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medicina 17 COLON IRRITABILE SINDROME DEL Dott. Carlo Lesi Specialista in Scienza dell’Alimentazione Gastroenterologia e Medicina Interna (Bologna) [email protected] PATOLOGIA DI CONFINE FRA SOMA E PSICHE a Sindrome del Colon Irritabile (SCI) appartiene alla sfera dei disturbi in- testinali funzionali e si caratterizza per la combinazione variabile di sintomi gastrointestinali cronici o ricorrenti non spiegabili con la presenza di alterazioni organiche. (Contaldo F e coll. Manuale di Dietetica e Nutrizione Clinica Mediserve SrL Ed. Milano-Napoli 2011). Per il frequente coinvolgimento anche dell’intestino tenue oggi si parla più propriamente di Sindrome dell’Intestino Irritabile. Il dolore addomina- le è il sintomo prevalente in relazione il più delle volte a cambiamenti dell’alvo (da stipsi a diarrea e viceversa o con alternanza dell’u- no e dell’altro). Spesso al dolore si accom- pagna meteorismo/gonfiore e distensione addominale rapida. La sindrome del colon irritabile come malattia psico-somatica Le forti emozioni e gli stress ambientali determinano aumento della contrattilità dell’intestino tenue e del colon data la loro ricchezza di tessuto muscolare liscio nella parete; questa risposta motoria è più accen- L tuata nei soggetti emotivi. Infatti questa sindrome è classificata fra le malattie psi- co-somatiche. Sartre nel lontano 1939, nel libro Idee per una teoria delle emozioni, scriveva che “l’emozione, ordinariamente considerata come un disordine senza leg- ge, possiede un significato suo proprio, e non può essere colta in se stessa senza la comprensione di questo significato”. Fra l’altro, la risposta all’emozione del si- stema neuro-vegetativo che provoca, ad esempio, la maggiore o minore entità della contrattilità della muscolatura liscia colica, non corrisponde all’intensità dell’emozio- ne che va quindi compresa e posta in re- lazione con la causa scatenante. Scriveva sempre Sarte che “…certe modificazioni quantitative nelle funzioni vegetative non possono corrispondere a una serie qualita- tiva di stati psicologici tra loro irriducibili”. Afferma più di recente Umberto Galim- berti nel suo libro “Il Corpo” (Saggi Uni- versale Economica Feltrinelli -1983) che “…l’emozione è dunque un certo modo di apprendere il mondo, di comportarsi di fronte a certe cose: non è più un disordine fisiologico, ma una condotta organizzata

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COLONIRRITABILESINDROME

DEL

Dott. Carlo LesiSpecialista in Scienza dell’AlimentazioneGastroenterologia e Medicina Interna (Bologna) [email protected]

PatOLOgIa DI cONfINE fRa SOMa E PSIchE

a Sindrome del Colon Irritabile (SCI) appartiene alla sfera dei disturbi in-testinali funzionali e si caratterizza

per la combinazione variabile di sintomi gastrointestinali cronici o ricorrenti non spiegabili con la presenza di alterazioni organiche. (Contaldo F e coll. Manuale di Dietetica e Nutrizione Clinica Mediserve SrL Ed. Milano-Napoli 2011). Per il frequente coinvolgimento anche dell’intestino tenue oggi si parla più propriamente di Sindrome dell’Intestino Irritabile. Il dolore addomina-le è il sintomo prevalente in relazione il più delle volte a cambiamenti dell’alvo (da stipsi a diarrea e viceversa o con alternanza dell’u-no e dell’altro). Spesso al dolore si accom-pagna meteorismo/gonfiore e distensione addominale rapida.

La sindrome del colon irritabile come malattia psico-somaticaLe forti emozioni e gli stress ambientali determinano aumento della contrattilità dell’intestino tenue e del colon data la loro ricchezza di tessuto muscolare liscio nella parete; questa risposta motoria è più accen-

L tuata nei soggetti emotivi. Infatti questa sindrome è classificata fra le malattie psi-co-somatiche. Sartre nel lontano 1939, nel libro Idee per una teoria delle emozioni, scriveva che “l’emozione, ordinariamente considerata come un disordine senza leg-ge, possiede un significato suo proprio, e non può essere colta in se stessa senza la comprensione di questo significato”. Fra l’altro, la risposta all’emozione del si-stema neuro-vegetativo che provoca, ad esempio, la maggiore o minore entità della contrattilità della muscolatura liscia colica, non corrisponde all’intensità dell’emozio-ne che va quindi compresa e posta in re-lazione con la causa scatenante. Scriveva sempre Sarte che “…certe modificazioni quantitative nelle funzioni vegetative non possono corrispondere a una serie qualita-tiva di stati psicologici tra loro irriducibili”. Afferma più di recente Umberto Galim-berti nel suo libro “Il Corpo” (Saggi Uni-versale Economica Feltrinelli -1983) che “…l’emozione è dunque un certo modo di apprendere il mondo, di comportarsi di fronte a certe cose: non è più un disordine fisiologico, ma una condotta organizzata

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che consente di sfuggire ciò che non si può sostenere”.Esiste un’asse “testa-pancia” attraverso cui passa il 90% dei messaggi emotivi che dal cervello arrivano al corpo e al tubo digeren-te in particolare. Oggi gli studiosi affermano l’esistenza di un “secondo cervello” che per-corre tutto il tubo digerente e ne regola le funzioni di secrezione e motilità. Lo scambio d’ informazioni è bidirezionale. (come ho già detto sul Corriere di Bologna, Rubrica InFormaTi, L’asse testa-pancia 24/09/08). Spesso è il pasto a rappresentare l’evento scatenante, mentre l’evacuazione di feci e/o di gas allevia l’intensità dei sintomi.

Aspetti clinici Dal punto di vista clinico esistono tre forme di sindrome del colon irritabile:1) quella con prevalente alvo diarroico;2) quella con prevalente alvo stitico; 3) quella con alvo alterno. Data la capricciosità della sindrome, una forma vira nell’altra senza apparente mo-tivo, il che provoca preoccupazione nella persona che ne soffre e difficoltà diagnosti-che nel medico. Questa malattia entra in diagnosi differen-ziale con la diverticolosi colica (spesso con-comitante alla stessa sindrome), con le ma-lattie infiammatorie croniche intestinali quali il Morbo di Crohn e la Rettocolite Ulcerativa (soprattutto la prima), più raramente con le forme neoplastiche benigne e maligne. Oc-corre molta abilità nel diagnosticarla, spesso solo per esclusione.La sindrome del colon irritabile rappresenta il classico caso in cui la colonscopia, come inda-gine a fini diagnostici, risulta negativa a fron-te delle altre patologie citate in cui compare sempre una qualche lesione. Va precisato che nel dubbio diagnostico l’Rx clisma opaco e/o la rettosigmoidoscopia non sono più utili, essendo la loro capacità diagnostica insuffi-ciente e limitata. Oggi si sta andando verso la colonscopia virtuale, ovvero per mezzo della TAC: l’esame infatti si chiama “colon-TAC”.Infine, è utile mangiare lentamente per evi-tare l’assunzione di notevole quantità di aria e per assecondare le necessità fisiologiche. Si tratta di regole generali sempre valide per

normalizzare le funzioni intestinali. Se non è possibile la regolare assunzione di fibra idro-solubile con i cibi, si può ricorrere alla loro supplementazione con psyllium, guar, glu-comannano che l’industria del farmaco forni-sce. Vanno assunte dopo i pasti e con abbon-

dante acqua. Poiché ci troviamo di fronte a una sindrome di “confine” fra corpo e psiche, solo l’intervento integrato di differenti profes-sionalità nei suoi confronti può assicurare il successo nel lungo periodo. Testo raccolto da Marina Dall’Olio

VERDUREConsigliate carote, patate, pomodori maturi privi di buccia e senza semi, zucchine, bietole senza costa, cuori di carciofo, insalata belga o molto tenera, finocchi. Passati di verdura confezionati con le verdure indicate sono consentiti in quantità limitata e secondo tolleranza.*Evitare legumi, cavoli, cavolfiori, carciofi, spinaci, cipolla, rucola, cetrioli, sedano, spezie.

FRUTTAConsigliate banane, mele, pesche, meloni, albicocche, spremute di agrumi filtrate, frutta centrifugata. *Evitare frutta secca, frutti di bosco, kiwi, castagne, agrumi, pesche, pere, prugne, uva passa, albicocche, marmellate.

PASTAAssumere pasta di semola, pasta all’uovo e riso (anche gnocchi di patate e polenta).*Evitare lasagne, cannelloni, ravioli, minestroni, zuppe di legumi o di cereali, pasta integrale e brodi di carne.

PANE e PRODOTTI DA FORNO Preferire pane ben cotto o tostato, fette biscottate, grissini, gallette di riso, crackers, biscotti secchi, fiocchi di mais e di riso.*Evitare pane integrale, prodotti da forno con farina integrale e crusca, fiocchi di avena, cereali soffiati integrali, muesli.

LATTE e LATTICINIPreferire formaggi stagionati tipo parmigiano reggiano, grana padano, emmenthal, pecorino.*Se è presente diarrea e/o meteorismo evitare il latte vaccino, meglio sostituirlo con latte delattosato, latte di soia o latte di riso.

BEVANDEUtile un apporto giornaliero di 2 litri di liquidi, ovvero acqua, tisane, karkadè, orzo.*Evitare tea, caffè, bevande con caffeina, bibite gassate.

ALTRI CIBIEvitare quelli ricchi di sale (dadi per brodo, insaccati per la loro azione stimolante la motilità intestinale), dolcificanti (fruttosio e sorbitolo per la loro azione meteorica).

Consigli dieteticiL’alimentazione può svolgere un ruolo terapeutico? Con cautela, sì. La cautela dipende dalle cause della sindrome che spesso sono emotive. Certo è che se si evitano alimenti produttori di gas intestinale che stimolano la motilità dell’intestiono, la sintomatologia può migliorare. Secondo alcuni studiosi l’approccio dietetico e la modifica dello stile di vita rappresentano il migliore intervento terapeutico. Anche mezz’ora di camminata, a passo sostenuto, tutti i giorni contribuisce alla regolarità intestinale.Il cardine dietetico è rappresentato dalle fibre idrosolubili in grado di trattenere acqua nel materiale fecale che diventa più morbido e scorre senza difficoltà nel lume intestinale. Inoltre, inducono aumento della flora batterica intestinale deputata alla loro fermentazione aumentandone così il volume. Ne traggono beneficio tutte le tre tipologie cliniche di sindrome di colon irritabile e anche i periodi di quiete clinica fra una crisi e l’altra. La fibra idrosolubile si trova principalmente nella frutta e nella verdura. Vediamone la corretta assunzione.