Around the world through a rug

2
Around the world through a Rug August 30th, 2013 | Published in Blog, Exhibitons, Painting La Fondazione 107 di Torino torna alle origini e organizza una mostra incentrata sull’Asia proprio come ai tempi dei suoi esordi, nel 2009, con “A est di nulla”. Filo conduttore dell’esposizione “Tappeti estremi” è il Tappeto in tutti i suoi possibili intrecci, in un viaggio attraverso il mondo che parte da via Sansovino 234 e conduce in luoghi lontanissimi. Tappeti Estremi presso la Fondazione 107 – allestimento Enrico Mascelloni, curatore della mostra, ha suddiviso i 1500 mq espositivi della Fondazione in due sezioni complementari che ripercorrono la storia del tappeto come oggetto funzionale e come opera visuale. Il gigantesco ex capannone industriale degli anni Cinquanta di proprietà della famiglia Piccari ospita infatti fino al 10 Novembre 2013 esempi della quintessenza della visualità orientale, dall’Asia all’Africa e dagli anni Novanta a oggi. Lo spettatore occidentale, quasi certamente nuovo in questo genere di Arte per niente minore, rimarrà sorpreso nello scoprire come kalashnikov e missili possano, nei tappeti di guerra afghani, sostituirsi ai più classici motivi decorativi tradizionali. Dal Modernismo afghano si passa poi a quello cinese. Nelle aree tribali della Cina furono creati per la clientela delle città costiere come la Shangai degli anni Venti e Trenta, tappeti su cui, come in un quadro, si possono ammirare splendidi paesaggi urbani con grattacieli e aerei o personaggi importanti la cui immagine è stata tramandata grazie a fili sapientemente intrecciati. Tappeti estremi - Il tappeto come mezzo di propaganda cinese Oggetto d’arte che diventa strumento di propaganda, il tappeto è anche un potente veicolo di messaggi politici e sociali. Un esempio sono le numerose rappresentazioni di Mao-Tse-Tung, prodotti di quell’arte che in Occidente abbiamo etichettato come Pop e che ricordiamo nelle colorate creazioni di Andy Warhol. Il viaggio continua nella lontana Unione Sovietica da cui arrivano splendidi feltri utilizzati fino a qualche decennio fa per decorare e scaldare le yurte dei nomadi nell’Asia centrale e nel Sahara africano da cui arrivano delle splendide stuoie realizzate con infiniti intrecci di fili di cuoio colorati. Ma il tappeto, oltre a opera visuale, è prima di tutto oggetto. E proprio per questo motivo – per il suo essere oggettuale – è stato protagonista dell’Arte prima ancora che arte esso stesso. Video, trompe d’oeil, object trouvé da Oppenheim a Gilardi passando da Delvoye a Mondino celebrano la funzionalità del tappeto che, semplicemente, è. E’ un tavolo su cui mangiare, un riparo dal freddo, un letto su cui dormire, addirittura un mezzo di trasporto con cui muoversi in volo “Tappeti estremi” è una mostra che scalda il cuore e riporta indietro nel tempo, al sicuro tra oggetti così familiari e, chissà come mai, troppo spesso dimenticati. BOOKS NEWSLETTER Email segui Juliet Art Magazine FRIENDS OF US About Magazine Blog Books Events Infos

Transcript of Around the world through a rug

Page 1: Around the world through a rug

Around the world through a RugAugust 30th, 2013 | Published in Blog, Exhibitons, Painting

La Fondazione 107 di Torino torna alle origini e organizza una mostra incentrata sull’Asia proprio come ai

tempi dei suoi esordi, nel 2009, con “A est di nulla”.

Filo conduttore dell’esposizione “Tappeti estremi” è il Tappeto in tutti i suoi possibili intrecci, in un viaggio

attraverso il mondo che parte da via Sansovino 234 e conduce in luoghi lontanissimi.

Tappeti Estremi presso la Fondazione 107 – allestimento

Enrico Mascelloni, curatore della mostra, ha suddiviso i 1500 mq espositivi della Fondazione in due sezioni

complementari che ripercorrono la storia del tappeto come oggetto funzionale e come opera visuale.

Il gigantesco ex capannone industriale degli anni Cinquanta di proprietà della famiglia Piccari ospita infatti

fino al 10 Novembre 2013 esempi della quintessenza della visualità orientale, dall’Asia all’Africa e dagli

anni Novanta a oggi.

Lo spettatore occidentale, quasi certamente nuovo in questo genere di Arte per niente minore, rimarrà

sorpreso nello scoprire come kalashnikov e missili possano, nei tappeti di guerra afghani, sostituirsi ai più

classici motivi decorativi tradizionali.

Dal Modernismo afghano si passa poi a quello cinese.

Nelle aree tribali della Cina furono creati per la clientela delle città costiere come la Shangai degli anni

Venti e Trenta, tappeti su cui, come in un quadro, si possono ammirare splendidi paesaggi urbani con

grattacieli e aerei o personaggi importanti la cui immagine è stata tramandata grazie a fili sapientemente

intrecciati.

Tappeti estremi - Il tappeto come mezzo di propaganda cinese

Oggetto d’arte che diventa strumento di propaganda, il tappeto è anche un potente veicolo di messaggi

politici e sociali. Un esempio sono le numerose rappresentazioni di Mao-Tse-Tung, prodotti di quell’arte

che in Occidente abbiamo etichettato come Pop e che ricordiamo nelle colorate creazioni di Andy Warhol.

Il viaggio continua nella lontana Unione Sovietica da cui arrivano splendidi feltri utilizzati fino a qualche

decennio fa per decorare e scaldare le yurte dei nomadi nell’Asia centrale e nel Sahara africano da cui

arrivano delle splendide stuoie realizzate con infiniti intrecci di fili di cuoio colorati.

Ma il tappeto, oltre a opera visuale, è prima di tutto oggetto. E proprio per questo motivo – per il suo

essere oggettuale – è stato protagonista dell’Arte prima ancora che arte esso stesso. Video, trompe d’oeil,

object trouvé da Oppenheim a Gilardi passando da Delvoye a Mondino celebrano la funzionalità del

tappeto che, semplicemente, è.

E’ un tavolo su cui mangiare, un riparo dal freddo, un letto su cui dormire, addirittura un mezzo di

trasporto con cui muoversi in volo

“Tappeti estremi” è una mostra che scalda il cuore e riporta indietro nel tempo, al sicuro tra oggetti così

familiari e, chissà come mai, troppo spesso dimenticati.

BOOKS

NEWS LETTER

Email

segui Juliet Art Magazine

FRIENDS OF US

About Magazine Blog Books Events Infos

Page 2: Around the world through a rug

The Fondazione 107 in Turin returns to its origins and organizes an exhibition focusing on Asia as in the

days of its inception in 2009 with “A est di nulla”. The underlying theme of the exhibition “Tappeti estremi”

is the carpet in all its possible plots, on a journey through the world that starts from Via Sansovino 234 and

leads in distant places.

Enrico Mascelloni, the curator of the exhibition, has divided the 1,500 square meters of the Foundation in

two complementary sections that trace the history of the carpet as a functional object and as a visual work.

The giant ex industrial former, owned by the Piccari family, hosts until 10th of November 2013 the

quintessence of Eastern Europe visuality, from Asia to Africa and from the 90’s to the present.

The Western viewer, almost certainly new in this kind of art which we cannot define as Minor, will be

surprised to discover how Kalashnikovs and missiles can replace the more classic traditional decorative

motifs, in Afghan war rugs.

From the Afghan Modernism to the Chinese one.

In the 20’s and 30’s in tribal areas of China were created carpets for customers of coastal cities such as

Shanghai and as in a canvas, you can admire beautiful landscapes with urban skyscrapers and airplanes

or important characters whose image has been handed down thanks to cleverly twisted wires.

Work of art becomes an instrument of propaganda; the carpet is also a powerful vehicle for political and

social messages.

Some examples are the various representations of Mao Tse-Tung, products of art that in the West we have

defined as Pop and that we remember for the colorful creations of Andy Warhol.

The journey continues in the distant Soviet Union where arrive gorgeous felts used until a few years ago to

decorate and heat the yurts of nomads in Central Asia and the African Sahara from where beautiful mats

made with endless strands of colored leather.

But the carpet, in addition to visual work, is first of all an object. And for this very reason it was even the

protagonist of the Art before being Art itself.

Videos, trompe l’oeil, object trouvé from Oppenheim to Gilardi, from Delvoye to Mondino celebrate the

functionality of the carpet that, simply, exist.

It is a table on which you can eat, a shelter from cold, a bed to sleep on, even a means of transport you can

use flying.

“Tappeti estrermi” is an exhibition that warms the heart and keep us back in time in safe between so

familiar objects and, who knows why, too often forgotten.

Irene Perino

S OC IA L