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LA PRIMA RIVISTA ITALIANA PER LA COMUNITÀ LABVIE W 08 NOVEMBRE 2008 E 5,00 ROBOTICA AL GUSTO LABVIEW VISUALIZZARE I PROGETTI LABVIEW CON L'USO DELL'UML PROGETTARE L'INTERFACCIA UTENTE ISSN 1972-3008 In caso di mancata consegna restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa presso il CMP di Roserio - Milano

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L A P R I M A R I V I S T A I T A L I A N A P E R L A C O M U N I T À L A B V I E W

08NOVEMBRE2008E 5,00

ROBOTICAAL GUSTO LABVIEW

VISUALIZZARE I PROGETTILABVIEW CON L'USO DELL'UML

PROGETTARE L'INTERFACCIA UTENTE

ISSN

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08S C E N A R I O

Come riferiamo all'interno della rivista, a NIWeek 2008 ha fatto il suo esordio la nuova versione8.6 di LabVIEW, che sottolinea ancor più che in passato la natura intrinsecamente parallela del-la programmazione grafica a flusso di dati. Lo stesso Jeff Kodosky, cofondatore di National

Instruments e considerato il 'padre' di LabVIEW, si è chiesto nella sua keynote: "Il mondo è parallelo, le persone sono parallele, i computer sono paralleli: perché dovremmo limitarci ai linguaggi sequenziali?". E un riferimento a questa riflessione era stampato sulle magliette dimigliaia di visitatori. "Facciamo sempre le stesse cose tutti insieme, come camminare, guardare la televisione e masticare il chewing gum. Perché allora dovremmo costringerci a pensare in modosequenziale quando scriviamo programmi per i computer? Perché imporci un modo innaturale diaffrontare questo compito?” ha proseguito Kodosky. “Il problema fondamentale è che, in questomondo parallelo, per la programmazione utilizziamo ancora un modello di calcolo inadatto. Sto alludendo al modello a programma memorizzato di Von Neumann, nel quale un programma è una semplice sequenza di istruzioni che risiede in memoria e viene richiamata all'occorrenza.Questo modello, oggi, è troppo banale”. Secondo Kodosky, i modelli di programmazione devonoessere più umano-centrici, permettendo ai programmi di descrivere in modo naturale la concorrenza. "Non dobbiamo più pensare ai programmi come a sequenze di istruzioni, ma come a flussi di dati paralleli. E questo modello a flussi di dati intrinsecamente paralleli è alla base dellapiattaforma LabVIEW", ha ribadito Kodosky. "D'altra parte", egli ha spiegato, "quando abbiamoconcepito LabVIEW sapevamo bene che le applicazioni di misura sono intrinsecamente parallele,perché i segnali fisici esistono come fenomeni paralleli”. E la cose non sono cambiate mano a mano che LabVIEW si è esteso a nuovi settori applicativi, fino ad arrivare al settore industriale. Al contrario, la natura parallela della programmazione grafica si sta rivelando un importante vantaggio competitivo anche in queste nuove aree.In campo industriale, per esempio, Kodosky ha rimarcato il fatto che le architetture delle macchinestanno cambiando velocemente, utilizzando sempre più processori multicore e Fpga, mentre leapplicazioni diventano sempre più complesse e richiedono l'acquisizione, gestione e analisi di grandi quantità di dati, ormai nella gamma dei petabyte. "Con il progresso dei trend industrialiverso macchine altamente parallele e set di dati distribuiti sempre più grandi, la programmazionegrafica a flusso di dati rende LabVIEW un software ideale per affrontare questa nuova realtà", egli ha aggiunto. "Chi utilizza LabVIEW per i propri progetti ha la certezza di produrre dei risultatia prova di futuro. Indipendentemente da come evolverà l'architettura dei computer,verso multicore o super-Fpga, la programmazione grafica a flusso di dati potràsempre coprire le nuove esigenze ed essere all'altezza delle nuove piattaforme di calcolo".In questo numero verranno quindi esaminate più da vicino le caratteristichedi LabVIEW 8.6, con una particolare attenzione proprio alla natura parallela del nuovo software di programmazione grafica.

WORLD IS PARALLEL

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WORLD IS PARALLELLa programmazione graf ica a f lusso d idat i ha una natura paral le la , come i lmondo

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ROBOTICA AL GUSTO LABVIEWIgnazio P iacent in i d i r ige ImagingLab,soc ietà spec ia l izzata nel la v is ione perla robot ica

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PULIZIA AUTOMATICA DELDIAGRAMMA A BLOCCHIIn LabVIE W 8.6 è stato introdotto i lLabVIE W Cleanup Tool

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NUOVI FUNCTION BLOCK BASATISU STANDARD INDUSTRIALIFunc t ion block per la programmazionedi control l i

VISUALIZZARE I PROGETTILABVIEW CON L'USO DELL'UMLI programmator i LabVE W possono usarel ’Uni f ied Model ing Language

CONNETTIVITÀ PERPIATTAFORME MULTI-DOMINIO Integraz ione di PROFIBUS DP ePROFINET IO in s i s temi real-t ime

18 UTILIZZARE NI COMPACTRIOSCAN MODE CON NI LABVIEWScan Mode permette d i accedere a imodul i d i I /O da p iù ambient i

38 LE NOVITA' DI NIWEEK 2008Repor t su l la 14a ediz ione del la mostra-convegno di NI

UN MODELLO MATEMATICO PERIL 'NUOVO PENDOLINO'Un S istema Test-bench con LabVIE WSimulat ion Inter face

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PROGETTARE L'INTERFACCIAUTENTEI pannel l i f rontal i devono essere beneorganizzat i e fac i l i da ut i l i zzare

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PIANIFICAZIONE DEL SISTEMA(I PARTE)Come descr ivere e gest i re i requis i t i d isv i luppo di un progetto soft ware

DALLA CARTA AL WEBLink ad ar t ico l i d i approfondimento ealt r i documenti d isponibi l i su l web

LA VOCE DEGLI UTENTIAlcuni spunt i d i d iscuss ione appars i d irecente sul Forum di ILVG. i t

40 AUTOMOTIVE DAY 2008,VIBROACUSTICA PER TUTTI,AUTOMAZIONE AVANZATA PER ICOSTRUTTORI DI MACCHINE

43 LABVIEW COMMUNITY:CAPITOLO SECONDOS econda panoramica sul le nuover isorse LabVIE W-centr iche

100 KM DI CAVI SOTTOCONTROLLOLabVIE W nel l 'Eurotunnel

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44 APPUNTAMENTIOltre ad organizzare propr i cors i eseminar i , Nat ional Instruments saràpresente a numeros i event i

45 LABVIEW E LAVOROProposte concrete per co loro che sannout i l izzare LabVIE W

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08A T U P E R T U

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ImagingLab è una piccola azienda ad alto contenuto tec-nologico che offre il proprio know-how ad integratori disistemi, costruttori di macchine e utenti finali che hanno

l’esigenza di utilizzare innovative tecnologie di machine visione di robotica riducendo gli investimenti economici e i tempid’apprendimento.Il know-how dell'azienda è il risultato di una solida formazio-ne accademica, una vasta esperienza sui sistemi,un’approfondita conoscenza degli strumenti di imaging (inparticolare quelli di National Instruments), un costante aggior-namento sulle innovazioni nella componentistica di imaging euna visione globale del mercato della visione artificiale, fruttodella ventennale esperienza nel settore.Entrata da poco nel suo quinto anno d’attività, ImagingLabha già raggiunto significativi risultati in diversi settori qualimicroelettronica, automotive e industria del pneumatico, mac-chine di assemblaggio automatico, processi di stampa ad altatecnologia, produzione di minuterie meccaniche ed altro, far-maceutico e industria cosmetica, oltre a collaborazioni su pro-getti nel mondo della ricerca scientifica.ImagingLab ha sede nell’edificio quattrocentesco di PalazzoMozzanica, nel centro storico di Lodi, dove le apparecchiaturedi imaging e i robot convivono con affreschi e volte incrociate.Abbiamo rivolto alcune domande a Ignazio Piacentini, chedirige ImagingLab.

D: Quella della visione artificiale è stata una delleprime applicazioni industriali in cui si è espressa

pienamente la potenza di LabVIEW. Quando è nato que-sto connubio e qual è stato il suo personale contributo?

R:Nel 1995 dirigevo una piccola società italiana – GraftekItaly – nata sulla base di un accordo con un’altra picco-

la società francese – Graftek France. Graftek France aveva svi-luppato a partire dai primi anni novanta un pacchetto softwa-re di analisi di immagine su piattaforma Macintosh che si chia-mava Optilab e che ottenne una discreta diffusione in tutto ilmondo. Buona parte degli algoritmi e delle funzioni di imagingdi questo prodotto vennero sviluppati anche sotto forma diuna libreria di VI (Virtual Instruments) per LabVIEW (che avevacompiuto allora la transizione a LabVIEW 2!) sotto il nome diConcept Vi. Mentre l’azienda francese si concentrava soprat-tutto sulla creazione ed edizione di pacchetti software,l’omonima azienda italiana si dedicava principalmente allaprogettazione e realizzazione di progetti sia in ambito indu-striale che scientifico, con risultati più che discreti. L’attivitàdelle due aziende era nota a National Instruments Corporale

e fu proprio nelNovembre del ’95 che,durante un incontro aRoma con Jeff Kodosky,venne concordato unprimo incontro a Austincon il management diNI e con lo stesso JamesTruchard (noto come'Doctor T'). Iniziò cosìuna serie di incontri econtrattazioni che por-tarono alla cessionedella libreria nell’Agostodel 1996, annunciataufficialmente durante NIWeek. Il mio personalecontributo fu quello diillustrare al manage-ment il vasto settoreapplicativo della visionee le possibili sinergie tra LabVIEW, la libreria di visione el’acquisizione dati in cui NI era già leader di mercato.Dopo circa una anno di ‘probing’ del mercato e di valutazionedell'operazione, il Vision Group creato all’interno della divisio-ne di R&D di NI venne potenziato. Nel 1999 NationalInstruments Corporale mi chiese di ‘salire a bordo’ e di occu-parmi del settore della visione e del motion control con il tito-lo di European Business Development Manager, ruolo cheoccupai fino alla fine del 2003. La sede di Milano divenne lamia base di riferimento (e gradito luogo di sosta tra i frequen-ti viaggi) ed è proprio qui che nacque ImagingLab, nome chemi fu concesso di conservare quando decisi di lasciareNational Instruments.

D: LabVIEW era già intrinsecamente orientato a que-sto tipo di applicazioni?

R:Uno dei grandi meriti di LabVIEW, fin dalle prime ver-sioni, è quello di essere una piattaforma estremamente

aperta. L’integrazione di una libreria di visione ‘nata’ inLabVIEW fu quindi piuttosto semplice. Semmai le preoccupa-zioni di una piccola struttura come la Graftek di allora eranoquelle di mantenere allineate le nuove versioni di Concept VIcon i rapidi progressi e crescita delle nuove versioni diLabVIEW. Occorre ricordare che LabVIEW nasce su piattafor-ma Macintosh OS e che la transizione al vasto mondo

ROBOTICA AL GUSTO LABVIEW

Fig. 1 - Ignazio P iacent in i d i r ige ImagingLab Sr l , unasoc ietà d i progettaz ione e d i integraz ione for tementespecia l izzata nel settore del la v is ione per la robot ica

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Windows avviene con l’arrivo di Windows 3.1 (i lettori che svi-luppano sofware si ricorderanno l’eterna questione big-endian/little-endian). Ovviamente, l’arrivo della libreria di imagingdirettamente ad Austin significò anche lo ‘sfruttamento’ siner-gico di risorse che già si trovavano in NI (dagli specialisti dellamatematica degli algoritmi agli specialisti di ottimizzazione delcodice o dell’interfaccia utente) e la possibilità di programma-re il futuro sviluppo della libreria di pari passo con la crescitadi LabVIEW. Un altro punto che non va dimenticato, anche se

non sollevato esplicita-mente dalla domanda,riguarda invece lo sviluppodi schede hardware dedi-cate alla visione. Nei primianni novanta le videoca-mere sono ancora per lopiù analogiche e si stannomuovendo i primi passiverso il digitale.National Instruments hagià ‘in casa’ tutto la tecno-logia e le competenze perlo sviluppo di ‘frame grab-ber’ sia analogici che digi-tali per l’acquisizione diimmagini.

D: è stato necessario sviluppare delle librerie o dellefunzioni LabVIEW particolari per utilizzare il siste-

ma di programmazione grafica nel campo della visione?

R:LabVIEW nasce essenzialmente per l’acquisizione dati inlaboratorio, anche se oggi è ‘migrato’ in molti altri set-

tori. Le differenze più sostanziali rispetto all’acquisizione‘mono-dimensionale’ da un sensore rispetto all’acquisizione diun'immagine che è intrinsecamente bi-dimensionale sonolegate principalmente a tre requisiti:• Manipolazione di un volume di dati importante (un senso-

re da 1000 x 1000 pixel a 25 frame per secondo a 8-bitgenera 25 Megabyte /secondo) sia a livello di trasferimen-to dati che di allocazione di memoria

• Visualizzazione nell’interfaccia utente del ‘dato immagine’• Interazione utente con l’immagine e intercettazione degli

eventi ‘mouse’ e generazione di overlay sull’immaginestessa

Queste peculiarità del ‘dato immagine’ erano già state affron-tate e risolte nella libreria di imaging di origine, ma sono stateulteriormente migliorate nelle versioni di LabVIEW successivealla cessione.Dal punto di vista strettamente algoritmico, la libreria si èarricchita nel corso degli anni (e ne sono passati già molti) contutto quello che il mercato della visione ha richiesto: patternmatching convenzionale (cross-correlazione normalizzata) e

geometrico, OCR, riconoscimento di bar-code e 2D matrix, fun-zioni di tresholding e di edge detection avanzate e molte altrefunzioni. Per quanto riguarda invece l’acquisizione di immagini, sia dadispositivi analogici che da sensori digitali, la videocamera èdiventata semplicemente una altro ‘device’, del tutto compati-bile con MAX (Measurement and Automation Explorer).

D: Dalla visione alla robotica il passo è breve. In chemodo il successo delle applicazioni di visione sta

contribuendo a rendere LabVIEW sempre più'Industrial'?

R:È indubbio che LabVIEW stia migrando sempre più versoil mondo dell’automazione, ma la sfida che National

Instruments deve affrontare verso colossi come Beckhoff,Siemens, Rockwell, ecc, ha qualcosa di eroico! È forse più faci-le entrare nel mondo dell’automazione attraverso qualcheingresso ‘laterale’ e sfruttando al meglio le tecnologie avanza-te che sono già patrimonio di National Instruments. La visioneassociata alla robotica si presta particolarmente bene a facili-tare questa transizione.Il mondo della robotica è in forte crescita, così come è in forteaumento l’utilizzo della visione per la robotica. Mentre la robo-tica ‘pesante’ e in particolare quella dell’automotive è essen-zialmente a crescita zero, la crescita è invece stimolata da moltinuovi settori che vanno dall’assemblaggio flessibile, al packa-ging, al biomedicale e farmaceutico, al food processing, altesting (settore che vede una presenza fortissima di NI).Purtroppo, l’aspetto meno avanzato del mondo robotico èquello della programmazione. A scanso di fraintesi, va inveceprecisato che dal punto di vista meccanico, motori e aziona-menti e hardware di controllo della cinematica inversa e dellefunzionalità robotiche, i robot industriali rappresentano un set-tore tecnologico particolarmente avanzato. ImagingLab haovviato a questa ‘idiosincrasia’ sviluppando una libreria robo-tica per LabVIEW. Un effetto estremamente positivo legato aquesto sviluppo è quello di eliminare completamente la sepa-razione tra ambiente di programmazione della robotica, pro-grammazione del sistema di visione e programmazione delsoftware applicativo e interfaccia utente.

D: Quali sono i miglioramenti che le caratteristichedella nuova release 8.6 di LabVIEW hanno per-

messo di portare nelle applicazioni di visione e di robo-tica?

R:Direi che tra le migliorie introdotte, quella inerente alsupporto di CPU multi-core è quella di maggior interes-

se per la visione, permettendo una scalabilità dell’aumentoprestazionale. Va però detto che non tutti gli algoritmi di visio-ne sono in grado di ‘distribuire’ il processo computazionale diun’immagine su CPU multiple. Una serie di altre migliorie

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Fig. 2 - Aust in, NI Week 1996. Phi l ippe S auvant-Magnet(Graftek France) , Jef f Kodosky e Ignazio P iacent in i i lg iorno del la cess ione uf f ic ia le del la cess ione di ConceptVi che d iventerà la l ibrer ia IMAQ Vis ion

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riguardano invece alcuni dettagli della libreria di visione. Larelease 8.6 si porta appresso un generale miglioramento dellagestione di progetti complessi, di cui beneficiano naturalmen-te anche i progetti di visione e robotica.Per quanto riguarda la robotica, una novità importante è rap-presentata da un toolkit specifico per SolidWorks, che permet-te di gestire modellazione e simulazione in 3D direttamente daLabVIEW.

D: Quali sono le iniziative previste da ImagingLab permantenere sempre viva la competenza acquisita

in questi anni sulle applicazioni di LabVIEW nella visionee nella robotica?

R:ImagingLab ha sviluppato nel corso degli ultimi anni unapiattaforma in LabVIEW per la gestione di applicazioni

avanzate di robotica e visione, soprattutto per il pick & placedi componenti in sistemi di assemblaggio automatico. È pro-prio l’integrazione stretta offerta dall’ambiente di programma-zione grafica che ha determinato il successo del softwareapplicativo che è stato utilizzato su decine di stazioni roboti-che utilizzanti robot sia Scara che antropomorfi di diversi pro-duttori.Un componente importante di questa piattaforma è proprio lalibreria di robotica in LabVIEW, che permette di controllarerobot di diversi produttori (attualmente la libreria permette dicontrollare robot di Denso Wave e di Mitsubishi Electrics ed èin corso l’implementazione di una libreria per i robot Kuka),coadiuvata da un ‘tool-kit’ che risponde a una serie di bisogniripetitivi quali la calibrazione tra robotica e visione, la genera-zione di modelli di riferimento, la gestione di criteri di pass-fail

in linea, ecc.La comunicazione tra ImagingLab sia con NationalInstruments che con le case produttrici di robotica è moltoimportante e ci permette di seguire con sufficiente anticipo iprogressi sia della tecnologia di visione che dei sistemi roboti-ca, mantenendo aggiornati gli aspetti applicativi del softwareda noi prodotto.L’adozione della nostra piattaforma integrata di visione e dirobotica dai costruttori di macchine e il suo utilizzo ripetitivonon solo forniscono un feedback utilissimo per migliorare dicontinuo la piattaforma, ma generano anche le condizionieconomiche per ulteriori sviluppi. La ‘visione delle macchine ’inizia ad affrontare il passaggio da una visione essenzialmen-te 2D a una visione tri-dimensionale con i vantaggi e le com-plicazioni che ne conseguono. ImagingLab, cosciente dell’ap-porto che la visione 3D offre alla robotica, sta già lavorandosu sistemi di imaging tri-dimensionali. In particolare ha porta-to a termine un primo progetto per un importante produttoredi videocamere 3D (SICK-IVP) sviluppando un tool-kit perl’utilizzo di questi dispositivi direttamente da LabVIEW.

D: Oltre che nella robotica le applicazioni divisione realizzate con LabVIEW trovano spa-

zio anche in altri settori industriali (per es. identi-ficazione automatica, controllo qualità, ecc.)?

R:Sì, certamente. LabVIEW e la libreria specifica di visionesi prestano a una moltitudine di applicazioni nei settori

più diversi e non solo nei settori industriali. Nel mondo speci-fico dell’industria si sono diffuse applicazioni di controllo diqualità sia in linea che a fine linea, che effettuano le ‘misure’più disparate, da quelle dimensionali alle verifiche di colore.L’identificazione automatica è invece un termine generico cheingloba sia il riconoscimento di forma (pattern matching), siala lettura di codici (bar code, 2D) e quella di caratteri (OCR). Lalibreria di visione si è molto evoluta, sia in termini di contenu-to algoritmico, di ottimizzazione degli stessi e di facilità d’uso.Si può affermare che i limiti applicativi sono legati essenzial-mente alle capacità ed esperienza di che ne fa uso.

Fig. 3 - Una macchine per i l test ing automatico d imemorie Dimm con s istema robot izzato d i auto-guidaper la manipolaz ione dei modul i d i memoria . L’ interosoft ware appl icat ivo è real izzato in LabVIE W

Note sull’autoreIgnazio Piacentini (ImagingLab) ha conseguito nel 1987 un M.Sc.(Master of Science) in Digital Systems and Instrumentation alPolytechnic of Central London. Dal 1976 al 1991 si è occupato disistemi di misura e di controllo nell’ambito di vari progetti europeidi ricerca nel settore della fusione termonucleare. È stato BusinessDevelopment Manager Europeo per National Instruments Corporale.Oggi dirige ImagingLab Srl, una società di progettazione e diintegrazione fortemente specializzata nel settore della visione perla robotica.

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Il paradigma di programmazionegrafica di LabVIEW, basato sul flus-so di dati, ne rende facile l’appen -

dimento a tecnici e ricercatori. Tuttavia, mano a mano che le applica-zioni LabVIEW diventano più comples-se, può essere difficile mantenere uncodice ben organizzato. Per esempio,considerate l'ultima volta che aveteosservato il codice di un collega o ave-te aperto un programma che avetecreato mesi prima. Potreste essere rimasti colpiti nel vede-re un diagramma pieno di codice di -sorganizzato, che avrebbe richiestoore per essere riorganizzato usandotool di LabVIEW tradizionali comeClean Up Wire e Align Objects. Con il Block Diagram Cleanup tool,introdotto in LabVIEW 8.6, potetemigliorare istantaneamente il layout diun intero schema a blocchi, senza spo-stare manualmente un singolo filo odoggetto, eseguendo automaticamentele seguenti operazioni:- Ridisporre ed allineare ogni controllo eindicatore sul vostro schema a blocchi - Reinstradare e raddrizzare ogni filo

sul vostro schema a blocchi - Decidere la spaziatura e la compattezzadi ogni oggetto dello schema a blocchi.

COME FUNZIONA IL BLOCKDIAGRAM CLEANUP TOOLBenché il Block Digram Cleanup toolpossa rendere il vostro codiceLabVIEW molto più facile da capire, lafunzionalità di quest'ultimo rimaneesattamente la stessa dopo l'uso deltool, così come avviene quando si usa-no Clean Up Wire o Align Objects. Vi sono tre modi per eseguire la puliziadi uno schema:- Cliccare il pulsante Cleanup Diagramsulla toolbar dello schema a blocchi - Selezionare Edit>>Cleanup Diagramdai menu dello schema a blocchi

- Usare il tasto abbreviato CleanupDiagram tenendo premuti <CTRL+U>. Il Block Diagram Cleanup tool ha

diverse opzioni configurabili, accessibi-li selezionando Tools>>Options escegliendo Block Diagram: Cleanupdall'elenco di categorie. Tra le più importanti opzioni di confi-gurazione ricordiamo le seguenti:- Spaziatura orizzontale e verticale deiblocchi – Specifica la spaziatura mini-ma in pixel fra due oggetti qualsiasidello schema a blocchi. - Spaziatura orizzontale e verticale deifili – Specifica la spaziatura minima inpixel fra due fili qualsiasi o qualsiasifilo e qualsiasi oggetto dello schema ablocchi.

PULIZIA AUTOMATICA DEL DIAGRAMMA A BLOCCHI DI LABVIEW

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Figura 1 - R id ispos iz ione e pul iz ia d i un intero schema a b locchi con un s ingolo c l i ck del mouse

Figura 2 - Usate i l pulsante C leanup Diagram sul la toolbar del lo schema a b locchi o<CTRL+U>

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W H A T ’ S N E W

- Allineamento a sinistra dei controllidel diagramma – Sposta tutti i control-li sul lato sinistro dello schema a bloc-chi. Se un controllo è all'interno di unastruttura, LabVIEW sposta il controllovicino al bordo sinistro della struttura. - Allineamento a destra degli indicato-ri del diagramma – Sposta tutti gliindicatori sul lato destro dello schemaa blocchi. Se un indicatore è all'internodi una struttura, LabVIEW spostal'indicatore vicino al bordo destro del-la struttura. - Qualità del layout – Determina quan-to tempo LabVIEW deve dedicare allapulizia dello schema a blocchi. Una qualità del layout più elevata sitraduce in uno schema a blocchi piùcompatto.

TIPS AND TRICKS PER L'USO DELBLOCK DIAGRAM CLEANUP TOOLÈ importante notare che il BlockDiagram Cleanup tool non può perfe-

zionare il layout del vostro schema ablocchi. Ogni utente ha preferenzeuniche per quanto riguarda spaziatura,allineamento e densità. Il BlockDiagram Cleanup tool migliora signifi-cativamente l'aspetto del vostro codi-ce, ma è più potente quando lo utiliz-zate con altri tool, come Align Objects.Per esempio, potete iniziare selezio-nando Cleanup Diagram e quindi usa-re il tool Distribute Objects per ese-guire ulteriori regolazioni della spazia-tura. I cinque suggerimenti principaliper usare il Block Diagram Cleanuptool sono i seguenti:- Salvate sempre una copia di backupdei VI ai quali applicherete il BlockDiagram Cleanup tool per la prima vol-ta. Potete anche annullare ('Undo')una pulizia (Edit>>Undo Cleanup o<CTRL+Z>) purché non abbiateancora salvato il VI dopo avere esegui-to il Cleanup Diagram. Scegliendo 'Allineamento a sinistra dei

controlli dello schema contenente' nelmenu opzioni, si intendono tutti i con-trolli. Prendete tempo per valutare ilvostro schema a blocchi prima di sele-zionare questa opzione per assicurarviche questo sia il risultato che desidera-te. Lo stesso vale per l'opzione 'Al -lineamento a destra degli indicatoridello schema contenente'. Con il Block Diagram Cleanup toolpotete fare un uso migliore della fun-zionalità Quick Drop introdotta inLabVIEW 8.6. Combinando il testopredittivo di Quick Drop con il CleanDiagram, potete programmare codicein modo rapido e pulito. - LabVIEW considera le etichette deglioggetti come parte di un oggetto del-lo schema a blocchi. Ciò significa chele etichette di oggetti come controlli eindicatori vengono spostate con i lorooggetti associati. - Il Block Diagram Cleanup tool nonsposta etichette libere, come testo ecommenti aggiunti al vostro schema ablocchi. Tenete le posizioni delle eti-chette libere relativamente intatteannidandole all'interno di una struttu-ra come un while loop.

CONCLUSIONEPotete usare il Block Diagram Cleanuptool per riorganizzare un intero sche-ma a blocchi in pochi secondi con unsingolo click del mouse. Benché il tool non sia inteso per perfe-zionare il layout del vostro schema ablocchi, le opzioni di configurazione vioffrono la possibilità di specificarespaziatura dei fili, spaziatura dei bloc-chi e compattezza dello schema a livel-lo di pixel. Usato con funzionalitàcome Align Objects e Quick Drop, ilBlock Diagram Cleanup tool diventaun potente strumento per svilupparerapidamente codice pulito.

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F igura 3 - Personal izzate le impostaz ioni d i pul iz ia , inc luse spaziatura dei f i l i , spaz iatura dei b locchi e qual i tà del layout

Figura 4 - I l D iagram Cleanup è p iù potente quando lo ut i l i zzate con a l t r i tool comeAl ign Objec ts

Note sull’autoreL a u r e ato i n i n g e g n e r i a n u c l e a r e a lPo l i te c n i c o d i M i l a n o, M at te o Fo i n il avo r a i n q u a l i t à d i Te c h n i c a lM a r ke t i n g E n g i n e e r p r e s s o N at i o n a lI n s t r u m e n t s I t a l y

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LabVIEW è un linguaggio di pro-grammazione grafica intuitivo,con centinaia di funzioni integra-

te di controllo, analisi, comunicazione,file I/O, e così via. Il modulo LabVIEWReal-Time 8.6 introduce 18 functionblock basati sullo standard internazio-nale IEC 61131-3 per la programma-zione di sistemi di controllo industria-le. Tali function block sono scritti inLabVIEW, progettati per l'uso in appli-cazioni real-time, e hanno la possibili-tà di pubblicare i loro parametri comeshared variable per la programmazio-ne di interfacce uomo-macchina (HMI)e il monitoraggio di stato. Potete sfrut-tare ora questi function block indu-striali con tutti i VI e le funzioni esi-stenti in LabVIEW per sviluppare appli-cazioni industriali di misura e controllosemplici e complesse.

PROGETTATI PER APPLICAZIONI REAL-TIMEI function block vengono installati conil modulo LabVIEW Real-Time 8.6 sot-to Real-Time»Function Blocks sullapalette delle funzioni e possono essereutilizzati in LabVIEW Real-Time eLabVIEW per Windows. Ogni functionblock è scritto in LabVIEW e progettatoper l'uso in applicazioni real-time conesecuzione deterministica non bloccan-te, cosa che li rende sicuri per l'uso nelvostro codice time-critical. I subVI sorgenti sono situati in…\LabVIEW 8.6\vi.lib\functionblocks.Ogni istanza di un function block haun nome e uno spazio di memoria uni-ci con esecuzione rientrante. Grazie aciò, potete usare questi function

blocks indipendentemente nella vostraapplicazione. Per esempio, potete usa-re ogni istanza del function block PIDper controllare un sistema separato.

VARIABILI TERMINALI CONFIGURABILII function block che usate nella vostraapplicazione sono visibili nel LabVIEWProject con accesso remoto alle sharedvariable legate a ciascun terminale.Potete configurare i terminali e le varia-bili dalla pagina Properties dei func-tion block.Di default, le variabili terminali vengonoconfigurate come shared variable sin-gle-process con FIFO real-time, chepotete utilizzare all'interno della vostraapplicazione real-time per accedere aivalori dei parametri senza introdurre jit-ter. Potete configurare ogni terminale inmodo che riceva il suo valore dal termi-nale sullo schema a blocchi, remota-

mente dalla shared variable corrispon-dente o come costante.

PROGRAMMAZIONE HMI E MONITORAGGIO DI STATOPotete configurare le variabili termina-

NUOVI FUNCTION BLOCK BASATISU STANDARD INDUSTRIALI

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ini I l modulo LabVIE W Real-Time 8.6 introduce func t ion block standard industr ia l i per la programmazione

di control l i . Ta l i func t ion block sono progettat i per l 'esecuzione real-t ime e hanno la poss ib i l i tà d i pubbl icare i va lor i dei parametr i in rete per l 'accesso remoto e la programmazione HMI

Figura 1

Figura 2

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li come shared variable pubblicate in rete perdare accesso remoto ai valori dei parametriper la programmazione HMI e il monitorag-gio remoto. Per la programmazione HMIpotete usare le shared variable nelle applica-zioni LabVIEW sul vostro desktop o su com-puter touch panel industriali.

Il Distributed System Manager, introdotto asua volta con LabVIEW 8.6, consente ilmonitoraggio centralizzato dei sistemi pre-senti in rete e la gestione dei dati pubblicati. Dal system manager potete visualizzare ivalori dei parametri dei function block senzala necessità di avere l'ambiente di sviluppo

LabVIEW. Configurando il terminale di un functionblock in modo che riceva il suo valore dallavariabile, potete anche scrivere i valori deiparametri dal system manager. In questomodo, per esempio, potete regolare remota-mente i function block PID. Re

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Quando si pianificano ed elaborano progetti di sistema,le descrizioni visive sono molto utili. L'UML – UnifiedModeling Language – offre una notazione standar-

dizzata per la modellazione grafica dei sistemi. Lo standardha un'accettazione industriale e sono disponibili tool com-merciali. I diagrammi UML possono descrivere sistemi nelloro intero ciclo di vita. Benché molti di questi tipi di dia-grammi siano molto utili, il diagramma a classi UML è al pri-mo posto per il progettista. L'articolo spiega che cosa si puòdescrivere con il diagramma a classi UML, come utilizzarlo ecome il supporto dei tool permetta la generazione e lamanutenzione automatica dei diagrammi. L'articolo si con-clude con una panoramica del diagramma a stati, che è asua volta un diagramma utile per il programmatoreLabVIEW.

PERCHÉ USARE L'UML?L'UML fornisce i mezzi per comunicare progetti. Questi sonoalcuni esempi in cui l'UML può essere utile:• Descrivere aspetti importanti di una soluzione per discu-

terla con altri sviluppatori.• Rivelare il progetto per rendere più semplice la manuten-

zione.• Introdurre nuovi programmatori in un progetto.• Visualizzare le idee e le decisioni di progetto per sé stessi.• Il supporto dei tool permette di risparmiare tempo quan-

do si crea documentazione.

L'UML ha una vasta accettazione industriale esono disponibili molti tool per creare dia-grammi UML. L'Endevo GOOP DevelopmentSuite – UML Architect Edition è l'unico toolUML che permette la generazione ed il rever-se engineering di codice LabVIEW.

IL DIAGRAMMA A CLASSI UMLLa gerarchia dei VI LabVIEW offre una vista ad alto livello diun'applicazione, che indica i singoli VI e le loro dipendenzeda altri VI senza alcun dettaglio sul codice. Per presentare ilprogetto ad un livello più elevato dei singoli VI è necessarioun meccanismo di raggruppamento logico. Quando si appli-ca la programmazione orientata agli oggetti, la classe forni-

sce tale meccanismo di raggruppamento. Per un'introduzione alla programmazione orientata aglioggetti si può vedere l'articolo pubblicato nel n. 4 diLabVIEW World, pubblicato nel 2007. Il diagramma a classiUML indica le classi con caratteristiche e relazioni. Poichél'UML è indipendente dal linguaggio di programmazione, lostesso diagramma può essere implementato in qualsiasi lin-guaggio di programmazione orientata agli oggetti.La figura 1 illustra un esempio di diagramma a classi UML.Ogni rettangolo rappresenta una classe. Per chiarezza,quando esploreremo il diagramma a classi UML useremocodice LabVIEW.

La figura 2 illustra la classe UML e la lvclass nell'ambiente delprogetto. I metodi sono elencati nella parte inferiore della clas-se UML. In LabVIEW, ogni metodo è realizzato come un VI dimetodo. I metodi Init e CleanUp della classe LabVIEW sonoresponsabili dell'inizializzazione e pulizia dell'oggetto. Lasezione intermedia della classe UML elenca gli attributi. Gli

VISUALIZZARE I PROGETTI LABVIEW CON L'USO DELL'UMLL'ar t ico lo spiega come i programmator i LabVIE W possono t rarre vantaggio dal l 'Uni f iedModel ing Language, o UML, in LabVIE W

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Figura 1 - D iagramma a c lass i UML

Figura 2 - C lasse UML e c lasse LabVIE W

Figura 2 - C lasse UML e c lasse LabVIE W

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attributi rappresentano l'informazione, o i dati, che è possibilememorizzare in istanze della classe. In LabVIEW, gli attributisono definiti come campi dati in un typedef (file CTL), ed ogniclasse ha la propri type def con lo stesso nome della classe. Lafigura 3 descrive i campi dati della classe LabVIEW.

CLASSI UML E LABVIEW - RELAZIONI FRA LE CLASSI L'UML usa varie relazioni per descrivere le dipendenze fraclassi. Al contrario, la gerarchia dei VI definisce solo un tipodi relazione, 'usa', per descrivere il fatto che un VI richiamaun subVI dal suo diagramma. Per illustrare le relazioni inUML, prenderemo in esame le tre relazioni più utili: eredità,aggregazione composta ed associazione. Altre relazionisono: dipendenza, aggregazione e realizzazione.

Le tre classi di sensori ditemperatura della figura 1sono incluse in una gerar-chia di eredità. Questa rela-zione ha una corrisponden-za diretta in LabVIEW. Le classi LabVIEW ereditanofra loro esattamente nellostesso modo.

Nell'UML, l'aggregazionecomposta è indicata da unalinea con un rombo nero,come si vede nella figura 4.Questa relazione significache la classe InstrumentMa -nager è una repository pergli oggetti TempSensor.Logicamente, gli oggettiTempSensor sono memoriz-zati all'interno di oggettiInstrumentManager. In LabVIEW, il controllo del-la classe TempSensor èincluso nei dati oggetto diInstrumentManager, come sivede nella figura 5.

La figura 6 indica come un oggetto inizializzato della classeRealModelTempSensor è creato e memorizzato all'interno dlmetodo Init della classe InstrumentManager.

L'aggregazione composta è un utile modello di progettazio-ne, perché definisce un contenitore per gli oggetti. Per otte-nere un oggetto sensore di temperatura inizializzato, il codi-ce client, per esempio ApplicationGUI, deve semplicemente

chiamare il VI delmetodo GetTemp Sen sor(figura 7) della classeInstrument Manager.Un'altra relazione utileè l'associazione. Essa è più vaga dell'ag-gregazione compostaed è spesso utilizzataper indicare una rela-zione 'usa', come illu-strato nella figura 8.

Figura 3 - Attr ibut i UML e dat i del la c lasse LabVIE W

Figura 4 - Aggregazionecomposta

Figura 5 - Control lo del lac lasse TempS ensor nei dat iInstrumentManager

Figura 6 - O ggetto RealTempS ensor creato e memorizzato daInstrumentManager

Figura 8 - La re laz ione diassoc iaz ione

Figura 7 - I l metodo GetTempS ensor del la c lasseInstrumentManager

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La figura 9 descrive il codice all'interno del metodo GUI diApplicationGUI che causa la dipendenza visualizzata comerelazione di associazione.

USO DEL DIAGRAMMA A CLASSI UML Il diagramma a classi è utile al progettista quando devecreare la bozza di una soluzione o descrivere il progettocompleto.

Poiché lo scopo principale del diagramma è quello di creareuna comprensione del progetto, è inutile aggiungere infor-mazioni dettagliate se queste non migliorano la compren-sione stessa. Aggiungere classi e relazioni è un puntod'inizio naturale per il progetto. Anche i metodi pubblicisono importanti, perché forniscono informazioni sui servizimessi a disposizione da una classe. Il termine 'pubblico' denota la visibilità dei metodi. Pubblicisignifica che possono essere utilizzati da metodi di altreclassi. Privati significa che possono essere utilizzati solo dal-l'interno della classe. Protetti significa che sono condivisi fraclassi in una gerarchia di eredità. Normalmente, i metodiprotetto e privato sono caratteristiche che è meglio aggiun-gere durante la codifica.

I metodi possono avere parametri in UML – controlli e indi-catori in LabVIEW – ma normalmente i parametri nonaggiungono nulla alla comprensione del progetto, quindi èpreferibile aggiungerli nel codice.

Gli attributi sono meno importanti dei metodi e non vengo-no normalmente aggiunti durante la progettazione, a menoche il diagramma sia generato da tool. Infatti, una classe èprevalentemente definita dai servizi che fornisce (mediantemetodi pubblici); le capacità di memorizzazione dei datisono aggiunte quando vengono implementati i metodi.

Le classi sono fornitori di servizi, non un modo per imple-mentare dati globali. Tuttavia, sono un meccanismo eccellente per evitare datiglobali.

TOOL DI SUPPORTO PER MANTENERE AGGIORNATI IDIAGRAMMIMolti tool UML forniscono moduli di connessione del codi-ce. L'Endevo GOOP Development Suite, usato per crearetutti i diagrammi in questo articolo, offre una connessionedi codice per le classi LabVIEW. I tool di connessione delcodice possono fornire queste caratteristiche per i diagram-mi a classi UML (l'Endevo GOOP Development Suite sup-porta tutti e tre):• Generazione codice – Supporta la generazione di codi-

ce da un diagramma a classi.• Reverse Engineering – Supporta la generazione di dia-

grammi a classi da codice esistente. • Sincronizzazione – Supporta la manutenzione dei dia-

grammi quando il codice o il diagramma cambiano.

Probabilmente, la caratteristica più importante è il reverseengineering, perché permette di creare la corretta docu-mentazione del progetto – il diagramma a classi – in qual-siasi punto dello sviluppo. Nella generazione del codice sirisparmia tempo, perché non è necessario creare manual-mente tutti gli elementi di codice descritti nel diagramma aclassi, tuttavia rimane un'operazione eseguita una sola vol-ta durante lo sviluppo.

La sincronizzazione, insieme al reverse engineering, offre unmodo di lavoro nel quale il progetto è 'sempre' aggiornato.Ogni volta che è necessario un progetto corretto, si può ese-guire la sincronizzazione. Se è supportato solo il reverseengineering, il diagramma non sarà aggiornato altrettantospesso. La ragione è che dopo ogni operazione di reverseengineering è necessario aggiornare manualmente il layoutgrafico (è difficile che i tool possano fornire un layout per-fetto). Non si tratta di molto lavoro, ma occorre qualcheminuto.

ANALISI DEL CODICE E CONVENZIONI DI MODELLAZIONEGli aggiornamenti dell'UML supportati da tool non sonosolo più efficaci in termini di tempo rispetto alla manuten-zione manuale dei diagrammi. Il tool fornisce effettivamen-te l'analisi automatizzata del codice, promettendo perciòuna maggiore correttezza rispetto ai diagrammi aggiornatimanualmente. L'analisi mediante tool può trovare elementifacilmente trascurati dallo sviluppatore.

I diagrammi generati da tool sono anche più coerenti perquanto riguarda le relazioni fra le classi, perché vengono

Figura 9 - Uso del l 'oggetto TempS ensor

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applicate ogni volta le stesse regole. Quando crea manual-mente i diagrammi, il progettista ha flessibilità nella sceltadelle relazioni. Le definizioni di relazioni dell'UML non sonocosì rigorose da rendere possibile un solo modo per fare'correttamente'. Per rendere i diagrammi UML facilmentecomprensibili all'interno di un gruppo di sviluppatori, ènecessario applicare qualche convenzione sull'uso dellerelazioni. I tool di reverse engineering forniscono tale con-venzione.

REVERSE ENGINEERING E SINCRONIZZAZIONELa figura 10 descrive il dialogo di reverse engineering che vie-ne lanciato dall'interno del progetto. Tutte le classi sonoaggiunte automaticamente al dialogo. In alternativa, è possi-bile selezionare singole classi. La figura 11 mostra il diagram-ma a classi risultante; le classi sono state spostate per miglio-rare il layout, ma tutte le informazioni sono state generate datool. Quando una classe UML è stata collegata al codice (auto-maticamente durante il reverse engineering), sulla classe sonodisponibili le operazioni di sincronizzazione. Nell'UML si pos-sono aggiungere metodi ed attributi (campi dati) e i cambia-menti possono essere sincronizzati al codice e viceversa.

USO DEL DIAGRAMMA A CLASSI PER CODICE NONORIENTATO AGLI OGGETTI L'ApplicationGUI è nel nostro esempio un lvclass con un VImetodo GUI. Se fosse stato semplicemente un VI -

ApplicationGUI.vi – avrebbe potuto ancora essere visualiz-zato in UML. In questo caso, la classe UML avrebbe utiliz-zato un'annotazione, <<GUI>>, prima del nome della clas-se (figura 11). Tale annotazione viene chiamata tipo stereoin UML ed è usata per aggiungere se mantica alla classeUML. In questo caso, <<GUI>> denota che si utilizza il sim-bolo della classe per il VI GUI dell'applicazione, che non èuna classe. Sembra naturale avere l'ef fet tivo VI GUI nel dia-

gramma a classi, no-nostante non sia unaclasse. Esso contri-buisce, infatti, allacomprensione delprogetto.Un altro modo diusare il simbolo dellaclasse UML per codi-ce non orientato aglioggetti è il raggrup-pamento di VI. La figura 12 mostra iVI di un lvlib visualiz-zati come classeUML usando il tipostereo 'LVLIB'. Il nome del lvlib èusato come nomedella classe in UML.

Se non si usano i lvlib,come nome dellaclasse si usa il concet-to comune rappresen-tato dai VI, come i VIBinary File. In questocaso, il tipo stereosarebbe 'VI'. I VI delraggruppamento logi-co sono descritticome metodi in UML.

L'applicazione diquesta tecnica rendepossibile usare l'UMLanche se non vieneutilizzata la pro-grammazione orien-tata agli oggetti.Rispetto alla gerar-chia dei VI, questatecnica mette in luceuna responsabilitàcomune fra i gruppi di

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Figura 10 - Dia logo del reverse engineer ing

Figura 11 - I l lustraz ione di un VIGUI come c lasse UML con i l t ipostereo 'GUI '

Figura 12 - VI d i un lv l ibv isual izzat i in UML

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VI, mentre la gerarchia dei VI si focalizza solo su relazioni'usa' fra i singoli VI. Questa tecnica rende inoltre possibileelaborare le dipendenze fra i gruppi di VI usando le relazio-ni UML.

ALTRI DIAGRAMMI UMLVi sono molti aspetti differenti della progettazione di siste-mi e non è possibile catturarli tutti in un solo tipo di imma-gine. L'UML definisce quindi una serie di tipi di diagrammi,dove ogni tipo cattura determinati aspetti del progetto.Oltre al diagramma a classi, un altro diagramma utile al pro-grammatore LabVIEW è il diagramma a stati. Descriveremoquindi anche questo tipo di diagramma.

IL DIAGRAMMA A STATIIl diagramma a stati è di grande interesse per il program-matore LabVIEW perché spesso nei VI vengono implemen-

tate macchine a stati o handler di messaggi in coda. È, per esempio, molto comune implementare VI UI come VIdi macchine a stati. Le macchine a stati sono un potente meccanismo di imple-mentazione, ma può essere difficile ottenere una visioned'insieme di tutte le possibili transizioni di stato dal codice.L'Endevo GOOP Development Suite può generare diagram-mi a stati da un VI di macchina a stati. Le figure 13 e 14 loillustrano usando un VI creato come esempio il templatedella macchina a stati standard LabVIEW.NI fornisce anche il toolkit del diagramma a stati, che per-mette al programmatore di creare diagrammi a stati edottenere per essi il codice LabVIEW.

CONCLUSIONEL'articolo ha esplorato come si possono usare i diagrammi aclassi e a stati UML per visualizzare il progetto di programmi

LabVIEW. Per essere pro-duttivi durante la proget-tazione, è vitale un buonsupporto di tool.Abbiamo illustrato comesi può usare l'EndevoGOOP Development Suitenon solo per la modella-zione, ma anche per lagenerazione automatiz-zata della documenta-zione del progetto. Usando la funzionalità dicollegamento del codice,l'Endevo GOOP De ve -lopment Suite di venta untool per esplorare visiva-mente il codice da un pun-to di vista del progetto.

Per ulteriori informazioni sull'UML, visitate www.uml.org.Visitate anche www.endevo.se per altri documenti e demovideo. Un eccellente libro sull'UML è UML Distilled (3a edi-zione) di Martin Fowler (ISBN 0-321-19368-7).

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Figura 13 - Par te del lo schema a b locchi da una macchina a stat i LabVIE W

Figura 14 - Diagramma a stat i UML

Note sull’autoreJan Klasson è Vice President of Products & Training presso Endevo– un Alliance Partner di NI svedese – e docente di un corso suLabVIEW Object Oriented System Design in Svezia ed Europa.Lavora da 15 anni su sviluppo e metodologie orientati agli oggettiusando C++, Java e LabVIEW. Jan ha inoltre operato comeconsulente utilizzando LabVIEW in diversi progetti di misura daLabVIEW 4. Può essere contattato all'indirizzo:[email protected].

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Quando si rende necessaria l’integrazione di misure diprocesso e di sistemi di test in ambienti di automazio-ne per applicazioni real-time, gli utilizzatori si trovano

nella posizione di dover affrontare complesse strutture conprotocolli seriali di diversa natura la cui integrazione richiedeun elevato tempo di ingegnerizzazione con relativo incre-mento dei costi. Lo scopo della piattaforma multi-dominio èquindi quello di offrire una semplice integrazione degli stessiminimizzando i costi di sviluppo.L’uso integrato delle tecnologie per le misure e per i sistemidi test insieme alla classica tecnologia di controllo tipica delmondo PLC, consente di raggiunge-re il concetto di soluzione PAC, ori-ginariamente nata come una purapiattaforma d’automazione [1,2]. Iltermine PAC, implementato daglianalisti di ARC Advisor Group, deri-va da PLC (Programmable Logiccontrol), dove la 'A' dell’acronimoPAC, sta per Automazione e si inten-de un ambiente liberamente pro-grammabile per applicazioni diautomazione basate su tecnologiacomputer. Le piattaforme PAC inclu-dono diverse funzionalità di auto-mazione, dalla logica di comando eal controllo motori e drive, allemisure tecnologiche di processoanche complesse. ll risultato di tuttoquesto consente di ottenere unareale piattaforma multi-dominio.Grazie all’ambiente integrato deisistemi PAC è possibile infatti mini-mizzare i costi di sviluppo della propria applicazione e allostesso tempo implementare funzionalità di test e misure inuna sola piattaforma hardware.

INTEGRAZIONE DEL PROFIBUS DPCon lo sviluppo del nuovo Modulo cRIO PROFIBUS DP dellaCOMSOFT nato per essere integrato nel sistema cRIO di Na -tional Instruments, viene finalmente colmata una importantemancanza presente fino ad oggi nel mondo dei sistemi PAC.Il sistema cRIO offre la possibilità di coprire un’ampia gamma

di applicazioni real-time relative all’acquisizione dati e al con-trollo di automazione, permettendo a entrambi gli ambitiapplicativi, mediante l’accesso alla comunicazione PROFIBUSDP, di lavorare sia in modalità stand alone che in combina-zione con le attuali tecnologie a logica PLC.

PROFIBUS DP MASTER E DP SLAVEIl Modulo cRIO PROFIBUS DP è corredato di un’interfaccia dicomunicazione seriale isolata di tipo RS485 PROFIBUS DP esupporta tutti i Baud rate di default fino a 12 Mbit/s. Ledimensioni massime dell’immagine di processo dei dati di I/O

è di 8 kbyte ed è previstaun’alimentazione esterna delmodulo di 24Vc.c.. Vengono supportate entrambe lemodalità operative PROFIBUS DPMaster e DP Slave e per l’utilizzocome DP Master è possibile con-nettere tutti i prodotti PROFIBUSDP di mercato, mentre il funzio-namento come DP Slave permet-te la connettività tra il mondoPAC di National Instruments e isistemi PLC più utilizzati.L'applicazione viene direttamen-te sviluppata nel sistema cRIO diNational Instruments a livello diFpga o sul sistema integratoLabVIEW RT. I driver del modulocRIO PROFIBUS provvedono allamodalità di funzionamento siaMaster che Slave per mezzo diappropriate API e, a livello di

Fpga, sono necessari solamente pochi semplici comandi peravere accesso all'elaborazione del PROFIBUS e ai dati dia-gnostici.A livello LabVIEW RT, grazie all’utilizzo del driver Visa diNational Instruments, è possibile una rapida e semplice inte-grazione del modulo cRIO PROFIBUS DP per ottenere appli-cazioni basate su sistema LabVIEW real-time.La corretta installazione del modulo può essere inoltre verifi-cata direttamente dagli strumenti software messi a disposi-zione da National Instruments.

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Figura 1 - Modulo cRIO PROFIBUS DP

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CONFIGURAZIONE SEMPLICE E RAPIDAPer la modalità Master è disponibile un intuitivo tool comple-tamente grafico (COMSOFT-Configurator II) che permette dicreare facilmente un progetto basato sui file GSD dei disposi-tivi DP Slave da collegare. Il Configurator II permette anche la funzione di download del-la configurazione PROFIBUS sulla Flash del modulo cRIOPROFIBUS DP dove viene memorizzata in modalità fail-proofMemory. La configurazione può essere inoltre direttamentesviluppata e testata mediante la modalità on-line delConfigurator II.

AVVIAMENTO IMMEDIATOLa confezione comprende dei VI standard per l’inizializ -zazione del PROFIBUS e l’accesso ai dati di I/O e di diagno-stica per l’uso sia in modalità DP Master che DP Slave e pos-sono essere integrate nelle applicazioni realizzate dai clienti.Il pacchetto software installa un proprio set di istruzioni PRO-FIBUS all’interno del menù operativo di LabVIEW nella sezio-ne 'user libraries' e include tutti i componenti necessari edesempi Vls per un semplice e rapido utilizzo. Ogni VI (VirtualInstrument) dispone di una propria sezione di Help che con-tiene dettagli PROFIBUS e codici errore. Le modalità DPMaster e DP Slave possono essere selezionate utilizzando lostesso modulo senza alcun tipo di modifica sia hardware chesoftware del dispositivo.

MODALITÀ DP MASTERLa VI del DP Master provvede a inizializzare ed avviare ilmodulo in modalità DP Master sulla base della configurazio-ne PROFIBUS memorizzata e fornisce un accesso diretto aidati di input ed output e di diagnostica dei dispositivi Slaveconfigurati.

MODALITÀ DP SLAVEPer il funzionamento come DP Slave il modulo deve essereconfigurato attraverso il proprio file GSD nello specifico con-figuratore del DP Master utilizzato – per esempio un SimaticS7 attraverso il programma di configurazione 'HWKonfig'. LaVI Slave DP permette quindi di inizializzare e avviare il modu-lo in modalità DP Slave dopo avere impostato i tre parametriPROFIBUS necessari alla comunicazione: indirizzo, velocità, ecfg-data.La VI del DP Slave fornisce inoltre un accesso diretto ai dati diinput ed output del modulo e al loro stato di comunicazione.

COMUNICAZIONE ETHERNET REAL-TIME CON PROFINET IOLe reti basate su Ethernet real-time rappresentano la tecno-logia futura nel campo della comunicazione industriale e sidiffonderanno sempre più anche nei sistemi PAC rispetto aiclassici sistemi fieldbus. PROFINET IO è stato designato comesuccessore del PROFIBUS DP e rappresenta l’evoluzione tec-

nologica della comunicazione industriale che gioca oggi unruolo sempre più importante in tutti i settori dell’automazio-ne. PROFINET IO è in grado di integrare sistemi PROFIBUS DPsenza la necessità di effettuare alcun cambiamento, mante-nendo i dispositivi esistenti. Questo significa che gli investi-menti fatti dai costruttori di macchine ed impianti e dagli uti-lizzatori finali vengono preservati. COMSOFT, come speciali-sta dichiarato della tecnologia PROFIBUS e PROFINET statenendosi al passo con questi cambiamenti, sviluppando ilmodulo cRIO PROFINET IRT.

CAMPI DI APPLICAZIONEIl campo di applicazione del cRIO basato sui sistemi PAC conPROFIBUS DP/PROFINET IO spazia dalle funzionalità di test,misure, controllo e visualizzazione al sistema di controllo real-time vero e proprio. Una tipica applicazione potrebbe essere,ad esempio, il test di assemblaggio automatico in una lineadi produzione di apparecchiature PROFIBUS destinate all’in-dustria di processo/automazione. In un ambiente classico diautomazione un cRIO basato sull’architettura PAC Systemcon PROFIBUS DP/PROFINET IO è in grado di replicare gliattuali controlli real-time basati su architetture PLC. Ad ognimodo, in combinazione con un PLC è anche possibile inte-grare un sistema PAC attraverso differenti modalità operative(DP Master o DP Slave). In questo caso, il sistema PAC operacome isola di automazione intelligente, che può integraremolteplici funzionalità, tra le quali ad esempio, test, monito-ring, data-logger per un controllo di qualità in combinazionecon un sistema di controllo di tipo PLC, per Simatic S7

CONCLUSIONIGrazie all’integrazione del modulo cRIO PROFIBUS DP dellaCOMSOFT nella piattaforma di automazione cRIO dellaNational Instruments, possiamo finalmente affermare di ave-re raggiunto il concetto dello standard aperto e multivendortipico dei sistemi PAC, così da avere a disposizione, per la pri-ma volta, una reale piattaforma multi-dominio aperta chepuò integrare differenti tecnologie di automazione, comemisure e controllo allo stesso tempo al fine di ottenere unaminimizzazione dei costi di sviluppo.

BIBLIOGRAFIA:[1] S. Ahrends: PAC-Hybrid-Rechner vereinen Vorteile

von PC und SPS-Architektur, A&D Kompendium 2005[2] R. Jamal: PAC-System mit FPGA: Speed ist keine

Hexerei, IEE 1&2, 2005

Note sugli autoriJoachim Kurpat: COMSOFT GmbH, GermaniaRahman Jamal: National Instruments GmbH, Germania

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Il CompacRIO è un controller per l’automazione program-mable (PAC) ad elevate prestazioni che si contraddistin-gue per la presenza di un chip Fpga come elemento fon-

damentale della sua architettura. Ad alto livello, un Fpga èun chip in silicone riprogrammabile. Gli Fpga offrono le pre-stazioni e l'affidabilità dell’hardware custom mantenendo laflessibilità di un sistema programmabile. Generalmente,l’utilizzo di chip Fpga è stato una prerogativa di progettistihardware esperti in Vhdl; nonostante ciò, LabVIEW consentedi sfruttare i vantaggi della programmazione per Fpga senzabisogno di una tale esperienza. LabVIEW è un potente eintuitivo linguaggio di programmazione grafica che integracentinaia di funzioni di controllo, analisi, comunicazione eregistrazione. Con LabVIEW è possibile interamente pro-grammare il CompactRIO, come pure il chip Fpga, il proces-sore real-time e la human machine interface (HMI).Utilizzando CompactRIO Scan Mode, la nuova funzione delmodulo LabVIEW 8.6 Real-Time Module, è possibile accede-re ad ogni modulo di I/O da LabVIEW FPGA, per ottenere lamassima flessibilità e prestazioni, oppure direttamente daLabVIEW Real-Time e dalle applicazioni sviluppate sul PChost, senza dover procedere ad alcuna programmazioneFpga. Con CompactRIO Scan Mode si possono inoltre utiliz-zare pannelli di test e la funzionalità “I/O forcing” per con-sentire un avvio e un’esecuzione più rapida, un debuggingavanzato e maggiori prestazioni del sistema di monitoraggio.

RIDURRE IL TEMPO DI SVILUPPO E LA COMPLESSITÀTradizionalmente l’accesso agli I/O del CompactRIO avvenivatramite la programmazione Fpga e, solo successivamente,

utilizzando i VI di in ter -faccia di LabVIEWFPGA, tramite LabVIEWReal-Time. CompactRIOScan Mode rileva auto-maticamente i moduli diI/O e li aggiunge alLabVIEW Project. È possibile trascinare levariabili degli I/O sulproprio diagramma ablocchi del VI in

LabVIEW Real-Time e nel PC host in modo da leggere e scri-vere istantaneamente i dati scalati e calibrati degli I/O, senzaalcuna programmazione e compilazione Fpga (figura 2).

Un nuovo componenti di LabVIEW Real-Time chiamato NIScan Engine, aggiorna i valori delle variabili di I/O alla fre-quenza specificata dall’utente (fino a 1 kHz). Tutte le scan-sioni dei canali sono temporizzati via hardware con sincro-nizzazione modulo-modulo. È possibile configurare lo scanengine dal LabVIEW Project oppure, in maniera program-matica, con un libreria di VI inclusa. Lo scan engine fornisceinoltre una sorgente di temporizzazione timed-loop, inmodo da sincronizzare il codice con gli aggiornamenti degliI/O per applicazioni di controllo a jitter ridotto. È possibilecreare alias delle variabili di I/O per fornire un ulteriore livel-lo di astrazione dal canale fisico di I/O. Inoltre, la scala linea-re è disponibile sulle variabili e alias di I/O.CompactRIO Scan Mode aggiunge, senza bisogno di pro-grammazione, la funzionalità di contatore, encoder in qua-dratura e la funzionalità di modulazione di ampiezza diimpulso (PWM) a qualsiasi modulo esistente della Serie C a8 canali. L'utente può configurare queste funzionalità digi-tali esclusive dal LabVIEW Project, di fatto queste ultimeeseguono sul chip Fpga per permettere una maggiore accu-ratezza e velocità. Senza la necessità di compilazione, è orapossibile effettuare misurare di edge counting, ampiezzadegli impulsi e frequenza, fino a 1MHZ; nonché effettuaredecoding in quadratura e controllo di PWM.

UTILIZZARE NI COMPACTRIO SCAN MODE CON NI LABVIEWI l LabVIE W 8.6 Real-Time Module è dotato d i nuove funzional i tà per la programmazione

del l ’hardware Compac tRIO in grado di r idurre i l tempo di sv i luppo e la compless i tà , nonché di forni re

uno strumento per i l monitoraggio e la manutenzione del le appl icaz ioni Compac tRIO

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Figura 1 - Compac tRIO Scan Mode fornisce l 'accesso agl i I /Odirettamente da LabVIE W Real-Time e dai VI sv i luppate sul PChost senza b isogno di programmazione o compi laz ione Fpga

Figura 2 - Accesso agl i I /O d i rettamente t ramite LabVIE W Real-Time trasc inando le var iabi l i degl i I /O sul propr io d iagramma a b locchi

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T I P S & T E C H N I Q U E S

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Caratteristiche specifiche del contatore • 1 MHz continuo su otto canali• Count register a 32 bit, con terminal count programmabile • Terminal count configurabile e monitoraggio del compor-

tamento • Fronte di segnale configurabile (salita, discesa o entram-

bi), sorgente e gate• Misura di periodo, PWM e frequenza con timebase confi-

gurabileCaratteristiche specifiche dell’encoder in quadratura• Frequenza massima di 1 MHz• Count register a 32 bit • Registro della velocità di misura a 32-bit • Timebase della velocità di misura configurabile (256 μs,

512 μs, ... 16384 μs o 32768 μs) • Codifica X4 • Due canali a quadratura con input A+B+Index per modulo• Polarità dell’encoder selezionabileCaratteristiche specifiche del PWM• Otto canali di output • Configurazione per canale del duty-cycle e del periodo • Periodo di frequenza configurabile (1 Hz, 50 Hz, 250 Hz,

500 Hz, 1 kHz, 5 kHz, 10 kHz, o 20 kHz)

SETUP, DEBUGGING E MONITORAGGIO IN MODO SEMPLICE NI Distributed System Manager, ulteriore nuova utility diLabVIEW 8.6, fornisce una postazione centralizzata per ilmonitoraggio di sistemi presenti sulla rete e la gestione deidati pubblicati. Il nuovo sistema di gestione fornisce pannellidi test per i moduli del CompactRIO utilizzando ilCompactRIO Scan Mode. Non appena il sistema è disponibi-le sulla rete, è possibile accedere ai valori real-time e allo sto-rico dei trend degli I/O, in modo da verificare rapidamente la

connessione e l’integrità del segnale. Oltre ai pannelli di test,NI Distributed System Manager consente di monitorarel’utilizzo della memoria e il carico di lavoro per i controllerCompactRIO.

CompactRIO Scan Mode dispone della funzione di 'I/O forcing';si tratta di uno strumento di debug in grado di sovrascrivereil valore di una variabile di I/O senza arrestare o modificarel’applicazione real-time. È possibile forzare gli input per testa-re la risposta della propria applicazione senza uno stimolofisico, nonché forzare il valore di uscita dell’output. È possibi-le forzare i valori dei canali mediante NI Distributed SystemManager o con i nuovi VI I/O forcing.

LABVIEW FPGA E COMPACTRIO SCAN MODECon LabVIEW 8.6 Real-Time Module è possibile accedere aciascun modulo sia con CompactRIO Scan Mode che conLabVIEW FPGA. LabVIEW FPGA consente di implementaretriggering personalizzato, analisi ed elaborazione dei segna-li hardware-based, oppure streaming analogico ad elevatavelocità. Per utilizzare i moduli di I/O in LabVIEW FPGAMode, basta semplicemente trascinare il modulo sul targetFpga all'interno del LabVIEW Project disabilitando la funzio-ne di scan mode. È così possibile utilizzare LabVIEW FPGAper programmare i moduli e utilizzare le variabili degli I/Oper leggere e scrivere gli I/O sui restanti moduli (figura 4).

Utilizzando LabVIEW FPGA Mode su uno o più moduli, lalogica CompactRIO Scan Mode su Fpga, chiamata RIO ScanInterface (RSI), viene compilata con il VI di LabVIEW FPGAin una singola applicazione Fpga. Se nessun modulo è con-figurato per l'utilizzo dello scan mode, la RIO Scan Interfacenon viene inclusa nella compilazione.

COMPACTRIO SCAN MODE DALL’INTERNOCompactRIO Scan Mode è potenziato da due tecnologie, laNI Scan Engine e la RIO Scan Interface. RIO Scan Interface èun insieme di Fpga Intellectual property (IP) sviluppato daNational Instruments che viene scaricato sul CompactRIOFPGA ed è responsabile delle funzioni di riconoscimento,temporizzazione, sincronizzazione e comunicazione dei

Figura 3 - I l nuovo NI Distr ibuted System Manager consente d i avviare ed eseguire rapidamente i l control lo, aggiungendopannel l i d i test a l Compac tRIO

Figura 4 - Questo VI accede agl i I /O con i l Compac tRIO ScanMode mentre ca lcola la t rasformata veloce d i Four ier d i uningresso d i acceleraz ione con LabVIE W FPGA

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moduli di I/O. RIO Scan Interface esegue uno scan loop tempo-rizzato via hardware che aggiorna i valori fisici degli I/O. Duecanali DMA vengono utilizzati per trasmettere i dati degli I/Otra Fpga e il sistema operativo real-time. Questa speciale fun-zionalità digitale predefinita fa parte della RIO Scan Interface.Per maggiori informazioni sulla RIO Scan Interface, ai rimandaalla sezione Risorse Correlate, in basso. NI Scan Engine è unnuovo componente di LabVIEW Real-Time che esegue ad unapriorità configurabile che va oltre il time critical o tra il time cri-tical e le strutture temporizzate. Ogni qualvolta la RIO ScanInterface termina l’ultima scansione degli I/O, LabVIEW aggiun-ge le variabili degli I/O ad una mappa di memoria globale del-lo scan engine e contemporaneamente aggiorna i valori di tut-ti gli I/O. Tuttavia, è possibile configurare ciascun nodo dellevariabile di I/O per utilizzare sia l’accesso tramite scanner chediretto. Di default, LabVIEW configura i nodi delle variabili di I/Oper l’utilizzo di I/O scanned che impiegano la mappa di memo-ria dello scan engine per eseguire operazioni di lettura e scrit-tura di I/O in modalità non-blocking (vedi figura 5).

L’accesso diretto agli I/O bypassa la mappa di memoria delloscan engine e comunica direttamente con il driver del disposi-tivo di I/O per eseguire operazioni di lettura e scrittura degli I/Oin modalità blocking (figura 5). NI Scan Engine pubblica inoltrele variabili di I/O sulla rete, rendendole disponibili per operazio-ni di lettura e scrittura in applicazioni host, pannelli di test e I/Oforcing. È lo scan engine, non il LabVIEW shared variable engi-ne, a gestire la pubblicazione in rete delle variabili di I/O ed èpossibile disabilitarlo dalla pagina delle proprietà delle variabi-li di I/O. Utilizzando LabVIEW FPGA con CompactRIO Scan Mode (alcu-ni moduli utilizzando CompactRIO Scan Mode, altri LabVIEWFPGA Mode), la RIO Scan Interface e il VI Fpga vengono com-pilati in un singolo bitstream e fatto il deploy sul chip Fpga. È possibile accedere ai moduli di I/O tramite LabVIEW FPGAMode con i VI di interfaccia di Fpga in LabVIEW Real-Time eaccedere ai moduli di /IO in scan mode utilizzando le variabilidi I/O. Rimuovendo tutti i moduli dallo scan mode, la RIO ScanInterface non viene compilata nel bitstream. Utilizzando lo scanmode lo spazio occupato dalla RIO Scan Interface sull’Fpgadiminuisce con il numero di moduli.

QUANDO BISOGNA UTILIZZARE COMPACTRIO SCAN MODE?CompactRIO Scan Mode è progettato per applicazioni cherichiedono aggiornamenti di I/O sincroni a frequenze di 1kHz.È possibile utilizzare la speciale funzione digitale offerta dal-lo scan mode per convertire qualsiasi modulo esistente di I/Odigitale a otto canali in un PWM avanzato, contatore, omodulo di encoder di quadratura. Grazie alla funzionalità diI/O forcing e al pannello di test del system manager, è possi-bile utilizzare lo scan mode per il setup iniziale, il monitorag-gio delle prestazioni di sistema e la risoluzione avanzata deiproblemi. Per applicazioni che richiedono elevate prestazioni,tipo trasmissione analogica a 1 MHz, loop di controllo PID aelevata velocità superiori a 1 kHz, analisi ed elaborazione disegnali custom via hardware, oppure moduli di I/O non sup-portati dallo scan mode, è possibile utilizzare LabVIEW FPGAModule con lo scan mode. È possibile inoltre snellirel’elaborazione dal controller real-time con il modulo LabVIEWFPGA Module. Lo scan mode viene supportato dai controller con sistemaoperativo real time (Rtos) VxWorks dotati di chip Fpga daalmeno 2M gate, a causa dei requisiti di spazio del RSI Fpga.I controller supportati sono NI 9012, NI 9014, NI 9073 e NI9074. I backplane supportati includono NI 9103, NI 9104, NI9073 e NI 9074. L’utilizzo di CompactRIO Scan Mode porta a delle scelte dicompromesso in termini di prestazioni. La speciale funzionedigitale, ad esempio, è in grado di supportare contatori fino a1MHz a differenza dei contatori a 20 MHz di LabVIEW FPGA.Lo scan engine utilizza risorse di sistema che includono lospazio Fpga, due canali DMA, memoria e una quantità ditempo della CPU che scala in proporzione alla frequenza discan. Utilizzando lo scan mode, lo spazio occupato dalla RIOScan Interface sull’Fpga diminuisce con il numero di moduli.

CONCLUSIONELabVIEW 8.6 Real-Time Module aggiunge un insieme dipotenti funzioni progettate per ridurre il tempo di sviluppo ela complessità di CompactRIO. Grazie a CompactRIO ScanMode è possibile accedere agli I/O da LabVIEW Real-Time eda applicazioni host senza bisogno di programmazione Fpgapur mantenendo la possibilità di programmare direttamenteil chip Fpga per requisiti più specifici. Con NI DistributedSystem Manager e l’ I/O forcing è possibile disporre di mag-giori pannelli di test e funzioni avanzate di debugging sulCompactRIO, semplificando il monitoraggio e la manutenzio-ne di applicazioni CompactRIO.

Note sull’autoreKurt Williams è Product Manager di LabVIEW Real-Time in National Instruments. Si è laureato in Ingegneria Elettronica all'Universitàdel Texas di Austin.

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F igura 5 - Compac tRIO Scan Mode dal l ’ interno

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Unico quindicinale italiano di informazione eanalisi dei mercati dell’elettronica ad esserespedito anche in formato digitale ad una lista di diffusione elettronica oltre la soglia di15.000 nominativi. Ad essi, si affianca la tradizionale spedizione postale a oltre 11.000 let-tori, rendendo EONews, di fatto l’unica rivista italiana del settore a vantare una doppia ecosì capillare diffusione.

readerservice.it n.19188

In caso di mancata consegna restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa presso il CMP di Roserio - Milano

Dai nanodispositivi alla neuroelettronica pas-sando per le memorie ad alta densità. Sonoquesti gli obiettivi dei tre nuovi progetti euro-pei che vedranno in primo piano anche il lavo-ro dei ricercatori italiani. Frutto della collabo-razione internazionale con enti di ricerca epartner industriali, i progetti, battezzati Afsid(Atomic Functionalities on Silicon Devices),CyberRat (A Brain-Chip Interface for High-re-solution Bi-directional Communication) e Gos-samer (Gigascale Oriented Solid State flAshMemory for EuRope), saranno finanziati dall’U-nione Europea nell’ambito del VII programmaquadro. A prendere parte agli ambiziosi obietti-vi europei sono gli scienziati dell’Mdm, il labo-ratorio italiano dei Materiali e dispositivi per lamicroelettronica dell’Infm-Cnr, di AgrateBrianza. Per i tre progetti in fase di avvio, il la-boratorio Mdm otterrà un contributo di circa800.000 euro. Per il progetto Gossamer i ricer-catori del Laboratorio Mdm svilupperanno me-morie in grado di immagazzinare migliaia dimiliardi di dati da impiegare in telefoni cellula-ri, videocamere digitali, localizzatori Gps, letto-ri musicali Mp3, computer. Dispositivi logici edi memoria innovativi saranno invece il nucleodel progetto Afsid. In collaborazione con azien-

de e centri di ricerca eu-ropei e australiani, i ri-cercatori del LaboratorioMdm contribuiranno al-la realizzazione e allostudio delle proprietà di nanodispositivi elettro-nici e spintronici il cui funzionamento dipendeda una singola impurezza, un atomo inserito inuna matrice di silicio ma appartenente a un di-verso elemento chimico. Lo studio dei mecca-nismi di comunicazione dal chip al neurone eviceversa sarà invece l’obiettivo del progettoCyberRat. In questo progetto sono coinvoltiprestigiosi centri di ricerca italiani ed esteri e illaboratorio Mdm vi contribuirà sviluppando ildispositivo a semiconduttore da utilizzare perl’interazione con il neurone. “Tanto la ricercadi base quanto le potenziali applicazioni a livel-lo industriale saranno prese in esame dai treprogetti europei. Non dobbiamo dimenticareche tra i partner ci sono sia enti di ricerca siaaziende e potremo così far crescere in ambitointernazionale un prezioso patrimonio di cono-scenze” afferma Marco Fanciulli, direttore dellaboratorio Mdm dell’Infm-Cnr.

readerservice.it - Lab. Naz. MDM,CNR-INFM n. 01

Quindicinale di notizie e commentiper l’industria elettronica

all’interno

IC DIGITALI:2007 SOTTOTONO, SI SPERAIN UN 2008 MIGLIOREa pagina 8

SOFTWAREEMBEDDED:LARGO ALL’OPEN SOURCEa pagina 10

PARLIAMODI MEMSpagina 20

E INOLTRE...LA PAROLA ALLE AZIENDESU: PC INDUSTRIALIa pagina 20HI TECH & FINANZAa pagina 4NEWSa pagina 32

Progettazione di chipMarvell, azienda che sviluppa soluzioni consu-mer in silicio e prodotti per la memorizzazione e lacomunicazione, ha annunciato l’apertura ufficialedel suo nuovo centro di progettazione a Pavia. “Imotivi che hanno condotto Marvell a scegliere Pa-via sono stati innanzitutto la presenza dell’Univer-sità e di una forte tradizione nel campo dei dispo-sitivi analogici a semicon-duttore” ha dichiarato Se-hat Sutardja, CEO di Mar-vell U.S., osservando che“l’Università di Pavia è unadelle migliori al mondo nel-la progettazione di questotipo di dispositivi”. AncheArturo Krueger, membrodel consiglio d’amministrazione, ha affermato: “Lanostra azienda persegue l’eccellenza nell’innova-zione tecnologica e nel design e ha sempre attintoal mondo accademico per il forte brain power dicui è dotato”. In particolare Francesco Rezzi, diret-tore di Marvell Italia, ha evidenziato come “la pre-senza degli uffici Marvell a Pavia a due passi dallafacoltà di ingegneria vuole dare una misura dellepotenzialità di sviluppo economico da essa deri-vante all’interno del territorio pavese”. La soddi-sfazione per l’apertura del neonato Centro di Pro-gettazione era evidente anche tra le personalitàaccademiche presenti, a partire dal professor Ri-naldo Castello, docente di microelettronica pressoil Dipartimento di Ingegneria nonché amico di Se-hat Sutardja fin dagli anni universitari: “Già aitempi di Berkley speravamo di poter lavorare in-sieme e tutto questo si concretizza con l’aperturaproprio a Pavia del Centro di Progettazione Mar-vell, una realtà in crescita e nota per lo spirito in-novativo”. Il Magnifico Rettore Angiolino Stella haaugurato “il successo all’iniziativa voluta da Mar-vell auspicando di poter continuare insieme quellaricerca continua dell’eccellenza che ha sempre ca-ratterizzato l’Università di Pavia e l’azienda”.

readerservice.it - Marvell n. 03

NRS Components ha annunciato l’intro -duzione delle soluzioni Agilent nell’ambito delportfolio di soluzioni per ‘Test e Misura’. Lanuova gamma Agilent permette ai clienti diaccedere a un’offerta ancora più ampia di so-luzioni innovative, ideali per effettuare test emisurazioni con la massima precisione. “Sia-mo onorati di lavorare con Agilent, marchiorinomato in tutto il mondo per l’offerta alta-mente specializzata e per l’elevata affidabilitàdei suoi strumenti di misura, il tutto a unprezzo molto competitivo. I clienti che acqui-stano prodotti di elettronica sono costante-mente alla ricerca di un fornitore che sia ingrado di offrire un’ampia gamma di marchileader nel settore del test e misura. Oggi lapartnership tra RS e Agilent soddisfa tuttiquesti requisiti” sottolinea Ermanno Maffè,

amministratore dele -gato RS ComponentsItalia. Alessandro Pino, responsabile venditeEMEA di Agilent Tech-nologies, ha commenta-to: “La capacità di RSComponents di andareoltre i confini geograficie di settore garantendosempre il miglior livellodi servizio possibile è oggi potenziata dall’am-piezza del portafoglio Agilent che da sempre siimpegna a fornire soluzioni di alta qualità”. Lagamma Agilent ‘Test e Misura’ è già disponi-bile online, all’indirizzo rswww.it.

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MARCO FANCIULLI,laboratorio Mdmdell’Infm-Cnr

ALESSANDRO PINO,Agilent Technologies

RS Componentsdistribuisce Agilent

L’Europa spingesulla neuroelettronica

Cari lettori, inviate le vostreopinioni, commenti e propostedi collaborazione.Antonella Cattaneo

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08D A L L A T E O R I A A L L A P R A T I C A

Lo scopo del progetto descritto nell'articolo era la crea-zione del modello matematico del convertitore ausilia-rio (chopper più inverter) del 'Nuovo Pendolino' attra-

verso hardware e software National Instruments, chiudendol’anello hardware con il regolatore ausiliario (hardware esoftware prodotti da Alstom) per garantire il funzionamen-to reale del sistema. Un primo obiettivo era quello della validazione del softwa-re del convertitore ausiliario e della realizzazione di testautomatici di non regressione. Per la descrizione del soft-ware di test e del modello fisico del convertitore si è voluto

utilizzare lo stesso tool di sviluppo del codice applicativo delregolatore ausiliario, Matlab-Simulink.Il nuovo Simulation Interface Toolkit (SIT) di NationalInstruments veniva incontro alle esigenze di AlstomFerroviaria di creare automaticamente un codice real-timededicato a una scheda PXI di National Instruments su pro-cessore embedded partendo da un applicativo Simulink.Infatti, dal modello Simulink viene generata automatica-mente la DLL incapsulata nel codice LabVIEW Real-Timecreato per l’embedded controller. In questo modo è possibi-le associare direttamente alle variabili del modello Simulink

UN MODELLO MATEMATICOPER IL 'NUOVO PENDOLINO'

M. G

iudi

ci È stato sv i luppato un S istema Test-bench con LabVIE W Simulat ion Inter face Toolk i t per i l conver t i tore

ausi l iar io del 'Nuovo Pendol ino'

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D A L L A T E O R I A A L L A P R A T I C A

le variabili di controllo di un VI LabVIEW, controllando così,attraverso il sistema real-time NI, sia segnali analogici chesegnali digitali.

UN SISTEMA AD ANELLO CHIUSOIn particolare, è stato realizzato un sistema ad anello chiuso(hardware in the loop, HIL) per il simulatore di un convertitoreausiliario di treno. Il convertitore ausiliario è l’impianto del tre-no che fornisce la tensione trifase per alimentare carichi qualiil condizionamento, le luciinterne ed esterne, lepompe e i compressoriper il raffreddamento diaria e di acqua e i com-pressori per assetto cassa.L’alta tensione arriva alsistema ausiliario dalconvertitore di trazionecon un valore prossimo a3000Vc.c.; lo stadiochopper abbassa questovalore ad una tensione'DC-LINK' di 650 V chel’inverter (composto daponti a Igbt) trasforma inuna tensione alternatatrifase. I comandi digitali sonoprincipalmente legati asezionatori di linea, cheescludono il gruppo ausi-liario dalla tensione dialimentazione, a seziona-

tori di carico, che colleganol’uscita del convertitore ausi-liario a diversi carichi e adeviatori che configuranol’ausiliario secondo differentitipi di linea. Infatti, il sistemaausiliario è compatibile siaper le reti tradizionali a 3 kVche per le linee ad alta velo-cità a 25 kV. La difficoltà di testare il soft-ware di regolazione andan-do direttamente sulla mac-china in potenza, ha spintoAlstom Ferroviaria a creareun sistema che simulasse intempo reale il comporta-mento della macchina inmodo da riuscire a realizzare'a banco' il sistema in anello

chiuso senza il bisogno di avere a disposizione l’alta tensio-ne e tutte le componenti del blocco ausiliario. Il sistema ad anello chiuso è costituito dalla scheda delregolatore ausiliario (Alstom Transport), dove risiede il soft-ware che deve essere testato e da un sistema a cestelloNational Instruments PXI-1042 costituito da un controllerembedded PXI-8195, una scheda Fpga PXI-7833R, unembedded controller PXI-8195 e due schede DAQ di gene-razione di segnali analogici (PXI-6713). Inoltre, un PC com-

Figura 1 - I l s i s tema ad anel lo chiuso (hardware in the loop, HIL) real izzato per i l s imulatoredi un conver t i tore aus i l iar io d i t reno

Figura 2 - Schema del s i s tema di acquis iz ione e s imulaz ione

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Note sull’autoreM. Giudici, Alstom Ferroviaria

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merciale, basato su processore Pentium 4 con sistema ope-rativo Windows XP, è utilizzato sia come interfaccia per ilsistema PXI National Instruments (via TCP/IP), sia per il con-trollore del modulo ausiliario (via RS-232).Il regolatore del convertitore ausiliario prevede 18 ingressianalogici; alcuni di questi segnali sono segnali in corrente eper questo è stato necessario adattare tramite interfacciahardware i segnali di uscita della scheda PXI-6713 con lascheda del regolatore ausiliario. Le uscite delle schede ana-logiche PXI-6713 e della scheda Fpga hanno un’uscita incorrente insufficiente a pilotare gli ingressi del regolatoreausiliario, per questo motivo sono stati inseriti tra le usciteanalogiche del sistema PXI e gli ingressianalogici del regolatore ausiliario alcuni buf-fer di corrente. Dei 18 segnali analogici,sedici sono generati dalle due schede DAQ edue vengono generati dalla scheda FpgaPXI-7833R. Gli ingressi e le uscite digitalivengono gestiti interamente dalla schedaFpga.

GESTIONE DEI SEGNALIAlcuni segnali analogici che vengono simu-lati sono elencati di seguito: • Tensione di linea• Correnti in uscita all’inverter trifase• Tensioni in uscita all’inverter• Temperature del convertitore e della scheda• Tensione di uscita del chopper• Corrente di uscita del chopperI segnali digitali simulati sono principalmen-te comandi di sezionatori o deviatori, e let-tura dei relativi stati. La scelta di una schedadi acquisizione per segnali 'veloci' comel’Fpga è stata fatta a causa della lettura dei segnali PWM;infatti nel convertitore ausiliario la generazione della ten-sione 380V trifase avviene tramite un inverter a Igbt con-trollato tramite la modulazione del 'duty cycle' di un'ondaPWM. La scheda Fpga, oltre alla gestione dei segnali sopradescritti, acquisisce le onde PWM e ne calcola l’esatto dutycycle. Il codice per il calcolo del duty cycle è scritto con il toolLabVIEW FPGA, mentre la gestione degli altri ingressi euscite digitali è generata automaticamente con il'Simulation Interface Toolkit'. E’ possibile con questo toolmappare le variabili di controllo del modello Simulink con leuscite della scheda DAQ o della scheda Fpga. Inizialmente, con la prima release del 'SIT', non era possibi-le associare simultaneamente le variabili del modello alleuscite DAQ e ai segnali della scheda Fpga, così sono statecreate due applicazioni SIT, una dedicata al comando delleschede PXI-6713 e una dedicata ai segnali gestiti dallaFpga. Queste due applicazioni create separatamente conSIT sono state integrate in un’unica applicazione compren-

dente l’interfacciamento dell’embedded controller sia con lascheda DAQ che con la scheda Fpga. Il vantaggio che deri-va dall’utilizzo di questo tool è quello di generare i segnaliper le schede DAQ e Fpga direttamente dal modelloSimulink senza il bisogno di creare un’applicazioneLabVIEW che istanzi componenti per l’inizializzazione, lascrittura e la lettura di canali per le schede di acquisizione;è lo stesso tool SIT che genera in automatico questi blocchidriver per le schede di acquisizione analogico/digitale. A livello di codice LabVIEW attraverso il Simulation InterfaceToolkit, associa agli ingressi e alle uscite fisiche delle sche-de le variabili del codice Simulink per mezzo di una tabella

di mappatura; è quindi possibile, ad esempio, associare adun’ampiezza di sinusoide di un blocco Simulink una mano-pola ('knob') di un VI LabVIEW e variarne così l’ampiezza intempo reale; basterà poi associare nel menù SIT la DLL crea-ta automaticamente con la generazione di codice Simulinkinserendo il blocco 'Signal Probe', creato da NationalInstruments, nel codice Simulink, che serve per creare la DLLin fase di generazione di codice.Grazie a questo sistema si è potuto validare il codice appli-cativo del convertitore ausiliario senza la necessità dellamacchina reale, risparmiando così i tempi e i costi, come ilcosto in tempo e materiale per il solo allestimento di unasala prove per l’alta tensione.

Figura 3 - I l pannel lo d i inter facc ia del s i s tema di s imulaz ione

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L'Eurotunnel è formato da gallerie parallele lun-ghe 50 km che uniscono il comune britannico diCheriton nel Kent a quello francese di

Coquelles, vicino a Calais passando sotto il fondo delCanale della Manica. Si tratta del tunnel ferroviariosottomarino più lungo del mondo. Eurotunnel, lasocietà da cui prende il nome, che gestisce il tunneldal 1994, ha ottenuto la concessione da parte deigoverni britannico e francese fino al 2086.

EFFETTUARE MISURE SENZA INTERROMPEREIL SERVIZIOSolo nel 2004, hanno viaggiato attraverso il tunnelpiù di 16 milioni di passeggeri ferroviari. In particolare, eranecessario un metodo per monitorare l’usura dei contatti elet-trici nei 100 km di cavi e nello stesso tempo determinarne laposizione, l’altezza e la larghezza all'interno del tunnel senzainterferire con il traffico ferroviario.La sfida è stata affrontata e risolta grazie all'utilizzo diLabVIEW, Vision Development Module, e NI CVS-1454Compact Vision System assieme a una telecamera ad altavelocità Ieee 1394 (FireWire). Grazie alla combinazione diLabVIEW, Vision Development Module e Compact VisionSystem è stato possibile realizzare un sistema embedded dielaborazione immagini in grado di effettuare operazioni dimisura ottica in modo rapido e accurato senza interferire conil servizio.

ACQUISIZIONE DELLE IMMAGINIIl cavo di contatto viene illuminato da un lampada ad aloge-nuro metallico ad alta luminosità per far sì che le parti usura-te brillino su uno sfondo scuro. Le immagini vengono acquisi-te da una telecamera a scansione bidimensionale dotata disensore Cmos monocromatico con un uscita Ieee 1394 in gra-do di acquisire fino a 500 fotogrammi al secondo ad una riso-luzione di 640x100 pixel. I fotogrammi vengono in seguitoacquisiti dal Compact Vision System CVS-1454 che li elaboratramite le funzioni di Vision Development Module. In questomodo è possibile stabilire l'ampiezza dell'area usurata effet-tuando una sogliatura del cavo di contatto nel fotogramma.I 640 mm di ampiezza dell’angolo visuale (field of view – FOV)ricoprono il livello massimo di offset del cavo e mentre i 100mm di altezza del FOV sono in grado di rilevare l’usura com-plessiva del cavo. È possibile misurare l’ampiezza e la posizio-ne del cavo 100 volte al secondo; i dati vengono memorizzati

su un PC di monitoraggio ogni 50 millimetri. Al fine di evitareleggeri gradi di variazione, il livello di sogliatura viene ade-guato alla funzione della posizione del cavo presente nell'im-magine. Una delle sfide più problematiche riguardava lo svi-luppo di un sistema di visione da installare e configurare inbreve tempo tra i binari all'interno del tunnel.Grazie a LabVIEW e a NI Vision Development Module, gli inge-gneri hanno sviluppato e testato il software di elaborazione suuna piattaforma PC basata su Windows utilizzando una libre-ria di immagini precedentemente acquisite nel tunnel. Lo stes-so codice è stato trasferito facilmente al Compact VisionSystem. LabVIEW e Vision Development Module hanno inoltreconsentito di aggiornare facilmente il software di elaborazio-ne immagini su Compact Vision System. Ad esempio, aggiun-gere la registrazione di immagini per rilevare particolari difettio anomalie sui cavi è stato immediato. Inoltre l’approcciomodulare di hardware e software apre uno futuro spiraglionell'applicazione di ulteriori Compact Vision System al fine dieffettuare misure o ispezioni su altri elementi dell’infrastruttu-ra, come piccole falle o la geometria dei binari. La societàEurotunnel esegue regolarmente operazioni di manutenzioneper garantire la sicurezza del flusso ferroviario. Grazie a que-sto sistema gli ingegneri sono in grado di misurare in modosemplice ed efficace la posizione e l’usura dei cavi, di rilevaree riparare qualsiasi spostamento anomalo o danno chepotrebbe comprometterli.

100 KM DI CAVI SOTTO CONTROLLO

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Note sugli autoriGerard Delacre, Eurotunnel; Veronique Newland, New Vision Technologies Inc.

Figura 1 - LabVIEW e Vision sono stati utilizzati per misurare il livello di usura e l’eventualedanneggiamento di oltre 100 km di cavi elettrici all’interno dell'Eurotunnel

LabVIEW monitorizza accuratamente le condizioni

dell’infrastruttura elettrica dell’Eurotunnel

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Training per principianti

Quando progettate un pannello frontale, tenete pre-senti due tipi di utenti: l'utente finale e lo sviluppato-re. Gli utenti finali lavorano con VI il cui pannello fron-

tale sarà visibile a loro, trattandosi dell’intefraccia utente.Gli sviluppatori lavorano invece con subVI, che hanno pan-nelli frontali visibili solo agli stessi sviluppatori.

ARGOMENTIA. Elementi di progettazione dell'interfaccia utenteB. Elementi di layout dell'interfaccia utenteC. Prototipazione del pannello frontaleD. Esempio di interfaccia utenteE. Localizzazione delle interfacce utente

A. ELEMENTI DI PROGETTAZIONE DELL'INTERFACCIAUTENTE Quando dovete progettare il pannello frontale perun'interfaccia utente, scegliete attentamente font, colori egrafica in modo da rendere l'interfaccia utente più intuitivae facile da usare.

Caratteristiche di font e testoLimitate il VI a tre font standard (applicazione, sistema edialogo), a meno che abbiate una ragione specifica per usa-re un font differente. Per esempio, i font monospazio, ossiai font spaziati in modo proporzionale, sono utili per control-li stringa ed indicatori dove il numero di caratteri è critico.Per maggiori informazioni sull'impostazione del font didefault, l'uso di font custom e la modifica dello stile deifont, consultate il LabVIEW Help.Il font effettivo utilizzato per i tre font standard (applicazio-ne, sistema e dialogo) varia in base alla piattaforma. Peresempio, quando si lavora su Windows, le preferenze e leimpostazioni del driver video influiscono sulle dimensionidei font.Il testo può apparire più grande o più piccolo su sistemi dif-ferenti, in base a questi fattori. Per compensare questoeffetto, lasciate spazio in più per font più grandi e abilitatel'opzione Size to Text nel menu abbreviato.Lasciate spazio addizionale fra i controlli per evitare che leetichette si sovrappongano agli oggetti a causa dei cambia-menti di font su piattaforme multiple.Per esempio, se un'etichetta sta a sinistra di un oggetto, giu-stificate l'etichetta a destra e lasciate un po' di spazio a sini-

stra del testo. Se centrate un'etichetta sopra o sotto unoggetto, centrate anche il testo dell'etichetta. I font sonol'aspetto meno portabile del pannello frontale, quindi testa-teli sempre su tutte le piattaforme target.

ColoriI colori possono distrarre l'utente da informazioni importan-ti. Per esempio, uno sfondo giallo, verde o arancione chiarorende difficile vedere una luce di pericolo rossa. Un altroproblema è che alcune piattaforme non hanno a disposizio-ne così tanti colori. Usate un numero minimo di colori, enfa-tizzando nero, bianco e grigio. Ecco alcune semplici lineeguida per l'uso dei colori:• Non usate mai il colore come unico indicatore dello sta-

to di un dispositivo. Le persone con qualche grado di dal-tonicità possono avere problemi a rilevare il cambiamen-to. Inoltre, grafici e schemi multitraccia possono perderesignificato quando sono visualizzati in bianco e nero.Oltre al colore, usate linee diverse per distinguere i varistili di plottatura.

• Considerate la possibilità di colorare lo sfondo e glioggetti del pannello frontale dei VI dell'interfaccia uten-te con i colori di sistema presenti nella tavolozza. I colo-ri di sistema adattano l'aspetto del pannello frontale aicolori di sistema di qualsiasi computer che esegue il VI.

• Per gli sfondi usate il grigio chiaro, il bianco o coloripastello. La prima riga di colori nella tavolozza di coloricontiene colori meno violenti, adatti per gli sfondi e i nor-mali controlli del pannello frontale. La seconda riga dicolori nella tavolozza di colori contiene colori più lumi-nosi, che potete usare per evidenziare controlli impor-tanti. Selezionate colori luminosi di evidenziazione soloquando l'elemento è importante, come la notifica di unerrore.

• Controllate sempre la coerenza del VI su altre piatta-forme.

La parte superiore della tavolozza di colori contiene unospettro della scala di grigi e un box che potete usare percreare oggetti trasparenti. Il secondo spettro contiene colo-ri tenui che sono molto adatti per sfondi e oggetti del pan-nello frontale. Il terzo spettro contiene colori adatti a evi-denziazioni.La figura 1 mostra la tavolozza dei colori in LabVIEW.

PROGETTARE L’INTERFACCIA UTENTEI pannel l i f rontal i devono essere bene organizzat i e fac i l i da ut i l i zzare, perché i l pannel lo

frontale è la pr ima cosa che g l i utent i vendono quando lavorano con un VI

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Tenete presente queste cose quando dovete progettare unpannello frontale. Per la maggior parte degli oggetti, usatecolori neutri che variano principalmente in luminosità. Usatecon parsimonia i colori evidenti per oggetti come grafici,aghi di strumenti, loghi aziendali e così via.

GraficaUsate grafica importata per migliorare il pannello frontale.Potete importare bitmap, PICT Macintosh, WindowsEnhanced Metafiles e oggetti testuali da usare come sfondidel pannello frontale, elementi da inserire nei picture ring eparti di controlli e indicatori custom. Controllate l'aspettodelle immagini importate quando caricate il VI su un’altrapiattaforma. Per esempio, un file PICT Macintosh con unaforma irregolare potrebbe essere convertito in un bitmaprettangolare con sfondo bianco su Windows o Linux.Uno svantaggio dell'uso di grafica importata è che rallentagli aggiornamenti dello schermo. Accertatevi di non porreindicatori e controlli sopra un oggetto grafico, per evitareche LabVIEW debba ridisegnare l'oggetto ogni volta chel'indicatore si aggiorna. Se dovete utilizzare una grossaimmagine di sfondo su cui vi sono dei controlli, dividetel'immagine in diversi oggetti più piccoli e importateli sepa-ratamente, perché la grafica di grandi dimensioni normal-mente richiede più tempo per essere disegnata.

B. ELEMENTI DI LAYOUT DELL'INTERFACCIA UTENTEConsiderate la disposizione dei controlli sui pannelli fronta-li. Mantenete semplici i pannelli frontali per evitare di con-fondere l'utente. Per esempio, potete usare dei menu perridurre concentrazioni eccessive. Per i VI di livello superiorevisibili agli utenti, disponete i controlli più importanti inposizione prominente. Per i pannelli frontali dei subVI, dis-ponete i controlli e gli indicatori in modo che corrispondanoalla disposizione sul pannello dei connettori.Tenete gli ingressi a sinistra e le uscite a destra ogni volta cheè possibile per minimizzare la confusione da parte dell'uten-te. Usate i menu a tendina Align Objects, Distribute

Objects e Reorder Objects per creare un layout uniforme. Considerate l'uso dei seguenti tool e tecniche per migliora-re il layout dei pannelli frontali dell'interfaccia utente.

Menu run-timeUsate i menu per ridurre accumuli e confusione. Potete crearemenu custom per ogni VI che costruite e potete configurare iVI in modo da visualizzare o nascondere le barre dei menu.

Nota I menu custom appaiono solo quando il VI vie-ne eseguito. Potete costruire menu custom o modifi-

care i menu di default di LabVIEW staticamente, quandoeditate il VI, o da programma, quando eseguite il VI.

Menu staticiPer aggiungere una barra menu custom ad un VI al postodella barra menu di default, selezionate Edit»Run-TimeMenu e create un menu nell'area di dialogo Menu Editor.LabVIEW crea un file menu di run-time (.rtm). Dopo averecreato e salvato il file .rtm, dovete mantenere lo stesso per-corso relativo fra il VI e il file .rtm. Potete anche creare unmenu abbreviato custom di run-time cliccando con il tastodestro su un controllo e selezionando Advanced»Run-Time Shortcut Menu»Edit. Questa opzione apreShortcut Menu Editor. Quando il VI viene eseguito, essocarica il menu dal file .rtm. Gli elementi dei menu possonoessere dei tre tipi seguenti:• Elemento utente – Vi permette di inserire nuovi ele-

menti che devono essere gestiti da programma sullo sche-ma a blocchi. Un elemento utente ha un nome, che è lastringa che appare sul menu, e un tag, che è un identifi-catore stringa unico, non sensibile alle maiusco-le/minuscole. Il tag identifica l'elemento utente sulloschema a blocchi. Quando digitate un nome, LabVIEW locopia sul tag.Potete editare il tag in modo che sia diverso dal nome.Affinché un elemento di menu sia valido, il suo tag deveavere un valore. Il box di testo Item Tag visualizza puntiinterrogativi per gli elementi di menu non validi. LabVIEWassicura che il tag sia unico in una gerarchia di menu eappende numeri quando è necessario.

• Separatore – Inserisce una linea di separazione sul menu.Non potete impostare alcun attributo per questo elemento.

• Elemento applicazione – Vi permette di selezionareelementi del menu di default. Per inserire un elemento delmenu, selezionate Application Item e seguite la gerar-chia fino all'elemento che volete aggiungere. Poteteaggiungere singoli elementi o interi sottomenu.

LabVIEW gestisce automaticamente gli elementi applicazio-ne. I tag di questi elementi non appaiono negli schemi ablocchi. Non potete alterare il nome, il tag o altre proprietàdi un elemento applicazione. LabVIEW riserva il prefissoAPP_ ai tag degli elementi applicazione.Per aggiungere altri elementi al menu custom, cliccate il

Figura 1 - Tavolozza dei co lor i

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pulsante + blu sulla toolbar. Per can-cellare elementi, cliccate il pulsanteX rosso. Potete riorganizzare lagerarchia del menu cliccando i pul-santi freccia nella toolbar, usando leopzioni di manipolazione nel menuEdit o con operazioni di drag anddrop.

Gestione della selezione menuPer gestire le selezioni del menu,usate le funzioni situate nella rigasuperiore della palette Menu.Quando create un menu custom,dovete assegnare a ciascun elemen-to del menu un identificatore stringaunico, non sensibile a minusco-le/maiuscole, chiamato tag. Quandol'utente seleziona un elemento del menu, potete recuperar-ne il tag da programma usando la funzione Get MenuSelection. LabVIEW mette a disposizione un handler sulloschema a blocchi per ogni elemento del menu basato sulvalore del tag di ogni elemento del menu. Tale handler èuna combinazione di While Loop e struttura Case che vi per-mette di determinare quale menu è eventualmente selezio-nato e di eseguire il codice appropriato.Dopo avere costruito un menu custom, costruite una strut-tura Case sullo schema a blocchi che esegue, o gestisce, cia-scun elemento nel menu custom. Questo processo si chia-ma gestione della selezione del menu. LabVIEW gestisceimplicitamente tutti gli elementi applicazione.Usate le funzioni Get Menu Selection ed Enable MenuTracking per definire le azioni da eseguire quando gli uten-ti selezionano ciascun elemento del menu.

Menu abbreviati di run-timePotete customizzare il menu abbreviato di run-time per ognicontrollo che includete in un VI. Per customizzare un menu,cliccate con il tasto destro su un controllo e selezionateAdvanced»Run-Time Shortcut Menu»Edit dal menuabbreviato per visualizzare l'area di dialogo ShortcutMenu Editor. Usate l'area di dialogo Shortcut MenuEditor per associare il menu abbreviato di default o il filedi un menu abbreviato customizzato (.rtm) al controllo.Potete customizzare i menu abbreviati da programma.Potete anche aggiungere menu abbreviati ai pannelli fron-tali. Per aggiungere un menu abbreviato al pannello fronta-le, usate gli eventi dei pannelli Shortcut Menu Activation eShortcut Menu Selection.Potete anche disabilitare il menu abbreviato di run-time suun controllo.

Nota I menu abbreviati custom di run-time appaio-no solo mentre il VI viene eseguito.

DecorazioniUsate le decorazioni, come Raised Box oHorizontal Smooth Box, per raggrupparevisivamente oggetti con funzioni correlate.

Tab ControlUsate i Tab Control per sovrapporre i con-trolli e gli indicatori del pannello frontalein un'area più piccola. Un Tab Controlconsiste di pagine e tab di selezione.Disponete gli oggetti del pannello fronta-le su ogni pagina del controllo e usate idiversi tab come selettori per visualizzarepagine differenti.I Tab Control sono utili quando avete piùoggetti del pannello frontale che vengo-no usati insieme o durante una fase ope-rativa specifica. Per esempio, potreste

avere un VI che richiede all'utente di configurare inizialmen-te diverse impostazioni prima che possa iniziare un test, per-mettendo quindi all'utente di modificare aspetti del testmano a mano che esso procede e, infine, permetta all'uten-te di visualizzare e memorizzare solo i dati pertinenti.Sullo schema a blocchi, il Tab Control è un controllo enu-merated type per default. I terminali di controlli e indicatoriposti sul Tab Control hanno l'aspetto di qualsiasi altro ter-minale dello schema a blocchi.L'NI Example Finder, mostrato nella figura 3, è un VI che uti-lizza Tab Control per organizzare l'interfaccia utente.

Controlli SubpanelUtilizzate il controllo Subpanel per visualizzare il pannellofrontale di un altro VI sul pannello frontale del VI corrente.Per esempio, potete usare un Subpanel per progettareun'interfaccia utente che si comporta come un wizard.Mettete i pulsanti Back e Next sul pannello frontale del VIdi livello superiore e usate un Subpanel per caricare pannellifrontali differenti per ogni passo del wizard.

Figura 2 - Uso del le decoraz ioni per raggruppare v is ivamente oggett i

Figura 3 - NI Example Finder

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Nota Potete creare ed editare un Subpanel solo nelleversioni Full e Professional di LabVIEW. Se un VI contiene

un Subpanel, potete eseguire il VI in tutte le versioni di LabVIEW,ma non potete configurare il controllo nel Base Package.La figura 4 mostra un esempio di un VI che utilizza unSubpanel.

Controlli ad alberoUsate il controllo ad albero per dare agli utenti una listagerarchica di elementi tra cui scegliere. Organizzate gli ele-menti che inserite nel controllo ad albero in gruppi di ele-menti, o nodi. Cliccate il simbolo di espansione vicino a unnodo per espanderlo e visualizzare tutti gli elementi presen-ti nel nodo stesso. Potete anche cliccare il simbolo vicino alnodo per far collassare il nodo.

Nota Valgono le stesse indicazioni date per iSubpanel in merito all’uti-

lizzo del controllo ad albero nellediverse versioni di LabVIEW.La figura 5 mostra un esempio diun VI che utilizza un controllo adalbero.

Controlli barra a scorrimentoUsate i controlli barra a scorrimen-to orizzontale e verticale peraggiungere barre a scorrimentocustom a un controllo. Cambiate ilvalore di una barra a scorrimentousando il tool Operating per clic-care o trascinare l'area di scorri-mento in una nuova posizione,cliccando le frecce di incremento edecremento o cliccando gli spazifra l'area di scorrimento e le frecce.

Contenitore Split PaneUsate le splitter bar per dividere il pannello frontale in duefinestre scorrevoli indipendenti. Potete ulteriormente divide-re queste finestre per progettare un'interfaccia utente conpiù regioni. Potete customizzare ogni finestra per decidere sel'utente può ridimensionare la finestra e come la finestrareagisce quando l'utente ridimensiona la finestra stessa.Potete usare una splitter bar per designare una finestracome toolbar o per creare una barra di stato.

Pannelli frontali trasparentiPotete usare la proprietà Window:Transparency del pannellofrontale per impostare la trasparenza della finestra durantel'esecuzione del VI. Il livello di trasparenza è un valore per-centuale, dove 0 è opaco e 100 è invisibile. Questa proprie-tà restituisce un errore se specificate un valore all'esternodel campo da 0 a 100.

Drag and DropPotete usare il drag and drop per fornire un modo alternativoper spostare i dati fra controlli in LabVIEW. Il drag and drop èun modo comune per gli utenti di interagire con l'interfacciautente in un'applicazione moderna. È essenzialmenteun'operazione fra due controlli: la sorgente del drag e il targetdel drop. Lo sorgente del drag è il controllo che fornisce i datiall'operazione di drag and drop. Alcuni controlli LabVIEW,come i controlli stringa e ad albero, operano automaticamen-te come sorgenti di drag quando si esegue un drag da loro.Per questi controlli, utilizzate l'evento Drag Starting? per for-nire un maggiore controllo su ciò che l'utente trascina.Per i controlli che non operano come sorgenti di drag, potetecostruire sorgenti di drag custom usando il metodo di con-trollo Start Drag. Con questo metodo, potete iniziareun'operazione drag and drop ogni volta che è necessario e

fornire tipi di dati specifici per la vostra appli-cazione.La sorgente di drag controlla anche l'aspettodel cursore durante un'operazione di dragand drop. LabVIEW usa cursori di drag anddrop definiti dal sistema (Mac e Windows) ocursori definiti da LabVIEW (Linux). Usatel'evento Drag Source Update per fornire unfeedback custom dal cursore per la vostraapplicazione.Infine, la sorgente di drag ha la responsabi-lità di spostare i dati dopo un'operazione didrag and drop riuscita. Usate l'evento DragEnded per portare a termine le operazionidi spostamento di drag per i tipi di dati didrag definiti dall'utente.

Figura 4 - VI con control lo Subpanel

Figura 5 - VI con control lo ad a lbero

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Training per esperti

Prima di sviluppare il progetto dettagliato di un siste-ma, dovete definire chiaramente gli obiettivi del siste-ma stesso. Questi sono gli argomenti che saranno

affrontati:A. RequisitiB. Stima dei tempi e dei costiC. Stile e standard di codifica per un team di sviluppatoriIn questa prima parte viene descritto il punto A.

A. REQUISITI. Definire gli obiettivi dell'applicazione. Fornire un meccanismo per capire che cosa dovrebbe farel'applicazione. Coprire gli elementi funzionali, gli elementi non funziona-li e i vincoli dell'implementazione

Iniziate compilando un elenco dei requisiti. Alcuni requisitisono specifici, come i tipi di I/O, le frequenze di campiona-mento o la necessità di analisi real-time. In questa fase pre-liminare eseguite qualche ricerca per essere sicuri che vi siapossibile soddisfare le specifiche. Altri requisiti dipendonodalle preferenze dell'utente, come i formati dei file o gli sti-li grafici.Cercate di distinguere fra requisiti assoluti e desideri. Anchese potete cercare di soddisfare tutte le richieste, è meglioavere un'idea di quali caratteristiche potete sacrificare se ilvostro tempo si esaurisce.

PROCESSO DI DEFINIZIONE DEI REQUISITIIl processo di definizione dei requisiti include i seguenti ele-menti, non necessariamente in questo ordine:• Identificazione• Vincoli• Analisi• Rappresentazione• Comunicazione• Validazione• Gestione

IDENTIFICAZIONE DEI REQUISITI• Identificazione dei requisiti software• I requisiti software sono forniti dal cliente o determinati

dal sistema

L'identificazione dei requisiti software è il primo passo nel-la determinazione dei requisiti. L'identificazione implica la

determinazione dei requisiti da parte del cliente o del siste-ma. Per identificare i requisiti software usate i passi seguen-ti.1. Esigenze software2. Acquisizione dei requisiti dai clienti3. Requisiti di sistema4. Requisiti dell'interfaccia utente

1. Esigenze softwareDeterminare le esigenze del software è necessario per capi-re il contesto del progetto.Capire le esigenze vi aiuta a capire lo scopo del progetto elo scopo del software. Per determinare le esigenze del soft-ware è necessario rispondere alle seguenti domande.• Perché il software viene creato?• Qual è lo scopo del software che volete creare?• Quali condizioni deve soddisfare il software?2. Acquisizione dei requisiti dai clientiPer condurre il processo di raccolta dei requisiti usare stru-menti come:• Interviste• Riunioni• Sessioni di brainstorm• Questionari• Osservazione dell'ambiente nel quale il software verrà

usatoL'acquisizione dei requisiti sembra un compito molto sem-plice, ma spesso può essere molto impegnativo. I clientispesso non capiscono a fondo il problema che verrà risoltodal software. E’ necessario, in una fase preliminare del pro-cesso, determinare con i clienti quale deve essere la funzio-nalità del sistema. L'acquisizione dei requisiti dai clienti èintegrata nell'identificazione dei requisiti. Strumenti comeinterviste, riunioni, sessioni di brainstorm e questionari sonopreziosi per aiutare l'acquisizione dei requisiti. Anche osser-vare l'ambiente nel quale il software verrà utilizzato puòaiutare l'acquisizione dei requisiti.3. Requisiti di sistema• I clienti hanno familiarità con i requisiti di sistema• I requisiti di sistema descrivono chiaramente l'ambiente

tecnicoI clienti hanno una buona comprensione dei requisiti disistema e hanno la massima familiarità con essi.L'incorporazione di software in un sistema richiede unacomprensione dettagliata dell'ambiente tecnico. I requisitidi sistema descrivono l'ambiente tecnico nel quale il soft-

PIANIFICAZIONE DEL SISTEMAVediamo come descr ivere e gest i re i requis i t i d i sv i luppo di un progetto soft ware

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ware risiederà. Durante l'identificazione dei requisiti, elen-cate i requisiti di sistema.4. Requisiti dell'interfaccia utente• Definite come gli utenti si interfacciano con il software• Analizzate i task che l'utente deve eseguireIn questa fase del processo, volete definire come gli utentisi interfacceranno con il software. Analizzate i task chel'utente deve eseguire per identificare i requisiti dell'inter-faccia utente. L'obiettivo è raggiungere una conoscenzaapprofondita di come l'utente utilizza il software.

VINCOLI DEI REQUISITIDovete identificare i vincoli di sistema per poter progettaree fornire software che funziona all'interno dei vincoli. Tipicivincoli che potete identificare sono i seguenti: costi, carat-teristiche dell'interfaccia hardware, affidabilità, sicurezza

ANALISI DEI REQUISITIL'analisi è necessaria per compilare requisiti in linea con leesigenze dei clientiA causa della varietà di sorgenti che creano i requisiti, dove-te analizzare e compilare i requisiti in modo tale che i clien-ti consentano allo sviluppo software di procedere. L'analisiimplica la determinazione dell'adeguatezza dei requisiti.Potete seguire tre passi per determinare se i requisiti sonoadeguati:1. Identificate i problemi relativi ai requisiti. Molti requisitisono incompleti o ambigui. Accertatevi che tutti i requisitisiano scritti e sviluppati in modo che possiate verificarlimediante prove.2. Classificate i requisiti. Dividete i requisiti in categorie cheindichino se il requisito debba essere necessariamente sod-disfatto per la consegna del software. Per esempio, inNational Instruments, i requisiti sono classificati in tre cate-gorie: verde, gialla e rossa. I requisiti verdi devono essereimplementati e provati prima di potere consegnare il pro-dotto. I requisiti gialli vengono implementati se sono dispo-nibili risorse. I requisiti rossi sono spesso lasciati per futureversioni del software. Altre classifiche possono definire lastabilità del requisito. Se il requisito è stabile e tutti i clienticoncordano con il requisito, esso non cambierà. Identificatei requisiti più stabili.3. Determinate i rischi. Identificate i rischi nell'implementa-zione dei requisiti, come rischi legati a tecnologia o perso-nale.

RAPPRESENTAZIONE DEI REQUISITI• Create un modulo scritto dei requisiti• Usate una specifica, come la IEEE-830• Create un prototipo che dimostri l'implementazione dei

requisitiLa rappresentazione dei requisiti è il processo di prepara-zione dei requisiti da comunicare ai clienti. La rappresenta-

zione implica la creazione di un modulo scritto, di un proto-tipo o di entrambi, in base alle esigenze dei clienti.Un modulo scritto è utile per rappresentare i requisiti in for-ma scritta. Tuttavia, un documento può potare ad ambigui-tà, perché è scritto in una lingua naturale. Le specifiche didocumentazione dei requisiti, come la IEEE-830, offrono unbuon modello per creare una relazione scritta dei requisiti.Creare un prototipo che dimostri l'implementazione deirequisiti è il modo più semplice per consentire agli utenti divisualizzare i requisiti e ciò che il software deve eseguire.LabVIEW è efficace per la creazione del prototipo diun’interfaccia utente.

PAROLE CHIAVE UTILIZZATE IN UN MODULO SCRITTOLe parole chiave nei requisiti definiscono il grado di neces-sità dei requisiti stessi.Shall indica un requisito essenziale. Se il requisito non vie-ne soddisfatto, il software non può essere consegnato.Should indica un requisito condizionato che potrebbemigliorare il prodotto software se implementato. Se il requi-sito non è soddisfatto, il software è ancora accettabile perla consegna.Can indica un requisito opzionale che non è necessario peril successo complessivo del software.Sarebbe bello avere questo requisito, ma lo sviluppatorepuò proporre un'alternativa.

SCHEMA DEI NOMI E DI NUMERAZIONEDefinire uno schema dei nomi e di numerazione dei requisiti.Considerate lo schema seguente:<Tipo requisito><requisito #>

Tipo di Requisito

U Requisito d'uscita

I Requisito d'interfaccia

C Requisito comportamentale

D Requisito dati

F Requisito funzionale

Usate uno schema dei nomi e di numerazione dei requisitiquando rappresentate i requisiti per favorire la gestione deirequisiti. Quando scegliete uno schema dei nomi e di nume-razione, attenetevi sempre ad un metodo coerente. La coerenza riduce il rischio di creare requisiti ambigui.La tabella suggerisce un esempio di schema dei nomi e dinumerazione per categorizzare i requisiti. Durantel'acquisizione dei requisiti dai clienti, dovete definire i tipi direquisiti. Considerate le seguenti categorie:• Requisito funzionale. Descrive le funzioni eseguite dal

software.

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• Requisito dati. Descrive i dati che il sistema utilizzerà.• Requisito comportamentale. Descrive il comporta-

mento del sistema. È utile per illustrare comeun'applicazione funziona ed usa risorse.

• Requisito d'interfaccia. Descrive i requisiti dell'inter-faccia utente.

• Requisito d'uscita. Descrive i requisiti di formato deifile.

COMUNICAZIONE DEI REQUISITI• Permettere a tutti i clienti di riesaminare i requisiti• Questo porta spesso ad una modifica dei requisiti• Il risultato della comunicazione deve essere l'accordoTutti i clienti devono riesaminare i requisiti per giungere adun accordo sul software che volete creare. Questo riesameporta spesso ad una modifica dei requisiti. La modificaimplica ricreare i passi per raggiungere i requisiti relativi alprogetto. Il problema della comunicazione è riunire tutti iclienti per un accordo sui requisiti. Questo è l'obiettivo delprocesso di comunicazione e deve essere raggiunto per ilsuccesso del progetto.

VALIDAZIONE DEI REQUISITI• La validazione verifica che i requisiti siano solidi• Deve essere compresa da tutti, inclusi gli sviluppatori• Non illustra l'implementazione• Testabile• TracciabileDurante la validazione è necessario verificare che tutti irequisiti siano requisiti robusti. La validazione dei requisiti

assicura che i requisiti siano privi di ambiguità e senza con-flitti e verifica che i requisiti siano compresi da tutti, inclusigli sviluppatori che stanno implementando il software. Lavalidazione verifica inoltre che i requisiti non illustrino comeimplementare i requisiti stessi. Soprattutto, ogni requisitodeve essere testabile e tracciabile.

GESTIONE DEI REQUISITI• Attività che gestiscono e seguono i requisiti• La gestione dei requisiti richiede la valutazione delle

richieste di cambiamenti nel corso del ciclo di sviluppo• Verifica e tracciatura dei requisiti• Considerate un pacchetto software di gestione dei requi-

sitiDurante lo sviluppo di un progetto, la probabilità di cam-biamenti richiesti dai clienti aumenta esponenzialmente,soprattutto per i progetti di sviluppo che hanno una lungadurata. La gestione dei requisiti aiuta a ridurre la probabili-tà di cambiamenti al progetto, anche se i clienti cambiano.Una semplice analisi dei requisiti illustra il costo di cambia-mento del progetto. La gestione efficace dei requisiti puòdiminuire le probabilità di un cambiamento. La gestione deirequisiti verifica inoltre che il progetto soddisfi i requisitidichiarati. A causa della complessità di molti documenti deirequisiti, la tracciatura dei requisiti è una parte costosa del-la gestione del progetto. L'uso di un pacchetto software checollega lo sviluppo ai requisiti può migliorare notevolmentela gestione dei requisiti.

Fine prima parte Rea

ders

ervi

ce.i

t n

.826

SCELTI PER TE

ForumILVG.it www.ilvg.it

LabVIEW www.ni.com/labviewzone

LAVA - LabVIEW Advanced Virtual Architects

http://forums.lavag.org/home.html

CommunityDevZone www.zone.ni.com

Community on ni.com

http://community.ni.com/

Mindstorm NXT

http://www.ni.com/academic/mindstorms/community.htm

Contenuti LabVIEW on ni.com www.ni.com/labview

LabVIEW on ni.com/it - www.ni.com/labview/i

LabVIEW Jobs http://www.labviewjobs.com/

The VI Road Show http://viroadshow.blogspot.com/

Altre risorseLabVIEW Tutorials for LabVIEW Developers

http://labview-tutorial-for-developers.blogspot.com/

VI Roadshow, un blog interamente fatto di video, su

LabVIEW e non solo http://www.viroadshow.com/

Engineering TV, un portale dedicato alle tecnologie

emergenti, nuovi prodotti, best practices interamente

dedicati al mondo dell’ingegneria http://engineeringtv.com/

Abbiamo scelto per te alcune risorse utili per approfondire le tua conoscenza di LabVIEW.

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5a Mostra Convegno

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Consenso ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs n. 196 del 30 giugno 2003. Letta la nota informativa riportata su questa rivista, esprimi il tuo consenso al trattamento, alla comunicazione dei tuoi dati personali ed ai correlati trattamenti ai soggetti che svolgono le attività indicate nella informativa stessa. In mancanza del tuo consenso la registrazione non potrà essere eseguita.

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MC4 - Motion Control for giunge alla sua quinta edizione. Visto il successoriscosso negli anni precedenti, Edizioni Fiera Milano è lieta di rinnovare l'appuntamento per la mostra convegno interamente dedicata alletecnologie e ai prodotti per il controllo del movimento. Questo settore, chenegli ultimi anni ha fatto registrare uno sviluppo impressionante, è almomento uno dei più interessanti non solo dal punto di vista tecnico maanche applicativo. L’interdisciplinarietà della tecnologia motion abbraccia unorizzonte tecnologico estremamente ampio, che va dall’elettronica allameccanica, dall’acquisizione dati alla comunicazione.

MC4 - Motion Control for si rivolge a tecnici e progettisti operanti in ambitoindustriale (impiantistica produttiva, macchine automatiche, macchineutensili, manutenzione ecc.) che utilizzano: - Motori e motoriduttori- servomotori- azionamenti e regolatori di velocità- controllo assi- sistemi di posizionamento- comandi e attuatori- sensori e comunicazione

Per aderireon line all’indirizzo www.ilb2b.it/mc4.aspvia fax compilando il coupon allegato einviandolo allo 02.366092.515

La partecipazione ai seminari e alla mostraè gratuita, così come la documentazione e ilbuffet

Per informazioniTel. 02.366092.510-511Fax [email protected]/mc4.asp

Come arrivare alla sede di BolognaCongressiin auto: autostrada• A1 Milano/ Firenze/ Roma/ Napoli• A13 Padova/ Venezia• A14 Ancona/ Bari• A15 La Spezia/ Genova• A22 Verona/ Trento/ BrenneroImboccando la tangenziale si deve uscire allo svincolo n.7 (Via Stalingrado). In direzione “Centro Città” e a 1,5 Km si trova il Palazzo dei Congressi.

in treno: Il Palazzo dei Congressi si trova a 2 Km dalla Stazione Centrale FS.

MERCOLEDÌ 18 FEBBRAIO I 2009 Palazzo dei Congressi di BOLOGNA

La mostraIn uno spazio specifico sarà allestita un’esposizione a cura delle aziendepartecipanti, in cui sarà possibile “toccare con mano” l’attuale offertacommerciale.

Il convegnoNel corso della giornata si susseguirannoseminari tecnici tenuti dalle aziendeespositrici della durata di 30 minuti ciascuno.

I contenutiIl programma, l’agenda e i titoli dei seminarisaranno aggiornati, man mano che verrannoconfermati, sul sito www.ilb2b.it/mc4.asp

PRESSO LA SEDE DI: OFFERTO DA:

18 Febbraio 2009 I BOLOGNA

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08D A L L A C A R T A A L W E B

HTTP://WWWQ u a n d o l e n o s t r e p a g i n e n o n b a s t a n o, l ’ e n o r m e s e r b ato i o d e l we b p u ò d a r e u n a m a n o.

S u u n a r i v i s t a c a r t a c e a , a n c h e l a p i ù vo l u m i n o s a , s a r e b b e i m p o s s i b i l e t r at t a r e

p e r e s te s o t u t t i g l i a r g o m e n t i r e l at i v i a L a b V I E W. I n m o l t i c a s i , t u t t av i a , s u l we b s o n o

d i s p o n i b i l i a r t i c o l i e s a u s t i v i o a l t r i d o c u m e n t i , a c u i r i m a n d i a m o i l e t to r i i n te r e s s at i .

Creare e collegare programmaticamente variabili condivise a variabili di I/O

Questo VI scopre tutte le variabili di I/O pubblicate dall'NI Scan Engine a un dato indirizzo IP e crea e collega

programmaticamente variabili condivise a ciascuna di esse. Il deploy delle shared variable viene effettuato sul PC Windows

che specificate.

Creando e collegando variabili condivise a variabili di I/O, potete trarre vantaggio dalla gestione di logging e allarmi con

LabVIEW DSC, comunicazioni bufferizzate, comunicazioni con client OPC, ecc.

Link alla pagina:

ni .com/ita l ian infocode: i tbc3g

Riformattare i file XML di LabVIEW per semplici editor testuali

I file XML creati in LabVIEW non sono sempre facilmente leggibili dagli editor di testo. Vi sono due modi per creare file XML

in LabVIEW:

- Usare i VI XML nativi in LabVIEW situati sulla palette Advanced»Data Manipulation

- Usare i VI XML DOM Parser inclusi come parte dell'Internet Toolkit.

I file XML creati con i VI nativi sono scritti come file di testo multilinea, mentre quelli creati con l'Internet Tookit sono scritti

come file a linea singola. In entrambi i casi, i campi XML non sono disposti in un modo che evidenzi le loro relazioni

genitore/figlio. Ovviamente, questi formati possono rendere i file XML di LabVIEW molto difficili da analizzare e leggere

all'interno di un normale editor testuale.

Questo VI d’esempio cerca di eliminare il problema appena descritto. Esso analizza i file XML di LabVIEW e inserisce carriage

return e tabulazioni dove necessario per dare loro, in un editor testuale, lo stesso aspetto che avrebbero in un editor XML.

Dopo avere eseguito questo VI, i campi genitore/figlio all'interno del file XML sono indentati e spaziati in modo logico.

Nota: In LabVIEW 8.6, i VI XML Parser inclusi con il toolkit sono ora inclusi nelle versioni Base, Full e Professional di LabVIEW

Link alla pagina:

ni .com/ita l ian infocode: i tbc3g

Sincronizzazione GPS di dispositivi DAQ

Questo esempio mostra come sincronizzare uno chassis PXI di dispositivi DAQ al GPS. Il GPS Time Coordinator sincronizzerà

più sistemi fra loro, permettendovi di creare un sistema di misura sincronizzato esteso e flessibile. Nota: i dispositivi DAQ

devono supportare clock esterni e la massima frequenza di clock disponibile sul PXI-6682 è 1MHz.

Link alla pagina:

ni .com/ita l ian infocode: i tbc3g

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D A L L A C A R T A A L W E B

Semaphore IP per LabVIEW FPGA

Quando si sviluppano applicazioni usando LabVIEW FPGA diventa necessario usare risorse condivise come variabili locali e

globali, VI non rientranti, ecc. in più punti del diagramma. Per evitare l'accesso alla stessa risorsa da più punti

simultaneamente dovete aggiungere codice che blocchi la risorsa ed impedisca l'accesso simultaneo. Per la maggior parte

delle risorse condivise in LabVIEW FPGA, ciò avviene automaticamente e il codice viene aggiunto durante il processo di

generazione del codice. In alcuni casi può diventare necessario aggiungere questo strato di protezione sopra le funzioni e i

VI forniti da LabVIEW. Questo esempio illustra l'implementazione di un semaforo in LabVIEW FPGA per gestire le risorse

condivise.

Link alla pagina:

ni .com/ita l ian infocode: i tbc3g

Marcatura temporale di ingressi analogici con clock esterno mediante un contatore

Quando un ingresso analogico con clock esterno ha un periodo variabile, il timestamping di default di una forma d'onda in

LabVIEW non sarà accurato. Questo VI utilizza uno stesso clock di campionamento esterno per l'ingresso analogico e per un

contatore. L'ingresso del contatore utilizza una base tempi interna come source, leggendo il valore ogni volta che viene

rilevato un fronte di salita del clock di campionamento. Questo ci permette di ottenere una marca temporale per ogni

campione analogico in ingresso.

Link alla pagina:

ni .com/ita l ian infocode: i tbc3g

Aumentare la velocità di esecuzione in LabVIEW usando le proprietà dei VI rientranti

Potete aumentare significativamente la velocità di esecuzione delle applicazioni LabVIEW impostando correttamente la

rientranza dei subVI. I VI non rientranti non permettono l'esecuzione parallela. I VI rientranti che condividono cloni fra le

istanze permettono l'esecuzione parallela e allocano dinamicamente i VI cloni per ogni istanza. Tuttavia, National

Instruments non raccomanda questi VI per applicazioni real-time, a causa di possibili problemi di jitter. I VI rientranti che

preallocano i cloni per ogni istanza permettono una vera esecuzione parallela e tipicamente riducono i tempi di esecuzione

rispetto alla condivisione dell'allocazione, ma questi VI richiedono un maggiore uso di memoria.

Link alla pagina:

ni .com/ita l ian infocode: i tbc3g

Leggere e scrivere in un database ASAM-ODS con LabVIEW

Scaricate un esempio di codice e istruzioni passo-passo su come interfacciare database ASAM-ODS (AOP3 e AOP5) e file ATF

usando i VI Storage di LabVIEW.

Link alla pagina:

ni .com/ita l ian infocode: i tbc3g

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ale160784

Shift cifre

Inviato: Mar Ott 14, 2008 4:15 pm

Ciao ragazzi... siamo nuovi... Abbiamo un aiuto al più

presto...

Noi abbiamo due u32 messi in due registri separati... il

risultato deve essere lo shiftamento di alcune cifre del

secondo registro nel primo... ad es. se abbiamo 352 nel

primo e 245 nel secondo... il risultato deve essere 35224 e

nel secondo solo 5. Lo shiftamento non è prefissato ma

definito dall'utente. Come è possibile? Con quale

struttura???

ale160784

In due registri? Cosa intendi per due registri?

Beh, se quelli che tu chiami registri sono due semplici

controlli U32, basta convertirli in stringhe e poi operare

sulle stringhe, oppure tenendo tutto come numeri,

suddividere la cifa in centinaia, decine e unità e poi far

shiftare le quantità di ogni tipo.

Se per registri intendi che le cifre fanno parte di array,

basta operare sugli array ed eventualmente poi usare

quello che ti ho scritto sopra. C'è qualcosa che mi sfugge?

..ma ciao!

gepponline

Ok... il problema è che non possiamo usare array nè

stringhe... pensatele in 2 semplice u32.. devo spostare

delle cifre da un 32 all'altro .. in che modo posso farlo??

grazie

ale160784

Ok shiftamento riuscito… però mi sorge un

problemino... non so se da poco... devo fare una semplice

sottrazione con 2 u32... però il risultato lo voglio in i8... il

guaio è che mi fa la sottrazione anche con il segno se gli

aggiungo un semplice indicator. Ma se metto il

collegamento in un altro operatore mi tiene il tipo u32

come faccio a risolvere questo problema? Se vedete la

cosa che ho fatto quando entra nello shift entra un u32..

e non va bene... grazie.

ale160784

[continua su http://ilvg.it/ht/3750]

36

08L A V O C E D E G L I U T E N T I

Vi presentiamo una selezione di argomenti di discussione sul Forum di ILVG.it

Inviato: Dom Set 14, 2008 4:12 pm

Salve a tutti!

Ho realizzato un inclinometro con un sub VI "AI sample

Channel". Riesco ad ottenere l'angolo di inclinazione. Ora

vorrei trovare la velocità angolare. Ho pensato di calcolarlo

estrapolando due valori di angoli e farne il rapporto

incrementale ma non riesco a trovare un modo per cercare

i rispettivi istanti di tempo in cui si trovano gli angoli.

Mi sapreste dare indicazioni?

Grazie

francescolabview

Ciao

ammesso che la velocità angolare si derivi dalle due

letture di angolo dovresti leggere anche i tempi a cui

esegui le letture e fare il rapporto tra la differenza

angolare ed il tempo trascorso.

bye-bye

stefanog

....giusto. Il problema è costruire un block diagram che lo faccia.

francescolabview

Ok. con che periodo campioni le misure angolari?

Le letture sono temporizzate e quindi periodicamente

aggiornate in modo automatico o avvengono in modo

arbitrario ad esempio su pressione di un tasto da parte

dell'operatore?

Se il tuo "sample.." è già all'interno di un ciclo che si ripete

dovrebbe essere sufficiente prendere il tempo assoluto

(ms) con la funzione con l'icona dell'orologio ad ogni giro e

sottrargli quello del giro precedente.Se invece hai la

necessità di leggere due misure consecutive a distanza di

tempi lunghi (ore)occorre campionare la data in modo

differente e fare la differenza tra i secondi.

Sono fuori sede e non riesco ad essere più preciso di così;

se riesci a postare la sezione di block diagram in cui fai la

lettura dell'inclinometro potrei dargli un'occhiata appena

rientro.

buona serata

bye-bye

stefanog

[continua su http://www.ilvg.it/ht/3710]

f rancescolabview

Velocità angolare di un inclinometro

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L A V O C E D E G L I U T E N T I

Inviato: Mar Set 30, 2008 3:37 pm

Innanzitutto, ci sono novità sul fronte della creazione di

nuovi controlli programmaticamente?

E ora spiego perché.

Ho sviluppato un software per creare un sinottico

trascinando delle forme da un menu all'interno di un

picture control. il fatto è che il sinottico in questione

sarebbe alla fin della fiera, un immagine con all'interno

dei rettangoli (anche inclinati e da poco ho tolto i cerchi

per vedere se aiutava) e io devo andare a capire, in un

secondo momento, se l'utente ci clikka sopra col mouse.

Se si trattasse di rettangoli normali, potrei optare per un

for che mi confronta le coordinate del mouse con tutte

quelle dei vari rettangoli. I rettangoli inclinati pero' mi

rovinano la vita perché non mi permettono di fare dei

controlli di posizione "semplici".

Faccio un esempio:

Io ho il rettangolo A che è messo in orizzontale ed è

delineato dalle coordinate di 4 punti.

Verifico se la posizione del mouse è compresa tra la x

massima e la x minima e la y massima e la y minima.

Il rettangolo B invece è inclinato di 45 gradi e quindi non

posso più fare l'operazione di prima per verificare se il

mouse è all'interno del rettangolo.

Avete qualche consiglio?

Ovviamente la domanda iniziale del topic l'ho fatta

perché la possibilità di creare un controllo anziché

disegnare in un picture control, mi permetterebbe poi di

gestire il controllo con le varie proprietà ed eventi.

HELLPPPP!!

..ma ciao!

gepponline

In http://alienryderflex.com/polygon/ c'è un pezzo di

codice C, sorprendentemente corto, per calcolare se un

punto si trova all'interno di un poligono, noti i vertici.

Non l'ho provato, ma convertirlo in Labviù è semplice. Hai

tolto i cerchi ma erano la cosa più semplice, bastava

vedere se la distanza dal centro è <= del raggio!

Snamprogetti

No infatti la roba del cerchio era solo legata al fatto degli

array per archiviare le sagome perché mentre se creo un

quadrato ho un array di 4 cluster (uno per estremo), per

il cerchio ho un cluster di 4 elementi e quindi volevo

vedere cosa succedeva prendendo in considerazione solo i

rettangoli

Intanto darò un occhio a quel codice! Grazie mille! ..ma

ciao!

gepponline

[continua su http://www.ilvg.it/ht/3724]

gepponl ine

Creare controlli

Inviato: Mar Set 30, 2008 12:35 pm

Innanzitutto ciao a tutti, mi presento, sono Oboro (Luigi

nella vita di tutti i giorni) e sono un ingegnere...

Mi sono iscritto a ILVG.it perchè sto utilizzando LabVIEW

8.5 unitamente a una CompactDAQ per condurre delle

prove sperimentali, con relativa acquisizione di dati.

Non sono totalmente inesperto di LabVIEW, lo utilizzo

dalla release 6, però mi si sta presentando un

problemino, probabilmente una sciocchezza, che mi sta

facendo perdere tempo.

Molto brevemente, ho la necessità di creare una stand-

alone application, in modo da utilizzare su un qualsiasi

pc l'insieme di VIs che ho creato per i vari test da

condurre. Ora, non avendo mai utilizzato l'Application

Builder, mi sono letto l'help e l'utile guida presente su

ILVG, e mi sono messo all'opera...

Il problema sorge dal fatto che durante la fase di build

dell'installer, il programma mi apre un dialog box, in cui mi si

richiede di individuare un fantomatico file *.id che dovrebbe

essere presente sul primo cd di installazione dei NI-DAQmx...

Io il file l'ho trovato, almeno credo, ma mi ritorna sempre

un errore per cui mi si comunica che la folder in

questione non è corretta o il nome del file è già in uso

(non ricordo chiaramente).

Qualcuno può cortesemente darmi una mano o

illuminarmi su quale è esattamente il mio problema?

Vi ringrazio infinitamente in anticipo.

Luigi Oboro

Un problema del genere non l'ho mai visto, hai provato a

reinstallare il DAQ?

aris

Il riferimento dei file è corretto? Te lo chiedo perché

l'Application Builder aggiunge un pezzo al percorso del

file creato e se il VI richiama altri VI o altri file può

capitare che qualche pezzo non si trovi. Dai un'occhiata al

sito della National... prova a cercare qualcosa del tipo

"application builder *.id installer"...

Ciao!!

MagicBotolo

Non è che hai qualche versione didattica e quindi c'e’

qualche inghippo che ti blocca l'application builder?

..ma ciao!

gepponline

[continua su http://www.ilvg.it/ht/3723]

Oboro

Problema con Application Builder

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Oltre 3000 partecipantiqualificati, un centinaio diespositori e numerosi ospi-

ti di primo piano hanno caratte-rizzato l'edizione 2008 diNIWeek che, come ogni anno, haoccupato l'intero centro congres-si di Austin, Texas. Aprendo i lavo-ri, James Truchard, presidente,CEO e cofondatore di NationalInstruments, ha annunciato unprogramma composto da oltre200 sessioni tecniche, workshoppratici, presentazioni di casi con-creti e panel, a cui hanno parte-cipato esperti provenienti dalmondo industriale ed accademi-co. Moltissime le novità, che cer-cheremo di riassumere nellerighe seguenti.

LABVIEW 8.6A NIWeek ha fatto il suo esordio l'attesa nuova versione 8.6di LabVIEW che, basandosi sulla natura intrinsecamenteparallela della programmazione grafica, offre nuovi tool persfruttare meglio i benefici dei processori multicore, degliFpga e della comunicazione wireless. "Il mondo è parallelo, le persone sono parallele, i computersono paralleli: perché dovremmo limitarci ai linguaggisequenziali?", si è chiesto nella sua keynote Jeff Kodosky,cofondatore e business and technology fellow di NationalInstruments, considerato il 'padre' di LabVIEW."L'ultima versione di LabVIEW mette a disposizione unapiattaforma comune per aumentare il throughput dei siste-mi di test e controllo con processori multicore, ridurre il tem-po di sviluppo delle applicazioni prototipali avanzate di con-trollo ed embedded basate su Fpga e creare più facilmentesistemi di misura distribuiti per l'acquisizione remota deidati", ci ha spiegato John Pasquarette, software marketingdirector presso National Instruments.Ed è da sottolineare la decisa volontà di NationalInstruments di utilizzare LabVIEW anche in campo indu-striale. "In LabVIEW 8.6 abbiamo introdotto una serie di

blocchi funzione normalmente utilizzati nelle applicazioni dicontrollo industriale basate sullo standard IEC 61131-3,come i PLC ed i PAC (Programmable AutomationController)", ha affermato John Hanks, Vice PresidentProduct Marketing per l'acquisizione dati ed il controlloindustriale. "Questi blocchi funzione sono stati progettatiper applicazioni industriali real-time". LabVIEW 8.6 permet-te quindi di programmare direttamente i PAC CompactRIO,mentre nuove caratteristiche di sviluppo ed integrazione,come il core IP FFT, consentono di incrementare le presta-zioni di analisi spettrale in applicazioni come il monitorag-gio delle condizioni di macchine ed il test RF. Infine, è possibile importare IP esistenti o di terze parti inLabVIEW FPGA usando il nuovo nodo Clip (Component-level IP). Avvicinandosi sempre più alle architetture basatesu PLC, LabVIEW 8.6 dispone inoltre di strumenti aggiunti-vi di controllo logico, in grado di offrire funzioni basate suilinguaggi IEC 61131-3. "Queste funzioni real-time fornisco-no funzioni note a programmatori che hanno utilizzato altricontroller industriali, permettendo loro di pubblicare i pro-pri parametri sulle HMI attraverso la rete", ci ha riferitoHanks.

LE NOVITÀ DI NIWEEK 2008Si è svolta lo scorso agosto la 14a ediz ione di NIWeek, la mostra-convegno sul graphical

system des ign organizzata da Nat ional Instruments

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08R E P O R T

Figura 1 - Durante NIWeek 2008, un panel di esperti ha discusso i progressi del 'Green Engineering'

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39

OLTRE 1.200 FUNZIONI DI ANALISITruchard ha spiegato che, basandosi sulla tecnologia mul-tithreading incorporata della piattaforma LabVIEW, la ver-sione 8.6 offre prestazioni di supercomputing grazie acaratteristiche ottimizzate per un'architettura multicore.LabVIEW 8.6 include inoltre più di 1.200 funzioni di analisiavanzate, ottimizzate per velocizzare operazioni matemati-che e di signal processing sui sistemi multicore. E le appli-cazioni di visione possono trarre vantaggio dai sistemi mul-ticore, utilizzando le innovative funzioni di image processingincluse nel Vision Development Module per LabVIEW 8.6.Tra le altre caratteristiche, la possibilità di sviluppare rapi-damente applicazioni per il test di dispositivi wireless graziealla nuova versione del Modulation Toolkit per LabVIEW e lapossibilità di eseguire velocemente modelli di simulazionecon il Control Design and Simulation Module. "L’introduzione in LabVIEW della nuova funzione di scanengine permette di integrare la temporizzazione nei lin-guaggi di programmazione con un’architettura a scansionedegli I/O", ha sottolineato Todd Dobberstein, productmanager Industrial and Embedded Technologies pressoNational Instruments. "Tale architettura offre un innovativodeterminismo degli I/O di oltre 500 ns, rendendo la piatta-forma ideale per applicazioni di controllo complesse e pre-cise. La nuova tecnologia sfrutta inoltre la flessibilità delchip Fpga presente su CompactRIO senza richiedere labo-riose compilazioni". Il LabVIEW Control Design and Simulation Module consen-te di utilizzare modelli di funzioni di controllo predittivomigliorate per ottimizzare i processi con vincoli definiti dal-l’utente, quali il consumo energetico, nonchè filtri Kalman

migliorati in grado di compensare i sensori rumorosi o difet-tosi. Inoltre, il modulo include una gamma di strumentiavanzati di controllo, quali progettazione di PID analitici,LQR, feedback sullo spazio di stato, in esecuzione suLabVIEW sui PAC tipo CompactRIO."Per ottimizzare produttività ed efficienza, si cerca spesso difar dialogare i sistemi di controllo tramite interfacce utentebasate su web, accessibili da ogni parte del mondo", haaffermato Brian MacCleery, senior product managerIndustrial Embedded Design presso National Instruments.LabVIEW 8.6 consente di convertire le applicazioni LabVIEWin servizi Web su desktop e hardware real-time, accessibilida qualsiasi dispositivo predisposto per il web quali smartphone e PC. Grazie a questa caratteristica è possibile svi-luppare interfacce utente remote per le proprie applicazioniLabVIEW meditante tecnologie web standard quali Html,JavaScript e Flash.

CONCLUSIONEOltre alle importanti novità che abbiamo descritto, duranteNIWeek sono state presentati molti altri prodotti e, soprat-tutto, molte applicazioni concrete. Citiamo soltanto il veico-lo autonomo sviluppato da Torc e dal Virginia PolytechnicInstitute e un nuovo software per la piattaforma roboticaLego, denominato Lego Education WeDo, che prosegue lacollaborazione fra National Instruments e Lego Educationnel campo della robotica educativa.In un clima di generale entusiasmo, si sono quindi spenti iriflettori. L'appuntamento con il prossimo NIWeek è statofissato per il 4 agosto 2009.

LE ALTRE NOVITÀ

Un altro annuncio molto atteso è stato quellodella nuova piattaforma Single-Board RIO."I nuovi dispositivi Single-Board RIO offrono

un’opzione hardware integrata e a basso

costo per la produzione in serie di appli -

cazioni embedded di controllo e acquisizione

dati", ci ha riferito Pasquarette.

Gli otto nuovi sbRIO-96xx combinano un

processore embedded real-time, un chip

Fpga e canali di I/O analogico e digitale su

un'unica scheda. Essi espandono l’offerta

della piattaforma di distribuzione basata su

chip Fpga che include sistemi PXI, PC e

dispositivi embedded di controllo e

acquisizione dati NI CompactRIO che

condividono un’architettura di I/O riconfi -

gurabile (RIO) costituita da un processore

real-time, un chip Fpga e moduli di I/O. Per

mezzo di quest’architettura standard e di

LabVIEW, è possibile progettare e prototipare

rapidamente controlli avanzati e dispositivi

embedded su piattaforme hardware quali

CompactRIO e distribuirli sui sistemi

integrati CompactRIO a basso costo o sui

nuovi Single-Board RIO.

Tra le altre novità, dieci nuovi dispositivi per

l’acquisizione dati wireless ed Ethernet.

Tramite lo standard Ieee 802.11, i nuovi

dispositivi DAQ Wi-Fi trasmettono dati su

ciascun canale ad oltre 50 kS/s con una

risoluzione di 24 bit. "Naturalmente, è

possibile combinare l’hardware DAQ Wi-Fi

con la piattaforma LabVIEW", ha affermato

Richard McDonell, senior group manager

product marketing presso National

Instruments.

È stata anche annunciata l'estensione della

linea di prodotto Smart Camera, con l'intro -

duzione di tre nuovi dispositivi - le Smart

Camera NI 1744, NI 1762 e NI 1764 - che

offrono una maggiore velocità di elabo -

razione e una risoluzione delle imma gini più

elevata, offrendo nuove possibilità applica -

tive nella visione artificiale.

Infine, National Instruments ha annunciato

l’analizzatore di segnale vettoriale RF PXIe-

5663, il generatore di segnale vettoriale RF

PXIe-5673 e lo chassis a 18 slot ad elevata

ampiezza di banda PXIe-1075. In particolare,

l'NI PXIe-5663 è in grado di effettuare

l’analisi dei segnali da 10 MHz a 6,6 GHz con

un'ampiezza di banda istantanea di 50 MHz.

Il PXIe-5673 consente di generare segnali da

85 MHz a 6,6 GHz garantendo un’ampiezza

di banda istantanea fino a 100 MHz.

Infine, il PXIe-1075 è il primo chassis PXI

Express con linee PCI Express connesse ad

ogni slot, in grado di fornire un’ampiezza di

banda fino a 1 GB/s per slot e fino a 4 GB/s

totali.

Figura 2 - Il Solar Vehicles Team dell'University of Texas ha usatoprodotti National Instruments per creare questo veicolo alimenta-to ad energia solare

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40

08E V E N T I

Dopo il grande successo di Automotive Forumdi Torino, il consueto appuntamento biennaleorganizzato da National Instruments sulle sfi-

de del moderno mercato automobilistico, lo scorso22 ottobre si sono dati appuntamento gli operatoridei settori della progettazione, dell’automazione edel collaudo in campo automotive presso il DemoCenter di Modena per assistere ad Automotive Day - la ver-sione in pillole di Automotive Forum. Scopo della manifesta-zione: riuscire a raggiungere gli operatori del settore diun’altra area geografica di fondamentale importanza per ilmercato automobilistico italiano. Durante l’evento, gli espertidi settore si sono confrontati sulle sfide del moderno mercatoautomotive in merito ai nuovi standard di sicurezza e affidabi-lità richiesti a costruttori e fornitori, alle esigenze sempre cre-scenti nell’ambito del comfort della vettura, alle più recentiinnovazioni dell’intrattenimento multimediale a bordo e alletematiche sempre più attuali dell’abbattimento delle emissio-ni e dell’efficienza dei consumi. Durante la keynote di apertu-

ra, sono state affrontate le ultime tendenze e sviluppi tecno-logici nell’elettronica del mercato automotive, dalla prototipa-zione al collaudo di motori e componenti automotive nell’otti-ca dell’efficienza energetica. Nel corso del proprio intervento,Alma Automotive ha analizzato lo sviluppo di algoritmi di con-trollo e diagnosi con metodologia Rapid Control Prototypingsu piattaforma cRIO. A seguire, la presentazione di Eurins sul-la gestione delle prove di omologazione a banco per motoridiesel secondo le normative europee vigenti. Gruppo Loccioniha concluso la giornata illustrando il progetto Mexus, la pro-gettazione embedded di un innovativo sensore di misura persistemi di test in ambiente automotive.

AUTOMOTIVE DAY 2008:L’AUTOMOTIVE IN PILLOLE

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Nel mese di ottobre, National Instruments, Luchsinger eWintek, Alliance Partner di NI, si sono unite in partner-ship per dare vita alla seconda edizione di 'Vibro acustica

per tutti!', il seminario tecnico gratuito dedicato ai metodi, alletecnologie e agli strumenti per la misura e l’analisi di fenome-ni vibro acustici. Le città di Roma e Bologna hanno fatto dasfondo, ospitando 120 partecipanti. Ancora una volta Wintek(www.wintek-it.com), società di ingegneria con esperienza plu-riennale nella progettazione, nello sviluppo e nella fornitura disistemi di test e misura basati su Personal Computer, special-mente orientati alle esigenze dell'elaborazione numerica delsegnale, ha messo a disposizione le competenze sviluppate inoltre quindici anni nel settore dell’analisi vibroacustica perun’oppor tunità formativa e di approfondimento tecnico. La col-laborazione come Partner certificato di National Instrumentsper quanto riguarda le tecnologie di mi su ra e analisi e con

Luchsinger (www.luchsinger.it) per le competenze sensoristi-che, ha consentito di fornire una panoramica completa delleproblematiche affrontate. Durante le due date si è avuta occa-sione di analizzare le tecniche di acquisizione, registrazione delsegnale ed analisi, sia nel dominio del tempo che in quello del-la frequenza, utili per la realizzazione di sistemi di misura dedi-cati sia all’analisi di laboratorio che al monitoraggio e test disistemi e macchine industriali. Si è dedicata particolare atten-zione alla divulgazione dei principi, dei metodi e delle tecnichedi misura di base così da permettere una facile comprensionedegli argomenti trattati non solamente agli 'addetti ai lavori'. Atal fine, dopo aver brevemente illustrato alcuni concetti teoricidi base, i relatori del seminario hanno affrontato e discusso casiapplicativi concreti a partire dall’analisi del problema fino allarelativa soluzione strumentale, utilizzando prodotti - ad oggigià in uso - basati su tecnologia National Instruments.

VIBROACUSTICA PER TUTTI!Dopo due anni, torna i l seminario gratuito dedicato a metodi, tecnologie

e strumenti per la misura e l ’analisi di fenomeni vibroacustici in due date

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National Instruments ha repl icato i contenut i d i Automotive Forum a Modena, d i rettamente

nel la ' terra dei motor i da compet iz ione'

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www.ilb2b.it), esprimo il consenso a che i dati qui contenuti vengano trattati, comunicati e diffusi da voi

e/o da Vs. aventi causa per l'attività di promozione e diffusione dei Vs. prodotti ed anche messi a dispo-

sizione di operatori qualificati e/o aziende del settore.

Sempre più al passo con i tempi, LabVIEW WORLD è la prima rivista

in Italia a fornirvi il servizio di reader service on line. Ora è possibile rice-

vere maggiori informazioni su prodotti e servizi presentati negli articoli

e/o inserzioni pubblicitarie LabVIEW WORLD semplicemente regi-

strandosi al sito:

WWW.READERSERVICE.IT Compilate la cartolina virtuale e noi provvederemo a inoltrare

tempestivamente la richiesta all'azienda interessata, che invierà

al vostro indirizzo tutta la documentazione disponibile.

In alternativa compilate questa scheda e inviatela al numero di fax:

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08E V E N T I

Si concluderà alla fine di novem-bre il seminario tecnico gratuitosulle tecniche di progettazione

meccatronica che ha toccato le novecittà italiane di Torino, Milano, Roma,Firenze, Padova, Bologna, Bari,Ancona e Napoli.Un rappresentante dell’AssociazioneItaliana di Assemblaggio ha aperto ilavori con una panoramica sulle sfidee le necessità che i costruttori dimacchine si trovano oggi ad affron-tare. Il seminario tecnico ha di fattoaffrontato il tema della riduzione deicosti di progettazione per i costrutto-ri di macchine industriali con untaglio tecnico-formativo, e si è rivoltoprincipalmente a progettisti ecostruttori di macchine industriali,che desiderano prepararsi a seguireun processo di progettazione meccatronica, simulare diffe-renti configurazioni meccaniche e ridurre i rischi associatialla progettazione. I quattro temi principali affrontati nel dettaglio corrispon-dono alle fasi del processo coinvolte durante la progetta-zione di macchine. Progettazione meccanica: in questa sessione, i relatoricoinvolti hanno illustrato come superare le sfide della pro-gettazione di macchine. Grazie ad esempi significativi diprogettazione meccatronica di macchine industriali, i parte-cipanti hanno potuto scoprire come tenere concretamenteconto delle esigenze del cliente finale e incorporarle nellefasi di progettazione e realizzo, tenendo conto del giustocompromesso tra costi e prestazioni. Gli interventi di VanniZanotto, docente di Robotica e Meccatronica pressol’Università di Udine, hanno permesso di approfondire comeutilizzare al meglio tecniche di progettazione meccatronicanel mondo dei macchinari industriali.Progettazione elettrica: in questa sessione sono statipassati in rassegna i criteri per la scelta della piattaformahardware e software adatta per affrontare la crescentecomplessità delle macchine. I relatori si sono poi soffermati

ad analizzare la scalabilità software per il riutilizzo del codi-ce su piattaforme hardware di controllo macchina come fat-tore critico per la prototipazione e produzione in serie. Progettazione software embedded: sono state affron-tate tematiche quali la progettazione di un'architettura soft-ware flessibile e la valutazione delle opzioni a livello deglistrumenti a disposizione. L’utilizzo del software adatto per-mette di implementare funzioni avanzate, quali monitorag-gio delle condizioni macchina o ispezione visiva, ovvero fun-zioni fondamentali da considerare nella progettazione di unmacchinario.Progettazione di sistemi di controllo: in questa ses-sione è stato trattato il tema della valutazione del sistemadi controllo ottimale per aumentare la produttività di unamacchina e quello dell’identificazione degli algoritmi di con-trollo più adatti a differenti esigenze.

AUTOMAZIONE AVANZATA PER I

COSTRUTTORI DI MACCHINESi s ta per concludere i l seminar io tecnico organizzato da Nat ional Instruments, patroc inato da AIdA,

Assoc iaz ione I ta l iana d i Assemblaggio, e con la par tec ipazione del l ’Univers i tà d i Udine, che i l lustra come

ridurre i cost i d i progettaz ione per i costruttor i d i macchine industr ia l i

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Note sull’autoreNadia Albarello, laureata in Lingue Moderne e Comunicazione alla KarlFranzens Universität di Graz, Austria, lavora in qualità di MarketingCommunications Manager presso National Instruments Italy.

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Alzi la mano chi non sa cosa sia una wiki. Ecco un indi-zio: la più nota ed utilizzata dagli utenti del web è cer-tamente wikipedia, l’enciclopedia a contenuto aperto,

modificabile, attendibile e compilata direttamente dai visi-tatori della rete (www.wikipedia.com). Ma nel mondo del-l’informazione interattiva e condivisa possiamo assisterequotidianamente ad un proliferare di wiki e alla loro diffu-sione a macchia d’olio, sia nel vastissimo universo del web,che nell’ambiente più circoscritto ed ovattato delle imprese.Oltre a vantare numerosi post ed aggiornamenti dedicati sullacapostipite delle wiki, Wikipedia per l’appunto, LabVIEW èora diventato il marchio di fabbrica di un’enciclopedia onlinetutta dedicata alla programmazione grafica di sistemi:LabVIEW Wiki (http://wiki.lavag.org/Home). L’obiettivo dichiarato è mettere in contatto sviluppatoriLabVIEW da tutto il mondo e creare una piattaforma comu-ne per la condivisione di commenti, esperienze e consigli suuna tematica comune: la programmazione in LabVIEW.I contenuti possono essere organizzati e ricercati dagli uten-ti per category list, glossari, portali e indici.

Category list: liste di contenuti suddivise per categoria eorganizzate in ordine alfabetico a seconda dell’argomentospecifico

Glossario: Raccolta di tutti i termini e relative definizionicorrelati alla programmazione in LabVIEw e organizzati percategorie tematiche

Portale: Un portale è una pagina introduttiva per un argo-mento specifico a completamento di un articolo, documen-to e immagini. Serve per individuare a colpo d’occhio lapagina che si stava cercando.

Indice: lista completa di ogni risorsa presente nella wikiChe dire di più, enjoy!http://wiki.lavag.org/LabVIEW_Wiki:Contents

IO, ROBOTAnche voi fate parte della fitta schiera di fan di LegoMindstorms (definizione), oppure, siete semplicementespettatori delle evoluzioni del robottino configurato e pro-

grammato grazie a LabVIEW dai più piccoli di casa?A qualunque categoria apparteniate, se conoscete o voleteconoscere LEGO Mindstorms più da vicino, questi sono iforum di discussione che fanno per voi.http://www.ni.com/academic/mindstorms/community.htm

LABVIEW FANS OF LEGO DISCUSSION FORUM Partecipate al gruppo di discussione ufficiale di NI per con-dividere programmi, sfide e successi con la comunità di fan.

LEGO.COM MINDSTORMS DISCUSSION FORUM Visitate questo gruppo di discussione di LEGO per postare ivostri consigli, idee, suggerimenti e confrontarvi con altri fanper realizzare applicazioni uniche con il vostro MindstormsNXT.

I BLOG DI LEGO MINDSTORMS NXT • nxtbot.com • The NXT STEP (http://www.thenxtstep.blogspot.com/)• nxtasy.org • LEGOengineering.com

Se i robot sono proprio la vostra passione, ecco un altro linkche non potete non conoscere. National Instruments ha creato FIRST Robotics Community(http://decibel.ni.com/content/community/first), il blog inte-ramente dedicato a FIRST Robotics Competition, la compe-tizione che ogni anno vede coinvolte squadre di studentidelle scuole superiori di tutto il mondo nella realizzazione diun robot funzionante, che dovrà sfidarsi con altri suoisimili in una serie di gare di diversi gradi di difficoltà(http://www.usfirst.org/community/frc/). Da qui, oltre 40.000 studenti hanno libero accesso ad unprogramma di sostegno unico nel suo genere: i LabVIEWvirtual mentor, volontari professionisti di varia natura, masoprattutto programmatori LabVIEW, possono mettere adisposizione dei ragazzi le proprie conoscenze e supportarlinel loro percorso di apprendimento delle nozioni di basenecessarie per la realizzazione di un robot perfettamentefunzionante ed accedere alla competizione più dinamicheed emozionanti del mondo.

LABVIEW COMMUNITYCAPITOLO SECONDOD opo l ’ar t ico lo pubbl icato sul numero 7 d i LabVIE W World, segue una seconda panoramica su

nuove r i sorse che gravitano attorno a l mondo LabVIE W e dal le qual i è poss ib i le att ingere pre-

z iose informazioni

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E V E N T I

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08A P P U N T A M E N T I

Come sempre, vi segnaliamo i prossimi corsi di formazione di LabVIEW e i principali eventi internazionali che vedranno la partecipazione di National Instruments

CORSI DI LABVIEWLABVIEW BASE 1: INTRODUZIONEMilano: 19-21 gennaio

Roma: 2-4 febbraio

Padova: 10-12 febbraio

LABVIEW BASE 2: SVILUPPOMilano: 22-23 gennaio

Roma: 5-6 febbraio

Padova: 26-27 febbraio

LABVIEW INTERMEDIATE IMilano 9-11 febbraio

Padova: 10-12 marzo

LABVIEW INTERMEDIATE IIMilano: 12-13 febbraio

LABVIEW DAQMilano: 28-30 gennaio

Roma: 2-4 marzo

Padova: 10-13 marzo

LABVIEW E COMPACTRIOMilano: 25-27 marzo

LABVIEW REAL-TIMEMilano: 18-20 febbraio

LABWINDOWS/CVIMilano: 2-4 febbraio

TESTSTAND IMilano: 2-4 marzo

TESTSTAND IIMilano: 30-31 marzo

CORSO LABVIEW SULLA VISIONE ARTIFICIALEED ELABORAZIONE DELL’IMMAGINEMilano: 19-20 marzo

Verificate il calendario aggiornato alla pagina webni.com/training/i

APPUNTAMENTI NATIONALINSTRUMENTSFOCUS EMBEDDED Genova: 27 novembre

Roma: 2 dicembre 2009

MC4-MOTION CONTROL FOR febbraio 2009

SPS/IPC/DRIVES Norimberga: 24-27 novembre

ELECTRONICAMonaco: 11-14 novembre

VISIONStoccarda: 4-6 novembre

NIDAYS 09 FRANCEParigi: 3-4 febbraio 2009

NIDAYS 09 (NI.COM/ITALY/NYDAYS)Milano: 25 febbraio 2009

NIDAYS 09 SPAINBarcellona: 12 marzo 2009

Bilbao: 17 marzo 2009

Verificate il calendario aggiornato degli eventiNational Instruments alla pagina webni.com/italy/eventi

NOVITÀ!

CORSO BASE: LA MISURA CON IL SUPPORTODEL PERSONAL COMPUTERMilano: 16, 17 novembrePadova: 18 febbraio

CORSO SPECIALISTICO: MISURE ELETTRICHEMilano: 18 novembrePadova: 19 febbraio

CORSO SPECIALISTICO: MISURETERMODINAMICHEMilano: 19 novembrePadova: 20 febbraio

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L A B V I E W E L A V O R O

08AAA Conoscete bene LabVIEW? Date un’occhiata alle offerte di lavoro che abbiamo selezionato da ILVG.it…

RICERCHIAMO

TESTING ENGINEER Intecs Informatica e Tecnologia del

Software SpA, nata nel 1974, opera nel

mercato dei sistemi tecnologicamente

all'avanguardia. Progetta e realizza sistemi

elettronici complessi per le maggiori orga-

nizzazioni europee nei mercati Difesa,

Spazio e Civile. Intecs è all'avanguardia nel

mercato del software, dove innovazione e

qualità sono essenziali per determinare il

successo dell'azienda.

Intecs è una PMI privata italiana con circa

350 dipendenti. La sede centrale è a Roma

ed altre sedi operative sono presenti a

Pisa, Napoli, Milano, Torino e Tolosa

(Francia). Più dell'80% dei dipendenti pos-

siede una laurea in Ingegneria, Informatica

o altre discipline scientifiche. Intecs è stata

una delle prime aziende di software in

Italia ad ottenere nel 1994 la certificazione

UNI EN ISO-9001 . La certificazione UNI EN

ISO-9001 è stata rinnovata nel Giugno

2005 sotto la denominazione UNI EN ISO-

9001:2000. Nel Giugno 2005 ha ottenuto la

certificazione al Livello 3 del Capability

Maturity Model® (CMM®) del Carnegie

Mellon Software Engineering Institute

(SEI).

Intecs ricerca per la Divisione Automotive

un/una Testing Engineer Settore

Automotive con buona conoscenza del-

l'ambiente LabVIEW, PXI National

Instruments e segnali Bus CAN per attività

di SW/System Test mediante l'uso di ban-

chi di test National Instruments.

Requisiti:

• Laurea in Ingegneria Elettronica/Infor -

matica/Telecomunicazioni o cultura

equivalente

• Buona conoscenza dell’ambiente

LabVIEW;

• Buona conoscenza ed utilizzo del Bus

CAN in ambiente LabVIEW;

• Almeno 2 anni di esperienza di acquisi-

zione e pilotaggio di segnali su Bus CAN

veicolo, di pilotaggio e acquisizioni di

sensori di forza, posizione, temperatura,

etc. con PXI National Instruments

Windows e Real Time nel settore auto-

motive;

• Preferibile certificazione NI Sviluppatore

(CLD);

• Conoscenza di altri tools di NI come

TestStand /Switch Executive;

• Conoscenza dell'ambiente Matlab/

ControlDesk e del Tool NI LabVIEW

Simulation Interface Toolkit;

• Preferibile residenza/domicilio a

Bergamo o disponibilità al trasferimen-

to.

La ricerca riveste carattere di urgenza.

Invitiamo inoltre I/Le candidati/e interes-

sati/e ad inserire il proprio curriculum

vitae e a compilare il form che si trova sul

ns. sito www.intecs.it alla sezione Job.

Nota: Contratto e retribuzione saranno com-

misurati all'effettiva esperienza maturata

Sede di lavoro: Stezzano (BG).

Rif. TestBG_Stepstone

www.stepstone.it

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produzione di macchine di alto contenuto

tecnico, ricerchiamo INGEGNERE ELETTRO-

NICO JUNIOR

La persona andrà a far parte del team

Sviluppo Prodotto riportando al relativo

responsabile.

Sarà impegnato nella gestione delle pro-

blematiche elettroniche applicate alle mac-

chine: hardware, firmware e software; par-

teciperà direttamente e operativamente

allo sviluppo delle tecnologie elettroniche

e a quello delle macchine (supporto all’ese-

cuzione delle prove, formalizzazione degli

stati di avanzamento, validazione prototi-

pi).

Il candidato ideale ha i seguenti requisiti:

Laurea in Ingegneria Elettronica; esperien-

za specifica nel campo dell’elettronica

applicata alle macchine.

Costituiranno titolo di preferenza:

• la conoscenza delle logiche di program-

mazione software LabVIEW/CVI/sistemi

real time/Visual C/ C++;

• la conoscenza delle logiche di program-

mazione firmware e dei relativi linguag-

gi;

• brevi esperienze pregresse con ruoli tec-

nico-trasversali.

L’azienda offre un contratto a tempo inde-

terminato, nonché un ambiente stimolante

e confrontativi, con ottime opportunità di

crescita professionale.

Sede di lavoro:

Cernusco sul Naviglio (MI)

Gli interessati possono inviare CV al

seguente indirizzo mail:

[email protected] o via fax allo

02/20402953 specificando il RIF. EDJ. I dati

saranno trattati secondo la legge 196/03

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PROGRAMMATORI LABVIEW MILANOIntecs ricerca per la sede di Milano pro-

grammatori LabVIEW per progetti in ambi-

to Avionica/Spazio

Conoscenze richieste:

• Laurea in Informatica o Ingegneria

Informatica/Elettronica o cultura equiva-

lente;

• Buona conoscenza di LabVIEW;

• Buona conoscenza di LabWindows/CVI di

National Instruments;

• Esperienza comprovata e continuativa di

almeno 2 anni nella programmazione in

LabVIEW

La tipologia contrattuale e la retribuzione

saranno commisurate all'effettiva espe-

rienza maturata dal candidato.

Invitiamo inoltre I/Le candidati/e interes-

sati/e ad inserire il proprio curriculum

vitae e a compilare il form che si trova sul

ns. sito www.intecs.it alla sezione Job.

Luogo di lavoro:

Milano e Hinterland

Data segnalazione: 20/10/2008

www.iprogrammatori.it/lavoro

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08L A B V I E W E L A V O R O

INGEGNERE ELETTRONICO

Gi Group S.p.A., Agenzia per il Lavoro (Aut.

Min. 26/11/04 Prot. N°1101-SG), ricerca

per note aziende settore metalmeccanico

di Ala/Rovereto INGEGNERE ELETTRONICO/

INFORMATICO PER PROGRAMMAZIONE

MACCHINE INDUSTRIALI

Requisiti:

Laurea in ingegneria elettronica/ informa-

tica, precedente e referenziata esperienza

nella programmazione di PLC per macchi-

ne ed impianti industriali, buona cono-

scenza ambienti CAD: LabVIEW, ORCAD,

INVENTOR; conoscenza linguaggi di pro-

grammazione C++, ANSI C, VISUAL STU-

DIO.

Richiesta disponibilità ad eventuali trasferte

estere e buona conoscenza lingua inglese.

La ricerca è rivolta ad entrambi i sessi

(L.125/91)

Gli interessati possono inviare la propria

candidatura a:

Gi Group S.p.A. (Aut. Min. 26/11/04 Prot.

N°1101-SG)

Via Paoli 20/a, Rovereto 38068.

Tel. 0464.437767

E-mail: [email protected]

autorizzando al trattamento dei dati per-

sonali ai sensi del D.Lgs. 196/2003.

I dati forniti dai candidati saranno utilizza-

ti per questa o altre selezioni. Si pregano

gli interessati - prima di inviare le candida-

ture- di consultare l'informativa sulla pri-

vacy (art. 13 e 7 D.lgs 196/2003) presente

sul sito www.gigroup.it

Zona: Rovereto/ Ala.

www.lavoroeformazione.it

PROGRAMMATORE LABVIEW

Openjob SpA è un’Agenzia per il Lavoro,

attiva sul mercato italiano dal 2001, che

può contare su quasi 400 dipendenti diret-

ti ed è presente sul territorio nazionale con

80 filiali che forniscono lavoro, ogni mese,

a più di 8.000 persone. Le aziende e i lavo-

ratori si rivolgono a noi perché trovano nel

Gruppo Openjob flessibilità, organizzazio-

ne, affidabilità e continuità di soluzioni. Il

fatturato complessivo del Gruppo Openjob

ha raggiunto, nel 2007, i 203 milioni di

euro. Dal 2008, tutte le agenzie per il lavo-

ro facenti parte del Gruppo (In Time,

Pianeta Lavoro e QuandoccoRre) rispondo-

no al solo nome di Openjob.

Importante azienda specializzata nella

realizzazione e nella progettazione di

sistemi elettronici avanzati per i più diver-

si settori dell’ingegneria elettronica, sta

ricercando un programmatore software.

Il candidato ideale è un giovane laureato in

elettronica con conoscenza approfondita

del linguaggio grafico LabVIEW. Dovrà

avere una buona conoscenza della lingua

inglese o dell’inglese tecnico e un’ottima

preparazione matematica. Sarà inserito

all’interno dell’ufficio tecnico ricerca e svi-

luppo occupandosi dei vari progetti in

corso e dello sviluppo degli stessi.

L’azienda si trova nei pressi di Rubano –

Padova Ovest.

Data di pubblicazione: 16/10/2008

Città: PADOVA OVEST

Studi minimi:

Laurea breve (3 anni)

Esperienza minima:

1 anno

www.infojobs.it

TEST ENGINEER SETTORE

AERONAUTICO

Randstad Italia S.p.A. cerca, per conto di

azienda settore aeronautico TEST ENGINEER.

Tale figura sarà responsabile di definire e

validare delle conformità attraverso test

specifici del settore, eseguire prove e simu-

lazioni anche riguardo i guasti ed il corretto

funzionamento delle strutture realizzate.

Si richiede: laurea in ingegneria aeronauti-

ca o meccanica, esperienza di almeno un

anno in laboratori con l'utilizzo della stru-

mentazione annessa, conoscenza di acqui-

sizione dati, sensoristica ed elettronica,

conoscenza di linguaggi di programmazio-

ne quali LabVIEW, Visual basic, Cad 2D e 3D,

buona conoscenza della lingua inglese.

Le persone interessate possono inoltrare il

proprio curriculum vitae, comprensivo di

autorizzazione al trattamento dei dati, all'in-

dirizzo [email protected]

specificando nell'oggetto il numero di riferi-

mento: NA/T.E.

Zona di lavoro: Nola

www.stepstone.it

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METIS S.p.A. è una società specializzata in

Ricerca, Selezione e Amministrazione di

risorse umane.

METIS S.p.A. filiale di Caserta ricerca per

azienda cliente specializzata negli inte-

riors in ambito aeronautico e navale un

Test Engineer.

Il profilo ricercato sarà alle dirette dipen-

denze del Responsabile di Laboratorio e si

occuperà di: pianificare ed eseguire prove

funzionali, di simulazione guasti e in con-

dizioni di utilizzo simulato, usando meto-

dologie e strumenti in conformità ai Test

Plan applicabili; gestire la documentazione

delle prove e dei test report; garantire la

manutenzione dei macchinari e della stru-

mentazione in dotazione al laboratorio.

Si richiede laurea in Ingegneria

Aerospaziale/ Meccanica, un’esperienza di

almeno un anno di Laboratorio con uso

diretto della strumentazione, la conoscen-

za dei seguenti linguaggi di programma-

zione: LabVIEW, Visual Basic (Excel VBA),

disegno CAD 2D e 3D e ottime attitudini al

lavoro in team.

Conoscenze richieste

possibile proroga alle dirette dipendenze

dell’azienda cliente.

Sede di lavoro: provincia di Napoli.

Tipo di contratto:

Assunzione a tempo determinato

Data di pubblicazione:

14/10/2008

www.cliccalavoro.it

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L A B V I E W E L A V O R O

TEST ENGINEERS

Our client is looking for a Test Engineer to

be responsible for developing and imple-

menting various methods of testing

systems and equipment.

Skill Required: a degree in Engineering or

Computer Science (preferably M.Sc.); expe-

rience with serial-mass production and

mechanical structures. good analytical and

problem solving skills; knowledge of test

methodology, planning and execution; pro-

duction tests; making testing equipment

for production tests; automatic rea-

ding/tests with i.e. LabVIEW; programming

in LabVIEW and preferably also C++ and

C#.

Contact [email protected]

Country:

Denmark

Sector IT and Telecommunications

Ref. DKIT25948

Data di pubblicazione:

21/10/2008

www.chronosconsulting.com

INSIDE SALES ENGINEER

Inserito in un contesto giovane e dinamico,

riporterà direttamente al’Area Manager.

Avrà la responsabilità di gestire l’attività di

offerta dei prodotti, dal ricevimento della

richiesta, all’analisi tecnica delle spefiche

fino all’elaborazione della quotazione da

presentare al Cliente

Gestirà il rapporto con i Clienti, fornendo il

supporto tecnico necessario e rispondendo

alle specifiche esigenze oltre a valutare e

sviluppare nuove opportunità di mercato.

Il candidato lavorerà per obiettivi in rela-

zione alle zone geografiche assegnate.

Requisiti:

Il candidato ideale è in possesso di una

Laurea Tecnica, di II livello, è fortemente

orientata al risultato e realmente motiva-

ta, ha ottime capacità relazionali unite ad

affermate doti commerciali, propensione

al lavoro di team ed al contatto telefonico.

Gradita conoscenza di NI LabVIEW. La

conoscenza della lingua inglese completa

il profilo.

Qualora il profilo sopra indicato corrispon-

da alla sua figura e sia di suo interesse, la

invitiamo a presentare il suo CV autoriz-

zando il trattamento dei propri dati perso-

nali (Dlgs. 196/2003) e indicando il riferi-

mento di cui sopra, direttamente a:

[email protected]

(Rif. ISE LW)

APPLICATIONS ENGINEER

The National Instruments Applications

Engineering (AE) Department is looking

for new engineering college graduates

with strong leadership qualities who are

interested in developing their careers in

the areas of Technical Sales, System

Engineering product support and project

management, and Technical Marketing.

Core Job Responsibilities

• Will interface between National

Instruments and our customers to find

creative and timely solutions to custo-

mers' technical issues as well as work on

a variety of technical projects.

• Will work cooperatively with many

departments at NI, including R&D, Sales,

Marketing, and Manufacturing.

• Will participate in formal training pro-

grams designed in preparation for a

career at National Instruments

Requisiti:

• Bachelor of Technical Engineering (5Y)

• Domiciled in Milan

• Strong customer service attitude, work

ethic and drive to succeed

• Solid understanding of electronics, com-

puters, and high-level programming

languages (C, C++, LabVIEW)

• Interest and skilled in writing on techni-

cal subject matter

• Ability to take initiative and own tasks

and projects

• Problem-solve effectively; enjoy solving

problems

• Leadership qualities gaining respect of

others, having an entrepreneurial spirit,

seen as a leader by others

• T.O.E.F.L. Certified - Communicate clearly

and concisely in English, so that persons

and customers you work with can

understand you clearly, particularly

when in technical conversations.

[email protected]

(Rif. AE LW)

SENIOR SOFTWARE ENGINEER

Società di Engineering, leader nel settore

di automazione di laboratorio, operante in

Italia ed all’estero, ricerca per la sede di

Milano (Segrate)

SENIOR SOFTWARE ENGINEER

Laureato in discipline tecniche o cultura

equivalente con almeno 3-5 anni di espe-

rienza.

Requisiti:

• Ottima conoscenza del linguaggio

LabVIEW;

• Conoscenza linguaggio SQL;

• Conoscenza nella progettazione di base

dati;

I requisiti aggiuntivi preferenziali sono:

• Conoscenza dei linguaggi ad oggetti

(Java, C++);

• Conoscenza del linguaggio C;

• Precedente esperienza di programma-

zione di microcontrollori;

• Esperienza nello sviluppo di applicazioni

utilizzanti comunicazione mediante soc-

ket, TCP-IP, UDP;

La buona conoscenza della lingua inglese,

subordinatamente francese, la padronanza

dei principali pacchetti applicativi in area

Windows, l’elevato spirito di team-wor-

king e la disponibilità a breve termine,

completano i profili e le richieste.

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L A V O C E D E G L I U T E N T I

LabVIEW World - La prima rivista italiana per la comunità di LabVIEW

Sede legale - Via Salvatore Rosa 14, 20156 Milano, tel +39 02 366092.1

fax +39 02 366092.280 www.edizionifieramilano.it

Sede Operativa - Viale Espinasse 141, 20156 Milano

tel. +39 02 366092.1 fax +39 02 366092.525

Direzione Sergio Maggioni Presidente

Costante Casali Amministratore Delegato

Alberto Taddei Publisher

Comitato Nadia Albarello, Matteo Bambini,

di redazione Matteo Foini, Alessandro Ricco

Redazione Alberto Taddei Direttore Responsabile - [email protected]

Valerio Alessandroni Direttore Tecnico • [email protected]

Alessandra Pelliconi Segreteria - tel: 02 366092.527

[email protected]

Collaboratori: Nicola Bavarone, Michele Corrà, Massimo Lorenzi, Marco Luciani, Enzo Nava,

Alessandro Ricco, Emanuele Stucchi, Franco Trespidi, Halvor Snellingen

Grafica e Bimage.it Progetto grafico e Impaginazione

produzione Franco Tedeschi Coordinamento grafici - [email protected]

Alberto Decari Coordinamento DTP - [email protected]

Grafiche Sima Ciserano - BG - Stampa

Pubblicità Giuseppe De Gasperis Sales Manager

[email protected] - tel. 02366092 523 - fax: 02 366092 524

Agenti Italia:

PIEMONTE, LIGURIA, VALLE D'AOSTA • R. Romeo/Publikappa •

tel: 011-723406 • fax: 011-723.406 • cell 335-5304196

VENETO, TRENTINO ALTO ADIGE,

FRIULI VENEZIA GIULIA • Idelfonso Elburgo •

tel: 049-8642.988 • fax: 049-8642989 • cell 328-8855203

International Sales

U.K.-SCANDINAVIA - OLANDA - BELGIO

The Huson European Media • Gerry Rhoades-Brown •

tel: +44-1932-564999 • fax: +44-1932-564998

SWITZERLAND:

Iff media ag • Carla Widmer •

tel: +41-52-6330888 • fax: +41-52-6330899

GERMANIA e AUSTRIA: Mediaagentur • Adela Ploner •

tel: +49-8131-3669920 • fax: +49-8131-3669929

USA: Huson European Media Usa • Ralph S. Lockwood •

tel: +1-408-8796666 • fax: +1-408-8796669

TAIWAN: Worldwide Services • Stuart Phillips-Laurie •

tel: +886-4-2325-1784 • fax: +886-4-2325-2967

Abbonamenti N. di conto corrente postale per sottoscrizione abbonamenti:

48199749 intestato a:Edizioni Fiera Milano SpA, Via Salvatore Rosa 14, 20156 Milano.

Si accettano pagamenti anche con le principali carte di credito.

Per gli utenti Developer Suite e standard Service Program

di National Instruments è già incluso l’abbonamento alla rivista

Abbonamento annuale (4 numeri): E 20,00

Abbonamento per l'estero (4 numeri) E 40,00

Prezzo della rivista: E 5,00 - Arretrati: E 10,00

Testata associata • Associazione Nazionale Editoria Periodica

Specializzata

Edizioni Fiera Milano è iscritta al Registro Operatori della Comunicazione n° 11125 del 25/07/2003. Autorizzazione

alla pubblicazione del tribunale di Milano n° 754 del 11/12/2006. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati

sono riservati. Manoscritti, disegni e fotografie non si restituiscono. LabVIEW World ha frequenza trimestrale, per un tota-

le di 4 numeri all'anno. Tiratura del presente numero: 3.000 copie.

INFORMATIVA AI SENSI DELCODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE

DEI DATI PERSONALI

Informativa art. 13, d. lgs 196/2003I dati degli abbonati sono trattati, manualmente ed elettro-nicamente, da Edizioni Fiera Milano SpA – titolare del trat-tamento – Via Salvatore Rosa 14, Milano - per l’invio dellarivista richiesta in abbonamento, attività amministrative edaltre operazioni a ciò strumentali, e per ottemperare anorme di legge o regolamento. Inoltre, solo se è stato espres-so il proprio consenso all’atto della sottoscrizione dell’abbo-namento, Edizioni Fiera Milano SpA potrà utilizzare i dati perfinalità di marketing, attività promozionali, offerte commer-ciali, analisi statistiche e ricerche di mercato. Alle medesimecondizioni, i dati potranno, altresì, essere comunicati adaziende terze (elenco disponibile a richiesta a Edizioni FieraMilano SpA) per loro autonomi utilizzi aventi le medesimefinalità. Responsabile del trattamento è: Paola Chiesa.Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei datiper le finalità suddette sono gli addetti alla gestione ammi-nistrativa degli abbonamenti ed alle transazioni e pagamen-ti connessi, alla confezione e spedizione del materiale edito-riale, al servizio di call center, ai servizi informativi.Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003 si possono esercitare irelativi diritti, fra cui consultare, modificare, cancellare i datiod opporsi al loro utilizzo per fini di comunicazione com-merciale interattiva rivolgendosi a Edizioni Fiera Milano SpA– Servizio Abbonamenti – all’indirizzo sopra indicato. Pressoil titolare è disponibile elenco completo ed aggiornato deiresponsabili.

Informativa resa ai sensi dell’art. 2, CodiceDeontologico Giornalisti Ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003 e dell’art. 2 del CodiceDeontologico dei Giornalisti, Edizioni Fiera Milano SpA –titolare del trattamento - rende noto che presso i propri loca-li siti in Milano, Via Salvatore Rosa 14, vengono conservatigli archivi di dati personali e di immagini fotografiche cui igiornalisti, praticanti e pubblicisti che collaborano con letestate edite dal predetto titolare attingono nello svolgi-mento della propria attività giornalistica per le finalità diinformazione connesse allo svolgimento della stessa. I sog-getti che possono conoscere i predetti dati sono esclusiva-mente i predetti professionisti, nonché gli addetti prepostialla stampa ed alla realizzazione editoriale delle testate. Idati personali presenti negli articoli editoriali e tratti dai pre-detti archivi sono diffusi al pubblico. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs196/2003 si possono esercitare i relativi diritti, fra cui con-sultare, modificare, cancellare i dati od opporsi al loro utiliz-zo, rivolgendosi al titolare al predetto indirizzo. Si ricordache, ai sensi dell’art. 138, d. lgs 196/2003, non è esercitabi-le il diritto di conoscere l’origine dei dati personali ai sensidell’art. 7, comma 2, lettera a), d. lgs 196/2003, in virtù dellenorme sul segreto professionale, limitatamente alla fontedella notizia. Presso il titolare è disponibile l'elenco comple-to ed aggiornato dei responsabili.

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NATIONAL INSTRUMENTS ITALY S.r.l. � Via Anna Kuliscioff, 22 � 20152 Milano � Tel.: 02-413091 � Fax: 02-41309215 � P.IVA/C.F.: 09777310153CCIAA Milano 1317488 � Iscr. Trib. Milano 296073/7502/23 � S.r.l.

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Preparati ad affrontare il mercato più velocemente con la progettazione grafica di sistemi, un approccio che integra

software grafico aperto e hardware commerciale e che ti permette di progettare in modo iterativo e di implementare

semplicemente e velocemente il tuo progetto sulla piattaforma embedded di National Instruments. Il sistema

NI CompactRIO ti offre una piattaforma ideale per la prototipazione e la produzione in serie grazie a microcontrollore

integrato, RTOS, FPGA programmabile, condizionamento di segnale integrato, I/O modulari e un’integrazione

completa con l’intuitivo software NI LabVIEW.

Strumenti tradizionali di progettazione di sistemi

Piattaforma di progettazione grafica di sistemi

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