Com&Com (Marcus Gossolt /Johannes M. Hedinger) video ... · proprio gioco, continua ad interpretare...
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Com&Com (Marcus Gossolt /Johannes M. Hedinger)
Yan Duyvendak
The Pictured SelfSwiss Performative Video Art1990-201004.02 — 22.02 2015Museo d’Arte Contemporanea Villa Crocevia Jacopo Ruffini 3, 16128 Genova telefono +39 010 580069 / 010 585772 [email protected]
Chantal Michel
Katja Schenker
Dominik Stauch
Franti!ek Klossner
Andrea Loux
Bernhard Huwiler
Roman Signer
a cura di Bernhard Bischoff inaugurazione: 04.02 2015, ore 18.00 Dominik Stauch sarà presente all"inaugurazioneorario: da martedi a venerdi ore 9.00 – 18.30 sabato e domenica ore10.00 – 18.30
Pipilotti Rist
o
videoper
formoan.ch
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEAVILLA CROCE
videoper
forman.ch
Yan Duyvendak
Le performance di Yan D
uyvendak com-
binano la new m
edia art con elementi
provenienti dal teatrodanza per esplora-re le dinam
iche dei giochi di ruolo e la trasform
azione della vita in realtà vir-tuale. D
iversi progetti performativi sono
ispirati dal fenomeno dei m
ass media
e si distinguono per uno loro sguardo profondam
ente ironico. In Gam
e Over,
Duyvendak ha invece creato un eroe, in
bilico fra lo spazio reale e quello virtu-ale, che si m
uove in maniera m
eccani-ca, avanti e indietro per lunghi corridoi in cerca di una m
issione. La ripetizioni ossessiva dei m
ovimenti di un eroe che
continua a imbattersi in porte chiuse ri-
flette una futile, a volte assurda, ricerca
di significato.
Chantal Michel
Il lavoro di Chantal Michel si posiziona
all’incrocio fra video arte, fotografia, e
performance.
Attingendo alla
propria collezione di vestiti ed accessori, l’arti-sta im
persona una principessa assorta nei propri pensieri oppure si trasform
a in una bam
bola. Nella m
essa in scena an-che gli spazi sem
brano contrarsi alle di-m
ensioni di una casa di bambola. M
ichel si distingue per questa sua capacità di creare un’atm
osfera e poi di abitarla. “Sorry G
uys”, uno dei suoi primi lavori,
è costituito da performance essenziali
ma effi
caci in cui i desideri abbondano e la forza di gravità sem
bra sospesa. Il personaggio fi
abesco compare anche in
opere recenti in cui l’artista, assorta nei proprio gioco, continua ad interpretare la principessa incantata o il giocattolo di-m
enticato, assorta nel suo gioco.
Com&
Com, ‹Side by Side›, 2002, 35m
m, 4' 40"
In collaboration with D
ieter Meier (vocals, lyrics)
Music: M
anuel Stagars & Serio Fertitta
Direction: Ernst W
irzProduction: Stefan FraefelCam
era: Pascal Walder
Editing: Antoine Boissonas
Choreography: Mark W
uest
Com&
Com è stato fondato nel 1997 da M
arcus G
ossolt (b. 1969) e Johannes M. H
edinger (b. 1971). Vivono e lavorano a Zurigo, St. G
allen e Amsterdam
.w
ww
.com-com
.ch
Com&
Com
(Marcus G
ossolt / Johannes M
. Hedinger)
Il duo Com&
Com opera sul confi
ne fra l’arte e i m
edia, mettendo in discussione
la nozione di “buon gusto” in campo ar-
tistico. Inspirandosi
a svariati
generi quali fi
lm, m
usica, letteratura, fotografia,
disegno, scultura, installazione e pittura, le loro opere sono parodie com
plesse in grado di suscitare rifl
essioni teoriche ed estetiche allo stesso tem
po irriverenti e affascinanti.
Per la “Trilogia
svizzera”, hanno creato il video clip “Side by Side”, una celebrazione dissacrante del m
ondo della Form
ula 1. Frutto della collaborazi-one con D
ieter Meier (“Yello”), la can-
zone è un arrangiamento pop dell’inno
nazionale svizzero ed è entrate nella top ten delle classifi
che svizzere nell’estate 2002.
Yan Duyvendak, ‹G
ame O
ver›, 2004, 5' 54"
In collaboration with N
icole Borgeat
Video technology: Laurent Desplands; styling:
Philipp, La Tête au Carré
A co-production with the Fonds régional d’art
contemporain Alsace, Sélestat; Fonds cantonal
d’art contemporain G
enève; Centre pour l’image
contemporaine Saint-G
ervais Genève
Thanks to Mark Alizart, Alain B
ajulaz& Pierre-
Edouard De B
ay, Sécurité Civile Genève, Christophe
Brunet, O
liver Lehtonen, Aldo Mugnier
Yan Duyvendak
Born 1965, vive e lavora a G
inevraw
ww
.duyvendak.com
Bernhard H
uwiler, ‹0,4702›, 2001, 3' 40"
Bernhard H
uwiler
Born 1956, vive e lavora a B
ernaw
ww
.bernhardhuwiler.ch
Bernhard H
uwiler
Bernhard H
uwiler coltiva un approccio
ludico nei confronti di ingegnosi gadget tecnologici e accadim
enti bizzarri. In “0,4702” l’artista m
ette alla prova una videocam
era che fa roteare intorno a sé attaccata ad una corda. 0,4702 è …
... con il quale vengono effettuate le riprese. Il rallentam
ento delle imm
agini altera la percezione al punto tale che diventa dif-fi
cile capire se è la videocamera a gira-
re intorno all’artista oppure il contrario. Il risultato dell’esperim
ento è del tutto caotico, e fi
nisce per creare un partico-lare
autoritratto. “0,4702”
costituisce un’intrigante quanto sconcertante rap-presentazione del m
ovimento in cui le
imm
agini sem
brano del
tutto casuali
mentre, in realtà, sono state accurata-
mente pianifi
cate.
Katja Schenker
Katja Schenker è un’artista puram
ente perform
ativa che indaga i propri limiti
fisici e psicologici senza però m
ai oltre-passarli.Im
piegando movim
enti semplici e azio-
ni automatiche che trasportano oggetti
quotidiani in un nuovo “stato”, Schenker crea degli scenari im
probabili in cui l’im-
pensabile diventa realtà. Durante le per-
formance, l’artista raggiunge un livello di
massim
a concentrazione e il suo corpo diventa un oggetto di scena, per cui gli spettatori si trovano inconsapevolm
ente coinvolti a livello em
otivo. In “Überdre-
ht”, Schenker, avvolta in un telo, si lascia lentam
ente trasportare
dalla legge
di gravità. Le im
magini sono caratterizzate
dal contrasto fra interiorità e esteriorità, costrizione e libertà di m
ovimento, e cul-
minano con un gesto di em
ancipazione.
Katja Schenker, ‹überdreht›, M
ôtiers, 2003, 3' 07"
Performance: K
atja Schenker,Cam
era: Claudia Bach, D
agmar Reichert
Thanks to Patrik Schmidle, fam
ily Tolck, Pierre-An-dré D
elachaux, Marie D
elachaux, Thierry Bezzola,
Liliane Ryser, Nicole Steger, Stefan Rohner, Susan
Peter, Rote Fabrik
Katja Schenker
Born 1968, vive e lavora a Zurigo
ww
w.katjaschenker.ch
Dom
inik Stauch, ‹My Personal Colour Field›,
1999–
2002, 2' 54"
Morphing: D
ominik Stauch
Guitar: B
oris PilleriB
ass: Roland Sumi
Sound engineering: Mat Calahan
Dom
inik StauchB
orn 1962, lives and works in Thun
ww
w.stau.ch
Dom
inik StauchD
ominik Stauch pratica una pittura di
tipo “mediatico” e nel corso degli anni
la dimensione installativa dei suoi dip-
inti dietro-vetro è diventata sempre più
importante, con la creazione di appositi
tappeti per fruire i lavori e di un rappor-to sem
pre più stretto con la computer
grafica. Per tre anni, D
ominik Stauch si
è recato regolarmente presso un labora-
torio specializzato per far fotografare la propria aura. Le im
magini m
ostrano una testa circondata da fi
amm
e luminose il
cui colore cambia in relazione all’um
ore dell’artista. In “M
y Personal Colourfield”,
Stauch impiega tecnologie di m
orphing per com
binare le singole imm
agine in una sequenza em
ozionale accompagna-
ta da una colonna sonora. Nel constante
susseguirsi delle
onde crom
atiche, la
testa dell’artista e le zone cromatiche si
mescolano incessantem
ente l’una con l’altra. In questo particolare autoritrat-to, l’artista diventa una presenza diafana che ci guarda m
isteriosamente.
Andrea Loux, ‹My B
ox is My Castle›, 2001, 7' 04"
Andrea Loux,B
orn 1969, vive e lavora a Berna
ww
w.andrealoux.com
Andrea LouxLe opere di Andrea Loux sono popolate da personaggi provenienti dagli ultim
i decenni del XX secolo. L’artista preleva m
otivi e figure dalle riviste di arreda-
mento degli anni 70 e 80 e li rielabora in
scenari sorprendenti che mantengono un
aspetto familiare, richiam
ando giorni an-dati. N
el lavoro di Loux la performance si
combina con altri m
ezzi espressivi come
il video, la fotografia e l’installazione che
indagano lo spazio e, più in generale, le im
plicazioni psicologiche
della spazi-
alità. In “My B
ox is My Castle”, l’artista
‘occupa’ una piccola scatola, la esamina
dal punto di vista psicologico, e la ab-bandona ripercorrendo l’intera gam
ma
di emozioni che va dalla sicurezza alla
claustrofobia.
Chantal Michel, ‹Sorry G
uys›, 1997, 37'
Chantal Michel
Born 1967, vive e lavora a Thun
ww
w.chantalm
ichel.ch
Welcom
e to Genova!
L’autoritratto è per l’arte una pratica im-
portante in cui l’artista cerca attraverso la propria rappresentazione di entrare in dialogo diretto con il proprio pubbli-co. N
ella nostra società dello spettacolo il narcisism
o è diventato un mezzo per
sopravvivere nella giugla dei social net-w
ork, dei video caricati su YouTube così com
e dei reality show. N
oi esistiamo
solo se veniamo fotografati o film
ati e se queste im
magini vengono condivise. Le
opere di The Pictured Self sono lucide, ironiche m
esse in scena del proprio ego che raccontano i talenti dell’arte svizzera contem
poranea. Voglio ringraziare il cu-ratore Bernard Bischoff e tutti gli artisti per il loro generoso contributo.
Ilaria Bonacossa
in video e non possono, per questo mo-
tivo, essere considerati semplici docu-
mentazioni. La m
ostra intende mettere
a fuoco questo specifico aspetto della video arte, cercando di evitare l’effet-to di “saturazione m
ediatica”, spesso generato da una serrata successione di video, attraverso una im
pianto allestivo m
inimale. Infatti la scelta di im
piegare m
icro-proiettori e tecnologie che pos-sono essere contenute in una sem
plice valigia oltre a garantire om
ogeneità e a facilitare la fruizione delle opere, ha in-oltre perm
esso di presentare la mostra
in diverse sedi espositive, Madrid, B
ar-cellona,Tbilisi, B
elgrado e ora Genova. In
questo camm
ino attraverso vent’anni di video arte è dunque possibile verificare approcci estetici eterogenei e inedite ip-otesi interpretative.
Bernhard B
ischoff
Ringraziamenti:
Per prima cosa vorrei esprim
ere la mia gratitudine
a tutti gli artisti, senza le loro opere meravigliose
non avremm
o alcuna mostra. Inoltre vorrei porgere
i miei piú sentiti ringraziam
enti al Museo di Villa
Croce, a Ilaria Bonacossa che ha accolto con entusi-
asmo la m
ostra, a Paolo Scacchetti e Massim
iliano Raugei per il supporto nell’allestim
ento della m
ostra, a Francesca Serrati per il supporto e a Irene D
amonte e Alice duperina per il lavoro di adatta-
mento della grafica.
Inoltre vorrei ringraziare una mia cara am
uca, Viana Conti per il suo im
mancabile supporto. Ringrazia-
menti al D
ott. Marino Cuenat, Console G
enerale della Svizzera a M
ilano, e al Dott. René Rais Console
Onorario a G
enova.Ringraziam
enti sentiti a Videocompany, K
arin, Aufdi e K
evin, che hanno sostenuto tutto il progetto nelle fasi della sua realizzazione
Roman Signer
Rom
an Signer si considera uno scultore e per lui la scultura si espande nella di-m
ensione temporale attraverso la visual-
izzazione di azioni e processi. Attraverso interventi m
inimi e ironici, l’artista es-
plora il potenziale di materiali quotidi-
ani. Benché le sue opere più conosciute
siano gli spettacolari happening a base di dinam
ite e macchinari im
ponenti, al-trettanto interessanti sono le azioni più m
odeste eseguite
senza un
pubblico. Q
uesti gesti effim
eri, dei quali rimangono
solo fotografie e video, suscitano un sor-
riso e una riflessione sul senso dell’es-
istenza. In “Zwei Schirm
e”, durante una ventosa giornata islandese, due om
brelli assem
blati vengano portati via dal vento creando un video ironico denso di im
pli-cazioni poetiche.
Roman Signer, ‹Zw
ei Schirme, Island›, 2009, 1' 36"
Camera: Aufdi Aufderm
auerEditing: D
ominique M
üllerProduction: videocom
pany.ch
Roman Signer
Born 1938, vive e lavora a St. G
allenw
ww
.romansigner.ch
L’imm
agine di séVideo arte e perform
ance in Svizzera, 1990-2010
Editing e curatela: Bernard B
ischoffCoordinam
ento: Ilaria Bonacossa
Traduzioni: Anna Lovecchio e Sylvia Rüttimann
Design: D
ominik Stauch
Impaginazione: Irene D
amonte e Alice Superina
Photo Lito: Atelier Altmeier
Stampa:
Edition: 500
© 2014 Autori e artisti
Nessun im
magine o testo puó essere riprodotto e
stampato senza l’autorizzazione di chi ne possiede
il copyright.
La mostra “The Pictured Self” non sarebbe stata
possibile senza il supporto finanziario in primis
della Fondazione Pro Helvetia per la Cultura
Svizzera, del Cantone di Berna e della città di B
erna e Thun, D
r. Georg e Josi G
uggenheim-Stiftung,
Videokunst.ch, il Consolato Generale della Svizzera
a Milano e num
erose persone che preferiscono rim
anere anonime.
Franti!ek Klossner, ‹X-Ray Video, Self-portrait›,
1999, 8' 04"
Franti!ek Klossner
Born 1960, vive e lavora B
ernaw
ww
.franticek.ch
Franti!ek Klossner
Franticek K
lossner im
piega m
acchine fotografi
che scientifiche ed effetti di dis-
torsione ottica per dare al proprio lavoro un’aura di m
agia. Le sue opere costitu-iscono afferm
azioni corporee di grande im
mediatezza che ridefi
niscono i confini
della percezione visiva. Fra i primi lavori,
che possono
essere considerati
degli studi contem
poranei sul genere del ri-tratto, “X-R
ay Video” è sicuramente l’es-
empio più radicale. L’artista si sottopone
a lunghe radiografie per fotografare il
proprio cranio, lo scheletro e la struttura della m
ano. Poiché la superficie del vol-
to non viene mai visualizzata, K
lossner ingerisce un m
ezzo di contrasto oppure lo applica sulla pelle in m
aniera da ren-dere visibile l’epiderm
ide e i muscoli. In
questo modo, l’artista forgia un nuovo
volto per il suo scheletro e i limiti della
tecnologia vengono superati in maniera
poetica.
Villa Croce presenta “L’imm
agine di sé”, una m
ostra che riunisce lavori di artisti svizzeri che indagano diverse form
e di presentazione del sé in bilico fra vid-eo arte e perform
ance in un percorso storico che attraversa venti anni di video arte e individua dieci posizioni significa-tive. N
egli anni 80, la video arte ha cono-sciuto un notevole sviluppo e in quel per-iodo sono state create num
erose scuole e corsi di specializzazione, soprattutto in Svizzera, ai quali hanno partecipato alcuni degli artisti in m
ostra. Partendo dalla grande quantità di m
ateriale dis-ponibile, sono state selezionate opere che costituiscono vere e proprie gem
me
oscurate da lavori più conosciuti, opere che a volte hanno segnato un punto di svolta nel percorso dell’artista. Pur nella loro diversità - si va da rifl
essioni poetiche sul sé, a sequenze perform
-ative spontanee, a com
plesse quanto frenetiche coreografie -, i lavori possono essere divisi in quattro gruppi: quelli ispirati dall’estetica dei video clip m
u-sicali (Com
&Com
, Pipilotti Rist) e quelli che indagano la relazione con lo spazio (Yan D
uyvendak, Andrea Loux, Chan-tal M
ichel). Il terzo gruppo comprende
opere caratterizzate da un approccio ludico (B
ernhard Huw
iler, Katja Schen-
ker, Roman Signer) e, infine, vi sono due
autoritratti realizzati con speciali mac-
chine fotografiche che permettono allo
spettatore di acquisire un inedito punto di vista sulla rappresentazione del sé (Franticek K
lossner, Dom
inik Stauch).
Tutti i lavori in mostra sono accom
unati dal fatto che le perform
ance o le azioni non sono state pensate per un pubblico quanto piuttosto per essere trasform
ate
ˇ
Pipilotti Rist, ‹You Called Me Jacky›, 1990, 4' 03"
Tutti © by Pipilotti Rist
Song © by K
evin Coyne
Pipilotti RistB
orn 1962, vive e lavora fra Zurigoe le Alpi Svizzere. w
ww
.pipilottirist.net
Pipilotti RistSe negli anni 70, la video arte costituiva uno strum
ento per riflettere in m
aniera critica sull’arte e sulla società, il lavoro di Pipilotti R
ist, con le sue influenze Pop,
si distingue in questo contesto. Spesso si ha l’im
pressione che i suoi video segua-no uno sviluppo narrativo, enfatizzato dall’uso della m
usica, e che siano carat-terizzati da una sensualità com
plessa, arm
onica e policromatica. L’artista com
-bina
diversi m
eccanismi
di creazione
dell’imm
agine in maniera sinestetica per
affrontare temi legati alla sessualità, al
genere, e alla rappresentazione del cor-po fem
minile. N
onostante compaia spes-
so in prima persona, dando al lavoro un
aspetto autobiografico, R
ist sostiene di essere sem
plicemente un’attrice. In “You
Called Me Jacky”, l’artista reinterpreta la
canzone di Kevin Coyne dopo avera com
-pletam
ente decontestualizzata. Il primo
piano e lo sfondo si fondoano in contin-uazione.
MUSEO D’ARTE
CONTEMPORANEA
VILLA CROCE