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a cura di / edited by Adolfo F. L. Baratta, Christina Conti, Valeria Tatano ABITARE INCLUSIVO Il progetto per una vita autonoma e indipendente INCLUSIVE LIVING Design for an autonomous and independent living

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a cura di / edited byAdolfo F. L. Baratta, Christina Conti, Valeria Tatano

ABITARE INCLUSIVOIl progetto per una vitaautonoma e indipendente

INCLUSIVELIVINGDesign for an autonomous and independent living

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Editore / PublisherAnteferma Edizioni S.r.l.via Asolo 12, Conegliano, [email protected]

CLUSTER AA | 01

ABITARE INCLUSIVO / INCLUSIVE LIVING Il progetto per una vita autonoma e indipendente / Design for an autonomous and independent livinga cura di / edited by Adolfo F. L. Baratta, Christina Conti, Valeria Tatano

ISBN 978-88-32050-44-8Prima edizione dicembre 2019 / First edition December 2019

Copyright

Questo lavoro è distribuito sotto Licenza Creative CommonsAttribuzione - Non commerciale - No opere derivate 4.0 Internazionale

Collana CLUSTER AAI volumi inseriti in questa collana sono soggetti a procedura di double blind peer review.

Il presente volume riporta parte del risultato di una attività di ricerca interuniversitaria che si colloca nel più ampio programma del Cluster AA della SITdA che aggrega studiosi, ricercatori e docenti universitari con competenze specifiche della disciplina della Tecnologia dell’Architettura costituendosi quale luogo di scambio di informazioni, di conoscenza e di confronto, anche con funzione di sensore dei contesti per una progettazione tecnologica in chiave inclusiva di soluzioni accessibili.

Il volume è stato finanziato dalla SITdA, Società Scientifica Italiana della Tecnologia dell’Architettura e dal DPIA, Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Udine.

Layout grafico / Graphic design Margherita FerrariGrafiche interne / Internal graphics Antonio Magarò

UNIVERSITÀ DEGLI STUDIDI UDINE

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INDICE TABLE OF CONTENTS

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12 PREMESSA INTRODUCTIONMaria Teresa Lucarelli

14 ABITARE INCLUSIVO INCLUSIVE LIVING Studi, ricerche e sperimentazioni

Studies, researches and experimentationsAdolfo F. L. Baratta, Christina Conti, Valeria Tatano

18 LARGEAdolfo F. L. Baratta, Christina Conti, Valeria Tatano

20 “Vivere bene” negli spazi non costruiti di piccole e medie città “Well Living” in the Unbuilt Spaces of Small and Medium-Sized Cities Filippo Angelucci, Cristiana Cellucci

28 Active Ageing e interni urbani: come vivere gli spazi della quotidianità Active Ageing and Urban Interiors: how to live the Spaces of Everyday LifeDaniela Bosia, Elena Montacchini, Lorenzo Savio, Silvia Tedesco, Mistrzak Julien, Daubisse Alison

36 “Abitare diffuso”. Un modello sostenibile per la terza età “Widespread Living”. A Sustainable Model for the ElderlyOscar Eugenio Bellini, Martino Mocchi

48 Questioni inerenti l’accessibilità dello spazio pubblico e il cambiamento climatico Public Space Accessibility and Climate Change IssuesAndrea Tartaglia, Elena Mussinelli, Davide Cerati, Giovanni Castaldo

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ABITARE INCLUSIVO / INCLUSIVE LIVING

58 Piano di eliminazione delle barriere architettoniche informatizzato A Computer-based Plan to removing Architectural BoundariesLeris Fantini, Stefano Maurizio, Eros Gaetani, Nadia Recca

66 Spazi aperti condivisi come catalizzatori di nuova inclusione Shared Open Spaces as Catalysts of a New Social IntegrationAlberto Cervesato, Ambra Pecile, Linda Roveredo

74 Dall’accesso all’inclusione: per una gestione human centered del patrimonio architettonico

From Access to Inclusion: for a Human Centered Management of Architectural HeritageMaria Luisa Germanà, Carmelo Cipriano

84 L’accessibilità nella città storica di Venezia Accessibility in the City of VeniceSilvia Caniglia, Mariachiara Guazzieri, Francesca Zaccariotto, Ludovica Grompone, Simona Schiavo

92 Co-designing the Urban Accessibility. An Inclusive Fruition Service in the Bologna University Area Co-progettazione dell’accessibilità urbana. Un servizio di fruizione inclusivo per la zona universitaria di Bologna Andrea Boeri, Saveria Olga Murielle Boulanger, Valentina Gianfrate, Danila Longo, Rossella Roversi

102 Questioni di accessibilità in un piccolo centro storico: il caso del quartiere Ciroppolo a Vietri sul Mare Accessibility Issues of a Small Historic Center: the Case of Ciroppolo Quarter in Vietri sul MareAndrea Pane, Valentina Allegra Russo

112 The Urban Accessibility of New Nursing Homes in Belgrade, Serbia L’accessibilità urbana di una nuova casa di cura a Belgrado in SerbiaBranislav Antonić, Aleksandra Djukić

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INDICE / TABLE OF CONTENTS

120 Cantiere Città: un sistema inclusivo per l’abitare Construction Site City: an Inclusive System for LivingGiovanni Tubaro, Mickeal Milocco Borlini

128 Progetto Vicinato Solidale. Esperienza di coabitazione intergenerazionale studentesca Neighborhood Solidarity Program. An Experience of Student Intergenerational Co-housingRoberto Bolici, Matteo Gambaro

136 Il Parco inclusivo San Valentino: un regalo per la città San Valentino Inclusive Park: a Gift to the CityErica Gaiatto, Francesco Casola

144 Reciprocità spaziale e sociale: il caso del ricondizionamento dell’ex edificio INAIL a San Benedetto Val di Sambro Spatial and Social Reciprocity: Re-Conditioning ex INAIL Building in San Benedetto Val di SambroAlessandro Gaiani, Gianluigi Chiaro, Guido Incerti

152 Universal Design nelle situazioni d’emergenza sismica Universal Design in Seismic Emergency SituationsTommaso Empler

160 Spazi urbani inclusivi versus spazi “protetti”: un nuovo paradosso per la città contemporanea Inclusive Urban Spaces Vs “Protected” Areas: a new Paradox for the Contemporary CityRosaria Revellini

168 MEDIUMAdolfo F. L. Baratta, Christina Conti, Valeria Tatano

170 Territori fragili significa persone fragili? Un progetto di riqualificazione urbana “bottom up” socialmente sensibile Fragile Territories mean Fragile People? A Social Responsive and Bottom up Urban Renovation ProjectPaolo Carli, Anna Delera

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ABITARE INCLUSIVO / INCLUSIVE LIVING

180 Rigenerazione urbana e inclusione sociale: la Casa della Salute e il Condominio Solidale di Empoli Urban Regeneration and Social Inclusion: Healthcare Center and Co-housing in EmpoliFrancesco Alberti, Francesco Berni, Ilaria Massini, Simone Scortecci

190 Real Estate tra innovazione e accessibilità: Senior Housing come strategia d’intervento sostenibile Real Estate Between Innovation and Accessibility: Senior Housing as Sustainable Intervention StrategyMartina Nobili

196 Abitare in cohousing: un progetto integrato dedicato a un’utenza fragile, per la vita indipendente Cohousing: an Integrated Project for Independent Living of Fragile UsersMassimiliano Malavasi, Alberto Manzoni, Stefano Martinuzzi, Maria Rosaria Motolese, Maria Rita Serra

204 CASA MIA: un’esperienza di abitare cooperativo per il progetto di vita del “durante e dopo di Noi” CASA MIA: a Cooperative Living Experience for “durante e dopo di Noi”Angela Silvia Pavesi, Rossana Zaccaria, Luca Borghi, Genny Cia, Cristiana Perego

212 “The Life I wish”: the Right of a True Existence “La vita che vorrei”: il diritto a una esistenza veraMarco Tortul, Luca Gubbini, Elena Bortolotti, Marilina Mastrogiuseppe

218 Sentirsi a casa dentro e fuori: l’abitare collaborativo nei progetti di Housing Sociale Feeling at Home Inside and Out: the Collaborative Living in Affordable Housing ProjectsMilena Prada

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INDICE / TABLE OF CONTENTS

226 Studio di unità abitative temporanee innovative in legno per accogliere gli anziani delle case di cura Study of Innovative Temporary Wooden Housing Units to Accommodate Elders from Nursing HomesEnzo Bozza, Enrico Cancino, Francesca Camerin, Luciano Cardellicchio, Francesco Incelli, Massimo Rossetti

236 Modulo abitativo sperimentale per la vita indipendente degli anziani Experimental Living Unit for Independent Living for ElderlyMatteo Iommi, Nazzareno Viviani, Giuseppe Losco

246 Pensare l’architettura “attraverso gli occhi di chi non vede” Thinking about Architecture “Through the Eyes of Those Who cannot see”Simone Dell’Ariccia, Maura Percoco

256 Abitare inclusivo per un’utenza specifica affetta da distrofia muscolare di Duchenne Inclusive Living for Specific Users suffering from Duchenne Muscular DystrophyMichele Marchi, Giuseppe Mincolelli

264 Inclusive Design for Alzheimer’s Disease: Low-cost Treatments, Design and ICT Design inclusivo e alzheimer: terapie low-cost fra design e ICT Cesare Sposito, Giuseppe De Giovanni

274 ABI(LI)TARE: ricerca sugli spazi ibridi tra abilitare e cura per l’autismo ABI(LI)TARE: Research on Hybrid Spaces Between enabling and caring for Autism Elena Bellini, Maria De Santis

284 Strategie per la residenza di adulti con disturbi dello spettro autistico in Italia: casi di studio Strategies for Housing of Adults with Autism Spectrum Disorders in Italy: Case StudiesLivia Porro, Francesca Giofrè

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ABITARE INCLUSIVO / INCLUSIVE LIVING

294 Architettura per l’autismo. La funzione abilitante delle superfici negli ambienti domestici Architecture for Autism. The enabling Function of Home SurfacesChristina Conti

302 Progettare percezione e piena fruizione dei siti di interesse culturale da parte di persone con autismo Design the Perception and full Enjoyment of Sites of Cultural Interest by People with AutismErminia Attaianese, Giovanni Minucci

312 La metamorfosi dell’antico. Il Teatro Olimpico: verso una promenade accessibile The Metamorphosis of the Ancient. The Olympic Theater: towards an Accessible PromenadeFederica Alberti

320 SMALLAdolfo F. L. Baratta, Christina Conti, Valeria Tatano

322 Progetto HABITAT. Ambienti assistivi e riconfigurabili per utenza anziana HABITAT Project. Assistive and Reconfigurable Environments for Elderly UsersGiuseppe Mincolelli, Silvia Imbesi, Gian Andrea Giacobone, Michele Marchi

330 Inclusive Design Approach in Assistive Technology Development Approccio progettuale inclusivo per lo sviluppo di tecnologie assistive Maximiliano Ernesto Romero, Francesca Toso, Giovanni Borga

340 Ergonomia cognitiva negli ecosistemi domestici aumentati per un’utenza fragile Cognitive Ergonomics in Augmented Domestic Ecosystems for Fragile UsersAntonio Magarò

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INDICE / TABLE OF CONTENTS

350 L’implementazione dell’m-Health in architettura: una sfida per il futuro Implementing m-Health in Architecture: a Future ChallengeChristina Conti, Elena Frattolin

358 Installazione di una piattaforma elevatrice in un’abitazione esistente: descrizione di un caso tipico Installation of a Homelift in an Existing Building: Analysis of a Typical CaseElena Giacomello, Dario Trabucco

366 Universal Design, Access_Ibla, una proposta inclusiva per Ragusa Ibla Universal Design, Access_Ibla, an Inclusive Proposal for Ragusa IblaTiziana Tasca

374 Il prototipo “Roty” The “Roty” PrototypeStefano Maurizio

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Angela Silvia Pavesi Politecnico di Milano, Dipartimento Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito. È ingegnere e insegna al Corso di Laurea Magistrale “Management of Built Environment” del Politecnico di Milano. Si occupa principalmente di sostenibilità e innovazione sociale nei processi di valorizzazione e rigenerazione del costruito e di copro-gettazione dei sistemi di welfare per la creazione di infrastruttura sociale, tra cui l’housing sociale.Rossana Zaccaria Legacoop Abitanti. Presidente di Legacoop Abitanti dal 2016, laureata in Lettere Moderne in Educazione degli Adulti, si occupa di promozione imprenditoriale delle imprese cooperative sui temi dell’innovazione: rigenerazione urbana, gestione sociale e modelli in cui l’abitare è il perno di un’infrastruttura sociale.Luca Borghi Andria S.c.r.l. Cooperativa di abitanti. Architetto laureatosi al Politecnico di Milano nel 2011, conosce Andria fin dagli anni della formazione. Dal 2019 è Presidente della Cooperativa, da tempo impegnata nell’elaborazione della nuova missione sociale di “cooperativa di comunità” esaltando l’ascolto, la partecipazione e la condivisione.Genny Cia Politecnico di Milano, Dipartimento Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito. È ingegnere in Gestione del Costruito e ricercatrice. Si occupa di modelli innovativi per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico attraverso progetti di welfare e servizi alla persona. È delegato del Politecnico di Milano nel Comitato Officina Dopo Di Noi.Cristiana Perego Politecnico di Milano, Dipartimento Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito. È in gegnere in Gestione del Costruito e dottoranda di ricerca. Dal 2019 collabora presso il Real Estate Center del Dipartimento ABC del Politec-nico a ricerche su modelli di welfare abitativo, sul ruolo delle Cooperative e su modelli inclusivi per le categorie più fragili.

CASA MIA: un’esperienza di abitare cooperativo per il progetto di vita del “durante e dopo di Noi” CASA MIA: a Cooperative Living Experience for “durante e dopo di Noi”

Home, conceived as a place where the human experience of living comes alive, when it is a service addressed to fragile people, constitutes one of the foundations on which to build a social infrastructure aimed at achieving an inclusive housing welfare. In 2016 “Dopo di Noi” (After us) law came into force (Law. no. 112/2016), containing “Provisions on assis-tance for people with severe disabilities without family support”. The law aims to promote the well-being, full social inclusion and autonomy of people with disabilities, providing measures that allow parents to address the issue of their sons’ future: the life project of “durante e dopo di noi” (during and after us). Social inclusion is the essential condition for carrying out a project of this magnitude because it is based on the principle of the resilient community that respects and accommodates fragility conditions, interpreting them as resource and value to be shared. In 2017 “Comitato Officina Dopo Di Noi” was founded to promote the law in the transformation of the need into right and to achieve a better life experience in which people with disabilities can be accompanied to a new way of living, gradually acquiring levels of autonomy from the birth family.This paper presents “CASA MIA” project promoted by “Dopo di Noi” Foundation of Cor-reggio and implemented by Andria Cooperative of Inhabitants. A home where young people with disabilities will live together for their free and conscious choice. The project perfectly interprets law n. 112/2016, having involved from the beginning future inhabit-ants and a network of different actors among institutions, cooperatives of inhabitants and associations of the third sector. It is a project that can take on a strategic value because it presents scalable characteristics in its conception, construction, in the method and evaluation of the social impact produced. An inclusive living experience that will build a place that everyone can ideally call “CASA MIA”.

Angela Silvia Pavesi, Rossana Zaccaria, Luca Borghi, Genny Cia, Cristiana Perego

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A. S. PAVESI, R. ZACCARIA, L. BORGHI, G. CIA, C. PEREGO

Introduzione: la legge n. 112/2016 e il tema dell’inclusione socialeIn Italia, il 25 giugno 2016 è entrata in vigore la legge n. 112, recante “Disposizioni in materia di

assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”, nota come legge sul “Dopo di Noi”. Lo scopo è quello di favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con diversa abilità in un processo di deistituzionalizzazione da realizzare in colla-borazione con le famiglie, i soggetti giuridici pubblici e privati e gli enti assistenziali per mezzo di strumenti che agiscano in modo sinergico in un’ottica di sussidiarietà (De Paoli, 2018).

L’emancipazione dalla famiglia sarà possibile grazie a risorse e incentivi che troveranno concretezza in progetti di vita personalizzati e in programmi di accrescimento della consa-pevolezza, di abilitazione e di sviluppo delle competenze per consentire la gestione della vita quotidiana e il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile (De Paoli, 2018).

La legge prevede misure che permettano ai genitori di affrontare il tema del futuro dei propri figli: il progetto di vita del “durante e dopo di noi”. Il tema dell’inclusione sociale è con-dizione essenziale per realizzare un progetto di tale portata poiché si fonda sul principio della comunità resiliente che rispetta e accoglie le condizioni di fragilità, interpretandole come risorsa e valore da condividere.

Come sostiene la Senatrice Annamaria Parente (2019), Relatrice della Legge al Senato “il dopo di noi ha stabilito nuovi diritti sociali, ora bisogna garantirne l’accessibilità. È questa la questione centrale per rinnovare il nostro welfare. Non è mistero per nessuno che la legge ha tante difficoltà di realizzazione perché non è ancora accompagnata da una “cultura sociale”, disseminata nelle nostre comunità, ma è mia ferma convinzione che la legge sul dopo di noi può essere leva per un rinnovamento del welfare state in favore di un welfare di prossimità e generativo […]”.

Per promuovere la legge nella trasformazione attuativa del bisogno in diritto, nel 2017, un gruppo di persone autorevoli e competenti, rappresentative delle associazioni, dei familiari e delle diverse categorie professionali insieme alla Senatrice Annamaria Parente hanno dato vita al “Comitato Officina Dopo Di Noi”, al fine di sostenere l’ideazione di progetti di qualità di vita in cui le persone con disabilità possano essere accompagnate a un nuovo vivere, acquisen-do progressivamente livelli di autonomia rispetto alla famiglia di origine.

Il Comitato Officina Dopo Di Noi e la sua missionIl Comitato Officina Dopo Di Noi, nel perseguire l’obiettivo di contribuire concretamente

all’attuazione della legge, intende dar voce a chi non può esprimere i propri desideri per far valere i propri diritti e ai tanti genitori preoccupati sulla sorte dei propri figli quando non potranno più essere loro vicini. Il progetto è perfettamente in linea con quanto espresso dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009, volta al raggiungimento oltreché della piena inclusione sociale, di una vita autonoma attraverso l’integrazione sociale.

Le azioni del Comitato perseguono diverse finalità tra cui la diffusione della conoscenza degli strumenti offerti dalla legge a tutela del soggetto disabile svolgendo un ruolo propositivo a livello legislativo e di collegamento tra stato-regioni ed enti locali, a supporto dell’attua-zione della legge. Il Comitato si propone come facilitatore nel confronto e nello scambio tra istituzioni, professionisti, enti e tra i diversi soggetti coinvolti, creando una rete capillare e pervasiva di informazioni sugli strumenti volti a supportare le famiglie nella realizzazione dei progetti di vita, nonché come incubatore di progetti di innovazione tecnica e sociale per migliorare la qualità di vita delle categorie più fragili. L’attività del Comitato si realizza an-che nella promozione del ruolo degli amministratori di sostegno quale potenziale anello di congiunzione tra il soggetto con disabilità e la famiglia in vista del “Dopo di Noi”, nonché

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nell’approfondimento del tema della sostenibilità economica di soluzioni legate ai progetti di vita e di residenzialità, a supporto di famiglie ed enti locali. Inoltre, il Comitato è promoto-re di iniziative di sensibilizzazione per diffondere le buone pratiche sul territorio nazionale definendo metodi per la valutazione dell’impatto della legge (Statuto del Comitato Officina Dopo Di Noi, 2017).

L’attuazione della normativa è possibile attraverso la promozione di strumenti per la tutela del soggetto con disabilità investendo il progetto di vita nella sua interezza, declinabile ne-gli aspetti legati alla salute, alla casa e qualora possibile all’accompagnamento all’autonomia, attraverso la formazione, l’inserimento lavorativo e la creazione di reti collaborative. Nello scenario delineato, luoghi come la casa e il quartiere, si rivelano essere gli “spazi” sui quali co-struire il progetto di vita del “Dopo di Noi”, poiché rappresentano quelle leve in grado di spe-rimentare l’appartenenza collettiva e la creazione di un welfare inclusivo (Pavesi et al., 2018).

Il senso di comunità che si realizza nell’appartenere ad un “Noi” sono obiettivi resi possibili tramite l’abitare, ed in particolar modo, l’abitare inclusivo (Pavesi et al., 2018).

La dimostrazione è facilmente riscontrabile dal fatto che tra gli obiettivi del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare (2016–2018) vengono citati: l’attivazione di programmi di intervento che favoriscano percorsi di supporto alla do-miciliarità in abitazioni o gruppi-appartamento, l’esecuzione di interventi per la permanenza temporanea in una soluzione abitativa extra-familiare, in situazioni di emergenza, e la realiz-zazione di interventi innovativi di residenzialità con soluzioni alloggiative di tipo familiare e di cohousing (De Paoli, 2018).

A tal proposito, si rivela estremamente attinente il lavoro operato dalla Cooperativa An-dria di Correggio che grazie alle numerose esperienze maturate nel settore abitativo e alla dotazione di un know-how originale, ha da sempre colto la sfida di trasformare gli “spazi” in “luoghi” attribuendo loro significati e qualità. In particolar modo, la Cooperativa è impegnata nella realizzazione di un quartiere che accolga persone con abilità differenti dotato di spazi di condivisione e che offra opportunità di incontro e di arricchimento reciproco.

Andria: da Cooperativa di Edificazione a Cooperativa di Abitanti, verso la Cooperativa di Comunità

Andria è una Cooperativa membro di Legacoop Abitanti. Quest’ultima, costituita nel 1961, è l’Associazione Nazionale che organizza e rappresenta le Cooperative di Abitazione aderenti a Legacoop e ne promuove lo sviluppo progettuale e imprenditoriale.

La cooperativa Andria nasce nel 1975 come Cooperativa edilizia di abitazione da un gruppo di persone riunitosi per realizzare il proprio sogno abitativo: la casa in proprietà. A seguito dei primi interventi contestualizzati ai piani per l’edilizia economica popolare, la Cooperativa ha ricoperto per decenni il ruolo di organizzatore della domanda e di gestore di processi edifica-tivi, permettendo a molte famiglie di acquistare la loro prima casa.

Gli anni ‘90 hanno segnato un punto di svolta, infatti, nella trasformazione da Cooperativa edilizia a Cooperativa di Abitanti, è nato un punto di riferimento per tutti gli abitanti che volevano intervenire sul territorio con soluzioni ispirate ad una migliore qualità della vita, nell’ottica di una “cooperazione di comunità”. Il cambiamento si è concretizzato a partire dal nuovo nome “Andria”, tratto da una delle città ideali descritte da Italo Calvino nel libro Le città invisibili:

“Del carattere degli abitanti di Andria meritano di essere ricordate due virtù: la sicurezza in sé stessi e la prudenza. Convinti che ogni innovazione nella città influisca sul disegno del cielo, prima di ogni decisione calcolano i rischi e i vantaggi per loro e per l’insieme della città e dei mondi” (Calvino, 1972).

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A. S. PAVESI, R. ZACCARIA, L. BORGHI, G. CIA, C. PEREGO

La trasformazione ha avuto i suoi effetti nella missione stessa della Cooperativa esaltando alcuni mestieri innovativi tra cui l’ascolto, la partecipazione e la condivisione. Andria sostiene, infatti, che per realizzare un sogno, l’entusiasmo generato dalla nascita di idee innovative deve essere guidato da un progetto valido e indirizzato verso un fine preciso.

Per questo motivo, la Cooperativa segue il modello della “partecipazione organizzata”, pia-nificando il proprio lavoro per prevedere e prevenire ogni eventualità che potrebbe rivelarsi problematica, promuovendo il concetto di “certezza” relativa ai processi decisionali, agli obiettivi strategici, alla quantità e alla qualità dei risultati.

Nel corso del tempo la Cooperativa Andria ha elaborato nuovi riferimenti per la progettazio-ne dei quartieri avendo come priorità la sostenibilità ambientale, urbanistica, sociale ed econo-mica e la qualità complessiva degli interventi.

Nel suo track record Andria conta innumerevoli realizzazioni tra cui progetti sperimentali dedicati a particolari categorie sociali, nati in primis dall’ascolto delle comunità. Tra questi il pro-getto “CASE per GIO.CO.” che ha visto la realizzazione di abitazioni “evolutive”, che subiscono un’evoluzione al crescere delle esigenze abitative e delle disponibilità economiche delle giovani famiglie, ricevendo la Menzione d’onore al World Habitat Awards del 2002. Altri due progetti dedicati a particolari categorie sociali sono “CAS’O-MAI” (Case o mai?), abitazioni in affitto so-ciale per lavoratori extracomunitari e famiglie in difficoltà e “AMICI MIEI”, abitazioni “protette” per famiglie anziane.

Tra i progetti più emblematici realizzati da Andria spicca “Coriandoline, le case amiche dei bambini e delle bambine”, frutto di un lavoro di ricerca iniziato nel 1995 impegnando per quattro anni architetti, tecnici, artisti e artigiani i quali hanno lavorato con 700 bambini, 50 maestre, una pedagogista e le famiglie. La ricerca ha indagato con cura e attenzione le esigenze abitative dei bambini per realizzare abitazioni che rispondessero alle loro aspettative. Sono stati attivati laboratori di partecipazione organizzata, vera e consapevole, dove ogni attore è intervenuto in precisi ambiti di competenza e di responsabilità. Al termine della ricerca, nel 1999, la Coopera-tiva ha pubblicato il “Manifesto delle Esigenze Abitative dei Bambini e delle Bambine”, dal quale sono emerse dieci indicazioni per la realizzazione delle abitazioni su misura per i più piccoli. La casa doveva essere: trasparente, per poter guardare fuori, dura fuori per trasmettere sicurezza, morbida dentro, per essere accogliente, bambina per essere a misura di ogni piccolo inquilino, grande, per poter accogliere gli amici e le idee, giocosa, per giocare liberamente, decorata, intima, tranquilla e, infine, magica, per poter stupire grandi e piccini. L’opera preziosa di alcuni artisti ha accompagnato il lavoro dei bambini, rendendolo magico e affascinante. Il progetto si è con-cluso nel 2008 con l’inaugurazione delle abitazioni e ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il premio Peggy Guggenheim Impresa & Cultura nel 2001, la Menzione d’onore e l’inserimento nel “Libro d’oro 2014 Europeo dell’Housing” delle buone pratiche, al concorso ERHIN European Re-sponsible Housing Iniziative. Il quartiere oggi è visitato da numerose delegazioni tra cui scuole, università e amministrazioni pubbliche italiane e internazionali. La Cooperativa ha realizzato, oltre a edifici residenziali, nove centri per l’infanzia, promuovendo un modello di “asili innovati-vi” e diverse strutture sociali a servizio delle comunità (Zaccaria et al., 2018).

Da alcuni anni Andria accompagna e sostiene la Fondazione “Dopo di Noi” di Correggio in progetti pilota riguardanti modelli abitativi innovativi per soggetti con diversa abilità e ad oggi la Cooperativa è impegnata nella realizzazione del progetto “CASA MIA. Una casa accogliente per persone con disabilità”.

“CASA MIA” Un’esperienza di abitare cooperativo per il progetto di vitaIl progetto “CASA MIA”, promosso dalla Fondazione “Dopo di Noi” di Correggio e attuato

dalla Cooperativa di Abitanti Andria, consiste in una residenza in cui andranno a convivere

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giovani con disabilità per loro libera e consapevole scelta (Legacoop, 2019), interpretando per-fettamente la legge sul “Dopo di Noi”, grazie al coinvolgimento dei futuri abitanti e di una rete di diversi attori tra istituzioni, cooperative di abitanti e associazioni del terzo settore.

Andria ha concesso in comodato gratuito alla Fondazione un appartamento per le prime esperienze di autonomia, in una fase sperimentale propedeutica allo sviluppo del progetto, mentre “CASA MIA” è in fase di progettazione avanzata, in attesa delle approvazioni urbani-stiche e edilizie per avviare i lavori.

È prevista la costruzione di una prima struttura residenziale ideata con tutti i criteri di accessibilità che ospiterà fino a cinque persone e la dotazione finanziaria raccolta dalla Fonda-zione consentirà di disporre anche di un’area destinata alla realizzazione di una seconda casa progettata con i medesimi criteri.

La legge ha messo a disposizione risorse e la Regione Emilia-Romagna ha emesso un bando per l’assegnazione di contributi (120.000 euro), prevedendo, oltre ad interventi di ristruttura-zione e acquisto di alloggi, un ampliamento e nuove costruzioni, per dare ampia risposta ai bisogni assistenziali dei soggetti con disabilità grave prive del sostegno familiare. La Fonda-zione ha promosso un’azione di partnership virtuosa: oltre al sostegno di Andria, il Comune di Correggio ha concesso a titolo gratuito un’area in diritto di superficie per 33 anni, le comunità locali hanno dimostrato attenzione e generosa partecipazione, una solidarietà corale manife-stata con donazioni e liberalità importanti. La cooperativa di costruzioni SICREA eseguirà il lavoro chiedendo unicamente il rimborso dei costi vivi da sostenere. È iniziata una gara di solidarietà che procede con leggerezza e decisione: l’Abitcoop di Modena, la Fondazione Coo-perhousing, enti, associazioni e persone singole stanno dando un supporto fondamentale, tra questi un ignoto benefattore ha donato 35.000 euro, atto che commuove e proietta verso un avvenire di speranza e dignità (Legacoop, 2019).

Al fine di evitare l’isolamento delle strutture dal quartiere, l’intenzione è quella di dotare “CASA MIA”, fin dall’inizio, di una sala di comunità denominata “Laboratorio Caleidoscopio”: una struttura sociale che offra momenti di incontro e condivisione tra gli abitanti, il quartie-re e la comunità intera, promuovendo “relazioni virtuose”, nell’ottica di una vera inclusione sociale in cui le persone con le loro diverse abilità siano al centro di un progetto di co-housing di comunità. La scala si allarga alla progettazione del quartiere in continuità urbanistica e filosofica con il quartiere “Coriandoline”.

Fig.01 Logo del progetto “CASA MIA. Una casa accogliente per persone con disabilità”. Cooperativa Andria

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A. S. PAVESI, R. ZACCARIA, L. BORGHI, G. CIA, C. PEREGO

La sala di comunità, realizzata da Andria e di proprietà della Fondazione, sarà gestita dai ragazzi disabili che svolgeranno laboratori in luoghi che accoglieranno feste di quartiere, con il coordinamento gestionale di una Cooperativa Sociale.

Il nuovo quartiere si chiamerà “CALEIDOSCOPIO - creative armonie condivise”, poiché è proprio nell’essenza del caleidoscopio, una bella forma che può mutare, l’immagine che vuole trasmettere questo “spazio” che diverrà “luogo”: un insieme armonioso di tanti elementi che offrono opportunità e ricchezza alla comunità, capaci di mutare nel tempo per assolvere a molteplici funzioni condivise.

Il progetto vuole dare risposte concrete alle fragilità nella convinzione che un quartiere che sa ascoltare e accogliere i più deboli è un quartiere che esprime maggiore qualità per tutti.

Nella sfida di coinvolgere diversi ambiti progettuali, da quello urbanistico, a quello abita-tivo fino a toccare profondamente il contesto sociale, la riqualificazione del “futuro” quartiere “CALEIDOSCOPIO” intende dare una risposta operativa all’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nella volontà di “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” (ONU, 2015).

Fig.02 CASA MIA. Render del progetto vista del portico dal parco interno. Cooperativa Andria

Fig.03 CASA MIA. Render della vista dell’ingresso da via Ghidoni. Cooperativa Andria

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MEDIUM

Conclusioni: “CASA MIA” Un modello scalabile per il “durante e dopo di noi”Il progetto di “CASA MIA”, cresciuto nella città attraverso l’ascolto, la partecipazione e la

condivisione con le famiglie, è il risultato di un percorso condiviso con le istituzioni nel quale ognuno ha fatto la sua parte. Il progetto ha assunto forza e originalità perché ogni attore del processo ha messo in campo le risorse e le competenze per renderlo fattibile, trovando una comunità attenta e sensibile.

Il progetto assume una valenza strategica presentando caratteri di scalabilità nella sua idea-zione, costruzione, nel metodo e nella valutazione dell’impatto sociale prodotto.

È un modello scalabile e trasferibile in qualsiasi contesto, purché sussistano le condizioni culturali e sociali, per accogliere una modalità innovativa di housing sociale creativo, armonio-so e condiviso, poiché la scelta di vita di abitare in alloggi con persone che hanno in comune aspettative, modalità, valori e necessità, è possibile nella misura in cui il territorio e le comuni-tà circostanti siano in grado di offrire concretamente tali opportunità, collaborando non sol-tanto nella fase iniziale, ma soprattutto in quella successiva. Infatti, è fondamentale che ogni progetto individuale, una volta avviato possa continuare a contare sul sostegno della comunità all’interno della quale viene realizzato (Legacoop, 2019).

A tal proposito gli elementi strategici necessari alla replicabilità del progetto in altre realtà si rivelano essere molteplici, a partire dalla presenza di una comunità avente una consolidata cultura e sensibilità verso i temi dell’inclusione sociale di persone con disabilità. Un altro ele-mento che gioca un ruolo strategico è la disponibilità di aree concesse a titolo gratuito dalle pubbliche amministrazioni affinché risulti sostenibile l’intervento da parte di Fondazioni e Associazioni che non hanno dotazioni economico-finanziarie proprie sufficienti a sostenere un intervento edilizio. Condizione ideale è che tali aree siano localizzate in contesti urbani e sociali già in buona parte consolidati e connessi ai servizi principali, per evitare l’effetto di “ghettizzazione” e rendere le abitazioni luoghi di vita e di incontro per tutta la comunità.

L’assunto inevitabile diviene la presa di coscienza da parte delle pubbliche amministrazioni del ruolo di “welfare aggiuntivo”, talvolta anche “sostitutivo”, che le Fondazioni e le Associazioni svolgono rispetto alle persone con disabilità, in aggiunta, affiancamento o sostituzione del welfare pubblico, spesso privo di risorse economiche e culturali sufficienti, poiché tuttora legato a servizi “tradizionali e standard” poco inclini alla personalizzazione dei percorsi di autonomia.

A proposito di scalabilità, Legacoop Abitanti attraverso il progetto di ricerca “SociABìli-TA - Generare valore sociale nell’abitare e nelle prospettive di rigenerazione urbana” mira alla costruzione di uno strumento di co-progettazione e di valutazione di progetti di rigenerazione urbana. Questo progetto si avvale di un approccio interdisciplinare coinvolgendo le compe-tenze del Dipartimento ABC – REC Real Estate Center e del Dipartimento DIG – Tiresia del Politecnico di Milano (Coordinatori scientifici: Angela Silvia Pavesi e Mario Calderini). Allo stesso modo il Comitato Officina Dopo Di Noi, attualmente impegnato nel monitoraggio della legge n. 112/2016 in collaborazione con l’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS), intende promuovere la creazione di una rete che permetta a progetti come “CASA MIA” di essere scalati e replicati altrove.

La cooperativa Andria propone un modello che risulta integrativo, perché risponde ad un bisogno che oggi difficilmente trova una risposta sistematica sposando appieno i valori della cooperazione, e migliorativo, perché grazie alla sua attuazione genera un progressivo innesto di sperimentazioni e ricadute concrete sul quartiere.

“CASA MIA” rappresenterà quello “spazio” trasformato in “luogo”, carico di tutti i significati ri-conducibili al progetto di vita del “durante e dopo di noi”, sarà il disegno di un’esperienza di abitare inclusivo in grado di costruire quel “luogo” che tutti potranno idealmente chiamare CASA MIA.

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A. S. PAVESI, R. ZACCARIA, L. BORGHI, G. CIA, C. PEREGO

BibliografiaCalvino, I. (1972), Le città invisibili. Torino: Einaudi.Comitato Officina Dopo Di Noi, (2019). Plenaria Officina Dopo Di Noi. La disabilità ha un futuro, 14 Giugno

2019 presso Banca Prossima (Largo B. Belotti, 1, 20121, Milano, Italia).Comitato Officina Dopo Di Noi, Statuto (2017).De Paoli, M. (2018). “Officina dopo di noi”: insieme per costruire un progetto di vita. In AA.VV. Nuova

Etica Pubblica. Rivista dell’Associazione Etica PA. n. 11, luglio 2018, pp. 108-110. Disponibile su: www.eticapa.it (consultato in luglio 2019).

Legacoop. (2019). CASA MIA. Un ponte verso il Dopo di Noi. Legacoop informazioni, p. 15. Disponibile su: www.legacoopabitanti.it/wp-content/uploads/2019/02/Casa-mia.pdf (consultato in luglio 2019).

ONU Organizzazione delle Nazioni Unite, (2015). Assemblea Generale, Trasformare il nostro mondo: l’Agen-da 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Disponibile su: www.unric.org (consultato in luglio 2019).

Parente, A. (2019). Tre anni di legge sul “dopo di noi”: passare dal bisogno ai diritti. Vita. Disponibile su: www.vita.it/it/article/2019/06/25/tre-anni-di-legge-sul-dopo-di-noi-passare-dal-bisogno-ai-diritti/151999 (consultato in luglio 2019).

Pavesi, A. S., Cia, G., Morena, M., Oberti, I. (2019). L’impatto della domanda sociale sul progetto: l’espe-rienza della residenzialità inclusiva per persone fragili. In Mussinelli E., Lauria M., Tucci F. (a cura di). La produzione del progetto. Rimini: Maggioli Editore.

Zaccaria, R., Pavesi, A. S., Ferri, G. (2018), Cambiare l’abitare cooperando. Il gestore sociale cooperativo infrastruttura dell’housing sociale e del welfare urbano. In Editorial series “Social Housing”. Milano-Torino: Bruno Mondadori.