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PIEMONTE Via Nizza, 150 – 10121 TORINO Tel/Fax 011/6624382 - Fax 011/6624735 e-mail: [email protected] LOMBARDIA Via Mercato, 5 – 20121 MILANO Tel. 02/86464631 – Fax 02/860437 e-mail: [email protected] LIGURIA Vico San Matteo, 2/16 – 16100 GENOVA Tel. 010/2476193 Fax 010/2475391 e-mail: [email protected] Via Orefici, 8/7 - 16123 GENOVA Tel e fax 010/8603538 e-mail: [email protected] VENETO Via della Montagnola, 37 30174 VENEZIA –MESTRE Tel/Fax 041/5441133 e-mail: [email protected] Piazza Giovanni XXIII, 2 – 35129 PADOVA Tel. 049/7808172 – Fax 049/8941206 e-mail: [email protected] FRIULI VENEZIA GIULIA Via Valdirivo, 42 – 34122 TRIESTE Tel. 040/6773370 – Fax 040/371234 e-mail: [email protected] Piazza della Libertà, 1 - 33100 UDINE Tel. 0432/508070 – Fax 0432/295629 e-mail: [email protected] EMILIA ROMAGNA Via Guidotti, 33 40134 BOLOGNA Tel. 051/433043 - Fax 051/435034 e-mail: [email protected] TOSCANA Via Martelli, 8 – 50122 FIRENZE Tel. 055/212951 – Fax 055/212962 e-mail: [email protected] UMBRIA Via R. D’Andreotto, 29 – 06100 PERUGIA Tel. 075/5727064 – Tel/Fax 075/5722238 e-mail: [email protected] LAZIO Via Francesco Dell’Anno, 6/8 – 00136 ROMA Tel. 06/39751484 – Fax 06/39734223 e-mail: [email protected] LAZIO Viale Liegi, 48/B – 00198 ROMA Tel. 06/8416336 – Fax 06/8416343 e-mail: [email protected] MARCHE - ABRUZZO - MOLISE Via Arco Alfieri, 3 – 67100 L’AQUILA Tel/Fax 0862/481057 e-mail: [email protected] CAMPANIA Via S. Giacomo, 41 – 80132 NAPOLI Tel. 081/7917020 – Fax 081/5512594 e-mail: [email protected] PUGLIA Via Putignani, 141 – 70122 BARI Tel. 080/5219681 – Fax 080/5219726 e-mail: [email protected] CALABRIA E LUCANIA Via Roma, 28/D – 87100 COSENZA Tel. 0984/791741 – 791923 Fax 0984/791961–e-mail: falcri.cosenza@tisca- li.it SICILIA Via Principe di Belmonte, 94 90139 PALERMO Tel/Fax 091/6113684 e-mail: [email protected] Centri Territoriali FALCRI

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PIEMONTEVia Nizza, 150 – 10121 TORINOTel/Fax 011/6624382 - Fax 011/6624735e-mail: [email protected]

LOMBARDIAVia Mercato, 5 – 20121 MILANOTel. 02/86464631 – Fax 02/860437e-mail: [email protected]

LIGURIAVico San Matteo, 2/16 – 16100 GENOVATel. 010/2476193Fax 010/2475391e-mail: [email protected]

Via Orefici, 8/7 - 16123 GENOVATel e fax 010/8603538e-mail: [email protected]

VENETOVia della Montagnola, 3730174 VENEZIA –MESTRETel/Fax 041/5441133e-mail: [email protected]

Piazza Giovanni XXIII, 2 – 35129 PADOVATel. 049/7808172 – Fax 049/8941206e-mail: [email protected]

FRIULI VENEZIA GIULIAVia Valdirivo, 42 – 34122 TRIESTETel. 040/6773370 – Fax 040/371234e-mail: [email protected]

Piazza della Libertà, 1 - 33100 UDINETel. 0432/508070 – Fax 0432/295629e-mail: [email protected]

EMILIA ROMAGNAVia Guidotti, 3340134 BOLOGNATel. 051/433043 - Fax 051/435034e-mail: [email protected]

TOSCANAVia Martelli, 8 – 50122 FIRENZETel. 055/212951 – Fax 055/212962e-mail: [email protected]

UMBRIAVia R. D’Andreotto, 29 – 06100 PERUGIATel. 075/5727064 – Tel/Fax 075/5722238e-mail: [email protected]

LAZIOVia Francesco Dell’Anno, 6/8 – 00136 ROMATel. 06/39751484 – Fax 06/39734223e-mail: [email protected]

LAZIOViale Liegi, 48/B – 00198 ROMATel. 06/8416336 – Fax 06/8416343e-mail: [email protected]

MARCHE - ABRUZZO - MOLISEVia Arco Alfieri, 3 – 67100 L’AQUILATel/Fax 0862/481057e-mail: [email protected]

CAMPANIAVia S. Giacomo, 41 – 80132 NAPOLITel. 081/7917020 – Fax 081/5512594e-mail: [email protected]

PUGLIAVia Putignani, 141 – 70122 BARITel. 080/5219681 – Fax 080/5219726e-mail: [email protected]

CALABRIA E LUCANIAVia Roma, 28/D – 87100 COSENZATel. 0984/791741 – 791923Fax 0984/791961–e-mail: [email protected]

SICILIAVia Principe di Belmonte, 9490139 PALERMOTel/Fax 091/6113684e-mail: [email protected]

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le sfide del sindacato in europa

sviluppo sostenibile e compatibile del sistema bancario

falcridonna

FALCRI

mensile anno XVIsped. in abb. postaleart. 2 comma 20/clegge 662/96 filiale di Roma

n. 6 giugno 2004

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DIRETTORE RESPONSABILE

Bianca Desideri

COMITATO DI DIREZIONE

Salvatore AdinolfiMariangela ComottiRoberto FerrariGiuseppe FrignatiMaria Francesca FurfaroMichele InturriAleardo Pelacchi

HANNO COLLABORATO

A QUESTO NUMERO

Salvatore AdinolfiFederico CantariniFerriFabrizio GostiOrsola GrimaldiManlio Lo PrestiFrancesco Marescalco

Questo periodico è associato al-

la Unione Stampa Periodica

Italiana

Autorizzazione del Tribunale di

Roma n. 17196 del 30-3-1978

Redazione: Roma, Viale Liegi, 48/b

Tel. 06.8416336-334-328-276

Fax 06.8416343

e-mail: [email protected]

Progetto grafico e copertina:

Carlo Grechi

Impaginazione e stampa:

Edizioni Grafiche Manfredi snc

Via G. Mazzoni, 39/a 00166 - Roma

Tel. 06.6243159 - Fax 06.6140499

Finito di stampare nel luglio 2004

Per le fotografie di cui nonostante le ricerche non

sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto la

FALCRI si dichiara disponibile ad adempiere ai

propri doveri. Gli articoli firmati impegnano solo

gli autori e ne rappresentano il pensiero persona-

le. Tutti i diritti sono riservati. I testi non possono

essere riprodotti senza autorizzazione.

SOMMARIOn. 6 giugno2004PB

P R O F E S S I O N E B A N C A R I O

EDITORIALE

Critica costruttivao “difesa d’ufficio”?

di Maria Francesca Furfaro

Le sfide del sindacato in Europadi Manlio Lo Presti

II Congresso straordinario Associazione FalcriGruppo Banca Popolare di Verona e Novara

CCNLSiglato il protocollo con l’ABI

Le nuove sfide dell’Europa:tutela del risparmio, mercato unico

ed asimmetrie informativedi Francesco Marescalco

FalcriDonna:la Federazione sempre più vicina

al mondo lavorativo femminiledi Bianca Desideri

For.Te.

Un nuovo CCNL per la centralità della persona,i suoi diritti, le sue motivazioni

di Federico Cantarini

LO SPAZIO DI FERRI

Lettura in bianco e nero

PREVIDENZA & ASSISTENZA

INAIL:infortunio in itinerea cura di Fabrizio Gosti

SCAFFALE & WEB

di Orsola Grimaldi

FRANCOBOLLI CHE PASSIONE!

di Salvatore Adinolfi

UNION NETWORK INTERNATIONAL

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Auguri Europa

Durante la Sessione del novembre 1964 iParlamentari europei ed i visitatori dellaMaison de l’Europe di Strasburgo ebbero lapossibilità di ammirare forse la più bellaesposizione di documenti filatelici relativialla storia del Parlamento europeo.L’esposizione fu organizzata dallaDirezione generale della DocumentazioneParlamentare e dell’Informazione del parla-mento europeo, per documentare i passiverso l’Unione che fino a quel punto eranostati fatti.L’esposizione era suddivisa in tre grossi fi-loni.Il primo presentava la raccolta di tutti gliannulli storici che documentavano i lavoridi tutte le sessioni che il Parlamento euro-peo aveva tenuto presso la Maison del’Europe di Strasburgo a partire dallaSessione costitutiva del 19 marzo 1958.In quella raccolta tutti gli avvenimenti era-no perfettamente documentati dai diversiannulli commemorativi, che comprendeva-no i lavori di tutte le sessioni delParlamento europeo.Tra questi c’erano l’elezione dei diversi pre-sidenti del Parlamento, la seduta solennedi commemorazione del X anniversario delpiano Schuman del 1960, i documenti del-la sessione straordinaria del 18-19 gennaio1961 nella quale venne approvato l’accor-di di associazione della Grecia al MercatoComune, la sessione del 29 marzo 1962,nella quale venne commemorato il V anni-versario della firma del Trattato di Romadel 25 novembre 1963 che rendeva omag-gio solenne alla memoria del presidenteKennedy e tante altre iniziative che l’allo-ra Europa dei sei aveva intrapreso.Il secondo rendeva un omaggio solenne aRobert Schuman, se vogliamo, il “padredell’Europa” ed il suo ricordo era riportatosu quattro quadri che comprendevano av-venimenti importanti che andavano dall’i-

naugurazione dell’Avenue Robert Schumanall’ottavo e decimo anniversario della CECA.I quadri comprendevano anche un insiemedi documenti in onore della CECA e dellaCEE, nonché un documento relativo ad unincontro tra i rappresentanti dell’AssembleaConsultiva del Consiglio d’Europa e quellidel Parlamento europeo.Il terzo segmento comprendeva il tema re-lativo alla Conferenza Parlamentari EuropaAfrica, in questi quadri erano compresi idocumenti ricordo della Prima ConferenzaParlamentare Europa-Africa tenutasi aStrasburgo il 19 giugno 1961 e quelli del-le varie riunioni dal 1962 al 1963. Vi figu-rava, inoltre, la collezione completa di tut-ti i foglietti e di tutte le buste primo gior-no emessi dalle amministrazioni postali deivari Paesi africani in ricordo della fine del-l’accordo di convenzione di associazioneeconomica euro-africana sottoscritta aYaoundè il 20 luglio 1963, come pure de-gli aiuti economici dati dalla CEE ai diversiStati associati.Su questi quadri presentati alla mostra diStrasburgo, vi erano numerosi documentifotografici che corredavano la mostra stes-sa, tanto da farne una delle più grandiesposizioni.La mostra non interessò solo i filatelici madiede a tutti i visitatori l’opportunità di ve-dere un lavoro costruttivo che il Parlamentoeuropeo svolgeva per la costruzionedell’Europa, oggi finalmente realizzata an-che con la Costituzione Europea.Auguri Europa.

di Salvatore Adinolfi

Dell’Ingegno & Del TorchioA cura di Raffaele Colapietrae Francesco ZimeiAutori e libri aquilani dal ‘500 all’800nella collezione d’arte della Cassadi Risparmio della Provincia dell’Aquila2004, GTE

Scorrere le pagine del volume“Dell’ingegno & del torchio” fa tornareindietro nei secoli, in particolare nell’ar-co temporale compreso tra il ‘500 el’800. La scelta del titolo non è stata cer-to casuale, l’elegante pubblicazione volu-ta dalla Carispaq è il catalogo della mo-stra allestita nel Salone della SedeCentrale dell’Aquila, dove i visitatori han-no potuto ammirare opere dell’ingegnoe dell’arte della stampa. Autori e testiinsieme, tutti facenti parte della collezio-ne di libri antichi della Banca che sicompone attualmente di 30 opere, tuttein ottimo stato di conservazione, oltre adprezioso codice ovidiano pergamenaceodel XIV secolo. Una raccolta che ha avutoinizio due anni fa con l'acquisto dei

"Dialogo dell'origine della Cittàdell'Aquila" (di Salvatore Massonio) del1594, stampato a L'Aquila da Isidoro eLepido Facij, cinquecentina con all’internotre xilografie raffiguranti L'Aquila ed ilcontado, tra cui quella assai celebre ri-producente la basilica di San Bernardino. Il catalogo è stato curato dal professoreRaffaele Colapietra e da Francesco Zimei,presidente dell’Istituto Abruzzese di sto-ria Musicale. Le opere in catalogo sonoproposte in duplice chiave bibliografica etestuale.

Scaffale e web

di Orsola Grimaldi

Scrivete [email protected] segnalarci siti web,

monete, francobolli, oggettida collezione, libri rari

o esauriti, volumi in libreria,riviste da inserire

nella nostra rubrica.

PROFESSIONE BANCARIO 19

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PROFESSIONE BANCARIO18

INAIL:infortunioin itinere

Riprendiamo l’argomentotrattato nel precedentenumero di ProfessioneBancario (n.d.r. n. 5 ) percompletare la trattazione“dell’infortunio in itinere”esaminando alcune re-centi decisioni giurispru-denziali. Riassumendo quanto pre-cedentemente detto, affin-ché si possa parlare di in-fortunio in itinere è neces-sario che sussista il requi-sito “dell’occasione di la-voro” e cioè che lo svolgi-mento dell’attività di lavo-ro possa in qualche modoavere esposto il lavorato-re al rischio ed al conse-guente infortunio. Solo ilcosiddetto “rischio eletti-vo” e cioè un comporta-mento del lavoratore chesulla base di una sceltapersonale e del tutto arbi-traria abbia “creato unasituazione diversa daquella inerente all’attivitàlavorativa, interrompendoin tal modo ogni nesso tralavoro, rischio ed evento”esclude l’indennizzabilitàdell’infortunio in itinere.Tutto ciò premesso passia-mo all’esame di alcunedecisioni giurisprudenziali.

Con la sentenza 11 di-cembre 2003, n. 18980,la Sezione lavoro dellaCorte di Cassazione haesaminato il caso di unalavoratrice dipendente dibanca che aveva conve-nuto in giudizio l’Inail alfine di ottenere una rendi-ta di inabilità permanentea seguito di un infortuniooccorsole uscendo dallapropria abitazione perraggiungere il posto di la-voro. Più precisamente lalavoratrice, che svolgevale mansioni di cassiera ecustodiva le chiavi delbancomat, si era accortadurante il tragitto di esser-si dimenticata le chiavi efacendo ritorno a casaper prenderle, era rimastacoinvolta in un incidentestradale.Sia il Pretore che ilTribunale, quale giudicedi secondo grado, aveva-no respinto la richiestadella lavoratrice in quantoritenevano necessario(pur in assenza in questocaso del rischio elettivo,stante la necessità dellastessa di fare ritorno a ca-sa per riprendere le chiavie poter svolgere il propriolavoro) che il rischio ge-nerico derivante dalla cir-colazione di veicoli doves-se essere aggravato daelementi particolari edaggiuntivi.La Suprema Corte, alcontrario, ha ritenuto in-dennizzabile l’infortunioin quanto esistente l’occa-sione di lavoro vista la ri-levanza, quale fattore siapure occasionale, del la-voro ed essendo il limitealla copertura assicurati-va rappresentato solo dalrischio elettivo.

Nel caso in esame essen-do l’utilizzo della stradapubblica imposto dallanecessità di raggiungere ilposto di lavoro si veniva aconcretizzare un rapportostrumentale tra l’attività dilocomozione della lavora-trice e l’esecuzione dellaprestazione lavorativa equesto è stato ritenuto ne-cessario e sufficiente perl’indennizabilità, in consi-derazione del fatto chesolo il rischio elettivo rap-presenta il limite della co-pertura assicurativa.Passiamo ora ad esami-nare, al contrario, il casoin cui non è stata, invece,riconosciuta la coperturaassicurativa.Il Tribunale di Piacenza(sentenza 1° ottobre2003) ha escluso l’inden-nizzabilità dell’infortuniooccorso al lavoratore inconseguenza dell’utilizzodi un mezzo privato perrecarsi al posto di lavoro.Con la sentenza in esa-me, il giudice si è allinea-to ad una costante giuri-sprudenza ed ha ritenutola non indennizzabilitàdell’infortunio occorso allavoratore mentre si reca-va al lavoro con un ciclo-motore percorrendo unadistanza di circa un chilo-metro che poteva esserecoperta con l’utilizzo di unmezzo pubblico in 20 mi-nuti.Il ricorso a tale mezzo, in-fatti, non è stato ricono-sciuto indispensabile vistala possibilità di effettuareil percorso fino al posto dilavoro sia interamente apiedi sia utilizzando peruna parte un mezzo ditrasporto pubblico, stantela vicinanza dell’abitazio-

ne al posto di lavoro stes-so.Da ricordare, però, che,al fine di valutare l’am-missibilità dell’infortunio,la Cassazione ha eviden-ziato la necessità di tene-re in adeguata considera-zione le esigenze del lavo-ratore per evitargli un rile-vante disagio o l’ulterioreconsumo delle proprieenergie ed il prolunga-mento, oltre misura, del-l’assenze dalla famiglia(Cass. Sez. lav.28/9/2000, n. 12891).Da quanto detto si puòevincere che l’infortunioin itinere, nonostante lanuova formulazione nor-mativa dell’art. 12 del de-creto legislativo 23 feb-braio 2000, n. 38, che hain larga misura recepitol’orientamento giurispru-denziale formatosi a se-guito della carenza nor-mativa, rappresenta co-munque ancora oggi unproblema spinoso.

a cura di Fabrizio Gosti

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PROFESSIONE BANCARIO 3

CRITICA COSTRUTTIVAO “DIFESA D’UFFICIO”?

L’appuntamento annuale dell’assemblea dell’ ABI non poteva, nella re-lazione agli Associati, non porre l’attenzione sulle tante problematiche ecriticità che investono la situazione economica complessiva del nostroPaese e, ovviamente, quella specifica del settore bancario, con un’atten-zione particolare alle tematiche inerenti gli scandali finanziari che han-no purtroppo caratterizzato questi ultimi tempi.C’è preoccupazione sulle possibilità di crescita del mercato italiano ri-spetto al contesto europeo con un divario evidente che riguarda l’insuf-ficiente crescita del Pil, la maggiore crescita dell’inflazione italiana rispet-to alla media dell’area euro ed il persistente peso del debito pubblico.Forte è inoltre il disagio per la mancata approvazione e gli intollerabiliritardi del disegno di legge sulla tutela del risparmio, per il carico fisca-le che continua a penalizzare in misura maggiore le banche italiane ri-spetto ai competitori europei, per la mancata revisione della legge fal-

limentare. Una comprensibile e preoccupata critica viene pure espressa per il disegno di leggedelega per la riforma pensionistica nella parte inerente i sistemi settoriali di agevolazione agli eso-di come il Fondo esuberi del nostro settore che compromette la possibilità di ulteriore futuro uti-lizzo dell’ammortizzatore sociale del sistema bancario.Uno spazio di rilievo viene dato, e non poteva essere diversamente, al tema della fiducia e dellacrisi di reputazione del sistema bancario. L’Associazione delle Banche italiane definisce ingiuste e infondate le critiche al sistema bancario,impropriamente alimentate dalle divisioni che si sono create fra le differenti Istituzioni.Certamente le cause in merito a quanto accaduto con i recenti scandali finanziari vanno ricer-cate in un sistema complessivo di verifiche e controlli che evidentemente non ha funzionato edin una mancata innovazione di normative finalizzate a tutelare un mercato finanziario assai piùdinamico e articolato che in passato. Le responsabilità sono sicuramente diffuse in un sistema chesi è mostrato complessivamente e pericolosamente inadeguato. Tuttavia lascia fortemente perples-si l’assoluta assenza di un minimo di riflessione critica sul ruolo svolto dalle banche in questo de-licatissimo frangente che lascia trasparire il timore di un’ammissione di colpa. Un’analisi meno “di-fensiva” del sistema, timidamente lanciata da qualche banchiere in occasione delle audizioni par-lamentari per la valutazione sul decreto legge di tutela del risparmio ma rapidamente rientrata,certamente darebbe più slancio e credibilità al necessario percorso di trasparenza, di corretta in-formazione e chiarezza di ruoli che tutte le Istituzioni demandate alla gestione e tutela del rispar-mio sono doverosamente tenute ad intraprendere. Se i meccanismi di finanziamento delle impre-se sono oggi assai più delicati, rischiosi e articolati, interventi preventivi e più accorti da parte delsistema bancario, anche solo di tipo gestionale e organizzativo, per esempio nelle modalità di col-locamento dei prodotti finanziari alla clientela, forse avrebbero potuto ridurre il pesante impattodeterminato da comportamenti illeciti di alcune grandi imprese. Non a caso nella relazione dell’ABI si riconosce la necessità di migliorare il livello di trasparen-za e di comprensibilità dei prodotti bancari, di disporre di informazioni efficaci su ciascuno stru-mento finanziario, di elaborare meccanismi semplici per valutare lo specifico profilo di rischio del-la clientela.Si riconosce l’importanza della formazione dei lavoratori, il continuo aggiornamento professiona-le e l’innovazione tecnologica, quali fattori decisivi per lo sviluppo di lungo periodo, di accresce-re la capacità di valutazione delle aziende e dei progetti, si conferma la volontà di realizzare unaforte alleanza con le imprese industriali del nostro Paese in una logica di reciproco supporto enon di contrapposizione.L’importante Protocollo sullo sviluppo socialmente sostenibile e compatibile del settore bancariorecentemente sottoscritto tra Abi e sindacato, trova nella relazione un suo positivo richiamo an-che con un riferimento al necessario rafforzamento della responsabilità sociale dell’impresa da in-serire tra gli obiettivi fondamentali per lo sviluppo del mondo del lavoro. Una sana autocriticadel sistema bancario, autenticamente proiettata verso un percorso costruttivo, trasparente e dicontinuo e indispensabile miglioramento potrebbe contribuire al recupero di immagine delle ban-che italiane e al consolidamento della loro indispensabile funzione sociale.

Francesca Furfaro

Editoriale

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PROFESSIONE BANCARIO4

L’area di osservazione non può piùessere limitata al territorio nazio-nale, all’intera Europa - compresi i10 Paesi dell’Est - ma deve com-

prendere tutto il mondo.L’estensione planetaria delle tematiche sinda-cali appena indicate è necessitata dal cre-scente utilizzo di piattaforme elettronichesempre più sofisticate nel comparto bancarioe finanziario nel suo complesso. Il lavorobancario, finanziario ed assicurativo diventasempre più “dematerializzato” e quindi è fa-cilmente distribuibile “via filo”. Dalla dema-terializzazione alla delocalizzazione il passoè breve. Nello spazio di pochi anni, si assi-ste allo spostamento di lavoro verso i Paesidell’Est, o verso le ex colonie europee ai

quattro lati del mondo.Dal vivace dibattito è emerso il dilagante fe-nomeno della soppressione di un alto nume-ro di posti di lavoro in Europa, con conse-guente trasferimento di lavoro di basso pro-filo verso Paesi in via di sviluppo che parla-no la lingua dei Paesi esportatori di lavoro.Il processo di migrazione ha riguardato perprimi i call centers, poi si è esteso alla con-tabilità (back office) per poi coinvolgere re-centemente i prestiti al consumo e la liqui-dazione dei sinistri assicurativi.In questo modo si sopprime il lavoro “buo-no” a tempo indeterminato in Europa da do-ve si esporta lavoro “cattivo” alienante eprovvisorio nelle ex colonie.Nei call centers, agli operatori indiani, tunisi-

Manlio Lo PrestiLE SFIDE DEL SINDACATOIN EUROPA

DipartimentoInternazionale

Falcri

Il 25-26maggio 2004

la Falcriha partecipato

ai lavoridel Comitato

di UNI-EuropaFinanza

a Lussemburgo.I temi principali

sono stati:l’outsourcing,

l’orariodi lavoro

ed il lavorostraordinario,

lo stress

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LETTURAIN BIANCO E NERO

“La ResponsabilitàSociale non è una enun-ciazione teorica ma unapratica quotidiana, unamodalità concreta digestire le proprie re-sponsabilità nei con-fronti della società”

Sono stato convocato im-provvisamente dal Direttoredel Personale della BancaVuota. Che cosa sarà successo?Un altro trasferimento? Secosì fosse la cosa sarebbecomunque positiva: difficil-mente possono trovarmi unposto peggiore diViadimare Equense. Senzaoffesa, s’intende!Fortunatamente ho sempreun’amica all’ufficio delPersonale. Odio andareagli appuntamenti senzasaperne la motivazione, mirende ansioso e, spesso,vittima dell’interlocutore.“Vuole parlarti diResponsabilità Socialedell’Impresa. Vogliono for-mare un gruppo di lavorosui Bilanci Sociali o qualco-sa del genere. Non mi chie-dere di che cosa si trattiperché qui nessuno ne saniente…”.Responsabilità Socialedell’Impresa... Chi era co-stei? Adesso che mi ricordo ilSindacato tempo fa mi ave-va lasciato un CD rom for-mativo sull’argomento.

Eccolo qua, un po’ polvero-so… C’è pure una circolareesplicativa. Vediamo chedice…

“Il tema della Responsabi-lità Sociale dell’Impresa(RSI) rischia di essere consu-mato come una moda, conun utilizzo strumentale daparte di molti dei soggettiche in questo ultimo perio-do si dimostrano particolar-mente attivi in esternazionipiù o meno qualificate:aziende, governo, societàdi consulenza, stampa spe-cializzata.Il Sindacato dei lavoratoribancari, che sono il princi-pale stakeholder dopo iclienti, non è interessato almarketing che si sta facen-do sulla RSI ma bensì a farecultura, ritenendo il temanon una moda ma uno stru-mento fondamentale di ge-stione dell’impresa dal qua-le tutti gli stakeholders pos-sono trarre enormi benefici:aziende, lavoratori, clienti,azionisti, società civile.La Responsabilità Socialenon è una enunciazioneteorica ma una pratica quo-tidiana, una modalità con-creta di gestire le proprieresponsabilità nei confrontidella società, nei confrontidella propria comunità di ri-ferimento. Tale pratica deveessere oggetto di formazio-ne continua in modo da ga-rantirgli l’alto livello qualita-tivo necessario a trasfor-marla in struttura comples-sa in perenne affinamentoed aggiornamento e, quin-di, in grado di accompa-gnare e guidare le evoluzio-ni della Società e delMercato.La Responsabilità Socialeva oltre l’impresa, fino a co-involgere la famiglia, i figlie diventare valore per la lo-ro educazione.

Il CD rom prodotto dalSindacato ci auguriamo chevenga visto ed utilizzatonon solo dai dipendenti maanche dai loro amici, daipensionati e dai giovani chesi apprestano ad entrarenella società civile e nelmondo del lavoro, affinchépossano trarne principi edindicazioni utili per com-prendere la formidabile im-portanza rappresentatadalla necessità sempre piùindifferibile di sostanziarela locuzione “sviluppo eco-nomico” con la parola “so-stenibile”. Nella società dell’informa-zione non è più sufficiente“fare” e “fare bene” ma èindispensabile anche “farsapere” per gestire la fidu-cia. La comunicazione e la tra-sparenza diventano i nuovienzimi della “democraziaeconomica” in una nuovastagione di “capitalismo re-sponsabile” che si fonda suuno “sviluppo economicosostenibile”, l’unico possibi-le.Il Sindacato si pone comesentinella culturale di questiprocessi al fine di garantir-ne la serietà e la reale inci-denza sugli ambiti enuncia-ti e intende svolgere questocompito insieme ai lavora-tori e a tutti gli operatori delsettore, fornendo loro infor-mazione e formazione con-tinua e corretta.La nascita delle Banchepossiamo datarla intorno al1400 e se hanno resistito fi-no ad oggi è evidente chesono state capaci di inter-pretare più esigenze espri-mendo, comunque, una re-sponsabilità nei confrontidella società civile in cuitempo per tempo si trovatead operare. Oggi, però,non è più sufficiente ed ènecessario che le Banche

coniughino meglio questiconcetti, esplicitando in mo-do netto e completo la lororesponsabilità.Sarà decisivo l’utilizzo digrande trasparenza neicomportamenti e di attenteanalisi nella verifica deglieventuali valori sociali ag-giunti che i loro comporta-menti, le loro scelte, saran-no state in grado di creare.Anche sui temi evolutivi delMercato del Lavoro, che so-no peraltro ciclici nella sto-ria della società civile, laResponsabilità Sociale po-trà svolgere un ruolo fonda-mentale, nella misura i cuinel patrimonio culturale diun impresa trovi una collo-cazione qualificata e con-creta, da pratica quotidiana– come dicevamo – e nonun posizionamento di fac-ciata, un maquillage pesan-te destinato a coprire in mo-do effimero rughe profondee devastanti.Il Sindacato ha nel suo pro-gramma un presidio attentoper una società che sappiasempre di più proporreaziende dal volto pulito.”

Interessante, molto interes-sante, ma ritengo vera-mente improbabile che laBanca Vuota, controllatadell’esimio Empty GroupSpa, possa avere un con-cetto della ResponsabilitàSociale così come enuncia-to. Ma questo documento,comunque, mi è utile perprepararmi all’incontro conil Direttore: basta che leggacome impostazione azien-dale ciò che il Sindacatodenuncia come approccionegativo al problema ed ilgioco è fatto!

Lo Spazio di Ferri

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ze economiche e sociali come quelli dei casiCirio, Parmalat, Giacomelli.Un mercato dei rischi e dei debiti che con-sente di muovere ingenti risorse finanziarie,e che ha consentito queste enormi follie, èsfociato solo in guadagni spropositati perqualcuno e in perdite spropositate per moltirisparmiatori, sulle quali le Procure stannoindagando.In questo contesto creare posti di lavoro sa-rebbe come fare beneficenza.In uno stesso discorso, quanti uomini politi-ci, amministratori delegati, dirigenti d’impre-

sa, giurano di creareoccupazione e con-temporaneamente sivantano di ridurre ilpersonale.Cresce quindi l’esi-genza e la domandadi una finanza etica,di un’affermazioneconcreta di uno svi-luppo socialmentesostenibile e com-patibile, di una ci-viltà del lavoro, diclausole sociali ditutela ed anche didiritti alla contratta-zione sindacale suiposti di lavoro.Il salto di cultura

che si è verificato negli ultimi anni, il divariotra il dire e il fare, è che l’occupazioneviene considerata, da coloro che potrebberodistribuirla, un fattore arcaico e la fonte dideficit finanziari; precarietà del rapporto dilavoro, dequalificazione e demansionamen-to, appiattimenti retributivi, mobbing, sonodiventati strumenti gestionali sempre più dimoda, variabili di aggiustamenti più sicuri,tutti agenti essenziali del profitto.

Questione salarialeL’analisi del costo pro-capite evidenzia unadiminuzione costante che dal 1998 è quanti-ficabile nell’ordine del 9%, condizionato an-che, tra l’altro, dalla diminuzione occupazio-nale del personale più anziano, (usciti trami-te Fondo Esuberi), che ha, nella generalitàdei casi, un costo medio più elevato.La dinamica del costo del personale riflettel’evoluzione del regime contrattuale.La moderazione salariale degli ultimi rinnovicontrattuali ha agito in termini restrittivi edha ridotto il gap esistente con gli altri con-correnti europei, anche se troppo pesante ri-mane il peso degli oneri sociali e degli oneria carico dei lavoratori che influenzano legrandezze considerate.Come noto, la dinamica della produttività

del settore, evidenzia negli ultimi anni, unacrescita consistente sia del Valore Aggiuntoper Dipendente (VAD + 5,8% annuo medio),che del Totale Attivo per Dipendente (TAD+ 7% annuo medio), mentre il costo del per-sonale per unità di valore aggiunto mostrauna contrazione particolarmente sostenuta.La misurazione della produttività nelle azien-de di credito non è suscettibile di soluzioneunivoca; sulla base dei dati disponibili, utiliz-zeremo misure basate sul valore aggiuntoper dipendente.L’Italia si colloca sui livelli massimi in termi-ni di Valore Aggiunto per Dipendente (VAD)che passa, infatti, in euro correnti, dai

108.000 del 1993, ai 111.000 del 1997, ai150.000 del 2000, ai 160.000 del 2001, ai150.000 del 2002, ai 159.000 del 2003, ai168.000 previsti nel 2004. (Prometeia).

La costante crescita di produttività, rapporta-ta anche al totale dell’attivo, appare general-mente ai livelli più elevati rispetto a quellodegli altri Paesi ed è la risultante:• delle innovazioni tecnologiche e delle ri-

strutturazioni organizzative, enfatizzatedalle economie di scala e di scopo, pro-dotte dai processi di concentrazione e in-tegrazione;

• della profonda riqualificazione e riconver-sione del personale, prevalentemente affi-data all’autoformazione, che ha elevato laqualità e la polivalenza professionale;

• della riduzione dei volumi occupazionali,che ha determinato un’elevata contrazio-ne dei costi complessivi del personale edha consentito alle banche di realizzareuna grande espansione territoriale (glisportelli sono aumentati di oltre il 60%)attraverso mobilità del personale dalle se-di centrali alle reti distributive;

I meccanismi di politica dei redditi previstidall’accordo 23 luglio 1993 avulsi da un con-testuale intervento di politica fiscale e tariffa-ria, insieme all’eccessivo restringimento dellematerie e dei contenuti rivendicativi dellacontrattazione nazionale ed integrativa, nonhanno consentito il pieno recupero del pote-re d’acquisto delle retribuzioni nette rispettoall’inflazione reale ed un’adeguata redistribu-zione degli incrementi di produttività da la-voro.La piattaforma rivendicativa di rinnovo con-trattuale presentata da Falcri-Fiba/Cisl-Fisac/Cgil e Uilca muove quindi dall’esigen-za di migliorare l’impianto complessivo didiritti e tutele individuali e collettive, di raf-forzare l’importanza riconosciuta alle profes-sionalità, alla qualità della prestazione lavo-rativa, al salario professionale e al recuperodel potere di acquisto delle retribuzioni.Grande è l’attesa dei lavoratori. ■

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ni o di altro luogo viene imposto di non ri-velare il luogo di lavoro e eliminare il pro-prio accento per un pronuncia “standard”della lingua inglese e/o francese. Problemiinsorgono per il reclutamento e per la diffi-coltà di comprensione di idiomi inglesi daparte di operatori che emigrano verso impie-ghi più redditizi. Altro motivo di volatilitàdelle lavorazioni estere è lo straordinarionon pagato e le condizioni igienico ambien-tali disumane. Tutto questo per mano dibanche europee che in patria fanno vederemagari una sostanziale sensibilità al rispettodel principio di Responsabilità Socialedell’Impresa.Sulla base di tali premesse, il dibattito haelencato le seguenti urgenze:1) coordinare l’azione sindacale a livellomultinazionale. Realizzare tutele con iComitati Aziendali Europei (C.A.E.) in modotale da avere al tavolo delle trattative tutte lerappresentanze sindacali dei Paesi dell’Est edel resto del mondo. Attualmente esistono40 CAE e l’obiettivo è quello di crearne finoa 100 al più presto.Il dialogo sociale si globalizza per com-battere lo stress ed il fenomeno dellostraordinario non pagato.2) offerta di prodotti e servizi finanziari dialta qualità. La formazione assume un ruolo strategi-co per la tutela del lavoro in Europa.3) adottare tutte le iniziative necessarie perl’affermazione del principio della R.S.I.(Responsabilità Sociale dell’Impresa) comescudo da opporre all’attuale disordine, spac-ciato per liberismo, esistente nel mercato fi-nanziario europeo e mondiale.Lasciare senza regole le zone di libero scam-bio significa dare spazio a ricadute socialinegative i cui danni saranno superiori aivantaggi delle imprese (profitto).Il binomio R.S.I. e formazione continua sa-ranno sempre più i pilastri delle politiche ditutela dei diritti contrattuali ed esistenzialidei lavoratori di tutto il mondo ed in parti-colare nei Paesi dove non esistono strutturesindacali (costituzione dei C.A.E).La tutela sarà pertanto più organica nei con-fronti di aziende finanziarie globali spessoprive di un preciso centro decisionale - connotevoli problemi, oggi, di dialogo sociale(contrattazione). Altri appuntamenti ci attendono dopo l’esta-te di questo anno per la realizzazione di talepercorso. La Falcri darà il proprio contributo costrutti-vo in tutte le sedi istituzionali europee affin-ché siano realizzabili nuove forme di azionesindacale a tutela di tutti i lavoratori, inqualsiasi parte del mondo prestino la loroopera. ■

Idelegati dell’Associazione Falcri GruppoBPVN si sono riuniti a Lido di Camaioredal 17 al 19 maggio in occasione dellosvolgimento del II Congresso

Straordinario, alla presenza del SegretarioGenerale Francesca Furfaro e del SegretarioNazionale di Riferimento del Gruppo BPVNAleardo Pelacchi, che ha presieduto i lavori.All’apertura dei lavori, il Segretario Generaleha riconosciuto, a nome della Federazione,l’ottimo lavoro svolto dall’AssociazioneBPVN, anche in quanto prima Associazionedi Gruppo nata all’interno della Federazione. Altro elemento che ha premiato l’attività del-la Falcri BPVN è stata la nomina del nostroPresidente, Gerardo Gerardi, al Consiglio diAmministrazione della CASDIC (CassaNazionale di Assistenza Sanitaria per ilPersonale dipendente del Settore delCredito).Da segnalare, nel programma di lavoro, an-che alcune modifiche statutarie resesi neces-sarie per fronteggiare i nuovi sviluppi chehanno interessato le realtà del Gruppo. Dopo un breve saluto del SegretarioGenerale Francesca Furfaro, che ha introdot-to ed informato i delegati sulle principali no-vità che hanno interessato il sistema del cre-dito ed in particolare sul rinnovo delContratto Collettivo Nazionale di Lavoro, si èaperta la discussione sugli argomenti all’or-dine del giorno.Preliminarmente, è stato evidenziato il buonlavoro svolto in questo anno e mezzo dallaSegreteria e dal Comitato Direttivo, concre-tizzatosi in particolare in un aumento del22% degli associati, dato in controtendenzarispetto alle altre sigle sindacali. Oltre a que-sto fattore premiante, per i numeri e le per-centuali, è emerso che il buon lavoro svoltodalla Segreteria e dal Coordinamento ha ot-tenuto anche il riconoscimento da parte del-l’azienda, che ci vede come una sigla cheintende far rispettare ed affermare i dirittidei colleghi, ma anche equilibrata nelle ri-chieste. Tali risultati sono stati raggiunti an-che e soprattutto grazie al rapporto umano edi stima professionale reciproca, che ha con-

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II CONGRESSOSTRAORDINARIOASSOCIAZIONE FALCRIGRUPPO BANCA POPOLAREDI VERONA E NOVARA

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sentito il superamento di problemi anchecomplessi dovuti alla recente fusione tra duebanche con realtà territoriali e culturali di-verse.Inoltre, l’evolversi della situazione generaledel Gruppo ha fatto emergere la necessità dimodificare la struttura organizzativa interna –originariamente pensata per coordinamentiprovinciali – in coordinamenti c.d. “territoria-li”, ossia interprovinciali ed interregionali, edaltri adeguamenti in grado di ottimizzare illavoro delle strutture.Successivamente, la discussione ha portato avalutare l’opportunità di costituire unCoordinamento dei Quadri direttivi, per se-guire in modo “mirato” le peculiari proble-matiche della categoria. Analogamente, isempre più frequenti pensionamenti e il ri-corso al Fondo di solidarietà da partedell’Azienda, rendono opportuno procedereanche alla costituzione di un Coordinamentodei Pensionati e degli esodati, il tutto in li-nea con analogie e iniziative intraprese dallaFederazione.I delegati, nell’evidenziare l’importanza delvalore dell’Autonomia, anche politica, dellaFALCRI quale elemento caratterizzante edapprezzato della nostra Organizzazione, han-no ribadito che l’obiettivo dell’ “essere FAL-CRI” è continuare a stare accanto ai colleghinel loro posto di lavoro per comprendernele necessità e sempre meglio rappresentarlee tutelarle.I lavori si sono conclusi ribadendo l’unanimeconsenso al lavoro svolto dagli organismistatutari, con la rielezione dei medesimi, econ l’approvazione delle modifiche statutariepresentate. ■

Il 16 giugno scorso è statosottoscritto tra l’ABI e Falcri,Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca, leorganizzazioni sindacali più

rappresentative del settoredel credito che costituiscono

il primo tavolo negoziale,un’importante intesa, qualesignificativa premessa nel-l’ambito delle trattative del

CCNL Credito: è stato defini-to il “Protocollo per lo svi-

luppo socialmente sostenibi-le e compatibile”.

In tale Protocollo le Partihanno inteso condividere

principi e valori che sono diopportuno indirizzo volto almiglioramento continuo del-

la qualità e trasparenza deirapporti tra le imprese credi-

tizie, la clientela ed i lavora-tori bancari.

Il Protocollo prevede, fra lealtre cose, un’importante

condivisione di obiettivi intema di sistemi incentivanti,

con particolare riguardo aicomportamenti assunti ad

ogni livello nelle Imprese, al-la oggettività e trasparenza

dei sistemi stessi, rafforzan-do e integrando le procedurecontrattuali e istituendo una

sede deputata a dirimere leeventuali controversie relati-ve alla corretta applicazione

delle norme.

CCNL

SIGLATOPROTOCOLLO

CON L’ABI

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C’è dubbio che i contenuti dellapiattaforma rivendicativa per ilrinnovo del contratto del credi-to, scaduto nel lontano

31.12.2001, rappresentino una bussola inno-vativa nella strategia contrattuale del sinda-cato.Dalla fine degli anni 90 siamo al centro di“grandi e repentine trasformazioni” del siste-ma bancario e finanziario che stanno in-fluendo notevolmente, fino a rivoluzionarlo,sul nostro modo di vivere e di lavorare.In tale contesto le aziende hanno “obbedi-to”, pur non nascondendo difficoltà e incer-tezze, agli indirizzi dell’Abi volti a cambiareil vento delle relazioni sindacali.Molti banchieri di alcuni gruppi bancari han-no fornito in genere cinque omogenee e co-dificate strategie di fondo, dipingendole co-me ricette indispensabili, assolute e definiti-ve:• riduzione del costo del personale;• contrazione immediata dell’occupazione;• esasperata flessibilità nell’uso dei fattori

produttivi (trasformatasi in diffusa preca-rietà);

• innovazioni di processi e di prodotti (sul-le cui qualità occorre stendere un velopietoso);

• formazione mirata e continua (tradottasi,laddove effettuata, in uno spreco tecnici-stico di intelligenze e di creatività).

Il risultato di tutto ciò è davanti ai nostri oc-chi: sono emerse grandi contraddizioni edinterpretazioni unilaterali, speculazioni e la-cune nell’applicazione di istituti contrattuali;il rischio è che la “nuova organizzazionecapitalistica del lavoro” basata su nuoviparadigmi come outsourcing, esternalizza-zione, deregulation, lean production (produ-zione snella), net business, e-commerce, nonrealizzi, snobbando di fatto, ciò che dovreb-be risultare centrale nella strategia di riposi-zionamento e vantaggio competitivo.Cioè ruolo e centralità delle risorse umanequale principale motore dei processi innova-tivi e dei successi aziendali.La risposta sindacale a tale contesto non

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Federico CantariniUN NUOVO CCNLPER LA CENTRALITÀDELLA PERSONA,I SUOI DIRITTI,LE SUE MOTIVAZIONI

può e non dovrà essere parziale; ciò impli-cherà un ampia politica di natura redistribu-tiva, una nuova democrazia industriale edeconomica, un nuovo “modello alternativodi sviluppo”.Ecco perchè temi quali quelli della dignità edello sviluppo professionale, della responsa-bilità, dell’autonomia, dei diritti, rappresenta-no le nuove frontiere del nel processo dicreazione del valore e offrono al sindacatouno spazio importante di proposta e proget-to.Non ci sono solo motivi di giustizia o di op-portunità a giustificare una tale scelta, si trat-ta di presupposti riconducibili all’etica.I mutamenti del contenuto e dei percorsiprofessionali, le modifiche alle griglie di in-quadramento, le retribuzioni indennitarie ead personam del lavoro dipendente, sonostate la leva che fatto perdere il controllosulle carriere professionali (e indirettamentesulle retribuzioni) dei lavoratori bancari edin particolare dei Quadri direttivi.Il generale ampliamento delle discrezionalitàaziendali, insieme ad una contrattazione arti-colata priva di strumenti significativi di inter-vento (trattativa debole) hanno determinatoun evidente peggioramento delle condizionidi lavoro ed una integrazione “forzata” diparte di lavoratori nella logica dell’ineludibi-lità dei fenomeni economici che caratterizza-no il mercato della concorrenza.A questo proposito le aziende sono andateun po’ per le spicce, sempre con l’obiettivodi conseguire risultati a breve e non accor-gendosi che per tale via scavavano un solcosempre più profondo con la clientela, per-dendo sempre più il rapporto di fiducia coni risparmiatori. Come scrive la scrittrice Viviane Forresternel suo saggio impetuoso e appassionatocontro la crisi del lavoro e il dramma delladisoccupazione, quando ci si accorgerà, peresempio, che le “ricchezze” non si “creano”più tanto a partire dalle creazioni di benimateriali (o dal concreto sostegno all’econo-mia di un paese) quanto da speculazioni deltutto astratte, senza legami con gli investi-menti produttivi?“Derivati” che invadono al giorno d’oggi l’e-conomia, la riducono a gioco da casinò, apratiche da book-makers, un traffico in cui sicompra e si vende ciò che non esiste, unmercato inconsistente che muove da profe-zie e scommesse arbitrarie di ordine “parap-sichico”.Dunque un economia di mercato che anzi-ché muovere su fondamenti seri e responsa-bili, è messa sotto il giogo delle manipola-zioni che sfociano del resto in guadagni gi-ganteschi illeciti, rapidi e brutali e portanodiritti alle truffe, ai crack ed alle conseguen-

Il sindacatodeve

intervenire nelmerito della

progettualitàdell’impresa,

nel segnodell’equilibrioresponsabile

tra vincolieconomici edistanze sociali

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La formazione è elemento strategico edecisivo in particolar modo nei mo-menti, come quello che il settore ban-cario sta attraversando, di grande tra-

sformazione. Professione Bancario si è già in-teressato del problema e dell’analisi effettuatanell’ambito di Enbicredito, l’organismo bilate-rale dedicato alla formazione istituito in occa-sione dell’ultimo CCNL, che ha evidenziatocome proprio la formazione rivesta un ruolocentrale e quanto sia necessario che metodi,strumenti e soprattutto contenuti debbano es-sere più aderenti alle esigenze di crescita delPersonale e non legati a momenti di addestra-mento permanente, di fronte ai continui cam-biamenti cui le aziende sottopongono iLavoratori (ed i clienti) in nome della maggio-re efficienza (e soprattutto della riduzione dei

costi). Risulta, quindi, rilevante che le aziendeinvestano di più in formazione del Personaleper non vanificare, come è accaduto finora,la specifica parte del CCNL che nell’impiantocomplessivo era stata considerata dalSindacato come fondamentale.Da qui l’importanza che riveste l’avvio diFOR.TE, Fondo per la formazione continua,che intende promuovere l’impegno formativodelle imprese finalizzato ad assicurare un co-stante sviluppo competitivo e stabilità ed in-

cremento occupazionale attraverso una cresci-ta professionale dei Lavoratori.E di FOR.TE si è parlato negli incontri che laFalcri ha organizzato a Roma e Milano perfornire ai propri dirigenti sindacali le lineeguida per l’utilizzo e l’attivazione di questoFondo per il finanziamento di progetti formati-vi concordati dalle Parti (Aziende e OO.SS.).Aleardo Pelacchi e Augusto Garzia, esperto diformazione ed ex Segretario Generale delSinfub, nel corso degli incontri seminarialihanno affrontato i temi e le problematicheconnessi a questa nuova opportunità di cresci-ta dei Lavoratori e delle Lavoratrici e di so-prattutto di “occupabilità” anzi “rioccupabili-tà” in un settore in continua trasformazione edove ogni individuo inserito in un contesto la-vorativo è soggetto attivo/passivo, spesso più“passivo”, del proprio percorso professionale.Formazione continua, quindi, non vista solocome fattore di crescita individuale ma soprat-tutto di sopravvivenza lavorativa. Come attuare la formazione continua? Molti glistrumenti e le leggi che la regolano, da ultimoproprio il Fondo Interprofessionale FOR.TEche interessa il 26,25% della popolazione la-vorativa e fa capo alle centrali datoriali propo-nenti Confcommercio, Abi, Ania, Confetra conun’adesione di 62.529 aziende. Dati sicura-mente non trascurabili che racchiudono realtàeconomico/produttive di dimensioni differentie con esigenze differenti anche nel settorebancario. La creazione degli enti bilaterali, co-me For.te nel nostro settore, è volta a coniu-gare – evidenzia Garzia – attraverso negozia-zione ed accordi tra le parti sociali interessate,il criterio della competitività (per le aziende)con quello dell’occupabilità (per i lavoratori).Risulta, quindi, necessario dopo l’effettuazio-ne di una corretta analisi dei fabbisogni azien-dali, la realizzazione del bilancio di competen-ze (quale diritto dei Lavoratori e delleLavoratrici) come esiste in Francia per legge,ed elemento imprescindibile l’ampliamentodel “sapere di base” con l’inserimento almenodella lingua straniera e dell’informatica (ormaiil nostro mondo è governato dalle macchine emolti termini, anche i più semplici, apparten-gono “di fatto” ad una lingua che non è la no-stra), il ricorso all’outplacement a supportodella ricollocazione professionale che consen-te un riorientamento alla carriera e al mercatodel lavoro e di marketing professionale affida-to ad una società esterna su incarico del dato-re di lavoro. Esigenze aziendali e delle persone devonopoter essere contemperate e la formazione de-ve favorire la crescita verso l’alto delle profes-sionalità e la ricollocabilità in situazioni di crisiaziendale in questo il Sindacato oggi conFOR.TE ha uno strumento in più per il raffor-zare il proprio ruolo. ■

DUE GIORNATEDI FORMAZIONESU FOR.TE

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PROTOCOLLO SULLO SVILUPPO SOSTENIBILE E COMPATIBILE DEL SISTEMA BANCARIO

premesso che:• il sistema di relazioni sindacali nel settore del credito si è sviluppato secondo le linee previste dal Protocollo sulla po-

litica dei redditi del 23 luglio 1993, e dal Protocollo 22 dicembre 1998, con particolare riguardo al metodo concer-tativo ed agli assetti contrattuali. Tali assetti, confermati dal ccnl 11 luglio 1999, si articolano nel contratto collettivonazionale di categoria – che ha durata quadriennale per la parte normativa e biennale per quella economica – e inun secondo livello di contrattazione (aziendale) riguardante materie e istituti diversi e non ripetitivi rispetto a quelli re-tributivi propri del contratto nazionale, secondo le modalità e gli ambiti di applicazione definiti dal contratto stesso chestabilisce anche tempistica – secondo il principio dell’autonomia dei cicli negoziali – e materie del secondo livello;

• in coerenza con quanto sopra, con il Protocollo d’intesa del 4 giugno 1997 sul settore bancario, le Parti hanno con-diviso principi, criteri e strumenti finalizzati ad una radicale ristrutturazione del sistema creditizio in una logica di effi-cienza e competitività internazionale;

• in tale contesto si è condiviso, fra l’altro che “il governo dei costi e le maggiori flessibilità trovano il loro riconoscimen-to nella centralità delle risorse umane, nella loro motivazione e partecipazione, secondo principi di collaborazione, diresponsabilità diffuse e di pari opportunità”;

• in adempimento del predetto Protocollo sono stati stipulati l’accordo quadro 28 febbraio 1998 ed il contratto colletti-vo nazionale di lavoro 11 luglio 1999, attraverso i quali le Parti hanno contribuito al riposizionamento strategico edal riequilibrio competitivo del sistema bancario italiano rispetto ai competitors europei ed, in particolare, alle ristruttu-razioni e alle riorganizzazioni, ai processi di concentrazione nei gruppi bancari e di privatizzazione degli assetti pro-prietari, alle innovazioni dei processi produttivi, dei prodotti e dei canali distributivi, anche tramite il contenimento deicosti, l’introduzione di nuove flessibilità normative, la modernizzazione delle relazioni sindacali e l’individuazione distrumenti idonei per la gestione delle risorse umane da parte delle imprese ed il governo, in condizioni di equilibriosociale, delle tensioni occupazionali, anche per mezzo del Fondo di solidarietà di settore;

• le Parti, preliminarmente al rinnovo del predetto ccnl 11 luglio 1999, hanno ravvisato l’opportunità – anche alla lucedell’esperienza applicativa del ccnl stesso – di sviluppare una più ampia riflessione sulle tematiche connesse al migliorutilizzo delle risorse umane, nello spirito, già condiviso nell’accordo 4 aprile 2002, di orientare l’evoluzione delle •imprese bancarie, in un contesto competitivo, verso uno sviluppo socialmente sostenibile e compatibile;

• il nuovo ccnl, in coerenza e continuità con il percorso finora intrapreso dalle Parti, deve individuare, anticipando ilcambiamento in un ambiente di crescente competitività, regole che assicurino sintesi efficaci fra obiettivi delle azien-de ed attese dei lavoratori;

• con il presente Protocollo le Parti stipulanti, pertanto, intendono condividere principi e valori che possano risultare diopportuno indirizzo nel miglioramento continuo della qualità dei rapporti fra le imprese creditizie ed il proprio perso-nale, nel rafforzamento della reputazione complessiva del sistema;

• il presente Protocollo costituisce una utile cornice ai fini del rinnovo del ccnl 11 luglio 1999,A) quanto sopra premesso, le Parti: • valutano positivamente il contributo al risanamento offerto dal sistema di relazioni sindacali adottato nel settore

dalla seconda metà degli anni ’90 sulla base dei principi di cui ai Protocolli citati in premessa e si impegnano, per-tanto, anche nel mutato scenario, a preservarne l’impostazione concertativa e la funzione propulsiva, particolar-mente rilevante • anche nella prospettiva di uno sviluppo socialmente sostenibile e compatibile;

• ribadiscono la centralità del contratto nazionale e il comune impegno delle Parti firmatarie il presente Protocollo dioperare, ciascuna nel rispetto del proprio ruolo, per garantire la puntuale applicazione ed attuazione della norma-tiva contrattuale;

• riaffermano il ruolo centrale delle risorse umane e l’obiettivo comune della loro valorizzazione quale elemento in-dispensabile e strategico per lo sviluppo ed il successo dell’impresa;

• riconoscono che l’obiettivo di cui al punto precedente presuppone l’effettiva parità delle opportunità di sviluppoprofessionale, un’offerta formativa continua, la mobilità su diverse posizioni di lavoro, l’adeguatezza dei criteri divalutazione professionale, la qualità delle prestazioni, degli ambienti di lavoro, l'efficacia della prevenzione e de-gli interventi in materia di salute e sicurezza;

• si impegnano ad adoperarsi attivamente affinché – in un mercato globale - vengano rispettati, ovunque si esplichil’attività imprenditoriale, i diritti umani fondamentali, i diritti del lavoro, e si contrasti ogni forma di discriminazio-ne basata su razza, nazionalità, sesso, età, disabilità, opinioni politiche e sindacali;

• riconoscono che le imprese, nel perseguire i propri legittimi obiettivi economici, in un mercato globale basato sul-la competitività e sulla concorrenza, devono mirare soprattutto all’eccellenza delle performance, in termini di qua-lità e convenienza dei prodotti e servizi offerti;

• in tale contesto, ribadiscono che vi sono valori etici fondamentali cui devono ispirarsi tutti coloro che, ai diversi li-velli, operano nelle imprese e che l’azione delle imprese stesse e dei lavoratori deve dunque mirare ad uno svilup-po sostenibile e compatibile, ciò che comporta anche la costante attenzione agli impatti sociali ed ambientali con-nessi all’esercizio della propria attività;

• riaffermano in tema di sistemi incentivanti – qualora adottati dalle imprese – e di valutazione del personale, chedeve essere assicurata aziendalmente piena coerenza tra i principi declinati in materia, con particolare riguardoall’oggettività ed alla trasparenza dei sistemi stessi, e i comportamenti assunti ad ogni livello nelle imprese, al fine

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Il 16 giugno 2004, in Roma l’Associazione BancariaItaliana (ABI) ela Federazione Autonoma Lavoratori del Credito e delRisparmio Italiani (Falcri)

la Federazione Italiana Bancari e Assicurativi (Fiba-Cisl)la Federazione Italiana Sindacale Lavoratori Assicurazionie Credito (Fisac-Cgil)la Uil Credito, Esattorie e Assicurazioni (Uil C.A.)

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di rafforzare all’interno delle medesime il necessario clima di fiducia, coesione e stabilità; conseguentemente, laprocedura contrattuale in tema di sistema incentivante – così integrando, ivi compreso quanto indicato ai punti 9e 10, le attuali previsioni • dovrà svolgersi, tra le Parti aziendali, nella prospettiva di ricercare soluzioni condivise;

• ritengono opportuno che le aziende prevedano, nell’ambito dei sistemi incentivanti, anche obiettivi di qualità;convengono che le Parti nazionali firmatarie del presente Protocollo potranno chiedere un incontro – da tenere in se-

de ABI entro sette giorni dalla richiesta – per dirimere controversie rivenienti da lamentate violazioni della proce-dura contrattuale sul sistema incentivante;

• confermano che al personale impegnato nella rete in attività di vendita devono essere fornite informazioni e rego-le chiare ed esaurienti sui comportamenti da seguire nella relazione con la clientela, anche per quel che attiene al-la valutazione, nel caso di vendita di prodotti finanziari, della “propensione al rischio” del cliente rispetto alle ca-ratteristiche del prodotto.

In particolare tali obiettivi si realizzano:• dedicando al medesimo personale una formazione specifica e specialistica nell’ambito della dotazione annuale

prevista dal ccnl;• ponendo la massima attenzione nelle fasi di assegnazione degli obiettivi del sistema incentivante e di eventuale va-

riazione degli stessi;• assicurando la piena applicazione delle garanzie di legge e di contratto a tutela, sia sul piano civile che penale, di

coloro che abbiano operato nel rispetto delle istruzioni ricevute e con correttezza e buona fede.

DICHIARAZIONI DELLE PARTILe Organizzazioni sindacali dei lavoratori, in considerazione di processi di ristrutturazione, di riorganizzazione o di acqui-sizione del controllo di aziende di credito meridionali, auspicano che, nell’ambito delle appropriate procedure in sedeaziendale o di gruppo, si valuti con la massima attenzione la possibilità di un utilizzo mirato e selettivo, anche per areegeografiche, delle risorse del Fondo di solidarietà di settore destinate alla formazione.L’ABI, prendendo atto di quanto sopra, invita le Aziende a valutare con la massima attenzione l’istanza sindacale in tuttii casi in cui ciò sia compatibile con le esigenze organizzative e produttive rivenienti dai processi di cui sopra.B) Con riferimento alle aziende che volontariamente intendono adottare l'approccio alla Corporate Social Responsibility

(CSR), le Parti considerano positivamente gli orientamenti assunti dall’Unione Europea in materia, a partire dalConsiglio di Lisbona del 2000, che ha affermato il nuovo obiettivo strategico per il nuovo decennio: diventare - quel-la europea - l’economia, basata sulla conoscenza, più competitiva e dinamica del mondo in grado di realizzare unacrescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.

In particolare le Parti assumono la definizione formulata nel Libro Verde della Commissione europea del luglio 2001, se-condo la quale la responsabilità sociale d’impresa è “l’integrazione volontaria da parte delle imprese, delle preoccupa-zioni sociali ed ambientali nelle loro attività commerciali e nelle loro relazioni con le parti interessate (stakeholder)”.Ne consegue che “affermando la loro responsabilità sociale e assumendo di propria iniziativa impegni che vanno al dilà delle esigenze regolamentari e convenzionali, cui devono comunque conformarsi, le imprese si sforzano di elevare lenorme collegate allo sviluppo sociale, alla tutela dell’ambiente ed al rispetto dei diritti fondamentali, adottando un siste-ma di governo aperto, in grado di conciliare gli interessi delle varie parti interessate nell’ambito di un approccio globaledella qualità e dello sviluppo sostenibile”.Pertanto, le Parti stipulanti il presente Protocollo si impegnano a favorire la diffusione, nell’ambito del sistema bancario,della cultura, dei principi e dei valori connessi alla responsabilità sociale d’impresa come sopra definita. A tal fine valu-teranno con particolare attenzione le indicazioni del Multistakeholder Forum Europeo e le iniziative conseguenti dellaCommissione Europea, nonché i risultati del progetto sulla responsabilità sociale d’impresa in corso di esame traFederazione Bancaria Europea, Federazione Casse di Risparmio Europee, Federazione BCC Europee e Uni EuropaFinanza.Al medesimo scopo le Parti stipulanti costituiranno un Osservatorio nazionale paritetico che avrà il compito di: • analizzare le buone pratiche e stimolarne e favorirne la diffusione nel sistema bancario italiano, anche con riguardo

agli strumenti volontari come, ad esempio, il bilancio sociale o ambientale e i codici etici;• nonché di sviluppare l’analisi e la ricerca di convergenze su tematiche che possono contribuire positivamente a pro-

muovere il “valore” dell’impresa e ad ottimizzare il clima aziendale, quali:• relazioni sindacali ai vari livelli;• assetti del sistema creditizio meridionale e rapporti banche-imprese;• salute e sicurezza sul lavoro;• formazione continua, alla luce della dichiarazione congiunta UNI-Europa Finanza e FBE del 28 dicembre 2002 in

materia di life long learning;• sviluppo delle competenze e crescita professionale;• pari opportunità professionali;• comunicazione interna alle aziende;• work life balance;• salvaguardia dell’ambiente per gli impatti diretti (consumi di energia, carta, emissioni inquinanti, riciclo, etc.);• iniziative a favore di disabili;• iniziative a favore del volontariato ed iniziative di solidarietà in genere;• azioni positive contro molestie sessuali e comportamenti vessatori, fisici o psicologici;• gestione del patrimonio intellettuale delle aziende.

Sui temi di cui sopra, le Parti convengono, altresì, di indire una Conferenza periodica congiunta che abbia ad oggettouno o più dei temi di cui sopra, e di promuovere, sui medesimi, la partecipazione attiva a qualificati organismi, pubblicio privati, sia a livello nazionale che internazionale.

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tare con puntualità ed efficacia le giuste aspet-tative delle colleghe elaborando iniziative dipromozione professionale delle donne percombattere le discriminazioni indirette, miglio-rando le condizioni di vita e di lavoro”.Un lavoro, come dicevamo prima, non sempli-ce che necessita di fasi di studio ed approfon-dimento su tematiche varie con lo studio sulletendenze del settore, analizzando gli schemiorganizzativi, decisionali, contrattuali e di rap-presentanza nati dalla cultura della “differenza”nell’ottica della necessità di un maggiore inve-

stimento, da parte delle aziende, sulle risorseumane, sull’accrescimento professionale, sullaformazione, ripensando al lavoro partendo an-che dal punto di vista femminile ma anche difasi di lavoro sul campo, momenti di elabora-zione di documenti e progetti e allo stessotempo momenti di “concreto fare” perché èquesto che fondamentalmente le donne e le la-voratrici chiedono al Sindacato ed alla società.Un progetto forse ambizioso, che necessita perla sua realizzazione, del sostegno di tutte leiscritte, delle Associazioni e delle strutture sin-

dacali Falcri perché si possa realizzare quelloche FALCRIDonna el la Falcri si pone comeuno degli obiettivi privilegiati: affermare, rispet-to al repentino mutamento dell’organizzazionedel lavoro, la necessità di una complessiva re-visione dei percorsi professionali e formativi,dei criteri di gestione e valutazione del perso-nale, della maternità, del part-time con regolecerte ed equità dei sistemi premianti, che elimi-ni la discriminazione indiretta nei confronti deilavoratori dell’uno o dell’altro sesso.

I temi del coinvolgimento, qualità professio-nale e prospettive di sviluppo sono argomen-ti sempre più sentiti dalle numerose donnepresenti nelle nostre aziende; è necessarioche le strutture sindacali assicurino un sem-pre maggiore apporto concreto all’iniziativadel sindacato, in termini di elaborazione diproposte che tengano conto delle nuove esi-genze della cultura della “differenza” nella ri-organizzazione. ■

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gli obiettivi della società civile.Nel mondo del lavoro la buona gestione e lavalorizzazione delle risorse umane sono diven-tati, oggi, l’obiettivo di tutte le aziende di cre-dito moderne ed efficienti.Gli stessi imprenditori, di fronte all’attuale crisisoprattutto di credibilità e d’immagine, sosten-gono che occorre una nuova concezione del la-voro e che bisogna porre il lavoratore e la la-voratrice al centro dell’impresa. Va quindi valu-tata l’opportunità di cambiare l’organizzazionedel lavoro data, valorizzando le competenze edil sapere delle donne affermando che la diffe-renza non è un problema, ma una risorsa.Agendo in questa direzione è possibile e dove-roso indirizzare le aziende verso quei cambia-menti che puntando sulla crescita dell’occupa-zione femminile e sulla realizzazione dell’ugua-glianza sostanziale, portano in campo un sog-getto che, paradossalmente, può offrire le mag-giori opportunità di cambiamento.Nelle nostre aziende oggi sono visibili segnalievidenti di preoccupante disagio tra le colle-ghe, spesso ancor più penalizzate dai processidi ristrutturazione aziendali in atto, il che rendenecessario avviare progetti di specifica attenzio-ne sulle problematiche in essere ed individuarespecifici settori d’intervento, sui quali concen-trare attenzione ed impegno.Tutto ciò è finalizzato al raggiungimento d’im-portanti traguardi, allo scopo di definire piùnettamente i contorni dell’azione sindacale nel-l’ambito delle problematiche organizzative cheinvestono il mondo lavorativo femminile, ope-rando con grande capacità di gestione ed unforte ruolo di protagonismo, per realizzare unatrasparente politica di gestione del personaleindividuando, con atteggiamento collaborativotra organizzazioni sindacali ed aziende, le ca-renze strategiche ed organizzative presenti”. Ma quali sono gli obiettivi che si proponeFALCRIDonna?“Valorizzare ed accrescere capacità, competen-ze, professionalità, in primo luogo per realizza-re interventi che non solo combattano le discri-minazioni e siano correttivi di situazioni pena-lizzanti per le donne, ma valorizzino il lavorofemminile, sviluppino condizioni organizzativeche permettano alle qualità maschili e femmini-li di incontrarsi nel lavoro producendo sinergieanziché contrapposizione.E’ indispensabile concentrarsi su progetti preci-si, capaci di sviluppare un livello d’elaborazio-ne e di proposta tale da recuperare fra le colle-ghe un più elevato livello di sindacalizzazione.La Falcri dimostrerà così la sua capacità di es-sere adeguata ai tempi, ricercando specifici mo-delli culturali e di rappresentanza.FALCRIDonna si pone l’obiettivo di contribuiread accrescere la conoscenza dell’attuale quadrolegislativo di riferimento per contribuire, ancheattraverso specifiche elaborazioni, a rappresen-

La Falcri è da sempre attenta al mondolavorativo femminile che nel nostroSindacato ha una significativa presenzanon solo tra le iscritte ma anche nei ruo-

li dirigenziali sindacali, basti solo ricordare cheil nostro Segretario Generale Maria FrancescaFurfaro è donna e che nella SegreteriaNazionale siede un’altra donna MariangelaComotti che ha rivestito il ruolo di ViceSegretetario Generale. Due posizione di vertice. Non possiamo quindilamentarci almeno per quanto riguarda il dis-corso della rappresentatività interna/esterna. Anche per il passato la Falcri ha dimostrato at-tenzione e fervore di iniziative con studi, pub-blicazioni, incontri, convegni sulla c.d. “que-stione” lavorativa delle donne, oggi purtropposempre più penalizzate nel mondo lavorativobancario e non solo (vedasi la Legge Biagi). L’esperienza condotta nelle realtà locali (Bancodi Napoli e Carispaq che per prime hanno vi-sto nascere FalcriDonna), vista con interesse siadalle colleghe che dalle istituzioni che hannoaccolto l’iniziativa con attenzione ritenendolaun punto di riferimento e di confronto sulleproblematiche lavorative femminili e non solo,possono oggi essere vissute come un punto dipartenza per proseguire nel non facile lavoroche attende FalcriDonna.Nel documento programmatico presentato alDirettivo Nazionale del 23 e 24 giugno, che havisto nascere a livello nazionale FalcriDonna, silegge “il ruolo della donna nella società moder-na non è più limitato alle cure della famiglia. Ladonna oggi racchiude in sé una duplice funzio-ne quella sociale di madre e moglie e quellaoperativa di lavoratrice. Amalgamare tutte que-ste funzioni sicuramente non è semplice percui la donna deve poter contemperare, senzapenalizzazioni, le esigenze della vita privata equelle lavorative. Mentre per l’uomo l’obiettivoprioritario è quello di realizzarsi quasi esclusi-vamente nel mondo lavorativo, per la donna gliobiettivi da raggiungere sono almeno: due vitaprivata e percorso professionale. I due obiettivisi devono poter raggiungere in maniera più chesoddisfacente in quella che è la sfida della vita.Rimuovere gli ostacoli a questo percorso sono

Bianca DesideriFALCRIDONNA:LA FEDERAZIONE SEMPREPIÙ VICINA AL MONDOLAVORATIVO FEMMINILE

Note sparse

Nei tuoi occhi vedo il mare

di giugnonel tuo sorriso

leggoil pentagramma

della vita:note sparse

comefiori di campo

mi sfiorano pianomi lasciano addosso

il profumodel tempo…

Romina GentilucciCassa di Risparmio

di Fabrianoe Cupramontana S.p.A.

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Le nuove frontiere del mercato unicoLa tutela del risparmio, soprattutto in questoperiodo, è uno di quei temi, c.d. “caldi”, checatalizza l’attenzione della generalità dellepersone: sia di coloro che operano comeprofessionisti, sia di coloro invece che assu-mono la veste di consumatori - risparmiatori.Non è la prima volta che trattiamo questotema: il motivo che impone di guardare allostesso fenomeno da prospettive diverse, sirinviene da un lato nell’interesse che suscital’argomento e dall’altro nella variegata emultiforme concretezza della situazioni di vi-ta reale che si vengono a creare.Dal punto di vista soggettivo, la questionepuò essere trattata prendendo in considera-zione la prospettiva dei consumatori - rispar-miatori, ovvero quella dei professionisti. L’angolo visuale da cui ci muoviamo, questavolta prende le mosse dalla prospettiva deiprofessionisti. In relazione a tale punto di vi-sta, gli elementi che occorre prendere inconsiderazione sono tre: i mercati; le impre-se; le banche. Partendo da questa tricotomia, cercheremodi capire il motivo delle gravi crisi finanzia-rie che hanno caratterizzato l’economia degliultimi anni. In un articolo pubblicato suProfessione Bancario (n.d.r.), il tema è statotrattato dal punto di vista rigorosamente giu-ridico, soffermandosi sul contenuto di talunenorme che cercano di porre un argine aglieventuali disequilibri derivanti dalle c.d.asimmetrie informative. In questa sede inve-ce cercheremo di capire, avvalendoci dellerisultanze a cui è pervenuta l’analisi econo-mica del diritto privato, i motivi di tali crisi,e correlativamente il significato delle normegiuridiche che in qualche modo intendonoporre degli argini.

Mercati, imprese e bancheE’ da questa tricotomia che occorre prenderele mosse, al fine di comprendere il circuitovirtuoso che alimenta l’economia sotto ilprofilo del risparmio e della speculare tuteladel credito. E’ vero che il motore dell’econo-mia prende spunto dalla domanda. Ma è an-

che vero che nel mercato, ciascun operatoreè chiamato a svolgere il suo ruolo. Ecco per-ché questa volta, abbandonando il terrenoche ci è più congeniale (quello dei consu-matori) abbiamo deciso di avventurarci inun sentiero alquanto impervio: quello deiprofessionisti.

Le interrelazioni La polisemia del termine “mercato” è spessomotivo di ambiguità: talvolta si pone l’accen-to sull’attività, tal’altra sulle persone, tal’altraancora sul luogo in cui avvengono gli scam-bi. Con riferimento specifico a quest’ultimo pro-filo, va rilevato che il luogo tradizionalmenteconsiderato è quello della fiera, dove ogniprotagonista ha un contatto diretto con isuoi interlocutori e soprattutto dove ogni

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Francesco MarescalcoLE NUOVE SFIDE DELL’EUROPA:TUTELA DEL RISPARMIO,MERCATO UNICOED ASIMMETRIE INFORMATIVE

Avvocato CivilistaEsperto in Dirittodei Consumi

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protagonista dispone di un immediato baga-glio di informazioni che gli permette di per-seguire il suo interesse nel miglior modopossibile. La situazione ideale (la c.d. con-correnza perfetta) è dunque caratterizzatadalla compresenza di una pluralità di opera-tori economici (sul versante della domanda edell’offerta) che con il proprio comporta-mento non sono in grado di incidere unilate-ralmente sulle risultanze del mercato. Tuttigli operatori, pertanto, dispongono di quelleinformazioni necessarie che permettono aicontrapposti protagonisti (produttori e con-sumatori) di raggiungere il loro “equilibrio”.Questa situazione è ovviamente ideale. Il tra-dizionale concetto di “fiera” oggi deve rite-nersi superato anche in considerazione delfatto che devono ritenersi superate le tradi-zionali barriere che caratterizzano i singolistati. Oggi i mercati nazionali hanno perso laloro dimensione territoriale ed hanno datovita, passando dal “mercato comune”, attra-verso un percorso economico, storico ed isti-tuzionale alquanto complesso, al c.d. “mer-cato unico”. Lo spazio economico si è dun-que dilatato e conseguentemente le “infor-mazioni” che lo caratterizzano hanno assun-to un valore completamente diverso, tale daincidere in maniera preponderante sul suoconcreto modo di operare. Il mercato hadunque assunto diversi stadi a secondo deltipo di operatori che svolgono la loro attivi-tà: così oggi si distingue fra “mercati finali” e“mercati intermedi”. Il mercato finale è illuogo in cui si trovano ad operare professio-nisti e consumatori; il mercato intermedio èil luogo in cui si trovano ad operare soloprofessionisti. Ovviamente, il “luogo” in cuimaggiormente assume importanza il temadelle informazioni è quello dove vi è unacarenza maggiore, vale a dire nel c.d. “mer-cato finale”. Il bagaglio informativo di cuidispongono i consumatori è certamente piùlimitato rispetto a quello di cui dispongono iprofessionisti.

Le asimmetrie informative Se questo è vero, sono i professionisti a do-versi rendere parte diligente ed avviare tuttiquei meccanismi necessari per ridurre il gapinformativo. Questa esigenza è tanto piùsentita allorquando ci si ritrova di fronte amercati “non strutturati”, cioè di fronte amercati in cui lo “spazio giuridico” è ancorain via di formazione.Questo è dunque il quadro di riferimento.Queste considerazioni valgono ovviamenteper tutti i segmenti del mercato, ma ovvia-mente acquistano una incidenza preponde-rante allorquando l’oggetto degli scambi ècostituito dai c.d. “valori mobiliari”. I mercatifinanziari infatti sono caratterizzati da una

enorme mole di informazioni. I problemiche si pongono sono quindi due: a) la cono-scibilità; b) l’attendibilità. Il consumatore, perdefinizione non può avere le conoscenzetecniche e gli strumenti che gli permettanodi conoscere tutte le informazioni presentinel mercato unico per poi, successivamentevagliarne l’attendibilità. E’ dunque necessarioun terzo elemento che costituisce il collantefra professionisti e consumatori: la fiducia.Ma quale è il soggetto al quale il pubblicodei consumatori può rivolgersi per effettuaretali valutazioni (conoscibilità ed attendibili-tà)? Ovviamente la banca. Nella triade cheabbiano innanzi delineato quindi, ciascunprotagonista assume un ruolo ben definito: ilmercato è il luogo nel quale si svolgono gliscambi. Trattandosi di mercato unico questoin prospettiva deve essere caratterizzato daregole comuni tendenti al raggiungimento diun sistema di concorrenza perfetta; le impre-se sono i soggetti che hanno il maggior inte-resse alla raccolta di danaro e quindi allasollecitazione al risparmio. Sono queste checollocano i loro prodotti finanziari sul mer-cato ed inducono quindi la platea dei rispar-miatori all’acquisto; le banche. Questi sono isoggetti depositari della fiducia del pubblicodei risparmiatori. Attraverso le banche quindii consumatori hanno la possibilità di accede-re alle informazioni indispensabili per il cor-retto funzionamento del mercato e sono lebanche a vagliare l’attendibilità delle infor-mazioni di cui dispongono.

Il nuovo ruolo delle banche Il tema delle asimmetrie informative va dun-que inquadrato in questa prospettiva. Il“mercato unico” è una realtà estremamentevariegata e complessa ed i suoi meccanismirichiedono profili di professionalità notevol-mente elevati. Alle banche è attribuito il dif-ficile ruolo di intermediazione: da un latoconoscere le informazioni; dall’altro valutarlecon cosciente senso critico, e ciò nel perse-guimento dell’interesse non solo della plateadei risparmiatori, ma anche nell’interessedello sviluppo del mercato unico. E’ questa forse per le banche la sfida più dif-ficile del terzo millennio: è l’appuntamentoal quale, nonostante il ritardo, non possonoassolutamente mancare! ■

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Il 23 - 24 giugno 2004 ilDirettivo Nazionale Falcriha deliberato l’istituzione diFALCRIDONNA. Sicuramente un rafforza-mento dell’attenzione che laFederazione ha da sempreper le problematiche dell’u-niverso lavorativo femminileaggravate negli ultimi annidalle continue fusioni e ri-strutturazioni che hanno in-teressato il mondo bancariorendendo ancora più preca-rie le condizioni di lavorodelle donne.Da questo numeroProfessione Bancario apreuna finestra dedicata aFalcriDonna nell’ottica dianalizzare, trattare, sugge-rire e suscitare dibattiti, ap-profondimenti, ricerche, suun mondo, quello femmini-le, che riveste fondamentaleimportanza nella società enel lavoro.