13 Marketing - Regione AbruzzoDomestos Zero Calcare, un de-tergente anticalcare, e Domestos WC Blitz...

6
13 Giovedì 1 Aprile 2010 Gentleman + Ladies a soli 3,50 IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ es Gentleman + Ladi a soli 3,50 Marketing ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ Oggi Anche Sara Lee annuncia la propria offerta. Ed Ethical Coffee deve ri iutare gl i ordini Caffè, guerra delle cialde low cost Francia capofila: capsule per Nespresso al 20% in meno DI ANDREA SECCHI A quanto pare le cialde di caffè fanno proprio gola, e non soltanto ai con- sumatori che ne hanno decretato il successo da qualche anno a questa parte. I Francia, in- fatti, sono già due le aziende che hanno deciso di sfidare la Nestlè, offrendo nei supermercati cialde compatibili con le macchine Ne- spresso e a prezzi inferiori a quel- le originali. La prima società che ha annunciato agli inizi di marzo la propria strategia è Ethical cof- fee, ed è stata fondata addirittura da l’ex capo di Nespresso, Jean- Paul Gaillard. Ebbene, Ethical Coffee Co. ha bloccato gli ordini: i supermarket francesi hanno già chiesto 4 miliardi di capsule di caffè low cost, ossia il doppio della produzione prevista per il prossimo anno. La seconda a sfi- dare Nestlè è la multinazionale Sara Lee (quella di Glysolid, Fis- san o Ambipur): ha fiutato l’affa- re e dalla prossima settimana, sempre in Francia, comincerà a vendere il caffè porzionato. In- somma, il mercato d’Oltralpe sta per diventare il laboratorio su cui nuovi entranti cercheranno di far propri parte dei ricavi di questo segmento, che finora registra cre- scite a due cifre. La strategia è low cost: le cialde di Ethical Cof- fee, in vendita da metà maggio nei punti vendita Casino, coste- ranno il 20% in meno di quelle Nespresso, mentre Sara Lee con- siglierà un prezzo del 10-20% in- feriore, ciò significa che si paghe- ranno circa 30 centesimi contro i 33/35 di quelle Nestlè a partire dal prossimo 7 aprile. Le differenze ci saranno, ec- come. Sia in positivo, dal momen- to che Ethical Coffee produrrà cialde con confezione biodegrada- bile (quelle di Nestlè sono in allu- minio), che in negativo. Difficile, infatti, che i concorrenti riescano a produrre tutte le 15 varietà pro- poste da Nespresso (che non ven- de al supermercato, ma online e su ordinazione), incluse quelle li- mited edition, ed è per questo che in Nestlè si dicono abbastanza tranquilli. Ma è anche vero che il prezzo inferiore farà sicuramente il proprio compito e questi sosti- tuti riusciranno a ottenere una fetta di mercato. Per altro Sara Lee con il suo L’OR Espresso ha già annunciato quattro varietà, e tutte, manco a dirlo, dal nome italiano: Delizioso, Decaffeinato, Splendente e Forza. Su tutto, comunque, grava la spada di Damocle dei brevetti che coprono il sistema Nespres- so: 1.700, alcuni in scadenza fra due anni. Gaillard, però, non è per niente preoccupato dalla batta- glia che i legali di Nestlè stanno valutando: intanto conosce bene il sistema, avendolo portato al successo e guidato tra il 1988 e il 1997, in secondo luogo è sicu- ro di aver fatto le cose per bene: «Puoi brevettare il modo con cui ottenere un effetto, non l’effetto in sé stesso. Non puoi brevetta- re l’acqua calda, solo il modo di ottenerla». C’è da scommettere che Nestlè non starà a guardare. Nespresso nel 2009 ha fatturato 2,77 miliar- di di franchi svizzeri (1,94 miliar- di di euro), in crescita del 22% sull’anno prima, un po’ meno del +33% del 2008, ma sempre una bella cifra. La Ethical Coffee di Gal- lard ha sede in Svizzera, così come la multinazionale Nestlè, ma ha deciso di cominciare a offrire il prodotto in Francia proprio perché le norme sulla concorrenza dell’Unione Euro- pea, secondo il fondatore, per- metterebbero di avere maggiori chance. Ancora non si parla di Italia (dove però è forte anche la concorrenza di altri sistemi completi, vedi Lavazza e gli al- tri in pagina), ma ci sono già i piani per esportare l’esperien- za verso Germania o Spagna. Ciò che potrà frenare la socie- tà, blocchi legali a parte, è la capacità produttiva che per ora si ferma a 350 milioni di cap- sule e che dovrebbe arrivare al miliardo entro l’anno. Meglio, ma ancora poche. Ciò che importa è che il segna- le è stato lanciato e si vedrà nei prossimi mesi quanti vorranno o potranno unirsi alla compagnia. © Riproduzione riservata spada di Damocle dei brevetti C’è da scommettere che Nestlè Jean-Paul Gaillard è il fondatore di Ethical Coffee Co. la so- cietà che metterà sul mercato le capsule compatibili con le macchine Nespresso. È stato l’ex capo della società di Nestlè tra il 1988 e il 1997, e ha portato Nespresso al successo L’ex manager si è messo in proprio tt bb di ggi i I sistemi italiani Lavazza A Modo Mio. Macchina e cialde tut- te italiane Anche Illy è entrato nel segmento del caf- fè in cialde Kimbo è l’ultimo mar- chio ad aver annun- ciato un’offerta por- zionata Altri articoli sul sito www.italia- oggi.it/nespresso http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

Transcript of 13 Marketing - Regione AbruzzoDomestos Zero Calcare, un de-tergente anticalcare, e Domestos WC Blitz...

Page 1: 13 Marketing - Regione AbruzzoDomestos Zero Calcare, un de-tergente anticalcare, e Domestos WC Blitz Candeggina, tavolette detergenti. «Con Lysoform abbia-mo una quota nella categoria

13Giovedì 1 Aprile 2010

Gentleman + Ladies

a soli € 3,50

IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

es Gentleman + Ladi

a soli € 3,50MarketingESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

Oggi

Anche Sara Lee annuncia la propria offerta. Ed Ethical Coffee deve rii utare gli ordini

Caffè, guerra delle cialde low costFrancia capofi la: capsule per Nespresso al 20% in meno

DI ANDREA SECCHI

A quanto pare le cialde di caffè fanno proprio gola, e non soltanto ai con-sumatori che ne hanno

decretato il successo da qualche anno a questa parte. I Francia, in-fatti, sono già due le aziende che hanno deciso di sfidare la Nestlè, offrendo nei supermercati cialde compatibili con le macchine Ne-spresso e a prezzi inferiori a quel-le originali. La prima società che ha annunciato agli inizi di marzo la propria strategia è Ethical cof-fee, ed è stata fondata addirittura da l’ex capo di Nespresso, Jean-Paul Gaillard. Ebbene, Ethical Coffee Co. ha bloccato gli ordini: i supermarket francesi hanno già chiesto 4 miliardi di capsule di caffè low cost, ossia il doppio della produzione prevista per il prossimo anno. La seconda a sfi-dare Nestlè è la multinazionale Sara Lee (quella di Glysolid, Fis-san o Ambipur): ha fiutato l’affa-re e dalla prossima settimana, sempre in Francia, comincerà a vendere il caffè porzionato. In-somma, il mercato d’Oltralpe sta per diventare il laboratorio su cui nuovi entranti cercheranno di far propri parte dei ricavi di questo segmento, che finora registra cre-scite a due cifre. La strategia è low cost: le cialde di Ethical Cof-fee, in vendita da metà maggio nei punti vendita Casino, coste-ranno il 20% in meno di quelle Nespresso, mentre Sara Lee con-siglierà un prezzo del 10-20% in-feriore, ciò significa che si paghe-ranno circa 30 centesimi contro i 33/35 di quelle Nestlè a partire dal prossimo 7 aprile.

Le differenze ci saranno, ec-come. Sia in positivo, dal momen-to che Ethical Coffee produrrà cialde con confezione biodegrada-bile (quelle di Nestlè sono in allu-minio), che in negativo. Diffi cile, infatti, che i concorrenti riescano a produrre tutte le 15 varietà pro-poste da Nespresso (che non ven-de al supermercato, ma online e su ordinazione), incluse quelle li-mited edition, ed è per questo che in Nestlè si dicono abbastanza tranquilli. Ma è anche vero che il prezzo inferiore farà sicuramente il proprio compito e questi sosti-tuti riusciranno a ottenere una fetta di mercato. Per altro Sara Lee con il suo L’OR Espresso ha già annunciato quattro varietà, e tutte, manco a dirlo, dal nome italiano: Delizioso, Decaffeinato, Splendente e Forza.

Su tutto, comunque, grava la

spada di Damocle dei brevetti che coprono il sistema Nespres-so: 1.700, alcuni in scadenza fra due anni. Gaillard, però, non è per niente preoccupato dalla batta-glia che i legali di Nestlè stanno valutando: intanto conosce bene il sistema, avendolo portato al successo e guidato tra il 1988 e il 1997, in secondo luogo è sicu-ro di aver fatto le cose per bene: «Puoi brevettare il modo con cui ottenere un effetto, non l’effetto in sé stesso. Non puoi brevetta-re l’acqua calda, solo il modo di ottenerla».

C’è da scommettere che Nestlè non starà a guardare. Nespresso nel 2009 ha fatturato 2,77 miliar-di di franchi svizzeri (1,94 miliar-di di euro), in crescita del 22% sull’anno prima, un po’ meno del +33% del 2008, ma sempre una bella cifra.

La Ethical Coffee di Gal-lard ha sede in Svizzera, così come la multinazionale Nestlè, ma ha deciso di cominciare a offrire il prodotto in Francia proprio perché le norme sulla concorrenza dell’Unione Euro-pea, secondo il fondatore, per-

metterebbero di avere maggiori chance. Ancora non si parla di Italia (dove però è forte anche la concorrenza di altri sistemi completi, vedi Lavazza e gli al-tri in pagina), ma ci sono già i piani per esportare l’esperien-za verso Germania o Spagna. Ciò che potrà frenare la socie-tà, blocchi legali a parte, è la capacità produttiva che per ora si ferma a 350 milioni di cap-sule e che dovrebbe arrivare al miliardo entro l’anno. Meglio, ma ancora poche.

Ciò che importa è che il segna-le è stato lanciato e si vedrà nei prossimi mesi quanti vorranno o potranno unirsi alla compagnia.

© Riproduzione riservata

spada di Damocle dei brevetti C’è da scommettere che Nestlè

Jean-Paul Gaillard è il fondatore di Ethical Coffee Co. la so-cietà che metterà sul mercato le capsule compatibili con le macchine Nespresso. È stato l’ex capo della società di Nestlè tra il 1988 e il 1997, e ha portato Nespresso al successo

L’ex manager si è messo in proprio

tt bb di ggi i

I sistemi italiani

Lavazza A Modo Mio. Macchina e cialde tut-te italiane

Anche Illy è entrato nel segmento del caf-fè in cialde

Kimbo è l’ultimo mar-chio ad aver annun-ciato un’offerta por-zionata

Altri articolisul sito www.italia-oggi.it/nespresso

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 2: 13 Marketing - Regione AbruzzoDomestos Zero Calcare, un de-tergente anticalcare, e Domestos WC Blitz Candeggina, tavolette detergenti. «Con Lysoform abbia-mo una quota nella categoria

14 Giovedì 1 Aprile 2010 M A R K E T I N G

I piani della multinazionale: portare in Italia marchi già forti all’estero. Campagna i rmata Lowe

Unilever, strategia bagno pulitoArriva Domestos, nuovo brand per rafforzarsi al centro e al sud

DI IRENE GREGUOLI VENINI

Unilever lancia in Italia Domestos, marchio di prodotti per la pulizia del wc, con l’obiettivo di

rafforzarsi in una categoria di detergenti in cui nella Penisola è poco presente e di arrivare per la fine del 2010 almeno a raddoppiare la quo-ta di mercato, pun-tando soprattutto sulle potenzialità di crescita nel centro e nel sud. A sostegno della nuova linea ci sarà una campagna pubblicitaria foca-lizzata sulla tv, con un budget per la comunicazione re-lativa all’area home care tricolore della multinazionale, che globalmente nel 2009 ha fattu-rato circa 40 miliardi di euro, in crescita del 25% rispetto all’anno passato.

«Stiamo lanciando in Italia Do-mestos, un nuovo marchio di pro-dotti di una categoria in cui siamo

presenti solo con Lysoform, ma è una delle categorie più dinamiche all’interno del mercato home care, con tassi di crescita rilevanti e in cui all’estero, con questo brand, siamo leader in molti paesi», spiega Ugo De Giovanni, re-sponsabile marketing home care

di Unilever Italia, che include anche Svelto, Coccolino, Cif e, ap-punto, Lysoform. «Da qui nasce l’idea di provare a sfruttare la forza del marchio, della tecnologia e de-gli investimenti che ci sono dietro, anche a livello italiano».

Domestos è già presente infatti in 35 paesi e vende per più di 250 milioni di

euro all’anno, ma per quanto riguarda la Penisola, quella dei

prodotti per la pulizia e l’igiene del wc «è una categoria in cui ci sono ancora aree di sviluppo, perché non ha una penetrazio-ne di consumo altissima nella popolazione italiana. Quindi c’è un margine di crescita, soprat-

tutto nel centro e nel centro sud dell’Italia, dove viene usata anco-ra la candeggina pura», continua il responsabile marketing.

Il lancio è su tre aree: quella dell’anticalcare, quella della can-deggina e quella delle tavolette. I tre prodotti che Unilever sta proponendo sono infatti Dome-stosWC Gel Candeggina Attiva, un detergente igienizzante con formula ultra densa che promette di rimuovere lo sporco e i germi, Domestos Zero Calcare, un de-tergente anticalcare, e Domestos WC Blitz Candeggina, tavolette

detergenti. «Con Lysoform abbia-mo una quota nella categoria dei prodotti per la pulizia del wc pari al 3,5% nel 2009, quindi l’obietti-vo è una crescita rilevante sia in termini di vendita e sia di quota. Contiamo di più che raddoppiare questa quota entro la fi ne dell’an-no», dice De Giovanni.

La linea Domestos si inserisce nella strategia di Unilever, che è quella di perseguire «una cresci-ta aggressiva in tutte le macro-categorie. Puntiamo a questa crescita nelle categorie in cui siamo già forti, e cerchiamo di sfruttare la forza che ab-biamo all’estero in quelle in cui siamo meno grandi e in cui vediamo margini di crescita».

Per il lancio di Domestos è prevista una campagna di comunicazione, curata dall’agenzia Lowe, «con investimenti elevatissimi: per l’home care abbiamo un budget di comunica-zione maggiorato circa del 25% quest’anno. Puntere-mo molto sulla tv, perché riferendosi a un target al-largato ci consente di rag-

giungere la copertura migliore. Il nostro core target infatti vive al centro-centro nord, ha un’età medio alta e ha un reddito medio alto; però c’è un’area di forte mi-glioramento nelle zone dell’Italia in cui il consumo è ancora molto limitato, cioè al sud».

Nel 2010 ci saranno novità per tutti i marchi dell’home care, «in particolare per Lysoform, di cui abbiamo rilanciato l’intera

gamma, e per Coccolino del quale stiamo proponendo 2 nuove varianti». Per quanto riguarda il 2009, «in gene-

rale per Unilever è sta-to un anno abbastanza diffi cile, pur riuscendo a crescere in diverse cate-gorie. Fra queste l’home care è quella che ha avu-to performance migliori: siamo cresciuti a livello di market share in mer-cati molto competitivi, come quello del detersivo per lavare i piatti a mano con Svelto e in quello de-gli ammorbidenti con Coccolino», conclude De Giovanni.

© Riproduzione riservata

DI ALESSIO ODINI

Un decennio da centel-linare, più che da bere tutto d’un fiato. Ne Gli Ottanta (Bevivino Edi-

tore, 426 pagine, 18 euro), Luca Pollini raccoglie la cronaca, le mode e i protago-nisti dei dieci anni che hanno sancito il passaggio dalla stagione dell’impe-gno collettivo degli anni 70 all’epoca post-ideologica, vo-tata al benessere a tutti i costi. Un pe-riodo denso di no-vità, che dista ap-pena 35 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e ancor meno dal suo epilogo, Tan-gentopoli.

Sono gli anni di Tropicana, del-la Milano da bere e da mangiare in fretta, con l’avvento del fast food all’americana e del carpac-cio rucola e grana, il piatto delle modelle, ma anche della cucina di Gualtiero Marchesi. Gli stessi anni in cui i fermenti creativi del design e della pubblicità corrono paralleli alla strage di Bologna, allo scandalo della Loggia P2 e al socialismo di Craxi, mentre comincia a prendere corpo l’epo-

ca delle tv e delle radio private come Radio Deejay di Claudio Cecchetto, che hanno rivoluzio-nato il mondo della comunicazio-ne di massa.

Più che cercare una riabilita-zione, nel suo libro Pollini indaga su quanto è rimasto degli anni

80 e di come la Mi-lano industriale e impegnata del decennio prece-dente abbia me-tabolizzato i nuovi stimoli provenien-ti soprattutto dal mondo americano.

I protagonisti? Una generazione che non si ribella più al sistema, ma che piuttosto si al-linea, preferendo la leggerezza e la forza creativa del «bambino», come

ricorda Guido Venturini, desi-gner per Alessi: «Degli anni 80 mi colpisce l’aspetto infantile. Dopo i 70, rigidi e dall’aspetto scleroti-co, in cui bisognava far quadrare tutto, entra la forza dirompente del bambino. Abbiamo incarnato la forza di un archetipo potentis-simo». Ma che senza controllo, ri-schiava di diventare pericoloso e di sfociare «nell’infantilismo» e in tutto quello che ne è seguito.

© Riproduzione riservata

Luca Pollini analizza una generazione

Gli anni Ottanta, da centellinare

Energia eolica per le fonti d’acqua San Ber-nardo. È nato il Consorzio Sanpellegrino Nestlè Green Energy costituito dalle so-cietà Sanpellegrino, Nestlè, San Bernardo Wind Energy e Emmecidue: un progetto in favore dell’utilizzo di energia rinnovabile e del rispetto dell’ambiente che vede come protagonista lo stabilimento di imbottiglia-mento di acqua minerale S.Bernardo di Garessio, la cui produzione sarà alimen-tata dalla fornitura diretta di energia eolica.

Chinò ritorna in comu-nicazione. Chinò San-pellegrino lancia la nuova campagna stampa su quoti-diani nazionali e free press, il prossimo 1° e il 2 aprile. Dal 6 aprile, anche sulle cartoline promocard. L’art director è Pietro Lorusso, il copywriter Andrea Stanich.

Coca Cola premia i futu-ri comunicatori. È stato presentato il Premio Ischia e Coca Cola Hbc Italia per il Giovane comunicatore di talento e il Futuro giorna-lista, novità dell’edizione 2010. I vincitori saranno individuati tra gli studenti di centri di formazione d’eccellenza e premiati con opportunità di stage retribu-iti e borse di studio. L’evento fi nale, con i premiati, sarà trasmesso da Raiuno dome-nica 4 luglio.

BREVI LA VIGNETTA DEL GIORNO

Vendite sul compartoIndice Chiusura Var. % Var. % 30/12/09

FTSE IT ALL SHARE 23.368,38 -0,62 -1,20

DJ MEDIA 144,2632 -0,04 10,84

Editoria in Piazza Affari

Titolo Rif. Var. Var. % Capitaliz. % 30/12/09 (mln €)

Buongiorno 1,0940 -0,55 -5,69 116,4

Cairo Communication 2,8900 - -6,77 226,4

Caltagirone Editore 1,9380 -1,57 10,93 242,3

Class Editori 0,5850 -1,18 -13,20 60,0

Espresso 2,0950 -1,64 -6,68 858,1

Il Sole 24 Ore 1,7200 -0,58 -10,37 74,5

Mediaset 6,3600 -0,70 10,90 7.512,6

Mondadori 3,0775 -1,12 -0,65 798,4

Monrif 0,4695 2,07 4,33 70,4

Poligrai ci 0,4565 -2,56 1,33 60,3

Rcs Mediagroup 1,3230 -2,65 4,34 969,3

Seat Pagine Gialle 0,1741 -0,51 7,14 335,5

Telecom Italia Media 0,0779 0,39 -22,41 256,7

opicana del

80lae dedetastti m

Unchpiùchlinla for«b

ricorda Guido

Ugo De Giovanni

Due dei nuovi prodotti

acro-stai

gammquanuovrigua

ratodicrgocatosidicacopecoglCG

di UinCopuquprla deglci a

pr35pi

euqD e dei n o i prodotti

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 3: 13 Marketing - Regione AbruzzoDomestos Zero Calcare, un de-tergente anticalcare, e Domestos WC Blitz Candeggina, tavolette detergenti. «Con Lysoform abbia-mo una quota nella categoria

15Giovedì 1 Aprile 2010Giovedì 1 Aprile 2010M E D I A

I retroscena della vendita raccontati dai protagonisti di allora a Partita Doppia su Class/Cnbc

Angelo Rizzoli, chiedo solo verità Il pacchetto di controllo del Corsera ceduto per un tozzo di pane

DI MARCO LIVI

«Chiedo solo verità e giustizia. Per que-sto ho chiesto il ri-sarcimento a Intesa

Sanpaolo, erede della Centrale fi -nanziaria (allora del Banco Am-brosiano) che non versò il capitale sottoscritto e agli acquirenti della Rizzoli che presero tutto per un pezzo di pane dicendomi: o accet-ti queste condizioni o tornerai in galera e da quella galera potresti non uscire più».

E’ quanto ha dichiarato ieri Angelo Rizzoli nel corso di Partita Doppia, trasmissione di Class/Cnbc (televisione del grup-po Class Editori, che partecipa al capitale di questo giornale), trasmissione ripresa oggi anche da Milano Finanza e dedicata a trent’anni di fi nanza italiana e alla vicenda della cessione del gruppo Rizzoli attraverso gli episodi raccontati da Paolo Pa-nerai, editore di Class Editori, nel suo ultimo libro Lampi nel buio; i retroscena della fi nanza e dell’economia italiana dal Dopo-guerra a oggi.

Angelo Rizzoli ha raccontato ieri l’intera vicenda partendo dal 1974 quando «mio padre acqui-stò il 100% del Corriere della sera da tre diversi venditori, il gruppo Fiat, il gruppo Moratti e Giulia Maria Crespi pagando una cifra che allora era vicina ai 70 miliar-di di lire. In particolare la quota che riguardava la famiglia Agnel-li, che era di circa 24 mld per un terzo del Corriere della Sera, subì una postergazione del pagamen-to di tre anni quindi si sarebbe dovuta pagare nel 77». «Quando arrivammo al 77», ha proseguito Rizzoli, «avevamo avuto il blocco di tutti i fi nanziamenti da gran

parte delle banche del paese che allora, lo ricordo, erano tutte pub-bliche. Mio padre acquistando il Corriere della Sera aveva fatto l’incauta promessa al segretario della Democrazia Cristiana, Fan-fani, di licenziare Piero Ottone, poi quando vide i risultati di ven-dita del giornale si pentì di quella promessa, mantenne Ottone» alla direzione «per altri tre anni, ma s’inimicò i potentati politici che poi bloccarono i finanziamenti bancari e il prezzo del quotidia-no che allora era stabilito dal Cip, Comitato interministeriale prez-zi». Vi fu poi «una corsa al prezzo della carta che dovevano usare i quotidiani e che doveva proveni-re soltanto da cartiere italiane e quindi a sua volta questo prezzo era stabilito dal governo».

Questa «situazione portò la Rizzoli in una condizione di dif-fi coltà al punto che noi per poter pagare la Fiat dovemmo subire un prezzo onerosissimo con il Banco Ambrosiano», ha continua-to Angelo Rizzoli, «l’unica banca che ci fece credito, un prezzo che prevedeva un aumento di capi-tale di cui l’80% sarebbe andato in pegno allo stesso Banco Am-brosiano. Il 29 aprile 1981 noi, io in particolare, essendo già uscito mio padre, raggiunsi con Rober-to Calvi un accordo per cui la Centrale fi nanziaria generale di proprietà dell’Ambrosiano avreb-be acquistato il 40% delle azioni al prezzo di oltre 115 mld. Una parte sarebbe andata a pagare il pegno, l’altra parte, circa 80 mld, sarebbe andata in aumento di capitale».

«Quei soldi però non arrivaro-no mai perché quanto ai 95 mln di dollari, pari a oltre 80 mld di lire, andarono dalle tre banche italiane del gruppo ad una società

panamense sponsorizzata dallo Ior presso il Banco Ambrosiano Oversea ltd. Da lì il fi duciario di Calvi nella banca mandò questi soldi presso una società che si chiamava Zirca, anagramma di Capitale Rizzoli, presso la Ro-thschild Bank di Zurigo il cui fi duciario era il direttore della Banca Rothschild, che poi subirà una condanna a 4 anni e sei mesi per questa vicenda. Da lì questi fondi andarono per 30 mln a una società delle Isole del canale pres-so una banca dublinese, il cui fi -duciario era Bruno Tassan Din, mentre gli altri soldi andarono ad altre varie società situate in pa-radisi fi scali che facevano riferi-mento a Umberto Ortolani, uno dei personaggi di spicco della P2 e in parte a Licio Gelli. Quanto dico non sono parole ma sentenze passate in giudicato». «Se si va a vedere le testimonianze dei prin-cipali dirigenti dell’Ambrosiano, a cominciare dal vice di Calvi, morto di recente, tutto questo viene puntualmente confermato», secondo Rizzoli, e si dice che «questi soldi alla Rizzoli non sono mai stati mandati».

«Quando arriva il Nuovo Banco Ambrosiano chiede alla Rizzoli di rientrare di 70 mld, che era l’esposizione che la Rizzoli aveva nei con-fronti del gruppo Ambrosiano ma in quello stesso momen-to, il Nuovo Ambro-siano, in quanto proprietario del-la Centrale ha un debito verso la stessa Rizzoli di 150 mld di capitale sotto-scritto ma non versato e non pagato,

quindi un buco fi nanziario cla-moroso provocato da terzi, dalla Centrale e dalle operazioni spe-ricolate che Calvi aveva affi dato nell’ultima parte della sua vita a quelli che nel processo per il crack Ambrosiano vengono chia-mati i Blu, Bruno Tassan Din, Li-cio Gelli, Umberto Ortolani che s’impossessano di queste somme. A questo punto la Rizzoli va in crisi, va in amministrazione controllata. Quando io chiedo ai nuovi azionisti del Banco Am-brosiano di versare il denaro del capitale sottoscritto ma non ver-sato mi viene risposto che i soldi sono stati versati e se qualcuno li ha presi la responsabilità è anche mia. Il 18 febbraio 1983 vengo ar-restato nonostante fossi malato di sclerosi multipla, trattenuto in carcere per 13 mesi e tutti i miei beni, compreso il pacchetto di controllo del gruppo Rizzoli vengono posti sotto sequestro e messi nelle mani di custodi giu-diziari che li venderanno alla

cordata formata da Gemina, Meta, Mit-tel e Arvedi per un tozzo di pane. Ho fatto 13 mesi di carcere, ho avuto sei processi da cui sono uscito completamente assolto la vita

mi è stata distrutta».La Rizzoli valeva comunque

più di quanto fu venduta, secon-do il fi nanziere Pier Domenico Gallo, anch’egli ospite di Partita Doppia e all’epoca dei fatti nel nuovo Banco Ambrosiano: «anche se io sono assolutamente convin-to della totale correttezza della procedura di vendita credo che la Rizzoli valesse di più. Se il Banco Ambrosiano fosse stato autoriz-zato da Bankitalia a mantenere la partecipazione in Rizzoli, dopo due anni valeva mille miliardi». Gallo chiese anche a Tassan Din: «come nomina il direttore del Cor-riere della Sera? e lui mi disse: molto semplice, vado a chiedere a Botteghe Oscure». Anche Panerai ha concordato ieri con Angelo Riz-zoli che la cessione avvenne per un tozzo di pane, mentre Carlo Callieri, ex manager Fiat e a.d. di Rizzoli dal 1984 al 1986, ha af-fermato durante la trasmissione che il prezzo era giusto.

«Dall’amministrazione con-trollata la Rizzoli uscì malcon-cia, assai malconcia, perché la verità è che il trio i Blu l’aveva devastata», ha rilanciato Callieri. «L’amministrazione controllata aveva fatto un riassetto molto meritorio ma cambiando» in cor-sa «perché da una impostazione iniziale che prevedeva di salvare tutto c’era stato un momento in cui si temeva che la Rizzoli, che era più debole, trascinasse a fon-do il Corriere della Sera. Allora il commissario giudiziale decise di separare le due aziende e a quel punto ognuna prese il mare per suo conto. La via della salvezza è stata assai complicata e ha por-tato la non emersione di alcune cose che poi sono venute fuori nel corso della gestione ordinaria».

© Riproduzione riservata

In via Solferino era il Pci a gestire il Cor-riere della Sera. «An-gelo Rizzoli ha detto con estrema chia-rezza che suo padre aveva deciso di licen-ziare Piero Ottone», è intervenuto ieri Pa-olo Panerai durante Partita Doppia, tra-smissione di Class/Cnbc (televisione del gruppo Class Edito-ri, che partecipa al capitale di questo giornale). «Lo posso documentare perché allora ero a Panora-ma e seguivo il caso e perseguitavo, in un certo senso, An-gelo Rizzoli, perché lo seguivo in tutti i suoi movimenti. Angelo a un certo punto non ne poteva più e mi consegnò la bozza dell’intervista che sarebbe dovuta usci-

re sull’Europeo. In questa bozza c’era indicato il licenzia-mento di Piero Otto-ne. Lui ha spiegato poi che il licenzia-mento non avvenne perché si rese con-to delle vendite. Io onestamente dico che la motivazione fu un’altra perché il Pci fece pressione e il Pci era quello che in realtà gestiva il Corriere della Sera perché il capo del consiglio di fabbrica era il vero direttore generale dell’edi-toriale del Corriere della Sera».

Il motivo alla base della pressione del Pci, sempre secondo Panerai, era «la posizione politica che veniva garantita da Ottone che aveva già garantito l’in-

gresso nel giornale di un numero note-vole di iscritti al Pci, giornalisti bravis-simi, professionisti. Il capo redattore centrale Salvatore Conoscente era anche il capo della cellula del Pci. E a quel punto, in sostanza, ci fu un cam-biamento completo del giornale come posizione politica».Per quanto riguarda l’episodio dell’au-mento di capitale garantito dal Banco Ambrosiano, di cui Angelo Rizzoli ha affermato che non sia mai stata versata la somma al gruppo Rizzoli, Panerai ha sottolineato che «sicuramente ci fu una appropriazione indebita di capitale. Che questo fosse destinato all’aumento lo dice Angelo Rizzoli e io non ne ho motivo di dubitare. So per certo che Bruno Tassan Din, che era una persona intelligente, che in un certo senso e in certi momenti ha anche cercato di difendere l’autonomia del giornale, questi soldi li ebbe e li gestì attraverso fiduciarie anche impensabi-li, magari fidanzate di persone che oggi siedono in parlamento e che fanno di me-stiere gli avvocati. Per cui, in sostanza, c’è

stato un momento in cui il sistema, dal Partito Comunista alla Dc fecero pressio-ne e lo strumento fu certamente in primo luogo quello di affamare i giornali e in particolare il Corriere della Sera». A questo si deve aggiungere, a giudizio di Panerai, «che la famiglia Rizzoli ebbe in quel momento anche una separazione patrimoniale» e quando i patrimoni si dividono «diventa anche meno consisten-te la resistenza a difficoltà come quelle. Bisogna considerare che allora la fami-glia Rizzoli era sicuramente una delle più ricche in assoluto e quindi avrebbero anche potuto far fronte». «La volontà po-litica convergente», ha concluso Panerai, era «di mettere sotto scacco un’azienda e il sistema economico», che non aveva «assolutamente capito che cosa sarebbe successo anche al sistema dell’informa-zione», è rimasto a guardare «con grande interesse» perché «il Corriere della Sera ha sempre fatto gola a tutti. Durante quelle trattative, lo racconto nel libro, Carlo De Benedetti ha fatto più di un tentativo per comprare il Corriere».

Panerai: il Pci gestiva il quotidiano. E riuscì a salvare Ottone

Angelo Rizzoli

Paolo Panerai

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 4: 13 Marketing - Regione AbruzzoDomestos Zero Calcare, un de-tergente anticalcare, e Domestos WC Blitz Candeggina, tavolette detergenti. «Con Lysoform abbia-mo una quota nella categoria

16 Giovedì 1 Aprile 2010 M E D I A

Dopo l’articolo di ItaliaOggi l’associazione delle agenzie di pr apre un procedimento sul massmediologo

Klaus Davi sotto la lente di AssorelDenunciato ai probiviri. Barabino: brutta fi gura per il settore

DI CLAUDIO PLAZZOTTA

Il presidente di Assorel, Bep-pe Facchetti, ha denuncia-to Klaus Davi ai probiviri dell’associazione di categoria

delle agenzie di relazioni pubbli-che dopo l’articolo sul massmedio-logo pubblicato ieri da ItaliaOggi. «Di fronte agli aspetti descritti nel servizio di ItaliaOggi», dice Facchetti, «io, con dispiacere nei confronti del nostro socio Davi, ho segnalato l’incartamento ai pro-biviri per valutare il da farsi». Da verificare, in particolare, la veridici-tà delle notizie veicola-te sistematicamente da Davi e la sua agenzia, accostando grandi cele-brità internazionali a marchi di cui lui cura la comunicazione, e poi pure l’utilizzo della testata Metropolitan Post, giornale on line guidato dallo stesso Davi, per dare maggiore autore-volezza alle notizie.

ItaliaOggi, tuttavia, parla del caso Davi soprattutto per segna-lare il malcostume imperante in

tante redazioni, dove schiere di giornalisti abboccano alle esche disseminate sapiente-mente dal comunicato-re di turno, senza veri-fi care nulla. Al gioco di Davi stanno soprattut-to le agenzie stampa, la fonte primaria di tutti i media. Anni fa, per esempio, all’Ansa si decise di non pubbli-care più il sondaggio, reputato

poco attendibile, che ogni sabato l’agenzia di Klaus Davi reca-pitava in redazione. I concorrenti dell’Ansa, tuttavia, continuavano a mettere in rete quei comunicati. Finché arrivò una normativa precisa circa i sondag-gi (dei quali va citato l’universo, il metodo, quando sono stati fatti, ecc), e il sondaggio di

Davi non arrivò più, sostituito da «studi» e «ricerche».

Giornalisti poco attenti, che non verifi cano, e pubblicano mezze pa-gine del Corriere o di Repubblica

con notizie assurde tipo «George Clooney stanco della Canalis, preferisce giocare a poker on line», oppure «Abramovich perde al poker on line uno yacht da 500 mila euro»?

Il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei gior-nalisti, Lorenzo Del Boca, cerca di difen-

dere la categoria, «perché se ri-sulta vero che le notizie diffuse da Klaus Davi non sono atten-dibili, è lui, per primo, che non le deve diffondere». Un po’ più duro il presidente del consiglio lombardo dell’Ordine, Letizia Gonzales: «Resto basita, stupita che giornalisti esperti di Corriere, Repubblica e di altre testate, no-nostante siano a conoscenza del livello di professionalità di Klaus Davi, continuino ad accedere alle informazioni che lui divulga. Le fonti vanno sempre verifi cate. A giustifi cazione parziale, dico che molti colleghi sono ossessionati dalla fretta di dare le notizie, e pochi conoscono le regole deonto-logiche della professione».

Se il nemico numero uno di Klaus Davi, ovvero il critico Aldo Grasso (che ha massacrato più volte il massmediologo nei suoi articoli), preferisce non dire nulla, perché «sennò al Corriere si ar-rabbiano che faccio commenti su altri giornali», il comparto della comunicazione, invece, non si tira indietro. Fu-rio Garbagnati, pre-sidente dell’agenzia di comunicazione Weber-Shandwick e past pre-sident di Assorel, ag-giunge che «ovviamente i sospetti su Davi sono tutti da provare. Cer-to che un uso distorto degli strumenti della comunicazione nuoce a tutti. Il principio di verifi ca delle fonti da parte dei giornalisti ci deve essere sempre, è insito nella professione. Ma se le agenzie di stampa non fanno un controllo, questo è grave».

Severo, infi ne, il commento di Luca Barabino, presidente del-la agenzia Barabino & partners: «Purtroppo la crisi sta facendo proliferare un clima da basso im-pero nella comunicazione e nelle

pr. Innanzitutto, c’è un pericoloso abbassamento del livello di fil-tro tra redazione giornalistica e concessionaria di pubblicità; poi i giornalisti, meno motivati, e forse anche meno pagati di un tempo, sono pronti a prendere per buono tutto, comprese le notizie farloc-

che. Quanto, infine, a Klaus Davi, è un pro-fessionista che stimo per la sua originalità e la sua capacità di inge-gno. Mi va bene quando passa dal vero al verosi-mile. Ma se si spinge al fasullo, allora esagera e devo tirargli le orecchie. Se poi fosse vero, come dice ItaliaOggi, che il Metropolitan Post è una testata depositata

da Davi e controllata da lui, e lui la propina ai media, allora questa sarebbe una gran brutta fi gura per tutto il settore».

© Riproduzione riservata

Altri articolisul sito www.italia-oggi.it/klaus+davi

Klaus Davi

Beppe Facchetti

Luca Barabino

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 5: 13 Marketing - Regione AbruzzoDomestos Zero Calcare, un de-tergente anticalcare, e Domestos WC Blitz Candeggina, tavolette detergenti. «Con Lysoform abbia-mo una quota nella categoria

17Giovedì 1 Aprile 2010Giovedì 1 Aprile 2010M E D I A

I dati dell’Osservatorio Fcp relativi al periodo gennaio-febbraio 2010

Stampa, pubblicità a -4,5%Quotidiani -0,5%, settimanali -6,8%, mensili -21,5%

DI VALENTINA GIANNELLA

La stampa sembra prendere un po’ di respiro. Nei dati dell’Osservatorio Stam-pa Fcp relativi al periodo

gennaio-febbraio 2010, raffron-tati a gennaio-febbraio 2009, il trend del fatturato pubblicitario del mezzo stampa in generale registra infatti un notevole mi-glioramento sia pur mantenendo un andamento negativo rispet-to all’anno precedente (-4,5% a 262,2 milioni di euro). E a bene-ficiarne sono soprattutto quoti-diani e settimanali.

In particolare, i quotidiani in generale hanno registrato un aumento degli spazi del +9,5% a fronte di un fatturato in lie-ve calo (-0,5 %, 180,6 milioni). Per quanto riguarda le tipolo-gie, la commerciale nazionale ha evidenziato un segno positi-vo doppio (+8,1% a fatturato e +13,8% a spazio). La tipologia «di servizio» ha visto un -16,4% a fatturato e un +14% a spazio. Calo su tutti e due i fronti per la rubricata, con -7,9% di fatturato e -11,9% a spazio.

I quotidiani a pagamento han-no registrato un andamento mi-gliore rispetto a quello dei quoti-diani in generale (+0,6%) Quelli free press hanno invece segnato andamenti in calo a fatturato (-22,8%) e a spazio (-27,3%).

I settimanali hanno ottenu-to variazioni migliori rispetto a quelle dello scorso anno: a fattu-rato -6,8% (nel 2009, -36,1%) e a spazio - 5,3% (nel 2009, -27,8%). Per i mensili si registra invece ancora viva, una diminuzione di fatturato (-21,5%) e un calo degli spazi (-15,1%) per un totale inve-stito di 28,4 milioni.

© Riproduzione riservata

Nuovi volti al Tg1, è polemica. «Ma quale epu-razione, stiamo parlando di conduttori che lavorano da 28 anni, servono volti nuovi». Così il direttore del Tg1 Augusto Minzolini ha respinto le accuse dei consiglieri di amministra-zione Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio van Straten dopo l’allontanamento dal video di Tiziana Ferrario alle 20, Paolo Di Giannantonio alle 13.30 e Piero Damosso alle 7 del mattino, sostituiti da Francesco Giorgino, Lau-ra Chimenti e Francesca Grimaldi. «Ho assunto 18 precari», ha spiegato Min-zolini, «e ho la necessità di rendere evidente questo rinnovamento». Per il cdr del Tg1, «tutti i giornalisti allontanati dal video non hanno fi rmato la lettera in favore del direttore sul caso Mills».

CHESSIDICE

Così la spesa nei primi 2 mesi

QUOTIDIANI SPAZI Fatturato netto

A Pagamento: 2009 2010 Dif. % 2009 2010 Dif. %

Commerciale nazionale 13.196 15.892 20,4% 73.274 80.771 10,2%

Di servizio 2.535 2.912 14,9% 30.976 25.949 -16,2%

Rubricata 4.401 3.886 -11,7% 20.046 18.462 -7,9%

Commerciale locale 50.382 56.589 12,3% 57.645 57.771 0,2%

Totale A Pagamento 70.514 79.279 12,4% 181.941 182.953 0,6%

Free Press:

Commerciale nazionale 1.764 1.134 -35,7% 5.478 4.395 -19,8%

Di servizio 60 47 -22,4% 129 66 -49,1%

Rubricata 9 0 -100,0% 4 0 -100,0%

Commerciale locale 3.681 2.826 -23,2% 3.114 2.275 -26,9%

Totale Free Press 5.514 4.007 -27,3% 8.725 6.736 -22,8%

Quotidiani:

Commerciale nazionale 14.960 17.026 13,8% 78.752 85.166 8,1%

Di servizio 2.595 2.959 14,0% 31.105 26.015 -16,4%

Rubricata 4.410 3.886 -11,9% 20.050 18.462 -7,9%

Commerciale locale 54.063 59.415 9,9% 60.759 60.046 -1,2%

Totale 76.028 83.286 9,5% 190.666 189.689 -0,5%

PERIODICI

Settimanali: 2008 2009 Dif. % 2008 2009 Dif. %

Tabellare 8.258 7.820 -5,3% 40.749 37.475 -8,0%

Speciale N/A N/A N/A 1.921 2.294 19,4%

Totale Settimanali 8.258 7.820 -5,3% 42.670 39.769 -6,8%

Mensili:

Tabellare 8.504 7.220 -15,1% 33.191 26.320 -20,7%

Speciale N/A N/A N/A 3.002 2.092 -30,3%

Totale Mensili 8.504 7.220 -15,1% 36.193 28.412 -21,5%

Altre periodicità:

Tabellare 1.376 1.318 -4,2% 4.246 3.873 -8,8%

Speciale N/A N/A N/A 693 476 -31,3%

Totale Altre periodicità 1.376 1.318 -4,2% 4.939 4.349 -12,0%

Periodici:

Tabellare 18.138 16.358 -9,8% 78.186 67.668 -13,5%

Speciale N/A N/A N/A 5.616 4.862 -13,4%

Totale Periodici 18.138 16.358 -9,8% 83.802 72.530 -13,5%

Fatturato Totale (Quotidiani e Periodici) 274.468 262.219 -4,5%

(migliaia di euro)

Quanto rende la casa verde? Fra azze-ramento della bolletta, robusti bene-fici fiscali e ricavi dalla vendita di energia elettrica al Gestore, un edi-ficio eco-compati-bile garantisce il 5,3% medio all’an-no. Come un buon corporate bond, con la non trascu-rabile differenza, almeno per i primi 20 anni in cui è as-sicurato l’incenti-vo pubblico, che il rischio è pratica-mente nullo. È quanto emerge dalla cover story di maggio di Pa-

trimoni, il men-sile di Milano Fi-

nanza (edito da Class editori, che partecipa al ca-pitale di questo giornale) in edicola a partire da do-mani, venerdì 2 aprile. Grazie alle ta-

riffe incentivanti riconosciute dal Gse (Gestore dei servizi elettrici) è in atto un autentico boom di installazioni sui

tetti. Il miglior rapporto qualità prezzo lo offro-no gli impianti fotovoltaici, ma la tecnologia in rapida evoluzio-ne sta facendo guadagnare ter-reno anche alle pale eoliche. Ol-tretutto ci sono buone opportuni-tà di finanziare le installazioni con mutui e persino di ottenere pre-stiti dalle banche a fondo perduto. Per chi poi desi-dera cavalcare la green economy direttamente in portafoglio, il ma-gazine ha selezio-

nato un basket di prodotti finanziari (azioni, sicav, etf, fondi immobiliari

e veicoli di private equity) che in-vestono proprio in questa direzione. Scommesse a medio-lungo termine, che tuttavia in molti casi hanno già inizia-to a dare frutti più che lusinghieri lo scorso anno, con performance di tutto rispetto, fino al +176%.Tra gli altri argomenti affrontati nel numero in edicola, Patrimoni ha fatto il punto della situazione sullo scudo fi scale ter, che si conclude tra poche settimane. Obiettivo: chiarire che cosa rischia oggi chi non aderisce per tempo e da cosa dovrà guardarsi. Non solo dal-la nuova concertazione internazionale tra le autorità fi scali, ma anche dall’eu-ro ritenuta, pronta al raddoppio (35%) fra un anno e ad allargarsi a tutte le tipologie di investimenti e di società.Per chi è alla ricerca di una capitale europea di respiro internazionale in cui mandare i figli a formarsi, la scelta alternativa ai grandi nomi è Bruxelles. Qui le opportunità di studio abbonda-no non soltanto in campo economico, ma anche in ambito umanistico, arti-stico e scientifico. E il tessuto econo-mico è unico, grazie alla presenza delle maggiori istituzioni internazionali.

© Riproduzione riservata

Patrimoni, la casa verde rende come un buon corporate bond

ola a partire da do-

trpnfolarangurepatrbutàinmudistia fPedegrdirporgaz

nato un basket di prod

*MEN

SIL

E -

Dal 02

/04 a

l 09/0

4

con M

ilano F

inanza

euro

4,8

0 (

1,3

0+

3,5

0)

- D

al 10/0

4 e

uro

4,8

0 e

diz

ione

in a

bbonam

ento

post

. 45%

- a

rt. 1 c

.1 L

. 46/0

4. D

CB

Milano

n. 125 Aprile 2010 IT Euro 4,80*

IL PRIMO MENSILE PER CREARLI, GESTIRLI, ACCRESCERLI

IL PRIMMO MERIM ENSILEEN E PER CREARLIILE , GESTIRLI AACCRESCEA ERLIER

ULTIMA CHIAMATAISTRUZIONI PER CHI RIENTRAE PER CHI RESTA FUORI

INVESTIREGREENLE SOCIETÀ E I FONDI CON L’ENERGIA GIUSTA

DOVE MANDARE I FIGLI TUTTE LE CHANCESDI BRUXELLES

A TUTTO BOND LE RICETTE DI SEI ESPERTI PER IL LUNGO CORSO

+

SCUDO FISCALE

QUANTO RENDETRA RISPARMI IN BOLLETTA E BENEFICI FISCALI

VERDELA CASA

Copertina d fi iti bi

Paolo Madron si è dimesso da caporedattore con man-sioni di inviato del Sole 24

Ore mandando una lettera ai colleghi del quotidiano del-la Confindustria nella qua-le dice: «Brevemente, per non tediarvi. Domani sarà il mio ultimo giorno al Sole

24 Ore. Nell’impossibilità di farlo personalmente, affi do a questa mail un saluto col-lettivo. Ho cercato», aggiun-ge Madron, «fi nché possibile di essere coerente con l’idea di giornalismo che ho sem-pre perseguito: dare notizie, cercare di contestualizzarle senza preconcetti metten-dole, possibilmente, in bella scrittura. Ma quando questa idea del mestiere non ha più cittadinanza e viene preclusa cerco altri luoghi dove poter-la esprimere. Senza drammi, recriminazioni o eroismi. Di questi due anni porto con me il ricordo di colleghi di grande spessore umano e professio-nale, con i quali è stato un piacere e un onore lavorare. E che mi piacerebbe reincon-trare, in uno dei tanti altrove che la vita (professionale e non) ancora ci riserva».

DIMISSIONI

Madron, ecco perché lascio Il Sole 24 Ore

Paolo Madron

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 6: 13 Marketing - Regione AbruzzoDomestos Zero Calcare, un de-tergente anticalcare, e Domestos WC Blitz Candeggina, tavolette detergenti. «Con Lysoform abbia-mo una quota nella categoria

18 Giovedì 1 Aprile 2010 UN PROFESSIONISTA AL GIORNO

DI ROBERTO MESSINA

Leggere il curriculum di Nino Marazzita è come sfogliare le pagi-ne della cronaca italiana degli ultimi decenni: uno spaccato dei fattacci, crimini e misteri che hanno calamitato l’attenzione pub-blica per anni. In veste di avvocato penalista ha assistito i più

feroci assassini (o sospetti tali) raccogliendo confidenze di serial killer e «attraversando l’inferno, senza però farsi sfiorare dalle fiamme», come dice egli stesso.

Non deve essere stata una rilassante passeggiata, infatti, istruire i processi di Pietro Pacciani, il presunto mostro di Firenze (per il quale

ottenne in appello l’assoluzione dopo la condan na di primo grado all’er-gastolo). Né quello per l’assassinio di Pasolini. Lo stupro e l’omicidio del

Circeo. Il rapimento e l’uccisio ne di Moro. Lo scandalo Sisde (in causa l’ex presidente della Repubblica Scalfaro, il capo della polizia Parisi

e il ministro Mancino. Libération scrisse che ebbe «l’audacia di con-trapporsi contemporaneamente ai tre uomini più potenti d’Italia»). E ancora, i processi di Pazienza e Carboni. E quelli del settimanale satirico Il male, col suo pungente amico vignettista Forattini, difeso da 125 querele (123 assoluzioni e 2 amnistie).

Cause importanti, popolari, sotto l’occhio critico di media e poteri forti, che hanno coinvolto intel lettuali e uomini politici, gente umi-le e grand commis senza minimamente impensierire la coscien-za, l’indipendenza, l’etica, la libertà di pensiero e azione di Nino Marazzita da Palmi (Reggio Calabria): avvocato, regista mancato, uomo di cultura e di spirito, appassionato di letteratura (è stato il legale italiano di Jean-Paul Sartre), automobili e orologi (e secondo qualche maligno anche di belle donne). Frequentatore di salotti televisivi, dal Tappeto Volante al Costanzo Show. Ospite fi sso di

Anima Mundi e Italia domanda. Ma anche testimonial di spot come quello della Lancia Libra (insieme ad Harrison Ford).

«Due processi mi hanno dato più popola rità, quello di Pasolini nell’ambiente intellettuale e quello per il parrici dio di Marco Caru-so in un ambiente più popolare». E ricorda la tragedia dell’autore di Scritti corsari, rievocando incontri con sodali «d’altri tempi»:

Bertolucci (compagno di studi al Centro Sperimentale), Moravia, Dario Bellezza. Un pantheon di riferimenti destinato ad arricchirsi:

Benigni, Isabella Rossellini, Claudio Amendola, Gaetano Caltagirone, Tullio Kezich, per citarne alcuni. Ma torniamo al penale. Tra politici

e criminali comuni, chi preferisce difendere? «Più facile questi ultimi: con i politici c’è una diffi coltà di fondo: vogliono fare il processo da loro. Dico-no che bisognerebbe fare questo, e questo. Con i criminali comuni e quelli incalliti è più facile: sentono, recepiscono e assorbono come spugne, chiedono cosa penso». E con i mafi osi, il grande crimine organizzato? «Mi ci intendo facilmente. Si parla poco e ci si capisce molto. Non vengono a dire se sono colpevoli o meno, non lo dice nessuno. Partiamo dal concetto di rispetto come uomini, poi guardo le carte e capisco cosa c’è da fare».

La sua vita è vivace, intensa, e anche baldanzosa: «Biso-gna viverla con gioia, ogni giorno, conservando l’entusia-smo dei ventenni». Non si smentisce, a cominciare dal look giovanile, perfettamente curato da Giù & Ga, affermata sartoria del quartiere romano di Vigna Clara, che gli fornisce abiti suggerendo le migliori accoppiate.

Il libro preferito è Dei delitti e delle pene, di Cesare Beccaria: «Una riscoperta, la constatazione che pensiamo di sapere tutto e non sappiamo mai abbastanza». Il fi lm? «Di Quentin Tarantino, Los Bastardos: per rifl ettere sull’amore non convenzionale, l’amore laico, l’amore per il prossimo».

La sua città, oltre Roma e l’amata Palmi nell’amatissima terra di Calabria, è Bologna: «Da scoprire, al di la degli stereotipi, con una

magnifi ca architettura che non invidia nulla a città più celebrate».Di automobili l’avvocato ne ha comprate un’infi nità: di tendenza,

di lusso ed extralusso: Mercedes, Jaguar, Bentley: «Ma ora mi interessa una sola, e l’ho prenotata grazie ad un ami-co, direttamente in Germania: una Mitsubishi com-pletamente elettrica, non inquinante e soprattutto

silenziosa». L’orologio che indossa è uno delle decine della collezione: Rado in ceramica nera. Nino Marazzita è anche questo: un entusiasta della vita. Delle belle cose che può offrire. Ma sapute prendere con stile, ironia, rispetto, disincanto. Come può fare solo un dandy, grazie alla connaturata eleganza e all’impagabile liberalità del suo pensiero.

© Riproduzione riservata

L’automobileNe ho avute tantissime: di tendenza, di lusso ed extralusso. Ora mi appassiona una sola, che non

vedo l’ora di avere: una Mitsubishi completamente elettrica (nella foto)

Il libroHo riscoperto il classico Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria. Una vera illuminazione. Pensiamo di sapere tutto del nostro mestiere e invece non sappiamo mai abbastanza

L’orologioIndosso quasi esclusivamente

un Rado di ceramica nera. L’ora si legge appena, la

data quasi per nulla. Ma non importa, mi piace come calza, come avvolge

il braccio

La cittàBologna, secondome, è ancora da scoprire: ha una splendida architettura che non ha nulla da invidiare a città italiane ed europee ben più celebrate

La vita, la carriera, i gusti e le passioni di Nino Marazzita, avvocato penalista

Un dandy principe del foroHo assistito killer e mai osi senza farmi si orare dalle i amme dell’inferno. Il segreto? Conservare l’entusiasmo dei ventenni

L’abitoPensa a tutto Giù & Ga,

sartoria del quartiere romano di Vigna Clara

che me li fornisce puntualmente, con tanto

di suggerimento sulle migliori accoppiate

L’ bit

no, Los re laico,

erra di una e».

nza,ora

mi-

vedo l orauna Mcompelettfoto

rtoria del

Il lib

Ind

Fo

to: C

lau

dio

Moll

o

La sua vita è vivac

nome

Nino Marazzitanato a

Palmi (RC)il

2 aprile 1938professioneAvvocato penalista

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it