Colore e Colorimetria Contributi Multidisciplinari

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Colore e Colorimetria Contributi Multidisciplinari Vol. VII A A cura di Maurizio Rossi Collana Quaderni di Ottica e Fotonica n. 20 www.gruppodelcolore.it Associate Member AIC Association Internationale de la Couleur Società Italiana di Ottica e Fotonica Italian Branch of the European Optical Society

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Colore e Colorimetria Contributi Multidisciplinari

Vol. VII A

A cura di Maurizio Rossi

Collana Quaderni di Ottica e Fotonica n. 20

www.gruppodelcolore.it

Associate Member AIC Association Internationale de la Couleur

Società Italiana

di Ottica e Fotonica Italian Branch of the European Optical Society

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Colore e Colorimetria. Contributi Multidisciplinari. Vol. VII A A cura di Maurizio Rossi – Dip. Indaco – Politecnico di Milano Gruppo del Colore – SIOF - www.gruppodelcolore.it, [email protected] Impaginazione Maurizio Rossi ISBN 88-387-6042-x EAN 978-88-387-6042-6 © Copyright 2011 by Maggioli S.p.A. Maggioli Editore è un marchio di Maggioli S.p.A. Azienda con sistema qualità certificato ISO 9001: 2000 47822 Santarcangelo di Romagna (RN) • Via del Carpino, 8 Tel. 0541/628111 • Fax 0541/622020 www.maggioli.it/servizioclienti e-mail: [email protected] Diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi. Finito di stampare nel mese di luglio 2011 Da Digital Print Service srl via Torricelli, 9 20090 Segrate (MI)

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La Fisiologia dei colori di Filippo Lussana nella storia delle sinestesie

Dina Riccò Dip. Indaco, Politecnico di Milano, [email protected]

1. Introduzione Questo contributo intende portare all’attenzione gli studi sul colore compiuti da Filippo Lussana (1820-1897) – illustre medico, fisiologo, professore universitario dell’Ottocento, noto per le sue ricerche sulla fisiologia del cervello e del sistema nervoso – raccolti in un piccolo volume intitolato la Fisiologia dei colori (1873) [1]. Il libro è pressochè sconosciuto fra gli storici e i teorici del colore, è a noi noto per l’interesse ad esso mostrato nel lavoro di pochi studiosi che si sono occupati delle origini degli studi scientifici sulla sinestesia [2] [3] [4] [5]. Lussana affronta il colore nella sua totalità, innanzitutto il colore fisiologico, ma anche fisico, culturale, simbolico, politico, ecc., oltre ad evidenziare aspetti, della percezione e dell’applicazione del colore, che riteniamo essere di rilievo per il progettista, tra questi: 1. i rapporti dei colori con le altre sensazioni; 2. le caratteristiche della “cecità al colore” e le scelte cromatiche idonee per consentirne la riconoscibilità; 3. la possibilità di prevedere “colori rimedio”, ovvero colori che nell’ambiente, opportunamente utilizzati, hanno una funzione terapeutica.

2. Filippo Lussana e la Fisiologia dei colori (1873) Lussana, autore di più di duecento pubblicazioni scientifiche [6], scrive Fisiologia dei colori nel 1872 – stampato l’anno seguente – quando è professore di Fisiologia presso l’università di Padova. Siamo quindi un decennio dopo l’unità d’Italia, tanto sentita dall’illustre medico, allora cinquantaduenne, da voler dare inizio al testo con una dedica alla figlia e al suo sposo, in cui riporta i versi patriottici – tratti dall’ode di Giovanni Berchet, “All’armi, all’armi” (1831), ma Lussana non ne fa menzione – sul vessillo tricolore: “Il verde la speme tanti anni paciuta, Il rosso la gioia d’averla compiuta, Il bianco la fede fraterna d’amor”. È da questi versi che partono la riflessione e le domande di Lussana sulle “morali significazioni ai diversi colori” (p. 5), ovvero se il significato che riconosciamo nei colori sia da attribuire alle convenzioni di una società, o sia piuttosto – come Lussana cercherà di dimostrare – “nelle leggi fisiologiche del nostro sentire”, in sostanza nel modo in cui il nostro cervello funziona. Lussana si chiede quindi, tornando ai colori della bandiera, se non sussista qualche relazione fisiologica che lega “le sensazioni del rosso colle calde emozioni, del verde colle liete aspirazioni, del bianco coi sentimenti di fidanza, del nero colle tristi idee?” (p. 6).

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Lussana non aderisce al pensiero sensista – di cui cita in particolare i nomi di Locke e Condillac – secondo il quale tutte le idee hanno origine dai sensi, è tuttavia convinto che le sensazioni, e innanzitutto quelle fornite dal tatto, dall’udito e dalla vista, costituiscano il materiale primario dell’intelligenza: “le sensazioni sono le materie prime delle facoltà psichiche, dell’intelligenza, della fantasia, dei sentimenti; così la scena dei pensieri riflette le tinte impartite dai colori veduti” (p. 7).

3. Lussana capostipite nella storia delle sinestesie Lussana crede in una fisiologia morale dei colori, ricorrentemente ribadita nel libro, ovvero che i colori abbiano un linguaggio e che questo non sia da ritenere convenzionale, piuttosto che esso sia dovuto al nostro cervello, e nello specifico alla sua organizzazione. In effetti, confrontando le mappe frenologiche di Gall, gli organi del colorito e del linguaggio appaiono contigui, entrambi collocati nei lobi frontali del cervello (pp. 109-112). Queste riflessioni portano l’attenzione di Lussana su un fenomeno percettivo che si andava definendo proprio in quegli anni, fonte fra i medici di accesa curiosità, a cui un decennio dopo venne dato – con Pedrono (1882) [7] – il nome di audition colorèe. Per la quasi totalità degli studiosi [4] la storia delle sinestesie ha una data di nascita ben precisa: 1812. Questo è l’anno in cui viene discussa una tesi di laurea in medicina, sull’albinismo, nella quale l’autore – G. T. L. Sachs di Erlangen – descrive le manifestazioni di singolari fenomeni percettivi cromatici che risultano essere sollecitati dalla percezione di semplici elementi, quali numeri, lettere dell’alfabeto e note della scala musicale [2] [8]. Questa data d’origine viene però talvolta messa in discussione e posticipata. Alcuni studiosi, Tonino Tornitore in particolare, ritengono che nei fenomeni descritti da Sachs le sensazioni colorate siano suggerite dalla grafia degli elementi suddetti e non dal loro effetto fonico [2]. Solo in quest’ultimo caso infatti, essendo coinvolti almeno due sensi (l’udito e la vista), potremmo a ragione parlare di sinestesia; nella prima ipotesi, poiché tutto il processo percettivo è risolto all’interno di un unico sistema sensoriale (la vista), si tratterebbe solo di visioni, e non di audizioni, colorate. La prima osservazione di audizione colorata è quindi successiva di almeno mezzo secolo e va attribuita ad un medico italiano: Filippo Lussana [2] [9]. I primi studi di Lussana sul tema sono del 1864, quando all’Università di Parma un giovane promettente medico, già suo studente, gli consegna uno scritto autografo – da Lussana trascritto e pubblicato [1] – in cui descrive con minuzia di particolari le sensazioni di colore a lui prodotte dai toni delle voci umane (fig. 1). Sarà proprio questa descrizione a portare Lussana a dare al fenomeno (almeno fino al 1873) il nome di voce colorata. Solo in seguito, nel 1884, parlerà di udizione colorata [9]. Lussana spiega il fenomeno con la vicinanza anatomica nel cervello fra gli organi dei della nozione dei suoni e gli organi della nozione dei colori che, con una cospicua anastomosi, unirebbe fra loro le percezioni ottiche e acustiche [9]. Si tratta di un’ipotesi estremamente illuminata per l’epoca, che anticipa teorie formulate nei più recenti studi che si avvalgono di tecniche di neuroimmagine [10].

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Fig. 1 – Schematizzazione delle attribuzioni di colore alle voci umane, è una parte della trascrizione fatta da Lussana del manoscritto ricevuto da uno studente nel 1864, pubblicata in Fisiologia dei colori [1].

Fig. 2 – A sinistra: scala di musica cromatica. A destra: schema per la trascrizione cromatica di una sequenza musicale dall’aria “Ah! di qual sei tu la vittima”, dall’opera Norma di Bellini (Fonte: Lussana, 1873, pp. 116 e 118) [1].

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Fig. 3 – A sinistra: Lussana, scala di musica cromatica. A destra: Lussana, trascrizione cromatica di una sequenza musicale dall’aria “Ah! di qual sei tu la vittima”, dall’opera Norma di Bellini (s.d., ca. 1873) (Fonte: Biblioteca di Bergamo, Archivio Lussana).

4. I suggerimenti di Lussana al progetto del colore L’interesse per la musica e la pittura portano Lussana alla definizione di un codice di corrispondenze fra suoni e colori (fig. 2), di cui si diletta ad esemplificarne la rappresentazione in un saggio di cromografia musicale dedicato ad un’aria tratta dalla Norma di Vincenzo Bellini (fig. 3). Un codice che ricorda – sia nelle attribuzioni di colore, sia nella forma utilizzata (il rettangolo) – il codice di corrispondenze proposto un secolo dopo dal pittore e grafico milanese Luigi Veronesi [11], pur con la determinazione dei corrispettivi cromatici delle sole altezze e durate dei suoni (Veronesi codifica anche le intensità). Lussana non si limita alla definizione di un codice per tradurre la musica in pittura – o come egli scrive per dipingere la musica, anzichè scriverla – ma propone dei possibili contesti applicativi, così scrive in Fisiologia dei colori [1]:

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“Un panneggiamento, un ornato, una ciarpa, una stoffa, una tappezzeria che ritraessero le loro tinte dall’armonia di un motivo musicale, non potrebbero che avere un buon gusto e fare un bell’effetto” (p. 119) [1]. Questo non è il solo passo in cui Lussana propone soluzioni o si pone problemi progettuali sull’uso del colore, nel libro i riferimenti sono ricorrenti. Intuisce le potenzialità che i colori ambientali hanno sull’uomo, da medico conosce conosce il significato del colore della pelle nella diagnosi delle malattie - ma ritiene insufficienti le conoscenze che il medico dispone su quelli che chiama colori rimedio, ovvero sull’utilità igienica e terapeutica dei colori [1]. Rileva quelle condizioni d’uso del colore che non rispettano la fisiologia, o le anomalie, del nostro sistema visivo, proponendo soluzioni concrete che oggi potremmo dire ergonomiche. Ad esempio propone, come scrive, l’evitare di: “prescrivere l’uso del rosso e del verde nei segnali delle ferrovie e della marina, perocchè questi due colori sono i più facili a confondersi nel bianco ed a scambiarsi complementandosi l’un l’altro. Gioverebbe sostituirvi il giallo e l’azzurro che non hanno i medesimi incovenienti” (p. 93) [1]. In sostanza l’insegnamento che possiamo trarre, e che ci piace cogliere, dall’insieme degli studi e riflessioni di Lussana sul colore, e più in generale sulle relazioni fra le sensazioni, è un invito a considerare l’uomo nella specificità della sua natura, che il corretto progetto del colore deve pertanto rispettare. Il linguaggio dei colori, ripete più volte Lussana, così come le associazioni e i rimandi fra sensazioni, non sono convenzionali, si spiegano piuttosto nella fisiologia del nostro organismo, occorre saperli interpretare e coerentemente applicare.

Bibliografia [1] F. Lussana F. “Fisiologia dei colori”, Padova 1873. [2] T. Tornitore, “Storia delle sinestesie. Le origini dell’audizione colorata”, Genova 1986. [3] T. Tornitore, “Scambi di sensi. Preistoria delle sinestesie”, Centro Scientifico Torinese, Torino,

1988. [4] D. Riccò, “Sinestesie per il design. Le interazioni sensoriali nell'epoca dei multimedia”, Etas, Milano

1999. [5] D. Riccò, “Sentire il design. Sinestesie nel progetto di comunicazione”, Carocci, Roma 2008. [6] “Filippo Lussana (1820-1897). Da cenate alle Neuroscienze”, Atti dell’incontro di studio, Cenate di

Sopra, 26 maggio 2007, a cura di Goisuè Berbenni e Lorenzo Lorusso, Fondazione per la storia economica e sociale di Bergamo, Bergamo 2008.

[7] M. Pedrono, “De l’audition colorée”, Journal de médecine de l’Ouest, 1882, pp. 294-311. [8] J. Jewanski, S. A. Day, J. Ward, “A colorful albino: the first case of synaesthesia, by Georg Tobias

Ludwig Sachs in 1812”, Journal of the History of the Neuroscience, 18, 2009, pp. 293-303. [9] F. Lussana, “Sull’udizione colorata”, Archivio italiano per le malattie nervose, 1884, pp. 371-377. [10] V. S. Ramachandran, “The Emerging Mind”, BBC/Profile Books, London 2003 (tr. it. “Che cosa

sappiamo della mente”, Mondadori, Milano 2004, in particolare il par. “Numeri viola e formaggi piccanti”, pp. 63-83).

[11] L. Veronesi, “Proposta per una ricerca sui rapporti fra suono e colore”, Siemens Data, Milano, 1977.