadell’ingegno rappresentante e la inaspettata imagine dell’obiettorappresentato»55.

Ilmeccanismoèchiaritoconl’usodiunesempio:Che s’ella [la metafora] è tanto ammirabile, altretanto gioviale e

dilettevole convien che sia: peroché dalla maraviglia nasce il diletto,come da’ repentini cambiamenti delle scene; e da’ mai più vedutispettacolitusperimenti.Cheseildilettorecatocidalleretorichefigure,procede (come c’insegna il nostro autore) da quella cupidità dellementi umane, d’imparar cose nuove senza fatica, emolte cose in unpiccol volume, certamente più dilettevol di tutte l’altre figure sarà lametafora,cheportandoavololanostramentedaungenereall’altro,cifa travedere in una parola più d’un obietto. Percioche se tu dìprataamoenasunt,altrononmirappresenticheilverdeggiardeiprati.Masetu dirai prata rident tu mi farai (come dissi) veder la terra esser unuomoanimato, ilpratoesser la faccia, l’amenità il riso lieto.Talché inuna paroletta transpaiono tutte queste nozioni di generi differenti,terra,prato,amenità,uomo,anima,riso,letizia.Ereciprocamenteconvelocetragittoosservonellafacciaumanalenozionide’prati:etutteleproporzioni che passano fra queste e quelle, da me altra volta non

54ARISTOTELE,Retorica,trad.it.diA.PlebeeM.Valmigli,Bari,Laterza,1984,

1410b.55E.TESAURO,Ilcannochialearistotelico,Torino,Zavatta,1670,p.266.

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osservate. E questo è quel veloce insegnamento da cui ci nasce ildiletto,parendoallamentedichiode,vedere inunvocabulosolo,unpienteatrodimeraviglie.56

Proprioillegamefraciòcheèincompatibilecreailmirabile,acuiTesaurodedicaunapartecospicuaall’internodelcapitolosulleme-tafore d’opposizione, impegnandosi a rivelare imeccanismi che loproducono:«Mavoglioquipalesarti il più astrusoe segreto,ma ilpiùmiracolosoe fecondopartodell’umano ingegno […]chegreca-mentechiamarpossiamoTHAUMA,cioèilMIRABILE»57.Tesaurocredeche il «mirabile» venga dalla rappresentazione di due concetti in-compatibili «eperciòoltremirabili», cheper la loro incompatibilitàgeneranoappuntomeraviglia.Nonpossiamoquiseguireladisaminache Tesauro fa delle combinazioni (positivo con negativo, positivocon positivo, negativo con negativo) di termini incompatibili edenigmatici chegeneranomeraviglia,nédella varietàdei«mirabili»(sono dieci, quante le categorie aristoteliche: di sostanza fisica emetafisica,diquantità,diqualità,direlazioni,diazioni,ditempo,diluogo,dimovimento,distrumenti,edimescolamentodicategorie),nédareneppureunesempiodellamoltitudinedicasicheegliforni-sce.Vogliamosoltanto fermare l’attenzionesulle fontidelmirabilechepossonoforniremateriaallecategorie.Tesauroindividuaquat-tro fonti: natura, arte, opinioni, fingimento. «Mirabili per naturachiam’iolecosedivine,tuttemirabiliefontid’ognimiracolo»;l’arteè «ingeniosa macchinatrice di strane e argutissime opre»58; l’opi-nione funziona come fonte «quando l’apprensiva ingannata dalleapparenze ci suggerisce proposizioni maravigliose ma false»59; il«fingimento»,quandocioè«nonpernaturadell’obietto,néper in-gannodell’imaginazione,maper feconditàdell’intelletto fondiamoin qualche obietto unametaforamirabile»60. Nella discussione sulmirabile Tesauro tocca una questione essenziale del dibattito sei-centescosulleargutezzeesullaretorica:illororapportoconilveroeilfalso.Eglioffreunrapidoraffrontofrailmirabiledell’etàinfanti-le,fruttodiun’«apprensioneingannevole»dellecose,credutevere,

56Ivi,pp.266-267.57Ivi,p.446.58Ivi,pp.448-449.59Ivi,p.450.60Ivi,p.452.

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eilmirabiledell’etàadulta,chedall’ingannodell’«apprensiva»creala proposizione mirabile, quando (l’inganno) è già stato correttodall’intelletto.Neifanciulliquellocheappareècredutovero:

Onde ipuerilidiscorsich’eivan formandonella lormente ingannatada quell’obietto, tutte son metafore materiali, non ricercatedall’ingegno vivace,ma nate nella imaginativa delusa, che divengonoformalieargute,se,conoscendoilnostroinganno,purcosìfavelliamo,comesefossimoingannati.61

Tesauromettequiafuocoilproblemacheaffronteràpocooltre,affermando che la falsitàdelle argutezzeè soloapparente,perchémostranoinrealtàlaverità:

Senzadolomalo,scherzevolmenteimitalaverità,manonl’opprime,eimitalafalsitàinguisacheilverovitraspaiaperunvelo,acciocchédaquel che si dice, velocemente tu intendi quel che si tace, e inquell’apparamento veloce (come dimostrammo) è posta la veraessenzadellametafora.62

E conclude che i motti arguti, in quanto hanno per essenzal’imitazione, sono«veripartidellapoesia»63.Porre ilmottoargutonell’ambitodellapoesiaedell’imitazionesignificatoglierlodallaso-fisticaedall’ingannoe riconoscerne la capacitàdi conoscenza.PerTesauroilteatrodellemeraviglieprodottodallametaforanonèunteatrofantastico,maunmeravigliosoveloconcuisirendepiùdilet-tevoleepiùmemorabilelaverità.

SeTassodifendeva lapoesiae ilmeravigliosocheessa richiedeperché«significa»,Tesaurodifendelametaforaperchérendeattra-versoilsuofascinopiùdilettevoleememorabileilconcetto.Ilmot-tomeravigliosodiventadiperséportatoredisignificatoedisenso,dandoluogoadunaveritàchevienedall’immaginazione64.

Nonostante questo tentativo di recupero di significato dell’ar-guzia,èperòpropriol’aspettopiùnuovodelmeravigliosobarocco–ilmagicodiBasile–adetrarrepersempreunavalenzasignificante

61Ivi,p.452.62Ivi,p.494.63Ivi,p.495.64Per un’acuta discussione su questi concetti cfr. C. SCARPATI, E. BELLINI, Il

falso e il vero dei poeti. Tasso, Tesauro, Pallavicino,Muratori,Milano, Vita ePensiero,1990,inparticolarepp.70-71.

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almeraviglioso narrativo. La straordinaria invenzione che noi oggichiamiamo fiaba, laqualehanella raccoltadiBasile Lo cuntode licuntilasuaorigineletteraria,derivadalmeravigliosocavallerescoemedievale.Essaneèquindiun’ereditàcheperòdeviadalverosimilepercostituireuncodicetuttocoerenteasestesso,incui ilmeravi-gliosodetta le leggigiocandosullaparolae liberandosidivalori si-gnificanti. È proprio nell’età della nuova scienza che si sviluppa ilfiabesco,comeseilmondo,svelandomeglioisuoinessicausali,nonriservassepiù spazioper ilmeravigliosonel verisimile,madovessecercarlo inunambitoprivodinessicon il reale, strutturato intera-mente sulla fantasia e sulla parola. Anzi, spesso è proprio con lascienza che la narrazione di Basile confronta il potere dell’incan-tesimo:«Imedicinonsonoobbligatiacercareirimedialdifuorideiconfinidellanatura»,recitauncuntodiBasile65.

Questo meraviglioso è, più che emanazione divina, frutto delmondodegliincantesimiedellemagie,cheentraainterferireconlaquotidianitàdipersonaggidel tuttousuali. Il romanzomedievaleecavalleresco, con le sue propaggini nell’epica tassiana, si svolgevasulconfinetraverosimileemeraviglioso.Sulterrenodelverosimilefondavalavicendacheprendevadaprecisiriferimentistoricilepro-priecoordinatepersvilupparealsuointernoepisodidiinvenzioneedi incanti.Masul terrenodelmeraviglioso intrecciava leavventurecon incontri di personaggi immaginari, a volte costruiti con l’ag-gregazione di elementi naturali e altri d’invenzione, oppure conl’usodioggettifatatidalleproprietàportentoseoconladeviazionein luoghisottopostia incantesimi.Nelle invenzionidiBasile ilvero-similerisiedenellafamiliaritàdeisuoipersonaggiedellelorositua-zioniincontestiperlopiùpopolari.Anchelàdovesonoinseritiper-sonaggiregaliessisirapportanoconuncontestofamiliareallettore,pernullaeccezionale;inoltreentranoinscenaelementimagicidalleproprietàextra-naturalichepossonoportare lavicendaadesitideltutto inimmaginabili, che però appaiono accettabili per il contesto“fiabesco”incuisisvolgono.ScriveRak:

65G.B.BASILE,Locuntodelicunti,tr.it.diM.Rak,Milano,Garzanti,1986,p.

303.Sullamedicinanell’operadiBasilecfr.M.DIRIENZO,Malinconiaepatologiane“Locuntode licunti”delBasile (unconfrontocon lacultura inglese), inLafiaba barocca. Studi su Basile e Perrault, a c. di A.M. Pedullà, Napoli, Ediz.ScientificheItaliane,1999,pp.69-106.

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Nel nastro dell’azione ci sono delle caselle bianche che produconosenso,comelepausenelrigomusicale:innessunmodoèscrittocomeuna principessa riesca a trasformarsi in orsa. Per questomolti eventifiabeschisonostaticlassificatisottolarubricadellemagie,facendorife-rimentoallamemoriadiproceduredicultureremotecheprevedevanouna continuità immediata tra parola ed evento, desiderio e piacere echeomettevanoladescrizionediprocedimentiodidispositivi.Èmagi-coquellochelaparolanonricostruisce.66

Laparolanonricostruisce,maopera.Infattièlaparolachecrealosviluppodelmeravigliosoconsoluzionimagichepercuinellefia-be «il massimo della finzione equivale al massimo della realtà»67.Persistono oggetti tradizionali come anelli fatati, luoghi incantati,draghieorchi,maperlopiùl’azionemagicadipendedaoggettidel-laquotidianitàchespessononsononeppurenecessari:èlasolapa-rolaarenderepossibilelameravigliadiunatrasformazione.Ècertoperòche lamagiamancadiunrisvoltosignificante:nonpuòavereallegoria,èpuramentefunzionaleallosvilupponarrativo.Inquestomodosidàilviaalnuovogeneredellafiaba,generecheacquisiràinseguito significatieducativi inquanto inessa siproiettanopaureeansiedell’età infantile,ma, comeha spiegatomagistralmenteBet-telheim,nellasuaoriginenascecomepurointrattenimentoaffabu-latorio68.Lamagiasorgedalpoteredellaparolaetrasformalesortidibuoniecattivi,meritevolienonmeritevoli.Essaapparecomeungiocodeltuttocasuale,comenotaunadellenarratricinellasecondagiornatadelCuntodiBasile:

Èdavverounacosastrana,apensarcibene,chedaunostessolegnopossanoesserericavatestatuedideietraversediforche,scannidiim-peratoreecoperchidivasidanotte,comeancheèstranissimochedaunostessostracciosenericavicartache,consoprascrittelettereamo-rose,abbiasbaciucchiamentidibellafemminaestrusciatedibruttocu-

66M. RAK, Logica della fiaba. Fate, orchi, gioco, corte, fortuna, viaggio,

capriccio,metamorfosi,corpo,Milano,Mondadori,2005,pp.26-27.SuBasilesipossono vedere:Giovan Battista Basile e l’invenzione della fiaba, a c. di M.PiconeeA.Messerli,Ravenna,Longo,2002,eS.CALABRESE,Gliarabeschidellafiaba. Dal Basile ai romantici, Pisa, Pacini, 1984. Va sottolineato però chenessunodeiduelavoriaffrontailproblemadelmagicoodelmeraviglioso.

67RAK,Logicadellafiaba,cit.,p.123.68 Cfr. B. BETTELHEIM, Il mondo incantato. Uso, importanza e significati

psicanaliticidellefiabe,Milano,Feltrinelli,1982.

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lo:cosachefarebbeperderelaragionealmigliorastrologodelmondo.Altrettantosipuòdirediunastessamammadallaqualenasceunafigliaperilbeneeun’altraperlarovina,unainettaeunalaboriosa,unabellae una brutta, una invidiosa e un’altra altruista, una Diana la casta eun’altraCaterinalasporcacciona,unasfortunataeun’altraprotettadaunabuonasorte:perchéafildi logica,essendotuttedellostessocep-po, dovrebbero essere tutte della stessa natura.Ma lasciamo questodiscorsoachinesadipiù[…].69Anchesepoilastoriaanticipatadaquestaconsiderazionesaràil

casodiuna«figlioladebene ‘ncoppa la rotadeFortuna», tuttaviaperlopiùèilcasoapremiarepersonaggiancheimmeritevoli:qualemeritoha loscemoAntuonoper ricevere idonidell’Orco?EqualemeritohalostupidoVardiellopertrovarelemoneted’oro?Eancorpiù:Cenerentola,primadiesserelamaltrattatafigliastra,èstataas-sassinadellaprimamatrigna.Lamagiacreaun’inattesasospensionedellarealtà,privandoilraccontodeinessicausali,madonandogliladimensione fantastica tipicadel fiabesco,quella«stupefazionechesi verificava quando si osservava un’azione di cui non fosse rico-struibilelacatenafattuale»70.

NeLocuntodelicuntilameravigliaèungiocodellasorteingranpartedovutoaungiocodiarguzie:lalinguacrealarealtà,quasico-me avviene nella storia di Peruonto, il quale può vedere realizzatotuttociòchedice.Laretoricaentrainmodobizzarroefantasiosoinquestanarrazione:abbondano le iperboli, leacutezze, ibisticcie lametafora è onnipresente; essa forma uno scenario adeguato allestrabiliantiavventurefiabeschenarrate.Maallostessotempolare-torica ruba la scenaalverisimileacui tanto tenevaTasso,chesaràdemandato così a un altro nuovo genere: il romanzo moderno. IlmagicodiBasilerelegalanarrazionemeravigliosaall’incantogratuitochequindiportaaltramontodelmeravigliosonellanarrazioneeallabaroccaaporia tranarrazioneemeraviglioso, che rendepossibile ilsuccessivorecuperoarcheologicodellameravigliaoperatodaVico.

© 2019 The Author. Open Access published under the terms of the CC-BY-4.0.

69BASILE,Locuntodelicunti,cit.,p.297.70RAK,Logicadellafiaba,cit.,p.158.